Alberto Mura - Teorema Di Bayes e Valutazione Della Prova
Alberto Mura - Teorema Di Bayes e Valutazione Della Prova
Alberto Mura - Teorema Di Bayes e Valutazione Della Prova
1. Introduzione
La riflessione epistemologica contemporanea ha ampiamen-
te messo in luce come l’identificazione della conoscenza con la
certezza (cioè con la garanzia razionale della verità), che è un
tratto caratteristico del pensiero occidentale sin dai tempi di Pla-
tone, è in realtà un mito (1). L’emergere della consapevolezza di
ciò ha rivoluzionato la metodologia della scienza, persino in
quei campi privilegiati che la tradizione amava chiamare “scien-
ze esatte”.
Il diritto delle prove, cresciuto all’ombra del mito della cer-
tezza, non può essere considerato immune dalla rivoluzione me-
todologica contemporanea. La prima conseguenza che se ne de-
ve trarre è quella di ammettere che il giudizio di merito consiste
inevitabilmente in una decisione in condizioni d’incertezza. Il
processo, in questa visione, va visto come uno strumento atto a
consentire al giudice di raggiungere, grazie all’acquisizione del-
le prove e alla loro discussione critica nella dialettica delle parti,
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(3) Uso qui la parola ‘rilevante’ nel significato di solito attribuitole nella
letteratura probabilistica. In ambito giuridico il termine ‘concludente’ sarebbe
più appropriato (cfr. G. UBERTIS, La prova penale. Profili giuridici ed episte-
mologici, Torino, 1995, p. 58 e 77 ss.).
4 ALBERTO MURA
(4) Per un’ampia disamina delle virtù e delle difficoltà del bayesianesimo
probatorio, rimando al volume L’inferenza probabilistica nel diritto delle pro-
ve. Usi e limiti del bayesianesimo (1988), a cura di P. TILLERS–E. GREEN, trad.
it., Milano, 2003.
IL TEOREMA DI BAYES NEL DIRITTO DELLE PROVE 5
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zione inversa, convertendo le quote in valori di probabilità attraverso la formu-
la seguente:
Q( A)
P ( A) = .
Q( A) + 1
Questa equazione consegue dall’equazione (1) mediante semplici passaggi al-
gebrici. Infatti dall’equazione (1) segue subito Q( A)(1 − P( A) ) = P( A) ;
Q( A) − Q( A)P( A) = P( A) ; Q( A) = P( A) + Q( A)P( A) ; Q( A) = P( A)(1 + Q( A) )
P( H ) P( E | H )
P( E | non H )
(2′) P( H | E ) = .
1 − P( H ) + P( H ) P( E | H )
P ( E | non H )
Il lettore che lo desideri può verificare direttamente quanto asserito nel
testo rispetto a P ( H | E ) utilizzando la formula (2′) in luogo della (2). Va però
ripetuto che la (2) — la quale è preferibile alla (2′) perché più semplice — è
sufficiente per inferire il segno dell’incremento della probabilità finale: se au-
menta (oppure diminuisce oppure rimane invariata) la quota, allora aumenta
(rispettivamente: diminuisce, rimane invariata) anche la probabilità. Le due
grandezze, infatti, esprimono in fondo la stessa cosa e il passaggio dall’una
all’altra corrisponde a un mero cambiamento di scala.
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Q( H rE1 e… e En ) =
(3) P ( En | H e E1 e… e En−1 ) .
Q( H | E1 e… e En−1 )
P ( En | non H e E1 e… e En−1 )
(10) A rigore si può interpretare la formula (3) in modo tale che essa in-
cluda la formula (2) come caso particolare. In tal caso l’iterazione partirebbe
da n = 1 . Basta riscrivere P (h) come P ( H | E0 ) e convenire che
E1 e … e En−1 sia uguale a E0 quando n = 1 , essendo E0 una proposizione
tautologica (come «piove o non piove») che funge da “prova nulla”. Dal punto
di vista formale questa operazione è perfettamente legittima. E0 svolge qui un
ruolo analogo a quello svolto dallo 0 nella teoria dei numeri cardinali. Quando
la totalità delle prove è E0 , allora l’insieme delle prove acquisite è vuoto (non
contiene alcuna prova).
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