Studio Critico Della Lingua Latina
Studio Critico Della Lingua Latina
Studio Critico Della Lingua Latina
Questo ebook non pu essere rivenduto o ceduto ad altre persone. Se si desidera condividere questo libro con unaltra persona, occorre richiedere allautore una copia aggiuntiva per ogni persona con cui la si condivida. Grazie per aver rispettato il lavoro dell'autore.
Grazie di cuore a tutti i miei studenti della Gregoriana e ai miei lettori, perch solo grazie alla partecipazione attiva alle lezioni da parte degli uni e alla lettura attenta da parte degli altri le parole pronunciate e le lettere scritte hanno speranza di arrivare a acquistare vita; solo grazie alla relazione la parola pu raggiungere il suo obiettivo: diventare carne e contatto.
Roma 2013
Prefazione
Dopo undici anni di lezioni, dopo tanto materiale a uso degli studenti inserito nel mio ufficio virtuale, dopo due files pdf fatti circolare negli ultimi due anni, vede finalmente la luce, in un unico volume, questo manuale di latino, presso leditrice dellUniversit Gregoriana di Roma, la pi connaturale a un testo nato a partire da un corso tenuto presso la facolt di filosofia del prestigioso Ateneo romano. Finalmente sta a dire senzaltro che un punto darrivo, dopo una lunga gestazione. Ma sta a dire anche, spero, che possa essere un punto dinizio: lauspicio con il quale prendo congedo da codesta fatica che questo libro possa essere uno strumento utile per molti, e non solo per gli studenti della Gregoriana, per essere introdotti allo studium, ossia allo studio e allamore della lingua latina. Comera prevedibile, rispetto ai due volumi fatti circolare negli ultimi due anni, ho apportato molte correzioni. A volte si trattato di banali refusi1 o di piccoli miglioramenti di stile, altre volte, in maniera pi significativa, si riparato a veri e propri errori o sono state colmate importanti lacune. Sono consapevole che lopera di perfezionamento lontana dallessere completata. Uno studente, per esempio, mi ha detto che in pi punti sarebbe utile inserire un maggior numero di esempi per rendere ancora pi chiari i tanti argomenti spiegati. Presumibilmente ha ragione e magari il prossimo anno uscir una seconda edizione arricchita soprattutto di esempi esplicativi. Il fatto che con
In gergo tipografico, per refuso si intende un errore di stampa consistente nello scambio di lettere o di segni.
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Prefazione
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ogni probabilit anche nella stesura di un manuale di latino vale quanto san Benedetto afferma al termine della sua Regola2: che cio paradossalmente, sebbene scritto con la massima seriet possibile, destinato a restare pur sempre allo stadio di principianti. M.Z. Roma, 25 marzo 2013 luned santo, festa dellAnnunciazione
Scrive Benedetto allinizio del capitolo conclusivo della sua Regola, il settantatreesimo: Regulam autem hanc descripsimus, ut hanc observantes in monasteriis aliquatenus vel honestatem morum aut initium conversationis nos demonstremus habere, Ma abbiamo tracciato questa Regola affinch mostrassimo che noi, osservandola nei monasteri, abbiamo almeno fino a un certo grado o onest di costumi o inizio di conversione; e pi avanti definisce la propria Regola appena tracciata hanc minimam inchoationis regulam, questa Regola minima per cominciare.
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Introduzione
uesto manuale nasce da una pluriennale esperienza di insegnamento del latino presso la Pontificia Universit Gregoriana di Roma. Quando, undici anni fa, mi venne perch studiare latino oggi?
proposta la docenza, accettai avendo ben presente la sfida da affrontare: che senso dare a un corso obbligatorio annuale di latino in ununiversit pontificia? In via preliminare, la stessa domanda, in forma ancora pi radicale e fondamentale, deve rivolgersi il lettore: perch studiare latino oggi? Una lingua antica pu essere studiata come strumento di lavoro da parte di uno studioso: con ogni probabilit per non questo il caso n dei miei studenti di Roma n tanto meno dei lettori di codesto libro. Il latino pu essere studiato anche al fine di essere parlato: questa volta una simile competenza, oltre a non essere certamente lobiettivo n degli studenti n dei lettori, non rientra nemmeno tra quelle possedute dallautore3. Perch dunque un corso e un manuale di latino?
Con ci non si intende certo misconoscere che il latino possa ancora oggi essere parlato. Si consulti ad esempio la pagina http://ephemeris.alcuinus.net/ : si tratta di un sito di news in latino! Ephemeris (calco latino del termine greco con cui si indicava il libro nel quale si annotavano faccende, avvenimenti, spese, ecc. di ogni giorno; ephemers, da hemra, giorno, si potrebbe letteralmente tradurre appunto con giornale) un quotidiano on line, con aggiornamenti settimanali delle notizie, creato a Varsavia su iniziativa di un gruppo di specialisti, con collaboratori e esperti di tutto il mondo, la cui particolarit di essere scritto interamente in lingua latina. Particolarmente noto anche il notiziario in lingua latina trasmesso dalla radio finlandese, e pronunciato ovviamente con accento finlandese, a partire dal settembre del 1989 e scaricabile al seguente indirizzo: http://yle.fi/radio1/tiede/nuntii_latini/ .
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Alle due possibili finalit appena enunciate corrispondono le due opposte vie che possono venire seguite nellinsegnamento/apprendimento di linsegnamento del latino come lingua morta una lingua. Da una parte, linsegnamento del latino come lingua morta. la forma di studio pi adottata in Italia presso gli indirizzi di istruzione che contemplano il latino nel loro curriculum: si comincia dalla prima declinazione e via via si studia lintera grammatica, affiancando la teoria a esercizi calibrati sugli argomenti di volta in volta affrontati; la competenza che si mira a acquisire senzaltro quella di saper tradurre un testo latino con lausilio del vocabolario, la cosiddetta versione. Ora, corsi di latino di tal genere, in due o pi volumi, esistono numerosi e sempre aggiornati, per tutti i gusti: non occorre certo aggiungere un altro testo ai tanti gi esistenti. Per quanto riguarda poi gli studenti delle universit pontificie, pensare di raggiungere quella competenza in due ore settimanali nel giro di un anno, con poco tempo a disposizione per lo studio a casa, pura utopia; sottoporre gli studenti a un simile tirocinio rischia di essere addirittura controproducente: si richiederebbe comunque tanta fatica per ottenere alla fine pochi risultati, ovverosia diventare in grado di tradurre semplicissimi e banalissimi testi in latino; forse ci si convincerebbe che il gioco non valga la candela. Non a caso, negli ultimi quindici anni, alcune voci si sono alzate allinterno del mondo accademico pontificio per proporre di non rendere pi obbligatorio lo studio di unannualit di latino e di greco per gli aspiranti al baccellierato filosofico e teologico4.
Ricordo che il corso di studi in filosofia e teologia nelle universit pontificie prevede ancora oggi un baccellierato in filosofia, fino a oggi biennale e da questanno triennale, e uno in teologia, da
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Introduzione
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Dallaltra parte, possibile proporre il latino come lingua viva. la forma pi comune di apprendimento delle lingue moderne: si comincia con semplici comunicazioni relative alle pi banali situazioni di vita, procedendo via via a livelli di difficolt sempre maggiore e studiando linsegnamento del latino come lingua viva
parallelamente la grammatica essenziale da conoscere per poter comunicare; la competenza che si mira a raggiungere in questo caso la capacit di comprensione e produzione di una lingua, orale prima che scritta. Ora, esiste gi qualche manuale di latino di tal genere5: tuttavia non assolutamente questo lo scopo del presente volume. Del resto, per quanto riguarda gli studenti delle universit pontificie, molto improbabile che il loro desiderio sia di parlare latino come si parla linglese e, ancora prima, che questo sia lo scopo dellinsegnamento del latino nelle intenzioni dellistituzione. In ogni caso, infine, ancora una volta due ore settimanali per due semestri non sarebbero probabilmente comunque sufficienti per imparare a parlare latino. Ricapitolando: lintento di questo libro, nelle intenzioni di chi scrive, non di insegnare a parlare il latino come una lingua moderna; n daltra parte di insegnare a tradurre dal latino con lausilio di un dizionario, quale
sempre triennale, al quale possono seguire diverse licenze, ovvero specializzazioni, di norma biennali, e infine il dottorato. 5 Normativo in tal senso resta il cosiddetto metodo rberg (dal nome del professore danese Hans H. rberg, che lo ide nel corso degli anni Cinquanta), ovvero il manuale Lingua latina per se illustrata. Si tratta del cosiddetto metodo diretto, che non prevede l'uso di altra lingua se non il latino: i testi delle lezioni sono immediatamente comprensibili per lallievo, in quanto sono composti in maniera tale che il senso delle parole e la morfologia sono resi evidenti grazie alle illustrazioni, al contesto e alle note marginali (esse pure in latino). Bisogna tuttavia specificare che propriamente un metodo vivo per l'insegnamento del latino, e non un metodo d'insegnamento del latino vivo, in quanto tutti i temi trattati sono assolutamente classici, senza alcun riferimento allepoca moderna.
solitamente lobiettivo dei tanti manuali scolastici italiani di latino in circolazione. occorre un salto prospettico, una via mediana, inedita Ecco i due corni
dellopposizione, entrambi respinti: n il latino quale lingua per comunicare n il latino quale lingua di studio. Di fronte a una simile impasse necessario un salto
prospettico che, con un colpo dali, utilizzando creativamente modalit e strumenti delle due opposte vie scartate, sia capace di costruire una via altra, mediana, inedita, di studio del latino. La proposta sar dunque la seguente: come nellinsegnamento delle lingue vive, si comincer proponendo fin da subito la lettura di un testo integrale di san Tommaso; certamente quello di Tommaso un latino semplice, ci nondimeno un latino vero, scritto testo integrale di san Tommaso non per chi deve imparare il latino, come avviene nei tradizionali corsi scolastici di lingua latina nei quali si comincia da semplicissime frasi di prima declinazione per arrivare alla fine dellanno a proporre brevi versioni per lo pi semplificate rispetto alloriginale. No, qui cominceremo fin dallinizio con il proporre niente meno che un testo della Summa Theologiae di Tommaso dAquino, il quale presuppone grosso modo la conoscenza dellintera grammatica e sintassi latina. Nel lettore a questo punto sorger ovviamente una perplessit: per chi comincia da zero, come possibile leggere fin da subito Tommaso? La risposta semplice: si proporr, s, Tommaso, ma con una traduzione interlineare in lingua italiana. Dunque, allo studente non sar
richiesta la fatica del tradurre; egli piuttosto sar guidato nella decifrazione
Introduzione
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graduale di un testo gi tradotto. Tuttavia la decifrazione alla quale il lettore sar guidato risponder alle esigenze non pi dello studio di una lingua viva, bens a quelle di una lingua di studio: si proceder infatti essenzialmente alle analisi del periodo, logica e con traduzione interlineare
grammaticale dei testi studiati. Perch questo? Per rispondere a una simile domanda occorre chiarire i frutti che si vorrebbe che chi usi questo manuale raggiunga. Per chi legga e studi questo libro, un primo frutto dovrebbe essere quello di arrivare a poter orientarsi in un testo latino di cui si disponga una traduzione nella propria lingua. Non primo obiettivo: decifrare un testo latino tradotto
dunque, come si diceva, saper parlare il latino come una lingua viva, n per daltro canto saper leggere e tradurre pi o meno
allimpronta un testo latino; diciamo piuttosto una prima base per arrivare a conseguire, qualora interessi, questultimo obiettivo; fermo restando, ed questo limportante, che anche chi non fosse interessato a utilizzare il latino come lingua di studio, chi dunque si arrestasse al livello raggiungibile grazie al presente manuale, avrebbe comunque ottenuto un guadagno di una certa utilit: quella di poter leggere, per esempio, per il resto della propria vita la Bibbia nella versione latina della Vulgata, potendo confrontare il testo latino, molto fedele in genere alloriginale greco o ebraico, con la versione nella propria lingua corrente. questo senzaltro, si diceva, un obiettivo utile spiritualmente per la stragrande maggioranza degli studenti delle Universit Pontificie (e, perch no, degli studenti cristiani in genere), che con ogni probabilit saranno chiamati a avere un rapporto significativo con il testo
sacro. Del resto, una lettura quotidiana della Vulgata con versione a fronte o interlineare nella propria lingua sarebbe per il futuro, dopo lo studio di questo manuale, un ottimo metodo per progredire nella conoscenza della lingua latina. Ma questo, si diceva, soltanto un primo frutto. Un secondo, a mio avviso ancora pi importante, dovrebbe essere il seguente: arrivare a avere una buona competenza nelle tre analisi. Tale obiettivo evidentemente non legato in modo specifico allapprensecondo obiettivo: potenziare la capacit di ascolto e produzione dimento della lingua latina; al
diventa funzionale al raggiungimento di quellobiettivo. Ma qual lutilit di saper fare bene le analisi del periodo, logica e grammaticale nella propria lingua e in ogni lingua? Esattamente questa: sviluppare unintelligenza logico-sintattica, che capacit di ascoltare e decifrare, come pure di produrre e pensare. Il latino, come si diceva, in tal senso solamente funzionale, un mezzo per arrivare a un obiettivo altro; ma un mezzo appunto particolarmente adeguato e congeniale, perch pur vero che per la sua struttura il latino educa bene allintelligenza logico-sintattica; appunto per questo non esagerato dire che chi conosce bene il latino lo si riconosce anche solo da come parla e scrive nella propria lingua. Lo studio del latino, come pure del greco, forgia in questo senso una vera forma mentis, che va molto aldil del latino in s: sviluppa, si diceva, la capacit di organizzare un discorso, orale o scritto che sia, in maniera rigorosa, chiara, sistematica, e farsi capire quando si parla o si scrive non certo di piccola utilit; ma, cosa forse
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Introduzione
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pure di un discorso orale: e qui la ricaduta esistenziale ancora pi significativa, se vero che saper ascoltare una competenza chiave per vivere bene. Con ci certo non si vuol dire che chi non conosca il latino non sappia parlare bene o, ancora peggio, non sappia ascoltare; a tali scopi subentra il concorso di altri fattori, quali ad esempio lintelligenza emotiva; ci nondimeno, non si esagera dicendo che lo studio del latino, indirettamente, aiuta molto la capacit di interpretazione e produzione di testi. Soprattutto questo secondo frutto, nella convinzione di chi scrive, rende lo studio del latino tanto importante ancora oggi, di contro a chi, per esempio, auspicherebbe invece una sua riduzione nel mondo accademico pontificio. Far studiare anche solo unannualit di latino a tutti gli studenti delle universit pontificie utilissimo: non solo perch consente a quegli studenti di avvicinarsi al testo della Vulgata per il resto della propria vita, ma ancora di pi perch educa e forma la loro capacit di ascolto e di espressione e quanto queste due capacit sono importanti nellattivit pastorale di un religioso o di una religiosa, come pure, del resto, nellesistenza di ciascuno?! Ricapitolando, perch studiare il latino oggi? Senzaltro, per quanti fossero interessati a ci, per poter accostarsi a testi in latino, quali la Vulgata e la Summa Theologiae, dei quali facilmente reperibile una versione nelle lingue moderne. Ma soprattutto, per educare a intendere e interpretare meglio i testi che incontriamo, e che siamo innanzitutto noi stessi e gli altri. In questo senso, il presente manuale, pur nella sua modestia, negli obiettivi limitatissimi che si propone, intende nondimeno concorrere al conseguimento di una finalit, quella di ascoltare gli altri e esprimere s stessi, assolutamente alta e fondamentale nella vita degli uomini. Nella convinzione di chi scrive,
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infine, questa finalit si realizza attraverso una dialettica incessante tra logos e carne, tra parola e contatto, dialettica che appunto nella traduzione e interpretazione di un testo conosce la propria messa in opera esemplare, nella consapevolezza che tutta intera la nostra esistenza orizzonte filosofico del manuale: la dialettica di lettera e spirito opera di traduzione e interpretazione, affinch il logos si faccia carne e la carne si faccia logos, in un
andirivieni che costituisce lesperienza stessa dellamore. Ma questo orizzonte filosofico, allinterno del quale pure questo manuale rientra nelle intenzioni dellautore, basta qui averlo appena accennato, essendo possibile in altre pagine seguenti richiamarlo e esplicitarlo un poco meglio, pur sempre nei limiti di quello che un manuale di latino e non un libro di filosofia. A chi rivolto questo manuale? Innanzitutto, a tutti gli studenti delle universit pontificie, per i quali esso nato. Ma poi a destinatari del manuale chiunque, di qualunque et e provenienza culturale, sia interessato o a poter iniziare a decifrare testi latini con traduzione a fronte, o a potenziare la propria capacit di espressione come pure di ascolto. Alla luce di questultima finalit si comprende infine il titolo titolo dato al libro: Studio critico della lingua latina. Critico allude senzaltro allapproccio logico che si concretizza nellassoluta centralit data alle tre analisi, del periodo, logica e grammaticale; ma in senso pi profondo allude allintento di educare a una maggiore capacit di ascolto, allapprezzamento del diverso, del differente, dellaltrimenti, attraverso appunto liniziazione allarte e al gusto di interpretare un testo6.
Da un punto di vista filosofico, qui la purezza, nel senso di universalit e astoricit, della critica in senso kantiano, si trasmuta in impurit, in ermeneutica cio di testi e mondi sempre storicamente determinati.
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Introduzione
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Il corso si svolge attraverso la lettura progressiva dellarticolo decimo della prima questione della prima parte della Summa Theologiae di san Tommaso. Ogni Lezione presenta grosso modo la medesima struttura: allinizio, in un riquadro in giallo anticipata la materia che verr trattata; quindi, dopo aver presentato il contenuto del periodo preso in esame, si procede a una decifrazione del testo latino attraverso unapprofondita analisi, del periodo, logica e grammaticale; contestualmente, man mano che se ne offra loccasione, si presentano i diversi aspetti della grammatica e sintassi latina; si conclude aggiungendo alcuni rilievi etimologici relativi ai vocaboli incontrati: filosoficamente, la pratica etimologica emblematica infatti di quella forzatura della lettera che, rimanendo sulla lettera, permette di andare aldil della lettera; al termine, in un riquadro in verde vengono proposte domande di verifica di quanto si sarebbe dovuto apprendere; seguono le schede compilate di analisi del periodo, della proposizione e della parola del testo di san Tommaso analizzato. Nel corso universitario tenuto presso la Pontificia Universit Gregoriana ogni lezione introdotta dalla recita dellAve Maria, del Salve Regina o del Pater noster, seguita da un breve commento realizzato sulla base dellanalisi testuale di un versetto della preghiera appena pronunciata7. Lintento, oltre a quello di iniziare il lavoro con una preghiera, di mostrare attraverso unesemplificazione lutilit del metodo insegnato: quelle parole fin troppo conosciute, grazie a una semplice, ma rigorosa analisi, pu succedere che
senzaltro mia intenzione pubblicare prossimamente in due volumi a parte quelle analisi alle tre preghiere pi recitate dai cristiani, come richiestomi con insistenza da molti studenti al termine di ogni anno.
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accada di sembrare di ascoltarle quasi per la prima volta! Linsistenza metodica e innamorata sulla lettera capace di aprire il testo nella sua profondit, nella sua capacit di toccare sempre in maniera personale e significativa. Questo studio del latino vorrebbe educare proprio anche a questa attenzione alla lettera quale veicolo per giungere al contatto tra i cuori. Il volume si conclude con quattordici Appendici di evidente utilit pratica per il lettore e studente di latino.
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Prima Lezione
In questa Lezione impareremo: che cosa un periodo, cosa una proposizione e quali sono gli otto elementi del discorso: ovvero i tre livelli in cui si articola una lingua le regole per leggere correttamente il latino secondo la pronuncia ecclesiastica
Cominciamo con il gettarci subito, come dicevano i latini, in medias res8, ovvero, nel nostro caso, nella lettura del testo di Tommaso che studieremo.
Videtur quod Sacra Scriptura sub una littera non habeat plures sensus, qui sunt historicus vel litteralis, allegoricus, tropologicus sive moralis, et anagogicus.
questo lincipit dellarticolo decimo della prima questione della prima parte della Summa Theologiae. Larticolo tratta del seguente interrogativo: se lecito affermare che la singola lettera del testo sacro possa veicolare pi significati, oppure no. Avremo modo di approfondire la valenza di largomento dellarticulus decimus
questo dilemma. Per il momento, in prima approssimazione, sufficiente chiarire che oggetto di discussione sono i cosiddetti quattro sensi della Sacra Scrittura, ancora oggi riconosciuti dalla dottrina della Chiesa cattolica: quelli
Useremo sempre il corsivo qualora faremo uso di vocaboli non italiani, oltre che per i nomi propri di opere o istituzioni, o per evidenziare giochi di parole o termini-chiave.
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letterale, allegorico, morale e anagogico, come si esprime Tommaso nel passo appena citato. Ma veniamo subito a rileggere la frase fornendone una traduzione interlineare in italiano e cambiando lordine delle parole latine in modo che esse corrispondano alla sequenza propria della lingua italiana:
una
qui che
sunt
historicus
vel litteralis,
allegoricus,
tropologicus
sive moralis, et o
anagogicus.
Come si detto in sede introduttiva, obiettivo del presente manuale non di educare a tradurre dal latino con lausilio di un dizionario: la traduzione in italiano, parola per parola, fornita fin dallinizio! Al lettore non richiesto alcuno sforzo in tal senso. Il lavoro che faremo insieme piuttosto un altro: decifrare il testo latino attraverso unattenta e puntuale riflessione sulla lingua. Ma occorre cominciare dallinizio. Quando vogliamo comunicare o esprimere qualcosa, noi utilizziamo un insieme di parole, pi o meno numerose. Il linguaggio infatti non funziona per singoli vocaboli, ma per insiemi di pi voci. Chiamiamo periodo questo che cos un periodo insieme di parole che utilizziamo per
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Prima Lezione
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comprese tra due punti fermi9: nellarticulus decimus, il primo periodo appunto quello sopra riportato. Bisogna chiarire subito per che questa solo una convenzione, utile a fini didattici; in unopera ben scritta, come quella di Tommaso, si potrebbe considerare a buon ragione come unico periodo tutto intero larticolo, tanto esso coeso e legato insieme da un punto di vista logico. Ma su questo aspetto avremo modo di tornare pi in l. Per il momento ci senzaltro utile la semplificazione che vuole che
meccanicamente periodo sia linsieme di parole comprese tra due punti fermi10. Ora, possibile classificare le parole in otto famiglie diverse, in base alla funzione logica e semantica che esse svolgono: nomi, aggettivi, pronomi, preposizioni, verbi, congiunzioni, avverbi e esclamazioni (in latino gli otto elementi del discorso in latino
non esistono gli articoli). Sono questi i cosiddetti elementi del discorso. A un primo livello, analizzare un testo significher per noi analizzare parola dopo parola, riconoscendone il tipo e altre caratteristiche
morfologiche, quali il numero (singolare o plurale), il genere (maschile o femminile, e in latino anche neutro), e cos via. quella che in Italia viene comunemente chiamata analisi grammaticale. Noi la chiameremo sempre analisi della parola ( vero che grmma in greco significa parola scritta11, ma come si vedr in seguito, mi sembra molto pi chiaro in questo caso utilizzare
Useremo sempre il sottolineato per evidenziare una definizione. In verit, una seconda semplificazione, opposta, anche affermare che un periodo sia necessariamente composto da pi parole. Il linguaggio una realt complessa e variegata; cos, come ricorda ad esempio Wittgenstein allinizio delle Ricerche, una comunicazione completa anche il semplice grido Mattone! rivolto da un muratore verso un suo aiutante. 11 Useremo i caporali () per racchiudere la traduzione di un vocabolo o di unespressione, oltre che la citazione di singole parole o di interi brani tratti da un autore.
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il termine italiano). senzaltro lanalisi pi la prima analisi: lanalisi della parola noiosa, la pi meccanica e quindi anche alla fine la pi facile. Ci nondimeno, essere consapevoli che un nome altra cosa rispetto a una congiunzione comunque assai utile ai fini tanto della produzione quanto della comprensione. Ma nella lingua appunto le parole non vivono mai da sole, isolate, bens sempre legate tra di loro in insieme il verbo: lanima di ogni enunciato chiamati periodi. Lanalisi della parola unastrazione molto lontana dalla realt viva della lingua. N le diverse categorie di parole rivestono tutte la medesima importanza. In prima approssimazione, possiamo affermare che pi importante di tutte le altre la categoria dei verbi. Quando parliamo, vogliamo dire qualcosa; il contenuto del dire solitamente espresso innanzitutto appunto dal verbo: esso indica infatti lazione, il sentimento o qualunque altra cosa si intenda dire. Il verbo davvero lanima di ogni enunciato: come un sole intorno al quale gravitano le altre parole. Esse sono il soggetto (chi compie lazione o prova il sentimento, o comunque ci di cui si parla) e tutti gli altri complementi che servono appunto a completare ci che che cos una proposizione stiamo dicendo, specificando
verbo a questo livello di analisi: dal latino dicare, annunziare, e prae, pubblicamente, davanti a tutti, con forza; predicato ci che viene
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con forza e pubblicamente dal sacerdote o dal predicatore), soggetto e complementi quello che in Italia viene definita proposizione. Lo studio degli elementi di ciascuna proposizione noi lo chiameremo analisi della proposizione, andando contro la consuetudine italiana che parla invece a questo proposito di analisi logica. Riconosco che la seconda analisi: lanalisi della proposizione
possibile causa di disorientamento e confusione apportare variazioni in seno a una tradizione linguistica consolidata, ma a volte opportuno. Perch si dovrebbe qualificare come logica solo questo tipo di analisi? La cosiddetta analisi del periodo forse meno logica? Assolutamente no. Mi sembra dunque semplicemente errato denominare analisi logica quella che pi propriamente lanalisi della proposizione; semmai logiche sono tutte le analisi che verremo compiendo: esse infatti esplicitano la struttura logica di un testo a pi livelli, della parola, della proposizione e del periodo. Come dicevamo fin dallinizio, noi ci esprimiamo formulando periodi. Ora, ogni periodo, a ben guardare, composto solitamente da pi proposizioni. Nel testo di Tommaso che abbiamo riportato allinizio, per esempio, facile individuare tre verbi e quindi tre predicati: sembra, abbiano, sono. Dunque, quel periodo formato da tre proposizioni: infatti, quanti sono i predicati, altrettante sono le proposizioni12. Lanalisi del periodo appunto lo studio della relazione che intercorre e lega le proposizioni allinterno di un periodo. Come avviene per ogni organismo, per condurre una simile indagine baster evidenziare e riflettere sulle
Come vedremo, invece, non necessariamente il numero dei predicati coincide con quello dei verbi.
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giunture, che nel caso del linguaggio sono le congiunzioni e i pronomi che cos la sintassi relativi: sono questi gli elementi che
determinano la struttura di un testo, la quale viene chiamata sintassi. Lanalisi del periodo
senzaltro lanalisi che si pone al livello pi concreto, pi vicino alleffettiva realt del parlare, perch quando parliamo, parliamo per periodi. Per questo motivo il nostro studio proceder sempre nel seguente modo: prima lanalisi del periodo, poi quella della proposizione, infine quella della parola, perch, come insegnava Aristotele, conviene sempre partire da ci che pi vicino alla nostra esperienza vissuta. Per il momento sufficiente questa prima esposizione del lavoro che dovremo ripetere per lintero corso: analisi del periodo, della proposizione e della parola dei testi che leggeremo. Al termine di questa prima Lezione, baster leggere il periodo di Tommaso riportato allinizio e la sua traduzione, in modo da familiarizzare con entrambi. La prossima volta cominceremo lanalisi. Ora per, per mettere in grado di leggere quel testo, occorre dire qualcosa sulla pronuncia del latino. Oggi si distinguono due modi diversi di la pronuncia ecclesiastica leggere il latino: classico e ecclesiastico. Lunico ambiente nel quale si continuato a parlare in latino senza interruzione fino ai giorni nostri la Chiesa romana: per questo viene chiamata ecclesiastica la pronuncia del latino cos come essa stata tramandata allinterno della Chiesa. Poi per successo che alcuni documenti risalenti ai primi secoli dellera cristiana attestassero una
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Prima Lezione
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padre della Chiesa di lingua greca del quarto secolo, Gregorio di Nissa, il fratello del grande Basilio, capitato di incontrare uno di questi documenti: la parola cielo (urans13 in greco), argomenta il Nisseno, diversa in tutte le lingue, eppure significa sempre la stessa realt; per esempio in latino, scrive, kalum. Evidentemente dunque nel latino conosciuto dal Cappadoce il latino caelum si proferiva kalum e non, come vuole la pronuncia ecclesiastica, clum. Gli studiosi hanno cos ricostruito una pronuncia la pronuncia classica o restituta
del latino diversa da quella ecclesiastica e lhanno chiamata appunto restituta, ovvero ricostruita, o classica, perch verosimilmente utilizzata al tempo del latino classico, del grande Cicerone per intenderci (il verosimilmente qui una limitazione dobbligo: resta il fatto che per ovvie ragioni non ci dato di ascoltare il latino pronunciato dagli antichi e daltro canto la stessa pronuncia, come avviene per ogni lingua, avr subito alcune variazioni anche importanti non solo nel corso dei secoli, ma anche da regione a regione). Premesso ci, noi qui utilizzeremo comunque la pronuncia ecclesiastica: sia perch ci rivolgiamo anzitutto a studenti delle universit pontificie sia perch in Italia comunque la pi diffusa in quanto pi congeniale a chi parla italiano14.
Trascriveremo i vocaboli greci come vanno proferiti, al fine di consentire a tutti di pronunciarli correttamente: cos, ad esempio, la parola cielo in greco si scrive ourans, ma si legge urans (lo stesso dicasi per la scrittura degli accenti nei dittonghi: laccento segnato sulla seconda vocale, ad esempio ka, ma si legge sulla prima, ki). Pertanto adotteremo la trascrizione urans (e ki), non corretta scientificamente, ma utile a chi quella lingua non conosce (del resto, se mi fossi rivolto a lettori che conoscessero il greco, avrei utilizzato direttamente lalfabeto greco!). 14 Cos, ad esempio, in Germania adottata viceversa la pronuncia restituta anche solo perch in verit sarebbe alquanto difficile per un tedesco emettere i suoni dolci ci o ce.
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Veniamo dunque a esplicitare le poche le regole di pronuncia del latino ecclesiastico regole che occorre conoscere per pronunciare correttamente il latino ecclesiastico: 1. i dittonghi ae e oe si pronunciano e (dittongo propriamente lunione di due vocali che formano una sola sillaba, ovvero, da un punto di vista fonetico, una sola emissione di fiato): cos ad esempio caelum si pronuncia celum (fanno eccezione solo pochissimi vocaboli, di origine greca, con oe: per esempio, adelphoe, titolo di una commedia di Terenzio, I Fratelli, si legge come si scrive); quando per ae e oe non formano dittongo, ma due sillabe distinte (normalmente ci indicato dalla dieresi15 sopra la e), si leggono come si scrivono: ad esempio, pota 2. ph si pronuncia f: cos philosophia si legge filosfia 3. il gruppo gl sempre gutturale, come nellitaliano negligenza 4. il gruppo ti+vocale si pronuncia zi+vocale: perci gratia si legge grazia (tuttavia si legge ti, se la t preceduta da t/s/x oppure se laccento cade sulla i: vestio e totus si leggono come si scrivono; fanno eccezione anche poche parole di origine straniera: per esempio tiara, il copricapo orientale, si legge come si scrive). Le altre regole non servirebbe neanche esplicitarle, perch sono equivalenti alla pronuncia italiana: 5. la h non si pronuncia: , come si dice in italiano, muta
Si chiama dieresi appunto (dal greco diiresis, divisione: il termine tecnico con il quale Platone indica il procedimento per la ricerca della definizione di un concetto!) il segno diacritico che indica la separazione di due suoni vocalici che normalmente invece sono assegnati a una sola sillaba. Diacritico (dal greco diakritiks, che serve a separare, a distinguere) invece il segno grafico che, posto sopra, sotto o accanto a una lettera dellalfabeto, ne indica una particolare pronuncia.
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6. le sillabe ci/ce/gi/ge si pronunciano sempre dolci: per esempio, Ccero (e non Chichero, come nella pronuncia restituta) 7. il gruppo gn si pronuncia anchesso dolce, come nellitaliano sogno (a differenza della pronuncia restituta, ove si legge la g gutturale, come in tedesco) 8. la v si legge come la v italiana (nella pronuncia classica invece come la u). Resta ancora da spiegare dove cade laccento nelle parole latine, cos da poterle pronunciare correttamente. Anche qui occorre fare una premessa. I latini distinguevano le vocali in base alla quantit, ovvero alla durata della loro quantit vocalica: lunga o breve
pronuncia, che poteva essere lunga () o breve (). Il nostro orecchio in realt non percepisce pi questa differenza, in quanto non utilizzata nelle lingue moderne (per questo, ad esempio, per noi oggi difficile apprezzare adeguatamente da un punto di vista musicale la poesia latina). Tuttavia la quantit breve e lunga delle vocali riveste quando la sillaba lunga e quando breve
unimportanza fondamentale per capire dove cada laccento tonico di una parola16. In latino infatti
considerata lunga la sillaba che abbia vocale lunga oppure che termini per consonante (in questultimo caso si parla di sillaba chiusa); breve invece la sillaba che termini per vocale breve (nel caso di sillabe che terminino per
Si chiama accento tonico o principale laccento che determina la pronuncia di un vocabolo nella lingua parlata. Accento in generale lintensificazione o elevazione della voce nel pronunciare una vocale cos da darle risalto allinterno della parola; oltre a quello tonico, esistono altri tipi di accenti: ad esempio, quello metrico o ritmico, tipico della poesia.
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vocale si parla di sillaba aperta): ad esempio, in -mo, la sillaba breve; in fctos, fc lunga. Stabilito ci, la legge dellaccento latino semplice: se la penultima la legge della penultima sillaba di una parola lunga, laccento cade sulla penultima, se breve, cade sulla terzultima. Basta dunque conoscere la quantit della penultima sillaba: per questo motivo essa non solo segnata ogni volta nei dizionari, ma dora in avanti sar indicata sempre nel nostro manuale17. Questa legge, nota come legge della penultima, conosce solo due e le sue due eccezioni eccezioni:
1. parole nelle quali caduta la sillaba finale (si parla allora di apocope, dal greco apokop, taglio) presentano laccento
sullultima sillaba (per esempio, si legge addc, perch in origine era addce); 2. parole nelle quali si aggiunge unenclitica, ossia una parola priva di accento che per questo motivo si salda alla precedente: in questo caso laccento cade sempre sulla penultima, anche se questa fosse breve (per esempio lttra, lettera, diventa litterque; fanno eccezione solo parole nelle quali lenclitica que non pi sentita come enclitica, ma come parte di un unico vocabolo, nel qual caso la parola segue le normali leggi daccento: cos itque, pertanto, si pronuncia taque e non itque).
Per la precisione, sempre, tranne quando per la parola sia formata solo da due sillabe, o quando la penultima sillaba sia chiusa e quindi lunga, tranne cio nei due casi in cui sicuro che laccento tonico cada sulla penultima (oltre quando ovviamente la parola sia monosillabica, composta cio da una sola sillaba): cos, ad esempio, segnaleremo la quantit in vidtur, ma non in plures o in assignantur (n tanto meno in quod).
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Prima Lezione
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Per i pi esigenti si possono aggiungere alcune ulteriori informazioni generali introduttive sullalfabeto e la pronuncia latina. Rispetto a quello italiano, lalfabeto latino per i pi esigenti
conosce in pi le seguenti consonanti: k, x, y (consonanti comunque che insieme alla j sono ormai entrate a far parte anche della scrittura in italiano; in alcuni dizionari latini, del resto, possibile trovare anche la lettera j, utilizzata per trascrivere la i consonante: per esempio, jocus, gioco, scherzo). Dalle iscrizioni latine di cui piena Roma, si pu facilmente dedurre che in latino esisteva il suono u, ma non anche v. I dittonghi pi comuni in latino sono au, eu, ae, oe (pi rari ei, ui, yi: questultimo si pronuncia i e non ii): essi sono sempre lunghi. La divisione in sillabe come in italiano18, tranne che nei seguenti casi: 1. le parole composte si suddividono in base ai loro componenti: per esempio, sub-le-g-re 2. i/u+vocale non fanno dittongo: perci I-ta-l-a 3. gu preceduta da m/n e qu fanno sillaba con la vocale seguente: per esempio, e-quus o san-guis 4. i nessi di due o tre consonanti non fanno mai sillaba unica: ad esempio, sanc-tus. Liniziale maiuscola infine in latino si usa non iniziale maiuscola divisione in sillabe
Anzitutto per gli stranieri, tuttavia, vale la pena ricordare le norme che regolano la divisione in sillabe in italiano e che sono valide anche in latino: 1) la sillaba pi comune formata dallunione di una consonante e una vocale (ad esempio, la-ti-no); 2) oi, au, eu, ou sono dittonghi (per esempio, poi); 3) le doppie si separano sempre (per esempio, be l-lo); 4) la s seguita da una consonante, detta s impura, non si separa mai dalla consonante che la accompagna (per esempio, stu-den-te): questa regola per in latino vale solo a inizio parola (pertanto avremo stu-di-um, ma ma-gis-ter).
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solo per i nomi propri, ma anche per sostantivi, aggettivi e avverbi da quelli derivati: Itala, ma anche Itli e Italcus. Nella prossima Lezione, cominceremo a conoscere la struttura di una proposizione e di un periodo. Prima di concludere, una condico sine qua non unultima raccomandazione, di ordine metodologico. Per raggiungere buoni risultati, assolutamente
necessario studiare anche poco, 15-20 minuti, ma tutti i giorni! Ci vale probabilmente per qualunque competenza umana si voglia acquisire, ma tanto pi per imparare una lingua. Non serve studiare tre ore, un giorno solo a settimana; meglio poco, ma tutti i giorni. questa, per dirlo con unespressione latina, una condico sine qua non: una condizione senza la quale non si pu ottenere nulla.
Per verificare il mio apprendimento: Quali sono gli otto elementi del discorso nella lingua latina? Cos un periodo? Cosa una proposizione? Cos la sintassi? Cosa si intende per pronuncia classica? Cosa per pronuncia ecclesiastica? Cos la legge della penultima?
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Seconda Lezione
In questa Lezione impareremo: a distinguere tra predicato verbale e nominale a riconoscere le tre diverse funzioni del verbo essere: ausiliare, copulativa, predicativa a discriminare gli elementi di una proposizione: soggetto, predicato, complementi e attributi a discernere le diverse proposizioni allinterno di un periodo: reggenti, complementari e attributive Nella scorsa Lezione, oltre a indicare le regole da seguire per una corretta pronuncia del latino, abbiamo cominciato a rendere ragione del fatto che unadeguata riflessione sulla lingua richiede tre diverse analisi: della parola, della proposizione e del periodo. Prendiamo le mosse dal livello che considera il linguaggio nella sua concretezza, cos come di fatto parlato, ovvero dal periodo. Rileggiamo lincpit dellarticlus decmus:
Vidtur quod Sacra Scriptra sub una littra non habat plures sensus, qui sunt historcus vel litterlis, allegorcus, tropologcus sive morlis, et anagogcus.
Per eseguire lanalisi di un periodo, occorre anzitutto individuare quante e quali siano le proposizioni che lo compongano. A tale scopo sufficiente concentrare lattenzione su tre gli elementi strutturali di un periodo: 1) il predicato
diversi elementi del discorso. In primo luogo, vanno evidenziati i predicati, ovvero i verbi. Nel
nostro periodo sono tre: vidtur, non habat e sunt. Tanti sono i predicati, altrettante le proposizioni; come si ricorder, infatti, il predicato
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lanima di una proposizione: ci che, secondo letimologia latina del termine, si dice con forza, pubblicamente (proprio come avviene nella predica pronunciata dal sacerdote appunto); insomma, quel che si intende in buona sostanza comunicare attraverso una proposizione. Ora, per, necessario distinguere in verit tra predicato verbale e il predicato verbale nominale. Il predicato verbale se, come avviene nella maggioranza dei casi, esso costituito da un verbo: ad esempio vidtur, o non habat (lavverbio di negazione non si pu considerare tuttuno con il verbo). Quando per il verbo essere, pu trattarsi, anzich di un le tre funzioni del verbo essere predicato verbale, di un predicato
nominale. Bisogna qui aprire unulteriore parentesi relativa al verbo essere. Esso pu svolgere tre funzioni differenti: 1) ausiliare: quando unito a un participio passato per la formazione di un tempo composto (per esempio, andato ununica voce verbale, dal verbo andare, al passato prossimo, formata da due parole); 2) predicativo: quando svolge da solo la funzione di predicato verbale; ci avviene solamente qualora significhi stare (seguito di solito da un complemento di luogo: per esempio, Sono alluniversit), esserci (riconoscibile dalla presenza della particella locativa ci/vi: In grammatica ci sono molte eccezioni), appartenere (accompagnato dal complemento di possesso, introdotto in italiano dalla preposizione di: Il libro del professore), esistere o essere (nel loro significato tecnico filosofico: Dio );
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Seconda Lezione
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3) copulativo: quando introduce un predicato nominale, in unione con un sostantivo o un aggettivo (presso gli antichi queste due parti del discorso non venivano distinte, ma chiamate entrambe nomi: in questo senso da intendere lespressione predicato nominale). Se dunque il verbo essere seguito da un aggettivo o da un sostantivo probabile che sia un predicato nominale. Esso risponde alle domande chi ?, che cos?, o qual ?, come ?. Nel nostro caso, sunt historcus un unico predicato nominale, formato dalla copula sunt e da un elenco di aggettivi, che nel loro insieme rispondono alla domanda: Quali sono i significati che sottostarebbero a una sola lettera?. Riconoscere un predicato nominale non uno sterile esercizio scolastico; significa piuttosto comprendere che quello che si sta leggendo o scrivendo una qualche definizione o giudizio, in quanto appunto risposta alle domande chi ?, cosa ?, come ?. La teoria aristotelica del giudizio prende le mosse proprio dalla distinzione tra sostanza e predicati (in greco, usa e kategorai, da cui la nota tavola delle categorie, ripresa e corretta in tempi recenti da Kant), sostanza e predicati che nel linguaggio sono espressi esattamente dal soggetto e dai suoi possibili predicati nominali: soggetto infatti ci che non conosciamo in s stesso se non attraverso quel che si predica di lui (i suoi predicati); viceversa, predicati sono gli attributi che possiamo venire a conoscere del soggetto (chi e come ). Il giudizio dunque nella sua forma pi semplice espresso da un soggetto seguito da un aggettivo o da un nome e unito a essi tramite la copula, ovvero il verbo essere (copla in latino significa infatti unione). Non il predicato nominale
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pertanto ammissibile che uno studente di filosofia sia incerto nel riconoscimento di un predicato nominale! Torniamo alla nostra analisi del periodo. Dopo aver individuato i predicati, gli elementi strutturali di un periodo: 2) le congiunzioni necessario riconoscere le
congiunzioni. Le congiunzioni sono quelle piccole parole dalle quali dipende la qualit di uno scritto o di un discorso, tanto pi se
filosofici. Come dice il termine stesso, congiunzione ci che congiunge, unisce, collega due proposizioni tra di loro; pi precisamente, ci che determina il tipo di legame logico che intercorre tra due proposizioni: se di causa-effetto (poich), se di ipotesi (se), e cos via. Un buon testo filosofico costruito su nessi logici chiari e forti, che rendono tali, chiaro e forte, il procedere dellargomentare stesso. Da questo punto di vista, come avremo modo di apprezzare, san Tommaso un maestro insuperato: larticolo decimo che leggeremo pu essere considerato anche solo un unico periodo, tanto ogni affermazione collegata alla precedente grazie a un uso perfetto delle congiunzioni allinterno di ciascuna proposizione. Nel nostro periodo le congiunzioni che incontriamo sono molte: quod, vel, sive, et. Tuttavia evidente che le ultime tre congiungono tra di loro gli aggettivi dellunico predicato nominale. Il fatto che le congiunzioni possono collegare non solo proposizioni, ma anche semplici sostantivi o aggettivi. Ovviamente in sede di analisi del periodo interessano solo le congiunzioni che uniscano tra di loro le proposizioni; nel nostro caso quindi solo quod. Una funzione simile a quella delle congiunzioni svolta dal terzo e
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Seconda Lezione
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relativi infatti sono piccole parole che si sostituiscono a un nome (in latino, pronmen significa al posto del nome) al quale si riferiscono (relatvus significa che si riferisce a): sono quindi parole che fanno di un sostantivo il collegamento tra due proposizioni. In italiano i pronomi relativi gli elementi strutturali di un periodo: 3) i pronomi relativi
sono cui, il/la quale, i/le quali e che quando possa essere sostituito con il/la quale, i/le quali; in latino, come studieremo pi avanti, il pronome relativo qui, quae, quod. Nella traduzione italiana del nostro periodo, due volte compare la parola che, in latino una volta quod e laltra qui. In latino qui sicuramente pronome relativo: e infatti in italiano esso pu essere sostituito da i quali sensi. Quod invece vocabolo equivoco come litaliano che: pu essere tanto congiunzione quanto pronome relativo. Ora, nel nostro caso evidente che non ha nessun senso dire sembra il/la quale; quel quod pertanto congiunzione: in italiano pu essere resa anche dallespressione il fatto che e si chiama congiunzione dichiarativa, perch serve appunto a dichiarare, a dire un fatto. Tenendo conto che solitamente pronomi relativi e congiunzioni si trovano a inizio proposizione, il nostro periodo risulta formato dalle seguenti tre proposizioni: 1) vidtur, 2) quod Sacra Scriptra sub una littra non habat plures sensus, 3) qui sunt historcus vel litterlis, allegorcus, tropologcus sive morlis, et anagogcus. la congiunzione dichiarativa
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Ora per, predicati, congiunzioni e pronomi relativi non servono solo a riconoscere quante e quali siano le proposizioni allinterno di un periodo; servono ancora di pi a rilevarne la struttura logica, argomentativa: in linguaggio tecnico, si parla di sintassi. la sintassi: il periodo come un campo di battaglia Sintassi deriva dal greco sntaxis, vocabolo che designa lo schieramento a battaglia dei soldati. I grammatici alessandrini del terzo secolo a.C., dai quali ereditiamo ancor oggi buona parte della terminologia grammaticale, pensavano dunque al linguaggio come a un efficace schieramento di proposizioni in un campo di battaglia: buon retore colui che sa disporre in modo vincente le proposizioni, quasi fossero i pezzi in una partita a scacchi. Lefficacia della disposizione la si pu valutare appunto guardando esclusivamente ai predicati, alle congiunzioni e ai pronomi relativi: essi infatti costituiscono la struttura sintattica e logica, lossatura di un periodo. Saper fare lanalisi del periodo significa cogliere subito questa struttura: un po come fare la radiografia di un testo e evidenziarne solo gli elementi sintatticamente significativi. Il nostro periodo pu dunque ridursi a questo: Vidtur quod non habat plures sensus qui sunt historcus . Tutte le altre parole sono inutili ai fini della comprensione del procedere argomentativo di Tommaso (si noti che linserimento di plures sensus si reso necessario solamente per esplicitare a chi si riferisca il pronome relativo qui): come si vede, dalla competenza nellanalisi del periodo dipende niente meno che il livello e la qualit dellapprezzamento di
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un testo filosofico!
Seconda Lezione
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Per completare lanalisi del nostro periodo resta ancora solo da definire la funzione logica svolta da ciascuna proposizione in rapporto alle altre. Per fare ci, tuttavia, dobbiamo sospendere lanalisi del periodo e introdurre quella della la frase minima: soggetto + predicato
proposizione, perch non si pu comprendere la prima senza avere adeguatamente inteso la seconda. Proposizione linsieme di un predicato e del suo soggetto: questa quella che viene chiamata frase minima, ovvero linsieme minimo di parole necessario per comunicare qualcosa (per esempio, Tommaso scrive)19. Come gi detto, lanima di una proposizione il predicato, non importa se nominale o verbale: esso come il sole intorno al quale gravitano tutte le altre parole. Il soggetto invece ci di cui si predica qualcosa. Molte altre tuttavia sono le parole che possono orbitare intorno al predicato: esse vengono chiamate complementi, perch vanno a completare la comunicazione espressa dal predicato. Si soliti giustamente suddividere i complementi in i complementi: diretti e indiretti
due gruppi: i complementi diretti e quelli indiretti. Diretto il complemento oggetto20: esso chiamato cos perch forma un tuttuno con il predicato, al quale unito senza lausilio di preposizioni; risponde alla domanda chi ? cos? (e in questo senso indica loggetto del predicato: per esempio, Tommaso scrive la Summa). Tutti gli altri complementi sono indiretti: essi
In verit, il linguaggio prevede anche proposizioni formate da soli sostantivi: per esempio, Mattone!, gridato da un muratore al suo aiutante, secondo il gi ricordato esempio riportato da Wittgenstein allinizio delle sue Ricerche Filosofiche. Ci nondimeno, ai fini della spiegazione che stiamo portando avanti, ci si consenta di tralasciare simili precisazioni e di semplificare affermando che la proposizione minima formata da un soggetto e un predicato. 20 Per la precisione, diretti sono anche i comple menti predicativi delloggetto e del soggetto; ma di essi parleremo pi avanti, a tempo debito.
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possono aggiungere le pi svariate informazioni, rispondendo a una molteplicit di domande. Ad esempio, il complemento di tempo risponde alla domanda quando?, quello di luogo alla domanda dove?, e cos via (per esempio, Tommaso termina la Summa contra Gentles nel 1273). Spesso i complementi indiretti sono introdotti da una preposizione: le preposizioni preposizione appunto quella parola o insieme di parole preposte alla formazione di un
complemento (cos, in italiano il complemento di tempo solitamente introdotto dalla preposizione in, come nellultimo esempio riportato). Infine tanto il soggetto quanto i complementi possono essere accompagnati da un aggettivo o da un attributi e apposizioni sostantivo che servano a qualificare
meglio il termine al quale si riferiscano: in analisi della proposizione gli aggettivi vengono chiamati attributi (dal latino attribtum, che si riferisce a, che attribuito a: per esempio, san Tommaso) e i sostantivi con funzione di aggettivi apposizioni (dal latino appostum, che posto vicino a, che aggiunto a: per esempio, Tommaso, discepolo di Alberto Magno). Nella pagina seguente, ecco dunque rappresentata graficamente la struttura di una proposizione:
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A questo punto possiamo tornare alla nostra analisi del periodo e completarla. Il periodo infatti, nel suo insieme, riflette la medesima struttura di una proposizione. Il gruppo soggetto+predicato rappresentato da quella che proposizione reggente
In italiano essa pi comunemente chiamata proposizione principale o indipendente. Tuttavia non sempre essa davvero principale quanto al significato n sempre sintatticamente indipendente: per esempio, nel nostro periodo, come vedremo, la proposizione reggente vidtur; essa ovviamente non contiene linformazione principale (da sola infatti non dice nulla) n sintatticamen te indipendente (ch non avrebbe senso dire semplicemente sembra); resta per il fatto che regge, introduce tutte le altre proposizioni. Insomma, una cosiddetta proposizione principale o indipendente sempre anche reggente, ma non sempre propriamente indipendente o principale; per questo preferiamo parlare di proposizioni reggenti piuttosto che di principali o indipendenti, ancora una volta consapevoli di andare, per amore di chiarezza e di rigore terminologico, contro una tradizione linguistica consolidata in Italia.
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A essa si possono inoltre aggiungere una o pi proposizioni, che vanno proposizioni complementari a fornire ulteriori informazioni, proprio come i complementi: per questo le chiameremo proposizioni
complementari22, distinguendole tra dirette (quando svolgano la funzione di complemento oggetto, rispondendo alla domanda chi?, che cosa?: per esempio, Tommaso riteneva che sotto una sola lettera della Sacra Scrittura vi possano essere pi sensi ) e indirette (qualora corrispondano a uno qualunque dei complementi indiretti, per esempio a un complemento di causa: perch lautore della Sacra Scrittura Dio ). Infine ciascuna proposizione pu essere accompagnata da unaltra che, proposizioni attributive come un attributo o unapposizione, qualifichi meglio un suo elemento al quale collegata tramite un pronome relativo: chiameremo queste proposizioni attributive ( che ha il potere di fare persino di un evento il significante di un altro evento )23. Ecco dunque la possibile struttura di un periodo:
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Anche in questo caso dunque, sempre per amore di chiarezza e di rigore terminologico, andando consapevolmente contro la tradizione scolastica italiana, che di solito preferisce chiamare le complementari proposizioni subordinate o secondarie. 23 Esse, oltre che appositive, sono chiamate giustamente anche proposizioni relative. Tuttavia non tutte le proposizioni relative sono attributive; soprattutto in latino, alcune proposizioni relative svolgono la funzione di proposizioni complementari indirette, nel qual caso vengono chiamate proposizioni relative improprie: per esempio, nel periodo Tommaso progett unopera che rappresentasse una sintesi del pensiero cristiano, la proposizione relativa svolge pi propriamente la funzione di proposizione complementare indiretta consecutiva, tant che pu essere anche sostituita con Tommaso progett unopera tale che rappresentasse una sintesi del pensiero cristiano. Sulle proposizioni relative improprie ci soffermeremo molto pi avanti.
