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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI TORINO
DIPARTIMENTO CULTURE, POLITICA E SOCIET
CORSO DI LAUREA IN ANTROPOLOGIA CULTURALE ED ETNOLOGIA
TESI DI LAUREA IN STORIA DELLEUROPA ORIENTALE E DELLASIA CENTRALE
CHIINU, VENTANNI DOPO: FASCINAZIONI, TRASFORMAZIONI E VITA QUOTIDIANA IN UNA CAPITALE POST-SOVIETICA
Relatore: Prof. Marco Buttino Candidato: Giuseppe Tateo
Anno Accademico 2012-2013
INDICE
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI 1 INDICE DELLE TABELLE 3 INTRODUZIONE 4 RINGRAZIAMENTI 29 CAPITOLO 1 DAL PRINCIPATO ALLA REPUBLICA MOLDOVA: IL CONTESTO NAZIONALE 30 1.1 Storia di una terra contesa 30 1.2 Ai margini dellUnione Sovietica 38 1.3 Avere ventanni (di indipendenza) 44 1.4 Frontiere in trasformazione e flussi transnazionali 48
CAPITOLO 2 LA WESTERN ORIENTED CHIINU: SUCCESSIONI E SECESSIONI 57 2.1 Chiinu: centro di una periferia 57 2.2 Sostituire la citt storica con una nuova di zecca: cosa accade al centro di Chiinu? 70 2.3 Il caso della Rotonda. Un esempio di ristrutturazione alternativa di un luogo significativo 86 2.4 Secessioni del terzo millennio: ville, complessi residenziali, gated communities 93
CAPITOLO 3 RINEGOZIARE LO SPAZIO PUBBLICO, RINEGOZIARE LO SPAZIO URBANO. 108 3.1 Verande, chioschi, parcheggi. Sfruttamento e appropriazione delle aree pubbliche 108 3.2 Nonostante la citt: vita quotidiana oltre gli imperativi urbani 117 3.3 La Country oriented Chiinu: feste nazionali, ricorrenze e pratiche tradizionali in citt 128
BIBLIOGRAFIA 134 SITOGRAFIA 143 1
INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI
INTRODUZIONE: Fig. 1 - Aggiunte informali alle due estremit di un prefabbricato degli anni 70 in Georgia. 26 Fig. 2 - Piaa Unirii a Bucarest. 28
CAPITOLO 1: Fig. 1.1 - Principato di Moldova nel XV secolo. 32 Fig. 1.2 - La grande Romania, 1918-1940. 35 Fig. 1.3 - La grande manifestazione per ottenere i diritti sulla lingua. 43 Fig. 1.4 - La PMR e lentita territoriale autonoma di Gagauzia. 51
CAPITOLO 2: Fig. 2.1 Progetto di pianificazione di Chiinu del 1817. 59 Fig. 2.2 La sede della Duma cittadina (oggi sede del comune). 60 Fig. 2.3 Teatro di Opera e Balletto. 64 Fig. 2.4 Le porte della citt in Bulevardul Dacia. 65 Fig. 2.5 Gorkij, Lenin e Marx nella loro nuova collocazione a Moldexpo. 67 Fig. 2.6 Il Museo Nazionale di Storia con la lupa capitolina al suo ingresso. 69 Fig. 2.7 Manifestanti davanti alledificio di strada Prcalab 71. 73 Fig. 2.8 Il nuovo centro citt secondo il Piano Urbanistico Zonale. 76 Fig. 2.9 Uno studio di pianificazione matrimoniale nella citt vecchia. 77 Fig. 2.10 Il progetto da poco divenuto realt dellhotel Crown Plaza. 78 Fig. 2.11 Linterno del Conacul Ricanu-Derojinschi. 80 Fig. 2.12 Il circo di Chiinu. 81 Fig. 2.13 Linterno del circo cittadino. 81 Fig. 2.14 Evoluzione di strada 31 Agosto 1989 negli ultimi ventanni. 83 Fig. 2.15 Un ristorante che propone cucina tradizionale moldava. 85 Fig. 2.16 Il cartello recita Chiinu, la citt pi bella del mondo. 88 Fig. 2.17 Il secondo concerto alla Rotonda, Ottobre 2013. 91 Fig. 2.18 Costruzioni nel parco cittadino Valea Trandafirilor. 95 2
Fig. 2.19 The Coliseum Palace. 100 Fig. 2.20 Il complesso Reinassance City. 101 Fig. 2.21 La veranda di casa Gin. 105 Fig. 2.22 Il salotto di casa Gin. 105
CAPITOLO 3: Fig. 3.1 Stessa idea. Stile diverso. Tratto dal sito Pristroika Mea. 110 Fig. 3.2 Confronto dellincrocio tra Bd. Dacia e Bd. Traian (1970-2012). 111 Fig. 3.3 Un bar/karaoke in Bd. Traian. 112 Fig. 3.4 La chiesa Sfnta Treime, nel rione Ciocana. 115 Fig. 3.5 Una bottega molto ingegnosa in str. Zaikin. 117 Fig. 3.6 Un gratar al parco La Izvor. 120 Fig. 3.7 Donne con abiti tradizionali in occasione del hramul oraului. 130 Fig. 3.8 Il salto oltre il fuoco. Dal Focurelul 2011 a Chiinu. 132
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INDICE DELLE TABELLE
INTRODUZIONE: Tab. 1 Contrasto spaziale tra la citt socialista e quella post-socialista. 24
CAPITOLO 1: Tab. 1.1 Cambiamento nella struttura della popolazione della RSSM per nazionalit e luogo di residenza (%), 1959-1970 40 Tab. 1.2 Struttura della popolazione urbana nella RSSM, 1959-1970 40 Tab. 1.3 Popolazione della RSSM, 1941-1989 41 Tab. 1.4 PIL della Rep. Moldova, 1990 2012 54 Tab. 1.5 IDE in Rep. Moldova, 1994 - 2012 55
CAPITOLO 2: Tab. 2.1 Case e appartamenti costrutiti nel periodo 2000- 2011, tasso relativo al numero di 1000 abitanti. 94
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INTRODUZIONE
Centri e periferie Se facciamo riferimento alle descrizioni pi comuni utilizzate dai media nei confronti della Moldova, verremo a sapere che quella piccola porzione di terra incastonata tra Romania e Ucraina non solo lo stato pi povero dEuropa, ma che esso contiene come se non bastasse un buco nero al suo interno, la Transnistria, dal 1990 stato indipendente de facto ma non riconosciuto internazionalmente. In qualsiasi verso si volti la cartina geopolitica europea, inoltre, la Moldova si sempre trovata al crocevia di potenze esterne da occidente (la Romania e successivamente lUe), meridione (limpero Ottomano) e oriente (la Russia zarista, sovietica e democratica). Ai margini dellUnione Europea, cos come era stata lultimo bastione occidentale dellUnione Sovietica, una terra di periferia in termini non solo strategico-politici ma anche economico-produttivi, poich dal terreno fertile ma privo di risorse naturali. Cosa significa, allora, essere il centro di una periferia? Chiinu divenuta la vera capitale della regione dalla conquista zarista (inizio del XIX secolo) in poi, e conserva tra le sue strade, i suoi edifici e le sue chiese ogni periodo della sua storia, dalla dominazione ottomana a quella zarista, romena, sovietica. A pi di ventanni dalla fine del regime comunista, quali nuovi profili ha assunto la citt in relazione ai cambiamenti sopraggiunti da allora? Come si traducono nella capitale il passaggio alleconomia di mercato, alla democrazia, alla propriet privata e il ricircolo di capitali locali ed esteri? Se queste domande sono delle costanti in tutta larea ex-comunista, blocco occidentale compreso, esistono delle peculiarit relative a Chiinu che le conferiscono un appeal euristico ancora maggiore. Anzitutto, in assoluto la capitale est-europea meno studiata in ambito accademico. Una citt sistematicamente dimenticata dagli studi che si occupano di questarea geografica, e di cui possibile scoprire qualcosa solo consultando le fonti di lingua romena o russa. Il ruolo di unico vero grande centro del paese 1
1 Le altre citt pi importanti sono Bli (144.000 abitanti), nel nord della Moldova, e Tiraspol (139.000), in Transnistria.
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costituisce poi un altro fattore dinteresse, in quanto rende la capitale il principale snodo migratorio dellarea. Che Chiinu sia stata la meta di coloro che partivano dalle campagne in cerca di lavoro, o che ora sia piuttosto una tappa in un percorso migratorio pi ampio che pu coinvolgere New York, Mosca o Dubai, tale processo di urbanizzazione va considerato insieme a quello complementare di ruralizzazione della citt, un fenomeno in grado di rigenerare la dicotomia ormai di lunga data tra una comunit storicamente urbana come quella russofona ed una rurale, ma insediatasi in citt, di lingua romena 2 . Lafflusso di capitali esteri e le forme di riallocazione di quelli locali rappresentano poi unaltra forza modellatrice del tessuto urbano. La commercializzazione degli spazi e levoluzione del settore residenziale sono i due ambiti che meglio si prestano per considerare quale profilo stia assumendo la citt post-socialista e a quali significati essa faccia riferimento. Questo tipo di riconfigurazione dellassetto abitativo e di quello dei servizi, che tuttora pienamente in corso, ha raggiunto Chiinu in ritardo rispetto ad altre citt dellarea a causa dellinstabilit economica e politica protrattasi sino ai primi anni duemila: da allora la rielaborazione dellofferta di beni e servizi nella capitale percorre la scia gi indicata da molti altri centri post-socialisti 3 . Un ulteriore elemento degno di nota riguarda le strategie sul piano ideologico adottate dalla neonata Repubblica democratica di Moldova, per la prima volta nella sua storia stato indipendente a tutti gli effetti. La costruzione di unidentit nazionale forte, in grado di imporsi su istanze unioniste (con la Romania) o nostalgiche dellURSS, un obiettivo ad oggi ancora lontano dal suo raggiungimento: da questo processo scaturita una guerra dei simboli che ha significato rivoluzioni toponomastiche e vari spostamenti, distruzioni e ricostruzioni di monumenti e statue. Questo lavoro tenta quindi di offrire un esempio di ristrutturazione post-socialista in un contesto ancora poco approfondito come quello della capitale moldava. Pertanto, ho orientato la mia ricerca verso un approccio che, tra le numerose specializzazioni formatesi dallanalisi qualitativa di carattere antropologico in
2 Il moldavo non una vera e propria lingua, ma semmai una variante dialettale (ed anche piuttosto prossima) del romeno. 3 Cfr. Hamilton/ Carter in Hamilton et al. 2005, p. 133.
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ambiente urbano 4 , potrebbe avvicinarsi ad un antropologia della citt, e che dunque si riservi di adottare grandezze di scala diverse fra loro 5 . Il lavoro di Sonia Hirt sulle trasformazioni urbane occorse a Sofia dopo il 1991 accosta sapientemente il processo di frammentazione dello spazio che si esprime per mezzo delle recenti scelte abitative quali ville, residence, gated communities etc. ad un quadro culturale di sfiducia generalizzata nei confronti della dimensione pubblica, generatosi dallavvicendamento fallimentare di comunismo e capitalismo. Lutilizzo di una lente analitica che conferisca il giusto peso alla nozione di spazio in quanto unit polifunzionale nel contesto urbano (pensiamo alle sue associazioni con le coppie pubblico-privato, centrale-periferico, pedonale- carrabile) viene incoraggiato anche da Setha Low, che ne considera le potenzialit in relazione alla problematicit rappresentata dallopposizione rurale-urbano:
Contemporary anthropological studies of the city focus predominantly on the center, producing ethnographies of culturally significant places such as markets, housing projects, gardens plazas, convention centers, waterfront developments, and homeless shelters that articulate macro- and micro- urban processes (Low 1999). These studies illuminate both the material and metaphorical power of spatial analysis for theorizing the city. One problem, however, is the perpetuation of an uneasy relationship between suburban and urban studies. The historical division between rural and urban exacerbates this tendency by sorting researchers into separate disciplinary and methodological camps. The shift to a spatial analysis of the city requires reconsidering this separation in that contradictions and conflicts at the center are often drawn more vividly at the edge 6 .
4 Per una sintesi degli studi antropologia urbana e, nella fattispecie, in area post-sovietica cfr. Humphrey et al. 2007, pp.10-13. Per la letteratura relativa alle trasformazioni urbane in area post- socialista vedasi Buttino 2012, p. 8. 5 Per far chiarezza sulle diverse denominazioni utilizzate utile ricorrere a Sobrero: Lapproccio che si richiama alla network analysis preferir la dizione antropologia urbana, marcando la possibilit e la specificit della propria analisi, e contestando lequazione complessit-modernit. Lapproccio che ruota intorno al paradigma post-moderno preferisce la dizione antropologia delle societ complesse, sottolineando la necessit di estendere la propria analisi al di la del fatto urbano come tale. Lantropologia del ghetto tender a parlare di antropologia applicata alle societ complesse, di antropologia della citt, sottolineando come anche in ambiente urbano sia possibile ritrovare unit di analisi analoghe a quelle che lantropologia si era ritagliata nelle societ tradizionali. Sobrero 1992, pp. 219-220. 6 Low 2001, p. 45.
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Cogliere usi, appropriazioni e concezioni diverse dello spazio permette cos di mettere in luce quanto queste forme di rinegoziazione possano far sfumare il confine tra urbano e rurale, mostrandone tutti i limiti concettuali. Al fine di poter comprendere entro quali influenze si sviluppi la Chiinu dei giorni nostri ho dedicato il primo capitolo di questo lavoro ad una contestualizzazione degli avvenimenti storici occorsi sul piano nazionale. Sarebbe superficiale e fuorviante, ad esempio, occuparsi della corrente frattura linguistico- nazionale presente in citt senza considerare linfluenza di lungo corso che la Russia ha esercitato sullarea, instaurando un rapporto asimmetrico che continua a perdurare sebbene si sia riformulato nel corso degli anni con mezzi e modalit diverse. Inoltre, come ricorda Clifford in relazione al processo di decolonizzazione nel pacifico occidentale, una prospettiva storica in grado di risalire al periodo precoloniale rappresenterebbe un valore aggiunto nellinterpretazione delle vicende postcoloniali: per questo motivo importante riservare uno spazio all indigenous longue dure, the precolonial space and time that tends to be lost in postcolonial projections 7 . Queste osservazioni risultano utili anche a chi, come noi, si trova ad agire in area post-sovietica: se dei possibili parallelismi tra questa categoria e quella post- coloniale tratteremo tra poche pagine, importante ricordare sin da subito che proprio nel grande eroe della Moldova del XV secolo, tefan cel Mare, la neonata Repubblica ha trovato il suo eroe nazionale. Dopo il suo regno, dominazioni turche, zariste, romene e sovietiche hanno relegato questa terra in una condizione di subordinazione, e cos la necessit di ricostruire lidentit storica da parte del recente stato moldavo ha condotto ad una simbologia legata ad un lontano passato di gloriosa indipendenza. Questo processo di ridefinizione del profilo nazionale si rivelato incerto sia per ragioni di lungo corso (una storia da eterni dominati e sotto ben tre potenze diverse nellultimo secolo), sia per lincapacit della classe politica post-sovietica di conferire una direzione unitaria al paese. Lo stesso Clifford Geertz, in una riflessione sulla difficile applicazione del concetto tradizionale di stato a quelle
7 Clifford 2001, p. 482.
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che definisce piuttosto come conglomerati ingarbugliati, si dice scettico nei confronti del percorso di affermazione della Moldova da stato indipendente:
The state, particularly the post-colonial state [] has recently, of course, been the subject of a great deal of rather uncertain discussion as the enormous variety of its forms and expressions, the multiplicity of the regimes it houses, and the politics it suppose have become apparent. There is talk of failed states, rogue states, super-states, quasi-states, contest states, and micro- states, of tribes with flags, imagined communities, and regimes of unreality. China is a civilization trying to be a state, Saudi Arabia is a family business disguised as a state, Israel is a faith inscribed in a stateand who knows what Moldova is? 8
Il secondo capitolo ci porta tra le strade della capitale, in primo luogo in quelle di un centro citt che anzich seguire un percorso di branding e di promozione delle sue attrattive storiche ed architettoniche come invece avvenuto per altre citt ex comuniste si evolve unicamente in termini commerciali: ventanni di stratificazione post-socialista hanno stravolto il panorama architettonico del centro pi di quanto non abbiano fatto cinquantanni di Unione Sovietica. Alle origini di questo fenomeno opera il capovolgimento politico-economico rappresentato dal nuovo paradigma capitalista, che ha significato un passaggio da uno stato ultra- presente ed estremamente centralizzato ad uno troppo debole ed assente, sovrastato dalla corruzione, dagli interessi privati e da un programma di privatizzazioni a dir poco discutibile. Iosif Brodskij diceva in Fuga da Bisanzio che non si pu coprire una casa distrutta con una pagina della Pravda 9 . Oggi potremmo aggiungere che non possibile farlo nemmeno con una bandiera dellUnione Europea. Scostando lo sguardo dal centro della capitale per rivolgerlo ai recenti sviluppi del settore residenziale, ci imbattiamo in uno spazio urbano frammentato dal moltiplicarsi di residence, ville e comunit ghetto. Come vedremo pi avanti, alla luce di queste scelte abitative il concetto di una citt orientata da (in termini di capitali) e verso (in termini di retoriche pubblicitarie) occidente trova sempre pi conferme.
8 Geertz 2004, p. 579. 9 Brodskij 1987, p. 37.
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Nella fattispecie, i due casi di gated communities che abbiamo isolato sono utili alla nostra riflessione sulla citt post-socialista in diverse direzioni. Oltre ad evocare un certo esotismo occidentalista 10 , queste soluzioni abitative permettono di soffermarci sulla deriva privatista 11 in corso in tutta larea ex- comunista, configurando una relazione particolare con lesterno (dal quale separarsi con mura e sicurezza), con le aree verdi (tra le quali vivere il pi vicino possibile) e con il centro citt (dal quale fuggire a causa del caos). Il percorso di rielaborazione della storia a Chiinu ha assunto una piega pi complicata, poich linfluenza russa di lungo periodo indebolisce lequazione moldavo = romeno = latino = europeo. Se esiste una fase di ridefinizione indubitabilmente orientata verso occidente, questa costituita piuttosto dalla commercializzazione degli spazi, dalle nuove soluzioni abitative e dalle retoriche pubblicitarie cui ricorrono. A queste specifiche forme di ristrutturazione del panorama urbano ho associato alcuni esempi provenienti dalla societ civile analizzando il caso della Rotonda, una piazzetta immersa nel verde del parco cittadino Valea Morilor, ristabilita dopo pi di ventanni di incuria e con un glorioso passato ancora vivo nei ricordi di tanti chiinuieni. Se fino a questo momento mi sono servito di interviste a testimoni privilegiati e ai documenti reperiti sul luogo, oltre che allesplorazione quotidiana della citt, la ricerca ha assunto un profilo decisamente pi partecipativo quando si trattato di seguire il lavoro delle associazioni del terzo settore e dei loro volontari, condividendone le fatiche e le successive soddisfazioni nel dare vita ai loro progetti di riconversione di alcune aree pubbliche del centro. La Chiinu post-socialista mescola privato e pubblico ad ogni grandezza di scala: tra i condomini socialisti, nei confronti degli edifici storici, o in relazione a quelle aree verdi minacciate dalla cementificazione. Nel terzo capitolo si evidenziano forme di appropriazione e di utilizzo degli spazi urbani (come cortili, marciapiedi, parchi e giardini) che ridefiniscono il confine tra urbano e rurale. Da semplici momenti conviviali a veri e propri rituali tradizionali, la celebrazione in citt di pratiche solitamente ambientate in un ambiente rurale o extraurbano ci impone
10 Devo questa espressione al prof. Buttino. 11 Cfr. Hirt 2012.
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una riflessione su tale processo di riformulazione del concetto di citt e di spazio pubblico. Per cogliere anche questi aspetti pi informali e diffusi di trasformazione post-socialista, stato necessario frequentare i parchi nelle belle giornate e nei week end, lasciarsi condurre dalla musica popolare che talvolta si udiva nei cortili dei condomini e macinare chilometri a piedi, nei minibus e filobus in giro per la citt. Dal momento che la citt per definizione il luogo dalle mille possibilit, dove possibile trovare qualcosa mentre se ne stava cercando unaltra 12 , tutto sommato prevedibile fare un incontro o una scoperta imprevedibile: imbattersi cio in una possibile epifania. Assistere ad un grtar 13 in pieno centro citt mentre si cerca la via di casa, come accaduto a me, pu esserne un esempio, poich tale evento suggerisce allosservatore una serie di domande e considerazioni che non si era posto in quanto alla ricerca di altro. Definibile come una manifestazione improvvisa in grado di suggerire aspetti che altrimenti passerebbero inosservati, lepifania per definizione inaspettata, e pertanto non possibile andare a caccia di epifanie. In questo senso, ci si serve delle epifanie per cogliere significati e caratteristiche di una citt e dei suoi abitanti, ed annoverandole tra i propri strumenti di ricerca solo nella maniera in cui si gode delle sue propriet senza farvi espressamente ricorso. Per vivere in un ambiente nuovo quello della metropoli ottocentesca era necessario che luomo si facesse animale urbano. Cos la sociologia per prima si interessata alla vita nelle grandi citt, e fra gli altri (tralasciando le prime istanze positiviste e naturaliste) Simmel ha delineato il profilo di questo nuovo uomo consacrato alla vita urbana e sottoposto ad un sovraccarico di stimoli, eccitazioni, opportunit e conoscenze che scaturiscono da essa: luomo blas (indifferente, distaccato). Caratterizzato da una forma di adattamento dai tratti patologici 14
che si manifesta in un misto tra un ottundimento della facolt di distinguere 15 e
12 Ossia quella Serendipity concepita in sociologia da Merton e riapplicata con successo da Hannerz (1992) al contesto urbano. 13 Si tratta del momento conviviale per eccellenza della societ moldava (diffuso con nome di shashlik tra le popolazioni slave). costituito da un pranzo (o cena) allaperto a base di carne alla griglia e viene da sempre celebrato in campagna, in boschi, parchi, o nel giardino della propria casa. Per una approfondimento adeguato rimandiamo al 3.2. 14 Bagnasco, Introduzione alledizione italiana, in Hannerz 1992, p. 39. 15 Ibid.
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un atteggiamento insensibile alle differenze tra le cose 16 , questa nuova tendenza allindividualismo e allimpersonalit viene spiegata da Simmel come conseguenza diretta non solo dellesperienza metropolitana in s, ma anche di elementi ad essa connessi, quali la sempre crescente differenziazione lavorativa e leconomia monetaria. Allinterno degli studi qualitativi che contemplano la citt sia come oggetto che come scenario della propria attivit euristica, la tradizione di ricerca inaugurata da Benjamin prima e da Debord poi ci ha insegnato ad esplorare la citt a passo adagio 17 . Proprio Walter Benjamin recupera da Baudelaire la figura del flaneur, un personaggio che ricorda, per il comune vivere da spettatore passivo, luomo blas di cui parlava Simmel, ma che se ne distanzia nella sua licenza di consumatore (esclusivamente a piedi) del paesaggio urbano:
La citt un invito allo sguardo (e al consumo) e il primo aspetto del carattere del flaneur , appunto, il suo amore per lo sguardo: Paesaggio, ecco cosa diventa la vita per il flaneur [] Paesaggio fatto di pura vita. [] Il flaneur un animale urbano e non potrebbe vivere senza le immagini e i rumori della citt. 18
Passeggiare per la citt diviene cos un modo per esperirla e comprenderla, nelle forme che assume, nelle trasformazioni che la interessano e nella relazione che i suoi abitanti intessono con essa. quindi dal flaneur benjaminiano che Debord trae ispirazione per la sua indagine situazionista della citt. Il pensiero debordiano prevede un preciso approccio nei confronti dell urbs, esplicato dalla teoria della deriva:
16 Choay 1973, p.422. 17 La complessit delle citt contemporanee e limportanza che in esse rivestono i mezzi di trasporto pubblico e privato stata nondimeno oggetto di attenzione nelle scienze sociali. Lanalisi sui Nonluoghi di Aug ne forse lesempio pi conosciuto. Ma la ricerca in contesto urbano implica spostamenti e viaggi di breve o media durata, talvolta in unarea che copre decine di km: per questo motivo gli scrittori Nori e Benati invitano a montare alla cieca sul primo tram che vimbattete [sic] lungo la strada e di andar con lui sino al suo capolinea. E questo a maggior ragione in una citt come San Pietroburgo che praticamente sconfinata e i vecchi tram colore amaranto vanno pian piano cigolando sulle rotaie lasciandovi il tempo di guardare attorno il panorama. Benati, Nori 2008, p. 66. 18 Benjamin 1978, cit. in Sobrero 1992, p. 147.
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Per fare una deriva, andate in giro a piedi senza meta od orario. Scegliete man mano il percorso non in base a ci che sapete, ma in base a ci che vedete intorno. Dovete essere straniati e guardare ogni cosa come se fosse la prima volta. Un modo per agevolarlo camminare con passo cadenzato e sguardo leggermente inclinato verso lalto, in modo da portare al centro del campo visivo larchitettura e lasciare il piano stradale al margine inferiore della vista. Dovete percepire lo spazio come un insieme unitario e lasciarvi attrarre dai particolari. 19
La deriva, quindi, non va intesa solo dal punto di vista romantico di perdersi nello spazio, ma soprattutto un processo di raccolta di informazioni e sensazioni che ci aiutano ad intendere lo spazio in cui ci siamo persi. Un paio di decenni prima di Debord, anche il formalista russo Viktor klovskij aveva riflettuto sulla necessit di sviluppare un dato concetto senza inficiarlo con limmagine che si associa alla denominazione dello stesso. klovskij ha quindi definito una tecnica dello straniamento, poich per mezzo di essa si torna a vedere il dato oggetto come se lo si vedesse per la prima volta, estraendolo dal suo contesto abituale 20 . Per scartare questi concetti dal loro imballaggio 21 , cio dalle immagini che ognuno di noi elabora pensando ad essi, dobbiamo necessariamente sviscerarli narrandone gli sviluppi, i protagonisti e le loro azioni. Questo in fondo anche uno dei procedimenti pi consueti in etnografia per rendere con ladeguata complessit ci che si vede sul campo (come ad esempio un rituale, cosa che, in un certo senso, anche il grtar), evitando appunto che il lettore, o letnografo stesso, lo interpretino utilizzando esclusivamente i loro stessi parametri categoriali. Ecco che gli insegnamenti di Benjamin e Debord sul metodo di ricerca in citt e quelli di klovskij, preziosi in fase di resa dei dati raccolti, tornano particolarmente utili quando ci si imbatte in tre uomini che preparano della carne alla griglia sul marciapiede di una strada del centro. Perch hanno scelto quel luogo cos anomalo? Quale relazione esiste allora tra gli abitanti e lo spazio
19 Lippolis 1994. Cfr. http://taccuinodibordo.wordpress.com/2012/05/10/47/. Corsivo mio. 20 Il procedimento dello straniamento in Tolstoj consiste nel fatto che non chiama loggetto col suo nome, ma lo descrive come se lo vedesse per la prima volta, e lavvenimento come se accadesse per la prima volta; per cui adopera nella descrizione delloggetto non le denominazioni abituali delle sue parti, bens quelle delle parti corrispondenti in altri oggetti. Porto un esempio. Nellarticolo Vergogna, L. N. Tolstoj strania il concetto di fustigazione in questo modo: ...denudare, gettare al suolo e battere con le verghe sulla schiena chi ha infranto le leggi; e alcune righe dopo: scudisciare sulle natiche denudate klovskij 1917, p. 8. 21 Ibid., p. 5.
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urbano? E come tradurre il grtar al lettore se non descrivendo direttamente ci che sta avvenendo, evitando lutilizzo di termini simili (come grigliata, ad esempio) che rischierebbero di generare incomprensioni? Infine, fare ricerca in contesto urbano ha significato anche poter ricevere delle interviste, e non soltanto farle: capitato che mi fermassi nel centralissimo parco tefan cel Mare per risistemare gli appunti, le interviste, i documenti, o pi semplicemente per riflettere sulla giornata o prendere un caff con amici o interlocutori. Per ben tre volte sono stato io a rispondere a delle domande davanti ad un registratore; talvolta ad intervistare la gente per il parco erano predicatori americani di fede neoevangelica in missione in Moldova, altre un giornalista locale di lingua romena interessato a capire perch sia perfettamente accettato che nella capitale moldava si parli pi russo che romeno. La mia impressione, da straniero neofita a Chiinu, che molti russi siano cos orgogliosi della loro lingua da non imparare il romeno se non nelle sue espressioni pi basilari, e che i moldavi siano piuttosto tanto attenti alla loro madrelingua quanto lo sono al loro bilinguismo. In ultima analisi, lesempio rappresentato da Chiinu conferisce ulteriore fondamento alla tradizione di pensiero che, allinterno dei post-socialist studies, ha fortemente criticato il paradigma della transizione in quanto tentativo fallace e semplicistico di cogliere la corrente ristrutturazione post-socialista: tentare di restituire il pi possibile la complessit dei luoghi e delle persone che li vivono quotidianamente lunica strada percorribile per uscire da questa empasse analitica e interpretativa. Per questo motivo, prima di cominciare con il primo capitolo, necessario approfondire li dibattito interno ai post-socialist studies e il contributo apportato dagli studi condotti sulle citt in Europa orientale e in Asia centrale dopo la caduta del comunismo.
Dal concetto di transizione a quello di ristrutturazione opinione comune che il principale motivo del fallimento definitivo del progetto comunista sia consistito nellincapacit di far convivere il sistema ideologico con
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laccesso da parte della popolazione allinformazione globale. Lultima grande meta-narrazione moderna perde cos il suo uditorio: la retorica dellhomo sovieticus aveva gi iniziato a sgretolarsi nel corso degli anni ottanta, ed ora cedeva il passo allirreducibile complessit del mondo esterno. Il crollo dellUnione Sovietica ha cos significato una trasformazione radicale delle vite di chi ha abitato i paesi socialisti e le repubbliche sovietiche in quegli anni, e non gi una banale inversione delle misure legislative, amministrative e pi in generale macropolitiche, come era opinione comune tra molti esperti dellepoca. Prima delle effettive manovre economico-politiche orientate verso leconomia di mercato e il sistema democratico, il vero avvicendamento tra il paradigma comunista e quello capitalista avvenuto nelle teste degli esponenti della nomenclatura sovietica: nel momento in cui questi hanno seguito le analisi degli economisti americani senza interpretare la condizione finanziaria dellURSS secondo i loro tradizionali parametri ideologici, allora si avviata la cosiddetta transizione dei paesi socialisti. Quando a crollare un quadro valoriale ben definito, con una concezione della storia, della societ, della persona, del lavoro precisa e condivisa; con delle abitudini modellate su determinati tempi e regole della vita quotidiana (la fila per alcuni prodotti alimentari, la vita nella kommunalka 22 ), e con un rapporto peculiare con la spiritualit, con il guadagno, con il sesso; si profilano vasti scenari di confronto, di dialogo e di indagine delluniverso (ormai post) comunista che a pi di ventanni di distanza non hanno ancora esaurito il loro interesse euristico. Kristen Ghodsee, che ha vissuto per alcuni mesi nella Germania riunificata e in Bulgaria proprio nel 1990, senza la cortina di ferro a dividerle dal resto dEuropa, racconta con queste parole il clima di incertezza di quegli anni:
Those of us living in the West heard very little about this during the 1990s. The news focused on high-level perspectives about the success of democracy and the triumphs of free
22 Sono gli appartamenti plurifamiliari creati dai bolscevichi ricavati espropriando le case dei borghesi per garantire una soluzione a basso costo alla questione abitativa nei centri urbani. Generalmente ad essere in comune erano la cucina ed i bagni, mentre ogni camera era a uso esclusivo di una singola famiglia.
