AAS 49 (1957) - Ocr

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ACTA

APOSTOLICAE SEDIS

COMMENTARIUM O F F I C I A L E

A N N U S

XXXXIX -

SERIES

II -

VOL.

XXIV

T Y P I S

P O L Y G L O T T I S M-DCCCC-LVII

V A T I C A N I S

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-4

An; et vol. X X X X I X

25 Ianuarii 1957

(Ser; II, v. XXIV) - N. 1

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


NUNTIUS RADIOPHONICUS
UNIVERSIS ORBIS EPISCOPIS ET CHRISTIFIDELIBUS DATUS, PRIDIE PERVIGILIUM NATIVITATIS D. N. IESU CHRISTI, ANNO M C M L V I .

Augurio natalizio L'inesauribile mistero del Natale sta per essere annunziato ancora una volta agli uomini della terra, oggi, forse pi che mai, assetati di verit e di sicurezza. L'arcano fulgore, che irraggi nella Notte santa dall'umile culla del Figlio di Maria, ed i cori angelici annuzianti la pace, fatti rivivere nelle anime dallo splendore e dalle melodie dei sacri riti, rinnovano alla presente umanit, delusa da tante fallite speranze, il divino invito a cercare nel mistero di Dio la chiarezza e nelFamore di Lui la vita. Possano tutti gli uomini accogliere il celeste invito, e, con la sincerit fiduciosa dei pastori, cui per primi fu rivelato il mistero del Natale, dirsi reciprocamente : Andiamo fino a Betlemme, e vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere - La presente generazione come le altre che la precedettero e a cui non mancarono n il tormento dell'ignorata verit, n le angosce di terribili eventi, tornerebbe dalla culla del Redentore glorificando e lodando Dio, poich anche di essa Cristo l'unico Salvatore. Sia pertanto questo, diletti figli e figlie, l'augurio natalizio che il Nostro cuore di Padre, amareggiato ma non depresso, intende di esprimervi quest'anno, in cui minacciose procelle sono tornate a sconvolgere gli oriz1

Lue. 2, .15.

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zonti della pace. Agli nomini nuovamente atterriti, che scrutano nella notte un lembo di luce e di sereno, tale che acquieti il loro spirito angosciato dalle profonde contraddizioni del presente secolo, Noi additiamo la divina culla di Betlemme, donde riecheggia ancora il vaticinio della sicura speranza : Erunt prava in directa, et aspera in vias planas , le vie tortuose diventino diritte e le scabrose diventino piane . La contraddizione che grava sulla umanit di oggi Senza dubbio il peso di una flagrante contraddizione grava sulla umanit del ventesimo secolo, quasi ferendola nell'orgoglio : da una parte, la fiduciosa aspettazione dell'uomo moderno, artefice e testimone della seconda rivoluzione tecnica , di poter creare un mondo di pienezza in beni e in opere, affrancato dalla povert e dall'incertezza; dall'altra, l'amara realt, dei lunghi anni di lutti e di rovine col conseguente timore, in questi ultimi mesi aggravati, di non riuscire a fondare anche soltanto un modesto inizio di durevole armonia e pacificazione. Qualche cosa, dunque, non procede rettamente nell'intero sistema della vita moderna, un essenziale errore deve corrodere la sua radice. Ma dove esso si nasconde? come e da chi pu essere corretto? In una parola, riuscir t l'uomo moderno a superare, anzitutto interiormente, l'angosciosa contraddizione, di cui autore e vittima? Attitudine di fronte ad essa dei cristiani... 1 cristiani sono convinti di poterla vincere, rimanendo saldi sul terreno della natura e della fede, mediante una coraggiosa quanto prudente revisione dei valori in questione, e primariamente di quelli interiori. Il loro realismo, che si estende sull'intero universo e non trascura le esperienze del passato, li persuade che essi non si trovano in condizioni pi sfavorevoli dei loro antenati, i quali egualmente con la fede riuscirono a sormontare interiormente le contraddizioni del loro tempo. Essi sono convinti che la stessa odierna contraddizione costituisce la prova della profonda frattura tra la vita e la fede cristiana, e che questo male occorre innanzi tutto sanare. ... e dei senza religione Ben diversa invece l'opinione di non pochi altri, che, esasperati dalla contraddizione, ma refrattari a rinunziare al sogno della onnipotenza dell'uomo, vorrebbero sottoporre a revisione anche quei valori che
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Lue. 3, 5.

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non sono in loro potere, che sfuggono al dominio dell'umana libert, quali la religione e i diritti naturali. In sostanza, essi stimano ed insegnano che la fondamentale contraddizione del nostro tempo pu essere rimossa dall'uomo stesso senza Dio e senza religione. Essa dicono non potr escludersi, finche l'uomo moderno, creatore ed insieme creatura dell'epoca tecnica, non andr fino in fondo sulla sua nuova strada. E aggiungono egli deve persistere nell'opera iniziata di estendere il suo potere sull'essere, senza imporsi limiti e senza riguardo alla religione e all'idea, che da questa deriva, dell'uomo e del mondo. Nel fermarsi in qualche modo a mezza strada, ossia nella ricerca di un qualsiasi compromesso tra religione e mentalit tecnica, essi indicano l'erronea base e la radice della odierna contraddizione. In altre parole, essi rinunziano all'invito del cielo di recarsi a Betlemme, dove l'uomo, soltanto l, pu apprendere ci eh' accaduto e che cosa il Signore ci ha fatto conoscere , ossia, la totale ed obiettiva nostra realt. Ma l'uomo della seconda rivoluzione tecnica non pu respingere la chiamata di Dio senza inasprire la contraddizione e le sue conseguenze. L'invito alla verit e la promessa della pace in terra vale anche per lui. Chinato in adorazione davanti alla culla dell'Uomo-Dio, egli vedr la totale verit, e quindi l'armonia del suo universo. Nel Figlio di Dio fatto uomo riconoscer bens la dignit della natura umana, ma altres i suoi limiti ; egli riconoscer che il senso profondo della vita umana e del mondo non riposa su calcolate formule e leggi, ma sul libero fatto del Creatore; egli si persuader che soltanto allora posseder veramente luce e (( vita , quando si legher alla verit come a qualche cosa di assoluto, che sfavill per la prima volta nella sua pienezza a Betlemme. Intorno a questo triplice riconoscimento intendiamo ora d'intrattenrvi.

I - DIGNIT E LIMITI DELLA NATURA UMANA Conoscenza e accettazione della realt umana Il primo passo verso il superamento interiore della odierna contraddizione muove dalla conoscenza e accettazione della realt umana in tutta la sua ampiezza. Sulla strada verso la conquista di questa verit, in cui con pena si ciment l'antico pensiero, il credente si muove pi speditamente, poich la fede gli spiana il cammino, rimuovendo i pregiudizi e le remore, quali sono la sfiducia dello scettico o il breve respiro del razio-

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nalista, che impediscono ogni avanzamento verso la luce. Con la mente libera ed aperta ad ogni possibile grandezza, il cristiano non ha che da chinarsi alla culla di Betlemme per apprendere la verit sulla natura umana, raccolta, come in una visibile sintesi, nel neonato Figlio di Dio. L'origine, l'essenza, il destino e la storia dell'uomo sono legati a quel'Infante, al fatto stesso della sua nascita tra noi. I vagiti di Lui sono come il racconto della nostra storia, senza la cui cognizione la natura dell'uomo resterebbe un impenetrabile enigma. Forza e debolezza della natura umana Infatti, dinanzi alla culla del Kedentore, il credente conosce la primigenia bont e la forza dell'uomo, donata per grazia, non dovuta, nella felicit del Paradiso ; medita per anche sulla sua debolezza, che si pales dapprima nel peccato dei progenitori, e fu poi la dolorosa eredit che lo accompagn, col flusso incessante di altre colpe, in tutto il successivo cammino in una terra divenuta a lui quasi ostile. La colpa originale Soffermandosi a indagare intorno al suo potere, il cristiano sa che il dominio dell'uomo sopra le cose e le forze della natura, ancora per divina grazia, sarebbe stato esercitato per s soltanto a benefcio e non a pericolo della umana societ, la cui storia, di nuovo per grazia, si sarebbe iniziata senza oppressione di angustia e di miseria, ma nel libero sviluppo delle forze, tra condizioni favorevoli al pi ampio ed alto progresso. Tuttavia l'adoratore del neonato Figlio di Dio sa anche che la colpa originale e le sue conseguenze privarono l'uomo non del dominio sulla terra, bens della sicurezza nell'esercitarlo, e sa altres che col decadimento seguito alla prima colpa non andarono distrutte la capacit n la destinazione dell'uomo di formare la storia, ma che il suo cammino si sarebbe trascinato con penoso avanzamento tra una mescolanza di fiducia e di miseria, di ascesa e di declino, di vita e di morte, di sicurezza e di incertezza, fino all'ultima decisione alle porte dell'eternit. L'opera della redenzione Presso la culla del neonato Figlio di Dio il credente non soltanto scopre il suo passato e le condizioni presenti della sua natura, bens apprende il suo nuovo destino, opera di un amore infinito, e in che modo egli pu riguadagnare le perdute altezze. Egli sa infatti che in quella culla giace l'umano e divino Salvatore, il suo Eedentore, venuto tra gli

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nomini per sanare le ferite mortali inflitte dal peccato alle loro anime, restituire la dignit della figliolanza divina e conferire le forze della grazia, affinch superino, se non sempre esteriormente, almeno interiormente, il generale disordine provocato dal peccato d'origine ed aggravato dalle colpe personali. La dignit della natura umana e i suoi limiti Anche quest'intimo superamento, cui indispensabile la divina grazia, il cristiano lo compie mediante la conoscenza della vera natura umana redenta da Cristo, della sua dignit e dei suoi limiti. Guardatelo all'opera e in che modo egli sa avvalersi di questa conoscenza a guisa di verit che fa gli uomini liberi ,
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e come sostegno

della vita, ancorch circostanze difficili od anche mortali impediscano il loro esterno superamento. Un cristiano posto in simili condizioni, che sogliono spesso indurre altri a ribellarsi contro la stessa vita, non chieder, n desiderer da Dio nulla che non sottoponga all'assoluta sapienza e bont del volere divino. E, mentre trova ragionevole e giusto che Dio non sia obbligato a creare il migliore di tutti i mondi, trae conforto dal pensiero che lo stesso Dio, quale Padre amorevole, non si lascia prescrivere la misura della grazia e degli altri aiuti agli uomini, se non dall'infinita santit e giustizia della sua sempre benevola volont, la cui mira che tutti gli uomini possano in libert conseguire il loro eterno fine. Come, allora, dovr comportarsi il credente dinanzi alla penosa contraddizione, che grava sul mondo moderno e di cui test parlavamo? Bench egli sia nel felice possesso di tutti gli elementi atti a dominarla nel proprio interno, non potrebbe n dovrebbe esimersi dal contribuire a risollevarla anche esteriormente. Pertanto primo dovere del cristiano sar di persuadere l'uomo moderno a non considerare la natura umana n con sistematico pessimismo, n con gratuito ottimismo, bens a riconoscere le reali dimensioni del suo potere. Egli inoltre si adoperer di far comprendere ai contemporanei della seconda rivoluzione tecnica che essi non hanno bisogno di liberarsi dal peso della religione, per superare la contraddizione, ed anzi per non sentirla pi affatto. Al contrario, proprio la religione cristiana pone la contraddizione sotto quella luce, che sa separare il vero dal falso ed offrire, a quanti ne soffrono la stretta, l'unico varco per uscirne senza scosse n rovine.
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Cfr. Io. 8, 32.

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Falsa concezione del peccato e sue conseguenze... Per adempire questo dovere con illuminata carit, opportuno che il cristiano conosca pi concretamente il modo di pensare dell'uomo detto moderno, tutt'altro che realistico, riguardo al peccato. Coloro, infatti, che non tollerano negli schemi del loro mondo il concetto della colpa originale e dei peccati personali con le loro conseguenze ; non potendo, d'altra parte, trascurare l'esperienza che l'uomo predisposto anche moralmente a cadere ; ascrivono le perverse inclinazioni soltanto a morbosit, a debolezza funzionale, per s sanabili. Ed assicurano che, non appena saranno conosciute pienamente le leggi, alle quali l'uomo sottoposto nei suoi rapporti col mondo circostante e fin nelle profondit della sua anima, si giunger al completo risanamento delle presenti deficienze. Occorrer perci essi soggiungono attendere il giorno, in cui dalla piena conoscenza del meccanismo interiore dell'uomo sorger l'arte terapeutica atta a guarire le sue morali disposizioni morbose. Come il moderno potere sulla natura esteriore, frutto della conoscenza approfondita delle leggi che la governano, rende jwssibile ogni costruzione tecnica, cos non vi ragione di dubitare che altrettanto successo sar ottenuto nel regolare il complesso morale dell'uomo. Perch mai essi si domandano soltanto l'uomo dovrebbe rimanere la sola costruzione invincibilmente falsa e irriducibile? ... nel concetto del delitto e della pena... D tal modo di falsare la realt, gi fin da ora si raccolgono le deplorevoli conseguenze. La mollezza generalmente lamentata nell'educazione, la eccessiva indulgenza di fronte al delitto, il silenzio sulla colpa e l'avversione all'idea della pena anche giusta, sono le immediate conseguenze di una concezione dell'uomo, nella quale tutto in s buono, e tutte le mancanze si afferma derivano dal non saper adattare rettamente l'uomo nell'ingranaggio di funzioni, a cui egli col suo mondo circostante soggetto. ... nelle questioni della vita sociale e statale Il medesimo schema viene dagli stessi fautori applicato altres alle questioni della vita sociale. Nei problemi angosciosi della moderna democrazia non occorre a loro avviso chiamare in causa la coscienza ed il senso morale degli uomini, bens la loro temporanea incapacit costruttiva, a sua volta frutto della ignoranza e del rifiuto di prendere in

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seria considerazione la bont dell'uomo, che alla fin fine propria di tutti. Pertanto essi aggiungono approfondendo sempre pi la conoscenza delle norme naturali che dominano l'uomo e il suo mondo, le buone qualit di tutti saranno realmente messe in valore e l'autorit e la responsabilit distribuite su molti, anzi propriamente su tutti. Ci nondimeno, come comportarsi di fronte alle deficienze che la vita sociale e statale presenta, quali l'anonimit del potere, l'assorbimento dell'individuo nella massa, l'incerto equilibrio tra le forze in giuoco nella societ? I seguaci del cosiddetto realismo assicurano che, per escludere tali inconvenienti, baster inserire il principio della responsabilit personale e dell'equilibrio delle energie nel complesso in certo modo macchinale e puramente funzionale della vita associata. E ripetono : come la pi diffusa conoscenza delle leggi e delle funzioni della natura esteriore ha conseguito le pi ardite attuazioni tecniche, cos, nel campo delle strutture sociali, sar sufficiente un'accresciuta cognizione delle leggi, che regolano il loro meccanismo, per venire a capo di una perfetta societ. Il vero realismo cristiano Ma possono veramente giustificarsi le aspettative fondate sopra una concezione che, mentre si vanta d'essere realistica, dimostra di ignorare la vera natura dell'uomo? proprio vero che le sue cosiddette predisposizioni al male non sono pi che sanabili difetti di un corso normale, non altro che guasti di una macchina o di un apparecchio, che si rimuovono mediante un accresciuto sapere tecnologico? Anche ammettendo, come vero, che l'uomo risente l'impulso di molti svolgimenti naturali e di complessi funzionali, egli resta tuttavia, ben altrimenti che la materia, la pianta e l'animale, al di sopra di essi, e, pur riconoscendone il senso e l'importanza, sar sempre il loro signore, che in libera causalit in un modo o in altro li inserisce nel corso degli eventi. L'uomo domina quegli svolgimenti e complessi, perch soprattutto una sostanza spirituale, una persona, un soggetto di libera azione ed omissione, e non soltanto il punto d'intreccio nello svolgersi di quei processi naturali. In ci consiste la sua dignit, ma anche il suo limite. Perci egli capace di fare il bene, ma anche il male ; capace di attuare tutte le possibilit e disposizioni positive del suo essere, ma anche di metterle in pericolo. Orbene, appunto questo cimento, che, a causa dei grandi valori in giuoco, ha assunto nel ventesimo secolo proporzioni molto ampie, crea e spiega l'angosciosa contraddizione avvertita dai contemporanei. Non vi altro

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rimedio per superarla che il ritomo al vero realismo, al realismo cristiano, che abbraccia con la medesima certezza la dignit dell'uomo, ma anche i suoi limiti, la capacit di superarsi, ma anche la realt del peccato. Il falso realismo nelle sue applicazioni : Nella privata e pubblica moralit, nel campo della educazione... Non cos quel falso realismo, di cui desideriamo di accennare qualcuna delle infauste applicazioni. cosa chiara che esso mina alla radice la privata e pubblica moralit, svuotando di ogni loro valore positivo i concetti di coscienza e di responsabilit, e indebolendo quello del libero arbitrio. Parimente dannose le conseguenze nel campo dell'educazione, come gi fin d'ora si pu rilevare l ove questa risente l'influsso, pi o meno larvato, del falso realismo : scuole che non si propongono affatto, o soltanto subordinatamente, l'intento pedagogico ; genitori ridotti all'incapacit morale di educare rettamente i figli con l'esempio e con la guida ; tutto ci anche maggiormente causa del fallimento, oggi apertamente deplorato, nella educazione, che i difetti e gli sbagli, egualmente non trascurabili, dei figli stessi. Come l'uomo maturo, cos gli educatori e i fanciulli nella preparazione alla vita, dovrebbero tornare a confessare la realt del peccato e della grazia, non prestando l'orecchio alle parole di pure e semplici predisposizioni, da cui guarirebbero la medicina e la psicologia. ...nella odierna struttura democratica Una pi larga applicazione trova il falso realismo nella odierna struttura democratica, la cui insufficienza, come accennammo, dipenderebbe da semplici difetti delle istituzioni, da attribuirsi alla ancora manchevole conoscenza dei processi naturali e del complesso delle funzioni del meccanismo sociale. Ora anche lo Stato e la sua forma dipendono dal carattere morale dei cittadini, specialmente oggi che lo Stato moderno, nell'alto sentimento delle possibilit tecniche e organizzative, pur troppo inclinato a sottrarre al singolo, mediante pubbliche istituzioni, il pensiero e la responsabilit per la sua vita. Una democrazia moderna cos costituita dovr dunque fallire dovunque essa non si rivolge pi, o non pu pi rivolgersi, alle singole responsabilit morali dei cittadini. Ma anche se volesse, non sarebbe in grado di farlo con positivo successo, poich non troverebbe risposta dovunque il senso della vera realt dell'uomo, la coscienza della

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dignit della natura umana e dei suoi limiti, non sono pi vivi-nel popolo. Si cerca di riparare con l'intraprendere grandi riforme istituzionali, non di rado dalle dimensioni troppo ampie o poste su falsi fondamenti ; ma la riforma delle istituzioni non cos urgente come quella dei costumi. La quale, a sua volta, non pu essere compiuta che sulla base della vera realt dell'uomo, quale si apprende con religiosa umilt dinanzi alla culla di Betlemme. Anche nella vita degli Stati la forza e la debolezza morale degli uomini, i peccati e la grazia, hanno una parte definitiva. La politica del secolo ventesimo non pu ignorarlo, n tollerare che s'insista nell'errore di voler separato lo Stato dalla religione, in nome di un laicismo che non ha potuto essere giustificato dai fatti.

II - IL LIBERO ATTO E LA REALT UMANA Il secondo errore del pensiero cosiddetto realistico, che sta alla base della odierna contraddizione, consiste nella pretesa di creare una societ completamente nuova, senza preoccuparsi della realt storica dell'uomo, non che del suo libero atto che la determina, n della religione che questa libert nutre e sanziona. impossibile di prevedere tutte le conseguenze di questo errore; ma la pi immediata sar la distruzione di quella sicurezza, gi tanto labile, che il mondo ardentemente brama. / tre valori essenziali : realt storica, atto libero e religione. - Loro rifiuto da parte del pensiero realistico . Il rigetto dei tre valori realt storica, atto libero e religione , quasi zavorra che rallenta o inceppa nel suo corso la nave del moderno progresso, una conseguenza dell'accennato atteggiamento di quel pensiero realistico, che non ammette limiti al potere dell'uomo, tratta ogni cosa con metodo tecnico, nutre intiera fiducia nel sapere tecnologico. L'uomo creatore indipendente, con metodo tecnico, di una nuova societ La prerogativa della umanit della presente epoca tecnica cos si afferma consiste nel poter costruire sempre di nuovo la societ con quel progressivo sapere tecnologico e senza il bisogno di prendere lezioni dal passato. Questo anzi, con i pregiudizi d'ogni genere, ma specialmente religiosi, indebolirebbe la fiducia e ne raffredderebbe l'impulso costruttivo. L'uomo moderno, consapevole e orgoglioso di vivere in questo mondo come in una casa che egli, ed egli solo, costruisce, si aggiudica la f un-

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zione di creatore. Ci che una volta fu, non l'interessa, n l'arresta. Tutto il mondo diviene per lui un laboratorio, ove egli collega con stretta concatenazione matematica sempre di nuovo le forze della natura, le distribuisce dosandole, forma e preordina gli eventi. Senza dubbio vi sono ancora reazioni ; vi sono ancora fatti, in cui la natura sembra resistere alla volont e ai piani dell'uomo, e addita un tutto, che soltanto a costo di serie conoscenze, se non proprio di cataclismi, pu essere scomposto negli ultimi elementi. Quindi non da meravigliare che l'uomo moderno, nell'accostarsi alla vita sociale, lo faccia col gesto del tecnico che, dopo di aver decomposto una macchina nei suoi primissimi elementi, si accinge a ricostruirla secondo un modello suo proprio. Ma trattandosi di realt sociali, la sua brama di creare cose del tutto nuove s'imbatte in un ostacolo insormontabile, ossia, nella stessa societ umana con i suoi ordinamenti consacrati dalla storia. La vita sociale infatti qualche cosa venuta all'essere lentamente con molti travagli, e quasi per successive stratificazioni dei contributi positivi arrecati dalle precedenti generazioni. Solo appoggiando le nuove fondamenta sopra questi solidi strati, possibile. costruire ancora qualche cosa di nuovo. Il dominio della storia sopra le realt sociali del presente e del futuro dunque incontestabile, n pu essere negletto da chi voglia porvi mano per migliorarle o adattarle ai nuovi tempi. Ma i pretesi realisti, nell'intento di superare ad ogni costo la resistenza della realt storica, rivolgono il loro zelo di distruzione alla religione, colpevole, secondo loro, di aver creato e di voler mantenere in vita tutto il passato, e particolarmente le sue forme pi scadenti ; rea soprattutto di consolidare le idee sociali dell'uomo entro schemi assoluti, quindi immutabili. Essa costituisce dunque un ingombro sul cammino del futuro, ed perci da* rimuovere.

La religione cristiana dinanzi al presente e all'avvenire della umana societ Senza dubbio la, religione cristiana riconosce e rispetta il dominio della storia sul presente e l'avvenire della umana societ, perch tutto ci che vera realt, il credente non pu ignorarlo n respingerlo. Egli sa che non un evento svolgentesi secondo necessit meccaniche a fondamento della umana realt e societ, ma la libera e sempre benevola azione di Dio, e la libera azione degli uomini, un'azione animata da amore e da fedelt dovunque essi seguono l'ordinamento di Dio. Cos nella culla di Be-

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tlemme il senso profondo della storia dell'uomo, passato e futuro, diviene realmente corporeo ed abbraccia il suo, quantunque triste, presente, che il cristiano affronta con la consolante convinzione della sicurezza.

La sicurezza e i suoi fondamenti La sicurezza ! La pi viva aspirazione dei contemporanei ! Essi la chiedono alla societ e ai suoi ordinamenti. Ma i pretesi realisti di questo secolo hanno dimostrato di non essere in grado di darla, proprio perch si vogliono sostituire al Creatore e farsi arbitri dell'orientamento della creazione. La religione e la realt del passato insegnano invece che le strutture sociali, come il matrimonio e la famiglia, la comunit e le comunanze professionali, l'unione sociale nella propriet personale, sono cellule essenziali, che assicurano la libert dell'uomo, e con ci il suo ufficio nella storia. Sono pertanto intangibili, e la loro sostanza non pu essere soggetta ad arbitraria, revisione. La societ umana e il suo supremo Ordinatore Chi davvero cerca libert e sicurezza, deve restituire la societ al suo vero e supremo Ordinatore, persuadendosi che soltanto il concetto di societ derivante da Dio lo protegge nelle sue pi importanti imprese. L'ateismo teorico od anche pratico di coloro che idolatrano la tecnologia e il processo meccanico degli eventi, finiscono necessariamente per diventare nemici della vera libert umana, poich essi trattano con l'uomo come con le cose inanimate in un laboratorio. Queste considerazioni sono meno estranee e lontane dalla concretezza di quanto possono sembrare. Ci auguriamo pertanto che vengano accolte l, ove si pensa all'elevamento dei territori poco sviluppati, delle cosidette aree depresse. certamente lodevole la sollecitudine per migliorare le strutture sociali esistenti e suscettive di miglioramento ; ma sarebbe un errore svellere l'uomo, sotto l'influsso della tecnica e della organizzazione moderna, da tutte le tradizioni. Quasi piante strappate al loro ambiente e trasferite in clima ostile, questi uomini si troverebbero crudelmente isolati, per poi cadere forse vittime di idee e di tendenze che, in sostanza, nessuno pu volere.

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Armonia fra il dinamismo delle riforme e la statica delle tradizioni, Vatto libero e la comune sicurezza In tal modo il rispetto verso quanto la storia ha prodotto il segno della genuina volont di riforme e la garanzia del loro felice successo. Esso vale per la storia, come quel regno di umana realt, in cui l'uomo sociale deve occuparsi non solo con le forze della natura, ma anche con s stesso. Responsabile, com'esso , dinanzi a quelli che furono e che saranno, stato dato a lui l'incarico di modellare incessantemente la vita comune, ove sempre una evoluzione dinamica per mezzo dell'azione personale e libera, ma senza togliere la sicurezza che si ha nella societ e con la societ, e ove, d'altra parte, sempre un certo fondo di tradizione e di statica per salvaguardare la sicurezza, senza per togliere da parte della societ l'azione libera e personale dell'individuo. In tal modo l'uomo tesse la sua storia, ossia coopera con Dio nell'attuazione di una realt degna del suo soggetto ed insieme del disegno del Creatore. un ufficio altrettanto elevato quanto arduo, che soltanto colui, che comprende ci che storia e libert, potr adempiere felicemente, armonizzando il dinamismo delle riforme con la statica delle tradizioni, l'atto libero con la comune sicurezza. Il cristiano, che si prostra dinanzi alla culla di Betlemme, ne comprende pienamente la necessit e la gravit, ma dalla medesima culla trae la luce e la forze, per assolvere degnamente l'alto incarico.

I I I - LA TE RITA ASSOLUTA LUCE E VITA DELL'UOMO La libert e la responsabilit personale, la socievolezza e l'ordinamento sociale, il beninteso progresso sono dunque valori umani, perch l'uomo li attua e ne trae vantaggio, ma anche religiosi e divini, se si guarda la loro sorgente.

Contrasti nel campo religioso Ora l'intimo fondamento di questi valori si voluto infrangere e far dimenticare nei tempi moderni dalla societ, anche in Occidente, in nome del laicismo, della vana autosufficienza dell'uomo. Si cos pervenuti a questa singolare condizione, che non pochi uomini della vita pubblica, privi essi stessi di vivo sentimento religioso, per il bene comune vogliono

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e debbono difendere quei valori fondamentali, che tuttavia soltanto nella religione e in Dio hanno la loro sussistenza. 1 pretesi realisti non amano riconoscere tale affermazione, ed anzi tanto pi incolpano la religione di tramutare in lotta religiosa ci che non sarebbe se non un contrasto nel campo politico ed economico. Essi dipingono vivamente il terrore e la crudelt delle antiche guerre di religione, per far credere che gli odierni conflitti fra l'Occidente e l'Oriente sono invece inoffensivi, e che basterebbe soltanto da ambedue le parti un poco pi di senso pratico per ottenere l'acquietamento di interessi economici e di concreti rapporti di potenza politica. Il richiamarsi a valori assoluti falsifica essi dicono infaustamente il reale stato di cose, attizza le passioni e rende pi difficile il cammino verso una pratica e ragionevole unione. Tendenze nocive Noi da parte Nostra, come Capo della Chiesa, abbiamo evitato al presente, come in casi precedenti, di chiamare la Cristianit ad una crociata. Possiamo per richiedere piena comprensione del fatto che, dove la religione un vivo retaggio degli antenati, gli uomini concepiscano la lotta, che viene loro dal nemico ingiustamente imposta, anche come una crociata. Ma ci che per tutti affermiamo, di fronte al tentativo di far apparire inoffensive alcune tendenze nocive, che si tratta di questioni concernenti i valori assoluti dell'uomo e della societ. Per la Nostra grave responsabilit non possiamo lasciare che questo si nasconda nella nebbia degli equivoci. Colloqui ed incontri Con profondo rammarico dobbiamo a tal proposito lamentare l'appoggio prestato da alcuni cattolici, ecclesiastici e laici, alla tattica dell'annebbiamento, per ottenere un effetto da essi stessi non voluto. Come si pu ancora non vedere che questo lo scopo di tutto quell'insincero agitarsi, che va sotto il nome di colloqui ed (( incontri ? A che scopo, del resto, ragionare senza un comune linguaggio, o com' possibile d'incontrarsi, se le vie divergono, se cio da una delle parti ostinatamente si respingono e si negano i comuni valori assoluti, rendendo quindi inattuabile ogni (( coesistenza nella verit ? Gi per il rispetto del nome cristiano si deve desistere dal prestarsi a quelle tattiche, poich, come ammonisce l'Apostolo, inconciliabile il volersi assidere alla mensa di Dio e a quella dei suoi nemici. E se ancora si dessero spiriti irreso4

Cfr. 1 Cor. 10, 21.


X X I V , n. 1. 25-1-1957.

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luti, nonostante la dolorosa testimonianza di un decennio di crudelt, il sangue teste versato e la immolazione di molte vite offerte da un popolo martoriato, dovrebbe finalmente persuaderli. Occorre tuttavia si osserva non tagliare i ponti, bens mantenere le mutue relazioni. Ma per questo basta pienamente ci che gli uomini responsabili dello Stato e della politica credono di dover fare in contatti e rapporti per la pace della umanit, e non per particolari interessi. Basta quel che la competente Autorit ecclesiastica stima di dover compiere, per ottenere il riconoscimento dei diritti e della libert della Chiesa. La causa della pace Se la triste realt Ci costringe a stabilire con chiaro linguaggio i termini della lotta, nessuno pu onestamente muoverci il rimprovero quasi di favorire l'irrigidimento dei fronti opposti, e ancor meno di esserCi in qualche modo allontanati da quella missione di pace che deriva dal Nostro Apostolico Ofiicio. Se tacessimo, ben pi dovremmo temere il giudizio di Dio. Rimaniamo fermemente legati alla causa della pace, e Dio solo sa quanto brameremmo di poterla annunziare pienamente e lietamente con gli Angeli del Natale. Ma appunto per salvarla dalle presenti minacce, dobbiamo indicare dove si cela il pericolo, quali sono le tattiche dei suoi nemici e ci che li addita per tali. Non altrimenti il neonato Figlio di Dio, bont infinita Egli stesso, non esit a tracciare chiare linee di separazione e ad affrontare la morte per la verit. Noi siamo persuasi che anche oggi, di fronte ad un nemico risoluto ad imporre, in un modo o nell'altro, a tutti i popoli una particolare e intollerabile forma di vita, soltanto l'unanime e forte contegno di tutti gli amanti della verit e del bene pu salvare la pace, e la salver. Sarebbe un fatale errore ripetere ci che in una simile contingenza avvenne negli anni che precedettero il secondo conflitto mondiale, quando ognuna delle nazioni minacciate, e non soltanto le pi piccole, cerc di salvarsi a spese delle altre, quasi facendosene scudo, e anzi cercando di trarre dalla altrui angustia vantaggi economici e politici assai discutibili. L'epilogo fu che tutte insieme vennero travolte nella conflagrazione. La solidariet dell'Europa come uno dei mezzi per la pace del mondo Pertanto una concreta esigenza di quest'ora, uno dei mezzi per assicurare a tutto il mondo la pace e un fruttuoso retaggio di bene, una forza che abbracci altres i popoli dell'Asia e dell'Africa, il Medio Oriente e la Palestina coi Luoghi Santi, rinsaldare la solidariet dell'Europa.

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Questa per non si convalida, finche non tutte le nazioni associate comprendano che le sconfitte politiche ed economiche delle une, a lungo andare, in nessuna parte del mondo possono risultare veri guadagni per le altre. Non si convalida, riguardo alla formazione dell'opinione pubblica, se, nell'ora del comune pericolo, la critica dell'azione degli uni, anche quando in s giustificata, viene espressa dagli altri con tali vedute unilaterali, da far dubitare che esista ancora un qualsiasi vincolo di solidariet. Giammai non pu farsi una buona politica col solo sentimento; tanto meno la vera politica di oggi coi sentimenti di ieri e di ieri l'altro. Sotto un simile influsso non sarebbe possibile di giudicare rettamente su talune considerevoli questioni, come il servizio militare, le armi, la guerra. Il servizio militare, le armi e la guerra La condizione odierna, che non ha riscontri nel passato, dovrebbe pur essere chiara a tutti. Non vi ormai pi luogo a dubitare circa le mire e i metodi che stanno dietro ai carri armati, quando questi irrompono fragorosamente da seminatori di morte oltre i confini, per costringere popoli civili ad una forma di vita da essi esplicitamente aborrita ; quando, bruciando, per cos dire, le tappe di possibili trattative e mediazioni, si minaccia l'uso delle armi atomiche per il conseguimento di concrete esigenze, siano esse giustificate o no. manifesto che nelle presenti circostanze pu verificarsi in una Nazione il caso, in cui, risultato vano ogni sforzo per scongiurarla, la guerra, per difendersi efficacemente e con speranza di favorevole successo da ingiusti attacchi, non potrebbe essere considerata illecita. Se dunque una rappresentanza popolare e un Governo eletti con libero suffragio, in estremo bisogno, coi legittimi mezzi di politica estera ed interna, stabiliscono provvedimenti di difesa ed eseguiscono le disposizioni a loro giudizio necessarie, essi si comportano egualmente in maniera non immorale, di guisa che un cittadino cattolico non pu appellarsi alla propria coscienza per rifiutar di prestare i servizi e adempiere i doveri fssati per legge. In ci Ci sentiamo pienamente in armonia coi Nostri Predecessori Leone X I I I e Benedetto XV i quali mai non negarono quell'obbligo, ma profondamente lamentarono la sfrenata corsa agli armamenti e i pericoli morali della vita nelle caserme, e additarono quale efficace rimedio, come anche Noi facciamo, il disarmo generale.
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Cfr. Leonis XIII Acta vol. X I V , Romae 1895, pag. 210; Arch degli Affari Eccl.

Straord., Nota del Card. Gasparri, Segr. di Stato di Benedetto XV al Primo Ministro dei Regno Unito della Gran Bret. e d'Irlanda, 28 Settembre 1917.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Le norme morali e le esigenze della coscienza Vi sono dunque casi e momenti nella vita delle nazioni, in cui soltanto il ricorso a principi superiori pu stabilire chiaramente i confini tra il diritto e il torto, tra il lecito e l'immorale, ed acquietare le coscienze di fronte a gravi risoluzioni. pertanto consolante che in parecchi Paesi, negli odierni dibattiti, gli uomini parlino della coscienza e delle sue esigenze. Essi mostrano di non aver dimenticato che la vita sociale in tanto si salva dal caos, in quanto si lascia sorreggere da norme assolute e da un fine assoluto ; essi implicitamente condannano coloro che credono di poter risolvere le questioni di convivenza umana sulla base di buone forme esteriori e con uno sguardo pratico che mira ad agire secondo che nei singoli casi si trova l'interesse e la potenza. Bench il programma, che alla base delle Nazioni Unite, si prefgga il conseguimento dei valori assoluti nella convivenza dei popoli, il recente passato ha per mostrato che il falso realismo riesce a prevalere in non pochi suoi membri, anche quando si tratta di ristabilire il rispetto a quei medesimi valori, apertamente calpestati, della umana societ. Lo sguardo unilaterale, che tende ad operare nelle varie circostanze solo secondo l'interesse e la potenza, riesce a far s che i casi di accuse per disturbo alla pace vengano trattati assai diversamente, e che in tal guisa il differente peso, che a questi casi, presi individualmente, spetta alla luce dei valori assoluti, senz'altro si perverta nel suo contrario. I/autorit delle Nazioni Unite Nessuno aspetta o richiede l'impossibile, neppure dalle stesse Nazioni Unite ; ma si sarebbe potuto attendere che la loro autorit avesse avuto il suo peso, almeno mediante osservatori, nei luoghi in estremo pericolo per i valori essenziali dell'uomo. Per quanto sia degno di riconoscimento che F ONU condanni violazioni gravi dei diritti degli uomini e d'intieri popoli, si potrebbe tuttavia desiderare che in simili casi a Stati, i quali rifiutano perfino l'ammissione di osservatori, dimostrando in tal modo di avere della sovranit dello Stato un concetto che mina i fondamenti stessi dell'ONU, non sia permesso l'esercizio dei loro diritti di membri dell'Organizzazione medesima. Questa dovrebbe avere anche il diritto e il potere di prevenire ogni intervento militare di uno Stato in un altro, che si intendesse di effettuare sotto qualsiasi pretesto, non meno che di assumere con sufficinti forze di Polizia la tutela dell'ordine nello Stato minacciato.

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II disarmo generale e i nuovi metodi di controllo Se accenniamo a questi lati manchevoli, perch desideriamo di vedere rinvigorita l'autorit dell'ONU, soprattutto per il conseguimento del disarmo generale, che Ci sta tanto a cuore, e sul quale gi altre volte parlammo. Infatti, solamente nell'ambito di una Istituzione come quella delle Nazioni Unite l'impegno dei singoli Stati a ridurre gli armamenti, e specialmente a rinunziare alla produzione e all'impiego di determinate armi, potr essere concordato e tramutato in stretto obbligo di diritto internazionale. Parimente solo le Nazioni Unite sono al presente in grado di esigere l'osservanza di questo obbligo, assumendo l'effettivo controllo degli armamenti dei singoli, senza esclusione di alcuno. Il suo esercizio mediante l'osservazione aerea, mentre evita gl'inconvenienti cui potrebbe dar luogo la presenza di commissioni straniere, assicura l'effettivo accertamento della produzione e consistenza bellica con relativa facilit. Ha invero quasi del prodigioso ci che la tecnica ha saputo ottenere in questo campo. Disponendo infatti di obiettivi di bastevole apertura angolare e luminosit, possibile ora fotografare, da diversi chilometri di altezza e con sufficiente abbondanza di particolari, oggetti che si trovano sulla superficie della terra. Il progresso scientifico, la moderna tecnica meccanica e fotografica sono riusciti a costruire macchine da presa, che hanno raggiunto una singolare perfezione in tutti gli aspetti; le pellicole sono state portate a un grado di sensibilit e di finezza di grana cos elevato, da rendere possibili ingrandimenti di molte centinpia di volte. Tali macchine, montate su aerei, che vanno a una velocit prossima a quella del suono, possono automaticamente eseguire migliaia di riprese, in modo che centinaia di migliaia di chilometri quadrati vengono esplorati in un tempo relativamente breve. Gli esperimenti condotti in questo campo hanno dato risultati di importanza eccezionale, permettendo di mettere in evidenza fabbricati, macchine, singole persone e oggetti esistenti sul suolo ed anche almeno indirettamente nel sottoterra. Il complesso delle ricerche eseguite ha mostrato come sia molto difficile di poter mascherare un movimento di truppe o di mezzi corazzati, vasti depositi di armi, importanti complessi industriali a scopi bellici. Se la ricerca potesse avere carattere permanente e sistematico, si potrebbero mettere in rilievo particolari molto minuti, in guisa da offrire una solida garanzia contro eventuali sorprese. Accettare il controllo ; ecco il punto cruciale da superare, dove ogni nazione dimostrer la sua sincera volont di pace.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

La volont di pace La volont di pace : sommo pregio dell'uomo libero, inestimabile tesoro della presente vita, essa frutto dello sforzo degli uomini, ma anche un prezioso dono di Dio ! Il cristiano lo sa, poich lo ha appreso alla culla del neonato Piglio di Dio, sulla cui verit e sopra i cui comandamenti, supremi valori assoluti, ogni ordine fondato, da essi custodito e reso fecondo in opere di progresso e di civilt.

La luce e la vita del mistero natalizio. - I soccorsi alla oppressa Ungheria Ci si consenta, infine, un'ultima esortazione. Ci consola vivamente il pensare al commosso e generoso comportamento verso l'oppressa Ungheria da parte di tutti i Nostri diletti figli, di organizzazioni di soccorso, di intiere nazioni, ed anche della stampa onesta. Siamo altres persuasi che tutti gli animi bennati non cesseranno di pregare e di sacrificarsi per alleviare le tristi condizioni di quel popolo martoriato. Vi sono gi molti sulla terra, che nelle sconvolte vicende degli ultimi decenni hanno sperimentato di persona che cosa la miseria. Come potrebbero rimanere indifferenti dinanzi all'indigenza altrui? E come potrebbero coloro, che vivono agiatamente, restare insensibili alla povert dei loro prossimi? Ma insieme con la vostra carit ridondino soprattutto sugli sventurati la (( luce e la vita del mistero natalizio. L'una e l'altra sono donate in Cristo, e questa grazia e questa pace, questa fiducia in Dio, che restaurer ogni giustizia e prender ogni sacrificio, non potr esser loro tolta da alcun umano potere. Ed ora, su quanti Ci ascoltano, e specialmente sui sofferenti, sugli umili, sui poveri, su coloro che patiscono persecuzione a causa della giustizia, scenda, auspicio delle grazie divine, la Nostra Apostolica Benedizione.
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Cfr.

MATTH.

5,

10.

Acta Pii Pp. XII

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NUNTIUS

SCRIPTO

DATUS

IIS QUI INTERFUERUNT COETUI TERTIO EX UNIVERSA FOEDERATIONE INTERNATIONALI IUVENUM AB ACTIONE CATHOLICA, ROMAE HABITO.

La troisime Assemble Gnrale de la Fdration Internationale de la Jeunesse Catholique, qui se tient prochainement Eome, Nous offre une occasion que Nous saisissons avec joie d'adresser ses dirigeants et aux dlgus de divers pays qui doivent y participer Nos encouragements et Nos vux paternels. Nous le faisons d'autant plus volontiers que vous reprsentez Nos yeux, chers jeunes, la foule innombrable de Nos fils de toutes nations qui, anims d'une mme foi et d'un mme zle pour la cause de Dieu, militent au sein des organisations catholiques de jeunesse ou portent dans le silence le tmoignage, parfois hroque, de leur fidlit au Seigneur. Les uns et les autres sont la fiert de l'Eglise ; mais ils sont aussi, dans le monde, l'espoir de la gnration nouvelle. Rarement, en effet, gnration fut atteinte par d'aussi profonds et vastes remous qui soulvent les peuples, branlent les civilisations, dchanent les passions et sapent les valeurs les plus sacres de la morale et de la religion. Comment ne serionsNous pas saisi de compassion la pense de tant de jeunes d'aujourd'hui, qui, comme des brebis sans berger , grandissent dans l'inquitude et le doute ou sont livrs sans defense l'emprise des propagandes mensongres? Comme cadre de votre activit, les Statuts de votre Fdration prvoient juste titre que chaque Organisation nationale et les divers Mouvements spcialiss jouissent, pour leur apostolat, d'une relle libert d'action sous l'autorit des Pasteurs responsables. Mais, plus encore que ces lgitimes et ncessaires franchises, aimez, chers fils, les liens fraternels qui vous rassemblent, au sein de la grande famille catholique, pour un mme service de l'Eglise. Ravivez en vos mes la conscience de votre commune appartenance au Corps du Christ, dont vous tes les membres ; ayez ensemble le sens de l'honneur catholique, fait d'amour et d'admiration pour notre Mre, la sainte Eglise, et appliquez-vous d'un cur unanime tendre dans le monde son action salvatrice ; nourrissez et dveloppez en vos esprits, par une gnreuse application l'tude de la

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

foi, l'intelligence du mystre chrtien, tel que vous aimez le proclamer par le chant du Credo ; en un mot, gardez, comme la perle prcieuse de l'Evangile, le sentire cum Ecclesia , qui vous unit tous autour du Vicaire du Christ et vous met l'abri d'une prilleuse dispersion de forces. En un temps o les nationalismes s'exacerbent dangereusement, cette union fraternelle des jeunes catholiques, dans le respect de l'attachement de chacun sa patrie, sa race, sa culture, est pour Notre cur de Pre un prcieux rconfort. N'est-on pas en droit d'y voir un puissant moyen de gurir les plaies des guerres, de rconcilier et de pacifier les peuples? En un sicle, surtout, si cruellement marqu par une lutte gigantesque contre la religion, quelle lumineuse esprance fait luire cette volont commune de jeunes gens de toutes nations, qui entendent proclamer, par leur vie et leur action, les droits souverains de Dieu : car c'est de lui, par lui et pour Lui que toutes choses existent !
1

Telles sont les perspectives qui orienteront les travaux de votre prochaine Assemble, et notamment l'examen du thme principal d'tude : l'ducation la vie spirituelle et ses relations avec la vie professionnelle et la culture moderne. Dj, dans Notre allocution aux jeunes filles de la Fdration mondiale catholique, Nous leur avions donn sur ce point, il y a peu de mois, de paternelles directives qui peuvent aujourd'hui encore guider vos propres recherches. Nul doute que l'exacte fidlit aux devoirs de la vie spirituelle, que Nous ne saurions trop vous recommander, ne vous engage sur la voie d'un apostolat fcond au service de vos frres dans le milieu o la Providence vous aura plac : N'est-ce pas, disions-Nous rcemment, le Seigneur qui se rend alors prsent en chacun de ses membres?... Jeter sur le monde un regard identique au sien, partager les intentions qui l'animaient, son dsir immense de rdemption, telle est la dmarche spontane de qui vit en lui et par lui .
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Dieu veuille enfin exaucer l'instante prire qui monte de Nos lvres, tandis que Nous vous adressons ce Message, chers fils. Qu'il daigne appeler ce plus haut service, qu'est le sacerdoce, un nombre toujours plus grand d'entre vous, car, en tous lieux, la moisson est immense, qui attend les ouvriers apostoliques ! Et comment des fils aimants de l'Eglise, ouverts aux besoins du monde, forms ds l'adolescence la vie spirituelle, ne rpondraient-ils pas gnreusement l'appel d'En-Haut?

Rom. 11, 36. Discours Rinascita Cristiana, O. R. 8 novembre 1956.

Acta PU Pp. XII

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C'est en formulant ce vu que, d'un cur paternel, Nous vous accordons tous, dirigeants, aumniers et membres de la Fdration Internationale de la Jeunesse Catholique, Notre Bndiction Apostolique. Du Vatican, le 4 dcembre 1956. P I U S PP. II

ALLOCUTIO

Iis qui interfuerunt Consilio Foederationis internationalis Catholicorum Virorum, Romae habito. * C'est avec plaisir, Messieurs, qu Nous accueillons le Conseil de la Fdration Internationale des Hommes Catholiques, Unum Omnes , actuellement runi Rome. Depuis la premire Assemble Gnrale tenue en cette ville pendant l'Anne Sainte, avec la participation de 20 nations diffrentes, d'heureux dveloppements sont venus manifester la vitalit et l'importance de votre Fdration. Le nombre des pays reprsents se trouve doubl en six ans, spcialement par l'accession d'organisations du continent amricain. Nous souhaitons que l'universalit devienne complte, et que bientt les chrtients d'Asie et d'Afrique, o fleurit dj une jeune et vigoureuse Action Catholique, soient galement reprsentes au sein de la grande famille. Les paroles mmes du Seigneur, que vous avez prises pour titre et pour devise, rappellent que l'unit visible des chrtiens vivant intensment leur foi constitue un apostolat massif, s'il est permis d'employer ce mot, un vaste tmoignage qui s'impose et qui oblige toutes les mes de bonne volont de salutaires rflexions. Mais, soucieux de donner votre union toute l'ecacit qui rsulte d'efforts mthodiquement concerts, vous cherchez favoriser les contacts entre les Associations nationales affilies pour leur permettre, dans un esprit de charit fraternelle, de se mieux connatre, de s'entr'aider, de mettre en commun les tudes et les expriences ralises par chacune d'elles, de collaborer, dans le respect mutuel des formes que revt leur action d'apostolat sur le plan national .
1 -

Les Assembles gnrales que vous avez tenues successivement

* Die 8 Decembris mensis a. 1956.


1

Status, art. IV, a.

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

tous les deux ans Borne, Madrid et Paris ont permis de constater les fruits de ce programme. En avril prochain vous comptez vous runir en Hollande pour tudier deux vastes thmes galement importants : d'une part, les devoirs des catholiques dans la vie civique, syndicale et politique, d'autre part, les problmes de synthse, paroisse, milieu et profession. Yos changes prcdents vous ont en effet rvl les progrs souhaitables sur ces divers points, et Nous avons tout lieu d'esprer que la confrontation de rflexions et de ralisations, qui se poursuivent ainsi avec grande loyaut et gnrosit l'chelle mondiale, apportera aux diverses associations nationales le rconfort d'une plus grande lumire et d'exemples encourageants. Avec patience et comptence vous runissez l'information tendue et sre, ncessaire pour entreprendre les actions de longue haleine qui doivent tre les vtres ; c'est ainsi, par exemple, que vous suivez attentivement les questions familiales, car la famille est la cellule de la chrtient, comme elle est l'lment vital de la socit naturelle ; le pre doit y exercer son rle de chef, il doit pouvoir donner ses enfants l'ducation conforme ses convictions religieuses, et jouir dans la vie civile d'une autorit proportionne son importance relle. De l dcoulent de multiples problmes concernant le travail, l'habitation, le rle de la femme, problmes sur lesquels les hommes d'Action Catholique ont prendre position et mener campagne courageusement avec mthode et unanimit. Appliqus ; des tches d'apostolat gnral, vous rencontrez vos cts d'autres formes d'Action Catholique, lesquelles ont pour centre d'intrts une paroisse, un milieu, une profession, une uvre. Chacune a ses mthodes, et cette lgitime diversit doit tre respecte. L'uniformit n'est ni possible, ni souhaitable, car elle ne correspondrait ni la varit des situations ni la vrit des ressources matrielles et humaines. U est bon toutefois que la rpartition des efforts soit judicieusement organise, et cela suppose de la part de tous les vertus chrtiennes d'humilit et de renoncement, afin que le zle indiscret de certains ne fasse pas obstacle aux entreprises des autres. Et cela sera d'autant plus facile que chaque groupe se tiendra en liaison plus habituelle et plus filiale avec les reprsentants de l'Eglise, qui ont charge d'orienter et d'utiliser leur activit dsintresse. Il y a, dit Saint Paul, diversit de dons spirituels, mais c'est le mme Esprit; diversit aussi de ministres, mais c'est le mme Seigneur ; diversit encore d'oprations, mais c'est le mme Dieu qui opre tout en tous . Il vous appartient de promouvoir par
2

./ Cor. 12, 4-6.

Acta Pii Pp. XII

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vos assembles gnrales, vos conseils fdraux (votre bulletin et tous les moyens collectifs et personnels cet esprit catholique de large collaboration, de comprhension et de discipline, qui permettra aux organisations nationales de dployer une action concordante, d'o il rsultera que, s'appuyant les unes sur les autres, elles acquerront une puissance et un rayonnement beaucoup plus grands, Votre Fdration occupe une place importante dans les Organisations Internationales, et ce titre elle exerce galement son influence dans les Organismes Internationaux Officiels. C'est l principalement que vous pouvez vous faire les promoteurs d'une paix conforme aux principes chrtiens, qui surmonte les particularismes, triomphe de certaines passions nationalistes, tout imprgnes de rancune, de jalousie et d'orqueil. Efforcez-vous donc par tous les moyens votre disposition de crer entre les peuples un climat de confiance, de comprhension, d'organiser leur collaboration sur une base de fraternit et de service mutuel. Nous vous flicitons en particulier de l'intrt, que vous portez vos nombreux frres chrtiens perscuts, spcialement en Europe et en Asie. Vous les soutenez de vos prires; vous protestez en leur faveur au nom de la justice et du droit des gens; vous profitez enfin de leur exemple de fidlit hroque au Christ et l'Eglise. Leur sacrifice, uni celui du Sauveur, est encore plus prcieux aux yeux de Dieu que le zle des aptres; et c'est de lui que Nous esprons, au jour de la misricorde, le retour l'unit de peuples entiers, aujourd'hui crass et spars violemment de l'unique bercail prpar par le bon Pasteur. Hors de l'Eglise, en effet, pas d'unit profonde et durable. Voil pourquoi votre tche est si belle et si pressante. Favoriser l'harmonie entre le monde moderne et l'Eglise, mettre avec une abngation profonde son travail au service du Royaume de Dieu ; voil une oeuvre digne des plus nobles curs. La foi et la charit, qui vous font voir Dieu dans les hommes, soutiennent votre effort, et Nous prions le Pre des cieux de la bnir et de la faire fructifier. C'est dans ce but et comme gage de Notre paternelle affection, que Nous vous accordons de grand cur, chers fils, vous et vos familles, votre Fdration et tous ses membres, Notre plus large et plus profonde Bndiction Apostolique.

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

LITTERAE APOSTOLICAE

I
BEATA M A R I A V I R G O I M M A C U L A T A CAELESTIS PATRONA AEQUE PRINCIPALIS CUM

SANCTO I O S E P H E I U S D E M DIOECESIS PROCLAMATUR.

SPONSO, O P I F I C U M PATRONO, TOTIUS RESISTENTIAE

PIUS PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Exstat in Eeipublicae Argentinae dicione dioecesis Resistenciae, quam Nosmet Ipsi, die I I I mensis Iunii anno millesimo nongentesimo undequadragesimo, primam inter ceteras constituimus, cuiusque maxima laus, inde a saeculo xvi, Marialis est pietas. Etenim, ex quo Hispani illis australis Americae terris potiti sunt, erga Immaculatam Virginem Mariam, in cuius honorem nova urbs, anno millesimo quingentsimo octogesimo quinto, condita est, religio vel inter indgenas exarsit atque, urbe deleta, permansit seque per vicinias pandit. Ineunte autem x v n saeculo, Sacrarium, postea frequens ac celebre, in honorem Deiparae cuiusvis labis ab origine nesciae, in parva urbe, vulgo Itati nuncupata, fuit conditum. Eo permulti quotannis conveniunt, vel beneficia impetraturi, vel pueros puellasque ad Eucharisticam mensam primo accedentes ducturi, adeo ut Provinciae moderatores, ipsam Virginem Immaculatam totius Provinciae Patronam, anno Mariali millesimo nongentesimo quinquagesimo quarto, declarantes, diem
VIII

mensis

Decembris feriatum esse statuerent. Permultae insuper Ecclesiae Beatae Virgini Mariae sunt dicatae, quarum memoria digna sacra Aedes Carmelitidis Virginis in urbe ((Formosa, vel saltem Mariali Altari decorantur : quam late inter fideles sit erga Virginem Mariam religio provecta exinde eruitur. Quibus omnibus permotus votaque cleri populique Nobis depromens, Venerabilis Frater Henricus Bau, Episcopus Resistenciae, a Nobis efflagitavit ut Maria Deipara Virgo originalis labis expers totius eiusdem dioeceseos praecipua Patrona per Nos declararetur. Ordinarius idem a Nobis insuper postulavit ut Sanctum Ioseph, eiusdem Deiparae Sponsum, cui Nos Ipsi, una cum festo, Opificis nec non Opificum Patroni titulum nuper adiunximus, memoratae dioeceseos, officinis frequentis, caelestem secundarium Patronum benigne renuntiare dignaremur. Nos autem, ad Caeli Reginam magis magisque excolendam atque ad Sancti Ioseph Opificis proprio novissimo festo die

Acta PU Pp. XII

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per Nos statuto cultum fovendum, huiusmodi preces excipere perlibenter statuimus. Quapropter, e Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra, deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Beatam Mariam Virginem ab origine Immaculatam totius Resistenciae dioecesis Patronam aeque principalem cum Sancto Ioseph, Confessore, eiusdem Deiparae Sponso, Opifice, omnibus additis honoribus ac privilegiis liturgicis, quae principalibus dioecesium Patronis rite competunt, constituimus, facimus ac declaramus. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros eflectus sortiri et obtinere; illisque ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum, plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri si quidquam secus super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter contigerit attentari. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die v mensis Maii, anno
MCMLVI,

Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi

Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis


GILDO BRUGNOLA

a Brevibus

Apostolicis

II
BEATA MARIA VIRGO ET IMMACULATA MICHAEL PRAECIPUA PATRONA CAELESTIS KETANSIS PATRO-

DIOECESIS NUS

SANCTUS

ARCHANGELUS

EIUSDEM

DIOECESIS

AEQUE

PRINCIPALIS

DECLARANTUR.