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la struttura di un periodo proposizione complementare indiretta (con o senza proposizione attributiva) proposizione complementare indiretta (con o senza proposizione attributiva)
Non ci stancheremo mai di ripetere quanto sia importante, soprattutto per uno studente di filosofia, comprendere lo stretto parallelismo sussistente tra proposizione e periodo al fine di rendersi bene conto della struttura logica di un periodo, e quanto a questo scopo sia altres importante saper fare una lettura e un uso attenti delle congiunzioni. Dicevamo che la proposizione reggente corrisponde al gruppo soggetto+predicato. A volte per la reggente costituita da un verbo impersonale, ossia privo di soggetto; in questi casi di frequente il soggetto in verit c, ma lintera proposizione dipendente dalla reggente, che chiameremo pertanto la proposizione complementare diretta soggettiva
questo il caso del nostro periodo. infatti evidente che vidtur sia la
Lo stretto parallelismo tra proposizione e periodo conosce pertanto qui una piccola restrizione: mentre in una proposizione il complemento diretto o il complemento oggetto o il complemento predicativo, in un periodo la proposizione complementare diretta pu essere oggettiva (equivalente a un complemento oggetto) o soggettiva (equivalente al soggetto di un verbo impersonale).
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proposizione reggente: sebbene non contenga linformazione principale, tuttavia regge, introduce sintatticamente tutte le altre proposizioni. Ora, sembra un verbo impersonale: non ha soggetto. Ma a ben vedere, il soggetto c: lintera proposizione introdotta da quod. Il fatto che sotto ununica lettera della Sacra Scrittura non sia possibile la presenza di pi significati: tutto questo ci che sembra! Per quanto riguarda poi la proposizione introdotta da qui, ossia da un pronome relativo, , come dicevamo, una proposizione che va a qualificare meglio quali siano i plures sensus, il termine cio al quale il pronome relativo si riferisce: perci una proposizione attributiva. Ecco dunque lanalisi del nostro periodo: 1) vidtur: proposizione reggente 2) quod Sacra Scriptra sub una littra non habat plures sensus: proposizione complementare diretta soggettiva 3) qui sunt historcus vel litterlis, allegorcus, tropologcus sive morlis, et anagogcus: proposizione attributiva. Si tratta pertanto di un periodo costituito da un predicato (1), da un soggetto (2) e da un attributo del soggetto (3). Nella prossima Lezione andremo ad aggiungere poche altre informazioni necessarie per completare la nostra analisi del periodo, per poi volgere quindi lattenzione allanalisi delle tre singole proposizioni che formano il periodo appena analizzato: ci ci consentir di introdurci a un argomento chiave della grammatica latina, quello dei casi e delle declinazioni.
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Seconda Lezione
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Per verificare il mio apprendimento: Quali sono gli elementi strutturali di un periodo? In che senso esso pu essere assimilato a un campo da battaglia? Quali sono le tre possibili funzioni svolte dal verbo essere? Cos un predicato? Perch si chiama cos? Cos un predicato verbale? Perch si chiama cos? Cos un predicato nominale? Perch si chiama cos? Perch in un testo filosofico tanto importante sapere usare bene le congiunzioni? Quali sono gli elementi strutturali di una proposizione? Cos la frase minima? Qual la funzione svolta dalle preposizioni? Cosa sono gli attributi? Perch si chiamano cos? Cosa sono i complementi? Perch si chiamano cos? In cosa consiste lo stretto parallelismo sussistente tra struttura di un periodo e di una proposizione? Cosa sono le proposizioni reggenti? Perch si chiamano cos? Cosa sono le proposizioni attributive? Perch si chiamano cos? Cosa sono le proposizioni complementari? Perch si chiamano cos? Cosa una congiunzione dichiarativa? Cosa una proposizione complementare diretta soggettiva?
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Terza Lezione
In questa Lezione impareremo: a fare lanalisi di un periodo seguendo uno dopo laltro i passi indicati in unapposita scheda a fare lanalisi del periodo di Vidtur quod a conoscere i componenti di una parola: radice, suffissi, prefissi e desinenze a distinguere i sei casi latini: nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo e ablativo
Nella scorsa Lezione siamo stati introdotti allo svolgimento dellanalisi di un periodo, attraverso la spiegazione di diversi concetti fondamentali, quali quelli di predicato verbale e nominale, congiunzione e preposizione, la scheda di analisi del periodo: soggetto, complementi e attributi. Per
sufficiente presentare ora uno strumento che da adesso in avanti utilizzeremo sempre e che chiameremo scheda di analisi del periodo. Si tratta di una griglia che ci guider passo passo nellesecuzione dellanalisi di qualunque periodo. Essa composta di due pagine, allegate alla fine di questa Lezione. Come usarle? Anzitutto, occorre trascrivere il periodo da esaminare. Nel nostro caso, dunque:
ANALISI DEL PERIODO: Vidtur quod Sacra Scriptra sub una littra non habat plures sensus, qui sunt historcus vel litterlis, allegorcus, tropologcus sive morlis, et anagogcus
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La prima colonna chiede quindi di elencare le congiunzioni, specificandone il tipo. Nella Legenda si trova una classificazione di tutte le possibili congiunzioni. Esse si distinguono in coordinative e subordinative. Le prime servono a elencare le congiunzioni
collegare due proposizioni sul medesimo livello sintattico (per esempio, due reggenti, o due complementari subordinate direttamente alla medesima reggente : Oggi andr alluniversit e sosterr lesame ); le seconde invece a introdurre una proposizione che si trova su un piano sintattico inferiore rispetto alla precedente (per esempio, una complementare retta da unaltra complementare, o da una reggente : , quando arriver il mio turno). Impareremo a conoscerle mano a mano che le incontreremo. In questo nostro primo periodo abbiamo trovato solamente quod (come gi detto, infatti, nellanalisi del periodo non interessano quelle congiunzioni che colleghino tra di loro non due proposizioni, ma due elementi allinterno di ununica proposizione). Scriveremo pertanto :
Elencare le congiunzioni Elencare specificandone il tipo pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono 1 Quod = congiunzione subordinativa dichiarativa
Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna congiunzione, pronome relativo o avverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza
Nella
seconda i
colonna,
come
trascriveremo
pronomi
relativi
presenti
periodo, indicando per ciascuno il termine al quale si riferiscano (come si ricorder, infatti, il pronome relativo, come un
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attributo, si riferisce sempre, relatvus appunto, a un altro termine). Nel nostro caso dunque:
Elencare le congiunzioni specificandone il tipo Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Elencare i predicati (verbali o nominali) Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna congiunzione, pronome relativo o avverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza
Nella terza colonna infine andremo a registrare tutti i predicati presenti nel periodo, specificando se si
Elencare i Elencare le predicati (verbali o proposizioni, nominali) indicando per ciascuna congiunzione, pronome relativo o avverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza Qui = si riferisce a Vidtur= predicato plures sensus verbale Non habat = predicato verbale Sunt historcus = predicato nominale
A questo punto resta da enumerare una a una le proposizioni presenti nel periodo. A tale scopo, vale la regola: tanti predicati, altrettante proposizioni.
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Nel nostro periodo, quindi, avremo tre proposizioni. Per il resto, si tratta di
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associare ciascuna congiunzione e pronome relativo al predicato che introducono. buona norma cominciare dai pronomi relativi che sono quasi sempre vicini al predicato al quale sono associati e che pertanto sono pi facili da collegare. Nel nostro caso, qui introduce evidentemente sunt historcus ; ma in maniera altrettanto evidente, quod unito a non habat. Ecco dunque compilata anche la quarta colonna: enumerare le proposizioni
Elencare i Elencare le predicati (verbali o proposizioni, nominali) indicando per ciascuna congiunzione, pronome relativo o avverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza Qui = si riferisce a Vidtur= predicato Vidtur plures sensus verbale Non habat = predicato verbale Sunt historcus = predicato nominale Quod non habat Qui sunt historcus
Per indicare ciascuna proposizione, basta trascrivere questi elementi sintattici significativi, ovvero congiunzioni, gli elementi sintattici significativi
pronomi relativi e predicati. In effetti, i predicati sono il cuore delle proposizioni, in quanto
contengono ci che si vuole dire, mentre congiunzioni e pronomi relativi costituiscono i collegamenti, i connettori, i nessi logici che legano le proposizioni tra di loro. Questi soli elementi dunque sono sufficienti per
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comprendere la struttura logica di quel che si sta leggendo o ascoltando. Da questo punto di vista, tutte le altre parole sono irrilevanti. Saper fare lanalisi del periodo significa fare immediatamente una sorta di radiografia del testo, in modo da evidenziarne lossatura, la linea argomentativa: significa quindi avere una competenza in pi per comprendere quando si ascolta e farsi comprendere quando si parla. A questo punto manca solamente ancora di capire lordine sintattico delle proposizioni, ovvero quale o quali siano le reggenti, quale o quali le proposizioni complementari di primo grado, quelle cio immediatamente dipendenti dalle reggenti, e cos via. Nella prima colonna della seconda met della griglia si riscrivono pertanto le proposizioni, seguendo la successione sintattica e specificando la tipologia di ciascuna. A tale scopo, nella Legenda, sono riportate classificazione delle proposizioni tutte le possibili classificazioni. Anzitutto si distingue tra proposizioni reggenti, complementari dirette e
indirette, attributive. La natura di ogni proposizione in genere riconoscibile guardando al termine che la introduce: un pronome relativo introdurr una proposizione attributiva, una congiunzione subordinativa dichiarativa introdurr una proposizione complementare diretta dichiarativa soggettiva o oggettiva, e cos via. In generale, una congiunzione subordinativa annuncia sempre una proposizione complementare; invece una congiunzione
coordinativa pu unire due proposizioni reggenti o due subordinate; nella Legenda sono indicati i vari tipi sia di congiunzioni25 che di proposizioni.
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Per la precisione, nella Legenda, insieme alle congiunzioni, sono enumerati anche i vari tipi di avverbi, in quanto, come vedremo pi avanti, gli avverbi a volte svolgono una funzione analoga a quella dei pronomi relativi.
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Esistono diversi generi di proposizioni reggenti; tuttavia nel testo di san Tommaso che studieremo per lo pi si tratter sempre di proposizioni reggenti enunciative, proposizioni reggenti enunciative
enunciano, dicono qualcosa, come del resto avviene di regola in un testo argomentativo. Per ogni proposizione complementare e attributiva, infine, occorre specificare il grado di subordinazione. Nel nostro caso, evidente che quod non habat dipende direttamente dalla reggente e quindi una complementare di primo grado (le reggenti invece sono considerate di grado zero, in quanto al vertice della piramide), cos come lattributiva qui sunt historcus dipende dalla complementare di primo grado (il termine al quale qui si riferisce infatti, ovvero plures sensus, si trova appunto nella complementare soggettiva) e quindi una proposizione di secondo grado. Ecco dunque compilata la prima colonna della seconda parte della griglia: specificazione del grado di subordinazione
Elencare in ordine degradante le proposizioni reggenti, complementari e attributive, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Vidtur = proposizione reggente enunciativa
2 Quod non habat = proposizione complementare diretta soggettiva di I grado 3 Qui sunt historcus = proposizione attributiva di II grado
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Resta infine da compilare unultima cella, quella intitolata Diagramma di flusso. In maniera riassuntiva e schematica, chiesto qui di disegnare il flusso logico dellargomentazione. Spesso non esiste un solo schema corretto, in quanto la medesima argomentazione la si pu guardare da differenti punti di vista. Nel nostro caso, per esempio, si pu scolasticamente porre la reggente sopra la complementare e allora avremo: diversi diagrammi di flusso possibili
Ma da un punto di vista semantico, guardando cio al significato di quanto scrive san Tommaso, la complementare soggettiva appunto il soggetto di vidtur e pertanto a buon ragione pu essere rappresentata al di sopra della reggente, cos: quod non habat vidtur
Per quanto concerne le attributive, poi, esse scolasticamente possono essere considerate delle subordinate e quindi sempre di un grado inferiore rispetto alla proposizione dalla quale dipendono. Nel nostro caso pertanto avremo:
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Ma in quanto attributive, in quanto cio semplici attributi, possono altres essere collocate accanto alla proposizione alla quale si riferiscono, considerandole perci coordinate e non subordinate rispetto a esse. Avremo allora:
Noi utilizzeremo sempre entrambe le prospettive: nella prima colonna della griglia, considereremo le attributive sempre come subordinate (cos, ad esempio, sopra abbiamo scritto: proposizione attributiva di secondo grado); nel diagramma di flusso invece le rappresenteremo sempre tra parentesi, accanto al termine al quale si riferiscono, quindi in posizione coordinata. Nella pagina seguente, ecco la nostra prima scheda di analisi del periodo interamente completata:
Riscrivendo le proposizioni nel diagramma di flusso, opportuno inserire parole che fino ad adesso erano state tralasciate: per la precisione, i vocaboli ai quali i pronomi relativi si riferiscono (nel nostro caso, plures sensus).
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Elencare in ordine degradante le proposizioni reggenti, complementari e attributive, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Vidtur = proposizione reggente enunciativa 2 Quod non habat = proposizione complementare diretta soggettiva di I grado 3 Qui sunt historcus = proposizione attributiva di II grado
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Terza Lezione
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proposizione: predicato, soggetto, complemento diretto, complementi indiretti, attributi e apposizioni. Ogni parola dunque, allinterno di una proposizione, assume una determinata funzione logica: quella di soggetto, o di complemento oggetto, e cos via. Ora, in latino un nome, a seconda della funzione logica che svolge, cambia desinenza. Per comprendere bene questo fenomeno, occorre preliminarmente chiarire cosa sia una desinenza. Ogni parola formata da una radice: sono quelle poche lettere (in genere, tre consonanti pi alcune vocali) alle quali associato un determinato significato (per esempio, in vidre la radice vid). Da una medesima radice radice, suffissi e prefissi analisi della proposizione
derivano diverse parole appartenenti alla stessa famiglia di significato: per esempio, da vid derivano, oltre a vidre, visio, visione, visus, vista, visre, visitare27. Alla radice vengono quindi premessi dei prefissi o posposti dei suffissi, che servono a specificare il significato della parola o la sua funzione logica o grammaticale: cos per esempio praevidre significa vedere in anticipo o da lontano (funzione semantica del prefisso: prae specifica il significato della parola), mentre in scriptra, dalla radice scrib, il suffisso ur fa della parola un sostantivo (funzione grammaticale del suffisso). Ogni parola infine termina con poche lettere che servono a dare alcune desinenza
informazioni esclusivamente grammaticali e logiche: in scriptra la a dice che si tratta di un sostantivo femminile singolare. Desinenza (dal latino desinre, terminare) il nome che viene dato a questa parte finale di ogni parola. Preposizioni, congiunzioni, avverbi e esclamazioni sono sempre indeclinabili o
Le vocali o lultima consonante di una radice, nella formazione di una parola, possono subire mutamenti a causa di differenti ragioni fonetiche.
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invariabili, ovvero la loro desinenza non varia. Invece nelle altre parti del discorso, aggettivi, pronomi, sostantivi e verbi, la desinenza variando fornisce importanti e differenti informazioni. Questo fenomeno avviene in tutte le lingue: per esempio, in italiano scrittura, singolare, al plurale diventa scritture; oppure la prima persona singolare vedo alla seconda persona singolare diventa vedi. In latino, per, nei sostantivi, negli aggettivi e nei pronomi, la desinenza varia anche in base alla funzione logica che la parola assume allinterno di una determinata proposizione: cos in Scriptra sacra est, la Scrittura sacra, la desinenza a designa che Scriptra soggetto singolare, casi mentre in Scriptram lego, leggo la Scrittura, la desinenza am
indica che Scriptram complemento oggetto singolare. Le diverse funzioni logiche espresse dal variare della desinenza in un sostantivo, aggettivo o pronome sono chiamate casi (dal latino casus, il termine, la fine): essi sono sei. Il nominativo: dal latino nominre, come litaliano nominare, il caso del soggetto e del predicato nominale (serve appunto a dare un nome al nominativo e genitivo soggetto o ad alcune sue caratteristiche). Il genitivo: serve a esprimere il complemento di
specificazione, quel complemento cio che specifica di chi o di che cosa il sostantivo al quale si riferisce (conseguentemente, il complemento di specificazione sempre specificazione di qualche altra parte della proposizione: complemento di specificazione del soggetto, del complemento oggetto, ecc.); la denominazione viene dal latino genetvus, colui che genera,
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in quanto dalla desinenza del caso genitivo si genera tutto il resto della
Terza Lezione
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declinazione, ovvero si riconosce a quale declinazione appartenga quella parola28. Dativo: esprime colui o ci a cui si d, datvus, ovvero il complemento di termine. Accusativo: dativo e accusativo
traduce il complemento oggetto, ovvero chi o che cosa oggetto diretto dellazione del predicato verbale; per questo motivo il complemento oggetto chiamato anche complemento diretto e insieme a nominativo e vocativo uno dei tre cosiddetti casi retti; in latino, come pure in italiano, accusre significa appunto chiamare in causa direttamente qualcuno o qualcosa. Vocativo: traduce il complemento di vocazione, ovvero colui o ci a cui ci si rivolge invocandolo (vocre significa vocativo e ablativo
accompagna limperativo, presente in tutte le preghiere ed sempre separato dal resto della proposizione attraverso le virgole che lo racchiudono; di norma, la desinenza del vocativo uguale a quella del nominativo, in quanto il referente del complemento di vocazione il soggetto della proposizione. Ablativo: il termine deriva dal verbo latino auferre, che significa allontanare (e che in un modo verbale chiamato supino diventa abltum), in quanto il caso che anticamente traduceva il complemento di origine e di separazione; di fatto, venuto poi a tradurre, spesso con lausilio di
Si pu offrire anche unaltra spiegazione etimologica, non corretta scientificamente, ma suggestiva filosoficamente. Presso gli antichi, per identificare una persona spesso si indicava di chi fosse figlio (per esempio, Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo) e in greco per dire figlio di si usava proprio il caso genitivo (ovvero, semplicemente Giacomo e Giovanni, di Zebedeo). In tal senso, il genitivo il caso per dire che si figli di qualcuno, ossia appunto che si generati; e da questo punto di vista, ogni uomo per definizione al genitivo, in quanto non si dato da s stesso la vita: , teologicamente, creatura, essere-ricevuto.
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preposizioni, molti complementi indiretti (lablativo, insieme al genitivo e al dativo, uno dei tre cosiddetti casi indiretti o obliqui). Ogni sostantivo, aggettivo e pronome dunque presenta una variazione della desinenza in corrispondenza dei sei casi, al singolare e al plurale (tuttavia le desinenze di ogni parola sono in numero minore di dodici, in quanto alcune si ripetono uguali per diversi casi). le cinque declinazioni Linsieme delle dodici uscite si chiama declinazione
(dal latino declinato, lo spiegamento di una parola in tutte le sue possibili forme). In latino esistono cinque schemi di declinazione: la prima, la seconda, la terza, la quarta e la quinta. Ogni sostantivo segue lo schema di una di queste declinazioni. Come gi detto, lappartenenza di un nome a una determinata declinazione si riconosce dalla desinenza del genitivo singolare: per questo motivo, nei dizionari, di ogni sostantivo riferito il nominativo e il genitivo singolare (cos, ad esempio, di Scriptra il vocabolario riporta scriptra, ae: la desinenza ae al genitivo singolare tipica e unica della prima declinazione). La maggior parte degli aggettivi utilizza le desinenze delle prime tre le desinenze pronominali declinazioni. Un numero ristretto di aggettivi e pronomi utilizza le medesime desinenze, con
alcune variazioni loro proprie (si parla pertanto di desinenze pronominali). Anche i verbi cambiano la parte finale di parola per specificare il tempo, il modo, la persona e il numero della voce le coniugazioni verbale. La flessione dei verbi (dal latino flectre,
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Terza Lezione
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suffissi, vocali tematiche e desinenze per formare le diverse voci verbali), in maniera del tutto simile a quel che avviene per i verbi in italiano. Sui verbi ci soffermeremo pi avanti. Per il momento, per concludere, torniamo ai casi. Dicevamo che essi specificano la funzione logica svolta dalla parola nella proposizione. Nel primo periodo di san Tommaso abbiamo letto: Sacra Scriptra non habat sub una littra plures sensus, qui sunt historcus vel litterlis, . Sacra Scriptra il soggetto: entrambi infatti sono al nominativo singolare, con desinenza a, propria della prima declinazione. Plures sensus il complemento oggetto: le due parole infatti sono in caso accusativo plurale, con desinenza es, propria della terza declinazione, e us, propria della quarta declinazione. Sub una littra un complemento di stato in luogo, che risponde alla domanda dove? e in latino si traduce con in + lablativo (ma anche con molte altre preposizioni, alcune delle quali incontreremo nel testo di Tommaso): a infatti la desinenza dellablativo singolare della prima declinazione (come si noter, analoga al nominativo singolare della medesima declinazione). Historcus, litterlis e tutti gli altri aggettivi sono predicati nominali e infatti sono in caso nominativo singolare: us la desinenza del nominativo singolare della seconda declinazione, is della terza declinazione. Infine qui nominativo maschile plurale del pronome relativo qui, quae, quod, che, come si accennato sopra, ha una declinazione sua propria. Nella prossima Lezione ripartiremo da qui, dallanalisi della
proposizione. Con loccasione, presenteremo unaltra scheda che sempre ci guider nellanalisi delle proposizioni.
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Per verificare il mio apprendimento: Partendo da una scheda vuota, compilo la scheda di analisi del periodo di Vidtur quod Di questo periodo traccio i possibili diversi diagrammi di flusso Cosa una proposizione reggente enunciativa? Cosa sono i gradi di subordinazione? Da quali elementi formato un nome? Qual la funzione specifica svolta dalle desinenze dei nomi in latino rispetto allitaliano e alla maggioranza delle lingue moderne? Quali sono i sei casi latini? Cosa traducono?
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Terza Lezione ANALISI DEL PERIODO: .. Elencare le congiunzioni specificandone il tipo Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono
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Elencare i Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, predicati (verbali il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato o nominali) verbale o nominale che la caratterizza
1 2 Elencare in ordine degradante le proposizioni Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo reggenti, complementari e attributive, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1
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LEGENDA
Avverbi:
modali, temporali, locativi, interrogativi semplici e disgiuntivi, affermativi, negativi, dubitativi, rafforzativi
Congiunzioni coordinative:
Congiunzioni subordinative:
dichiarative, consecutive, causali, finali, modali, temporali, locative, concessive, comparative, eccettuative, privative, ipotetiche
Proposizioni reggenti:
enunciative, interrogative dirette, esclamative, esortative, ottative, concessive, dubitative, potenziali, imperative
consecutive, causali, finali, modali, temporali, locative, concessive, comparative, eccettuative, privative, condizionali, incidentali
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Quarta Lezione
In questa Lezione impareremo: la prima declinazione le desinenze attive dei verbi a discernere il tema verbale, composto da suffissi e vocale tematica a distinguere in un verbo tra modo, tempo e aspetto dellazione a definire che cos un verbo atematico o irregolare a classificare le quattro coniugazioni e la coniugazione propria del verbo sum la flessione dellindicativo presente attivo delle quattro coniugazioni e del verbo sum a utilizzare la scheda di analisi della proposizione a fare lanalisi delle tre proposizioni del primo periodo (Vidtur quod ) Nella scorsa Lezione abbiamo presentato la nozione di desinenza e declinazione. Veniamo dunque subito a la prima declinazione scriptra, ae Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Ablativo conoscere la prima declinazione:
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facile notare che alcune desinenze si ripetono uguali: per il nominativo e vocativo singolare (e di fatto anche per lablativo singolare: in un testo scritto latino infatti non si soliti segnare la quantit dellultima sillaba, per cui scriptra pu essere sia nominativo, sia vocativo sia ablativo singolare); ae per il genitivo e dativo singolare, e per il nominativo e vocativo plurale; is per il dativo e ablativo plurale. Per il resto, non c molto altro da dire o da capire, quanto piuttosto da familiarizzare con simili desinenze, cos da riconoscerle quando le si incontri. Molti aggettivi di prima classe avremo: aggettivi, al femminile, utilizzano le
Nel periodo di san Tommaso che abbiamo cominciato a studiare agevole riconoscere quattro parole appartenenti alla prima declinazione (per la precisione, per gli aggettivi si soliti parlare di aggettivi di prima classe):
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Quarta Lezione
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Sacra Scriptra il soggetto della proposizione e infatti entrambe le parole sono declinate al nominativo singolare, con desinenza in a sub una littra il complemento di stato in luogo, reso con sub+ablativo: e infatti dopo la preposizione entrambe le parole sono allablativo singolare, anchesso in a (come si vede, dal contesto che si comprende se la desinenza a del nominativo, del vocativo o dellablativo singolare; lo stesso dicasi per le altre desinenze omofone). La prossima Lezione presenteremo le desinenze della seconda declinazione. Per il momento invece soffermiamoci sui verbi. Abbiamo gi avuto modo di dire che i verbi, in quanto predicati, costituiscono il cuore, lanima, il motore di una proposizione, e anche che essere un verbo particolare, che pu svolgere funzione predicativa o, pi spesso, copulativa o ausiliaria. Infine avevamo rilevato come anche le voci verbali avessero una desinenza variabile. In latino ve ne sono di cinque tipi: per lattivo, per il passivo, per il perfetto, per limperativo e per linfinito. Per ora, limitiamoci a presentare quelle dellattivo. Sono le seguenti:
Desinenze attive 1 singolare m / o
a
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Come si vede, per la prima persona singolare, alcune volte si usa una desinenza, altre volte unaltra. Per il resto, sono da imparare a memoria, come una filastrocca: il loro riconoscimento infatti consente gi da solo di distinguere un verbo e la persona alla quale coniugato. Tuttavia, molte altre informazioni occorre saper individuare in una voce verbale: il modo, il tempo, la diatesi. Un verbo infatti sempre coniugato in i modi verbali un determinato modo. Il modo specifica come deve essere
percepita lazione che viene predicata: come un dato di fatto, obiettivo, solamente da constatare (lindicativo, dal latino indicre, rendere noto: il modo delloggettivit o realt); come una i modi espliciti: indicativo, congiuntivo e imperativo possibilit o opinione (il congiuntivo, dal latino coniungre, collegare: il modo della soggettivit o eventualit); come un comando, un ordine (limperativo: dal latino imperre, comandare appunto). Sono questi i tre modi espliciti o finiti, quelli cio nei quali esplicitamente indicata la persona che compie lazione (prima, seconda, terza singolare o plurale). Altri quattro modi invece sono detti indefiniti o impliciti, perch non esprimono la persona, ma eventualmente solo il numero, singolare o plurale (cos i modi impliciti per esempio partiti pu essere detto sia di noi sia di voi sia di essi); sono il participio, linfinito, il gerundio e gerundivo, e il supino: di questi modi tuttavia tratteremo in seguito. Oltre al modo, un verbo ovviamente sempre coniugato a un il tempo verbale e laspetto dellazione determinato tempo, che indica quando svolta lazione: passato, presente, futuro; si distingue poi tra diverse forme di passato (imperfetto, perfetto,
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Quarta Lezione
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piuccheperfetto) e di futuro (semplice e anteriore). Per la precisione, in latino le forme verbali, oltre al tempo, distinguono anche laspetto dellazione, ovvero il modo in cui sentita la durata: come compiuta, come incompiuta, come momentanea o come durativa; per ora, tuttavia, non occorre soffermarsi oltre su simili distinzioni. Dicevamo che le desinenze permettono di discernere persona e numero, non per anche modo e tempo: questi possibile discriminarli in base al tema. Il tema ci che resta del verbo una volta tolta la desinenza: di fatto esso formato dalla radice, da eventuali suffissi e dalla vocale tematica, la vocale cio che caratterizza il modo e la coniugazione verbale (per esempio, hab-e-t)29. I suffissi sono sempre gli stessi per ciascun tempo: per esempio, -ba- per suffissi e vocale tematica il tema verbale
limperfetto indicativo (hab-e-ba-t). La vocale tematica invece ci che varia in base al modo e alla coniugazione. Come infatti vi sono cinque declinazioni per i nomi, cos ci sono quattro coniugazioni per i verbi: sostanzialmente, quattro schemi possibili di le quattro coniugazioni
flessione, caratterizzati ciascuno da un determinato uso delle vocali tematiche. Ogni verbo ovviamente segue la flessione di una delle quattro coniugazioni. Come in italiano, esse si indicano con la differente uscita dellinfinito presente attivo (presenteremo in seguito la distinzione tra attivo e passivo): -re per la prima coniugazione (assignre, assegnare), -re per la
La suddivisione di una voce verbale qui proposta, in tema verbale e desinenza, non unanimemente accettata. Per esempio, Tantucci distingue tra tema verbale (la parte invariabile del verbo, che termina con la vocale tematica), eventuali suffissi temporali e desinenza (per esempio, habe-ba-t), e definisce terminazione o uscita linsieme di vocale tematica, suffisso e desinenza (ad esempio, hab-ebat).
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seconda (habre, avere), -re per la terza (argure, argomentare) e -re per la quarta (invenre, trovare). Limitiamoci allo studio del presente indicativo attivo. La vocale tematica che caratterizza la prima coniugazione la -a-, la seconda la -e-, la terza la --, la quarta la --. Avremo quindi: indicativo presente attivo delle quattro coniugazioni
Indicativo Presente Attivo 1a coniugazione in -re 1a singolare assign-o 2a singolare assign-a-s 3a singolare assign-a-t 1a plurale 2a plurale 3a plurale assign--mus30 assign--tis assign-a-nt 2a coniugazione in -re hab--o hab-e-s hab-e-t hab--mus hab--tis hab-e-nt 3a coniugazione in re arg-o arg-i-s arg-i-t argu--mus argu--tis arg-u-nt 4a coniugazione in re inven--o invn-i-s invn-i-t inven--mus inven--tis inven-u-nt
Come si vede, la prima persona singolare della prima e terza coniugazione non ha vocale tematica, mentre nella terza persona plurale della terza e quarta coniugazione c la vocale tematica -u-.
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Indichiamo la quantit solo dove utile per una corretta pronuncia della parola (si ricordi: penultima sillaba lunga, accento tonico sulla penultima; penultima sillaba breve, accento tonico sulla terzultima). In assigno non indicata la quantit della -i-, perch -sig- sillaba chiusa e quindi comunque lunga (si ricordi che in latino i gruppi di due o pi consonanti appartengono sempre a sillabe diverse).
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Quarta Lezione
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Una flessione a s, non assimilabile a nessuna delle quattro, quella del verbo esse, essere, che per questo si dice avere coniugazione propria. Ecco il presente indicativo attivo: Indicativo presente del verbo sum 1a singolare 2 singolare
a
Come si vede, in alcune voci, precisamente nella seconda e terza singolare e nella seconda plurale, manca la vocale tematica e la desinenza si unisce direttamente alla radice: per questo motivo il verbo sum chiamato atematico o irregolare (lassenza di vocale tematica si registra comunque solo in alcune voci verbi atematici o irregolari
dei tempi derivati dal tema del presente). Pochi altri verbi in latino sono atematici; tra questi per alcuni molto frequenti: fero, porto, volo, voglio, eo, vado, e fio, divento. A questo punto possiamo tornare allanalisi della proposizione del primo periodo del testo di san Tommaso. Lo facciamo lasciandoci guidare da una seconda apposita scheda, che chiameremo scheda di analisi della proposizione, di cui un modello la scheda di analisi della proposizione
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vuoto allegato a fine Lezione. A questo livello, si considera ciascuna proposizione in s stessa, sciolta dal rapporto con le altre appartenenti al medesimo periodo. Innanzitutto, si trascrive lintera proposizione sulla scheda, nello spazio riservato in alto, sopra la griglia:
ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: quod Sacra Scriptra sub una littra non habat plures sensus
Poich il predicato il cuore di una proposizione, si comincia senzaltro dallindividuare proprio questo, riportandolo nella prima predicato nominale: colonna e specificando se si tratti di un predicato verbale o
Soggetto
Connettori
Come si nota, lavverbio non si trascrive insieme al predicato che accompagna e definisce, poich semanticamente, quanto cio al significato, fa tuttuno con esso. Quindi si individua il soggetto soggetto e complemento oggetto e, se c, il complemento oggetto (si ricordi che soggetto ci di cui si predica qualcosa, mentre il
complemento oggetto indica appunto loggetto del predicato e risponde alla domanda chi? che cosa?: chiamato diretto perch unito direttamente
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Quarta Lezione
Roma 2013
Soggetto
Connettori
Nellultima colonna si inseriscono le congiunzioni, gi analizzate nellanalisi del periodo e che fungono da connettori logici tra le proposizioni: connettori logici
Soggetto
Connettori
Nella sezione in basso si ricopiano infine i complementi indiretti, specificando per ciascuno che tipo di complemento sia e a quale domanda risponda (si ricordi che i complementi indiretti
complementi indiretti vanno a completare la comunicazione espressa dal predicato, aggiungendo le pi svariate informazioni), oltre alla presenza di eventuali attributi:
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Complementi indiretti
Sub una littra = complemento di stato in luogo (dove?) (con un attributo)
Complementi indiretti
Lanalisi della terza proposizione molto rapida, composta com da un soggetto, il pronome relativo qui (in quanto pronome relativo, nella scheda occorrer specificare sempre il termine al quale si riferisce), e un predicato nominale, nel quale i sei aggettivi costituiscono il nome del predicato (le congiunzioni in questo caso fanno parte del predicato nominale e non vanno inserite nellultima colonna, dei connettori, in quanto non servono a congiungere diverse proposizioni tra di loro):
ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: qui sunt historcus vel litterlis, allegorcus, tropologcus sive morlis, et anagogcus
Soggetto
Connettori
La prima proposizione del periodo assolutamente minima, formata dal solo predicato verbale vidtur, privo di soggetto in quanto impersonale: la si potr senzaltro inserire nella scheda insieme alla seconda proposizione, avendo cura magari di separare graficamente con una riga vuota le due proposizioni. Nelle pagine seguenti, addirittura in ununica scheda, sar
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Quarta Lezione
Roma 2013
Nella prossima Lezione presenteremo il terzo e ultimo strumento che ci accompagner nelle nostre analisi: la scheda di analisi della parola.
Per verificare il mio apprendimento: Saper compilare la scheda di analisi della proposizione di Vidtur quod Declina i seguenti vocaboli di prima declinazione: scriptra, ae, sacra, a, littra, ae Coniuga il presente indicativo del verbo sum Coniuga il presente indicativo attivo di narro, as, habo, es, tollo, is, inveno, is Partendo da una scheda vuota, compilo la scheda di analisi della proposizione di Vidtur quod Cosa sono i modi verbali? In particolare, quale modo dellazione specificato dallindicativo? Quale dal congiuntivo? Quale dallimperativo? Che differenza c tra modi espliciti e impliciti? Imparare a memoria le desinenze verbali attive a mo di filastrocca Quali sono gli elementi che compongono una voce verbale? Quando un verbo detto atematico o irregolare?
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Soggetto
Connettori
Complementi indiretti
Complementi indiretti
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Quarta Lezione
Roma 2013
ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Vidtur quod Sacra Scriptra sub una littra non habat plures sensus, qui sunt historcus vel litterlis, allegorcus, tropologcus sive morlis, et anagogcus
Soggetto
Connettori
Sacra Scriptra (con un Plures sensus = attributo) complemento oggetto (con un attributo)
Complementi indiretti Sub una littra = complemento di stato in luogo (dove?) (con un attributo)
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Quinta Lezione
In questa Lezione impareremo: la seconda declinazione e gli aggettivi di prima classe gli aggettivi pronominali le desinenze passivo-deponenti e lindicativo presente passivo-deponente delle quattro coniugazioni a distinguere tra verbi transitivi e intransitivi a discriminare tra diatesi attiva, passiva, deponente e riflessiva a riconoscere i verbi difettivi, suppletivi e semideponenti a definire e utilizzare il paradigma verbale a servirsi della scheda di analisi della parola a ravvisare le esclamazioni a identificare gli aggettivi qualificativi e quelli numerali a diversificare tra congiunzioni, avverbi e preposizioni a compilare la scheda di analisi della parola del primo periodo: Vidtur quod Cominciamo con il vedere subito le desinenze di seconda declinazione: seconda declinazione articlus, i (articolo) Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Ablativo articlus articli articlo articlum article articlo articli articulrum articlis articlos articli articlis Singolare Plurale
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Quinta Lezione
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Lunica desinenza in comune con la prima declinazione la is del dativo e ablativo plurale. Tuttavia saltano agli occhi altre corrispondenze: il genitivo plurale rum diventa rum; gli accusativi am e as diventano um e os; il nominativo e vocativo plurale hanno la medesima desinenza, ae per la prima declinazione e i per la seconda. Specificit della seconda declinazione per la desinenza propria del vocativo singolare, e (in tutte le altre declinazioni invece la desinenza del vocativo la medesima del nominativo singolare). Alcuni sostantivi in er e il sostantivo vir, uomo, al nominativo e vocativo singolare hanno desinenza zero, ovvero non hanno alcuna desinenza. Avremo pertanto: desinenza zero Singolare puer puri puro purum puer puro Plurale puri puerrum puris puros puri puris
Altri sostantivi in -er hanno inoltre la particolarit di perdere la vocale e in tutti i casi tranne che al nominativo e vocativo singolare, sempre a desinenza zero. Cos abbiamo:
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Infine un gruppi di sostantivi appartenenti alla seconda declinazione, tutti neutri31, nei casi retti del singolare escono in um e nei casi retti del plurale in a (in generale, tutti i sostantivi neutri hanno sostantivi neutri una sola desinenza per il nominativo,
accusativo e vocativo singolare, e una per il plurale). Avremo pertanto: mysterum, i (mistero) Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Ablativo mysterum mysteri mystero mysterum mysterum mystero mystera mysterirum mysteris mystera mystera mysteris Singolare Plurale
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In latino infatti, oltre al maschile e al femminile, esiste il genere neutro, da neuter, tra, trum, n luno n laltro, un genere appunto in origine usato per indicare realt non identificabili in modo univoco n come maschili n come femminili.
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Quinta Lezione
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A questo punto possibile completare la flessione degli aggettivi detti della prima classe: essi infatti al femminile utilizzano le desinenze della prima declinazione e al maschile e neutro quelle della seconda declinazione. Avremo quindi:
historcus,a,um (storico)
Singolare
Plurale
Maschile
Femminile Neutro
Maschile
Femminile
Neutro
Nominativo
historcus
historca
historcum historci
historcae
historca
Genitivo
historci
historcae
historci
historcrum
historcrum
historcrum
Dativo
historco
historcae
historco
historcis
historcis
historcis
Accusativo
historcum historcam
historcum historcos
historcas
historca
Vocativo
historce
historca
historcum historci
historcae
historca
Ablativo
historco
historca
historco
historcis
historcis
historcis
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Anche gli aggettivi in -er al nominativo e vocativo singolare escono a desinenza zero; alcuni di essi inoltre conservano la vocale e solo in quei due casi. Avremo perci:
liber, a, um (libero)
Singolare
Plurale
Maschile
Femminile Neutro
Maschile
Femminile
Neutro
Nominativo
liber
libra
librum
libri
librae
libra
Genitivo
libri
librae
libri
liberrum
liberrum
liberrum
Dativo
libro
librae
libro
libris
libris
libris
Accusativo
librum
libram
librum
libros
libras
libra
Vocativo
liber
libra
librum
libri
librae
libra
Ablativo
libro
libra
libro
libris
libris
libris
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Quinta Lezione
Roma 2013
Oppure:
Singolare
Plurale
(sacro)
Maschile
Femminile Neutro
Maschile
Femminile
Neutro
Nominativo
sacer
sacra
sacrum
sacri
sacrae
sacra
Genitivo
sacri
sacrae
sacri
sacrrum
sacrrum
sacrrum
Dativo
sacro
sacrae
sacro
sacris
sacris
sacris
Accusativo
sacrum
sacram
sacrum
sacros
sacras
sacra
Vocativo
sacer
sacra
sacrum
sacri
sacrae
sacra
Ablativo
sacro
sacra
sacro
sacris
sacris
sacris
facile riconoscere come appartenenti agli aggettivi di prima classe quattro nomi del predicato presenti nellunico periodo di san Tommaso che abbiamo finora analizzato, vale a dire historcus, allegorcus, tropologcus, anagogcus, tutti e quattro ovviamente al nominativo maschile singolare. Sembrerebbe appartenere alla seconda declinazione anche il sostantivo sensus; tuttavia, cercandolo sul dizionario, si trova sensus, us: il genitivo singolare in us, come studieremo, tipico della quarta declinazione, della quale fa parte appunto sensus.
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Resta ancora da notare che un piccolo gruppo di aggettivi, appartenenti alla prima classe, al genitivo e dativo singolare utilizza due desinenze che, aggettivi pronominali come vedremo in seguito, sono proprie dei pronomi, ovvero us e i: per questo
sono detti aggettivi pronominali. Tra questi, laggettivo unus, a um, che abbiamo incontrato nel periodo di san Tommaso; ecco la declinazione:
unus, a, um (uno) Maschile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Ablativo unus unus uni unum une uno
Singolare32 Femminile una unus uni unam una una Neutro unum unus uni unum unum uno
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Trattandosi dellaggettivo numerale cardinale uno, si soliti presentare solo la flessione al singolare. Tuttavia in latino si utilizza in verit anche il plurale uni, unae, una, o con il significato di i soli, soltanto, o in unione con sostantivi che manchino del singolare (i cosiddetti plurala tantum: per esempio, unae nuptae, un solo matrimonio), o nella correlazione uni altri, gli uni gli altri.
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Nella precedente Lezione avevamo presentato le desinenze attive dei verbi; vediamo ora quelle passivo-deponenti:
Desinenze passivo-deponenti
Il presente indicativo passivo delle quattro coniugazioni si forma sostituendo le desinenze passive a quelle attive; infatti il tema, compresa la vocale tematica, restano i medesimi (lunica eccezione la seconda persona singolare della terza coniugazione: la vocale presente indicativo passivo delle quattro coniugazioni
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A questo punto ovviamente necessario per spiegare cosa si intenda per diatesi attiva, passiva e deponente di un verbo. Un verbo infatti, oltre a essere coniugato in un determinato modo, tempo diatesi attiva ed eventualmente anche persona e numero, si
trova in una certa forma o diatesi. La diatesi (dal greco dithesis, disposizione, stato in cui si trova qualcuno o qualcosa) esprime il rapporto, lo stato appunto in cui il soggetto si trova rispetto al predicato. Esso pu essere anzitutto attivo o passivo. Nella diatesi attiva (dal latino actvus, che compie) il soggetto compie, fa, svolge lazione, ovvero esterno rispetto a essa: per esempio, ego lego librum, io leggo un libro. Lazione poi pu ricadere direttamente su un complemento oggetto, come nellesempio appena riportato: in verbi transitivi e intransitivi questo caso allora il verbo si dice transitivo (dal latino transitvus, che
passa). Qualora invece lazione non possa mai cadere direttamente su un complemento, ma solo indirettamente, qualora cio un verbo non possa reggere un complemento oggetto, ma solo un complemento indiretto ( il tipico caso di tutti i verbi di movimento: celerter ad universittem eo, vado in fretta alluniversit), il verbo stesso viene chiamato intransitivo. I verbi transitivi attivi, e solo essi, possono assumere per anche una diatesi passiva forma inversa, detta passiva. Un verbo passivo (dal latino passvus, che subisce), quando
lazione ricade sul soggetto, che la subisce, ovvero quando il soggetto interno rispetto allazione del predicato: per esempio, liber legtur a me, il
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Si diceva che la diatesi passiva inversa rispetto allattiva; in effetti, la costruzione della proposizione subisce una vera inversione: il complemento oggetto dellattiva diventa soggetto della passiva e il soggetto dellattiva diventa complemento dagente o di causa efficiente della passiva33. Un verbo dunque pu essere intransitivo attivo, oppure transitivo attivo o passivo. Infine esiste la forma riflessiva, la quale indica che lazione del predicato si riflette, ricade sul soggetto (io mi lavo): in italiano la diatesi riflessiva si ottiene con lausilio diatesi riflessiva costruzione inversa
delle particelle pronominali riflessive (nellesempio precedente, mi); in latino invece, oltre che con lutilizzo dei pronomi personali come in italiano, a volte si rende semplicemente coniugando il verbo al passivo (ad esempio lavarsi in latino il passivo lavri)34. In latino esiste anche una quarta diatesi, detta deponente (dal latino depnens, entis, che depone, abbandona): la forma propria di quei verbi che hanno deposto la diatesi deponente
forma attiva e conservano solo quella passiva, ci nondimeno avendo un significato attivo (per esempio, loquor, parlo). Vale la pena notare che a volte la forma deponente di un verbo semanticamente giustificata. Ad
Il complemento dagente appunto il complemento indiretto che specifica da chi o da che cosa compiuta lazione di un verbo passivo; si parla di complemento dagente se lagente una persona, di causa efficiente se una cosa. 34 Si tenga anche presente che non sempre c corrispondenza tra italiano e latino: cos per esempio il verbo latino attivo accedre in italiano si traduce con il riflessivo avvicinarsi. A proposito dei verbi riflessivi, inoltre, occorrerebbe distinguere tra riflessivi propri (quando la particella pronominale funge da complemento oggetto: mi gratto) e impropri (quando la particella pronominale funge da complemento indiretto: mi metto); e ancora, tra riflessivi reciproci (quando le particelle pronominali indicano unazione scambievole: ci salutammo) e riflessivi intransitivi o pronominali (quando i verbi riflessivi non possono reggere il complemento oggetto, sono cio appunto intransitivi: mi meravigliai).
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esempio, non un caso che proprio il verbo loquor sia deponente: il parlare infatti unazione attiva, anzi lattivit specificamente umana, che tuttavia ha unorigine passiva, in quanto non si impara a parlare, se non ascoltando, ovvero ricevendo da altri la parola; dunque unazione attiva che ha origine passiva, ovvero una passivit che diventata attivit: deponente appunto35. Un piccolo gruppo di verbi latini infine ha diatesi semideponente: sono verbi che nei tempi derivati dal tema del verbi semideponenti presente hanno forma attiva, mentre hanno
diatesi deponente negli altri tempi (cos ad esempio abbiamo audo, es al presente, oso, ma ausus sum al passato, osai, o fido, is al presente, mi fido, e fisus sum al passato, mi fidai). A questo punto possiamo presentare la terza e ultima scheda che ci accompagner nelle nostre analisi, la scheda di scheda di analisi della parola analisi della parola, di cui un modello vuoto, come per le altre, si trova a fine Lezione. Come al solito, si inizia riscrivendo il periodo che si sta analizzando, in alto dopo i due punti:
ANALISI DELLA PAROLA: Vidtur quod Sacra Scriptra sub una littra non habat plures sensus, qui sunt historcus vel litterlis, allegorcus, tropologcus sive morlis, et anagogcus
Quindi, a ogni riga, nella prima colonna si copiano, uno dopo laltro, tutti i singoli vocaboli36: a livello di analisi della parola, infatti, ogni termine
In questo senso, da un punto di vista filosofico, si pu affermare che, in quanto creatura, luomo in generale abbia natura deponente: attivit e libert, resa possibile da unoriginaria passivit e dipendenza. 36 Unica eccezione il verbo essere con funzione di ausiliare (per esempio, letto): in quel caso, infatti, esso ununica voce verbale insieme al participio al quale legato e perci va trascritto
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considerato in s stesso, isolatamente dal contesto nel quale inserito; lanalisi della parola, per questo motivo, senzaltro la pi astratta, la pi lontana dalla realt viva della comunicazione, perci anche, alla lunga, la pi noiosa, la meno stimolante. Si procede poi allanalisi di ciascuna parola, raccogliendo le informazioni richieste nella scheda cella dopo cella. Si comincia con lo specificare in quale delle otto parti del discorso la parola rientra ; tutte i vocaboli della lingua latina sono infatti raggruppabili entro le otto categorie indicate nella scheda sotto la voce Parte del discorso (in italiano sono nove, perch in latino mancano gli articoli). Anzitutto i verbi, dei quali occorre specificare se svolgono funzione predicativa, ovvero di predicato verbale, copulativa, allinterno di un predicato nominale, o modale (dei verbi modali parleremo pi i verbi
avanti, quando li incontreremo in san Tommaso). Nel nostro caso, vidtur e habat sono verbi predicativi, invece sunt copulativo. Nella terza colonna occorre indicare il paradigma, la diatesi e eventualmente altre informazioni particolari (per esempio, a proposito del verbo sum, il fatto che atematico). Bisogna pertanto soffermarci brevemente per spiegare cosa sia il paradigma. Il paradigma di un verbo (dal greco pardeigma, esempio, modello) sono linsieme delle voci verbali dalle quali possibile ricavare lintera coniugazione di un verbo e che per questo fungono da modello appunto per la sua corretta flessione. Nella scorsa il paradigma
Lezione abbiamo spiegato infatti che una voce verbale formata dal tema e
insieme a esso (si noti tuttavia che in latino vi sono meno forme verbali composte, perch esistono le desinenze passive, mentre in italiano ogni diatesi passiva si forma sempre con lausiliare essere: cos ad esempio letto in latino semplicemente legtur).
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dalla desinenza; il tema caratterizzato dalla vocale tematica, propria di ogni tempo e coniugazione (per esempio, la a per il presente indicativo della prima coniugazione), e da eventuali suffissi (per esempio ba per limperfetto indicativo). Ora, per, aldil di questi elementi (suffissi e vocale tematica), ogni verbo ha tre temi differenti: quello del temi del presente, del perfetto e del supino presente, quello del perfetto e quello del supino. Da questi tre temi, aggiungendo
determinati suffissi, vocali tematiche e desinenze, si ottengono tutte le voci verbali. Specificamente, dal tema del perfetto si ottengono il perfetto, il piuccheperfetto e il futuro anteriore; dal tema del supino, il supino e il participio; dal tema del presente tutti gli altri tempi e modi, ovvero il presente, limperfetto, il futuro semplice e il gerundio. Suffissi, vocali tematiche e desinenze sono le medesime per tutti i verbi (per esempio, ba per limperfetto indicativo di qualunque verbo); i temi del presente, del perfetto e del supino invece sono propri di ciascun verbo: pertanto occorre conoscerli, imparando a memoria il paradigma di ognuno. Per questo motivo, i dizionari riportano sempre il paradigma dei verbi. Per la precisione, il paradigma formato dalla prima e seconda persona singolare del presente indicativo (si usa indicare anche la seconda persona singolare per dissipare fin da subito lequivocit tra prima e terza coniugazione, che hanno la medesima uscita nella prima persona singolare dellindicativo presente; tuttavia alcuni dizionari non riportano la seconda persona singolare), dalla prima persona singolare del perfetto indicativo, dal supino e dallinfinito presente (questultima voce si inserisce per esplicitare
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semplificare il riconoscimento del tema del presente). Il tema del presente si ottiene togliendo la desinenza o (prima e terza coniugazione), eo (seconda coniugazione), io (quarta coniugazione) alla prima voce del paradigma, o pi semplicemente togliendo la desinenza re allinfinito presente37; il tema del perfetto si ottiene togliendo la desinenza i, quella del supino togliendo la desinenza um. Avremo pertanto vidor, ris, visus sum, ri38, habo, es, habi, habtum, re e sum, es, fui, esse. Nel caso del verbo sum, si gi detto la scorsa Lezione che un verbo atematico e con coniugazione propria; adesso si pu notare altres che manca del supino e per questo verbi difettivi
chiamato anche difettivo: difettivi (dal latino deficre, essere mancante di) sono detti infatti quei verbi che non hanno coniugazione completa, ma mancano di alcune voci39, quali ad esempio, nel nostro caso, del supino e del participio. Non solo, ma guardando al paradigma si pu inoltre notare che il verbo sum utilizza due radici assolutamente eterogenee: sum infatti non ha nulla a che vedere con fui. Per questo verbi suppletivi
motivo esso chiamato anche suppletivo: un verbo suppletivo quando, per completare la propria coniugazione, ricorre alla radice di un altro verbo che
O la desinenza ri (o i per la terza coniugazione) se si tratta di un verbo deponente, del quale quindi nel paradigma si indicher linfinito presente con la desinenza passivo-deponente. 38 Pi avanti discuteremo della questione se considerare il verbo vidtur un deponente o piuttosto il passivo di vido. Si noti che nel paradigma di un verbo deponente non si indica il supino, perch il tema del supino ricavabile dal participio passato riportato nel perfetto indicativo composto, togliendo la desinenza us. 39 Alcune grammatiche latine tuttavia considerano difettivi solo un gruppo ristretto di verbi che mancano o di tutti i tempi derivati dal presente, o comunque di molti tempi e persone.
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appunto supplisce, sostituisce quella mancante 40. A proposito del verbo sum, pertanto, nella terza colonna, oltre al paradigma, dovremo scrivere che un verbo atematico, difettivo, suppletivo, con coniugazione propria. Per vidtur e habat invece, oltre al paradigma, baster aggiungere che si tratta di verbi di seconda coniugazione, deponente il primo, transitivo attivo il secondo. Nelle ultime tre celle infine occorrer trascrivere le informazioni pi consuete relativamente a una voce verbale: il modo, il tempo, la persona e il numero41. Dopo il verbo, la seconda parte del discorso pi nota senzaltro il nome. Gli antichi sotto il nome facevano rientrare sia i sostantivi sostantivi che gli aggettivi, che invece in et moderna sono
stati differenziati in due categorie distinte. Sostantivi sono tutte le parole che indicano di chi o di che cosa si sta parlando: corrispondono alla sostanza prima aristotelica. Per i sostantivi, nella seconda colonna, baster scrivere sostantivo42. Nella terza colonna si riporter il nominativo e genitivo singolare, cio quel che viene indicato in un dizionario, e lesplicitazione della declinazione di appartenenza: per esempio, scriptra, ae, I declinazione. Nelle ultime tre colonne sar come al solito indicato invece caso, genere e numero.
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Oltre a sum, sono suppletivi altri due verbi di uso frequente in latino: fero, fers, tuli, latum, ferre, portare, e fio, fis, factus sum, fieri, diventare; in entrambi casi, si tratti di verbi anche atematici; come si vede dal paradigma, inoltre, fio anche semideponente. 41 Si ricordi tuttavia che infinito, gerundio, participio e supino non hanno persona, in quanto modi impliciti; linfinito e il supino non hanno nemmeno il numero; il gerundio e il supino nemmeno il tempo. 42 In verit, si potrebbe specificare se si tratta di un sostantivo primitivo (carta) o derivato (cartone), semplice (carta) o composto (portacarte) o alterato (cartaccia); in questa sede, tuttavia, eviteremo di specificare simili distinzioni.