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markets in the region. Once more the lives of ordinary people were left out of the story. [] People who had worked hard and built successful careers under the old system were cheated out of their well-deserved retirement. Men and women in the middle of their lives had to drastically change course just to stay afloat; they had to learn new skills, new languages, and an entirely new way of thinking. A whole generation of young people lost the futures for which they had been preparing themselves. Entire academic disciplines disappeared overnight; what do you do with a PhD in Marxist economics or dialectical materialism in a capitalist society? In short, daily life had been turned on its head. No one knew what the rules were anymore. And those most willing to test the boundaries were the ones who found themselves on top. 23
Anche Oushakine ha contribuito a descrivere il significato del crollo dellURSS per le persone che lo hanno vissuto, e la condizione di sospensione che ne derivata quando coloro che avevano vissuto tutta la loro vita come cittadini dellUnione Sovietica si sono ritrovati a giocare un gioco con regole completamente diverse:
Apart from this institutional dimension, for many ex-Soviets the collapse of the USSR had a more personal meaning, too. For several generations, the Soviet past and personal biographies had become indistinguishable, and the disappearance of the Soviet country often implied the obliteration of individual and collective achievements, shared norms of interaction, established bonds of belonging, or familiar daily routines. The abandoning of old institutions and the erasing of the most obvious traces of Communist ideology did not automatically produced an alternative unifying cultural, political, or social framework. As a result, the rope of loss turned out to be the most effective symbolic device, one capable of translating peoples Soviet experience into the post-Soviet context. 24
Certamente quel che per alcuni si rivelata una perdita, per molti altri (tra i paesi del blocco socialista, ad esempio, e in molti altri paesi che hanno subito limperialismo russo in et zarista o sovietica) ha significato una liberazione, nella speranza di poter raggiungere gli standard di vita occidentali. Ancora Ghodsee ricorda come il concetto di transizione, coniato da economisti e politologi, avesse cominciato a monopolizzare la questione post-socialista sin dal principio:
23 Ghodsee 2011, p. 13. 24 Oushakine 2009, pp. 1-2.
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In the decades since 1989 much scholarly ink has been spilt on the Changes, what Western academics preferred to call the economic transition or the economic transformation. A whole new discipline of so called transitology was created to allow economists, political scientists, anthropologists, sociologists, modern historians, and interested policymakers to study the processes through which the former centrally planned economies became free market ones and through which dictatorships became democracies. 25
Secondo Verdery, nellesaminare il processo di cambiamento post-comunista possiamo dividere il filone transizionalista secondo due linee di frattura: la prima oppone gli economisti, concentrati sullimminente somministrazione del modello capitalista, a storici e politologi, che evidenziano il ruolo del passato e leredit lasciata dal precedente paradigma comunista; la seconda oppone invece una concezione della transizione come rivoluzione e rottura totale con il passato (teoria totalitaria) ad una lettura che prediliga la continuit allinterno del cambiamento, introducendo la nuova economia di mercato allinterno di una cornice istituzionale che garantisse una trasformazione lenta ma senza iniquit o zone grigie (definita della teoria istituzionale). A far parte della gruppo della teoria totalitaria sono in prima istanza gli storici e i politologi legati alla tradizione inaugurata da Hannah Arendt e gli economisti neoliberisti (tra gli altri Maxim Boycko, Robert Vishny) sostenitori della shock therapy, ossia il pacchetto di misure economico-finanziarie (come la liberalizzazione dei prezzi e la privatizzazione dei beni statali) da attuare nella maniera pi rapida possibile per garantire una transizione efficace.
Ci che quindi veniva escluso categoricamente dalla scuola di pensiero di ispirazione neoclassica era la possibilit che tali provvedimenti potessero generare effetti perversi, mostrandosi quindi inopportuni (come poi accaduto nei fatti) se adottati in un contesto cos complesso e senza un minimo intervento regolatore dello stato. Allestremo opposto vi sono quei casi di transizione economica ostacolata dagli interessi della nomenclatura, a class of oligarchs embedded in global
25 Ibid.
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capitalism 26 , che genera cos una cronica insufficienza di capitali esteri nel paese a causa di una processo di privatizzazione forzatamente rallentato ed iniquo (come avvenuto in Moldova dal 1994, cfr. 1.4). La seconda corrente invece, composta da economisti come Janos Kornai e Joseph Stiglitz, si mostrata fortemente critica nei confronti del laissez-faire e delle tempistiche ultraristrette propugnate dai neoliberisti: citando lesempio della Cina, gli istituzionalisti hanno mostrato limportanza che rivestono la stabilit politica e la privatizzazione regolata dagli organi di governo per evitare acquisizioni indebite del patrimonio statale, terremoti allinterno del settore industriale ed agroalimentare e la crescita delleconomia sommersa dinanzi ad una ricostruzione dalle fondamenta dellapparato statale. 27
La transizione verso il paradigma democratico non si rivelata meno problematica: anche qui non sono state tanto considerate le possibili criticit dellapplicazione del quadro politico-istituzionale occidentale al contesto locale quanto leffettiva democraticit dei processi di riforma avviati dagli stati post- socialisti e, pi in generale, post-coloniali 28 . Proprio lo scetticismo verso i proclami di quei politologi che si ostinano a vedere una transizione democratica l dove vi sono soltanto timide riforme e/o elezioni relativamente libere ha portato Carothers ad ammettere che la realt non pi conforme al modello [cio quello transizionale] 29 e che ormai una nuova lente danalisi necessaria per comprendere i mutamenti in corso. In ogni caso, il modello teleologico transizionalista riserva ai paesi ex socialisti la possibilit di seguire una e una sola strada, quella che lOccidente ha gi percorso e nella quale pretende che anche i paesi ex-comunisti convergano, proponendo cos una visione della transizione come evoluzione piuttosto che come cambiamento 30 . Nel tentativo di oltrepassare la logica evoluzionista intrinseca al concetto di transizione le scienze sociali hanno operato anche sul piano terminologico: sono
26 Burawoy/ Verdery 1999, p. 304. 27 Ibid., pp. 4-6. 28 Carothers 2002. 29 Ibid., p. 6. 30 Burawoy/ Verdery 1999, p. 15.
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sorte cos nuove espressioni pi neutre, che rimandano ad una ricostruzione quasi materiale, come trasformazioni, ristrutturazioni e rotture e riparazioni 31 . La necessit stessa di riflettere sullutilizzo del termine post-socialismo (Burawoy/Verdery 1999, Hann 2002, Buckler 2009) richiama uninterazione complessa tra il recente passato comunista e il presente capitalista, poich se probabilmente ancora troppo presto (ormai una generazione intera) per mettere da parte questo termine, quantomeno si rende necessario considerarlo in relazione ad altri studi sul cambiamento. In questo senso il suggerimento di Verdery consiste nel relazionarsi alle problematiche post-socialiste attraverso il confronto con concetti e temi del post-colonialismo, del post-modernismo, e dei post-Cold war studies 32 : proprio questultimo riferimento alle forme in cui la guerra fredda di fatto proseguita dopo il 1991 ci rimanda alla questione Transnistriana, che affronteremo nel prossimo capitolo. Le dinamiche di potere che ne risultano agiscono sul piano internazionale e implicano ad oggi un coinvolgimento di paesi terzi e organismi sovranazionali (nellesempio della Transnistria Usa, Russia ed Onu) che richiede di ripensare alle vicende in area post-socialista (e soprattutto post-sovietica) con una rinnovata consapevolezza di tali equilibri geopolitici. Per quanto riguarda il parallelismo con il post-colonialismo, alcuni autori (Chioni Moore 2001, Chari e Verdery 2009) hanno cercato di evidenziarne il potenziale euristico, ancora poco approfondito:
Postsocialism too came to signify a critical standpoint, in several senses: critical of the socialist past and of possible socialist futures; critical of the present as neoliberal verities about transition, markets, and democracy were being imposed upon former socialist spaces; and critical of the possibilities for knowledge as shaped by Cold War institutions. [] Here, postsocialist studies began to converge somewhat with the agenda of postcolonial studies. Just as postcoloniality had become a critical perspective on the colonial present, postsocialism could become a similarly critical standpoint on the continuing social and spatial effects of Cold War power and knowledge. 33
31 Sacchetto 2003, p. 109. 32 Verdery in Hann 2002, p. 15. 33 Chari/ Verdery 2009, p. 11.
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Limperialismo zarista allargato i confini della Russia sino al XIX secolo, dopodich quel modello economico - politico stato spazzato via dai bolscevichi, intenzionati a sostituire il vecchio sistema col nuovo comunismo internazionalista e con la creazione di una identit sovranazionale e cosmopolita incarnata dalla comunit sovietica, ma di fatto non meno imperialisti (nella fattispecie Stalin pi di tutti gli altri) e capaci di allargare la propria sfera dinfluenza sino allEuropa centrale grazie alla vittoria della seconda guerra mondiale. In questo senso, una catena di post-imperialismi di lunga durata pare essersi consolidata nellarea, e il post-socialismo sarebbe solo lultimo di questa serie. Anche il nesso che collega la realt post-socialista con la dimensione post- moderna stato poco esaminato, se non in ambito urbano ed in seguito ad analisi condotte in area euro-americana, che prevedevano unevoluzione della citt post- comunista sulla scia di quella occidentale gi avviatasi sul sentiero della post- modernit. Recentemente Hirt ha invece messo in luce limportanza di questa relazione rifacendosi al perfetto esempio di modernit che il comunismo ha rappresentato 34 : proprio partendo dai recenti casi di negazione simbolica del passato comunista, di frammentazione dello spazio pubblico, di suburbanizzazione, di massiccio controllo della propriet privata e di pluralismo architetturale possibile, secondo lautrice, comprendere il carattere genuinamente post-moderno della citt post-socialista. Torneremo su questo argomento nel corso dei capitoli 2 e 3. La proliferazione di etichette per definire larea dei paesi ex-comunisti stata talvolta motivo di confusione, in quanto alterna post-socialismo e post- comunismo, due termini che rimandano a significati originari diversi 35 ma divenuti ormai intercambiabili 36 (e che anche in questo scritto vengono utilizzati con lo stesso significato per ragioni di comodit e comprensione).
34 Bauman 1991, cit. in Hirt 2012, p. 60. 35 Il termine socialista stava ad indicare che la dittatura del proletariato era gi in atto e che leconomia intera era statizzata, il termine comunista caratterizzava un partito che era saldamente al potere, pienamente rappresentativo della societ che governava e sulla via di procedere verso la meta di ogni rivoluzionario coerente: il Comunismo. Guida 2005, pp. 254-55. 36 Katherine Verdery giustifica cos il suo utilizzo prevalente dellespressione post-socialism: I prefer this term to postcommunism, though the latter is perhaps more commonly employed, both externally and internally. Most of the states concerned claimed to be socialist rather than communist, and the latter is coloured in many places by its frequent use as a term of political abuse., Verdery in Hann 2002, p. 21.
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Trattando di questarea cos vasta, che parte da Praga e giunge allisola di Sachalin 37 ,linterazione di categorie quali post-socialismo, post-colonialismo, post-guerra fredda, post-modernismo e post-imperialismo definisce nuovi orizzonti di ricerca e di riflessione. Il minimo comune denominatore di tutte queste categorie in ogni caso la gestione di un dopo, un post, che implica una connessione ancora significativa con il precedente paradigma e allo stesso tempo soggetto alle forze che il nuovo modello economico, ideologico e sociale esercita sul piano locale e globale. Sarebbe per azzardato affermare che lesperienza post-socialista abbia comportato le stesse trasformazioni ovunque, poich ogni paese ha sperimentato un proprio processo storico prima e durante il comunismo: anche per questo motivo in ambito accademico si ricorre ad una specificazione geografica (post- socialismo in eurasia, asia centrale, europa orientale) o politica (tra paesi ex- socialisti e paesi ex-sovietici). Oltre alla messa in guardia da una eccessiva omogeneizzazione, un altro rischio che si corre utilizzando letichetta post-socialista consiste nel conferire una sorta di immobilismo alle persone e ai paesi che ne hanno fatto parte. Un pericolo essenzialista si cela tra le argomentazioni di chi esalta il peso dellideologia di partito sul comportamento degli individui, facendone cos derivare unincompatibilit irrimediabile con idee, valori e concetti giunti dopo la fine dellesperimento comunista. Del resto, ragionando in una prospettiva di lunga durata, quello del passaggio al capitalismo era in realt un ritorno, un rimpatrio 38 di un modello temporaneamente espulso e sostituito da un altro. Mathijs Pelkmans, nel suo lavoro sulla Georgia post-socialista, mette in luce lo scarso peso assegnato alle influenze e alle retoriche che sono arrivate (o ritornate, direbbero gli scettici della globalizzazione) da occidente, e che sono ormai parte integrante della vita dell homo post-sovieticus:
The second theory [cio la critica delle scienze sociali al transizionalismo] still falls short, because it pays insufficient attention to the reality of transition discourse. Though it rightly argues that the transition paradigm as a teleological contstruct fails to explain the difference in expected and
37 Si tratta di unisola a nord del Giappone, la terra pi ad Oriente mai colonizzata dai russi. 38 Oushakine 2009, p. 14.
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actual outcomes of post-socialist change, it pays insufficient attention to the fact that the ideology of transition has nevertheless been woven into the language, ideals, and actions of the inhabitants of former Soviet Republics, and thus has affected the way they think about, act on and understand economic and political situations. 39
Sconfessare la logica della transizione sul piano accademico ha talvolta significato non riconoscere limpatto delle sue retoriche sul piano locale. Dai mass media agli investitori e capitalisti, senza dimenticare le organizzazioni del terzo settore e le catene migratorie che si sono formate di l a poco, una nuova produzione ideologica ha segnato linizio dellesperienza post-sovietica, prima ancora della shock therapy o dei provvedimenti macropolitici. Wim van Meurs pochi anni dopo il crollo Sovietico affermava che la storiografia comunista moldava sar anche morta, ma il punto di vista comunista sulla storia moldava far parte di questo campo discorsivo per sempre 40 . A ventanni di distanza ci si chiede per quanto tempo ancora tale punto di vista avr un ruolo attivo allinterno dei paesi che fecero parte del blocco socialista, delle ex repubbliche sovietiche e della Moldova stessa, ma soprattutto in quale misura nuovi punti di vista siano sorti parallelamente ad esso. Pertanto, se innegabile che gli ideali socialisti abbiano plasmato le vite delle milioni di persone che hanno vissuto in quel mondo 41 , chi opera in contesto post- socialista ha il compito di considerare in tutta la sua complessit (e quindi oltre il nesso speranza-scetticismo, senza dubbio quello pi analizzato) le conseguenze che retoriche e pratiche occidentali hanno comportato in citt cos come in campagna nellimmaginario collettivo delle persone. Ne sono scaturiti rifiuti, fascinazioni, resistenze, tentativi di emulazione, di adattamento e di differenziazione che meritano di essere esplorati nella ricchezza del loro nesso bidirezionale:
The challenge will be two-fold: first, how to understand and interpret such situations without prejudging them from a Euro-American set of values, and here it seems to me that collaboration
39 Pelkmans 2003, p. 121. 40 Van Meurs 1994, p. 204. 41 Hann 2002, p. 11.
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between regional and outsider anthropologists must be essential. Second [] the vision of western societies from Eurasian perspectives will inform our own self understanding. 42
Dopo un approfondimento generale sulla citt socialista e post-socialista che affronteremo nel prossimo paragrafo entreremo finalmente tra le strade della capitale moldava per considerare come la stratificazione urbanistica, architetturale, toponomastica e ideologica della citt rifletta una serie di ristrutturazioni significative senza le quali sarebbe impossibile comprendere la Chiinu degli anni duemila.
Verso unanalisi della citt post-socialista Una volta considerati i temi e le direzioni di sviluppo della questione post- socialista in termini pi generali, il momento di circoscrivere il campo relativamente al contesto urbano. Dire che Chiinu la capitale della Moldova significa anche dire che una citt post-sovietica: per introdurci allanalisi del panorama urbano post-socialista dobbiamo per chiederci in che maniera avvenuta la gestione del recente passato comunista in contesto europeo ed eurasiatico e, allo stesso tempo, secondo quali forme (architettoniche, urbanistiche, abitative, commerciali, simboliche) si tradotto il passaggio al capitalismo e allo stato-nazione. Prima secondo i canoni del realismo socialista, poi per mezzo dellindustrializzazione, dei flussi migratori dalle campagne e della conseguente pianificazione delle citt secondo i nuovi quartieri residenziali, il comunismo ha trasformato in maniera massiccia larchitettura e lurbanistica delle citt, sebbene quei centri che gi avevano una storia di urbanizzazione significativa alle spalle abbiano sperimentato una metamorfosi diversa da quelli che si erano sviluppati prevalentemente durante il periodo Sovietico (per esempio, in area asiatica):
The problem of housing shortages was particularly exacerbated in the new cities of Central Asia and Kazakhstan, which had virtually no housing stock to fall back on when the number of incomers exceeded newly built available residences. It is this that perhaps calls for particular
42 Ibid., p. 15
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sensitivity to regional variation when considering the socialist city (see Stenning 2004). East European socialist cities usually developed from pre-existing conurbations: patterns here were those of adaptation of the infrastructure and housing stock, territorial extension and a shift in allocation mechanisms. By contrast, Almaty, Astana and Ulan-Ude were small colonial towns in the early 1920s. Their dramatic growth occurred as a result of Soviet industrialisation and intensive agricultural programmes. Tashkent, with a longer, more established history, follows a distinctly colonial pattern of separating the old city in its entirety from the new (see for example Rabinow 1989; Wright 1991), a pattern which is not to be found so clearly in central European cities that came under socialist management after the Second World War. The medieval part of Tashkent has a quite distinct urban structure . 43
Cos accade che, allalba di una nuova esperienza nazionale, le citt ex-socialiste intraprendano un percorso di rivalutazione del loro passato pre-socialista (ma potremmo anche dire pre-coloniale, o, nel caso Moldavo, pre-imperiale) per definire la loro attuale identit post-socialista. Se facciamo riferimento ai paesi europei, tale meccanismo di rivalutazione della propria storia ha seguito una logica di affiliazione alleredit europea e di parallela negazione della parentesi comunista che avvenuto attraverso unampia revisione toponomastica ed odonomastica, la rimozione e sostituzione di monumenti e la ricostruzione di edifici di rilevanza storica (Pelkmans 2003; Czaplicka et al. 2009, in particolar modo per quanto riguarda la Polonia e lUcraina). In questo modo making historical connections to the rest of Europe or relocating into a larger Europe has seemed to be a way of justifying the inclusion of post-communist Europe into Western political structures. 44 Ci che in atto non dunque una semplice riscrittura del passato o un tipo di riorganizzazione della vita sociale, ma prefigura un conflitto allinterno della memoria e dellidentit collettiva. 45
Ma oltre a questi casi di ricomposizione di un lontano passato ideale e buono da pensare anche altre forme di nostalgia si sono sviluppate nel corso di questi ventanni di post-socialismo: quando ad essere rimpianta stata la vita ed il sistema welfaristico socialista (nella fattispecie durante il periodo Breneviano e non certo durante quello Staliniano) questo accaduto a causa dellinfelice
43 Ibid., p. 9. 44 Czaplicka et al. 2007, p. 340. 45 Buttino 2012, p. 17.
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impatto col paradigma democratico-capitalista. A parte i pochi casi virtuosi (paesi baltici e Rep. Ceca su tutte), che in questi paesi sia stata attuata una shock therapy neoliberista o che, al contrario, il processo di transizione economica sia stato appositamente rallentato e condizionato dai quadri dellex nomenclatura, in ogni caso la popolazione ha sofferto la fallacia e liniquit del programma di privatizzazioni, la corruzione galoppante allinterno di un debolissimo stato indipendente, e, non ultima, la violenta crisi economica degli anni 90. Lavvicendarsi dei due grandi paradigmi ha comportato una metamorfosi della citt socialista entro nuovi codici spaziali, commerciali, residenziali. Sonia Hirt (tab. 1) ha sviluppato cinque punti di divergenza tra la citt socialista e quella capitalista mostrando, di conseguenza, in quali direzioni si dipanata la ristrutturazione urbana post-socialista (cfr. Hirt 2006 e 2012, Szelenyi 1996, Haussermann 1996).
Spatial Characteristics Socialist city Post-socialist city Spatial Articulation Compact, high density urban form and clearly articulated urban edge. Absence of sprawling suburbs. Metro periphery comprises greenbelts, industrial zones, recreational zones and rural areas. Cities dependent on mass transit []. Intense residential (and, recently ,commercial) suburbanization. Sprawl, blurring of the urban edge. Loss of greenbelts and agricultural lands; conversion to low-density residential and commercial areas [] dependence on the private car. Spatial Scale Less economizing in space. Vast scale of government buildings, ceremonial plazas, parks and other public spaces; vast public housing projects with large green common spaces. Decrease of spatial development scale (especially during the 1990s). Large civic spaces and housing projects no longer built (typically, only commercial projects are of vast spatial scale); proliferation of private spaces, spatial fragmentation.
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Functional Balance Dominance of public and industrial uses, especially heavy industry ; public uses especially dominant in city centers; industrial uses often located in prime urban location; generous parks and green spaces. Scarcity of retail; absence of Central Business Districts Decline of public uses; massive de-industrialization; ceremonial plazas de- constructed for private uses; public buildings converted of commercial use; public green spaces (gardens, parks, etc.) decrease dramatically. retail evolution; re-emergence of Central Business District. Social Character Mild socio-spatial stratification (although some stratification exists with social status declining from the city center toward its periphery). Less crime, informality and marginality. Sharp socio-spatial stratification; re-emergence of ghettoes of wealth and ghettoes of poverty; status begins to rise in the suburban periphery. Re-emergence of marginality (e.g., homelessness, poverty, prostitution); radical informality, illegality, chaos. Aestethic Character Grayness, monotony, boredom; dominance of socialist realism (similar to neo-classicism) in the 1950s; dominance of modernism from the 1960s through the 1980s. Rejections of modernism; pluralism and importation of Western styles; post- modernism and Las-Vegas- izations of the built environment Tab. 1 Contrasto spaziale tra la citt socialista e quella post-socialista. 46
Se dunque la citt socialista tenta di coordinare luogo di residenza, alcuni servizi ed aree verdi nello stesso circondario seguendo il progetto di quella citt giardino che Ebenezer Howard aveva ideato 47 , il panorama urbano e suburbano di quella post-socialista caratterizzato da una sorta di frammentazione spaziale dovuta anche alla debolezza degli organi amministrativi locali.
46 Hirt 2012, p. 38. 47 Lidea di Howard consisteva nel formare una rete di piccoli agglomerati urbani che combinassero il meglio che la citt e la campagna potessero offrire (Humphrey et al. 2007, p. 7)
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Sin dai primissimi anni novanta balconi, verande, parcheggi e ingressi vengono aggiunti in maniera informale, ovviamente a stalinvki, chruvki e ai grandi prefabbricati del periodo Breneviano, mentre i cortili tra i condomini diventano dominio delle auto o luoghi dove far sorgere una nuova piccola attivit commerciale abusiva.
Fig. 1 - Aggiunte informali alle due estremit di un prefabbricato degli anni 70 in Georgi (foto dei primi anni 90) 48 .
Coloro che sono riusciti ad accumulare un discreto capitale sociale ed economico hanno cavalcato londa di privatizzazioni e liberalizzazioni, rivestendo un ruolo pionieristico allinterno del recente fenomeno sociale dei cosiddetti nuovi ricchi, una classe che non rappresenta in realt una totale novit dal punto di vista
della sua composizione sociale poich generatasi dalla precedente nomenclatura comunista. 49
Il ritorno alla propriet privata ha significato lespansione di nuovi quartieri di ville e case monofamiliari, ma anche di interi complessi residenziali e di gated communities, spesso siti fuori dal centro e in prossimit delle aree verdi. Tutte queste soluzioni abitative sono connesse a un desiderio di sicurezza e di privacy che rispecchiano un pi ampio fenomeno sociale nato tanto dalla progressivo bisogno di protezione dallesterno (ad esempio, per mezzo di antifurti, telecamere e servizi di guardia) della societ post-moderna, quanto dal sentimento di scetticismo e nichilismo nei confronti della dimensione pubblica (per un approfondimento di questultimo in area post-socialista cfr. 2.4 e 3.1). Inoltre, in seguito alla caduta delle frontiere larea ex-comunista si aperta a flussi migratori e turistici si sono rivelati agenti trasformativi della realt urbana. Una complessa rete di causazione si articola dietro al processo di commercializzazione avviatosi nella citt post-socialista: da un lato, dopo i magrissimi anni novanta, le famiglie hanno accresciuto il loro potere dacquisto grazie alla ripresa economica e alle rimesse di chi lavorava allestero, stimolando lo sviluppo del terzo settore e del commercio al dettaglio; dallaltro la riallocazione in forma privata del capitale statale insieme alla progressiva apertura ai capitali esteri hanno permesso di accogliere le velleit consumistiche della popolazione, dei turisti, dei migranti di ritorno e dei nuovi ricchi. Proprio il ruolo degli investimenti stranieri non deve essere sottovaluto allinterno di questo processo: sebbene una parte di questi capitali si siano concentrati nelle aree industriali delle periferie delle grandi citt o abbiano interessato le cosidette greenfield areas, ricreando le condizioni per una vantaggiosa delocalizzazione produttiva, la connessione con la metamorfosi capitalista della citt certificata dalle parole di Hamilton: The main impact of FDI, however, has been the growth, modernization, and diversification of consumer and producer services.
49 Se consideriamo la questione dal punto di vista dellesibizione di standard di consumo senza precedenti, allora il fenomeno dei nuovi ricchi assume contorni decisamente nuovi: in una societ nella quale il segno distintivo dellupperclass era la disponibilit di capitale sociale piuttosto che quello economico, il passaggio al modello capitalista ha comportato una nuova relazione con i beni di consumo e una nuovi comportamenti da adottare (come lostentazione delle ricchezze, prima meno considerata poich incompatibile con lideologia sovietica). Per un approfondimento sui nuovi ricchi in area russa cfr. Humphrey 2002, pp. 58-63, 177.
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These are transforming the city centres and, to a lesser (yet increasing) extent, the socialist residential neighbourhoods and urban fringes 50 .
Fig. 2 Piaa Unirii a Bucarest. Pepsi e Coca Cola si contendono il ruolo di bevanda ufficiale del regime post-socialista.
50 Hamilton et al. 2005, p. 133.
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RINGRAZIAMENTI
Trovo sia doveroso ringraziare anzitutto il Dipartimento di Culture, Politica e Societ per lopportunit concessami con lassegnazione di una borsa di mobilit, grazie alla quale ho potuto condurre la mia ricerca sul campo. Devo poi molto alla famiglia Petic e in particolare alla sig.ra Natalia, il cui aiuto si rivelato determinante durante la fase preliminare alla ricerca. A Chiinu ho avuto la fortuna di conoscere persone speciali che sono diventate mie amiche,e che sarebbe riduttivo definire informatori. Le ore passate in citt a chiacchierare con Sts Vrednic, Anya Ivanovna e Diana Sandu non solo sono state parecchio utili ai fini della mia ricerca, ma hanno arricchito significativamente la mia permanenza sul campo. Ringrazio con affetto anche Vladimir U, responsabile dellassociazione Oberliht, Alexandru Munteanu, Alexei Dimitrov, Ion tefania, Corina Rezneac, Vitalie Sprnceana, Rodica Dimitriu, e il prof. Sergiu Mustea, senza il quale non avrei mai potuto esporre la mia ricerca ad una platea di esperti durante un convegno tenutosi in ottobre nella capitale; mentre meritano altrettanta considerazione Carlo Policano e Stefano Bernabeo, connazionali residenti a Chiinu che mi sono stati di grande aiuto. Sono molto riconoscente al prof. Marco Buttino, che ha supervisionato il mio lavoro sin dalla fase di elaborazione del progetto di ricerca senza mai lesinare incoraggiamenti, consigli ed osservazioni di cui fare tesoro. Ringrazio infine la mia famiglia, che mi ha costantemente supportato con grande entusiasmo ed affetto.
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CAPITOLO 1 DAL PRINCIPATO ALLA REPUBLICA MOLDOVA: IL CONTESTO NAZIONALE
It is nationalism which engenders nations, and not the other way round. (E. Gellner)
1.1 Storia di una terra contesa Collocato tra le terre ad ovest del fiume Siret e il confine orientale rappresentato dal Dnestr, il principato di Moldova viene fondato ufficialmente nel 1359 dal voivoda valacco Bogdan. Insieme al vicino principato di Valacchia tra il XIV e il XV secolo si ritaglia una posizione di tutto rispetto nellarea dellEuropa sud- orientale: dapprima in sostegno alle campagne contro i tatari, e successivamente coinvolti nei conflitti tra ottomani, polacchi e ungheresi, entrambi mantengono piena autonomia sino alloccupazione turca subita a met del XVI secolo. A quel tempo, afferma King, la popolazione locale si fa gi chiamare con letnonimo di moldavi, sebbene questi per una sorta di principio della relativit strutturale divengano romeni contro polacchi ed ungheresi o cristiani contro i turchi 1 . Il periodo doro del principato risale agli anni con alla guida tefan Cel Mare (1457-1504) oggi la figura nazionale pi rappresentativa capace di respingere gli invasori turchi nella celebre battaglia di Vaslui (1475) 2 e di allargare
1 King 2000, p. 15. 2 Questa battaglia entrata nella memoria storica nazionale per la vittoria ottenuta nonostante la grande differenza di forze in campo (40.000 moldavi, ungheresi e polacchi contro 100.000 turchi e valacchi).
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ulteriormente i confini territoriali ai danni di ungheresi e tatari. Circa trentanni dopo la morte di tefan la pressione delle truppe di Suleyman si fa insostenibile e, in assenza di un successore carismatico e degno del grande condottiero moldavo, il Principato perde la sua indipendenza: il 1538 segna la data di conquista della capitale Suceava e la definitiva sottomissione allimpero ottomano in quanto stato vassallo. La dominazione turca nellEuropa sud-orientale si arresta proprio nel territorio del principato, che diventa un avamposto strategicamente importante per difendere limpero dalle potenze a nord. Nonostante la sua posizione periferica, anche la Moldova subisce una forte influenza politica e culturale da parte dei suoi dominatori: gi dopo tefan Cel Mare, infatti, le vesti e gli accessori dei capi iniziano a seguire lo stile ottomano; ed proprio in questo periodo che buona parte del patrimonio culinario locale affonda le radici in quello della tradizione turca. Allinizio del XVIII secolo Dimitrie Cantemir, principe Moldavo e uomo di scienza, lancia un offensiva contro gli invasori ottomani sostenuto dallo Zar Pietro il Grande, ma il tentativo fallisce e in risposta il sultano assegna lamministrazione dellarea ai fanarioti, nobili greci di Costantinopoli del distretto di Fanar. Il secolo di governo fanariota si contraddistingue per i continui intrighi di palazzo, la corruzione diffusa e una endemica instabilit politica, causando cos un periodo di scarso rinnovamento amministrativo, legislativo ed infrastrutturale. A partire dalla sonora sconfitta subita dalle truppe moldo-russe a Stnileti del 1711 gli interessi crescenti di Russia ed Austria stravolgono i vecchi equilibri politici in area danubiana. Una serie di conflitti durante tutto il 700 segnano progressivamente il declino della potenza ottomana, dapprima con alcune perdite territoriali significative, come il passaggio della Bucovina allAustria nel 1775, e successivamente con la guerra Russo-Turca (1806-1812), al termine della quale la Bessarabia 3 , ossia la parte orientale del principato, diviene parte dellimpero Russo; mentre la parte occidentale resta sotto controllo turco sino al 1859, data
3 Corrispondente allattuale Republica Moldova (escludendo la secessionista Repubblica Transnistriana), la Bessarabia racchiusa dal Prut e dal Dnestr ad ovest ed est, confina a sud con il Mar Nero mentre la citt di Hotin segna la frontiera settentrionale.
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dellunificazione dei principati di Iai (Moldavia) e Bucarest (Valacchia) nonch passaggio cruciale nel percorso che porter alla definitiva creazione dello stato- nazione Romeno (ratificato col Trattato di Berlino del 1878 e dichiarato Regno di Romania tre anni dopo).