PIUS PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Haud parvum Nobis attulit gaudium, quod Venerabilis Frater Antonius Knings, Episcopus Ketansis, enixis cleri populique votis obsecundans nec immemor gratiarum et beneficiorum, suam dioecesim, Episcopali Cathedra per Nosmet Ipsos, anno sacro millesimo nongentesimo quinquagesimo, canonice auctam, materno Deiparae Virginis Mariae cuiusvis labis ab origine nesciae tutamini committere vehementer cupivit. Ne tamen huiusmodi vota Apostolica

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

sanctione carerent, Praesul ipse a Nobis enixe postulavit, ut idem Mariale Patrocinium benigne confirmare dignaremur, addita vero Apostolica declaratione, qua Sanctus Michael Archangelus, eiusdem Ecclesiae Cathedralis Titularis, secundarius dioeceseos Patronus constituatur. Nos autem, ut tantam cleri fideliumque Ketansis dioecesis Marialem pietatem congruo afficeremus praemio, preces memorati Ordinarii excipiendas perlibenter censuimus. Quapropter, ex consulto Sacrae Rituum Congregationis, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae Nostrae potestatis plenitudine, praesentium Litterarum tenore perpetuumque in modum Beatam Virginem Mariam ab origine Immaculatam totius Ketansis dioeceseos praecipuam Patronam, Sanctum autem Michaelem Archangelum eiusdem dioecesis Patronum aeque principalem, omnibus adiectis honoribus et privilegiis liturgicis locorum Patronis rite competentibus, confirmamus, eligimus ac renuntiamus. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum, plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter contigerit attentari. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die v mensis Maii, anno
MCMLVI,

Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi

Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis


GILDO BRUGNOLA

a Brevibus

Apostolicis

III
BASILICAE SIA B. MINORIS MARIAE HONORIBUS V. IN AC PRIVILEGIIS AFFICITUR IN ABBATIALIS ECCLE-

CAELUM

ASSUMPTAE

SACRA,

PAGO

(( NOVACELLA ))

BRIXINENSIS

DIOECESIS.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Ad gratias Sanctae Mariae seu (( Novacella egregium appellatur religionis domicilium, Templum dicimus Almae Deiparae sideribus receptae sacrum cum continenti Cano-

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nicorum coenobio, quod, in amoeno recessu vallis Isarci positum, ac vitiferis collibus laetisque saeptum viretis, Brixina non ita longe abest. Prius nomen propterea ei inditum st, quod, cum essent ea in regione, saeculo x i , sacra in melius restituenda moresque reformandi depravati, id effici posse recte putabatur deprecatione Beatae Mariae Virginis, munerum divinorum praevalidae sequestrae; cuius cultum, praeter alios, Canonici Regulares, altius hominum animis deligere studuerunt. Altera autem appellatione significatur coenobio id propositum fuisse, ut, in tantis temporum illorum vitiis, novae religiose vivendi rationis novique mentis habitus sedes esset et quasi sacrarium, ac praesertim ut, latius serpente haereseos veneno, Petrianae Cathedrae inconcussani servaret fidem. Beatus igitur Hartmannus, Canonicus Regularis Sancti Augustini et Episcopus Brixinensis, Templum atque (( cellam seu coenobium, Reginberto viro nobili adiutricem praebente operam, anno
M C X X X X I I

providenti condidit animo salubrique consilio. Cuius opus Deus ita fortunavit, ut, felicibus auctum incrementis, ad nostram usque viguerit aetatem. Tantum religionis studium tantusque ardor pietatis exprimuntur et quasi sub oculos subiciuntur ipsa mole ac magnificentia Templi, ad quod exstruendum perpoliendum^ue non obscuri nominis artifices ingenium atque operam contulere. Hoc, laqueatum initio et ad orientem et occidentem versus curvatum in apsida, atque adeo Romanico, quod vocant, structurae genere insigne, anno
M C L X X X X

incendio absumptum

est. Sed non ceciderunt animis sodales Neocellenses, qui alacres, quod deletum erat, refecerunt sacramque erexerunt turrim, quadratam et solidam et etiamnum conspicuam, quae per volventia saecula semper ab iis est habita quasi signum victoriae ac nominis Catholici praesidium. Quam domum Dei restitutam Rodulfus, Episcopus Sutriensis Sedisque Apostolicae Legatus, anno
MCLXXXXVIII

iterum consecravit. Saeculo

autem xv pilis est camera imposita, decussatis fornicibus vieta, totaque moles coepta ad artis Gothicae rationem accommodari; quod solum in cella perfectum est. Denique saeculo xvin, cum ille architectandi decorandique modus invaluisset, qui barocus audit, interior pars Templi incredibili est ornamentorum varietate conspersa : mireris profecto colorum multiplicem splendorem, tectoria concinna, plurima signa angelorum, columnas rectas ac tortiles, tres graduum ordines, quibus a limine ad aram maximam ascenditur. Dignum quoque est, de quo commemoremus, sacellum Beatae Mariae Virginis ad gratias , opere nobilissimum, sanctissimum religione. Ad Augustae enim Deiparae simu-

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

lacrum, eleganti manu sculptum et in aedicula ibi collocatum, Christifideles frequentes solent pietatis causa accedere; suntque multi, qui matrimonio ibidem coniunguntur, quod cupiunt, ut praesenti Dei Genetriis ope coniugiale foedus firmetur. Praeterea imaginibus pictis Templum maxime decoratur, quibus eadem mundi Domina, caelorum Regina aliique Sancti Caelites, praesertim ex Ordine Canonicorum Regularium, summa colorum venustate sunt expressi. Neque praetermitt e n d a est porticus quadrilaterus, qui sacrae continuatur Aedi, veteribus picturis udo inductis nemini non admirationem movens. Itaque inclita haec pietatis sedes in Templis, quae finibus regionis alpinae eis Brennerum sitae continentur, propter cultum eximium molisque amplitudinem, locum merito obtinet potiorem. Res autem sacrae ibi fieri laudesque Dei concini solent a frequenti familia Canonicorum et a pueris, qui ab iis instituuntur, eo sane modo, quem Dei maiestas, ordinis dignitas, plebis christianae postulat utilitas. Reliquiis denique Sanctorum Caelitum, supellectile pretiosis vestita metallis et reliquo instrumento divinis ritibus apto Templum est affatim instructum. Attamen haec fulgens aula Dei bello, quo orbis terrarum fere totus non ita pridem flagravit, ignivomis missilibus ab aeriis nautis graviter est verberata et ex parte diffracta. Quam, cum optata pace mitesceret saeculum, Canonici Regulares, Ambrosio Giner, Praeposito et Abbate, auctore ingenti sumptu, pietate invicta, in pristinum revocarunt splendorem. Vota igitur Nobis significans sodalium Neocellensium, magistri oppidi totiusque populi, dilectus filius Carolus Egger, Procurator Generalis Ordinis, quem diximus, submisse Nos rogavit, ut Templum, tot tantisque laudibus ornatum, Basilicae Minoris nomine ac iure donaremus. Quibus precibus, Ordinarii Brixinensis commendatione suffultis, pro Nostro Mariani cultus propagandi studio ac propensa in eam religiosam familiam voluntate, libenti animo statuimus obsecundare. Quae cum ita sint, Nos, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Templum Deo in honorem Beatae Mariae Virginis in Caelum Assumptae in pago Novacella , intra Brixinensis dioecesis fines, consecratum, ad dignitatem et honorem Basilicae Minoris evehimus, omnibus adiectis iuribus ac privilegiis, quae sacris Aedibus eodem nomine insignibus rite competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac perma-

Acta PU Pp. XII

33

nere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque, ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter contigerit attentari. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die
X X V

mensis Maii, anno

MDCCCCLVI,

Pontificatus Nostri duodevicesimo.

De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis


GILDO BRUGNOLA

a Brevibus Apostolicis

3 - A C T A , v o l . X X I V , n. 1. 25-1-1957.

34

Aota Apostolicae Sedis Commentarium Officiale

ACTA SS. CONGREGATIONUM


SUPREMA SACRA CONGREGATIO S. OFFICII

COMUNICATO Il Sac. Michele Collin (che si fa chiamare anche. F. Michele dell'Amore Infinito), gi della Congregazione dei Preti del Sacro Cuore di Ges, con Decreto emesso dal S. Offizio il 17 gennaio 1951, fu ridotto allo stato laicale. Col medesimo Decreto fu sciolta l'associazione Institut des Apotres de VAmour Infini (Opera degli Apostoli dell'Amore Infinito), che il predetto Sacerdote aveva preteso di fondare senza l'approvazione della com petente Autorit ecclesiastica. Siccome il Sac. Collin, carpendo la buona fede di ecclesiastici e di qualche Istituto religioso femminile, ha osato celebrare la S. Messa dopo la sua riduzione allo stato laicale, questa Suprema Sacra Congregazione avverte gli Ordinari, il clero sia secolare che regolare, e tutti coloro ai quali affidata la cura di chiese o cappelle, che egli tuttora laico a tutti gli effetti giuridici. Si avvertono pure gli Ordinari che al Collin fu vietato di ricostituire, sotto qualsiasi titolo, l'associazione sciolta dal S. Offizio col citato Decreto e di fondarne delle nuove. Pertanto l'Opera degli Apostoli dell'Amore Infinito e quella del Magnificat, da lui parimenti istituita contro l'espressa proibizione del S. Offizio, non sono riconosciute dalla Chiesa e si fa divieto ai fedeli di appartenervi. Roma, dal Palazzo del S. Ofizio, 15 dicembre 1956. Arturo De Iorio, Notaro
1

Cfr. A. A. S., 1951, p. 477.

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS

i PORTALEGRENSIS (PORTALEGRENSIS - CASTRI A L B I ) DECRETUM


D E C O N C A T H E D R A L I ERECTIONE E T N O M I N I S M U T A T I O N E

Apostolicis sub plumbo Litteris Gravissimum Christi a Summa Pontifice Leone X I I I b. m. die x x x Septembris anno
MDCCCLXXXI

datis

nonnullae dioeceses in Lusitania suppressae fuerunt, quas inter Ecclesia Cathedralis Castri Albi, cuius territorium dioecesi Portalegrensis adiunctum atque incorporatum fuit. Cum vero urbs vulgo Gstelo Branco novissimis hisce temporibus felicia susceperit incrementa et christifidelium numero incolarumque industria ac negotiis refloruerit, Excmus P. D. Augustinus de Moura
y

Episcopus Portalegrensis, ad aptius animarum bono consulendum, ab Apostolica Sede expostulavit, ut templum in memorata urbe exstans, Deo in honorem S. Michaelis Arcangeli dicatum, quod usque ad annum
MDCCCLXXXI

titulo et honore ecclesiae Cathedralis resplenduit, ad dignipriore

tatem Concathedralis eveheretur, et dioecesis Portalegrensis, retento, novo quoque Castri Albi augeretur nomine.

Ssmus Dominus Noster Pius, Divina Providentia Pp. X I I , re mature perpensa ac habito favorabili voto Excmi P. D. Fernandi Cento, Archiepiscopi titularis Seleuciensis pierii et in Republica Lusitana Apostolici Nuntii, precibus benigne annuendum censuit. Quapropter, suppleto, quatenus opus sit, eorum interesse habentium vel habere praesumentium consensu, de plenitudine Apostolicae potestatis, praesenti Consistoriali Decreto, perinde valituro ac si Apostolicae sub plumbo Litterae datae forent, memoratum templum in honorem S. Michaelis Arcangeli dicatum ad dignitatem et gradum ecclesiae Concathedralis evehit, ita ut in eodem Cathedra episcopalis iterum posthac: erigi possit ac debeat.

36

Aota Apostolicae

Sedis -

Commentarium Officiale

Praeterea Ssmus Dominus Noster Portalegrensi Antistiti onus imponit, praesertim cum apta episcopalis domus extructa fuerit, per aliquod temporis spatium quolibet anno Castri Albi residendi. Sanctitas Sua indulget ut, addito nomine Castri Albi, dioecesis Portalegrensis eiusque pro tempore Episcopus in posterum vocari possint ac valeant Portalegrensis-Castri Albi. Ad haec omnia exsecutioni mandanda Eadem Sanctitas Sua deputare dignata est memoratum Excmum P. D. Fernandum Cento, eidem tribuens facultates necessarias et opportunas etiam subdelegandi, ad effectum de quo agitur, quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, onere imposito ad S. Congregationem Consistorialem authenticum exemplar actus peractae exsecutionis quam primum remittendi. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Datum Eomae, ex Aedibus S. Congregationis Consistorialis, die 18 Iulii 1956.

g
L.

Fr. A . I. Card. S.

PIAZZA,

Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis

Iosephus Ferretto, Adsessor

n
PROVISIO ECCLESIARUM Sanctissimus Dominus Noster Pius Divina Providentia Papa X I I , successivis decretis Sacrae Congregationis Consistorialis, singulas quae sequuntur Ecclesias de novo Pastore dignatus est providere, nimirum : die 29 Novembris 1956. Titulari episcopali Ecclesiae Vallitanae praefecit R. P. Carolum Arthurum Brown, e Societate de Maryknoll pro missionibus exteris, parochum S. Petri in civitate Pacensi, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Augustini Arce, Episcopi S. Crucis de Sierra. die 8 Decembris. Cathedrali Ecclesiae Pesqueirensi R. P. D. Severinum Marianum de Aguiar, Antistitem Urbanum, Vicarium Generalem et parochum ecclesiae cathedralis in dioecesi Campinensi Grandi. Cathedrali Ecclesiae Maringansi, noviter erectae, Revmum D. I a cobum Aloisium Coelho, parochum cathedralis Rivi Nigri. die 17 Decembris. Metropolitanae Ecclesiae Cuschensi Exc. P. D.
:

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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Carolum Mariam Iurgens Byrne, hactenus Episcopum titularem Nisyriensem. Cathedrali Ecclesiae Chiclayensi, noviter erectae, Exc. P. D. Danielem Figueroa Villn, hactenus Episcopum Huancayensem. Cathedrali Ecclesiae Huancayensi Exc. P. D. Marianum Hyacinthum Valdivia et Ortiz, hactenus Episcopum de Huaraz. Cathedrali Ecclesiae de Huaraz Exc. P. D. Theodosium Moreno Quintana, hactenus Episcopum Huanucensem. Cathedrali Ecclesiae Huanucensi Exc. P. D. Carolum Albertum Arce Masas, hactenus Episcopum Tacnensem. Cathedrali Ecclesiae Tacnensi Exc. P. D. Alphonsum Zaplana Belliza, hactenus Episcopum titularem Agbiensem. Titulari archiepiscopali Ecclesiae Beroeensi Exc. P. D. Philippum Iacobum Hermosa et Sarmiento, hactenus Archiepiscopum Cuschensem. Titulari archiepiscopali Ecclesiae Amorianae Exc. P. D. Ambrosium Squintani, hactenus Episcopum Asculanum in Piceno. die 18 Decembris. Metropolitanae Ecclesiae Cuiabensi Exc. P. D. Orlandum Chaves, hactenus Episcopum Corumbensem. Cathedrali Ecclesiae Petrolinensi Exc. P. D. Antonium Campelo de Arago, hactenus Episcopum titularem Sestensem. die 20 Decembris. Titulari episcopali Ecclesiae Telmissensi Revmum D. Franciscum Mariam da Silva, Vicarium Generalem et canonicum Capituli metropolitani Eborensis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Antonii Benedicti Martins Inior, Archiepiscopi Bracharensis. die 23 Decembris. Metropolitanae Ecclesiae Mutinensi et Abatiae nullius Nonantulanae Exc. P. D. Iosephum Amici, hactenus Episcopum Oaesenatensem. Cathedrali Ecclesiae Bosanensi R. D. Franciscum Spanedda, canonicum Capituli Metropolitani Turritani. die 27 Decembris. Cathedrali Ecclesiae Sinus S. Laurentii R. D. Gerardum Couturier, canonicum theologum et parochum metropolitanae ecclesiae S. Germani. die 29 Decembris. Cathedrali Ecclesiae Wayne Castrensi Exc. P . D . Leonem Aloisium Pursley, hactenus Episcopum titularem Hadrianopolitanum in Pisidia. Cathedrali Ecclesiae Burlingtonensi Exc. P. D. Robertum F. Joyce, hactenus Episcopum titularem Citiensem.

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium- Officiale

Cathedrali Ecclesiae Gariensi, nuper erectae, R. D. Andream G. .Grutka, parochum Ssmae Trinitatis in urbe Gario iii dioecesi Gariensi. Cathedrali Ecclesiae Bismarckiensi R. D. Hilarium B. Hacker, Vicarium Generalem archidioecesis S. Pauli de Minnesota. Titulari episcopali Ecclesiae Risinitanae R. D. Radulphum Zambrano Camader, parochum S. Dominici in archidioecesi Popayanensi, quem deputa vit Auxiliarem Exc. P. D. Didaci Mariae Gmez y Tamayo, Archiepiscopi Popayanensis. die 6 Ianuarii 1957. Titulari episcopali Ecclesiae Myndiensi Exc. P. D. Iacobum Rosso, hactenus Episcopum Cuneensem. die 8 Ianuarii. Titulari episcopali Ecclesiae Lysiadensi Exc. P. D. Aloisium Pirelli, hactenus Episcopum Andriensem.

III
NOMINATIO Decreto die xvn Decembris mensis a. 1956 dato, Sacra Congregatio Consistorialis nominavit Excmum P. D. Philippum Iacobum Hermosa y Sarmiento, Archiepiscopum tit. Beroeensem, Vicarium Castrensem Reipublicae Peruvianae.

SACRA CONGREGATIO CONCILII

DECRETUM Cum sacerdos Recaredus Horvth, religiosus cisterciensis, in Hungaria, contra legitimas Ecclesiasticas Auctoritates machinatus atque earum potestatem subvertere conatus fuerit, Sacra Congregatio Concilii, ad normam Decreti De ecclesiasticis officiis et beneficiis canonice instituendis seu providendis , diei 29 Iunii 1950 {A. A. 8.1950, pag. 601-602), de speciali mandato Ssmi Domini Nostri Pii Papae X I I , declarat praedictum sacerdotem in excommunicationem speciali modo Sedi Apostolicae reservatam incurrisse.

Sacra Congregatio Concilii

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Insuper eadem Sacra Congregatio, de eodem speciali mandato, ea quae sequuntur decernit : 1. Sacerdotes saeculares vel religiosi, qui in Hungaria, ex eo quod eorum nominationes ad officia vel beneficia ecclesiastica dispositionibus iuris canonici non conformes repertae fuerint vel quod exercitium munerum ab ipsis assumptorum non rite processerit , ab Ordinario proprio vel ab Ordinario loci ab officio vel beneficio quomodocumque remoti vel suspensi, vel ab ordine prohibiti sint, absolvi vel dispensari nequeunt nisi prius : quaecumque officia vel beneficia ecclesiastica, hucusque detenta, absolute ac definitive dimiserint atque legitimae Ecclesiasticae Auctoritati in omnibus paruerint; sacerdotes saeculares, qui ab" alia dioecesi provenerint, ad eamdem redierint ; sacerdotes vero religiosi dioecesim, in qua praefata officia seu beneficia detinebant, reliquerunt. 2. Iidem sacerdotes inhabiles declarantur ad officia Curiae dioecesanae, ad canonicatus, ad munera quaelibet in cathedralibus ecclesiis et in seminariis, ad officium vicarii foranei, necnon ad munus parochi in urbe Budapestinensi et in urbibus et oppidis omnibus ubi sedes episcopatus vel vicariatus foranei invenitur ; quae proinde officia, beneficia et munera nullo modo ipsis conferri poterunt inconsulta Sede Apostolica. 3. Si vero iidem quod Deus avertat parere renuant, in excommunicationem Sanctae Sedi speciali modo reservatam ipso facto incurrunt. Quibusvis, etiam speciali mentione dignis, non obstantibus. Datum Romae, die 21 Ianuarii 1957.

P. Card. L. >B S-

CIRIACI,

Praefectus F. Roberti, a secretis

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Aota Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

SACRA CONGREGATIO RITUUM


SECOVIEN.
BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS SERVAE DEI MARIAE LICHTENEGGER, I U VENIS SAECULARIS. SUPER DUBIO

An signanda sit Commissio Introductionis Causae in casu et ad effectum de quo agitur. Licet universum hominum genus infinita caritate sua Dominus Noster Iesus Christus complecteretur, teneriore tamen animo pueros est prosecutus qui in illa verba amoris plena erupit : (( Sinite parvulos venire ad me (Marc. 10, 14). Quapropter et Sancta Catholica Ecclesia, amantissima mater humanae cunctae familiae, Divinum ipsum Magistrum imitando, impense studet ut sedulae pueris adolescentibusque tribuantur curae opportunaque tradantur praecepta, ut pii atque inte merati crescant sintque ubivis Christi bonus odor. Profecto, in Ecclesia Christi nullo non tempore, nostra quoque aetate dum iactantia, superbia, violentia morumque corruptio mundum universum videntur mergere, defuerunt ex puerorum iuvenumque agminibus qui, Spiritu moti Sancto ac perita manu ducti mediisque adhibitis, quae ipsa Ecclesia suggerit, virtutum fulgore coruscarent; nec immerito de eis verba divini eloquii in laudem iusti scripta usurpari possunt : Consummatus in brevi, explevit tempora multa (Sap. 4, 13). Quos inter recensenda videtur Maria Lichtenegger. In pago cui vulgo nomen St. Marem prope Pickebach, intra Secoviensis dioecesis fines in Austria, die 4 mensis Augusti anno 1906, nata est Serva Dei ex Villelmo et Aloisia Hammer, parentibus rusticis, haud divitiis sed in Deum pietate maxima et concivium publica aestimatione commendatis. Eodem die sacris Baptismi aquis renata nomenque Mariae, vulgo dein Mitzerl, ei impositum fuit. Parentum monitis et exemplis edocta ac roborata, puellula aetate, bonitate naturae et pietate apud omnes crescebat, haud dubie significans quas claras virtutes christianas esset consecutura. Primordiis litterarum imbuenda, aetate crescente, publicam celebravit scholam, ubi ludi ma-

Sacra Congregatio Rituum

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gistrorum condiscipulorumque sua sedulitate, alacritate, modestia docilitateque admirationi se praebuit. Magna praecipue per f usa laetitia atque animo intento lectiones christianae Doctrinae institutionis audiebat, unde cor amore Dei proximique ita inflammavit, ut aequalibus exercitio religionis pariter ac propriis aliis officiis antecelleret. Ardenti, quo in Deum aestuabat, amore pulsa, a parentibus et ab oppidi Curione enixe efflagitavit ut ad caeleste Agni convivium admitteretur; quod quidem, ea tempestate insolitum, cum nonum aetatis suae ageret annum, consecuta est. Tantam exinde erga augustissimum Sacramentum flamnam concepit, ut in posterum nec frigus nec nivem nec pluviam, ut Sacro cotidie adstaret Christique corpore se reficeret, reformidaret. Post annum autem in urbe Graecensi Sacro Chrismate inuncta fuit. Primordiorum puellaris institutionis ursu rite et cum laude emenso, vestificae arti discendae operam dedit, ne parentibus oneri esset, immo ut sibi et ipsis victum aliquando suppeditare valeret. Qua in arte addiscenda, sub ductu piissimae cuiusdam magistrae, ingenio et obedientia refulsit. Ordinariam vitae rationem supra communem operandi modum peragere sibi instituit. Animae suae Sponso intimius in dies adhaerens, Confessario permittente, virginitatis voto seipsam Deo devinxit, qui ita caelesti dulcedine eam replevit, ut ipsa terrena omnia fastidiret et dissolvi et esse cum Christo tandem exoptaret. Sacris omnibus caerimoniis in ecclesia paroeciali assistere in deliciis habuit et ad sacri cantus suavitatem, sua iucunda voce conferebat ; erga Sacerdotes summam adhibuit reverentiam; singularis operum missionalium fautrix, precibus et stipe erogata et collecta, exstitit. Lethalis morbi, quo fuit correpta, doloribus mirabili patientia toleratis, Ecclesiae Sacramentis recreata, Dei Famula purissimam animam Deo reddidit die 8 Iulii anno 1923, annos fere septemdecim nata. Sanctitatis fama, qua vivens ornata fuit, ad nostra usque tempora non deferbuit ; imo vividior evasit, uti testatur maior in dies ad eius sepulcrum concursus, et frequentes preces quae ad eam admoventur, et plures favores, qui ea intercedente, asseruntur a Deo obtenti. Haec autem non solum testes in processu excussi asseverant, sed plurimae quoque Cardinalium, Archiepiscoporum, Episcoporum aliorumque ecclesiastica civilique dignitate praestantium virorum, inter quos vel etiam in Austria maxima civilia munera exercentes, Postulatoriae Litterae Summo Pontifici oblatae comprobant. Quapropter in Curia ecclesiastica Secoviensi canonicae inquisitiones

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

ordinaria potestate anno 1940 instrui coeptae sunt, quae anno demum 1942 expletae sunt Romamque delatae. Sacra porro haec Rituum Congregatio die 14 Decembris mensis anno 1948, scriptis perpensis eidem Servae Dei tributis, nihil obstare decrevit quominus ad ulteriora procedi posset. Servatis itaque omnibus de iure servandis, instante Revmo P. Ferdinando Baumann, Societatis Iesu huiusque Causae Postulatore legitime constituto, Emus ac Revmus Dominus Benedictus Cardinalis Aloisi Masella, Episcopus Praenestinus, Causae Ponens, die 6 Martii anni huius, in Ordinario Coetu S. Rituum Congregationis ad Vaticanum habito, dubium discutiendum proposuit : An signanda sit commissio introductionis causae in casu et ad effectum de quo agitur, et super ea retulit. Emi autem et Revmi Cardinales, sacris ritibus tuendis praepositi, relatione hac auscultata, auditisque Officialium Praelatorum suffragiis, praecipue vero R. P. D. Sylvio Romani, Fidei Promotore Generali, rescribere censuerunt : Signandam esse commissionem, si Sanctissimo placuierit. Facta demum, subscripto die, Sanctissimo Domino nostro Pio Papae X I I his super rebus fideli relatione, Sanctitas Sua rescriptum Emorum Patrum ratum habens, commissionem introductionis causae Beatificationis Servae Dei Mariae Lichtenegger propria manu dignata est signare. Datum Romae, die 19 Iulii A. D. 1956.

C. Card. 1,

CICOGNANI,

Praefectus

S. f A. Carinci, Archiep. Seleuc, Secretarius

Sacra, Paenitentiaria Apostolica

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ACTA TRIBUNALIUM
SACRA PAENITENTIARIA APOSTOLICA
(OFFICIUM DE INDULGENTIIS)

ORATIO

PRO CHRISTIANIS FAMILIIS

SUMMO

PONTIFICE

PIO X I I

EXARATA

ATQUE INDULGENTIA DITATA.

Signore, Dio di bont e di misericordia, che nel mondo del male e dei peccato alla societ dei redenti hai offerto, purissimo specchio di piet, di giustizia, di amore, la Santa Famiglia di Nazareth, vedi come la famiglia oggi da ogni parte insidiata, e tutto congiura a profanarla, strappandole la fede, la religione, il costume. Assisti, o Signore, l'opera delle tue mani. Proteggi nei nostri focolari le virt domestiche, garanzia unica di concordia e di pace. Vieni e suscita i difensori della famiglia. Suscita gli apostoli dei nuovi tempi, che nel tuo Nome, col messaggio di Ges Cristo e con la santit della vita richiamino alla fedelt i coniugi, all'esercizio dell'autorit i genitori, all'ubbidienza i figli, alla modestia le fanciulle, alla stima e all'amore della casa da te benedetta le menti e i cuori di tutti. Restaurata in Ges Cristo sugli esempi del divino modello di Nazareth, la famiglia cristiana ritrovi il suo volto; ogni domestico nido ritorni santuario; si riaccenda in ogni focolare la fiamma della fede, che porta le avversit in pazienza, la prosperit con moderazione, e tutto compone nell'ordine e nella pace. Sotto il tuo sguardo paterno, o Signore, e affidata alla tua Provvidenza, auspice l'amoroso patrocinio di Ges, Maria e Giuseppe, la famiglia sar asilo di virt, scuola di sapienza. Sar riposo negli affanni della vita, testimonianza alle promesse di Cristo. Render al cospetto del mndo gloria a Te, Padre, e al tuo Figlio Ges, finch non giunga con tutti i suoi membri a cantare le tue lodi nei secoli eterni. Cos sia ! (31 ottobre 1954, nella Festa di N. S. Ges Cristo Re).

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium- Officiali

Die 13 Ianuarii 1951 Ssmus D. N. Pius div. Prov. Pp. XII benigne tribuere dignatus

est partialem mille dierum Indulgentiam, a christifidelibus saltem contritis lucrandam, quoties supra relatam orationem devote recitaverint.. Contrariis quibuslibet
N.

minime

obstantibus. Paenitentiarius Maior S. Luzio, Regens-

Card.

CANALI,

L.S.

SACRA ROMANA ROTA


Citationes I VIC. APOST. DE CAPE TOWN
NULLITATIS MATRIMONII (O'SULLIVAN DA vis)

edicta!es

Cum ignoretur locus actualis commorationis Domini Clive Rasleigh Davis, in causa conventi, eumdem citamus ad comparendum, sive per se, sive per procuratorem legitime constitutum, in Sede Tribunalis S. R. Rotae (Roma, Piazza della Cancelleria) die 1 Martii 1957, hora 11, ad concordandum de dubio disputando, vel ad infrascriptum subscribendum et ad diem designandam, qua habebitur Turnus Rotalis pro causae definitione. An constet de nullitate matrimonii, in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedicti Domini Clive Rasleigh Davis curare debent, ut de hac edictali citatione ipse moneatur. * Dinus Staffa, Ponens. Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae, die 11 Decembris 1956. C Pezzicara, Notarius ff. * Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de Mr Clive Rasleigh Davis, dfendeur en cette cause, nous le citons comparatre, par propre personne ou par un procureur lgitimement constitu, au sige du Tribunal de la S. Rote

Sacra Romana Rota

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Romaine (Roma, Palazzo della Cancelleria) le 1 mars 1957, 11 heures pour concorder ou souscrire le doute ci-dessous rapport, et fixer le jour de la dcision de la cause devant la Rote. Oonste-t-l de la nullit du mariage dans le cas? Ls Ordinaires des lieux, les curs, les prtres, les fidles ayant connaissance du lieu de la rsidence du dit Mr Olive Rasleigh Davis devront, dans la mesure du possible, l'avvertir de la prsente citation.

Il CHICAGIEN.
NULLITATIS MATRIMONII ( H R U S K A - CARD)

Cum ignoretur locus actualis commorationis Domini Richardi Card, in causa conventi, eumdem citamus ad comparendum, sive per se, sive per procuratorem legitime constitutum, in Sede Tribunalis S. R. Rotae (Roma, Palazzo della Cancelleria), die 27 Februarii 1957, hora 12, ad concordandum de dubio disputando, vel ad infrascriptum subscribendum et ad diem designandam, qua habebitur Turnus Rotalis pro causae definitione. An constet de nullitate matrimonii, in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedicti Domini Richardi Card curare debent, ut de hac edictali citatione ipse moneatur. * ,

Franciscus Brennan, Ponens. Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae, die 15 Decembris 1956. C. Pezzicara, Notarius ff. * Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de Mr Richard Card, dfendeur en cette cause, nous le citons comparatre, par propre personne ou par un procureur lgitimement constitu, au sige du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, Palazzo della Cancelleria) le 27 fvrier 1957, 12 heures, pour concorder ou souscrire le doute ci-dessous rapport, et fixer le jour de la dcision de la cause devant la Rote. Conste-1-il de la nullit du mariage dans le cas? Les Ordinaires des lieux, les curs, les prtres, les fidles ayant connaissance du lieu de la rsidence du dit Mr Richard Card devront, dans la mesure du possible, l'avertir de la prsente citation.

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

DIARIUM ROMANAE CURIAE


SEGRETERIA DI STATO NOMINA Con Biglietto della Segreteria di Stato in data 2 dicembre 1956, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di nominare Pillino e Revmo Moi) sig. Palazzini Pietro, Sotto-Segretario della Sacra Congregazione dei Religiosi. ONORIFICENZE Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato conferire : La Oran Croce dell'Ordine Piano : 15 ottobre 1956. A. S. A. R. il Principe Giovanni, Granduca Ereditario del Lussemburgo. A. S. E. Bech Giuseppe, Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro degli Esteri del Lussemburgo. La Gran Croce dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 15 ottobre 1956. Al sig. Loesch Alfredo, Gran Maresciallo di Corte del Lussemburgo. La Commenda con Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile-. 30 aprile 1953. Al sig. Heuvers Luigi, dell'arcidiocesi di Paderborna. 15 giugno 1955. Al sig. Geyer Francesco, della medesima arcidiocesi. 30 dicembre Al sig. Bazan Davila Ral (Cile). 29 settembre 3956. Al sig. Peters Giovanni, dell'arcidiocesi di Colonia. 15 ottobre Al sig. di Assembourg Vittorio (Lussemburgo). Al sig. Konsbruck Guglielmo (Lussemburgo). La Commenda con Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe militare : 30 agosto 1956. AlFAmm. Lubrano Giuseppe, dell'arcidiocesi di Napoli.

La Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 22 marzo 1956. Al sig. Roy Fernando, dell'arcidiocesi di Parigi.

Diarium Romanae

Curiae

47

La 'Commenda dell'Ordine di san Gregorio Magno, elasse civile: 9 gennaio 1956. Al 10 Al Al Al 20 U maggio A3 Al Al 30 giugno Al 16 luglio 18 sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. Khn Ansgario, dell'arcidiocesi di Vienna. Roux Guglielmo, della diocesi di Autun. Passama Enrico, della diocesi di Perpignano. da Cmara Cascudo Luigi, della diocesi di Natal. Brulliard Germano, dell'arcidiocesi di Parigi. Richard Andrea, della medesima arcidiocesi. Watson Guglielmo Lee, della diocesi di Austin. Correia de Oliveira Antonio, dell'arcidiocesi di
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5 settembre

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ottobre

15 16 19 22

Al sig. Falchi Battista, dell'arcidiocesi di Sassari. Al sig. Stara Salvatore, della medesima arcidiocesi. Al sig. de Meeus d'Argenteuil Ludovico, dell'arcidiocesi di Malines. Al sig. de Mees d'Argenteuil Ruggero, della medesima arcidiocesi. Al sig. Maes Oscar, della medesima arcidiocesi. Al sig. Bianchi Angelo, della diocesi di Porto e S. Rufina. Al sig. Bianchi Carlo, dell'arcidiocesi di Camerino. Al sig. De Leoni Umberto (Roma). Al sig. Halle Francesco (Lussemburgo). Al sig. Fantola Emilio, dell'arcidiocesi di Cagliari. Al sig. Lger Ernesto, dell'arcidiocesi di Montral. Al sig. Marzoli Italo, della diocesi di Brescia.

La Commenda dell'Ordine di san Gregorio Alagno, classe militare : 26. giugno 29 ottobre 15

1953. Al Gen. Macedo Soares Edmondo, della diocesi di Niteri. 1955. Al Gen. de Araujo Correia Lima Augusto, dell'arcidiocesi di San Sebastiano di Rio de Janeiro. 1956. Al Capitano Prussen Norberto (Lussemburgo). Al Capitano Koch Paolo (Lussemburgo). Al Capitano Frantz Germano (Lussemburgo).

Il Cavalierato dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 25 novembre 1955. Al sig. 7 dicembre Al sig. Al sig. 13 Al sig. 10 gennaio 195G. Al sig. Al sig. Al sig. Al sig. Al sig. Al sig. 12 7 febbraio Al sig. Al sig. 25 Bisgood Bertrando, della diocesi di Plymouth. Turner Alano, della diocesi di Nottingham. Lepitre Luigi, della diocesi di Langres. Boissier Carlo, dell'arcidiocesi di Lione. Bouvier Luigi, della diocesi di Autun. Grillot Pietro, della medesima diocesi. Gard Enrico, della diocesi di Monaco. d'Arneville Carlo, dell'arcidiocesi di Parigi. Dauchez Paolo, della medesima arcidiocesi. Langlais Giovanni, della medesima arcidiocesi. Gibbons Tommaso, della diocesi di san ClodoaldoEmblem Bernardo, della diocesi di Southwark.

48

Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

25 febbraio 1956. Al sig. Smyth Michele Giuseppe, dell'arcidiocesi di Westminster. 5 marzo Al sig. Moleux Paolo, dell'arcidiocesi di Parigi. 22 Al sig. Duvas Alberto, dell'arcidiocesi di Marsiglia. Al sig. Labro Giuseppe Maria, della diocesi di Rodez. 12 aprile Al sig. Allart Teofano, della diocesi di Amiens. Al sig. Boulongne Adriano, della medesima diocesi. Al sig. Devaux Maurizio, della medesima diocesi. Al sig. Hadengue Pietro, della medesima diocesi. Al sig. Langlebert Aristide, della medesima diocesi. Al sig. Morelle Pietro, della medesima diocesi. 14 Al sig. Garros Marcello Bernardo, dell'arcidiocesi di Bordeaux. sig. Dmange Pietro, della diocesi di Saint-Di. Al 18 21 Al sig. Avice Giacomo, della diocesi di Frjus. Al sig. Salvetti Giuseppe Maria, della medesima diocesi. sig. Chauvel Alberto, dell'arcidiocesi di Rouen. Al 8 maggio Al sig. Lanfry Giorgio, della medesima arcidiocesi. Al sig. Stackler Renato, della medesima arcidiocesi. Al sig. Defos du Rau Luigi, dell'arcidiocesi di Parigi. 14 Al sig. Tremolieres Giuseppe, della diocesi di Rodez. 23 Al sig. Kovacevich Giovanni, della diocesi di Monterey30 Fresno. Al sig. Mercier Alberto, della diocesi di Natchez. agosto Al sig. Willems Gustavo, della diocesi di Gand. 5 settembre Al sig. Bonnarens Giuliano, dell'arcidiocesi di Malines. 29 Al sig. Morel Maurizio, della diocesi di Annecy. Al sig. Aziz Alouf Faud, della diocesi di Eliopoli dei Melchiti. Al sig. Franssen Francesco,, della diocesi di Gand. ottobre 9 Al sig. Haj Chahin Michele, della diocesi di Zahlen e Furzol. 22 Al sig. Thelly Giuseppe Matteo, della diocesi di Palai.
co

La Commenda dell'Ordine di san Silvestro Papa : 1954. Al Gen. de Souza Dantas Aristotele, dell'arcidiocesi di San Sebastiano di Rio de Janeiro. 1955. 26 Al sig. de Carvalho Milton Saverio, della diocesi di Cam panna. novembre Ai sig. Zillo Giuseppe, della diocesi di Botucatu. 28 dicembre Al sig. Reishofer Giuseppe, dell'arcidiocesi di Vienna. Il 24 11 agosto maggio Cavalierato dell'Ordine di san Silvestro Papa: 5 ottobre

1954. Al sig. Rodofili Giulio, dell'arcidiocesi di Buenos Aires. 1955. Al sig. Jambers Gustavo, del vicariato apostolico di Leopold ville. Al sig. Lequarre Renato, del medesimo vicariato apostolieo.

An; et vol. X X X X I X

23 Februarii 1957

(Ser; II, v. XXIY) - N. S

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


CONSTITUTIONESAPOSTOLICAE I BOGOTENSIS. (GIRARDOTENSIS.)
A B ARCHIDIOECESI BOGOTENSI Q U A E D A M D E T R A H U N T U R TERRITORIA, NOVA DIOECESIS EFFICITUR, GIRARDOTENSIS NUNCUPANDA. EX QUIBUS

PIUS

E P I S C O P U S
SERVORUM DEI

SERVUS AD

P E R P E T U A M REI

MEMORIAM

Quandocumque amplo territorio ingentique fidelium numero aliqua Ecclesia redundat, ut vix a vigilantissimo sacrorum Antistite qua par est diligentia regi queat, ad christianae religionis incrementum procurandum apostolicae Nostrae sollicitudinis est illam opportune dismembrare novamque exinde dioecesim constituere alius sollertis Episcopi curis tradendam. Quae cum ita sint, cum venerabilis Frater Paulus Bertoli, Archiepiscopus titulo Nicomediensis et in Columbiana Republica Apostolicus Nuntius, ab hac Apostolica Sede expostulaverit ut, partita Bogotensi archidioecesi, nova in eiusdem provinciae territorio conderetur dioecesis, post auditam sententiam dilecti Filii Nostri Chrysanthi S. R. E. Cardinalis Luque, Archiepiscopi Bogotensis, huiusmodi precibus perlibenter annuendum censemus. Re igitur diligenter considerata atque consensu eorum omnium suppleto, qui in hac
4 - A C T A , v o l . X X I V , n . 2 . 23-2-1957.

50

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

re aliquid iuris vel habeant vel se arbitrentur habere, certa scientia eorum quae decreturi sumus, summa et apostolica Nostra potestate haec quae sequuntur statuimus ac decernimus. Ab archidioecesi Bogotensi totum distrahimus territorium, in quo tres et triginta exstant curiae, quae hic vulgato nomine enumerantur, scilicet : Girardot, Pandi, San Bernardo, Albelez, Ospina, Cabrera una cum addita parte regionis nomine Sumapaz, quae usque ad aquarum devortium inter montem vulgo Pico Bandera et lacum Pifiuelal vergit, Pasca, Fusagasug, El Triunfo, La Mesa, Rafael Reyes, Viot, Silvania, Cumaca cum pago Tibacuy, Anapoima, El Colegio, Tocaima, Tena, San Antonio, Cachipay, Anolaima, Jerusaln, Guataqui, Nilo, Nario, Ricuarte, Agua de Dios, Quipil cum pagis La Sierra et La Virgen, Bituima, Viani, San Juan de Rioseco, Pul, Beltrn, atque tres curiae, quae sui iuris sunt, vulgo : Santandercito, San Joaqun et La Florida. Ex quibus in unum redactis novam efficimus dioecesim, G-irardotensem nuncupandam; cuius fines ipsarum omnium simul curiarum terminabuntur finibus. Statuimus insuper ut nova Girardotensis dioecesis uti suffraganea subdatur Bogotensi metropoli, cuius Archiepiscopo Girardotensis Episcopus iure obnoxius sit; utque praeterea idem sacrorum Antistes sedem ac domicilium in urbe vulgo Girardot statuat, cathedram vero pontificalis magisterii in urbano templo Deo in honorem Sancti Michaelis Arcangeli dicato, donec novum aptiusque templum exstructum fuerit, collocet. Volumus insuper ut urbs et sacra aedes atque nova Girardotensis dioecesis, de quibus supra diximus, iisdem decorentur honoribus, iuribus ac privilegiis, quae ad ceteras eiusdem gradus episcopales urbes, aedes cathedrales ac dioeceses spectant : atque ut eius Episcopus iura et onera habeat, quae consequi solent episcopalem dignitatem. Decernimus quoque ut, ad decorem augendum sacrorum rituum, Canonicorum Collegium quam cito in cathedrali Girardotensi templo condatur, iuxta peculiares normas per alias sub plumbo Litteras a Nobis dandas ; quoadusque tamen huiusmodi Collegium condi nequeat, permittimus ut Canonicorum loco dioecesani Consultores ad iuris normam eligantur et renuntientur. Mensa autem episcopalis, quae dicitur, constabit sive dote ab auctoritate civili assignanda sive summa ab Archiepiscopo Bogotensi tradenda, sive Curiae fructibus sive fidelium pecuniis ac rebus sponte oblatis. Cum autem maxime Nobis sit cordi institutio puerorum illorum, quos Deus ad sacerdotale munus incenderit capessendum, volumus ut Girardotensis Episcopus Seminarium saltem elementarium quam primum condat ad iuris communis normam et iuxta leges a S. Congregatione Seminariis et Stu-

Acta PU Pp. XII

diorum Universitatibus praeposita traditas. Cum autem sacrorum alumni ad philosophica ac theologica studia aggredi debeant, Episcopo maximae erit curae ut e Seminario ipsi ad maius Bogotense Seminarium, optimi vero Romam mittantur in Pontificio Ephebeo Piano Latino Americano hisce disciplinis erudiendi. Quamdiu vero dioecesis Girardotensis Seminarii aedibus carebit, etiam adulescentes litterarum scientia imbuendi ad Seminarium archidioecesis Bogotensis mitti poterunt. Quae vero ad novae Ecclesiae regimen et administrationem respiciunt, item ad Vicarium Capitularem, Sede vacante, eligendum, ad fidelium et sacerdotum iura et onera, ad aliaque huiusmodi, eadem praecipimus servanda,, quae Codex Iuris Canonici iubet. Decernimus itidem ut simul ac Girardotensis dioecesis erecta fuerit, clerici Sedi illi censeantur addicti, in* cuius territorio legitime habeant ecclesiasticum beneficium aut officium ; ceteri vero ei dioecesi adscribantur in cuius regione iure optimo degant ; atque ut omnia documenta et acta, quae ad noviter erectam Sedem, ad eius clericos, fideles ac temporalia bona spectant, a Curia archiepiscopali Bogotensi quam primum ad episcopalem Curiam Girardotensem mittantur, in eius tabulario diligenter asservanda. Ad ea, denique, quae his Nostris Litteris efficienda praescripsimus, venerabilem FratremPaulum Bertoli, quem supra diximus, deligimus, cui omnes agendae rei potestates cedent, cuilibet viro delegandae, dummodo ecclesiastica dignitate pollenti; quae cum facta fuerint, idem onus habebit peractae dismembrationis atque erectionis documenta exarandi eorumque fide digna exempla ad S. Congregationem Consistorialem quam primum mittendi. Quodsi eo tempore, quo haec fieri debeant, alius Apostolicae in Columbia Nuntiaturae praeerit, hic iisdem potestatibus fruetur eademque sustinebit onera. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus * ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis
r

quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ae Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat ; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressio sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur.

52

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die undetricesimo mensis Maii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. ELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

f A. Carinci, Archiep. tit. Seleucien. i. Is., Decanus Proton. Apost. A. Serafini, Proton. Apost.
Loco g Plumbi In Ap. Cane, tao., vol. LXXXXIIL, n. U

IT

S. LUDOVICI ET ALIARUM. (CIVITATIS IEFFERSONIENSIS, C A M P I F O N T I S - CAPITIS

G I R A R D E A U E N S I S , K A N S A N O P O L I T A N A E - S. IOSEPHI)
AB ARCHIDIOECESI S. LUDOVICI AB ALIISQUE ECCLESIIS QUAEDAM TERRITORIA DISTRAHUNTUR, QUIBUS DUAE NOVAE DIOECESES CONSTITUUNTUR : (( CIVI-

TATIS IEFFERSONIENSIS )) ET (( CAMPIFONTIS - CAPITIS GIRARDEAUENSIS )). KANSANOPOLITANA VERO DIOECESIS IN POSTERUM (( KANSANOPOLITANA - S. IOSEPHI )) APPELLABITUR.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Ex quo die ad lacum Tiberiadis Christus beatum Petrum iussit suum gregem pascere, ex eo tempore sive idem sanctissimus Apostolus, sive qui in sacerdotale imperium successerunt Romani Pontifices, etsi per labores et aerumnas, id quaerere non destiterunt quod posset hominum fragilitatem sustentare, eorumque religiosis inceptis favere. Cum igitur venerabiles Fratres sacrorumque Antistites : Iosephus Elmerus Ritter, Archiepiscopus S. Ludovici, Edvinus Vincentius 0'Hara, ArchiepiscopusEpiscopus Kansanopolitanus, et Ioannes Patricius Cody, Episcopus

Acta Pii Pp. XII

53

titulo Apolloniensis, Coadiutor cum iure successionis venerabilis Fratris Caroli Huberti Le Blond, Episcopi S. Iosephi in America, idemque Administrator Apostolicus (( Sede plena eiusdem dioecesis, magnas preces huic Apostolicae Sedi admoverint ut in provincia ecclesiastica S. Ludovici, nimis patenti, duae novae dioeceses constituerentur, ibidemque dioeceses Kansanopolitana et S. Iosephi in America in perpetuum unirentur ; Nos haec venerabilium Fratrum consilia censentes haud minima ferre iis Ecclesiis commoda et utilitates, eorum postulationibus concedendum esse arbitramur. Quapropter, re bene cogitata, consilioque petito a venerabilibus Fratribus Nostris S. R. E. Cardinalibus S. Congregationi Consistoriali praepositis; audita quoque sententia venerabilis Fratris Hamleti Ioannis Cicognani, Archiepiscopi titulo Laodicensis in Phrygia, et in Civitatibus Foederatis Americae Septemtrionalis Apostolici Delegati; eorum consensum supplentes qui in hoc negotio aliquid iuris habeant vel se putent habere; de Nostra suprema et apostolica auctoritate ea, quae sequuntur, statuimus et decernimus. Ab archidioecesi S. Ludovici has tredecim provincias, seu comitatus/ uti dicunt, separamus : Howard, Boone, Audrain, Pike, Callaway, Montgomery, Cole, Osage, Gasconade, Maries, Pulaski, Phelps, Crawford; simul a dioecesi S. Iosephi in America quae sequuntur territoria distrahimus : Putnam, Schuyler, Scotland, Clark, Sullivan, Adair, Knox, Lewis, Linn, Macon, Shelby, Marion, Chariton, Randolph, Monroe, et Ralis; ab Ecclesia denique Kansanopolitana terras dividimus, quibus populari voce sunt nomina : Saline, Pettis, Cooper, Benton, Morgan, Moniteau, Hickory, Camden et Miller. Quibus harum Ecclesiarum partibus novam dioecesim constituimus quae ab urbe vulgo Jefferson City, in regione Cole sita, Civitatis leffersoniensis appellabitur. Huius vero dioecesis limites continebuntur : ad septemtrionem, regione Iowa ; ad solis occasum, civitatibus Putnam, Sullivan, Linn, Chariton, Saline, Pettis, Benton atque Hickory; ad australem autem partem, territoriis Hickory, Camden, Pulaski, Phelps, Crawford; ad orientem denique solem, terris vulgo Crawford, Gasconade, Montgomery, Pike, flumine Mississippi, et regione Iowa. Modo conditae dioecesis Sedes et caput ac Episcopi domicilium Civitas Jefferson erit; cathedram vero episcopalis auctoritatis in templo S. Petri Apostoli Praesul collocabit, in eadem urbe, quod ad dignitatem aedis cathedralis evehimus, datis, ut aequum est, iuribus et privilegiis talium templorum propriis. Ab archidioecesi insuper S. Ludovici haec territoria detrahimus : Dent, Iron, Texas, Shannon, Reynolds, Madison, Bollinger, Cape Gi-

64

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

?rardeau, Ho well, Oregon, Carter, Ripley, Wayne, Butler, Stoddard, -Scott, Mississippi, New Madrid, Dunklin et Pemiscott ; et a dioecesi IKansanopolitana regiones, quae hoc modo numerantur : Cedar, Polk, Dallas, Laclede, Barton, Dade, Greene, Webster, Wright, Jasper, Lawrence, Newton, Barry, Stone, Christian, Douglas, Me Donald, Taney, et Ozark. Quas terras in formam alterius dioecesis redigimus, quae ab urbibus vulgo Springfield, in comitatu Greene, quem solent appellare, et Cape Girardeau, in eiusdem nominis regione sita, Campifontis-Capitis Girardeauensis nominabitur. Quae his finibus claudetur : ad septentrionalem oram, civitatibus Barton, Cedar, Polk, Dallas, Laclede, Texas, Dent, Iron, Madison, Bollinger, atque Cape Girardeau; ad orientem, autem, fluminis Mississippi limite; ad meridionalem plagam, regione Arkansas ; ad occidentem denique solem, territoriis quae populi sermone Oklahoma et Kansas dicuntur. Novae Ecclesiae Episcopus duas habebit aedes cathedrales, debitis cumulatas honoribus : templum scilicet B. Agnetis Virginis et Martyris, in urbe Campifonte, et B. M. V. ab Angelo Salutatae, in civitate Capite Girardeau. Unaquaeque vero harum civitatum erit dioecesis Sedes, et Antistitis domicilium. Territorium, postremo, reliquum dioecesis S. Iosephi in America cum dioecesi Kansanopolitana in omne tempus iungimus, ita ut in posterum sive Sedes sive eius Episcopus, coniuncto nomine Kansanopolitano-S. IosepM ornentur. Praeter haec volumus ut templum, Immaculato B. M. V. Conceptui dicatum, quod in Kansanopolitana civitate exstat, quodque adhuc cathedralis honorem habebat, posthac idem decus servet, aucto interdum templo S. Iosephi, Sponsi B. M. V . , in eadem urbe, concathedralis titulo. Novarum Ecclesiarum iura et privilegia eadem prorsus erunt ac ceterarum dioecesium per orbem; item earundem Praesulibus iura et lionores tribuimus, atque onera iniungimus quae sunt ceterorum Episcoporum propria. Censemus quoque ut utraque Sedes, Civitatis scilicet effersoniensis et Campifontis-Girardeauensis, suffraganea sit metropoli S. Ludovici; utque earum Episcopi Archiepiscopo huius Ecclesiae obnoxii subiciantur. Est praeterea Nostra voluntas ut in ambabus dioecesibus Canonicorum Collegium condatur; si tamen id fieri statim nequeat, concedimus ut eorum loco Consultores dioecesani deligantur, qui suum Antistitem consilio et opera diligenter iuvent. A suo vero hi munere cessabunt, cum fuerit Collegium Canonicorum constitutum. Regimen novarum Ecclesiarum, item administratio bonorum, electio Vicarii Capitularis, Sede vacante, iura cleri et populi eorumque obligationes, haec omnia ad Iuris Canonici praescripta definiantur et fiant. Clerici vero, acta divisione, in cuius territorio legitimum domicilium habeant,

Acta Pii Pp. XII

55

eidem tamquam proprius clerus ascripti habeantur. Omnia documenta et acta quae quomodolibet ad Ecclesias per has Litteras constitutas respiciant, vel etiam ad dioecesim Kansanopolitanam - S. Iosephi, ad uniuscuiusque Curiam mittantur, religiosa cura in tabulario asservanda. Ceterum haec omnia quae decrevimus efficienda studebit venerabilis Frater Hamletus Ioannes Cicognani, quem diximus, cui omnes potestates facimus rei agendae; poterit vero ipse quemlibet virum delegare, dummodo in ecclesiastica dignitate constitutum. Cum autem negotium gestum fuerit, idem venerabilis Frater documenta exarari iubebit, eademque sinceris exemplis ad S. Congregationem Consistorialem mittenda curabit. Quodsi quo tempore Nostrae Litterae ad effectum deduci debeant, alius Apostolicae Delegationi in Foederatis Civitatibus Americae Septemtrionalis praesit hic mandata Nostra faciet. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Komae, apud S. Petrum, die altero mensis Iulii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
8. R. E. Cancellarius

^ Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


8. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost. Albertus Serafini, Proton. Apost.


Loco B Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXIII, n. 62.