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Lo stesso tipo di analisi si ripete per gli aggettivi. Se i sostantivi corrispondono alla sostanza prima aristotelica, gli aggettivi equivalgono alle categorie che possono predicarsi della sostanza aggettivi
(in greco kategora significa appunto predicato); e come molteplici sono le categorie aristoteliche, cos vi sono molte specie di aggettivi diversi. Nella seconda colonna pertanto si dovr specificare il tipo di aggettivo: per la maggior parte dei casi si tratter di aggettivi qualificativi, che indicano cio una qualit e qualificativi e numerali
rispondono pertanto alla domanda come ?; ma a volte si incontreranno altre classi di aggettivi: per esempio, una un aggettivo numerale cardinale (si chiamano cardinali i numeri che costituiscono i cardini, gli elementi fondamentali della numerazione uno, due, ecc., per distinguerli dagli ordinali, che indicano invece lordine darrivo, primo, secondo, ecc.). Nella terza colonna, si trascriver non il nominativo e genitivo singolare, come per i sostantivi, bens il solo nominativo singolare, maschile, femminile e neutro, come avviene appunto nei dizionari: cos, ad esempio, sacer, cra, crum, 1a classe. Nella quarta colonna, infine, accanto al caso, si indicher anche con quale sostantivo concordato: laggettivo infatti concorda sempre in caso, numero e genere con il sostantivo al quale si concordanza
riferisce (la parola aggettivo deriva dal latino adiectvus: che si aggiunge, a un sostantivo appunto); ad esempio, sacra, nominativo concordato con scriptra. Dei pronomi parleremo in seguito. Restano pertanto le ultime quattro parti del discorso, tutte indeclinabili, ovvero con desinenza invariabile, che non varia. Le interiezioni (dal latino intericre: inter, in mezzo + iacre,
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porre, nel senso di inciso, ovvero di parola che inserita in una proposizione come un corpo a s, che pu essere tolto esclamazioni senza che il senso compiuto venga meno) o esclamazioni
(dal latino exclamre: ex, prefisso qui con valore intensivo, accrescitivo, ad alta voce + clamre, gridare) sono quelle parole che esprimono unemozione, positiva o negativa: per esempio, eia nel Salve Regina, ors. Per le preposizioni, congiunzioni e avverbi invece il discorso un poco pi complesso. Delle preposizioni, in Italia, con una nota filastrocca si suole dire che sono di, a, da, in, con, su, per, tra, fra; tuttavia molto pi numerose sono le preposizioni, anzi in numero non circoscrivibile. Quanto a congiunzioni e avverbi, c una certa confusione, tant che spesso sembra difficile distinguere tra le une e gli altri. Un esempio emblematico: cerco in due dizionari italiani la parola inoltre; uno mi dice che avverbio, laltro che congiunzione! Il fatto che probabilmente solo dal contesto si pu decidere. Limportante avere una definizione il pi possibile chiara di cosa si debba intendere per ciascuna di queste tre parti del discorso: qual , per cos dire, il segno di riconoscimento di ciascuna? Qui ne propongo uno, di ordine squisitamente sintattico. Preposizione qualunque parola, o insieme di preposizioni parole, che introduca un complemento: cos in al di sotto della lettera, al di sotto della ununica preposizione che introduce il complemento di stato in luogo. Avverbio una parola che svolge la funzione di un complemento indiretto (per esempio, l = in quel luogo: complemento avverbi
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parola per completarne il significato ( il caso del nostro non habeat; in effetti, avverbio viene dal latino ad verbum, presso una parola, in aggiunta a una parola). Congiunzione infine (dal latino coniungre, congiungere) una parola che serve sintatticamente a congiungere due nomi o due proposizioni: come abbiamo gi avuto modo di vedere, congiunzioni
sono quei termini che costituiscono perci lossatura, la struttura di un periodo, anzi di un intero testo. Di volta in volta, dunque, in base a questi criteri decideremo se un dato vocabolo sia una preposizione, un avverbio o una congiunzione43. Anche quanto alla classificazione dei vari tipi di avverbi e congiunzioni, poi, non c minore variet di interpretazioni; man mano che li incontreremo, offriremo una possibile nomenclatura. Nel periodo che abbiamo studiato, gi ci siamo soffermati su quod: una congiunzione subordinativa dichiarativa; su sub: un preposizione, che regge lablativo per formare il complemento di stato in luogo; e su non: un avverbio di negazione. Resta da dire qualcosa solo su altre tre parole: vel, sive, et. Sono tutte e tre congiunzioni coordinative, che nel nostro caso coordinano tra di loro i nomi del predicato e quindi non hanno rilevanza ai fini dellanalisi del periodo. Et, congiunzione di uso assai frequente, coordinativa (coordina cio due proposizioni del medesimo livello congiunzioni coordinative copulative
sintattico o, come nel nostro caso, due elementi sintattici analoghi) copulativa (la
Si tenga presente che una medesima parola assume differenti valori a seconda delluso: ad esempio, sotto in sotto il tavolo preposizione, ma in guarda sotto avverbio.
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coordinazione che stabilisce infatti nel senso dellunione: dal latino copla, corda, laccio, legame). Vel e sive invece sono congiunzioni coordinative disgiuntive: congiunzioni coordinative disgiuntive, inclusive e esclusive allopposto delle copulative, infatti, servono a disgiungere, a separare, a
dividere44. Ora, per, ci sono due tipi di disgiuntive: le disgiuntive esclusive, quando i due termini contrapposti non possono coesistere (o luno o laltro, ma non entrambi insieme: in latino, il famoso aut aut kierkegaardiano); e le disgiuntive inclusive, quando i due termini opposti sono in realt sinonimi o comunque facenti parte di un medesimo insieme (come nel nostro caso: historicus vel littralis tropologicus sive moralis sono appunto due coppie di sinonimi). Tutte queste informazioni, relative a preposizioni, congiunzioni e avverbi, baster inserirle nella terza colonna; trattandosi di parti del discorso invariabili, le altre celle rimarranno vuote. Nelle pagine seguenti, allegata la scheda di analisi della parola del primo periodo compilata, anche se di quattro vocaboli (habeat, plures, sensus, qui) dobbiamo ancora studiare la flessione. Nella prossima Lezione presenteremo appunto le desinenze di terza declinazione (plures) e
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Il lettore pi attento avr notato che come lespressione congiunzione copulativa costituisce una sorta di endiadi, ovvero laffiancamento di due vocaboli che significano entrambi qualcosa che unisce, cos congiunzione disgiuntiva rappresenta un ossimoro, ovvero lunione di due termini che si escludono reciprocamente, in questo caso qualcosa che unisce / qualcosa che separa. Se insomma dire congiunzione copulativa ridondante, definire una congiunzione come disgiuntiva un autentico controsenso. Il fatto che il termine congiunzione ha valore sintattico: si tratta di parole che servono a congiungere elementi di una proposizione o proposizioni allinterno di un periodo; invece le denominazioni copulativa e disgiuntiva hanno valenza semantica, hanno a che fare cio con il significato e non con la funzione sintattica delle congiunzioni stesse: quanto al significato esse possono esprimere lunione o la separazione dei termini che sintatticamente comunque congiungono.
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il congiuntivo presente (habeat); poco pi in l ancora, la quarta declinazione (sensus) e il pronome relativo qui, quae, quod. Per verificare il mio apprendimento: Saper compilare la scheda di analisi della parola di Vidtur quod Declina i seguenti sostantivi di seconda declinazione: articlus, testamentum, liber, bri, puer, ri Declina i seguenti aggettivi di prima classe: historcus, a, um, liber, bra, brum, sacer, cra, crum, unus, a, um Impara a memoria a mo di filastrocca le desinenze passivodeponenti dei verbi Coniuga il presente indicativo passivo dei seguenti verbi: assgnor, ris, videor, ris, trador, ris, invenior, ris Che cosa sono le desinenze pronominali? Perch si chiamano cos? Che cos la diatesi di un verbo? Che differenza c tra diatesi attiva e passiva? Cosa la costruzione diretta? Cosa quella inversa? Che differenza c tra verbi transitivi e intransitivi? Cosa si intende per diatesi riflessiva? Cosa sono i verbi deponenti in latino? Cosa i semideponenti? Che cos il paradigma di un verbo? Qual la sua utilit? Come si ricavano i temi del presente, del supino e del perfetto di un verbo? Quando un verbo detto difettivo? Quando suppletivo? Cosa sono gli aggettivi qualificativi? Cosa i numerali? Cosa gli ordinali e i cardinali? Cosa si intende per concordanza? Che cosa sono le esclamazioni? Che differenza c tra preposizioni, avverbi e congiunzioni? Quale la funzione, sintattica o semantica, svolta da ciascuno? Cosa sono le congiunzioni coordinative copulative? Che cosa quelle coordinative disgiuntive inclusive ed esclusive? In che senso il termine congiunzione ha valore sintattico, mentre le denominazioni di copulativa e disgiuntiva hanno valenza semantica?
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Parola
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione)
Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni)
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ANALISI DELLA PAROLA: Vidtur quod Sacra Scriptra sub una littra non habat plures sensus, qui sunt historcus vel litterlis, allegorcus, tropologcus sive morlis, et anagogcus
Parola
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione)
Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni)
indicativo
presente
III singolare
aggettivo qualificativo sacer, cra, crum, I classe sostantivo avverbio verbo predicativo scriptra, ae, I declinazione di negazione habo, es, habi, habtum, habre, transitivo attivo, II coniugazione sub + ablativo = complemento di stato in luogo unus, a, um, pronominale, I classe littra, ae, I declinazione
singolare
ablativo
femminile
singolare
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Plures
aggettivo indefinito
Sensus Qui Sunt Historcus Vel Litterlis Allegorcus Tropologcus Sive Morlis Et Anagogcus
plus, pluris, II classe a 1 uscita, comparativo di maggioranza di multus, a, um sensus, us, IV declinazione qui, quae, quod
maschile
plurale
sum, es, fui, esse, difettivo, atematico, suppletivo, coniugazione propria aggettivo qualificativo historcus, a, um, I classe congiunzione coordinativa disgiuntiva inclusiva
maschile
singolare
aggettivo qualificativo litterlis, e, II classe a 2 uscite aggettivo qualificativo allegorcus, a, um, I classe aggettivo qualificativo tropologcus, a, um, I classe congiunzione coordinativa disgiuntiva inclusiva
nominativo, concordato a senso con qui nominativo, concordato a senso con qui nominativo, concordato a senso con qui
maschile
singolare
maschile
singolare
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In questa Lezione impareremo: la terza declinazione e gli aggettivi di seconda classe i tre gradi dellaggettivo: positivo, comparativo e assoluto la declinazione dei comparativi di maggioranza il congiuntivo presente, attivo e passivo, delle quattro coniugazioni e del verbo sum luso del congiuntivo nelle proposizioni complementari a riconoscere gli aggettivi indefiniti a definire le congiunzioni coordinative esplicative, copulative e avversative a discernere somiglianze e differenze tra avverbi, congiunzioni e pronomi relativi a identificare gli avverbi locativi dorigine con valore esplicativo a compilare la scheda di analisi del periodo di Multiplictas enim
Ecco le desinenze di terza declinazione: terza declinazione multiplictas, tis (molteplicit) Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Ablativo multiplictas multiplicittis multiplicitti multiplicittem multiplictas multiplicitte multiplicittes multiplicittum multiplicitatbus multiplicittes multiplicittes multiplicitatbus Singolare Plurale
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Ormai sono riconoscibili alcune costanti delle desinenze dei sostantivi latini: il nominativo e il vocativo hanno la medesima uscita, in questa declinazione a desinenza zero al singolare; anche dativo e ablativo plurale hanno la medesima desinenza; laccusativo caratterizzato dalla m al singolare e dalla s al plurale. Relativamente in modo specifico alla terza declinazione, c da notare che, pi raramente, luscita del nominativo e vocativo singolare pu essere in is invece che a desinenza zero (per esempio, panis, is), quella dellaccusativo pu essere in im anzich em al singolare (come sitis, is: allaccusativo singolare, sitim) e in is piuttosto che es al plurale (cos navis, is, allaccusativo plurale fa naves, ma pi raramente anche navis), quella dellablativo singolare in i invece che e (il gi citato sitis, is, allablativo singolare fa siti), quella del genitivo plurale in um anzich in um (il gi citato navis, is, al genitivo plurale navum)45. I sostantivi neutri, come al solito, hanno la medesima desinenza nei tre casi retti: zero al singolare, a o a al plurale. Avremo pertanto:
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Le grammatiche latine in genere cercano di classificare quali sostantivi prendono certe desinenze e quali le altre, anzitutto distinguendo tra parisillabi (nomi che al nominativo e genitivo singolare hanno il medesimo numero di sillabe: per esempio, panis, is) e imparisillabi (nomi che al genitivo singolare hanno una sillaba in pi rispetto al nominativo: per esempio, multiplictas, tis); tuttavia sono cos numerose le eccezioni, che in questa sede baster indicare che un nome di terza declinazione pu avere luna o laltra uscita. Del resto, come si detto fin dallinizio, per non appesantire ulteriormente una trattazione gi di per s ampia, si rinunciato anche a riportare tutte le parole che in ciascuna declinazione fanno eccezione.
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neutri di terza declinazione caput, tis (capo) Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Ablativo Singolare caput captis capti caput caput capte Plurale capta captum capitbus capta capta capitbus
Complessivamente dunque ecco le terminazioni possibili della terza declinazione: desinenze di terza declinazione Singolare Plurale Neutro a (ia) um (ium) ibus a (ia) a (ia) ibus
Maschile/Femminile Neutro Maschile/Femminile -46 is i em (im) = nominativo e (i) is i = nom. = nom. e (i) es um (ium) ibus es (is) es ibus
Il trattino indica il fatto che non possibile determinare un numero abbastanza ristretto di uscite possibili per il nominativo singolare: come si dir poco pi avanti, questo rappresenta lunica vera difficolt dei nomi di terza declinazione. Le desinenze tra parentesi invece sono varianti, in genere meno frequenti.
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Gli aggettivi latini che non appartengono alla prima classe, fanno parte della seconda classe, la quale utilizza le desinenze della terza declinazione. Loro particolarit che possono essere a tre, a due o a una uscita, a seconda che al nominativo singolare abbiano tre desinenze diverse (per esempio, acer, acris, e), due (come il nostro litterlis, e), oppure la medesima (ad esempio, multplex, plcis; e si ricordi che in questultimo caso i dizionari riportano, unica eccezione per gli aggettivi, anzich il solo nominativo, il nominativo e genitivo singolare, essendo anche il genitivo singolare unico per tutti e tre i generi: in questi aggettivi infatti dal genitivo singolare che possibile riconoscere il tema, togliendo la desinenza is). Caratteristiche comuni a quasi tutti gli aggettivi di seconda classe sono lablativo singolare in i, il genitivo plurale in um e il nominativo, accusativo e vocativo plurale neutro in a. Avremo perci:
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Singolare
Plurale
Maschile e Femminile
Neutro
Maschile e Femminile
Neutro
Nominativo litterlis
litterle
litterles
littrala
Genitivo
litterlis
litterlis
littralum
littralum
Dativo
litterli
litterli
littralbus
littralbus
Accusativo
litterlem
litterle
litterles
littrala
Vocativo
litterlis
litterle
litterles
littrala
Ablativo
litterli
litterli
littralbus
littralbus
Gli aggettivi a tre uscite hanno la medesima flessione; al nominativo e vocativo singolare maschile per hanno desinenza zero. Sono comunque un piccolo gruppo di nomi, tutti in er al nominativo maschile singolare: per esempio, celer, ris, re, celere, rapido. Alcuni di questi, come abbiamo visto accadere anche nella seconda declinazione, conservano la -e- solo al nominativo e vocativo singolare maschile: ad esempio, terrester, stris, stre.
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Lunica vera difficolt dei nomi che utilizzano le desinenze di terza declinazione risalire al nominativo singolare. Esso infatti spesso differisce molto dal genitivo e non riconducibile a un numero ristretto di uscite possibili. difficolt della terza declinazione
Anche qui tuttavia sar luso, la frequentazione a far superare lostacolo: man mano che incontreremo nomi di terza declinazione nel testo di san Tommaso, impareremo a ricavare il nominativo singolare, sino a quando questa pratica ci diventer familiare. Cominciamo dunque dal periodo che abbiamo gi studiato. Troviamo due aggettivi di seconda classe, litterlis e morlis: entrambi si trovano al nominativo singolare maschile, in quanto nomi del predicato, concordati a senso con qui48; ed entrambi sono parisillabi a due uscite: litterlis, e e morlis, e. Vi poi un altro aggettivo di seconda classe, plures, il quale per presenta pi di una difficolt. Innanzitutto, risalire al nominativo singolare maschile. Se a plures togliamo la desinenza es, rimane il tema il nominativo singolare di plures
plur; il genitivo singolare pertanto sar pluris. Vado a cercare sul dizionario pluris, per verificare se si tratta di un parisillabo in is, ma non lo trovo. Siccome la desinenza is preceduta da una r, e non un parisillabo in is, tre saranno le possibilit rimanenti: un nome in r (plur, ris), o in s (plus, ris), o un
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Un aggettivo normalmente concorda in genere, numero e caso con il sostantivo al quale si riferisce. In questa proposizione per gli aggettivi sono al singolare, mentre il soggetto al quale si riferiscono al plurale, come pure la copula sunt, perch san Tommaso sta dicendo che i molteplici sensi sono quello storico o letterale, e cos via. In situazioni simili, quando cio la concordanza non corretta grammaticalmente, ma solo logicamente, si parla appunto di concordanza a senso.
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neutro in re (plure, is). Sul vocabolario riscontro che plus, ris; per leggo che il comparativo di multus, a, um. Gli aggettivi infatti possono trovarsi al grado positivo, comparativo o superlativo. Il grado positivo laggettivo semplice (per i tre gradi degli aggettivi esempio, bello). Il comparativo si ha invece, come dice il nome stesso, quando si instaura un paragone con un altro termine; il paragone stesso potr essere di uguaglianza (per esempio, tanto bello quanto , o cos bello come ), di minoranza (meno bello di ) o di maggioranza (pi bello di ). Il superlativo infine esprime laggettivo al massimo grado, e potr essere un superlativo relativo, ovvero rispetto, in relazione a un gruppo (il pi bello di ), o un superlativo assoluto (bellissimo). In latino, come in italiano, per la formazione dei gradi dellaggettivo possono usarsi degli avverbi: per esempio, meno bello di sar minus pulcher quam . Per il superlativo invece, formazione dei gradi dellaggettivo sempre come in italiano, si usa il suffisso issmus da aggiungere al tema dellaggettivo al grado positivo: bonus bonissmus, buono buonissimo. In latino per v un suffisso anche per la formazione del grado comparativo di maggioranza (che in italiano si forma invece con lausilio dellavverbio pi): or per il maschile e femminile, us per il neutro. Avremo pertanto la seguente declinazione:
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litteralor, us (letterale)
Singolare
Plurale
Maschile e Femminile
Neutro
Maschile e Femminile
Neutro
Nominativo
litteralor
litteralus
litteralires
litteralira
Genitivo
litteraliris
litteraliris
litteralirum
litteralirum
Dativo
litteraliri
litteraliri
litteraliorbus
litteraliorbus
Accusativo
litteralirem
litteralus
litteralires
litteralira
Vocativo
litteralor
litteralus
litteralires
litteralira
Ablativo
litteralire
litteralire
litteraliorbus
litteraliorbus
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Come in italiano, infine, un piccolo gruppo di aggettivi, per formare il comparativo e il superlativo, utilizza unaltra radice49. Tra questi appunto multus, a, um, che al comparativo di maggioranza fa plus, ris e al superlativo plurmus, a, um. In italiano il superlativo di molto regolare, moltissimo i tre gradi di multus, a, um
(plurimo invece considerato un aggettivo positivo, con il significato di molteplice, privo di comparativo e superlativo), mentre il comparativo deriva dal latino ed pi, il quale indeclinabile ed usato come avverbio (pi bello di ) piuttosto che come aggettivo (ho letto pi volte questo libro, nel senso di ho letto molte volte, pi di una volta questo libro). Plus, ris in latino usato invece al plurale, come aggettivo comparativo di maggioranza50 (come nel testo di san Tommaso: plures sensus, molteplici sensi, pi di un senso), mentre al singolare conosce un uso limitato al nominativo, genitivo e accusativo, sempre con valore di sostantivo (per esempio, plus fidei, pi fede, un po pi di fede). Quanto infine alla classificazione di multus, siccome indica una quantit indeterminata, chiamato aggettivo indefinito. Nel nostro periodo c un altro vocabolo che finora non abbiamo potuto analizzare: habat. Si tratta di un congiuntivo presente attivo. Nella quarta Lezione, abbiamo gi avuto modo di accennare che il congiuntivo il modo della possibilit, della soggettivit. Esso pu essere usato sia nelle reggenti che nelle uso del congiuntivo nelle complementari aggettivi indefiniti
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Tommaso che studiamo le reggenti sono tutte di tipo enunciativo allindicativo, per il momento ci limitiamo a presentare luso del congiuntivo nelle complementari, uso del resto abbastanza frequente. In quanto modo della possibilit, il congiuntivo pu esprimere anzitutto il carattere eventuale di quel che si predica. Scriver pi avanti san Tommaso: nel potere di Dio che adatti le congiuntivo eventuale parole per significare qualcosa. Il
congiuntivo adatti (in latino, accommdet) utilizzato proprio per dire che il fatto che Dio adatti le parole per significare qualcosa solo unipotesi, uneventualit, un evento possibile e non gi realizzato e registrato. Si parla pertanto di congiuntivo eventuale. In quanto poi modo della soggettivit, il congiuntivo pu esprimere anche la soggettivit di unaffermazione: quando, nel nostro periodo, detto che la Sacra Scrittura non abbia sotto ununica congiuntivo obliquo lettera pi sensi, luso del congiuntivo non
habat sta appunto a significare che quel che si sta dicendo unopinione, tutta da verificare, e non un dato gi assodato. In questi casi si parla di congiuntivo obliquo (qui obliquo indica la natura non diretta, ma incerta dellaffermazione). Se infine nei due casi precedenti lutilizzo del congiuntivo nelle proposizioni complementari ha ragioni semantiche, cio legato al significato attrazione modale della proposizione, c un terzo uso del
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proposizione il cui predicato sia al congiuntivo o allinfinito, in quanto come se questultima proposizione includa, attragga appunto nella propria atmosfera soggettiva anche la proposizione da essa dipendente. Cos la frase: Tommaso dice che la lettera che nella Sacra Scrittura ha pi sensi, in latino suonerebbe: Thomas dicit littram, quae in sacra Scriptra sit, plures sensus habre, in quanto la proposizione relativa quae sit dipende dalla proposizione all'infinito habre, coscch il predicato per attrazione modale va al congiuntivo, sit51. Dal punto di vista morfologico, quanto cio alla flessione52, il congiuntivo attivo delle quattro coniugazioni si ottiene premettendo determinate vocali tematiche alle desinenze attive. Per la precisione, e nella prima coniugazione, ea nella seconda, a nella terza e ia nella quarta. Avremo pertanto:
Come facile intuire, anche nellattrazione modale permane comunque una sfumatura eventuale o obliqua; cos nel nostro esempio si potrebbe bene intendere: La lettera che venga eventualmente a trovarsi nella Sacra Scrittura. Il fatto poi che, sempre nellesempio addotto, la proposizione dipendente littram habre abbia il soggetto in accusativo e il predicato allinfinito, dovuto a una costruzione tipica del latino, detta infinitiva, che studieremo pi avanti. 52 Pi precisamente, per morfologia si intende lo studio (in greco, lgos) delle forme (in greco, morfi) linguistiche, delle norme che regolano la struttura, la flessione, la composizione e la derivazione delle parole.
51
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La diatesi passivo-deponente si ottiene semplicemente sostituendo le desinenze passivo-deponenti a quelle attive: congiuntivo presente passivo delle quattro coniugazioni Congiuntivo Presente Passivo-Deponente
1a coniugazione in -re 1a singolare 2a singolare 3a singolare 1a plurale 2a plurale assign-e-r assign--ris assign--tur assign--mur assign-e-mni assign-e-ntur 2a coniugazione in re hab-a-r hab-e-ris hab-e-tur hab-e-mur hab-ea-mni hab-e-ntur 3a coniugazione in -re arg-a-r argu--ris arg--tur argu--mur argu-a-mni argu-a-ntur 4a coniugazione in -re inven-a-r inven-i-ris inven-i-tur inven-i-mur inven-ia-mni inven-ia-ntur
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3a plurale
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Il congiuntivo presente del verbo sum invece caratterizzato dalla vocale i: Congiuntivo presente verbo sum 1a singolare 2a singolare 3a singolare 1a plurale 2a plurale 3a plurale s-i-m s-i-s s-i-t s-i-mus s-i-tis s-i-nt congiuntivo presente del verbo sum
Possiamo cos considerare terminato lo studio del primo periodo del testo di san Tommaso e cominciare pertanto lanalisi del secondo periodo dellarticlus Summa. decmus della di unimportante raccomandazione metodologica: leggere e rileggere a voce alta il testo latino in originale
Tuttavia, vale
prima la
proseguire,
pena
soffermarsi brevemente a rimarcare unimportante osservazione metodologica. Quando si sia conclusa la fatica di analizzare un brano, anzich liquidarlo e procedere oltre, proprio quello il momento in cui raccogliere i frutti: leggendo e rileggendo il testo latino appena studiato, nella versione originale! Attraverso questo esercizio il guadagno che si ottiene duplice. Da una parte, si prende dimestichezza con la lingua: alla fine, si arriva a leggere il testo e a capirlo senza bisogno di tradurlo nella propria lingua; certo, questo reso possibile dallo studio precedente, ci nondimeno lettura dopo lettura si diventa sempre pi familiari del latino; come la fase dellassimilazione
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seguente a quella della masticazione e della digestione: ed inutile aver fatto lo sforzo di preparare, cucinare e mangiare un cibo, se poi lorganismo non lo assimila! Dallaltra parte, il secondo guadagno semplicemente di godere della lettura del testo in originale: bello leggere e rileggere un buon testo, capendo quel che si legge e apprezzandone anzi le qualit sintattiche. Come insegna santIgnazio a proposito della preghiera e della lettura della Bibbia, anche nel nostro caso, dopo la fatica dellanalisi, importante fermarsi a gustare, e godere! Altrimenti come fare la spesa, sistemare i viveri nella dispensa e digiunare! Anche nello studio, c un tempo della fatica e un tempo della gioia, ed importante imparare a vivere il secondo dopo il primo. Dunque dedichiamo tempo a leggere pi volte il testo di san Tommaso in originale53, man mano che lo studiamo, preferibilmente a voce alta: sar unoccasione per imparare meglio il latino e per gioire. Detto questo, veniamo senzaltro al secondo periodo. Lo riportiamo con traduzione interlineare e costruzione italiana:
La molteplicit dei sensi in una sola Scrittura infatti genera confusione e sviamento,
et tollit firmittem
arguendi:
unde
sed ma al contrario
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A tale scopo, al termine del volume trascriveremo su ununica facciata il testo di san Tommaso studiato nel manuale nel corso di queste decine e decine di pagine.
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assignantur
secundum hoc .
la prima argomentazione a sostegno della tesi secondo cui non possibile che una medesima lettera veicoli pi significati. Se infatti si verificasse questo, se cio allinterno della Scrittura una sola parola fosse interpretabile secondo significati significato dellargomentazione contenuta nel primo capoverso
diversi, ci sarebbe evidentemente fonte di confusione; non tanto, come pure oggi verrebbe da intendere, nel senso che ciascuno potrebbe interpretare il passo a proprio piacimento, quanto piuttosto, come spiega san Tommaso, nel senso che non sarebbe pi possibile utilizzare la Bibbia per proporre argomentazioni logicamente valide: infatti, secondo la teoria sillogistica aristotelica, se nelle due premesse un termine equivoco, cio interpretabile secondo molteplici significati (multiplicbus propositionbus), questo fatto rende non pi valido lintero sillogismo54. Ma ci, concluder san Tommaso nel prosieguo del capoverso, impossibile, perch nessuno dubita che la Scrittura sia fonte inequivocabile di argomentazioni a sostegno della verit55: dunque non si pu ammettere che in essa una sola lettera abbia pi significati.
Sillogismo largomentazione nella quale una terza proposizione, la conclusione, segue necessariamente da due proposizioni, le premesse; il nesso inferenziale tuttavia, come ricorda qui san Tommaso, valido se e solo se il cosiddetto termine medio, contenuto nelle due premesse, viene usato in modo univoco e non con significati differenti in ciascuna delle due proposizioni. 55 Fin dai primi secoli dellera cristiana, i Padri della Chiesa ritennero la ragione e la Scrittura le due fonti da cui attingere la verit e in et scolastica era altres naturale per quanto oggi ci possa sembrare metodologicamente inaccettabile utilizzare la Bibbia come un testo contenente argomentazioni logiche a sostegno della verit.
54
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Chiarito il significato di quanto scrive lAquinate, procediamo con lanalisi del periodo. Iniziamo, come sempre, dal trascrivere in alto nella scheda di analisi del periodo il testo per intero, questo volta nella costruzione originale:
Multiplictas enim sensum in una scriptra parit confusinem et deceptinem, et tollit firmittem arguendi: unde ex multiplicbus propositionbus non procdit argumenttio, sed secundum hoc alquae fallacae assignantur.
Normalmente, dopo i due punti inizia un nuovo periodo; in questo caso, per, come vedremo, dopo i due punti vi sono solo proposizioni complementari, le quali pertanto fanno parte dellunico periodo introdotto dalle precedenti reggenti. Ma veniamo innanzitutto a individuare le congiunzioni. Esse sono quattro, o meglio, tre congiunzioni e un avverbio: enim: una congiunzione coordinativa; essa infatti serve qui a collegare il periodo che inizia con quello appena terminato: tipico di san Tommaso utilizzare sempre una congiunzione per coordinare i periodi tra di loro, in modo da esplicitare il nesso logico che li lega, cos da rendere il pi possibile chiara la linea argomentativa di tutto larticolo. questa unaccortezza che dovrebbe avere chiunque scriva o parli, e enim: congiunzione coordinativa esplicativa specialmente chi scriva o parli di filosofia: unattenzione massima alluso delle
congiunzioni, cosicch esse da sole rivelino la struttura argomentativa che si sta sviluppando. Davvero dalluso delle
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nostra congiunzione di tipo esplicativo, in quanto serve a spiegare quanto affermato precedentemente: non possibile che ununica lettera abbia pi significati, perch la molteplicit di significati posseduti da un unico vocabolo genererebbe
confusione. emblematico che tanto enim quanto il correlativo greco gr vengano tradotti nei dizionari latini e greci con la congiunzione causale poich: in effetti, come per tutti ha chiarito Aristotele, la spiegazione di un qualcosa viene a coincidere con la sua causa et: la congiunzione usata pi di frequente; ha valore coordinativo copulativo, ossia serve a unire due elementi sintattici; nel nostro periodo ne incontriamo due: la prima collega due complementi oggetti, la et: congiunzione coordinativa copulativa
seconda due proposizioni; in sede di analisi del periodo ci interessa pertanto solo la seconda unde: i dizionari riconoscono in questa parola un avverbio di luogo, o meglio dorigine, con il significato di da dove. La classificazione di avverbio dovuta al fatto che dove giudicato appunto un avverbio locativo interrogativo. In effetti, una proposizione interrogativa diretta, una di quelle per intenderci che si concludono con un punto avverbi, congiunzioni e pronomi relativi
interrogativo, una reggente nella quale il primo vocabolo un avverbio che serve a specificare la domanda (dove, perch, quando, e cos via); si tratta di avverbi e non di congiunzioni
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perch introducono, s, una proposizione, ma senza collegarla alla precedente. Tuttavia questi tipi di avverbi vanno segnalati nella nostra scheda, perch appunto introducono una proposizione: svolgono quindi comunque unimportante funzione di nesso logico, sintattico. Del resto, a guardar bene, simili avverbi sono pronomi relativi camuffati (per questo nella scheda si suggerisce di inserirli nella colonna dei pronomi relativi): cos ad esempio lavverbio da dove? si pu parafrasare con lespressione equivalente qual il luogo dal quale?; anche il donde della nostra proposizione si potrebbe tradurre con dalla qual cosa. Dunque, unde un avverbio locativo dorigine. Tuttavia nel nostro caso, inteso cos, il senso dellargomentazione di Tommaso potrebbe risultare non del tutto chiaro. Il fatto che lorigine pu ben assumere il significato di causa, in quanto lorigine la causa; ma sopra abbiamo visto che a sua volta la causa altres la spiegazione di un qualcosa. E in effetti, per capire cosa stia unde: avverbio locativo dorigine con valore esplicativo dicendo Tommaso, sarebbe meglio
infatti. Dunque nella scheda potremo scrivere avverbio locativo dorigine, con valore esplicativo, decidendo poi a proprio piacimento se tradurre con un letterale donde o con un pi libero, ma pi comprensibile infatti, o motivo per cui sed: insieme a et la congiunzione pi frequente; come et
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contrapporre (in italiano abbiamo avversario, che deriva appunto dal latino adversarus, da cui anche il nostro adversatvus). Resta da decidere se una congiunzione sed: congiunzione coordinativa avversativa
coordinativa o subordinativa: noi la interpreteremo sempre come una coordinativa, in quanto dal punto di vista logico la contrapposizione comunque una forma di coordinazione, proprio in quanto opposta allunione copulativa. Del resto, non a caso, in una proposizione introdotta da una congiunzione avversativa sempre sottintesa la congiunzione che introduce la proposizione precedente a essa appunto coordinata; nel nostro caso: per questo infatti da molte proposizioni , ma al contrario per questo stesso motivo alcuni errori 56. Non essendoci pronomi relativi, passiamo a elencare i predicati. Anchessi sono quattro, tutti evidentemente verbali (non compare mai infatti il verbo essere): parit, tollit, non procdit, le quattro proposizioni
assignantur. Unendo i quattro connettori ai quattro predicati otteniamo le quattro proposizioni che formano il nostro periodo: enim parit, et tollit, unde non procdit, sed assignantur. questa lossatura, larchitettura della frase. Resta ancora da esplicitare la natura di ciascuna proposizione e il rapporto che lega luna alle altre. Per fare ci, baster utilizzare le informazioni gi raccolte nella met superiore e la loro architettura sintattica
Traduciamo per questo infatti per questo stesso motivo, anzich solo infatti infatti, per rendere pi chiaro il senso della ripetizione dellavverbio unde con valore esplicativo.
56
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della griglia. Sed coordinato a unde, e unde lesplicitazione di quanto affermato nelle due proposizioni precedenti, collegate tra di loro dallet: dunque enim parit e et tollit sono le due reggenti; entrambe per sono introdotte da una congiunzione: enim parit sar pertanto coordinata al precedente periodo in forma esplicativa, mentre et tollit coordinata alla precedente reggente in forma copulativa. Quanto poi a unde non procdit, essa una complementare indiretta dorigine con valore esplicativo, di primo grado, in quanto immediatamente subordinata alle reggenti; sed assignntur invece unaltra complementare indiretta dorigine con valore esplicativo coordinata alla precedente complementare in forma avversativa, quindi anchessa di primo grado. Nella scheda compilata riportata nella pagina seguente, si trova pure il diagramma di flusso, comprendente anche il primo periodo: come gi detto, infatti, Tommaso collega cos bene i periodi tra di loro per mezzo di appropriate congiunzioni, che da un punto di vista sintattico lintero testo pu alla fine essere considerato come un unico periodo! Nella prossima Lezione procederemo allanalisi delle proposizioni e delle parole del periodo appena esaminato.
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Per verificare il mio apprendimento: Saper compilare la scheda di analisi del periodo di Multiplictas enim Declina i seguenti sostantivi di terza declinazione: multiplictas, tis, confuso, nis, caput, tis Declina i seguenti aggettivi di seconda classe: litterlis, e, multplex, cis, plus, ris Declina il comparativo di maggioranza litteralor, us Coniuga il presente congiuntivo del verbo sum Coniuga il presente congiuntivo attivo dei seguenti verbi: narro, as, habo, es, tollo, is, invno, is Coniuga il presente congiuntivo passivo dei seguenti verbi: assgnor, ris, vidor, ris, trador, ris, invenor, ris Quando un aggettivo di seconda classe detto a 3 uscite? Quando a 2 uscite? Quando a 1 uscita? Perch nei dizionari, relativamente agli aggettivi di seconda classe a 1 uscita, viene indicato anche il genitivo singolare? Quali sono i tre gradi di un aggettivo? Qual la formazione di un comparativo di maggioranza in latino? Cosa si intende per formazione irregolare dei comparativi di maggioranza? Cosa sono gli aggettivi indefiniti? Perch si chiamano cos? Quali sono i tre possibili casi di uso del congiuntivo in una proposizione complementare in latino? Fare degli esempi. Perch, nella scheda di analisi del periodo, gli avverbi sono collocati nella colonna dei pronomi relativi? Quale il legame tra valore causale, dorigine e esplicativo di una congiunzione?
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ANALISI DEL PERIODO: Multiplictas enim sensum in una scriptra parit confusinem et deceptinem, et tollit firmittem arguendi: unde ex multiplicbus propositionbus non procdit argumentato, sed secundum hoc alquae fallacae assignantur
1 2 3 4
1 2
3 4
Elencare pronomi relativi Elencare i predicati Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la (e avverbi) specificando il (verbali o nominali) congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui termine al quale si introdotta e il predicato verbale o nominale che la riferiscono caratterizza Enim = congiunzione Unde = avverbio dorigine Parit = predicato verbale Enim ... parit coordinativa esplicativa con valore esplicativo Et = congiunzione coordinativa Tollit = predicato Et ... tollit copulativa verbale Sed = congiunzione Non procdit = predicato Unde ... non procdit coordinativa avversativa verbale Assignantur = predicato Sed ... assignantur verbale Elencare in ordine degradante le proposizioni Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo reggenti, complementari e attributive, indicando per ciascuna il grado e il tipo Enim ... parit = proposizione reggente enunciativa vidtur quod coordinata al precedente periodo in forma esplicativa Et ... tollit = proposizione reggente enunciativa coordinata alla proposizione reggente precedente in forma copulativa enim ... parit et ... tollit Unde ... non procdit = proposizione complementare indiretta dorigine con valore esplicativo di I grado Sed ... assignantur = proposizione complementare indiretta dorigine con valore esplicativo di I grado unde ... non procdit <> sed ... assignantur coordinata alla precedente proposizione complementare in forma avversativa
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Settima Lezione
In questa Lezione impareremo: la quarta declinazione e la declinazione dei nomi dorigine straniera il perfetto indicativo attivo delle quattro coniugazioni e del verbo sum la declinazione di alqui, alqua, alquod e di alquis, alquid la flessione dei verbi in o della terza coniugazione la flessione e luso del gerundio a definire cosa siano i nomi verbali a distinguere tra perfetto storico e perfetto logico, e tra perfetto debole e perfetto forte a identificare i pronomi indefiniti a ricavare il nominativo singolare dei nomi in dentale, in nasale e in gutturale di terza declinazione a riconoscere i complementi di modo, di limitazione e dorigine a compilare le schede di analisi della proposizione e della parola di Multiplictas enim a apprezzare alcuni rilievi etimologici quarta declinazione Plurale sensus sensum sensbus sensus sensus sensbus
Ecco le desinenze della quarta declinazione: sensus, us Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Ablativo Singolare sensus sensus sensui sensum sensus sensu
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Come si vede, luscita us comune a ben sei casi su dodici. Per il resto, ritroviamo laccusativo singolare in um, come nella seconda declinazione, e il dativo e ablativo plurale in bus, come nella terza declinazione (a volte per si trova anche la desinenza bus). Come si ricorder, nel primo periodo abbiamo incontrato sensus: l si trattava di un accusativo plurale. I sostantivi neutri di quarta declinazione, rari, hanno la desinenza a nei casi retti del plurale, mentre al singolare hanno il genitivo in us e tutti gli altri casi in u. Abbiamo pertanto: neutri di quarta declinazione genu, us (ginocchio) Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Ablativo Singolare genu genus genu genu genu genu Plurale gena genum genbus gena gena genbus
Potrebbe sembrare un sostantivo di quarta declinazione il nome Isus; in realt un nome straniero57, che in quanto tale ha una declinazione sua propria:
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I nomi stranieri non greci spesso sono indeclinabili: il caso dei biblici Abraham o Bethleem. Pi raramente si declinano regolarmente: per esempio Maria, ae o Iohannes, is. I nomi di origine greca infine, in alcuni casi, conservano le desinenze della lingua greca (ad esempio, Aenas allaccusativo fa Aenam, ma anche Aenan, alla greca).
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Settima Lezione
Roma 2013
Isus, u Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Vocativo Ablativo Isus Isu Isu Isum Isu Isu
declinazione di Isus, u
Nella scorsa Lezione, abbiamo presentato il congiuntivo presente, voce verbale derivata dal tema del presente. Come forse si ricorder, dopo il presente indicativo, il paradigma di un verbo presenta il perfetto: veniamo dunque a studiare il perfetto indicativo attivo. Esso deve il proprio nome al fatto che in origine era utilizzato per indicare unazione compiuta (in latino, perfecta), di contro allimperfetto, che indicava unazione incompiuta nel passato, e al presente, che indicava unazione incompiuta nel presente. A questo aspetto, si aggiunto poi il valore temporale, di passato. Ecco allora che il perfetto in italiano si pu tradurre con il passato remoto o con il trapassato remoto (per esempio, studiai o ebbi studiato): il cosiddetto perfetto storico, che denota semplicemente unazione compiuta nel passato; oppure con il passato prossimo (ho studiato): il cosiddetto perfetto logico, che esprime un fatto accaduto, compiuto nel passato, i cui effetti perdurano nel perfetto storico e perfetto logico
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presente58. Il perfetto, oltre ad avere un tema proprio, possiede anche desinenze proprie. Esse sono le seguenti: Desinenze del perfetto indicativo attivo 1a singolare 2a singolare 3a singolare 1a plurale 2a plurale 3a plurale -i -isti -it -mus -istis -runt / -re perfetto indicativo attivo delle quattro coniugazioni desinenze del perfetto
Conseguentemente, ecco la flessione del perfetto indicativo attivo delle quattro coniugazioni:
in -re 1a singolare ded-i 2a singolare ded-isti 3a singolare ded-it 1a plurale 2a plurale 3a plurale ded-mus ded-istis ded-runt
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In latino vi sono alcuni verbi che sono coniugati al perfetto, ma vanno tradotti al presente proprio in virt del loro essere perfetti logici: cos ad esempio novi si traduce con so in quanto significa ho conosciuto; o ancora, memni significa ho richiamato alla memoria e quindi ricordo.
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Settima Lezione
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I quattro verbi proposti presentano le quattro possibili formazioni del tema del perfetto: 1) tema con suffisso /v: habo utilizza il suffisso (se si fosse trovato in posizione il perfetto debole e le tre forme di perfetto forte
intervocalica sarebbe stato v: per esempio, laudvi) e diventa habi; il cosiddetto perfetto debole, di contro alle altre tre seguenti forme che sono dette perfetto forte 2) tema con raddoppiamento: do raddoppia la radice e diventa dedi 3) tema sigmatico59: scribo inserisce un s tra radice e desinenza e diventa scripsi 4) tema con apofonia: invno allunga la vocale radicale ( il fenomeno chiamato apofonia) e diventa invni (a volte
lallungamento comporta una modificazione della stessa vocale: cos ad esempio go diventa gi). Infine, ecco il perfetto indicativo del verbo sum:
Indicativo perfetto del verbo sum 1a singolare 2a singolare 3a singolare 1a plurale 2a plurale 3a plurale
59
119
A questo punto, possiamo riprendere il secondo periodo di san Tommaso e procedere allanalisi delle proposizioni. Prima analisi delle proposizioni proposizione:
La molteplicit dei sensi in una sola Scrittura infatti genera confusione e sviamento.
Il predicato evidentemente parit ed verbale. Il soggetto multiplictas; esso completato dal complemento di specificazione sensum. Il predicato regge due complementi oggetti: confusinem e deceptinem. In una scriptra infine il complemento di stato in luogo, formato dalla preposizione in + lablativo. Anche lanalisi della seconda proposizione semplice:
et tollit firmittem
arguendi.
Il predicato verbale tollit; multiplictas il soggetto sottinteso; firmittem il complemento oggetto. Questa volta poi un complemento di specificazione completa non il soggetto, bens il complemento oggetto: arguendi. Prosegue san Tommaso:
unde
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Settima Lezione
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Non procdit il predicato verbale. Argumentato il soggetto. Il complemento oggetto non c e non ci sarebbe potuto essere, in quanto il predicato un verbo di movimento e quindi intransitivo. C per un complemento indiretto; per la precisione, un complemento dorigine, che indica appunto da chi o da che cosa il termine di riferimento tragga origine, principio; esso complemento dorigine
collegato al verbo di movimento ed formato con la preposizione ex+ lablativo: ex multiplicbus propositionbus. Ecco infine la quarta
proposizione:
sed alquae fallacae certi errori assignantur vengono designati secundum hoc in base a ci.
ma al contrario
Il predicato verbale assignantur e il soggetto alquae fallacae. Anche in questo caso non c complemento oggetto e non sarebbe potuto esserci, in quanto il verbo passivo. Troviamo sempre un solo complemento indiretto: si tratta di secundum quod, formato dalla preposizione secundum + laccusativo. unespressione usata di frequente da Tommaso per delimitare, definire ci di cui sta parlando: si pu interpretare pertanto come un complemento di limitazione. Altrimenti, complemento di limitazione e complemento di modo
Il complemento di modo indica appunto il modo, la maniera in cui compiuta lazione espressa dal predicato.
60
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Veniamo ora allanalisi parola per parola. Cominciamo dai nomi. Incontriamo nuovamente una e scriptra: il primo aggettivo numerale cardinale di prima classe pronominale, il secondo appartiene alla prima declinazione; entrambi sono analisi della parola
allablativo singolare femminile, retti dalla preposizione in, che introduce il complemento di stato in luogo. Anche fallacae sostantivo di prima declinazione, qui al nominativo plurale. pronomi indefiniti Alquae aggettivo indefinito: la prima
volta che ne incontriamo uno. Segue la flessione propria dei pronomi, ossia ha le desinenze uniche us e i rispettivamente al genitivo e al dativo singolare. Indefiniti sono detti tutti i pronomi che indicano una quantit o una qualit non determinata: alcuni, altri, e cos via. In latino ne esistono vari; noi ci limitiamo a presentare quello che abbiamo incontrato: alqui, alqua, alquod
Singolare
Plurale
Maschile
Femminile Neutro
Maschile
Femminile
Neutro
Nominativo
alqui
alqua
alquod
alqui
alquae
alqua
Genitivo
alicuius61
alicuius
alicuius
aliqurum
aliqurum
aliqurum
122
Quando la desinenza us del genitivo singolare dei pronomi preceduta dalla vocale u, si forma il dittongo ui; laccento allora cade sul primo elemento, ovvero sulla u: alicius, hius, cius. Se invece la desinenza preceduta da una consonante, laccento tonico cade sulla i lunga di us: illus, istus, ipsus.
61
Accusativo
alquem
alquam
alquod
alquos
alquas
alqua
Ablativo
alquo
alqua
alquo
aliqubus
aliqubus
aliqubus
Si notino le tipiche desinenze pronominali del genitivo e dativo singolare, rispettivamente in us e i. Per il resto, troviamo alcune uscite proprie degli aggettivi di prima classe (nominativo maschile plurale, in i, e nominativo femminile singolare e plurale, in a ed ae; genitivo plurale, in rum e rum, ablativo singolare, in o e a, accusativo femminile, in am e as) e di seconda classe (accusativo maschile singolare, in em, dativo e ablativo plurale, in bus). Nella flessione di tutti i pronomi manca il vocativo, perch di fatto non mai usato. Alqui utilizzato con valore di aggettivo; il pronome equivalente a due sole uscite, perch manca del femminile: alquis, alquid Singolare Plurale
Maschile
Neutro
Maschile
Neutro
Nominativo alquis
alquid
alqui
alqua
Genitivo
alicuius
alicuius rei
aliqurum
aliqurum rerum
123
Dativo
alcui
alcui rei
aliqubus
aliqubus rebus
Accusativo
alquem
alquid
alquos
alqua
Ablativo
alquo
alqua re
aliqubus
aliqubus rebus
Come si vede, per rendere il genere neutro nei tre casi obliqui, si ricorre al sostantivo res, rei, di quinta declinazione, che significa cosa (del resto, proprio ricorrendo a questo sostantivo si traduce casi obliqui neutri dei pronomi per lo pi in italiano il pronome di genere neutro): questa regola vale per luso di tutti i pronomi! Per il resto, la flessione come quella dellaggettivo alqui, con lunica differenza al nominativo singolare. Alquae dunque nominativo femminile plurale, concordato con fallacae. Oltre al gi noto sostantivo di quarta declinazione sensum, al genitivo plurale, troviamo poi un certo numero di nomi di terza declinazione, che ci consentono di imparare a riconoscere tre tipi di nominativo singolare. Cominciamo da multiplictas: un nominativo singolare. Al genitivo fa multiplicittis: se si toglie la desinenza is, rimane il tema multiplictat. un tema che termina in t, consonante che nomi di terza declinazione in dentale insieme alla d viene chiamata dentale, perch per produrla si fa battere la punta
della lingua sui denti. Ora, tutti i sostantivi di terza declinazione che terminano in dentale al nominativo singolare perdono la dentale ed escono
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con la sola desinenza s: ecco allora che multiplictats diventa multiplictas. Allo stesso modo, abbiamo firmittem, accusativo singolare da firmtas, tis. Confusinem e deceptinem sono altri due accusativi singolari. Se togliamo la desinenza em, rimane il tema confuson e decepton: si tratta di due temi in n, consonante che insieme alla m viene detta nasale, perch per nomi di terza declinazione in nasale produrla si fa passare laria attraverso il naso. Ora, tutti i sostantivi in nasale della
terza declinazione al nominativo singolare perdono la nasale e sono a desinenza zero: cos abbiamo decepto e confuso. Analogamente,
propositionbus ablativo plurale da proposito, nis, mentre argumentato nominativo singolare da argumentato, nis. Multiplicbus un aggettivo indefinito di seconda classe, concordato con propositionbus. Se togliamo la nomi di terza declinazione in gutturale
desinenza bus, rimane il tema multplic. La c, come pure la g, sono consonanti gutturali,
in quanto per produrle si utilizza la gola (in latino, guttur, ris): tutti i nomi di terza declinazione in gutturale al nominativo singolare escono in x, che frutto dellincontro della gutturale con la desinenza s. Pertanto abbiamo laggettivo a una sola uscita multplex, cis62, come anche ad esempio il sostantivo rex, regis. Resta ancora solo un nome da analizzare: arguendi. Si tratta di un genitivo singolare di seconda declinazione. nomi verbali
Arguendi per non un semplice sostantivo, bens un verbo nominale o nome verbale che dir si voglia, ovvero un verbo con valore di sostantivo. Alcune
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Come si vede, in questo caso il cambiamento del tema comporta anche un fenomeno di apofonia, ovvero di cambiamento della vocale. Un fenomeno analogo abbiamo gi visto accadere nella formazione di alcuni perfetti.
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forme verbali infatti svolgono la funzione di nomi: tra queste quella del gerundio. Il gerundio facilmente riconoscibile dal suffisso nd: come arguendi avremo pertanto assignandi, habendi, scribendi, inveniendi (com evidente, il gerundio pertanto si forma dal tema del presente). Anche gerundio linfinito pu svolgere la funzione di sostantivo: per esempio in
studiare bello, studiare svolge la funzione di soggetto e ha valore di nome (tant che potrebbe essere sostituito dal sostantivo studio: lo studio bello). Ora, per, a differenza che in italiano, in latino linfinito pu avere valore di sostantivo solo se soggetto o complemento oggetto; in tutti gli altri casi si ricorre al gerundio. Si dice perci che il gerundio un sostantivo verbale che completa la flessione dellinfinito: il gerundio latino dunque in italiano va tradotto sempre con linfinito. Avremo: Gerundio del verbo argo Genitivo Dativo Accusativo Ablativo arguendi arguendo arguendum arguendo
Come si vede, il gerundio utilizza le desinenze di seconda declinazione. Laccusativo utilizzato solo se preceduto da una preposizione, solitamente la preposizione ad con funzione di complemento di fine. Il gerundio inoltre ha sempre diatesi attiva. Il paradigma di argo il seguente: argo, is, argi, arguitrus, re. Il
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coniugazione. Luscita rus invece propria del participio futuro (un modo verbale che per il momento a noi non interessa participio futuro allinterno di un paradigma
studiare): infatti argo manca del supino; per, come molti verbi difettivi del genere, delle voci derivate dal supino conserva comunque il participio futuro; per questo motivo, in via eccezionale, nei paradigmi viene inserita questa voce. Assignantur un verbo che conosciamo gi: un indicativo presente, terza persona plurale, diatesi passiva. Tollit e procdit sono due verbi di terza coniugazione, il paradigma di tollo
entrambi allindicativo presente, terza persona singolare, il primo transitivo attivo e il secondo intransitivo attivo. Il paradigma di tollit : tollo, is, sustli, subltum , re. Si tratta di un paradigma sicuramente difficile, derivato nel perfetto e nel supino da antiche forme di raddoppiamento che hanno causato differenti forme di variazioni vocaliche e consonantiche. Tuttavia vale la pena memorizzarlo bene, perch il verbo utilizzato dallimportante e molto usato suppletivo fero, portare, per il perfetto e il supino: fero, fers, tuli, latum, ferre. Il paradigma di procdit invece : procdo, is, cessi, cessum, re. Composto di cedo, uno dei tipici verbi di terza coniugazione con il perfetto e supino in s. Infine troviamo parit: anchesso verbi in o
indicativo presente, terza persona singolare, transitivo attivo, appartiene ai cosiddetti verbi in o di terza coniugazione. In verit si tratta di un piccolo
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gruppo di verbi63 appartenenti in origine alla quarta coniugazione, ma con vocale tematica breve, cosicch nei tempi derivati dal presente essi hanno trasformato la vocale tematica in e se essa si trova davanti a r o in finale di parola: cos linfinito da parre diventa parre, come fosse un verbo di terza coniugazione64. Il paradigma di parit : paro, is, pepri, partum, paritrus, re. Il perfetto ottenuto con il raddoppiamento e la conseguente apofonia da par in per; ma la particolarit la presenza nel paradigma del participio futuro, accanto al supino: ci dovuto al fatto che il participio futuro si forma eccezionalmente da un tema leggermente diverso rispetto a quello del supino (parit anzich part). Resterebbe solo una parola ancora da analizzare: hoc. Si tratta di un pronome dimostrativo; la sua flessione per la presenteremo la prossima Lezione. Per il momento, concludiamo piuttosto con alcune osservazioni semantiche e etimologiche sulle parole appena analizzate. In effetti, letimologia una prassi molto utilizzata nella filosofia la prassi etimologica contemporanea, da Heidegger in avanti; del resto, gi Platone ne aveva fatto largamente uso. In generale, mia convinzione che la prassi etimologica in filosofia risponda allesigenza di forzare la parola nel tentativo, per cos dire, di andare aldil paradigma di paro
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Oltre a paro, degni di nota per la frequenza con cui sono usati o per il loro significato sono i seguenti verbi in o: capo, prendere, cupo, desiderare, faco, fare, fugo, fuggire, iaco, gettare, moror, morire, pato, soffrire, rapo, rapire. 64 Oltre allinfinito, di fatto i verbi in o seguono il modello di flessione dei verbi di terza coniugazione solo allimperfetto congiuntivo, allimperativo e in alcune voci del presente indicativo (per la precisione, alla seconda e terza persona singolare e alla prima e seconda persona plurale). In tutti gli altri tempi seguono invece la quarta coniugazione.