Fig. 1.1 - Principato di Moldova (in azzurro) nel XV secolo.
Ad un primo scenario di moderata autonomia linguistica, liturgica e amministrativa, prefiguratosi grazie alle pressioni dei boiardi locali nei confronti dello zar Alessandro I, e soprattutto per merito del mitropolita Gavriil Bnulescu Bodoni, la salita al trono di Nicola I inaugura un nuovo corso volto a limitare lautodeterminazione della regione: il codice del 1818 viene sostituito con nuove riforme centralizzatrici, mentre poche decine di anni dopo il russo diviene lingua ufficiale mentre vengono bandite la lingua moldava dalle scuole e lintroduzione di libri romeni nel territorio. Il processo di russificazione non investe solo la lingua e la cultura, ma trova conferma anche nel nuovo status di provincia (guberniia) assegnato nel 1871, fino ad allora ancora regione imperiale. Da questo momento, nota King, Mosca lega a s la Bessarabia a doppio filo, dal momento che questultima non pi connessa al centro imperiale da una mera
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appartenenza politico-amministrativa ma viene considerata parte inseparabile della stessa Russian heartland 4 . durante questo fase storica che le citt, Chiinu tra tutte, crescono rapidamente e rappresentano il luogo di maggiore polarizzazione etnica e sociale: mentre le campagne sono abitate prevalentemente da moldavi e ucraini, a tenere le redini politiche ed economiche dei centri urbani sono russi, ebrei, moldavi russificati, mercanti armeni e greci. Come vedremo pi avanti, ancora oggi la Moldova rimane un interlocutore strategico molto importante per la Russia, che orienta le scelte politiche di questultima per mezzo di leve commerciali o diplomatiche (cfr. 1.4), mentre lampia minoranza russa nella capitale riveste un ruolo rilevante allinterno della ristrutturazione post-socialista della citt. Il vento del cambiamento che spira in tutta Europa durante l800 coinvolge anche la Bessarabia sul finire del secolo, sospinto da una serie di fattori che giungono a convergenza: la formazione di intellettuali moldavi avversi alla dominazione russa, la nascita del vicino stato Romeno nel 1878 capace di rovesciare loccupazione ottomana che rinfocola le aspirazioni pan-Romene, la risvegliata coscienza nazionale tra i militari bassarabeni dellarmata russa dopo lesperienza della prima guerra mondiale vissuta a fianco dei connazionali romeni, transilvani e bucovini 5 ed infine la grande insurrezione del 1905 in Russia, segnale dellimminente caduta del grande impero Zarista. In quello stesso anno Pan Halippa e Ion Pelivan fondano la Societ per la Cultura Nazionale Romena, nel tentativo di promuovere la piena autonomia della provincia, unimminente riforma agraria e la reintroduzione del romeno nelle scuole e nella pubblica amministrazione. La caduta dellimpero russo nel 1917 rappresenta quindi unopportunit unica per le ambizioni di indipendenza della Bessarabia. In aprile la Societ fondata nel 1905 diviene un partito politico vero e proprio, mentre i militari moldavi dellex esercito Zarista distanza nella provincia indicono in ottobre un consiglio (Sfatul arii) con rappresentanti bessarabeni, transnistriani e di ogni minoranza etnica.
4 King 2000, p. 23. 5 Nistor 1938, p. 30.
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Nel dicembre del 1917 nasce quindi la Repubblica Democratica Moldava, che si dichiarer indipendente a febbraio dellanno successivo, anche se questa condizione non durer pi di un paio di mesi: per preservarsi dalla minaccia rappresentata dai gruppi armati bolscevichi il consiglio prima invoca la protezione dellesercito romeno, poi, in Aprile, approva la proposta di annessione alla Romania, gi riconosciuta dalla Germania nel Trattato di Brest-Litovsk. Lavvenuta unificazione con la Romania non deve essere interpretata come espressione di unadesione unanime e a lungo caldeggiata da tutta la popolazione, quanto piuttosto forzata dalla presenza delle truppe romene nel territorio, che condizionarono le votazioni del consiglio, e dallallarmismo antibolscevico cui fecero ricorso le retoriche pan-romeniste. Peraltro, indice della grande eterogeneit della popolazione locale, alla frangia filo-romena di Halippa si contrapponevano i rappresentanti delle varie minoranze e le istanze moldoveniste facenti capo alle elite locali legate a Mosca e S.Pietroburgo, che assumeranno maggior potere nella RSSAM (Repubblica Socialista Sovietica Autonoma di Moldavia) nata al di l del Dnestr nel 1924. Dallunificazione di Aprile, comprensiva di una serie di concessioni che avrebbero dovuto garantire una discreta autonomia della Bessarabia come la protezione delle minoranze etniche, il controllo su finanza ed amministrazione locale e lassemblea regionale eletta liberamente 6 il passaggio ad un unione senza condizioni alla Romania avviene in seguito alle adesioni a catena delle altre regioni irredente come la Transilvania e la Bucovina: nel Novembre 1918 inizia quindi la parentesi ventennale allinterno della Grande Romania. Nonostante la ratifica dellannessione della Bessarabia inclusa nel patto del Trianon, la questione resta poco definita, poich considerata da parte sovietica un appropriazione indebita inaccettabile e dagli alleati americani frutto di un azione politica non impeccabile in quanto non preceduta da un plebiscito 7 . Al tramontare della guerra questo stato si ritrova dunque a recitare il ruolo di bastione amico alle potenze occidentali in contrasto alla montante minaccia bolscevica. Con una superficie territoriale ed una popolazione pi che
6 King 2000, p. 36 7 Cfr. Pelivan 1920, citato in King 2000, p. 38.
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raddoppiata, la prima grande sfida cui sono chiamati re Ferdinando e il leader liberale Ion Brtianu riguarda la gestione di una nazione che ha perduto la sua omogeneit etnica 8 e deve affrontare la polarizzazione creatasi nelle regioni
Fig. 1.2 La grande Romania, 1918-1940 9
riannesse tra le upper-class straniere dei centri urbani (magiari, ebrei e tedeschi in Transilvania, russi ed ebrei in Bucovina e Bessarabia) e le masse contadine di origine romena e moldava. Nel tentativo di erigere una solida classe dirigente romena anche in Bessarabia, Bucarest avvia un nuovo corso di riforme in campo educativo, linguistico e culturale dai forti connotati nazionalisti, che prevede spesso un repulisti di insegnanti e funzionari russi dallamministrazione locale per il timore di nuovi focolai filo bolscevichi. Sul piano della formazione scolastica ed universitaria viene costruito invece un sistema artificiale di insegnamento, che poneva
8 Secondo Fruntau la percentuale di stranieri raggiunge il 28% (Fruntau 2002, p. 131) 9 Nella cartina si indica con Moldova lomonima regione orientale della Romania. Oggi si distingue tra Moldova, intesa come regione romena, e Republica Moldova.
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laccento sul nazionalismo 10 e che aveva nel rumenismo il suo quasi unico assioma 11 . Dopo la legge agraria del 1921, che trasforma la Romania in una terra di piccoli proprietari terrieri (segnando per un forte calo nella produzione nei dieci anni successivi 12 ), le politiche liberali di Brtianu proseguono con lintroduzione del suffragio universale e con una serie di rimodernamenti infrastrutturali che coinvolgono anche la regione oltre il Prut, connettendola al resto del regno con nuove reti ferroviarie, stradali e telecomunicative. Nonostante ci la Bessarabia, una tra le pi arretrate regioni romene, registra alla fine degli anni 20 tassi di alfabetizzazione ed industrializzazione ancora molto lontani dalla media nazionale 13 . Se parte di una tale condizione pu essere spiegata con il malgoverno dei dominatori precedenti o con la difficile gestione dello stravolgimento amministrativo che lannessione ha significato, lapproccio imperialista intrapreso da Bucarest e dai suoi inadeguati funzionari nella regione si rivelato deleterio su pi fronti: non solo ha esacerbato i rapporti con le minoranze, ma si concentrata troppo poco sullo sviluppo economico e strutturale della regione in favore di un colonialismo culturale mal sopportato anche dai moldavi stessi, vittime di una conquista pi che protagonisti attivi di ununione paritaria. Ad ulteriore conferma di quanto lesperimento pan-romeno in Bessarabia possa essere considerato come una partita giocata male piuttosto che una sfida gi persa in partenza, Gallagher ci ricorda che in quel contesto politico contraddistinto da un multipartitismo estremo senza vero fondamento nei centri di potere, la principale fonte di destabilizzazione consistita nella cronicizzazione delle incomprensioni allinterno delle lites politiche romene, e non gi nelle proteste delle minoranze o nelle attivit sovversive dei vicini irredentisti 14 . Le evoluzioni politico-economiche che interessano la Grande Romania si arrestano per sulle rive del Dnestr. Al di l del fiume, la Transnistria rimasta
10 Ibid., p. 129. 11 Basciani 2007, p. 10, cit. in Piras 2012, p. 31. 12 Georgescu 2005, p. 217 cit. in Frunta u 2002, p. 133. 13 Georgescu 2005, p. 220 cit. in Ibid. 14 Gallagher 1999, cit. in Fruntau 2002, p. 128.
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sotto legida di Mosca diviene nel 1924 una repubblica sovietica 15 per mano dei comunisti russi, intenzionati a continuare il piano di espansione ideologica e statale dellUnione Sovietica (almeno per il momento) sino alla riappropriazione della Bessarabia. Il censimento del 1926 delinea una composizione etnica molto frammentata, con una maggioranza di ucraini (49%) e una seconda rappresentanza moldava (30%), cui seguivano russi (9%), ebrei (8%) e tedeschi (2%) 16 : in questo scenario multinazionale si avvia un progetto dapprima di esaltazione del moldovenismo e poi di vera e propria sovietizzazione delle masse contadine locali, nel tentativo di tracciare una differenziazione etnica, linguistica e culturale dalla Romania. La prima fase della storia della repubblica caratterizzata dallartificio moldovenista - specie in campo linguistico - ma dopo il tentativo fallimentare di ricavare ex novo una lingua ed una cultura moldava locale chiaramente differente da quella romena, alle istanze di esaltazione delle specificit locali si sostituiranno le retoriche pansovietiche, per consolidare quel che sar il grande esperimento cinquantennale dellURSS. Nell agosto del 1939 il patto Ribbentropp-Molotov sancisce il passaggio della Bessarabia ai sovietici, e il ritiro delle truppe romene dalla regione nellanno successivo ricompone cos quella che da parte russa veniva considerata come una privazione illegittima di un territorio da sempre legato alla RSS ucraina 17 . Dopo un tentativo di riconquista da parte dei romeni sostenuti dalla Germania nazista nel 44 lArmata rossa si riappropria definitivamente di Transnistria, Bessarabia e Bucovina. Il trattato di pace tra Romania e URSS del 47 stabilisce il Prut come confine,e permette a Mosca di ridefinire le frontiere delle repubbliche sovietiche a sud- ovest. Piras descrive bene le caratteristiche geografiche ed economiche della neonata Repubblica Socialista Sovietica di Moldova:
15 La RSSAM, vd. p. 5. 16 King 2000, p. 54. 17 Cfr. il testo dellultimatum russo ai romeni in Van Meurs 1998, p. 47-48, cit. in Piras 2012, p. 32.
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I confini della nuovamente ricostituita RSS Moldava inclusero sei distretti dellex Bessarabia e sei della RSSAM, corrispondenti allattuale Transnistria. I distretti bessarabeni meridionali di Cetatea Alb e Ismail e le regioni settentrionali di Hotin e della Bucovina del Nord furono incorporati nella RSS Ucraina. [] I confini della RSSM (quelli dellattuale Rep. Moldova), includevano un territorio gi sovietizzato e uno prevalentemente rurale, che veniva da un ventennio di dominio romeno. Sulla riva sinistra del Dnestr, molto pi urbanizzata, furono impiantati i grandi stabilimenti industriali [] In Bessarabia la principale attivit economica rimase lagricoltura. Si svilupparono cos due regioni con sistemi socioeconomici diversi. 18
1.2 Ai margini dellUnione Sovietica Gli anni immediatamente successivi al secondo dopoguerra sono anni segnati da deportazioni di massa, esecuzioni sommarie e carestie. Le politiche di collettivizzazione forzata inaugurate da Stalin stravolgono una regione giunta a far parte dellURSS con ventanni di ritardo, storicamente arretrata tanto dal punto di vista industriale quanto nei tassi di alfabetizzazione, e sulla quale bisogna intervenire al pi presto per una efficace reintegrazione nellUnione Sovietica. Durante la campagna di de-kulakizzazione 19 condotta dal 1946 al 1950 migliaia di famiglie di origine moldava vengono deportate fuori dalla repubblica, in Siberia e Kazakistan (la cosiddetta Operazione Sud), mentre lanno successivo ad essere trasferite con la forza sono le minoranze religiose (Operazione Nord) 20 . Solo dopo la morte di Stalin, nel 1953, il nuovo corso allinsegna della distensione intrapreso da Chruv permetter ai deportati ancora vivi di fare ritorno in Moldova. Come gi ricordato la RSSM si componeva di Bessarabia e Transnistria, la prima prevalentemente rurale e a maggioranza moldava, la seconda pi industriale, urbanizzata e con una pi alta concentrazione di slavi. La sovietizzazione del territorio per mezzo dei nuovi coloni russi e ucraini che trovano impiego sia come insegnanti, dirigenti di partito e funzionari, sia come lavoratori nelle aree industriali transnistriane si rivela invece meno problematica di altri casi (come nei paesi baltici o nellUcraina occidentale) per una serie di
18 Piras 2012, p. 33. 19 I medi proprietari terrieri, i kulaki russi, venivano chiamati in Moldova chiaburi. 20 King 2000, p. 96.
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fattori: lassenza di un forte sentimento nazionale in Bessarabia 21 , la precedente esperienza nella MASSR della Transnistria - che aveva quindi gi esperito un impianto ideologico di differenziazione dai vicini romeni borghesi 22 - ed infine la presenza di lunga durata (specie nelle citt) dellinfluenza culturale e linguistica russa, non troppo scalfita dal ventennio di unificazione con la Romania. Soltanto dalla fine degli anni 50 anche la Bessarabia gode di un moderato sviluppo del settore industriale, sebbene questo resti legato alla conversione del cibo prodotto nelle campagne. I massicci interventi nella sanit, nelle settore scientifico e in quello abitativo dei decenni successivi sono condizionati anche dall ascesa di Leonid Brenev, segretario generale del PCUS dal 1964 al 1982, che dal 1950 al 1952 aveva gestito da primo segretario di partito proprio la RSS Moldava. In questa maniera grazie alla precedente eliminazione della vecchia elite politico- economica locale, allintroduzione di un modello statale paternalista che garantisse un lavoro, una casa e in generale uno standard qualitativo accettabile, alla solidit del sistema welfaristico e delle innovazioni tecnologiche introdotte e allazione perpetua di propaganda; il concetto di modernit, di progresso e di proiezione in un futuro glorioso viene progressivamente a coincidere con quello di Unione Sovietica 23 . Il processo di urbanizzazione in Moldova procede di pari passo con quello di industrializzazione 24 e di ripianificazione delle citt attraverso la costruzione di nuovi quartieri residenziali. La prefabbricazione pesante e le aree verdi tra i palazzi riconfigurano il nuovo paesaggio urbano caratteristico della citt sovietica, mentre lafflusso di lavoratori a ritmi vertiginosi dalle aree rurali delinea uno scenario demografico inedito: nel 1970, per la prima volta nella storia del territorio, i Moldavi rappresentano il principale gruppo etnico nelle loro citt (Tab. 1.1). 25
21 Ibid., p. 101. 22 Van Meurs 1994. 23 Fruntau 2007, p. 187. 24 Mentre in Transnistria il settore industriale era gi ampiamente sviluppato nella prima met del 900 ed ancora oggi riveste un ruolo di primo piano nella produzione siderurgica (nella fabbrica di Ribnia); in Moldova la macchina industriale si organizzata prevalentemente attorno al settore agroalimentare, restando legata alle fluttuazioni della produzione agricola locale 25 Livezeanu 1981a, p. 335. Censimento nazionale.
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Tab. 1.1 Cambiamento nella struttura della popolazione della RSSM 1959-1970 per nazionalit e luogo di residenza (%) 26
Tab. 1.2 Struttura e crescita della popolazione urbana nella RSSM, 1959-1970 27
Le campagne perdono in produttivit, dal momento che la forza lavoro si sposta in citt, mentre gli agglomerati urbani da un lato si ruralizzano (Tab. 1.2), soggetti allinfluenza della cultura rurale dei nuovi abitanti, e dallaltro sperimentano una russificazione tanto demografica (cfr. Tab. 1.3) quanto linguistica (questultima tramite lassimilazione di una buona percentuale di ucraini e lo sviluppo del bilinguismo romeno-russo tra i moldavi). Secondo King, lemergere di una generazione di intellettuali e accademici moldavi formatisi proprio a Chiinu, e non solo a Mosca o in altre localit dellURSS, rappresenta - insieme al percorso di urbanizzazione della popolazione moldava - una tappa fondamentale per comprendere i movimenti nazionali della fine degli anni 80:
26 Ibid. 27 Ibid., p. 338
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By 1989 the MSSR was in demographic terms a Moldovan populists dream: an economy based on agriculture; a largely rural society with the countryside inhabited mainly by members of the indigenous ethnic group; and urban centers populated by a mass of newly arrived immigrants from the countryside competing with foreign populations that had traditionally held the reins of political and economic power. Ethnic Moldavians who had moved to the cities were less than a generation removed from the villages, had not forsaken their national language, and lived in an environment in which they could be easily reached by newspapers, television, and other forms of mass communication. The conjuncture of these social features with trends in Moldovan scholarship and developments in elite politics provided the crucial point of departure for the national movement in the late 1980s. 28
Tab. 1.3 Popolazione della RSSM, 1941 1989. Si noti la rapida crescita percentuale della popolazione russa ed ucraina. 29
Questi movimenti sorti nel clima di pluralismo e trasparenza promosso dal piano di rinnovamento gorbacioviano sono, rispettivamente da parte riformista e filo romena, il Movimento Democratico Moldavo a Sostegno della Perestrojka e il Circolo Alexei Mateevici (unitisi nel maggio 1989 nel Fronte Popolare Moldavo FPM). Le grandi manifestazioni davanti al soviet supremo 30 ottengono il primo vero risultato nellagosto 1989, quando vengono promulgate le Leggi sulla Lingua, che prevedevano il passaggio dalla grafia cirillica a quella romena mantenendo la denominazione di moldavo alla lingua maggioritaria locale.
28 King 2000, p. 119. 29 Chembrovski, Zagorodnaia 1977, p. 192; cfr. King 2000 p.97 e Frontau 2007, p. 193. 30 Dopo le grandi manifestazioni di quegli anni, il nuovo governo democratico denominer quel luogo Piaa Marii Adunari Naionale (cio Piazza della grande adunata nazionale).
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Da parte delle minoranze russofone, che percepirono il pericolo di una deriva pan- romenista allinterno del FPM, viene costituito il Movimento per lUguaglianza dei Diritti Unit (Unitate in romeno, Edinstvo in russo), in stretta collaborazione con il Comitato Unitario dei Collettivi del Lavoro di Tiraspol, che sar la vera forza motrice della secessione transnistriana del 1991. 31 Dopo aver manifestato insieme a favore di un nuovo corso riformista, la dipartita del gruppo russofono rappresenta infatti un timore generale verso le progressive rivendicazioni a sfondo etnico-nazionalista della maggioranza moldava. Lo scrittore Vasile Ernu descrive con queste parole latmosfera di quei mesi:
La nostra vita, adusa a ritmi standardizzati e lenti, cominci a modificarsi giorno dopo giorno. La scuola non sembrava pi scuola. Le lezioni si trasformavano in eterne dispute e in interrogativi fondamentali: chi era il colpevole, che cosa bisognava fare? A tali domande aveva cercato di dare delle risposte anche Vladimiri Ilic Lenin [] Fu in questo periodo che cominciammo a sciogliere le nostre remore e a dubitare della sua risposta. [] La strada non era pi strada, e domenica andavamo tutti alla manifestazione. Cerano talmente tante cose da dire e su cui confrontarsi! Tutto veniva messo in discussione, tutti cercavano di prendere una posizione. Sacharov, si quel Sacharov 32 , parlava in televisione, [] i baltici, col loro accento inconfondibile, avevano una miriade di richieste, mentre i moldavi, che non erano mai stati campioni di coraggio, urlavano: Lingua! Alfabeto!. Michail Sergeevic [Gorbav] ci colse tutti di sorpresa. Non eravamo pronti a quei grandi cambiamenti. Ci muovevamo tutti ad una velocit pazzesca. Decidemmo di stare al gioco tutti quanti, sia che lo sostenessimo, sia che fossimo contro di lui, i conservatori come i riformisti radicali. Giocavamo tutti la partita che lui aveva aperto. [] Vivevamo un vero e proprio carnevale della libert, senza renderci conto che erano gli ultimi giorni dellURSS. 33
Le prime elezioni dalloccupazione sovietica che comprendano dei candidati indipendenti dal PCM nelle liste elettorali si tengono nel marzo del 1990 e segnano il successo del FPM, che ottiene il 27% dei seggi avendo eletto circa venti deputati in pi di Unitate-Edinstvo, secondo per numero di preferenze raccolte. Sebbene la grande maggioranza dei deputati eletti fosse iscritta al partito, gli stessi deputati del PCM si schiereranno con la maggioranza frontista o con
31 Mason 1990, p. 168, cit. in Piras 2012, p. 34. 32 Andrei Sacharov (1921-1989), scienziato ed attivista politico arrestato dal regime comunista nel 1980 e tornato in libert nel 1986. Il corsivo dellautore. 33 Ernu 2010, p. 124.
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lopposizione filorussa 34 : con il declino dellideologia universalista sovietica, lasse del conflitto politico ruota progressivamente verso la linea di frattura delle appartenenze nazionali e dei rapporti con le minoranze. Il percorso che porta la RSSM a diventare lattuale Repubblica democratica di Moldova si compie nellanno successivo alle elezioni. Dopo la rinomina a Parlamento del precedente Soviet Supremo, la dichiarazione di sovranit del 23 giugno 1990 sancisce la prevalenza della legislazione locale su quella sovietica, mentre Mircea Snegur viene eletto presidente della RSS Moldova. Il 23 maggio 1991 la denominazione del paese viene cambiata in favore di Repubblica Moldova.
Fig. 1.3 La grande manifestazione per ottenere i diritti sulla lingua.
Questa rapida escalation di provvedimenti che preparano il campo alluscita dallURSS porta la Transnistria e la Gagauzia 35 , entrambe regioni russofone e filosovietiche, a proclamare lindipendenza dalla Moldova nellestate del 1990.
34 Piras 2012, p. 35.
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Una settimana dopo il tentato colpo di stato del PCUS a Mosca del 19 agosto 1991, la Repubblica Moldova bandisce dal paese il PCM e dichiara lindipendenza (27 agosto 1991).
1.3 Avere ventanni (di indipendenza) A parte la brevissima esperienza dello Sfatul arii, la Moldova diviene cos uno stato moderno indipendente per la prima volta nella sua storia. La sfida che la attende consiste nella costruzione di uno stato nazione con una identit precisa, in grado di gestire luscita dal sistema Sovietico, la transizione verso leconomia di mercato e le montanti rivendicazioni delle minoranze. Purtroppo nel corso di questi ventidue anni, esclusa la continuit garantita dal decennio di governo del partito comunista durante gli anni duemila, le scelte adottate tanto in politica estera quanto in politica interna hanno spesso sofferto di una grande instabilit istituzionale 36 . Analizzare le pratiche e retoriche messe in atto dal panorama politico post-socialista indispensabile non solo per comprendere il contesto entro il quale sono avvenute le trasformazioni della capitale che vedremo nei capitoli 2 e 3, ma anche per mettere a fuoco il ruolo stesso degli organi istituzionali allinterno della battaglia dei simboli che ha coinvolto Chiinu cos come tante altre citt del blocco nel loro percorso di rielaborazione del passato pi remoto (medievale, zarista e romeno) e di quello pi recente di marca sovietica. Nelle prime elezioni parlamentari libere indette nel 1994 gli elettori affidano al partito agrario (PDAM), guidato da personaggi della vecchia nomenclatura della RSSM come Sangheli e Lucinschi, il compito di formare il nuovo governo; mentre il bando del partito comunista (PCRM, ricomposto pochi mesi dopo), ancora vigente, fa convergere nel blocco socialista Unitate-Edinstvo le preferenze delle minoranze russofone.
35 Si tratta di una regione meridionale della Moldova popolata da una minoranza di origine turca. 36 Il mancato coordinamento tra elezioni locali, legislative e presidenziali fece si che la popolazione fosse coinvolta quasi ogni anno in una campagna elettorale, in una situazione in cui la conflittualit era ancora assai elevata. Piras 2012, p. 45.
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Il PDAM avvia una riforma agraria per attenuare la privatizzazione radicale avviatasi nellimmediato periodo post-Sovietico, ma laggravarsi della congiuntura economica e le scissioni interne al partito portano alle dimissioni dellesecutivo nel 1997. Sebbene il PCRM ottenga la maggioranza relativa nelle elezioni dellanno successivo, al governo accede unampia coalizione anticomunista di centro destra. Nel tentativo di risanare leconomia lesecutivo ricorre ad una shock therapy fatta di ampie privatizzazioni della terra: se da un lato questa scelta ha permesso laccesso ai prestiti internazionali, dallaltro ha comportato una frammentazione sconsiderata dei lotti agricoli, la cui diretta conseguenza stata la formazione di una classe contadina impossibilitata a superare nella produzione una semplice economia di sussistenza 37 . Nuovi terremoti politici, spesso causati dalla conflittualit tra Parlamento e Presidente, conducono ad una crisi istituzionale a cavallo del nuovo millennio. Prima lalleanza anticomunista da le dimissioni, poi il neogoverno Sturza viene sfiduciato dal Parlamento, infine Braghis guida il nuovo esecutivo fino alle successive elezioni anticipate del 2001, che rappresentano il primo dei due mandati di governo per il PCRM. Lampia maggioranza ottenuta permette al nuovo governo guidato da Tarlev di eleggere il presidente (Voronin), cambiare la costituzione e avviare un nuovo corso allinsegna della ripresa economica, della lotta al corruzione e di nuove politiche sociali. In continuit coi precedenti governi il PCRM prosegue il programma di liberalizzazione (quello relativo alla privatizzazione delle imprese statali subisce invece alcuni rallentamenti 38 ), mentre la maggiore inversione di rotta avviene in politica estera, tramite il temporaneo riavvicinamento a Mosca e ai paesi della CSI 39 .
37 Gorton and White 2003. Altri autori, come Hensel e Gudim (2003), evidenziano invece la maggiore produttivit di questi lotti agricoli pi piccoli rispetto a soluzioni di maggior dimensione. 38 Spnu 2004, p. 39 Nonostante i dati di crescita del PIL abbiano portato unampia serie di consensi nei confronti delloperato del PCRM, le mancate riforme in ambito economico hanno spinto FMI e BM a sospendere nel 2003 il credito erogato sino ad allora, controbilanciando cos gli indici positivi del prodotto interno lordo con un aumento dellinflazione e un aumento nel debito interno ed esterno (Hensel e Gudim, 2003).
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Dopo la riconferma dei comunisti con le elezioni del 2005, il contesto politico nel quale si svolgono le legislative dellaprile 2009 animato dalla pressione che le forze europeiste col Partito Liberale in prima fila - esercitano sul PCRM. A scatenare polemica sono i dubbi sulla regolarit delle elezioni e degli spogli elettorali: i partiti anticomunisti si rifiutano cos di riconoscere i risultati, che davano vincente il PCRM, mentre i giovani scendono in piazza dando il via ad una manifestazione che arriver a contare circa trentamila persona, la cosiddetta twitter revolution (dal mezzo di comunicazione utilizzato per informare delle proteste e coinvolgere la popolazione). Le nuove elezioni indette pochi mesi dopo delineano un quadro frammentato, senza un partito in grado di ottenere la maggioranza necessaria per eleggere il presidente e garantire stabilit. La coalizione dei partiti di centro destra e sinitra compone lAlleanza per lIntegrazione Europea, che, nonostante la caduta del governo lanno successivo, si ricomposta con le elezioni del 2010 ed rimasta la forza governativa in carica sino a marzo 2013, quando altri scandali per corruzione e scontri personalistici hanno portato allattuale esecutivo ad interim guidato dal nuovo primo ministro Iurie Leanc. Nel corso di questi ventanni largomento che ha catalizzato maggiormente le attenzioni di mass media, opinione pubblica e rappresentanti politici sempre stato quello dellidentit nazionale: del resto in nessun altra repubblica sovietica la popolazione ha continuato a discutere dellesistenza della nazione stessa come invece accaduto in Moldova 40 , a causa di una identit etnico-nazionale mai davvero costruita su solide basi, ma piuttosto contesa tra romeni e russi. Come vedremo nel prossimo capitolo trattando di Chiinu, la prima vera operazione attuata dopo lindipendenza stata la riconversione ideologica del paese al fine di rimuovere il pi possibile il recente passato comunista (nonch in alcuni casi quello pi remoto zarista). In tutto il paese viene modificata lodonomastica e la toponimia; i monumenti distrutti, spostati e sostituiti; i libri di storia riscritti e il calendario trasformato dallintroduzione di nuove feste nazionali e labolizione di altre 41 .
40 King 2000, p. 5. 41 Watson 1994, cit. in Cash 2011, p. 183
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La sfida di far convergere la lingua, la cultura, la storia e miti di fondazione in un unico contenitore identitario che fosse solido e perfettamente distinguibile da ogni altro viene accolta da Mircea Snegur nel suo discorso del febbraio 1994. Il problema, ci ricorda Van Meurs, consiste nel fatto che in Moldova lindipendenza nazionale ha preceduto la costruzione di unideologia di stato 42 . Nel corso della sua storia di terra di confine e, per questo motivo, contesa da forze pi grandi di lei, la Moldova pu appellarsi soltanto al glorioso principato di tefan cel Mare e alla fugace esperienza dello Sfatul arii per ritrovare nei suoi trascorsi tracce di autodeterminazione. Il secolo di dominazione zarista ha significato la russificazione - per lo pi linguistica ed amministrativa del territorio, senza per avviare discorsi che mettessero in dubbio lunit storica, etnica e culturale di romeni e moldavi. Nonostante ci, a causa della dominazione russa la regione non ha mai potuto sperimentare la formazione di un sentimento nazionale romeno forte, come invece era accaduto in Valacchia e Transilvania, ed anche per questo motivo il periodo interbellico sotto legida di Bucarest si rivel deludente ed infruttuoso. Ad oriente del Dnestr, invece, la MASSR avviava una precisa strategia ideologica di differenziazione storica, linguistica, culturale e persino biologica 43 di romeni e moldavi, tentando di tracciare il profilo di una nuova nazione moldava autoctona e legata al mondo slavo pi che a quello latino. Allinterno dellUnione Sovietica le appartenenze nazionali sono state progressivamente accantonate in favore del cleavage socio-economico: nel caso moldavo le retoriche comuniste insistevano sul percorso storico del popolo moldavo, indirizzato verso il comunismo dopo pi di un secolo trascorso come nazione nella fase borghese (indifferentemente dalla dominazione Zarista o romena) 44 . La strada intrapresa da Stalin con fare imperialista prevedeva un processo di inclusione delle varie repubbliche sotto la comunit sovranazionale sovietica. Successivamente Chruv prima e Brenev poi hanno proseguito nellintento di ricondurre le appartenenze nazionali sotto il cosmopolitismo Sovietico, al fine di disinnescare rivendicazioni come il 56 ungherese e il 68
42 Van Meurs 1994, p. 53. 43 King 2000, p. 62. 44 Van Meurs, p. 51.
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praghese. Infine la glasnost di Gorbacv ha rappresentato, suo malgrado, la fine senza mezzi termini del grande progetto della meta-narrazione sovietica. Per secoli vittima del maternalismo 45 dei suoi dominatori, la Moldova stata animata da un nazionalismo passivo, efficace solo in funzione antirussa, antiromena o antisovietica a seconda dei periodi storici. La costruzione di una cultura nazionale distinta e solida ha fallito proprio perch nessuno dopo la seconda guerra mondiale ha perseguito questo fine 46 , mentre prima del conflitto la regione ha subito influenze cos diverse tra loro da rendere sterile il progetto di assimilazione allinterno della Grande Romania (la quale, come gi detto, non esente da colpe in questo fallimento). Il 27 Agosto 2013 si sono celebrati i ventidue anni di indipendenza della Repubblica. Anche il passato pi recente, tra ambizioni europeiste e nostalgie sovietiche, rimarca una storia tradizionalmente sospesa e contesa tra est e ovest, forse la caratteristica meno contestabile di questa terra.