56

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

LITTERAE

APOSTOLICAE

I
BASILICAE MINORIS HONORIBUS PRIVILEGIISQUE DECORATUR T E M P L U M PAROECIALE SANCTORUM CASU, FLORENTII ET SOCIORUM IN URBE BONNA, ARCHIDIOECESIS COLONIENSIS, EXSTANS.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Bonna, Germaniae urbs, natura et situ venusta, aedificiis nobilis atque liberalissimis studiis afiluens, pietatis quoque monumentis perquam decoratur. In quibus eminet Templum Sanctorum Casu, Florentii et Sociorum, qui, per vulnera effuso sanguine Christum testati, saeculo I I I p. Ch. n. ibidem conditi sunt. Eo in loco aedes e lignis primo exstructa est, quam basilicam Martyrum appellare consueverant. Saeculo deinde quarto lapideum surrexit Templum, cuius forma etiamnum deprehenditur. Quo sacro in loco plures Episcopi et Germaniae Imperatores honesto sepulchro contecti sunt. Templum autem, quale nunc, post immutationes temporis successu effectas, cernitur, molis amplitudine, Romanicae structurae genere varioque cultu est admodum insigne. Movent praeterea admirationem quinque sacrae turres, eidem haerentes, arae marmore conspicuae, aedicula Sanctissimae Eucharistiae Sacramento asservando, quae ab artis historiae peritis multum laudatur. Cuius Templi ministerio ab antiqua aetate addictum erat Canonicorum Collegium, quo exstincto, Ecclesia curiae sedes facta est, ad quam quattuordecim amplius milia Christifidelium pertinent. Fervet ibi opus divinum, cui plures Sacerdotes insistunt, atque frequens populus officia religionis exsequitur. Neque desunt Sanctorum reliquiae eaeque praeclarae et sacra supellex pretiosa, Ita fit ut ritus divini eo, quo par est, cum splendore peragantur, et commoda ex hoc pietatis domicilio manent neque modica neque pauca. Haec reputans cum animo atque vota curionis et Christifidelium significans, Dilectus Filius Noster Iosephus S. R. E. Cardinalis Frings, Archiepiscopus Coloniensis, Nos rogavit ut laudatum hoc Templum, sua in iurisdictione positum, Basilicae Minoris nomine ac iure donaremus. Quibus precibus libenter admissis, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura

Acta P Pp. XII

5T

deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum paroecialem Ecclesiam Sanctorum Casu, Florentii et Sociorum, in urbe Bonha, intra Coloniensis archidioecesis fines exstantem, ad dignitatem et honorem Basilicae Minoris evehimus, omnibus adiectis iuribus ac privilegiis, quae eidem titulo rite competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque, ad quos spectant, seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die xrv mensis Ianuarii, anno
MDCCCCLVI,

Pontificatus Nostri septimo decimo.

De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis


GILDO BBUGNOLA

a Brevibus Apostolicis

II
T E M P L U M S . M A R T I N I , E P . E T CONF. I N O P P I D O ( ( W E I N G A R T E N )), DIOECESIS ROTTENBURGENSIS, BASILICIS MINORIBUS ACCENSETUR.

PIUS PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Vinea Domini, quam ex arcano Dei consilio Nobis commendatam habemus, cultissimis hic atque illic distinguitur templis, quae singularis pietatis, qua Christifideles in Deum Sanctosque feruntur Caelites, praeclarissima sunt testimonia ac monumenta. In quibus merito numerum obtinet sacra aedes curialis, honori Sancti Martini consecrata, qua oppidum, cui vulgata appellatio Weingarten , quodque intra fines Rottenburgensis dioecesis positum est, non modice decoratur; quin immo tam eximium religionis domicilium in totius Germaniae catholicae laudem vertit et honorem. Qui veteres annales replicant, asseverant eo in loco Velfum I I I , ducem e nobili Suevorum genere, anno
MLVI

coenobium pietatis causa condidisse idque una cum continenti

58

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

templo, ubi ipse multique ex eius posteris sepulcro sint contecti, sodalibus Ordinis Sancti Benedicti tradidisse. Hanc vero sacram aedem, Romanico, quod dicunt, structurae genere insignem, anno
MDCCXV

deletam

esse, ut in eius locum substitueretur amplissima ecclesia, ad artis Barocae, quae audit, rationem exaedificanda ; quod opus multi laboris septem annorum spatio perfectum est et absolutum. Est ergo immensam ibi conspicere molem, ad auras exsurgentem, cui mirabili artifcio tholus est impositus; unde fit, ut quasi quaedam imago Petriani Templi Romani, collatione utique habita, praebeatur. Re quidem vera, hac inductum similitudine, vulgus egregiam hanc aedem appellare consuevit <( Ecclesiam ad Sanctum Petrum Sue vor um . Mirer is sacras imagines eleganti manu depictas, pulpitum, ex quo sacri sermones fiunt ad populum, venusta arte daedale effectum, organum musicum, .tuborum multitudine sonorumque suavitate ita ab omnibus dilaudatum quam quod maxime. Est autem templum praecipua quaedam pietatis sedes propterea quod reliquia Pretiosissimi Sanguinis Domini Nostri Iesu Christi, ab imperatrice Iuditha anno
M L X X X X I I I I

Benedictinis Sodalibus muneri data,

ibidem asservatur. Cuius religione impulsi, plurimi fideles turmatim eo accedere solent, atque Feria VI post Ascensionem Domini sollemnem quotannis pompam ducere, duobus milibus amplius equitum honoris gratia comitantibus. Neque praetermittendum religiosos sodales, quos diximus, in sacrae aedis ministerio impigros versari divinosque ritus peragere eo, quo par est, cum decore. In quorum laudibus hoc quoque ponendum est, quod aetate, qua novatores nomen Catholicum infense petebant, avitam fidem ea in regione tutati sunt atque haereseos virus audacter inde eiecerunt. Revoluto autem nono saeculo ab hac religionis sede constituta, Venerabilis Frater Carolus Iosephus Leiprecht, Episcopus Rottenburgensis, Nos rogavit, ut templum, tot laudibus celebratum, Basilicae Minoris nomine ac iure donaremus. Nos autem, haec omnia cum animo reputantes atque fausti huiusce eventus laetitiam beneficio Nostro adaugere cupientes, precibus huiusmodi libenti animo statuimus obsecundare. Quapropter, e Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum, paroecialem ecclesiam Deo in honorem Sancti Martini, Episcopi et Confessoris, consecratam et in oppido Weingarten , intra Rottenburgensis dioecesis fines, sitam, ad dignitatem et honorem Basilicae Minoris evehimus, omnibus adiectis iuribus ac privilegiis, quae templis, eodem nomine condecoratis, rite -competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, sta-

Acta PU Pp. XU

59

tuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque, ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. mensis Martii, anno \ Pontificatus Nostri duodevicesimo. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die xvi
MDCCCCLVI,

De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis


GILDO BRUGNOLA

Brevibus

Apostolicis

III
PAROECIALE T E M P L U M I N U R B E BERNA, DIOECESIS B A S I L E E N S I S E T L U G A N E N S I S , SANCTISSIMAE LEGIIS TRINITATI DICATUM BASILICAE MINORIS TITULO AC PRIVI-

COHONESTATUR.

P I U S PP. XII Ad perpetuam rei memoriam. Augustae Trinitati sacrum Templum curiale praecipua perhibetur esse religionis pietatisque sedes in urbe Berna, quippe quo frequentes pertineant Christifideles et ubi maxima soleant agi sollemnia, adstantibus, pro muneris dignitate, Apostolicis Nuntiis, sodalibus Consilii foederatis Helvetiae pagis moderandis praepositi atque legumlatorum Coetus, Legatis cum publica auctoritate. Id ergo quasi caput dixeris, unde fides Catholica eam in urbem et regionem, Dei beneficio atque industria Sacerdotum, Ecclesiae addictorum, opera, salubriter permanat. Quae sacra Aedes, saeculo praeterito ad finem vergente corrogata undique, praesertim ex Catholico populo Helvetiae, stipe, exstructa et consecrata, non solum hac religionis laude, quam sane potissimam habemus, commendatur, sed etiam artifcio et cultu eximio, quo renidet. Admirationem enim non modicam ibi excitat structurae genus, quod Gothicum est, ad Basilicae rationem accommodatum, praeterea ipsamet moles est scilicet in tres alas partita marmorum rara varietas, imagines summa colorum venustate expressae, vitra eleganti depicta manu; quamobrem in praeclarissimis Helvetiae Templis merito

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

numerum obtinet. Adde quod sacra affluit supellectile eaque multi pretii, ita ut divinorum rituum decori affatim sit consultum. Quibus permotus, Venerabilis Frater Franciscus de Streng, Episcopus Basileensi* et Luganensis, preces ad Nos admovit, ut hoc Templum, merito ab omnibus dilaudatum, Basilicae Minoris nomine ac iure donaremus. Quae vota, quibus Venerabilis Fratris Gustavi Testa, Archiepiscopi tituloAmaseni Nostrique in Helvetia Nuntii Apostolici, ampla accesserat suffragatio, propensum animum Nostrum Christifidelibus Helvetus significare percupientes, statuimus benigne libenterque explere. Quapropter,, e Sacrae Rituum Congregationis consulto, omnibus attente perpensis, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum paroeciale Templum, Sanctissimae Trinitati Bernae consecratum et intra finesdioecesis Basileensis et Luganensis positum, ad dignitatem et honorem Basilicae Minoris evehimus, omnibus adiectis iuribus ac privilegiis, quaesacris Aedibus eodem nomine insignibus rite competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque, ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die vi mensis Aprilis, anno
MDCCCCLVI,

Pontificatus Nostri duodevicesimo.

De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis


GILDO BRUGNOLA

Brevibus

Apostolicis

Acta Pii Pp. XII

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IV
SANCTI MARTYRES CLAUDIUS, NICOSTRATUS, SYMPHORIANUS, CASTORIUS ET DE-

SIMPLICIUS PATRONI CLARANTUR.

CAELESTES LAPICIDARUM ET MARMORARIORUM

PIUS PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Honesta quaelibet ars, dummodo recta mente exerceatur, merito probatur atque ad communem procurandam utilitatem Deique propagandam gloriam non modicum valet. Qua ratione praecipue insignis est ea, in qua lapicidae et marmorarii versantur, utpote quae, ab antiquis temporibus, saepe iubeatur religioni inservire. Hos igitur expedire visum est superno praesidio obtegi, ut opera, quae perficiant, bene vertant iidemque malis omnibus prohibeantur. Fulgidum autem iis praelucet exemplum Sanctorum Claudii, Nicostrati, Symphoriani, Castorii et Simplicii, qui, eiusdem artis consortes in marmoreis enim lapicinis apud Sirmium opus fecerunt summique habiti sunt Sculptores, ad maximam virtutis laudem profecerunt, mortem pro Christi nomine fortiter obeuntes. Itaque Venerabilis Frater Ioannes Urbani, Archiepiscopus-Episcopus Veronensis, preces Nobis ^adhibuit, ut Sanctos illos Caelites, arte gloriosos, Fidei testimonio gloriosiores, omnium lapicidarum et marmorariorum caelestes Patronos renuntiaremus. Nos autem cupientes ut ex hoc etiam ordine artifices -consilia, proposita, vitam ad religionis pietatisque rationes conforment ;atque convertant, vota huiusmodi libenti animo explere statuimus. Quapropter, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Sanctos Martyres Claudium, Nieostratum, Symphorianum, Castorium et Simplicium omnium -ex Italia lapicidarum et marmorariorum caelestes apud Deum Patronos facimus, constituimus, declaramus, omnibus adiectis honoribus ac privilegiis liturgicis, quae praecipuis coetuum seu ordinum Patronis rite competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter .exstare ac permanere : suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque, ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die xx mensis Aprilis, anno
MDCCCCLVI,

Pontificatus Nostri duodevicesimo.

De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis


GILDO BRUGNOLA

Brevibus

Apostolicis

EPISTULA
AD E M U M P. CARD. D. ANTONIUM TIT. S. LAURENTII IN PANISPERNA LEGATUS URBE S. R. E. PRESB. CONCAGGIANO, EPISCOPUM ROSARIENSEM, QUI MITTITUR

GRESSUI

EUCHARISTICO

BOLIVARIANO

IN CARACENSI

CELEBRANDO.

P I U S PP. X I I Dilecte Fili Noster, salutem et Apostolicam Benedictionem. In tanta difficultate temporum, qua premitur humana societas, nihil gratius Nobis esse potest, quam discere impensiore in dies studio Christum Regem alicubi adorari, ab ipsoque, mystice in altari vivente, illam trepidantes populos expetere, quam mundus dare non potest, exoptatissimam fecundamque pacem. Per liben ti igitur animo cognovimus secundum Congressum Eucharisticum Bolivarianum in foederali Venetiolae Republica propediem celebratum iri, eundemque Caracis, in urbe scilicet eius Nationis capite, sancto Iacobo Apostolo dicata, quae et caeli mira clementia et pietate Mariana atque Eucharistica civium feliciter floret ac laetatur. Maximi autem sunt momenti argumenta, quae in proximis coetibus disceptanda atque enucleanda proponuntur. Namque erit agendum primo de tenerioris aetatis christiana institutione. Quum enim tam magna sit plerumque aeternarum rerum ignoratio, bonorum omnium munus est contendere, ut pueri in primis atque adulescentes catholicam doctrinam mature perdiscant. Agendum quoque erit de officiis iuribusque servandis in societate domestica, in civili ipsa consortione. Iamvero, utinam fideles omnes, dulcissimi Iesu voci respondentes, ad sacram synaxim saepe saepius accedant! Hinc profecto dimanat atque alitur genuina Dei caritas, inconcussum ipsius inter homines caritatis fundamentum; hinc

Acta Pii Pp. XII

63.

perfecta animorum coniunctio ad tuendam domestici convictus integritatem, ad concordiam omnium civium fovendam vel restituendam; hinc humanae fragilitatis praesidium ac robur ad patriam quoque, si in summo discrimine versetur, strenue et heroica vitae oblatione defendendam. Quapropter consilia suscepta ad proximam Eucharisticam Congressionem habendam probamus ac dilaudamus ; immo Nos Ipsi quodammodo adesse ac praeesse percupimus. Te igitur, dilecte Fili Noster, qui,. Romanae purpurae splendore exornatus, clarae urbis Rosariensis gubernacula tenes, Legatum Nostrum eligimus ac renuntiamus, ut Nostram gerens personam Congressui Eucharistico Bolivariano, ex Venetiolae regionibus finitimisque nationibus in Caracensi urbe celebrando, nomine Nostro Nostraque auctoritate praesideas. Pro certo autem habemus te, pro egregia tua erga Augustum Sacramentum pietate, praenobile munus tibi traditum feliciter fructuoseque esse peracturum. Caelestium interea luminum gratiarumque in auspicium ac praecipuae Nostrae caritatis testimonium, Apostolicam Benedictionem tibi, dilecte Fili Noster, sollerti Archiepiscopo Caracensi ceterisque sacrorum Antistitibus, qui Conventui intererunt, eorumque clero ac populo peramanter in Domino impertimus. Datum Romae apud Sanctum Petrum, die x mensis Novembris, anno MDecLVi, Pontificatus Nostri duodevicesimo. PIUS PP. XII

ALLOCUTIONES i Docentibus Sodalitatum pro Schola Catholica in Bavaria. * Geliebte Shne und Tchter ! Sie kommen aus Mnchen, aus Bayern, und das macht Unseren Gruss an Sie besonders herzlich. Ihr Schaffen gehrt der Schuljugend ; Sie bekennen sich ausserdem zur Katholischen Erziehergemeinschaft in Bayern , und dies gibt Unserem Gruss einen verstrkten Ton vterlichen Mitfhlens und Vertrauens. Die Fragen um Ihren Beruf sind ja zurzeit hchst lebendig in Bayern.
* Habita die 31 Decembris mensis a 1956.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Stossen wir gleich zu deren Kernpunkt vor : Es ist ein selbstverstndlicher Grundsatz nicht nur des streng demokratischen Staates, sondern des Rechtsstaates berhaupt, dass, je strker die Schule an den Staat gebunden ist, von diesem um so peinlichere Rcksicht auf den Willender Erziehunggsberechtigten genommen werden muss. In Ihrer Heimat gilt aber gerade fr die Schule, durch die alle Kinder gehen, die Volksoder Grundschule, nicht nur das System des staatlichen Schulzwangs, sondern darber hinaus das der staatlichen Zwangsschule, also das System der strksten Bindung der Schule an den Staat. Daraus folgt fr den letzteren die Pflicht, im Ausbau des Schulwesens, ganz besonders in der Formung der Lehrkrfte, die Erwartungen und den Willen der Erziehungsberechtigten gewissenhaft zu erfllen. Um jenen Grundsatz auf die katholischen Erziehungberechtigten anzuwenden, muss die Erfllung jener staatlichen Pflicht so sein, dass zwischen dem katholischen Heim und der Schule, zwischen den katholischen Eltern und den Lehrern oder Lehrerinnen ihrer Kinder das warme Verhltnis des Sichverstehens, des gegenseitigen Vertrauens und der Zusammenarbeit herrsche aus dem Bewusstsein, im Letzten und Tiefsten, im Religisen, eines Denkens, einer berzeugung, eines Glaubens zu sein. Es ist damit schon angedeutet, und W i r brauchen nicht weiter auszufhren, wie sehr im Mittelpunkt dieser grandstzlichen Erwgung die Frage der Lehrerbildung steht. Der Lehrer ist ja die Seele der Schule ; er ist es, der ihren Geist bestimmt. Die Schule, der Jahre hindurch Tag fr Tag erteilte Unterricht wirkt wie eine Nat Urgewalt, langsam, aber stetig, fast unvermekt, aber um so tiefer. Man sage nicht, die den Unterricht Erteilenden sollen eben angehalten sein, in der Schule von ihrer persnlichen Weltanschauung Abstand zu nehmen. Man wrde damit von ihnen etwas verlangen, was zu leisten sie einfach nicht imstande sind, nicht einmal in den sogenannten neutralen, geschweige denn in den Gesinnungfchern. Es wre aber eine elementare Verletzung der Menschenrechte, wenn man die Eltern gesetzlich zwingen wollte, ihre Kinder der Naturgewalt einer Schule zu berantworten, deren Lehrkrfte den religisen und sittlichen berzeugungen des Elternhauses khl, ablehnend, ja feindlich gegenberstehen. Vielleicht hat niemand in der Frage der weltanschaulichen Beeinflussung der Jugend durch die Schule so vielseitige Erfahrung wie die katholische Kirche. Sie hat ihre Erfahrung ber die ganze Welt hin isammeln knnen, und das Ergebnis ist eindeutig : um gar nicht zu reden

Acta Pii Pp. XII

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von der eigentlich, laizistischen Schule in allen gemischten Schulen, Gemeinschaftsschulen, neutralen Schulen ist weltanschaulich sie die Hauptleidtragende, aus dem einfachen Grund, weil ihr religises Bekenntnis das denkbar reichste, das geschlossenste ist. Dann mge man aber auch Verstndnis dafr aufbringen, dass die Kirche um des Bestandes und Wohles der katholischen Familie und ihrer Kinder willen fr die katholische Schule und Lehrerbildung bis zum letzten sich einsetzen wird. Man wende nicht ein, dass die Schule den jungen Menschen doch zu einem tchtigen Staatsbrger erziehen msse. Als ob die katholische Schule dies nicht getan htte und tte ! Die katholische Kirche erkennt jene Forderung restlos an. W a s ihre Erfllung angeht, kann die katholische Schule, so glauben W i r , erhobenen Hauptes vor jede staatliche Autoritt hin treten. Schauen Sie auf Ihr eigenes Vaterland ! Es hat seit 1914 Prfungen und Katastrophen hchsten Masses ber sich ergehen lassen mssen. Haben die Katholiken dabei etwa versagt? Muss man nicht im Gegenteil bekennen : Gerade in der Zeit der Not haben sie dem Vaterland, dem Volk, dem Gemeinwohl hochwertige Mnner gestellt und wertvollste Dienste geleistet ! W i r segnen, geliebte Shne und Tchter, Ihre Berufsarbeit. W i r segnen ebenso Ihr mutiges Eintreten fr eine Schule und Lehrerbildung, die sich in die geschlossene Einheit des katholischen Glaubens und seiner Weltanschauung mhelos einfgen. W i r segnen alle, die Sie in Unseren Segen einschliessen : Ihre Lieben zu Hause und Ihre Schulkinder besonders, und erteilen allen als Unterpfand des huldvollen Schutzes der <( Mutter mit dem Himmelskinde aus der Flle des Herzens den Apostolischen Segen. II Docentibus atque alumnis Universitatis studiorum Ib ero-Americanae

in Mexico. * Un grupo ms bien reducido, amadsimos hijos, profesores y alumnos de la Universidad Iberoamericana de Mjico, es el que en estos momentos se presenta ante Nuestros ojos ; pero un grupo cuyo significado es en cambio tan amplio, que no hemos querido dejar pasar la ocasin de dirigirle unos palabras, para decirle Nuestro afecto y Nuestro inters por aquello, que representa. Porque saludamos en vosotros a universitarios de Mjico, que es como decir, a los seguidores y continuadores de una gloriosa tradicin de cultu * Die 16 Ianuarii mensis a. 1957.
5 ACTA, vol. XXIV, n. 2. 23-2-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

ra superior. Tuvo la vieja Universidad mejicana la fortuna de contar entre sus creadores a hombres como el Virrey Don Antonio de Mendoza y Fray Juan de Zumrraga, introductores de los estudios superiores en la Nueva Espaa. Todo se uni y concert para hacer de la Universidad de Mjico lo que realmente fu : mina copiosa de recios varones como Fray Alonso de la Vera Cruz y Ruiz de Alarcn. Dentro de esa historia secular, entronca, cual vigoroso renuevo, vuestra joven Universidad, al lado de la Universidad Nacional, para mantener encendida la antorcha de la ciencia y de la fe, en la tierra de Sor Juana Ins de la Cruz y en todo el Continente Centro y Sud Americano. Se trata efectivamente de una Universidad Catlica, llamada a formar esos hijos de la Iglesia completos, cabales e ilustrados, que han de constituir la clase dirigente del maana en unos pases, donde la cultura va adquiriendo cada da un tono ms elevado ; sin hablar de la urgencia de ponerse a la cabeza de un movimiento, cuyas desviaciones podran ser fatales para todos. Y es cosa cierta, como Nuestros fuertes y fidelsimos hijos mejicanos podran especialmente recordar, que no hay violencia en este mundo capaz de doblegar y quebrantar la solidez de una fe, cuando ella es profundamente conocida, sinceramente sentida, valerosamente practicada y, como consecuencia natural, ardientemente amada. Pero vuestra naciente Universidad, aun habiendo hallado acogida en el hospitalario suelo mejicano, no abre slamente sus puertas a los dignos hijos de aquella generosa nacin, sino que se ofrece como madre a toda esa gran familia de pueblos, que se llaman iberoamericanos, todos, para honor suyo, miembros de la gran comunidad catlica, y todos invitados especialmente a enviar sus representantes a vuestras aulas. JEn un momento, como el presente, en que el consorcio humano tanto padece por la divisin y la discordia, una actitud como la vuestra nos parece que asciende casi a la categora de un smbolo humanamente cordial y cristianamente ejemplar, como para recordar a los hombres que todos son hermanos, hijos de un mismo Padre, con un origen, un fin y una naturaleza comn y con una exigencia ntima de mutua caridad. Ojal que la fraternidad, nacida en los bancos de la clase y en toda la simptica e inolvidable vida estudiantil, crezca luego y se consolide entre vosotros, formando esos vnculos que han de unir todava ms a vuestras naciones al amparo de la verdad y a la sombra de la Cruz, aportando as un elemento ms a esa paz universal tan anhelada. Finalmente, vuestra Universidad es algo incipiente, donde, por consiguiente, ser casi imposible que ya desde el primer momento estn todas

Acta PU Pp. XII

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las cosas en su sitio y en su punto. M vosotros, ni vuestros dirigentes, os habis de arredrar ante las dificultades ; antes bien, con la plena conciencia del honor de haber formado parte de las generaciones primeras de una entidad llamada, sin duda, a tan altos destinos, soportad con paciencia los inconvenientes inevitables, colaborad en la edificacin de lo que ya es algo vuestro, y, sobre todo, poned bien los cimientos, para que el edificio vaya alzndose slido, til y hermoso, de tal manera que un da, en el mundo iberoamericano, sea un timbre de honor poder ostentar un ttulo obtenido en vuestra Universidad, como garanta cierta de capacidad y de competencia humana y profesional. Vivid tranquilos y sanos ; estimad la verdadera ciencia, pero nunca la antepongis a la gracia de Dios ; sed disciplinados y dciles, especialmente con vuestros maestros y superiores ; daos al estudio con orden, con mtodo y hasta con espritu de sacrificio, pero sin que las exigencias escolares ahoguen nunca vuestros deberes cristianos. Y que la luz de la verdadera fe una fe que no teme progresos ni adelantos, sino que se sirve de ellos para hacerse cada vez ms firme, ms fuerte y ms hermosa gue continuamente vuestros pasos hasta aquella alta meta, donde todas las verdades se reducen a una, y esa nica verdad se ofrece a vuestra contemplacin y a vuestro gozo para haceros felices por toda una eternidad. Una Bendicin especialsima, hijos amadsimos, para vosotros; pero una Bendicin que llevaris, en nombre Nuestro, a vuestros colegas y profesores, a vuestros familiares y amigos y a toda vuestra querida Alma Mater, a la que ya desde ahora deseamos los mayores bienes y prosperidades ; una Benedicin, en particular, a Nuestros amados hijos, vuestros educadores y maestros, que, acometiendo la presente iniciativa, han dado una prueba ms de su buen celo por el servicio de la Iglesia y por el bien de las almas en un campo, como el de la enseanza, en el que ellos han derramado tantos sudores, pero han cosechado tambin tantos laureles.

III
Ad Excmum Virum Selwyn Lloyd, G. B. E., T. D., Q. C, M. P., Ministrum ab Exteris Negotiis Magnae Britanniae. * It is a pleasure, Right Honourable Sir, to extend a sincere welcome to Your Excellency Her Majesty's Principal Secretary of State for Foreign Affairs and to those illustrious members of your staff, who have accom* Die 19 Ianuarii mensis a. 1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

panied you. The cordial relations existing between this Holy See and Her Majesty's Government have long been a source of great gratification to Us ; and His Excellency the British Minister, here prsent, continuing the tradition of mutual comprhension and friendly coopration, while ably fulflling the lofty mission entrusted to him, has maintained, We feel confident, strength and stability to those relations. And then when Our thoughts turn to the beloved people of your country, Our heart becomes conscious of those other, deeper, spiritual bonds of abiding affection, cherished legacy left to Us by Our predecessors. It is this affection that quickens Our admiration for the courage and sens of solidarity, with which they have always shown themselves ready for sacrifice and magnificent self-discipline, when demanded by the common good. We are fully aware, as are you, Right Honourable Sir, that today an unusually heavy responsibility rests on the Foreign Ministries of nations for the peoples, whose interests they are charged to safeguard and develop; and We want to assure you and your colleagues of Our prayerful good wishes for your success. This occasion offers Us an opportunity to renew the expression of Our esteem and respect for the August Sovereign, whom you are privileged to serve. May God protect and comfort her royal per son. On the royal family may heaven's choicest grces descend. And may ali the peoples, who owe allegiance to Her Majesty, Queen Elizabeth, enjoy through God's bountiful providence increasing happiness, progress and prosperity.

NUNTII RADIOPHONICI

I
CHRISTIFIDELIBUS OB CONVENTUM ALTERUM EUCHARISTICUM BOLI V ARIANUM, IN URBE CARACENSI COADUNATIS. *

Venerables Hermanos y amados hijos que, en la esplndida Caracas, clausuris vuestro segundo Congreso Eucaristico Bolivariano : l Qu consuelo, tan profundo y tan sobrenatural, el que en estos momentos experimentamos al poder acceder a vuestros filiales deseos, ponindonos en comunicacin con esa magnfica Asamblea y gozando del espectculo que ofrecis, parecido a un rayo de sol que, en medio del
* Datus die 16 Decembris mensis a. 1956.

Acta PU Pp. XII

cielo ms plmbeo y ms amenazador, rasga inesperadamente las nubes y deja caer sobre la tierra, silenciosa y amedrentada, una lluvia de paz, de suave fraternidad y de inefable contento, hasta hacer subir a los labios la palabra del Salmo : Ecce quam bonum et quam iucundum, habitare fratres in unum Ved cuan bueno y deleitoso es habitar en uno los hermanos !
1

Pero no vayis por eso a imaginar, hijos amadsimos, que consideramos vuestra reunin como algo sorprendente por lo inesperado. Los dos Congresos Eucarsticos nacionales venezolanos de 1907 y 1925 y, sobre todo, el Primer Congreso Eucaristico Bolivariano, de 1949, aparecen, a la luz del actual momento, como una preparacin providencial, y la recristinizacin de la familia por medio de la Eucarista, que fu el tema estudiado en las inolvidables jornadas de Cali, como la introduccin natural para pasar al problema, que habis examinado estos das; porque del tronco familiar consolidado por la vida eucaristica es de donde han de brotar luego esas ramas, esas flores y esos frutos que sern finalmente las vocaciones sacerdotales. Es cierto que el Sacramento del altar es el medio principal para conocer a Jesucristo, compenetrarse con la grandeza de su misin y sentir el impulso de ofrecerse a continuarla por los caminos del sacerdocio ; es verdad que la intensa vida de piedad, sostenida y alimentada sobre todo con el Pan de los cielos, deber ser la que, como consecuencia natural, lleve al aumento de las vocaciones para el servicio del santuario ; es indudable que ante el Cordero, que continuamente se sacrifica en el ara santa, las almas consagradas a una perpetua inmolacin podrn obtener, con sus lgrimas y sus suspiros, las gracias necesarias para que por fin descienda el roco sobre la tierra reseca y haga germinar la flor de la vocacin. Pero, reducindose al orden prctico, todos estos dones divinos vendrn a las almas ordinariamente, para decirlo as, por los caminos de un hogar cristiano y puro, de una sana y religiosa educacin familiar, de un espritu sobrenatural presente siempre entre los muros domsticos, hasta el punto de que, no raramente, todos los esfuerzos de los mejores educadores se pueden ver malogrados, si falta esta cooperacin familiar y, mucho ms, si su influencia hubiera de dejarse notar ms bien en sentido contrario. Y qu grande error sera esto ; qu falta de espritu de fe denotara ! No es este el momento, hijos amadsimos, de cantar las excelencias del sacerdocio, especialmente ante quienes, como vosotros, saben

Ps. 132, i .

TO

Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

bien lo que supone haber sido escogido de entre los hombres e instituido, en favor suyo, para las cosas que se refieren a Dios, presentando ofertas y sacrificios por los pecados. Pero, al clausurar un Congreso Eucaristico y con los ojos puestos en esa Hostia Santa, permtasenos por lo menos recordar la intrnseca unin que existe entre Sacerdocio y Eucarista, puesto que ad sacerdotem pertinet dispensatio Gorporis Christi )), toca al sacerdote distribuir el Cuerpo del Seor, y si en la Iglesia todas las sagradas rdenes estn encaminadas principalmente al Sacramento de la Eucarista, mucho ms lo estar el sacerdocio, cuyo oficio principal consiste en consagrar el Pan de los ngeles, custodiarlo amorosamente y distribuirlo, como nuevo Moiss, a un pueblo que tiene necesidad de este man venido del cielo, para no morir de hambre en el desierto. Recorred vuestras ciudades, las grandes y las pequeas; salid a los campos por las pistas modernas o por los viejos senderos ; subid a las montaas ms altas, bajad a las playas ms remotas, perdeos en los valles ms sombros, no es verdad que en todas partes os parece hallar una ventana abierta al cielo, un rinconcito para descansar en paz, una fuente para refrigeraros al descubrir la torre enhiesta o la humilde espadaa que os anuncian la presencia de un sagrario? Que no lleguen a faltar nunca en medio de vosotros y, para ello, que no escaseen las manos consagradas, que lo han de cuidar, que lo han de abrir y cerrar, que han de administrar en puro provecho vuestro este tesoro divino, en cuya comparacin nada valen todas las dems riquezas y maravillas de latierra. No es una voz de alarma, porque Nuestra confianza en la divina misericordia va mucho ms all de todas la previsiones humanas ; no es un grito de angustia, porque Nuestra esperanza descansa en motivos ms slidos que todos los puramente naturales ; es una palabra de Padre, ansioso siempre por el bien de sus hijos, de Padre que mira al porvenir, que precisamente de estos mismos hijos espera tanto para provecho de ellos y de toda la gran familia catlica ; es, y quiere ser, en estas solemnes circunstancias, una oracin ferventsima : Llama, oh Seor, al sacerdocio, desde esa Eucarista, a muchos hijos de esos pueblos amadsimos, para que, en medio de ellos, sean misioneros de tu palabra, de tu perdn y de tu Cuerpo Sacramentado, y as no les llegue nunca a faltar ese
2

Cfr.

Heu.

5, 1.
3UQ.

Cfr. S. Th., 3 p. q. 82, a. 3 in c.

* S. Th. Suppl. q. 37, a. 2 ad

Acta Pii Pp. XII

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sagrario, donde T velas de da y de noche, para hacerles felices primero en esta vida y luego en la eternidad.
5

Ha correspondido esta vez a la insigne Caracas el honor singular de procurar un marco digno a tan grandes solemnidades. Reposando en su altura con aires de vieja y antaona nobleza, gozando de su perpetua primavera, la que un da fu corazn de la Amrica naciente , podra impresionar hoy por su vertiginoso progreso hasta el punto de hacer casi olvidar sus glorias pretritas. Pero Nos no olvidamos que el viejo Santiago de Len de Caracas , la Ciudad Mariana , se mereca no menos este honor como ciudad eucaristica, donde existe la Adoracin perpetua del Santsimo Sacramento desde el ao 1882 y precisamente en esa Santa Capilla, edificada sobre la primera ermita, que un da erigi Diego dei Losada. Como si la perquea semilla, al caer en tierra frtil, hubiera producido hoy el ciento por uno en esta maravillosa primavera ! Con vosotros estn vuestros hermanos venezolanos : los de las montafias del norte de cimas nevadas, arboledas tupidas y pastos abundantes ; los que en las bajas regiones del litoral gozan de los beneficios que el mar les ofrece ; los de la tierra llana, que divide, domina y fecunda el potente Orinoco ; los que saben los secretos de los bosques misteriosos de la Guayana y conocen la voz de sus cascadas y de sus torrenteras, hijos todos de un pas de recursos inagotables, de juventud pujante y de un gran porvenir, que depender no poco de la parte que en su organizacin poltica, intelectual, econmica y social se conceda a los eternos principios de la verdad cristiana, siempre presentes en todos los momentos de vuestra historia. Y con Nuestros amadsimos hijos venezolanos, los de Colombia y Per, los de Bolivia, Ecuador y Panam, en ejemplar hermandad de naciones que tienen un vnculo comn ; y con vosotras, las naciones bolivarianas, los representantes de otras muchas europeas y americanas, de la vieja Madre Patria, unidos todos ante un altar como si quisierais proclamar que slamente ah es posible una autntica fraternidad, madre de la tranquilidad y de la paz ; mientras que cuanto ms lejos de ah las almas se apartan, ms reviven en ellas las incomprensiones y las enemistades, los celos y las soberbias, los odios y las codicias, cuyo efecto natural tienen que ser esas dolrosas catstrofes que hemos lamentado, que ahora mismo vemos con dolor y que, mirando al futuro, continuamente tememos.

Cfr. Oracin del Congreso.

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Aota Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

X Alzad los ojos, hijos amadsimos ! No es verdad que ese altar que veis os hace la impresin del techo de una casa grandiosa, por todas partes abierta, como si quisiera invitar a todos los pueblos para que viniesen a morar a la sombra de la Cruz, en esa paz, en esa felicidad, que se respira ah, de rodillas ante el Dios humanado escondido bajo las especies sacramentales? Peddselo vosotros as, por intercesin especialsima de vuestra Madre, la Virgen de Ooromoto, a cuyas poderosas plegarias queremos confiar todas vuestras intenciones, y muy en particular la que ha formado el centro de este Congreso : Mitte, quaesumus, (Domine), operarios in messem tuam Seor, manda obreros a tu via! Con estos deseos y estos afectos os bendecimos a todos los ah presentes : a t, amadsimo Hijo, Legado Nuestro, que con tanta dignidad Nos has representado ; a todos Nuestros Hermanos en el Episcopado con su clero ; a los religiosos y religiosas ; a las autoridades civiles y militares, especialmente a las que han contribuido a la organizacin y buen xito del Congreso ; a todos los que se han sacrificado en la preparacin de tan importante Asamblea ; a cuantos han tomado parte en las reuniones de la Unin Catlica Internacional de servicio social y en las Jornadas preparatorias del Segundo Congreso Mundial de Apostolado Seglar ; a las personalidades de diversas naciones que, con su presencia, han cooperado al esplendor de todos los actos; a todos los fieles y a quienes escuchen Nuestra voz, que quiere ser siempre portadora de paz.

II
IN FESTO EPIPHANIAE D. N. IESU CHRISTI A. M C M L V I I DATUS, DIE (( PRO MATRE ET PUERO , AB OPERE NATIONALI ITALICO PRO MATERNITATE ET INFANTIA INDICTO.

Di gran cuore vi rivolgiamo la Nostra parola, diletti figli e figlie, in occasione della (( Giornata della Madre e del Bambino , la cui celebrazione stata molto opportunamente fissata nella solennit dell'Epifania del Signore. Vorremmo quasi trasportarci nella intimit delle vostre case e intrattenerCi con voi tutti, grandi e piccoli, forse dinanzi al Presepe, che adorna non poche delle vostre dimore e si oggi arricchito di una nuova rappresentazione : l'adorazione dei Magi e l'offerta dei doni al celeste Bambino, per indicarvi quali alti significati religiosi ed insieme quali elevati valori umani s'intrecciano in quel sacro mistero.
1

MATTH.

2, 1 1 .

Acta Pii Pp. XII

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Quando, dopo nn lungo viaggio attraverso il deserto, i Magi giunsero a Betlemme, ove li aveva condotti la stella, entrati nella casa , dice la narrazione evangelica, videro il Bambino con Maria sua madre, e, prostratisi, l'adorarono : un Bambino, che teneva nelle sue fragili mani il destino di un mondo angosciato, una Madre, modello di tutte le madri, di ogni affezione pura e disinteressata, e consacrata alla pi bella delle missioni : contribuire a preparare il Figlio divino alla sua opera futura, ossia a divenire per gli uomini lo strumento della loro salvezza. Oggi questa Giornata , promossa dalla benemerita Opera Nazionale per la protezione della Maternit e dell'Infanzia , vorrebbe'rendere omaggio agli eccelsi valori personificati nella madre e nel bambino e dare un pi vivo splendore a un dovere primordiale degli adulti di oggi : assicurare al bambino, a tutti i bambini, la possibilit di conseguire il pieno sviluppo fisico e morale a cui hanno diritto, e renderli cos capaci di divenire un giorno utili alla societ. Pur riconoscendo che molte sono le famiglie cristiane, in cui il bambino oggetto delle pi tenere ed assidue cure, un senso di profonda piet e di commossa affezione Ci stringe il cuore, quando il Nostro pensiero va al gran numero di fanciulli, che la povert, la malattia, la guerra o altri dolorosi eventi hanno privati dei mezzi normali di formazione : Bambini orfani, abbandonati, moralmente o totalmente, che la vita ha preso assai presto nei suoi vortici violenti e ha immersi nella pi amara sofferenza. Sono gi troppi quelli che avvenimenti ignoti colpiscono nei loro corpi e nelle loro anime ; ma quanti altri sono vittime innocenti delle altrui colpe, di miserie materiali e morali dell'ambiente sociale in cui vivono ! In che modo dunque si potranno sanare cos tristi condizioni? A chi tocca per primo impedire che si rinnovi amaramente il pianto delle madri, che nello stesso mistero della Epifania turb la serenit della infanzia di Ges? Innanzi tutto, senza dubbio, ai genitori. Eppure, quanti sposi, nell'atto di contrarre le nozze, non hanno che una idea assai imprecisa dei doveri, che pi tardi loro spetteranno come educatori, e delle esigenze che questo ufficio impone! Il bambino che viene al mondo deve avere un focolare che lo accolga, capace di provvederlo di quanto avr bisogno per conservarsi sano, per svilupparsi e per acquistare le facolt di spirito e di cuore, che gli permetteranno a suo tempo di assumere le sue funzioni nella societ. La psicologia e la pedagogia moderne mettono fortemente in evidenza l'importanza della educazione ricevuta negli anni dell'infanzia ; quel che forma allora il fanciullo, non un insegna1

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

mento orale pi o meno sistematico, ma soprattutto l'aura del focolare, la presenza e il contegno dei genitori, dei fratelli e delle sorelle, del vicinato, il corso della vita quotidiana con tutto quel che il bambino vede, intende, risente. Ognuno di questi elementi, forse minimo in s e apparentemente di nessun rilievo, lascia tuttavia in lui una traccia, e a poco a poco determina gli atteggiamenti fondamentali che egli prender nella vita : fiducia nelle persone che lo circondano, franchezza, docilit, spirito d'intrapresa e di disciplina, rispetto dell'autorit, o, al contrario, individualismo egoista, insubordinazione, ribellione. L'azione dolce, ma costante, di una famiglia sana, concorde e ben costituita, regola gl'istinti naturali, li dirige, in un senso preciso, li coordina e foggia cos nature armoniche, pienamente sviluppate individualmente e socialmente. Lo squilibrio familiare invece si ripercuote sui fanciulli e ne fa esseri instabili, vittime di discordanze e di soprassalti intimi, incapaci di formare un accordo profondo tra le loro tendenze innate e l'ideale morale. Se alcuni focolari presentano imperfezioni pi o meno spiccate, ma inerenti ad ogni opera umana, altri pur troppo hanno subito tali sconvolgimenti da divenire veramente inetti ad adempiere la loro funzione educativa. Senza parlare dei bambini nati fuori del matrimonio e che suscitano particolari problemi, bisogna rilevare che le presenti condizioni sociali creano spesso ai genitori serie difficolt, e talvolta anche la impossibilit pratica di assicurare ai loro figliuoli il necessario nell'ordine materiale e morale. Noi pensiamo alle famiglie degli emigrati e dei profughi; a quelle, il cui padre disoccupato o non riceve che un salario insufficiente; di cui la madre deve assentarsi normalmente per andare al lavoro ; con una dimora troppo stretta, insalubre o senza intimit ; con la crescente invasione di taluni mezzi di diffusione del pensiero, utili forse a persone mature e assennate, ma nefaste alle anime ingenue dei fanciulli, e che tendono, per colpa di malevoli interessati, a soppiantare l'influsso del padre e della madre. Anche nei casi pi favorevoli, si lamenta spesso un male oggi troppo frequente, la inconsulta condotta, cio, di quei genitori, che senza ragionevole motivo rinunziano ad esercitare personalmente la loro missione di educatori. Tali padri e madri vorremmo esortare a sentire la grandezza del loro ufficio e ad usare effettivamente la loro autorit, per insegnare al fanciullo con saggezza e moderazione a dominare le sue tendenze istintive, a stimolare la sua buona volont, a svegliare la sua intelligenza e la sua affezione, e per trasmettergli la preziosa eredit delle pi belle ed alte tradizioni della cultura umana e cristiana. Quante intime gioie le pre-

Acta Pii Pp. XII

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mure dell'educazione riservano ai genitori, che non considerano il fanciullo semplicemente come un carico od un trastullo, e si appassionano invece per la loro opera ! I pensieri e le pene, che l'educazione diretta esige, sono largamente compensati dalle stupende maraviglie, che il progresso fisico e spirituale del bambino offre al loro sguardo. Ma il dovere di proteggere l'infanzia non riguarda soltanto i genitori, bens con le debite proporzioni tutti i membri della comunit. Ogni adulto uomo o donna , contemplando i candidi volti dei piccoli che avanzano fiduciosi nei sentieri della vita, non dovrebbe forse esaminare s stesso e chiedersi se con le parole, col modo di agire, coi pensieri e i desideri dell'animo suo, non diviene una causa di turbamento o di deviazione per i giovani esseri affidati alla sua responsabilit o per quelli coi quali ogni giorno s'incontra nelle vie e nelle pubbliche piazze? Anche se egli non vi pensa, anche se non ha l'intenzione di far male, il suo esempio scava profondi solchi ; grandi occhi interrogatori lo seguono e l'osservano. Rifiette egli talvolta quali immagini, quali impressioni ritengono l'attenzione di quei piccoli esseri intensamente ricettivi, sensibili a ci che li circonda, e che subiscono, quasi senza difesa, tutto ci che si presenta loro di buono o di cattivo? Quanto il mondo diverrebbe migliore, se il pensiero di non ferire le anime infantili occupasse maggiormente le menti ! La compiuta protezione dell'infanzia esige inoltre che opere specializzate, consulti medici, asili, villaggi di fanciulli, colonie, istituti di rieducazione, attendano pi particolarmente alla cura dei casi, in cui la famiglia manca gravemente alla sua funzione naturale in materia di educazione fsica, intellettuale e morale. Quei fanciulli soli, privi di sostegno materiale, e anche pi, affettivo, di cui la loro et ha tanto bisogno, diverrebbero facilmente, se abbandonati alla loro sorte, elementi non soltanto inutili, ma anche spesso pericolosi, e potrebbero perfino andare ad accrescere il numero dei delinquenti. Perci vediamo con vera soddisfazione svilupparsi le intraprese generose, pubbliche e private, destinate a promuovere e a sostenere le istituzioni che si occupano della protezione dell'infanzia e della giovent. In particolare, ben conosciamo l'importanza del lavoro compiuto dall'((Opera Nazionale Maternit e Infanzia, aderente alla (( Unione internazionale , e che mediante i Consultori pediatrici, materni e dermo , gli Asili Nido ha prestato una provvidenziale assistenza speciale a pi di 770.000 fanciulli. L'azione profilattica, che la distingue, mira soprattutto a combattere le cause di mortalit della madre e del bambino e a contribuire in molteplici modi al consolidamento dell'istituto familiare, dovunque non risulti pari alla

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

sua missione. Coloro che in questa Opera od in altre simili prodigano i tesori della loro dedizione, meritano l'incoraggiamento e l'appoggio di tutti, perch sulla intiera comunanza umana grava la responsabilit e il dovere di venire in soccorso ai fanciulli che circostanze infelici hanno lasciati privi di aiuto. Siccome il progresso tecnico esige in tutti i campi persone pi idonee, e poich l'evoluzione sociale e politica rende pi necessaria una partecipazione attiva dei cittadini al buon andamento delle istituzioni, l'educazione della giovent richiede uno sforzo pi lungo e pi arduo e deve adoperare mezzi pi onerosi. Ma non questa una ragione per indietreggiare dinanzi alla vastit dell'impresa. Lo squilibrio sociale fattore di turbamenti; bisogna impedire con una collaborazione larga e bene ordinata che si dissipi il tesoro pi prezioso della nazione, le forze della sua giovent, e che questa, per negligenza o indifferenza degli organi responsabili, vada ad ingrossare la massa di coloro che sono inadatti ad ogni lavoro qualificato e senza facilit di perfezionamento culturale e morale. Diletti figli e figlie ! Questi Nostri pensieri avevamo in animo di esporvi nel presente giorno di cristiana solennit, afiine di rendervi partecipi della sollecitudine del Nostro Cuore per l'avvenire della Chiesa e della civile societ. Ciascuno di voi, ma specialmente i genitori, stimino come proprio dovere cristiano l'assicurare alla nazione energie pi vigorose, pi sane, pi coscienti del vero senso della solidariet umana e dei fini superiori che questa persegue. Rivolgete infine di nuovo lo sguardo al Bambino di Betlemme, il quale, come chiam i Magi dall'Oriente, cos invita tuttora gli uomini di ogni stirpe alla pienezza della felicit mediante la conoscenza della verit e l'amore del bene, e intende di servirsi di ogni suo adoratore per trasmettere l'ima e l'altro anche alle seguenti generazioni. Voglia il divino Infante sorreggere i nobili sforzi gi intrapresi per dare a tutti i fanciulli i mezzi di preparare a loro stessi e alla societ un avvenire felice e fecondo. Con tale augurio imploriamo su voi tutti l'abbondanza dei celesti favori, mentre v'impartiamo con effusione di cuore la Nostra Apostolica Benedizione.

Suprema Sacra Congregatio S.

Officii

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ACTA SS. CONGREGATIONUM


SUPREMA SACRA CONGREGATIO S. OFFICII

T DUBIUM
DE AFFINITATE

Quaesitum est ab hac Suprema Sacra Congregatione an affinitas, In infidelitate contracta, impedimentum evadat pro matrimoniis, quae ineantur post baptismum, etsi unius par'tis tantum. Feria IV, die 16 Ianuarii 1957 Emi ac Revmi D D . Cardinales, rebus fidei ac morum tutandis praepositi, praehabito Consultorum voto, proposito dubio responderi decreverunt : Affirmative. Feria autem V, die 24 eiusdem mensis et anni, Ssmus D. N. D. Pius divina Providentia Papa X I I , in Audientia Emo ac Revmo Dno Cardinali Pro-Secretario S. Officii concessa, relatam Sibi Emorum Patrum resolutionem adprobavit atque publicari iussit. Datum Romae, ex Aedibus S. Officii, die 31 Ianuarii 1957. Arcturus De Jorio, Notarius

II
DECRETUM
PROSCRIPTIO LIBRORUM

Feria IV, die 23 Ianuarii 957 In generali consessu Supremae Sacrae Congregationis S. Officii Emi ac Revmi Domini Cardinales, rebus fidei ac morum tutandis praepositi, praehabito Consultorum voto, damnarunt atque in Indicem librorum

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Aota

Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

prohibitorum inserendos mandarunt libros a Michaele de Unamuno conscriptos : 1. Del sentimiento trgico de la vida; 2. La agonia del Cristianismo. Praeterea, Emi ac Revmi Patres monendos esse censuerunt christifideles etiam in aliis libris eiusdem auctoris plura deprehendi contra fidem et mores. Feria autem V, die 24 eiusdem mensis et anni, Ssmus D. N. D. Pius divina Providentia Pp. X I I , in Audientia Emo ac Revmo Dno Card. ProSecretario S. Officii concessa, relatam Sibi Emorum Patrum resolutionem adprobavit et publicari iussit. Datum Romae, ex Aedibus S. Officii, die 30 Ianuarii 1957. Arcturus De Jorio, Notarius-

SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS


TERRACINENSIS, PRIVERNENSIS ET SETINAE
DECRETUM
DE MUTATIONE FINIUM DIOECESIUM

In finibus dioecesium Terracinensis et Privernensis duo exstant vici rustici, (( La Fiora et Frasso vulgo nuncupati, quorum prior ad dioecesim Terracinensem pertinet, alter vero ad Privernensem. Cum igitur ad melius consulendum spirituali bono fidelium ibidem commorantium peropportunum visum sit in pago Frasso novam paroeciam constituere adiecto quoque territorio pagi La Fiora , cumque huiusmodi paroeciae territorii duae partes ad dioecesim Terracinensem pertineant, tertia autem pars, pagus nempe (( Frasso , ad dioecesim Privernensem, Exc. P. D. Aemilius Pizzoni, Episcopus Terracinensis, Privernensis et Setinus, ab Apostolica Sede expostulavit ut territorium ad pagum Frasso a dioecesi Privernensi dismembraretur et dioecesi Terracinensi aggregaretur. Quapropter Sacra Congregatio Consistorialis, rei opportunitate perspecta, vigore specialium facultatum sibi a Ssmo Domino Nostro PioDivina Providentia PP. X I I tributarum et suppleto, quatenus opus sit
y

Sacra

Congregatio Consistorialis

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interesse habentium vel habere praesumentium consensu, praesenti Consistoriali Decreto, perinde valituro ac si Apostolicae sub plumbo Litterae datae forent, benigne statuit ut territorium ad pagum Frasso a dioecesi Privernensi separetur et dioecesi Terracinensi aggregetur, mutatis, hac ratione, utriusque dioecesis finibus, qui, posthac, in ea parte circumscribentur flumine Ama seno usque ad Pontem Novum et locis vulgo dictis Fossato, Via di Mine et Campo Soriano. Ad haec autem perficienda eadem Sacra Congregatio deputat Exc. P. D. Aemilium Pizzoni, Episcopum Terracinensem, Privernensem et Setinum, eidem tribuens facultates ad id necessarias et opportunas, etiam subdelegandi, ad effectum de quo agitur, quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, facto onere mittendi quam primum ad ipsam Sacram Congregationem authenticum exemplar actus peractae exsecutionis. Contrariis quibusvis minime obstantibus. Datum Romae, ex Aedibus Sacrae Congregationis Consistorialis, die 23 Novembris 1956. Fr. A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. S. Iosephus Ferretto, Adsessor

S. CONGREGATIO DE PROPAGANDA FIDE


i PROVISIO E C C L E S I A R U M Sanctissimus Dominus Noster Pius Divina Providentia Papa X I I singulas quae sequuntur Ecclesias de novo Pastore dignatus est providere, nimirum : die 9 Augusti 1956. Titulari episcopali Ecclesiae Sebeliensi praefecit R. D. Petrum Kimbondo, e clero saeculari vicariatus apostolici de Kisantu, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Alphonsi Vervimp, e Societate Iesu, Episcopi titularis Ucculensis, Vicarii Apostolici eiusdem vicariatus. die 11 Octobris. Titulari episcopali Ecclesiae Rhinocoruritanae Revmum D. Arthurum Franciscum Fox, Vicarium generalem archidioe-

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

cesis Melburnensis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Danielis Mannix, Archiepiscopi Melburnensis. Coadiutorem cum iure successionis Exc. P. D. Richardi Ryan, Episcopi Saliensis, Exc. P. D. Franciscum Lyons, Episcopum titularem Cabasitanum, hactenus Auxiliarem Emi P. D. Cardinalis Normanni Thomae Gilroy, Archiepiscopi Sydneyensis. die 9 Novembris. Titulari episcopali Ecclesiae Sufetulensi R. P. Arnoldum Boghaert, e Congregatione Sanctissimi Redemptoris, quem constituit Coadiutorem cum iure successionis Exc. P. D. Iacobi Moris, Episcopi Rosensis. Titulari episcopali Ecclesiae Selinusiensi R. P. Petrum Martin, e Societate Mariae, quem constituit Vicarium Apostolicum Novae Caledoniae. Titulari episcopali Ecclesiae Stratonicensi in Caria R. P. Gulielmum, in saeculo Carolum Hartl, ex Ordine Fratrum Minorum Capuccinorum, quem constituit Coadiutorem cum iure successionis Exc. P. D. Guidonis Benedicti Beck, ' eiusdem Ordinis, Vicarii Apostolici Araucaniae. Titulari episcopali Ecclesiae Bonitzensi R. D. Cornelium Citsulo, e clero saeculari vicariatus apostolici Likuniensis, quem constituit Vicarium Apostolicum nuper erecti vicariatus apostolici Dedzansis. die 11 Novembris. Titulari episcopali Ecclesiae Mundinitzensi R. P. Ignatium Dogget, ex Ordine Fratrum Minorum, quem constituit Vicarium Apostolicum nuper erecti vicariatus apostolici Aitapensis. Titulari episcopali Ecclesiae Ammaedarensi R. P. Iosephum Rolandum Prvost, e Societate pro Missionibus Exteris provinciae Quebecensis, quem constituit Vicarium Apostolicum nuper erecti vicariatus apostolici Pucallpansis. Titulari episcopali Ecclesiae Onuphitanae R. P. Franciscum Ioannem Doyle, e Societate Missionariorum Sacratissimi Cordis Iesu, quem constituit Vicarium Apostolicum nuper erecti vicariatus apostolici Samariensis. die 1I Novembris. Cathedrali archiepiscopali Ecclesiae Tingitanae, immediate subiectae, nuper erectae, Exc. P. D. Franciscum Aldegunde Dorrego, hactenus Episcopum titularem Fussalensem. Titulari episcopali Ecclesiae Syedrensi Exc. P. D. Fridericum Osterrath, e Congregatione Casinensi a primaeva abservantia O. S. B., hactenus Episcopum titularem Tingitanum. die 17 Novembris. Titulari episcopali Ecclesiae Tacapitanae R. D.