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della lettera attraverso la lettera stessa65. Proprio per luso autorevole che ne stato fatto, dunque, al termine di ogni analisi della parola concederemo un po di spazio ad alcuni rilievi etimologici. Multiplictas, come anche multiplicbus, deriva da multus + plicre o plectre, ossia dallaggettivo molto in unione con il verbo piegare o semplicit e molteplicit intrecciare: indica infatti la presenza di molte pieghe, quindi di una pluralit e
complessit di piani; allopposto di simplex, cis, che al prefisso multus sostituisce lindoeuropeo sem, da cui il latino unus: la semplicit appunto lunicit e quindi assenza di pieghe, di risvolti, di sottofondi. Confusinem viene da cum + fundre, versare insieme, mischiare: la conseguenza dellunire ci che invece andrebbe tenuto distinto.
Deceptinem deriva da de + capre, prendere e portare altrove (il prefisso de ha appunto il significato locativo di via da: esprime allontanamento e separazione): quindi sviare, ingannare. Tollit un verbo importante per il cristianesimo: nella Messa in Ecce agnus Dei qui tollit pecctum mundi (Gv 1,29) latino il sacerdote pronuncia le parole Ecce agnus Dei qui tollit
pecctum mundi. Significa propriamente prendere su di s un peso, sollevandolo e quindi, in senso derivato, eliminare, allontanare,
cancellare; come litaliano levare, che indica sia lalzare, il sollevare sia il rimuovere, viene cos ad avere due significati fondamentali: prendere su di s un peso, sollevandolo sulle proprie spalle e togliere. In modo
A questo proposito, mi permetto di rimandare al mio Incanto e incantesimo del dire. Logica e/o mistica nella filosofia del linguaggio di Platone (Cratilo e Sofista) e Gregorio di Nissa (Contro Eunomio) , Studia Anselmiana 143, Philosophica 6, Roma 2007, pp.500-501.
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legittimo pertanto alcuni sacerdoti nella Messa in italiano traducono il versetto tratto dal Vangelo di Giovanni con un doppio predicato verbale: Ecco lagnello di Dio che prende su di s e toglie il peccato del mondo. In effetti, in questa equivocit semantica di tollre risiede niente meno che la dinamica, ovvero la forza e il movimento, del mistero della croce. Firmittem viene dalaggettivo firmus, a, um, che indica la stabilit, la solidit. Arguendi e argumentato condividono la medesima radice, che ha in s il significato dello splendore, chiarore (come laggettivo greco args, splendente): indicano perci il procedimento, largomentazione appunto, con la quale si pone in chiara luce, si chiarisce. Abbiamo gi detto che procdit un composto di pro (avanti) + cedre (andare, muoversi), in modo analogo allitaliano incedere. Propositionbus viene da pro (avanti) + ponre (porre): il porre innanzi, il manifestare, attraverso un enunciato, la proposizione appunto. Infine assignantur composto da ad + signre: mettere un segno su qualcosa, a qualcuno, quindi rendere riconoscibile, attribuire, assegnare, designare. La prossima Lezione potremo procedere allanalisi del terzo periodo del primo capoverso di san Tommaso. largomentazione
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Per verificare il mio apprendimento: Saper compilare le schede di analisi della proposizione e della parola di Multiplictas enim Declinare i seguenti sostantivi di quarta declinazione: sensus, us; genu, us Declinare Isus, u Declinare laggettivo indefinito alqui, alqua, alquod e il pronome indefinito alquis, alquid Coniugare il perfetto indicativo attivo dei seguenti verbi: do, re, habo, re, scribo, re, inveno, re Coniugare il perfetto indicativo del verbo sum Imparare a memoria le desinenze verbali del perfetto In che senso il tempo verbale del perfetto pu essere interpretato sia come perfetto storico sia come perfetto logico? Quali sono le quattro possibili formazioni del tema del perfetto? Che cosa si intende per nomi verbali? Come si traduce il gerundio latino in italiano? Che cosa sono i verbi in o? Come si ricava il nominativo singolare dei sostantivi di terza declinazione in dentale? Come quello dei nomi in nasale? E quello dei sostantivi in gutturale? Che cos il complemento dorigine? Che cosa sono il complemento di limitazione e il complemento di modo? Qual letimologia di multiplex, cis, e di simplex, cis? Qual il significato del verbo tollo, re? Qual letimologia di argomentato, nis?
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ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Multiplictas enim sensum in una scriptra parit confusinem et deceptinem, et tollit firmittem arguendi
Soggetto Multiplictas
Connettori
Tollit = predicato verbale Multiplictas (sottinteso) Complementi indiretti Sensum = complemento di specificazione del soggetto In una scriptra = complemento di stato in luogo (con attributo)
Et = coordinativo copulativo
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ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: unde ex multiplicbus propositionbus non procdit argumenttio, sed secundum hoc alquae fallacae assignantur
Soggetto
Connettori
Complementi indiretti
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ANALISI DELLA PAROLA: Multiplictas enim sensum in una scriptra parit confusinem et deceptinem, et tollit firmittem arguendi: unde ex multiplicbus propositionbus non procdit argumenttio, sed secundum hoc alquae fallacae assignantur
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo Persona (verbi) (verbi) Genere Numero (sostantivi, aggettivi e (verbi , sostantivi, pronomi) aggettivi e pronomi)
sostantivo congiunzione sostantivo preposizione aggettivo numerale cardinale sostantivo verbo predicativo
multiplictas, tis, III declinazione, in dentale coordinativa esplicativa sensus, us, IV declinazione in + ablativo = complemento di stato in luogo unus, a, um, , I classe, pronominale scriptra, ae, I declinazione paro, is, pepri, partum parre, III coniugazione in o, transitivo attivo confuso, nis, III declinazione, in nasale coordinativa copulativa
nominativo
femminile
singolare
genitivo
maschile
plurale
Confusinem
sostantivo
accusativo
femminile
singolare
Et
congiunzione
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Deceptinem
sostantivo
accusativo
femminile
singolare
Et Tollit Arguendi
tollo, is, sustli, subltum, tollre, indicativo III coniugazione, transitivo attivo argo, is, argi, arguitrus, gerundio, genitivo argure, difettivo, transitivo attivo, III coniugazione, II declinazione firmtas, tis, III declinazione, in accusativo dentale dorigine, con valore esplicativo ex + ablativo = complemento dorigine multplex, plcis, II classe, a 1 uscita, in gutturale ablativo, concordato con propositionbus
presente maschile
femminile
singolare
femminile femminile
plurale plurale
proposito, nis, III declinazione, ablativo in nasale di negazione procdo, is, procssi, procssum , indicativo procedre, III coniugazione, intransitivo attivo argumentato, nis, III declinazione, in nasale nominativo
presente
III singolare
Argumentato
sostantivo
femminile
singolare
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Sed Secundum
congiunzione preposizione
coordinativa avversativa secundum + accusativo = complemento di limitazione o di modo hic, haec, hoc alqui, alqua, alquod fallaca, ae, I declinazione assgno, as, vi, tum, re, I coniugazione, transitivo passivo
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In questa Lezione impareremo: la quinta declinazione i pronomi dimostrativi a riconoscere i verbi modali a tradurre il gerundivo a identificare il complemento di fine e quello di separazione a definire le particelle enclitiche a compilare le tre schede, di analisi del periodo, della proposizione e della parola, di Sacra autem a apprezzare alcuni rilievi etimologici Veniamo alla quinta e ultima declinazione: quinta declinazione Plurale res rrum rbus res res rbus
Ormai note sono le uscite del genitivo plurale in rum, del dativo e ablativo plurale in bus, dellaccusativo singolare in m e plurale in s, dellablativo singolare in vocale semplice. Pochi sono i sostantivi appartenenti alla quinta declinazione; i pi noti sono sicuramente res, cosa,
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vocale (per esempio, dii), breve se preceduta da consonante (per esempio, ri). La scorsa Lezione una sola parola non avevamo analizzato: hoc. Si tratta di un pronome dimostrativo. Molti pronomi possono essere anche aggettivi, flessione dei pronomi a seconda che nella
dal sostantivo al quale si riferiscono: cos, ad esempio, in secondo questo errore questo aggettivo, mentre in secondo questo pronome. Tutti i pronomi qualificativi e numerali, e alcuni indefiniti, in latino seguono la flessione di prima o seconda classe. Invece i pronomi dimostrativi e determinativi, relativi, interrogativi e alcuni indefiniti seguono una flessione propria, che utilizza alcune desinenze delle prime tre declinazioni e, al genitivo e dativo singolare, le uscite proprie di questo gruppo di pronomi, dette appunto pronominali66: rispettivamente us e i. Sono pertanto flessioni da imparare a riconoscere per ciascuno di essi. Si dicono dimostrativi i pronomi che servono a indicare qualcosa di vicino o lontano. In latino sono tre; ecco la loro declinazione:
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Come si ricorder, abbiamo parlato di queste due uscite presentando un piccolo gruppo di aggettivi di prima classe che le utilizza e che per questo sono detti pronominali; tra questi, il nostro numerale cardinale unus, a, um. Ma anche gli altri aggettivi appartenenti a questo gruppo, indefiniti e interrogativi, sono di uso relativamente frequente: totus, a, um, tutto, alus, a, um, un altro (fra molti), alter, ra, rum, laltro (fra due), solus, a, um, solo, nullus, a, um, nessuno, ullus, a, um, alcuno, uter, utra, utrum, quale (dei due)?.
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Maschile Femminile Neutro Maschile Femminile Neutro Nominativo hic Genitivo Dativo Accusativo Ablativo huius huic hunc hoc haec huius huic hanc hac hoc huius67 huic hoc hoc hi horum his hos his hae harum his has his haec horum his haec his
Nominativo iste Genitivo Dativo Accusativo Ablativo istus isti istum isto
Nominativo ille Genitivo Dativo Accusativo Ablativo illus illi illum illo
Si ricordi la regola in base alla quale tutti i pronomi, nella misura in cui siano usati come pronomi e non come aggettivi, nei casi obliqui del neutro vogliono essere accompagnati dal sostantivo res, rei: avremo perci, ad esempio, huius rei, di questa cosa, di ci. Si ricordi inoltre che il genitivo huius va pronunciato con laccento tonico sul primo elemento del dittongo ui: hius; invece in illus e istus laccento cade sulla i lunga della desinaneza us: illus e istus.
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Autem68 Sacra Scriptra debet esse effcax ad ostendendam verittem Ma la Sacra Scrittura deve essere efficace a mostrare la verit
absque lontano da
Il testo originale appena differente; cambia solo la posizione della congiunzione iniziale:
Sacra autem Scriptra debet esse effcax ad ostendendam verittem absque omni fallaca.
Lanalisi del periodo presto fatta: una sola proposizione, che pertanto reggente enunciativa. introdotta per analisi del periodo dalla congiunzione autem: come sed, una coordinativa avversativa; quindi la proposizione coordinata al periodo precedente in forma avversativa . In effetti, Tommaso aveva appena scritto che la pluralit di sensi comporterebbe limpossibilit per la lettera della Scrittura di essere argomentazione valida a favore della verit: ma la Bibbia per definizione strumento di manifestazione della verit, dunque (congiunzione coordinativa conclusiva che introdurr il periodo seguente) non possibile che la lettera della Scrittura abbia pi di un significato. Come
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In autem non indichiamo nessuna quantit perch bisillabo, in quanto au dittongo, vale cio come ununica sillaba, cosicch laccento cade necessariamente sulla penultima (e nei dittonghi, laccento cade sempre sul primo elemento: nel nostro caso, sulla a).
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si vede, sono le congiunzioni il filo rosso lungo il quale si dipana largomentazione, il tessuto stesso che la regge. Veniamo allanalisi della proposizione. Essa presenta subito una difficolt, relativa al predicato. Abbiamo infatti due verbi: debet e esse. Relativamente al verbo essere, come sempre, dobbiamo domandarci se esso svolga analisi della proposizione
funzione predicativa (con il significato di esistere, stare, esserci, appartenere), ausiliaria (accompagnato da un participio passato per la formazione di un tempo composto) o copulativa (se seguito da un nome e risponde alla domanda chi ?, che cosa ?, come ?). Qui esse seguito dallaggettivo effcax, insieme al quale spiega come deve essere la Sacra Scrittura. Si tratta senza dubbio quindi di un predicato nominale. Ora, per, come mai c anche il verbo debet? Si pu subito notare che la frase continuerebbe ad avere senso pure se togliessimo questultimo: potremmo dire la Scrittura efficace a mostrare 69. Il fatto che debet un cosiddetto verbo modale: un verbo cio che da solo non svolge funzione predicativa, bens si accompagna sempre a verbi modali
un predicato per aggiungere una sfumatura di significato (un modo appunto)70. Sono quindi verbi che non possono mai essere usati da soli71, ma sempre si accompagnano a un predicato, di norma allinfinito, ma anche al
Per la precisione, nel nostro caso avrebbe senso anche dire la Sacra Scrittura deve mostrare; ma ci dovuto al fatto che essere efficace espressione che significa potere: e potere un altro verbo modale, come dovere! 70 Per questa attinenza con quel che effettivamente significano, preferiamo chiamare codesti verbi modali, anzich, come pure si soliti leggere nelle grammatiche italiane, servili o fraseologici. 71 Quando sono usati da soli, solo perch il predicato allinfinito sottinteso. Un docente pu certamente dire ai suoi allievi :Cominciate!, ma essi sanno che egli li sta invitando a cominciare, per esempio, a rispondere alle domande di una prova scritta.
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gerundio o al participio. Oltre a dovere, molti sono i verbi modali. Possiamo raggrupparli in tre grandi categorie: 1) i verbi che indicano linizio, lo svolgimento, la fine, limminenza o la ripetitivit di una certa azione: cominciare, venire, cessare, solere, ecc. 2) i verbi che indicano la possibilit, la necessit, lintenzione o la capacit di svolgere una determinata azione: potere, dovere, volere, sapere, ecc. 3) i verbi che indicano latteggiamento o le sensazioni del soggetto che compie lazione: sentirsi, sapersi, ecc. Nel nostro caso, dunque, debet esse effcax un unico predicato nominale. Il soggetto evidentemente Sacra Scriptra. Il complemento oggetto non c e non sarebbe comunque potuto esserci, perch il predicato nominale. Vi sono per due complementi indiretti. Il primo retto dal nome complemento di fine del predicato effcax: ad ostendendam
in latino dalla preposizione ad + laccusativo72. Incontriamo qui per una forma verbale sulla quale necessario soffermarsi: il gerundivo ostendendam. La scorsa Lezione abbiamo presentato il gerundio: una forma verbale con funzione di sostantivo. gerundio e gerundivo Morfologicamente, il gerundivo identico al gerundio, formato cio dal suffisso nd; non a caso, ad esempio, in francese non esiste la distinzione terminologica tra gerundio e gerundivo, ma si parla unicamente di grondif. Ci nondimeno, da
La medesima preposizione in latino traduce anche il complemento di moto a luogo: in effetti, il complemento di fine indica lo scopo, il verso dove appunto, cio una sorta di complemento di moto a luogo figurato.
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un punto di vista sintattico e semantico la differenza c ed importante. Se infatti il gerundio un verbo con valore di sostantivo, il gerundivo un verbo con funzione di aggettivo; non solo, ma il gerundio ha significato attivo, mentre il gerundivo passivo. In italiano il verbo con valore di sostantivo si rende con linfinito preceduto dallarticolo: come si ricorder, arguendi labbiamo tradotto dellargomentare. Il verbo con valore di aggettivo si rende invece con la preposizione da + linfinito: cos ostendendam va tradotto alla lettera con da mostrarsi73. Il gerundivo, essendo un aggettivo, concorda in caso, numero e genere con il sostantivo al quale si riferisce: ad ostendendam veritatem quindi alla lettera per la verit da essere mostrata. In italiano tuttavia non ci esprimeremmo cos, sostituendo piuttosto il complemento di fine con traduzione italiana del gerundivo latino
una proposizione finale: laggettivo verbale diventa predicato verbale attivo e il complemento di fine complemento oggetto, cosicch per la verit da essere mostrata si trasforma in per mostrare la verit. Si noti inoltre che lespressione da essere mostrata porta con s lidea di necessit: per la verit da essere mostrata significa anche infatti per la verit che deve essere mostrata. In effetti, spesso in latino si ricorre al gerundivo per esprimere un bisogno, una necessit: la cosiddetta costruzione perifrastica passiva, che presenteremo pi avanti, quando la incontreremo in san Tommaso. Anche absque omni fallaca unespressione che non pu essere tradotta alla lettera in italiano. Quando infatti traduciamo lontano da ogni errore, aggiungiamo un aggettivo, lontano, che in latino non c, cosicch in
Si ricordi che il gerundivo ha sempre valore passivo. Il si in italiano ha appunto valore passivante: da mostrarsi significa da essere mostrato.
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italiano abbiamo due predicati nominali, deve essere efficace e deve essere lontana, mentre in latino abbiamo un unico predicato nominale, debet esse effcax, seguito da un complemento di fine, ad pregnanza semantica delle preposizioni latine ostendendam verittem, e da un complemento di separazione, absque omni fallaca. Del resto,
capita spesso che in latino le preposizioni abbiano una pregnanza semantica maggiore rispetto alle lingue moderne, dimodoch per tradurne una occorre magari, come nel nostro caso, aggiungere un aggettivo di cui in latino non c bisogno. La preposizione absque ha poi unaltra particolarit. formata dallunione della preposizione ab + la congiunzione coordinativa copulativa enclitica que. Ab preposizione che ha in s lidea complemento di separazione fondamentale di allontanamento; traduce quindi
complemento di separazione come una sottoclasse, figurata, che serve a indicare la persona o cosa da cui ci si allontana o ci si differenzia. Que invece una congiunzione coordinativa copulativa enclitica, equivalente a et; particelle enclitiche enclitica significa che un vocabolo privo di accento tonico e che per questo si unisce alla fine della parola seguente, cosicch et ab diventa absque (la s si aggiunge solo per motivi di eufonia, ossia di gradevolezza di suono, il medesimo motivo per cui ad esempio la preposizione a diventa ab davanti a parola che inizi per vocale). In origine, pertanto, absque significava e da. Con il tempo per poi si cristallizzata in ununica preposizione equivalente ad ab, come appunto nel
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nostro caso.
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Passiamo infine alla terza e ultima analisi: lanalisi della parola. Sacra e Scriptra sono termini che abbiamo gi analizzato nelle Lezioni scorse. Autem stato gi analisi della parola
detto essere congiunzione coordinativa avversativa. Debet verbo modale, da debo, es, debi, debtum, re, seconda coniugazione, indicativo presente, terza persona singolare74. Esse verbo copulativo, sum, es, fui, esse, coniugazione propria, intransitivo, atematico, difettivo, suppletivo, infinito presente. Effcax aggettivo qualificativo, nominativo femminile singolare, concordato con Scriptra, in gutturale della seconda classe a una sola uscita, effcax, cis. Ad abbiamo gi detto essere una preposizione che regge laccusativo per la formazione del complemento di fine, cos come absque regge lablativo per la formazione del complemento di separazione. Verittem sostantivo di terza declinazione in dentale, vertas, tis, accusativo femminile singolare. Ostendendam verbo con funzione di aggettivo; in quanto tale, la sua analisi pi complessa, perch va considerato sia come verbo sia come aggettivo: da ostendo, is, tendi, tentum/tensum75, re, terza coniugazione, transitivo passivo, prima classe, gerundivo, concordato con verittem, accusativo femminile singolare. Fallaca sostantivo di prima declinazione, fallaca, ae, ablativo femminile
Poich essi si appoggiano a un altro verbo, predicativo o copulativo che sia, i modali di per s non sono n transitivi n intransitivi, n attivi n passivi. Normalmente utilizzano lausiliare del verbo con cui concordano: egli ha dovuto leggere un libro (diatesi attiva), un libro stato dovuto leggere da lui (diatesi passiva); se tuttavia il verbo intransitivo, in italiano lausiliare del modale pu essere sia essere che avere: dovuto andare alluniversit, ma anche ha dovuto andare alluniversit. 75 Alcuni verbi, come ostendo, presentano due forme possibili di supino; in genere, questo fenomeno dovuto al fatto che una delle due forme si attestata in secoli pi recenti (per esempio, ostensum forma pi tarda rispetto a ostentum).
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singolare. Con esso concorda omni, aggettivo indefinito di seconda classe a due uscite, omnis, e. Concludiamo con alcuni rilievi etimologici. Effcax deriva da ex + facre, ovvero fare a partire dallinizio, alcuni rilievi etimologici completamente76, quindi essere capace di compiere, di portare a termine: tale appunto la definizione di efficace. Ostendendam composto da obs + tendre, tendere verso, dinanzi, quindi mostrare; da questo verbo deriva ostensorio, loggetto sacro deputato appunto a mostrare lEucarestia. Fallaca deriva dal verbo fallo, re, il cui supino falsum, come litaliano falso. Omni aggettivo di uso frequente in latino: corrisponde allitaliano ogni, che per invariabile e si usa solo al singolare; il plurale latino omnes, a, viene normalmente tradotto con tutti. Infine debo: deriva debre da de + habo, avere, avere ricevuto da e quindi essere in
debito verso. Teologicamente, debre pertanto il verbo modale che esprime meglio di tutti la condizione creaturale, il cui essere un essere ricevuto appunto: con tale accezione etimologica utilizzato ad esempio da santAnselmo77; ed interessante che limperativo categorico kantiano, nella sua traduzione latina, sia espressione della dipendenza ontologica creaturale propria delluomo. Nella prossima Lezione potremo finalmente terminare la lettura del primo capoverso di san Tommaso.
Il prefisso ex infatti ha valore sia locativo, dorigine, da, a partire dallinizio, sia intensivo, totalmente, completamente. 77 A questo proposito mi permetto di rimandare al mio Dialettica tra concezione rappresentativa, concezione etica, fondamento ontologico e anteriorit mistica nel De veritate di Anselmo dAosta , in corso di pubblicazione.
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Per verificare il mio apprendimento: Saper compilare le schede di analisi del periodo, della proposizione e della parola di Sacra autem Declinare i seguenti sostantivi di quinta declinazione: res, ei, dies, i Declinare i seguenti pronomi dimostrativi: hic, haec, hoc, iste, ista, istud, ille, illa, illud Che differenza c tra pronomi e aggettivi? Dove cade laccento tonico nei dittonghi? Cos una particella enclitica? Cosa e quali sono i verbi modali? Cos il gerundivo? In cosa si differenzia dal gerundio? Come si traduce in italiano? Cos un complemento di fine? Cosa uno di separazione? Come si traduce in italiano laggettivo indefinito omnis, e? Qual letimologia del verbo debre?
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ANALISI DEL PERIODO: Sacra autem Scriptra debet esse effcax ad ostendendam verittem absque omni fallaca
Elencare le congiunzioni specificandone il tipo Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Elencare i predicati (verbali o nominali) Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza Autem ... debet esse effcax
Elencare in ordine degradante le proposizioni Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo reggenti, complementari e attributive, indicando per vidtur quod ciascuna il grado e il tipo enim parit et tollit <> autem debet esse effcax unde non procdit <> sed assignantur 1 Autem ... debet esse effcax = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma avversativa 2
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Ottava Lezione
Roma 2013
ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Sacra autem Scriptra debet esse effcax ad ostendendam verittem absque omni fallaca
Soggetto
Sacra Scriptra (con attributo)
Connettori
Autem = coordinativo avversativo
Complementi indiretti
Ad ostendendam verittem = complemento di fine (con attributo)
Complementi indiretti
Absque omni fallaca = complemento di separazione (con attributo)
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ANALISI DELLA PAROLA: Sacra autem Scriptra debet esse effcax ad ostendendam verittem absque omni fallaca
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo (verbi) Genere (sostantivi, aggettivi e pronomi) Persona (verbi) Numero (verbi , sostantivi, aggettivi e pronomi)
Parola
aggettivo qualificativo sacer, sacra, sacrum, I classe congiunzione sostantivo verbo modale coordinativa avversativa scriptra, ae, I declinazione
femminile
singolare
debo, es, debi, debtum debre, II coniugazione, modale, attivo verbo copulativo sum, es, fui, esse, difettivo, atematico, suppletivo, coniugazione propria aggettivo qualificativo effcax, ccis, II classe a 1 uscita, in gutturale preposizione ad + accusativo = complemento di fine
femminile
singolare
Ostendendam
aggettivo verbale
Verittem
sostantivo
ostendo, is, ostendi, ostentum gerundivo, accusativo concordato (ostensum), re, III coniugazione, con verittem transitivo passivo vertas, tis, III declinazione in accusativo dentale
femminile
singolare
femminile
singolare
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Ottava Lezione
Roma 2013
absque + ablativo = complemento di separazione omnis, e, II classe a 2 uscite fallaca, ae, I declinazione ablativo concordato con fallaca ablativo femminile femminile singolare singolare
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Roma 2013
Nona Lezione
In questa Lezione impareremo: linfinito presente attivo e passivo delle quattro coniugazioni la flessione del pronome relativo la flessione e luso dei pronomi determinativi, possessivi e personali a compilare le tre schede, di analisi del periodo, della proposizione e della parola, di Ergo non debent
La scorsa Lezione, dopo aver ultimato l'esposizione delle cinque declinazioni, abbiamo introdotto la flessione dei pronomi, cominciando da quella dei dimostrativi. Procediamo su questa via presentando il pronome pi importante da un punto di vista sintattico: il relativo. Esso si declina nel modo seguente: pronome relativo Pronome Relativo
Singolare Maschile Nominativo qui Genitivo Dativo Accusativo Ablativo cuius78 cui quem quo Femminile quae cuius cui quam qua Neutro quod cuius cui quod quo Maschile qui quorum quibus quos quibus Plurale Femminile quae quarum quibus quas quibus Neutro quae quorum quibus quae quibus
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78
Si ricordi che in cuius laccento tonico cade sul primo elemento del dittongo ui: cius.
Nona Lezione
Roma 2013
Oltre alle desinenze pronominali del genitivo e dativo singolare, in us e i, si riconoscono facilmente alcune terminazioni proprie delle prime tre declinazioni: come nella prima declinazione, la a dellablativo femminile singolare, la ae e la as del nominativo e accusativo femminile plurale, la rum del genitivo plurale; della seconda declinazione, la o dellablativo singolare, la i del nominativo maschile plurale, la rum del genitivo plurale e la os dellaccusativo maschile plurale; infine, il dativo e ablativo plurale della terza declinazione, in ibus. In seguito avremo modo di soffermarci su alcune importanti particolarit sintattiche del pronome relativo in latino. Nelle ultime due Lezioni abbiamo avuto occasione di presentare il gerundio e il gerundivo: due forme verbali con valore rispettivamente di sostantivo e aggettivo, che corrispondono alluso sostantivato e attributivo dell'infinito in italiano (attivo il primo, passivo il secondo). Vediamo dunque adesso l'infinito presente latino. Esso un modo implicito o indefinito: ci significa che in questa forma verbale non possibile in base alla desinenza distinguere tra prima, seconda e terza persona n tra singolare e plurale. L'infinito in latino pu essere usato sia con valore predicativo sia come sostantivo nella sola funzione di soggetto (negli altri casi, come si ricorder, si ricorre infatti al gerundio). L'infinito presente attivo si forma unendo al tema del presente le note desinenze delle quattro coniugazioni: re, re, re, re. L'infinito presente passivo caratterizzato invece dalla vocale finale i: ri, ri, i, ri. Avremo pertanto: infinito presente attivo e passivo
153
Infinito Presente Attivo Prima Coniugazione Seconda Coniugazione Terza Coniugazione Quarta Coniugazione d-re deb-re trad-re inven-re Passivo d-ri deb-ri trad-i inven-ri
Veniamo infine all'analisi dell'ultimo periodo del primo capoverso di san Tommaso:
Ergo non debent in ea sub una littra plures sensus tradi.
Ecco il testo con traduzione interlineare e disposizione delle parole secondo la costruzione italiana:
Ergo in ea sub una littra non debent tradi plures sensus .
Dunque in essa sotto ununica lettera non devono essere trasmessi pi significati.
L'analisi del periodo presto fatta: abbiamo infatti una sola proposizione, la quale pertanto sar la proposizione reggente enunciativa. Essa introdotta analisi del periodo dalla congiunzione coordinativa conclusiva ergo: sar quindi coordinata al periodo precedente in forma conclusiva. Nella scheda compilata, a fine Lezione, trascritto in un unico diagramma di flusso l'intero primo capoverso, cos da rendere evidente lo stretto legame che unisce ciascun periodo al precedente e al seguente.
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Nona Lezione
Roma 2013
Per quanto riguarda l'analisi della proposizione, lunico predicato verbale formato da due verbi, debent e tradi, in quanto il primo un modale che aggiunge solo una sfumatura di significato in pi al vero predicativo che tradi. Al analisi della proposizione
soggetto plures sensus non si aggiunge n si sarebbe potuto aggiungere un complemento oggetto, in quanto il predicato verbale passivo. Abbiamo invece due complementi indiretti: entrambi complementi di stato in luogo, formati con le preposizioni in e sub + l'ablativo. Anche l'analisi della parola non dovrebbe presentare difficolt. Oltre ai vocaboli che conosciamo gi, debent, una, littra, plures e sensus, incontriamo linfinito presente passivo di terza coniugazione tradi, da trado, is, traddi, tradtum, re. Troviamo per anche un nuovo pronome: il determinativo ea. Vengono chiamati pronomi determinativi
servono appunto a determinare il soggetto o loggetto di cui si sta parlando: is, ea, id; idem, edem, idem; ipse, ipsa, ipsum. Nella pagina seguente riportata la loro flessione.
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Pronomi Determinativi
Singolare
Maschile Nominativo is
Plurale Maschile ii (i, ei)79 erum iis (is, eis) eos iis (is, eis) Femminile eae erum iis (is, eis) eas iis (is, eis) Neutro ea erum iis (is, eis) ea iis (is, eis)
Genitivo Dativo
eius80 ei
Nominativo idem
edem
idem
idem (idem,eidem)
eaedem
edem
Genitivo Dativo
eiusdem eidem
eiusdem eidem
eiusdem eidem
eorundem iisdem
(isdem,eisdem)
earundem iisdem
(isdem,eisdem)
eorundem iisdem
(isdem,eisdem)
eandem edem
idem edem
eosdem iisdem
easdem iisdem
edem iisdem
Nominativo ipse
Genitivo Dativo
ipsus ipsi
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Le forme messe tra parentesi sono varianti usate meno frequentemente. Si ricordi che in eius laccento tonico cade sul primo elemento del dittongo ei: ius; in ipsius invece sulla i lunga della desinenza us: ipus; in eiusdem infine sulla penultima sillaba lunga us: eisdem.
79 80
Nona Lezione
Roma 2013
Anche in questo caso, oltre alle desinenze pronominali del genitivo e dativo singolari, in us e i, facile riconoscere diverse terminazioni appartenenti alle prime tre declinazioni, senza necessit di esplicitarle nuovamente, dopo averlo fatto da poco con il pronome relativo. Is, ea, id utilizzato spesso come pronome personale di terza singolare: cos nel nostro periodo, in ea sta per in essa. Come aggettivo invece va tradotto in italiano con il pronome dimostrativo quello: ii sensus si tradurr con quei sensi. utilizzato infine al genitivo per tradurre l'aggettivo possessivo di terza persona quando esso non usato riflessivamente, ovvero quando non si riferisce al soggetto della proposizione. In italiano, l'aggettivo possessivo di terza persona suo, sua81, dal latino suus, a, um. Ora, per, laggettivo latino suus, a, um pu essere usato solo se ha valore riflessivo: si dir Sacra Scriptra verittem suam ostendit, se suam si riferisce al soggetto Scriptra; si dir invece Sacra Scriptra verittem eius ostendit, alla lettera la Sacra Scrittura mostra la verit di lui/lei, se eius si riferisce a un termine diverso da Scriptra, per esempio a Deus; in italiano, tuttavia, tradurremo sempre con la Sacra Scrittura mostra la sua verit. Idem, edem, idem un composto di is, ea, id + il suffisso invariabile dem: indica lidentit di due termini, per cui in italiano viene tradotto con il medesimo, lo stesso; il contrario di alus, a, ud, altro. idem, edem, idem is, ea, id
Si faccia attenzione: in italiano si distingue tra aggettivo possessivo di terza persona singolare suo, sua, e plurale, loro; in latino invece suus, a, um vale sia per il singolare che per il plurale.
81
157
Ipse, a, um serve invece per dare maggiore rilievo al soggetto o oggetto ipse, a, um al quale si riferisce; in italiano si traduce pertanto con i rafforzativi stesso82, proprio: res ipsas sono le cose stesse; il pronome ipse sta invece per il pronome personale proprio egli. Nei precedenti capoversi abbiamo fatto riferimento a altri due tipi di pronomi: il possessivo e il personale. Si dicono possessivi i pronomi che indicano a chi appartenga qualcosa. I pronomi possessivi pronomi di prima e seconda persona in
latino sono molto simili ai corrispettivi italiani e si declinano come un qualunque aggettivo di prima classe, senza cio lausilio delle desinenze pronominali: meus, a, um, tuus, a, um al singolare, noster, stra, strum, vester, stra, strum, al plurale. Come abbiamo gi visto, invece, il pronome possessivo di terza persona suus, a, um, sia al singolare sia al plurale, se riflessivo, altrimenti si ricorre al genitivo singolare eius, e plurale erum, erum, erum. Si dice invece personale il pronome che indica la persona di cui si sta parlando e pu essere alla prima, seconda o terza singolare o plurale. Ecco la loro flessione:
158
Si noti che in italiano stesso pu essere usato sia come rafforzativo, per tradurre ipse, sia, se preceduto dallarticolo determinativo, come sinonimo de il medesimo, per tradurre quindi idem.
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Nona Lezione
Roma 2013
Plurale
2a persona 3a persona
(io)
Nominativo ego
(noi) vos
(voi)
(essi) _
Genitivo Dativo
mei mihi
nostri/nostrum84 vestri/vestrum sui nobis nos nobis vobis vos vobis sibi se se
Accusativo me Ablativo me
Come gi detto, per il pronome personale di terza persona singolare e plurale le forme indicate valgono solo quando il pronome abbia valore riflessivo, altrimenti si ricorre al pronome determinativo is, ea, id; al nominativo non riportata alcuna voce, perch il pronome personale soggetto non ha mai valore riflessivo: si utilizza quindi is, ea, id al singolare (o, con valore rafforzativo, ipse, a, um) e ii, eae, ea al plurale (o, sempre con valore espletivo, ipsi, ae, a). Concludiamo con un rilievo etimologico. Il verbo tradre composto dal prefisso trans + dare85: alla lettera significa perci dare attraverso, ovvero
Si osservi che mentre i pronomi possessivi, determinativi e dimostrativi possono sempre essere usati anche con valore di aggettivi, i personali invece possono essere solo pronomi e non anche aggettivi. 84 Le forme nostri e vestri si usano se hanno valore oggettivo, ovvero di complemento oggetto: per esempio, in miserre nostri, in quanto il significato abbi misericordia verso di noi, nei nostri confronti. Nostrum e vostrum invece hanno valore partitivo, si utilizzano cio per indicare una parte di un tutto: ad esempio, nellespressione complres vestrum, molti di voi. 85 Il verbo dare, nei composti con un prefisso monosillabo, abbrevia la vocale tematica e diventa cos un verbo di terza coniugazione: abbiamo pertanto tradre, perch trans monosillabo, ma circumdre, perch circum bisillabo.
83
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passare di mano in mano. un verbo importante nel cristianesimo: la tradito, calco latino del vocabolo greco pardosis, infatti la tradito trasmissione di generazione in generazione, di testimone in
testimone, dell'esperienza di fede, trasmissione che ebbe inizio a partire da Ges in persona, che si consegn nelle mani degli uomini; il tradimento di Giuda fu infatti pi propriamente il consegnarsi, il tradi appunto di Ges stesso agli uomini. Nella prossima Lezione cominceremo il secondo capoverso e conosceremo due nuovi complementi: il complemento di argomento e il complemento predicativo. Per verificare il mio apprendimento: Compilare le schede di analisi del periodo, della proposizione e della parola di Ergo non debent Illustrare il filo dellargomentazione logica del primo capoverso dellarticlus decmus facendo riferimento solo alle congiunzioni utilizzate da Tommaso Declinare il pronome relativo qui, quae, quod, i pronomi determinativi is, ea; id, idem, edem, idem; ipse, a, um; i possessivi meus, a, um; tuus, a, um; noster, stra, strum; vester, stra, strum; suus, a, um Declinare i pronomi personali ego, tu, nos, vos Coniugare allinfinito presente attivo e passivo i verbi do, debo, trado, inveno Perch i pronomi is, ea, id; idem, edem, idem; ipse, a, um sono chiamati determinativi? Qual la sfumatura semantica che caratterizza ciascuno dei tre? Come si traduce il pronome personale di terza persona singolare e plurale in latino? Quale la differenza rispetto allitaliano? Come si traduce in latino il pronome personale soggetto di terza persona singolare e plurale? Qual il significato etimologico del verbo tradre?
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Nona Lezione
Roma 2013
ANALISI DEL PERIODO: Ergo non debent in ea sub una littra plures sensus tradi
Elencare i predicati Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, (verbali o nominali) il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza
1 Ergo = congiunzione
coordinativa conclusiva
Elencare in ordine degradante le proposizioni reggenti, complementari e attributive, indicando per ciascuna il grado e il tipo
Disegnare il diagramma di flusso dellintero capoverso vidtur quod enim parit et tollit <> autem debet esse efficax unde non procedit <> sed assignantur ergo non debent tradi
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ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Ergo non debent in ea sub una littra plures sensus tradi
Soggetto
Plures sensus (con attributo)
Connettori
Ergo = coordinativo conclusivo
Complementi indiretti
In ea = complemento di stato in luogo
Complementi indiretti
Sub una littra = complemento di stato in luogo (con attributo)
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Nona Lezione
Roma 2013
ANALISI DELLA PAROLA: Ergo non debent in ea sub una littra plures sensus tradi
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo (verbi) Genere (sostantivi, aggettivi e pronomi) Persona (verbi) Numero (verbi , sostantivi, aggettivi e pronomi)
Parola
congiunzione avverbio verbo modale preposizione pronome determinativo preposizione aggettivo numerale cardinale sostantivo aggettivo indefinito sostantivo verbo predicativo
coordinativa conclusiva di negazione debo, es, debi, debtum debre, II coniugazione, modale, attivo in + ablativo = complemento stato in luogo is, ea, id sub + ablativo = complemento di stato in luogo unus, a,um, I classe, pronominale littra, ae, I declinazione plus, pluris, II classe a 1 uscita, comparativo di maggioranza di multus, a, um sensus, us, IV declinazione trado, is, traddi, tradtum, re, III coniugazione, transitivo passivo ablativo, concordato con littra ablativo nominativo, concordato con sensus nominativo infinito femminile femminile maschile maschile presente singolare singolare plurale plurale ablativo, riferito a Scriptra86 femminile singolare indicativo presente III plurale
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In quanto i pronomi sostituiscono un nome, nellanalisi della parola sempre bene esplicitare il sostantivo al quale si rife riscono.
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Roma 2013
Decima Lezione
In questa Lezione impareremo: la flessione dei pronomi indefiniti negativi e interrogativi linfinito perfetto attivo e passivo delle quattro coniugazioni e del verbo sum a definire il complemento di argomento e il complemento di eccedenza a discernere un accusativo avverbiale alla greca a identificare un aggettivo numerale moltiplicativo a riconoscere la congiunzione coordinativa esplicativa scilcet a individuare una proposizione complementare diretta oggettiva a compilare le schede di analisi del periodo, della proposizione e della parola di Praetera Augustnus
Nelle ultime Lezioni abbiamo avuto modo di presentare i pronomi determinativi e dimostrativi, possessivi e personali, relativi e indefiniti. Per concludere la trattazione dei pronomi resta da prendere in considerazione ancora solo gli interrogativi e gli indefiniti negativi. Questi ultimi sono particolarmente pronomi indefiniti negativi filosofia, dal importanti momento in che
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Decima Lezione
Roma 2013
Pronome indefinito negativo Maschile e Femminile Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Ablativo nemo nullus nemni nemnem nullo Neutro nihil nullus rei nulli rei nihil nulla re
Il corrispondente aggettivo nullus, a, um, della prima classe, pronominale, anchesso cio caratterizzato dalle desinenze del genitivo e dativo singolare in us e i. Per quanto riguarda gli interrogativi, abbiamo anzitutto il pronome quis, quid, chi? che cosa?. Ecco la sua declinazione: pronomi interrogativi Plurale Maschile e Femminile quid cuius rei cui rei quid qua re qui quorum quibus quos quibus quae quarum rerum quibus rebus quae quibus Neutro
quis, quid
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Come si vede, a parte le voci quis, quid, il resto della flessione identica a quella del pronome relativo. Infatti, il corrispondente aggettivo interrogativo, qui, quae, quod, quale? che?, si declina esattamente come lomonimo pronome relativo. Oltre ad altri interrogativi, come qualis, e, quale?, e quantus, a, um, quanto grande?, e alcuni composti di quis, quid, formati con lausilio di prefissi o suffissi, come quisnam, quidnam, chi mai? che cosa mai?, e quinam, quaenam, quodnam, qual mai?, abbiamo infine uter, utra, utrum, usato sia come pronome, chi dei due?, sia come aggettivo, quale dei due?. Come lindefinito negativo nullus, a, um, anche uter si declina come un aggettivo di prima classe pronominale. La scorsa Lezione abbiamo conosciuto le desinenze dell'infinito presente. Vediamo ora linfinito passato o perfetto. Nella diatesi attiva, esso si infinito perfetto forma aggiungendo al tema del perfetto la terminazione isse87. Nella diatesi passiva,
invece, assume la forma di un verbo composto, di un'unica voce verbale cio composta da due parole: il verbo al participio passato88 + l'ausiliare essere all'infinito presente. Avremo pertanto:
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Si ricordi che il tema del perfetto si ricava facilmente privando della desinenza i la seconda voce del paradigma verbale: voc-o, as, vocv-i, voct-um, re. 88 Il participio passato si forma aggiungendo le desinenze degli aggettivi di prima classe al tema verbale del supino, ottenuto togliendo la desinenza um alla terza voce del paradigma: debo, es, deb-i, debt-um, re.
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Decima Lezione
Roma 2013
Infinito Perfetto delle quattro Coniugazioni Attivo Prima Coniugazione Seconda Coniugazione Terza Coniugazione Quarta Coniugazione vocav-isse debu-isse dix-isse inven-isse Passivo voct-um89, am, um esse debt-um, am, um esse dict-um, am, um esse invent-um, am, um esse
Veniamo allanalisi del primo lungo periodo del secondo capoverso di san Tommaso: secondo capoverso Praetera, Augustnus dicit in libro De utilitte credendi, quod Scriptra quae Testamentum Vetus voctur, quadrifaram traditur: scilcet, secundum historam, secundum aetiologam, secundum analogam, secundum allegoram90.
167
Praetera, Augustnus in libro De utilitte credendi dicit, quod Inoltre Scriptra Agostino nel libro Sullutilit del credere dice che quae voctur Vetus Testamentum, traditur
chiamata Antico Testamento, trasmessa scilcet, secundum historam, secundum aetiologam, cio, secondo la storia, secondo leziologia,
Il secondo capoverso inizia con la parola pratera: la formula con la quale nella Summa vengono introdotte ulteriori argomentazioni a favore di una determinata tesi. Nel nostro caso, dopo aver spiegato che non sarebbe possibile che ununica lettera nella Sacra Scrittura sia interpretabile secondo pi significati, perch ci renderebbe la Bibbia inefficace a essere dimostrazione univoca della verit, ora Tommaso argomenta che inoltre unautorit indiscussa quale Agostino parla di quattro sensi della Scrittura diversi rispetto a quelli di cui si sta disputando adesso: allora forse che i significati siano addirittura non quattro, ma sei o sette? Ci evidentemente assurdo. Detto altrimenti: gli stessi sostenitori della molteplicit di sensi della lettera della Bibbia si contraddicono tra di loro, segno della insostenibilit della tesi da loro sostenuta. Chiarito il senso dellargomentazione prodotta analisi del periodo dallAquinate, passiamo senzaltro alla prima delle nostre analisi: lanalisi del periodo. Come al solito,
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Decima Lezione
Roma 2013
tratta di una congiunzione ottenuta dalla fusione91 di una preposizione (praeter, oltre) e di un pronome (ea, quelle cose), che insieme formavano un complemento, il cosiddetto complemento di eccedenza; una congiunzione coordinativa copulativa (a rigor di logica, la si potrebbe anche definire di eccedenza o aggiuntiva). Incontriamo poi di nuovo la congiunzione subordinativa dichiarativa quod. Infine, scilcet: come praetera, anchessa una congiunzione composta dalla fusione di due parole, in questo caso i verbi scire + licet, lecito sapere, si pu sapere, corrispondente grosso modo quindi alla circonlocuzione italiana vale a dire; pertanto una congiunzione congiunzione esplicativa
coordinativa esplicativa, ovvero che serve a spiegare quanto affermato prima. Rinveniamo anche un pronome relativo, quae, riferito a Scriptra. I predicati sono tre, tutti verbali: dicit, voctur, tradtur. Abbiamo dunque tre proposizioni; di queste, due sono subordinate, perch introdotte rispettivamente da un pronome relativo e da una congiunzione
subordinativa; la reggente pertanto necessariamente la rimanente: praetera dicit, enunciativa, coordinata al capoverso precedente in forma copulativa. Segue la proposizione complementare diretta di primo grado oggettiva: quod tradtur, in effetti, da un punto di vista semantico, il complemento oggetto di dicit, indica cio che cosa Agostino dica. Riferita al soggetto proposizione oggettiva
dell'oggettiva, con la funzione di dare uninformazione in pi a suo riguardo, infine la proposizione attributiva di secondo grado: quae voctur.
un fenomeno frequente anche nella lingua italiana: si pensi ad esempio alle congiunzioni cio, perci, infine.
91
169
Come si vede, non abbiamo preso in considerazione la congiunzione scilcet: ci dovuto al fatto che essa serve a coordinare tra di loro il complemento di modo quadrifaram con i seguenti secundum historam ; cio una congiunzione che non introduce nessuna proposizione, pertanto non di alcun interesse in sede di analisi del periodo. Si noti anche come lattributiva sia incastonata all'interno della complementare alla quale si riferisce: ci capita spesso con le proposizioni relative proprie, in quanto, come ogni attributo, si trovano accanto al termine con il quale sono concordate. Passiamo all'analisi della proposizione. Nella reggente troviamo un analisi delle proposizioni nuovo complemento: il complemento di argomento, formato in latino dalla preposizione de + lablativo; indica a proposito di che cosa si sta parlando o scrivendo. Ci imbattiamo quindi in un gerundio, credendi: il verbo qui usato con valore di sostantivo per esprimere il complemento di specificazione del complemento di argomento (e che credendi abbia complemento di argomento valore di sostantivo confermato dal fatto che potrebbe essere sostituito dal sostantivo vero e proprio fidi). Nella dichiarativa oggettiva troviamo laggettivo numerale moltiplicativo92, derivato aggettivi moltiplicativi da quattor, quadrifaram;
sebbene in accusativo, esso tuttavia svolge la funzione non di complemento oggetto, bens
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Decima Lezione
Roma 2013
valore avverbiale (viene chiamato infatti accusativo alla greca); in genere femminile e numero singolare perch accusativo avverbiale, o alla greca
quadrifaram, ovvero le quattro forme in cui secondo Agostino pu essere trasmesso lAntico Testamento: secundum historam, . Secundum + laccusativo traduce in latino il complemento di modo: come gi rilevammo nella settima Lezione, tuttavia espressione che si lascia interpretare anche come complemento di limitazione. Nella proposizione relativa troviamo infine un nuovo complemento sul quale vale la pena soffermarsi brevemente: il complemento predicativo del soggetto. In quae Testamentum Vetus voctur, che chiamata Antico Testamento, Antico Testamento infatti complemento predicativo del soggetto. Esso risponde alla domanda: come?; tuttavia, a differenza del complemento di modo, in italiano non introdotto da nessuna preposizione93 e in latino va al caso nominativo e non ablativo. Viene detto complemento predicativo perch completa il significato del predicato, e del soggetto perch si riferisce al soggetto. possibile elencare alcune categorie di verbi che reggono sempre il complemento predicativo del soggetto; sono verbi che da soli non bastano a predicare qualcosa di senso compiuto: non sono autonomi come i verbi predicativi, ma nemmeno privi di valenza semantica come il verbo complemento predicativo del soggetto
Al pi, pu essere introdotto, come vedremo, dalle preposizioni come, da, per, a, in, o da circonlocuzioni del tipo in qualit di, in conto di, o dal pronome quale; il complemento di modo invece introdotto da altre preposizioni: solitamente con o in.
93
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copulativo essere94; si trovano piuttosto a met strada tra gli uni e laltro. Sono i verbi: 1) appellativi (dal verbo latino appello, as, vi, tum, re, chiamare): essere chiamato, essere detto, essere soprannominato, ecc. 2) elettivi: essere eletto, essere nominato, ecc. 3) estimativi: essere stimato, essere considerato, essere giudicato, ecc. 4) effettivi (dal latino effco, is, fci, fectum, re, compiere, fare): essere fatto, essere reso, ecc. Come si vede, sono tutti verbi passivi; le complemento predicativo delloggetto medesime voci, allattivo, reggono il complemento predicativo delloggetto, detto cos perch si riferisce
al complemento oggetto. In latino si traduce con laccusativo; avremo perci: Vocmus Scriptram Vetus et Novum Testamentum, chiamiamo la Scrittura Antico e Nuovo Testamento. Per questo motivo le grammatiche latine parlano di doppio accusativo, quando trattano del complemento predicativo delloggetto: un primo accusativo infatti serve a tradurre il complemento oggetto (Scriptram), un secondo il complemento predicativo (Vetus et Novum Testamentum). Analogamente si parla di doppio nominativo a proposito del complemento predicativo del soggetto: un nominativo quello del soggetto (quae) e un altro quello del complemento predicativo (Vetus
Testamentum95).
Per questo motivo preferiamo non chiamarli verbi copulativi, come pure invece fanno molte grammatiche. 95 Nel nostro esempio, tra doppio accusativo e doppio nominativo non si ha nessuna variazione di desinenza, perch si tratta di vocaboli neutri, la cui uscita al nominativo e allaccusativo pertanto la medesima.
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Decima Lezione
Roma 2013
Oltre alle categorie di verbi sopra elencate, il complemento predicativo pu essere retto anche da molti altri verbi predicativi, che di per s hanno senso compiuto anche da soli; per esempio, vivere e morire: cos possibile dire Agostino mor, ma anche Agostino mor vescovo; o ancora, avere e prendere: Agostino ebbe un maestro, ma anche Agostino ebbe Ambrogio come maestro96. Possiamo infine volgerci allanalisi della parola. Vale la pena soffermarsi solo su alcuni vocaboli. Libro uno dei sostantivi di seconda declinazione che al nominativo a desinenza zero e che, tranne che in quel caso, nel resto della flessione perde la e del tema: liber, libri. Utilitte sostantivo di terza declinazione in dentale: utiltas, tis. Credendi gerundio, come facilmente riconoscibile dal tipico suffisso nd, dal verbo credo, is, ddi, dtum, re. Quae pronome relativo: qui nominativo femminile singolare, ma di per s sarebbe potuto essere anche nominativo femminile plurale e nominativo e accusativo neutro plurale ( esercizio sempre molto utile domandarsi quali altri casi sarebbe potuta essere una determinata desinenza!). Vetus un aggettivo di seconda classe a una sola uscita, con unimportante variazione del tema dal nominativo al genitivo: vetus, vetris; inoltre, mentre la maggior parte degli aggettivi di seconda classe escono allablativo singolare in i, al genitivo plurale in vetus, ris analisi della parola
Si noti appunto che, come gi preannunciato, in italiano il complemento predicativo pu essere introdotto anche da alcune preposizioni e locuzioni: si pu anche dire infatti Agostino mor in qualit di vescovo, o Agostino ebbe Ambrogio per maestro, ecc.