1.4 Frontiere in trasformazione e flussi transnazionali Nei mesi successivi allindipendenza della Moldova, il presidente Snegur si trova a dover disinnescare la tensione creatasi nel paese tra le rivendicazioni autonomiste di Transnistria e Gagauzia e le retoriche unioniste dei filoromeni. Mentre la questione gagauza viene risolta in maniera relativamente agevole mediante lassegnazione di uno status territoriale autonomo allinterno dello stato moldavo nel 1994, il contenzioso con la Transnistria (dora in poi PMR, dal russo Pridnestrovskaya Moldavskaya Respublika 47 ) culmina con un conflitto armato che dura da marzo a luglio del 1992. Oltre ai rispettivi (ed esigui) contingenti militari, gruppi di volontari romeni si uniscono alla Moldova e allo stesso modo russi ed ucraini vanno ad ingrossare le fila dellesercito separatista. Il successivo sostegno della 14 armata russa alle forze della PMR decide rapidamente le sorti della
45 Iulian Fruntau osserva come la disputa per la regione tra russi e romeni venisse definita, al momento del passaggio sotto legida di una o dellaltra, come un agognato ritorno alla madre Russia (maic) o alla mamma Romania (mam), cfr. Fruntau 2007, p. 284 e King 2000, p. 23. 46 King 2000, p. 227. 47 Poich sia Moldova sia la PMR comprendono enclaves al di l del confine nistriano, qustultima non coincide perfettamente con la regione transnistriana che fece parte della RSS Moldava.
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guerra a favore dei secessionisti. In pochi mesi di scontri, il bilancio segna circa 1.000 morti e 130.000 rifugiati 48 . Dopo la tregua firmata tra Snegur e Eltsin, sono state istituite una zona di sicurezza presieduta a forze congiunte e lo stanziamento di 1.500 militari russi in veste di peacekeepers, creando dunque una situazione di conflitto congelato che dura ormai da pi di ventanni. La condizione della PMR resta ad oggi poco definita, in quanto stato indipendente de facto ma non riconosciuto da nessuno stato, se non da altre repubbliche secessioniste quali lAbkhazia e lOssezia del Sud. Il caso della separazione della PMR merita attenzione poich ci permette di fare una serie di considerazioni sulle attuali condizioni geopolitiche dellarea moldava e sulla percezione che i media internazionali hanno sviluppato su di essa, anche alla luce del caso transnistriano. Una tale situazione di stallo produce una serie di benefici tanto per la parte separatista, quanto per la Russia: entrambe mantengono uno stretto legame simbolico, economico e strategico che si alimenta per mezzo dello stato di informalit attuale della PMR. Basterebbe una passeggiata nel centro di Tiraspol per comprendere quanto sia forte la continuit con lunione sovietica e, pi in generale, con la tradizione russa. Piazza Suvorov compendia il progetto di costruzione identitaria della PMR a cominciare dalla sua denominazione: il generale russo che ottenne la grande vittoria di Ismail contro i turchi nel XVIII secolo viene celebrato con una grande statua, mentre dalla parte opposta un Lenin impettito d le spalle al palazzo del soviet supremo. Il carrarmato posto sul piedistallo 49 a pochi metri dal monumento del generale a cavallo rappresenta la vittoria nella guerra di secessione dalla Moldova, marcando cos la fase pi recente della storia della regione, dopo la conquista russa (Suvorov) e la grande rivoluzione comunista (Lenin). Lindipendenza non riconosciuta della PMR, sovrana de facto sul territorio e protetta economicamente e militarmente dalla Russia, rende la Transnistria una
48 Bobick 2011, p. 240. 49 Il poeta russo Iosif Brodskij, parlando di San Pietroburgo in Fuga da Bisanzio, dice:Per quanto ne so, lunico monumento al mondo che raffiguri un uomo [Lenin] su un autoblindo. Almeno sotto questo aspetto, il simbolo di una societ nuova. La societ vecchia era abitualmente rappresentata da uomini a cavallo. Alla luce di queste parole, il confronto tra il carrarmato e il generale Suvorov a cavallo assume una nuova sfumatura in grado di rendere al meglio il passato remoto e prossimo della storia trasnistriana. Vd. Brodskij 1987, pp.45-46.
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sorta di nicchia su di cui le forze internazionali e sovranazionali non hanno sufficiente controllo, e che per questo motivo stata definita come buco nero dEuropa: il contrabbando di armi, alcool e tabacco; il gigantesco traffico di merci esportate grazie a frontiere porose e pratiche doganali oscure 50 ; la scarsa libert despressione 51 ; le minacce al diritto allo studio della minoranza moldava 52 ; il monopolio commerciale e politico 53 dellazienda Sheriff, propriet del figlio dellex premier Smirnov, e la presenza di un arsenale militare russo non ancora dismesso contribuiscono a rinforzare limmagine di quel che potrebbe essere considerato un avamposto russo (per non dire Sovietico) nel sud-est Europa. Un contesto simile si rivelato essere un terreno fertile non solo per le retoriche di taluni media europei, ma anche per le fantasie esotiste del pubblico che ha consacrato il grande successo letterario di Educazione siberiana, romanzo del transnistriano Nicolai Lilin ambientato a Bender, nella PMR. 54
Dalla proclamazione di indipendenza sino alle elezioni del 2011 Smirnov ha adottato un approccio fortemente protezionista nei confronti delle importazioni da Chiinu, mentre lasse con Mosca non sempre si rivelato solido, tanto da rischiare talvolta un isolamento politico ed istituzionale. Nel corso degli anni, da parte russa la soluzione pi auspicata stata la reintegrazione della regione allinterno di un nuovo stato moldavo federale, condizione promossa dal Memorandum Kozak proposto nelle trattative nel 2003 e respinto dallallora premier comunista moldavo Voronin sotto pressione di Ue e Stati Uniti.
50 King 2011, p. 538. 51 Freedom House report on Transnitria (2013), cfr. http://www.freedomhouse.org/report/freedom- world/2013/transnistria 52 Nell'estate del 2004 le autorit hanno chiuso con la forza sei scuole che insegnavano il moldavo scritto in caratteri latini. Diversi insegnanti e genitori che si sono opposti alla chiusura sono stati arrestati. Le scuole chiuse sono state poi riaperte, ma con lo status di "istituzioni educative non- governative. 53 Molti esponenti del partito Obnovleniye, di cui fa parte lattuale premier Shevchuk, rivestono un ruolo di primo piano allinterno della Sheriff. 54 Il romanzo non nasconde pretese di libro-inchiesta sulla vita criminale locale e fornisce spiegazioni storiche poco credibili, come la deportazione di criminali siberiani, gli urka, a Bender negli anni 30 , quando per la citt era parte della Grande Romania.. Cfr. Bobick 2010.
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Questo rifiuto ha significato una brusca interruzione del rapporto di collaborazione che il PCRM era tornato a tessere verso est, e un conseguente riorientamento verso lEuropa.
Fig. 1.4 In viola lentita territoriale autonoma di Gagauzia, nel sud della Moldova, e la PMR, ad oriente del Dnestr
Il cambio di governo in Transnistria ha dato limpressione di una maggiore apertura nei confronti della Moldova, specie dal punto di vista commerciale 55 . Il nuovo premier Shevchuk ha perseguito una politica di ristrutturazione fedele al nome del suo partito, Obnovleniye, cio rinnovamento in russo degli organi governativi, sostituendo parte della vecchia nomenclatura con una generazione di politici giovani e consapevoli di dover cambiare stile e registro (ma non gli obiettivi indipendentisti) nella loro politica estera 56 .
55 Kosienkowski 2012, p. 47. 56 Ibid., p. 52.
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Nonostante ci, il contenzioso tra lo stato centrale e i secessionisti si rivelato essere un rompicapo di difficile risoluzione. Dopo una decade passata al tavolo delle trattative ottenendo scarsi risultati, pare che le due parti in causa stiano progressivamente dirigendosi in due direzioni opposte: la Moldova verso una maggiore integrazione nellUE e la Transnistria sempre pi decisa a difendere la sua indipendenza e, allo stesso tempo, a rinsaldare i rapporti con la Russia 57 , sino a non disdegnare lipotesi di ununificazione che la porterebbe ad essere la seconda exclave russa dopo loblast (distretto) di Kaliningrad. Il caso transnistriano fornisce un esempio chiaro sulle forze esterne che hanno segnato la storia recente della Moldova. Da parte orientale, la Russia esercita un potere indiscutibile per diversi aspetti: sotto quello economico e commerciale, linterscambio con Chiinu significativo e il recente embargo del vino moldavo ha rappresentato lennesima intimidazione nei confronti delle aspirazioni europeiste dellattuale alleanza di governo; sotto quello energetico, poich anche il prezzo del gas sempre stato utilizzato per fare leva sulle decisioni dei vicini ex sovietici in materia di politica estera; sotto quello culturale e linguistico, frutto di una dominazione di lunga durata allinsegna della russificazione Zarista prima e della sovietizzazione poi; sotto quello etnico, mantenendo il 30% nella PMR e il 6% in Moldova di minoranza russa 58 (che diviene il 14% nella capitale) e infine sotto quello lavorativo. Mosca infatti in cima alle destinazioni possibili per chi parte per guadagnare uno stipendio pi dignitoso, senza doversi preoccupare delladattamento linguistico o delle acrobazie burocratiche necessarie per ottenere un passaporto romeno, passepartout indispensabile per raggiungere i paesi dellUe. Da parte occidentale invece, la liberalizzazione inauguratasi a cavallo del nuovo millennio ha portato progressivamente investitori stranieri nel paese, segnando una prima apertura al mondo dopo lesperienza sovietica. Le aspirazioni del paese verso ovest hanno ormai tralasciato le vecchie retoriche di riunificazione con la
57 http://www.balcanicaucaso.org/aree/Transnistria/Transnistria-un-passo-verso-l-unione-con-la- Russia-145846 58 Il censimento nazionale del 2004 riporta una presenza moldava dell80%, seguita da ucraini (7%), russi (6%), gagauzi (4%), bulgari (1%) e altri (2%). Per quanto riguarda la capitale, le statistiche condotte nello stesso anno contano un 68% di moldavi, seguiti da russi (14%), ucraini (10%), romeni (2,5%) e altri (5,5%). Dati ottenuti dal sito: http://www.statistica.md/pageview.php?l=ro&idc=295&id=2234
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Romania in favore di una pi generale integrazione allinterno dell Unione Europea dei flussi di beni e di persone:ad esempio, con essa recentemente stato firmato laccordo di associazione per listituzione di zone di libero scambio 59 ; mentre lipotesi di un entrata nellUe, spesso caldeggiata dalle frange pro europeiste, resta ancora piuttosto remota poich le condizioni necessarie per un invito ufficiale da parte di Bruxelles paiono ancora di difficile realizzazione. Abbiamo discusso in precedenza di come la Moldova non abbia indugiato pi di altri paesi, nel corso della sua transizione ventennale, ad avviare programmi di privatizzazione della terra e di liberalizzazione delle imprese statali. Nonostante questo, ha attratto un numero deludente di IDE 60 (vd. tab. 1.7) e ha sperimentato un crollo della produttivit specie nel settore agroalimentare che ha significato una perdita di otto punti percentuali per anno sino al picco negativo del 1999, in concomitanza con il collasso economico russo. In questo periodo stata quindi registrata una perdita complessiva del 60% del PIL del 1991 61 , dopodich il paese stato interessato (come tutta lEuropa orientale) da una crescita continua sino al 2008, quando ha risentito della crisi economica mondiale. Le difficolt strutturali che interessano passaggio dal sistema comunista a quello capitalista consistono principalmente nelle influenze della vecchia nomenclatura sui processi decisionali del nuovo stato, che si convertono in campagne di privatizzazione e di liberalizzazione condotte con poca trasparenza.
59 Un accordo simile per quanto riguarda larea balcanica, il CEFTA, stato gi firmato nel 2007 insieme ad altri paesi europei non ancora membri Ue. 60 Secondo il database dellUNCTAD, al dicembre 2006 la Moldova figurava quartultima nella classifica dei paesi ex comunisti per flussi di IDE, superando soltanto Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan nonostante la sua posizione molto pi favorevole per attrarre ricchezze anche dallEuropa Occidentale. 61 Spnu 2004
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Tab. 1.6 PIL della Rep. Moldova, 1990 2012 62
Queste difficolt hanno interessato anche la Moldova: specialmente per quanto riguarda la decollettivizzazione, gli interessi degli ex dirigenti, amministratori e pianificatori hanno condotto il partito agrario ad interromperne il processo dal 1994. Convertendo i kolchoz in grandi societ per azioni a conduzione statale hanno mantenuto i loro ruoli di potere allinterno, rallentandone per la competitivit, la produzione e il flusso investimenti esteri nel settore 63 . Lattrazione di fondi stranieri resta un nodo cruciale per levoluzione economica del paese, ma pare essersi arenata dopo la crisi del 2008. Andrea Lorenzo Capussela, consigliere del Ministro dell Economia Valeriu Lazar, considera il rafforzamento dello stato di diritto, la lotta alla corruzione e la riformulazione del sistema bancario i passaggi fondamentali per proiettare la Moldova nel mercato occidentale senza precludere i rapporti commerciali esistenti con la Russia e con i paesi della CSI (Comunit degli Stati Indipendenti) 64 . Attualmente gli IDE provenienti dai paesi europei rappresentano l80% di quelli totali, con Usa e Russia (e Israele e Giappone in misura minore) come principali
62 http://it.kushnirs.org/macroeconomia/gdp/gdp_moldova.html#p1_1 63 Gorton and White 2003. 64 Intervista ad A.L. Capussela, Agosto 2013, Chiinu.
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paesi investitori fuori dai confini del vecchio continente 65 . In questa classifica, lItalia risulta terza per numero daziende, dopo Russia e Romania, mentre si la quantit di capitali investiti
Tab. 1.7 IDE in Rep. Moldova, 1994 2012 (World Bank Database).
Nonostante i tentativi di ridurre lemorragia di forza lavoro e di far convergere capitali esteri nel paese, a sostenere leconomia del paese sono ancora le rimesse che i migranti moldavi inviano a casa, e che costituiscono circa il 30% del PIL nazionale. La diaspora moldava iniziata ormai quindici anni fa conta ad oggi il 17% 66 della popolazione allestero, cio circa seicento mila persone dislocate principalmente tra Russia, Ucraina, Romania, Italia, Spagna, Usa, Canada e Turchia: un processo inevitabile dopo la povert sperimentata negli anni 90, ma non privo di costi sociali elevati, che dividono lopinione pubblica. Oltre al rinomato work drain un nuovo tipo di drenaggio di risorse si affermato nel corso di questa ultima decade: il care drain, che priva le componenti pi deboli della societ cio bambini e anziani della presenza delle donne, emigrate allestero per far fronte al disagio economico. Questo
fenomeno ha comportato unulteriore lesione del tessuto sociale, dando vita al caso degli orfani bianchi, cio ragazzi con entrambi i genitori allestero, e a peggiorare la condizione gi grave dei pi anziani. 67
67 Per approfondire largomento in area est-europea cfr. Vietti 2010; Sacchetto e al. 2011; Vianello 2009.
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CAPITOLO 2 LA WESTERN ORIENTED CHIINU: SUCCESSIONI E SECESSIONI
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2.1 Chiinu: centro di una periferia. Sono arrivato a Chiinu una mattina di luglio e la prima cosa che ho fatto dopo aver lasciato i bagagli in appartamento stata andare nella bottega sotto casa. Non si trattava solo della fame dopo il viaggio, dovevo celebrare il mio arrivo in citt in questa maniera, e cio entrando in un minimarket e salutando la commessa con un bun ziu 1 . Questo perch quella che mi era rimasta pi impressa tra tutte le informazioni che avevo raccolto prima di partire era l avvertimento ricevuto da Natalia e dalla sua famiglia, il mio ponte principale tra la Moldova e Torino: Guarda che i moldavi non sono come gli italiani, sempre sorridenti e ben disposti. Diceva Vitali, il capofamiglia, Non aspettarti una grande accoglienza quando entri in un alimentari per fare un po di spesa: quando entri in negozio non salutare, non dire buongiorno e tutto il resto, perch danno confidenza solo dopo un po di volte che ti vedono. Magari ti sembrer un po strano, ma poi ti ci abitui!. E cos il battesimo della mia permanenza nella capitale avvenuto in un negozio di alimentari, tra un italiano sorridente che augura il buongiorno e una commessa che, se non fossi stato messo al corrente da Vitali, avrei considerato sordomuta.
1 Cio buongiorno in romeno.
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Questo aneddoto in realt pi significativo di quanto possa sembrare. Rimanda infatti, in un certo senso, alla questione etnico-nazionale che abbiamo affrontato gi nel precedente capitolo: i moldavi sono moldavi? bessarabeni? O sono pi romeni, russi, o romeni russificati? Questo perch tale atteggiamento di riservatezza considerato, quantomeno nel senso comune, pi appartenente agli slavi che ai latini (e difatti in Romania, alluscita da un minimarket, sareste accompagnati da un melodioso e quasi cantilenante la revedere!). Usciti dalla bottega, salita la ripida strada Lazo, in cinque minuti ci si ritrova in Bulevard (dora in poi Bd.) tefan Cel Mare: questa la strada pi importante della citt e il cuore della Moldova, dove sfilavano gli zar russi e i re romeni, dove si svolgevano le parate organizzate dal partito, e dove risiedono i grandi edifici del potere: il palazzo presidenziale, quello del governo e il parlamento. E poich l dove risiede il potere risiede anche il dissenso, sempre su questa strada che hanno avuto luogo le grandi manifestazioni di protesta come quella per lindipendenza e, pi recentemente, la cosiddetta twitter revolution. Chiinu certamente il centro pi grande e importante di un area che comprende ai suoi estremi Iai e Odessa. una citt viva, pulsante e con una buona tradizione storica alle spalle, ma non ancora una vera e propria metropoli come Bucarest, ad esempio. Il suo fascino deriva piuttosto dalle numerose aree verdi e cio parchi, giardini, cortili e boschi presenti al suo interno o dal suo panorama plurilinguistico, che mescola romeno e russo 2 e si avverte ovunque in citt, dalle insegne dei negozi ai discorsi delle persone. Il centro della capitale diviso longitudinalmente dal bd. tefan Cel Mare . Tra esso e il fiume Bc troviamo la citt vecchia pre-imperiale (partea de jos), mentre dal Boulevard fino alla collina si espande la citt costruita in epoca zarista (partea de sus). Il panorama attuale della citt vecchia non conserva testimonianze del glorioso principato indipendente di Moldova, ma soltanto a partire dalla tarda dominazione ottomana: lincendio durante la guerra russo-turca alla fine del XVIII sec. ha distrutto buona parte della citt e delle sue chiese 3 ,
2 Ma potremmo aggiungere anche moldavo ed ucraino, sebbene il primo sia solo una variante del romeno mentre il secondo una vera e propria lingua a s. 3 Il primo insediamento nellarea di Chiinu risale al 1436, nei pressi di una fonte chiamata Albioara. Semplice villaggio sino a fine 600, diviene il polo commerciale maggiore della Bassarabia nel corso del secolo successivo. Nel 1788, lanno dellincendio, Chiinu aveva quindi
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cosicch ledificio pi antico una chiesa che risale solo al 1752 (la biseric Mzrache). Con la conquista da parte dello zar, Chiinu viene scelta come sede della mitropolia ortodossa e capitale della regione imperiale bessaraba.
Fig. 2.1 Progetto di pianificazione di Chiinu del 1817, con lindicazione delle strade di transito. Si noti la rete di strade della citt vecchia, in nero, e quella progettata dal architetto russo Ozmidov. 4
Sebbene la pianificazione della citt fosse gi stata eseguita nella prima met del secolo, seguendo la scia delle altre citt dellimpero nellarea sud-occidentale, il periodo di sviluppo pi significativo coincide con la riorganizzazione territoriale che qualifica la Bessarabia come gubernia (provincia imperiale) e comporta la costruzione di nuove strade, scuole, ospedali, sedi governative e connessioni ferroviarie con le altre citt sudoccidentali dellimpero (come Odessa e Rostov). Lungo le nuove strade della citt zarista, dalla pianta perfettamente squadrata, sorgono palazzi eleganti in stile neoclassico che diverranno motivi di vanto per gli abitanti della capitale. Sotto la direzione del Bernardazzi vengono costruiti, tra le
gi 6 o 7 chiese, il che la rendeva una citt (trg medieval) a tutti gli effetti. (Cfr. Nesterov 2006, p. 271) 4 Ibid., p. 281.
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altre cose, due veri e propri simboli della citt, la chiesa greca-ortodossa e ledificio della Duma, oggi sede del comune.
Fig. 2.2 La sede della Duma cittadina (oggi sede del comune)
In questa citt dal centro rettangolare e squadrato, in linea con gli altri centri urbani dellimpero nellarea (e molto pi, dice Ciobanu, di quanto non lo fossero le stesse citt russe del nord, a partire da Mosca 5 ), tra palazzi ispirati alla tradizione neoclassica, chiese ortodosse costruite secondo linfluenza russa o sulla scia dello stile locale (come se ne vedevano nella Moldova [cio la regione romena] e in Bucovina 6 ) la variegata composizione della popolazione urbana conferisce alla capitale un certo carattere di eterogeneit linguistica e culturale. Funzionari e burocrati russi, mercanti greci, bulgari ed armeni, banchieri e commercianti ebrei rendono cos Chiinu una capitale dellEuropa sud-orientale e una degna rappresentante del complesso panorama linguistico della regione (nella sola Bessarabia, alla fine del XIX secolo, sono state attestate pi di 40 lingue diverse 7 )
5 Ciobanu 1925, p. 41 6 Ibid., p. 47. 7 King 2000, p. 12.
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Che Chiinu fosse una citt pi moldava o russa una questione dibattuta da tempo, e che assume risposte diverse a seconda del periodo al quale ci si riferisce. Trovandosi ai margini dellimpero, stata considerata da Mosca pi come un luogo adatto per spedirvi elementi indesiderati in esilio 8 che una citt facente parte dellimpero a tutti gli effetti. Sebbene a cominciare da Nicola I la regione avesse visto notevolmente ridotta la sua autonomia e lintroduzione del russo come idioma ufficiale avesse di fatto modificato il panorama linguistico locale, alcune testimonianze di viaggiatori dellepoca ci dicono che in un certo senso impossibile definire un carattere culturale dominante nella Chiinu del XIX secolo:
Tuttavia labbigliamento a ricordarti che ti trovi qui e non da un'altra parte. I moldavi coi loro copricapo di agnello e i lunghe mantelle di lana; i greci con i fez in testa, i bulgari, [] tutti questi si mischiano nelle strade, o li trovi sulle soglie delle case con le pipe in bocca, a dimostrare che la cosiddetta civilizzazione ha conquistato questa regione non troppo tempo fa. Vicino a questi residui dOriente ci si imbatte in una eleganza in frac, giunta da Vienna, coi guanti gialli in pelle sottile, e vicino alla bottega del barbiere armeno lorganetto suona le arie di Donizetti e Bellini, i valzer di Strauss; e non lontano dal venditore di vini della Bessarabia una donna venuta direttamente da Parigi apre la sua boutique. [] La lingua dominante nelle strade quella moldava, cio quella romena. 9
Oltre alle parole del giramondo polacco Straszewski, anche i russi Garsin e Vighel (questultimo vicegovernatore della regione nel 1823) evidenziano quanto la conquista russa non avesse ancora condizionato latmosfera linguistica e culturale della citt:
8 Tra coloro che sono giunti a Chiinu in esilio il personaggio pi famoso senzaltro Pushkin, che vi ha vissuto dal 1821 al1823. In citt il suo legame con la capitale celebrato dalla sua casa- museo, da una delle vie principali che porta il suo nome e dal busto che campeggia al centro del parco tefan Cel Mare. 9 Totui, costumele amintesc nc, c tu eti aici i nu n alt loc. Moldovenii, n cciuli de miel n mantale lungi, grecii n fesuri, bulgarii etc.,[] care se mic pe strzi, care stau lng pragurile caselor cu lulele; mrturisesc c aceast regiune nu aa de mult este cucerit de aa-zisa civilizaie. n rnd cu aceste rmie ale Orientului, se ntlnete elegana n frac, comandat la Viena, n mnui galbene de piele subire; lng armeanul brbier, flaneta cnt ariile lui Donizetti i Bellini, valsurile lui Strauss; n rnd cu vnzarea vinurilor basarabene, madame, care a venit direct din Paris, deschide magazin de mode. Kraszewski 1843, in Colesnic 2011, p. 121 e in Ciobanu 1925, p. 33. La traduzione dal romeno mia.
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Chiinu una citt che non ha nulla di russo. Nelle strade non si sente mai parlare in russo, ma soltanto in yiddish o in moldavo. 10
Nessuno di loro (gli abitanti di Chiinu) conosce il russo e non ha mai avuto la curiosit di vedere Mosca o San Pietroburgo; dalle loro parole si direbbe che considerino il nostro nord (la Russia) una terra selvatica. Al contrario, molti di loro andavano a Vienna. 11
Queste testimonianze riportate da Ciobanu sono per relative al primo periodo di dominazione di Mosca sullarea moldava. Se consideriamo il contesto linguistico testimoniato dal censimento del 1897 a quasi trentanni dal passaggio a regione imperiale possiamo gi rilevare una prevalenza russofona, poich il russo la lingua utilizzata tra ebrei (46%), russi e ucraini (30%), mentre i moldavi anchessi bilingui formano solo il 14% della popolazione della capitale (i restanti erano, in ordine di numerosit, polacchi, tedeschi, bulgari, armeni, greci, rom e turchi) 12 . Al momento dellunione con la Romania, dopo un secolo trascorso sotto legida dellimpero russo, i moldavi saranno divenuti secondi per nazionalit, ma la maggioranza di essi far ancora parte delle fasce pi umili della scala sociale 13 . Livezeanu (1981) arricchisce il dibattito con alcune osservazioni tratte dal periodo interbellico. Da Onisifor Ghibu, ad esempio, cita le parole di amarezza per la russificazione culturale e linguistica della capitale, un ostacolo significativo per compiere il percorso di inclusione della regione nella Grande Romania:
That almost all people there know Romanian has no significance at all, as long as today the Russian language remains the first class language and the Russian spirit rules over everything, and now in the towns all gladly speak Russian and read the Russian press the most often, hampering in every way the consolidation of Romanianization. 14
10 http://www.istoria.md/articol/440/Chi%C5%9Fin%C4%83u,_Capitala_Basarabiei_%C5%A2aris te 11 Vighel in Ciobanu 1925, p. 24 12 Sava 2010, pp.60-61. 13 Il viaggiatore tedesco Kohl, in citt nel 1838, riporta che i boiardi moldavi preferivano vivere piuttosto a Iai o a Odessa, e che a Chiinu sarebbe stato possibile trovare solo poche famiglie di questa estrazione sociale, come gli Sturdza e i Bal. Colesnic, 2011, p. 119. 14 Universul, 3 Settembre 1936, cit. in Livezeanu 1981a, p. 333.
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Se la citt vecchia resta un gomitolo di stradine sulle quali si affacciano case basse, locande e chiese ricostruite ad inizio 800 secondo lo stile moldavo 15 , e quella nuova russa si apre alla modernit grazie al genio del Bernardazzi, durante le due guerre viene avviato un rimodernamento infrastrutturale significativo, mentre si popolano progressivamente alcune zone nellimmediata periferia, che diverranno parte della citt a tutti gli effetti soltanto dopo la ripianificazione urbanistica operata dai sovietici. Ai tempi di Ciobanu (cio gli anni 20) queste aree sono poco pi di villaggi rurali molto prossimi al nucleo urbano, tanto che, dice lo storico, la vita della citt, rumorosa e sconosciuta, pare che non sia mai davvero passata di qui 16 . Dal punto di vista architettonico la capitale non risente troppo delle influenze stilistiche in voga nel resto della Romania: il teatro nazionale costruito nel primo dopoguerra, ad esempio, prosegue il percorso stilistico neoclassico gi ben affermatosi nel corso del secolo precedente, mentre i motivi tradizionali (riferiti al periodo medievale 17 ) caratteristici dallo stile neo-romeno attecchiscono maggiorente a Bli, seconda citt della regione. 18
Distrutti circa il 70% dei suoi edifici nel corso della seconda guerra mondiale 19 , Chiinu risorge sotto le vesti della citt socialista progettata per mano di Aleksej Sciusev, noto architetto di regime. Nonostante i primi anni successivi al conflitto siano stati impiegati per ricostruire molti edifici storici, il centro viene ripensato in unottica di sviluppo dei trasporti e della viabilit, a detrimento degli spazi di interazione sociale. La citt a misura di auto, pullman, tram e filobus impone nuovi sbocchi stradali, a costo di eliminare il patrimonio storico rappresentato dalla citt vecchia. Questa costruzione aggressiva della nuova citt socialista cancella quindi parte delle stratificazioni precedenti, come le chiese del XVIII secolo, le vecchie fonti dacqua det medievale e il reticolo di vie caratteristico della citt pre-zarista, sostituendo quelle che erano considerate tracce di un passato feudale o borghese per lasciare spazio allavvenire comunista.
15 Ciobanu 1925, pp.46-47 16 Ibid., p. 47. 17 Con periodo medievale si intende la storia moldava sino alla conquista zarista. 18 Quello che in Romania viene definito Stile neo-romeno in Bessarabia assume il nome di Stile tefan cel Mare Nesterov 2011a, p. 97. 19 Nesterov 2011b, p. 136.
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Alcuni di quei luoghi che in passato avevano rappresentato il potere politico o religioso vengono sostituiti dallo stile imponente promosso prima dal realismo socialista 20 e successivamente dal modernismo socialista: il trionfo della tradizione culturale classica russa si impone in citt con linaugurazione del Teatro di Opera e Balletto, costruito gi nel 1954, cio pochi mesi prima della famosa svolta architettonica dettata dal PCUS che imponeva ladozione di uno stile iperfunzionalista e lassenza di decorazioni e dettagli, mentre negli anni sessanta, l dove sorgeva la Casa Eparhiala sede della mitropolia locale sino a quando non stata distrutta dai sovietici durante la guerra stato costruito lattuale palazzo del governo 21 .
Fig. 2.3 Teatro di Opera e Balletto
Lindustrializzazione avviatasi negli anni 50 e i relativi flussi di funzionari da altre repubbliche sovietiche (Russia, Ucraina e Transnistria) e di lavoratori dalle campagne impongono uno rapido sviluppo delle strutture abitative e lorganizzazione di interi quartieri secondo la logica ispirata a quella citt giardino gi ideata da Howard.