Sacra Congregatio de Propaganda Fide

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Mauritium Otunga, e clero saeculari dioecesi Kisumuensis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Friderici Hall, e Societate Missionariorum S. Ioseph de Mill Hill, Episcopi Kisumuensis. die 23 Novembris. Titulari archiepiscopali Ecclesiae Velebusdiensi Exc. P. D. Astonis Chichester, e Societate Iesu, hactenus Archiepiscopum Salisburiensem. die 9 Decembris. Titulari episcopali Ecclesiae Sassuritanae R. P. Vincentium Kennally, e Societate Iesu, quem constituit Vicarium Apostolicum Carolinensem et de Marshall. Titulari episcopali Ecclesiae Hermopolitanae Minori Revmum P. D. Iacobum Freeman, Antistitem Urbanum Sanctitatis Suae, parochum paroeciae S. Michaelis loci Stanmore, in archidioecesi Sydneyensi, quem constituit Auxiliarem Emi P. D. Cardinalis Normanni Thomae Gilroy, Archiepiscopi Sydneyensis. Titulari episcopali Ecclesiae Vagadensi R. P. Ioannem Mariam Michaelem Holterman, ex Ordine Fratrum Praedicatorum, quem constituit Vicarium Apostolicum Curacensem. die 11 Decembris. Cathedrali episcopali Ecclesiae Mbararansi R. P. Ioannem Mariam Ogez, e Societate Missionariorum Africae. Titulari episcopali Ecclesiae Nephelidensi R. P. Iosephum Alphonsum Tscherrig, e Congregatione Sanctissimi Redemptoris, quem constituit Vicarium Apostolicum de Reyes. Titulari episcopali Ecclesiae Tipasitanae in Mauritania R. D. Bernardinum Gantin, e clero saeculari archidioecesis Cotonuensis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Ludovici Parisot, e Societate Missionariorum ad Afros, Archiepiscopi eiusdem archidioecesis. die U[ Ianuarii 1957. Cathedrali episcopali Ecclesiae Castriesensi R. P. Carolum Cachet, e Congregatione Missionariorum filiorum Immaculati Cordis B. M. V . , parochum loci Soufrire in insula Ssmae Trinitatis, archidioecesis Portus Hispaniae. Cathedrali episcopali Ecclesiae Sancti Georgii in insula Grenada Rmum P. Iustinum, in saeculo Iacobum Field, Ordinis Fratrum Praedicatorum, Vicarium generalem Archiepiscopi Portus Hispaniae in insula Grenada et Vicarium provincialem eiusdem Ordinis.

ACTA,

vol.

XXIV,

n.

2.

23-2-1957..

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Aota Apostolicae

Sedis

Commentarium

Officiale

II NOMINATIONES Decretis, ut infra, datis Sacra Congregatio de Propaganda Fide ad suum beneplacitum renuntiavit : die 19 Octobris 1956. R. P. Gulielmum Dunne, e Societate Sancti Patritii pro missionibus exteris, Praefectum Apostolicum nuper erectae praefecturae apostolicae de Kit iii. R. P. Dominicum Ros Urraiza, ex Instituto Hispanico Sancti Francisci Xaverii pro Missionibus Exteris, Praefectum Apostolicum de W anide. die Jf Ianuarii 1957. R. P. Robertum Chopard-Lallier, e Societate Missionariorum ad Afros, Praefectum Apostolicum praefecturae apostolicae de Parakou. die 11 Ianuarii. R. P. Evaristum Van Rengen, ex Instituto losephitarum Gerardimontensium (vulgo : Giuseppini del Belgio), Praefectum Apostolicum nuper erectae praefecturae apostolicae MweJcansis.

SAGRA CONGREGATIO RITUUM


i

PAMPILONEN. SEU HISPALEN.


BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS SERVI DEI STEPHANI AB ADOAIN, SACERDOTIS PROFESSI ORDINIS MINORUM CAPUCCINORUM.

SUPER DUBIO

An signanda sit commissio Introductionis Causae in casu et ad effectum de quo agitur. Sanctus Laurentius a Brundusio, Minorum gloria atque sodalium Franciscanum Capuccinorum decus, Apostolorum munia describens, dicit : Vocat autem Apostolos Christus in terram, non ad quiescendum vel sedendum, sed ambulandum... post se, huic motui comparans virtutis progressum... Eo magis proficit homo, quo magis animo, cogitatione et affectu recedit a mundo et accedit ad Deum, ut unus cum eo spiritus fiat

Sacra Congregatio Rituum

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(Opera omnia... vol. IX, Patavii 1944, p. 351 s.); quo fit ut Apostolus aptus evadat hominum piscator, eosque in navi, cui Ecclesia assimilatur, colligens, ad caelestem portum adducere satagit. Sollicitum quidem ac diligentem necesse est piscatorem esse ac totum id quod in se est facere, uberem tamen piscationem a Deo exspectare, qui solus incrementum dat. Quod incrementum plerumque Apostoli virtutibus ac sanctitate comparatur. Quo enim maior est Apostoli sanctitas, eo maior ac uberior solet esse actionis eius fructus (cfr. ibidem). Mirabile nobis apostolatus exemplum Servus Dei Stephanus ab Adoain suppeditat, qui vitae sanctitate, ut videtur, refulsit, atque innumerabilium animorum salutem sua praedicatione obtinuit ut ex mox dicendis apparet. In oppido Adoain in Pamjnlonensi dioecesi, die 11 Octobris mensis anni 1808, Servus Dei e legitimis ac pietate praestantibus coniugibus. Ioanne Ioseph Marcello et Francisca Zabalza, natus est, cui nomina in sacro baptismo Franciscus Petrus imposita fuere. Pie educatus, ad religiosum statum se persensit vocatum atque Ordinem Fratrum Minorum Capuccinorum die 28 Novembris a. 1828 est amplexatus in Conventu loci v. d. Cintruenigo, assumpto nomine Stephano ab Adoain. Religiosa professione nuncupata studiisque absolutis, die 22 mensis Decembris anno 1832 sacerdotio auctus est sacrisque ministeriis fuit addictus. Quoniam autem ad verbi Dei praedicationem speciali aptitudine dotatus visus est, praedicatoris munus a Superioribus ei concreditum fuit. Fratribus anno 1834 e Pampilone expulsi, hac illae pererrare coactus est. Generali omnium religiosorum Ordinum iniqua suppressione ab Hispanico gubernio anno 1836 indicta, in Italiam venit, Senogalliae consistens atque in animorum salutem ibidem et in viciniis adlaborans. Gregorio X V I exoptante, Capuccinorum Generalis Minister Servum Dei aliosque sodales ad Venetiolanam Rempublicam misit, ut religiosis huius gentis necessitatibus provideretur. Illuc laetantes se conferunt Fratres ; impigre, favente populo, adlaborant. Verum Servus Dei laboribus adeo fuit perbrevi fractus, ut in Europam sanitatis recuperandae causa redire debuerit. Post triennium in Americam rediit, apostolicos resumpsit labores in Venetiola, in Guatemala, Salvatoriana in Republica, in Cuba aliisque in regionibus, uberrimos ubique colligens fructus, uti speciminis causa constat ex his quae hic praestat referre. In Venetiolana enim Republica ab anno 1842 ad annum 1849 tres pagos pro Indis constituit, missiones autem in pluribus oppidis peregit; in insula Cuba ab anno 1851 ad annum 1856 missiones 95, ceteris operibus omissis, 6.140 matrimonia rata fecit ; ab anno 1857 ad annum 1872 missiones 112 celebravit et 13.349 matrimonia rata reddidit in Guatemala

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Aata Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

et in Salvatoriana Republica. Mores correxit, odia, acerbitates inter familias extinxit, Sacramentorum frequentiam induxit : uno verbo, catholicam vitam instauravit. Verum, inimicus homo nullum non movit lapidem, ut tam salutaria bona impediret. Quapropter contra Dei Famulum ubique suorum satellitum commovit animum, qui eum calumniis omne genus impeterent. Sanctus Antonius Maria Claret calumnias has ac criminationes retudit, summisque laudibus Servi Dei virtutes magnificavit. At diaboli satellites eousque suum odium in Dei ministros ostenderunt, ut eos quasi delictorum reos populique inimicos e Guatemala turpiter expellerent. Oomplorante populo, Fratres a militibus septi e Guatemala usque ad ditionis fines eiecti sunt. Nonnullos menses, in urbe S. Francisci in California, apud Societatis Iesu Sodales amantissime hospitio fuere recepti. Tum anno 1873 in Galliam est profectus, ibique parumper constitit atque, pacatis animis, in Hispaniam rediit missionalesque labores eodem studio per septennium resumens. Graviter imminutis viribus, in Conventu prope Sanlucar de Barrameda in Hispalensi archidioecesi fuit receptus; ingravescente morbo, ecclesiae Sacramentis piissime receptis, die 7 mensis Octobris anni 1880, ea, quam praedixerat, hora animum exhalavit. Unanimis est omnium testium sententia de huius Servi Dei vitae sanctitate. Profunda humilitas, ferventissima sive erga Deum caritas sive erga proximos, pro quibus nulli pepercit labori, nulli incommodo in eorum salutem, in eo reniduerunt. Dei verbum in eo non erat alligatum ; adversa quaeque pro Dei et Ecclesiae iuribus tuendis fortiter sustinuit vel mortis pericula spernens. Ceteris quoque virtutibus omnes eum orna tum fuisse testantur. Nec, uti testes affirmant, plures facta praeter naturae ordinem eius patrocinio obtenta desunt. Quare nihil mirum si sanctitatis fama vehementius post mortem erupit. Vix datum est, omnibus perpensis adiunctis, in Pampilonensi et Hispalensi Curiis et per Rogatoriales litteras in Barcinonensi, Valentina, Segobricensi ac Malacitana, informativae inquisitiones fuere peractae. Interim Apostolicae Sedi plures oblatae sunt litterae eius Beatificationem ardenter postulantes. Scriptis eius perpensis, die 20 Novembris a. 1940 nihil obstare a S. R. C. decretum est. Servatis itaque de iure servandis, die 29 Maii mensis anni unius, Revmus P. Bernardino a Senis, Ordinis Minorum Capuccinorum Generali Postulatore, instante, in Ordinaria Sacrorum Rituum Congregatione Emus ac Revmus Cardinalis Clemens Micara, Episcopus Veliternus, causae Ponens seu Relator, dubium posuit disceptandum : An signanda sit commissio Introductionis causae in casu et ad effectum de quo agitur,

Sacra Congregatio Rituum

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de eaque retulit. Emi autem et Revmi Patres, auditis relatione hac nec non Officialium Praelatorum suffragiis, praecipue vero R. P. D. Sylvio Romani, Sanctae Fidei Generali Promotore, rescribendum censuerunt : Signandam esse commissionem, si Sanctissimo placuerit. Facta autem Ssmo I). N. Pio Papae X I I relatione ab infrascripto S. Rituum Congregationis Praefecto die subscripta, Sanctitas Sua, votum ratum habens, commissionem Introductionis causae Servi Dei Stephani ab Adoain propria manu dignata est subsignare. Datum Romae, die 8 Octobris 1056. C. Card. CICOGNANI, Praefectus L. S.

t A. Carinci, Archiep. Seleucien., a Secretis

II

BARCINONEN.
BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS S E R V A E DEI F R A N G I SC AE A VULNERIBUS IESU SUPER DUBIO An signanda sit commissio introductionis causae in casu et ad effectum de quo agitur. Praeclara Christi Domini verba, quibus regnum Dei assimilatur thesauro abscondito in agro et margaritae pretiosae (cfr. Mat. 13, ii ss.), aptissime usurpari possunt de religionis statu, in quo potissimum vita contemplativa agitur. Quandoquidem haec religiosae vitae professio celsissima est ; in ea namque homini datum est, quatenus hisce in terris licet, Deum resque divinas sapere ac suavitate illa perfrui, quae caelestis dulcedinis imago est, auspicium et via. Ex hac umbratili vita omnino Deo dicata exardescit illius quoque caritatis flamma, qua animus precando, paenitendo expiandoque, ad ceterorum hominum salutem procurandam movetur. Quemadmodum igitur homo ille, de quo Dominus in parabola, omnia vendit, et quidem gaudens, ut inventum thesaurum acquirat, et quo modo negotiator ille, inventa una pretiosa margarita, omnia vendit quae possidet ut eam emat, ita ad vitae religiosae bona capessenda innumerae iuvenes nullo non tempore omnia temporaria commoda ultro et cum gaudio tradiderunt. Quas inter merito recensenda est Famula Dei Francisca a Vulneribus Iesu.

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Dei Famula Francisca a Vulneribus, in Monasterio Betulonensi a Divina Providentia Clarissa professa, secunda ex septem filiis Iacobi Marti et Mariae Dolorum Valls, honestis piisque parentibus, in eadem Betulonae civitate, intra fines Barcinonensis dioecesis, anno 1860 ortum duxit die 26 Iunii triduoque post in sacro fonte nomina Columbae Antoniae indita habuit. Domesticis exemplis ad pietatem bene informata fuit, ita ut a teneris iam unguiculis virtutes adamare et fovere studuerit. S. Confirmationis sacramentum maturissime, die scil. 1 Iunii anno 1864, suscepit ; ad sacram quoque Synaxim, ob singularem suam pietatem vix decennis accedere admissa est. Puella Monialibus a Divina Providentia primum et Monialibus Franciscalibus postea instituenda est tradita, quo tempore cum litteris tum religione in dies ita eluxit, ut sive condiscipulis sive ludi magistris in exemplum et admirationem evaserit. Litterarum studio dimisso, cum domi maneret, solitariam vitam agebat, in vestitu modestissima, paupertatis et silentii amantissima. Quo firmius devotionem foveret, pluribus piis Sodalitatibus nomen dedit. In augustissimum Sacramentum adeo amore flagrabat, ut Sacro, quod in ecclesia paroeciali celebraretur, cotidie adesse in deliciis haberet. Honestas sibi oblatas nuptias constanter respuit et strenue per duos annos, patre reluctante, asperrima quaeque perpessa est, cupiens caelesti unice Sponso sese devovere. Quae per viginti annos bonus Christi odor exstiferat in saeculo, tandem, voti compos effecta, die 12 Augusti an. 1882, Monasterium S. Clarae a Divina Providentia, Badalonae, ingressa est, ubi assumpto religionis habitu, die 2 mensis Octobris eiusdem anni, cum nomine Franciscae a Vulneribus Iesu, ob suam in Passionem D. N. I. C. et in seraphicum Patriarcham devotionem, ac novitiatu laudabiliter peracto, religiosa vota die 3 Octobris anno 1883, nuncupavit. Vehementi incensa desiderio in virtutum exercitium et voto efficiendi quidquid perfectius esse intelligeret, enituit praesertim humilitate, sui ipsius abnegatione, obedientia et regularis observantiae studio, mirabili paenitentia, vitae innocentia, amore Dei et proximi omnia omnibus facta. Exemplar religiosae perfectionis ubique se praebuit : sive in alumnis instituendis, sive ut Chori praefecta pro divinis laudibus rite devoteque persolvendis, sive ut tyronum Magistra. Virtutibus exornata donisque supernis aliisque gratiae muneribus decorata, Ecclesiae sacramentis recreata, die 4 Iunii anni 1899, triginta novem annos vix nata, in Domino obdormivit. Eximia virtutum et sanctitatis fama, qua Serva Dei Francisca a

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Vulneribus Iesu vivens inclaruit, longe lateque post eius obitum diffusa est, supervenientibus quoque prodigiis per eiusdem intercessionem, uti fertur, a Deo patratis. Hinc factum est ut in Curia ecclesiastica Barcinonensi ordinaria auctoritate inquisitio super fama sanctitatis vitae, virtutum et miraculorum fuerit instituta et quidem a die 12 Novembris anni 1925 ad diem 5 Novembris anni 1929, ac deinde in Actis S. Rituum Congregationis rite exhibita; cui accesserunt postmodum postulatoriae litterae quamplurium Excmorum sacrorum Antistitum, quae eandem famam luculenter comprobant. Servatis itaque de iure servandis, Sacra eadem Rituum Congregatio die 6 Decembris an. 1942, edixit, perpensis scriptis eidem Famulae Dei tributis, ad ulteriora procedi posse. Eapropter Emus ac Revmus Dominus Fridericus Cardinalis Tedescumi, Episcopus Tusculan., eiusdem causae Ponens seu Relator, a c L instantiam Revmi P. Petri a Dedicatione, Ordinis Recollectorum S. Augustini atque Postulatoris legitime constituti eiusdem causae, in Ordinariis S. Rituum Congregationis Comitiis die 29 Maii anni huius ad Vaticanum habitis, sequens dubium discutiendum proposuit, nimirum : An signanda sit commissio introductionis causae in casu et ad effectum de quo agitur. Emi porro ac Revmi Patres, sacris tuendis ritibus praepositi, post relationem Emi Cardinalis Ponentis auditisque Officialium Praelatorum ac praesertim R. P. D. Sylvii Romani, Fidei Promotoris Generalis, suffragiis, omnibus accurate perpensis rescribere censuerunt : Affirmative, seu signandam esse commissionem, si Sanctissimo placuerit. De praemissis autem a subscripto Cardinali facta Ss. D. N. Pio Papae X I I fideli relatione, Beatissimus Pater, sententiam S. Rituum Congregationis ratam habens, propria manu dignatus est signare commissionem introductionis causae Servae Dei Franciscae a Vulneribus Iesu, Monialis Monasterii a Divina Providentia civitatis Betulonensis. Datum Romae, die 8 Octobris, A. D. 1956.

C. Card. CICOGNANI, Praefectus L. Sf A. Carinci, Archiep. Seleuc, Secretarius

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Acta Apostolicae Sedis -

Commentarium

Officiale

III

BARCINONEN.
BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS SERVI DEI IOSEPHI MAANET Y VIVES, SACERDOTIS, FUNDATORIS CONGREGATIONIS FILIORUM S. FAMILIAE ET CONGREGATIONIS MISSIONALIUM FILIARUM A S. FAMILIA DE NAZARETH.

SUPER

DUBIO

An signanda sit commissio introductionis causae in casu et ad effectum de quo agitur. Sacram Familiam illam Nazarethanam, in qua omnes homines absolutissimum domesticae societatis omnisque virtutis ac sanctitatis intuea n t u r exemplar, misericors Deus benigno providentiae consilio constituit et mundo exhibuit. Temporibus sane in quibus christianorum morum labefactatio deminutusque in familiis religionis et pietatis amor et supra modum accensae terrestrium cupiditates rerum deplorantur, nihil magis salutare aut efficax familiis christianis cogitari potest exemplo Sacrae Familiae Iesu, Mariae et Ioseph. Quapropter religionem erga Sacram Familiam Summi Ecclesiae Pontifices amplissimis collaudarunt verbis eamque christianis familiis commendarunt. Apostolicos inter viros, qui huiusmodi cultum in magno honore habuerunt et longe lateque propagarunt, accensendus est Servus Dei Iosephus Maanet y Vives, qui novas in Ecclesia Dei religiosorum hominum religiosarumque feminarum familias condidit, ut cum puerorum tum etiam puellarum scholis perenni eificacique ratione sub patrocinio Sacrae Familiae consuleret. Natus est Servus Dei die 7 mensis Ianuarii anno 1833 piis honestisque parentibus in Hispanica civitate Tremp, intra Urgellensis dioecesis fines, eodemque die baptismi lavacro regeneratus est. Inde a pueritia praeclare christianis virtutibus fuit ornatus : ecclesiam paroecialem frequentare et sacerdotibus Sacris operantibus inservire in deliciis habuit. Septennis, ut dicitur, primum ad Eucharisticam Mensam accessit atque anno 1849 Confirmationis sacramento corroboratus est. Studia multo labore perfecit; patre enim immature demortuo, cum Dei Famulus quinque annorum infans esset, eius familia ad rerum angustiam et inopiam redacta fuit. Media itaque ad studia peragenda necessaria, famulatui apud quendam dominum Puig addictus, sibi comparavit.

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Philosophicis

expletis

studiis

Urgellense

Seminarium

ingressus

est

S. Theologiae operam daturus. Cum huius dioecesis Episcopus virtutes eius cognovisset, apud se in episcopali palatio eum recepit. Ibi Dei Famulus toto studiorum theologicorum tempore benef actoris benevolentiam et fiduciam sibi concilians permansit. Quae de Ioseph, Iacobi patriarchae filio, in sacris leguntur Litteris, merito de nostro Iosepho dici possunt : . . . habitavitque in domo domini sui, qui optime noverat Dominum esse cum eo... a quo praepositus omnibus gubernabat creditam sibi domum et universa quae ei tradita fuerant (Gen. 39, 2-6). Die 9 Aprilis anni 1859 sacerdotio auctus est, ac protinus, et quidem per quinque annos, sacrum ministerium in sua civitate indefesse explevit. Cum autem messis esset multa, intellexit Dei Famulus plures sacerdotes viribus unitis uberiores posse fructus colligere. Ideo anno 1864, receptis quibusdam clericis et sacerdotibus, Episcopo Urgellensi approbante et benedicente, Congregationem instituit quam, pro sua in Sacram Familiam religionem, Filiorum Sacrae Familiae appellavit. Statimque collegium in Tremp aperuit ad pueros primis instructionis elementis christianaque doctrina imbuendos. Graves ob motus civiles anno 1872 Barcinonem petiit ibique scholas aliquas moderatus est. Dein operam dedit scholis paroecialibus loci Barceloneta usque ad annum 1877, cum, maius cupiens dare incrementum Instituto a se condito, domum in vicino oppido quod vocant San Andres de Palomar aperuit. Neque satis ; anno 1882 collegium institutioni primordiorum litterisque humanioribus tradensis in civitate Santa Coloma de Fames fundavit. Alios quoque ludos litterarios pueris instituendis et domicilia maiorum disciplinarum variis in locis ab anno 1883 ad annum 1894 constituit. Studio iugiter incensus animarum salutis provehendae alteram Sodalitatem, Filiarum nempe a Sacra Familia de Nazareth condidit, eo fine ut religiosae mulieres puellarum educationi et institutioni consulerent. Opera Servi Dei Iosephi Mafianet multas inter difficultates succreverunt ; nec defuerunt corporales haud pauci morbi, qui per totam vitam eum cruciarunt. At indomita eius constantia et fortitudo, intima Dei voluntati adhaesione enutritae, impedimenta omne genus superaverunt et tandem divinae misericordiae solacium expertus est quando, anno 1887, Decretum quod dicitur laudis et, anno 1901 definitivam Instituti Filiorum S. Familiae approbationem ab Apostolica Sede obtinuit. Interea Dei Famulus instructiones et hortationes per opuscula sen-

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sim edita dare studuit et commentario cui index La Sagrada Familia )) initium dedit. Die tandem 17 mensis Decembris anno 1901, virtutibus clarus, laboribus exantlatis confectus, Ecclesiaeque ultimis recreatus Sacramentis placide in Domino obdormivit. Sanctitatis fama, qua vivens ornatus fuit, supervenientibus quoque prodigiis a Deo uti fertur, per eius intercessionem patratis, ad nostra usque tempora minime deferbuit lateque diffusa est. Quapropter in ecclesiastica Barcinonensi Curia canonicae inquisitiones ordinaria auctoritate anno 1931 instrui coeptae sunt super scriptis, fama sanctitatis vitae, virtutum et miraculorum in genere huius Servi Dei, quae anno demum 1933 expletae Romam delatae sunt. Interim plures Exomi sacrorum Antistites, Superiores Generales Ordinum religiosorum aliique ecclesiastica civilique dignitate viri praestantes Postulatorias Litteras Sanctitati Suae miserunt, obnixe orantes ut beatificationis causa laudati Servi Dei apud Sacram Rituum Congregationem introducatur. Sacra porro eadem Rituum Congregatio die 7 Ianuarii anno 1951, scriptis perpensis eidem Dei Famulo tributis, nihil obstare decrevit quominus ad ulteriora procedi posset. Servatis itaque omnibus de iure servandis, instante Revmo P. Magino Morera, Filiorum Sacrae Familiae Iesu, Mariae et Ioseph, Postulatore Generali, Emus ac Revmus Dominus Clemens Card. Micara, Episcopus Veliternus, vice functus Emi ac Revmi Domini Friderici Card. Tedeschini, Episcopi Tusculani et Causae huius Ponentis seu Relatoris, die 23 Octobris anni huius, in Ordinario Coetu S. Rituum Congregationis ad Vaticanum habito, dubium discutiendum proposuit : An signanda sit commissio introductionis causae in casu et ad effectum de quo agitur et super ea retulit. Emi autem et Revmi Cardinales, sacris ritibus tuendis praepositi, relatione hac auscultata auditisque bere censuerunt : Officialium Praelatorum suffragiis, praecipue vero R.P.D. Sylvio Romani, Fidei Promotore Generali, rescriAffirmative, seu signandam esse commissionem, si Sanctissimo placuerit. Facta demum, subscripto die, per infrascriptum Cardinalem Sanctissimo Domino nostro Pio Papae X I I his super rebus fideli relatione, Sanctitas Sua, sententiam Emorum Patrum ratam habens, commissionem introductionis causae beatificationis Servi Dei Iosephi Maanet y Vives propria manu signare dignata est. Datum Romae, die 25 Novembris, Anno Domini 1956. C. Card. CICOGNANI, Praefectus L. S. t A. Carinci, Archiep. Seleuc, Secretarius

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IV O R D I N A T I O N E S ET D E C L A R A T I O N E S C I R C AO R D I N E MH E B D O M A D A ES A N C T A E INSTAURATUM Liturgica hebdomadae sanctae instauratio, a Sacra Rituum Congregatione per generale Decretum Maxima Redemptionis nostrae mysteria diei 16 Novembris anni 1955 promulgata, laetanti animo ab omnibus accepta est, et ubique locorum optimo cum successu pastorali in rem deducta. Nonnulli tamen Excellentissimi Episcopi, relatione facta ad hanc Sacram Congregationem, quasdam difficultates practicas, ex diversis locorum et gentium adiunctis exortas, significaverunt. His solvendis, Pontificia illa peritorum virorum Commissio, quae Ordinem instauratum paraverat, re mature perpensa, has redegit Ordinationes et declarationes, in quibus anterior quoque Declaratio super ritibus instauratis celebrandis, ab hac S. Congregatione die 15 Martii anni 1956 data, assumitur ; generale autem Decretum Maxima Redemptionis nostrae mysteria et adnexa Instructio diei 16 Novembris anni 1955 vim suam habere pergunt, iis exceptis, quae hic innovantur. Haec autem omnia Ssmo Domino Nostro Pio Papae X I I ab infrascripto Cardinali Praefecto per singula relata, ab eadem Sanctitate Sua adprobata sunt. Quapropter, de speciali mandato eiusdem Ssmi D. N. Pii divina Providentia Papae X I I , Sacra Rituum Congregatio ea quae sequuntur, statuit. I - DE RITU SOLEMNI VEL SIMPLICI IN C E L E B R A N D A LITURGIA H E B D O M A D A ES A N C T A EA D H I B E N D O 1. In omnibus ecclesiis et oratoriis publicis et semipublicis, ubi copia habeatur sacrorum ministrorum, sacri ritus dominicae II Passionis seu in Palmis, feriae V in Cena Domini, feriae VI in Passione et Morte Domini et Vigiliae paschalis, in forma solemni celebrari possunt {Declaratio diei 15 Martii 1956, n. 1, et Instructio diei 16 Novembris 1955, n. 4). 2. In ecclesiis autem et in oratoriis publicis et semipublicis, ubi sacri ministri desint, ritus simplex adhiberi potest. Ad praefatum autem ritum simplicem peragendum, requiritur numerus sufficiens ministrantium , sive clericorum, sive saltem puerorum, et quidem trium ad minus pro

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Acta Apostolicae Seis - Commentarium Officiale

dominica II Passionis seu in Palmis et pro Missa in Cena Domini; et quatuor saltem in celebratione Actionis liturgicae feriae VI in Passione et Morte Domini et Vigiliae paschalis. Hi autem ministrantes sedulo instructi esse debent de iis quae ab ipsis agenda sunt (Instructio diei 16 Novembris 1955, n. 3). Duplex haec conditio, scilicet de sufficienti numero ministrantium , et de eorum congrua praeparatione, prorsus requiritur ad ritum simplicem peragendum. Ordinarii locorum invigilent ut haec duplex conditio, pro ritu simplici statuta, adamussim observetur (Declaratio diei 15 Martii 1956, n. 2). 3. Ubi actiones liturgicae hebdomadae sanctae ritu simplici peraguntur, si praesto sit alter sacerdos vel saltem diaconus, nil impedit quominus hic, diaconali more indutus, cantet Evangelium, quando occurrit, aut historiam passionis (ipsi celebranti parte Christi reservata), vel praeconium paschale, lectiones quoque et invitationes ut sunt Flectamus genua et Levate, aut Benedicantur Domino vel Ite, Missa est; uno verbo partes diaconi congrue absolvat.

II - DE DOMINICA II PASSIONIS SEU IN PALMIS 4. Solemnis ramorum benedictio et processio cum subsequente Missa fiant mane, hora consueta Missae principalis, in Choro post Tertiam (cf. Decretum generale diei 16 Novembris 1955, n. 6). In ecclesiis autem ubi Missae'vespertinae cum magno populi concursu celebrari solent, Ordinarius loci ramorum benedictionem et processionem cum subsequenti Missa horis vespertinis, si vera pastoralis ratio intercedat, permittere poterit, ea tamen lege ut benedictio et processio matutinis horis in iisdem ecclesiis locum non habeant. 5. Sola ramorum benedictio, absque subsequenti processione et Missa, celebrari non licet. 6. Benedictio ramorum in altera ecclesia fieri potest e qua ad ecclesiam principalem processionaliter accedatur pro Missae celebratione (Ordo, n. 17). Ubi vero haec altera ecclesia non habeatur, ramorum benedictio in aliquo convenienti loco fieri potest, imo etiam sub divo, ante aediculam sacram, vel ante ipsam crucem processionalem, dummodo processio inde sequatur ad ecclesiam pro Missae celebratione. 7. Cum vix omnes fideles benedictioni ramorum interesse possint, curent ecclesiarum rectores, ut rami benedicti in sacristia vel alio apto loco praesto sint, fidelibus qui processioni non interfuerunt, distribuendi.

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III - DE FERIA V IN CENA DOMINI 8. Missa chrismatis celebranda est mane, post Tertiam; Missa vero in Cena Domini litanda est vespere, hora magis opportuna, non autem ante horam quartam post meridiem, nec post horam nonam. 9. Ubi ratio pastoralis id postulet, loci Ordinarius, praeter Missam principalem in Cena Domini, unam vel etiam alteram Missam lectam permittere poterit in singulis ecclesiis vel oratoriis publicis ; in oratoriis autem semipublicis unam tantum (cf. Instructio diei 16 Novembris 1955, n. 17). Si autem, quacumque de causa, Missa principalis in Cena Domini ne ritu quidem simplici celebrari possit, Ordinarius loci, ratione pastorali, binas Missas lectos permittere poterit in ecclesiis vel oratoriis publicis litandas, unam vero tantum in oratoriis semipublicis (Declaratio diei 15 Martii 1956, n. 4). Hae Missae lectae infra idem temporis spatium celebrari debent quod supra, n. 8, pro Missa in Cena Domini assignatum est. 10. Valde convenit ut in Missis quoque lectis supra recensitis (n. 9), celebrans, post Evangelium, fideles breviter alloquatur de potissimis huius diei mysteriis. 11. Feria V in Cena Domini sacram Communionem fidelibus distribuere licet tantum in Missa principali in Cena Domini et in omnibus aliis Missis lectis quas Ordinarius loci permiserit, vel continuo ac statim ab iis expletis. 12. Infirmis sacra Communio hac die deferri licet, horis ante et post meridianis. 13. Sacerdotibus, qui curam duarum vel plurium habeant paroeciarum, Ordinarius loci permittere potest binationem Missae in Cena Domini (Declaratio diei 15 Martii 1956, n. 6). 14. Ubi feria V hebdomadae sanctae, post Missam in Cena Domini, etiam in forma simplici celebratam, translatio et repositio habeatur Ssmi Sacramenti, stricte requiritur ut in eadem ecclesia vel oratorio, Actio quoque liturgica postmeridiana feriae VI in Passione et Morte Domini locum habeat (Declaratio diei 15 Martii 1956, n. 3)

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IV - DE FERIA VI IN PASSIONE ET MORTE DOMINI 15. Feria VI in Passione et Morte Domini solemnis Actio liturgica celebratur horis postmeridianis, et quidem circa horam tertiam ; si vero ratio pastoralis id suadeat, inchoari potest inde a meridie, vel tardiori hora, non autem ultra horam nonam serotinam. 16. Sacerdotibus, qui curam duarum vel plurium habeant paroeciarum, Ordinarius loci permittere potest repetitionem Actionis liturgicae feriae VI in Passione et Morte Domini, non tamen in eadem paroecia, et infra idem temporis spatium quod supra, n. 15, pro absolutione eiusdem Actionis statutum est (cf. Declaratio diei 15 Martii 1956, n. 6). 17. Si Parochus aut ecclesiae Rector praevideat adorationem S. Crucis, prouti in Ordine hebdomadae sanctae praescribitur, ob ingentem populi concursum, vix aut non sine boni ordinis et devotionis detrimento peragi posse, tunc caerimonia hoc modo peragatur : Celebrans', postquam clerus, si adsit, et ministrantes adorationem expleverint, S. Crucem e manibus ministrantium sumat et in summitate graduum altaris consistens, paucis verbis populum ad S. Crucis adorationem invitet eamque altius elevatam teneat, per breve tempus a fidelibus in silentio adorandam. 18. Feria VI in Passione et Morte Domini sacra Communio distribui potest unice inter solemnem Actionem liturgicam postmeridianam, exceptis in periculo mortis constitutis (cf. Instructio diei 16 Novembris 1955, n. 19). V - DE SABBATO S A N C T O ET VIGILIA PASCHALI 19. De hora celebrandae vigiliae paschalis haec serventur: a) hora competens, ea est quae permittat Missam eiusdem vigiliae incipere circa mediam noctem inter sabbatum sanctum et dominicam Resurrectionis (Decretum generale diei 16 Novembris 1955, n. 9). &) Ubi tamen, ponderatis fidelium et locorum peculiaribus conditionibus, propter graves rationes ordinis publici et pastoralis, de iudicio Ordinarii loci, horam celebrandae vigiliae anticipari conveniat, haec inchoari non potest ante diei crepusculum, aut certe non ante solis occasum (cf. Decretum generale diei 16 Novembris 1955, n. 9). c) Permissio autem horam vigiliae paschalis anticipandi ab Ordinario loci dari non potest indistincte vel generaliter pro tota dioecesi aut regione, sed tantum pro iis ecclesiis vel locis, ubi vera urgeat necessitas ;

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praestat insuper ut hora competens servetur in ipsa saltem ecclesia cathedrali et in omnibus aliis ecclesiis, praesertim religiosorum, ubi sine gravi incommodo id fieri potest. 20. Vigilia paschalis celebrari potest etiam in ecclesiis vel oratoriis, ubi functiones feriae V et VI hebdomadae sanctae locum non habuerint, vel omitti in ecclesiis et oratoriis in quibus praedictae functiones celebratae sunt (Declaratio diei 15 Martii 1956, n. 5). 21. Sacerdotibus, qui curam duarum vel plurium habeant paroeciarum, Ordinarius loci permittere potest binationem Missae vigiliae paschalis, non tamen in eadem paroecia (Declaratio diei 15 Martii 1956, n. 6). 22. Cum Vigilia paschalis ad nativam sedem nocturnam restituta fuerit, non convenit, ut inter eiusdem Vigiliae Missarum solemnia, Tonsura vel Ordines minores aut maiores conferantur. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Die 1 Februarii anni 1957. C. Card. CICOGNANI, Praefectus L. S. f A. Carinci, Archiep. Seleuc, Secretarius

SACRA CONGREGATIO DE SEMINARIIS ET STUDIORUM UNIVERSITATIBUS


i DECRETUM ALTIUS DE SCIENTIIS PAEDAGOGICIS INSTITUTUM PENES PHILOSOPHICAM PONTIFICII SALESIANI ATHENAEI FACULTATEM C A N O N I C E ERIGITUR EIDEMQUE POTESTAS TRIBUITUR A C A D E M I C O S GRADUS C O N F E R E N D I . Quo tutius ultimum finem aeternamque salutem homines assequantur, moderandis animis moribusque fingendis tum puerorum cum adolescentium, sollertes suas industrias praecipuasque curas, per longum saeculorum decursum, admovit Ecclesia, Cuius delecti administri impensi ac superimpensi sunt in iuvenibus de sacris deque humanioribus disciplinis probe instituendis virtutibusque informandis. Ad id praecla-

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

rissimum explendum munus, ars artium iure meritoque appellatum, maxime quidem contulerunt divi Franciscus Salesius atque nostris ferme temporibus Ioannes Bosco, qui veteribus praeceptis exemplisque noviter datis educandi rationem, uberrimis comprobatam effectibus, sapienti sane tradiderunt consilio. Presbyterorum enim Societas, quam ipse divus Ioannes Bosco peculiari mentis acie condidit, illud iam dudum totis viribus prosecuta est, ut iuvenum animos relligione bonisque artibus penitius excoleret, in Ecclesiae decus et incrementum. Quod ut attingeret, in sua Philosophica Pontificii Salesiani Athenaei Facultate laudata Societas aptas selectasque promovit disciplinas, ad sanam de instituenda iuventa doctrinam fovendam, ut alumnis tum principia tum rationis educandi regulas, magisterio et experimento, rite traderet. Huius igitur de educationis disciplinis Instituti finibus et incrementis perspectis, ob probatam docentium scientiam, discipulorum numerum auctum, eruditos libros editos ephemeridesque sociato labore prolatas. quae a doctis sane viris clara in dies aestimatione cumulantur Sacra haec Congregatio de Seminariis studiorumque Universitatibus, supplicibus Generalis eiusdem Societatis Rectoris litteris benigne annuens, auctoritate a Ssmo Domino nostro Pio Div. Prov. Papa X I I sibi tributa, Institutum superius Paedagogicam in memorata Philosophica Pontificii Salesiani Athenaei Facultate, praesentibus litteris erigit erectumque declarat ipsique concedit potestatem academicos licentiae atque doctoratus Philosophiae-Paedagogiae conferendi gradus iis alumnis qui studiorum cursus rite sint emensi, ad normam peculiarium approbatorum Statutorum, ceteris servatis quae tum nico praecipiuntur. Datum Romae, ex aedibus S. Callisti, d. II m. Iulii, in festo Visitationis B. M. V . , a. D. MCMLVI. Apostolica Constitutione Deus scientiarum Dominus adnexisque Ordinationibus tum Iure Cano-

I. Card. PIZZARDO, Ep. Albanen., Praefectus L P P S


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f C. Confalonieri, Archiep. Nicopolitan., a Secretis

Sacra, Congregatio de Seminariis et Studiorum

Universitatibus

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II DECRETUM INSTITUTUM PHILOSOPHICUM IN THEOLOGICA FACULTATE UNIVERSITATIS CATHOLICAE ANDEGAVENSIS ERIGITUR IUREQUE INSTRUITUR G R A D U M ACADEMICUM B A C C A L A U R E A T U S PHILOSOPHIAE C O N F E R E N D I . De sana provehenda doctrina summopere sollicita, Sacra Congregatio de Seminariis et studiorum Universitatibus, attentis postulatoriis litteris Episcoporum Protectorum, compertum habens profundiorem Philosophiae (( perennis quae dicitur scientiam apprime profuturam esse et sacrae iuventae et presbyteris Dioeceseon Galliae occidentalis-septentrionalis, cum experimentum noverit feliciter inchoatum scholarum theologicarum philosophicarumque doctrinarum tum ad catholicos iuvenes religiososque viros tum ad alios saecularium Institutorum sodales rite Veritate imbuendos, inceptis favens propositisque obsecundans, in Dei gloriam animarumque salutem, Institutum Philosophicum in Theologica Facultate Catholici Athenaei Andegavensis erigit erectumque declarat, duobus annis constans iustorum praelectionum ad normam peculiarium Statutorum, quo biennio rite emenso academicus gradus Baccalaureatus iis alumnis tribui poterit qui praescripta examina bene superaverint, servatis ceteris de iure servandis, praesertim Apostolicae Constitutionis (( Deus scientiarum Dominus adnexarunique (( Ordinationum edictis normis. Datum Romae, ex Aedibus Sancti Callisti, d. n m. Iulii, in Festo Visitationis B. M. V . , a. D. MCMLVI. p I. Card. PIZZARDO, Ep. Albanen., Praefectus L. $ S.

f C. Gonfalonieri, Archiep. Mcopolitan., a Secretis

III DECRETUM FACULTAS PHILOSOPHIAE IN PONTIFICIA UNIVERSITATE SALMANTICENSI ERIGITUR IURE INSTRUCTA G R A D U SA C A D E M I C O SC O N F E R E N D I . Hominum mentibus Catholica Ecclesia constantissima cura Veritatis lumen inseruit, quo ducti suffultique in aeternam vitam amplectendam erigerentur. Quod apud Hispanorum populum Salmanticensis stu7 ACTA, vol. XXIV, n. 2. - - 23-2-1957.

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Aota) Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

diorum Universitas tum pontificio tum regio favore munita ac decorata, per longum saeculorum cursum praeclarissime effecit, christianam sapientiam insignibus magistris tradentibus, quos inter eminebant Doctores tum Ordinis Fratrum Praedicatorum tum Societatis Iesu, praecipue Franciscus de Vitoria, Melchior Cano, Dominicus Soto, Dominicus Baez, Franciscus Suarez. Post renatas Hispanias ad catholicam publicam vitam, theologica studia apprime floruerunt in studiorum Universitate Ecclesiastica a Sacra Congregatione de Seminariis et studiorum Universitatibus a. D. MCMXL constituta. Quam nunc ut integre componat atque novis scholis adaugeat quae tum humanae scientiae universalia principia tum humanas litteras doctrinaeque secundum fidei catholicae leges necessitatesque exponat, Sacra eadem Congregatio in Salmanticensi studiorum Universitate, ad Dei O. M. gloriam animarumque salutem, Facultatem Philosophiae erigit atque erectam declarat, cui ius erit academicos gradus baccalaureatus, licentiae, doctoralis laureae rite conferendi, omnibus privilegiis honoribusque agnitis quae ad huiusmodi Facultates de more pertinent, servatis de iure servandis, in primis quae tum Apostolica Constitutione Deus scientiarum Dominus adnexisque Ordinationibus tum peculiaribus approbatis Statutis praecipiuntur. Datum Bomae, ex Aedibus Sancti Callisti, d. x x v m. Iulii, in Festo Sancti Iacobi, Hispaniarum Patroni, a. D. MCMLVI. Qj I. Card. PIZZARDO, Ep. Albanen., Praefectus L. S. f C. Confalonieri, Archiep. Nicopolitan., a Secretis

IV
DECRETA Sanctissmus Dominus Noster Pius Divina Providentia Papa X I I , decretis Sacrae Congregationis de Seminariis et studiorum Universitatibus : die 29 Decembris 1955. Statuta Facultatis Theologiae Catholicae studiorum Universitatis Berytensis (Beyrouth) a Sancto Ioseph nuncupatae, noviter redacta praescriptisque aptata Constitutionis Apostolicae Deus scientiarum Dominus adnexarumque Ordinationum , rata habuit atque approbavit.

Sacra Congregatio de Seminariis et Studiorum

Universitatibus

99

die 17 Februarii 1956. Torontinum (Toronto) Societatis Iesu Studium Philosophicum et Theologicum Facultatibus respective Philosophicae et Theologicae Marionopolitanis (Montral) alumnis eiusdem Societatis reservatis, aggregatum decrevit. die 23 Februarii. TJt Facultas Theologica Catholicae Universitatis Quebecensis (Qubec) a Laval nuncupatae academicum Baccalaureatus gradum conferre possit alumnis sui quadriennii theologici minoris seu seminaristici qui peculiaribus conditionibus satisfecerint, concessit. die llf Iunii. Tananarivensis (Tananarive) Seminarii Regionalis Studium Theologicum Facultati Theologicae Pontificiae Universitatis Gregorianae in Urbe, ad quinquennium affiliatum decrevit. die 3 Iulii. atque approbavit. die 25 Iulii. Scholam Superiorem Sacrae Theologiae Seminarii Episcopalis Victoriensis (Vitoria) Facultati Theologiae Pontificiae Universitatis Salmanticensis, ad quinquennium affiliatam declaravit.

Statuta Scientiarum Socialium Instituti Facultatis

Philosophiae Pontificiae Universitatis Gregorianae in Urbe, rata habuit

100

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

ACTA TRIBUNALIUM
SACRA PAENITENTIARIA APOSTOLICA
(OFFICIUM DE INDULGENTIIS)

ORATIO AD RELIGIOSAS VOCATIONES IMPETRANDAS A SUMMO PONTIFICE PIO X I I EXARATA ET INDULGENTIIS DITATA.

Signor nostro Ges Cristo, modello sublime di ogni perfezione, che non soltanto induci incessantemente le anime privilegiate a tendere verso cos alta meta, ma le muovi altres con la forza poderosa del tuo esempio e con l'impulso efficace della tua g lazia, Qi ffineh ti seguano in cos eccelso cammino; concedi che molte sappiano e vogliano corrispondere alle tue dolci ispirazioni, abbracciando lo stato religioso, per godere in esso le tue cure speciali e le tue tenere predilezioni. Fa che in tal guisa non manchi mai chi, messaggero della tua carit, ti rappresenti giorno e notte presso la culla dell'orfano, al capezzale del sofferente, a fianco del vecchio e dell'infermo, che forse non avrebbero altrimenti sulla terra alcuno che porgesse loro una mano pietosa ; fa che, nelle umili scuole come dalle alte cattedre, risuoni sempre una voce, eco della tua, che insegni la via del cielo e i doveri propri di ognuno ; fa che nessuna terra, per quanto inospitale e remota, sia priva della chiamata evangelica, invitante tutti i popoli ad entrare nel tuo regno; fa che si moltiplichino e crescano quelle fiamme, con le quali deve dilatarsi l'incendio del mondo, e in cui brilla in tutto il suo splendore la santit senza macchia della tua Chiesa ; fa che in ogni regione fioriscano giardini di anime elette, che nella contemplazione e nella penitenza riparino le colpe degli uomini e implorino la tua misericordia. Fa che nella continua immolazione di questi cuori, nella purezza nivea di questi spiriti, nella eccellenza delle loro virt, viva sempre sulla terra quell'esemplare consumato dei figli di Dio, che tu venisti a rivelarci. Manda a queste falangi dei tuoi prediletti numerose e buone vocazioni, anime salde nel fermo proposito di rendersi degne di grazia cos segnalata e del santo Istituto cui aspirano, con la esatta osservanza dei

Sacra

Paenitentiaria

Apostolica

101

doveri religiosi, con la preghiera assidua, la mortificazione costante, la perfetta adesione della loro volont a tutto quello che il volere tuo ! Illumina, o Signore Ges, molte anime generose con gli ardenti fulgori dello Spirito Santo, amore sostanziale ed eterno, e per la potente intercessione della amorosissima tua Madre Maria, suscita e mantieni fervido in esse il fuoco della tua carit, a gloria del Padre e del medesimo Spirito, che con Te vivono e regnano per tutti i secoli dei secoli. Cos sia !

Die 9 Februarii 1951. Ssmus D. N. Pius Div. Prov. Pp. XII christifidelibus, supra relatam orationem devote recitantibus, benigne tribuere dignatus est Indulgentiam decem annorum singulis vicibus, necnon Indulgentiam plenariam, suetis conditionibus lucrandam, dummodo quotidiana orationis recitatio in integrum mensem producta fuerit. Contrariis quibuslibet minime obstantibus.

N. Card. CANALI, Paenitentiarius Maior L. S. S. Luzio, Regens

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

DIARIUM ROMANAE CURIAE


S. CONGREGAZIONE DE PROPAGANDA FIDE
La Sacra Congregazione de Propaganda Fide con successivi Decreti ha nominato : 20 febbraio 1956. Ii Revmo Sac. Desmondo Hatton, dell'arcidiocesi di Capetown, Direttore nazionale delle Pontificie Opere della Propagazione della Fede e di San Pietro Apostolo nell'Unione Sud-Africana. 14 maggio S. E. R. Mons. Arturo Green, Arcivescovo di Port Elizabeth, Presidente nazionale dell'Unione Missionaria del Clero, nell'Unione Sud-Africana. 29 S. E. R. Mons. Bernardo Giovanni Alfrink, Arcivescovo di Utrecht, Presidente nazionale dell'Unione Missionaria del Clero, in Olanda. 18 ottobre L'Illmo e Revmo Mons Fedele Tubino Mongilardi, Rettore dell'Universit Cattolica di Lima, Presidente nazionale dell'Unione Missionaria del Clero, nel Per. 19 S. E. R. Mons. Saverio Sanyoun, Vescovo titolare di Enoanda, Vicario Apostolico di Chantaburi, Presidente nazionale dell'Unione Missionaria del Clero, in Thailandia. S. E. R. Mons. Augusto Raballand, della Societ delle missioni estere di Parigi, Vescovo titolare di Eguga, Vicario Apostolico di Phnom Penh, Presidente nazionale dell'Unione Missionaria del Clero, nel Cambogia. S. E. E. Mons. Stefano Loosdrigt, degli Oblati di Maria Immacolata, Vescovo titolare di Amaura, Vicario Apostolico di Vientiane, Presidente nazionale dell'Unione Missionaria del Clero, nel Laos. 9 novembre S. E. E. Mons. Luigi Manresa Formosa, della Compagnia di Ges, Vescovo di Quezaltenango (Los Altos), Direttore nazionale delle Pontificie Opere della Propagazione della Fede e di San Pietro Apostolo, nel Guatemala. LS S. E. R. Mons. Francesco Knig, Arcivescovo di Vienna, Presidente nazionale della Pontificia Unione Missionaria del Clero, in Austria.

Diarium Romanae Curiae

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2 gennaio 1957. L'Illno e Revino Monsig. Silvio Beltrami, Canonico della Cattedrale e Rettore del Convitto Ecclesiastico in Novara, Direttore nazionale delle Pontificie Opere della Propagazione della Fede e di San Pietro Apostolo, in Italia.

SEGRETERIA DI STATO NOMINE Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII felicemente regnante, si degnato di nominare :
?

30

gennaio

1 febbraio

J3

1957 II Revmo Monsig. Fiore Ernesto, Difensore del Vincolo nel Tribunale della Sacra Rota Romana. Sua Ecc. Revma Monsig. de Jonghe D'Ardoye Giorgio, Arcivescovo tit. di Mistia,Consultor'e della Sacra Congregazione per la Chiesa Orientale., Sua Ecc. Revma Monsig. Lucas Martino, Arcivescovo tit. di Aduli, Consultore della Sacra Congregazione de Propaganda Fide. L'Illnio e Revmo Monsig. Calderari Giuseppe, Sotto-Segretario della Sacra Congregazione Ceremoniae.

Parimente, con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di nominare : Assistenti al Soglio Pontificio : m

28

marzo

1956.

S. S. S. S.

giugno ottobre

17 novembre

24 dicembre

s. s.
Ul

3 11

gennaio 1957.

S.

E. Revma Monsig. Lauzurica y Torralba Francesco Saverio, Arcivescovo di Oviedo. E. Revma Monsig. Guzar Barragn Luigi, Vescovo di Saltillo. E. Revma Monsig. Mousset Giovanni Germano, Vescovo tit. di Irenopoli di Isauria. E. Revma Monsig. Ritter Giuseppe F., Arcivescovo di San Luigi. E. Revma Monsig. Tinajero y Estrada Marciano, Vescovo di Quertaro. E. Revma Monsig. Petrelli Giuseppe, Arcivescovo titolare di Nisibi. E. Revma Monsig. Rizzo Giovanni, Arcivescovo di Rossano. E. Revma Monsig. de Jonghe d'Ardoye Giorgio, Arcivescovo titolare di Mistia. E. Revma Monsig. Lucas Martino, Arcivescovo titolare di Aduli.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Protonotari Apostolici ad instar participantium : 24 26 7 11 19 16 17 14 15 23 ottobre 1955. Monsig. Vega Fernando, dell'arcidiocesi di Lima. gennaio* 1956. Monsig. Lituma Luigi, della medesima arcidiocesi. Monsig. Oesch Alberto, della diocesi di San Gallo. maggio Monsig. Scherer Tefilo, della diocesi di Coir. giugno Monsig. Di Fabio Giacomo, dell'arcidiocesi di L'Aquila. ottobre novembre Monsig. Gatton Jesse, della diocesi di Springfield M. Monsig. Buechel Carlo, della diocesi di San Gallo. dicembre Monsig. Tornasi Severino, della, diocesi di Ales. Monsig. Creusen Luciano, della diocesi di Liegi. Monsig. Mendoza Guerrero Giuliano, della diocesi di Cali.

Prelati Domestici di Bua Bantita : 1955. Monsig. Mascarenhas Raimondo, della diocesi di Mangalore. Monsig. Nio Azcona Lorenzo, della diocesi di Madrid. 12 dicembre 3 gennaio 1956. Monsig. Abad Saiz Filippo, dell'arcidiocesi di Burgos. Monsig. Barriocanal Rueda Mariano, della medesima arci diocesi. Monsig. Diez y Diez Bonaventura, della medesima arci diocesi. Monsig. Stalder Giovanni, della diocesi Basilea e Lugano. 13 marzo Monsig. Di Valerio Alfonso (Roma). 28 Monsig. Roca Cabanellas Michele (Roma). Monsig. Sormanti Gioacchino (Roma). 16 aprile Monsig. Ugalde Ocariz Filippo, della diocesi di Vittoria. Monsig. Cameron Giacomo, dell'abbazia nullius dioe7 giugno ceseos di Nuova Norcia. Monsig. Collins Edoardo, dell'arcidiocesi di Perth. Monsig. Langmead Alberto T. della medesima arcidiocesi. ) X Monsig. Sullivan Edmondo, della medesima arcidiocesi. 11 Monsig. Stutz Otto, della diocesi di Coir. 12 Monsig. Oilativia Garope Zeffirino, della diocesi di S. Sebastiano. 3 luglio Monsig. Harnett Giuseppe, dell'arcidiocesi di Filadelfia. 17 )) Monsig. Schaller Enrico, della diocesi di Basilea e Lugano. 29 agosto Monsig. Cobo Gonzales Paolino, dell'arcidiocesi di Granata. Monsig. Hovermann Vincenzo Teodoro, dell'arcidiocesi di 10 settembre Dubuque. Monsig. Chihak Antonio Guglielmo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Lorenz Eugenio Paolo, della medesima arcidiocesi. 22 Monsig. Cassata Giovanni, della diocesi di Galveston. Monsig. Harris Vincenzo, della medesima diocesi. 20 giugno
?

Diarium Romanae Curiae

105

22 settembre 1956. Monsig. Monsig. Monsig. 2 ottobre Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig.
co

)) )) ))


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17

Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig.