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um e ai casi retti del neutro plurale in a, vetus esce rispettivamente in e, um e a97. I quattro sostantivi di prima declinazione, historam, aetiologam, attenzione alla pronuncia! analogam e allegoram, hanno la particolarit di andare letti con laccento tonico sulla terzultima sillaba, in o, in quanto la penultima sillaba, in i, breve98: dunque uno dei pochi casi in cui in italiano la parola va letta come in greco e non come in latino99. Sul significato etimologico di histora, analoga e allegora avremo modo di soffermarci in seguito, quando Tommaso utilizzer questi termini per esporre la propria dottrina dei quattro sensi di una sola lettera nella Sacra Scrittura. Qui vale la pena ricordare soltanto che Testamentum traduce il greco diathke, che a sua volta traduce lebraico bert, che testamentum significa non testamento, ma alleanza (e in effetti la
Bibbia il racconto delle due alleanze di Dio con Israele prima e con lumanit intera poi, e non certo dei due testamenti!); lequivoco fu originato dal fatto che diathke in greco significa sia alleanza sia testamento, in quanto etimologicamente indica una generica disposizione, ordinamento. Nella prossima Lezione studieremo due importanti argomenti di sintassi latina: un uso particolare del pronome relativo, detto nesso relativo, e la doppia costruzione di un verbo molto frequente quale vidor.
Pochi altri aggettivi di seconda classe escono allablativo singolare in e e al genitivo plurale in um: pauper, paupris (povero), princeps, princpis (primo), partceps, particpis (partecipe), superstes, supersttis (superstite), compos, comptis (padrone), sospes, sosptis (salvo), dives, divtis (ricco). 98 Come si ricorder, se la penultima sillaba breve, laccento allora cade sulla terzultima. Bisogna tener presente infatti che in latino, a differenza che in italiano, il gruppo vocalico ia non fa dittongo, vale cio come due sillabe: proprio questa differenza giustifica il diverso accento nella medesima parola in italiano e in latino. 99 Si noti che lo stesso fenomeno si ripete con il vocabolo philosopha!
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Decima Lezione
Roma 2013
Per verificare il mio apprendimento: Compilare le schede di analisi del periodo, della proposizione e della parola di Praeterea, Augustinus Declinare il sostantivo utiltas, tis e laggettivo vetus, ris Coniugare allinfinito perfetto attivo e passivo i verbi voco, debo, dico, trado, inveno Coniugare allinfinito perfetto il verbo sum Declinare il pronome indefinito negativo nemo, nihil e quello interrogativo quis, quid Cosa sono gli aggettivi numerali moltiplicativi? Cos un accusativo avverbiale? Perch detto anche accusativo alla greca? Cosa sono i complementi di argomento e di eccedenza? Cosa sono i complementi predicativi del soggetto e delloggetto? Perch si chiamano cos? Da quali verbi sono introdotti? Cosa si intende nella sintassi latina con le espressioni doppio nominativo e doppio accusativo? Cosa ha di particolare la declinazione dellaggettivo vetus, ris?
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ANALISI DEL PERIODO: Praetera, Augustnus dicit in libro De utilitte credendi, quod Scriptra quae Testamentum Vetus voctur, quadrifaram tradtur: scilcet, secundum historam, secundum aetiologam, secundum analogam, secundum allegoram
Elencare le congiunzioni specificandone il tipo 1 Praetera = congiunzione Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Elencare i predicati (verbali o nominali) Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza
Elencare in ordine degradante le proposizioni Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo reggenti, complementari e attributive, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Praetera ... dicit = proposizione reggente
enunciativa coordinata al periodo precedente in forma copulativa 2 Quod ... tradtur = proposizione complementare diretta oggettiva di I grado
3 Quae ... voctur = proposizione attributiva di II
grado
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Decima Lezione
Roma 2013
ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Praetera, Augustnus dicit in libro De utilitte credendi, quod Scriptra quae Testamentum Vetus voctur, quadrifaram tradtur: scilcet, secundum historam, secundum aetiologam, secundum analogam, secundum allegoram
Soggetto
Augustnus Scriptra
Connettori
praetera = coordinativo copulativo quod = subordinativo dichiarativo scilcet = coordinativo esplicativo
quae (riferito a Scriptra) Vetus Testamentum = complemento predicativo del soggetto (con attributo)
Complementi indiretti
in libro = complemento di stato in luogo quadrifaram = complemento di modo secundum historam , ... = complemento di modo o di limitazione
Complementi indiretti
de utilitte = complemento di argomento credendi = complemento di specificazione del complemento di argomento
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ANALISI DELLA PAROLA: Praetera, Augustnus dicit in libro De utilitte credendi, quod Scriptra quae Testamentum Vetus voctur, quadrifaram tradtur: scilcet, secundum historam, secundum aetiologam, secundum analogam, secundum allegoram
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo (verbi) Genere (sostantivi, aggettivi e pronomi) Persona (verbi) Numero (verbi , sostantivi, aggettivi e pronomi)
congiunzione sostantivo verbo predicativo preposizione sostantivo preposizione sostantivo verbo sostantivato
coordinativa copulativa Augustnus, i, II declinazione dico, is, dixi, dictum, re, III coniugazione, transitivo attivo in + ablativo = complemento di stato in luogo liber, libri, II declinazione de + ablativo = complemento di argomento utiltas, tis, III declinazione, in dentale credo, is, creddi, credtum, re, III coniugazione, transitivo attivo, II declinazione subordinativa dichiarativa scriptra, ae, I declinazione qui, quae, quod testamentum, i, II declinazione vetus, vetris, II classe a 1 uscita nominativo indicativo maschile presente singolare III singolare
ablativo
maschile
singolare
femminile
singolare singolare
nominativo
femminile
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nominativo, riferito a Scriptra femminile nominativo neutro nominativo (concordato con neutro Testamentum)
Decima Lezione
Roma 2013
voco, as, vi, tum, re, I coniugazione, transitivo passivo di modo trado, is, traddi, tradtum, re, III coniugazione, transitivo passivo coordinativa esplicativa secundum + accusativo = complemento di modo o di limitazione histora, ae, I declinazione aetiologa, ae, I declinazione analoga, ae, I declinazione allegora, ae, I declinazione
indicativo
presente
III singolare
indicativo
presente
III singolare
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Roma 2013
Undicesima Lezione
In questa Lezione impareremo: la costruzione del nesso relativo il significato, la costruzione e la funzione del verbo vidor a riconoscere gli avverbi rafforzativi a compilare le tre schede, di analisi del periodo, della proposizione e della parola, di Quae quidem quator a apprezzare alcuni rilievi etimologici
Questi quattro sensi certamente sembrano essere del tutto diversi dai quattro praedictis. detti sopra.
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Undicesima Lezione
Roma 2013
accompagnato dal verbo modale videntur; c' infine un pronome relativo, quae, riferito a senso100 ai quattro significati che la lettera della Sacra Scrittura pu avere secondo Agostino, ricordati appena sopra. Evidentemente dunque una sola la proposizione, necessariamente reggente, di tipo enunciativo. Si pone tuttavia un problema: come mai una proposizione reggente introdotta da un pronome relativo? In effetti, una situazione simile nella sintassi italiana non sarebbe ammessa, tant che abbiamo tradotto il latino quae non con un relativo italiano, bens con il dimostrativo questi. Qui ci troviamo pertanto davanti a una differenza tra lingua italiana e latina. In italiano non mai possibile cominciare una reggente con un pronome relativo; il relativo introduce sempre solo una subordinata. In latino invece si d un caso in cui il pronome relativo possa introdurre una proposizione reggente: quando il relativo si trovi a inizio frase. Questa costruzione viene chiamata nesso relativo, in quanto si instaura un collegamento, un nesso appunto, tra due periodi nesso relativo
attraverso un pronome relativo. In queste circostanze, in italiano, come gi detto, il pronome relativo latino viene tradotto con un dimostrativo; tuttavia facile comprendere il significato della costruzione latina: posto a inizio frase, il pronome relativo serve a collegare strettamente quanto appena detto nel periodo precedente con quello che si sta per enunciare. In generale, il pronome relativo in latino sintatticamente pi forte che in italiano: non solo pu introdurre una reggente, ma pu anche trovarsi
Si definisce a senso una concordanza non grammaticale, ma semantica, relativa cio al solo significato: per questo nel nostro caso il pronome relativo al genere neutro, sebbene i quattro vocaboli ai quali si riferisca siano femminili.
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precederlo101, o attrarlo nella proposizione relativa facendolo concordare con s102. Veniamo all'analisi della proposizione. Il analisi della proposizione soggetto del predicato videntur esse alina quae quator. Poich il predicato nominale, non c' complemento oggetto; c' invece un solo complemento indiretto, retto complemento di separazione dall'aggettivo alina: a quator praedictis, il cosiddetto complemento di separazione, che indica il termine rispetto al quale si afferma una differenza o dal quale ci si distacca, in latino reso con a/ab103 + lablativo. Abbiamo gi detto che il predicato nominale esse alina accompagnato dal verbo modale videntur: ora, per, proprio a proposito del verbo vidor occorre aprire una lunga parentesi. Vidor vidor: verbo deponente o passivo? in latino significa
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la cosiddetta prolessi o anticipazione del relativo: per esempio, quem dedisti, librum legi, ho letto il libro che mi hai dato; in italiano invece il pronome relativo deve seguire sempre immediatamente il termine al quale si riferisce. 102 la cosiddetta attrazione del relativo: per esempio, quem dedisti librum, pulcherrmus est, il libro che mi hai dato bellissimo. 103 Per motivi di eufonia, ovvero al fine di ottenere un suono pi gradevole, a si usa a davanti a parole che inizino per consonante e ab dinanzi a vocaboli che comincino per vocale (cos come avviene in italiano, ad esempio, con le congiunzioni e/ed).
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Undicesima Lezione
Roma 2013
semplice passivo di vido: il sembrare, l'apparire, in effetti, altro non sono che il modo in cui siamo visti dagli altri; sembrare davvero essere visti, il passivo del verbo vedere. Tutte le grammatiche latine spiegano che vidor presenta due costruzioni: personale e impersonale. Personale la costruzione che incontriamo nella frase che stiamo analizzando: videntur ha un soggetto, quae quator, e regge un predicato all'infinito, esse alina, la cui parte nominale al nominativo. Impersonale invece la costruzione di vidor che abbiamo trovato all'inizio dell'articlus costruzione personale e impersonale di vidor
soggetto l'intera proposizione soggettiva che esso stesso regge, quod . Nel latino classico, si utilizza la costruzione impersonale quando vidor ha una sfumatura di significato deliberativa, quando cio significa sembrare bene, sembrare opportuno (deliberre significa prendere una decisione, fare una scelta); assume invece costruzione personale quando ha una sfumatura di significato opinativa, quando cio serve a specificare che quel che si va enunciando solo un'opinione, un parere. Una volta chiarito tutto questo, resta solo da definire che tipo di verbo sia vidor: un verbo predicativo, copulativo vidor: verbo predicativo, copulativo o modale?
o modale? Qui le opinioni divergono: secondo Tantucci, ad esempio, sembrare un verbo copulativo e come tale pu introdurre il predicato nominale in
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sostituzione del verbo essere104; anche per Piazzi vidor un verbo copulativo, ma proprio per questo regge piuttosto il complemento predicativo105. A mio avviso, la soluzione logicamente pi semplice e lineare interpretare vidor e sembrare come verbi modali, tali cio che aggiungono una semplice sfumatura di significato, opinativa, ai predicati veri e propri, siano essi verbali o nominali. Ci sembra evidente nel caso della costruzione personale di vidor; ma anche nella costruzione impersonale, dove sembrerebbe prevalere il valore predicativo in quanto vidtur non viene accompagnato n da un altro verbo n da un aggettivo, basta sottintendere la copula essere per far risaltare il valore modale del verbo sembrare, cosicch ad esempio vidtur convenens, sembra conveniente, sta per vidtur esse convenens, sembra essere conveniente106. Passiamo all'analisi della parola. Quae potrebbe essere anche un nominativo femminile singolare o plurale; qui analisi della parola tuttavia sicuramente un nominativo neutro
plurale perch concordato con alina, che non pu essere un femminile plurale (potrebbe essere un femminile singolare, ma in questo caso il verbo videntur a impedire di pensare che quae e alina possano essere
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Cfr. V. Tantucci, Analisi logica, Poseidonia, Bologna 1997, pp.14-15. A p.14 riportato il seguente esempio: Il padre non sembrava (=era) contento (il grassetto nel testo). 105 Cfr. F. Piazzi, Breve iter. Grammatica e Lessico essenziale di latino , Cappelli editore, Bologna 2000, p.74. 106 vero che nel latino classico spesso si trova il solo vidtur con valore impersonale, con il significato di sembra bene; ma anche in questo caso non difficile sottintendere un esse convenens. Ci nondimeno, per semplicit, quando ci trovassimo, come accaduto allinizio del testo di san Tommaso, di fronte a un vidtur impersonale, nelle tre analisi lo considereremo un predicato verbale.
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singolari). Quator un aggettivo numerale cardinale invariabile107 ( attestata anche la forma quattor, con la doppia tt). Quidem108 e omnno sono avverbi rafforzativi: servono a ribadire e intensificare quanto sostenuto dai termini ai quali si riferiscono (si ricordi che adverbum in latino significa appunto parola posta vicino a un'altra parola). Concludiamo con pochi rilievi etimologici. Praedictis, ablativo neutro plurale retto dalla preposizione a, il participio passivo di praedco, is, dxi, dictum, re, composto del verbo dico + il prefisso prae, prima: interessante notare che nell'italiano predica il medesimo prefisso prae ha valore non temporale, prima di, anteriormente a, ma locativo, dinanzi a tutti, pubblicamente109. Alina, diversa, aggettivo derivato da alus, a, um, altro; emblematico che in latino alinus possa significare anche nemico, cos come del resto hostis, is sia straniero sia nemico: il diverso, laltro sempre sentito pericoloso, ostile, avvertito come un potenziale avversario. Infine omnno deriva dall'aggettivo indefinito omnis, e, in italiano ogni al singolare, tutti al plurale: omnno dunque deriva da omnis proprio come in italiano del tutto da tutto. Nella prossima Lezione, analizzando l'ultimo periodo del secondo capoverso, potremo studiare luso del congiuntivo nella sintassi latina.
In latino, tutti gli aggettivi numerali cardinali sono invariabili, tranne unus, duo e tres, i numeri delle centinaia e delle migliaia. 108 Si faccia attenzione a non confondere l'avverbio quidem con il pronome indefinito quidam, quaedam, quoddam, un certo, qualche. 109 Si tenga per presente che litalian o predicare viene dal latino praedco, as, vi, tum, re, composto del verbo dicre e non di dicre (dicre, dire solennemente, del resto un semplice intensivo di dicre, dire).
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avverbi rafforzativi
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Per verificare il mio apprendimento: Compilare le schede di analisi del periodo, della proposizione e della parola di Quae quidem Identificare il complemento di separazione Definire gli avverbi rafforzativi Distinguere tra costruzione personale e impersonale del verbo vidor Argomentare in che senso vidor pu essere interpretato come un vebo predicativo, copulativo e modale Che cos il nesso relativo? Che cos lattrazione del relativo? Cosa la prolessi del relativo?
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Undicesima Lezione
ANALISI DEL PERIODO: Quae quidem quator a quator praedictis videntur esse alina omnno
Elencare le congiunzioni Elencare pronomi relativi Elencare i predicati specificandone il tipo (e avverbi) specificando il (verbali o nominali) termine al quale si riferiscono 1 Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza
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Quae (riferito al videntur esse alina Quae ... videntur esse alina periodo precedente; ma = predicato nominale qui vale come nesso (con verbo modale) relativo: introduce la reggente)
Elencare in ordine degradante le proposizioni Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo reggenti, complementari e attributive, indicando per Praetera dicit ciascuna il grado e il tipo Quod Scriptra (quae voctur) tradtur quadrifaram Quae videntur esse alina 1 Quae ... videntur esse alina = proposizione
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ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Quae quidem quator a quator praedictis videntur esse alina omnno
Soggetto
Connettori
Quidem videntur esse alina omnno= Quae quator (con attributo) predicato nominale (con verbo modale) (i due avverbi sono inseriti qui perch, come a volte capita con gli avverbi, vanno a aggiungere sfumature di significato al predicato senza costituire un complemento a s)
Complementi indiretti
A quator praedictis = complemento di separazione (con attributo)
Complementi indiretti
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Undicesima Lezione
ANALISI DELLA PAROLA: Quae quidem quator a quator praedictis videntur esse alina omnno
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo (verbi) Genere (sostantivi, aggettivi e pronomi)
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Parola
pronome relativo avverbio aggettivo numerale cardinale preposizione pronome numerale cardinale verbo con funzione di aggettivo
neutro
plurale
praedco, is, dxi, dictum, re, transitivo passivo, III coniugazione, I classe verbo modale vidor, ris, visus sum, ri, II coniugazione, deponente verbo copulativo sum, es, fui, esse, difettivo, atematico, suppletivo, coniugazione propria aggettivo qualificativo alinus, a, um, I classe avverbio rafforzativo
come quae, concordato a senso con secundum historam, participio, ablativo, concordato con quator indicativo infinito
passato, neutro
plurale
presente presente
III plurale
neutro
plurale
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Dodicesima Lezione
In questa Lezione impareremo: luso del congiuntivo nelle proposizioni reggenti e in quelle subordinate a compilare le tre schede, di analisi del periodo, della proposizione e della parola, di Non igtur convenens e di Praetera preater a apprezzare alcuni rilievi etimologici
Non igtur convenens vidtur quod edem littra Sacrae Scriptrae secundum quator sensus praedictos expontur.
A seguire, come al solito, la traduzione interlineare con la costruzione italiana: Non vidtur igtur convenens quod edem littra
Sacrae Scriptrae expontur secundum quator sensus praedictos. della Sacra Scrittura sia esposta secondo i quattro sensi detti prima.
Cominciamo dall'analisi del periodo. Troviamo due congiunzioni: igtur, coordinativa conclusiva, analisi del periodo
e quod, subordinativa dichiarativa; nessun pronome relativo; due predicati: non convenens vidtur e expontur. Abbiamo quindi due proposizioni:
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Dodicesima Lezione
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non igtur convenens vidtur e quod expontur. Poich quod introduce necessariamente una subordinata, la reggente deve essere non igtur convenens vidtur, enunciativa coordinata al periodo precedente in forma conclusiva: in effetti, qui Tommaso trae le conclusioni rispetto a quanto argomentato nei due periodi precedenti. Quod expontur invece una proposizione complementare diretta di primo grado soggettiva, in quanto svolge la funzione di soggetto del verbo impersonale, predicato della reggente, vidtur, proprio come abbiamo visto accadere nel primo periodo del primo capoverso dellarticlus dellAquinate. L'analisi del periodo cos gi completata. Tuttavia opportuno domandarsi come mai nella proposizione complementare il predicato, expontur, sia al congiuntivo. Come gi spiegammo, il congiuntivo il modo verbale al quale si ricorre congiuntivo e indicativo per esprimere il carattere eventuale, possibile, ipotetico del predicato, di contro all'indicativo, che notoriamente il modo dell'oggettivit, della realt, dei dati di fatto; per questo, indicativo e congiuntivo sono detti rispettivamente anche modi dell'oggettivit e della soggettivit. Pi nello specifico, il congiuntivo, se uso del congiuntivo nelle reggenti utilizzato nelle proposizioni reggenti, pu assumere uno dei seguenti significati:
1) esortativo: esprime un comando, un'esortazione; una sorta di imperativo attenuato (per esempio, i tre congiuntivi nella prima parte del Pater: sanctifictur advenat fiat) 2) ottativo: esprime un desiderio o un rimpianto (optre significa desiderare, augurare; per esempio, sempre nel Pater, i medesimi tre
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congiuntivi possono essere interpretati anche come ottativi: voglia il cielo che sia santificato il tuo nome ) 3) concessivo: indica un'ammissione, una concessione appunto (per esempio: dicat ita Thomas, ammettiamo pure che Tommaso dica cos) 4) dubitativo: esprime un dubbio, un'incertezza in forma interrogativa (in italiano reso con il verbo modale dovere: per esempio, legam librum?, dovrei leggere il libro?) 5) potenziale: indica un'eventualit, una possibilit (il soggetto di solito un pronome indefinito o il cosiddetto tu generico; in italiano reso con il verbo modale potere: per esempio, legres librum, avresti potuto leggere il libro) 6) suppositivo: esprime un'ipotesi, una supposizione (in italiano reso con il modo condizionale, che in latino non esiste: per esempio, legres pulcherrmum librum, avresti letto un libro bellissimo). Nelle proposizioni subordinate invece, come avevamo avuto gi modo di rilevare, si danno tre casi nei quali in latino si ricorre al congiuntivo: 1) quando un fatto presentato come eventuale: il cosiddetto congiuntivo eventuale; il caso del periodo che stiamo analizzando: che la medesima lettera della Scrittura venga spiegata in quattro sensi diversi solo una possibilit, un'ipotesi, non la constatazione di un accadimento 2) quando quanto affermato solo un punto di vista personale, uso del congiuntivo nelle subordinate
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Dodicesima Lezione
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si intende il fatto che non si sta enunciando direttamente e rettamente un evento); per esempio: Laudat Augustnum Thomas quod dixrit verum, Tommaso loda Agostino perch avrebbe detto il vero (che Agostino abbia detto il vero solo l'opinione di Tommaso) 3) quando la proposizione subordinata dipende da un'altra
proposizione il cui predicato sia al modo congiuntivo o infinito: la cosiddetta attrazione modale; in questo caso evidentemente il ricorso al congiuntivo non ha una valenza semantica, ma solo una
giustificazione sintattica: per esempio, ego dico quod liber qui legi pulcher est, io dico che il libro che ho letto bello; ma ego dico librum qui legrim pulchrum esse: la proposizione relativa vuole il congiuntivo, qui legrim, in quanto retta dalla proposizione oggettiva con il predicato all'infinito, pulchrum esse. Passiamo allanalisi delle due proposizioni. La prima presto fatta: il soggetto non c', perch il verbo impersonale, o meglio, la funzione del analisi delle proposizioni soggetto svolta dall'intera proposizione seguente; vidtur convenens un predicato nominale: alla luce di quanto sostenuto nella scorsa Lezione a proposito della costruzione del verbo vidor, infatti, consideriamo vidtur un verbo modale e convenens la parte nominale, con la copula esse sottintesa (si noti che convenens qui sicuramente un neutro, come sempre quando si ha a che fare con il nome di un predicato nominale impersonale). La seconda proposizione pi lunga, ma presenta ancora minori difficolt: expontur il predicato verbale; edem littra il soggetto e Sacrae Scriptrae il complemento di specificazione del soggetto; il complemento oggetto non pu
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esserci, in quanto il verbo passivo; l'unico complemento indiretto secundum quator sensus praedictos: il complemento di modo (o di limitazione) gi incontrato in questo secondo capoverso, reso con secundum + laccusativo. Anche l'analisi della parola dovrebbe risultare scorrevole. Oltre alle due congiunzioni gi analizzate in sede di analisi del periodo, igtur e quod, incontriamo l'avverbio di analisi della parola
negazione non e la preposizione secundum. Come gi rilevato, il verbo expontur al congiuntivo presente, caratterizzato dalla vocale tematica a (si tratta infatti di un verbo appartenente alla terza coniugazione). Troviamo anche l'aggettivo determinativo edem, al nominativo femminile singolare (sarebbe potuto essere anche un ablativo femminile singolare, con la a lunga, o un nominativo o accusativo neutro plurale: sempre utile esercitarsi domandandosi quali casi un determinato vocabolo potrebbe essere), laggettivo numerale cardinale indeclinabile quator e il participio passivo con valore di aggettivo qualificativo praedictos, allaccusativo maschile plurale, concordato con sensus, sostantivo della quarta declinazione, che qui accusativo plurale, ma che di per s sarebbe potuto essere anche nominativo, genitivo e vocativo singolare, o nominativo e vocativo plurale. Convenens infine un participio attivo, anchesso con valore di aggettivo qualificativo: come tutti i participi attivi, si declina secondo il modello degli aggettivi di seconda classe a una sola uscita; qui nominativo singolare, neutro perch, come gi osservato, il predicato nominale impersonale (anche se convenens di per s sarebbe potuto essere anche maschile o
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femminile).
Dodicesima Lezione
Roma 2013
Poich si tratta di un periodo breve e facile, possiamo leggere e analizzare anche il terzo capoverso:
Praetera, praeter praedictos sensus, inventur sensus parabolcus, qui inter illos sensus quator non contintur.
Praetera, praeter sensus praedictos, inventur sensus parabolcus, Inoltre, oltre ai sensi detti sopra, si trova il senso parabolico,
Un secondo praetera introduce una terza argomentazione a favore della medesima tesi finora sostenuta. La nuova argomentazione elementare, del tutto analoga alla precedente: se ai quattro termini indicati da Agostino aggiungiamo quelli enunciati da Tommaso all'inizio dell'articolo ed ora anche quest'ultimo, arriviamo a contare non quattro, bens sette possibili sensi in una sola lettera della Scrittura, ovvero historcus vel littralis, allegorcus, tropologcus sive morlis, anagogcus, aetiologcus e analogcus, e
parabolcus, il che contraddice manifestatamente la dottrina dei quattro sensi della Sacra Scrittura. I predicati verbali sono due, inventur e non contintur; il pronome relativo uno, qui, riferito a sensus parabolcus; analisi del periodo una la congiunzione, praetera, coordinativa
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copulativa. Abbiamo pertanto due proposizioni: unattributiva di primo grado, qui non contintur, e una reggente enunciativa, coordinata al periodo precedente in forma copulativa, praetera inventur. Il soggetto della proposizione relativa proprio il pronome relativo qui; non vi sono complementi oggetti, perch il verbo passivo; c' un solo complemento indiretto: il analisi delle proposizioni
complemento di stato in luogo inter illos sensus quator, reso con inter + laccusativo. Il soggetto della proposizione reggente sensus parabolcus; neanche in questo caso possibile incontrare un complemento oggetto, perch il verbo passivo; l'unico complemento indiretto praeter praedictos sensus, che potremmo denominare complemento di eccedenza. A proposito dell'analisi della parola, non c' nulla di significativo da rilevare; come al solito, rimandiamo alla scheda a fine Lezione per un'analisi puntuale parola per parola. Concludiamo invece con alcuni rilievi etimologici. Convenens composto del prefisso cum + venre, venire insieme, quindi in senso figurato anche giungere allo stesso risultato, concordare: convenens pertanto ci su cui alcuni rilievi etimologici
tutti si trovano d'accordo. Exponre composto invece dal prefisso ex + ponre, porre fuori, quindi in senso traslato, in relazione a ci che si pensa, esporre, esprimere. Praeter una preposizione che pu significare sia eccetto che sia oltre che, formata dal prefisso prae, davanti a: curioso che il valore locativo del prefisso, davanti a, possa far assumere appunto alla medesima preposizione due significati opposti, ovvero quello di
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esclusione, eccetto che, e quello di eccedenza, come nel nostro testo, oltre
Dodicesima Lezione
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che. Come gi rilevato, la congiunzione praetera era evidentemente un originario complemento di eccedenza, praeter ea, oltre a quelle cose, poi irrigiditosi in una congiunzione invariabile110. Inveno un verbo composto dal prefisso in + venre, venire fino a, giungere, quindi per estensione anche trovare, scoprire. Analogamente, contino formato dal prefisso cum + tenre, tenere insieme, quindi anche contenere, abbracciare. Parabolcus invece il calco latino di un aggettivo greco che deriva dal sostantivo parabol, composto di par + bllo, getto, metto accanto, quindi confronto, paragono: la parabola appunto un paragone che attraverso un oggetto noto getta luce su uno ignoto111. Prima di procedere oltre, bene ricordarsi di dedicare del tempo alla lettura a voce alta del testo in originale studiato, da ripetere fino a quando si riesca a leggere capendo e, per cos dire, sentendo in latino quel che si sta proclamando, in modo da raccogliere e gustare i frutti della fatica sopportata. Nella prossima Lezione analizzeremo quindi la presentazione da parte di Tommaso della tesi opposta a quella finora presentata, ovvero il sed est contra.
In italiano la congiunzione inoltre invece il risultato della fusione di due preposizioni, in e oltre; anche in italiano tuttavia troviamo congiunzioni la cui formazione del tutto analoga al praetera latino: per esempio, perci, congiunzione coordinativa esplicativa, deriva dal complemento di causa per ci. 111 Una curiosit: litaliano parola deriva proprio dal latino tardo parabla. Pu costituire infine uno spunto spiritualmente utile ricordare che da un punto di vista etimologico parabllo il contrario di diabllo (il verbo greco da cui deriva il nome diavolo): l'uno infatti significa confrontare, quindi anche mettere insieme, l'altro invece separare, dividere.
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Per verificare il mio apprendimento: Compilare le schede di analisi del periodo, della proposizione e della parola di Non igtur convenens e di Praetera, praeter Distinguere tra congiuntivo esortativo, ottativo, concessivo, dubitativo, potenziale e suppositivo Riconoscere il congiuntivo eventuale, quello obliquo e quello per attrazione modale Perch convenens in convenens vidtur al genere neutro?
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Roma 2013
ANALISI DEL PERIODO: Non igtur convenens vidtur quod edem littra Sacrae Scriptrae secundum quator sensus praedictos expontur
Elencare le congiunzioni Elencare pronomi specificandone il tipo relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono 1 Igtur = congiunzione coordinativa conclusiva 2 Quod = congiunzione subordinativa dichiarativa Elencare i predicati (verbali o nominali) Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza
Non (esse) convenens Non igtur (esse) convenens vidtur vidtur = predicato nominale (con verbo modale) Expontur = predicato verbale Quod ... expontur
Elencare in ordine degradante le proposizioni Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo reggenti, complementari e attributive, Praetera dicit indicando per ciascuna il grado e il tipo Quod Scriptra (quae voctur) tradtur quadrifaram Quae videntur esse alina Non igtur (esse) convenens vidtur 1 Non igtur (esse) convenens vidtur = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma conclusiva 2 Quod ... expontur = proposizione complementare diretta soggettiva I grado Quod ... expontur
199
ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Non igtur convenens vidtur quod edem littra Sacrae Scriptrae secundum quator sensus praedictos expontur
Soggetto
(Il verbo impersonale)
Connettori
Igtur = coordinativo conclusivo
Complementi indiretti
Sacrae Scriptrae = complemento di specificazione del soggetto (con attributo)
Complementi indiretti
Secundum quator sensus praedictos = complemento di modo (o di limitazione, con due attributi)
200
Dodicesima Lezione
Roma 2013
ANALISI DELLA PAROLA: Non igtur convenens vidtur quod edem littra Sacrae Scriptrae secundum quator sensus praedictos expontur
Parola
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione)
Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni)
Non Igtur Convenens Vidtur Quod Edem Littra Sacrae Scriptrae Secundum Quator
avverbio congiunzione verbo con funzione di aggettivo verbo fraseologico congiunzione aggettivo determinativo sostantivo aggettivo qualificativo sostantivo preposizione
di negazione coordinativa conclusiva convno, is, vni, ventum, re, intransitivo, IV coniugazione, II classe a 1 uscita vidor, ris, visus sum, ri, deponente, II coniugazione subordinativa dichiarativa idem, edem, idem littra, ae, I declinazione sacer, sacra, sacrum, I classe scriptra, ae, I declinazione secundum + accusativo = complemento di modo (o di limitazione) indeclinabile participio, nominativo (neutro e presente, neutro non concordato, perch il verbo impersonale) indicativo presente singolare
III singolare
nominativo, concordato con littra nominativo genitivo, concordato con Scriptrae genitivo
201
sensus, us, IV declinazione praedco, is, dxi, dictum, re, transitivo passivo, III coniugazione, I classe expno, is, posi, postum, re, transitivo passivo, III coniugazione
accusativo maschile participio, accusativo (concordato perfetto, maschile con sensus) congiuntivo presente
plurale plurale
III singolare
202
Dodicesima Lezione
Roma 2013
ANALISI DEL PERIODO: Praetera, praeter praedictos sensus, inventur sensus parabolcus, qui inter illos sensus quator non contintur
Elencare le congiunzioni specificandone il tipo 1 Praetera = congiunzione coordinativa copulativa 2 Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Qui (riferito a sensus parabolcus) Elencare i predicati (verbali o nominali) Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza
Inventur (predicato Praetera ... inventur verbale) Non contintur (predicato verbale) Qui ... non contintur
Elencare in ordine degradante le proposizioni Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo reggenti, complementari e attributive, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Praetera ... inventur = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma Praetera inventur sensus parabolcus (qui non contintur) copulativa 2 Qui ... non contintur = proposizione attributiva di I grado
203
ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Praetera, praeter praedictos sensus, inventur sensus parabolcus, qui inter illos sensus quator non contintur
Soggetto
Sensus parabolcus (con un attributo)
Connettori
Praetera = coordinativo copulativo
Complementi indiretti
Praeter praedictos sensus = complemento di eccedenza (con un attributo)
Complementi indiretti
Inter illos sensus quator = complemento di stato in luogo (con due attributi)
204
Dodicesima Lezione
Roma 2013
ANALISI DELLA PAROLA: Praetera, praeter praedictos sensus, inventur sensus parabolcus, qui inter illos sensus quator non contintur
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo (verbi) Genere (sostantivi, aggettivi e pronomi) Persona (verbi) Numero (verbi , sostantivi, aggettivi e pronomi)
Parola
coordinativa copulativa praeter + accusativo = complemento di eccedenza praedco, is, dxi, dictum, re, transitivo passivo, III coniugazione, I classe sensus, us, IV declinazione participio, concordato con sensus, accusativo accusativo perfetto, maschile plurale
Sensus Inventur
maschile presente
sostantivo
invno, is, invni, inventum, re, indicativo transitivo passivo, III coniugazione sensus, us, IV declinazione nominativo concordato con sensus, nominativo riferito a sensus parabolcus, nominativo
aggettivo qualificativo parabolcus, a, um, I classe pronome relativo preposizione qui, quae, quod inter + accusativo = complemento di stato in luogo
maschile
plurale
205
sensus, us, IV declinazione indeclinabile di negazione contno112, es, contini, contentum, re, transitivo passivo, II coniugazione
maschile
plurale
indicativo
presente
III singolare
206
Qui, come gi per invno e convno, viene trascritta la quantit anche della terzultima sillaba, per indicare quale sia la pronuncia corretta della seconda persona singolare, contnes.
112
Roma 2013
Tredicesima Lezione
In questa Lezione impareremo: a discernere i tre valori che pu assumere lablativo semplice: strumentale, causale e modale a usare la congiunzione dum a riconoscere il participio con funzione nominale a compilare le tre schede, di analisi del periodo, della proposizione e della parola, di Sed est contra e di Sacra Scriptra omnes a apprezzare alcuni rilievi etimologici
Sed est contra quod dicit Gregorus: Sacra Scriptra omnes scientas ipso locutinis suae more transcendit: quia uno eodemque sermne, dum narrat gestum, prodit mysterum113.
Sed est
contra
Sacra Scriptra transcendit omnes scientas La Sacra Scrittura oltrepassa tutte le scienze
113
207
more
ipso
suae locutinis:
quia
uno
eodemque sermne,
prodit
mysterum.
Gli articoli della Summa seguono sempre lo stesso schema, debitore del metodo con il quale nelle universit del tempo i professori trattavano gli argomenti nelle loro lezioni, metodo esemplarmente sintetizzato nel titolo dellopera di Abelardo, Sic et non (il titolo fa riferimento al fatto che a ogni domanda possibile rispondere positivamente o negativamente). Rispetto a una determinata questione, l'Aquinate presenta dapprima una serie di argomentazioni a favore di una tesi (sic), poi altre a favore dellasserzione opposta (non); solitamente, ma non una regola osservata rigidamente, la tesi esposta per prima quella osteggiata da Tommaso, che abbraccia la seconda o propone una terza soluzione. La prima posizione introdotta dalla formula vidtur quod; eventuali altre argomentazioni a favore della medesima tesi sono presentate con la formula praetera. La seconda posizione quindi annunciata dall'espressione sed est contra: cos inizia appunto il nostro nuovo vidtur quod praetera sed est contra
208
capoverso.
Tredicesima Lezione
Roma 2013
Dopo aver dunque raccolto tre argomenti a sostegno della tesi secondo cui non sarebbe possibile attribuire a una medesima lettera della Sacra Scrittura molteplici significati, Tommaso passa ora a addurre
unargomentazione a favore dellassunto opposto, secondo il quale sarebbe invece possibile che una sola lettera nella Sacra Scrittura abbia pi sensi. L'argomento uno e molto breve, basato sulla sola autorit di Gregorio Magno. Ci si spiega con il fatto che la tesi quella abbracciata dallo stesso dottor Angelico, che avr pertanto modo di argomentarla ampiamente nella terza parte dell'articolo, nella quale l'autore espone la soluzione alla questione che egli stesso propone. Cominciamo dunque con l'analisi del periodo di questo quarto capoverso analisi del periodo dell'articlus decmus. Per comodit,
il quale Tommaso introduce la citazione di Gregorio: la citazione stessa infatti costituisce senz'altro un periodo a s stante. Troviamo una congiunzione, sed, coordinativa avversativa, un pronome relativo, quod, e due predicati, est e dicit. Abbiamo pertanto due proposizioni, luna introdotta dalla congiunzione e l'altra dal pronome relativo. Prima di procedere, tuttavia, dobbiamo risolvere due quesiti: est copula, ausiliare o predicato verbale? Quod a cosa si riferisce? Iniziamo da est. Sicuramente non ausiliare: non seguito infatti da est contra alcun participio. Piuttosto accompagnato dall'avverbio di modo contra: tradotto letteralmente, in modo contrario. Un'autorit italiana nel campo quale Vittorio Tantucci,
209
ritiene che il nome del predicato pu essere formato da qualsiasi parte del discorso usata in funzione di sostantivo114, compreso un avverbio, e aggiunge un esempio, La vita cos, del tutto analogo al nostro est contra. Ora, per, a mio avviso, proprio il valore modale di contra fa s che est qui si comprenda meglio come predicato verbale, con il significato di stare: sta in modo contrario. Del resto, lo stesso Tantucci riconosce che il verbo essere ha valore predicativo quando sia usato con il significato di esistere, stare, risiedere, appartenere, ecc.115. A cosa si riferisce invece il pronome relativo quod? Nella traduzione italiana, che evidentemente collegato al pronome dimostrativo ci. La difficolt risiede nel fatto che nel testo latino il pronome dimostrativo assente. In effetti, quod si riferisce a una pronome neutro, id o hoc, sottinteso. Si tratta di una situazione frequente in latino. Come abbiamo gi avuto modo di rilevare, il pronome relativo in questa lingua sintatticamente molto pi forte che nelle lingue moderne. Ci comporta, tra l'altro, che spesso il pronome neutro al quale allude sottinteso, in quanto , per cos dire, assorbito dal pronome relativo stesso, cosicch quando si legge quod dicit Gregorus naturale comprendere ci che dice Gregorio116. A questo punto l'analisi del periodo dovrebbe risultare agevole: sed est contra la proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma avversativa; quod dicit lattributiva di primo grado. Anche l'analisi delle proposizioni di fatto gi stata svolta: un pronome quod
210
V. Tantucci, Analisi logica op. cit., p.14. V. Tantucci, Analisi logica op. cit., nota 1 a p.13. 116 In questo senso, il pronome relativo latino quod assomiglia un po' al pronome doppio italiano chi: quod sta per ci che cos come chi sta per colui che.
114 115
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neutro, id o hoc, il soggetto sottinteso del predicato verbale est, che regge il complemento di modo contra; a quel soggetto si riferisce il pronome analisi delle proposizioni relativo quod, che il complemento oggetto di dicit, il cui soggetto ovviamente Gregorus.
Anche l'analisi della parola non dovrebbe presentare alcuna difficolt; rimandiamo perci all'apposita scheda compilata a fine Lezione. Veniamo piuttosto a analizzare la citazione di Gregorio Magno. Troviamo tre predicati verbali, transcendit, narrat e analisi del periodo prodit, e due congiunzioni, entrambe subordinative,
luna causale, quia, l'altra temporale, dum. Abbiamo pertanto la proposizione reggente enunciativa, transcendit, una complementare indiretta causale, quia prodit, di primo grado perch subordinata direttamente alla reggente, e una complementare indiretta temporale, dum narrat, di secondo grado perch subordinata alla proposizione di primo grado. Prima di procedere oltre, vale la pena soffermarsi brevemente sull'uso della congiunzione dum in latino. Essa pu avere tre uso di dum significati:
1) come nel nostro caso, pu esprimere un rapporto di contemporaneit rispetto a unaltra proposizione (nel nostro testo, nei confronti di quia prodit, alla quale dum narrat infatti subordinata, tant che luna di primo grado e laltra di secondo grado: mentre, nello stesso tempo in cui narra un fatto, introduce un mistero): vuole allora il verbo all'indicativo presente e in italiano si traduce con mentre, nello stesso tempo in cui
211
2) pu significare una relazione di simultaneit di durata rispetto a un'altra proposizione (finch, per tutto il tempo durante il quale studia, ascolta la musica): richiede che il predicato sia coniugato a un tempo qualsiasi dell'indicativo e in italiano si traduce con finch, per tutto il tempo che 3) pu rendere un legame di successione rispetto a un'altra
proposizione (finch non, fino al momento in cui non cominci a studiare, ascolta la musica): il verbo pu trovarsi sia all'indicativo sia al congiuntivo, a seconda che il rapporto di successione sia pensato come oggettivo o solamente eventuale, e in italiano si traduce con finch, finch non117, fino al momento in cui. Veniamo all'analisi delle proposizioni. Transcendit il predicato verbale, Sacra Scriptra il soggetto e omnes scientas il complemento oggetto. Ipso more invece un ablativo semplice, non preceduto cio da alcuna preposizione: quale complemento traduce? In latino l'ablativo semplice pu avere tre valori differenti: 1) strumentale: complemento traduce di mezzo il o ablativo semplice: con valore strumentale analisi delle proposizioni
strumento (solo per se si tratta di un animale o di una cosa; se invece una persona, si traduce con per + laccusativo)
212
Si noti come in italiano la congiunzione finch esprima un rapporto di simultaneit, se invece seguita da una negazione, finch non, uno di successione; il non tuttavia pleonastico, ossia pu essere anche omesso.
117
Tredicesima Lezione
Roma 2013
2) modale: traduce il complemento di modo, se esso accompagnato da un aggettivo (tuttavia in tal caso pu trovarsi anche il cum frapposto tra sostantivo e aggettivo: ad esempio, magna cum laude; se invece il complemento di modo costituito solo dal nome, allora reso sempre con cum + lablativo) 3) causale: traduce il complemento di causa, qualora si tratti di una causa interna (come nel nostro caso: il motivo per cui la Sacra Scrittura supera tutte le scienze interno alla causale modale
Sacra Scrittura stessa); se invece la causa esterna (per esempio: Non sono pi uscito a causa della pioggia), il complemento si traduce con ob o propter + laccusativo (nellesempio precedente: propter imbrem). Il nostro ipso more, da un punto di vista sintattico, pu essere un ablativo sia strumentale, perch certo il modo non ipso more
una persona, sia modale, poich il complemento accompagnato dallattributo ipso, sia causale, dal momento che, come gi rilevato, la causa senz'altro interna. Anche guardando al significato della proposizione, tutti e tre i valori sono accettabili: il modo di esprimersi, la qualit letteraria del testo biblico la causa per la quale, il modo con cui e, sebbene forse con un'interpretazione un po' forzata, lo strumento per mezzo del quale la Sacra Scrittura supera tutte le altre scienze; ci nondimeno, tenendo conto che mos, moris significa appunto modo, solitamente l'ablativo more viene considerato un ablativo modale. Anche la seconda proposizione presenta una costruzione diretta, strutturata cio con soggetto predicato complemento oggetto: prodit
213
il predicato verbale, Sacra Scriptra il soggetto sottinteso e mysterum il complemento nuovamente oggetto. un Troviamo semplice, inoltre uno uno eodemque sermne
ablativo
eodemque sermne. Anche in questo caso, sintatticamente esso pu assumere tutti e tre i valori sopra elencati: strumentale perch il discorso non una persona, modale perch il complemento accompagnato da uno, anzi da due aggettivi, uno e edem, causale perch il sermo la Scrittura stessa. Tuttavia, da un punto di vista semantico, questa volta risulta evidente che l'ablativo qui ha un valore solo strumentale: infatti l'unico e medesimo discorso rappresenta il mezzo attraverso cui la Scrittura introduce nel mistero, non certo la causa per la quale o il modo con cui lo fa. Anche la terza proposizione ha una costruzione diretta: narrat il predicato verbale, Sacra Scriptra il soggetto sottinteso e gestum il complemento oggetto. Occorre tuttavia spendere poche parole proprio su gestum: ci ci permette inoltre di passare all'analisi della parola. Morfologicamente, gestum un participio passato, dal verbo gero, is, gessi, gestum, re, che significa tra l'altro anche condurre a termine, compiere; nel latino classico nota l'espressione res gestae, che indica le imprese militari, alla lettera le cose participio nominale
compiute. Ora, il participio, in latino come anche in italiano, pu avere valore verbale o nominale. Il participio verbale lo studieremo in seguito. Nominale invece viene detto il participio che svolga la funzione di sostantivo o aggettivo; nel nostro caso, gestum un vero e proprio sostantivo: significa ci che stato compiuto, quindi semplicemente un fatto, un evento, un
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Tredicesima Lezione
Roma 2013
passato del verbo fare, usato cos spesso nella nostra lingua con valore di sostantivo da essere sentito come un nome a tutti gli effetti. Proseguiamo con l'analisi della parola, analisi della parola e alcuni rilievi etimologici arricchendola anche con alcuni rilievi
di seconda classe a due uscite; potrebbe essere nominativo e accusativo maschile e femminile plurale; qui accusativo plurale femminile, perch concordato con scientas. Il sostantivo scienta deriva dal verbo scio, is, vi, tum, re, sapere; per la precisione, si tratta della sostantivazione del participio attivo sciens, entis: in latino pertanto scienta il scienta sapere in quanto attivo, indica cio latto stesso del conoscere
e non un deposito statico di conoscenze, come pure potrebbe dare a pensare il nome scienza nelle lingue moderne. Ipso locutinis suae more sono due complementi disposti a chiasmo: ipso infatti concordato con more e locutinis con suae118. Ipso laggettivo determinativo ipse, a, um: potrebbe essere dativo e ablativo singolare maschile o neutro; qui ablativo maschile in quanto concordato con more. More lablativo singolare del sostantivo etica e morale maschile di terza declinazione mos, moris: significa costume, modo di comportarsi proprio del singolo o
Il chiasmo una figura retorica nella quale i quattro termini di due coppie sono disposti in modo da formare una x (simbolo che nellalfabeto greco corrisponde alla lettera chi, da cui il nome chiasmo): A (ipso) B (locutinis) B (suae) A (more).
118
215
della societ; da questo nome deriva il termine filosofico morale, cos come dallequivalente greco thos viene etica119. Il sostantivo locuto, nis deriva dal verbo deponente loquor, ris, loctus sum, loqui, parlare. Suae sarebbe potuto essere genitivo e dativo femminile singolare, oppure nominativo femminile plurale; qui genitivo singolare concordato con il femminile locutinis. aggettivo possessivo di terza persona, omofono dellitaliano suo. Come abbiamo gi avuto modo di rilevare nella nona Lezione, per, a differenza dellitaliano suo, suus, a, um pu essere usato solo quando abbia valore riflessivo120, quando cio si riferisca al soggetto della proposizione alla quale appartiene; qualora invece si riferisca a un termine diverso dal soggetto, al posto di suus, a, um si ricorre al genitivo singolare eius, eius, eius o plurale erum, erum, erum del pronome determinativo is, ea, id. In italiano dunque diciamo comunque del suo modo di parlare; in latino invece abbiamo, nel nostro testo, suae locutinis in quanto suae si riferisce al soggetto Scriptra; se per Scriptra non fosse stato il soggetto della proposizione, allora anzich suae lucutionis avremmo avuto eius locutinis, alla lettera, in italiano, del modo di parlare di lei, di essa, della Scrittura appunto. Transcendit lindicativo presente del verbo transcendo, is, scendi, scensum, re: curioso che in italiano significhi non scendere, ma al contrario oltrepassare, superare, in quanto composto di trans, aldil + scando, is, scandi, scansum, re, che significa appunto salire e non
Si tratta di due termini spesso usati come sinonimi. In filosofia, Hegel per tutti distinse tra morale, in riferimento al modo di comportarsi del singolo individuo, e etica, in relazione alle norme di comportamento sociali storicamente determinate. 120 Inoltre suus, a, um aggettivo possessivo di terza persona sia singolare che plurale, mentre in italiano la terza persona plurale loro e non suo.
119
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Tredicesima Lezione
Roma 2013
scendere121. Litaliano scendere viene invece, per aferesi122, dal verbo discendere, in latino descendre, da de + scando, salire, muoversi gi da. In eodemque troviamo la congiunzione enclitica123 que, che incontrammo gi al termine del primo capoverso: uno eodemque sta quindi per uno et eodem. Infine degne di nota sono le etimologie di tre vocaboli: sermne, prodit e mysterum. Sermo, nis sostantivo che viene sermone dal verbo sero, is, seri, sertum, re, intrecciare: il sermone,
o discorso, appunto larte di intrecciare bene le proposizioni tra di loro, cos da formare un bel tessuto di parole. Prodit il presente indicativo del verbo prodo, is, proddi, dtum, re, composto di pro + dare124: alla lettera dare davanti, porgere, quindi emettere, produrre, ma anche, come nel nostro testo, esporre, tramandare125. Mysterum infine il calco mistero latino del greco mystrion: letimologia greca incerta; la pi
probabile lo collega al verbo mo, chiudere, serrare, strizzare, detto in particolare degli occhi: il mistero allude infatti a quella divina realt per vedere la quale occorre uno sforzo supplementare della vista, per mettere a fuoco la quale cio necessario strizzare gli occhi, come sono soliti fare i
Come avviene spesso nei vocaboli composti, la vocale radicale del verbo subisce un apofonia, (che unalternanza di vocale o di quantit vocalica in parole derivate dalla stessa radice), cosicch trans-scando diventa trans-scendo. 122 Aferesi, dal greco aphiresis, sottrazione, indica la caduta di un suono o di un gruppo di suoni allinizio di una parola. 123 Ricordiamo che enclitica (dal greco enclno, inclinarsi sopra, quindi appoggiarsi) detta una parola atona, ovvero priva di accento tonico, che nella pronuncia e nella grafia si appoggia alla parola precedente. 124 Si noti anche in questo caso il fenomeno dellapofonia, per cui prodre diventa prodre. 125 Bella anche letimologia probabile di mandre: dalla locuzione (insieme di due o pi parole che esprime un determinato concetto e costituisce ununit lessicale autonoma) in manus dare, dare nelle mani, affidare.
121
217
miopi (miopia viene appunto dal greco mo + ops, ops, strizzare la vista, gli occhi). Nella prossima Lezione cominceremo la lettura e l'analisi della terza parte dell'articlus decmus, nella quale Tommaso, presentando la propria soluzione alla questione disputata, dimostrer perch e in che senso, come affermato gi da Gregorio, la Sacra Scrittura sia interpretabile sempre a due livelli: a livello letterale, come esposizione di un fatto storico, e a livello spirituale, come introduzione al mistero della vita di Dio.
218
Tredicesima Lezione
Roma 2013
Per verificare il mio apprendimento: Compilare le schede di analisi del periodo, della proposizione e della parola di Sed est contra e di Sacra Scriptra Qual lo schema seguito dagli articoli della Summa? In che senso il pronome relativo in latino sintatticamente pi forte che nelle lingue moderne? Quali sono i tre significati che pu avere la congiunzione dum? Cosa si intende per ablativo strumentale? Cosa per ablativo modale? Cosa per ablativo causale? Quando il participio detto nominale? Da dove derivano i termini morale e etica? In che senso il sostantivo scienta in latino ha un significato pi dinamico rispetto alitaliano scienza? Qual il significato etimologico del vocabolo latino sermo? Qual la pi probabile etimologia del greco mystrion?