20 Nesterov (2011b, p.139) definisce questo stile come un mix eclettico di architettura classica europea [] con spunti dalle creazioni dei maestri del Rinascimento italiano che possono essere facilmente riconosciuti nella composizione delle facciate, nelle forme delle finestre [] e negli inserti riferiti alle decorazioni di una supposta tradizione nazionale. 21 Gli esempi pi vividi del modernismo socialista nella capitale sono rappresentati dallHotel Cosmos e dallHotel Chisinau. Cfr. http://chisineu.wordpress.com/2013/09/16/modernismul- socialist/
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Dopo una prima fase in cui vengono edificati condomini a quattro e cinque piani, a partire dagli anni sessanta i quartieri che oggi conosciamo come Buiucani, Rcani, Ciocana e Botanica diventano i luoghi di residenza del proletariato della capitale, in seguito al programma di prefabbricazione pesante che ha caratterizzato tanti centri urbani dellURSS (e, in misura minore, del blocco socialista). Cos come il concetto di Unione Sovietica tenta di minimizzare le differenze nazionali riducendole ad appendici del cosmopolitismo sovietico 22 , alla stessa maniera la standardizzazione abitativa annulla ogni distinzione allinterno della popolazione in termini di stile di vita e condizioni residenziali (nomenclatura esclusa, come vedremo in seguito).
Fig. 2.4 Le porte della citt in Bulevardul Dacia durante il periodo sovietico.
In questa maniera a Chiinu sorge, al di fuori del centro, una serie di complessi abitativi intervallati da aree verdi, infrastrutture e negozi, che conferisce quel panorama tipico della citt socialista. Proprio i due palazzi giganteschi da ventiquattro piani costruiti allingresso della citt divengono il nuovo simbolo della capitale durante lepoca (e lepica) sovietica.
22 Questa logica non ha mai interessato la nomenclatura comunista nella Moldova sovietica. Come fa notare King (2000, p.100), tutti i segretari di partito della storia della RSSAM sono stati, fino al 1989, soltanto di provenienza ucraina, russa o transnistriana.
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Abbiamo considerato a pi riprese la storia della regione, soffermandoci sul suo carattere di terra contesa e sulle trasformazioni linguistiche, culturali, demografiche che ogni dominazione ha comportato. Allalba della nuova esperienza come entit nazionale indipendente, la costruzione di una identit collettiva forte passa attraverso lennesima risemantizzazione dello spazio pubblico, unarena che ogni nuova fase storico politica si era preoccupata di modificare secondo i suoi canoni ideologici e culturali. Il luogo in assoluto pi significativo negli anni della perestrojka era divenuta larea davanti al palazzo del governo, dove la popolazione si radunava per dibattiti pubblici, manifestare il proprio dissenso e richiedere nuove riforme, e che dopo lindipendenza stata rinominata appunto Piazza della grande adunata nazionale. Questarea era stata pianificata durante il progetto di Ozmidov del 1817 e in et sovietica rinominata Piazza della Vittoria e riorganizzata con linstallazione di un complesso monumentale dedicato a Lenin e la successiva costruzione del palazzo del governo: era dunque il luogo predisposto per gli avvenimenti pubblici, le parate e i discorsi delle personalit della nomenclatura comunista nella capitale. In linea con le necessit di un grande spazio vuoto pi che di una piazza vera e propria formatasi per fini commerciali o di interazione sociale, questarea non era una piazza ogni giorno dellanno, ma lo diveniva solo in determinati momenti chiudendo al traffico il Boulevard tefan cel Mare, che la trapassa longitudinalmente 23 . La piazza che conserva dunque lo spirito del luogo e porta con se un forte valore storico per gran parte dellanno un corso a scorrimento veloce per gli automezzi, pregiudicando ogni velleit di incontro, relazione e interazione 24 . La riconfigurazione post-socialista di luoghi, denominazioni e significati partita proprio da questa piazza, attraverso la rimozione del complesso monumentale dedicato a Lenin. La grande statua attualmente stata ricollocata insieme a quelle
23 Questarea resta ad oggi lunica grande piazza della capitale e in occasioni delle grandi feste nazionali o cittadine il grande corso viene chiuso al traffico come avveniva durante il comunismo. 24 Nel suo saggio su Brasilia James Holston rimarca quanto lo sviluppo rapido e disarmonico della citt brasiliana abbia comportato una espansione improntata sui trasporti e la viabilit, nella quale pare che siano ammessi solo gli automobilisti e mai i pedoni: in Brasilia there are no urban crowds, no street corner society, no sidewalks, no squares. Holston in Low 1999, p. 250.
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di Gorkij e Marx allinterno ironia della sorte della nuova area fieristico- commerciale Moldexpo, adiacente al grande parco cittadino Valea Morilor. Spodestato Lenin dalla grande piazza, rimossi Marx ed Engels dallentrata del Parlamento, il nuovo stato nazione elabora la sua identit attorno alla figura di tefan cel Mare, dando il suo nome al grande corso della capitale e ricollocando la sua statua 25 allentrata del parco comunale (chiamato anchesso col nome del condottiero moldavo).
Fig. 2.5 - Gorkij, Lenin e Marx nella loro nuova collocazione a Moldexpo.
Il Boulevard che seziona il centro porta con s ogni fase della storia della citt, poich ogni re o leader della potenza dominante ha visto dedicata a s questo corso: prima Moskovskaya e Alexandrovskaya in et imperiale russa; Alexandru
25 Il monumento a tefan cel Mare stato costruito durante il periodo interbellico dallo scultore ChiinuienoAlexandru Plmdeal e conservato per alcuni anni in Romania per evitare che cadesse in mano ai sovietici. Dopo la guerra stato ricollocato nel parco, ma in posizioni diverse durante gli anni nel tentativo di allontanarlo dalla strada principale e di retrocederlo in una posizione meno in vista. Questi provvedimenti erano stati adottati dal partito al fine di ridurre al minimo affetti e sentimenti nazionalisti da parte della popolazione moldava.
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cel Bun e Re Carol II durante la Grande Romania; Leninskaya nellURSS e infine tefan cel Mare dal 1991. Questa sorta di schizofrenia odonomastica dettata da motivi ideologici stata mal sopportata dalla popolazione specialmente nel corso del secolo scorso, e questa ha di fatto comportato delle denominazioni parallele, cio delle discrepanze tra quelle ufficiali e quelle utilizzate dalle persone quotidianamente (che si rifacevano ai nomi usati sino al momento della modifica) 26 . Negli ultimi ventanni tra coalizioni democratiche pro-europeiste, istanze unioniste panromene, nostalgie del periodo sovietico e colpi di coda del partito agrario il processo di ridefinizione identitaria si tradotto in una singolare guerra dei simboli che ha coinvolto nellagenda politica scelte toponomastiche e eventuali rimozioni, dislocazioni e costruzioni di monumenti. In Bd. Renaterii, il corso costruito nel dopoguerra al centro della citt vecchia, e che stato rinominato pochi anni fa Bd. Grigore Vieru in occasione della scomparsa del pi celebre poeta moldavo contemporaneo (una figura di certo non filorussa), la statua dedicata ai giovani del Komsomol stata anchessa oggetto di proposte di ricollocazione a Moldexpo, che diverrebbe cos una sorta di cimitero di monumenti comunisti 27 . Al fine di ristabilire il legame con la tradizione latina misconosciuto dalle retoriche sovietiche una lupa capitolina stata ricollocata davanti al museo di storia nazionale nel 1990; mentre risale a questanno linaugurazione del monumento dedicato alle vittime del comunismo - un treno in bronzo composto da figure antropomorfe posto dinanzi alla stazione ferroviaria che ha provocato polemiche tra alcuni partiti di destra e il partito comunista.
26 Paslariuc 2011, p. 217. 27 Questa sarebbe una soluzione non cos bislacca: numerose citt ex-socialiste hanno riservato uno spazio delimitato a monumenti e residui del vecchio regime, catalizzando con discrete fortune le attenzioni dei turisti (gli esempi pi famosi sono il Grutas Park a Vilnius e il Szoborpark di Budapest).
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Fig. 2.6 Il Museo Nazionale di Storia con la lupa capitolina al suo ingresso 28
Crollato il concetto Sovietico di appartenenza identitaria, la polarizzazione sul piano linguistico-nazionale tornata ad essere la lente principale secondo la quale leggere la realt politica e ideologica: lattenzione riposta da media, partiti e opinione pubblica sulla questione dei monumenti e delle denominazioni toponomastiche ripercorre infatti lopposizione pro-europeista/pro-russo e romenofoni/russofoni. Nonostante ci, al di l delle speculazioni politiche, il cleavage linguistico resta senzaltro quello pi pregnante e sentito dalla popolazione della capitale: avremo modo di vedere pi avanti quali forme assume questo fenomeno in citt. I prossimi paragrafi del capitolo sono dedicati alle recenti trasformazioni del panorama urbano del centro della capitale: prenderemo quindi in considerazione il processo di sostituzione di alcuni edifici storici della citt con nuove costruzioni generalmente hotel, uffici, complessi residenziali sorte nel corso di questi ultimi ventanni. La minaccia che questo tipo di ristrutturazione post-socialista
28 Il monumento della lupa era stato donato dallItalia alla Romania nel primo dopoguerra, ed era stato posizionato davanti allo Sfatul arii, il palazzo del parlamento Bessarabeno che aveva votato lunione con la Romania nel 1918. Distrutto dai sovietici, la Romania ne ha donata una nuova copia alla Moldova nel 1990.
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rappresenta per le precedenti stratificazioni della citt si configura come unulteriore argomentazione nei confronti del discorso transizionalista. Successivamente lasceremo spazio ad uno studio di caso relativo ad una riqualificazione dal basso di un luogo storico della citt per poi concludere la sezione con un focus sulle modalit e i significati di talune soluzioni residenziali sorte in citt.
2.2 Sostituire la citt storica con una nuova di zecca: cosa accade al centro di Chiinu? Devi vederla, una porcheria senza senso! Praticamente hanno distrutto tutto il vecchio edificio lasciando intatta soltanto la facciata, ma adesso ci costruiranno una cosa totalmente nuova alle spalle! Sts cammina spedito per le vie del centro, mi sta conducendo verso un piccolo cantiere nel cuore della citt. Da poco laureatosi in architettura, poliglotta e subito entusiasta del progetto di ricerca, non sarebbe potuto che diventare il mio migliore informatore sul campo. Vedi questo teatro, sulla sinistra? mi dice, mentre passiamo da strada Bucureti, nella partea de sus, Questo ha un senso, lo hanno fatto i comunisti, in stile modernista certo magari non sar geniale ma almeno ha senso. Ma certi nuovi palazzi che stanno costruendo sono terribili, o quantomeno non dovrebbero mai stare in centro. Allinterno del processo di ristrutturazione della citt post-socialista la conservazione del patrimonio culturale si rivelata essere una questione di primaria importanza, e per questo non trascurabile nemmeno sul piano accademico. Come possibile che il passaggio alla democrazia e alleconomia di mercato stia configurandosi come una minaccia per le precedenti stratificazioni storico- culturali, e in misura maggiore di quanto non lo sia stato il periodo comunista? E a quali cause far risalire gli effetti perversi generatisi da questa nuovo paradigma?
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La critica delle scienze sociali al transizionalismo trova quindi unennesima conferma in casi di questo genere, poich vengono alla luce regressioni e criticit che sconfessano qualsiasi lettura evoluzionista. La metamorfosi del centro della citt comprende una serie di fenomeni piuttosto caratteristici della citt post-socialista, ma non per questo meno degni di essere sviscerati nel contesto specifico di Chiinu. Ho tentato di raccogliere le complesse trasformazioni del centro seguendo quattro diverse direzioni: la distruzione del patrimonio architettonico, lo stravolgimento del panorama urbano, la gestione dei numerosi edifici abbandonati e in rovina, lerosione degli spazi pubblici e la loro iper-commercializzazione. Una rete di cause politiche, economiche e socio-culturali pu rivestire il ruolo di comune denominatore: quando convergono degli interessi e dei capitali privati significativi, una corruzione diffusa su diversi piani della struttura istituzionale, delle forme di connivenza a livello locale e nazionale ed una sorta di impotenza da parte degli organi di controllo allora si assiste a dinamiche come quelle cui abbiamo accennato pocanzi. Virgil Paslariuc illustra il meccanismo alla base dellimpoverimento artistico del centro concentrandosi sulle imperfezioni del programma di restituzione di questi beni immobiliari e sulle conseguenze che questo ha generato:
The issues of ownership relations have generated problems with the national assets. In the Republic of Moldova, unlike in Romania 29 , the state was not interested in enacting laws that would have allowed the restitution of the assets confiscated by the authorities in Communist times (for example, foreign citizens do not have the right to own real estates in the Republic of Moldova []). Because of this, in Chiinu the vast majority of the owners of historical buildings are not concerned with their value, their only concern being the income they can generate. Therefore, society watches helplessly as the Chiinu architectural historical heritage becomes ruined[sic]. After 1990, over 150 monuments were destroyed, all of them included in the Republic of Moldova Register of Historical Monuments (adopted in 1993). The imperfections in legislation and the venality of some of the public servants in charge of heritage management caused the disappearance of monuments that used to be the citys calling card. 30
29 Per il caso romeno vedi Costantinescu 1991. 30 Paslariuc 2011a, p. 218.
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In base a questa logica speculativa possedere un lotto di terreno in centro significa poter gestire un bene estremamente redditizio. Ne consegue che gli edifici di valore storico e culturale che occupano questi lotti vengono percepiti come un ostacolo da abbattere per potervi costruire strutture pi appetibili sul mercato, come hotel, residence, negozi, ristoranti, uffici etc. La posizione spaziale (una propriet in centro) assume cos molto pi valore di quella temporale (un edificio storico) 31 , scatenando il processo di commercializzazione di spazi e luoghi un tempo significativi per la memoria storica locale. In questo senso, Chiinu sta vivendo un nuova (lennesima) fase di ri-semantizzazione (o di de- semantizzazione, a seconda di quanto si interpreti questo processo in chiave post- moderna) del suo profilo urbano.
La distruzione del patrimonio architettonico: Ion tefani dal novembre 2009 (conseguentemente al cambio di governo) il direttore dellAgenzia di Ispezione e Restauro dei Monumenti (AIRM), un organismo nato gi nel 2006 ma mai davvero attivo per i suoi primi tre anni. Il suo studio sullo stato attuale del patrimonio culturale a Chiinu il primo dopo ventanni di completo disinteresse per la questione. Dei 977 beni con statuto di monumento protetto di categoria locale o nazionale (registrati nella Legge per la protezione dei monumenti, nr. 1530-XII, 22.06.1993), circa il 25% sono stati demoliti o si trovano in condizioni disastrose. Cos nella capitale gli edifici demoliti sono 81 (moltissimi dei quali nel centro), tra questi 44 nel periodo 1993- 2006 e gli altri 37 in soli cinque anni, dal 2006-2011. Inoltre altri 160 palazzi hanno subito interventi illeciti che ne hanno pregiudicato lautenticit e lintegrit, mentre 17 sono lasciati cadere in rovina 32 . A permettere questa situazione di totale anarchia 33 in primo luogo il malfunzionamento delle autorit pubbliche e di quelle giudiziarie, poich le prime spesso emettono permessi e autorizzazioni anche quando il registro nazionale dei monumenti non lo consentirebbe, mentre le seconde spesso non accolgono le
31 Ibidem. Cfr. anche Bernea 1997. 32 I. tefani, Not informativ pentru edina de Guvern din data de 06 iulie 2011 privind obiectivele de arhitectur i arheologice. Cfr. anche tefani 2010; Miron 2007. 33 Musteaa in tefani 2010, p. 18.
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istanze della societ civile e raramente perseguono chi trasgredisce la legge in questo specifico ambito. Quindi non si tratta tanto di debolezze del sistema legislativo in s quanto piuttosto di una sua mancata implementazione: chi ha intenzione di infrangere la legge distruggendo un edificio protetto o di apportarvi modifiche, pi che aggirare le regole in materia o tentare di far rimuovere il dato monumento dal registro nazionale 34 , pu far leva su funzionari compiacenti e sulla debolezza dello stato di diritto.
Fig. 2.7 Manifestanti davanti alledificio di strada Prcalab 71.
Un esempio perfetto di sostituzione di un edificio significativo del centro con una nuova costruzione meglio spendibile sul piano commerciale occorso nel 2011 al civico 71 di strada Prclab: in origine ufficio ipotecario dinizio XX secolo e successivamente ufficio postale della citt, stato poi demolito a causa del nullaosta ricevuto dagli uffici comunali. Nonostante alcuni enti statali di controllo avessero segnalato la situazione di pericolo, gli investitori hanno sfruttato dei
34 Sempre tefani mi riferisce in unintervista che un caso del genere si verificato nel 2006, quando il Governo ha demolito nel giro di ventiquattro ore il Conacul Teodosiu, una villa urbana del XIX secolo protetta dalla legge del 1993 come monumento di valore nazionale. Lordine giunto in forma verbale, e si proceduto alla demolizione senza alcun documento firmato. Pochi giorni dopo il Governo, per mezzo del Ministero della Cultura, ha tentato di rimuovere ledificio dal registro dei monumenti protetti.
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permessi di demolizione di un edificio adiacente per abbattere anche gran parte di quello protetto dallo stato, agendo senza intoppi grazie alla connivenza di alcuni componenti della giunta comunale. Sebbene la questione abbia ottenuto risonanza nazionale grazie alle pressioni della opinione pubblica, dellAIRM e di alcuni media, il gruppo imprenditoriale Leogrand riuscito comunque a portare a termine i suoi progetti costruendo un hotel di lusso. Questa vicenda ha rappresentato un nuovo inizio per la societ civile locale, che da allora ha esercitato una funzione di controllo e di protesta nei confronti di questi abusi Il gruppo di attivistiPotaii Chiinului (I postini di Chiinu) quello che ha organizzato con maggior forza incontri dinformazione, manifestazioni e contestazioni nei confronti dei rappresentati del comune che hanno approvato la demolizione di strada Prclab. Nonostante questo, due anni dopo un altro albergo pluripiano ha rimpiazzato un edificio di valore nazionale, sempre in centro (strada Sciusev 52) a causa di un funzionario corrotto facente parte del Ministero della Cultura. Questo fenomeno che abbiamo definito di successione della nuova citt a detrimento di quelle precedenti ( che siano testimonianze del passato medievale, zarista, romeno o comunista) comprende dunque la creazione di spazi commerciali, banche, uffici e hotel ma anche lespansione del settore residenziale: proprio in centro nascono ogni anno giganteschi palazzi che attraggono le ambizioni abitative di una popolazione urbana di nuovo in crescita e vicina a tornare ai livelli pre-indipendenza 35 . Nel cuore della citt vecchia, in strada Colina Pushkin, un complesso locativo da quindici piani attualmente in costruzione dopo che un altro immobile di valore storico-artistico nazionale stato spazzato via dai bulldozer, mentre a qualche centinaio di metri sta sorgendo una gated community (cfr. 2.4) che tenta di abbinare la posizione ultracentrale alle aree verdi presenti in quellarea della citt medievale. Uno dei problemi pi sentiti dai cittadini della capitale senzaltro quello dei trasporti e della viabilit. Il traffico si congestiona facilmente in molte ore del
giorno, a causa di un numero di auto che cresce anno dopo anno, delle strade troppo strette e di un trasporto pubblico ancora da perfezionare. Sebbene Chiinu non possa definirsi una citt frenetica n abbia le dimensioni di una metropoli, sapersi muovere in citt un attributo fondamentale per la sopravvivenza quotidiana, ed quindi la prima vera lezione da apprendere per chi vi giunge per la prima volta. Superata la prova di bus e filobus, relativamente agevole, lesame vero giunge con i cosiddetti maxitaxi (rutiera in romeno, marshrutka in russo), dei van da quindici posti a sedere, con un tragitto predefinito descritto in poche tappe su di un cartello sul parabrezza. Non esistono vere e proprie fermate, se non l dove si radunano spontaneamente delle persone che devono salirci: una volta a bordo, si paga lautista (preparate i soldi sempre prima, o tirare le banconote fuori dal portafoglio diverr un numero da circo col quale divertire gli astanti) e si assume la posizione che consentita da quella porzione di spazio non occupata dagli altri trenta passeggeri incastrati fra loro. Questo spettacolo cos tragicomico dal di fuori, poich mostra decine di persone ammassate in uno spazio minuscolo e di conseguenza una serie di sederi pressati sui finestrini, assume contorni decisamente pericolosi quando lo si vive dal di dentro: pi duna volta mi capitato di viaggiare col naso a pochi centimetri dal parabrezza, ad ogni incrocio sempre pi convinto che non avrei mai terminato la mia ricerca sul campo senza una visita allospedale comunale. Un vero autista di marshrutka, infatti, ignora quasi deliberatamente qualsiasi limite di velocit e diritto di precedenza, garantendo per la soluzione pi rapida ed economica per raggiungere ogni angolo della citt. La questione traffico e viabilit ha gettato, non meno di quella residenziale e di quella commerciale, una ombra minacciosa sulleredit storica della citt vecchia. Come abbiamo ricordato precedentemente, i comunisti avevano gi eliminato parte di questa eredit costruendo un grande corso che la sezionasse in due parti, cancellando buona parte di quella rete di stradine, case basse e accrocchi tipici del passato pre-Zarista. Il piano urbanistico zonale (PUZ) del 2007 ha ripreso unidea gi elaborata dagli urbanisti moscoviti nel 1989, che prevedeva la creazione di una seconda arteria (il Bd. Cantemir) alternativa al Bd. principale, cos da smaltire meglio il traffico in centro e iniziare unopera di rimodernamento del centro citt.
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Questo progetto stato criticato duramente da buona parte della societ civile e da architetti ed urbanisti locali e stranieri, che ne hanno messo in evidenza i punti deboli: anzitutto ampliare lattuare strada Cosmonauilor rendendola un Boulevard comporterebbe la distruzione dello storico tessuto urbano della citt vecchia, e con esso molti edifici di valore artistico riconosciuto dal registro nazionale del 1993.
Fig. 2.8 Il nuovo centro citt secondo il Piano Urbanistico Zonale (PUZ) del 2007
Mihail Karechi, direttore dello studio di urbanistica e architettura Chiinu Proiect incaricato della preparazione del PUZ propone una lettura diversa della situazione, che rimanda ad inadeguatezze relative alla legislazione in atto:
In primo luogo si dovrebbe riproporre una base scientifica, una base analitica molto pi seria. E per ogni singolo obiettivo [cio ogni bene artistico protetto dalla legge] dovrebbe esserci una commissione speciale, formata di architetti, storici e veri esperti della materia [] Quando hanno fatto la legge stata preparata anche la lista di monumenti da proteggere, ma se ne sono occupati
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semplicemente i funzionari della sezione architettura del comune, e per ogni edificio dicevano Questo lo includiamo! E anche questaltro lo includiamo e cos via quel registro non affidabile. 36
Pi che il rischio di compromettere il patrimonio architettonico, il vero pericolo secondo Karechi consiste nellimmobilismo indotto dallattuale legislazione attraverso le classificazioni poco attendibili condotte in passato. In ogni caso, i costi proibitivi per le casse comunali (200 mln di euro), la possibilit di sviluppare le potenzialit ancora inespresse del lungo fiume (la strada tratteggiata collocata in alto nella fig. 3.2) e la totale stroncatura ricevuta nellAprile 2013 dal Ministero della Cultura lascia intuire una archiviazione definitiva del progetto.
Lo stravolgimento del panorama urbano: La ristrutturazione post-socialista del centro non si esaurisce con la sparizione del patrimonio architetturale, ma contempla la trasformazione del panorama urbano entro nuovi parametri. Autorizzazioni aleatorie e permessi ottenuti non sempre in maniera cristallina contribuiscono a spiegare lanarchia stilistica che cos caratteristica di molte citt ex-comuniste.
Fig. 2.9 Uno studio di pianificazione matrimoniale nel cuore della citt vecchia
36 Intervista con Mihail Karechi, 04/09/2013.
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Esercizi commerciali (comprese di insegne e cartellonistica), uffici, villette e case a due o tre piani, ma anche supermercati, centri commerciali e palestre compongono questa impressionante sinfonia satura di segni 37 non semplicemente distribuiti in tutta la citt, ma compressi in un centro che ormai sinonimo di disorientamento e frammentazione del paesaggio urbano Spesso i nuovi capitali tentano di aggirare la legge di protezione dei monumenti costruendo alle spalle degli edifici storici ma nel loro stesso lotto di terreno. In questa maniera la facciata delledificio viene conservata ma il complesso viene totalmente stravolto dalle nuove costruzioni, come nel caso di Casa Krupenski, che da qualche anno sovrastata dallhotel pluripiano Crown Plaza.
Fig. 2.10 Il progetto da poco divenuto realt dellhotel Crown Plaza.
In giro per le strade della partea de jos insieme a Vladimir U, artista, attivista e fondatore dellassociazione Oberliht, passiamo per la casa-museo Pushkin, dove lo scrittore aveva trascorso i suoi due anni nella capitale e aveva iniziato a scrivere lEvgenij Onegin. Uscendo dal retro delledificio, un panorama distopico si estende davanti a noi: a contornare il cielo plumbeo sulla sinistra si staglia un cantiere di un complesso residenziale multipiano, mentre a destra simpone alla
37 Hirt 2012, p. 175.
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vista il palazzo dellateneo di scienze economiche, verde e grigio, totalmente disconnesso dal resto dallambiente circostante. Vladimir sorride e commenta: Chiinu cos, come un videogioco, entri da una parte e se esci dal retro trovi in un altro mondo, un altro livello totalmente diverso!
Vita sociale degli edifici vuoti 38 : Unaltra caratteristica piuttosto evidente del paesaggio del centro il gran numero di edifici vuoti, abbandonati o in rovina. Molte di queste costruzioni hanno un valore storico ed artistico significativo, ma si trovano in stato di degrado, invase dalle erbacce, talvolta vandalizzate e distrutte al loro interno. In citt non inusuale imbattersi in eleganti ville dalle facciate scrostate e ricoperte dalledera, o in vecchie infrastrutture del periodo comunista, come la funicolare che connetteva le due estremit del quartiere di Buiucani. Se in alcuni casi il mancato restauro dei beni architettonici dovuto al budget assai risicato che viene riservato per questi scopi, le condizioni disastrose di altri palazzi storici sono causati da precise scelte imprenditoriali: i privati che posseggono un edificio di questo tipo ma intendono demolirlo, al fine di costruirci propriet pi redditizie e proseguire cos il triste processo di sostituzione (o successione, come suggerisce il titolo del capitolo di cui abbiamo parlato, lasciano che questo si degradi sino ad essere giudicato dalle autorit competenti ormai compromesso e non pi restaurabile 39 . Nella centralissima strada Bucureti, fiore allocchiello della raffinata citt ottocentesca, si trova una delle pi belle ville urbane della capitale, opera del Bernardazzi ed ex residenza di un boiardo: il palazzo Ricanu-Derojinschi ha lentrata sbarrata e la solita targhetta dorata allingresso come per ogni edificio di valore nazionale inserito nel registro ma le finestre non sono sbarrate, consentendo laccesso praticamente a chiunque. Per scattare qualche foto e vedere in che condizioni versa al suo interno, io e Sts ci intrufoliamo con agilit passando da una finestra, cercando di non dare troppo nellocchio.
38 Ho mutuato questa espressione dal brillante titolo del saggio di Mathijs Pelkmans, The social life of empty buildings. Imagining the transition in post-Soviet Ajaria, a sua volta ispirato al concetto di vita sociale degli oggetti partorito da Appadurai. 39 Dallintervista con il dott. Ion tefani,0 5/08/2013.
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I murales tra le antiche ed eleganti colonne, la vegetazione fittissima nel cortile interno e i vari cedimenti al piano superiore lo hanno reso un deserto di detriti tanto affascinante quanto avvilente.
Fig. 2.11 Linterno del Conacul Ricanu-Derojinschi
Espropriato dai sovietici in quanto residenza di una famiglia aristocratica, questo palazzo poi stato utilizzato per ospitare il Consiglio Supremo del Soviet. Nel 2009 stato rilevato da una compagnia privata che progetta di costruirvi al suo posto un hotel e un centro commerciale una volta che ledificio sar considerato ormai in rovina e quindi da abbattere. Ma il caso forse pi eclatante, esulando dalla questione relativa ai beni culturali inseriti nel registro del 1993, rappresentato dal Circo cittadino. Costruito nel 1981 e chiuso nel 2005, il comune lo ha recentemente inserito nellagenda delle privatizzazioni 40 , alla ricerca di investitori che lo ristrutturino e lo promuovano, ma attualmente resta una gigantesca arena abbandonata, dai tratti rigorosi tipici del modernismo comunista dal di fuori, ma desolatamente lasciata a s stessa al
40 Cfr. Moldova Privatisation. State enterprises exposed to privatization, February 2013, business advisory del Ministero dellEconomia della Repubblica Moldova.
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suo interno. Un allegoria impeccabile del complesso processo di transizione economica.
Fig. 2.12 Il circo di Chiinu.
Fig. 2.13 Linterno del circo cittadino.
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Lerosione degli spazi pubblici e la loro commercializzazione: Le forme pi aggressive delleconomia di mercato sono in grado di stravolgere lintegrit di edifici e luoghi significativi nel contesto locale. Se pi avanti ci occuperemo di come lespansione del settore residenziale possa divenire una minaccia per le aree verdi e gli spazi pubblici in molti quartieri della capitale, qui consideriamo il conflitto tra gli spazi commerciali e quelli di patrimonio pubblico contestualmente al centro citt. Appendice di una globalizzazione talvolta troppo invadente, un franchising della catena di pizzerie Usa Sbarro ha rischiato di gettare le sue radici in piazzetta Europa, davanti allingresso principale del grande parco cittadino. Proprio l si radunano alcuni attivisti civici per dibattiti e incontri di informazione, l dove comincia anche lalea clasicilor, un viale che sezione tutto il parco ed delimitato dai mezzibusti delle figure storiche pi importanti dellarea culturale moldava. Sebbene in tutto il parco siano ammessi piccoli chioschi di vario genere, dai venditori di kvas 41 alle mini-caffetterie e ai frighi di bevande e gelati, lapertura della pizzeria avrebbe comportato un totale stravolgimento di quellarea, che sarebbe divenuta lennesimo luogo dedicato prevalentemente al consumo e non pi uno spazio pubblico di interazione e un bene comune dal forte contenuto simbolico. stato necessario lintervento della societ civile per mezzo di varie proteste, picchetti e delle lettere inviate sia agli organi istituzionali che al CEO di Sbarro per scongiurare definitivamente la realizzazione del progetto. Un altro esempio valido rappresentato dalla disputa tra il gigante GreenHillsNistru e la Biblioteca Nazionale scaturita dal progetto di costruzione di un centro commerciale in pieno centro, a ridosso della biblioteca e nellarea di pi alto valore storico e culturale della capitale (a pochi metri si trovano una chiesa del Bernardazzi, due musei e il palazzo nazionale, oltre alla biblioteca stessa). Nellillustrazione (fig. 3.6) sono indicate le trasformazioni apportate dal 91 ad oggi nella strada della Biblioteca Nazionale. Il centro commerciale, se verr ufficialmente approvato 42 , nascer nellarea rosa allimmediata destra della biblioteca.
41 Bevanda tipica russa ottenuta per mezzo della fermentazione del pane.
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Fig. 2.14 Evoluzione di strada 31 Agosto 1989 negli ultimi ventanni: in giallo le zone trasformate in parcheggi per le auto (a detrimento del marciapiede); in verde le aree verdi; in rosa le nuove costruzioni. Al centro dellillustrazione la Biblioteca Nazionale. 43
La commercializzazione dello spazio comprende non soltanto nuovi negozi o attrazioni, ma comporta una trasformazione dellambiente urbano attraverso insegne, cartellonistica, cartonati e piccole statue allentrata dei locali, volantini, operazioni commerciali per mezzo di gazebi e chioschetti temporanei 44 . Questa inevitabile esplosione del settore dei servizi e del commercio al dettaglio assume margini in continua espansione nonostante lattuale congiuntura economica: le ambizioni di consumo negate per decenni, la liquidit immediata fornita dalle rimesse e la forza attrattiva di un mercato globalizzato sempre pi ricco hanno determinato un vasto accesso della popolazione a standard di consumo occidentali.
43 http://chisineu.wordpress.com/2013/01/30/dezbateri-publice/ http://www.zdg.md/investigatii/atac-asupra-bibliotecii-nationale 44 Muth e Wolf (2010) hanno analizzato lipertrofia pubblicitaria della capitale considerandone la variet dal punto di vista linguistico, poich in insegne, volantini e cartellonistica si alternano spesso russo, romeno ed inglese in base a target e significati diversi.