26 31

9 novembre 12 16

))

4 dicembre 6 7

Holub Elia, della medesima diocesi. Roach Giovanni, della medesima diocesi. Grady Tommaso, dell'arcidiocesi di Chicago. Breitenbeck Giuseppe, dell'arcidiocesi di Detroit. Flynn Francesco, della medesima arcidiocesi. Gannas Massimiliano, della medesima arcidiocesi. Hermes Guglielmo, della medesima arcidiocesi. Jobs Tommaso, della medesima arcidiocesi. Maino Uberto, della medesima arcidiocesi. Markey Aroldo, della medesima arcidiocesi. Me Phillips Francesco, della medesima arcidiocesi. Paddock Eugenio, della medesima arcidiocesi. Smalarz Giacomo, della medesima arcidiocesi. Butkowki Alessandro, dell'arcidiocesi di Nuova York. Caldwell Giovanni, della medesima arcidiocesi. Oleary Giovanni, della medesima arcidiocesi. Conran Filippo, della medesima arcidiocesi. Curran Giovanni, della medesima arcidiocesi. Farricker Guglielmo, della medesima arcidiocesi. Forrester Enrico, della medesima arcidiocesi. Graham Tommaso, della medesima arcidiocesi. Rigo Giovanni, della medesima arcidiocesi. Roberts Giacomo, della medesima arcidiocesi. Ridola Michelangelo, dell'arcidiocesi di Taranto. Starr Giovanni F., dell'arcidiocesi di Boston. Moran Stefano F., della medesima arcidiocesi. Christopher Giuseppe, dell'arcidiocesi di Washington. Stremel Alessio Giorgio, della diocesi di Wichita. Clafey Giacomo Francesco, della diocesi di Salt Lake City. Galowitch Luigi, della diocesi di Bismarck. Halloraii Giovanni, della medesima diocesi. Niebler Giuseppe, della medesima diocesi. Landazahal U riarte Giuliano, della diocesi di Bilbao. Herraiz Malo Francesco, della diocesi di Tenerife. Bruno Francesco, della diocesi di Cassano Ionio. Cassin Guglielmo I., della diocesi di Spring fleld 111. Briscoli Michele 0 . , della medesima diocesi. Eagear Roberto, della medesima diocesi. Haug Guglielmo F., della medesima diocesi. Manning Bernardo U., della medesima diocesi. Schwarz Luigi, della medesima diocesi. Cremin Daniele, dell'arcidiocesi di Brisbane. Brunori Vincenzo, della diocesi di Imola. Joos Desiderio, della diocesi di Tournai.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

7 dicembre 1956. Monsig. Nassaux Saverio, della medesima diocesi. 12 Monsig. Quaglia Edmondo, della diocesi di San Giuseppe di Maggio. 13 Monsig. Emmenegger Giuseppe, dell'arcidiocesi di Milwaukee. Monsig. Di Costanzo Francesco, della diocesi di Nocera dei Pagani. Monsig. Coffano Giuseppe, della diocesi di Novara. Monsig. Rosa Mario, della medesima diocesi. 14 Monsig. Atzori Abramo, della diocesi di Ales. 24 Monsig. Pausillo Umberto, della diocesi di Citt della Pieve. Monsig. Romani Arturo, della diocesi di Pescia. 2 gennaio 1957. Monsig. Mitterer Alberto, della diocesi di Bressanone. Monsig. Schettini Donato, della diocesi di Conversano. Monsig. Tricase Vittorio, della medesima diocesi. Monsig. Morosini Marino, della diocesi di Lodi. 5 Monsig. Pazheparambil Tommaso, della diocesi di Tellicherry. 6 Monsig. Fallani Giovanni (Roma). 8 Monsig. Poloni Giovanni, della diocesi di Cesena. Monsig. Borghesi Cristoforo, della medesima diocesi. 19 Monsig. Sioli Americo, della diocesi di Mondo vi. Camerieri segreti soprannumerari di Sua Santit: 11 dicembre 1953. Monsig. Bosa Giuseppe, del patriarcato di Venezia. Monsig. Capovilla Loris, del medesima patriarcato. Monsig. Gottardi Alessandro, del medesimo patriarcato. Monsig. Schiavon Giovanni, del medesimo patriarcato. Monsig. Spavento Gino, del medesimo patriarcato. Monsig. Vecchi Valentino, del medesimo patriarcato. 10 luglio 1956. Monsig. Bacchiani Arturo, della diocesi di Pesaro. Monsig. Gaudenzi Pietro, della medesima diocesi. \ Monsig. Scalognini Salvatore, della medesima diocesi. 28 agosto Monsig. Carabellese Donato, della diocesi di Molfetta. Monsig. Carabellese Michele, della medesima diocesi. Monsig. Minervini Leonardo, della medesima diocesi. Monsig. Sardone Filippo, della diocesi di Giovinazzo. 10 settembre Monsig. Friedl Francesco Pietro, dell'arcidiocesi di Dubuque. Monsig. Snchez Carmelo, della diocesi di Santa Rosa de Copan. Monsig. Howard Martino, dell'arcidiocesi di Chicago. 2 ottobre Monsig. Malloy Carlo, dell'arcidiocesi di Detroit. Monsig. Weier Giovanni, della medesima arcidiocesi. 16 Monsig. Beltritti Giacomo, del patriarcato latino di Gerusalemme. 17 Monsig. Me Donald Andrea L, della diocesi di Savannah.

Diarium Romanae Curiae

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17 novmbre 1956. Monsig. Uribe Jaramillo Alfonso, dell'arcidiocesi di Medellin. 20 Monsig. Enriquez Merino Carlo Francesco, della diocesi di Chihuahua. Monsig. Quiones Martino, della medesima diocesi. Monsig. Ascani Ascanio, della diocesi di Montepulciano. 27 Monsig. Armani Amadio, della diocesi di Piacenza. 6 dicembre Ghizzoni Paolo, della medesima diocesi. Monsig. Massari Giuseppe, della medesima diocesi. Monsig. Monsig. Mussi Luigi, della medesima diocesi. Monsig. Daubin Venanzio, della diocesi di Tournai. 7 2 gennaio 1957. Monsig. Pedone Agostino, della diocesi di Conversano. Monsig. Innamorato Luca, della medesima diocesi. Monsig. Notarangelo Giuseppe, della medesima diocesi. )) Monsig. De Leonardis Giuseppe, della medesima diocesi. Monsig. Amatulli Anastasio, della medesima diocesi. 3 Monsig. Chella Guido, della diocesi di La Spezia. 7 Monsip-. Leone Giuseppe (Roma). Camerieri segreti soprannumerari di spada e cappa di S. S. : 1 novembre 1951. TI sig. Pye Giovanni Bruce, dell'arcidiocesi di Sydney. 14 ottobre 1956. Il sig. Folsom Francesco, dell'arcidiocesi di Nuova York. Il sig. Lynch Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Cameriere d/onore in abito paonazzo di Sua Santit: 30 novembre 1956. Monsig. Barone Giuseppe, della diocesi di Trapani. Camerieri d'onore soprannumerari di spada e cappa di S. S. : 24 agosto 1956. Il sig. Benzinger Rodolfo, della diocesi di San Gallo. 17 novembre Il sig. Matteucci Mario (Roma). 19 gennaio 1957. Il sig. Mennini Luigi (Roma).

ONORIFICENZE Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII felicemente regnante, si degnato di conferire : La Gran Croce dell'Ordine Piano : 6 febbraio 1957. A S. E. il Principe Pacelli Don Carlo, Consigliere generale dello Stato della Citt del Vaticano. La Commenda con Placca dell'Ordine Piano : 19 gennaio 1957. Al sig. Spada Massimo (Roma).

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Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

La Gran Croce dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 26 gennaio 1957. Al Sen,. Tupini Umberto, Sindaco di Roma. Al Conte Galeazzi Enrico Pietro, Direttore generale dei 6 febbraio Servizi tecnici ed economici dello Stato della Citt del Vaticano. La Commenda con Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 5 settembre 1956. Al sig. de Pinedo y de Larrea Luigi, della diocesi di Madrid. Al sig. Muoz Pomar Vincenzo, dell'arcidiocesi di Va 4 ottobre lenza. Al sig. Pulcini Guido (Roma). 20 dicembre 19 gennaio 1957. Al sig. Rinaldi Antonio (Roma). Al sig. Butler Guglielmo Benedetto (Irlanda). 23 La Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 19 gennaio 1957. Al sig. Corridori Giuseppe (Roma). La Commenda dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 24 ottobre 1955. Al sig. de la Puente Candamo Giuseppe, dell'arcidiocesi di Lima. 1956. Al sig. Duesberg Uberto, della diocesi di Liegi. Al sig. Ctala Luigi, della diocesi di Tournai. Al sig. Echeverra Patrizio, della diocesi di S. Sebastiano. Al sig. Leclef Uberto, dell'arcidiocesi di Malines. Al sig. Leclef Ludovico, della medesima arcidiocesi. Al sig. Vossen Giovanni, della medesima arcidiocesi. Al sig. Van Rymenant Lorenzo Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Al sig. Angelozzi Erminio, dell'arcidiocesi di Bologna. Al sig. Franchi Giorgio, della medesima arcidiocesi. Al sig. Boverio Ernesto, della diocesi di Casale Monfer rato. Al sig. Chadar Fuad, del patriarcato di Cilicia degli Armeni. Al sig. Chader Giuseppe, del medesimo patriarcato. Al sig. Meriggi Vittorino, della diocesi di Ivrea. 1957. Al sig. Stirati Gabriele, della diocesi di Viterbo. Al sig. Giaccone Emilio (Roma). Al sig. Petti Ettore (Roma). Al sig. Spada Filippo (Roma).

30 agosto 7 settembre 12 ottobre 9 novembre 23 30


))

1 dicembre 5 11 gennaio 19

Il Cavalierato dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 20 24 giugno 1955. Al sig. Kannappa Luigi, della diocesi di Mangalore. ottobre Al sig. Navarro Irvine Felice, dell'arcidiocesi di Lima.

Diarium Romanae Curiae

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24 14

12
OS
))

30 6 8 22 9

15

ottobre 1955. Al sig. Thorndike Roberto, della medesima arcidiocesi. aprile 1956. Al sig. Levy Edoardo, dell'arcidiocesi di Guadalajara. Al sig. Martnez Rivas Giuseppe, della medesima arci diocesi. Al sig. Rubies Figuerol Luigi, della diocesi di Urgel. maggio Al sig. Capol Andrea, della diocesi di Coir. giugno Al sig. Flueler Massimiliano, della medesima diocesi. Al sig. Guillamn Conesa Antonio, della diocesi di Caragosto tagena. Al sig. Windsor Enrico, dell'arcidiocesi di Brisbane. ottobre Al sig. Morales Gmez Giulio, dell'arcidiocesi di San Cristoforo dell'Avana. Al sig. Thelfy Matteo, della diocesi di Palai. Al sig. Cosijns Leone Giovanni, della diocesi di Gand. novembre Al sig. Spitaels Ettore, dell'arcidiocesi di Malines. Al sig. Weemaes Luigi, della medesima arcidiocesi. Al sig. Matthews Renato, della diocesi di Tournai. gennaio 1957. Al sig. Borachia Michele, della diocesi di La Spezia. Al sig. Dall'Orso Angelo, della medesima diocesi. Al sig. Bonfanti Mario, della diocesi di Ripatransone. La Gran Croce dell'Ordine di san Silvestro Papa :

7 novembre 1955. Al sig. Schroeder Mendoza Valdemaro, dell'arcidiocesi di Lima. 26 gennaio 1957. A3 sig. Loupart Ottone Matteo, della diocesi di 's-Hertogenbosch. La Placca dell'Ordine di san Silvestro Papa : 30 giugno 1956. Al sig. Fattal Giovanni, del patriarcato di Antiochia dei Siri. La Commenda dell'Ordine di san Silvestro Papa : 1955. Al Al gennaio 1956. Al Al 14 Al 5 marzo Al 21 aprile Al 16 giugno Al 30 24

ottobre

sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig.

10 luglio 14 . 20 30 agosto 5 settembre

Al Al Al Al Al

de Idiaquez Elias Luigi, dell'arcidiocesi di Lima. Lulli Antonio, della medesima arcidiocesi. Mayer Giuseppe, dell'arcidiocesi di Vienna. Stangelberger Antonio, della medesima arcidiocesi. Reyntjens Carlo, della diocesi di Gand. Mayerhofer Giovanni, dell'arcidiocesi di Vienna. Philippe Andrea, dell'arcidiocesi di Malines. Behlok Cesare, del patriarcato di Antiochia dei Siri. de Gradon Ernesto, della diocesi di Liegi. Grigolon Bartolomeo, dell'arcidiocesi di Gorizia. Volpini Nazzareno, della diocesi di Chiusi. Salerni Francesco, dell'arcidiocesi di Monreale. De Schuyffeleer Giuseppe, dell'arcidiocesi di Malines.

CO

no

Aota Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

5 settembre 1956: Al Al Al 6 Al IO Al 4 ottobre Al Al

sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig.

Al sig. Al sig. A sig. Al sig. Al sig. Al sig. Al sig. Al sig. Al cig. Al sig. Al sig. Al sig. 24 Al sig. 9 novembre Al sig. )) Al sig. Al sig. Al sig. Al sig. 15 Al sig. Al sig. 22 Al sig. Al sig. )> Al sig. )) Al sig. 23 Al sig. 1 dicembre Al sig. Al sig. . 3 gennaio 1957. Al sig. Al sig. 8 Al sig. 11 Al sig. 14 Al sig. Al sig. 19 Al sig. Al sig. Al sig. Al sig. Al sig. Al sig. Al sig. >> Al sig. 8 9 IO 14 19 22

Lamsens Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Rombout Francesco, della medesima arcidiocesi. Hoen Enrico, della diocesi di Liegi. Gianni Domenico (Roma). Leone Raffaele, dell'arcidiocesi di Taranto. Acquavi va Giuseppe, della medesima arcidiocesi. De Palma Vito Antonio, della medesima arcidiocesi. Cal Luigi, della medesima arcidiocesi. Scarelli Luigi, della diocesi di Viterbo. Manganelli Egidio (Roma). Meloni Fermo (Roma). Peranzoni Carlo (Roma). Franchin Achille, del patriarcato di Venezia. Casula Pietro, della diocesi di Bosa. Ebranati Pietro, della diocesi di Brescia. Gnutti Umberto, della medesima diocesi. Perani Vincenzo, della medesima diocesi. Soracco Angelo, della diocesi di Chiavari. Perini Perpich Rodolfo, del patriarcato di Venezia. Gruyters Giovanni, della diocesi di Liegi. Charles Raimondo, dell'arcidiocesi di Malines. Sartori Diego, della diocesi di Padova. Baldini Carlo, della diocesi di Pavia. Monti Nullo Dandolo, della medesima diocesi. Ponzi Domenico (Roma). Borghi Mino (Roma). Cerutti Renato, della diocesi di Tortona. Monti Moreno Giorgio, della diocesi di Treviso. Monti Galliano, della medesima diocesi. Fossati Carlo, della diocesi di Vigevano. Malfatti Libero, dell'arcidiocesi di Bologna. Zunino Giuseppe, della diocesi di Albenga. Ayala Ettore, dell'arcidiocesi di Milano. Castelli Silvio, della medesima arcidiocesi. Bernardi Luigi, della diocesi di La Spezia. Ganassi Carlo, della diocesi di Carpi. Frare Giovanni, della diocesi di Viterbo. Malatesta Lanciotto, della diocesi di Rimini. Sgubbi Costantino, della medesima diocesi. Cartoni Paolo (Roma). Della Rossa Sebastiano( Roma). Forattini Umberto (Roma). Galeotti Guido (Roma). Iacobelli Giuseppe (Roma). Montefusco Giovanni (Roma). Pacetti Gastone (Roma). Rossi Luigi Girolamo (Roma). Spada Aldo (Roma).

Diarium Romanae Curiae

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II Cavalierato dell'Ordine di san Silvestro Papa : 11 24 maggio ottobre 1955. A] sig. Van de Put Dionisio, del vicariato apostolico di Leopoldville. Al sig. Alayza Grandi Giorgio, dell'arcidiocesi di Lima. Al sig. Arambur Menchaca Andrea, della medesima ar cidiocesi. Al sig. Boggio Andrea, della medesima arcidiocesi. Al sig. Guzmn Gomero Pietro, della medesima arcidio

cesi. Al sig. Prez del Pozo Roberto, della medesima arcidiocesi. 26 Al sig. Pruvost Giulio, della diocesi di Arras. 10 gennaio 1956. Al sig. Kattus Francesco, dell'arcidiocesi di Vienna. Al sig. Kattus Giovanni, della medesima arcidiocesi. Al sig. Kattus Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Al sig. Galvo Ferrer Nestore, della diocesi di Campanha. 7 febbraio Al sig. Branche Marcello, dell'arcidiocesi di Avignone. 5 marzo Al sig. Carichon Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Al sig. Rigot Roberto, dell'arcidiocesi di Parigi. Al sig. Pourbaix Henoch, del vicariato apostolico di Lu14 luabourg. Al sig. Grgoire Andrea, dell'arcidiocesi di Rouen. 8 maggio 14 Al sig. Bendi Giuseppe dell'arcidiocesi di Vienna. Al sig. Tuber Alfredo, della medesima arcidiocesi. Al sig. Busch Carlo, dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga. 30 Al sig. Schnell Ugo, della medesima arcidiocesi. Al sig. Sollazzo Sergio (Roma). 6 agosto Al sig. Engels Gerardo, del vicariato apostolico di Am30 boina. Al sig. Fallucchi Severino, dell'arcidiocesi di Napoli. 1 settembre Al sig. Rota Mario, del vicariato apostolico di Eritrea. Al sig. Garcia Sampayo Giovanni Giuseppe, del vicariato apostolico di Fernando Po. Al sig. Antoniol Angelo, della diocesi di Liegi. Al sig. Bianchi Salvatore, della diocesi di Novara. 5 Al sig. Dorma Francesco, della diocesi di Ivrea. Al sig. Badart Ernesto, dell'arcidiocesi di Malines. Al sig. Cootjans Fernando, della medesima arcidiocesi. Al sig. Debaere Daniele, della medesima arcidiocesi. Al sig. Meeus Leone, della medesima arcidiocesi. 27 Al sig. Silva Ellenio, della diocesi di Bobbio. Al sig. Antinori Livio, della diocesi di Recanati - Loreto. 3 ottobre Al sig. D'Addario Vincenzo, dell'arcidiocesi di Taranto. Al sig. Del Pozzo Ciriaco, dell'arcidiocesi di Benevento. 4 Al sig. Bianco Giovanni, della diocesi di Bagnoregio. 6 Al sig. Moroni Antonio, della diocesi di Tortona. 14 Al sig. Marini Adriano (Roma).

112

Acta, Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

1956. Al sig. Habraken Guglielmo Cornelio Maria, del vicariato apostolico di Semarang. Al sig. Osgualdo Vincenzo, del patriarcato di Venezia. 19 Al sig. Moratto Ernesto, del medesimo patriarcato. Al sig. Sabbadin Luigi, del medesimo patriarcato. Al sig. Bui Gino, della diocesi di Brescia. 22 Al sig. Carli Carlo, della medesima diocesi. Al sig. Poisa Angelo, della medesima diocesi. Al sig. Luzzi Francesco, della diocesi di Arezzo. 29 Al sig. Toti Antonio, della medesima diocesi. Al sig. Moortgat Alfonso, della diocesi di Bruges. 8 novembre Al sig. Fresta Sebastiano, della diocesi di Acireale. 9 Al sig. Philippart Angelo, della diocesi di Liegi. Al sig. Fourcroy Alfredo, dell'arcidiocesi di Malines Al sig. Herbosch Oliviero, della medesima arcidiocesi. Al sig. Zocchia Luigi, della diocesi di Pavia. Al sig. Fanzini Luigi, della medesima diocesi. Al sig. Libotte Leone, della diocesi di Tournai. Al sig. Allewaert Emilio, della diocesi di Bruges. 16 Al sig. Spagnoletti Mario, della diocesi di Molfetta. 20 Al sig. Vinci Antonio, della diocesi di Vigevano. 22 Al sig. Ferrer Luigi, della diocesi di Casale Monferrato. 30 Al sig. Caprile Pasquale, della diocesi di Albenga. 1 dicembre Al sig. Agnesi Francesco, della medesima diocesi. Al sig. Jantoschi Pasquale, della diocesi di San Severo. 21 8 gennaio 1957. Al sig. Rustichelli Germano, della diocesi di Carpi. Al sig. Lugli Mario, della medesima diocesi. 16 ottobre

NECROLOGIO 5 gennaio 1957. Monsig. Caillot Alessandro, Vescovo di Grenoble. 6 Monsig. Meile Giuseppe, Vescovo di San Gallo. 10 Monsig. Guerra Felice Ambrogio, Arcivescovo tit. di Verissa. 13 Monsig. Odendahl Giovanni Paolo, Vescovo tit. di Lato poli, Vicario Apostolico di Limn. 14 Monsig. Armstrong Roberto Giovanni, Vescovo di Sacramento. 27 Monsig. Bonneau Pietro, Vescovo di Douala. 28 Monsig. Varouhas Dionisio Leonida, Vescovo tit. di Grazianopoli, Esarca in Costantinopoli per i cattolici di rito bizantino. Monsig. Bonefacic Quirino Clemente, Vescovo tit di Janina. 7 febbraio Monsig. Addeo Felice Agostino, Vescovo tit. di Traiano poli di Frigia.

An; et vol. X X X X I X

27 Martii 1957

(Ser: II, v. XXIV) - N. 3

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


CONSTITUTIONES APOSTOLICAE

I
DALOAENSIS (GAGNOANSIS)
B DIOECESI DALOANSI QUAEDAM REGIONES DETRAHUNTUR, QUIBUS NOVA QUAEDAM DIOECESIS CONSTITUITUR, GAGNOANSIS APPELLANDA.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Sanctissimum ac gravissimum munus Nostrum, supremi Ecclesiae rectoris, non modo id exigit ut christianae fidei capita, divino Spiritu fiante, explicemus, christianoque populo credenda proponamus, sed etiam ut per aptam dioecesium dispositionem ac descriptionem eidem gregi, inter huius vitae labores, iter ad suprema regna facilius patescat. Cum ergo venerabilibus Fratribus Nostris S. R. E. Cardinalibus S. Congregationi Fidei Propagandae praepositis, post auditam sententiam vene^ rabilis Fratris Marcelli Lefebvre, Archiepiscopi Dakarensis et in Africa Gallica Apostolici Delegati, atque venerabilis Fratris Ioannis Mariae Etrillard, Episcopi Daloansis, visum sit Daloansem Ecclesiam, nimis patentem, partiri ac novam dioecesim constituere ; Nos, re diu cogitata, consensum eorum supplentes qui in hoc negotio aliquid iuris habeant vel se putent habere, de Nostra summa et apostolica! auctoritate, consilia
8 - ACTA, vol. XXIV, n. 3. 27-3-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

venerabilium Fratrum Nostrorum omnino probantes, ea quae sequuntur decernimus atque iubemus. Eegiones quae, populari voce, de Gagnoa, Grand-Lahou, Cassandra, Tabou cognominantur, ab Ecclesiae Daloaensis territorio detrahimus, ex iisque novam dioecesim condimus, Gagnoaensem ab urbe capite appellandam, ac Societati Missionibus in Africa provehendis concredendam : qui et sueta industria eam excolent, et christianorum agmina, iuvante Dei gratia, augere nitentur, etiam in posterum bene de Ecclesia sancta merituri. Sedem novae circumscriptionis in civitate Gagnoa Episcopus statuet, ibique proprium domicilium habebit; cathedram vero docendae veritatis ac gerendae potestatis in templo S. Annae collocabit, in eadem urbe, quod ad dignitatem cathedralis aedis evehimus, datis scilicet huius gradus honoribus. Ecclesiam, quam fundavimus, metropolitanae Sedi Abidianensi suffraganeam facimus; erit igitur eius sacrorum Antistes Abidianensi Archiepiscopo subiectus. Qui tamen, sive scilicet dioecesis sive eius Praesul, iurisdictioni S. Congregationis Fidei Propagandae obnoxii esse pergent. Volumus praeter haec ut cultui divino sollemniore caerimonia peragendo Canonicorum Collegium constituatur, qui Episcopo assint; permittimus tamen ut eorum loco Consultores dioecesani deligantur, si adiuncta id statui non sinant ; hi vero a suo munere cessabunt, condito Canonicorum concilio. Curae etiam erit Episcopo Gagnoansi ut Seminarium saltem elementarium exstruatur, ad ecclesiasticas normas, quo pueri colligantur sacerdotalia munia petituri. Mensam, quam dicunt, episcopalem efficient sive congrua bonorum pars dioecesis Daloaensis, quae sunt secundum canonem 1500 C. I. C. dividenda; sive Curiae proventus; sive pecunia quam populus sponte dabit vel S. Congregatio Fidei Propagandae mittere solet. Quae vero ad dioecesis regimen, administrationem, Vicarii Capitularis electionem, Sede vacante, ad iura et obligationes cleri et populi attinent, aliaque huiusmodi, legum canonicarum iussis omnino regantur. Ea autem cleri pars quae in territorio novae dioecesis legitimo domicilio degit, eadem habeatur ceu proprius clerus Gagnoansis Ecclesiae. Iubemus praeterea ut acta et documenta quae quovis modo ad conditam dioecesim respiciant, ad eiusdem Curiam cito mittantur, in tabulario religiosarum rerum magna cura asservanda. Ceterum, haec universa exsequenda studebit venerabilis Frater Marcellus Lefebvre, quem memoravimus, vel quem ille deliget, dummodo virum ecclesiastica dignitate insignem. Cui rei agendae omnes potestates facimus sive necessarias sive utiles. Qui vero negotium perfecerit onus habebit documenta exarandi eademque sinceris exemplis ad S. Congregationem Fidei Propagandae cito mit-

Acta Pii Pp. XII

115

tendi. Quodsi eo tempore quo ad exitum deduci debent alius Apostolicae Delegationi in Africa Gallica praesit, hic omnia mandata Nostra faciet. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum die quinto et vicesimo mensis Iunii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimi.

ELSS Card. COSTANTINI


8. R. E. Cancellarius

PETRUS Card. FUMASONI BIONDI


S. Congr. de Propaganda Fide Praefectus

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost. Albertus Serafini, Proton. Apost.


Loco SB Plumbi

In Ap.

Cane,

tao.,

ml.

LXXXXIII,

n.

f>7.

116

Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

II
PHILADELPHIENSIS (STANFORDENSIS)
DIVISO APOSTOLICO PHILADELPHIAE EXARCHATU, NOVUS CONDITUR, STANFORDENSIS )) APPELLANDUS.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Optatissimo unitatis pacisque auspicio, sancta Ecclesia, quae tutum est Christi ovile, continenti crescit progressu, frequentioresque cotidie animos, communicata cum ipsis caelesti vita, recreat, sua virtute confirmat, atque ad aeternam dirigit patriam. Quod cum ubique terrarum alias alibi eveniat, in exarchatu quoque Philadelphiae laetissime hisce temporibus factum est, quem Apostolica Sede multos abhinc annos condidit ad eos materne fovendos byzantini ritus christianos, qui superiore aetate e patria Galitia in Foederatas Americae Septemtrionalis Civitates gregatim immigraverunt, ad eorumque ritus consuetudinesque fideliter tuenda. Progredientibus enim annis, sacra incepta atque instituta tam magnifice ibi floruerunt, ut sacerdotum augeretur numerus, curiae multiplicarentur, seminaria aliaque huiusmodi aedes ubique excitarentur ; quin immo, restituta cleri disciplina populique fide solidata, ac divini cultus sacrorumque templorum splendore egregie aucto, haud pauci ex eorum, quos vetus error ab Ecclesia separavit, in eius sinum dulcissima spe reciperentur. Quibus omnibus consideratis, cum praeterea post recens bellum novi sacerdotes ac fideles ad easdem Americae oras confluxerint : Nobis visum est, quibus haec omnia et sincerissimo sunt gaudio et intentae sollicitudini, eundem exarchatum, immensum fere territorium complectentem, aptiore ratione partiri, ut praesentior fiat gregis cura ac vigilantia pastoris. Audito igitur quid hac super re sentirent venerabiles Fratres sive Hamletus Ioannes Cicognani, Archiepiscopus titulo Laodicensis in Phrygia et Apostolicus in Foederatis Americae Septemtrionalis Civitatibus Delegatus, sive Constantinus Bohacevsky, Archiepiscopus titulo Beronsis ac Philadelphiensis Exarchus; re diligenti studio perpensa, et eorum suppleto consensu qui in hac divisione aliquid habeant iuris ; de consilio venerabilis Fratris Nostri S. R. E. Cardinalis S. Congregationis pro Ecclesia Orientali a Se-

Acta Pii Pp. XII

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cretis, de summa Nostra potestate sequentia statuimus. Philadelphiensem exarchatum dividimus ex eoque novum condimus apostolicum exarchatum, Stanfordensem ab urbe Stanford, tamquam a propria episcopali sede, appellandum, qui omnes complectetur fideles byzantini ritus a Galitia oriundos atque in Civitatibus Neo-Eboraci et pariter Novae Angliae commorantes. Quam ob rem, ad fines quod attinet, novus exarchatus erit ad septemtriones continens Canadiae, ad orientem solem Atlantico Oceano, ad occidentem vero Eriensi lacui, ad meridiem denique Civitatibus, quibus vulgo Pennsylvania et New Jersey nomen. Hanc ergo novam Ecclesiam Nobis et huic Romanae Sedi directo subiectam volumus; eiusque pro tempore Praesuli curam, regimen et administrationem sive religiosarum rerum sive temporalium bonorum committimus, eique universos et singulos fideles, ad normam ss. canonum et propriorum byzantini ritus iurium, obnoxios facimus : cui item et honores et onera tribuimus, quae ad hosce pari dignitate Ordinarios rite spectant. Qui Praesul intra exarchatus fines, quemadmodum et ceteri Episcopi in suis dioecesibus, non tantum iurisdictionis, verum etiam ordinis, ut dicitur, munera optimo exsequetur iure, ideoque episcopali dignitate tituloque decorandus erit. Volumus praeterea ut Ordinarii sedes sit Stanford urbs, atque pontificalis magisterii cathedra in aede S. Vladimiro sacra, inibi exstante, collocetur, quam ad gradum cathedralis templi perducimus, cum omnibus iuribus, privilegiis, praerogativis, quibus cetera aequali dignitate templa fruuntur, salvis tamen legitimis consuetudinibus, ritus byzantini propriis. Decernimus quoque ut Stanforden-r sis Exarchus sex aut saltem quattuor eligat e sacerdotibus virtute, pietate ac doctrina praestantibus Consultores, qui sibi consilio et prudentia in gerendis Ecclesiae negotiis assint, divinumque cultum magnificentiorem faciant. Elementarium Seminarium Stanfordensis exarchatus, maiusque Seminarium exarchatus Philadelphiensis volumus ut sacrorum alumnis ex utraque Ecclesia pateant, iuxta pacta tamen et conventa inter ambos Exarchos. Exarchalem, quae dicitur, mensam, donec stabiles habeantur fructus, sive eae constituent pecuniae, quae ceu praestationes ad instar cathedratici , ut dicitur, ab Ordinario statutae, a singulis curiis ac sodalitatibus erunt solvendae, sive oblatae a fidelibus stipes ac res, sive denique pars bonorum, si qua sint, quae divisis possessionibus Philadelphiensis exarchatus, novae cedent Stanfordensi Sedi. Quod autem ad novi exarchatus administrationem regimenque attinet, ad sacerdotum ac fidelium iura et onera, ad aliaque istius generis, ea serventur quae sacri canones ac propriae Ecclesiarum byzantini ritus normae facienda praescribunt. Volumus denique ut, simul atque hae Litterae Nostrae ad exsecutionem deductae fuerint, eo ipso clerici exarchatui illi

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Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

habeantur ascripti, in cuius territorio legitime degunt ; quod et dicendum est de sacerdotibus animorum curationi addictis, e sacris religiosorum familiis. Quae autem acta ad novum respiciant exarchat um, ad huius Curiam a Philadelphiensis exarchatus Curia mittantur, in tabulario de more servanda. Harum denique Litterarum decreta venerabilis Frater Hamletus Ioannes Cicognani, cuius meminimus, ad rem adducet, vel ille qui, eo tempore quo ad effectum operis venturum sit, Apostolicae Delegationi in Foederatis Americae Septemtrionalis Civitatibus praeerit, facta potestate et alium virum ad hoc delegandi, dummodo ecclesiastica dignitate pollentem. Qui vero negotium perfecerit, onus habebit peractae rei documenta exarandi, eorumque fide digna exempla ad S, Consilium pro Orientali Ecclesia quam primum mittendi. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus : ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrunipere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum ex Arce Gandulfi, prope Romam, die vicesimo mensis Iulii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. OELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

g EUGENIUS Card. TISSERANT


S. Congr. pro Ecclesia Orientali a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

f A. Carinci, Archiep. tit. Seleucien. i. Is., Decanus Proton. Apost. A. Serafini, Proton. Apost.
Loco Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXIII, n. 86.

Acta PU Pp. XII

119

III
PATNENSIS (DE B H A G A L P U R )
A PATNBNSI DIOECESI, IN INDIA, QUAEDAM SEPARANTUR TERRITORIA, E QUIBUS NOVA EFFICITUR APOSTOLICA PRAEFECTURA (( DE BHAGALPUR )).

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Etsi hoc tempore tristia cotidie eduntur maiorum indicia, quandoquidem sive hostiles in veritatem struuntur incursus sive multorum hominum animi a divinis rebus consulto abalienantur, attamen crescit continenter sancta Ecclesia, quae ceu virens patulaque arbor, caelesti gratiae rore fecunda, ad universum terrarum orbem silens protenditur hominesque immemores ad bona, quae una non pereunt, fidenter erigit. Quod etiam in Patnensi dioecesi, latissime patente, factum esse gaudemus, cuius certa territorii pars, sodalibus Tertii Ordinis Regularis S. Francisci accuranda tradita, ipsorum opera tanto inceptorum successu modo praestat tantoque virtutis ardore, ut aequum plane videatur eandem regionem sui iuris fieri atque in apostolicae praefecturae redigi formam. Quam ob causam, explorato quid de hac re sentirent venerabiles Fratres sive Martinus Lucas, Archiepiscopus titulo Adulitanus et Apostolicus in India Internuntius, sive Augustinus Wildermuth, Patnensis Episcopus; audita S. Congregatione Christianae Fidei Propagandae, consensuque eorum suppleto, qui in eiusmodi negotio aliquid iuris habeant, re attente considerata, de Nostra summa et apostolica potestate haec quae sequuntur decernimus. A Patnensi dioecesi territorium separamus regionum vulgo Bhagalpur et Godda, et quas vocant (( thanas de Deogarh et de Sarawan, et areas quas dicunt Mandro Bungalow I, Mandro Bungalow I I , et Mandro Hill Tract, novamque condimus praefecturam apostolicam, de Bhagalpur cognominandam. Cui praefecturae omnia iura ac privilegia concedimus, quae Codex Canonici Iuris ad huiuscemodi tribuit Ecclesias ; eiusque item Ordinarium omnibus honoribus ac privilegiis instruimus, atque ofSciis oneribusque astringimus, quibus ceteri Apostolici Vicarii et ornantur et onerantur. Quam praefecturam ad ecclesiasticam Calcuttensem provinciam adiungimus; eamque iisdem sodalibus Tertii Ordinis Regularis S. Francisci

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

committimus regendam, bona cum spe fore ut ipsi, qui inibi animis quaerendis et caritatis operibus fovendis tam sollerter allaboraverunt, in posterum quoque duplicato studio in Evangelium disseminandum incumbant. Harum autem Litterarum decreta venerabilis Frater Martinus Lucas, quem supra diximus, ad rem adducet, vel ille qui, eo tempore quo haec erunt ad effectum deducenda, eidem praeerit Apostolicae in India Internuntiaturae, facta potestate et alium virum ad hoc delegandi, dummodo ecclesiastica praeditum dignitate. Qui vero rem egerit, hic onus habebit et factae territorii divisionis documenta exarandi, et eorum fide digna exempla ad S. Consilium Fidei Propagandae quam primum mittendi. Has vero Litteras nunc esse et in posterum fore efficaces volumus; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum ex Arce Gandulfi, prope Romam, die tertio mensis Augusti, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. OELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

PETRUS Card. FUMASONI BIONDI


S. Congr. de Propaganda Fide Praefectus

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

f Alfonsus Carinci, Archiep. tit. Seleuc, Decanus Proton. Apost. Franciscus Hannibal Ferretti, Proton, Apost.
Loco Plumbi In Ap. Cano, tab., LXXXXIII, n. 45.

Acta Pii Pp. XII

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IV
PAMPILONENSIS
DIOECESIS PAMPILONENSIS AD GRADUM ET DIGNITATEM METROPOLITANAE ECCLESIAE ELEVATUR ; NOVA INSUPER PROVINCIA ECCLESIASTICA CONSTITUITUR, (( PAMPILONENSIS )) NUNCUPANDA.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Decessorum Nostrorum Summorum Pontificum vestigia prementes, cum ex finium immutatione spes bona eaque certa affulgeat christianae rei gregibusque fidelium commoda et utilitates esse oritura, non modo id facere non abnuimus, quin etiam libentissima voluntate peragimus. Qua re, cum venerabilis Prater Hildebrandus Antoniutti, Archiepiscopus titulo Synnadensis in Phrygia et in Hispania Apostolicus Nuntius, ab hac Petri Sede petierit ut episcopalis Ecclesia Pampilonensis ad metropolitanae gradum eveheretur, novaque simul provincia ecclesiastica in regione vulgo Navarra constitueretur; Nos, post rogatam sententiam venerabilium Fratrum Archiepiscoporum et Episcoporum ceterorumque, quorum res interesset : Luciani Prez Platero, videlicet, Archiepiscopi Burgensis, Casimiri Morcillo Gonzalez, Archiepiscopi Caesaraugustani ; auditis insuper Iacobo Font Andreu, Episcopo Sancti Sebastiani, Abilio dei Campo Barcena, Episcopo Calaguritano et Calceatensi, Angelo HL dalgo Ibez, Episcopo Iacensi, atque Henrico Delgado et Gmez, Episcopo Pampilonensi, Administratore Apostolico dioecesis Tudelensis; omnibus, quae oportebat, bene consideratis, iis praecipue, quae inter S. Sedem et Hispaniam die vicesimo septimo mensis Augusti anno millesimo nongentesimo quinquagesimo tertio sollemniter convenerunt; eorum consensum supplentes qui aliquod ius in negotio habeant, vel se putent habere, de Nostra summa et apostolica auctoritate haec, quae sequuntur, statuimus et iubemus. Pampilonensem Ecclesiam ad gradum et dignitatem metropolitanae Sedis evehimus, cui omnia iura et honores tribuimus, quae talibus Ecclesiis iure communi debentur. Item Pampilonensem sacrorum Antistitem archiepiscopali decore, simulque Metro-

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Acta Apostolicae Sedis

Commentarium Officiale

politae dignitate honestamus, datis scilicet iuribus, privilegiis, insignibus, quae ei competunt, impositis oneribus et obligationibus quae sunt Metropolitarum propria. Inter vero privilegia haec erunt, ut possit intra fines suae circumscriptionis et pallio uti, cum tamen illud in publico Consistorio expostulatum et obtentum fuerit, et Crucem ante se ferre. Novam insuper provinciam ecclesiasticam condimus, Pampilonense. cognominandam ; quae his Ecclesiis constabit : eadem Pampilonensi metropolitana Sede; dioecesibus: S. Sebastiani, Calaguritana et Calceatensi, quas a iure Archiepiscopi Burgensis eximimus; Iacensi et Tudelensi, quas dioeceses ab Archiepiscopi Metropolitae Caesaraugustani dicione liberamus. Novae metropoli totique provinciae regendae venerabilem Fratrem Henricum Delgado et Gmez praeficimus, data scilicet archiepiscopali dignitate, qui fuit adhuc Pampilonensis Episcopus quemque perillustris ac valde honorabilis Vir Franciscus Franco et Bahamonde, Supremus Nationis Hispanicae Moderator, iuxta conventionem die septima mensis Iunii anno millesimo nongentesimo quadragesimo primo inter S. Sedem et Hispaniam initam, Nobis rite praesentavit. Quae autem his Litteris Nostris mandavimus perficienda curabit venerabilis Frater Hildebrandus Antoniutti, quem memoravimus, cui omnes potestates agendae rei tribuimus, quas poterit, si visum fuerit, cuilibet viro delegare, dummodo in ecclesiastica dignitate constituto. Peracto negotio, idem documenta exarari iubebit, eademque sinceris exemplis ad S. Congregationem Consistorialem cito mittet. Quod si fiat ut eo tempore quo hae Litterae ad exitum sint deducendae alius Apostolicae Nuntiaturae in Hispania praesit, huic onus imponimus ea omnia perficiendi, quae praescripsimus. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel

Acta Pii Pp. XII

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quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum ex Arce Gandulfi, prope Romam, die decimo primo mensis Augusti, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimi. OELSUS Card. COSTANTINI
S. R. JE. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. A.post. Albertus Serafini, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXII, n. 4.

LITTERAE APOSTOLICAE

I
SANCTUS BONIFATIUS, BP. ET M . , IN PRAECIPUUM APUD DEUM CAELESTEM

PATRONUM TOTIUS DIOECESIS GRONINGENSIS ELIGITUR.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Si quocumque se contulit S. Bonifatius, pietate ac divinarum humanarumque litterarum scientia praecellens, hominum animos penitus ad religionem incitavit, ut idonea documenta comprobant, praecipue vero apud Hollandiae gentes perfervido honoratus fuit cultu, et observantissime etiam nunc habetur sanctissimus hic vir, qui iuxta Bornam fluvium, in vico <( Dockomio , die quinta mensis Iunii, anno Domini septingentsimo quinquagesimo quinto, per vulnera, effuso sanguine Christum testatus est. Rerum ab eodem mirifice gestar um placet Nobis brevis narratio. In Anglia honeste natus, quinquennis a patre suo in monasterium deductus, navus hic pusio pro ingenii acie celeriter omnem diligentiam ad comparandam tum doctrinam tum virtutem adhibuit. Antea plurium religiosorum sodalium peritus et actuosius doctor, non immerito postea habitus est dignus, qui in Sacer-

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

dotum numerum cooptaretur sollersque Episcoporum adiutor fieret. Strenuus miles Christi, profectus est ad Frisiam, deinde perrexit Dorestadim et Ultraiectum, urbes tunc belli perturbatas casibus, unde ad monasterium reversus, cum Abbatis dignitatem excipere recusasset, Beatum Gregorium PP. I I , Decessorem Nostrum fel. r e c , adiit. Roma relicta., iterum Germaniam repetiit, Apostolica eiusdem Pontificis potestate donatus, deinde ad Thuringios Francosque se contulit, et apud paganos Frisones evangelicae operae totum se devovens, multus fuit in loquendo sancte. Ab eodem Pontifice ad Urbem postea revocatus, Episcopus consecratus est et, relicto Winfrido nomine, Bonifatius est vocatus. Eodem, unde redierat, profectus, dubios et instabiles Thuringiorum animos in Christi fide confirmavit, ad quam complectendam etiam ingentem multitudinem deduxit a falsorum numinum cultu. Tunc Gregorius PP. I I I , imm. mem. Decessor Noster, validissimum illum Christi militem pallio donavit eumque, Archiepiscopum creatum, in Germaniam misit. Vero animi Praesulis ardor contineri non potuit eius regionis finibus, Boiariam, qua Legatus Apostolicus, reformavit, quatuor Episcopatus erexit pluresque Synodos celebravit. Deinde, a Decessore Nostro Zacharia Moguntinus Archiepiscopus electus, in agro Fuldensi, quem Carolomannus et Pipinus dono ei dederant, monasterium a solo excitavit. Demortuo Willibrordo Archiepiscopo, ad Ecclesiae Ultraiectensis gubernaculum admotus, pro ea Archidioecesi a Pipino Rege, cui insigne regium ipse imposuerat, multa privilegia obtinuit ac beneficia. Sed studio incensus ad sempiternam salutem vocandi Frisones, quibus, Baptismate donatis, spiritum sanctum tradere se accingebat, inclitus ille Antistes, dignus iam qui ad Dominum referret tropaea, a scelestis barbaris, iuxta Bornam fluvium, atrociter necatus est. Vitam igitur cum sanguine profudit pro Domino Iesu. Sancti Bonifatii corpus, Moguntiam translatum, in sepulcro conditum est Fuldensis monasterii, quod ipsemet aedificandum curaverat. Cum Sanctus Bonifatius maximo in honore habeatur in Hollandiae septentrionalis parte, ubi oppidum exstat vulgo dictum Dokkum , in Frisiae provincia, intra fines dioecesis Gror ningensis, Venerabilis Frater Petrus Antonius Nierman, Episcopus eiusdem nuper erectae dioecesis, Nos rogavit ut Sanctus ille principalis apud Deum Patronus Groningensis dioeceseos a Nobis constitueretur. Quibus precibus libenter admissis, Nos, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra, deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum, Sanctum Bonifatium, Episcopum et Mrtyrern, totius dioe-

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cesis Groningensis, in Hollandia, praecipuum apud Deum Patronum constituimus ac declaramus, omnibus adiectis honoribus et privilegiis liturgicis, principalibus dioecesium Patronis rite competentibus. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die iv mensis Maii, anno MDCCCCLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

II
AD DIGNITATEM ET H O N O R E M BASILICAE MINORIS EVEHITUR ECCLESIA P A R O E CIALIS SANCTI MARCI EVANGELISTAE OPPIDI VULGO (( B O R E T T O )), IN GUASTALLENSI DIOECESI. PIUS PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Guastallensis dioeceseos intra fines, recens constitutae, illustris autem monumentorum antiquitate rebusque gestis, oppidum quoddam, Boretto vulgo nuncupatum, exstat, cuius maxima laus, inde a saeculo x n i , vetusta est Paroecia. Quae, Sancto Marco Evangelistae cum sit dicata, antiquissimam ipsius oppidi originem e Venetis populis, Padum adversum flumen haud raro subeuntibus, repetere videtur, si fides haberi potest historiis. Certior autem incolarum eiusdem pagi apparet pietas, non minus quam erga suam Paroeciam studium, cuius Ecclesia decursu temporis pluries fuit eorum sumptibus refecta, vel in ampliorem redacta formam, vel etiam funditus excitata. Novissima vero Ecclesia paroecialis, anno millesimo octingentesimo septuagesimo quarto incohata, solummodo die VII mensis Octobris anno millesimo octingentesimo octogesimo tertio a Francisco e Comitibus Benassi, Guastallensi Episcopo, sollemni ritu fuit dedicata. Graeco ordine confecta, tum composito , quem dicunt, tum ionico , atque ampli-

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tudin et pulchritudine insignis, marmoribus, quibus sex Altaria nec non Deiparae thronus, baptisterium, suggestus, lustralia labra ac pavimentum renident, atque picturis udo inductis afabreque confectis, memorata Ecclesia, cui amplus impositus est tholus, decoratur. Nec in cella desunt artificiosa subsellia, neque pretiosa supellex, in armariis pulchri sacrarii posita. Thesaurus denique huius Ecclesiae sunt lipsana sacra, pretiosis inclusa thecis, Sanctae Crucis nempe, Sancti Marci Evangelistae, oppidi Patroni, aliorumque Sanctorum. Impensis autem quattuor presbyterorum curis vivida respondet fidelium pietas ; in exemplum apud vicinias prolata et prae omnibus excellens, non minus quam, intra dioecesis fines, ipsa eorum paroecialis Ecclesia in lucem famamque est provecta. Quam ob rem Venerabilis Prater Iacobus Zaffrani, Episcopus Guastallensis, impensa cleri populique vota excipiens, enixe a Nobis rogavit, ut Ecclesia paroecialis oppidi saepius memorati ad dignitatem Basilicae Minoris per Nos eveheretur. Nos autem, tanto presbyterorum studio tantaeque fidelium religioni congruens tribuere volentes praemium, ita ut in bona voluntate ipsi perseverent, prolatis Nobis precibus annuere libenti statuimus animo. Itaque e Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Ecclesiam paroecialem, Deo in honorem Sancti Marci Evangelistae dicatam atque in oppido vulgo Boretto , intra fines Guastallensis dioecesis positam, ad dignitatem Basilicae Minoris, omnibus adiectis honoribus ac privilegiis Templis eodem nomine insignibus rite competentibus, benigne evehimus. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum, plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter contigerit attentari. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die v mensis Maii, anno MCMLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRTJGNOLA a Brevibus Apostolicis

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III
BEATA MARIA

V.

IN

CAELUM

ASSUMPTA,

VULGO

(( NOSSA SENHORA DE L A P A

APPELLATA, PRAECIPUA PATRONA DIOECESIS ARASSUAHYENSIS CONSTITUITUR.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Sideribus recepta Deipara Maria, quam vulgari sermone Nossa Senhora de Lapa appellant, religiosissima esse perhibetur apud fideles dioecesis Arassuahyensis in Brasilia. Qui quidem Dei Genetricis cultus in eius gentis haeret animis, ex quo Lusitani, regni sui fines in immensa illa locorum spatia propagantes, christiana sacra eo invexerunt. Ad fictile igitur signum Augustae Matris, in rupe quadam ad fluminis litus repertum et in templo urbis, cui nomen Virgen de Lapa , propositum, Christifideles, quos diximus, globatim accedere consueverunt ut, Caeli Terraeque Regina deprecante, a Summo et Aeterno Rege munera cumulate accipiant. Quod maxime fieri contingit die XV mensis Augusti, Eius Assumptioni sacro, et in novendiali supplicatione, quae ante hoc sollemne magna cum caerimonia fieri solet. Anno autem Mariano vertente, praeclara Imago ad omnes dioecesis paroecias periata est, summa cum animorum alacritate, ubere cum fructuum copia, non modico cum rei Catholicae profectu. Quibus in piis coetibus christiana plebs Dominam de Lapa Patronam ac Tutricem suam, pietatis ardore incensa, renuntiavit. Fidelium igitur, ac praesertim sacri ordinis administrorum, vota Nobis significans, Venerabilis Frater Iosephus de Haas, Arassuahyensis Episcopus, Nos rogavit, ut Beatam Mariam Virginem, nomine illo insignem, suae dioecesis caelestem Patronam confirmaremus. Quibus precibus libenter admissis, Nos, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Beatam Mariam Virginem in Caelum Assumptam, vulgari nomine Nossa Senhora de Lapa appellatam, totius Arassuahyensis dioecesis praecipuam apud Deum Patronam confirmamus seu iterum constituimus ac declaramus, omnibus adiectis honoribus et privilegiis liturgicis, principalibus dioecesium Patronis rite competentibus. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus

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sortiri et obtinere ; illisque, ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite indicandum esse ac definiendum, irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die VIII mensis Iunii, anno MDCCCCLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

EPISTULA
AD EXCMUM P. D. ALOISIUM CENTOZ, ARCHIEPISCOPUM TIT. EDESSENUM IN OSRHONE, NUNTIUM APOSTOLICUM IN C U B A N A REPUBLICA, D E N A LUSTRA SACERDOTII ET QUINA EPISCOPATUS CELEBRATURUM. P I U S PP. X I I Venerabilis Prater, salutem et Apostolicam Benedictionem. Nuntiatum est Nobis temet nuper quinquagesimum a suscepto sacerdotio annum feliciter explevisse simulque quinque ab inito episcopatu lustra proxime esse celebraturum. Quae quidem duplicis eventus faustitas praeclaram Nobis affert opportunitatem publice tibi benevolentiam Nostram confirmandi tuamque ac tuorum laetitiam Nostris votis adaugendi. Inde enim a sacerdotii primordiis ad hanc usque aetatem ipse in nobilem Ecclesiae famulatum et Apostolicae ipsius Sedis utilitatem tua studia curasque tribuisti. Postquam enim aetate fior ens in hisce aedibus Vaticanis ad officium pro negotiis Ecclesiae ordinariis per plures annos adscitus fuisti, Nobis Ipsis Apostolici Nuntii munus Berolini, in urbe Germaniae capite, gerentibus adiutricem operam contulisti. Quinque autem ac viginti abhinc annos archiepiscopali auctus dignitate, Apostolicum Nuntium egisti antea in Bolivia atque in Venetiola, deinde brevi tempore propter saevientis belli vicissitudines in Lithuania, tum in Costarica, denique in Cubana ista republica, ubi adhuc ver saris. Quapropter tibi, Venerabilis Frater, de sacro atque episcopali munere tam diu gesto

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ex animo gratulamur, proximamque utriusque eventus celebrationem Nostris votis ominibusque prosequimur. Quo interea publica sollemnia utiliora christiano populo exsistant, tibi ultro facultatem largimur, ut, die constituta, Sacro pontificali ritu peracto, nomine Nostro Nostraque auctoritate benedicas, plenariam indulgentiam iisdem proponens, ad Ecclesiae praescripta lucrandam. Superni autem auxilii in auspicium atque praecipuae caritatis Nostrae pignus, Apostolicam Benedictionem tibi, Venerabilis Frater, tuisque laborum sociis peramanter in Domino impertimus. Datum Romae apud Sanctum Petrum, die II mensis Februarii, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri duodevicesimo. P I U S PP. X I I

ALLOCUTIO Summus Pontifex, coram praeclaris medicis, cMrurgis atque studiosis, quaesitis respondit de catholica doctrina quoad anaesthesiam, a Societate Italica de anaesthesiologia propositis. *

Trois questions religieuses et morales concernant l'analgsie Le I X Congrs National de la Societ Italiana di Anestesiologa, qui s'est tenu Rome du 15 au 17 octobre 1956, Nous a pos, par l'intermdiaire du Prsident du Comit organisateur, le Professeur Piero Mazzoni, trois questions, qui portent sur les implications religieuses et morales de l'analgsie au regard de la loi naturelle, et surtout de la doctrine chrtienne contenue dans l'Evangile et propose par l'Eglise. Ces questions, d'un intrt incontestable, ne manquent pas de soulever chez les hommes d'aujourd'hui des ractions intellectuelles et affectives ; chez les chrtiens en particulier se manifestent cet gard des tendances fort divergentes. Les uns approuvent sans rserve la pratique de l'analgsie ; d'autre seraient enclins la rejeter sans nuances, parce qu'elle contredirait l'idal de l'hrosme chrtien ; d'autres encore, sans rien sacrifier de cet idal, sont prts adopter une position de compromis.
e

* Habita die 24 Februarii mensis, a. 1957.


9 - ACTA, vol. XXIV, n. 3. 27-3-1957.

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C'est pourquoi on Nous demande d'exprimer Notre pense au sujet des points suivants : 1. Existe-t-il une obligation morale gnrale de refuser, l'analgsie et d'accepter la douleur physique par esprit de foi? 2. La privation, de la conscience et de l'usage des facults suprieures provoque par les narcotiques est-elle compatible avec l'esprit de l'Evangile? 3. L'emploi de narcotiques est-il licite pour des mourants ou des malades en pril de mort, supposer qu'il existe pour cela une indication clinique? Peut-on les utiliser mme si l'attnuation de la douleur s'accompagne probablement d'un abrgement de la vie?

Nature, origine et dveloppement de Vanesthsie

L'avnement de la chirurgie moderne fut marqu au milieu du sicle dernier par deux faits dcisifs : l'introduction de l'antisepsie par Lister, aprs que Pasteur eut prouv le rle des germes dans le dclenchement des infections, et la dcouverte d'une mthode efficace d'anesthsie. Avant qu'Horace Wells eut song utiliser le protoxyde d'azote pour endormir les patients, les chirurgiens taient obligs de travailler rapidement, sommairement, sur un homme qui se dbattait en proie d'atroces souffrances. La pratique de l'anesthsie gnrale allait rvolutionner cet tat de choses et permettre des interventions longues, dlicates, et parfois d'une audace tonnante; elle assurait en effet tant au praticien qu'au patient les conditions primordiales de calme, de tranquillit et le sileiice musculaire indipensable la prcision et la scurit de tout acte chirurgical. Mais elle imposait en mme temps une surveillance attentive sur les activits physiologiques essentielles de l'organisme. L'anesthsique en effet envahit les cellules et rduit leur mtabolisme, il supprime les rflexes de dfense et ralentit la vie du sujet dj compromise plus ou moins gravement par la maladie et par le traumatisme opratoire. Pleinement absorb par son travail, le chirurgien devait en outre tenir compte chaque instant des conditions gnrales de son patient : responsabilit lourde surtout en cas d'oprations particulirement graves. Aussi a-t-on vu depuis quelques annes se dvelopper une nouvelle spcialisation mdicale, celle d'anesthsiste, appele jouer un rle croissant dans l'organisation hospitalire moderne.