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Elencare in ordine degradante le proposizioni Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo reggenti, complementari e attributive, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Sed est = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma avversativa Sed (id) (quod dicit ) est 2 Quod dicit = proposizione attributiva di I grado
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Tredicesima Lezione
Roma 2013
Soggetto
Id (sottinteso) Gregorus
Connettori
Sed = coordinativo avversativo
Complementi indiretti
Contra = complemento di modo
Complementi indiretti
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Parola
Sed Est
coordinativa avversativa sum, es, fui, esse, coniugazione propria, atematico, difettivo, suppletivo di modo qui, quae, quod dico, is, dixi, dictum, re, transitivo attivo, III coniugazione Gregorus, i, II declinazione indicativo presente III singolare
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Tredicesima Lezione
Roma 2013
ANALISI DEL PERIODO: Sacra Scriptra omnes scientas ipso locutinis suae more transcendit: quia uno eodemque sermne, dum narrat gestum, prodit mysterum
Elencare le congiunzioni specificandone il tipo Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Elencare i predicati (verbali o Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la nominali) congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza Transcendit (predicato verbale) Transcendit
Elencare in ordine degradante le proposizioni Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo reggenti, complementari e attributive, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Transcendit = proposizione reggente enunciativa Transcendit 2 Quia ... prodit = proposizione complementare indiretta causale di I grado 3 Dum narrat = proposizione complementare indiretta temporale di II grado quia ... prodit dum narrat (il simbolo sta a indicare che tra le due proposizioni complementari sussiste un rapporto di contemporaneit temporale)
223
ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Sacra Scriptra omnes scientas ipso locutinis suae more transcendit: quia uno eodemque sermne, dum narrat gestum, prodit mysterum
Soggetto
Sacra Scriptra (con attributo)
Connettori
Complementi indiretti
Ipso more = complemento di modo (con attributo) Uno eodemque sermne = complemento di mezzo (con due attributi)
Complementi indiretti
Suae locutinis = complemento di specificazione del complemento di modo (con un attributo)
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Tredicesima Lezione
Roma 2013
ANALISI DELLA PAROLA: Sacra Scriptra omnes scientas ipso locutinis suae more transcendit: quia uno eodemque sermne, dum narrat gestum, prodit mysterum
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo (verbi) Genere (sostantivi, aggettivi e pronomi) Persona (verbi) Numero (verbi , sostantivi, aggettivi e pronomi)
Parola
aggettivo qualificativo sacer, sacra, sacrum, I classe sostantivo aggettivo indefinito sostantivo aggettivo determinativo sostantivo aggettivo possessivo riflessivo sostantivo verbo predicativo scriptra, ae, I declinazione omnis, e, II classe a 2 uscite scienta, ae, I declinazione ipse, ipsa, ipsum locuto, nis, III declinazione in nasale suus, a, um, I classe mos, moris, III declinazione transcendo, is, scendi, scensum, re, transitivo attivo, III coniugazione
concordato con Scriptra, nominativo nominativo concordato con scientas, accusativo accusativo concordato con more, ablativo genitivo concordato con locutinis, genitivo ablativo indicativo
singolare singolare plurale plurale singolare singolare III singolare singolare III singolare
225
subordinativa causale unus, a, um, I classe, pronominale concordato con sermne, ablativo maschile singolare
congiunzione enclitica coordinativa copulativa aggettivo determinativo sostantivo congiunzione idem, edem, idem sermo, nis, III declinazione in nasale subordinativa temporale; dum + indicativo presente = rapporto di contemporaneit (mentre, nello stesso tempo in cui) narro, as, vi, tum, re, transitivo attivo, I coniugazione concordato con sermne, ablativo ablativo maschile maschile singolare singolare
Narrat Gestum
indicativo
Prodit Mysterum
gero, is, gessi, gestum, re, participio, accusativo transitivo passivo, III coniugazione, II declinazione prodo, is, proddi, prodtum, re, indicativo transitivo attivo, III coniugazione mysterum, i, II declinazione accusativo
presente neutro
226
Quattordicesima Lezione
Roma 2013
Quattordicesima Lezione
In questa Lezione impareremo: a distinguere tra proposizioni relative proprie e improprie a identificare le proposizioni infinitive a riconoscere luso della perifrastica passiva e del dativo dagente a tradurre la proposizione finale con ad + gerundio o gerundivo a discernere tra i diversi significati che pu assumere la congiunzione subordinativa ut ad apprezzare letimologia di alcuni vocaboli e in particolare di auctor
in cuius potestte est ut non solum accommdet voces nella cui potest che non solo adatti
ad significandum
227
( quod
res ipsas.
Respondeo dicendum quod la formula con la quale nella Summa Tommaso, dopo aver presentato le argomentazioni pro (vidtur quod praetera ) e contro (sed est contra ) una determinata tesi, introduce la Respondo dicendum quod sezione dell'articolo in cui vengono presentate le argomentazioni a favore della soluzione che egli
stesso propone, ovvero, nel nostro caso, quella secondo la quale il medesimo testo della Sacra Scrittura possa avere fino a quattro sensi differenti. Ci soffermeremo in seguito a spiegare il significato della dottrina proposta dall'Aquinate. Per il momento, cominciamo subito con l'analisi del periodo del testo appena trascritto. Le congiunzioni sono tre: la subordinativa dichiarativa quod, unaltra analisi del periodo subordinativa dichiarativa che incontriamo qui per la prima volta, ut, e la coordinativa avversativa
sed. I pronomi relativi sono due: cuius, riferito a Deus, e quod, un neutro in cui riassunto quanto affermato nella proposizione precedente (ovvero la capacit di significare qualcosa attraverso le parole). I predicati sono sei: i nominali dicendum e est Deus e i verbali respondo, est, accommdet e facre potest. Collegando congiunzioni e pronomi relativi ai predicati otteniamo sette proposizioni. Iniziamo dagli accoppiamenti pi manifesti. Anzitutto, i pronomi relativi: cuius con est e quod con facre potest. Quindi le congiunzioni dichiarative: quod con est Deus e ut con accommdet.
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Altre due proposizioni, poste a inizio periodo, sono costituite solamente dai
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predicati: respondo e dicendum. Resta unultima congiunzione, sed, non legata a nessun predicato: essa infatti coordinata in forma avversativa alla precedente ut non solum accommdet, cosicch il predicato accommdet, per non essere ripetuto, rimane sottinteso. La proposizione reggente evidentemente respondo. A essa direttamente subordinata la complementare dicendum: una dichiarativa oggettiva, in quanto costituisce il complemento oggetto di respondo, dicendo che cosa san Tommaso risponde. A sua volta, anche quod est Deus una complementare diretta dichiarativa, questa volta per soggettiva, in quanto il fatto che lautore della Sacra Scrittura sia Dio costituisce il soggetto di dicendum, ovvero ci che deve essere detto. In cuius potestte est la proposizione relativa, subordinata alla dichiarativa soggettiva. Ut non solum accommdet una seconda dichiarativa soggettiva, subordinata questa volta alla relativa: infatti il soggetto di est, poich il fatto di attribuire le parole alle cose per significarle il potere comune a Dio e uomini. Come gi detto, sed etam proposizione ellittica: si contrappone a ut non solum e vi sottinteso il predicato accommdet; nel potere di Dio, argomenta Tommaso, non solo di utilizzare le parole per significare le cose, ma anche di utilizzare le cose stesse per significare altre cose: sed etam quindi una dichiarativa soggettiva coordinata alla precedente soggettiva in forma avversativa (oltre a accommdet vi sottinteso quindi anche un altro ut: nel potere di Dio non solo che , ma anche che ). Unultima proposizione lattributiva quod facre potest, che, come gi detto, si riferisce alla precedente soggettiva, ut non solum , con essa pertanto concordata a senso (a meno che si ipotizzi un pronome dimostrativo,
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id o hoc, sottinteso in quanto assorbito dal relativo quod). Si tratta dunque di un periodo breve, ma composto da ben sette proposizioni, subordinate le une alle altre fino al quinto grado! Alla fine del capitolo, nella scheda di analisi del periodo compilata, viene riportato anche il relativo e complesso diagramma di flusso. Sul senso dellargomentazione dellAquinate, come gi detto, ci soffermeremo nella prossima Lezione. Per il momento, vale la pena piuttosto indugiare su alcune importanti osservazioni sintattiche. Il primo est ha valore copulativo: infatti unito al nome Deus e risponde alla domanda chi lautore della Sacra Scrittura?. Il secondo est al contrario un predicato verbale: non unito n a un sostantivo n a un aggettivo e ha il significato di stare, risiedere (tant che accompagnato dal complemento di stato in luogo in potestte). La seconda proposizione attributiva ha invece un predicato verbale composto da due verbi: ci dovuto al fatto che potest un modale, che aggiunge solo una sfumatura di significato al vero predicato proposizioni relative proprie e improprie verbale, facre. Questa seconda come gi
proposizione
attributiva,
rilevato, costituisce un autentico attributo dellintera proposizione alla quale si riferisce. Nella precedente attributiva invece il pronome relativo concordato con Deus, ma esso stesso un complemento di specificazione del complemento di stato in luogo in potestte, con il quale forma un tuttuno: per questo motivo in cuius potestte est una proposizione relativa che in verit non unattributiva, bens una complementare indiretta locativa. In simili casi, la proposizione relativa viene
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propria, ma una complementare indiretta. Per la precisione, oltre che locativa126, la proposizione relativa pu svolgere la funzione di
complementare indiretta 1) finale: La Sacra Scrittura esige uninterpretazione adeguata che (=affinch essa) sia corretta 2) consecutiva: Tommaso costruisce argomentazioni che (= tali che) siano inconfutabili 3) causale: Dio perdona costoro che (= poich) hanno il cuore contrito 4) concessiva: Luomo, che conosce (=sebbene conosca) il bene, compie il male 5) ipotetica: Il filosofo che (= se) avesse letto Tommaso, ne rimarrebbe ammirato 6) temporale: Mi rivolgo a te che (= mentre) leggi. Incontriamo infine due forme verbali caratterizzate dal suffisso -ndproprio del gerundio e del gerundivo: dicendum e significandum. Le considerazioni su questi due vocaboli sono un poco pi complesse. Come si ricorder, il gerundio un verbo con valore di sostantivo, traduce linfinito sostantivato italiano e ha gerundio e gerundivo
Per la verit, anche questa classificazione che stiamo presentando non universalmente condivisa. Ad esempio, Tantucci (Analisi logica, Poseidonia, Bologna 1997, p.203) non fa rientrare le locative tra le relative improprie; non solo, ma trattando delle complementari indirette locative (p.206), distingue tra queste (andremo dove ci sar bisogno di noi) e le attributive introdotte da un avverbio locativo che in realt ha il valore di un pronome relativo che traduce un complemento di luogo (Quarto lo scoglio donde partirono i Mille, con donde = dal quale). A mio avviso, invece, quasi ogni avverbio locativo pu essere sostituito da un pronome relativo: cos, proprio nell'esempio riportato da Tantucci, andremo dove ci sar bisogno di noi sta per andremo nel luogo in cui ci sar bisogno di noi. Ci mi sembra confermare che le relative possano avere anche il valore di locative.
126
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sempre significato attivo: dicendum e significandum andrebbero tradotti allora con il dire e il significare. Il gerundivo invece un verbo con valore di aggettivo, ha sempre significato passivo e in italiano si traduce con linfinito preceduto dalla preposizione da: dicendum e significandum starebbero pertanto per da dirsi e da essere significato. Morfologimante in latino sono due forme verbali identiche: possibile distinguere luna dallaltra solo alla luce del contesto. Nel nostro periodo, entrambi i voca boli hanno la desinenza um, propria o del nominativo neutro singolare o dellaccusativo singolare (il gerundio infatti si declina come un sostantivo di seconda declinazione e il gerundivo come un aggettivo di prima classe). Siccome il gerundio si flette solamente al singolare, manca del nominativo e allaccusativo si usa solo se preceduto dalla preposizione ad (infatti in latino per tradurre il verbo sostantivato con valore di soggetto o complemento oggetto si ricorre allinfinito e non al gerundio), di conseguenza dicendum non pu essere un gerundio. Sar un gerundivo: ma con quale significato? Con quale funzione logica? Incontriamo qui per la prima volta una costruzione molto frequente nella lingua latina: la cosiddetta infinitiva. Finora abbiamo visto le proposizioni infinitive proposizioni complementari dirette,
soggettive o oggettive, tradotte con la congiunzione dichiarativa quod + lindicativo o il congiuntivo: vidtur quod non habat, dicit quod tradtur, non convenens vidtur quod expontur. Anche nel nostro periodo abbiamo quod est Deus e ut non solum accommdet, sed etam . Ora, per, una proposizione
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congiunzione dichiarativa e con il predicato allinfinito (da qui la denominazione di infinitive); la vera particolarit che il soggetto (e eventualmente anche il nome del predicato nominale) della complementare non va al nominativo, ma allaccusativo: cos si dice che lautore della Sacra Scrittura sia Dio diventer dictur auctrem Sacrae Scriptrae Deum esse (del resto, anche in un italiano un po pi ricercato sarebbe lecito dire: si dice lautore della Sacra Scrittura essere Dio). Dicendum dunque uninfinitiva: infatti sottintesa la copula esse e dicendum gerundivo, ovvero aggettivo, nome del predicato nominale. Respondo dicendum esse alla lettera andrebbe tradotto rispondo essere da dirsi, quindi rispondo che bisogna dire. Il soggetto della complementare diretta non c, perch il predicato impersonale e il soggetto costituito dalla soggettiva seguente, quod est Deus: proprio perch impersonale, il nome del predicato nominale declinato al neutro, con desinenza um (dicendum quindi qui accusativo neutro, anche se di per s sarebbe potuto essere anche nominativo neutro o accusativo maschile). Il gerundivo latino, come pure linfinito preceduto dalla preposizione da in italiano, conferiscono al verbo una specifica sfumatura di significato: quella di necessit. Cos dicendum diventa bisogna dire, si deve dire, occorre dire, necessario dire. In particolare, in latino, per dare a un verbo lidea di dovere o necessit, si ricorre appunto al gerundivo in funzione di predicato nominale in unione con la copula esse: la cosiddetta perifrastica127 passiva. In quanto passiva, una costruzione che regge il complemento dagente: esso
Perifrastica o perifrasi un insieme di due o pi parole che formano un unico costrutto, che hanno cio una medesima funzione sintattica.
127
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per, in via eccezionale, non va tradotto con a/ab + lablativo, bens con il dativo semplice, detto appunto dativo dagente. Perci ad esempio, tu devi leggere questo libro, in latino diventa questo libro da essere letto da te, hic liber tibi legendus est. Significandum retto dalla preposizione ad: quindi sicuramente un accusativo singolare. Lo si pu interpretare sia come un gerundio, e allora va ad + gerundio o gerundivo tradotto alla lettera sia con per il
significare,
come
gerundivo
sottintendendo un pronome neutro con il quale concorderebbe, per esempio ad id significandum, e andrebbe tradotto a ci da essere significato, a ci che sia da significare. In entrambi i casi, il senso della proposizione non cambia affatto (capacit comune a uomini e Dio di utilizzare le parole per significare le cose), cosicch senzaltro preferibile la prima soluzione, perch la pi semplice128. Abbiamo gi avuto modo di rilevare che nel periodo che stiamo esaminando viene utilizzato ut come congiunzione subordinativa
dichiarativa, con lo stesso significato di quod. Poich ut congiunzione di uso molto frequente in latino, vale la pena presentare brevemente i significati che pu assumere: 1) dichiarativo: che, il fatto che 2) temporale: quando, allorch 3) comparativo e modale: come 4) finale: affinch
In filologia, un simile criterio viene chiamato lecto facilor, la lettura pi facile: quando la tradizione manoscritta di un testo presenta diverse versioni di un medesimo passo, si adotta quella pi semplice e lineare, pi facile appunto, da un punto di vista sia sintattico sia semantico.
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la congiunzione subordinativa ut
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5) consecutivo: cosicch 6) concessivo: sebbene Nei primi tre significati richiede di norma lindicativo, negli ultimi tre invece il congiuntivo. In tutti i casi comunque una congiunzione subordinativa. Qui, si diceva, ha valore dichiarativo, eppure regge il congiuntivo (accommdet infatti della prima coniugazione, quella nella quale la vocale tematica e propria del congiuntivo presente): come mai? Rispondere a questa domanda possibile ricordando quando in latino si utilizza il congiuntivo nelle subordinate: 1) con valore eventuale: per sottolineare che quanto si sta dicendo solo uneventualit, la quale non necessariamente si realizzer 2) con valore obliquo: per avvertire che ci che viene affermato soltanto unopinione, la quale pu essere anche errata 3) per attrazione modale, ovvero quando la proposizione dipenda da unaltra il cui predicato sia al congiuntivo o allinfinito. Nel nostro caso, non si d attrazione modale: accommdet infatti dipende da una proposizione con il predicato allindicativo, est. Quello che Tommaso dice non nemmeno considerato una mera opinione: piuttosto una verit da tutti riconosciuta. Dunque qui il congiuntivo ha valore eventuale: Dio pu utilizzare le parole per significare le cose, ma non detto che poi lo faccia realmente. Dopo tutte queste digressioni, possiamo passare allanalisi di ciascuna proposizione. Delle prime due non c quasi nulla da dire: abbiamo rispettivamente un analisi della proposizione congiuntivo nelle subordinate in latino
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predicato verbale, respondo, con soggetto sottinteso, ego, e un predicato nominale, dicendum, senza soggetto perch il verbo impersonale. Anche la terza proposizione molto semplice: predicato nominale, Deus est, soggetto, auctor, e complemento di specificazione del soggetto, Sacrae Scriptrae. Abbiamo gi superato le difficolt che presenta la quarta proposizione: est un predicato verbale, privo di soggetto perch impersonale; in potestte il complemento di stato in luogo accompagnato dal complemento di specificazione cuius. Anche i nodi delle ultime due soggettive, coordinate fra loro in forma avversativa, sono stati sciolti: unico predicato accommdet, con Deus soggetto sottinteso; voces e res ipsas sono i complementi oggetto e ad significandum il complemento di fine (si noti che nella traduzione italiana il complemento di fine diventa una proposizione complementare indiretta finale: per significare qualcosa, ossia affinch le parole significhino qualcosa, con le parole soggetto sottinteso, significare predicato verbale e qualcosa complemento oggetto). Lunica attributiva mostra una semplice costruzione diretta: soggetto, homo, predicato verbale, facre potest, complemento oggetto, quod. Lanalisi della parola non dovrebbe ormai essere causa di alcuna incertezza. Solo la declinazione di Deus presenta alcune particolarit: a suo proposito, invitiamo a prendere visione della relativa tabella a fine volume, nellottava alcuni rilievi etimologici Appendice. Concludiamo
Accommdo un verbo composto da ad + cum + modus, alla lettera porre con modo qualcosa rispetto a altro, quindi adattare. Homo, mnis sostantivo
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terrestre. Signifco verbo composto da signum + facre, fare, fungere da segno, quindi fare in modo che qualcosa rinvii a qualcosaltro: vedremo che proprio in questo specifico senso il vocabolo significre assume un ruolo centrale allinterno dellargomentazione che Tommaso verr sviluppando. Qualche parola in pi infine vale la pena spenderla per il sostantivo auctor. Esso deriva dal verbo augo, es, auxi, auctum, re e indica auctor, ris 1) colui che porta a pienezza qualcosa di gi esistente, 2) accrescendola, dandole valore, rendendola viva, fornendole durata, 3) cosicch lauctor al tempo stesso colui che fa una cosa nuova, la quale non esisteva prima. In effetti, autore 1) colui che sa interpretare le nostre esperienze, 2) dando forma, senso e durata a ci che viviamo, 3) conferendo cos la freschezza della novit al vissuto di sempre. perci, sempre secondo letimologia latina del termine, colui che viene in nostro aiuto (auxilum deriva infatti sempre da augo), compiendo unopera sublime (augusta, aggettivo proveniente anchesso da augo), per eccellenza umana. Nella prossima Lezione studieremo una costruzione tipica del latino, il cosiddetto cum + lablativo, e cominceremo a comprendere il senso dellargomentazione formulata da Tommaso.
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Per verificare il mio apprendimento: Compilare le schede di analisi del periodo, della proposizione e della parola di Respondo dicendum Nella Summa cosa introduce la formula respondo dicendum quod ? Quando una proposizione relativa detta propria? Perch in tal caso viene chiamata anche attributiva? Quando invece una proposizione relativa detta impropria? Quali funzioni essa pu svolgere? Cos una proposizione infinitiva? Perch chiamata cos? Cos la perifrastica passiva? Cosa il dativo dagente? Come si traduce solitamente la proposizione finale o il complemento di fine in latino? Quali significati pu assumere la congiunzione subordinativa ut? In quali casi pu essere utilizzato il congiuntivo nelle proposizioni subordinate in latino? Qual letimologia di homo, di significre e di auctor?
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ANALISI DEL PERIODO: Respondo dicendum quod auctor Sacrae Scriptrae est Deus, in cuius potestte est ut non solum voces ad significandum accommdet (quod etam homo facre potest), sed etam res ipsas
1 Quod = congiunzione subordinativa dichiarativa 2 Ut = congiunzione subordinativa dichiarativa 3 Sed = congiunzione coordinativa avversativa 4 5 6 7
Cuius (riferito a Deus) Quod (riferito a ut non solum ... ovvero a un id sottinteso)
Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza Respondo (predicato verbale) Respondo Dicendum (esse) (predicato Dicendum (esse) nominale) Est Deus (predicato nominale) Quod ... est Deus Est (predicato verbale) Accommdet (predicato verbale) Facre potest (predicato verbale) (Accommdet) (predicato verbale) In cuius potestte est Ut non solum ... accommdet Quod ... facre potest Sed (ut) etam ... (accommdet)
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Elencare in ordine degradante le proposizioni Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo reggenti e complementari, indicando per ciascuna il Respondo grado e il tipo Respondo = proposizione reggente enunciativa 1 2 Dicendum (esse) = proposizione complementare diretta oggettiva infinitiva di I grado Dicendum 3 Quod ... est Deus = proposizione complementare diretta soggettiva di II grado In cuius potestte est = proposizione relativa impropria complementare indiretta locativa di III grado Quod est Deus 5 Ut non solum ... accommdet = proposizione complementare diretta soggettiva di IV grado 6 Sed (ut) etam ... (accommdet) = proposizione complementare diretta soggettiva di IV grado coordinata alla precedente in forma avversativa 7 Quod ... facre potest = proposizione attributiva di V grado In cuius potestte est Ut non solum voces accommdet < > sed (ut) etam res ipsas (accommdet) (Quod facre potest)
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Quattordicesima Lezione ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Respondo dicendum quod auctor Sacrae Scriptrae est Deus, in cuius potestte est
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Soggetto
Ego (sottinteso)
Connettori
(impersonale)
Auctor
(impersonale)
Complementi indiretti
Sacrae Scriptrae = complemento di specificazione del soggetto (con attributo)
Complementi indiretti
In potestte = complemento di stato in luogo
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ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Ut non solum voces ad significandum accommdet (quod etam homo facre potest), sed etam res ipsas Predicato (verbale o nominale) Accommdet (predicato verbale) Facre potest (predicato verbale con verbo modale) Accommdet (predicato verbale sottinteso) Soggetto Complementi diretti (oggetto o predicativo) Voces = complemento oggetto Connettori
Deus (sottinteso)
Homo
Deus (sottinteso)
Complementi indiretti
Complementi indiretti
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Quattordicesima Lezione
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ANALISI DELLA PAROLA: Respondo dicendum quod auctor Sacrae Scriptrae est Deus, in cuius potestte est ut non solum voces ad significandum accommdet (quod etam homo facre potest), sed etam res ipsas
Parola
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione)
Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni)
Respondo
verbo predicativo
Dicendum (Esse)
respondo, es, respondi, indicativo responsum, -re, transitivo attivo, II coniugazione dico, is, dixi, dictum, -re, gerundivo, accusativo passivo, III coniugazione, I classe sum, es, fui, esse, coniugazione propria, atematico, difettivo, suppletivo subordinativa dichiarativa auctor, ris, III declinazione infinito
presente
I singolare
neutro presente
singolare
congiunzione sostantivo
aggettivo qualificativo sacer, sacra, sacrum, I classe sostantivo verbo copulativo scriptra, ae, I declinazione sum, es, fui, esse, coniugazione propria, atematico, difettivo, suppletivo Deus, i, II declinazione
Deus
sostantivo
nominativo
maschile
singolare
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in + ablativo = complemento di stato in luogo qui, quae, quod potestas, tis, III declinazione in dentale sum, es, fui, esse, coniugazione propria, atematico, difettivo, suppletivo subordinativa dichiarativa di negazione di modo vox, vocis, III declinazione in gutturale ad + accusativo = complemento di fine signifco, as, vi, tum, re, transitivo attivo, I coniugazione, I declinazione accommdo, as, vi, tum, re, transitivo attivo, I coniugazione qui, quae, quod
congiunzione avverbio avverbio sostantivo preposizione verbo con valore di sostantivo verbo predicativo pronome relativo
accusativo
femminile
plurale
gerundio, accusativo
neutro
singolare
congiuntivo riferito a senso a ut non solum ... ovvero a un id o hoc sottinteso, accusativo
presente neutro
coordinativa copulativa homo, mnis, III declinazione in nominativo nasale faco, is, feci, factum, -re, infinito transitivo attivo, III coniugazione in o maschile presente singolare
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Quattordicesima Lezione Potest verbo modaale possum, potes, poti, posse, coniugazione propria, atematico, difettivo, suppletivo coordinativa avversativa coordinativa copulativa res, rei, V declinazione ipse, ipsa, ipsum accusativo concordato con res, accusativo femminile femminile indicativo presente
plurale plurale
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Quindicesima Lezione
In questa Lezione impareremo: ad apprezzare la dottrina del doppio triangolo semantico a definire cosa si intenda per natura prolettica e epesegetica di un pronome o di una congiunzione a conoscere i significati della congiunzione cum quando regge l'indicativo e quando regge il congiuntivo a riflettere sulla natura coordinativa o subordinativa delle congiunzioni avversative a riconoscere il participio nominale e quello attributivo a discernere tra luso verbale del participio come participio congiunto e come ablativo assoluto a identificare il complemento di pertinenza e quello di mezzo nuovo a valutare insuona che misura Il periodo cos: la parola anche possa essere considerata una congiunzione e in quale misura invece un avverbio
Et ido, cum in omnbus scientis voces signifcent, hoc habet proprum ista scienta, quod ipsae res significtae per voces, etam signifcant alquid.
signifcent,
ista
quod
ipsae
res
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Quindicesima Lezione
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significtae
per
voces,
Tommaso stabilisce un confronto tra la teologia, alla quale egli attribuisce lo statuto di scienza, e le altre scienze: mentre queste ultime utilizzano un linguaggio nel quale le parole significano qualche cosa, la teologia largomentazione di Tommaso
invece si serve della Sacra Scrittura, cosicch oltre a usare le parole per dire qualche cosa, pu fare ricorso alle cose stesse per significare altre cose ancora. Per apprezzare appieno l'argomentazione dellAquinate occorre comprendere meglio come funziona il linguaggio. La lingua un sistema di segni: essa cio per natura adopera qualcosa, le parole, per riferirsi ad altro, gli oggetti. Cos, se dico penna, questo suono, le sillabe pen-na, rinviano a un determinato oggetto sul mio tavolo. Ora, per, il problema il seguente: cosa rende possibile la connessione tra la le sillabe pen-na, che la linguistica contemporanea chiama significanti, e l'oggetto penna, il quale viene definito referente, cio ci appunto a cui il significante fa riferimento? In altre parole, come possibile che quando io dico penna, voi capiate cosa intendo? Se non si riesce a rispondere a questa domanda, se non si riesce lo spettro della incomunicabilit
a giustificare quindi la capacit del linguaggio di significare le cose in modo che chi ascolta o legga comprenda, si cade nello spettro dell'incomunicabilit, nella solitudine irrelata del solipsismo. Gi ai tempi di Platone, la soluzione a una simile questione si era cristallizzata in due posizioni opposte, entrambe aporetiche:
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1) quella secondo la quale le parole significano per s stesse, per natura, le cose: ma allora non si capisce perch naturalismo e convenzionalismo esistano una pluralit di lingue, e soprattutto si finisce con il fare del linguaggio, da una parte, il
deposito statico della verit, anzich lo strumento di ricerca e di produzione di essa, e dallaltra un inutile doppione delle cose; 2) quella secondo la quale ciascuno attribuisce arbitrariamente alle cose i nomi che vuole: ma allora non sarebbe pi possibile comprendersi e comunicare perch, secondo un noto esempio apportato da Socrate nel Cratilo (385a), quando io dico cavallo tu potresti intendere uomo, e viceversa. L'errore, come gi Platone riconobbe con lucidit, consiste nel fatto di pensare il triangolo semantico il linguaggio come rapporto
immediato tra nome e cosa, non importa poi se dando il primato all'arbitrariet dei nomi o
alla natura invariabile delle cose. Ora, invece, i nomi sono capaci di riferirsi alle cose non immediatamente, bens grazie alla mediazione di un terzo: il significato. Il linguaggio funziona reggendosi su quello che gli stoici avrebbero identificato come il triangolo semantico: i
significato
vertici alla base sono costituiti dal significante e dal referente; questi due vertici per sono collegati tra di loro grazie al vertice opposto alla base, che appunto il significato. In altri termini,
significante
referente
quando pronuncio la parola penna, voi comprendete cosa intendo dire perch
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Quindicesima Lezione
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condividiamo il medesimo significato che attribuiamo sia alle sillabe penna sia a quell'oggetto sul tavolo. Condizione di possibilit, dnamis del linguaggio, il mondo di significati socialmente condiviso e stabilito: Platone lo chiama thos, Wittgenstein Lebensform. Tommaso sa bene tutto ci. Nella sua argomentazione egli fa uso dei termini con un significato tecnico preciso. Per questo, come vedremo, ripete sempre gli stessi, al fine di risultare il pi chiaro possibile: sceglie di adottare un linguaggio res significtae per voces
scientificamente univoco, anche a rischio di perdere in qualit letteraria. Vox il vocabolo utilizzato per dire parola, nome, significante. Res dice invece la cosa, il fatto, il referente. Infine significre/significta il mondo di significati: il vertice opposto alla base che rappresenta la mediazione immediata tra vox e res, e permette alla prima di fungere da segno, signum facre, della seconda. Ebbene, lo specifico della Sacra Scrittura di poter utilizzare le stesse res, ossia le cose e i fatti significati dalle voces, dalle parole, come significanti di altre res. Si viene a creare cos quello che potremmo definire un doppio triangolo semantico: 1) nel primo, una vox significa una res: per esempio, l'espressione sacrificio di Isacco rinvia a quel determinato episodio raccontato nel libro della Genesi; 2) nel secondo, lo stesso episodio storico diventa segno, vox, significante che rinvia a unaltra res: nellesempio precedente, il il doppio triangolo semantico
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sacrificio di Isacco stesso si fa segno del sacrificio del Figlio di Dio compiuto in Ges. In questo senso, una medesima parola nella Sacra Scrittura pu avere due significati: il primo, storico o letterale (il primo triangolo semantico); il secondo, spirituale (il secondo la dottrina dei quattro sensi della Sacra Scrittura triangolo semantico). Poich poi il senso spirituale pu assumere la forma di tre significati distinti, in tutto nella Bibbia una sola lettera pu arrivare ad avere fino a quattro sensi. questa la dottrina che Tommaso sviluppa in questo capoverso e nel seguente. Nelle prossime Lezioni dovremo solo render conto in maniera pi puntuale della distinzione dell'unico senso spirituale in tre significati diversi. Per il momento tuttavia possiamo passare senz'altro all'analisi del periodo che abbiamo trascritto allinizio.
significato letterale
significato spirituale
significante
referente/significante
referente
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Le congiunzioni sono quattro: la coordinativa copulativa et; la coordinativa avversativa esplicativa cum; la ido; la subordinativa dichiarativa analisi del periodo
subordinativa
quod. Ido una congiunzione frutto della fusione di id eo, alla lettera ci per ci (eo infatti lablativo singolare neutro, con valore causale, di id); del resto, anche l'italiano perci in origine era il complemento di causa per ci. Quod una congiunzione che conosciamo bene; qui tuttavia al significato dichiarativo oggettivo si aggiunge una sfumatura epesegetica (dal greco epexghesis, prolessi e epesegesi
esplicitare il significato del complemento oggetto, il pronome dimostrativo hoc, il quale, proprio in quanto allude a qualcosa che deve essere ancora detto (ha questo di proprio: che cosa?), viene definito prolettico (dal greco proleptiks, che anticipa). Infine cum: si tratta di un vocabolo spesso usato con il valore di preposizione che regge l'ablativo, equivalente all'italiano con; qui invece utilizzato come congiunzione. Sull'uso di cum come congiunzione occorre spendere alcune parole. In unione con l'indicativo, ha valore temporale, con diverse sfumature di significato: un generico quando, un quand'ecco per introdurre un fatto nuovo o contrapposto, un iterativo ogni volta che, un simultaneo e intanto. Seguito dal congiuntivo (il cosiddetto cum e il congiuntivo), utilizzato invece per narrare eventi passati (per questo viene detto cum narrativo o storico): pu allora avere valore temporale, quando, significati della congiunzione cum
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causale, poich, concessivo, sebbene, o, come nel nostro caso, avversativo, mentre129. Finora abbiamo considerato le avversative come proposizioni
coordinate. Ci giustificato dal fatto che lavversativa un tipo di congiunzione coordinativa, semanticamente opposta alla copulativa. Una simile lavversativa: una congiunzione subordinativa o coordinativa? interpretazione
complementare introdotta da una congiunzione avversativa sottintende la congiunzione subordinativa della proposizione alla quale si contrappone; proprio nel periodo precedente ne abbiamo avuto una riprova: ut non solum accomdet , sed (ut) etam (accommdet). Se invece lavversativa si
contrappone a una reggente, allora labbiamo interpretata come coordinata alla precedente reggente in forma avversativa: cos si ricorder forse che nel primo capoverso Sacra autem Scriptra debet esse effcax l'abbiamo qualificata una proposizione reggente enunciativa coordinata in forma avversativa al periodo precedente. Ora, per, nel testo che stiamo analizzando cum signifcent si oppone alla reggente et ido habet, ma complementare: dunque in questo caso la congiunzione avversativa subordinativa e non coordinativa? In effetti s, ma perch cum una congiunzione subordinativa originariamente temporale, con una sfumatura
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Agli studenti italiani in genere si consiglia di tradurre il cum e il congiuntivo con un gerundio (nel nostro caso, significando le parole in tutte le scienze qualcosa), che poi si pu scegliere di rendere in forma esplicita con una proposizione temporale, causale, concessiva o avversativa. In effetti, a differenza del gerundio latino, che un nome verbale, il gerundio italiano un verbo predicativo implicito.
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Quindicesima Lezione
Roma 2013
di significato avversativa: codesta scienza ha questo di proprio, nello stesso tempo in cui al contrario . Le congiunzioni dunque sono quattro. Pronomi relativi non ce ne sono. I predicati invece sono signifcent, habet, significtae, signifcant, tutti verbali. Abbiamo pertanto quattro proposizioni: la reggente, et ido habet, la complementare diretta oggettiva epesegetica di primo grado, quod signifcant, la complementare indiretta avversativa di primo grado, cum signifcent (non cambia nulla se la si intende di secondo grado, come subordinata alloggettiva, dal momento che questultima, rappresentando il complemento oggetto della reggente, fa tuttuno con essa). Resta significtae; un participio: che valore ha? Il participio, come suggerisce il nome stesso, un verbo che partecipa della natura dei nomi: come un verbo, ha un tempo, presente, passato o futuro, e una diatesi, attiva o passiva; come un nome, si declina secondo il modello degli aggettivi di prima classe (participi futuri, attivi, e passati, passivi) o di seconda classe (participi presenti, attivi). Nella tredicesima Lezione, abbiamo avuto modo di il participio nominale
chiamato cos quando svolge la funzione di sostantivo o di aggettivo, la qual cosa accade spesso anche nelle lingue moderne (ad esempio, lo studente, participio presente di studiare, o interessante, participio presente di interessare). In San Tommaso abbiamo incontrato sia un participio con valore di sostantivo, dum narrat gestum, mentre narra un fatto, sia un participio con valore di aggettivo, non igtur vidtur convenens, non sembra dunque conveniente.
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In latino per il participio viene sovente utilizzato come un verbo, con valore dunque verbale o predicativo. Viene definito congiunto il participio che abbia valore predicativo e sia il participio congiunto e lablativo assoluto
dipende: il participio congiunto pu avere valore temporale (quando), causale (poich), concessivo (sebbene), condizionale (se), finale (affinch). Ablativo assoluto invece il nome che viene dato al participio con valore predicativo che per non sia concordato con nessun altro termine del periodo al quale appartiene (per questo viene detto assoluto, dal latino absolutm, ovvero sintatticamente sciolto dal contesto in cui inserito): l'altra particolarit sintattica che sia il soggetto sia il participio stesso vanno in caso ablativo (da qui ovviamente la denominazione di ablativo assoluto). Per il resto, il participio in ablativo assoluto va tradotto come il participio congiunto130. Torniamo al nostro significtae. un participio passato concordato con res: pertanto non pu essere un ablativo assoluto. Non si tratta nemmeno di un participio congiunto: infatti non si presta a essere tradotto in forma temporale, causale, concessiva, il participio attributivo condizionale o finale, o pi
semplicemente non si lascia tradurre in italiano con un gerundio. Ha senso piuttosto come aggettivo di res: le cose significate. Ora, per, anche
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Anche per il participio predicativo, congiunto o in ablativo assoluto che sia, vale quanto detto per il cum e il congiuntivo: in italiano, in prima approssimazione, lo si pu tradurre con un gerundio, semplice se il participio presente, composto se il participio passato, per poi valutare se esplicitarlo in forma temporale, causale, concessiva, condizionale o finale.
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Quindicesima Lezione
Roma 2013
vero che significtae regge a sua volta un complemento: per voces, attraverso le parole. Non solo, ma il participio si traduce altrettanto bene, se non meglio, con una proposizione attributiva, anzich con un semplice aggettivo: le cose che sono state significate. In effetti, tutti i participi con valore di aggettivo possono essere tradotti anche con una proposizione relativa, che non a caso viene chiamata attributiva. Per chiarezza terminologica, d'ora in avanti chiameremo allora nominali i participi che svolgano la funzione di sostantivo o di aggettivo, e attributivi quelli con valore di aggettivo che per reggano almeno un complemento, cos da costituire, come nel nostro caso, una proposizione attributiva a s. L'analisi delle proposizioni a questo punto non dovrebbe opporre difficolt. La reggente presenta una analisi delle proposizioni
hoc proprum. Da notare che in latino proprum attributo di hoc, invece in italiano il pronome questo regge il complemento di pertinenza
congiuntivo, con valore eventuale: mentre in tutte le scienze le parole possono eventualmente significare qualcosa. In italiano, il predicato significano non pu stare da solo, ma deve reggere il complemento oggetto
Il complemento di pertinenza serve a definire a chi o a cosa attiene, inerisce, chi o cosa riguarda ci cui il complemento si riferisce. In italiano spesso introdotto dall'aggettivo proprio: ad esempio, proprio di Agostino scrivere bene; in latino di solito si usa il genitivo di pertinenza senza bisogno che venga preceduto dall'aggettivo proprum: est Augustni bene scribre. curioso che qui troviamo invece una situazione inversa: in latino si usa l'aggettivo proprum come attributo del pronome dimostrativo hoc, mentre in italiano si ha il complemento di pertinenza, di proprio.
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qualcosa;
in
latino,
invece,
Tommaso
utilizza
signifcent
senza
complemento diretto: termine tecnico che indica il vertice opposto alla base del triangolo semantico, da solo sta per le parole fungono da segno. Nell'oggettiva invece lAquinate cambia costruzione e scrive signifcant alquid. Nellattributiva infine il soggetto il vocabolo con il quale il participio concordato, res; il complemento oggetto non c', perch il participio passato passivo; c' un solo complemento indiretto, per voces: la preposizione per sottolinea la natura strumentale del complemento132, che sarebbe potuto essere espresso anche con un ablativo semplice, vocbus, pi complemento di mezzo equivoco per, perch avrebbe portato con s anche una sfumatura modale.
Per l'analisi della parola, si pu rimandare alla scheda a fine capitolo. Qui spendiamo poche parole solo per valutare la natura di anche: una congiunzione o un avverbio? Alcuni dizionari la interpretano come avverbio anche: congiunzione o avverbio? rafforzativo, in quanto in effetti rafforza un vocabolo all'interno di una proposizione: nel nostro caso, significano anche qualcosa. Altri come congiunzione, perch spesso introduce una proposizione: ad esempio, anche leggendo molto, , proposizione complementare indiretta concessiva. La natura equivoca di questa parola confermata dal latino etam, composto dalla congiunzione et + lavverbio iam, alla lettera e gi. In effetti, si tratta di un caso limite; noi la qualificheremo di preferenza quale congiunzione coordinativa copulativa,
Si noti che per, sempre con l'accusativo, introduce anche il complemento di moto per luogo: in effetti, come si percorre un tragitto per giungere a una meta, cos in maniera del tutto analoga si usa uno strumento per ottenere un fine.
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Quindicesima Lezione
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sebbene
riconosciamo
legittimo
classificarla
anche
come
avverbio
rafforzativo. Nel testo che stiamo esaminando non l'abbiamo comunque compresa tra le congiunzioni influenti per l'analisi del periodo, perch non introduce una proposizione; la sua funzione semantica piuttosto di affermare che nella Sacra Scrittura sia le parole significano qualcosa sia questo qualcosa a sua volta significa qualcos'altro. Nella prossima Lezione potremo procedere pi velocemente e concludere la lettura del quinto capoverso. Per verificare il mio apprendimento: Compilare le schede di analisi del periodo, della proposizione e della parola di Et ido Cosa si intende con l'espressione spettro dell'incomunicabilit? Qual il significato tecnico con il quale Tommaso nell'articlus decmus utilizza i termini vox, res e significre? In che senso il significato la dnamis del linguaggio? Cos il doppio triangolo semantico nella dottrina dei quattro sensi della Sacra Scrittura dell'Aquinate? Quando un pronome o una congiunzione hanno valore prolettico? Quando epesegetico? Quali significati ha la congiunzione cum quando regge l'indicativo? Quali quando regge il congiuntivo? In che senso le avversative possono essere interpretate sempre come congiunzioni coordinative? Cosa si intende per participio nominale? Cosa per participio attributivo? Quando un participio si dice congiunto? Cosa invece il cosiddetto ablativo assoluto? Cos il complemento di pertinenza? Cosa il complemento di mezzo? In che senso la parola anche pu essere interpretata sia come congiunzione sia come avverbio?
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ANALISI DEL PERIODO: Et ido, cum in omnbus scientis voces signifcent, hoc habet proprum ista scienta, quod ipsae res significtae per voces, etam signifcant alquid Elencare le congiunzioni specificandone il tipo Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Elencare i predicati (verbali o nominali) Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza
1 Et = congiunzione coordinativa copulativa 2 Ido = congiunzione copulativa esplicativa 3 Cum = congiunzione subordinativa avversativa
Signifcent (predicato Et ido ... habet verbale) Habet (predicato verbale) Significtae (predicato verbale) Cum signifcent Quod signifcant
Signifcant (predicato Significtae 4 Quod = congiunzione subordinativa dichiarativa verbale) epesegetica Elencare in ordine degradante le proposizioni reggenti e Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo complementari, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Et ido habet = proposizione reggente enunciativa coordinata al Et ido habet hoc proprum periodo precedente in forma copulativa e esplicativa 2 Quod signifcant = proposizione complementare diretta oggettiva epesegetica di I grado Quod ipsae res (significtae) signifcant cum signifcent 3 Significtae = proposizione attributiva implicita di II grado 4 Cum signifcent = proposizione complementare indiretta avversativa di II grado (o anche di I)
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Quindicesima Lezione ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Et ido, cum in omnbus scientis voces signifcent, hoc habet proprum ista scienta
Roma 2013
Soggetto
Connettori
Cum = congiunzione subordinativa avversativa
Ista scienta (con attributo) Hoc proprum = complemento oggetto (con attributo)
Complementi indiretti
In omnbus scientis = complemento di stato in luogo con attributo
Complementi indiretti
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ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Quod ipsae res significtae per voces, etam signifcant alquid
Soggetto
Connettori
Complementi indiretti
Per voces = complemento di mezzo
Complementi indiretti
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Quindicesima Lezione
Roma 2013
ANALISI DELLA PAROLA: Et ido, cum in omnbus scientis voces signifcent, hoc habet proprum ista scienta, quod ipsae res significtae per voces, etam signifcant alquid
Parola
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione)
Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni)
coordinativa copulativa coordinativa esplicativa subordinativa avversativa (+ congiuntivo) in + ablativo = complemento di stato in luogo omnis, omne, II classe a 2 uscite scienta, ae, I declinazione vox, vocis, III declinazione in gutturale signifco, as, vi, tum, re, transitivo attivo, I coniugazione hic, haec, hoc concordato con scientis, ablativo ablativo nominativo congiuntivo accusativo femminile femminile femminile presente neutro presente plurale plurale plurale III plurale singolare III singolare
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proprus, a, um, I classe iste, ista, istud scienta, ae, I declinazione subordinativa dichiarativa epesegetica ipse, ipsa, ipsum res, rei, V declinazione
signifco, as, vi, tum, re, participio, concordato transitivo passivo, I coniugazione, con res, nominativo I classe per + accusativo = complemento di mezzo vox, vocis, III declinazione in gutturale coordinativa copulativa signifco, as, vi, tum, re, transitivo attivo, I coniugazione alquis, alquid accusativo
femminile
plurale
indicativo accusativo
presente neutro
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Sedicesima Lezione
In questa Lezione impareremo: la costruzione di pertino con ad + l'accusativo a conoscere i possibili significati degli avverbi latini vero e itrum a distinguere nel significato i pronomi indefiniti alter, ra, rum e alus, a, ud ad apprezzare alcuni rilievi etimologici a discernere tra senso letterale e spirituale Il nuovo periodo suona: Illa ergo prima significato, qua voces signifcant res, pertnet ad primum sensum, qui est sensus historcus vel litterlis.
qua
pertnet ad primum sensum, qui est sensus historcus vel litterlis. attiene al primo senso, che il senso storico o letterale.
La congiunzione solo una: la coordinativa conclusiva ergo. I pronomi relativi sono due: qua, riferito a significato, e qui, concordato con sensum. analisi del periodo
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il nominale est sensus. Siccome i relativi non sono collocati a inizio frase, introducono due subordinate. La reggente pertanto sicuramente ergo pertnet, coordinata al periodo precedente in forma conclusiva. Qui est sensus unattributiva di primo grado: infatti risponde alla domanda che cos', qual il primo senso?. Invece qua signifcant non unattributiva, dal momento che non spiega chi o che cosa o quale sia il primo significato; del resto, qua in caso ablativo: quale complemento traduce? Alla luce di quanto detto nella tredicesima Lezione, l'ablativo semplice qui di per s potrebbe avere valore strumentale (il significato infatti non ablativo semplice senz'altro una persona) o causale
(interpretando il significato come una causa interna); non modale invece, perch qua non
accompagnato da un aggettivo. Il significato per, piuttosto che la causa, semmai il mezzo attraverso il quale le parole sono in grado di rinviare alle cose: perci qua sicuramente un ablativo strumentale. Conseguentemente, qua signifcant una proposizione relativa impropria, complementare indiretta strumentale di primo grado. L'analisi delle due proposizioni relative molto semplice. Lattributiva formata solo da soggetto, qui, e predicato nominale, est sensus . La strumentale ha soggetto, voces, predicato verbale, analisi delle proposizioni signifcant, complemento oggetto, res, e
complemento di mezzo, qua. La reggente, oltre al soggetto, illa prima significato, costituita da un predicato verbale, pertnet, che regge un complemento indiretto, ad primum sensum: in
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Sedicesima Lezione
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un complemento di moto a luogo, ad primum sensum. Come mai? Si soliti dire che alcuni verbi latini abbiano una determinata costruzione: per esempio, pertino regge ad + l'accusativo. Questa regola pratica esatta, tuttavia ha alle sue spalle una motivazione storica che la legittima. Il verbo tenre, da cui deriva pertinre, in origine era un verbo di movimento (quindi intransitivo), usato per designare il giungere, l'arrivare, lapprodare di una nave. Anche pertinre conserva il significato concreto di tendere verso (il prefisso per- conferisce a tenre un aspetto durativo: lazione intesa come continuata), da cui il figurato attendere a, occuparsi di; l'originario significato di movimento spiega pertanto perch pertino regga un complemento di moto a luogo, che nellaccezione di attendere a sar ovviamente da intendersi anchesso in senso figurato. pertino con ad + laccusativo
Poich l'analisi della parola non presenta nulla di significativo, possiamo passare senz'altro ad considerare il periodo successivo:
Illa vero significato qua res significtae per voces, itrum res alas signifcant, dictur sensus spiritulis; qui super litterlem fundtur, et eum suppnit.
Ecco il medesimo testo con costruzione italianizzata e traduzione interlineare: Illa significato vero qua res significtae per
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voces,
qui
Questo periodo un po' pi complesso. Abbiamo due congiunzioni coordinative: lavversativa vero e la copulativa et. Anche i pronomi relativi sono due: qua, riferito a significato, e analisi del periodo qui, concordato con sensus spiritulis. I
predicati sono cinque, tutti i verbali: significtae, signifcant, dictur, fundtur e suppnit. Per individuare le proposizioni, come al solito cominciamo dal collegare i pronomi relativi ai rispettivi predicati: qui fundtur evidente; qua invece a cosa va collegato? La difficolt dovuta alla presenza di significtae: il medesimo participio attributivo incontrato nella scorsa Lezione; concordato con res, ma non pu essere introdotto da qua: infatti il participio attributivo traduce una proposizione relativa senza ricorrere alluso di alcun pronome relativo. participio attributivo incluso nella relativa impropria L'attributiva significtae per
ovvero idealmente racchiusa al suo interno tra due virgole o parentesi. Quest'ultima, come era avvenuto gi nel precedente periodo, una relativa impropria, complementare indiretta strumentale di primo grado, in quanto
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Sedicesima Lezione
Roma 2013
vada unita a suppnit e che la coordinazione in forma copulativa sia rispetto alla relativa qui fundtur: quindi anche et suppnit unattributiva di primo grado coordinata in forma copulativa alla precedente attributiva. L'ultima proposizione rimanente sar necessariamente la reggente, enunciativa, coordinata al periodo precedente in forma avversativa: vero dictur. Per quanto riguarda l'analisi delle proposizioni, l'unica nota degna di rilievo il complemento predicativo del soggetto sensus spiritualis: esso si complemento predicativo del soggetto
riferisce al soggetto illa prima significato e va a completare il significato del predicato verbale dictur, uno dei cosiddetti verbi appellativi, che al passivo reggono appunto il predicativo del soggetto; in latino, si ha il cosiddetto doppio nominativo: l'uno del soggetto e l'altro del complemento predicativo. Concludiamo con alcune osservazioni relative all'analisi della parola e con un paio di rilievi etimologici. La congiunzione coordinativa vero non va confusa con laggettivo italiano vero, sebbene effettivamente derivi da verus, a, um: alla lettera, in verit, sia in senso affermativo, certamente, sia, come nel nostro testo, in senso avversativo, alcuni rilievi etimologici
ma (proprio come accade, del resto, anche in italiano con la congiunzione invero). Itrum un avverbio appunto iterativo, che cio esprime ripetizione133, di nuovo, a volte, come nel nostro caso, con sfumatura anche avversativa, dall'altra parte, di contro. Alus, a, ud un aggettivo di prima classe pronominale indefinito (anche la desinenza neutra ud tipica di alcuni
In latino, ripetizione si dice iterato e ripetere iterre. Itrum non ha invece nessun legame etimologico con iter, itinris, cammino, via, da cui l'italiano itinerario.
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pronomi): significa altro (fra molti), di contro a alter, tra, trum (anch'esso aggettivo di prima classe pronominale), un altro (fra due). Le ultime due proposizioni relative, coordinate fra loro in forma cupolativa, sono costruite su un gioco di parole. Infatti super litterlem fundtur significa ha come fondamento il senso letterale, eum suppnit invece pone il senso letterale sotto di s (supponre viene infatti da sub + ponre, porre sotto): evidentemente avere qualcosa come il proprio fondamento la stessa cosa che dire averlo sotto di s. Come avevamo anticipato, Tommaso nella sua argomentazione ripete fino alla monotonia sempre gli stessi tre termini tecnici: vox, due volte negli ultimi due periodi appena analizzati, res, tre volte, senso letterale e senso spirituale significre o significato, cinque volte. La ripetizione assicura senz'altro solidit e chiarezza
all'argomentare. LAquinate ha spiegato che nella Sacra Scrittura una sola lettera pu avere due sensi: l'uno letterale o storico, nella misura in cui la lettera appunto, o significante, rinvii a una realt, a un fatto o personaggio storico134 (il primo triangolo semantico); l'altro spirituale, allorch la stessa realt significata attraverso la lettera a sua volta diventi significante che rinvii a un'altra realt, questa volta spirituale appunto, ovvero attinente al mistero divino, al modo stesso di vedere di Dio (il secondo triangolo semantico). Nel capoverso seguente, che cominceremo ad analizzare nella prossima Lezione,
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Histora calco del greco histora, vocabolo che deriva dalla radice id, comune anche, tra gli altri, al greco ida, so in quanto ho visto, al platonico ida, la forma in quanto ci che visibile agli occhi dellintelletto, e al latino vido: historcus pertanto colui che racconta un fatto perch egli stesso lo ha visto o ne ha ascoltato il racconto da un testimone oculare.
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Sedicesima Lezione
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Tommaso proceder a chiarire che il senso spirituale si articola a sua volta in tre significati differenti.
Per verificare il mio apprendimento: Compilare le schede di analisi del periodo, della proposizione e della parola di Illa ergo prima e di Illa vero significato Perch pertino regge ad + l'accusativo? In Illa vero significato , perch qua pu essere ablativo strumentale e causale, ma non modale? Quale coppia di significati possono avere gli avverbi vero e itrum? Qual la differenza di significato tra alus, a, ud e alter, ra, rum? Quale gioco di parole utilizza Tommaso nelle ultime due proposizioni relative coordinate in forma copulativa, in Illa vero significato ? Qual la differenza tra senso letterale o storico e senso spirituale?