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Il ruolo degli IDE in questo processo non trascurabile. Il 17% dei capitali esteri investiti nel 2012 nel paese ha interessato il commercio al dettaglio e allingrosso, terzo per flussi di investimenti dopo lintermediazione finanziaria e lindustria manifatturiera 45 . In questi termini, la ristorazione uno dei settori pi interessanti poich in grande evoluzione e capace di proiettare aspettative ed atmosfere ben precise: se i classici della globalizzazione come i cafs nello stile Starbucks, le catene di pizzerie e i fast food sono presenti gi da anni, la cucina etnica e quella di qualit stanno crescendo solo ora, dando vita ad un importante diversificazione dellofferta. Limprenditore italiano Stefano Bernabeo, in Moldova ormai da una decade nellambito manifatturiero, coinvolto anche nellimportazione di prodotti alimentari italiani e nella ristorazione. Il suo nuovissimo ristorante italiano costituisce un esempio interessante per comprendere verso quali nuove direzioni si rivolge la commercializzazione del centro citt:
Il ristorante si chiamer Mediterraneo, e quindi una cucina mediterranea di base con specialit sul pesce di mare, inizier ad importare anche pesce insieme agli altri prodotti italiani che gi importo [] la ristorazione qui in grande crescita, e poi i moldavi si muovono, anche in Italia, apprezzano [la cucina italiana] e quando ritornano cercano se tu gli offri un prodotto che loro hanno mangiato in Italia, ne hanno provato la qualit, se tu riesci a darglielo originale tutta unaltra cosa qui purtroppo ci sono tanti ristoranti che spacciano solo unimmagine italiana, coi colori e col brand.
Lesempio del ristorante italiano Mediterraneo quanto di pi calzante per comprendere il concetto di Western oriented che abbiamo utilizzato nel titolo del capitolo. Con questa espressione possiamo pensare alle trasformazioni in atto nel centro della capitale in quanto: Orientate da capitale occidentale (come abbiamo visto in precedenza, gli IDE giungono in gran parte da paesi dellUe e dagli Usa; ma non si pu misconoscere il ruolo della Russia, che possiamo certo considerare straniero ma non occidentale)
45 Isacov/Soloviova/Nederita 2013, p.5.
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Orientate verso simboli, significati e motivi occidentali (in questultimo caso sia il ristorante Mediterraneo, sia le pizzerie locali che promuovono un branding che richiami un senso di italianit)
Se prendiamo in osservazione il caso del ristorante Mediterraneo dobbiamo quindi appellarci ad entrambi i sensi implicati dallespressione western oriented, cio un luogo nato da un capitale economico italiano con lintenzione di ricreare una determinata atmosfera e una qualit culinaria rivolte alla cultura italiana e pi in generale mediterranea. Esempio classico della country oriented Chiinu invece il ristorante tradizionale sito nella citt vecchia: in questo caso il ricorso al termine country si fa controverso ma proprio per questo ancora pi interessante: potremmo cos intendere un riferimento alla cultura culinaria nazionale intendendo questo termine nel senso di paese o potremmo considerarne il riferimento alla campagna e alle zone rurali.
Fig. 2.15 Un ristorante che propone cucina tradizionale moldava. Larchitettura delledificio (di recente costruzione) richiama i motivi dello stile Stefan cel Mare, risalente al periodo pre-zarista.
La forte polarizzazione tra citt e campagna e il ruolo che la produzione agricola fuori dalla capitale riveste nellintegrare le risorse economiche di molti Chiinuieni sono alla base delle retoriche che definiscono lorto e la casa in
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campagna gli unici veri luoghi dove poter assaporare davvero i prodotti e le pietanze della cucina tradizionale.
2.3 Il caso della Rotonda. Un esempio di ristrutturazione alternativa di un luogo significativo. Lo smantellamento senza precedenti (nel rapporto anni/edifici distrutti o rovinati) di parti dellidentit storica della citt ha sollecitato una reazione forte in una parte della societ civile e allinterno dellaccademia. Coloro che si sono mossi in prima linea per fermare questo strapotere degli interessi privati su quei luoghi che di fatto appartengono anche ai cittadini e ai loro ricordi hanno tentato di risvegliare lopinione pubblica e quel senso di civitas necessario per difendere lurbs in pericolo. Le difficolt riscontrate nel coinvolgere ampie frange della popolazione urbana possono essere ricercate tanto nella composizione della stessa quanto nella difficile relazione di questa con la dimensione pubblica, che pare essere una sorta di universale post-socialista 46 (sebbene ad una generazione di distanza sarebbe utile ripensare criticamente le basi teoriche di questo universale). Sebbene la distanza tra la capitale e la campagna sia tanto breve geograficamente quanto molto profonda nello stile di vita e nei ritmi che le regolano, la massiccia migrazione interna collega lambiente rurale con quello urbano. Anche per questo motivo, mi viene spiegato, i tempi per la formazione di un solido sentimento di appartenenza nei confronti della citt e della sua storia evidentemente non sono ancora maturi:
Lurbanizzazione della citt durante gli anni 70 e 80 stata significativa, e cos tanta gente e venuta a Chiinu per lavorare, per viverci, ma non sente questa citt come il suo luogo di appartenenza, e non interessato a difenderla. Spesso solo chi nato qui e ha vissuto sin da piccolo la citt pu nutrire questo sentimento. Per questo motivo credo che sia fondamentale investire nelleducazione delle giovani generazione, per creare una nuova coscienza urbana, questo davvero importante. 47
46 Cfr. Hirt 2012. 47 Intervista con lo storico Sergiu Musteaa, 14/08/2013.
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Le contestazioni e i rifiuti generatisi dal processo di sostituzione coatta fanno spesso capo alla necessit di preservare lidentit storico-culturale della citt dalle colate di cemento che la minacciano investendo soprattutto nella formazione e nelleducazione. In una capitale che rischia di rimanere senza biografia, senza volto 48 , privata dei suoi gioielli e del suo vestito buono 49 i cittadini sentono di vivere in una citt in via di sparizione 50 , poich pian piano gli edifici e i relativi riferimenti spaziali coi quali erano cresciuti scompaiono progressivamente. A questo proposito significativo il commento di Silviu Tabac, che cito da un articolo di Musteaa:
Gli attacchi agli edifici, alle strade e ai monumenti storici sono una parte dellattacco generale alle nostre identit personali, comunitarie e nazionali [] Non solo non abbiamo bisogno del ridicolo Bd. Cantemir, ma piuttosto ci di cui abbiamo bisogno di rifare qualcuna delle strade storiche scomparse, cos curve e piccoline, in pietra e inaccessibili alle auto, per mostrare che questa citt ha avuto una storia, un suo passato! Via le euro-ristrutturazioni dallanima di Chiinu! 51
Lultima frase di questa testimonianza rimanda a due punti fondamentali della questione: il primo consiste nel definire il processo di sostituzione in atto con il termine evroremont (evropeskij remont), una forma di ristrutturazione orientata verso stilemi occidentali che coinvolge larchitettura delle case tanto quanto gli interni dei singoli appartamenti. Come nel resto dellintera area post-socialista, anche nel caso della cultura della migrazione 52 moldava questo termine viene utilizzato per descrivere il fenomeno delle case ristrutturate secondo canoni stilistici osservati durante la permanenza allestero. In questo modo i primi a rilevare lingerenza di capitali, tendenze e retoriche dalloccidente sono i locali stessi, ben consapevoli della minaccia rappresentata dagli interessi privati per patrimonio storico della citt. Circoscrivere il rifiuto dell evroremont al centro cittadino ci ricorda invece che, di per s, non sono certo la modernit o lapertura nei confronti del mercato
48 Intervista con Iurie Colesnic, scrittore e storico, 19/09/2013. 49 Da un colloquio informale con Alexandru Corduneanu, politico e attivista, durante la conferenza Le identit di Chiinu, 01/10/2013. 50 Slogan del gruppo civico Potaii Chiinului. 51 Musteaa 2012, p. 207 52 Cfr. Vietti 2010 e 2011.
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internazionale a rappresentare un problema, se non quando queste gettano la loro ombra assimilatrice sulle specificit artistiche, storiche e culturali della capitale. Se consideriamo invece il ruolo delle istituzioni comunali allinterno del percorso di successione, un divario preoccupante tra retoriche e pratiche salta subito allevidenza. Da una parte alcuni sforzi tangibili sono stati rivolti nei confronti della promozione della citt, come i finanziamenti accordati per iniziative culturali e convegni divulgativi sulla citt di carattere multidisciplinare; mentre incompetenza e corruzione allinterno degli uffici municipali, tra le principali responsabili dellaggressiva stratificazione post-socialista, vanificano buone pratiche come quelle citate. Si crea cos una situazione piuttosto paradossale, che alterna altisonanti politiche di pubblicizzazione della citt a pratiche di distruzione del tesoro architettonico e del tessuto identitario locale. Alcuni cartelloni pubblicitari esaltano lunicit e la bellezza della capitale, la citt pi bella del mondo (vedi fig. 2.14), o scelgono la strada di un rinnovato orgoglio da parte dei suoi cittadini ( recitano spesso Chiinu: mia amata citt), ma quando queste reclame sorgono a pochi metri dagli edifici storici in rovina o dallanarchia architettonica del centro, la dissonanza diviene evidente e tragicomica.
Fig. 2.16 Il cartello recita Chiinu, la citt pi bella del mondo.
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In questo senso a Chiinu si tenta di riaffermare retoricamente una storia che al tempo stesso si contribuisce a cancellare. Tra la cartellonistica celebrativa e lorganizzazione della festa della citt 53 , il tentativo di consolidare nei cittadini un senso di appartenenza ricorre alla retorica di trovate pubblicitarie e di nuove ricorrenze nazionali ma ignora la reale conservazione dei luoghi significativi della citt: un approccio che considera pi importante affermare la bellezza di una citt piuttosto che testimoniarla con la sua effettiva protezione e valorizzazione. In altri termini, la ristrutturazione post-socialista della capitale si configura in questo caso come svuotamento del suo arsenale semantico 54 . Abbiamo visto in precedenza come la societ civile stia progressivamente assumendo una funzione di controllo nei confronti del patrimonio architettonico. Oltre ai sit-in di protesta, agli incontri di informazione e sensibilizzazione e alle iniziative culturali, recentemente alcuni gruppi di giovani volontari hanno deciso di rivitalizzare aree pubbliche dimenticate o in rovina. Il caso della Rotonda del parco Valea Morilor merita un approfondimento, poich simbolo di una promozione della citt che nasce esclusivamente dal basso, senza infiltrazioni politiche n sostenuta da soldi pubblici 55 . Lidea nata dalla ONG Arco di Trionfo, che ha deciso di concentrare le sue forze sulla conversione di un luogo molto significativo poich ben impresso nei ricordi di molti chiinuieni. La cosiddetta rotonda un piccolo palco colonnato e circolare, al centro di un largo spiazzo allentrata del grande parco Valea Morilor. Da questa piazzetta inizia una lunga scalinata che porta al lago e alla passerella adiacente. Costruita insieme al parco nei primi anni 60 secondo le direttive dellarchitetto Robert Kurtz, da allora la rotonda stata un luogo di svago e di incontro, molto frequentato dai giovani e utilizzato per suonare musica dal vivo: cos il pavimento che circondava rotonda diveniva alloccorrenza una grande pista da ballo. Nonostante io abbia visitato la rotonda in fase di riconversione, quando ancora era necessario riattivare la fontana e ricostruire la scalinata (cosa che, ad oggi, non
53 - Vd.3.3 54 Il parallelo tra la citt e il testo stato esplorato in diversi campi, come in letteratura o in semiotica. Basti pensare a Dubliners di James Joyce o al concetto di semiotica urbana sviluppato da Jurij Lotman. 55 Il progetto partito a febbraio 2013. Ad un anno di distanza visti i buoni risultati ottenuti il Ministero della Cultura ha deciso di sovvenzionare i futuri concerti con 20.000 lei (poco pi di 1000 euro).
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ancora avvenuta), questo posto mi parso estremamente affascinante per via della sua posizione rialzata e immersa nel verde, che regalava una vista da cartolina sul resto del parco. Nel febbraio 2013, con la collaborazione di un altro gruppo civico russofono chiamato Ricostruiamo Chiinu, i lavori hanno avuto inizio con un subbotnik 56 preliminare, mentre un secondo stato condotto ad agosto, quando sono stati imbiancati pareti e palco in preparazione del grande concerto di settembre: dopo pi di ventanni dallultima volta la rotonda ha ricominciato ad essere un luogo importante per la citt, frequentato e protetto dai cittadini. Dopo lesibizione dellorchestra municipale, Dmitrii Kavruk, uno dei leader dellassociazione, commenta dal palco della rotonda il grande successo di pubblico: Una partecipazione cos ampia a questo evento dimostra che questo luogo davvero importante per tutti noi!. La serata prosegue tra danze, musiche e una grande atmosfera festosa. Parlando con la gente presente al concerto sono subito emersi i ricordi di chi aveva vissuto questo luogo tanti anni prima, e tornava a viverlo per mezzo dellopera delle generazioni pi giovani:
Ah certo che mi ricordo! Ci venivo col mio fidanzato, era un posto molto romantico! Venivamo anche a ballare con gli amici, un posto che legato alla mia giovinezza, ed bello rivederlo attivo, bello vedere i nostri giovani che si sono interessati a questo posto. 57
Questa una bellissima iniziativa, un peccato che abbiano iniziato solo ora! Ed un peccato vedere cos pochi giovani a questo concerto [in effetti molti dei giovani presenti faceva parte dei due gruppi organizzatori]. Questo era un posto stupendo durante lUnione Sovietica, pulitissimo, con la scalinata ben curata, le luci, i concerti. Era frequentato ogni giorno [] Io farei una proposta, chiederei a tutti i giovani di evitare una serata in discoteca, o nei locali, e di mettere i soldi che avrebbero speso l per migliorare ancora questo posto! 58
56 ll Subbotnik o sabato comunista era, nell'URSS, un giorno di lavoro volontario non pagato, generalmente un sabato, istituito a seguito della rivoluzione d'ottobre. L'usanza rimasta ancora viva in Russia e in altre ex Repubbliche sovietiche, per esempio per quanto riguarda la raccolta di rifiuti, la raccolta di materiali riciclabili, le riparazioni di beni pubblici e altri servizi per la comunit. 57 Intervista con una signora, condotta in lingua romena. 58 Intervista con una signora, condotta in lingua russa, con traduttore.
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Liniziativa bella ma se avessero fatto pi pubblicit in romeno sarebbe venuta pi gente. Anche oggi, durante il concerto, parlano o cantano quasi soltanto in russo 59
Mi piace com stato messo a posto, ma spero che ritorni almeno come era un tempo! Deve raggiungere uno standard europeo! C da rimettere a posto la fontana, le scalinate una bella idea ma c tanto da fare ancora. 60
Il comune si dimenticato di questo posto, ma noi no. Mi piace cosa stanno facendo questi ragazzi, ma ora il comune dovrebbe partecipare, dovrebbe aiutare, mettere delle sedie per gli anziani, o delle panchine ad esempio. 61
Ho tanti ricordi di quando ero giovane, la Rotonda era molto ben curata a quei tempi. Credo che tutti abbiano almeno una fotografia a casa di loro alla Rotonda, un posto di tutti i cittadini. Era un bel posto, poi stata fatta la nuova nazione . Mi piace che sia stato fatto qualcosa, ma oggi sinceramente non sono venuta per i comunisti, sono venuta soprattutto per il gruppo che suona tra poco, sono bravissimi, hanno ottenuto premi in tutta Europa. 62
Fig. 2.17 Il secondo concerto alla Rotonda, Ottobre 2013. interessante notare i riferimenti ai comunisti dellultima intervista: il fatto che i gruppi organizzatori fossero formati da ragazzi russofoni e che gli artisti cantassero spesso in russo (ma i presentatori sul palco si rivolgevano al pubblico sia in russo che in romeno) ha portato lintervistata a far coincidere la lingua parlata con la fede politica, e ad interpretare levento come orientato politicamente
59 Intervista con una signora, condotta in lingua romena. 60 Intervista con un signore, condotta in lingua romena. 61 Intervista con una signora, condotta in lingua russa, con traduttore. 62 Intervista con una signora, condotta in lingua romena.
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(sebbene non vi fosse stato nessun riferimento al partito comunista moldavo o allUnione Sovietica e levento non fosse stato strumentalizzato politicamente). In ogni caso, lesempio della rotonda evidenzia cos un coinvolgimento attivo da parte di quella parte di popolazione i giovani che non hanno vissuto quel luogo se non per mezzo delle parole delle generazioni pi anziane. Prendersi cura di quello spazio e organizzarvi eventi di musica dal vivo ha significato restituire senso ad un luogo dimenticato: al di l del concerto, la rotonda tornata ad essere uno sfondo per le foto dei giovani sposi, riconquistando pian piano un ruolo importante allinterno della vita quotidiana dei chiinuieni. Se ci che accaduto per la rotonda riguarda la gestione di un luogo dal passato significativo, altri gruppi tentano di riqualificare aree verdi dimenticate o in progressivo degrado, al fine di restituirle alla comunit. Ho partecipato con interesse alle numerose proposte dellassociazione Oberliht, attiva nel ambito della promozione artistica e culturale della citt e organizzatrice di conferenze internazionali, cineforum, incontri a fine divulgativo, dibattiti, atelier e workshop. La rivendicazione degli spazi pubblici un tema piuttosto caro allassociazione: uno dei progetti in corso prevede la riconversione di un parco situato nella citt vecchia 63 , divenuto un semplice collettore di spazzatura (non tanto per il disinteresse dei cittadini quanto per la presenza di cassonetti della nettezza urbana), un parcheggio e una scorciatoia per le auto, privato cos della sua funzione di catalizzatore sociale. Lobiettivo dei giovani architetti che partecipano da volontari al progetto quello di restituire spazi alla collettivit per mezzo di un rimodernamento del parco. Dalla verniciatura delle attrazioni arrugginite ai nuovi giochi, istallazioni e proiezioni allaperto, seguendo una logica non aggressiva (quindi senza nuove barriere o transenne) di riappropriazione delle aree pubbliche si tenta di far sentire fuori luogo chi utilizza il parco come una strada o come un parcheggio, invitandolo a rispettarlo come luogo pubblico di interazione sociale.
63 http://chisineu.wordpress.com/2013/08/23/spatii-recuperate/. In questo caso a sovvenzionare il progetto sono le risorse che vengono messe a disposizione di Oberliht da parte dellUnione Europea.
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Quelle appena esposte sono forme di ristrutturazione della citt post-socialista intraprese in maniera spontanea, sostenibile e frutto del lavoro della societ civile: fortunatamente accanto alla citt in via di sparizione non ne sorge soltanto una fatta di interessi privati e orientata al profitto.
2.4 Secessioni del terzo millennio: ville, complessi residenziali, gated communities. Occuparsi di post-socialismo in contesto urbano (e suburbano) significa avere necessariamente a che fare con la questione abitativa. Se poi la citt che ti ospita un groviglio di cartelli di inizio lavori, gru, cantieri, e impalcature diviene impossibile non concentrare la propria attenzione sullevoluzione del settore residenziale. In questo paragrafo metteremo in evidenza alcune soluzioni abitative che hanno modificato prepotentemente il panorama della capitale, cercando di comprendere quali motivazioni abbiano sostenuto la loro comparsa e il loro successo, anche alla luce del contesto di ristrutturazione dei centri urbani dei paesi ex-comunisti. Tra le varie trasformazioni tipiche della citt post-socialista, che abbiamo anticipato con la tab.2 nellintroduzione, la suburbanizzazione il fenomeno che ha forse rappresentato la discontinuit pi grande rispetto al passato. Una serie di fattori economico-politici ha avviato questo processo sin dai primi anni successivi al crollo dellURSS: il programma di restituzione e privatizzazione della terra, la privatizzazione del settore delle costruzioni e la conseguente riconversione di terre agricole a fini di utilizzo urbano, lindebolimento della pianificazione urbanistica e architettonica da parte degli organi amministrativi, le crescenti pressioni commerciali sul centro che hanno comportato un progressivo esodo dei residenti verso la periferia e lassenza di sovvenzioni ai vecchi complessi sovietici, sempre meno attraenti e desiderabili dal punto di vista abitativo. 64
Il processo di suburbanizzazione e la secessione dalla dimensione pubblica sono considerate caratteristiche tipiche della societ post-industriale e post-moderna, diffusesi negli ultimi ventanni anche in area post-comunista e ancora in piena
64 HIrt 2012, p. 106.
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evoluzione. Sotto questo aspetto Chiinu non fa eccezione, se non per il ritardo col quale sono sopraggiunte queste trasformazioni. A cavalcare londa delle privatizzazioni e di un mercato immobiliare improvvisamente dinamico erano state quelle classi che avevano accumulato pi capitale sociale, trasformandolo cos in capitale economico dopo il 91: erano destinati a loro gli esclusivi distretti residenziali sorti in quegli anni nei pressi di parchi (come a Valea Morilor e Ciocirlei) e aree verdi in posizione intermedia tra centro e periferia (come a Malina) 65 . Legata essenzialmente alla sfera dinfluenza geopolitica di Mosca anche dopo il 1991, per la Moldova gli anni novanta sono stati sinonimo di speranze disilluse, di difficolt economiche enormi e di grandi sacrifici. Dopo la crisi del 1998 si avviata la diaspora moldava in Europa occidentale, in Russia e negli Stati Uniti che di fatto ha permesso la ripresa economica del decennio successivo. Cos anche a Chiinu le auto si sono moltiplicate, insieme ai negozi, ai complessi residenziali, alle villette, alle case monofamiliari e cos via. Tornate a poter aspirare seppur a piccoli passi ad una vita dagli standard qualitativi migliori, le persone hanno investito sulla casa, non solo per il desiderio di abitare in un luogo migliore, ma anche perch quello del mattone era il settore visibilmente pi in crescita, e che soltanto ora comincia a saturarsi. Oltre al crescente potere dacquisto delle famiglie, i flussi di capitali dallestero rappresentano un altro fattore importante, come dimostra la crescita vertiginosa della propriet immobiliare straniera negli ultimi anni 66 . Inoltre, altre statistiche nazionali sul numero di case e appartamenti costruiti negli ultimi anni dimostrano questa crescita esponenziale del settore residenziale (vedi tab. 2.1)
Implementation of dwelling houses and the built flats per 1000 inhabitants, 2000- 2011 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 ..In urban area,m 100.0 155.0 124.0 142.0 177.0 252.0 327.0 314.0 396.0 290.0 316.7 322.3
65 Paslariuc 2011a, p. 218. 66 http://statbank.statistica.md/pxweb/Database/EN/06%20LOC/06%20LOC.asp
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Tab. 2.1 Case e appartamenti costrutiti nel periodo 2000-2011, tasso relativo al numero di 1000 abitanti. Appare evidente il crollo dal 2008 al 2009, avvenuto contestualmente alla recessione finanziaria. 67
In questo modo sono sorti un gran numero di complessi residenziali che hanno ampliato i confini della capitale e ne hanno modificato fortemente laspetto: questa sorta di ipertrofia del settore immobiliare ha rappresentato pi volte una minaccia per le aree verdi e gli spazi pubblici, come per il caso di strada Ginta Latin 68 , nel quartiere Ciocana dove una ditta di costruzioni ha intenzione di edificare un nuovo condominio multipiano su di un campo da calcio ad accesso libero o per le costruzioni avviate in strada Alba Iulia 69 , nel quartiere Buiucani, che prevedono un nuovo edificio al posto di un parco pubblico.
Fig. 2.18 Nuove colate di cemento minacciano il parco cittadino Valea Trandafirilor.
Gli interessi maggiori dei grandi costruttori hanno colpito alcuni parchi pubblici come Valea Trandafirilor, Valea Morilor e Parcul Ricani, liberi dal traffico ma non troppo distanti dal cuore della citt. Edificare un complesso residenziale o uno alberghiero in mezzo al verde unidea tanto redditizia per le casse dellazienda quanto disastrosa per il patrimonio cittadino, ma diviene spesso realt (nonostante la legislazione la vieti) grazie a sotterfugi legislativi 70 e corruzione dei funzionari pubblici. Come afferma anche il titolo, questo paragrafo si occupa di soluzioni residenziali sviluppatesi nel corso di questi ultimi ventanni: nella fattispecie complessi condominiali, case e villette monofamiliari e gated communities. Le ultime due sono caratterizzate da un progressivo ritirarsi dalla dimensione pubblica, una secessione dal centro citt e diretta alle aree verdi, in zone pi periferiche. In linea con la concezione post-moderna di una ascesa del privato e di una contemporanea caduta del pubblico 71 lanalisi condotta a Sofia da Sonia Hirt tenta di spiegare questo sentimento di scetticismo nei confronti della sfera pubblica attraverso uno strumento concettuale che chiama privatismo, cio una sfiducia generalizzata verso le capacit del settore pubblico 72 . Hirt ricerca tanto in fattori economico-politici (come la ristrutturazione avviata dopo il crollo dellURSS) quanto in quelli socio-culturali (il privatismo citato pocanzi) le ragioni della frammentazione spaziale della citt post-socialista: in questi termini il concetto di spatial secession (secessione spaziale) illuminante per i nostri propositi poich ingloba al suo interno diverse forme di cambiamento del panorama urbano. Lautrice prima teorizza questa espressione, poi ne elenca sei diversi esempi:
All cities have lines of disjuncture; only the types and causes of disjuncture vary. Like other, socialist cities had their own partitions areas of relative wealth and relative poverty, which were separated by [] borders (the gated and guarded government compounds being the most notorious
70 Alexei Dimitrov, attivista e fondatore del gruppo Salviamo la Chiinu verde, mi ha spiegato come un lago del parco La Izvor sia stato di fatto affittato per un lungo periodo di tempo (circa ventanni) da un privato a causa della connivenza di alcuni funzionari che hanno rilasciato i permessi e di alcuni cavilli burocratici impugnati dal privato stesso. 71 Hirt (2012), p. 17. Corsivo mio. 72 Ibid. p.24.
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example of rigid borders). The socialist partition were, thought, arguably fewer. Post-socialist cities have different and starker partition than their predecessors [] I will stick to a particular form of partitioning that I term spatial secession. Spatial secession is the willful act of disjoining, disassociating, or carving space for oneself from the urban commons Spatial seizure: This is the act of appropriating public space for private uses as a result of post-socialist re-commoditization of space. It can entail activities such as building permanent structures in formerly public spaces (green fields, parks, forests, gardens, playgrounds). Spatial seclusion: Is the act of separating from the city through distance. The classic example is urban decentralization or suburbanization. The process has a rich history in the Western world [] but seems to have found exceptionally fertile ground in contemporary Eastern Europe. Spatial exclusion: Spatial seclusion and exclusion are deeply intertwined. Residential suburbs, which are beyond the reach of large segments of the population [] are spaces of both seclusion and exclusion [] Exclusion can also be enforced in non-residential spaces, both urban and suburban. For example, office complexes, private clubs, entertainment facilities and malls. Spatial enclosure: This is perhaps the most brutal way of seceding by erecting formidable physical barriers and reinforcing them with multiple methods of restricting outsiders access [] The paradigmatic examples of enclosure are gated communities. Statutory secession: This is the widespread process of violating public planning and building statutes following from the post-1989 legitimacy crisis of urban planning and regulation. It is part of the paradigmatic shift toward informality in eastern European city- building. Stylistic secession: [] Even though there is of course plenty of good architecture throughout Eastern Europe today, to say that post-socialist aesthetics has moved toward the bizarre [] is not an overstatement. [] Aesthetic judgment aside, however, the goal of much new architecture seems to be precisely disjuncture, secession and partition, temporal (from the socialist-era discipline) and spatial (from the public street). 73
Isoliamo per il momento la quarta forma di secessione spaziale: la spatial enclosure ( delimitazione spaziale con recinzioni ), quella che pi ci utile per comprendere le gated communities (dora in poi GC). Secondo Kennedy questa espressione si riferisce generalmente a un vicinato i cui membri hanno deciso di isolarsi tramite un muro o di privatizzare le loro strade, piuttosto che a un
73 Hirt (2012), p. 49-51.
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condominio che non estende il proprio controllo oltre una strada chiusa e un parcheggio 74 . Si tratta quindi di un complesso residenziale che pu essere formato da case singole e villette cos come da condomini, e comprende una piccola rete di strade che collega le abitazioni agli eventuali servizi presenti al suo interno: negozi, ristoranti, bar, palestre e spa, piscine, banche; oltre ad asili, aree verdi e parco giochi. Ci che tutte le GC condividono il servizio di vigilanza privata che controlla laccesso alla struttura e le vicende che si svolgono al suo interno. Nate negli anni sessanta negli Usa per una clientela composta in larga parte da pensionati della classe medio-alta, il target delle GC si poi orientato verso il mercato molto pi ampio delle famiglie con bambini 75 , cosicch ad abitarci soltanto in America si stimano circa due milioni e mezzo di persone 76 . Fuori dai confini statunitensi, analoghi sviluppi urbani si sono diffusi in America Latina (Brasile e Argentina su tutte) per poi propagarsi nel resto del mondo (principalmente Australia, Canada, Cina, Gran Bretagna, Filippine, Russia, Messico, Nuova Zelanda e Sudafrica) 77 . Definite come un esempio delle moderne architetture della paura 78 , le GC rappresentano una delle forme pi invasive di frammentazione dello spazio urbano e suburbano secondo una logica che privatizza un intero isolato, compreso di negozi, strade, piazze e aree verdi. Cos quei luoghi di interazione sociale eminentemente pubblici, divengono privati (in tutti i sensi possibili) della loro eterogeneit:
Dunque, una gated community uno spazio abnormemente privatizzato non perch tale privatizzazione infranga una certa norma giuridica, ma perch infrange una certa norma culturale, il modo in cui una societ considera la caratterizzazione di uno spazio come normale e socialmente accettabile. 79
74 Kennedy 1995, cit. in Leone 2011, p. 3. 75 Cfr. Low 2001. 76 Blakely/ Snyder 1998, cit. in Leone 2011, p. 1. 77 Leone 2011, p. 1. 78 Cio in linea con il bisogno di sicurezza e protezione dallesterno tipico della societ contemporanea. Cfr. Ellin 1997. 79 Ibid., p. 6.
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Il semiologo Massimo Leone considera queste soluzioni abitative come negazioni di quella citt che abbiamo imparato ad interpretare come luogo delle mille possibilit, dellincontro inaspettato e dellepifania. Al suo posto, un bisogno di semplificazione radicale dellelaborato habitat urbano impone nuovi standard residenziali che portano persone di estrazione sociale e possibilit economiche simili a vivere nello stesso ambiente:
[Chi sceglie di abitare nelle GC] Essi hanno paura della complessit semiotica delle citt contemporanee. Essi temono di non essere in grado di farvi fronte [] Tuttavia, lanalisi semiotica delle gated communities segnala qualcosa che tutti coloro che promuovono questo tipo di insediamenti, o insediamenti analoghi, dovrebbero considerare: se un numero crescente di cittadini sceglieranno di vivere in gated communities, la drastica riduzione di indeterminatezza semiotica che questa scelta comporta risulter nella morte delle citt cos come sono state definite dalla maggior parte delle civilt nel corso di svariati secoli. 80
Se anche in area post-comunista queste scelte residenziali sono state interpretate come forze generatrici di esclusione sociale poich di fatto sono nuove enclaves 81 urbane, lutilizzo del sostantivo community stato contestato, poich adatto al contesto americano ma fuori luogo per le GC russe, allinterno delle quali non si pu percepire un simile senso di comunit ed interdipendenza 82 . Inoltre non possiamo considerare le GC come novit assolute allinterno del panorama post-sovietico: gi durante il comunismo esistevano, nei suburbi delle citt, le akademgorod (citt dellaccademia), dei piccoli quartieri delimitati da mura o cancelli e da un area di accesso controllato. Nei palazzi pluripiano presenti al loro interno abitavano i migliori esponenti della ricerca accademica, e proprio come in una GC questi avevano accesso a vari servizi ed esercizi commerciali costruiti allinterno della cittadella. Altri prototipi possono essere considerate le dacia in campagna dei maggiori esponenti del partito o i condomini abitati dalle personalit pi importanti nelle citt, entrambi protetti da recinzioni e controllate dalla sicurezza. A Chiinu alcuni palazzi su strada 31 Agosto 1989 sono tuttora
80 Ibid., p. 17. 81 Cfr. Pow 2007per Shangai, Kovacs/Hegedus (forthcoming) per Budapest e Hirt 2012 per Sofia. 82 Cfr. Zotova 2012 (http://espacepolitique.revues.org/2385).