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Rle de l'anesthsiste Rle souvent effac, presque inconnu du grand public, moins brillant que celui du chirurgien, mais essentiel lui aussi. C'est entre ses mains, en effet, que le malade confie sa vie, pour qu'il lui fasse traverser avec la plus grande scurit possible le moment pnible de l'intervention chirurgicale. L'anesthsiste doit d'abord prparer le patient, mdicalement et psychologiquement. Il s'informe avec soin des particularits de chaque cas, afin de prvoir les difficults ventuelles, que causerait la faiblesse de tel ou tel organe ; il inspire confiance au malade, sollicite sa collaboration, lui donne une mdication destine le calmer et prparer l'organisme. C'est lui qui, suivant la nature et la dure de l'opration, choisit l'anesthsique le mieux adapt et le moyen de l'administrer. Mais surtout, au cours de l'intervention, il lui incombe de surveiller troitement l'tat du patient; il reste, pour ainsi dire, l'afft des symptmes les plus lgers, pour savoir exactement le degr atteint par l'anesthsie et suivre les ractions nerveuses, le rythme de la respiration et la pression sanguine, afin de prvenir toute complication possible, spasmes laryngs, convulsions, troubles cardiaques ou respiratoires. Quand l'opration se termine, commence la partie la plus dlicate de son travail : aider le patient reprendre ses sens, viter les incidents, tels que l'obstruction des voies respiratoires et les manifestations de shock, administrer des liquides physiologiques. L'anesthsiste doit donc unir, la connaissance parfaite des techniques de son art, de grandes qualits de sympathie, de comprhension, de dvoment, non seulement en vue de favoriser toutes les dispositions psychologiques utiles au bon tat du malade, mais aussi par un sentiment de vraie et profonde charit humaine et chrtienne.

Varit et progrs des anesthsiques Pour accomplir sa tche, il dispose aujourd'hui d'une gamme trs riche de produits, dont les nns sont connus depuis longtemps et ont subi avec succs l'preuve de l'exprience, tandis que d'autres, fruit de recherches rcentes, apportent leur contribution particulire la solution de ce problme ardu : supprimer la douleur sans provoquer de dommage l'organisme. Le protoxyde l'azote, dont Horace Wells ne parvint pas faire reconnatre les mrites, lors de l'exprience ralise l'Hpital de Boston en 1845, conserve toujours une place honorable parmi les agents

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couramment en usage dans l'anesthsie gnrale. Avec l'ther, dj utilis par Crawford Long en 1842, Thomas Morton exprimentait en 1846, dans le mme hpital, mais avec plus de bonheur que son collgue Wells. Deux ans plus tard, le chirurgien cossais James Simpson prouvait l'efficacit du chloroforme; mais ce sera le londonien John Snow qui contribuera le plus en propager l'emploi. Une fois passe la priode initiale d'enthousiasme, les dfauts de ces trois premiers anesthsiques se rvlrent clairement ; mais il fallut attendre la fin du sicle pour qu'apparaisse un nouveau produit, le chlorure d'thyle, insuffisant d'ailleurs lorsqu'on dsire une narcose prolonge. En 1924, Luckhardt et Carter dcouvraient l'thylne, le premier gaz anesthsique qui soit le rsultat d'une recherche systmatique de laboratoire, et, cinq ans aprs entrait en usage le cyclopropane, d aux travaux de Henderson, Lucas et rown : son action rapide et profonde exige de qui l'utilise une connaissance parfaite de la mthode circuit ferm. Si l'anesthsie par inhalation possde une suprmatie bien tablie, elle affronte depuis un quart de sicle la concurrence croissante de la narcose intraveineuse. Plusieurs essais tents auparavant avec l'hydrate de chloral, la morphine, l'ther, l'alcool thylique, ne donnrent que des rsultats peu encourageants, et parfois mme dsastreux. Mais a partir de 1925, les composs barbituriques entrent dans l'exprimentation clinique et s'affirment nettement, aprs que l'vipan eut dmontr les avantages incontestables de ce type d'anesthsiques. Avec eux, on vite les inconvnients de la mthode par voie respiratoire, l'impression dsagrable de suffocation, les dangers de la priode d'induction, la nause au rveil et les lsions organiques. Le pentothal sodique, introduit en 1934 par Lundy, assura le succs d' finitif et la diffusion la plus large de ce mode d'anesthsie. Dsormais les barbituriques seront utiliss, soit seuls pour des interventions (Je brve dure, soit en anesthsie combine avec l'ther et le cyclopropane, dont ils abrgent la priode d'induction et permettent de rduire la dose et les inconvnients ; parfois on les utilise comme agent principal et l'on compense leurs dfauts pharmacologiques par l'usage du protoxyde d'azote et de l'oxygne. La chirurgie cardiaque La chirurgie cardiaque, qui enregistre depuis quelques annes des progrs spectaculaires, pose l'anesthsiste des problmes particulirement ardus. Elle spose en effet, comme condition gnrale, la possi-

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bilit d'interrompre la circulation du sang pendant un temps plus ou moins long. De plus, comme elle intresse un organe extrmement sensible, et dont l'intgrit fonctionnelle est souvent srieusement compromise, l'anesthsiste doit viter tout ce qui alourdirait le travail du cur. Dans le cas de stnose mitrale, par exemple, il prviendra les ractions psychiques et neurovgtatives du sujet par une mdication pralable sdative. Il vitera la tachycardie, grce une pranesthsie profonde avec un faible bloc parasympathique; au moment de la commissurotomie, il rduira par une oxygnation abondante le pril d'anoxye et surveillera troitement le pouls et les courants d'action cardiaque. Mais, pour tre menes bien, d'autres interventions requirent la possibilit pour le chirurgien de travailler sur un cur exsangue et d'interrompre la circulation bien au del des trois minutes qui, normalement, marquent l'apparition de lsions irrversibles du cerveau et des fibres cardiaques. Pour remdier l'un des dfauts congnitaux les plus frquents, la persistance du trou de Botai, on utilisa ds 1948 la technique chirurgicale dite ciel couvert , qui prsentait les risques vidents de toute manuvre faite l'aveugle. Maintenant deux mthodes nouvelles, l'hypothermie et l'emploi du cur artificiel permettent d'oprer sous vision directe, et ouvrent ainsi dans ce domaine de brillantes perspectives. On a constat, en effet, que l'hypothermie s'accompagne d'une diminution de la consommation d'oxygne et de la production d'anhydride carbonique proportionnelle l'abaissement de la temprature du corps. En pratique, on ne descendra pas en dessous de 25 degrs, afin de ne pas altrer la contractibilit du muscle cardiaque, et surtout pour ne pas augmenter l'excitabilit de la fibre myocardique et le danger de dterminer une fibrillation ventriculaire difficilement rversible. La mthode d'hypothermie permet de provoquer un arrt de la circulation, qui dure de huit dix minutes sans dtruire les cellules nerveuses du cerveau. Cette dure peut encore tre allonge par l'utilisation de machines cardio-pulmonaires, qui prlvent le sang veineux, le purifient, lui apportent de l'oxygne et le renvoient dans l'organisme. Le fonctionnement de ces appareils exige des oprateurs un entranement soign et s'accompagne de contrles multiples et minutieux. L'anesthsiste remplit alors une tche plus lourde, plus complexe et dont l'excution parfaite est une condition indispensable du succs. Mais les rsultats dj acquis permettent d'esprer pour l'avenir une large extension de ces nouvelles mthodes. Il est normal que, devant les ressources si varies, qu'offre la mdecine moderne pour viter la douleur, et le dsir si naturel d'en tirer tout

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Commentarium

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le parti possible, des questions de conscience surgissent. Vous avez bien voulu Nous en proposer quelques-unes, qui vous intressent particulirement. Mais avant d'y rpondre, Nous voudrions faire observer brivement que d'autres problmes moraux rclament aussi l'attention de l'anesthsiste ; surtout celui de sa responsabilit l'gard de la vie et de la sant du malade ; car celles-ci parfois ne dpendent pas moins de lui que du chirurgien. A ce propos, Nous avons dj relev plusieurs reprises, et notamment dans le discours du 30 septembre 1954 la huitime Assemble de l'Association Mdicale Mondiale, que l'homme ne peut tre pour le mdecin un simple objet d'expriences, sur lequel on essaierait les mthodes et pratiques mdicales nouvelles.
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Nous passons maintenant l'examen des questions proposes.

I Sur Vobligation morale gnrale de supporter la douleur physique Vous demandez donc en premier lieu., s'il y a une obligation morale gnrale de supporter la douleur physique. Pour rpondre avec plus d'exactitude votre question, Nous y distinguerons plusieurs aspects. Et d'abord, il est vident qu'en certains cas, l'acceptation de la douleur physique comporte une obligation grave. Ainsi toutes les fois qu'un homme est plac devant l'alternative inluctable de supporter une souffrance ou de transgresser un devoir moral par action ou par omission, il est tenu en conscience d'accepter la souffrance. Les martyrs ne pouvaient viter les tortures ni la mort, sans renier leur foi ou sans chapper l'obligation grave de la confesser un moment donn. Mais il n'est pas ncessaire de remonter jusqu'aux martyrs ; on trouve l'poque actuelle des exemples magnifiques de chrtiens qui, des semaines, des mois et des annes durant, supportent la douleur et la violence physique, afin de rester fidles Dieu et leur conscience.

L'acceptation libre et la recherche de la douleur Votre question toutefois ne se rfre pas cette situation ; elle envisage plutt l'acceptation libre et la recherche de la douleur cause de son sens et de sa finalit propre. Pour en citer tout de suite un exemple concret, rappelons l'allocution que Nous avons prononce le 8 janvier
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Cfr. A. A. S., vol. X X X X V I (1954) pag. 587 ss.

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1956 a propos des nouvelles mthodes d'accouchement sans douleur. On demandait alors si, en vertu du texte de l'Ecriture : <( Tu enfanteras dans la douleur, la mre tait oblige d'accepter toutes les souffrances et de refuser l'analgsie par des moyens naturels ou artificiels. Nous avons rpondu qu'il n'existait aucune obligation de ce genre. L'homme conserve, mme aprs la Chute, le droit de dominer les forces de la nature, de les utiliser son service, et donc de mettre profit toutes les ressources qu'elle lui offre pour viter ou supprimer la douleur physique. Mais Nous avons ajout que, pour le chrtien, celle-ci ne constitue pas un fait purement ngatif, qu'elle est associe au contraire des valeurs religieuses et morales leves, et peut donc tre voulue et cherche, mme s'il n'existe pour cela aucune obligation morale dans tel ou tel cas particulier. Et Nous continuions : La vie et la souffrance du Seigneur, les douleurs que tant de grands hommes ont supportes et mme cherches, grce auxquelles ils ont mri, grandi jusqu'aux sommets de l'hrosme chrtien, les exemples quotidiens d'acceptation rsigne de la croix, que Npus avons sous les yeux, tout cela rvle la signification de la souffrance, de l'acceptation patiente de la douleur dans l'conomie actuelle du salut, pendant le temps de cette vie terrestre .
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Sur le devoir de renoncement et de purification intrieure En outre le chrtien est tenu de mortifier sa chair et de travailler a se purifier intrieurement, parce qu'il n'est pas possible, la longue, d'viter le pch et de s'acquitter fidlement de tous ses devoirs, si l'on refuse cet effort de purification et de mortification. Dans la mesure o la matrise de soi et des tendances drgles est impossible conqurir sans l'aide de la douleur physique, celle-ci devient donc une ncessit et il faut l'accepter; mais pour autant qu'elle n'est pas requise cette fin, on ne peut affirmer qu'il existe ce sujet un devoir strict. Le chrtien n'est donc jamais oblig de la vouloir pour elle-mme ; il la considre comme un moyen plus ou moins adapt, suivant les circonstances, au but qu'il poursuit. Sur l'invitation une plus haute perfection Au lieu de considrer le point de vue de l'obligation stricte, on peut aussi envisager celui des exigences poses par la foi chrtienne, l'invitation une perfection plus grande qui ne s'impose pas sous peine de p2

Cfr. A. A. S., vol. X X X X V I I I (1956) pag. 82 ss. Gen. 3, 16. Cfr. A. A. 8. ib. pag. 92.

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ch. Le chrtien est-il tenu d'accepter la douleur physique pour ne pas se mettre en contradiction avec l'idal que lui propose sa foi? La refuser n'implique-t-il pas un manque d'esprit de foi? S'il est incontestable que le chrtien prouve le dsir d'accepter et mme de rechercher la douleur physique pour mieux participer la passion du Christ, renoncer au monde et aux satisfactions sensibles et mortifier sa chair, il importe toutefois d'interprter correctement cette tendance. Ceux qui la manifestent extrieurement ne possdent pas ncessairement Phrosme chrtien vritable ; mais il serait aussi erron d'affirmer que ceux, qui ne la manifestent pas, en sont dpourvus. Cet hrosme peut en effet se traduire de bien d'autres manires. Lorsqu'un chrtien, jour aprs jour, du matin au soir, s'acquitte de tous les devoirs qui lui imposent son tat, sa profession, les commandements de Dieu et des hommes, lorsqu'il prie avec recueillement, travaille de toutes ses forces, rsiste aux passions mauvaises, manifeste au prochain la charit et le dvoment qu'il lui doit, supporte virilement, sans murmurer, tout ce que Dieu lui envoie; sa vie est toujours sous le signe de la Croix du Christ, que la souffrance physique y soit prsente ou non, qu'il la supporte ou l'vite par des moyens licites. Mme si l'on ne considre que les obligations lui incombant sous peine de pch, un homme ne peut vivre ni accomplir son travail quotidien en chrtien, sans tre constamment prt au sacrifice et, pour ainsi dire, sans se sacrifier continuellement. L'acceptation de la douleur physique n'est qu'une manire, parmi beaucoup d'autres, de signifier ce qui constitue l'essentiel : la volont d'aimer Dieu et de le servir en toutes choses. C'est dans la perfection de cette disposition volontaire que consiste avant tout la qualit de la vie chrtienne et son hrosme.

Motifs qui permettent d'viter la douleur physique Quels sont les motifs qui permettent dans les cas d'espce d'viter la douleur physique sans entrer en conflit avec une obligation grave ou avec l'idal de la vie chrtienne? On pourrait en numrer un grand nombre; mais, malgr leur diversit, ils se ramnent finalement au fait qu' la longue, la douleur empche l'obtention de biens et d'intrts suprieurs. Il peut se faire qu'elle soit prfrable pour telle personne dtermine et dans telle situation concrte ; mais en gnral, les dommages qu'elle provoque forcent les hommes se dfendre contre elle; sans doute ne la fera-t-on jamais disparatre compltement de l'humanit; mais on peut contenir en de plus troites limites ses effets nocifs. Ainsi, comme on

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matrise une force naturelle pour en tirer parti, le chrtien utilise la souffrance comme un stimulant dans son effort d'ascension spirituelle et de purification, afin de mieux s'acquitter de ses devoirs et de mieux rpondre l'appel d'une plus haute perfection ; c'est a chacun d'adopter les solutions convenant son cas personnel, selon les aptitudes ou dispositions susdites, dans la mesure o sans empcher d'autres intrts et d'autres biens suprieurs elles sont un moyen de progrs dans la vie intrieure, de plus parfaite purification, d'accomplissement plus fidle du devoir, de plus grande promptitude suivre les impulsions divines. Pour s'assurer que tel est bien le cas, on consultera les rgles de la prudence chrtienne et les avis d'un directeur de conscience expriment.

Conclusions et rponses la premire question Vous tirerez aisment de ces rponses des orientations utiles pour votre action pratique. 1. Les principes fondamentaux de l'anesthsiologie, comme science et comme art, et la fin qu'elle poursuit, ne soulvent pas d'objection. Elle combat des forces qui, bien des gards, produisent des effets nuisibles et entravent un plus grand bien. 2. Le mdecin, qui en accepte les mthodes, n'entre en contradiction ni avec l'ordre moral naturel, ni avec l'idal spcifiquement chrtien. Il cherche, selon l'ordre du Crateur, soumettre la douleur au pouvoir de l'homme, et utilise pour cela les acquisitions de la science et de la technique, selon les principes que Nous avons noncs et qui guideront ses dcisions dans les cas particuliers. 3. Le patient dsireux d'viter ou de calmer la douleur peut, sans inquitude de conscience, utiliser les moyens trouvs par la science et qui, en eux-mmes, ne sont pas immoraux. Des circonstances particulires peuvent imposer une autre ligne de conduite ; mais le devoir de renoncement et de purification intrieure qui incombe aux chrtiens, n'est pas un obstacle l'emploi de l'anesthsie, parce qu'on peut le remplir d'une autre manire. La mme rgle s'applique aussi aux exigences surrogatoires de l'idal chrtien.
* Cfr. Gen. 1, 28.
5

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Officiale

II Sur la narcose et la privation totale ou partielle de la conscience de soi Votre deuxime question concernait la narcose et la privation totale ou partielle de la conscience de soi au regard de la morale chrtienne. Vous l'nonciez ainsi : L'abolition complte de la sensibilit sous toutes ses formes (anesthsie gnrale), ou la diminution plus ou moins grande de la sensibilit douloureuse (hypo- et analgsie), s'accompagnent toujours respectivement de la disparition ou de la diminution de la conscience et des facults intellectuelles les plus leves (mmoire, processus d'association, facults critiques etc.) : ces phnomnes qui rentrent dans le cadre habituel de la narcose chirurgicale et de l'analgsie pr-et postopratoire sont-ils compatibles avec l'esprit de l'Evangile? . L'Evangile rapporte qu'immdiatement avant la crucifixion, on offrit au Seigneur du vin ml de fiel, sans doute pour attnuer ses souffrances. Aprs l'avoir got, il ne voulut pas le boire, parce qu'il voulait souffrir en pleine conscience, accomplissant ainsi ce qu'il avait dit Pierre lors de l'arrestation : Ne boirai-je pas le calice que mon Pre m'a prpar .
7 6

Calice si amer, que Jsus avait suppli dans l'angoisse de son me : Pre, carte ce calice de moi ! Mais que ta volont se fasse et non la mienne ! . L'attitude du Christ envers sa passion, telle que la rvlent ce rcit et d'autres passages de l'Evangile, permet-elle au chrtien d'accepter la narcose totale ou partielle? Puisque vous considrez la question sous deux aspects, Nous examinerons successivement la suppression de la douleur, et la diminution ou la suppression totale de la conscience et de l'usage des facults suprieures. Disparition de la douleur La disparition de la douleur dpend, comme vous le dites, soit de la suppression de la sensibilit gnrale (anesthsie gnrale), soit d'un abaissement plus ou moins marqu de la capacit de souffrir (hypo- et analgsie). Nous avons dj dit l'essentiel sur l'aspect moral de la suppression de la douleur. Il importe peu, au regard du jugement religieux
6

Cfr.

MATTH.

27,

34.

Io. 18, 11.


Cfr. MATTH. 26, 38, 39; Luc. 22, 42-44.

Cfr. Luc. 12, 50.

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et moral, qu'elle soit cause par une narcose ou par d'autres moyens : dans ls limites indiques elle ne soulve pas d'objection et reste compatible avec l'esprit de l'Evangile. Dautre part il ne faut pas nier ni sousestimer la fait que l'acceptation volontaire (obligatoire ou non) de la douleur physique, mme l'occasion d'interventions chirurgicales, puisse manifester un hrosme lev et tmoigne souvent en ralit d'une imitation hroque de la passion du Christ, Toutefois cela ne signifie pas qu'elle en soit un lment indispensable; dans les interventions importantes surtout, ir n'est pas rare que l'anesthsie s'impose pour d'autres motifs et le chirurgien ou le patient ne pourraient s'en passer sans manquer la prudence chrtienne. Il en va de mme de l'analgsie pr- et post-opratoire.

Suppression ou diminution de la conscience et de l'usage des facults suprieures Vous parlez ensuite de la diminution ou de la suppression de la conscience, de l'usage des facults suprieures, comme de phnomnes accompagnant la perte de la sensibilit. D'habitude, ce que vous voulez obtenir c'est prcisment cette perte de sensibilit ; mais souvent il est impossible de la provoquer sans produire en mme temps l'inconscience totale ou partielle. Hors du domaine chirurgical, cette relation est souvent inverse, non seulement en mdecine, mais aussi en psychologie et dans le enqutes criminelles. On prtend ici dterminer une baisse de la conscience et, par l, des facults suprieures, de manire paralyser les mcanismes psychiques de contrle, que l'homme utilise constamment pour se matriser et se conduire ; il s'abandonne alors sans rsistance au jeu des associations d'ides, des sentiments et impulsions volitives. Les dangers d'une telle situation sont vidents; il peut mme arriver qu'on libre ainsi des pousses instinctives immorales. Ces manifestations du second stade de la narcose sont bien connues, et actuellement on s'efforce de les empcher par l'administration prable de narcotiques. L'arrt des dispositifs de contrle s'avre particulirement dangereux, quand il provoque la rvlation des secrets de la vie prive, personnelle ou familiale, et de la vie sociale. Il ne suffit pas que le chirurgien et tous ses aides soient tenus non seulement au secret naturel (secretum naturale), mais aussi au secret professionnel (secretum officiale, secretum commissum) l'gard de tout ce qui se passe dans la salle d'opration. Il y a certains secrets, qui ne doivent tre rvls personne, mme pas,

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comme le dit une formule technique : uni vero prudenti et silentii tenaci . Nous l'avons dj soulign dans Notre allocution du 15 avril 1953 sur la psychologie clinique et la psychanalyse. toire, afin d'viter ces inconvnients. Notons d'abord que dans le sommeil, la nature elle-mme interrompt plus ou moins compltement l'activit intellectuelle. Si, dans un sommeil pas trop profond, l'usage de la raison ( usus rationis ) n'est pas entirement aboli et que l'individu puisse encore jouir de ses facults suprieures ce que St Thomas d'Aquin avait dj not ,
X 1 10

Aussi ne peut-on

qu'approuver l'utilisation de narcotiques dans la mdication pre-opra-

le som-

meil exclut cependant le <( dominium rationis , le pouvoir en vertu duquel la raison commande librement l'activit humaine. Il ne s'ensuit pas, si l'homme s'abandonne au sommeil, qu'il agisse contre l'ordre moral en se privant de la conscience et de la matrise de soi par l'usage des facults suprieures. Mais il est certain aussi qu'il peut y avoir des cas (et il s'en prsente souvent), dans lesquels l'homme ne peut s'abandonner au sommeil, mais doit rester en possession de ses facults suprieures, pour s'acquitter d'un devoir moral qui lui incombe. Parfois, sans y tre tenu par un devoir strict, l'homme renonce au sommeil pour rendre des services non obligatoires ou pour s'imposer un renoncement en vue d'intrts moraux suprieurs. La suppression de la conscience par le sommeil naturel n'offre donc en soi nulle difficult; cependant il est illicite de l'accepter, quand elle entrave l'accomplissement d'un devoir moral. Le renoncement au sommeil naturel peut tre en outre dans l'ordre moral expression et mise en acte d'une tendance non obligatoire vers la perfection morale.

De l'hypnose Mais la conscience de soi peut aussi tre altre par des moyens artificiels. Qu'on obtienne ce rsultat par l'administration de narcotiques ou par l'hypnose (qu'on peut appeler un analgsique psychique), cela ne comporte aucune diffrence essentielle au point de vue moral. L'hypnose cependant, mme considre uniquement en elle-mme, est soumise certaines rgles. Qu'il Nous soit permis ce propos de rappeler la brve allusion l'usage mdical de l'hypnose que Nous avons faite au
10

Cfr. A. A. S., vol. X X X X V I (1953) pag. 278 ss. S. T H . p.


1

1 1

q. 84 a. 8.

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dbut de l'Allocution du 8 janvier 1956 sur l'accouchement naturel indolore.


12

Dans la question qui Nous occupe prsent, il s'agit d'une hypnose pratique par le mdecin, au service d'une fin clinique, en observant les prcautions que la science et l'thique mdicales requirent tant du mdecin qui l'emploie que du patient qui s'y soumet. A cette utilisation dtermine de l'hypnose s'applique le jugement moral que Nous allons formuler sur la suppression de la conscience. Mais Nous ne voulons pas que l'on tende purement et simplement l'hypnose en gnral ce que Nous disons de l'hypnose au service du mdecin. Celle-ci en effet, en tant qu'objet de recherche scientifique, ne peut tre tudie par n'importe qui, mais seulement par un savant srieux, dans les limites morales valables pour toute activit scientifique. Ce n'est pas le cas d'un cercle quelconque de lacs ou d'ecclsiastiques, qui s'en occuperaient comme d'un sujet intressant, titre de pure exprience, ou mme par simple passe-temps.

Sur la licit de la suppression et de la diminution de la conscience Pour apprcier la licit de la suppression et de la diminution de la conscience, il faut considrer que l'action raisonnable et librement ordonne une fin constitue la caractristique de l'tre humain. L'individu ne pourra, par exemple, accomplir son travail quotidien, s'il reste plong constamment dans un tat crpusculaire. De plus, il est tenu de conformer toutes ses actions aux exigences de l'ordre moral. Etant donn que les dynamismes naturels et les instincts aveugles sont impuissants assurer par eux-mmes une activit ordonne, l'usage de la raison et des facults suprieures s'avre indispensable, tant pour percevoir les normes prcises de l'obligation, que pour les appliquer aux cas particuliers. De l dcoule l'obligation morale de ne pas se priver de cette conscience de soi sans vraie ncessit. 11 s'ensuit qu'on ne peut troubler la conscience ou la supprimer dans le seul but de se procurer des sensations agrable, en s'adonnant l'ivresse e en absorbant des poisons destins procurer cet tat, mme si l'on recherche uniquement une certaine euphorie. Au del d'une dose dtermine, ces poisons causent un trouble plus ou moins marqu de la conscience et mme son obscurcissement complet. Les faits dmontrent que l'abus des stupfiants conduit l'oubli total des exigences les plus
12

Cfr. A. A. 8., vol. X X X X V I I I (1956) pag. 82 ss.

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fondamentales de la vie personnelle et familiale. Ce n'est donc pas sans raison que les pouvoirs publics interviennent pour rgler la vente et l'usage de ces drogues, afin d'viter la socit de graves dommages physiques et moraux. La chirurgie se trouve-t-elle dans la ncessit pratique de provoquer une diminution et mme une suppression totale de la conscience par la narcose? Au point de vue technique, la rponse cette question relve de votre comptence. Au point de vue moral, les principes formuls prcdemment en rponse votre premire question s'appliquent pour l'essentiel aussi bien la narcose qu' la suppression de la douleur. Ce qui compte en effet pour le chirurgien en tout premier lieu, c'est la suppression de la sensation douloureuse, non celle de la conscience. Quand celle-ci reste veille, les sensations douloureuses violentes provoquent aisment des ractions souvent involontaires et rflexes, capables d'entraner des complications indsirables et d'aboutir mme au collapsus cardiaque mortel. Prserver l'quilibre psychique et organique, viter qu'il ne soit violemment branl, constitue pour le chirurgien comme pour le patient un objectif important, que seule la narcose permet d'obtenir. Il est peine ncessaire de faire remarquer que, s'il fallait s'attendre ce que d'autres interviennent d'une manire immorale pendant que le malade est inconscient, la narcose susciterait des difficults graves, qui imposeraient des mesures adquates.

Les enseignements de VEvcmgile A ces rgles de morale naturelle, l'Evangile ajoute-t-il des prcisions et des exigences supplmentaires? Si Jsus-Christ au Calvaire a refus le vin ml de fiel, parce qu'il voulait en pleine conscience boire jusqu' la lie le calice que le Pre lui prsentait, il s'ensuit que l'homme doit accepter et boire le calice de douleur toutes les fois que Dieu le dsire. Mais il ne faudrait pas croire que Dieu le dsire toutes les fois que se prsente une souffrance supporter, quelles qu'en soient les causes et les circonstances. Les paroles de l'Evangile et le comportement de Jsus n'indiquent pas que Dieu veuille cela de tous les hommes et tout moment, et l'Eglise ne leur a nullement donn cette interprtation. Mais les faits et gestes du Seigneur gardent une signification profonde pour tous les hommes. Innombrables sont en ce monde ceux qu'oppriment des souffrances (maladies, accidents, guerres, flaux naturels), dont ils ne peuvent adoucir l'amertume. L'exemple du Christ sur le Golgotha, son refus

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d'adoucir ses douleurs, leur sont une source de consolation et de force. D'ailleurs, le Seigneur a averti les siens que ce calice les attend tous. Les Aptres, et aprs eux les martyrs par milliers, en ont tmoign et continuent en tmoigner glorieusement jusqu' ce jour. Souvent toutefois l'acceptation de la souffrance sans adoucissement ne reprsente aucune obligation et ne rpond pas une norme de perfection. Le cas se prsente rgulirement, quand existent pour cela des motifs srieux et que les circonstances n'imposent pas le contraire. On peut alors viter la douleur, sans se mettre aucunement en contradiction avec la doctrine de l'Evangile. Conclusion et rponse la deuxime question La conclusion des dveloppements prcdents peut donc se formuler ainsi : dans les limites indiques et si l'on observe les conditions requises, la narcose entranant une diminution ou une suppression de la conscience est permise par la morale naturelle et compatible avec l'esprit de l'Evangile. III Sur remploi d'analgsiques chez les mourants... Il Nous reste examiner votre troisime question : L'emploi d'analgsiques, dont l'usage mousse toujours la conscience, est-il permis en gnral, et pendant la priode post-opratoire en particulier, mme chez les moribonds et les patients en pril de mort, quand on a pour cela une indication clinique? Est-il permis mme en certains cas (porteurs de cancers inoprables, de maladies ingurissables), o l'attnuation de la douleur intolrable 'effectue probablement aux dpens de la dure de la vie, qui en est abrge? . Cette troisime question n'est au fond qu'une application des deux premires au cas spcial des mourants et l'effet particulier d'un abrgement de la vie. Que des mourants aient plus que d'autres l'obligation morale naturelle ou chrtienne d'accepter la douleur ou de refuser son adoucissement, cela ne ressort ni de la nature des choses ni des sources de la rvlation. Mais comme, selon l'esprit de l'Evangile, la souffrance contribue l'expiation des pchs personnels et l'acquisition de plus amples mrites, ceux dont la vie est en pril ont certes un motif spcial de l'accepter, car, avec la mort toute proche, cette possibilit de gagner de

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nouveaux mrites risque de disparatre bientt. Mais ce motif intresse directement le malade, non le mdecin qui pratique l'analgsie, supposer que le malade y donne son accord ou mme l'ait demand expressment. Il serait videmment illicite de pratiquer l'anesthsie contre la volont expresse du mourant (quand il est sui iuris ). Quelques prcisions s'avrent ici opportunes, car il n'est pas rare qu'on prsente ce motif d'une manire incorrecte. On tente parfois de prouver que les malades et les moribonds sont obligs de supporter des douleurs physiques pour acqurir plus de mrites, en se basant sur l'invitation la perfection, que le Seigneur adresse tous: Estote ergo vos perfecti, sicut et Pater vester coelestis perfectus est
1 3

ou sur les paroles de l'Aptre :


1 4

Haec est voluntas Dei, sanctificatio vestra .

Parfois on avance un

principe de raison, selon lequel aucune indiffrence ne serait permise l'gard de l'obtention (mme graduelle et progressive) de la fin dernire, vers laquelle l'homme tend ; ou le prcepte de l'amour de soi bien ordonn, qui imposerait de chercher les biens ternels dans la mesure o les circonstances de la vie quotidienne permettent de les atteindre ; ou mme le premier et plus grand commandement, celui de l'amour de Dieu par-dessus tout, qui ne laisserait aucun choix dans la mise profit des occasions concrtes offertes par la Providence. Or la croissance de l'amour de Dieu et de l'abandon sa volont ne procde pas des souffrances mmes, que l'on accepte, mais de l'intention volontaire soutenue par la grce ; cette intention, chez beaucoup de moribonds, peut s'affermir et devenir plus vive, si l'on attnue leurs souffrances, parce que celles-ci aggravent l'tat de faiblesse et d'puisement physique, entravent l'lan de l'me et minent les forces morales, au lieu de les soutenir. Par contre la suppression de la douleur procure une dtente organique et psychique, facilite la prire et rend possible un don de soi plus gnreux. Si des mourants consentent la souffrance, comme moyen d'expiation et source de mrites pour progresser dans l'amour de Dieu et l'abandon sa volont, qu'on ne leur impose pas d'anesthsie ; on les aidera plutt suivre leur voie propre. Dans le cas contraire, il ne serait pas opportun de suggrer aux mourants les considrations asctiques nonces plus haut, et l'on se souviendra qu'au lieu de contribuer l'expiation et au mrite, la douleur peut aussi fournir l'occasion de nouvelles fautes. Ajoutons quelques mots sur la suppression de la conscience de soi chez les mourants, dans la mesure o elle n'est pas motive par la douleur.
"
14

MATTH.

5,

48.

1 Thess. 4, 3.

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Puisque le Seigneur a voulu subir la mort en pleine conscience, le chrtien dsire l'imiter en cela aussi. L'Eglise d'ailleurs donne aux prtres et aux fidles un Ordo commendationis animae , une srie de prires, qui doivent aider les mourants quitter cette terre et entrer dans l'ternit. Mais si ces prires conservent leur valeur et leur sens, mme quand on les prononce prs d'un malade inconscient, elles apportent normalement qui peut y participer lumire, consolation et force. Ainsi l'Eglise laisse-t-elle entendre qu'il ne faut pas, sans raisons graves, priver le mourant de la conscience de soi. Quand la nature le fait, les hommes doivent l'accepter ; mais ils ne le feront pas de leur propre initiative, moins d'avoir pour cela de srieux motifs. C'est d'ailleurs le vu des intresss eux-mmes, lorsqu'ils ont la foi; ils souhaitent la prsence des leurs, d'un ami, d'un prtre, pour les aider bien mourir. Ils veulent garder la possibilit de prendre leurs dispositions ultimes, de dire une dernire prire, un dernier mot aux assistants. Les en frustrer, rpugne au sentiment chrtien, et mme simplement humain. L'anesthsie employe l'approche de la mort, dans le seul but d'viter au malade une fin consciente, serait non plus une acquisition remarquable de la thrapeutique moderne, mais une pratique vraiment regrettable. Votre question se posait plutt dans l'hypothse d'une indication clinique srieuse (par exemple, douleurs violentes, tats maladifs de dpression et d'angoisse). Le mourant ne peut permettre et encore moins demander au mdecin qu'il lui procure l'inconscience, si par l il se met hors d'tat de satisfaire des devoirs moraux graves, par exemple, de rgler des affaires importantes, de faire son testament, de se confesser. Nous avons dj dit que le motif de l'acquisition de plus grands mrites ne suffit pas en soi rendre illicite l'usage de narcotiques. Pour juger de cette licit, il faut aussi se demander si la narcose sera relativement brve (pour la nuit ou pour quelques heures) ou prolonge (avec ou sans interruption) et considrer si l'usage des facults suprieures reviendra certains moments, pour quelques minutes au moins ou pour quelques heures, et rendra au mourant la possibilit de faire ce que son devoir lui impose (p. ex. de se rconcilier avec Dieu). Par ailleurs, un mdecin consciencieux, mme s'il n'est pas chrtien, ne cdera jamais aux pressions de qui voudrait, contre le gr du mourant, lui faire perdre sa lucidit, afin de l'empcher de prendre certaines dcisions. Lorsqu'en dpit des obligations qui lui incombent, le mourant demande la narcose pour laquelle il existe des motifs srieux, un mdecin consciencieux ne s'y prtera pas, surtout s'il est chrtien, sans l'avoir invit
10 - ACTA, vol.
X X I V ,

n. 3. - 27-3-1957.

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par lui-mme ou mieux encore par l'intermdiaire d'autrui, remplir auparavant ses devoirs. Si le malade s'y refuse obstinment et persiste demander la narcose, le mdecin peut y consentir sans se rendre coupable de collaboration formelle la faute commise. Celle-ci, en effet, ne dpend pas de la narcose, mais de la volont immorale du patient; qu'on lui procure ou non l'analgsie, son comportement sera identique : il n'accomplira pas son devoir. Si la possibilit d'un repentir n'est pas exclue, on n'en possde toutefois aucune probabilit srieuse ; et mme qui sait s'il ne s'endurcira pas dans le mal? Mais si le mourant a rempli tous ses devoirs et reu les derniers sacrements, si des indications mdicales nettes suggrent l'anesthsie, si l'on ne dpasse pas dans la fixation des doses la quantit permise, si l'on a mesur soigneusement l'intensit et la dure de celle-ci et que le patient y consente, rien alors ne s'y oppose : l'anesthsie est moralement permise. ... et chez les malades inoprables ou ingurissables Faudrait-il y renoncer, si l'action mme du narcotique abrgeait la dure de la vie? D'abord toute forme d'euthanasie directe, c'est--dire l'administration de narcotique afin de provoquer ou de hter la mort, est illicite, parce qu'on prtend alors disposer directement de la vie. C'est un des principes fondamentaux d la morale naturelle et chrtienne, que l'homme n'est pas matre et possesseur, mais seulement usufruitier de son corps et de son existence. On prtend un droit de disposition directe, toutes les fois que l'on veut l'abrgement de la vie comme fin ou comme moyen. Dans l'hypothse que vous envisagez, il s'agit uniquement d'viter au patient des douleurs insupportables, par exemple, en cas de cancers inoprables ou de maladies ingurissables. Si entre la narcose et l'abrgement de la vie n'existe aucun lien causal direct, pos par la volont des intresss ou par la nature des choses (ce qui serait le cas, si la suppression de la douleur ne pouvait tre obtenue que par l'abrgement de la vie), et si au contraire l'administration de narcotiques entrane par elle-mme deux effets distincts, d'une part le soulagement des douleurs, et d'autre part l'abrgement de la vie, elle est licite; encore faut-il voir s'il y a entre ces deux effets une proportion raisonnable, et si les avantages de l'un compensent les inconvnients de l'autre. Il importe aussi d'abord de se demander si l'tat actuel de la science ne permet pas d'obtenir le mme rsultat, en employant d'autres moyens, puis de ne pas dpasser, dans l'utilisation du narcotique, les limites de ce qui est pratiquement ncessaire.

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Conclusion et rponse la troisime question En rsum, vous Nous demandez : La suppression de la douleur et de la conscience par le moyen des narcotiques (lorsqu'elle est rclame par une indication mdicale), est-elle permise par la religion et la morale au mdecin et au patient (mme l'approche de la mort et si l'on prvoit que l'emploi des narcotiques abrgera la vie)? . Il faudra rpondre : S'il n'existe pas d'autres moyens et si, dans les circonstances donnes, cela n'empche pas l'accomplissement d'autres devoirs religieux et moraux : Oui . Comme Nous l'avons dj expliqu, l'idal de l'hrosme chrtien n'impose pas, au moins d'une manire gnrale, le refus d'une narcose justifie par ailleurs, pas mme l'approche de la mort; tout dpend des circonstances concrtes. La rsolution plus parfaite et plus hroque peut se trouver aussi bien dans l'acceptation que dans le refus.

Exhortation

finale

Nous osons esprer que ces considrations sur l'analgsie, envisage du point de vue moral et religieux, vous aideront vous acquitter de vos devoirs professionnels avec un sens encore plus aigu de vos responsabilits. Vous dsirez rester entirement fidles aux exigences de votre foi chrtienne et y conformer en tout votre activit. Mais bien loin de concevoir ces exigences comme des restrictions, ou des entraves votre libert et votre initiative, voyez-y plutt l'appel une vie infiniment plus haute et plus belle, qui ne se peut conqurir sans efforts ni renoncements, mais dont la plnitude et la joie sont dj sensibles ici-bas pour qui sait entrer en communion avec la personne du Christ vivant dans son Eglise, l'animant de son Esprit, rpandant en tous ses membres son amour rdempteur qui seul triomphera dfinitivement de la souffrance et de la mort. Afin que le Seigneur vous comble de ses dons, Nous l'implorons pour vous-mmes, pour vos familles et vos collaborateurs et, de tout cur, Nous vous accordons Notre paternelle Bndiction Apostolique.

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ACTA SS. CONGREGATIONUM


SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS

I
PROVISIO ECCLESIARUM Sanctissimus Dominus Noster Pius Divina Providentia Papa X I I , successivis decretis Sacrae Congregationis Cnsitorialis, singulas quae sequuntur Ecclesias de novo Pastore dignatus est providere, nimirum i die k Ianuarii 1951. Cathedrali Ecclesiae Afogadensi da Ingzira, noviter erectae, R. D. Ioannem da Mota et Albuquerque, canonicum orna mentarium in dioecesi Nazarensi in Brasilia. die 8 Ianuarii. Metropolitanae Ecclesiae Albiensi Exc. P. D. Ioannem Emmanuelem Marqus, hactenus Episcopum titularem Siguitanum. die 12 Ianuarii. Cathedrali Ecclesiae Volaterranae Exc. P. D . Manuum Bergonzini, hactenus Episcopum titularem Medelitanum. die 15 Ianuarii. Cathedrali Ecclesiae Berolinensi Exc. P. D. Iulium Dpfner, hactenus Episcopum Herbipolensem. die 11 Ianuarii. Cathedrali Ecclesiae Goiasensi, noviter erectae, Exc. P. D. Candidum Penso, hactenus Episcopum titularem Coelenum. Cathedrali Ecclesiae Iataiensi, noviter erectae, Exc. P. D. Abelem Ribeiro Camelo, hactenus Episcopum titularem Curiensem. Cathedrali Ecclesiae Uruassuensi, noviter erectae, Exc. P. D. Franciscum Prada Carrera, hactenus Episcopum titularem Bisicensem. die 19 Ianuarii. Cathedrali Ecclesiae S. Ioannis Baptistae a Missionibus, noviter erectae, Exc. P. D. Raymundum Bogarn rgana, hactenus Episcopum titularem Bagenum. die 21 Ianuarii. Praelaturae nullius SS. Incarnationis et Paranensi Superiori, noviter erectae, R. P. Ioannem Wiesen, e Societate Verbi Divini. die 22 Ianuarii. Cathedrali Ecclesiae Camdensi Exc. P. D. Iustimm Iosephum Me Carthy, hactenus Episcopum titularem Doberitanum. die 25 Ianuarii. Cathedrali Ecclesiae Anglonensi-Tursiensi R. D.

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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Secundum Tagliabile, canonicum parochum Ecclesiae S. Bartholomaei in oppido vulgo Trino Vercellese . die 29 Ianuarii. Cathedrali Ecclesiae Valadarensi, noviter erectae, Revmum D. Herminium Malzone Hugo, Vicarium Generalem dioecesis Guaxupensis. die 2 Februarii. Titulari episcopali Ecclesiae Limatensi Revmum D. Gulielmum Bolatti, Vicarium Generalem archidioecesis Bonarensis et canonicum Capituli eiusdem Ecclesiae metropolitanae, quem deputavit Auxiliarem pro archidioecesi Bonaerensi Exc. P. D. Firmini Bautte, Archiepiscopi Cordubensis in Argentina et Administratoris Apostolici sede plena praefatae archidioecesis Bonarensis. die 3 Februarii. Cathedrali Ecclesiae Caesenatensi Exc. P. D. Augustum Gianfranceschi, hactenus Episcopum titularem Hemeriensem. Cathedrali Ecclesiae Hildesheiensi R. D. Henricum Janssen, parochum et decanum Sanctuarii vulgo Kevelaer in dioecesi Monasteriensi. die 5 Februarii. Titulari episcopali Ecclesiae Diocletianopolitanae in Palaestina R. D. Annibalem Marisevich Pleitas, parochum paroeciae vulgo Las Mercedes in civitate SS. Assumptionis in Paraquaria, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Ioannis Iosephi Annibalis Mena Porta, Archiepiscopi SS. Assumptionis. die 10 Februarii. Titulari episcopali Ecclesiae Samiensi R. P. D. Iosephum Olivotti, Antistitem Urbanum, Operis dioecesani pro Adsistentia Venetiarum Praesidem, quem deputavit Auxiliarem Emi ac Revmi P. D. Angeli Iosephi S. R. E. Card. Roncalli, Patriarchae Venetiarum. die 16 Februarii. Cathedrali Ecclesiae Cuneensi Exc. P. D. Guidonem Tonetti, hactenus Archiepiscopum titularem Chalcedonensem et Praelatum S. Luciae, cui servavit archiepiscopalem titulum ad personam. Cathedrali Ecclesiae Asculanae in Piceno R. P. D. Marcellum Morgante, Antistitem Urbanum, Archidiaconum Capituli Metropolitam Ravennatensis et Vicarium Generalem eiusdem Archidioecesis Ravennaiensis et dioecesis Cerviensis.

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Acta

Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

II
FORMULA S E R V A N D A IN RELATIONE DE STATU VICARIATUS CASTRENSIS C O N F I C I E N D A* Per Instructionem De Vicariis Castrensibus Sollemne semper, ab hac Sacra Congregatione Consistoriali die 23 mensis Aprilis anno 1951 editam, art. IX statutum fuit ut : Vicarius Castrensis de actis et de statu Vicariatus Castrensis tertio quoque anno huic S. Congregationi Relationem exhiberet. Quo vero expeditius Vicariis Castrensibus redderetur adimplendum mandatum, S. Congregationi Consistoriali curae fuit praesentem exarare formulam, quae, a Sanctissimo Domino Nostro Pio Divina Providentia PP. X I I adprobata, ab omnibus Vicariis Castrensibus in Relationibus conficiendis adhibenda erit. Triennia autem sunt fixa et communia atque computantur a die 2 Ianuarii 1952. Si annus pro exhibenda Relatione assignatus inciderit ex toto vel ex parte in primum annum ab inito munere, Vicarius Castrensis, pro ea vice, a conficienda et exhibenda Relatione abstinere potest.
1

CAPUT I De Vicariatu Castrensi 1. Quando erectus fuerit; qua lege regatur; quibusnam privilegiis praeditus sit. 2. Quaenam eius organica constitutio. 3. Quisnam, officio Vicarii Castrensis vacante, regimen Vicariatus Castrensis ex iure assumet. 4. Quot subditi militares numerentur mares; an et quot mulieres. 5. Quot subditi civiles. 6. Quot catholici in exercitu inveniantur. 7. Quibusnam in dicionibus versentur subditi.
* Relatio latino sermone conscribenda erit et ab ipso Vicario Castrensi subsignanda, adiectis die, mense et anno quibus data fuerit. In prima cuiusque Vicarii Castrensis Relatione ad singulas questiones, quae infra ponuntur, accurate et plene responderi debet. In Relationibus, quae primam sequentur, Vicarius Castrensis omittere poterit ea omnia quae immutata manserint.
1

A. A. S., XXXXI1I, pag. 562 s.

Sacra Congregatio Consistorialis

8. An et quaenam Religiones mulierum addicantur exercitui. 9. Qua ratione militum cappellanis conferatur munus : utrum ratione territorii an ratione partium exercitus seu agminis. 10. Quisnam Coelicolum, quando et quibusnam Litteris Apostolicis, coelestis apud Deum Patronus Vicariatus Castrensis constitutus fuerit. 11. An Vicarius Castrensis proprium confecerit Ordinem divini Officii recitandi Sacrique peragendi ad usum cappellanorum militum (Instructio : De Vicariis Castrensibus, V I I ) . 12. Quodnam habeatur Tribunal designatum et approbatum pro causis subditorum Vicariatus Castrensis; (ibidem I I I ) . 13. An a Gubernio civili comprobetur Vicariatus Castrensis ; qua lege. 14. An lex civilis a normis discrepet ab Apostolica Sede hac de re datis. 15. An haec discrepantia, si forte adsit, sacri ministerii exercitio quomodolibet obfuerit. CAPUT II De Curia Castrensi 16. Ubinam Curiae Castrensis sedes. 17. An aedes proprias habeat ; ad quem spectet earum dominium. 18. Exhibeatur conspectus eorum qui opem praestant in Curia Castrensi. 19. An adsit coetus consultorum. 20. An Curia archivum habeat ad tramitem can. 375-377 C. I. C. erectum et custoditum, et cum documentis et libris de quibus in can. 470, 3, et in Instructione, V I . 21. An secretum quoque habeatur archivum, vel saltem armarium obseratum, in quo scripturae secretae tute custodiantur. 22. Num Curia Castrensis bona habeat immobilia aut mobilia. 23. Quinam sint Curiae Castrensis proventus sive ex taxis sive ex aliis titulis. CAPUT I I I De Vicario Castrensi 24. Indicet Vicarius Castrensis nomen et cognomen suum, aetatem., originis locum, dioecesim cui sit adscriptus vel Institutum Religiosum ad quod forte pertineat, sacrae receptae ordinationis et, si sit Episcopus, consecrationis tempus.

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25. Quando ad officium fuerit electus. 26. An alio munere fungatur. 27. Quo gradu militaris dignitatis sit insignitus. 28. Quinam locus residentiae (urbs, via et numerus civicus), et quibuscum convivat. 29. An stipendio a Gubernio civili muneretur honestae substentationi sufficienti. 30. Quibus facultatibus praeditus sit: conficiat elenchum omnium facultatum indicando S. Dicasterium elargiens, concessionis tempus et Rescripti numerum. 31. Quibus utatur mediis ad subditos in catholica Religione instruendos et quomodo caveat ut leges ecclesiasticae notae fiant et fideliter ser ventur. 32. An praeter loca et res, archiva et libros, personas quoque cappellanorum et clericorum militarium visitaverit ut cognoscat quae sit uniuscuiusque vitae ratio, quae sacramentalis confessionis frequentia, etc. 33. An Conferentiis Episcoporum forte interfuerit. 34. Quomodo se habeat : cum Ordinariis locorum, cum Superioribus Ordinum vel Congregationum Religiosarum, cum civilibus et militaribus Magistratibus. 35. An sacra iurisdictio semper sarta tectaque servari potuerit. 36. Num casus sibi r eserva, ver it (can. 893 s). 37. Num et quas taxas imposuerit. 38. Num aere alieno gravetur. 39. An et quo fructu poenas irrogaverit in subditos. Casus graviores referat. 40. Significet Vicarius Castrensis caerimonias potiores, atque peculiaria festa quae in triennio in bonum spirituale subditorum promoverit.

CAPUT IV I - De militum cappellanis 41. Quot habeantur cappellani maiores seu directores ; quodnam horum nomen et munus ; quo gradu militari in lege civili cohonestatur ; in qua civitate habitualiter commorentur. 42. Quot sint pro copiarum varietate militum cappellani effectivi; quot auxiliares ; quot e clero saeculari ; quot e clero regulari ; an necessitatibus par sit eorum numerus.

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43. Iii quibusnam dicionibus et dioecesibus ministerium exerceant. 44. _An habeant quo honeste vivant. 45. Quomodo ipsis senibus aut infirmis provideatur. 46. Quaenam eorum conditio in lege civili. 47. Quaenam conditiones requirantur ut quis in cappellanorum numerum cooptetur (aetas, studiorum curriculum, etc.). 48. An professionem fidei secundum formulam ab Apostolica Sede probatam una cum iuramento antimodernistico ante susceptum munus unusquisque cappellanus praestiterit (Decret. S. Congregationis S. Officii 22 Martii 1918).
2

49. An militum cappellani Missam pro populo applicent (Instr., X I ) . rentur.

50. Utrum in locis militaribus an domi suae habitualiter commo-

51. An Vicarius Castrensis aliquid hac in re deplorandum detegerit. 52. Quo fructu Vicarius Castrensis curaverit ut militum cappellani ea adimplerent quae recensent : can. 125. circa sacramentalem confessionem et pietatis exercitia; can. 126, circa periodicum recessum et spiritualia exercitia; (ibidem XV) ; can. 131 circa conferentias cleri; (ibidem X V I I ) ; can. 133 circa cohabitationem cum mulieribus; can. 135 circa recitationem Officii divini ; an quibusdam privilegiis gaudeant vel indultis fruantur; can. 136 circa habitus ecclesiastici et tonsurae delationem; (ibidem XIV) ; can. 137 circa fideiussiones cavendas; can. 138, 140, 142 circa abstinentiam ab omnibus quae statum ecclesiasticum dedecent, a theatris et spectaculis mundanis et a negotiorum saecularium gestione. 53. An praestent eam quam can. 127 praescribit oboedientiam et reverentiam erga Ordinarium et erga Apostolicam Sedem; et si sint qui graviter deficiant eos Vicarius Castrensis denunciet. 54. An adsint militum cappellani qui cum scandalo diaria et ephe-

A. A. S., X, pag. 136. Cappellani militum sicut et Vicarius Castrensis minime tenentur obligatione

applicandi Missam pro populo; si vero stipem vel notabile emolumentum ex officio percipiant, Vicarius Castrensis imponere eis valebit ut Sacrificium Missae applicent saltem diebus can. 306 C. I. C. statutis ; quod et ipsi sit norma .

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merides vel libros legant quae dedecent ; qui factionibus politicis indebite se immisceant. Quod in horum maiorum remedium praestetur. 55. An et quo fructu aliquas ex canonicis poenis Vicarius Castrensis irrogaverit in militum cappellanos (can. 2298) ; casus graviores referat. 56. An militum cappellani satisfaciant quae praescribunt : can. 463, 4 circa gratuitum ministerium iis qui solvendo pares non sunt forte praestandum ; can. 467 circa sacramentorum administrationem et animarum salutis studium. can. 468 circa curam infirmorum ; can. 469 circa vigilantiam ne errores contra fidem et vitia subrepant et circa opera caritatis, fidei et pietatis instituenda et fovenda. Quaenam et qua ratione apostolatus formae provehantur. Potiora hac m re describantur gesta; can. 735 circa Sacra Olea a militum cappellanis loco decenti et tuto custodienda. 57. Circa SS. Eucharistiam : an militum cappellanis cura studiumque sit ut, iuxta can. 863, milites saepius et etiam cotidie pane Eucharistico reficiantur; ut iuxta can. 865 infirmi, dum plene sint compotes, sacrum Viaticum suscipiant. 58. Circa Extremam Unctionem : an cura sit ut hoc sacramentum ab infirmis recipiatur dum sui plene compotes sunt. 59. Circa catecheticam institutionem : quomodo impertiatur. 60. Circa Evangelii explanationem : an lex servetur can. 1344 statuta. 61. Circa sacras conciones : an sacrae conciones extraordinariae habeantur. 62. An militum cappellani aliquod offendiculum cum parochis habuerint in sacri ministerii exercitio ; an cum militum ducibus. 63. Quomodo res composita fuerit. 64. Num etiam ex parte ministrorum acatholicorum cura spiritualis praestetur militibus ; an aequo iure ac militum cappellani catholici.

II De militum cappellanis religiosis 65. An adsint militum cappellani religiosi; cuius sint Ordinis aut Congregationis Religiosae. 66. An serventur normae statutae in Instructione De Cappellanis

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militum religiosis a S. Congregatione de Religiosis edita die 2 Februarii 1955:


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circa nominationem ; (ibidem I, I I , V, 2) ; circa tempus muneris gerendi ; (ibidem I I I ) ; circa destinationem ; (ibidem V, 6, a, b, atque Instr. De Vicar. Castr., XIII) ; circa menstruum secessum in Domum religiosam; circa exercitia spiritualia et circa ferias. (Instr. De Capp. mil. relig. , V, 9 c. b. et d.). 67. An offendiculum cum Superioribus Religiosis forte habuerit Vicarius Castrensis. CAPUT V De religiosis mulieribus 68. Quaenam earum munera et in quibus institutis, praeter nosocomia, operam praestent. 69. An serventur canonicae leges circa confessarios. 70. An habitatione seu domo fruantur convenienti atque Religionis statutis congruenti; an adamussim serventur normae pro clausura statutae. 71. An cautum sit a periculis quae in exercendo munere obire contingat et an aliquid deplorandum obvenerit.