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Roma 2013
ANALISI DEL PERIODO: Illa ergo prima significato, qua voces signifcant res, pertnet ad primum sensum, qui est sensus historcus vel litterlis Elencare le congiunzioni specificandone il tipo Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Qua (riferito a significato) Qui (riferito a primum sensum) Elencare i predicati (verbali o nominali) Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza Ergo ... pertnet Qua signifcant Qui est sensus
Signifcant (predicato verbale) Pertnet (predicato verbale) Est sensus (predicato nominale)
Elencare in ordine degradante le proposizioni reggenti e complementari, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Ergo pertnet = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma conclusiva 2 Qua signifcant = proposizione relativa impropria, complementare indiretta strumentale, di I grado 3 Qui est sensus = proposizione attributiva di I grado
Ergo illa prima significato pertnet ad primum sensum (qui est sensus ) Qua signifcant
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Sedicesima Lezione
Roma 2013
ANALISI DELLE PROPOSIZIONI: Illa ergo prima significato, qua voces signifcant res, pertnet ad primum sensum, qui est sensus historcus vel litterlis
Soggetto
Connettori
Illa prima significato (con due attributi) qui (riferito a ad primum sensum
Complementi indiretti
Qua (riferito a prima significato) = complemento di mezzo
Complementi indiretti
Ad primum sensum = complemento di moto a luogo figurato (con un attributo)
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ANALISI DELLA PAROLA: Illa ergo prima significato, qua voces signifcant res, pertnet ad primum sensum, qui est sensus historcus vel litterlis
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo (verbi) Genere (sostantivi, aggettivi e pronomi) Persona (verbi) Numero (verbi , sostantivi, aggettivi e pronomi)
Parola
aggettivo dimostrativo ille, illa, illud congiunzione aggettivo numerale ordinale sostantivo pronome relativo sostantivo verbo predicativo sostantivo verbo predicativo coordinativa conclusiva primus, a, um, I classe
femminile
singolare
concordato con significato, nominativo significato, nis, III declinazione nominativo in nasale qui, quae, quod vox, vocis, III declinazione in gutturale signifco, as, vi, tum, re, transitivo attivo, I coniugazione res, rei, V declinazione pertino, es, pertini, re, intransitivo, II coniugazione, difettivo riferito a significato, ablativo nominativo indicativo accusativo indicativo
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Sedicesima Lezione Ad Primum Sensum Qui Est preposizione aggettivo numerale ordinale sostantivo pronome relativo verbo copulativo ad + accusativo = complemento di moto a luogo primus, a, um, I classe sensus, us, IV declinazione qui, quae, quod sum, es, fui, esse, coniugazione propria, atematico, difettivo, suppletivo sensus, us, IV declinazione concordato con sensum, accusativo accusativo riferito a sensum, nominativo indicativo maschile maschile maschile presente singolare singolare singolare
Roma 2013
III singolare
sostantivo
maschile maschile
singolare singolare
maschile
singolare
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ANALISI DEL PERIODO: Illa vero significato qua res significtae per voces, itrum res alas signifcant, dictur sensus spiritulis; qui super litterlem fundtur, et eum suppnit Elencare le congiunzioni specificandone il tipo Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Qua (riferito a significato) Elencare i predicati (verbali o nominali) Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza Vero ... dictur Qua ... signifcant Significtae Qui ... fundtur Et (qui) ... suppnit
Significtae (predicato verbale) Signifcant (predicato verbale) Dictur (predicato verbale) Fundtur (predicato verbale) Suppnit (predicato verbale)
2 Et = congiunzione coordinativa Qui (riferito a copulativa sensus spiritulis) 3 4 5 Elencare in ordine degradante le proposizioni reggenti e complementari, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Vero ... dictur = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma avversativa 2 Qua ... signifcant = proposizione relativa impropria, complementare indiretta strumentale, di I grado 3 Qui ... fundtur = proposizione attributiva di I grado 4 Et (qui) ... suppnit = proposizione attributiva di I grado coordinata alla precedente in forma copulativa
Vero illa significato dictur sensus spiritulis (qui fundtur <et> suppnit) Qua res (significtae) signifcant
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Sedicesima Lezione
Roma 2013
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ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Illa vero significato qua res significtae per voces, itrum res alas signifcant, dictur sensus spiritulis
Soggetto
Illa significato (con un attributo)
Connettori
res
Complementi indiretti
Itrum = avverbio iterativo Qua (riferito a illa significato)= complemento o di mezzo
Complementi indiretti
Per voces = complemento di mezzo
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Sedicesima Lezione
Roma 2013
Soggetto
Connettori
Complementi indiretti
Super litterlem = complemento di stato in luogo
Complementi indiretti
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ANALISI DELLA PAROLA: Illa vero significato qua res significtae per voces, itrum res alas signifcant, dictur sensus spiritulis; qui super litterlem fundtur, et eum suppnit
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo (verbi) Genere (sostantivi, aggettivi e pronomi) Persona (verbi) Numero (verbi , sostantivi, aggettivi e pronomi)
Parola
aggettivo dimostrativo ille, illa, illud congiunzione sostantivo pronome relativo sostantivo verbo con funzione attributiva preposizione sostantivo avverbio sostantivo aggettivo indefinito coordinativa avversativa
femminile
singolare
significato, nis, III declinazione nominativo in nasale qui, quae, quod res, rei, V declinazione signifco, as, vi, tum, re, transitivo passivo, I coniugazione, I classe per + accusativo = complemento di mezzo vox, vocis, III declinazione in gutturale iterativo res, rei, V declinazione alus,a, ud, I classe pronominale riferito a significato, ablativo nominativo participio, concordato con res, nominativo
accusativo
femminile
plurale
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plurale plurale
Sedicesima Lezione Signifcant Dictur verbo predicativo verbo predicativo signifco, as vi, tum, re, transitivo attivo, I coniugazione dico, is, dixi, dictum, -re, transitivo passivo, III coniugazione sensus, us, IV declinazione indicativo indicativo presente presente
sostantivo
aggettivo qualificativo spiritulis, e, II classe a 2 uscite pronome relativo preposizione qui, quae, quod super + accusativo = complemento di stato in luogo
pronome qualificativo litterlis, e, II classe a 2 uscite verbo predicativo congiunzione pronome determinativo verbo predicativo
maschile presente
fundo, as, vi, tum, re, indicativo transitivo passivo, I coniugazione coordinativa copulativa is, ea, id riferito a (sensum) litterlem, accusativo
maschile presente
suppno, is, posi, postum, re, indicativo transitivo attivo, III coniugazione
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Roma 2013
Diciassettesima Lezione
In questa Lezione impareremo: la coniugazione del perfetto indicativo passivo a riconoscere il participio futuro a identificare e definire cosa sia una proposizione incidentale quali sono i tre sensi spirituali della Sacra Scrittura che cosa sia l'interpretazione tipologica
Come anticipato, il senso spirituale si suddivide a sua volta in tre significati distinti: Hic autem sensus spiritulis trifaram dividtur.
Autem hic sensus spiritulis dividtur trifaram. Ma questo senso spirituale si divide in tre forme.
L'analisi del periodo ovviamente non occorre di farla: c' un'unica trifaram proposizione, reggente enunciativa, coordinata al
precedente capoverso in forma avversativa (autem). Anche l'analisi della proposizione semplicissima: soggetto, hic sensus spiritulis, predicato verbale, dividtur, complemento di modo, trifaram.
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Diciassettesima Lezione
Roma 2013
capoverso del testo di San Tommaso, un aggettivo numerale moltiplicativo, in caso accusativo non perch complemento oggetto (il quale non sarebbe potuto esserci, dal momento che il predicato un verbo passivo), ma in quanto avverbio ( il cosiddetto accusativo avverbiale o alla greca), in genere femminile e numero singolare perch concordato con il sottinteso partem.
Nel periodo seguente, lAquinate esplicita il primo dei tre sensi spirituali: Sicut enim dicit Apostlus, lex vetus figra est novae legis.
legis novae.
Come infatti dice l'Apostolo, l'antica legge figura della nuova legge.
La citazione di San Paolo non relativa a un passo in particolare; si riferisce piuttosto ai capitoli dal settimo al decimo della Lettera agli Ebrei, laddove Cristo viene interpretato quale compimento della prima alleanza, la quale era soltanto figura della seconda e definitiva. Questo modo di interpretare linterpretazione tipologica
l'Antico Testamento nell'esegesi cristiana avrebbe assunto il nome di tipologia. Figra infatti nell'originale greco dell'Apostolo tpos: derivato dal verbo tpto, battere, percuotere, indicava genericamente un marchio, sigillo, quindi anche una figura scolpita, bassorilievo e ancora pi in generale un modello, esemplare, un tipo appunto. Quando San Paolo scrive che
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Adamo figura (tpos) di colui che doveva venire (Rm 5,14) interpreta il primo uomo come modello, anticipazione dell'uomo nuovo, il Cristo. In generale, per tipologia si intende quell'interpretazione secondo la quale un personaggio o un episodio della storia biblica viene inteso come prefigurazione di ci che si sarebbe compiuto in Ges: cos ad esempio Adamo, il primo uomo, figura di Cristo, il primogenito della nuova creazione; o ancora, il sacrificio di Isacco figura del sacrificio di Ges. La specificit dell'interpretazione tipologica che ci che figura, ad esempio Adamo o il sacrificio di Isacco, conserva la sua piena storicit e verit, ma al tempo stesso trova compimento solo in Cristo: ecco che, come anticipato nella dottrina del doppio triangolo semantico il primo senso spirituale: allegorico illustrata nella precedente Lezione, un
personaggio o fatto storico, ossia una res, diviene vox, significante di un'altra res, Cristo stesso. Questo primo senso, secondo il quale l'antica alleanza diventa figura della nuova alleanza, Tommaso, come vedremo, lo definisce allegorico. Sicut, alla lettera cos (sic) come (ut), una congiunzione subordinativa incidentale: viene detta incidentale un'osservazione o un commento di chi parla o scrive, inserito le proposizioni incidentali appunto a mo di inciso, ovvero di espressione che pu essere tagliata, incisa, e tolta dalla frase, in quanto costituisce unaggiunta autonoma rispetto al periodo (per questo sempre racchiusa tra due virgole, o parentesi, o trattini). La proposizione reggente pertanto enim est figra, enunciativa
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Diciassettesima Lezione
Roma 2013
coordinata al periodo precedente in forma esplicativa. Sicut dicit invece la complementare indiretta incidentale di primo grado. Per quanto riguarda l'analisi delle proposizioni e della parola, c' poco da dire. Figra est un predicato nominale: risponde infatti alla domanda che cosa l'antica legge?. Vetus aggettivo qualificativo di seconda classe a una sola uscita (per questo motivo, sui dizionari, oltre al nominativo, viene indicato, unica eccezione tra gli aggettivi, il genitivo singolare: vetus, vetris); come forse si ricorder, ha la particolarit di uscire allablativo singolare in e, in um al genitivo plurale e in a nei casi retti del neutro plurale. Legis infine un sostantivo di terza declinazione in gutturale: lex, legis.
Nel periodo successivo, Tommaso presenta il secondo senso spirituale: Et ipsa nova lex, ut dicit Dionysus in Ecclesiastca Hierarcha, est figra futrae glorae.
Et ipsa
nova lex,
est figra
glorae futrae.
283
La citazione dalla Gerarchia Ecclesiastica ancora meno testuale, pi generica del precedente riferimento a san Paolo; ci nondimeno, il senso chiaro: come l'Antico Testamento vox, significante, il secondo senso spirituale: anagogico
figura che rinvia al Nuovo Testamento, cos lo stesso Nuovo Testamento diventa segno che rimanda alla gloria futura, alla vita eterna. Tommaso, come vedremo, chiama questo secondo senso anagogico. Anche le analisi di questo periodo non presentano alcuna difficolt. Vale solamente la pena osservare che futrus, a, um, qui utilizzato come aggettivo, il participio futuro del verbo sum, participio futuro formato dalla radice suppletiva fu e dal
suffisso proprio del participio futuro -r-. Il participio futuro semplicemente un participio che esprime un'azione che si svolge al futuro rispetto al tempo della reggente; si declina come un aggettivo di prima classe e ha sempre valore attivo. Futrae quindi participio nominale, con funzione di attributo di glorae.
Ecco infine il terzo senso spirituale135: In nova etam lege, ea quae in capte sunt gesta, sunt signa erum quae nos agre debmus.
284
Stupir forse il ripetuto uso dei due punti per separare gli ultimi tre periodi che siamo venuti esaminando. Si tenga tuttavia conto che in generale la punteggiatura nei testi antichi o assente o segue criteri meno rigorosi e definiti rispetto a oggi.
135
Diciassettesima Lezione
Roma 2013
Etam
in nova lege,
ea
in capte,
Anche nella nuova legge, quelle cose che sono state compiute nel capo,
sunt signa erum quae nos debmus agre. sono segni di quelle che noi dobbiamo fare.
Come dunque lo stesso Nuovo Testamento il terzo senso spirituale: morale pu essere inteso quale figura della gloria futura, esso pu altres infine essere segno, ossia significare le norme di comportamento da seguire: si tratta evidentemente del senso morale. Non a caso, Tommaso utilizza due verbi propri dell'ambito morale: agre infatti designa lagire, ovvero le azioni, il modo di comportarsi; il modale debre invece allude alla facolt tipicamente umana di imporsi un determinato modo di essere sulla base di considerazioni razionali: il senso del dovere appunto. L'espressione in capte fa poi riferimento evidentemente all'immagine paolina di Cristo-capo (cfr. Ef 4,15; Col 1,18; 2,19): la vita, le azioni, le gesta di Ges narrate nei Vangeli fungono da exemplum, modello per la nostra stessa vita. Dall'analisi del periodo possibile rilevare due proposizioni attributive, che servono a esplicitare il significato di due pronomi determinativi, ea e erum, rispettivamente soggetto e complemento di specificazione del predicato nominale della reggente. Per il resto, vale solo la pena annotare che caput, tis sostantivo neutro della terza declinazione (in dentale, ma con un nominativo e genitivo singolare ben diverso dal modello di multiplictas, tis) e che sunt gesta il
285
perfetto indicativo passivo del verbo gerre, verbo che incontrammo gi nel passo di Gregorio Magno citato da Tommaso. Il perfetto indicativo passivo una delle poche forme verbali latine composte, formata dal participio passato il perfetto indicativo passivo + il verbo sum coniugato all'indicativo presente (non si faccia confusione con l'italiano, lingua nella quale i tempi composti sono pi
numerosi: nella diatesi passiva, l'ausiliare essere al tempo presente utilizzato per la formazione del presente indicativo passivo e non del passato). Per maggiore chiarezza, riportiamo comunque la flessione del perfetto indicativo passivo latino:
2a singolare
3a singolare
significtus, a, um responsus, a, um gestus, a, um est est ae, a responsi, sumus ae, a responsi, ae, a estis ae, a responsi, ae, a sunt ae, est a gesti, ae, a sumus gesti, ae, a estis gesti, ae, a sunt
1a plurale
significti, sumus
2a plurale
significti, estis
3a plurale
significti, sunt
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Diciassettesima Lezione
Roma 2013
Ancora due parole sul titolo dellopera di Dionigi citata dallAquinate, Ecclesiastca Hierarcha. Ecclesiastcus aggettivo da ecclesa, il quale calco dellomonimo vocabolo greco, formato da ek + ecclesa e hierarcha kalin, chiamare fuori da, quindi
convocare: la Chiesa appunto ladunanza, lassemblea del popolo di Dio convocato da Cristo (del resto, in maniera analoga, anche sinagoga viene da sn + ghein, condurre insieme, quindi radunare). Il greco hierarcha invece composto da hier + archin, guidare le cose sacre, cosicch propriamente designa linsieme ben strutturato dei sacerdoti. Nello pseudoDionigi per, che interpreta hierarcha nel senso di ordine sacro, indica piuttosto la disposizione ontologica, i diversi gradi dellessere ordinati da Dio stesso e immutabili. Nella prossima Lezione, leggeremo il testo nel quale San Tommaso assegna il nome ai tre sensi spirituali appena introdotti. Per verificare il mio apprendimento: Compilare le schede di analisi del periodo, della proposizione e della parola di Hic autem , di Sicut enim dicit , di Et ipsa nova lex e di In nova etam lege Come si forma il perfetto indicativo passivo in latino? Coniugare al perfetto indicativo passivo quattro verbi a piacere Che cos' il participio futuro? Come si forma? Che cos' una proposizione incidentale? Perch si chiama cos? Quali sono i tre sensi spirituali della Sacra Scrittura secondo san Tommaso ? Cosa si intende per interpretazione tipologica? Qual il significato etimologico di chiesa e di gerarchia?
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ANALISI DEL PERIODO: Hic autem sensus spiritualis trifaram dividtur Elencare le congiunzioni specificandone il tipo Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Elencare i Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, predicati (verbali il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato o nominali) verbale o nominale che la caratterizza Dividtur (predicato verbale) Autem ... dividtur
Elencare in ordine degradante le proposizioni Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo reggenti e complementari, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Autem ... dividtur = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma avversativa 2
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Diciassettesima Lezione
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Soggetto
Hic sensus spiritulis (con due attributi)
Connettori
Autem = congiunzione coordinativa avversativa
Complementi indiretti
Trifaram = complemento di modo
Complementi indiretti
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Parola
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione)
Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni)
aggettivo dimostrativo hic, haec, hoc congiunzione sostantivo coordinativa avversativa sensus, us, IV declinazione
maschile
singolare
maschile maschile
singolare singolare
aggettivo qualificativo spiritualis, e, II classe a 2 uscite avverbio verbo predicativo di modo divdo, is, divsi, divsum, re, transitivo passivo, III coniugazione
indicativo
presente
III singolare
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Diciassettesima Lezione
Roma 2013
ANALISI DEL PERIODO: Sicut enim dicit Apostlus, lex vetus figra est novae legis Elencare le congiunzioni specificandone il tipo Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Elencare i Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, predicati (verbali il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato o nominali) verbale o nominale che la caratterizza
1 Sicut = congiunzione subordinativa incidentale 2 Enim = congiunzione coordinativa esplicativa Elencare in ordine degradante le proposizioni reggenti e complementari, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Enim ... figura est = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma esplicativa 2 Sicut ... dicit = proposizione complementare indiretta incidentale di primo grado
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ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Sicut enim dicit Apostlus, lex vetus figra est novae legis
Soggetto
Apostlus
Connettori
Sicut = congiunzione subordinativa incidentale
Complementi indiretti
Novae legis = complemento di specificazione del predicato nominale (con un attributo)
Complementi indiretti
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Diciassettesima Lezione
Roma 2013
ANALISI DELLA PAROLA: Sicut enim dicit Apostlus, lex vetus figra est novae legis
Parola
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione)
Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni)
subordinativa incidentale coordinativa esplicativa dico, is, dixi, dictum, re, indicativo transitivo attivo, III coniugazione apostlus, i, II declinazione nominativo nominativo presente maschile femminile III singolare singolare singolare singolare singolare III singolare
lex, legis, III declinazione in gutturale aggettivo qualificativo vetus, vetris, II classe a 1 uscita sostantivo verbo copulativo figra, ae, I declinazione sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettivo, suppletivo, atematico
Novae Legis
aggettivo qualificativo novus, a, um, I classe sostantivo lex, legis, III declinazione in gutturale
femminile femminile
singolare singolare
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ANALISI DEL PERIODO: Et ipsa nova lex, ut dicit Dionysus in Ecclesiastca Hierarcha, est figra futrae glorae
Elencare i Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, predicati (verbali il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato o nominali) verbale o nominale che la caratterizza Et ... est figra
1 Et = congiunzione coordinativa copulativa 2 Ut = congiunzione subordinativa incidentale Elencare in ordine degradante le proposizioni reggenti e complementari, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Et ... est figra = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma copulativa 2 Ut dicit = proposizione complementare indiretta incidentale di primo grado
Est figra Ut ... dicit (predicato nominale) Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo
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Diciassettesima Lezione
Roma 2013
ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Et ipsa nova lex, ut dicit Dionysus in Ecclesiastca Hierarcha, est figra futrae glorae
Soggetto
Dionysus
Connettori
Ut = congiunzione subordinativa incidentale
Complementi indiretti
In Ecclesiastca Hierarcha = complemento di stato in luogo (con un attributo)
Complementi indiretti
Futrae glorae = complemento di specificazione del predicato nominale (con un attributo)
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ANALISI DELLA PAROLA: Et ipsa nova lex, ut dicit Dionysus in Ecclesiastca Hierarcha, est figra futrae glorae
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo (verbi) Genere (sostantivi, aggettivi e pronomi) Persona (verbi) Numero (verbi , sostantivi, aggettivi e pronomi)
Parola
coordinativa copulativa ipse, ipsa, ipsum coordinato con lex, nominativo femminile coordinato con lex, nominativo femminile nominativo femminile singolare singolare singolare
aggettivo qualificativo novus, a, um, I classe sostantivo congiunzione verbo predicativo sostantivo preposizione lex, legis, III declinazione in gutturale subordinativa incidentale
dico, is, dixi, dictum, re, indicativo transitivo attivo, III coniugazione Dionysus, i, II declinazione in + ablativo = complemento di stato in luogo coordinato con Hierarcha, ablativo ablativo indicativo nominativo
presente maschile
aggettivo qualificativo ecclesiastcus, a, um, I classe sostantivo verbo copulativo hierarcha, ae, I declinazione sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettiva, atematica, suppletiva
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Diciassettesima Lezione
Roma 2013
sostantivo
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ANALISI DEL PERIODO: In nova etam lege, ea quae in capte sunt gesta, sunt signa erum quae nos agre debmus
Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Quae (riferito a ea) Quae (riferito a erum)
Elencare i Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, predicati (verbali il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato o nominali) verbale o nominale che la caratterizza
Elencare in ordine degradante le proposizioni reggenti e complementari, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Etam sunt signa = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma copulativa Quae ... sunt gesta = proposizione attributiva di I grado 3 Quae ... agre debmus = proposizione attributiva di I grado
Sunt gesta Quae ... sunt gesta (predicato verbale) Sunt signa Etam sunt signa (predicato nominale) Agre debmus Quae ... agre debmus (predicato verbale) Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo
Etam ea (quae ... sunt gesta) sunt signa erum (quae ... agre debmus)
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Diciassettesima Lezione ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: In nova etam lege, ea quae in capte sunt gesta, sunt signa erum quae nos agre debmus
Roma 2013
Soggetto
quae (riferito a ea)
Connettori
Ea
nos
Complementi indiretti
In capte = complemento di stato in luogo
Complementi indiretti
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ANALISI DELLA PAROLA: In nova etam lege, ea quae in capte sunt gesta, sunt signa erum quae nos agre debmus
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo (verbi) Genere (sostantivi, aggettivi e pronomi) Persona (verbi) Numero (verbi , sostantivi, aggettivi e pronomi)
Parola
preposizione
in + ablativo = complemento di stato in luogo aggettivo qualificativo novus, a, um, I classe congiunzione coordinativa copulativa sostantivo lex, legis, III declinazione in gutturale pronome is, ea, id determinativo pronome relativo qui, quae, quod preposizione in + ablativo = complemento di stato in luogo sostantivo caput, tis, III declinazione verbo predicativo gero, is, gessi, gestum, re, transitivo passivo, III coniugazione sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettivo, atematico, suppletivo signum, i, II declinazione is, ea, id
ablativo indicativo
neutro perfetto
Sunt
verbo copulativo
indicativo
presente
III plurale
Signa Erum
nominativo genitivo
neutro neutro
plurale plurale
300
Diciassettesima Lezione
Roma 2013
plurale I plurale
ago, is, egi, actum, re, transitivo infinito attivo, III coniugazione debo, es, debi, debtum, re, transitivo attivo, II coniugazione indicativo
I plurale
136
Con comune si intende che il pronome pu essere usato sia come femminile sia come maschile.
301
Roma 2013
Diciottesima Lezione
In questa Lezione impareremo: a identificare il complemento di pertinenza a utilizzare un criterio fornito da Aristotele per distinguere tra soggetto e predicato nominale a conoscere l'etimologia dei termini allegoria e anagogia
Ecco dunque la definizione del primo senso spirituale: Secundum ergo quod ea quae sunt vetris legis, signifcant ea quae sunt novae legis, est sensus allegorcus.
ea
Quello dunque secondo il quale quelle cose che sono dell'antica legge,
novae
allegoria
Gi sappiamo che il senso allegorico quello in base al quale un personaggio o un episodio dell'Antico Testamento
302
Diciottesima Lezione
Roma 2013
allegoria137 viene dal greco llos, altro + agoryein, parlare, quindi dire qualcosa per indicarne un'altra. L'analisi del periodo presenta la medesima difficolt che incontrammo all'inizio del quarto capoverso. Se infatti ci domandiamo a quale vocabolo si riferisca il pronome relativo quod, non troviamo risposta nel testo. Il fatto che esso si riferisce a un pronome dimostrativo o determinativo sottinteso, o forse sarebbe meglio dire assorbito nel relativo. Quel pronome invece lo troviamo nella traduzione italiana, quello, perch, come avemmo gi modo di rilevare, il relativo nelle lingue moderne sintatticamente pi debole che in latino; in particolare, in italiano, deve sempre seguire immediatamente il termine al quale si riferisce. Chiarito ci, il resto dell'analisi semplice: abbiamo una reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma conclusiva, ergo est sensus, una relativa impropria, complementare indiretta modale di primo grado, secundum quod signifcant, e due attributive che esplicitano analisi del periodo
rispettivamente il significato della soggetto, quae sunt vetris legis, e del complemento oggetto, quae sunt novae legis, della modale. Per quanto riguarda l'analisi delle proposizioni, evidente che l'ultimo est abbia valore di copula; qual tuttavia il soggetto e quale il nome del predicato in quello il senso allegorico? La disposizione delle parole suggerirebbe di intendere quello come soggetto. Se per si tiene conto dell'insegnamento di Aristotele, secondo il quale il soggetto ci che non conosciamo, mentre il predicato nominale aggiunge una qualche
Si ricordi che in italiano viene adottato l'accento greco e non quello latino, come del resto avviene spesso nei sostantivi che terminano in ia.
137
303
informazione a proposito del soggetto, allora dovremo considerare soggetto il senso allegorico: esso infatti ci che andiamo cercando e del quale ci viene fornita una definizione. Gli altri due sunt sono seguiti invece da un genitivo. Non possono quindi essere verbi copulativi; sono piuttosto complemento di pertinenza predicati verbali con il significato di
appartenere a, essere proprio di. I genitivi infatti traducono il complemento di pertinenza, il quale risponde appunto alla domanda proprio di chi?. Per quanto riguarda infine secundum quod, gi vedemmo che secundum + laccusativo in Tommaso pu essere interpretato come complemento sia di modo sia di limitazione.
Sintatticamente analoga alla prima, la definizione del secondo senso spirituale: Secundum vero quod ea quae in Christo sunt facta, vel in his quae Christum signifcant, sunt signa erum quae nos agre debmus, est sensus morlis.
ea
quae
Quello invece secondo il quale quelle cose che sono state fatte in Cristo,
304
sono segni
Diciottesima Lezione
Roma 2013
erum quae nos debmus agre, est sensus morlis di quelle che noi dobbiamo fare, il senso morale.
Come dicevamo, questo periodo ricalca sintatticamente il precedente; l'unica variazione la sostituzione del predicato verbale signifcant con il nominale sunt signa: evidentemente per, dal punto di vista semantico, ci non comporta le cose che significano Cristo
assolutamente alcuna differenza. Inoltre vi un'attributiva in pi, che serve a esplicitare in his, concordato in forma disgiuntiva inclusiva138 a in Christo. Qui la difficolt, pi che di ordine sintattico, relativa al senso della frase: cosa significa infatti o in queste che significano Cristo? La risposta tuttavia non ardua: ricordando infatti che, in base al senso allegorico, personaggi o episodi della Sacra Scrittura possono rinviare a Cristo, ebbene, argomenta Tommaso, quegli stessi personaggi e episodi, proprio per questo loro essere figure di Cristo, possono essere interpretati anche in senso morale, quali modelli da imitare, cos come avviene per Cristo stesso. Per quanto riguarda l'analisi delle parole, l'unica osservazione degna di rilievo riguarda sunt facta: dopo sunt gesta, si tratta del secondo indicativo perfetto passivo che incontriamo. Esso dunque formato dal verbo sunt con funzione di ausiliare + il participio passato facta, concordato in genere, numero e caso con il soggetto quae, come avverrebbe anche per il nome di un predicato nominale.
Si ricordi che una congiunzione disgiuntiva, che cio serve a separare, detta inclusiva quando i due termini disgiunti, anzich escludersi, sono sinonimi o comunque facenti parte di un insieme comune.
138
305
Ecco infine la breve definizione del terzo senso spirituale: Prout vero signifcant ea quae sunt in aeterna glora, est sensus anagogcus.
La costruzione italianizzata richiede solamente uno scambio di posizione nei vocaboli che formano il complemento di stato in luogo:
Prout
vero signifcant
ea
In quanto invece significano quelle cose che sono nella gloria eterna,
Qui san Tommaso si concede una variazione sintattica: la proposizione prout relativa impropria con valore modale viene sostituita da una complementare indiretta modale vera e propria, introdotta dalla congiunzione prout, la quale, proprio come secundum + laccusativo, si lascia bene interpretare anche con il valore di limitazione. Per quanto riguarda l'analisi delle proposizioni, una piccola difficolt sorge intorno al soggetto di signifcant: esso infatti costituito dal soggetto della precedente relativa impropria, ea, compresa l'attributiva che esplicitava il significato del pronome determinativo ea, quae in Christo sunt facta, vel in his quae Christum signifcant.
306
Diciottesima Lezione
Roma 2013
Il verbo sunt ha ancora una volta valore di anagogia predicato verbale, con il significato di stare, risiedere: seguito infatti dal complemento di stato in luogo in aeterna glora. L'espressione futrae glorae dunque qui sostituita da in aeterna glora: in entrambi i casi, il riferimento chiaramente alle realt ultime, ai novissma. Infatti anagogia viene dal greco an, in alto + gein, condurre: appunto l'interpretazione che eleva il senso di un personaggio o di un episodio biblico alle realt celesti, alla vita eterna. Nell'ultima Lezione, leggeremo e analizzeremo il settimo capoverso dellarticlus decmus, nel quale lAquinate aggiunge che nella Sacra Scrittura perfino il medesimo senso letterale pu avere pi di un significato.
Per verificare il mio apprendimento: Compilare le schede di analisi del periodo, della proposizione e della parola di Secundum ergo quod, di Secundum vero quod e di Prout vero Coniugare al perfetto indicativo passivo i verbi gerre e facre Qual il termine al quale si riferiscono i due secundum quod? Perch sensus allegorcus e sensus morlis meglio interpretarli come soggetto piuttosto che come predicato nominale? In che senso in his coordinato in forma disgiuntiva inclusiva a in Christo? A quale domanda risponde il complemento di pertinenza? Qual il significato etimologico di allegoria e anagogia?
307
ANALISI DEL PERIODO: Secundum ergo quod ea quae sunt vetris legis, signifcant ea quae sunt novae legis, est sensus allegorcus Elencare le congiunzioni specificandone il tipo Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Secundum quod (riferito a sottinteso id) Quae (riferito a ea soggetto) Quae (riferito a ea complemento oggetto) Elencare i predicati (verbali o nominali) Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza Quae ... sunt
Signifcant (predicato Secundum quod ... signifcant verbale) Sunt (predicato verbale) Est (id) (predicato nominale) Quae ... sunt Ergo ... est (id)
Elencare in ordine degradante le proposizioni reggenti e complementari, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Ergo ... est (id) = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma conclusiva 2 Secundum quod ... signifcant = proposizione relativa impropria complementare indiretta modale I grado 3 Quae ... sunt = proposizione attributiva di II grado
Ergo ... est (id) secundum quod ea (quae ... sunt) signifcant ea (quae ... sunt)
308
Diciottesima Lezione ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Secundum ergo quod ea quae sunt vetris legis, signifcant ea quae sunt novae legis, est sensus allegorcus
Roma 2013
Soggetto
Quae (riferito a ea soggetto)
Connettori
Ea
Ea = complemento oggetto
Complementi indiretti
Secundum quod (riferito a sottinteso id) = complemento di modo Vetris legis = complemento di pertinenza (con un attributo)
Complementi indiretti
309
ANALISI DELLA PAROLA: Secundum ergo quod ea quae sunt vetris legis, signifcant ea quae sunt novae legis, est sensus allegorcus
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo (verbi) Genere (sostantivi, aggettivi e pronomi) Persona (verbi) Numero (verbi , sostantivi, aggettivi e pronomi)
Parola
preposizione congiunzione pronome relativo pronome determinativo pronome relativo verbo predicativo
secundum + accusativo = complemento di modo coordinativa conclusiva qui, quae, quod is, ea, id qui, quae, quod sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettivo, atematico, suppletivo riferito a un sottinteso id, accusativo nominativo riferito al precedente ea, nominativo indicativo neutro neutro neutro presente singolare plurale plurale III plurale
aggettivo qualificativo vetus, vetris, II classe a 1 uscita sostantivo verbo predicativo pronome determinativo lex, legis, III declinazione in gutturale signifco, as, vi, tum, re, transitivo attivo, I coniugazione is, ea, id
310
Diciottesima Lezione
Roma 2013
Quae Sunt
qui, quae, quod sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettivo, atematico, suppletivo
neutro presente
aggettivo qualificativo novus, a, um, I classe sostantivo verbo copulativo lex,legis, III declinazione in gutturale sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettivo, atematico, suppletivo sensus, us, IV declinazione
Sensus Allegorcus
sostantivo
maschile maschile
singolare singolare
311
ANALISI DEL PERIODO: Secundum vero quod ea quae in Christo sunt facta, vel in his quae Christum signifcant, sunt signa erum quae nos agre debmus, est sensus morlis Elencare le congiunzioni specificandone il tipo Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Secundum quod (riferito a un sottinteso id) Quae (riferito al precedente ea) Quae (riferito al precedente his) Quae (riferito al precedente erum) Elencare i predicati (verbali o nominali) Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza Sunt facta (predicato verbale) Vero ... est (id) Signifcant (predicato verbale) Sunt signa (predicato nominale) Agre debmus (predicato verbale) Secundum quod ... sunt signa Quae ... sunt facta Quae ... signifcant
Est (id) (predicato nominale) Quae ... agre debmus Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo Vero ... est (id) Secundum quod ea (quae ... sunt facta in his (quae ... signifcant)) sunt signa erum (quae ... agre debmus)
Elencare in ordine degradante le proposizioni reggenti e complementari, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Vero ... est (id) = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma avversativa 2 Secundum quod ... sunt signa = proposizione relativa impropria complementare indiretta modale di I grado 3 Quae ... sunt facta = proposizione attributiva di II grado 4 Quae ... agre debmus = proposizione attributiva di II grado 5 Quae ... signifcant = proposizione attributiva di III grado
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Diciottesima Lezione ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Secundum vero quod ea quae in Christo sunt facta, vel in his quae Christum signifcant, sunt sig na erum quae nos agre debmus, est sensus morlis
Roma 2013
Soggetto
Quae (riferito al precedente ea)
Connettori
Vel = congiunzione coordinativa disgiuntiva inclusiva
Nos
Quae (riferito al precedente erum) = complemento oggetto Vero = congiunzione coordinativa avversativa
Complementi indiretti
Secundum quod (riferito a un sottinteso id) = complemento di modo In Christo = complemento di stato in luogo
Complementi indiretti
Erum = complemento di specificazione del predicato nominale In his = complemento di stato in luogo
313
ANALISI DELLA PAROLA: Secundum vero quod ea quae in Christo sunt facta, vel in his quae Christum signifcant, sunt signa erum quae nos agre debmus, est sensus morlis
Parola
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione)
Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni)
preposizione congiunzione pronome relativo pronome determinativo pronome relativo preposizione sostantivo verbo predicativo congiunzione preposizione
secundum + accusativo = complemento di modo coordinativa avversativa qui, quae, quod is, ea, id qui, quae, quod in + ablativo = complemento di stato in luogo Christus, i, II declinazione ablativo maschile perfetto singolare III plurale faco, is, feci, factum, re, indicativo transitivo passivo, in o della III coordinativa disgiuntiva inclusiva in + ablativo = complemento di stato in luogo riferito a un id sottinteso, accusativo nominativo riferito al precedente ea, nominativo neutro neutro neutro singolare plurale plurale
314
Diciottesima Lezione
Roma 2013
pronome dimostrativo hic, haec, hoc pronome relativo sostantivo verbo predicativo verbo copulativo qui, quae, quod Christus, i, II declinazione signifco, as, vi, tum, re, transitivo attivo, I coniugazione sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettivo, atematico, suppletivo signum, i, II declinazione is, ea, id qui, quae, quod nos, nostri/nostrum, nobis, nos, nobis
sostantivo pronome determinativo pronome relativo pronome personale verbo predicativo verbo modale verbo copulativo
ago, is, egi, actum, re, transitivo infinito attivo, III coniugazione debo,es, debi, debtum, re, transitivo attivo, II coniugazione sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettivo, atematico, suppletivo sensus, us, IV declinazione indicativo indicativo
Sensus Morlis
sostantivo
maschile maschile
singolare singolare
315
ANALISI DEL PERIODO: Prout vero signifcant ea quae sunt in aeterna glora, est sensus anagogcus
Elencare pronomi Elencare i predicati relativi (e avverbi) (verbali o nominali) specificando il termine al quale si riferiscono Quae (riferito a ea) Signifcant (predicato verbale) Sunt (predicato verbale) Est (id) (predicato nominale)
Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza
Prout ... significant Quae ... sunt Vero ... est (id)
Elencare in ordine degradante le proposizioni reggenti e complementari, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Vero ... est (id) = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma avversativa 2 Prout ... signifcant = proposizione complementare indiretta modale di I grado
Prout ... signifcant ea (quae ... sunt) 3 Quae ... sunt = proposizione attributiva di II grado
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Diciottesima Lezione
Roma 2013
Secundum quod ea (quae ... sunt facta in his (quae ... signifcant)) sunt signa erum (quae ... agre debmus)
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ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Prout vero signifcant ea quae sunt in aeterna glora, est sensus anagogcus
Soggetto
(ea quae in Christo sunt facta, vel in his quae Christum signifcant) (sottinteso)
Connettori
Prout = congiunzione subordinativa modale
Complementi indiretti
In glora aeterna = complemento di stato in luogo (con un attributo)
Complementi indiretti
318
Diciottesima Lezione ANALISI DELLA PAROLA: Prout vero signifcant ea quae sunt in aeterna glora, est sensus anagogcus
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo (verbi) Genere (sostantivi, aggettivi e pronomi) Roma 2013
Parola
congiunzione congiunzione verbo predicativo pronome determinativo pronome relativo verbo predicativo
subordinativa modale coordinativa avversativa signifco, as, vi, tum, re, transitivo attivo, I coniugazione is, ea, id qui, quae, quod sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettivo, atematico, suppletivo in + ablativo = complemento di stato in luogo aeternus, a, um, I classe glora, ae, I declinazione sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettivo, atematico, suppletivo sensus, us, IV declinazione anagogcus, a, um, I classe indicativo accusativo riferito a ea, nominativo indicativo presente neutro neutro presente III plurale plurale plurale III plurale
Sensus Anagogcus
maschile maschile
singolare singolare
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Roma 2013
Diciannovesima lezione
In questa Lezione impareremo: che cosa e come formato il periodo ipotetico i tre significati che possono convivere nella congiunzione subordinatva ut come la congiunzione coordinativa autem possa introdurre una proposizione subordinata come etam possa equivocamente essere intesa sia come congiunzione coordinativa copulativa sia come avverbio rafforzativo ad apprezzare alcune etimologie
Ecco il testo del settimo capoverso dellarticlus decmus: Quia vero sensus litterlis est, quem auctor intendit: auctor autem Sacrae Scriptrae Deus est, qui omna simul suo intellectu comprehendit: non est inconvenens, ut dicit Augustnus, si etam secundum litterlem sensum in una littra Scriptrae plures sint sensus.
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Diciannovesima Lezione
Roma 2013
simul
Augustnus, si etam secundum sensum litterlem sensus Agostino, se anche secondo il senso letterale i sensi
in una
littra Scriptrae
sint
plures.
Anche quest'ultima citazione, relativa presumibilmente al capitolo trentunesimo del dodicesimo libro delle gli stessi significati letterali possono essere pi di uno
Confessioni, non testuale. Ci tuttavia non toglie nulla alla chiarezza dell'argomentazione
di Tommaso: sulla base dell'autorit di sant'Agostino, possibile affermare che Dio, come capace di veicolare tre differenti sensi spirituali per mezzo di un'unica lettera, cos pu persino attribuire al medesimo testo della Sacra Scrittura pi significati letterali. Si tratta probabilmente del periodo pi lungo che abbiamo finora incontrato. Ci nonostante, la sua analisi non dovrebbe pi presentare ormai particolari difficolt. analisi del periodo
Le congiunzioni sono quattro: la subordinativa causale quia, la coordinativa avversativa autem, e altre due subordinative, l'incidentale ut e la condizionale si. I pronomi relativi sono due: quem e qui. Quest'ultimo si riferisce evidentemente al precedente Deus; invece quem, pur
321
un pronome dimostrativo o determinativo, per esempio un is, sottinteso, o meglio assorbito nel relativo stesso, reso in forma esplicita nella traduzione in italiano, quello. I predicati sono sette: la copula est, che in base all'insegnamento di Aristotele ricordato nella Lezione precedente
considereremo formare un predicato nominale insieme al sottinteso is piuttosto che in unione con sensus litterlis (infatti il senso letterale ci che non conosciamo e pertanto soggetto); altri due predicati nominali, Deus est e non est inconvenens; quindi i plures sint sensus verbali intendit, comprehendit, dicit e
sint. Per la precisione, sint pu essere interpretato sia come predicato verbale, con il significato di esserci, seguito dal complemento di stato in luogo in una littra, sia come copula, considerando plures la parte nominale, anzich l'attributo del soggetto sensus. A dir la verit, anzi, la lettura dell'originale in latino, plures sint sensus, fa sembrare pi verosimile quest'ultima interpretazione. In ogni caso, ci non ha nessuna ricaduta sul piano semantico. Le proposizioni sono facili da enucleare, poich si succedono l'una all'altra, senza che alcuna sia inclusa in unaltra. Avremo pertanto quia est (is), quem intendit, autem Deus est, qui comprehendit, non est inconvenens, ut dicit, si plures sint. Tutte sono introdotte da congiunzioni subordinative o da pronomi relativi non a inizio frase, tranne quia autem autem Deus est e non est
inconvenens. Autem una congiunzione coordinativa avversativa: ma rispetto a quale proposizione coordinata in
322
Diciannovesima Lezione
Roma 2013
nei confronti della precedente causale, tant che si potrebbe con maggior chiarezza tradurre: poich per il senso letterale quello che l'autore intende; ma poich l'autore . Dunque solo non est inconvenens pu essere la reggente: enunciativa e coordinata al capoverso precedente in forma avversativa se, come senz'altro opportuno, la facciamo introdurre dalla congiunzione vero, la quale si trova lontano dalla reggente solo perch posta a inizio frase, cos da far risultare pi evidente la contrapposizione rispetto appunto al periodo precedente. Ut dicit si lascia bene intendere quale complementare indiretta incidentale, come gi abbiamo potuto fare con i precedenti sicut dicit e ut dicit. Tuttavia bene osservare che le congiunzioni ut: incidentale, modale e comparativa
subordinative ut e sicut, del resto proprio tale e quale l'italiano come, conservano sempre anche una sfumatura di significato modale, nel modo in cui, e comparativo di uguaglianza, cos come. Si plures sint una complementare indiretta condizionale: esprime la condizione a patto della quale vale l'ipotesi formulata. Nell'insieme, reggente e condizionale, il periodo ipotetico
formano il cosiddetto periodo ipotetico: se allora. Ancora oggi rappresenta uno dei caposaldi con cui il pensiero scientifico e razionale procede nel suo argomentare: poste delle premesse, si traggono delle conclusioni. In grammatica, con terminologia greca, la premessa viene chiamata protasi (dal greco pr, avanti + tino, tendo: ci che si pone innanzi), la conclusione apodosi (dal greco ap, a partire da + ddomi, dare: ci che si d a partire da una premessa). Si tratta evidentemente anche del principio sul quale si
323
basa la logica sillogistica aristotelica, le cui conclusioni vengono definite apodittiche (dal greco ap, a partire da + diknymi, mostro: ci che si mostra da s a partire da una premessa). In latino vigono delle leggi che regolano l'uso dei modi verbali nel periodo ipotetico; in questa sede tuttavia sufficiente rilevare che il congiuntivo della subordinata, sint, giustificato dal carattere eventuale della proposizione: possibile che un'unica lettera abbia pi sensi letterali, ma non congiuntivo eventuale necessario che ci accada (tra l'altro, non
pare che lAquinate fosse molto convinto della verosimiglianza di una simile possibilit, pur ammessa da Agostino). Le due causali, coordinate fra loro in forma avversativa, giustificano infine la validit dell'ipotesi avanzata da Tommaso: la potestas Dei possibile che una sola lettera nella Sacra Scrittura
veicoli pi di un senso letterale, proprio perch l'autore Dio che, a differenza dell'uomo, ha una comprensione simultanea della verit e quindi pu intendere molte cose, anzi tutte le cose, omna, contemporaneamente. Concludiamo con l'analisi della parola e alcune etimologie. Suo intellectu come ablativo semplice potrebbe avere valore sia strumentale (l'intelletto infatti non una persona), sia modale analisi della parola (essendo presente un attributo), sia causale
(essendo l'intelletto una causa interna); tuttavia qui il significato evidentemente quello di un complemento di mezzo. Simul un avverbio di tempo, dal quale in italiano derivano simultaneo e simultaneamente. Finora abbiamo sempre considerato etam una congiunzione; in questa frase
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Diciannovesima Lezione
Roma 2013
litterlem sensum (ci non toglie che sia pur sempre possibile rintracciare il suo valore di congiunzione copulativa, intendendo se e secondo il senso spirituale e secondo quello letterale ). In analisi della proposizione, pu essere interpretato come un complemento di eccedenza, intendendo etam secundum litterlem sensum nel senso di oltre che secondo il senso spirituale, anche secondo il senso letterale. Intendre composto da in + tendre, tendere verso: quindi quem auctor intendit alla lettera significa ci verso cui l'autore tende, ci che ha di mira. In questo senso si capisce bene anche perch in fenomenologia con il termine intenzionalit ci si riferisca al fatto che la coscienza sempre coscienza di qualche cosa, ossia tesa, rivolta a qualche cosa. Inconvenens in latino usato solo come aggettivo; ci nondimeno, deriva da in (qui con il valore di prefisso negativo, con il significato cio di non) + cum + venre, non venire insieme: etimologicamente pertanto sta per che non viene insieme, che non consegue; poich la doppia negazione afferma, non inconvenens viene a significare che consegue. Comprehendre infine deriva da cum + prehendre, prendere insieme, abbracciare; il calco del greco katalambnein ed esprime bene l'atto della conoscenza intellettuale, paragonato, secondo il noto esempio utilizzato da Zenone, allimmagine di un pugno chiuso. L'articolo decimo in verit non termina qui; le tre difficolt sollevate nei primi tre capoversi vengono risolte in altrettanti capoversi conclusivi. Tuttavia un'esperienza decennale ha confermato che nel corso di due semestri non si riesce a procedere nella lettura e nell'analisi oltre l'ultimo brano esaminato poco sopra. Per concludere il corso di latino, sarebbe piuttosto alcune etimologie
325
utile scrivere semmai un ulteriore volume, un vero e proprio eserciziario, nel quale vengano offerti dei testi supplementari, oltre a quello dellAquinate, per esercitarsi e capire meglio gli argomenti qui studiati. A Dio piacendo, esso potr vedere la luce i prossimi anni.
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Diciannovesima Lezione
Roma 2013
Per verificare il mio apprendimento: Compilare le schede di analisi del periodo, della proposizione e della parola di Quia vero sensus In che senso sint si lascia interpretare sia come copula sia come predicato verbale? Perch sint si trova al modo congiuntivo? Come mai autem, che una congiunzione coordinativa, introduce una proposizione subordinativa? Quali sono i tre significati che convivono nella congiunzione subordinativa ut? In che senso etam pu essere interpretata sia come congiunzione coordinativa copulativa sia come avverbio rafforzativo? Che cos' il periodo ipotetico? Da quali proposizioni formato? In che modo l'etimologia di comprehendre di aiuto per capire l'atto della conoscenza intellettuale e quella di intendre per apprezzare il significato della nozione di intenzionalit nella fenomenologia?
327
ANALISI DEL PERIODO: Quia vero sensus litterlis est, quem auctor intendit: auctor autem Sacrae Scriptrae Deus est, qui omna simul suo intellectu comprehendit: non est inconvenens, ut dicit Augustnus, si etam secundum litterlem sensum in una littra Scriptrae plures sint sensus
1 Quia = congiunzione subordinativa causale 2 Vero = congiunzione coordinativa avversativa 3 Autem = congiunzione coordinativa avversativa 4 Ut = congiunzione subordinativa incidentale 5 Si = congiunzione subordinativa condizionale 6
Elencare pronomi relativi (e avverbi) specificando il termine al quale si riferiscono Quem (riferito a sottinteso is) Qui (riferito a Deus)
Elencare le proposizioni, indicando per ciascuna la congiunzione, il pronome relativo o lavverbio da cui introdotta e il predicato verbale o nominale che la caratterizza
Est (is) (predicato nominale) Intendit (predicato verbale) Deus est (predicato nominale) Comprehendit (predicato verbale) Non est inconvenens (predicato nominale) Dicit (predicato verbale) Plures sint (predicato nominale)
Quia ... est (is) Quem ... intendit Autem (quia) ... Deus est Qui ... comprehendit Vero ... non est inconvenens
Ut ... dicit
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Diciannovesima Lezione
Roma 2013
Elencare in ordine degradante le proposizioni reggenti e complementari, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1 Vero ... non est inconvenens = proposizione reggente enunciativa coordinata al periodo precedente in forma avversativa 2 Ut ... dicit = proposizione complementare indiretta incidentale di I (o II) grado 3 Si ... plures sint = proposizione complementare indiretta condizionale di I grado 4 Quia ... est (is) = proposizione complementare indiretta causale di I (o di II) grado 5 Autem (quia) ... Deus est = proposizione complementare indiretta causale di I (o di II) grado coordinata alla precedente causale in forma avversativa 6 Quem ... intendit = proposizione attributiva di II grado
Vero ... non est inconvenens ut ... dicit si ... plures sint quia ... est (is) (quem ... intendit) autem (quia) ... Deus est (qui ... comprehendit)
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ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Quia vero sensus litterlis est, quem auctor intendit: auctor autem Sacrae Scriptrae
Soggetto
Sensus litterlis (con un attributo)
Connettori
Quia = congiunzione subordinativa causale
Auctor
Auctor
Complementi indiretti
Sacrae Scriptrae = complemento di specificazione del soggetto (con un attributo)
Complementi indiretti
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Diciannovesima Lezione ANALISI DELLA PROPOSIZIONE: Non est inconvenens, ut dicit Augustnus, si etam secundum litterlem sensum in una littra Scriptrae plures sint sensus
Roma 2013
Soggetto
Connettori
Vero = congiunzione coordinativa avversativa
Augustnus
Sensus
Complementi indiretti
Etam = complemento di eccedenza In una littra = complemento di stato in luogo (con un attributo)
Complementi indiretti
Secundum litterlem sensum = complemento di modo (o di limitazione) (con un attributo) Scriptrae = complemento di specificazione del complemento di stato in luogo
331
ANALISI DELLA PAROLA: Quia vero sensus litterlis est, quem auctor intendit: auctor autem Sacrae Scriptrae Deus est, qui omna simul suo intellectu comprehendit: non est inconvenens, ut dicit Augustnus, si etam secundum litterlem sensum in una littra Scriptrae plures sint sensus
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione) Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni) Modo (verbi) Caso (sostantivi, aggettivi e pronomi) Concordanza (aggettivi, pronomi) Tempo (verbi) Genere (sostantivi, aggettivi e pronomi) Persona (verbi) Numero (verbi , sostantivi, aggettivi e pronomi)
Parola
subordinativa causale coordinativa avversativa sensus, us, IV declinazione nominativo concordato con sensus, nominativo indicativo maschile maschile presente singolare singolare III singolare
aggettivo qualificativo litteralis, e, II classe a 2 uscite verbo copulativo sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettivo, atematico, suppletivo qui, quae, quod auctor, ris, III declinazione
intendo, is, intendi, intentum, re, indicativo transitivo attivo, III coniugazione auctor, ris, III declinazione nominativo coordinativa avversativa
332
Autem
Diciannovesima Lezione
Roma 2013
aggettivo qualificativo sacer, sacra, sacrum, I classe sostantivo sostantivo verbo copulativo scriptra, ae, I declinazione deus, i, II declinazione sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettivo, atematico, suppletivo qui, quae, quod omnis, e, II classe a 2 uscite di tempo suus, a, um, I classe intellectus, us, IV declinazione comprehendo, is, prehendi, prehensum, re, transitivo attivo, III coniugazione di negazione sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettivo, atematico, suppletivo
pronome relativo pronome indefinito avverbio aggettivo possessivo riflessivo sostantivo verbo predicativo
riferito a Deus, nominativo accusativo concordato con intellectu, ablativo ablativo indicativo
Non Est
indicativo
presente
III singolare
aggettivo qualificativo inconvenens, entis, II classe a 1 uscita congiunzione verbo predicativo sostantivo congiunzione subordinativa incidentale
singolare
dico, is, dixi, dictum, re, indicativo transitivo attivo, III coniugazione Augustnus, i, II declinazione nominativo subordinativa condizionale
333
avverbio preposizione
rafforzativo secundum + accusativo = complemento di modo concordato con sensum, accusativo accusativo maschile maschile singolare singolare
aggettivo qualificativo litterlis, e, II classe a 2 uscite sostantivo preposizione aggettivo numerale cardinale sostantivo sostantivo aggettivo indefinito sensus, us, IV declinazione in + ablativo = complemento di stato in luogo unus, a, um, I classe, pronominale littra, ae, I declinazione scriptra, ae, I declinazione plus, pluris, II classe a 1 uscita, comparativo di maggioranza di multus, a, um sum, es, fui, esse, coniugazione propria, difettivo, atematico, suppletivo sensus, us, IV declinazione
concordato con littra, ablativo femminile ablativo genitivo concordato con sensus, nominativo congiuntivo femminile femminile maschile
Sint
verbo copulativo
presente
III plurale
Sensus
sostantivo
nominativo
maschile
singolare
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Roma 2013
APPENDICI
335
Roma 2013
QUAESTO PRIMA. ARTICLUS DECMUS Utrum Sacra Scriptra sub una littra habat plures sensus AD DECMUM SIC PROCEDTUR VIDTUR QUOD Sacra Scriptra sub una littra non habeat plures sensus,
qui sunt historicus vel littralis, allegoricus, tropologicus sive moralis, et anagogicus. Multiplictas enim sensum in una scriptra parit confusinem et deceptinem, et tollit firmittem arguendi: unde ex multiplicbus propositionbus non procdit argumenttio, sed secundum hoc alquae fallacae assignantur. Sacra autem Scriptra debet esse effcax ad ostendendam verittem absque omni fallaca. Ergo non debent in ea sub una littra plures sensus tradi.