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abitati dalle figure di primo piano della scena politica nazionale 83 . Laccesso impedito dagli alti cancelli che li delimitano e dal controllo massiccio della polizia, che vieta addirittura di fotografare ledificio. Nella capitale moldava le GC vere e proprie (cio con accesso riservato e delimitate da cancelli o mura) sono ancora pochissime, meno di una decina. Nel tentativo di comprendere quali discorsi abbiano avviato le scelte architettoniche e commerciali adottate nella costruzione di questi complessi, ho preso in considerazione due diversi casi, il Coliseum Palace e il residence Reinassance City. Il Coliseum Palace si trova a Ricani, in una posizione intermedia tra centro citt e periferia e a ridosso del grande parco del quartiere. I lavori sono durati dal luglio 2007 allottobre 2010, e nei tre anni successivi sono stati venduti il 30% dei 291 appartamenti totali. Il complesso offre, oltre al servizio di sicurezza e videosorveglianza, una palestra, una lavanderia e un parco giochi nel cortile.
Fig. 2.19 - The Coliseum Palace.
83 Ringrazio Sergiu Musteaa per lindicazione. Cfr anche Paslariuc 2011a.
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Ogni caratteristica del progetto dagli interni alla forma della struttura, dal nome scelto alle politiche sui prezzi orientata a trasmettere un senso di esclusivit e prestigio:
Abbiamo cercato di dimostrare che qualcosa di grandioso, il nostro riferimento al Colosseo di Roma nato anche perch in concomitanza col progetto il Colosseo compiva duemila anni e quindi ci siamo ispirati a questo concetto di sicurezza e forza [] e anche i colori del nostro brand sono ispirati a Roma e al Vaticano. [] I nostri prezzi sono rimasti gli stessi nonostante qualche anno fa, con la recessione economica, anche il settore immobiliare abbia sofferto la crisi. Ma abbiamo mantenuto i prezzi precedenti proprio per dare un segnale, per far capire che siamo sinonimo di eccellenza. 84
Come evidente non sono le forme e i colori dei due edifici luccicanti e audaci a rimandare allarena del Circo Massimo quanto piuttosto la loro pianta ellittica. Inoltre anche gli interni degli uffici e dellingresso sono pieni di riferimenti alla Roma antica. Il secondo caso, quello relativo a Reinassance City, forse pi aderente al concetto classico di GC: il complesso si trova in periferia, a 2km da Chiinu, ed formato da 54 case monofamiliari collegate da una rete di quattro strade.
Fig. 2.20 Il complesso Reinassance City.
84 Intervista con Natalia Bodron, capo settore vendite, 04/09/2013.
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Allinterno della cancellata compreso anche un plesso commerciale, una banca, una farmacia, un salone di bellezza e un centro di lavaggio auto e vulcanizzazione gomme. stato lanciato nel settembre del 2011 e dopo due anni sono andate vendute circa il 50% delle abitazioni (ma, a detta di un responsabile dellazienda, soltanto 4 famiglie vi vivono attualmente). La compagnia di costruzione (il gruppo Elita 5) ha operato alcune decisioni discutibili nellideazione del progetto, poich il nome ispirato al Rinascimento non ha nulla a che vedere con lo stile, tipico dellAustria settentrionale, che caratterizza le villette del residence (se non la stessa origine occidentale). Sfortunatamente in entrambe le GC la prova pi difficile si rivelata entrare in contatto con gli abitanti (peraltro questi sono ancora pochi in tutti e due i casi). Del resto il servizio di punta di questa formula residenziale resta laccesso controllato dal servizio di sicurezza, che assicura protezione dalle scocciature come una chiacchierata con uno studente di antropologia ficcanaso. Se ricorriamo al concetto di western oriented gi accennato in precedenza, possiamo mettere in luce il legame monodirezionale che connette queste GC sia con simboli e significati pescati allestero che con i capitali esteri, che compongono parte degli investimenti necessari per implementare i progetti (almeno nel primo caso, visto che a finanziare il Coliseum Palace cera anche il gruppo americano ENHC). Ci che colpisce latmosfera che questi esempi tentano di ricreare attraverso un pastiche di elementi occidentali: architetti e manager moldavi, russi ed americani si rivolgono ad un target medio-alto di clienti di origine sia locale che straniera proponendo soluzioni residenziali nate negli Usa con retoriche pubblicitarie che rimandano a Roma, al Vaticano, al Rinascimento, allAustria Settentrionale. Questo genere di strategia commerciale piuttosto comune nellarea post- sovietica, come fa notare Maria Zotova sui nomi delle GC di Mosca e S.Pietroburgo:
Gated communities in Russia play a symbolic role. They extend the Western lifestylea high standard of living. This explains the widespread use of Western names in Russian closed communities: Chamonix, Italian quarter, ote dazur, Sherwood, Benelux,
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Barcelona, Hyde Park, etc. Their residents want to be isolated from the rest of the background; they aspire not to be social but to property homogeneity. 85
Credo per che sarebbe riduttivo liquidare i due casi che abbiamo considerato soltanto come un ennesimo esempio di globalizzazione selvaggia. La strategia di chi ha costruito queste GC a Chiinu quella di affiancare ai servizi, alla sicurezza e alla privacy tipiche di queste strutture una serie di simboli e riferimenti appartenenti al mondo occidentale. Il prestigio che trasmette il riferimento alla Roma antica, cos come la quiete e la natura connessa alle case di Reinassance City, riprodotte seguendo quelle del sud dellAustria, configurano queste GC come luoghi de-localizzati, de-territorializzati, sconnessi dal resto della citt non solo sul piano fisico-spaziale ma anche su quello simbolico e semantico. Michel Foucault ha definito eterotopie quegli spazi che rappresentano delle finestre su spazi a loro volta diversi. Sono luoghi che a differenza delle utopie esistono, ma che rimandano ad altri luoghi ancora:
Ci sono [] dei luoghi reali, dei luoghi effettivi, dei luoghi che appaiono delineati nellistituzione stessa della societ, e che costituiscono una sorta di contro-luoghi, specie di utopie effettivamente realizzate nelle quali i luoghi reali, tutti gli altri luoghi reali che si trovano allinterno della cultura vengono al contempo rappresentati, contestati e sovvertiti; una sorta di luoghi che si trovano al di fuori di ogni luogo, per quanto possano essere effettivamente realizzabili. 86
Foucault propone tanti esempi diversi di eterotopie, dallo specchio che indubbiamente esiste, non un utopia, e riflette un altro luogo ai cimiteri, le colonie, o semplicemente una nave, universo galleggiante che contiene altri universi al suo interno. Ed ecco che quando le GC assumono la pretesa di proiettare gli abitanti in uno spazio altro, con atmosfere ben precise di altri luoghi migliori da pensare e da vivere, evidentemente allora diventano vere e proprie eterotopie; se non addirittura eterocronie nel momento in cui implicano anche un tempo diverso da quello attuale (come nel caso della Roma antica del Coliseum Palace, sebbene le case non seguano lo stile di quelle romane).
Se complessi residenziali di questo tipo strizzano locchio alla loro clientela ricercando stilemi in un certo senso esotici, molte altre persone hanno preferito costruirsi una loro casa nei nuovi distretti nei suburbi, nei pressi delle aree verdi, dei parchi cittadini e anche allinterno della vecchia citt medievale: cos interi isolati di villette monofamiliari sono sorti nel corso degli ultimi quindici anni, tutte protette da muri o cancellate e secondo una propria logica stilistica che contribuisce a dare un senso di forte eterogeneit al profilo architettonico della citt. Ciocana nuova uno di questi neonati agglomerati urbani, unespansione della capitale a nord-est fatta di unarea di villette cui fanno da sfondo i condomini costruiti durante il boom del settore immobiliare degli anni duemila. Tra recinzioni sempre pi alte e muri degni di un castello medievale, mentre passeggio per il quartiere mi faccio guidare dai rumori dei lavori di ristrutturazione di una casa vicina. Pochi passi, giro langolo, ed una villa spudorata nel suo sfarzo ruba la scena al resto delle abitazioni. Inizio a scattare delle foto, ed il padrone di casa, che dirigeva gli operai durante i lavori, mi sorride soddisfatto: la sua magione cattura lattenzione di chiunque passi di l, me compreso, e questo ha la sua importanza. In fondo pi che la casa in s, sono alcuni dettagli a catturare linteresse del passante: il parcheggio per lauto, lingresso della casa e la veranda sono tutti fatti a tempio, con tanto di frontone e colonna dorica. Sul frontone, sempre lo stesso stemma rotondo. Il signor Gin, impettito e tronfio, non tarda ad iniziare la conversazione, cui si aggiungeranno presto i due operai: Allora, ti piace questa casa? Beh certo!Ma sua? gli chiedo, incerto. Si, sono il proprietario. Sono tanti anni che ci lavoro, ma ormai quasi finita!. Dopo avergli spiegato cosa ci facessi l a fotografare case, vengo invitato a visitare gli interni: Dentro casa ci sono solo mobili italiani! Il meglio! A parte il camino, quello arriva dalla Spagna. Sai, ho lavorato a Dubai tanti anni ed ora mi faccio la casa come voglio io, e la voglio perfetta. Sul tetto svetta una banderuola dalle sembianze di un gallo, come simbolo della famiglia Gin (che in romeno significa gallina).
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Fig. 2.21 La veranda di casa Gin.
Fig. 2.22 Il salotto di casa Gin.
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Queste scelte quantomeno singolari 87 rimandano a questioni diverse, ma in un certo senso interconnesse: da un lato, il capitale economico accumulato allestero spinge ad elaborare progetti spesso molto ambiziosi e orientati a non lesinare in quanto a dimensioni e scelte stilistiche (nel caso che abbiamo considerato, la permanenza a Dubai ha indotto il desiderio di ricreare un ambiente sfarzoso come quelli che il proprietario aveva visto allestero); dallaltro per arredare al meglio la casa si ricorre a prodotti italiani e spagnoli, superiori per qualit e soprattutto per fama e prestigio. Ma se proviamo a trovare un minimo comune denominatore tra i complessi residenziali, i condomini, le GC e le ville non possiamo che pensare alla necessit di trovarsi in unarea verde e di contenere altri spazi interni, che siano in cortile o come giardino della villa. Specialmente nel caso di quelle costruzioni sorte a discapito del patrimonio pubblico cittadino, come il cemento versato nei parchi di Valea Morilor, La Izvor e Valea Trandafirilor, il rapporto con il verde sostanzialmente di possesso, di appropriazione, con un conseguente depauperamento delle condizioni ambientali e di quelle relative al panorama che ne risulta (vedi fig. 2.16). Questa privazione di verde pubblico, consegnato nelle mani dei privati, rende Chiinu secondo unopinione diffusa una delle citt pi verdi dEuropa certamente meno verde e sostenibile di quanto non fosse in precedenza. Riprenderemo questo argomento in seguito, quando considereremo il rapporto che i cittadini intrattengono con la natura e le aree verdi in contesto urbano (vd. 3.2). Concludiamo invece questo capitolo limitandoci a riconsiderare le numerose forme di fascinazione indotta da scelte commerciali, dalla migrazione, dai capitali esteri, dai media, dalle retoriche politiche che certe trasformazioni del panorama urbano veicolano, riflettendo simboli, significati e discorsi talvolta interiorizzati, altre rielaborati, altre ancora rifiutati. Riflettere sulle differenti forme di cambiamento della citt post-socialista che abbiamo considerato in questo capitolo significa esaltarne la complessit: il
87 Durante unintervista con un agenzia di costruzione di case monofamiliari, la responsabile mi ha raccontato come pi di una volta le abbiano chiesto di costruire due cucine, una al primo piano ed una al secondo! Alla sua domanda se questo avvenisse anche in Italia ho risposto che, per quanto il popolo italico ami il buon cibo, di cucina gliene basta una soltanto.
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qualunquismo transizionalista questa complessit lha sempre negata, e tentare di sconfessarne retoriche ed argomentazioni una pratica evidentemente ancora necessaria.
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CAPITOLO 3: RINEGOZIARE LO SPAZIO PUBBLICO, RINEGOZIARE LO SPAZIO URBANO
Cos un mattino, aspettando il tram che lo portava alla ditta Sbav dov'era uomo di fatica, not qualcosa d'insolito presso la fermata, nella striscia di terra sterile e incrostata che segue l'alberatura del viale: in certi punti, al ceppo degli alberi, sembrava si gonfiassero bernoccoli che qua e l s'aprivano e lasciavano affiorare tondeggianti corpi sotterranei. Si chin a legarsi le scarpe e guard meglio: erano funghi, veri funghi, che stavano spuntando proprio nel cuore della citt! A Marcovaldo parve che il mondo grigio e misero che lo circondava diventasse tutt'a un tratto generoso di ricchezze nascoste, e che dalla vita ci si potesse ancora aspettare qualcosa, oltre la paga oraria del salario contrattuale, la contingenza, gli assegni familiari e il caropane.
Da Marcovaldo, di Italo Calvino
3.1 Verande, chioschi, parcheggi. Sfruttamento e appropriazione delle aree pubbliche. Lespressione spatial seizure (appropriazione dello spazio) , che abbiamo citato da Hirt nel paragrafo 2.4, definisce latto di fare proprio dello spazio pubblico per usi privati come risultato della riorganizzazione post-socialista dello spazio, e pu comportare la costruzione di strutture permanenti in ex-aree pubbliche (aree verdi nei suburbi, parchi, foreste e giardini, cortili e parchi giochi) 1 . Ma se in precedenza ci siamo occupati della trasformazione dello spazio urbano secondo una scala piuttosto macroscopica, mettendo in evidenza i processi di commercializzazione (negozi, hotel, centri commerciali) e lesplosione del settore residenziale (condomini, residence, ville e case); in questo capitolo riduciamo la nostra lente danalisi per concentrarci su quegli sviluppi dellambiente urbano che derivano direttamente da scelte e necessit dei singoli cittadini. Da qui prenderemo spunto per approfondire il legame con la natura e con le aree verdi,
1 Hirt 2012, p. 49.
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comparandolo con le conclusioni che abbiamo tratto su questo argomento nel capitolo precedente. Certamente uno dei temi pi dibattuti tra gli studi sulla citt post-socialista, la frammentazione dello spazio pubblico in isole di propriet privata formatesi in maniera informale un processo che si sviluppato sin dai primissimi mesi successivi alla caduta dellintero blocco comunista, e che a Chiinu non pare certo essersi esaurito 2 . Per spiegarne le ragioni necessario considerare il disorientamento legislativo e istituzionale e la corruzione diffusa dei funzionari, tanto quanto la possibilit di aprire attivit commerciali o espandere la propria casa dopo gli anni di rigoroso controllo centralizzato del regime sovietico. Innanzitutto necessario distinguere tra lappropriazione permanente dello spazio (per fini abitativi o commerciali, ad esempio) e il suo sfruttamento temporaneo dallaltro. Partiamo proprio da questultimo caso. In Moldova (cos come tantissimi altri paesi del mondo) il numero di auto cresciuto esponenzialmente negli ultimi ventanni 3 . Ci ha comportato una crisi allarmante non solo per la viabilit e il traffico quotidiano, ma anche per tutte quelle aree pubbliche che sono divenute parcheggi creativi per le auto. Cortili, spiazzi, marciapiedi privati della loro funzione originaria hanno comportato addirittura la mobilitazione di parte della societ civile 4 , stufa dello strapotere degli autoveicoli sui pedoni e sostenitrice di mezzi alternativi di locomozione (come la bicicletta). Il processo di appropriazione dello spazio pubblico a fini residenziali si concretizzato invece attraverso le nuove mansarde, balconi e verande costruite in aggiunta ai condomini di et comunista 5 . Spesso queste soluzioni vengono
2 http://www.timpul.md/articol/construciile-ilegale-primaria-este-invinsa--49013.html 3 Le barzellette hanno da sempre costituito un utensile molto affidabile nella cassetta degli attrezzi dellantropologo. Parlando di quante auto di lusso si vedano a Chiinu, la mia amica Diana mi racconta di un suo cugino, migrante in Russia e orgoglioso possessore di una Mercedes nonostante le sue difficolt economiche. Diana inizia allora a raccontarmi una barzelletta: Ci sono un moldavo, un italiano e un francese che si incontrano in paradiso. Allora iniziano a raccontarsi come sono finiti l. Litaliano dice: Io mi sono comprato una Ferrari, e sono finito contro un albero. Segue il francese: Io mi sono comprato una Porsche, e sono finito in un burrone. Infine il moldavo: Io mi sono comprato un Mercedes, e sono morto di fame!. 4 http://stopham.su/ 5 Il fenomeno delle aggiunte informali agli appartamenti sempre molto trattato dallopinione pubblica, tanto che su facebook nata una pagina intitolata La mia Perestrojka che le documenta con foto e commenti.
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adottate in accordo con gli altri residenti del palazzo, cos da creare una intera ala aggiuntiva. Altre volte invece i balconi spuntano sporadicamente e in misure diverse dal condominio dando vita ad un effetto architettonico singolare, non solo per la diversa sensazione di tridimensionalit ma anche per le scelte di colori e decorazioni, raramente concordate con gli altri condmini.
Fig. 3.1 Stessa idea. Stile diverso Tratto dal sito Pristroika Mea. Nel divertente accostamento la seconda immagine, scattata in un quartiere periferico di Chiinu, viene comparata ironicamente con il raffinato esempio di architettura contemporanea della prima immagine 6 .
6 https://www.facebook.com/PristroikaMea?fref=ts
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La fine delleconomia di stato e la conversione verso quella di mercato ha generato, tra le altre cose, la proliferazione di nuovi esercizi commerciali, chioschi e stand di venditori ambulanti. Queste forme di commercializzazione (insieme ai negozi propriamente detti, ai centri commerciali etc.) hanno contribuito a modificare lambiente urbano, riformulando con esso anche linterazione e la vita quotidiana delle persone. Se il momento rituale della fila ( ocered ) per ottenere certi prodotti alimentari era anche unoccasione di confronto e discussione, ed divenuto uno dei simbolo della vita di tutti i giorni durante lUnione Sovietica, la relazione con il consumo e gli acquisti negli anni novanta si sviluppata nei termini di unofferta subito vastissima ma inaccessibile per la tasche di gran parte della popolazione. Inoltre, le costruzioni informali a fini commerciali sorte in citt nel periodo post-socialista sono spesso state criticate per il loro impatto estetico, poich edificate con materiali di bassa qualit e inappropriate al contesto del centro, un luogo che i cittadini vorrebbero vedere riqualificato, e non gi sfruttato per fini esclusivamente speculativi (cfr. 2.2).
Fig. 3.2 Confronto dellincrocio tra Bd. Dacia e Bd. Traian nel 1970 e nel 2012 che mette in luce gli effetti della deregolamentazione post-socialista. In rosso i nuovi esercizi commerciali sorti (escludendo quindi le aggiunte a scopo abitativo ai singoli palazzi). Anni 70: Organizzazione urbanistica secondo le funzioni di circolazione e transito, le aree per auto e i pedoni sono ben distinguibili e delimitate. Anno 2012: Lo spazio divenuto ultra-agglomerato a causa del commercio ambulante, dei chioschi, dei negozi sorti al piano terra dei condomini e del numero elevato di auto 7 .
Fuori dal centro invece negozi prefabbricati e chioschetti vari conferiscono un immagine tanto pi colorata quanto pi confusionaria agli ultrasimmetrici quartieri socialisti. L dove non c il rischio di coprire edifici di valore architettonico o di sovraffollare lo storico parco della cattedrale queste soluzioni commerciali si sono diffuse abbondantemente, tanto da condurre il sindaco liberale Chirtoac a chiudere e rimuovere centinaia di esercizi non autorizzati 8 .
Fig. 3.3 Un bar/karaoke in Bd. Traian.
Che si tratti di verande che occupano abusivamente un cortile, di auto parcheggiate sui marciapiedi o dellonnipresenza di chioschi e baracchini, il profilo che la citt post-socialista assume in seguito a tali iniziative informali dei suoi abitanti fonte di conflitti e proteste. Sappiamo gi che le motivazioni a monte spaziano dalla possibilit di aprire un piccolo commercio per fronteggiare le difficolt economiche al desiderio di ottenere nuovi spazi per la propria casa
8 http://www.noi.md/md/news_id/17250
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dopo anni di regolamentazioni oppressive del governo sovietico (ma comunque in grado di offrire un welfare solido, che oggi invece quasi inesistente). Chi per reclama una presenza maggiore da parte degli organi regolatori per sopperire allanarchia architetturale dello spazio pubblico spiega la condizione attuale della citt come conseguenza di una civitas mai davvero significativa. I flussi di migranti dalle campagne, che continuano ancora oggi, hanno avviato per larchitetto Tamara Nesterov un certo processo di ruralizzazione della citt:
vero, Chiinu si ruralizza. E il processo deve essere fermato. [] Larchitettura della citt ha determinate esigenze , necessita di una certa attitudine da parte dei costruttori e deve rispondere a certe regole. Ci che accade attualmente nella maggioranza delle citt dopo la caduta dellURSS riprovevole. In et sovietica chi abitava in citt con rare eccezioni stato privato del diritto di propriet[] Ma quando iniziata la privatizzazione gli abitanti hanno avuto la possibilit di diventare proprietari delle case, ed naturale che prendessero le loro decisioni e facessero quel che ritenevano pi giusto per migliorare il loro ambiente di vita [] Chiinu cresciuta vertiginosamente negli ultimi 40-50 anni, in molti sono venuti dai villaggi qui per lavorare [] e dopo il 91 hanno modificato le loro case coi mezzi che avevano, culturali ed economici che fossero 9 .
Avere di nuovo a che fare con la propriet privata, inoltre, significa poter fare delle scelte che prima solo una minuscola fascia di popolazione poteva permettersi, e questo ritrovato potere decisionale seppure in termini limitati ha determinato nuove forme di sviluppo del tessuto urbano. Anya Ivanovna, neolaureata in antropologia culturale, coinvolta attivamente nello sviluppo e nella promozione della sua citt come volontaria del gruppo Arcul de Triunf e collaboratrice con ADVIT Moldova, una organizzazione rilevante del terzo settore locale. Anche secondo lei il disinteresse verso la protezione della citt storica e lincuria in cui versano strade, condomini e cortili sono certamente attribuibili a cattive pratiche amministrative, ma non solo:
Qui a Chiinu c una vera mancanza di senso civico e cultura urbana. cos perch tanti chiinuieni sono giunti dalle campagne, sono venuti qui per lavorare questa lunica vera e
grande citt della Moldova e per ragioni di provenienza e di formazione difficilmente sentono di doversi occupare di Chiinu 10 .
Se abbiamo parlato di privatismo nei confronti di coloro che sono riusciti a costruirsi una villa ben protetta e accogliente, o verso quelle scelte residenziali orientate alle gated communities e ai grandi residence con accesso controllato, per spiegare questi altri esempi di trasformazioni urbane dobbiamo integrare questo fenomeno con la delusione e il senso di abbandono che ha colpito ampie frange della popolazione durante gli anni 90, quando tutto sarebbe dovuto cambiare in meglio ed invece tutto si semplicemente stravolto, senza implicazioni tangibili per la qualit della vita o per la soddisfazione personale. A questo proposito ichindeleanu nota che lo spazio pubblico della capitale pu essere concepito come un assemblaggio di tre diverse istanze in tensione fra loro: larchitettura e lurbanistica progettata dallo stato socialista; la contemporanea architettura neoliberale (intendendo con questa espressione, a met tra economia e architettura, la progressiva commercializzazione dello spazio per mezzo di negozi, centri commerciali, uffici, complessi residenziali) e tutte le costruzioni informali (cio quelle che abbiamo descritto in questo paragrafo). Se la prima e la seconda sono divise da un cleavage ideologico, tra la seconda e la terza esiste una dialettica che interessa invece possibilit economiche molto diverse 11 . Linterazione di queste tre categorie definisce per sommi capi il panorama della Chiinu post-socialista, di cui fanno parte anche quelle trasformazioni indotte dalla ricostruzione identitaria del paese dopo lindipendenza (come la statua di tefan cel Mare, la lupa capitolina allingresso del museo nazionale di storia e la dislocazione dei vecchi monumenti comunisti). In questo processo la stratificazione che ha preceduto lesperienza comunista gioca invece un ruolo importante ma passivo, cio come testimonianza storico- architettonica in pericolo e quindi da preservare e proteggere. Hirt parla di una architettura della disunit 12 quando deve descrivere la cifra stilistica che emerge spontaneamente a Sofia come in tanti altri centri urbani dellarea post-socialista, e che assume forme e sviluppi diversi a seconda dei
10 Intervista con Anya Ivanovna, 10/08/2014. 11 ichindeleanu 2011, p. 465. 12 Hirt 2012, p. 170.
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capitali presenti, della pianificazione urbanistica locale, della protezione dei beni culturali. Sempre seguendo la logica della secessione spaziale come paradigmatica della ristrutturazione urbana post-socialista, alla base di tale architettura della disgiunzione esistono due processi di secessione dai regolamenti e secessione stilistica 13 : il primo esprime la diffusa violazione della pianificazione pubblica sia sulla scala macro che su quella micro e consente cos il secondo, una deriva di scelte architettoniche, planimetriche e stilistiche che altrimenti non potrebbero mai essere concesse e realizzate. Una questione particolarmente intrigante quella relativa alle chiese costruite negli ultimi ventanni. Se in certi paesi dellEuropa orientale si ricostruiscono chiese per ricostruire un radioso passato 14 pre-socialista, a Chiinu larchitettura religiosa contemporanea segue piuttosto i canoni stilistici dei supermarket e dei negozi.
Fig. 3.4 La chiesa Sfnta Treime, nel rione Ciocana.
Dopo le distruzioni e le riconversioni di molti edifici di culto ad opera dei materialisti sovietici, infatti, nuove chiese sono sorte in tutta la citt. Ma se siamo piuttosto abituati a vedere chiese molto moderne (con vetrate di termopan e
13 Ibid., p.50 14 Czaplicka 2007, p. 6.
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acciaio, ad esempio) per le confessioni pentecostali o per i battisti, persino la mitropolia ortodossa di Chiinu 15 ha adottato nuovi materiali e forme pi aggressive, sia per i suoi nuovi edifici che per le modifiche fatte a quelli storici (costituendo in alcuni casi lennesimo attentato a beni architettonici 16 ). Se esiste un materiale simbolo del corso post-socialista di Chiinu, quello , sfortunatamente, il termopan. Dagli esercizi commerciali, agli uffici, alle case monofamiliari e i complessi residenziali, fino a giungere alle nuove chiese, una termopandemia ha intossicato la citt vecchia, quella zarista e le periferie. Prima di passare al prossimo paragrafo, tentiamo di ricapitolare brevemente in che forme si tradotto il restyling urbano della capitale durante gli ultimi ventanni passeggiando per una via della citt vecchia, la strada Ivan Zaikin. Percorrendola dal centro verso il fiume Bc, i primi edifici che incontriamo sono stalinvki del secondo dopoguerra, non pi alte di quattro piani e con qualche balcone aggiunto dopo il 1991. Dopo un campetto sportivo, alcuni grandi condomini prefabbricati del periodo breneviano sorgono sulla sinistra, intervallati da giardinetti e cortili. Sulla destra, invece, inizia una fila di case a due o massimo tre piani, insieme a qualche villa dalla facciata in pietra. Tutte le abitazioni sulla parte destra sono ovviamente delimitate da cancellate, recinzioni o muri. Subito dopo una curva, spunta una bottega estremamente informale: protetta da una tettoia in lamiera, la sezione ortofrutta poco pi di un garage cui si accede superando un cancello metallico, e costituisce lingresso allalimentari vero e proprio. Sopra la tettoia, in equilibrio precario, i proprietari si sono concessi il piccolo lusso di una veranda fai-da-te, con qualche ombrellone e alcune sedie da giardino.
15 http://jurnal.md/ro/news/scandal-in-curtea-unei-biserici-din-sectorul-botanica-al-capitalei- 230477/ 16 Intervista con Ion tefania, 05/08/2014. Vedi anche: http://www.publika.md/restaurare-cu- incalcari-in-stil-moldovenesc--au-pus-ferestre-si-usi-termopan-unui-monument-de-arhitectura-- video-foto_1703071.html#galerie[1703071]/0/
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Fig. 3.5 Una bottega molto ingegnosa in str. Zaikin.
Continuiamo il nostro percorso, e ci troviamo dinanzi ad un cantiere. La compagnia Novastar ha iniziato a costruire un residence lussuoso, ben protetto dallesterno e con accesso controllato, con diversi servizi al suo interno e in grado di garantire tanto una posizione centrale quanto la prossimit alle aree verdi circostanti. Ancora qualche villa sulla nostra destra, e siamo ormai giunti in strada Albioara, che costeggia il fiume. Una nuova schiera di condomini socialisti altissimi getta la sua ombra sui chioschi che vendono pane, carne, gelati agli angoli della strada o nei pressi dei cortili.
3.2 Nonostante la citt: vita quotidiana oltre gli imperativi urbani. Erano i miei primi giorni di permanenza a Chiinu. Ancora un po disorientato, cerco di ritrovare la strada di casa di ritorno dal grande mercato centrale. fine luglio, ma spira un vento piacevole e il clima clemente. Cos, quel che era un girovagare confuso, nella speranza di riconoscere un edificio familiare, un negozio gi intravisto o una strada gi percorsa, diviene una passeggiata nella citt vecchia senza fretta n direzione (ma con una meta, quella si). Strada Alexandru cel Bun (Alessandro il buono) mi ispira fiducia, quindi giro a destra e imbocco
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la via. Dalla parte opposta della strada, a qualche decina di metri di distanza, vedo un fumo alzarsi pian piano. Attorno ad esso, alcune uomini a torso nudo chiacchierano con aria rilassata, qualcuno accenna qualche grido 17 festoso per accompagnare la musica popolare ad alto volume. Sono in tre, sul marciapiede della via ma a pochi metri dal cortili dei palazzoni socialisti multipiano, e stanno preparando della carne alla griglia. Uno dei tre fischia e batte le mani, quando non deve girare la carne o metterne altra ad arrostire. Per utilizzare il termine romeno corretto, stanno preparando un grtar. Conoscevo gi la cultura diffusa del grtar, perci non stato troppo problematico comprendere cosa stesse accadendo. Ci che mi ha davvero sorpreso invece il luogo nel quale avevano deciso di preparare la carne: su di un marciapiede di una strada del centro, a meno di un chilometro dal boulevard principale, dai centri del potere, della storia politica moldava, del consumo e della mondanit della capitale. Certo, questa una mia sovrainterpretazione. Che quel grtar si stesse svolgendo a due isolati dal centro della capitale era un problema forse mio, o di altri cittadini, non certo dei tre uomini che stavano arrostendo del maiale, l sul marciapiede 18 , a pochi metri dalle auto in corsa. Perch dunque fare un bel grtar per strada? Quale relazione con la citt e con lo spazio pubblico implica questo episodio (che, come successive interviste e passeggiate mi hanno confermato, non troppo isolato in citt)? E quali reazioni suscita questo fenomeno nel resto dei cittadini della capitale? Il grtar per antonomasia, infatti, si preparava nei parchi cittadini o in quelli dei suburbi, o ancora, nei pressi della propria dacia in campagna. Ma dopo la fine del governo sovietico, la gente secondo un processo parallelo a quello di spatial seizure del paragrafo precedente ha intessuto una nuova relazione con lo spazio pubblico. Per chi (e sono tantissimi) abita nei condomini socialisti tale spazio rappresentato in primo luogo dai cortili e dai marciapiedi adiacenti, che diventano
17 In romeno a chiui il verbo che designa questi urli euforici che accompagnano la musica popolare. Sono contraddistinti da dallemissione di una vocale anteriore chiusa [i] che termina con un picco pi acuto. 18 Lintero grtar non si svolgeva l sul marciapiede, ma in cortile, qualche decina di metri pi lontano dalla strada. Probabilmente la griglia stata posta pi lontano per evitare che il fumo giungesse troppo vicino alle finestre dei condomini.