CAPUT VI De militibus

72. An adsint sacerdotes, clerici, sive in sacris sive non, et religiosi stipendia merentes. An sacerdotibus facultas detur Missam celebrandi. 73. Quinam eorum mores et fama. 74. An sacerdotes conferentiis adsint quae in loco commorationis a clero fiunt. 75. An aliquid acciderit deplorandum quod proprio sacerdotis Ordinario delatum fuerit. 76. Quibus curis coeteros clericos, sive saeculares sive regulares Vicarius Castrensis prosequatur.
4

A. A. S., X X X X V I I , pag. 93, s.

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77. An servetur praescriptum de litteris testimonialibus dandis (Instr. De Vicar. Oastr. X V I I I ) . 78. Dicatur quinam sint generatim militum catholicorum mores, quaenam vitae religiosae condiciones et quaenam agendi praxis. 79. An graves errores contra fidem inter milites serpant, vel aliqua superstitiosa aut a catholicis institutionibus aliena vigeat praxis. 80. Qua reverentia Summum Pontificem, Vicarium Castrensem et cappellanos militum prosequantur milites. 81. Quae sit observantia : can. 1248 circa praeceptum audiendi Sacrum et abstinendi ab operibus servilibus diebus festis; can. 859 circa communionem paschalem ; quot sunt qui, licet catholicam religionem profitentes, nihilominus eam negligant, facta proportione pro singulis centenis fidelium ; can. 863 circa frequentem Eucharistiae susceptionem ; can. 865 et 944 circa sanctum Viaticum et extremam unctionem : an sint, inter eos qui catholici censentur, qui haec sacramenta differant,, negligant aut etiam recusent et dicatur eorum numerus, habita proportione pro centenis. 82. An pro militibus lusoriae seu recreationis aulae constitutae sint. 83. Quaenam beneficia moralia ibi militibus praestentur. 84. An cura sit ut ibidem omnia rite honesteque procedant. 85. An et quantum ephemerides vel diaria obscena, irreligiosa, materialismum vulgantia aut liberalismum inter milites diffundantur. 86. Quid fiat ad tantum malum coercendum et quo fructu. 87. An adsint mulieres stipendia actu merentes seu copiis addictae. 88. An suis in contuberniis seu castris commorentur et quaenam earum sint munera in exercitu; an aliquid indecorum exoriatur; an abusus irrepserint. CAPUT V I I In regionibus SS. Congregationibus pro Ecclesia Orientali et de Propaganda Fide obnoxiis 89. An rite servatae fuerint normae quas S. Congregatio pro Ecclesia Orientali et S. Congregatio de Propaganda Fide pro suo territorio forte tulerint circa celebrationem matrimonii et circa administrationem ceterorum Sacramentorum. 90. An difficultates obortae sint in exercendo ministerio castrensi et qua ratione compositae.

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CAPUT VIII De Sacramentis De Baptismo : 91. Quoties baptismus administratus fuerit : pueris, adultis, infidelibus, acatholicis; 92. An militum cappellani satisfaciant quae praescribunt : can. 773 circa locum in quo administrandus est baptismus; can. 766 de patrinis, et Decretum S. Congregationis S. Officii diei 1 Iulii 1949 ;
5

can. 470 et 777 circa libros baptizatorum (cfr. can. 2383) ; can. 778 circa notitiam collati baptismi tradendam proprio, ratione domicilii, militis parocho. vernacula utantur. De Confirmatione. 94. Quot fuerint a Vicario Castrensi subditi confirmati, pueri, adulti et quot a militum cappellanis ad normam Decreti S. Congregationis de disciplina Sacramentorum Spiritus Sancti munera diei 14 Septembris 1946 et ubi viget ad normam Decreti S. Congregationis Consistorialis (( Conspicua privilegia diei 26 Martii 1949, n. 3 .
8 7 6

93. An in administratione baptismi ex apostolico indulto lingua

95. An servatae fuerint normae Instructionis S. Congregationis de disciplina Sacramentorum die festo Pentecostes anni 1934 editae cramenti Confirmationis . 96. An abusus irrepserint.
s

((Sa-

A. A. S., X X X X I , pag. 334. Pervigilent vero ut baptismus fortassis extra paroeciam originis collatus, praeter

quam in renatorum regesto paroeciae vel ecclesiae, baptismali fonte iure etiam cumulativo ad normam can. 774 1 praeditae, ubi quis reapse eum suscepit, scripto item consignetur libris paroeciae originis. Ad rem quam primum per parochum vel rectorem ecclesiae collati baptismi tradendus est ad rectorem paroeciae originis muncius scriptus, qui fideliter omnia et singula elementa complectatur quae ad baptismi actum rite conficiendum (can. 777) requiruntur. (Instructio S. Congregationis de disciplina Sacramentorum Sacrosanctum diei 29 Iunii 1941, A. A. S., X X X I I I , pag. 297 s.).
7

A. A. S., X X X V I I I , pag. 349, s. A. A. S.. X X X X I , pag. 189. A. A. S., X X V I I , pag. 11, s.

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Commentarium

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97. An praescriptis obtemperatum fuerit : can. 795 circa patrinos, et Decr. S. Congregationis S. Officii diei 1 Iulii 1949;
10

can. 798 et 799 circa adnotationem sacramenti collati sive in libro peculiari sive in libro baptizatorum de quo in can. 470 2 et circa notitiam tradendam parocho proprio confirmati.

De Matrimonio 98. An semper servata fuerint praescripta can. 1019-1034 C. I. C. circa ea quae matrimonii celebrationi praemitti debeant et Instructionis S. Congregationis de disciplina Sacramentorum Sacrosanctum die 29 Iunii 1941 editae De normis a parocho servandis in peragendis canonicis investigationibus 99. Quomodo et ubi fiant matrimoniorum publicationes. 100. Quot matrimonia coram militum cappellanis celebrata fuerint ; utrum in ecclesiis, in oratoriis an in castris seu contuberniis (can. 1109). 101. Quot matrimonia mixta celebrata; an clausulas can. 1061 servent coniuges. 102. An serventur praescripta can. 1103 circa descriptionem in libro matrimoniorum et adnotationem in libro baptizatorum, necnon circa notitiam transmittendam ad parochum baptismi sponsorum et, si casus ferat, ad officium Status Civilis ad normam Concordati in Natione vigentis. 103. Qui conflictus cuiusque naturae extiterint cum parochis loci. 104. Quaenam ad matrimonia celebranda dispensationes vi facultatum quinquennalium vel apostolici indulti concessae fuerint.

CAPUT IX De libris paroecialibus 105. An militum cappellani libris qui vocantur paroeciales instructi sint, nempe : baptizatorum, confirmatorum, matrimoniorum, defunctorum; an librum etiam conficiant de statu animarum, fidelium scilicet qui praevidentur per plures annos iurisdictioni castrensi obnoxii.

* A. A. S., X X X X I , pag. 334.


11

A. A. S., X X X I I I , pag. 297.

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106. An ad normam sacrorum canonum teneantur et describantur libri paroeciales. 107. Quo loco serventur. 108. An authentica eorum exemplaria ad Curiam Vicariatus Castrensis quotannis transmittantur. 109. Exhibeatur huic S. Congregationi Consistoriali, saltem semel, uniuscuiusque libri folium exemplar.

CAPUT X De aedibus sacris

110. An exstent ecclesiae vel sacella a Gubernio civili exstructa et militibus reservata intra vel extra militaria septa. 111. An cultui catholico exclusive reservata sint. 112. An militum cappellani quibusdam exclusive utantur ecclesiis ab Ordinariis locorum concessis ; an suas habeat Vicariatus Castrensis. 113. An in cultu divino, in sanctorum, sacrarum imaginum et reliquiarum veneratione, necnon in sacris functionibus sive quoad ritus, sive quoad linguam et cantum leges canonicae ac liturgicae serventur. 114. An ecclesiae et sacella rite custodiantur ne furtis et profanationibus obnoxia fiant. 115. An SS.ma Eucharistia in illis sacellis asservetur. 116. An fidelibus pateant ad normam can. 1266. 117. Quomodo serventur can. 1268 circa decorem et ornamentum altaris in quo asservatur Eucharistia necnon can. 1269, 4 circa custodiam clavis tabernaculi. 118. An tabernaculum constructum sit ad normam Instructionis S. Congregationis de disciplina Sacramentorum (cDe Sanctissima Eucharistia sedulo custodienda in festo Ascensionis Domini anno 1938 datae.
12

119. Num adfuerint profanationes et processus institutus fuerit ad normam memoratae Instructionis. 120. An servetur praescriptum can. 1271 circa lumen coram Sanctissimo Sacramento.

12

A. A. S., X X X , pag. 198.

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"121. An serventur normae S. Sedis de usu altaris portatilis : Instructiones S. Congregationis de disciplina Sacramentorum diei 26 Martii 1929, et diei 1 Octobris 1949, praesertim in celebratione Missae sub dio.
13 14

CAPUT XI De administratione bonorum temporalium

122. An militum cappellani servent taxam sinodalem dioecesis commorationis in exigenda stipe Missarum. 123. An militum cappellani servent praescripta : can. 835 de non colligendis Missarum oneribus quibus ipsi satisfacere nequeant; can. 843, 844 2 de libro tam personali quam ecclesiarum proprio pro Missis adnotandis. 124. An Vicariatus Castrensis facultate gaudeat iuxta leges civiles possidendi bona temporalia immobilia. 125. An bona possideat atque documenta et instrumenta quibus proprietatis iura nituntur rite custodiantur. 126. An inventaria immobilium et mobilium bonorum necnon sacrae suppellectilis ad usum militum cappellani traditae, confecta sint duplici exemplari, altero pro cappellano et altero pro Curia Castrensi iuxta can. 1522. Cfr. etiam can. 1296. 127. An Piae Fundationes acceptatae et constitutae fuerint et a quibus administrentur. 128. An qui bona fiduciaria ad Pias Causas acceperunt servent quae

13

Alia causa dispergendis Eucharisticis fragmentis, facile haberi potest cum... sub

-dio Missa celebratur, flantibus interdum ventis. Ad praecavendam fragmentorum dispersionem, curandum erit quod altare, ubi Missa erit litanda, tribus e lateribus tegatur ; vel tentorium adsit super altare obductum et ad tria eius latera descendens in formam aediCULAE, quo ipsum altare a ventis protegatur, vel alia ratione id fiat, consentanea cum reverentia tanto mysterio debita . (A. A. S., X X I , pag. 636).
u

Locus in qui collocari debet altare portatile congruus et decens seu opportunus

et honestus sit oportet, ne propter foeditatem et indecentiam gravis iniuria et irreverentia impendantur in divina Mysteria. Locus congruus postulat securitatem et amplitudinem, ita ut tute et commode et sine ullo periculo profanationis et effusionis Ss. Specierum e calice Missa offerri possit; locus decens respicit qualitatem loci, scilicet requirit ut Missa non celebretur in cubiculis in QUIBUS aliquis dormire ' 1 solet, neve alio loco tanti Sacrificii dignitati incongruenti. A. S., X X X X I , pag. 503, n. 7).

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can. 1516 statuit, praesertim circa rationem Vicario Castrensi reddendam. 129. An collectae fiant inter milites; an liberae omnino sint et qua ratione administrentur et erogentur; an ratio reddatur Vicario Castrensi de earum administratione. 130. An serventur praescripta can. 1523 praesertim circa confectio nem libri accepti et expensi. Vicarius Castrensis, qui pagos et militum familias obnoxios habeat, his quae sequuntur quaesitis respondeat: CAPUT X I I 131. Dicatur quinam sint generatim populi mores : quaenam vita christiana privata in familiis : an in externis pompis et solemnitatibus magis consistat, quam in vero pietatis spiritu. Quid fiat ut christianae vitae professio, si paululum defecerit aut a recta via declinaverit, sensim reducatur. 132. Qua reverentia clericos, Episcopum et maxime Summum Pontificem, populus prosequatur. 133. Quae sit observantia : can. 1248 circa praeceptum audiendi sacrum et abstinendi ab operibus servilibus diebus festis; can. 1252, 1254 circa abstinentiam et ieiunium ; can. 770 circa sollicitam baptismi collationem infantibus; can. 859 circa communionem paschalem : quot sint ex viris et ex mulieribus qui, cum sint professione catholici, nihilominus eam negligant, facta proportione pro singulis centenis fidelium ; can. 863 circa frequentem communionem; can. 865 et 944 circa sanctum Viaticum et extremam unctionem : an sint qui, catholicam religionem profitentes, haec sacramenta differant, negligant aut etiam recusent : et dicatur eorum numerus, habita proportione pro centenis ; can. 1203, 1239 seqq. circa cremationis reprobationem et funera : dicatur, servata proportione ut supra, quot ex iis qui catholici dicuntur, funeribus mere civilibus seu irreligiosis sepeliantur. 134. Circa matrimonium : an matrimonia mere civilia, concubinatus et divortia habeantur, et qua proportione ; an vitia contra sanctitatem matrimonii irrepserint; quid fiat ut haec mala removeantur.
11 - A C T A , . v o l . XXIV, n. 3. 27-3-1957.

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135. Ubi catholici cum acatholicis convivunt, et mixta matrimonia habentur, dicatur numerus horum matrimoniorum tum absolutus tum relativus ad matrimonia non mixta : quaenam exinde detrimenta religioni proveniant; an serventur ab his contrahentibus clausulae can. 1061. 136. De christiana educatione prolis : quomodo generatim parentes et qui loco parentum sunt, in sinu familiae satisfaciant gravissimae obligationi, de qua can. 1113 et 1372 agunt : et quae cura sit ne a^ hoc officio fideles deficiant. 137. De scholis : an in publicis scholis, praesertim elementaribus, servetur praescriptum can. 1373 de institutione religiosa puerorum. Et si non, quanam de causa ; an cura sit fidelibus et Vicario Castrensi instituendi pro catholicis pueris scholas confessionales, eosque avertendi a scholis acatholicis, neutris, mixtis, iuxta can. 1374. 138. De conditione et statu scholarum confessionalium, praesertim elementarium, enucleate referatur : quomodo sustententur, a quot alumnis frequententur, qualique profectu. Et si scholae confessionales institui non potuerint, indicetur causa :, et dicatur, an per varia opera post-scholaria, hoc est oratoria festiva, Congregationes Marianas, scholas catechisticas, aliisve mediis cautum pro viribus sit praeservationi puerorum et puellarum. 139. De religiosis et piis laicorum associationibus : an adsint tertii Ordines saeculares et confraternitates, praesertim bus : quo numero et quo religionis profectu. 140. An hae associationes servent omnes praescripta: can. 690 de subiectione erga Ordinarium; can. 691 de administrationis modo. 141. An adsint inter catholicos associationes illae, quae sociales vocantur, agricolarum, operariorum, mulierum in hunc vel alium caritativum finem, vel mutuum subsidium ; an asyla pro infantibus, patronatus pro iuvenibus, pro emigrantibus etc., associationes pro iuventute, laboratoria pro artificibus, vel pro puellis etc. : quaenam beneficia sive moralia sive temporalia praestent. 142. An cura sit ut qui hisce associationibus adscripti sunt, in fidei doctrina instituantur et christianam vitam ducant. 143. An et qua diffusione ephemerides vel diaria obscoena, irreligiosa, materialistica vel liberalia fideles pervadant: an libri quoque huius generis diffusi sint : quid fiat ad tantum malum corcendum et quo fructu. Ssmi Sacramenti et Christianae doctrinae, aliaeque piae Uniones potissimum pro iuveni-

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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144. An massonicae sectae addicti, vel etiam massonicae tabernae habeantur; quanta et quali industria operam adversus religionem moliantur : quid fiat ad occurrendum huic malo. 145. An socialismi vel communismi societates habeantur : quot numero, quanti momenti et quali religionis noxa : et quid fiat ad hanc avertendam. 146. An in exercitio iurium politicorum et civilium fideles catholici religionis bono et Ecclesiae libertati pro viribus consulant. Datum Eomae, ex Aedibus Sacrae Congregationis Consistorialis, die XX mensis Octobris anni MCMLVI. 8 Fr. A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. $ S. Iosephus Ferretto, Adsessor

SACRA CONGREGATIO DE DISCIPLINA SACRAMENTORUM


DECRETUM DE O R D I N A N D I S TRIBUNALIBUS ECCLESIASTICIS INSULARUM PHILIPPINARUM P R O CAUSIS NULLITATIS MATRIMONII D E C I D E N D I S IN PRIMO ET S E C U N D O GRADU. Excmi Ordinarii Insularum Philippinarum, in Concilio Plenario coadunati, postulaverunt ut quae Sacra haec Congregatio relate ad ordinationem tribunalium de nullitate matrimonii per Decretum diei 20 Decembris a, 1940 (A. A. S. vol. XXXIII, p. 363 ss.) statuerat, opportune perficerentur prouti experientia horum annorum necnon incrementum Catholicae Ecclesiae in Philippinarum Insularum Ditione feliciter habitum suggesserunt. Quas preces, cum Sacra haec Congregatio de disciplina Sacramentorum rite perpendisset, attento etiam voto Excmi Nuntii Apostolici, easdem retulit Ssmo Domino Nostro Pio Papae X I I in Audientia diei 31 Decembris 1956. Sanctitas vero Sua omnia quae sequuntur statuenda decrevit : I. In Insulis Philippinis, quoad tractationem causarum de nulli-

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

tate matrimoniorum in prima instantia, tribunal competens pro causis universarum dioecesium singulae cuiusque provinciae ecclesiasticae, est tribunal provinciale in Sede Metropolitana constitutum. I I . Pro tractatione earumdem causarum in gradu appellationis, incolumi semper facultate provocandi ad Sacram Romanam Rotam, iuxta can. 1599 1 C. I. C, forum competens est Tribunal Superius ad causas matrimoniales tractandas in secunda instantia pro tota Republica, Manilae constitutum sub auctoritate Sacrae huius Congregationis, quae repraesentatur per Excmum Nuntium Apostolicum pro tempore. I I I . Officiales, vice-officiales, iudices, promotores iustitiae, defensores vinculi aliiqui administri tribunalium provincialium deligendi et constituendi sunt ad definitum tempus ab Ordinariis dioecesium uniuscuiusque provinciae ecclesiasticae in Coetu Provinciali. I V . Candidati ad munera officialis (necnon, si expediat, vice-officialium) iudicum, promotoris iustitiae et defensoris vinculi (necnon, si adsint, substitutorum) Tribunalis Superioris Appellationis proponendi sunt Sacrae huic Congregationi ab Ordinariis universae Reipublicae Insularum Philippinarum in Coetu Generali sub praesidentia Exemi Nuntii Apostolici; iidemque eligentur ad singula munera a Sacra hac Congregatione. Ceteri vero administri Tribunalis nominabuntur a praedicto Coetu Generali. V. In causis huiusmodi pertractandis, praeter Instructionem a Sacra hac Congregatione latum die 15 Augusti a. 936 (A. A. S., vol. X X V I I I p. 313), aliae quoque Instructiones et Normae ab eodem S. Dicasterio, vel pro universis dioecesibus, vel peculiariter pro Philippinis Insulis editae vel edendae, servandae erunt, V I . S. Congregatio de disciplina Sacramentorum, vigilem sedula inque, per Excmum praesertim Nuntium Apostolicum, dabit operam ut tum officiales, tum iudices, tum, praecipue, promotores iustitiae et vinculi defensores, muneribus suis rite naviterque perfungantur. Ssmus Dominus Noster Pius Divina Providentia PP. XII haec statuit, non obstantibus quibuslibet in contrarium facientibus, licet speciali mentione dignis. Datum Romae, ex aedibus S. Congregationis de disciplina Sacramentorum, die 31 Decembris a. D. 1956. 8 B. Card. ALOISI MASELLA, Ep. Praenestinus, Praefectus k ^' F. Bracci, Secretarius

Sacra

Congregatio de disciplina Sacramentorum

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NORMAE P R O EXSEQUENDO D E C R E T O DIEI XXXI DECEMBRIS MCMLV DE ORDINANDIS TRIBUNALIBUS ECCLESIASTICIS INSULARUM PHILIPPINARUM. Ut ad effectum deducantur quae per Decretum diei 31 Decembris 1956 praescripta sunt, Sacra haec Congregatio quae sequuntur statuit :

CAPUT I De tribunalium moderatore, iudicibus et administris Art. 1. Tribunal provinciale subest auctoritati Archiepiscopi loci in quo ipsum sedem habet, qui, proinde, idem regit et moderatur nomine omnium provinciae Episcoporum, eidemque omnia iura et Officia attribuuntur quae Ordinariis locorum, ad normam sacrorum canonum et Instructionis Sacrae huius Congregationis de disciplina Sacramentorum diei 15 Augusti 1936, circa proprium tribunal competunt, nisi aliter infra cautum sit, vel subiecta matria exigat. Sede Metropolitana vacante, tribunal provinciale regatur ad normam iuris et Instructionis diei 15 Augusti 1936; nominationes vero vel rernotiones personarum, de quibus infra sub articulis 5 et 7, fient in Coetu Provinciali Episcoporum, cui praeerit senior Episcopus. Tribunal Superius Appellationis subest auctoritati Sacrae huius Congregationis, quae repraesentatur per xcmum Nuntium Apostolicum pro tempore, eoque absente, per eum qui Nuntii Apostolici legitime vices gerit. Art. 2. Iudices et administri tribunalis provincialis constituentur in Coetu Provinciali Excorum Ordinariorum provinciae. Nomina eorum qui electi sunt ad munera officialis (necnon, si exstent, vice-officialis vel vice-officialium), iudicum, promotoris iustitiae, defensoris vinculi (horumque, si adsint, substitutorum), tribunalium provincialium primae instantiae cum Excmo Nuntio Apostolico Insularum Philippinarum quamprimum b Excmo Praeside Coetus Provincialis communicentur, una cum indicatione aetatis, studiorum, curriculi vitae necnon cum testimonio circa eorum sacerdotales virtutes, hanc etiam ob causam ut eidem Nuntio opportunitas praebeatur significandi utrum cuiusquam electorum nominationi aliquid obstet.

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Art. 3. Candidati ad munera officialis (necnon, si expediat, vice-officialis vel vice-officialium), iudicum, promotoris iustitiae et defensoris vinculi (necnon, si adsint, substitutorum) Tribunalis Superioris Appellationis proponendi sunt Sacrae huic Congregationi ab Ordinariis universae Reipublicae Insularum Philippinarum in Coetu Generali sub praesidentia Exmi Nuntii Apostolici, iidemque eligentur ad singula munera a Sacra hac Congregatione. Ceteri vero administri Tribunalis nominabuntur a praedicto Coetu Generali. Una cum nominibus candidatorum Sacrae huic Congregationi transmittantur pro singulis indicationes aetatis, studiorum, curriculi vitae necnon testimonia circa eorum sacerdotales virtutes uti supra in art. 2. Si id expedire censuerit, Sacra haec Congregatio eligere valebit personas extra illas propositas. Art, 4. Curandum erit ut candidati non modo morum integritate praestent et laurea vel saltem licentia in iure canonico sint praediti, sin minus scientia et experientia iuridica vere polleant, sed tempus quoque sufficiens impendere valeant muneribus sibi collatis rite obeundis. Art. 5. Nominationes de quibus supra generatim ad triennium fiant, salva facultate eas confirmandi ad successiva triennia. Art. 6. Omnes qui .tribunal provinciale constituunt aut eidem opem ferunt, iusiurandum de officio rite et fideliter implendo coram Archiepiscopo sedis tribunalis provincialis, si agatur de officiali, si vero de aliis coram Ordinario eiusdem sedis, vel coram iudice a quo electi sunt, vel coram viro ecclesiastico ab alterutro delegato, praestare debent ; idque ab initio suscepti officii, si sint stabiles; aut antequam causa agi coepta sit si pro peculiari causa sint constituti; aut antequam suo munere fungi incipiant si, causa pendente, suffecti sint ad normam art. 19 Instructionis. Iudices et administri Tribunalis Superioris Appellationis coram Nuntio Apostolico pro tempore iusiurandum praestabunt. Art. 7. Officialis, vice-officiales, iudices, promotores iustitiae et vinculi defensores (necnon, si adsint, eorum substituti) nisi per modum actus deputati sint, tribunalis primae instantiae, ab Archiepiscopo sedis tribunalis provincialis removeri non possunt, durante munere, nisi gravi de causa et habitis prius votis totius provinciae Episcoporum, auditoque Excmo Nuntio Apostolico. Memorati autem administri Tribunalis Superioris Appellationis tantummodo a Sacra hac Congregatione removeri poterunt.

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Art. 8. Nemo iudicis munere in causa fungi poterit qui advocati vel procuratoris munus actu exerceat in causis matrimonialibus sive directe sive per interpositam personam, quamvis id agat apud alia tribunalia etiam Sanctae Sedis : idem valet pro iustitiae promotore et pro vinculi defensore. Iidem omnes districte etiam vetantur in quaslibet causas matrimoniales extra munus suum se quomodolibet ingerere. Art. 9. Archiepiscopus sedis tribunalis provincialis, collatis consiliis cum ceteris Episcopis provinciae, album procuratorum et advocatorum pro tribunali conficiendum curet iuxta artt. 47-53 memoratae Instructionis : idemque peragat Excmus Nuntius Apostolicus pro' Tribunali Superiori Appellationis, praehabita approbatione Sacrae huius Congregationis. CAPUT II De modo procedendi in tractatione causarum matrimonialium Art. 10. Ut tuto procedatur in causis matrimonialibus apud tribunalia provincialia pertractandis, adamussim servetur Instructio supra memorata, his tantum additis aut immutatis quae infra adnotantur. Art. 11. Quoad competentiam tribunalis provincialis serventur artt. 1-12 praefatae Instructionis, attento quod tribunal provinciale, relate ad matrimoniales causas, est commune pro dioecesibus provinciae, simul que est proprium singulae cuiusque dioecesis provinciae. Art. 12. Causae ita inscribantur : primum ponatur nomen tribunalis provincialis, dein dioecesis celebrati matrimonii vel partis conventae, postremo titulus causae, ex. gr. Tribunal Manilense-Lucenen. Nullitatis matrimonii (N.N.) . In Tribunali Superiori Appellationis titulus causae sit <( Tribunal Superius Appellationis-Lucenen. Nullitatis matrimonii (N. N.) . Art. 13. Ad Episcopum domicilii coniugum spectat iudicium ferre de exsistentia adiunctorum de quibus in artt. 38 2 et 39, 6) Instructionis ; quod tamen iudicium antequam ferat, opportune cum Archiepiscopo sedis tribunalis provincialis aget. Art. 14. Archiepiscopi sedis tribunalis provincialis erit tutorem aut curatorem admittere vel designare ad normam art. 78 Instructionis, collatis consiliis cum Ordinario partis conventae cui tutor vel curator constituendus est. Art. 15. In casibus exceptis, de quibus in cann. 1990-1992, quaelibet petitio remittatur ad Archiepiscopum tribunalis provincialis, qui, prae-

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habito voto Episcopi domicilii coniugum, de eadem videat ad normam Tit. XV Instructionis citatae. Officialis vero, de quo in art. 228 Instructionis, est officialis tribunalis provincialis. Art. 16. Vinculi defensor facile ne omittat appellationem, de qua in art. 229 Instructionis, interponere ad Tribunal Superius Appellationis, praesertim cum agatur de impedimentis super quibus dispensari solet.

CAPUT I I I De honorariis iudicibus et tribunalium administris assignandis Art. 17. Iudicum et administrorum tribunalis provincialis stipendia seu remunerationes et honoraria, Excmi Ordinarii determinent in Coetibus Provincialibus, prae oculis habitis adiunctis provinciae et praesertim causarum agendarum numero ; adeo ut iidem congrua mercede, adaequata operi revera tribunali impenso, donentur. Idem pro Tribunali Superiori Appellationis Coetus Generalis Ordinariorum proponat Sacrae huic Congregationi. Art. 18. Eadem emolumenta generatim moderata esse debebunt, attento etiam quod iudices et administri tribunalis iam aliquo ecclesiastico beneficio provisi plerumque erunt : at simul sufficientia sint ipsa emolumenta, ne iidem impediantur a servitio tribunali assidue praestando ex necessitate aliunde subsidia vitae quaeritandi. Art. 19. Excmi Ordinarii in Coetibus Provincialibus statuent (si id sibi videatur necessarium) contributionem singularum dioecesium provinciae pro expensis tribunalis provincialis, proportionatam numero causarum singularum dioecesium; idem fiat in Generali Conventu pro Tribunali Superiori Appellationis.

CAPUT IV De taxis et expensis iudicialibus necnon de retributione procuratorum et advocatorum Art. 20. Excmi Ordinarii in Coetibus Provincialibus, probe consideratis locorum et temporum adiunctis, approbent notulam taxarum et expensarum iudicialium necnon emolumentorum ad procuratores et advocatos spectantium pro causis in tribunali provinciali pertractandis. Idem praestabit Sacra haec Congregatio, proponente Coetu Generali Ordinariorum, pro Tribunali Superiori Appellationis.

Sacra

Congregatio de disciplina Sacramentorum

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Art. 21. Notula expensarum et emolumentorum, de quibus in praecedenti articulo, notificetur omnibus litigantibus. Excmi Ordinarii autem et tribunalia prae oculis sedulo habeant praescripta art. 54 Instructionis supra memoratae. Normae temporariae et transitoriae Quae praecedunt, exsecutioni mandentur die ab Excmo Nuntio Apostolico Insularum Philippinarum statuendo. Causae, quae dicta die pendentes in secunda instantia invenientur in tribunalibus appellationis, rite terminentur per sententiam eorumdem tribunalium. Post eandem diem, appellationes universae a sententiis tribunalium provincialium primae instantiae ad Tribunal Superius interponantur, salva semper facultate de qua in can. 1599 1 C. I. C. Ssmus Dominus Noster Pius Divina Providentia Pp. X I I , in Audientia Prosecretario Status die 31 Decembris anni 1956 concessa, praesentes Normas benigne confirmare et ratas habere dignaius est. Datum Romae, ex aedibus S. Congregationis de disciplina Sacramentorum, die 31 Decembris anni 1956. $8 B. Card. ALOISI MASELLA, Ep. Praenestinus, Praefectus L. S. F. Bracci, Secretarius

SACRA CONGREGATIO RITUUM


PARISIEN.
BEATIFICATIONIS DENTIA CUM (IN ET CANONIZATIONIS EUGENIA VENERABILIS SERVAE DEI MARIAE A PROVISAECULO IN SMET), FUNDATRICIS SORORUM AUXILIATRI-

ANIMARUM

PURGATORIO DEGENTIUM.

SUPER

DUBIO

An et de quibus miraculis constet in casu et ad effectum de quo agitur Benedictus Dominus, Deus Israel, qui facit mirabilia solus (Ps. 71,18). Miraculum porro, quod est factum sensibile divinitus patratum praeter totius naturae creatae leges et ordinem, sigillum quoque est divinum, quo Deus veritatem confirmat. Deus enim nonnisi ad verum

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et ad bonum ostendendum agit. Quare hoc in Ecclesiae more positum est, ut in Beatorum Caelitum honoribus decernendis Servis Dei, qui christianas virtutes heorum in modum exercuisset, hominum testimonio suffragium ipsius Dei pariter accedere debeat per miracula quidem, intercedentibus eisdem Dei famulis, manifestum. Iamvero, Famulam Dei Mariam a Providentia (in saeculo Eugeniam Smet), Fundatricem Sororum Auxiliatricum Animarum in Purgatorio degentium, ad virtutum pervenisse fastigium Ss. D. N. Pius Papa X I I , per Decretum S. Rituum Congregationis die 22 mensis Februarii a. 1955 solemniter edixit. Divina quoque superadditur voluntas, quae per miracula, actionem Ecclesiae Servam Dei gloria Beatorum honestare cupientis, ut pronum est, confirmat. Etenim ex pluribus gratiis seu miraculis quae, Serva Dei deprecante, a fidelibus recepta dicuntur, duae mirae sanationes ab actoribus Sacrae huic Congregationi exhibitae sunt, quae uti vera miracula, iuridice recognita, per hoc Decretum, ad Beatificationem obtinendam referuntur ac promulgantur. I. Soror Maria a S. Secundo (in saeculo Adeles Bianco) ab anno 1903 gastrico morbo aflici coepit, qui sensim sine sensu gravissimus factus est, adeo ut sine chirurgica actione, medicorum iudicio, ipsa nullo modo convalescere posset ; quae quidem actio die 22 Februarii a. 1934 fuit peracta. At, insequentis anni initio, ingravescente morbo, nova radiographia est peracta, qua perspecta, radiologus Prof. Buisson agi dixit de gastrico carcinomate infaustamque omnino edixit prognosim. Amissa itaque naturalis sanationis spe, ingeminatae fuere preces prius ad interventum S. Bernardae Soubirous, sed paullo post unice Venerabilis Mariae a Providentia, obtinendum. Die 11 Februarii a. 1935 morbus invalescens gravissimus ad tardam usque noctem perstitit. Summo mane sequenti, Soror Maria a S. Secundo se perfecte sanatam esse advertit, quod paullo post a Superiorissa fuit recognitum et a medico curante post tres circiter dies comprobatum. Instantaneam, perfectam, perseverantem atque extra naturae vires sanationem hanc fuisse cum ipsi curantes medici, tum duo officiales periti ac nostrum medicorum Collegium, uno dempto socio, omnesque testes fatentur. I I . Altera sanatione Maria Iosepha Fong, puella Annamita natione, adhuc catechumena in orphanotrophio Sororum Auxiliatricum animarum in Purgatorio degentium in urbe Shanghai est gavisa. Quae die 13 Iulii a. 1925 e prima domus contignatione in terram praecipitavit caputque illisit. Sex medici diagnosim ediderunt iisdemque fere verbis, nempe

Sacra Congregatio Rituum

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calvariae fracturam et duarum colli vertebrar um dislocationem. Quam diagnosim unanimi consensu adprobant cum duo periti ex officio, tum nostrum Collegium medicum. Quapropter idem consensus habitus est in prognosi infausta quoad vitam edicenda et quidem iamiam futura. Quum ergo nulla naturalis sanationis spes superesset, baptismus, quem antea optaverat, fuit ei collatus, atque ferventes pro sanatione effusae Deo fuere preces ; novendiales quoque supplicationes a Sororibus et a puellis scholarum, ad eundem finem peractae sunt, implorato Venerabilis Mariae a Providentia patrocinio. Puella in letali sex fere semper dies sopore mansit. Matutinis vero horis diei 20 Iulii expergefacta, omnino sanatam se persensit. Sanationem medici curantes ac de visu testes comprobant, unanimi sententia duo periti ex officio atque cunctum medicum Collegium nostrae Congregationis perfectam, instantaneam ac ultra naturae leges sanationem hanc evenisse edicunt. Super utraque sanatione in Taurinensi Archiepiscopali Curia pro priore, in Sciamhaevensi pro altera, apostolica auctoritate processus constructi sunt, pro iuridica quorum vi decretum die 26 Octobris a. 1956 editum est. Servatis itaque omnibus de iure servandis, post Medici Collegii studium, et sententiam totius Congregationis, Praeparatorius Coetus die 17 Aprilis mensis elapso anno coactus est, dieque 22 Ianuarii anni huius Generalis, coram Ssmo D. N. Pio Papa X I I , in quo Revmus Cardinalis Clemens Micara, Episcopus Veliternus Suaeque Sanctitatis Vicarius Generalis, Causae Relator, dubium proposuit discutiendum: An et de quibus miraculis constet in casu et ad effectum de quo agitur. Revmi Cardinales, Officiales Praelati Patresque Consultores suum favorabile panderunt suffragium ; Beatissimus vero Pater votum hoc ratum habens, sententiam tulit : Constare de instantnea perfectaque sanatione cum Sororis Mariae a S. Secundo a carcinomate gastrico, tum puellae Mariae Josephae F ong a calvariae fractura cum luxatione duarum vertebrarum cervicalium gravique commotione atque contusione cerebrali. Hoc autem Decretum promulgari atque in acta Sacrae Rituum Congregationis referri mandavit. Datum Romae, die 22 Ianuarii A. D. 1957. C. Card. CICOGNANI, Praefectus L. hB s . f A. Carinci, Archiep. Seleuc, Secretarius

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

SACRA CONGREGATIO DE SEMINARIIS ET STUDIORUM UNIVERSITATIBUS

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DECRETUM

CATHOLICA STUDIORUM UNIVERSITAS CAMPINENSIS IN BRASILIA C A N O N I C E ERIGITUR. Magnae Brasiliensiuni Nationis alacris iuventa id ardentissime in primis cupit ut altioribus disciplinis imbuatur, quibus suffulta et patriae societati et universo hominum consortio utilior in dies verbo et opere fiat. Quod intuentes, Praesules Ecclesiasticae Provinciae Sancti Pauli in Brasilia, praeeunte Emo P. D. Carmelo Carolo S. R. E. Cardinali de Vasconcelos Mota, Archiepiscopo Metropolitano, Catholicam studiorumUniversitatem Sancti Pauli condiderunt, quam Sedes Apostolica Decret a Sacra Congregatione de Seminariis et studiorum Univer
:

sitatibus dato d. x x v m. Ianuarii a. D. MCMXLVII canonice erexit. Mire inde a primordiis florens, novum Sancti Pauli Athenaeum in finitimas civitates se dilatavit, Facultates aggregatas aperiendo, praecipue in suffraganea episcopali sede vulgo dicta Campinas. Hae vero Campinenses Facultates cum late succreverint, opportunum visum est novam erigere studiorum Universitatem, ab Alma Matre Sancti Pauli prorsus seiunctam, suique iuris plene compotem. Optatis igitur Episcopi Campinensis Pauli Tarsen. Campos obsecundans, Sacra eadem Congregatio de Seminariis et studiorum Universitatibus, existimans nihil animabus ab innumeris nostrorum temporum erroribus liberandis tam profuturum esse quam securum iuvenibus patens effugium ne religiosae fidei honestorumque morum iacturam misere faciant, in gloriam Dei provehendam Sanctaeque Ecclesiae decus, Catholicam Studiorum universitatem Campinensem ad normam can. 376 C. I. C. erigit atque erectam declarat, quae Facultates includit Philosophiae Scientiarum Litterarumque, Iuris, Scientiarum Oeconomicarum, dontologiae, praeter Scholas Cursusque

Sacra Congregatio de Seminariis et studiorum

Universitatibus

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nonnullos, ac secundum Statuta instruenda regendaque est ab eadem Saera Congregatione rite probata, cui iura, privilegia, honores tribuit, quae ad huiusmodi Athenaea de more pertinent. Datum Romae, ex Aedibus Sancti Callisti, d. VIII m. Septembris, in Festo Nativitatis B. M. V . , a. D. MCMLVI.
v

....

g I- Card. PIZZARDO, Ep. Albanen., Praefectus L.

S.

f C. Confalonieri, Archiep. Nicopolitan., a Secretis

II
DECRETUM FACULTAS MEDICINAE ERIGITUR IN CATHOLICA STUDIORUM UNIVERSITATE PERUVIANA. Hominum infirmitatibus remedia allaturi nunquam praeclari defuerunt viri, qui tota mente saluberrimam exquirerent rationem vulnera morbsque curandi, misericordia moti qua Salvator Noster hanc lacrimarum vallem pertransiit benefaciendo et sanando omnes . Arti medicae excolendae propagandaeque in primis Catholica semper favit Ecclesia, quae religiosas plures familias condidit vel promovit piorum virorum mulierumve qui aegrorum aerumnis levandis se lotos voverent, quo facilius per ipsa corpora immortalem animam aliquatenus attingerent. Et artem quidem medendi excolendam docendamque Catholica Athenaea summo studio susceperunt, ut hominem natum ex muliere, repletum multis miseriis ab infirmitatibus mentis et corporis liberarent atque id Creatorem ducerent. Quapropter Archiepiscopus Limanus cum omnibus Peruvianae Nationis Praesulibus, vehementer commendante Nuntio Apostolico, suppliciter postulavit ut Catholicae Studiorum Universitati Peruvianae Facultas Medicinae addatur, quo uberius altissimo fini suo in posterum respondeat. Quorum optatis libenter obsecundans, postquam accurate compererit omnia probe deligenterque a Consilio Superiore laudatae Universitatis parata esse ad normam Athenaei vigentium Statutorum, Sacra Congregatio de Seminariis et studiorum Universitatibus, ad gloriam Dei promovendam animarumque salutem, pro munere Facultatem studiorum Medicinae in Pontificia Universitate Catholica Peruviana erigit

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

erectamque declarat, quae regenda erit secundum peculiares regulas ad scientificam methodum tuendam in primis idoneas, ceteris servatis de iure servandis. Datum Romae, ex Aedibus Sancti Callisti, d. n m. Octobris, in Festo SS. Angelorum Custodum, a. D. MCMLVI. I. Card. PIZZARDO, Ep. Albanen., Praefectus L.

S. f C. Confalonieri, Archiep. Nicopolitan., a Secretis

III DECRETA Sanctissimus Dominus Noster Pius Divina Providentia Papa X I I decretis Sacrae Congregationis de Seminariis et studiorum Universitatibus : die 7 Decembris 1956. Quadriennium Theologicum Monasterii O. S. B. Locogiacensis (Ligug), in Dioecesi Pictaviensi (Poitiers), Facultati Theologiae Universitatis Catholicae Andegavensis (Angers), ad quinquennium affiliatum declaravit. die 7 Decembris 1956. Quadriennium Theologicum Scholasticatus Congregationis Filiorum Mariae Immaculatae loci Chavagnes-en-Paillers, in Dioecesi Lucionensi (Luon),Facultati Theologiae Universitatis Catholicae Andegavensis (Angers), ad quinquennium affiliatum declaravit. die 10 Decembris 1956. Statuta Scientiarum Socialium Instituti Facultatis Philosophiae Pontificii Athenaei Angelici in Urbe, rata habuit atque approbavit.

Sacra Romana Rota

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ACTA TRIBUNALIUM
SACRA ROMANA ROTA
Citatio edictalis
G O A N A ET D A M A N E N . NULLITATIS MATRIMONII ( P E R N A N D E S-F E R N A N D E S ) Cum ignoretur locus actualis commorationis Dominae Mariae Victoriae Margaritae Decotana Fernandes, in causa conventae, eandem citamus ad comparendum, sive per se sive per procuratorem legitime constitutum, in Sede Tribunalis S. R. Rotae (Roma, Palazzo della Cancel leria) die 29 Aprilis 1957, hora 12, ad disputandum de dubio concordando, vel ad infrascriptum subscribendum et ad diem designandam, qua habebitur turnus pro causae definitione. An constet de nullitate matrimonii, in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedictae Dominae Mariae Victoriae Margaritae Decotana Fernandes curare debent, ut de hac edictali cita tione ipsa moneatur. * Emmanuel Bonet, Ponens. Ex Cancellaria Tribunalis

s7"R'.

Rotae, die 2 Martii 1957. C. Pezzicara, Notarius ff.

* Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de M.me Marie Victoire Marguerite Decotana Fernandes, dfenderesse en cette cause, nous la citons comparatre, par propre personne ou par un procureur lgitimement consti tu, au sige du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, Palazzo dliai Cancelleria) le 29 avril 1957, a 12 heures, pour concorder ou souscrire la doute ci-dessous rapport, et fixer le jour de la dcision de la cause devant la Rote. Conste-t-il de la nullit du mariage dans le cas f Les Ordinaires des lieux, les curs, les prtres, les fidles ayant connaissance du lieu de la rsidence de la dite Marie Victoire Marguerite Decotana Fernandes, devront, dans la mesure du possible, l'avertir de la prsente citation.

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Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

DIARIUM ROMANAE CURIAE


Venerd, 1 marzo 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in Udienza Sua Maest la Regina Madre ZEIN di Giordania. Luned, 11 marzo 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in Udienza Sua Eccellenza l'On. Dottor SEAN T. O'CEALLAIGH, Presidente d'Irlanda, con la propria Consorte. Gioved, 21 marzo 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza il Dott. RAFAEL LEN LARREA, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario dell'Equatore, per la presentazione delle Lettere Credenziali.

SEGRETERIA

DI

STATO

NOMINE Con Brevi Apostolici, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di nominare: 1956. L'Emo e Revmo Signor Cardinale Lger Paolo Emilio, Protettore delle Suore di Nostra Signora del Buon 'Consiglio (Montral). 15 dicembre L'Olmo e Revmo Monsig. Bejan Ovidio, Prelato Uditore del Tribunale della Saera Romana Rota. 17 L'Illo e Revmo Monsig. Vitale Salvatore, Prelato Referendario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. 1$ L'Illmo e Revmo Monsig. Mauro Antonio, Prelato Referendario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. 1% gennaio 1957. S. E. Revma Monsig. Oddi Silvio, Arcivescovo titolare di di Mesembria, Internuncio Apostolico in Egitto. 14 S. E. Revma Monsig. Sensi Giuseppe^ Arcivescovo tit. di Sardi, Delegato Apostolico in Gerusalemme e Palestina (Israele, Giordania, Cipro). 25 L'Emo e Revmo Signor Cardinale Ciriaci Pietro, Protettore del Pontificio Collegio Portoghese in Roma. 29 L'Emo e Revmo Signor Cardinale Siri Giuseppe, Protettore delle Suore di San Giuseppe (Cuneo). 25 febbraio S. E.. Revma Monsig. Verolino Gennaro, Arcivescovo tit. di Corinto. Nunzio Apostolico in Costa Rica. 18 agosto

An. et vol. X X X X I X

17 Aprilis 1957

(Ser. II, v. XXIV) - N. 4

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


MOTU PROPRIO
INDULTA A CONSTITUTIONE APOSTOLICA (( CHRISTUS DOMINUS )) EXTENDUNTUR

P I U S PP. X I I Sacram Communionem ut christifideles frequenter recipere possent et quo facilius praecepto de audiendo Sacro diebus festis satisfacerent, ineunte anno MCMLIII, Constitutionem Apostolicam Christus Dominus promulgavimus, qua ieiunii eucharistici disciplinam mitigavimus; Ordinariis autem locorum tribuimus facultatem permittendi Missae celebrationem et sacrae Communionis receptionem horis postmeridianis, certis sub conditionibus. Tempus vero servandi ieiunii ante Missam vel sacram Communionem, quae horis postmeridianis celebretur vel recipiatur, coarctavimus ad tres horas quoad cibum solidum et ad unam horam quoad potum non alcoholicum. Uberibus fructibus ex hac concessione captis permoti, Episcopi maximas Nobis egerunt gratias et plures eorum, ad maius fidelium bonum, instantibus et iteratis precibus postularunt facultatem permittendi quotidie Missae celebrationem horis postmeridianis. Postularunt insuper ut idem statuerimus tempus ieiunii servandi ante Missam vel sacram .Communionem, quae horis antemeridianis celebraretur vel reciperetur. Nos, attendentes ad notabiles mutationes, quas ordinatio laborum ac munerum publicorum necnon universae vitae societatis passa est,
12 - ACTA, vol. XXIV, n. 4. 17-4-1957.

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Acta Apostolicae Sedte -

Commentarium Officiale

instantibus Sacrorum Antistitum precibus satisfacere censuimus atque ideo decrevimus: 1. Ordinarii locorum, exceptis Vicariis Generalibus sine mandato speciali, permittere possunt Missae celebrationem horis postmeridianis quotidie, si bonum spirituale notabilis partis christifidelium id postulet. 2. Tempus ieiunii eucharistici servandi a sacerdotibus ante Missam et a christifidelibus ante sacram Communionem, horis sive antemeridianis sive postmeridianis, limitatur ad tres horas quoad cibum solidum et potum alcoholicum, ad unam autem horam quoad potum non alcoholicum: aquae sumptione ieiunium non frangitur. 3. Ieiunium eucharisticum per tempus supradictum servare tenentur etiam qui Missam celebrant vel sacram Communionem recipiunt media nocte aut primis diei horis. . Infirmi, quamvis non decumbant, potum non alcoholicum et veras ac proprias medicinas, sive liquidas sive solidas, ante Missae celebrationem vel Eucharistiae receptionem sine temporis limite sumere possunt. At enixe hortamur sacerdotes et christifideles, Missam vel sacram Communionem servent. Omnes denique, qui his facultatibus perfruentur, collatum beneficium pro viribus rependere satagant fulgentioribus christianae vitae exemplis, praesertim poenitentiae et caritatis operibus. Praescripta, quae in his Litteris Apostolicis Motu Proprio datis continentur, vim suam exerunt a die vigesimo quinto mensis Martii, in festo Annuntiationis Beatae Mariae Virginis. Contrariis quibuslibet non obstantibus etiam speciali mentione dignis. Datum Romae apud Sanctum Petrum, tificatus Nostri undevigesimo. PIUS PP. X I I die x i x mensis Martii, in festo S. Ioseph, Ecclesiae universalis Patroni, anno MDCCCLVH, Ponqui id praestare valeant, ut venerandam ac vetustam eucharistici ieiunii formam ante

Acta Pii Pp.

XII

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CONSTITUTIONES APOSTOLICAE
I GOIASENSIS - BANANALENSIS
(GOIASENSIS)
DISTRACTIS QUIBUSDAM TERRITORIIS AB ARCHIDIOECESI GOIASENSI ET A PRAELATURA (( N U L L I U S )) BANANALENSI, NOVA DIOECESIS CONSTITUITUR (( GOIASENSIS )) COGNOMINANDA.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Quo gaudio perfundebantur Christi Apostoli, cum Ecclesias a se fundatas florere cernrent, ceu arbores fronde pulcherrimas, fructibus uberes, eodem et Nos fruimur, qui universum Christi gregem pascendum ac regendum suscepimus, cum comperimus Ecclesiam sanctam, quasi tabernaculis longius collocatis, et fines proferre, et coetus hominum frequentiores complecti, et nationes christiana veritate illustrare. Quod cum felici successu in regione quoque vulgo Gois factum sit, cumque censuerit venerabilis Prater Armandus Lombardi, Archiepiscopus titulo Caesariensis Philippi et in Brasilia Apostolicus Nuntius, magno cum fructu animorum fieri, si varie diviso territorio, nova ibidem conderetur dioecesis, Nos de venerabilium Fratrum Nostrorum S. R. E. Cardinalium sententia, S. Congregationi Consistoriali praepositorum, post auditos Ordinarios Praesules totius eius provinciae, suppletumque consensum eorum qui in hac re aliquid iuris habeant, de Nostra summa auctoritate, haec quae sequuntur decernimus et iubemus. Ab eo, quod fuit adhuc archidioecesis Goiasensis territorium, eam partem separamus, quae municipia continet vulgari sermone cognominata : Gois, Uruana, Itabera, Firminpolis, Cachoeira de Gois, Ivolndia, Ipor, Fazenda Nova; item municipia : Aurilndia, Carmo do Rio Verde, Ceres, Crrego do* Ouro, Crixs, Itapuranga, Mossmedes, Rubiataba, Sao Luis de Montes BeJos a praelatura nullius Bananalensi detrahimus ; quibus omnibus terris novam dioecesim efficimus, Goiasensem appellandam, cuius fines

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

iidem erunt ac municipiorum e quibus Ecclesia ista coalescit, prout civili lege terminantur. Constitutae Sedis caput Episcopique domicilium urbs Gois erit; cathedrale vero templum illud quod construi coeptum est, S. Annae sacrum, cui omnia iura et privilegia, quae ad huiusmodi aedes respicere solent, damus. Episcopo vero, cui dioecesis regenda cred e t e , non modo iura et honores sed et onera imponimus et obligationes facimus quibus ceteri per orbem dioecesium Praesules onerantur. In quo autem templo sacrae caerimoniae ab Episcopo sollemni ritu fieri debeant, dum S. Annae templum exstruatur, id venerabilis Frater Armandus Lombardi praefiniet. Iubemus praeterea ut nova Ecclesia sit Sedi metropolitanae Goianiensi suffraganea, hac ipsa die per apostolicas sub plumbo Litteras conditae; scilicet eius Episcopus Archiepiscopo metropolitae eiusdem Sedis oboediet. Collegium Canonicorum constituatur, iuxta normas per alias sub plumbo Litteras edendas ; tamen si hoc statim fieri nequeat, eorum loco Consultores dioecesani eligantur; qui Episcopo consilio, opera assint. Ceterum, condito Collegio Canonicorum, hi a suo munere ipso facto cessabunt. Curet sacrorum Antistes Goiasensis ut quam primum Seminarium saltem elementarium aedificetur, ad leges S. Congregationis de Seminariis et Studiorum Universitatibus, et iuris communis. Cum vero iuvenes philosophia et sacra theologia imbuendi erunt, qui ex iis sunt ingenio et pietate insigniores Romam mittantur in Pontificio Ephebeo Piano Brasiliano erudiendi. Mensam episcopalem, uti vocant, ea bona efficient quae vel ex Curiae redditibus obvenient, vel ex oblatis pecuniis a fidelium multitudine, vel denique ex possessionibus exstinctae archidioecesis Goiasensis et praelaturae nullius Bananaiensis, pro rata parte, secundum canonem 1500 C. I. C. divisis. Quod ad regimen, administrationem Sedis Goiasensis ; item ad electionem Vicarii Capitularis, cum Ecclesia vacaverit, aliaque huiusmodi, praescripta legum ecclesiasticarum omnino serventur. De clero autem hoc statuimus ut quae pars eo tempore quo hae Litterae ad exitum deducentur in territorio dioecesis Goiasensis legitime degat, ea tamquam propria huius Ecclesiae habeatur. Documenta postremo et acta quae ad novam circumscriptionem ecclesiasticam pertinent, a praelatura Bananalensi ad eius Curiam mittantur, ibi religiose custodienda. Quae per has Litteras iussimus perficienda curabit venerabilis Frater Armandus Lombardi, cuius meminimus, vel ille qui tunc cum ad effectum deduci debeant Apostolicae in Brasilia Nuntiaturae praeerit. Ei vero qui negotium geret omnes facultates facimus, quas poterit, si visum fuerit, etiam alii delegare, dummodo viro in ecclesiastica dignitate constituto. Cum autem

Acta Pii Pp. XII

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res acta fuerit, idem venerabilis Frater documenta exarari faciet, eademque sinceris exemplis ad S. Congregationem Consistorialem cito mittet. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die vicesimo sexto mensis Martii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo.

CELSUS Card. COSTANTINI


8. R. E. Cancellarius

% Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis, Proton. Apost. Caesar Federici, Proton. Apost.


Loco Plumbi

In Ap.

Cano, tab., vol. LXXXXIY, n. 15.

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Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

II IATAIENSIS
PRAELATURA (( N U L L I U S )) IATAIENSIS AD DIOECESIS GRADUM ET DIGNITATEM EVEHITUR.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Quo aptiori christifidelium regimini eorumque maiori utilitati provideatur, solent Romani Pontifices dioeceses, quae nimis late pateant, quandoque dispertire et novas exinde condere circumscriptiones, quas, cum id ob temporum rerumque adiuncta opportunum videtur, ad potiorem extollunt gradum. Quapropter, cum venerabilis Prater Armandus Lombardi, Archiepiscopus titulo Caesariensis Philippi atque in Brasiliana Republica Apostolicus Nuntius, poposcerii ab hac Romana Sede ut praelatura nullius Iataiensis ad dioecesis gradum eveheretur, Nos his precibus perlibenter annuimus. Auditis itaque venerabilibus Fratribus Episcopis, quorum res est, atque eorum consensu suppleto, qui in hoc negotio aliquid iuris sese habere existiment, de consilio venerabilium Fratrum Nostrorum S. R. E. Cardinalium Negotiis Consistorialibus praepositorum, re attento animo considerata, summa et apostolica Nostra potestate haec quae sequuntur statuimus. Praelaturam nullius Iataiensem, iisdem servatis finibus ac nomine, ad dioecesis dignitatem evehimus, atque hoc ipso die erectae Ecclesiae metropolitanae Goianiensi suffraganeam constituimus; cuius pariter Archiepiscopo pro tempore Iataienses sacrorum Antistites subicimus. Qui sacri Praesules sedem ac domicilium habebunt in principe urbe Jatai a qua nova dioecesis invenit nomen ; atque episcopalem cathedram in eiusdem templo Spiritui Sancto dicato, collocabunt, quod idcirco ad cathedralis aedis gradum perducimus. Cui propterea omnia iura et honores tribuimus ceterarum eiusdem dignitatis aedium propria ; atque idem Episcopus eiusdemque successores iis honoribus et privilegiis gaudebunt et oneribus astringentur, quibus ceteri per terrarum orbem Episcopi iure communi fruuntur et onerantur. Ut autem in Iataiensi cathedrali templo divinus cultus con-

Acta PU Pp. XII i

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grua magnificentia rite habeatur et Episcopus consilio operaque iuvetur insigniorum vivorum, praecipimus ut quam primum Canonicorum Collegium constituatur iuxta normas a Nobis aliis sub plumbo Litteris edendas; quoadusque vero id fieri nequeat, concedimus ut Canonicorum loco dioecesani Consultores eligantur et adhibeantur. Quod vero ad episcopalem mensam, uti dicitur, attinet, sive Curiae fructibus constabit, sive rebus ac pecuniis fidelium sponte oblatis, sive insuper bonis adhuc ad praelaturam nullius Iataiensem pertinentibus. Decernimus autem ut Iataiensi Episcopo maximae curae sint ii adulescentes, quos ad sacerdotium Deus vocaverit ineundum : quapropter curabit seminarium saltem elementarium quam primum erigendum, ad iuris communis normam et iuxta leges a S. Congregatione de Seminariis et Studiorum Universitatibus datas ; ex cuius alumnis optimos quosque eliget et in hanc almam Urbem mittet, in Pontificio Ephebeo Piano Latino Brasiliano philosophica ac theologica disciplina instituendos. Quod insuper attinet ad regimen, administrationem, Vicarii Capitularis, sede vacante, electionem, aliaque huiusmodi, quae sacri canones praescribunt omnino serventur. Omnia quae supra descripsimus efficienda curabit venerabilis Prater Armandus Lombardi, quem nominavimus, vel is qui, quo tempore haec ad effectum, deducentur, Apostolicae in Brasiliana Republica Nuntiaturae praeerit ; cui vero obtigerit hoc exsequendum opus, illi omnes necessarias ad id potestates facimus, cuilibet, si opus fuerit, viro delegandas, dummodo in ecclesiastica dignitate constituto ; atque onus imponimus effecti negotii actum exarandi eiusque fide dignum exemplum ad S. Consistoriale Consilium cito mittendi. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo de-

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Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

trectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die sexto et vicesimo mensis Martii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

* Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


K

S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

f Alfonsus Carinci, Archiep. tit. Seleuc, Dec. Proton. Apost. Bernardus De Felicis, Proton. Apost.
Loco B Plumbi Tn Ap. Cane, tal., vol. LXXXXIV, n. 16.