336
Abbiamo usato ledizione leonina riprodotta nel seguente volume: San Tommaso dAquino, La Somma Teologica, traduzione e commento a cura dei domenicani italiani, vol. I, ed. Studio Domenicano, Bologna 1984.
139
Appendice 1
Roma 2013
SED EST CONTRA quod dicit Gregorus: Sacra Scriptra omnes scientas
ipso locutinis suae more transcendit: quia uno eodemque sermne, dum narrat gestum, prodit mysterum141.
RESPONDO
cuius potestte est ut non solum voces ad significandum accommdet (quod etam homo facre potest), sed etam res ipsas. Et ido, cum in omnbus scientis voces signifcent, hoc habet proprum ista scienta, quod ipsae res significtae per voces, etam signifcant alquid. Illa ergo prima significato, qua voces signifcant res, pertnet ad primum sensum, qui est sensus historcus vel litterlis. Illa vero significato qua res significtae per voces, itrum res alas signifcant, dictur sensus spiritulis; qui super litterlem fundtur, et eum suppnit.
140 141
337
Hic autem sensus spiritulis trifaram dividtur. Sicut enim dicit Apostlus, lex vetus figra est novae legis: et ipsa nova lex, ut dicit Dionysus in Ecclesiastca Hierarcha, est figra futrae glorae: in nova etam lege, ea quae in capte sunt gesta, sunt signa erum quae nos agre debmus. Secundum ergo quod ea quae sunt vetris legis, signifcant ea quae sunt novae legis, est sensus allegorcus: secundum vero quod ea quae in Christo sunt facta, vel in his quae Christum signifcant, sunt signa erum quae nos agre debmus, est sensus morlis: prout vero signifcant ea quae sunt in aeterna glora, est sensus anagogcus. Quia vero sensus litterlis est, quem auctor intendit: auctor autem Sacrae Scriptrae Deus est, qui omna simul suo intellectu comprehendit: non est inconvenens, ut dicit Augustnus, si etam secundum litterlem sensum in una littra Scriptrae plures sint sensus.
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Roma 2013
Utrum Sacra Scriptra habat plures sensus Se la Sacra Scrittura abbia pi sensi
sub
una
littra
AD DECMUM
339
NEL DECIMO
VIDTUR SEMBRA
sub una
qui che
sunt
historcus
vel
litterlis,
allegorcus,
tropologcus
sive morlis, et
anagogcus.
Multiplictas La molteplicit
sensum in di sensi
una
confusinem et
arguendi:
unde
argumentato
propositionbus,
sed
assignantur
secundum
hoc.
Autem Ma
effcax
ad a
ostendendam mostrare
omni
fallaca.
da ogni errore.
340
Appendice 2
Roma 2013
Ergo
in ea non debent
tradi
una
littra.
in libro
voctur chiamata
tradtur si presenta
scilcet, secundum historam, secundum aetiologam, e cio secondo la storia, secondo l'eziologia,
Quae
quator
quidem
videntur
esse
omnno alina
a quator
praedictis.
quod
edem
littra
Sacrae Scriptrae
341
SED EST MA
CONTRA
quod
dicit Gregorus:
quia
uno
eodemque
sermne, dum
narrat gestum,
prodit
mysterum.
trasmette un mistero.
RESPONDO RISPONDO
DICENDUM
quod auctor
Sacrae Scriptrae
est Deus, in cuius potestte est ut non solum accommdet voces Dio, nella cui potest che non solo adatti le parole
342
Appendice 2
Roma 2013
ad per
significandum significare
( quod
sed etam
res ipsas.
Et ido,
signifcent,
ista scienta
quod
ipsae
voces,
ha questo di proprio, cio il fatto che le stesse cose significate attraverso le parole,
qua
voces signifcant
res
pertnet ad primum sensum, qui est sensus historcus vel litterlis. attiene al primo senso, che il senso storico o letterale.
qua
res
significtae
per
voces
itrum
343
qui
Autem Ma
hic sensus spiritulis dividtur trifaram. questo senso spirituale si divide in tre forme.
novae
legis:
Come dice infatti l'Apostolo, l'antica legge figura della nuova legge:
et ipsa
glorae futrae:
etam in nova
lege, ea
quae
della gloria futura: anche nella nuova legge, quelle cose che
sunt gesta
sono state compiute nel capo, sono segni di quelle che noi dobbiamo fare.
ea
quae sunt
vetris
legis, signifcant
Quello dunque secondo il quale quelle cose che sono dell'antica legge, significano
ea
quae sunt
novae
vero secundum
quod
ea
quae
sunt facta
in Christo,
quello invece secondo il quale quelle cose che sono state fatte in Cristo,
344
Appendice 2
Roma 2013
vel in
his quae signifcant Christum, sunt signa erum quae nos debmus sono segni di quelle che noi dobbiamo
prout
vero signifcant
ea quae sunt
in glora aeterna,
quem
Sacrae
suo intellectu
comprehendit omna
simul:
littra
Scriptrae
sint
plures .
siano molteplici.
345
Roma 2013
346
Appendice 3
Roma 2013
quia = congiunzione subordinativa causale quidem = avverbio rafforzativo quod = congiunzione subordinativa dichiarativa scilcet = congiunzione coordinativa esplicativa sed = congiunzione coordinativa avversativa si = congiunzione subordinativa condizionale sicut =congiunzione subordinativa incidentale (modale e comparativa) simul = avverbio di tempo sive = congiunzione coordinativa disgiuntiva inclusiva solum = avverbio di modo trifaram = avverbio di modo unde = avverbio dorigine, con valore esplicativo ut = congiunzione subordinativa dichiarativa / incidentale (modale e comparativa) vel = congiunzione coordinativa disgiuntiva inclusiva vero = congiunzione coordinativa avversativa
347
Roma 2013
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Roma 2013
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invno, is, invni, inventum, re, III coniugazione, transitivo narro, as, vi, tum, re, I coniugazione, transitivo ostendo, is, ostendi, ostentum (ostensum), re, III coniugazione, transitivo paro, is, pepri, partum, re, III coniugazione in o, transitivo pertino, es, pertini, re, difettivo, II coniugazione, intransitivo possum, potes, poti, posse, difettivo, atematico, modale, coniugazione propria praedco, is, dxi, dictum, re, III coniugazione, transitivo procdo, is, procssi, procssum , re, III coniugazione, intransitivo prodo, is, proddi, prodtum, re, III coniugazione, transitivo respondo, es, respondi, responsum, re, II coniugazione, transitivo signifco, as, vi, tum, re, I coniugazione, transitivo sum, es, fui, esse, difettivo, atematico, suppletivo, coniugazione propria, intransitivo suppno, is, supposi, suppostum , re, III coniugazione, transitivo tollo, is, sustli, subltum, re, III coniugazione, transitivo trado, is, traddi, tradtum, re, III coniugazione, transitivo transcendo, is, scendi, scensum, re, III coniugazione, transitivo vidor, ris, visus sum, ri, II coniugazione, deponente voco, as, vi, tum, re, I coniugazione , transitivo
350
Roma 2013
351
decepto, nis, femminile, III declinazione, in nasale deus, i, maschile, II declinazione Dionysus, i, maschile, II declinazione ecclesiastcus, a, um, I classe effcax, ccis, II classe a 1 uscita, in gutturale fallaca, ae, femminile, I declinazione figra, ae, femminile, I declinazione firmtas, tis, femminile, III declinazione, in dentale futrus, a, um, I classe glora, ae, femminile, I declinazione Gregorus, i, maschile, II declinazione hierarcha, ae, femminile, I declinazione histora, ae, femminile, I declinazione historcus, a, um, I classe homo, mnis, maschile, III declinazione inconvenens, entis, II classe a 1 uscita intellectus, us, maschile, IV declinazione lex, legis, femminile, III declinazione in gutturale liber, libri, maschile, II declinazione littra, ae, femminile, I declinazione litterlis, e, II classe a 2 uscite locuto, nis, femminile, III declinazione in nasale morlis, e, II classe a 2 uscite mos, moris, maschile, III declinazione
352
Appendice 6
Roma 2013
multiplictas, tis, femminile, III declinazione, in dentale mysterum, i, neutro, II declinazione novus, a, um, I classe omnis, e, II classe a 2 uscite parabolcus, a, um, I classe plus, pluris, II classe a 1 uscita potestas, tis, femminile, III declinazione in dentale primus, a, um, I classe proposito, nis, femminile, III declinazione, in nasale proprus, a, um, I classe res, rei, femminile, V declinazione sacer, cra, crum, I classe scienta, ae, femminile, I declinazione scriptra, ae, femminile, I declinazione sensus, us, maschile, IV declinazione sermo, nis, maschile, III declinazione in nasale signum, i, neutro, II declinazione significato, nis, femminile, III declinazione in nasale spiritulis, e, II classe a 2 uscite suus, a, um, I classe testamentum, i, neutro, II declinazione tropologcus, a, um, I classe unus, a, um, I classe, pronominale utiltas, tis, femminile, III declinazione, in dentale vertas, tis, femminile, III declinazione in dentale
353
vetus, vetris, II classe a 1 uscita vox, vocis, femminile, III declinazione in gutturale
354
Roma 2013
355
etam 32
expno, re 195 fallaca, ae 146 firmtas, tis 129 fundo, re 44 hierarcha, ae 62 histora, ae 44 homo, nis 12 inconvenens, entis 101 intendo, re 101 inveno, re 196 itrum 43 locuto, nis 215 mos, moris 214 multiplex, plcis 128 mysterum, i 216 omnno 185 ogni 146 ostendo, re 146 parabolcus, a, um 196 pertino, re 41 praedco, re 184 praetera 195 procdo, re 130 prodo, re 216
356
Appendice 7
Roma 2013
protasi 99 scienta, ae 214 sermo, nis 216 simplex, plcis 128 signifco, re 12 suppno, re 44 testamentum, i 174 tollo, re 129 tradito, nis 159-160 transcendo, re 215 tpos 57
357
Roma 2013
Plurale scriptrae (le scritture) scripturrum (delle scritture) scriptris (alle scritture) scriptras (le scritture) scriptrae (o scritture) scriptris (con le scritture)
358
Uno studente mi ha giustamente fatto osservare che, specialmente per gli studenti stranieri, sarebbe stato utile aggiungere in queste tabelle la traduzione delle singole voci in italiano. Si tenga tuttavia presente che la traduzione valida solo in prima approssimazione, in quanto suscettibile di molte variazioni in base al contesto in cui il vocabolo inserito; ci non vale solo per lablativo, che pu tradurre molteplici complementi, resi in italiano con lausilio di preposizioni differenti, ma anche per tutti gli altri casi: cos, ad esempio, lo stesso nominativo pu svolgere la funzione di complemento predicativo del soggetto e essere tradotto in italiano con le preposizioni come o in qualit di. Probabilmente solo il vocativo non soggetto a variazioni di sorta nella traduzione.
Appendice 8
Roma 2013
SECONDA DECLINAZIONE
apostlus, i Nominativo
Plurale apostli (gli apostoli) apostolrum (degli apostoli) apostlis (agli apostoli) apostlos (gli apostoli) apostli (o apostoli) apostli (con gli apostoli)
Genitivo
apostli (dellapostolo)
Dativo
apostlo (allapostolo)
Accusativo
apostlum (lapostolo)
Vocativo
apostle (o apostolo)
Ablativo
359
SECONDA DECLINAZIONE
(flessione particolare del sostantivo deus)
deus, i Nominativo
Plurale dii (d, dei) (gli dei) derum (deum) (degli dei) diis (ds, deis) (agli dei) deos (gli dei) dii (d, dei) (o dei) diis (ds, deis) (con gli dei)
Genitivo
Dativo
deo (a dio)
Accusativo
deum (dio)
Vocativo
Ablativo
360
Tra parentesi riportiamo sempre delle varianti attestate pi o meno frequentemente. Siccome un nome di persona, lablativo semplice deo non pu essere strumentale (il complemento di mezzo sarebbe stato per deum); per questo abbiamo premesso la preposizione ab, per formare un complemento dagente. Applicheremo lo stesso criterio anche in seguito, con il sostantivo Isus e qualora un pronome maschile o femminile si supponga riferito a una persona.
143 144
Appendice 8
Roma 2013
SECONDA DECLINAZIONE
(a desinenza zero al nominativo e vocativo singolare)
puer, ri Nominativo
Plurale puri (i fanciulli) puerrum (dei fanciulli) puris (ai fanciulli) puros (i fanciulli) puri (o fanciulli) puris (con i fanciulli)
Genitivo
Dativo
Accusativo
Vocativo
puer (o fanciullo)
Ablativo
361
SECONDA DECLINAZIONE
(a desinenza zero e con perdita della vocale -ein tutti i casi tranne che al nominativo e vocativo singolare)
Plurale libri (i libri) librrum (dei libri) libris (ai libri) libros (i libri) libri (o libri) libris (con i libri)
Genitivo
Dativo
Accusativo
Vocativo
liber (o libro)
Ablativo
362
Appendice 8
Roma 2013
SECONDA DECLINAZIONE
(sostantivi di genere neutro)
mysterum, i Nominativo
Plurale mystera (i misteri) mysterirum (dei misteri) mysteris (ai misteri) mystera (i misteri) mystera (o misteri) mysteris (con i misteri)
Genitivo
Dativo
Accusativo
Vocativo
mysterum (o mistero)
Ablativo
363
Singolare
Maschile/Femminile Neutro Maschile/Femminile -145 is i em (im) = nominativo e (i) is i = nom. = nom. e (i) es um (ium) ibus es (is) es ibus
Formazione dei Nominativi Singolari pi comuni: Sostantivi in dentale: vertas, tis Sostantivi in nasale: significato, nis Sostantivi in gutturale: vox, vocis Sostantivi in r: auctor, ris; mos, moris
364
Il trattino indica il fatto che non possibile determinare un numero abbastanza ristretto di uscite possibili per il nominativo singolare: questo rappresenta lunica vera difficolt dei nomi di terza declinazione. Le desinenze tra parentesi invece sono varianti, in genere meno frequenti.
145
Appendice 8
Roma 2013
TERZA DECLINAZIONE
Plurale verittes (le verit) verittum (delle verit) veritatbus (alle verit) verittes (le verit) verittes (o verit) veritatbus (con le verit)
Genitivo
Dativo
Accusativo
Vocativo
vertas (o verit)
Ablativo
365
TERZA DECLINAZIONE
(sostantivi di genere neutro)
Plurale capta (i capi) captum (dei capi) capiti bus (ai capi) capta (i capi) capta (o capi) capitbus (con i capi)
Genitivo
Dativo
Accusativo
Vocativo
caput (o capo)
Ablativo
366
Appendice 8
Roma 2013
QUARTA DECLINAZIONE
sensus, us Nominativo
Plurale sensus (i sensi) sensum (dei sensi) sensbus (ai sensi) sensus (i sensi) sensus (o sensi) sensbus (con i sensi)
Genitivo
Dativo
Accusativo
Vocativo
sensus (o senso)
Ablativo
367
QUARTA DECLINAZIONE
(sostantivi di genere neutro)
genu, us Nominativo
Plurale gena (le ginocchia) genum (delle ginocchia) genbus (alle ginocchia) gena (le ginocchia) gena (o ginocchia) genbus (con le ginocchia)
Genitivo
Dativo
Accusativo
Vocativo
genu (o ginocchio)
Ablativo
368
Appendice 8
Roma 2013
DECLINAZIONE DI ISUS146
Isus, u Nominativo Isus (Ges) Genitivo Isu (di Ges) Dativo Isu (a Ges) Accusativo Isum (Ges) Vocativo Isu (o Ges) Ablativo ab Isu (da Ges)
Isus non appartiene in verit a nessuna delle cinque declinazioni, ma segue una flessione sua propria, in quanto un nome di origine straniera; tuttavia di fatto sembra essere un irregolare di quarta declinazione.
146
369
QUINTA DECLINAZIONE
Plurale res (le cose) rrum (delle cose) rbus (alle cose) res (le cose) res (o cose) rbus (con le cose)
Genitivo
ri (della cosa)
Dativo
ri (alla cosa)
Accusativo
Vocativo
res (o cosa)
Ablativo
re (con la cosa)
370
Roma 2013
historcus,a,um
Singolare
Plurale
Maschile
Femminile Neutro
Maschile
Femminile
Neutro
Nominativo
historcus
(lo storico)
historca
(la storica)
historcum historci
(lo storico) (gli storici)
historcae
(le storiche)
historca
(gli storici)
Genitivo
historci
(dello storico)
historcae
(della storica)
historci
(dello storico)
historcrum historcrum
(degli storici) (delle storiche)
historcrum
(degli storici)
Dativo
historco
(allo storico)
historcae
(alla storica)
historco
(allo storico)
historcis
(agli storici)
historcis
(alle storiche)
historcis
(agli storici)
Accusativo
historcum historcam
(lo storico) (la storica)
historcum historcos
(lo storico) (gli storici)
historcas
(le storiche)
historca
(gli storici)
Vocativo
historce
(o storico)
historca
(o storica)
historcum historci
(o storico) (o storici)
historcae
(o storiche)
historca
(o storici)
Ablativo
historco
(con storico)
historca
(con storica)
historco
(con storico)
historcis
(con storici)
historcis
(con storiche)
historcis
(con storici)
371
PRIMA CLASSE
(a desinenza zero al nominativo e vocativo singolare)
liber, a, um
Singolare
Plurale
Maschile
Femminile Neutro
Maschile
Femminile
Neutro
Nominativo
liber
(il libero)
libra
(la libera)
librum
(il libero)
libri
(i liberi)
librae
(le libere)
libra
(i liberi)
Genitivo
libri
(del libero)
librae
(della libera)
libri
(del libero)
liberrum
(dei liberi)
liberrum
(delle libere)
liberrum
(dei liberi)
Dativo
libro
(al libero)
librae
(alla libera)
libro
(al libero)
libris
(ai liberi)
libris
(alle libere)
libris
(ai liberi)
Accusativo
librum
(il libero)
libram
(la libera)
librum
(il libero)
libros
(i liberi)
libras
(le libere)
libra
(i liberi)
Vocativo
liber
(o libero)
libra
(o libera)
librum
(o libero)
libri
(o liberi)
librae
(o libere)
libra
(o liberi)
Ablativo
libro
(con libero)
libra
(con libera)
libro
(con libero)
libris
(con liberi)
libris
(con libere)
libris
(con liberi)
372
Appendice 9
Roma 2013
PRIMA CLASSE
(a desinenza zero e con perdita della vocale -ein tutti i casi tranne che al nominativo e vocativo singolare)
Singolare
Plurale
Maschile
Femminile Neutro
Maschile
Femminile
Neutro
Nominativo
sacer
(il sacro)
sacra
(la sacra)
sacrum
(il sacro)
sacri
(i sacri)
sacrae
(le sacre)
sacra
(i sacri)
Genitivo
sacri
(del sacro)
sacrae
(della sacra)
sacri
(del sacro)
sacrrum
(dei sacri)
sacrrum
(delle sacre)
sacrrum
(dei sacri)
Dativo
sacro
(al sacro)
sacrae
(alla sacra)
sacro
(al sacro)
sacris
(ai sacri)
sacris
(alle sacre)
sacris
(ai sacri)
Accusativo
sacrum
(il sacro)
sacram
(la sacra)
sacrum
(il sacro)
sacros
(i sacri)
sacras
(le sacre)
sacra
(i sacri)
Vocativo
sacer
(o sacro)
sacra
(o sacra)
sacrum
(o sacro)
sacri
(o sacri)
sacrae
(o sacre)
sacra
(o sacri)
Ablativo
sacro
(con sacro)
sacra
(con sacra)
sacro
(con sacro)
sacris
(con sacri)
sacris
(con sacre)
sacris
(con sacri)
373
PRIMA CLASSE
(pronominali)
alus,a,um
Singolare
Plurale
Maschile
Femminile Neutro
Maschile
Femminile
Neutro
Nominativo
alus
(un altro)
ala
(un altra)
alum
(un altro)
ali
(gli altri)
alae
(le altre)
ala
(gli altri)
Genitivo
alus
(di un altro)
alus
(di un altra)
alus
(di un altro)
alrum
(degli altri)
alrum
(delle altre)
alrum
(degli altri)
Dativo
ali
(a un altro)
ali
(a un altra)
ali
(a un altro)
alis
(agli altri)
alis
(alle altre)
alis
(agli altri)
Accusativo
alum
(un altro)
alam
(un altra)
alum
(un altro)
alos
(gli altri)
alas
(le altre)
ala
(gli altri)
Vocativo147
ale
(o altro)
ala
(o altra)
alum
(o altro)
ali
(o altri)
alae
(o altre)
ala
(o altri)
Ablativo
alo
(con un altro)
ala
(con un altra)
alo
(con un altro)
alis
(con altri)
alis
(con altre)
alis
(con altri)
374
Per completezza riportiamo anche il vocativo, sebbene, in verit, esso sia attestato in genere solo per gli aggettivi qualificativi e non anche per gli indefiniti come alus o i numerali come unus.
147
Appendice 9
Roma 2013
SECONDA CLASSE
litterlis, e148
Nominativo litterlis
(letterale)
litterle
(letterale)
litterles
(letterali)
littrala
(letterali)
litterlis
(di un letterale)
litterlis
(di un letterale)
littralum
(dei letterali)
littralum
(dei letterali)
litterli
(a un letterale)
litterli
(a un letterale)
littralbus
(ai letterali)
littralbus
(ai letterali)
litterlem
(letterale)
litterle
(letterale)
litterles
(letterali)
littrala
(letterali)
litterlis
(o letterale)
litterle
(o letterale)
litterles
(o letterali)
littrala
(o letterali)
litterli
(con un letterale)
litterli
(con un letterale)
littralbus
(con i letterali)
littralbus
(con i letterali)
Gli aggettivi a tre uscite hanno la medesima flessione; al nominativo e vocativo singolare maschile per hanno desinenza zero. Sono comunque un piccolo gruppo di nomi, tutti in er al nominativo maschile singolare: per esempio, celer, ris, re, celere, rapido. Alcuni di questi, come abbiamo visto accadere anche nella seconda declinazione, conservano la -e- solo al nominativo e vocativo singolare maschile: ad esempio, terrester, stris, stre.
148
375
litteralor, us
Nominativo litterlor
(pi letterale)
litterlus
(pi letterale)
litterlires
(pi letterali)
littralira
(pi letterali)
litterliris
(di un pi letterale)
litterliris
(di un pi letterale)
littralirum
(dei pi letterali)
littralirum
(dei pi letterali)
litterlri
(a un pi letterale)
litterlri
(a un pi letterale)
littraliorbus
(ai pi letterali)
littraliorbus
(ai pi letterali)
litterlrem
(pi letterale)
litterlus
(pi letterale)
litterlires
(pi letterali)
littralira
(pi letterali)
litterlor
(o pi letterale)
litterlus
(o pi letterale)
litterlires
(o pi letterali)
littralira
(o pi letterali)
litterlire
(con un pi letterale)
litterlire
(con un pi letterale)
littraliorbus
(con pi letterali)
littraliorbus
(con pi letterali)
376
Roma 2013
IL PRONOME RELATIVO
Maschile qui
(i quali)
Femminile quae
(le quali)
Neutro quae
(le quali cose)
qui
(il quale)
cuius
(del quale)
cuius
(della quale)
cuius
(della qual cosa)
quorum
(dei quali)
quarum
(delle quali)
quorum
(delle quali cose)
cui
(al quale)
cui
(alla quale)
cui
(alla qual cosa)
quibus
(ai quali)
quibus
(alle quali)
quibus
(alle quali cose)
quem
(il quale)
quam
(la quale)
quod
(la qual cosa)
quos
(i quali)
quas
(le quali)
quae
(le quali cose)
quo
(con il quale)
qua
(con la quale)
quo
(con la qual cosa)
quibus
(con i quali)
quibus
(con le quali)
quibus
(con le quali cose)
377
Neutro alquid
(qualche cosa)
Neutro alqua
(alcune cose)
alicuius
(di qualcuno)
alicuius rei149
(di qualche cosa)
ali quorum
(di alcuni)
aliqurum rerum
(di alcune cose)
alicui
(a qualcuno)
alicui rei
(a qualche cosa)
aliqubus
(ad alcuni)
aliqubus rebus
(ad alcune cose)
alquem
(qualcuno)
alquid
(qualche cosa)
alquos
(alcuni)
alqua
(alcune cose)
ab alquo
(da qualcuno)
ab alqua re
(da qualche cosa)150
ab aliqubus
(da alcuni)
ab aliqubus rebus
(da alcune cose)
378
Al neutro, nei casi obliqui i pronomi sono sempre accompagnati dal sostantivo res, rei. Lablativo semplice neutro, in verit, non riferendosi a persone, ma a cose, potrebbe anche avere valore strumentale; tuttavia, qui e in seguito, lo facciamo precedere anchesso dalla preposizione ab per omogeneit con la flessione presentata.
149 150
Appendice 10
Roma 2013
Femminile alqua
(qualche )
Maschile alqui
(alcuni )
Femminile alquae
(alcune )
Neutro alqua
(alcuni )
alicuius151
(di qualche )
alicuius
(di qualche )
alicuius
(di qualche )
aliqurum
(di alcuni )
aliqurum
(di alcune )
aliqurum
(di alcuni )
alcui
(a qualche )
alcui
(a qualche )
alcui
(a qualche )
aliqubus
(ad alcuni )
aliqubus
(ad alcune )
aliqubus
(ad alcuni )
alquem
(qualche )
alquam
(qualche )
alquod
(qualche )
alquos
(alcuni )
alquas
(alcune )
alqua
(alcuni )
alquo
(con qualche )
alqua
(con qualche )
alquo
(con qualche )
aliqubus
(con alcuni )
aliqubus
(con alcune )
aliqubus
(con alcuni )
Quando la desinenza us del genitivo singolare dei pronomi preceduta dalla vocale u, si forma il dittongo ui; laccento allora cade sul primo elemento, ovvero sulla u: alicius, hius, cius. Se invece la desinenza preceduta da una consonante, laccento tonico cade sulla i lunga di us: illus, istus, ipsus.
151
379
PRONOMI DIMOSTRATIVI
hic
(questo)
haec
(questa)
hoc
(questa cosa)
hae
(queste)
haec
(queste cose)
huius
(di questo)
huius
(di questa)
huius
(di questa cosa)
horum
(di questi)
harum
(di queste)
horum
(di queste cose)
huic
(a questo)
huic
(a questa)
huic
(a questa cosa)
his
(a questi)
his
(a queste)
his
(a queste cose)
hunc
(questo)
hanc
(questa)
hoc
(questa cosa)
hos
(questi)
has
(queste)
haec
(queste cose)
hoc
(con questo)
hac
(con questa)
hoc
(con questa cosa)
his
(con questi)
his
(con queste)
his
(con queste cose)
380
Appendice 10
Roma 2013
Singolare
Plurale
Maschile Femminile Neutro Maschile Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Ablativo iste
(codesto)
ista
(codesta)
istud
(codesta cosa)
isti
(codesti)
istae
(codeste)
ista
(codeste cose)
istus
(di codesto)
istus
(di codesta)
istus
(di codesta cosa)
istrum
(di codesti)
istrum
(di codeste)
istrum
(di codeste cose)
isti
(a codesto)
isti
(a codesta)
isti
(di codesta cosa)
istis
(a codesti)
istis
(a codeste)
istis
(a codeste cose)
istum
(codesto)
istam
(codesta)
istud
(codesta cosa)
istos
(codesti)
istas
(codeste)
ista
(codeste cose)
isto
(con codesto)
ista
(con codesta)
isto
(con codesta cosa)
istis
(con codesti)
istis
(con codeste)
istis
(con codeste cose)
381
Singolare
Plurale
Maschile Femminile Neutro Maschile Femminile Neutro Nominativo Genitivo Dativo Accusativo Ablativo ille
(quello)
illa
(quella)
illud
(quella cosa)
illi
(quelli)
illae
(quelle)
illa
(quelle cose)
illus
(di quello)
illus
(di quella)
illus
(di quella cosa)
illrum
(di quelli)
illrum
(di quelle)
illrum
(di quelle cose)
illi
(a quello)
illi
(a quella)
illi
(a quella cosa)
illis
(di quelli)
illis
(di quelle)
illis
(a quelle cose)
illum
(quello)
illam
(quella)
illud
(quella cosa)
illos
(quelli)
illas
(quelle)
illa
(quelle cose)
illo
(con quello)
illa
(con quello)
illo
(con quella cosa)
illis
(con quelli)
illis
(con quelle)
illis
(con quelle cose)
382
Appendice 10
Roma 2013
PRONOMI DETERMINATIVI
is, ea, id
Maschile Nominativo
Singolare Femminile ea (ella) eius (di lei) ei (a lei) eam (lei) ab ea (da lei) Neutro id (esso) eius (di esso) ei (a esso) id (ci)153 ab eo (da esso) Maschile ii (i, ei) (loro) erum (di loro) iis (is, eis) (a loro) eos (loro) ab iis (is, eis) (da loro)
Plurale Femminile eae (loro) erum (di loro) iis (is, eis) (a loro) eas (loro) Neutro ea (essi) erum (di essi) iis (is, eis) (a essi) ea (loro)
is (egli)152
Genitivo
Dativo
ei (a lui)
Accusativo
eum (lui)
Ablativo
ab eo (da lui)
ab iis (is, eis) ab iis (is, eis) (da loro) (da essi)
Is, ea, id pu fungere sia da pronome personale di terza persona, cos come lo traduciamo nella tabella, sia come pronome dimostrativo equivalente allitaliano quello, quella, ci. 153 Traduciamo ci anzich esso, perch in italiano il pronome esso non pu essere usato come complemento oggetto.
152
383
Singolare
Femminile
Femminile erede
(le medesime)
Neutro edem
(le medesime cose)
idem
(il medesimo)
edem
(la medesima)
Genitivo
eiusdem
(del medesimo)
eiusdem
(della medesima)
eiusdem
(della medesima cosa)
earundem
(delle medesime)
eorundem
(delle medesime cose)
Dativo
edem
(al medesimo)
edem
(alla medesima)
edem
(alla medesima cosa)
iisdem
iisdem
iisdem
Accusativo
eundem
(il medesimo)
eandem
(la medesima)
idem
(la medesima cosa)
eosdem
(i medesimi)
easdem
(le medesime)
edem
(le medesime cose)
Ablativo
edem
(con il medesimo)
edem
(con la medesima)
edem
(con la medesima cosa)
iisdem
(con i medesimi)
iisdem
(con le medesime)
iisdem
(con le medesime cose)
384
Appendice 10
Roma 2013
Maschile ipsi
(loro stessi)
Femminile ipsae
(loro stesse)
Neutro ipsa
(essi stessi)
ipse
(egli stesso)154
Genitivo
ipsus
(di lui stesso)
ipsus
(di lei stessa)
ipsus
(di esso stesso)
ipsrum
(di loro stessi)
ipsrum
(di loro stesse)
ipsrum
(di essi stessi)
Dativo
ipsi
(a lui stesso)
ipsi
(a lei stessa)
ipsi
(ad esso stesso)
ipsis
(a loro stessi)
ipsis
(a loro stesse)
ipsis
(a essi stessi)
Accusativo
ipsum
(lui stesso)
ipsam
(lei stessa)
ipsum
(ci stesso)
ipsos
(loro stessi)
ipsas
(loro stesse)
ipsa
(loro stessi)
Ablativo
ab ipso
(da lui stesso)
ab ipsa
(da lei stessa)
ab ipso
(da esso stesso)
ab ipsis
(da loro stessi)
ab ipsis
(da loro stesse)
ab ipsis
(da essi stessi)
Ipse, con valore di pronome, si traduce con egli stesso, proprio egli; come aggettivo invece ha valore di rafforzativo equivalente allitaliano stesso.
154
385
PRONOMI PERSONALI
Singolare
1a persona 2a persona 3a persona 1a persona
Plurale
2a persona 3a persona
Nominativo
ego (io)
nos (noi)
vos (voi)
Genitivo
nostri/nostrum155 vestri/vestrum (di noi) nobis (a noi) nos (noi) a nobis (da noi) (di voi) vobis (a voi) vos (voi) a vobis (da voi)
Dativo
mihi (a me)
Accusativo
me (me)
Ablativo
a me (da me)
386
Le forme nostri e vestri si usano se hanno valore oggettivo, ovvero di complemento oggetto: per esempio, in miserre nostri, in quanto il significato abbi misericordia verso di noi, nei nostri confronti. Nostrum e vestrum invece hanno valore partitivo, si utilizzano cio per indicare una parte di un tutto: ad esempio, nellespressione complres vestrum, molti di voi.
155
Appendice 10
Roma 2013
Neutro nihil (niente) nullus rei (di niente) nulli rei (a niente) nihil (niente) a nulla re (da niente)
Genitivo
Dativo
nemni (a nessuno/a)
Accusativo
nemnem (nessuno/a)
Ablativo
387
Neutro
quid?
(che cosa?)
qui?
(chi?)
quae?
(che cosa?)
Genitivo
cuius?
(di chi?)
cuius rei?
(di che cosa?)
quorum?
(di chi?)
quarum rerum?
(di che cosa?)
Dativo
cui?
(a chi?)
cui rei?
(a che cosa?)
quibus?
(a chi?)
quibus rebus?
(a che cosa?)
Accusativo
quem?
(chi?)
quid?
(che cosa?)
quos?
(chi?)
quae?
(che cosa?)
Ablativo
a quo?
(da chi)
a qua re?
(da che cosa?)
a quibus?
(da chi?)
a quibus?
(da che cosa?)
388
Roma 2013
389
Indicativo Presente Passivo-Deponente 1a coniugazione in -re 1a singolare 2asingolare 3a singolare 1a plurale 2a plurale 3a plurale
fund-o-r (sono fondato) fund--ris (sei fondato) fund--tur ( fondato) fund--mur (siamo fondati) fund-a-mni (siete fondati) fund-a-ntur (sono fondati)
2a
3a
4a
in -re
ger-o-r
(sono compiuto)
in re
inven--o-r (sono trovato) inven--ris (sei trovato) inven--tur ( trovato) inven--mur (siamo trovati) inven-i-mni (siete trovati) inven-iu-ntur (sono trovati)
ger--ris
(sei compiuto)
ger--tur
( compiuto)
ger--mur
(siamo compiuti)
ger-i-mni
(siete compiuti)
ger-u-ntur
(sono compiuti)
390
Appendice 11
Roma 2013
2a coniugazione in re hab-a-m
(che io abbia)
2a singolare
signifc-e-s
(che tu significhi)
hab-a-s
(che tu abbia)
dic-a-s
(che tu dica)
inven-a-s
(che tu trovi)
3a singolare
signifc-e-t
(che egli significhi)
hab-a-t
(che egli abbia)
dic-a-t
(che egli dica)
inven-a-t
(che egli trovi)
1a plurale
signifc--mus
(che noi significhiamo)
hab-e-mus
(che noi abbiamo)
dic--mus
(che noi diciamo)
inven-i-mus
(che noi troviamo)
2a plurale
signifc--tis
(che voi significhiate)
hab-e-tis
(che voi abbiate)
dic--tis
(che voi diciate)
inven-i-tis
(che voi troviate)
3a plurale
signifc-e-nt
(che essi significhino)
hab-a-nt
(che essi abbiano)
dic-a-nt
(che essi dicano)
inven-a-nt
(che essi trovino)
391
2a coniugazione in re vid-a-r
(che io sembri)
2a singolare
fund--ris
(che tu sia fondato)
vid-e-ris
(che tu sembri)
ger--ris
(che tu sia compiuto)
inven-i-ris
(che tu sia trovato)
3a singolare
fund--tur
(che egli sia fondato)
vid-e-tur
(che egli sembri)
ger--tur
(che egli sia compiuto)
inven-i-tur
(che egli sia trovato)
1a plurale
fund--mur
(che voi siate fondati)
vid-e-mur
(che noi sembriamo)
ger--mur
(che noi siamo compiuti)
inven-i-mur
(che noi siamo trovati)
2a plurale
fund-e-mni
(che voi siate fondati)
vid-ea-mni
(che voi sembriate)
ger-a-mni
(che voi siate compiuti)
inven-ia-mni
(che voi siate trovati)
3a plurale
fund-e-ntur
(che essi siano fondati)
vid-e-ntur
(che essi sembrino)
ger-a-ntur
(che essi siano compiuti)
inven-ia-ntur
(che essi siano trovati)
392
Appendice 11
Roma 2013
in -re hab-i
(ho avuto, ebbi, ebbi avuto)
in -re dix-i
(ho detto, dissi, ebbi detto)
in -re invn-i
(ho trovato, trovai, ebbi trovato)
2a singolare
significav-isti
(hai significato, significasti, avesti significato)
habu-isti
(hai avuto, avesti, avesti avuto)
dix-isti
(hai detto, dicesti, avesti detto)
inven-isti
(hai trovato, trovasti, avesti trovato)
3a singolare
significv-it
(ha significato, signific, ebbe significato)
hab-it
(ha avuto, ebbe, ebbe avuto)
dix-it
(ha detto, disse, ebbe detto)
invn-it
(ha trovato, trov, ebbe trovato)
1a plurale
significav-mus
(abbiamo significato, significammo, avemmo significato)
habu-mus
(abbiamo avuto, avemmo, avemmo avuto)
dix-mus
(abbiamo detto, dicemmo, avemmo detto)
inven-mus
(abbiamo trovato, trovammo, avemmo trovato)
2a plurale
significav-istis
(avete significato, significaste, aveste significato)
habu-istis
(avete avuto, aveste, aveste avuto)
dix-istis
(avete detto, diceste, aveste detto)
inven-istis
(avete trovato, trovaste, aveste trovato)
3a plurale
significav-runt
(hanno significato, significarono, ebbero significato)
habu-runt
(hanno avuto, ebbero, ebbero avuto)
dix-runt
(hanno detto, dissero, ebbero detto)
inven-runt
(hanno trovato, trovarono, ebbero trovato)
Si soliti insegnare che il perfetto indicativo latino in italiano pu essere tradotto con lindicativo passato prossimo, passato remoto o trapassato remoto.
156
393
2a singolare
significtus, a, um habtus, a, um es es
(sei stato significato, fosti significato, significato) fosti stato (sei stato avuto, fosti avuto, fosti stato avuto)
dictus, a, um es
(sei stato detto, fosti detto, fosti stato detto)
inventus, a, um es
(sei stato trovato, fosti trovato, fosti stato trovato)
3a singolare
dictus, a, um est
( stato detto, fu detto, fu stato detto)
inventus, a, um est
( stato trovato, fu trovato, fu stato trovato)
1a plurale
significti, sumus
(siamo stati
ae,
inventi, sumus
(siamo fummo stati
ae,
significati,
trovati, fummo
trovati,
stati trovati)
2a plurale
significti, estis
ae,
3a plurale
significti, sunt
ae,
394
Appendice 11
Roma 2013
Infinito Presente Attivo Prima Coniugazione signific-re (significare) Seconda Coniugazione hab-re (avere) Terza Coniugazione dic-re (dire) Quarta Coniugazione inven-re (trovare) Passivo-Deponente signific-ri (essere significato) hab-ri (essere avuto) dic-i (essere detto) inven-ri (essere trovato)
Infinito Perfetto Attivo Prima Coniugazione significav-isse (avere significato) Seconda Coniugazione habu-isse (avere avuto) Terza Coniugazione dix-isse (avere detto) Quarta Coniugazione inven-isse (avere trovato) Passivo-Deponente significt-um157, am, um esse (essere stato significato) habt-um, am, um esse (essere stato avuto) dict-um, am, um esse (essere stato detto) invent-um, am, um esse (essere stato trovato)
L'infinito perfetto passivo viene indicato con il participio declinato all'accusativo singolare, perch questa forma verbale solitamente utilizzata appunto all'accusativo, nelle proposizioni infinitive.
157
395
Participio Presente Prima Coniugazione Seconda Coniugazione Terza Coniugazione Quarta Coniugazione signifc-ans, antis
(che significa)
Futuro significat-rus, a, um
(che significher)
Passato significt-us, a, um
(che stato significato)
hab-ens, entis
(che ha)
habit-rus, a, um
(che avr)
habt-us, a, um
(che stato avuto)
dic-ens, entis
(che dice)
dict-rus, a, um
(che dir)
dict-us, a, um
(che stato detto)
inven-ens, entis
(che trova)
invent-rus, a, um
(che trover)
invent-us, a, um
(che stato trovato)
396
Appendice 11
Roma 2013
Gerundio
1a Coniugazione 2a Coniugazione 3a Coniugazione 4a Coniugazione
Genitivo
hab-endi (dellavere) hab-endo (allavere) (ad) hab-endum (per lavere) hab-endo (con lavere)
dic-endi (del dire) dic-endo (al dire) (ad) dic-endum (per il dire) dic-endo (con il dire)
inven-iendi (del trovare) inven-iendo (al trovare) (ad) inven-iendum (per il trovare) inven-iendo (con il trovare)
Dativo
Accusativo
Ablativo
Gerundivo Prima Coniugazione signific-andus, a, um (da essere significato) Seconda Coniugazione hab-endus, a, um (da essere avuto) Terza Coniugazione dic-endus, a, um (da essere detto) Quarta Coniugazione inven-iendus, a, um (da essere trovato)
consuetudine mettere la preposizione ad tra parentesi, perch il gerundio non si usa semplice al caso accusativo e solitamente utilizzato insieme a ad per formare il complemento di fine.
158
397
Passivo-Deponente
Indicativo Presente Congiuntivo Presente
fac-o
(faccio)
fac-am
(che io faccia)
fac-or
(sono fatto)
fac-ar
(che io sia fatto)
fac-s
(fai)
fac-as
(che tu faccia)
fac-ris
(sei fatto)
fac-iris
(che tu sia fatto)
fac-t
(fa)
fac-at
(che egli faccia)
fac-tur
( fatto)
fac-itur
(che egli sia fatto)
fac-mus
(facciamo)
fac-imus
(che noi facciamo)
fac-mur
(siamo fatti)
fac-imur
(che noi siamo fatti)
fac-tis
(fate)
fac-itis
(che voi facciate)
fac-mini
(siete fatti)
fac-imini
(che voi siate fatti)
fac-unt
(fanno)
fac-ant
(che essi facciano)
fac-iuntur
(sono fatti)
fac-intur
(che essi siano fatti)
398
Non riportiamo i tempi derivati dal perfettto e dal supino, perch sono regolari, secondo il modello della terza coniugazione.
159
Appendice 11
Roma 2013
399
400
Roma 2013
401
Congiuntivo presente 1a singolare 2a singolare 3a singolare 1a plurale 2a plurale 3a plurale s-i-m (che io sia) s-i-s (che tu sia) s-i-t (che egli sia) s-i-mus (che noi siamo) s-i-tis (che voi siate) s-i-nt (che essi siano)
Congiuntivo presente 1a singolare 2a singolare 3a singolare 1a plurale 2a plurale 3a plurale pos-sim (che io possa) pos-sis (che tu possa) pos-sit (che egli possa) pos-smus (che noi possiamo) pos-stis (che voi possiate) pos-sint (che essi possano)
402
Appendice 12
Roma 2013
Indicativo perfetto 1a singolare 2a singolare 3a singolare 1a plurale 2a plurale 3a plurale fu-i (fui) fu-isti (fosti) fu-it (fu) fu-mus (fummo) fu-istis (foste) fu-runt (furono)
Indicativo perfetto 1a singolare 2a singolare 3a singolare 1a plurale 2a plurale 3a plurale pot-i (potei) potu-isti (potesti) pot-it (pot) potu-mus (potemmo) potu-istis (poteste) potu-runt (poterono)
403
Roma 2013
1 2 Elencare in ordine degradante le proposizioni Disegnare il diagramma di flusso dellintero periodo reggenti, complementari e attributive, indicando per ciascuna il grado e il tipo 1
404
Appendice 13
Roma 2013
LEGENDA
Avverbi: modali, temporali, locativi, interrogativi semplici e disgiuntivi, affermativi, negativi, dubitativi, rafforzativi
Congiunzioni coordinative:
Congiunzioni subordinative:
dichiarative, consecutive, causali, finali, modali, temporali, locative, concessive, comparative, eccettuative, privative, ipotetiche
Proposizioni reggenti:
enunciative, interrogative dirette, esclamative, esortative, ottative, concessive, dubitative, potenziali, imperative
consecutive, causali, finali, modali, temporali, locative, concessive, comparative, eccettuative, privative, condizionali, incidentali
405
Soggetto
Connettori
Complementi indiretti
Complementi indiretti
406
Appendice 13
Roma 2013
Parola
Parte del discorso (sostantivo, verbo, aggettivo, pronome, avverbio, congiunzione, preposizione, esclamazione)
Paradigma e diatesi (verbi) Declinazione (sostantivi) Classe (aggettivi) Tipo(avverbi, pronomi, congiunzioni) Complemento (preposizioni)
407
Roma 2013
C
casi; 50 indiretti o obliqui; 52 retti; 51 chiasmo; 214 complementi
408
Appendice 14
Roma 2013
subordinative causali; 210 subordinative dichiarative; 31 coniugazioni che cosa sono?; 53 le quattro coniugazioni; 61 costruzione diretta; 212 cum i suoi significati come congiunzione; 249
F
flessione; 52
G
genitivo; 50 gerundio; 125 gerundivo; 142
D
dativo; 51 dativo d'agente; 232 declinazioni che cosa sono?; 52 dei comparativi di maggioranza; 99 dei nomi stranieri; 116 prima; 57 quarta; 115 quinta; 137 seconda; 70 terza; 93 terza declinazione in dentale; 124 terza declinazione in gutturale; 125 terza declinazione in nasale; 125 desinenze che cosa sono?; 49 desinenza zero; 71; 74; 97; 173 desinenze verbali del perfetto; 118 pronominali; 52; 138 verbali; 59 verbali attive; 59 verbali passivo-deponenti; 77 diacritico; 22 diatesi attiva; 78 che cosa ?; 78 deponente; 79 passiva; 78 riflessiva; 79 dieresi; 22 dittonghi latini; 25 dittongo; 22; 140 divisione in sillabe; 25 doppio accusativo e doppio nominativo; 172 doppio triangolo semantico; 247 dum; 210
I
idem, edem, idem; 157 imperativo; 60 imperfetto; 117 indicativo; 60; 190 indicativo perfetto attivo delle quattro coniugazioni; 118 indicativo perfetto del verbo sum; 119 indicativo perfetto passivo delle quattro coniugazioni; 283 indicativo presente attivo delle quattro coniugazioni; 62 indicativo presente del verbo sum; 63 indicativo presente passivo delle quattro coniugazioni; 77 infinito del verbo sum; 167 infinito perfetto attivo e passivo delle quattro coniugazioni; 166 infinito presente attivo e passivo delle quattro coniugazioni; 153 interiezioni; 85 interpretazione tipologica; 279 ipse, a, um; 158 is, ea, id; 157
L
lecto facilor; 232
M
maiuscola a inizio parola; 25 modi verbali; 60 espliciti o finiti; 60 impliciti o indefiniti; 60; 153 morfologia; 103
E
enclitica; 24; 144; 215 epesegesi; 249 esclamazioni; 86 essere con valore ausiliare; 28 con valore copulativo; 29 con valore predicativo; 28; 208 etam congiunzione o avverbio?; 254; 322 etimologia; 128 eufonia; 144; 182 nesso relativo; 181 neutro; 72 nominativo; 50
P
paradigma; 81 parisillabi e imparisillabi; 94 parola analisi della parola; 17 gli otto elementi del discorso; 17; 81
409
Q
quantit; 23 quattro sensi della Sacra Scrittura; 248
R
radice; 49 referente; 245
S
sensi spirituali della Sacra Scrittura allegorico; 280 anagogico; 304 morale; 283 significante; 245 sillaba lunga e breve, aperta e chiusa; 23 sillogismo; 107 sintassi; 19; 32 soggetto; 18; 33 soggetto e predicato nominale secondo Aristotele; 301 sostantivo; 84 suffissi; 49; 61
T
tema verbale; 61 del perfetto; 119 del presente, del perfetto e del supino; 82 tempi verbali; 60 triangolo semantico; 246
U
ut equivocamente incidentale, modale e comparativa; 321 i suoi significati; 232
V
verbi atematici o irregolari; 63 che cosa sono?; 18 composti; 166 copulativi; 29 difettivi; 83 impersonali; 37 in o di terza coniugazione; 127 intransitivi; 78 modali; 141 nominali; 125 predicativi; 28 semideponenti; 80 suppletivi; 83 transitivi; 78 vidor; 182 vocale tematica; 61 vocativo; 51
410
Roma 2013
SOMMARIO
Prefazione.................................................................................. Errore. Il segnalibro non definito. Prefazione ........................................................................................................................................... 3 Introduzione ...................................................................................................................................... 5 Prima Lezione .................................................................................................................................. 15 Seconda Lezione .............................................................................................................................. 27 Terza Lezione ................................................................................................................................... 40 Quarta Lezione ................................................................................................................................ 57 Quinta Lezione ................................................................................................................................ 70 Parola ........................................................................................................................................ 90 Persona ...................................................................................................................................... 90 (verbi) ......................................................................................................................................... 90 Numero ...................................................................................................................................... 90 Parola ........................................................................................................................................ 91 Persona ...................................................................................................................................... 91 (verbi) ......................................................................................................................................... 91 Numero ...................................................................................................................................... 91 Sesta Lezione .................................................................................................................................... 93 Settima Lezione ............................................................................................................................. 115 Parola ...................................................................................................................................... 134 Persona .................................................................................................................................... 134 (verbi) ....................................................................................................................................... 134 Numero .................................................................................................................................... 134 Ottava Lezione ............................................................................................................................... 137 Parola ...................................................................................................................................... 150 Persona .................................................................................................................................... 150 (verbi) ....................................................................................................................................... 150 Numero .................................................................................................................................... 150 Nona Lezione ................................................................................................................................. 152 Parola ...................................................................................................................................... 163 Persona .................................................................................................................................... 163 (verbi) ....................................................................................................................................... 163
411
Numero .................................................................................................................................... 163 Decima Lezione ............................................................................................................................. 164 Parola ...................................................................................................................................... 178 Persona .................................................................................................................................... 178 (verbi) ....................................................................................................................................... 178 Numero .................................................................................................................................... 178 Undicesima Lezione...................................................................................................................... 180 Parola ...................................................................................................................................... 189 Persona .................................................................................................................................... 189 (verbi) ....................................................................................................................................... 189 Numero .................................................................................................................................... 189 Dodicesima Lezione ...................................................................................................................... 190 Parola ...................................................................................................................................... 201 Persona .................................................................................................................................... 201 (verbi) ....................................................................................................................................... 201 Numero .................................................................................................................................... 201 Parola ...................................................................................................................................... 205 Persona .................................................................................................................................... 205 (verbi) ....................................................................................................................................... 205 Numero .................................................................................................................................... 205 Tredicesima Lezione ..................................................................................................................... 207 Parola ...................................................................................................................................... 222 Persona .................................................................................................................................... 222 (verbi) ....................................................................................................................................... 222 Numero .................................................................................................................................... 222 Parola ...................................................................................................................................... 225 Persona .................................................................................................................................... 225 (verbi) ....................................................................................................................................... 225 Numero .................................................................................................................................... 225 Quattordicesima Lezione ............................................................................................................. 227 Quindicesima Lezione .................................................................................................................. 246 Sedicesima Lezione ....................................................................................................................... 263 Diciassettesima Lezione ............................................................................................................... 280 Diciottesima Lezione .................................................................................................................... 302 Diciannovesima lezione ............................................................................................................... 320
412
Sommario
Roma 2013
APPENDICE 1.................................................................................................................................... 336 Testo di san Tommaso .................................................................................................................. 336 in originale ..................................................................................................................................... 336 APPENDICE 2.................................................................................................................................... 339 Testo di san Tommaso .................................................................................................................. 339 APPENDICE 3.................................................................................................................................... 346 Congiunzioni e avverbi incontrati .............................................................................................. 346 APPENDICE 4.................................................................................................................................... 348 Preposizioni e complementi incontrati ...................................................................................... 348 APPENDICE 5.................................................................................................................................... 349 Paradigmi dei verbi incontrati .................................................................................................... 349 APPENDICE 6.................................................................................................................................... 351 Sostantivi ........................................................................................................................................ 351 e aggettivi di I e II classe incontati .............................................................................................. 351 APPENDICE 7.................................................................................................................................... 355 Etimologie presentate ................................................................................................................... 355 APPENDICE 8.................................................................................................................................... 358 Le cinque declinazioni .................................................................................................................. 358 dei sostantivi .................................................................................................................................. 358 Appendice 9 ................................................................................................................................... 371 Le due classi di flessione degli aggettivi.................................................................................... 371 Appendice 10 ................................................................................................................................. 377 La flessione dei pronomi .............................................................................................................. 377 Appendice 11 ................................................................................................................................. 389 Le quattro coniugazioni verbali .................................................................................................. 389 Appendice 12 ................................................................................................................................. 401 La coniugazione del verbo sum e possum ................................................................................... 401 APPENDICE 13 .................................................................................................................................. 404 Schede vuote .................................................................................................................................. 404 Parola ...................................................................................................................................... 407 Persona .................................................................................................................................... 407 (verbi) ....................................................................................................................................... 407 Numero .................................................................................................................................... 407 APPENDICE 14 .................................................................................................................................. 408
413
414