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alloccasione parcheggi per le auto o parchi in cui festeggiare con danze, musica e carne alla griglia. Quando questi momenti di convivialit vengono celebrati in uno spazio ultraurbano diventa interessante comprendere le ragioni di tale cambiamento, cos come le conseguenze che possono derivarne. Lincidenza dei grtar in citt pare sia salita negli ultimi dieci anni 19 . Se fino al 1991 sarebbe stato impossibile vederne uno fuori dai luoghi consueti, il processo di rinegoziazione dello spazio pubblico ha generato queste nuove connessioni tra una pratica tipicamente extra-urbana (o, se in citt, comunque in spazi privati) e unambientazione decisamente urbana (come i cortili e i marciapiedi di str. Alexandru cel Bun). Ma tutti gli anni novanta sono stati un periodo di indigenza, nel quale il grande consumo di carne previsto dal grtar impediva una pratica continuativa della stesso 20 . Con la crescita economica degli anni duemila, anche queste pratiche tanto culinarie quanto culturali hanno ritrovato un ruolo di primo piano nella vita dei moldavi. Infine bisogna ricordare come il privatismo post- socialista abbia anchesso contribuito a trasformare questo fenomeno: con le nuove villette costruite nei suburbi o a ridosso pressi dei parchi e delle aree verdi anche i grtar vi si svolgono al loro interno e non pi soltanto nei parchi pubblici. Ho indugiato nella traduzione del termine grtar perch insoddisfatto dalla resa di termini come barbecue o grigliata: nel primo caso rimandiamo ad un rituale culinario che avviene generalmente in una propriet privata (il giardino delle case monofamiliari tipiche della media borghesia americana) e in un contesto come quello statunitense cos tanto differente da quello moldavo. Nel secondo caso, invece, riesce difficile parlare di una tradizione culturale vera e propria, poich la grigliata nella societ italiana non assume certo il rilievo che assume in quella moldava. Inoltre, se avessi scritto che quegli uomini stavano facendo un barbecue, o una grigliata, avrei lasciato alle concezioni di barbecue o grigliata di ogni singolo lettore il compito di ricreare nella sua mente la scena del grtar sul ciglio della strada. Il grtar (il russo shashlik designa invece la variante con gli spiedini ) riveste un ruolo di primo piano in societ in quanto forma di festeggiamento informale pi consueta. Basta una domenica con un bel tempo, un compleanno, una partenza o
19 Da un intervista con la prof. Iulia Timotina, 08/08/2013. 20 Ringrazio Anya Ivanovna per il suggerimento.
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un arrivo da celebrare per farlo scattare. Anzitutto il gruppo di amici o familiari procede con la divisione dei compiti: chi acquista le vivande, chi si occupa del trasporto, chi della preparazione del cibo. Negli ultimi tempi, per ragioni di economia in termini di tempo e danaro, pi comune comprare la carne in negozio o al mercato gi speziata e salata, ma se levento da festeggiare particolarmente importante la carne verr preparata a casa (bisogner cio rimuovere dallanimale le carni adatte per la griglia, condirle, speziarle e conservarle sino al momento dellarrosto en plein air). La scelta del companatico varia anche a seconda del gruppo in questione, poich un gruppo di giovani difficilmente avr le risorse per fare un grtar in grande stile, mentre se si tratta di celebrare un evento di primo piano, magari in famiglia, allora non si bader a spese.
Fig. 3.6 Un grtar al parco La Izvor.
Generalmente la carne pi adatta per il grtar la carne di maiale, ma viene utilizzata anche quella di pollo e di montone. La divisione dei ruoli in base al genere prevede che ad occuparsi del fuoco e della cottura della carne siano sempre gli uomini, mentre le donne si dedicano al companatico e alla preparazione della tavola. Oltre al cibo di contorno, come patate, ortaggi e verdure varie, indispensabile non dimenticare le bevande. Birra, vino e vodka (o in alternativa la
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uic romena, un distillato simile alla vodka) non devono mai mancare a tavola, cos come la musica ad alto volume. Girovagando nei parchi cittadini nel week end, raramente ho visto grtar senza musica (in questi casi erano semplici grigliate con famiglie con bimbi piccoli) e, anzi, talvolta alla musica dellautoradio si sostituiva quella dal vivo con una fisarmonica o con le chitarre (questultime pi frequenti tra giovani). In certi casi alla musica si mescolano le urla acute (chiui) tipiche della della musica tradizionale moldava e romena, e le persone iniziano a ballare festose schioccando le dita tenute verso lalto. Perch allora preparare un grtar in citt? Sembra proprio che la citt giardino socialista sia divenuta, dopo il 91, una citt in cui i giardini, cio i cortili e le piccole aree verdi infracondominiali, sono luoghi in cui sempre pi difficile discernere il pubblico dal privato. Se questo accade, mi dice Anya Ivanovna, dovuto soprattutto ad una cultura del vivere in citt 21 che ancora assente in larghe frange della popolazione. Come abbiamo visto nel primo capitolo, la storia di Chiinu quella del centro di una periferia, geograficamente marginale per ogni potenza interessata ad imprimere la propria influenza sul territorio. Cos soltanto nel XX secolo la popolazione autoctona diventata quella maggioritaria in citt: leterogeneit etnico-culturale della capitale nellottocento andata riducendosi progressivamente seguendo una nuova linea di frattura principalmente linguistico-nazionale. La minoranza russofona e di origine russa (a differenza dei russofoni ucraini, leggermente pi presenti anche nelle zone rurali) quella insediatasi in citt gi durante il periodo zarista e poi in maggior misura con il regime sovietico. quindi la comunit urbana per eccellenza 22 , cos come per secoli i moldavi sono stati la grande massa rurale urbanizzata, che arriva in citt dalle campagne (e, con la grande diaspora migratoria, spesso vi resta temporaneamente per poi ripartire ancora allestero). Questa distinzione si perpetua ancora oggi ed utilizzata per spiegare seppur in parte le forme di negoziazione dello spazio
21 Intervista con Anya Ivanovna, 18/09/2013. 22 La prima vera comunit esclusivamente urbana stata quella ebraica. Dal secondo dopoguerra invece: To be urban was the practical equivalent of being Russian. Its only in the soviet period that native Moldavians have been reclaiming the urban areas by their massive influx into old towns, and by putting new towns on the map through reclassification Livezeanu 1981b, p. 573. Cfr. 1.3.
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pubblico urbano che abbiamo descritto sinora (ma ve ne saranno delle altre ancora nelle prossime righe). Gi Irina Livezeanu aveva parlato negli anni ottanta di una urbanizzazione di basso profilo durante il periodo socialismo in Moldova, che aveva comportato flussi di lavoratori moldavi e ucraini dalle campagne e un flusso parallelo bench meno consistente di esperti, funzionari e lavoratori qualificati dalla Russia, modificando cos laspetto della citt. Le parole che cita dallo scrittore Ion Dru sono eloquenti:
Ed arriviamo a Chiinu, citt di confine della Russia zarista e dimenticata da Dio [] improvvisamente ha ripreso vita e ha iniziato a parlare nel caro e buon linguaggio moldavo. La citt non cambiata solo allesterno [] Chiinu cambiata nella sua essenza, diventata pi provinciale [] I cittadini originari delle aree rurali hanno mantenuto nella loro andatura, nei loro discorsi e nei loro costumi tutte le sfumature della loro terra nata, cosicch alle volte sembra che un numero infinito di persone dalle campagne si sia riversato tra le strade della citt, inondandole. La campagna ha davvero trasformato la vecchia Chiinu 23 .
In questo caso pare che non si possa parlare di urbanizzazione senza considerare la ruralizzazione ad essa collegata. Che questi processi siano tuttora in corso nella capitale indubbio, ma essi non esauriscono la questione relativa alla corrente rinegoziazione dello spazio. Cercare di comprendere i grtar urbani o le forme di appropriazione spaziale del precedente paragrafo semplicemente per mezzo migrazione interna importante, ma insufficiente. Certamente va tenuta in considerazione limportanza che riveste la trasposizione in contesto urbano di pratiche nate nei villaggi e che pertanto prevedono un rapporto stretto con la natura e gli spazi aperti. Daltra parte per, sarebbe sbagliato dimenticare quella variabile rappresentata dalla ristrutturazione post-socialista in ambito economico, sociale e culturale, quantomeno quando assume i contorni di un rapporto diverso con il concetto di propriet (privata e pubblica che sia) o di un sentimento diffuso di scetticismo nei confronti della dimensione pubblica. Linteresse che suscita un grtar celebrato in un luogo inconsueto (ma che pian piano diventa sempre pi consueto) ci indirizza verso la coppia citt-natura: se il grtar implica per antonomasia una ambientazione in uno spazio verde e ampio, e quindi una
23 Druta 1971, cit. in Livezeanu 1981, pp. 337-8. Traduzione mia dallinglese.
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relazione forte con un contesto naturale, come si traduce questa relazione in un contesto cos diverso come il cortile di un condominio socialista? La tendenza a condurre, in un insolito setting urbano, attivit generalmente ambientate in aree rurali o suburbane ha assunto progressivamente importanza durante il corso della ricerca. Ho quindi elencato alcune pratiche di questo tipo osservate durante la permanenza in citt, e tutte implicano una forma di negoziazione dello spazio urbano secondo nuovi criteri interpretativi:
1. Grtar nei cortili tra i condomini o sui marciapiedi ad essi adiacenti 2. Pascoli (di capre) al parco La Izvor 3. Bagnanti al parco Valea Morilor e La Izvor 4. Raccolta di noci lungo il viale alberato di Str. Albioara 5. Pausa pranzo di alcuni operai sul prato del Ministero dell Agricoltura, in bd. tefan Cel Mare
Chiaramente alcuni di questi esempi si spiegano prevalentemente con necessit ecologiche precise: quando i prati del parco cittadino La Izvor (sempre a Chiinu ma in una zona meno centrale) diventano pascoli per le caprette di alcuni anziani contadini che abitano nelle vicinanze, le ragioni relative alla comodit di ampie distese verdi vicino casa rendono ancora pi incerto il confine tra la capitale e i paesini gi del tutto rurali dellhinterland. Sebbene il contrasto tra il parco come spazio pubblico cittadino e lo stesso come pascolo per capre sia evidente e testimoni un altro caso di appropriazione dello spazio pubblico della citt secondo necessit private (e inusuali in ambito urbano), le motivazioni pratiche sono quelle pi consistenti in questo specifico tipo di rinegoziazione dello spazio pubblico nei termini di unarea di pascolo. Se la raccolta di noci tra i viali alberati e le isole di traffico di str. Albioara risponde per certi versi a ragioni simili 24 , e il gran numero di bagnanti ai laghi di alcuni parchi cittadini nelle giornate di afa estiva possono risultare tutto sommato
24 Nuci in romeno, una variet di noci diversa da quella a noi conosciuta. Queste noci in genere vengono vendute gi sgusciate e pulite in bicchieroni di plastica, per le strade del centro.
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facilmente comprensibili e almeno nel secondo caso ben consolidati ormai da decenni, esempi come quello del grtar o quello della pausa pranzo sono pi complessi ed assumono per i nostri scopi una rilevanza maggiore. Pi volte nel giardino del Ministero dellAgricoltura, proprio allangolo con il bd. tefan cel Mare, mi stato possibile vedere alcuni operai mangiare, bere birra e giocare a carte allombra di un albero, a una decina di metri dai lavori stradali che conducevano durante il giorno. Un perfetto picnic sul ciglio della strada 25 si teneva nel centro della capitale, sebbene a distanza ravvicinata ci fossero bar e negozi di ogni tipo per poter pranzare. Di nuovo, motivazioni pratico-economiche (la necessit di consumare il cibo portato da casa in un luogo accogliente) si aggiungono ad una relazione con lo spazio urbano estremamente peculiare: questo caso e quello del grtar rimandano entrambi ad un desiderio di non rinunciare a momenti di convivialit tipicamente extraurbani in contesti tipicamente ultraurbani, godendo cos di rituali allaria aperta nonostante la citt. I confini, le disgiunzioni, le barriere che separano privato e pubblico, rurale e urbano, il carrabile dal pedonale, il cemento della strada dallerba dei giardini cessano le loro funzioni, non esistono pi. Quando lo spazio nel centro citt utilizzato esclusivamente per la viabilit e la commercializzazione, infatti, pu accadere che le persone rifiutino di seguire pedissequamente questi imperativi che la citt impone loro (cio se devi pranzare devi andare in un bar o un ristorante, non permesso che tu usufruisca del prato di un edificio ministeriale): se da un lato si potrebbe argomentare che questi sono esempi di una mancato senso civico e di scarso rispetto per le aree pubbliche della citt spesso da parte di chi non ha vissuto un sentimento di identificazione ed appartenenza con la capitale da un altro rappresentano una controtendenza nei confronti della standardizzazione che contraddistingue i centri urbani. Sia lo spazio urbano che quello pubblico ne escono quindi riconfigurati: il giardino davanti al palazzo del ministero diviene un campo per picnic, i cortili condominiali delle aree boscose per i grtar, i parchi cittadini dei pascoli. Il concetto di citt non pi lopposto di quello di campagna, poich certe pratiche resistono, semmai modificate, a prescindere dalla loro ambientazione.
25 Casualmente uno dei film pi famosi delluniverso sovietico, Stalker di Andrei Tarkovskij, trae spunto da un racconto dei fratelli Strugackij , denominato appunto Picnic sul ciglio della strada.
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A cambiare ancor di pi per il tipo di citt che ne risulta, ignorata nelle prescrizioni che indica ai suoi abitanti e rimodellata da un utilizzo in controtendenza di certi luoghi 26 . Quando si ha a che fare con un rituale di origine rurale trasposto in contesto (sub)urbano facile che il pensiero rimandi allesempio giavanese riportato da Clifford Geertz negli anni cinquanta. In Ritual and Social Change si espone il caso di un rituale funerario (lo slametan) che fallisce tragicamente nel momento in cui viene riproposto in un ambiente diventato con gli anni sempre pi eterogeneo come Modjokuto, una cittadina nei suburbi di Java:
Un sistema di classi pi differenziato, forme di governo pi burocratiche ed impersonali, una maggiore eterogeneit del background sociale, tutte queste tendono allo stesso risultato: lindebolimento di legami strettamente territoriali in favore di quelli prevalentemente ideologici [] In particolare nei kampong, quartieri lontani dalla strada dove i comuni abitanti giavanesi vivono affollati nella profusione caotica di piccole case di bamb, si trova una societ in transizione in cui le forme tradizionali della vita rurale stanno dissolvendosi rapidamente e altre nuove forme si ricostruiscono altrettanto rapidamente. In queste enclaves di contadini giunti in citt [] la cultura popolare in un processo di costante conversione entro i termini di quella urbana 27 .
In questo contesto di trasformazione cos rapida e travolgente, Geertz rintraccia le cause alla base del fallimento rifacendosi al conflitto tra il quadro culturale che fonda il rituale funebre e lincompatibile eterogeneit del contesto sociale, ormai troppo diverso da quello rurale tradizionale:
Questo fallimento va piuttosto ascritto, ritengo, ad una discontinuit tra la forma di integrazione esistente nella dimensione della struttura sociale (causale-funzionale) e la forma di integrazione esistente nella dimensione culturale (logico-significativa). [] Pi concretamente, anche se in termini alquanto aforistici, la difficolt sta nel fatto che socialmente la gente del kampong urbanizzata, mentre culturalmente non lo ancora. 28
26 Se prendiamo ad esempio il giardino del Ministero, gi lutilizzo in s (per prendere il sole o sostarci seduto) di quellarea sarebbe insolito, poich chiaramente concepito come semplice arredo urbano ad uso decorativo. 27 Geertz 1957, pp. 37-38. Traduzione mia. 28 Geertz 1973, p. 197. Corsivo mio.
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Questa particolare notizia da un altro paese 29 che Geertz ci racconta strizza locchio al grtar e al picnic nel centro di Chiinu di cui abbiamo parlato in precedenza. Nel nostro caso, levidente incongruenza tra pratiche culinarie pi o meno quotidiane e la loro ambientazione non comporta un fallimento poich i rituali in questione sono di portata e natura totalmente diversa ma pu comunque generare conflitti e reclami negli altri cittadini. Spesso i grtar preparati in citt, infatti, sono fonte di discussione coi condomini, a causa del fumo e del baccano che li accompagnano, e nelle numerose volte in cui ho introdotto largomento il leitmotiv di ogni chiacchierata coi miei interlocutori stato il riferimento alla provenienza rurale di coloro che hanno diffuso la variante metropolitana del grtar tradizionale. Per essi, come per molti altri, lultima frase che compare nellultimo brano citato sarebbe uno slogan perfetto, che sosterrebbero con vigore. Lo scarto culturale che si inscrive tra citt e campagna evidente, e spesso si sovrappone a quello linguistico-nazionale tra romenofoni (moldavi) e russofoni (russi e ucraini), poich coloro che si stabiliscono in citt dalle zone rurali sono unicamente moldavi (e non potrebbe essere altrimenti vista la stragrande maggioranza della popolazione moldava fuori dalle citt). Tra il parlare di una cultura urbana assente, come avvenuto nel paragrafo precedente, o di gente non ancora urbanizzata culturalmente il passo breve. Questa mancata urbanizzazione culturale di parte della popolazione non genera fallimenti o veri e propri conflitti di grande portata, ma avvia piuttosto un processo di riconfigurazione di significato, natura e funzione degli spazi che si traduce in un esempio di eterogeneit urbana, e non soltanto in un semplice ritardo culturale del processo di urbanizzazione. Lurbs socialista viene spesso descritta come grigia, standardizzata e strettamente scandita da regole ben precise. Anche le sue esplosioni di colore, come le parate, erano frutto dellorganizzazione centralizzata del partito. Ma la deregulation, il privatismo e i flussi migratori nazionali ed internazionali insieme alle gi esposte criticit connesse al cambio di paradigma economico, ideologico e culturale hanno determinato una conversione della citt nei termini di una nuova, imprevedibile (seguendo la definizione che ne da Hannerz) complessit.
29 Ibid., p. 62.
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Troppo frequentemente la transizione stata affrontata considerandone soltanto i risvolti in termini di commercializzazione dei centri urbani e di ricircolo delleconomia di mercato: eppure, dall anarchitettura 30 alla re-significazione di luoghi dimenticati, passando per gli utilizzi creativi del tessuto urbano e delle aree pubbliche considerati in questo paragrafo, esiste un ventaglio molto pi ampio di trasformazioni senza il quale sarebbe superficiale giudicare la portata del presente post-sovietico. Gli sviluppi del settore immobiliare proiettano altri scenari ancora, che arricchiscono la questione. Quella stessa complessit dello spazio pubblico urbano che abbiamo tentato di rendere nel corso di queste pagine ci che viene espressamente negata nelle gated communities e nei plessi residenziali di ultima generazione. Una cittadella che deve essere prevedibile per essere appetibile alla sua clientela sorge dentro o ai margini della citt vera e propria. Unisola di complessit addomesticata e neutralizzata, che instaura con la natura circostante una relazione di propriet, di possesso. Risiede forse in questo parallelo, cio nel rapporto con le aree verdi pubbliche, una seconda forte discontinuit. Se un grtar o una pausa pranzo bucolica negano, in un certo senso, determinate regole del vivere urbano secondo un utilizzo improprio degli spazi, ma quantomeno avviano una dialettica con gli usi e concetti canonici delluniverso urbano, le nuove costruzioni che hanno letteralmente stravolto molti parchi della citt parlano un linguaggio diverso, quello dellappropriazione permanente ed irregolare di uno spazio sacro comunitario, patrimonio anchesso della citt e dei suoi cittadini. In questo secondo caso, per, non esiste alcuna negoziazione dello spazio o delle sue regole: un imperativo categorico, sostenuto da capitali privati e corruzione endemica allinterno degli organi regolatori, impone la presenza ingombrante di hotel, residence e palazzi l dove non dovrebbero essercene. Non si tratta pi di utilizzare lo spazio pubblico secondo nuovi (e talvolta discutibili) parametri, ma piuttosto di modificarne lessenza senza compromessi. Del resto, le aree verdi pubbliche sono ancora tali se vi si costruisce massivamente al loro interno? La risposta che ne deriva , purtroppo, scontata.
30 Hirt 2012, p. 172.
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3.3 La Country oriented Chiinu: feste nazionali, ricorrenze e pratiche tradizionali in citt. Dopo il 1991 le riforme economico-politiche e lapertura verso occidente hanno cambiato profondamente la Moldova e i moldavi. Tracciare alcuni profili che tale ristrutturazione ha assunto sul piano locale utile per poterne valutare meglio benefici, criticit, sorprese. Le crescenti influenze da occidente (in termini di capitali e investimenti, di diversificazione dellofferta e di personale straniero; ma anche per mezzo dei migranti che fanno ritorno a casa) sopraggiunte negli ultimi anni hanno conferito una spinta globalizzatrice ad un panorama composto dal radicamento di una comunit russofona importante con un ruolo storico e di primo piano allinterno degli equilibri della citt e dalla stabile presenza moldava maggioritaria, rimpolpata da chi si trasferisce nella capitale dai centri minori e dalle campagne 31 . Allinterno del percorso di costruzione identitaria della giovane Moldova indipendente si ritrovano una serie di componenti di diversa origine: lEuropeismo (tanto nelle retoriche e nella simbologia quanto nel percorso di avvicinamento allUe); la cura e lattenzione al passato pre-ottomano del Principato moldavo (incarnato dalla figura di tefan cel Mare 32 ) o alla breve esperienza di autonomia dello Sfatul arii nel 1918 (1.1); e ancora il folklore e la cultura popolare, questultima ancora imprescindibile in un paese cos fortemente rurale. Cos diviene legittimo chiedersi quale relazione con la cultura tradizionale moldava sia presente a Chiinu in quanto capitale dello stato indipendente, poich evidente che la forza di attrazione esercitata da occidente non lunica presente nellarena pubblica. La festa dellindipendenza (27 agosto) e quella per le leggi sulla lingua (31 agosto) sono avvenimenti importanti per la popolazione romenofona (specialmente il primo) e invece del tutto ignorati da quella russofona, che ha mantenuto il 9 maggio (il giorno della vittoria contro la Germania nazista) come festivit laica pi importante. I festeggiamenti per il
31 La presenza nella capitale dellunico vero polo universitario del paese rappresenta un fattore dattrazione molto importante non solo per gli studenti moldavi ma anche per molti giovani nordafricani e mediorientali, in larga parte studenti di medicina. altrettanto vero che moltissimi altri studenti moldavi preferiscono continuare i loro studi in Romania o in altri paesi dellUe, nel caso abbiano il passaporto romeno. 32 funcionarii primriei vor depune un co de flori la monumentul lui tefan cel Mare
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ventiduesimo anniversario della Repubblica Moldova si sono tenuti come ogni evento rilevante nella piazza della grande adunata nazionale. Quando iniziano a suonare i Lautarii, lorchestra di musica popolare pi conosciuta del paese, festa grande: grandi girotondi si aprono tra la folla, in molti cominciano a ballare le danze tradizionali e gli immancabili chiui accompagnano la musica. La costruzione della nazione moldava si impernia sui simboli e le caratteristiche della cultura popolare locale. I motivi decorativi tipici dei costumi tradizionali moldavi vengono utilizzati non soltanto sui cartelloni che pubblicizzano levento, ma anche sulle locandine della birra Chiinu e dellacqua Gura Cinarului. Molti cibi invece utilizzano questi simboli per richiamare la qualit superiore di ci che viene dalla campagna, poich non solo pi genuino ma semplicemente pi gustoso grazie alle materie prime locali: facile quindi trovare diciture come ca la ar e ca la mama acas ( rispettivamente come in campagna e come a casa da mamma), ad esempio su alcuni tipi di pasta ripiena come i pelmeni e i colunai 33 . Se la forte vicinanza linguistica, storica (almeno sino al XVIII secolo) e culturale ha scatenato rivendicazioni unioniste a partire dalla perestrojka che continuano a protrarsi ad intermittenza, al momento attuale sono rimasti in pochi a credere ad un possibile futuro insieme alla Romania. Piuttosto, le aspirazioni a divincolarsi dallegemonia russa si traducono nelleuropeismo sostenuto con forza dallattuale governo (e ovviamente anche del sindaco di Chiinu) dopo otto anni di governo comunista: standard europei, tipo europeo, qualit europea 34 non solo si rincorrono nelloratoria degli esponenti politici, ma sono entrati a far parte anche del registro di vaste frange dellopinione pubblica. Appare cos evidente il contrasto tra le ambizioni di rendere Chiinu un centro metropolitano annoverabile a pieno titolo tra le capitali europee e la condizione ancora debole e poco autorevole degli organi istituzionali, incapaci di liberarsi dalla morsa della corruzione diffusa e della connivenza con interessi privati poco trasparenti.
33 I primi sono piuttosto simili ai ravioli nostrani, solitamente con ripieno di carne e dalla forma sferica. I secondi sono invece ravioli dolci triangolari, e possono contenere formaggio dolce o marmellata. 34 http://www.gov.md/libview.php?l=ro&id=6674&idc=436
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La comunit russofona spesso giudica come un controsenso le retoriche europeiste in relazione alle pratiche populiste rappresentate, ad esempio, dalle scelte organizzative adottate in occasione della festa della citt (hramul oraului 35 , per Chiinu il 14 ottobre) o del giorno del vino (che si celebra invece intorno al 5- 6 ottobre): i numerosi stand di carne alla griglia che sostano tra la piazza e il parco della cattedrale vengono reputati come adatti ad una sagra di paese piuttosto che alla festa di una capitale che si presenti come europea, mentre altri lamentano un utilizzo improprio di una piazza dal forte significato storico-politico in quanto simbolo delle manifestazioni per la lingua e per lindipendenza durante gli ultimi anni di vita dellURSS 36 .
Fig. 3.7 Donne con abiti tradizionali in occasione del hramul oraului.
La festa della citt si apre con il sindaco e altri funzionari comunali che depongono fiori sotto la statua di tefan cel Mare, un gesto di riverenza nei confronti della figura nazionale pi importante e allegoria della ricostruzione identitaria della Moldova indipendente. La giornata prosegue con danze e parate rivolte alla cultura popolare, ma anche con eventi di interesse generale, dallo sport
35 Esiste un hram per ogni citt e paese, poich questo il giorno del santo protettore della localit. Nei villaggi questa festa estremamente importante, poich rafforza il valore dellospitalit un tratto culturale fondamentale, a detta degli etnografi locali - tra vicini e compaesani oltre che, ovviamente, verso gli stranieri. 36 Nesterov 2011b, p. 139.
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alle arti, sino a coinvolgere cantanti pop insieme a orchestre di musica popolare durante il grande concerto serale. Se il hram cittadino assume a Chiinu una valenza politica e nazionale rilevante, e richiama la tradizione culturale moldava nel centro della capitale, esistono altre pratiche culturali pi informali che hanno raggiunto comunque le strade della citt. In un continuum definito dal criterio dell ufficialit di tali pratiche, ai vertici del quale ci sono le celebrazioni che hanno luogo durante le grandi giornate di festa da un lato (decisamente ufficiali) e i grtar condotti in citt (affatto ufficiali, ma, piuttosto, ultrainformali) al centro possiamo inserire lesempio del Focurel (fuocherello), una tradizione vera e propria originatasi nel larea sud- occidentale del paese che ormai da un decennio si celebra anche nel quartiere Rcani della capitale. Il Focurel si prepara allinizio della quaresima e nasce come rituale apotropaico e di buon auspicio. Per allontanare gli spiriti maligni in origine veniva acceso un fuoco allincrocio delle strade (cio dove si credeva si riunissero gli spiriti), dopodich il rito prevedeva che si saltasse oltre il fuoco per ottenere buona salute durante lanno. Il fumo generato aveva inoltre la funzione di ricordare i morti della comunit, poich la sua funzione era quella di raggiungerli in cielo e riscaldarli. Letnografa Corina Rezneac ha riportato dettagliatamente come si svolto uno degli ultimi Focurel, nel marzo 2011:
Questanno sono giunti per festeggiare persone dal Sud, dai distretti di Vulcneti, Cahul e Cantemir, oltre che altre da altre zone della capitale. I partecipanti hanno portato con s della legna da ardere e questo era il ruolo degli uomini anziani e poi del cibo che rappresentasse la specialit di ogni casa e del buon vino [] Dopodich le persone si salutano baciandosi tre volte e chiedendo scusa luno allaltro per le ci che hanno fatto di sbagliato. Dopo laccensione del fuoco e larrivo della complesso di musica popolare si tiene lusuale salto del fuoco, si pronunciano versi di spirito, si augurano salute e iniziano i canti e le danze sino allalba. Una parte importante della festa il tavolo sul quale i partecipanti condividono il cibo portato per loccasione 37 .
Fig. 3.8 Il salto oltre il fuoco. Foto di Varvara Buzil dal Focurel 2011 a Chiinu.
La migrazione in citt dalle champagne ha rappresentato anche in questo caso il trasferimento di un costume che, originatosi nei villaggi del Sud, si consolidato anche allinterno del contesto urbano della capitale. A dieci anni dalla prima celebrazione, a raggiungere Chiinu esclusivamente per partecipare allevento arrivano persone da oltre cinquanta villaggi e paesi della Moldova meridionale. Ad integrare il cleavage urbano-rurale, i cui confini abbiamo visto sfumare in pi occasioni, potremmo a questo punto introdurre il concetto di villaggificazione della citt: da un lato la frammentazione implicata dalla ristrutturazione post- socialista scompone la citt in isole ad accesso privato, che condizionano il resto dellambiente urbano con la loro presenza ingombrante nelle aree verdi o con la creazione di nuove barriere che istituiscono uno spazio separato, quello di una citt nella citt quasi creata in laboratorio; dallaltro portare in citt pratiche tradizionalmente ambientate in aree non urbane ha contribuito a limare certe differenze tra urbano, suburbano e rurale nelluso degli spazi e nella loro concezione. In luoghi diversi della citt, Chiinu un villaggio dellAustria meridionale e, allo stesso tempo, un villaggio della moldova sud-occidentale. La riconfigurazione post-socialista della capitale implica che vi sorgano al suo interno cittadelle private che recidono ogni connessione con il contesto in cui si trovano, sia spazialmente che semanticamente. Ma implica anche che, sempre nella stessa citt, a pochi chilometri di distanza, si celebri linizio della quaresima
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come si faceva tradizionalmente nelle campagne, con fuochi, danze e versi di buon augurio. E sempre l, ma qualche centinaio di metri pi lontano, che si costruiscano residence accattivanti, che si prepari un grtar in cortile, che si portino le caprette al pascolo. In un certo senso poi, probabilmente diverso da quello riposto nei discorsi politici, le aspirazioni a capitale europea sono gi state raggiunte con le eterotopie rappresentate dalle nuove soluzioni residenziali, con la commercializzazione degli spazi, simboli della globalizzazione esplosa in questi ultimi ventanni. Chiinu una citt estremamente interessante e coinvolgente per via della problematicit delle sue trasformazioni. Considerarne gli sviluppi recenti e quelli futuri un compito da perseguire senza mai dimenticare che ogni ristrutturazione socialista, post-socialista, post-moderna e chiss quale altra prossima definizione diverr di moda contiene al suo interno dinamiche progressive e regressive. Pensare il cambiamento in queste aree senza un tale approccio critico porta per retoriche e (meta)narrazioni a trasformarsi in leggi naturali pericolosamente guidate dallideologia pi spicciola.
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