III GOIASENSIS
(GOIANIENSIS)
EXSTINCTA GOIASENSI METROPOLI, NOVA EFFICITUR ARCHIDIOECESIS, (( GOIA-

NIENSIS )) APPELLANDA, QUAE CAPUT ERIT NOVAE EIUSDEM NOMINIS PROVINCIAE ECCLESIASTICAE.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Sanctissima Christi voluntas, qui Apostolis suis ostendens <( regiones iam albas ad messem eos ad hominum salutem divino numine stimulavit comparandam, Nos etiam impellit quo continenti studio nullaque interposita mora aptius in dies Ecclesiis prospiciamus, ut earum fideles uberrime ceu luxuriantes sanctitatis fruges excolantur. Quam ob rem, libenter sententiam probamus venerabilis Fratris Armandi Lombardi, Archiepiscopi titulo Caesariensis Philippi et in Brasilia Apostolici Nuntii, qui, auditis Ordinariis Praesulibus provinciae ecclesiasticae Goiasensis, ab hac Romana Sede postulavit ut ea accommodatius ordinaretur atque, ipsa archidioecesi plane omnino divisa, nova constituere-

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tur metrpolis : eam enim, quae nunc caput est regionis vulgo Gois, latissime patere, quin immo et fidelium numero et operum magnitudine cotidie crescere. Censentes igitur haec consilia animorum utilitati quam commode esse profutura ; eorum supplentes consensum, qui in hac rerum mutatione aliquid iuris quoquo modo habeant ; de consilio venerabilium Fratrum Nostrorum S. R. E. Cardinalium Consistorialibus Negotiis praepositorum, ac de summa Nostra potestate quae sequuntur decernimus. Metropolitanam Sedem Goiasensem, aliis sub plumbo Litteris hoc ipso die pro opportunitate a Nobis dismembratam, exstinguimus, atque ex territorii parte, quam descripturi sumus, novam condimus metropolim, Goianiensem ex urbe Goinia appellandam, atque hisce municipiis, prout civili lege modo circumscribuntur, componendam, quorum nomina vulgo : Goinia, Anicuns, Alondia, Abadinia, Anpolis, Bela Vista de Gois, Burit Alegre, Caldas Novas, Campo Alegre de Gois, Catalo, Corumb de Gois, Corumbaba, Cristalina, Cristianpolis, Crominia, Cumar, Edia, Goiatuba, Guapo, Goiandira, Hidrolndia, Ipamer, Itauss, Itumbiara, Inhumas, Jaragu, Jandaia, Leopoldo de Bolhes, Luzinia, Marzago, Mairipotaba, Morrinhos, Nazrio, Nerpolis, Nova Aurora, Orizona, Ouvidor, Palmeira de Gois, Plmelo, Panam, Paranaba de Gois, Parana, Petrolina de Gois, Piracanjuba, Pires do Rio, Pontalina, Santa Cruz de Gois, Sao Francisco de Gois, Silvnia, Trindade, Uruta, Vianpolis ; item parte oppidi Pirenpolis, quae a meridie fluminis Forquilhas eo usque patet quo hoc in fluvium Patos labitur, quaeque a meridie eiusdem fluvii Patos se protendit usque ad eius aditum in rivum Maranho ; ea deinde municipii vulgo Planaltina parte, quae erit condendae circumscriptioni vulgo Distrito Federal ; ac parte denique pagi vulgo Formosa quae sese extendit ad meridiem eiusdem Distrito Federal, atque parte quae eidem tribuetur. Sedes ac domicilium Metropolitae urbs erit Goinia, et cathedra pontificalis potestatis in templo exstabit B. M. V. Auxiliatrici dicato, quod, proxime perficiendum, ad gradum evehimus metropolitanae aedis, eidemque concedimus iura, honores, insignia, privilegia ac praerogativas, ad cetera, aequalis dignitatis templa spectantia. Quibus pariter iuribus gaudebit Archiepiscopus pro tempore Metropolita, qui tamen etiam oneribus et obligationibus tenebitur, quibus omnes eiusdem decoris viri translaticio more iureque communi gaudent et astringuntur ; ipse praeterea et iure fruetur sive Crucem ante se ferendi, intra fines tantum suae ecclesiasticae provinciae, sive pallium gestandi, postquam in publico Consistorio exposfulatum fuerit atque obtentum. Novae Goianiensi metropoli

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

erunt suffraganeae Ecclesia Portus Nationalis ac dioeceses Goiasensis, Iataiensis et Uruassuensis, hoc ipso die conditae ; et praelaturae nullius sive Tocantinopolitana sive Cristalandiensis et Formosensis, utraque hodie constituta ; quarum tum Episcopi tum Ordinarii Praelati iuri Goianiensis Metropolitae scilicet subicientur. Fines novae huius provinciae iidem erunt atque illi, quibus omnes Ecclesiae, quarum meminimus, simul cinguntur et in unum rediguntur, quique cum terminis civilis regionis vulgo Gois omni ex parte aequantur. Quod autem ad archidioecesim attinet, decernimus ut in ea quam primum fiat metropolitanum Canonicorum Collegium, qui Archiepiscopum sollerti opera in maioris momenti obeundis negotiis iuvent, ac divinum cultum caerimoniarum condecorent splendore ; cui tamen Collegio per alias Litteras Apostolicas consulemus constituendo. Concedimus tamen ut, quoad in metropoli hic illustrium virorum coetus fieri nequeat, Consultores dioecesani Canonicorum vicem praestent. Archiepiscopi mensa, quae audit, e Curiae fructibus constabit, e fidelium rebus pecuniisque ab ipsis oblatis, atque ex illis bonis quae, facta divisione archiepiscopalis mensae Goiasensis ad normam canonis 1500 C. I. C, ad hanc novam pro rata parte spectant. Iubemus insuper ut seminarium, in urbe Silvnia exstant, sit posthac proprium novae archidioecesis ; ut deinde clerici, qui in descripto territorio Goianiensis Sedis legitime degant, eidem ascripti sint putandi ; ut denique documenta et acta, quae ad novam metropolim ad eiusque clerum, fideles bonaque temporalia respiciant, ad eam a Goiasensi Curia mittantur, in tabulario accurate reponenda. Quae pariter sacri canones praescribunt de Ecclesiarum regimine, administratione, de Vicarii Capitularis electione ac de aliis huiusmodi, ea diligenter serventur. Volumus denique ut haec Nostra iussa venerabilis Frater Armandus Lombardi, quem diximus, exsequenda curet, vel ille qui eo tempore, quo negotium fieri debeat, Apostolicae in Brasilia Nuntiaturae praesit. Qui vero opus perficiet, huic omnes dividendae Goiasensis Ecclesiae potestates facimus, alii etiam viro delegandas, si opus fuerit, dummodo ecclesiastica dignitate pollenti, onusque imponimus effectae rei documenta exarandi eorumque fide digna exempla ad S. Congregationem Consistorialem quam primum mittendi. Has vero Litteras nunc et in posterum eicaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efilcacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis

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praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Eomae, apud S. Petrum, die sexto et vicesimo mensis Martii, anno >omini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo.

CELSUS Card. COSTANTINI


S. R. E. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

f Alfonsus Carinci, Archiep. tit. Seleuc, Dec. Proton. Apost. Bernardus De Felicis, Proton. Apost.

Loco Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXIV, n. Vf.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium- Officiale

IV GOIASENSIS - S. IOSEPHI DE ALTO TOCANTINS


(URUASSUENSIS)
EXSTINCTIO GOIASENSI ARCHIDIOECESI ET PRAELATURA (( N U L L I U S )) S. IOSEPHI DE ALTO TOCANTINS, NOVA QUAEDAM DIOECESIS EFFICITUR URUASSUENSIS )) APPELLANDA.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Cum territorium praelaturae nullius S. Iosephi de Alto Tocan tins latissime pateat, magnaque ibidem Christianum nomen ceperit incrementa, praesertim in occidentali plaga, censuit venerabilis Frater Armandus Lombardi, Archiepiscopus titulo Caesariensis Philippi, idemque in Brasilia Apostolicus Nuntius, post auditos venerabiles Fratres Ordinarios Praesules provinciae ecclesiasticae Goiasensis, bonum esse si, varie in eadem regione finibus immutatis, nova dioecesis constitueretur, idque ab hac Apostolica Sede enixe expostulavit. Quod propositum cum diu animo reputaverimus, consiliumque a venerabilibus Fratribus Nostris, S . R . E. Cardinalibus Negotiis Consistorialibus praepositis petiverimus, consensum eorum supplentes qui in hoc negotio aliquid iuris habeant, de Nostra summa et apostolica auctoritate haec, quae sequuntur, statuimus et decernimus. Praelatura (( nullius S. Iosephi de Alto Tocan tins in posterum iam nulla erit; municipia vero quorum vulgo sunt nomina Uruassu, Niquelndia, Amaro Leite, Pilar de Gois, Itapac ut sunt civili lege circumscripta, et partem municipii Porangatu, quae sita est ad orientem fluminum Ouro et S. Teresia, ab eius territorio separamus. Simul ab archidioecesi Goiasensi, hac ipsa die exstincta, regiones distrahimus populari voce Rialma et Goiansia cognominatas, et partem territorii Pirenpolis quae patet ad septemtrionem fluminis Forquilhas usque ad confluentem fluminis Patos, et ad septemtrionem fluminis Patos usque ad locum quo idem in rivum Maranho influit. E quibus terris novam dioecesim condimus Uruassuensem appellandam, quae scilicet iisdem finibus continebitur, ac territoria e quibus coalescit. Huius dioecesis sedes Episcopique domicilium urbs Uruass erit; cathedrale vero templum illud erit, quod ibidem in honorem Cordis B. M. V. quavis labe

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expertis, exstruetur. Suae dignitatis causa, sive Ecclesiae Uruassuensi sive eius sacrorum Antistiti omnia iura, privilegia, honores damus quae Ecclesiis et Episcopis competunt eiusdem gradus. Sacris vero Praesulibus, quibus nunc et in posterum credetur regenda ac gubernanda, etiam onera imponimus quae ceteris fiunt Episcoporum. Novam dioecesim suffraganeam constituimus metropolitanae Sedi Goianiensi, quam hac die fundavimus, eius autem Antistitem Ordinarium seu Episcopum Praesuli eiusdem metrpolis subicimus. In Uruassuensi dioecesi Collegium Canonicorum condatur iuxta normas per alias sub plumbo Litteras edendas. Dum vero res ad exitum deducantur, sinimus ut Canonicorum loco Consultores dioecesani eligantur, qui Episcopo assint in maioribus negotiis explicandis, sacrisque sollemni caerimonia faciendis. Mensam episcopalem, quam vocant, efficient tum christianorum pecuniae, sponte datae ; tum Curiae proventus ; tum denique congrua bonorum pars propriorum Ecclesiarum e quibus nova Sedes originem habuit. Divisio vero ad praescripta canonis 1500 C. I. C. fiat. Seminarium quoque saltem elementarium construatur, pueris bonae spei fovendis et educandis, quos sacerdotii adipiscendi studium moveat ; in quo, sive normae serventur iuris communis, sive leges a S. Congregatione de Seminariis et Studiorum Universitatibus latae. Cum autem alumni eo pervenerint ut philosophiae sacraeque theologiae vacare debeant, tunc qui optimi sunt Romam mittantur, Pontificio Collegio Piano Brasiliano recipiendi. Quod attinet ad regimen, administrationem dioecesis, ad electionem Vicarii Capitularis, Sede vacante, aliaque huiusmodi, sacri canones omnino custodiantur. De clero autem id decernimus ut simul ac hae Litterae ad effectum fuerint deductae, ea pars quae in novae dioecesis territorio legitimum habeant domicilium, eadem tamquam proprius clerus eiusdem Ecclesiae habeatur. Volumus, postremo, ut documenta et acta ad dioecesim Uruassuensem respicientia, quam cito ad eius Curiam episcopalem mittantur, in eiusdem tabulario magna diligentia asservanda. Ceterum, omnia, quae per has Litteras Nostras iussimus venerabilis Frater Armandus Lombardi exsequenda studebit, cui debitas facultates ad id concedimus, etiam alteri viro delegandas, si visum fuerit, dummodo ecclesiastica insigni dignitate. Re autem peracta, idem venerabilis Frater documenta exarari faciet, eademque sinceris exemplis ad S. Congregationem Consistorialem mitti iubebit. Quod si eo tempore alius eidem in Brasilia Apostolicae Nuntiaturae praesit, hic mandata Nostra haec perficiet. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose

190

Acta Apostolicae

Sedis

Commentarium

Officiale

serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per bas Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat ; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die sexto et vicesimo mensis Martii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo.

OELSUS Card. COSTANTINI


S. R. E. Cancellarius

& Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

f Alfonsus Carinci, Archiep. tit. Seleuc, Deo. Proton. Apost. Bernardus De Felicis, Proton. Apost.
Loco 8 Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXIV, n. 17.

Acta Pii Pp. XII

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V BANANALENSIS PORTUS NATIONALIS - S. IOSEPHI DE ALTO TOCANTINS


(CRISTALANDIENSIS)
BANANALENSIS PRAELATURA (( N U L L I U S )) AD N I H I L U M REDIGITUR, EX EIUSQUE, ET ALIARUM ECCLESIARUM TERRITORIO NOVA EFFICITUR PRAELATURA (( N U L L I U S )) CRISTALANDIENSIS.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Ne quid filiis Nostris, quos unice diligimus, desit quod ad securiorem ipsorum utilitatem conducat eosdemque in christiana vitae consuetudine firmet, non dubitamus, ubi res id postulent, cuiusdam Ecclesiae statum immutare aptiusque disponere. Cum igitur venerabilis Frater Armandus Lombardi, Archiepiscopus titulo Caesariensis Philippi et in Brasilia Apostolicus Nuntius, ad res rite absolvendas ac perficiendas quae in regione vulgo Gois definiri coeptae sunt; post auditos venerabiles Fratres Ordinarios ecclesiasticae provinciae Goiasensis, ab hac Romana Sede poposcerit ut, ad nihilum redacta praelatura nullius Bananalensi, ex quibusdam territoriis ad eam ad aliasque Ecclesias spectantibus, nova efficeretur praelatura, oblatis precibus libenter concedimus. De consilio igitur venerabilium Fratrum Nostrorum S. R. E. Cardinalium Negotiis Consistorialibus praepositorum; re attente considerata, suppletoque consensu eorum omnium, qui in hac re aliquid habeant iuris, suprema Nostra usi potestate quae sequuntur statuimus. Praelaturam <( nullius Bananalensem omnino tollimus atque exstinguimus, ab eiusque territorio regionem dividimus ad septemtriones ver gentem, quae scilicet municipium complectitur vulgo Christalndia, partem oppidi Pium, dioecesi Portus Nationalis non obnoxiam, et partem oppidi Peixe ad occidentem loci sitam, quo amnes Tocantins et Araguaia seiunguntur; simulque sive a dioecesi Portus Nationalis integrum municipium vulgo Araguacema, et partem municipii vulgo Pium, quam ipsa complectitur, separamus, sive a praelatura nullius S. Iosephi de

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium- Officiale

Alto Tocantins, et ipsa hodie sublata, regionem distrahimus oppidi Porongatu, extrema tamen excepta parte inter meridiem et orientem solem exstante, in dextera ripa fluminis Rio do Ouro ; ex iisque ita distractis regionibus novam condimus praelaturam nullius , quae ab urbe capite territorii principis Cristalandiensis nuncupabitur. Volumus ergo urbem Oristalndiam Praelati sedem ac domicilium posthac esse, sacramque aedem ibi exstantem, B. Mariae Virgini Opiferae sacram, ad praelaticii templi gradum evehi ac dignitatem, cum iuribus ac praerogativis eiusdem gradus templorum propriis. Ordinarium vero Praelatum et privilegiis iuribusque decoramus, et oneribus obstringimus, quibus haec dignitas ac potestas, ad normam communis iuris, sive gaudet sive tenetur. Quam novam praelaturam suffraganeam subdimus Goianiensi metropoli, quam hoc ipso die condidimus ; qua de re erit Praelatus nullius Cristalandiensis iuri obnoxius Archiepiscopi Goianiensis. Quoniam autem Nobis maxime sunt cordi ii pueri, quos divina gratia ad sacerdotium capessendum invitat, eidem Praelato mandamus ut quam primum Seminarium saltem elementarium exstruendum curet, ad iuris normam et iuxta leges a S. Consilio Seminariis Studiorumque Universitatibus praeposito traditas; ex quo cum adoleverint, optimos quosque seliget eosque in hanc Almam Urbem mittet philosophia ac theologia imbuendos, in Pontificium Ephebeum Pianum Brasilianum recipiendos. Praelaticiam mensam, quam vocant, sive Curiae fructus constituent, sive dona et pecuniae, ab incolis oblata, sive bona, aeque ad normam canonis 1500 C. I. C. divisa, quae ex dismembratis Ecclesiis Portus Nationalis, S. Iosephi de Alto Tocan tins et Bananalensi eidem provenient. Quod autem ad clerum attinet, decernimus ut simul atque Cristalandiensis praelaturae constitutio ad effectum deducta fuerit, ii sacerdotes et sacrorum alumni qui in ea legitime degant, eidem profecto ascripti habeantur. Volumus quoque ut religiose serventur leges, quae idem Codex de Ecclesiarum regimine, administratione, aliisque istius generis habet; utque pariter omnia acta et documenta, ad novam praelaturam quomodolibet respicientia, ad eam quam cito mittantur, in tabulario diligenter reponenda. Quae denique Nostris hisce Litteris decrevimus exsequenda studebit venerabilis Frater Armandus Lombardi, cui omnes ad haec necessarias potestates facimus, cuilibet etiam viro delegandas dummodo ecclesiastica dignitate praedito, eidemque mandamus ut acti negotii documenta non tantum exaranda curet, sed etiam eorum fide digna exempla ad S. Consistoriale Consilium quam primum mittat. Quodsi eo tempore, quo haec fient, alius Aposto-

Acta Pii Pp. XII

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licae in Brasilia Nuntiaturae praeerit, hic eadem onera potestatesque habebit. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die sexto et vicesimo mensis Martii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo.

OELSUS Card. COSTANTINI


S. R. E. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


8. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis, Proton. Apost. Caesar Federici, Proton. Apost.


Loco Plumbi

In Ap. Conc. tao., vol. LXXXXIV, n. 18.

13 - ACTA,

vol.

XXIV,

n.

4.

17-4-1957.

194

Acta

Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

VI S. IOSEPHI DE ALTO TOCANTINS - GOIASENSIS


(FORMOSENSIS)
DISTRACTIS QUIBUSDAM TERRITORIIS AB ARCHIDIOECESI GOIASENSI ET A PRAELATURA (( N U L L I U S )) S. IOSEPHI DE ALTO TOCANTINS, NOVA PRAELATURA

(( N U L L I U S )) CONSTITUITUR (( FORMOSENSIS )) APPELLANDA.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Ad facilius et fructuosius catholicam fidem per terrarum orbem disseminandam, maxime prodesse videtur dioecesium territoria, quae in nimiam pateant latitudinem, aliquando seiungere novasque Ecclesias constituere, aliorum sacrorum Pastorum curis concredendas. Hanc ob causam, cum venerabilis Frater Armandus Lombardi, Archiepiscopus titulo Caesariensis Philippi atque in Brasilia Apostolicus Nuntius, ab Apostolica Sede expostulaverit ut in Brasiliana regione nova praelatura nullius erigeretur, preces admotas excipiendas duximus. Auditis igitur venerabilibus Fratribus Episcopis et Ordinariis ecclesiasticae Goiasensis provinciae, et consilio habito venerabilium Fratrum Nostrorum S. R. E. Cardinalium Negotiis Consistorialibus praepositorum; post eorum insuper consensum suppletum, qui aliquid iuris in hac re vel habeant vel sese habere arbitrentur, summa et apostolica Nostra potestate ea quae sequuntur statuimus. A sublata praelatura nullius S. Iosephi de Alto Tocantins totum territorium separamus municipiorum, quibus vulgata nomina sunt : Cavalcante, Veadiros, So Domingos, Sitio da Abada, So Ioo da Aliana et Posse, prout modo circumscribuntur lege civili; atque ab archidioecesi Goiasensi, et ipsa hoc die sublata, portionem distrahimus municipiorum vulgo Formosa et Planaltina, quae exstat ad septentrionalem et orientalem partem territorii in quo proxime constituetur regio vulgo Distrito Federal. Ex his distractis municipiis novam praelaturam nullius condimus, ex principe urbe ipsius regionis Formosensem appellandam, iisdemque limitibus ac territoria e quibus coalescit terminandam. Novam vero Formosensem praelaturam suffraganeam constituimus novae metropolitanae Goianiensi sedi, itemque

Acta Pii Pp. XII

195

eiusdem Praelatum iuri Archiepiscopi Goianiensis subiectum volumus. Idem autem Praelatus sedem suae iurisdictionis ac domicilium collocabit in urbe Formosa, ut dicitur, et cathedram sui magisterii in curiali templo, Deo honori Beatae Mariae Virginis originalis labis expertis dicato, collocet, quod proinde ad praelaticiae aedis gradum perducimus, datis omnibus iuribus et honoribus ceterarum huiusmodi dignitatis aedium propriis. Itidem sive Praelatus Ordinarius pro tempore Formosensis sive eius successores iis iuribus et privilegiis gaudebunt at oneribus obstringentur, quibus ceteri per orbem Praelati nullius ad normam iuris communis ornantur et ligantur. Quod autem attinet ad praelaticiam mensam, quam dicunt, eam sive Curiae fructus, sive christifidelium pecuniae doni causa oblatae, sive insuper efficient bona omnia, quae adhuc ad episcopalem mensam Goiasensem et praelaticiam S. Iosephi de Alto Tocantins pertinuerunt, quaeque ad novam Sedem pro rata parte, ad normam canonis 1500 I. C, accdent. Decernimus insuper ut Formosensis Praelatus curet seminarium saltem elementarium quam citius exstruendum, iuxta leges a S. Congregatione de Seminariis et Studiorum Universitatibus editas, quo iuvenes recipiantur quos Deus ad sacerdotale munus vocaverit; ex iisdem autem eliget optimos, quos in Pontificium Ephebeum Pianum Latinum Brasilianum in Urbem mittet philosophiae atque theologiae instituendos disciplinis. Novae autem praelaturae (( nullius )) Formosensis regimen, administratio, iura et onera sive cleri sive populi, ceteraque huiusmodi, haec omnia Iuris Canonici praescriptis contineantur. Praecipimus denique ut simul ac Formosensis praelatura condita fuerit, illi Ecclesiae clerici, qui in territorio nuper erectae praelaturae legitimum habeant domicilium, censeantur adscripti. Itidem decernimus ut documenta omnia et acta, quae ad novam praelaturam respiciunt, a Curiis Goiasensis Sedis et praelaturae S. Iosephi de Alto Tocantins ad Formosensem Curiam sedulo mittantur et in eius tabulario religiose custodiantur. Omnia quae supra diximus exsequenda curabit venerabilis Frater Armandus Lombardi, cuius meminimus, vel is qui, tempore quo haec ad rem adducentur, Apostolicae in Brasilia Nuntiaturae praeerit ; cui vero obtigerit hoc exsequendum opus, illi omnes necessarias ad id facultates facimus, cuilibet, si opus fuerit, viro delegandas, dummodo in ecclesiastica dignitate constituto; atque onus imponimus effecti negotii documentum exarandi eiusque fide dignum exemplum ad S. Consistoriale Consilium cito mittendi. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose

196

Acta

Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitas, nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus mnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; q^uin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Eomae, apud S. Petrum, die sexto et vicesimo mensis Martii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

& Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Albertus Serafini, Proton. Apost. Silvius Sericano, Proton. Apost.


Loco B Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXIV, 19.

LITTERAE APOSTOLICAE I
ECCLESIA SANCTI FRANCISCI XAVERII IN URBE (( DYERSVILLE )), ARCHIDIOECESIS DUBUQUENSIS, BASILICAE MINORIS TITULO HONORIBUSQUE AUGETUR. PIUS PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Religione sanctum et opere nobile est Templum Sancti Francisci Xaverii, quo urbs Dyersville vulgo appellata, quae Dubuquensis archidioecesis finibus continetur, non modice decoratur. Quae augusta domus Dei anno MDCCCLXXXVIII coepta est exstrui ad artis Gothicae rationem, atque, ut nunc cernitur, tanto

Acta Pii Pp. XII

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commendatur cultu, tanta magnificentia, ut spectantibus omnibus sit admirationi. Stant enim ad auras geminae sacrae turres, in acutos fastigatae pices, interior pars Templi, molis amplitudine conspicui, elegantiam praefert, Gothici structurae generis propriam, cui decus addunt imagines, summa colorum venustate expressae. Itaque viri periti non dubitant Xaverianam hanc Aedem pulcherrimis Americae Septentrionalis Templis accensere. Non solum autem ornamentis affluit, quae caementarii, fabri, pictores efficere solent, sed iis etiam, quae ad animi vitam ac religionem pertinent, et quae pluris sane sunt facienda. Est enim pietatis domicilium insigne, ubi iuvenes multi componuntur ad capessendam sacram militiam et ad profitenda Dei devotae familiae istituta. Viget ibi praeterea Sodalitas, quae ab actione Catholica nomen accepit, et a qua tot solent utilitates in plebem christianam proficisci. Est etiam Templum huius concursibus celebratum, atque sedes conventuum religionis causa coactorum. Quibus omnibus permotus Venerabilis Frater Leo Binz, Archiepiscopus Dubuquensis, Nos rogavit, ut sacram Aedem, cuius laudes manifestae essent, Basilicae Minoris nomine ac iure donaremus. Quibus precibus libenter admissis, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum. Ecclesiam, Deo in honorem Sancti Francisci Xaverii, Confessoris, in urbe Dyersville nuncupata, intra Dubuquensis Archidioecesis fines, consecratam, ad dignitatem et honorem Basilicae Minoris evehimus, omnibus adiectis iuribus ac privilegiis liturgicis, quae Templis eodem nomine insignibus rite competunt. Contrariis quibusvis non obstantibus, Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque, ad quos spectant seu spectare pote runt, nunc et in posterum plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse ac definiendum; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die xi mensis Maii, anno MDCCCCLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

198

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

II
BASILICAE MINORIS HONORIBUS D E C O R A T U R ECCLESIA CHRISTO PATIENTI D I C A T A

ET VULGO (( EL S E O R DE M O N S E R R A T E )) NUNCUPATA, IN BOGOT0NSI ARCHIDIOECESI EXSTANS. P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Veneranda Christi Domini mysteria fidelium animos semper alliciunt atque ad bonam convertunt frugem. Sunt enim peccatoribus salutis via, tepidis ad meliora stimulus, fervidis sanctitatis causa. Nec sacri defuerunt missionales, qui, impenso in Deum caritatis studio impulsi atque in animorum proventum intenti, gentes ab Evangelii luce aberrantes signis Iesu et Mariae mysteria ostendentibus probe sciteque docuerunt. Haud aliter, prout Nobis innotuit, per Hispanos Evangelii praecones in dicione quoque Columbiana, et quidem summo in monte, qui vulgo Monserrate appellatur, apud Bogotam, urbem principem, evenit. Vetustam Christi Passionis Effigiem, vulgari eloquio (( El Seor de Monserrate deinceps nuncupatam, eo sacri missionales, saeculo xvi, detulerunt atque in parvo collocarunt sacello, quod, succrescente fidelium pietate, in peramplum Templum commutaverunt. Hoc, amplitudine ac pulchritudine ceteris excellens, marmoreis operibus, praesertim in Ara maxima, arte confectis affabre renidet atque ob altissimam sacram turrim e longinquo conspicitur. Eo innumeri, e Bogotensi archidioecesi totaque Columbia, conveniunt fideles, sacram nec non miraculorum effectricem Christi Patientis Effigiem, admissorum rite peracta confessione, humiliter pieque veneraturi. Die insuper xn mensis Maii anno MCMLV sollemni ritu dicatum, sacra supellectile affluiti nec fidelium commoditati sacrisque peragendis functionibus desunt administri. Ut recens denique Ecclesiae dedicatio nova laude novoque cumularetur ornamento, Dilectus Filius Noster Chrysanthus Sanctae Romanae Ecclesiae Presbyter Cardinalis Luque, Archiepiscopus Bogotensis, faustam quoque nactus occasionem tertii revoluti saeculi ab ipsa sacra Effigie fidelium cultui publice proposita, nomine proprio nec non utriusque cleri ac populi, enixa Nobis vota deprompsit, ut Ecclesia, quam laudavimus, ad dignitatem Basilicae Minoris a Nobis benigne eveheretur. Nos autem, ne tam vetusta in Christi Passionem religio deficeret, sed potius in dies augeretur, huiusmodi vota excipienda perlibenter censuimus. Quapropter, x Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deli-

Acta Pii Pp. XII

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beratione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum, Ecclesiam, in summo Monserrate apud Bogotam urbem Columbiae principem et intra eiusdem nominis Archidioeceseos fines positam atque Christo Patienti dicatam, ad honorem ac dignitatem Basilicae Minoris evehimus, omnibus adiectis iuribus ac privilegiis liturgicis, quae Templis eodem nomine insignibus rite competunt. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum, plenissime suffragari; sicque rite, iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter contigerit attentari. Datum Romae apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die x x v mensis Maii, anno MCMLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

III
SANCTUS DOMINICUS SAVIO, CONF., CAELESTIS PUERORUM C A N T O R U M PATRONUS ELIGITUR. P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Carmina sacra argutis modulantes vocibus, pueri efficiunt ut, dum christiana Templa festivis eorum resonant cantibus, audientium animi flectantur et ad incorporalia erigantur, ad caelestia. Quam ob rem Apostolica haec Sedes huiusmodi choris nullo non tempore magnopere favit, ac Nosmet Ipsi praecipuo amore complexi sumus (( Pueros Cantores , cum, paucos ante annos in Petriana Basilica Nos circumfluentes, gratissimos tollerent sonos in tholum Bonarrotianum. Quorum Praesides, ad xxvi pertinentes Nationes, non ita pridem conventum agentes, expetivere, ut Sanctum Dominicum Savio, qui, Divo Ioanne Bosco magistro usus, divinas laudes, religionis diligens, canebat, caelestem apud Deum Patronum iisdem constituere-

200

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

mus. Quibus precibus, Dilecti Filii Nostri Maricii Sanctae Romanae Ecclesiae Presbyteri Cardinalis Feltin, Archiepiscopi Parisiensis, commendatione suffultis, Nos, qui puerum illum, suavissimum atque candidi lilii fra gran tem odore, ad Beatorum Sanctorumque provehendo honores, universae iuventuti proposuimus ad imitandum, libenti animo statuimus obsecundare. Quae cum ita sint, Nos ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Sanctum Dominicum Savio, Confessorem, caelestem apud Deum Patronum Puerorum Cantorum eligimus et constituimus, omnibus adiectis honoribus et privilegiis liturgicis, quae coetuum seu ordinum Patronis rite competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque, ad quos spectant, seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die VIII mensis Iunii, anno MDCCCCLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo.

De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

Acta Pii Pp. XII

201

CONVENTIO INTER S. SEDEM ET RHENANIAM SEPTEMTRIONALEM ATQUE VESTPHALIAM

CONVENZIONE
F R A LA
SANTA SEDE

VERTRAG
DES
LANDES NORDRHEIN-WESTFALEN

E D IL
NORDRHEIN-WESTFALEN

MIT DEM
HEILIGEN STUHL

Fra la SANTA SEDE, rappresentata dal Suo Plenipo

Zwischen dem HEILIGEN STUHL, vertreten durch dessen Bevoll-

tenziario, Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Dr. Luigi Muench, Arcivescovo-Vescovo di Fargo e Nunzio Apostolico in Germania, residente a Bad Godesberg, ed il LAND NORDRHEIN-WESTFALEN,

mchtigten, Seine Exzellenz, den Herrn Apostolischen Nuntius in Deutschland, Erzbischof, Bischof von Fargo, Dr. Aloisius Muench in Bad Godesberg, und dem LANDE NORDRHEIN-WEST-

FALEN, rappresentato dal suo Governo e, come plenipotenziari del medesi mo, dai Signori Fritz Steinhoff, Presidente del Ministero di Stato Nordrhein-Westfalen, ed il Professore Ministro Dsseldorf, viene conclusa la seguente Convenzione. Essa costituisce un accordo supplementare stipulato a norma wird nachstehender gemss Vertrag Artikel ge2 Dr. Paul Luchtenberg, residenti a dei culti, vertreten durch die Landesregierung, und als deren Bevollmchtigte durch Herrn Ministerprsidenten Fritz Steinhoff und durch Herrn dorf, Kultusminister Professor Dr. Paul Luchtenberg in Dssel-

schlossen. Er stellt eine ergnzende Vereinbarung

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

dell'art. 2, capov. -.9, della Solenne Convenzione conclusa il 14 Giugno 1929 fra la Santa Sede ed il Libero Stato di Prussia, riconosciuto per questo ambito come predecessore giuridico del Land NordrheinWestfalen.

Abs. 9 des Vertrages dar, der am 14. Juni 1929 zwischen dem Heiligen Stuhl und dem fr diesen Bereich als Rechtsvorgnger des Landes Nordrhein-Westfalen anerkannten Freistaate Preussen abgeschlossen worden ist.

1 Viene eretta una nuova Diocesi con la Sede Vescovile ed il Capitolo Cattedrale nella citt di Essen ; Vescovo e Capitolo Cattedrale stabiliranno la loro sede presso la chiesa di S. Giovanni Battista, detta Mnsterkirche, in Essen. La Diocesi, la Sede Vescovile ed il Capitolo Cattedrale hanno la personalit giuridica per il foro civile secondo le norme del diritto statale e godono dei diritti degli enti di diritto pubblico.

Es wird ein neues Bistum mit einem Bischflichen Stuhl und einem Kathedralkapitel in Essen errichtet; Bischof und Kathedralkapitel werden nehmen. Bistum, Bischflicher Stuhl und Kathedralkapitel besitzen die Rechtsfhigkeit fr den staatlichen Bereich nach den Vorschriften des staatlichen Rechts und haben die Rechte von Krperschaften des ffentlichen Rechts. bei St. Johann Baptist (Mnsterkirche) in Essen ihren Sitz

2 Das knftige Bistum Essen umfasst die nachstehend genannten, aus den Erzdizesen Kln und Paderborn sowie der Dizese Mnster ausscheidenden Gebietsteile. Es wird umschrieben durch die Gebiete der Stdte Bochum, Bottrop, Duisburg, Essen, Gelsenkirchen, Gladbeck, Ldenscheid, Mlheim (Ruhr), Oberhausen, Wattenscheid Altena sowie der Landkreise und Ennepe-

La futura Diocesi di Essen comprende i territori qui appresso nominati, che vengono staccati dalle Arcidiocesi di Colonia e di Paderborna e dalla Diocesi di Mnster. Essa abbraccia i territori delle citt di Bochum, Bottrop, Duisburg, Essen, Gelsenkirchen, Gladbeck, Ldenscheid, Mlheim (Ruhr), Oberhausen, Wattenscheid, nonch delle circoscrizioni rurali di Altena ed

Acta, Pii Pp. XII

203

Ennepe-Ruhrkreis (ad eccezione per del comune di Herdecke e della citt di Wetter [Ruhr]).

Ruhrkreis (jedoch mit Ausnahme der Gemeinde Herdecke und der Stadt Wetter [Ruhr]).

3 La Diocesi di Essen viene assegnata alla provincia ecclesiastica di Colonia.

3 Das Bistum Essen wird der Klner Kirchenprovinz zugeteilt.

4 Il Capitolo Cattedrale di Essen costituito dal Preposto, da sei Canonici effettivi e da quattro Canonici onorari nonch da sei Vicari. Das

4 Kathedralkapitel in Essen

wird gebildet aus dem Propste, sechs residierenden und vier nichtresidierenden Kapitularen sowie sechs Vikaren.

5
Per aiuto del Vescovo diocesano viene dato alla Sede Vescovile di Essen un Vescovo Ausiliare.

5 Zur Untersttzung des Dizesanbischofs zugeteilt. wird dem Bischflichen Stuhl von Essen ein Weihbischof

6 Il Vescovo di Essen ha il diritto di avere nella sua Diocesi un Seminario per la formazione scientifica degli ecclesiastici. L'art. 12, capov. 2, proposizioni 2-3-4, della Solenne Convenzione fra la Santa Sede ed il Libero Stato di Prussia vale anche per tale Seminario. Il diritto derivante dall'articolo 16, capov. 2, della Costituzione del

6 Der Bischof von Essen ist berechtigt, in seinem Bistum ein Seminar zur wissenschaftlichen Vorbildung der Geistlichen zu besitzen. Art. 12 Abs. 2 Satz 2, 3, 4 des Vertrages zwischen dem Heiligen Stuhl und dem Freistaat Preussen gilt auch fr dieses Seminar.

Das Recht aus Art. 16 Abs. 2 der Verfassung fr das Land Nordrhein-

204

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Land Nordrhein-Westfalen del 28 Giugno 1950 rimane invariato anche per il resto. 7 Per sopperire alle spese personali e reali della Diocesi di Essen, il Land Nordrhein-Westfalen versa annualmente un contributo di DM (marchi tedeschi) 258.500 e cio : come dotazione personale per il Vescovo, il Vescovo Ausiliare, il Preposto della Cattedrale, sei Canonici effettivi, quattro Canonici onorari e sei Vicari la somma di DM 178.200 e come dotazione reale (parte personale e parte reale) la somma di DM 80.300.

Westfalen vom 28. Juni 1950 bleibt auch im brigen unberhrt.

7 Das Land Nordrhein-Westfalen

leistet zur Bestreitung der Personalund Sachausgaben des Bistums Essen jhrlich einen Zuschuss von 258500 D M , und zwar als Personaldotation fr den Bischof, den Weihbischof, den Dompropst, sechs residierende Domkapitulare, vier nichtresidierende Domkapitulare und sechs Domvikare einen Betrag von 178200 DM und als Sachdotation (personeller und schlicher Teil) einen Betrag von 80300 D M .

Si d'accordo che vale anche per la presente Convenzione quanto stabilisce della il Protocollo Finale circa l'articolo 4, capov. 1, proposizione 1, Solenne Convenzione fra la Santa Sede e lo Stato Libero di Prussia del 14 Giugno 1929.

Es besteht Einverstndnis darber, dass die Bestimmung zu Art. 4 Abs. 1 Satz 1 des Schlussprotokolls zum Vertrag des Freistaates Preussen mit dem Heiligen Stuhl vom 14. Juni 1929 auch fr den vorliegenden Vertrag gilt.

8 Le divergenze di opinione, che sorgessero eventualmente in avvenire fra le Alte Parti contraenti circa l'interpretazione di qualche disposto del presente Accordo, saranno eliminate a norma dell'arjticolo 13 della Solenne Convenzione del 14 Giugno 1929.

8 Eine in Zukunft etwa zwischen den Hohen Vertragschliessenden entstehende Meinungsverschiedenheit ber die Auslegung einer Bestimmung dieses Vertrages wird nach Artikel 13 des Vertrages vom 14. Juni 1929 beseitigt werden.

Acta Pii Pp. XII

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9 Questa Convenzione, il cui testo fede, dovr essere ratificata essere scambiati quanto e gli a

9 Dieser Vertrag, dessen deutscher haben, soll ratifiziert und die Ratifikationsurkunden bald in werden. Er tritt mit dem Tage ihres Austausches in Kraft. Zu Urkund dessen haben die Bevollmchtigten diesen Vertrag unterzeichnet. Geschehen in doppelter Urschrift. Bad Godesberg, den 19. Dezember 1956. sollen mglichst Dsseldorf ausgetauscht

italiano e tedesco fanno medesima, und italienischer Text gleiche Kraft Istrumenti della ratifica dovranno prima Dsseldorf. Essa entrer in vigore il giorno dello scambio di detti Istrumenti. In fede di che i plenipotenziari hanno firmato la presente Convenzione. Fatto in doppio originale. Bad Godesberg, 19 Dicembre 1956.

f LUIGI G. MUENCH Arcivescovo-Vescovo di Fargo, Nunzio Apostolico STEINHOPF Ministerprsident des Landes Nordrhein-Westfalen Prof. Dr. PAUL LUCHTENBERG Kultusminister des Landes Nordrhein-Westfalen

Conventione inter Apostolicam Sedem atque Rhenaniam Septentrionalem et Vestphaliam rata habita, die XXVI mensis Februarii anno MDCCCCL VII Ratihabitionis Instrumenta accepta et reddita mutuo fuerunt. Exinde, i. e. a die XXVI mensis Februarii anno MDCCCCLVII, huiusmodi Conventio inter Apostolicam Sedem atque Rhenaniam Septemtrionalem et Vestphaliam icta vigere coepit ad normam paragraphi IX eiusdem Pactionis.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium, Officiale

EPISTULAE I
AD REVMUM D. RENATUM ZIGGIOTTI, SOCIETATIS S. FRANCISCI SALESII MODERATOREM GENERALEM : SAECULO EXEUNTE AB OBITU S. DOMINICI SAVIO.

PIUS PP. X I I Dilecte fili, salutem et Apostolicam Benedictionem. Quemadmodum Mariali vertente anno, quem Nos ubique gentium celebrandum indiximus, primo exeunte saeculo a definito Immaculatae Conceptionis B. Mariae Virginis dogmate, summa laetitia affecti sumus quod Nobis licuit in Petriani Fori maiestate, ingenti adstante multitudine, Sanctorum Caelitum honoribus adulescentem innocentissimum decorare Dominicum Savio, ita in praesens, primo exeunte saeculo ex quo idem ad Superos evolavit, placet admodum celebrationes eiusmodi participare vestras, et christifideles omnes, eos praesertim, qui iuvenili aetate fruentes, rite a vobis diligenterque instituuntur atque educantur, paterno adhortari animo, ut carissimum hunc Ioannis Bosco discipulum in exemplum intueantur. Nihil profecto pulchrius, nihil amabilius quam candida iuventus, quae mentis animique ornamentis niteat, ac praesertim sanctitatis splendoribus refulgeat, ut in hoc Legiferi Patris vestri alumno contigisse laetamur. Cuius quidem vitam considerantibus nobis Providentissimus Deus praeclarum voluisse videtur quasi specimen rectae illius iuvenilis institutionis educationisque praebere, qua Salesianae Societatis Conditor tantopere praestitit. Vixdum siquidem in Religiosam Familiam vestram ingressus est, sui Magistri monitis hortamentisque ultro libenterque obtemperans, nihil aliud egit, nisi ad sanctitatis apicem citatiore cotidie gradu contendit. Ad id spectat firmissima eius voluntas quidquid iacturae ac vel mortem ipsam tolerare potius quam qualibet peccati labecula foedare animum; ad id spectat impensissima pietas erga Divinum Redemptorem Eucharisticis velis delitescentem, eiusque Sanctissimam Matrem ; ad id denique spectat incensum apostolatus studium, quo suos aequales ex iuvenilibus vi1

Cfr. Litt. Enc. Fulgens corona , A. A. S. X L V , a. 1953, p. 577 sq.

Acta Pii Pp. XII

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tiorum illecebris abstrahere, eosque secum ad christianam assequendam virtutem revocare omni ope enisus est. Quod autem peculiari modo hoc in adulescente placet innocentissimi animi candor est, eiusque propositum validissimum intaminatae pudicitiae lilium per totius vitae cursum servandi incolume, ita ut iuventuti nostrae salutariter praefulgeat, tot hodie tantisque periculis insidiisque circumventae. Eum igitur colant, venerentur atque aemulari contendant adulescentes potissimum optamus; iique nominatim, qui vestri curis educandi commissi sunt; ita enim fiet, aspirante iuvanteque Deo, ut casta, serena, hilara, ac fortis iuventa in Catholicae Ecclesiae civilisque societatis spem feliciter succrescat. Ad quod quidem efficiendum conferant saeculares celebrationes, quae proxime habebuntur, cupimus ; aitque interea caelestium munerum auspicem, peculiarisque benevolentiae Nostrae testem, cum tibi, dilecte fili, tum cunctis Salesianae Societatis moderatoribus, sodalibus atque alumnis Apostolicam Benedictionem peramanter in Domino impertimus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die x x x i mensis Ianuarii, in festo S. Ioannis Bosco, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri duodevicesimo. PIUS PP. X I I

ii
AD REV. P. L O M B A R D I RICHARDUM, SOCIETATIS IESU

P I U S PP. X I I Abbiamo avuto pi di una volta la opportunit di manifestare il conforto da Noi provato per il bene compiuto dal Movimento per un mondo migliore , dovuto in primo luogo al tuo fervido zelo per la conquista delle anime a Cristo. Il notevole lavoro finora svolto che ha visto raccogliersi in fraterna unione di preghiere e di propositi persone qualificate del clero e del laicato, in numero sempre maggiore, s da doversi pensare ad una pi ampia sede Ci offre ora gradita occasione per rinnovare il Nostro paterno interessamento. Non v' dubbio che una efficace azione per un mondo migliore presuppone che il progresso spirituale incominci dal clero e dai laici chiamati all'apostolato. La formazione ad una profonda vita interiore

208

Acta

Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

, infatti, condizione necessaria per essere veramente sale della terra e luce del mondo w.
1

Solo dalla santit dei Sacerdoti e dei fedeli cui la Chiesa affida, sotto varie forme, una missione di apostolato, pu prendere inizio l'auspicata opera per l'integrit della famiglia, l'onest nella professione e, nella vita pubblica, una maggiore giustizia sociale, un generoso sforzo per la pace di Cristo nel regno di Cristo. Neil'incoraggiarti pertanto, diletto figlio, a proseguire, con tale spirito nella tua attivit, di cuore impartiamo a !te ed a tutti i tuoi Collaboratori una particolare Apostolica Benedizione, pegno di ogni celeste favore. Dal Vaticano, 12 marzo 1957. PIUS PP. X I I

ALLOCUTIO
Ad Parochos Urbis et Concionatores sacri temporis quadragesimalis *

Vi diamo il Nostro benvenuto con paterno affetto, diletti figli, Parroci di Roma e Predicatori quaresimalisti, che, guidati dal Nostro Venerabile Fratello, l'amatissimo Signor Cardinale Vicario e dai solerti Vicegerenti, siete venuti a visitare il Padre Comune, per farlo partecipe delle vostre ansie, dei vostri dolori, delle vostre gioie, delle vostre speranze. A questo vostro filiale gesto Noi siamo soliti ogni anno di rispondere con parole di compiacimento per il lavoro compiuto, di conforto e di incoraggiamento per le opere che vi attendono. La sollecitudine di tutte le chiese
1

non Ci impedisce di guardare

Roma come la Chiesa dal Signore a Noi particolarmente affidata : essa in cima dei Nostri pensieri, come al centro dei Nostri affetti, delle Nostre premure. Perci seguiamo personalmente il vostro lavoro, compiacendoci dei copiosi frutti raccolti, esaminando le difficolt che avete incontrate, additandovi per quanto possibile le mete da conseguire e i mezzi da usare.

Cfr.

MATTH. 5, 13-14.

* Habita die 5 Martii mensis, a. 1957.


1

g Cor. i l , 28.

Acta Pii Pp. XII

209

Quest'anno si compie il primo lustro da quando rivolgemmo una fervida Esortazione ai fedeli di Roma, e con essa della terra. Roma voi
2

10 sapete citt unica al mondo, non solo perch qui la sede del Papato e il centro della cristianit, ma anche per i problemi che essa presenta, per la loro variet, vastit e soprattutito complessit, Ma Noi non dubitavamo che voi, diletti figli, avreste risposto prontamente al Nostro invito e vi sareste messi all'opera con generosa dedizione. Eravamo certi che non avremmo fatto risuonare invano il Nostro grido di risveglio e che ogni luce, la quale si fosse accesa in Roma, avrebbe brillato sul mondo, e ogni esempio, che fosse partito dall'Urbe, avrebbe trascinato altre citt e altre diocesi in ogni parte della terra. Oggi, a cinque anni di distanza, dobbiamo esprimere a tutti voi il Nostro vivo compiacimento, la Nostra paterna gratitudine. Poich non possibile di contare le lacrime che avete asciugate, le speranze che avete fatto rinascere, le armonie che avete ristabilite ; n facile di conoscere gli ostacoli, che ognuno di voi ha dovuto superare, quando lo sconforto tentava di vincervi ; la insensibilit di tanti buoni vi opprimeva, gli assalti dei cattivi vi stancavano. Eppure molto si fatto, diletti figli. Si sono moltiplicate le chiese, le parrocchie ; sono state costruite numerose cappelle l dove i fedeli non hanno ancora un parroco, ma vogliono ugualmente riunirsi per il catechismo, per la frequenza alla S. Messa festiva, per accostarsi ai SS. Sacramenti. Si sono allestiti numerosi campi sportivi, sono state aumentate le scuole elementari e secondarie; operano in varie parti di Roma i Centri zonali di cultura religiosa, e vi , promettente e dinamica, tutta l'azione di coloro che dedicano le loro cure alla giovent studentesca romana nella scuola e fuori della scuola. Ci ha procurato immensa gioia l'apprendere, per esempio, il numero e l'ardore con cui i giovani partecipano al Concorso Veritas; segno che gli insegnanti di religione, accuratamente scelti e assiduamente vigilati, hanno saputo ottenere dai giovani quello che tempo fa era ancora assolutamente imprevedibile. Naturalmente la Nostra particolare riconoscenza va a coloro che hanno impartito le norme per l'impostazione del lavoro, a chi ha dato l'impulso per l'esecuzione, a chi ha saputo paternamente guidarvi, affinch, nel rispetto dell'obbedienza, voi poteste prendere tutte le intraprese utili per 11 bene di Roma. E come sarebbe ingiusto l'ignorare i buoni effetti ottenuti e misconoscere i generosi sforzi per conseguirli, cos sarebbe pericoloso

A. A. 8., vol.
vol.

X X X X I V

(1952) pag. 159 ss.


17-4-1957.

14 - ACTA,

XXIV,

n.

4.

210

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

contentarsi di ci che si fatto, e non accettare volentieri le considerazioni e i consigli che venissero esposti o dati con retta intenzione e con anim paterno e fraterno. Roma ancor lungi dall'essere come Dio la vuole, come Noi e voi la desideriamo. Guardate, per esempio, il quadro che essa offre allo sguardo di tutti con una crudezza impressionante : migliaia di romani continuano a chiamarsi cristiani e si stupiscono che la Chiesa si rifiuti di trattarli come i veri fedeli. Sono battezzati e professano la fede in Ges Cristo, ma non obbediscono ai Pastori stabiliti da Lui e non osservano

i suoi comandamenti. Infanti, nonostante le esplicite

condanne della Chiesa, i molteplici avvertimenti e le accorate esortazioni, seguitano a sostenere che si pu servire al tempo stesso Dio e il nemico di Dio ; accade anzi talvolta che, messi nella necessit di scegliere, preferiscano di abbandonare la Chiesa, rimanere senza Sacramenti, in vita e perfino in punto di morte, pur di continuare a militare e a sostenere movimenti che vogliono la distruzione del Cristianesimo e attentano alla esistenza della stessa civilt umana. Voi avete contato questi infelici vostri fratelli lontani ; anche Noi li conosciamo e i loro nomi sono come scritti a carattere di fuoco nel Nostro cuore inquieto e angosciato. Ma anche in un altro campo il volto di Roma Ci appare sfregiato nei suoi pi puri lineamenti. Come voi ben sapete, il Concordato fra la Santa Sede e l'Italia prescrive che in considerazione del carattere sacro della Citt Eterna, sede vescovile del Sommo Pontefice, centro del mondo cattolico e meta di pellegrinaggi, il Governo italiano avr cura di impedire in Roma tutto ci che possa essere in contrast col detto carattere . Si pu dire che tale la sua presente condizione? Siamo dolenti di dover rispondere che no. Per citare un solo esempio ; anche di recente un grande quotidiano, non sospetto di clericalismo , in una corrispondenza da Roma descriveva a vivi colori due grandi manifesti murali volgarmente pornografici, che in quei giorni tappezzavano le principali vie di Roma ; di uno dava anche le misure, largo forse sette metri, alto tre, la cui base toccava i marciapiedi. Chi potrebbe dire quali rovine di anime, specialmente giovanili, simili immagini provocano, quali impuri pensieri e sentimenti possono suscitare, quanto contribuiscano alla corruzione del popolo, con grave pregiudizio della stessa prosperit della Nazione, che ha bisogno di una giovent sana, forte, educata alle pi nobili aspirazioni della virt ! Aggiungete le riviste pornografiche esposte nei chioschi, il cinema immorale, e anche la televisione, che penetra fin nella
3

Art. 1 capov. 2.

Acta Pii Pp. XII

211

intimit delle case e vi apporta non di rado come Ci viene riferito spettacoli audaci, atti a turbare profondamente le coscienze. Perci, nella scarsa aspettazione di avere altrove una difesa veramente efficace, massime dopo la pronunziata dichiarazione di illegittimit costituzionale di alcune precedenti norme , occorre che, in tali casi, i cattolici di Eoma difendano da s i diritti della religione e del buon costume, e, in unione con le altre oneste persone di ogni tendenza, ma pensose della moralit del popolo , sollevino una energica protesta della pubblica opinione, la cui reazione, mostrando quale veramente il comune sentimento , imponga alle Autorit competenti di addivenire ai necessari provvedimenti. un ufficio che affidiamo particolarmente a voi, predicatori e curatori di anime, e che vi meriter la gratitudine di quanti vogliono il vero bene del buon popolo romano. Per passare a un diverso argomento, non possiamo nascondervi la Nostra sollecitudine per la scarsezza del Clero in Roma. Si deve far distinzione fra il clero della Roma universale e quello della Roma diocesana. Nella prima, centro del mondo cattolico, vi sono i sacri Dicasteri, gli Istituti Pontifici nazionali ed internazionali, le Curie Generalizie. L'aiuto che pu venire alla diocesi di Roma dal pur cospicuo numero di sacerdoti appartenenti alle suddette opere, sar necessariamente ridotto e non continuo, a cusa dei loro impegni di ufficio e di studio. La realt che Roma ha un urgente bisogno di sacerdoti e, mentre diventano sempre pi rapidi l'incremento demografico e l'immigrazione, e aumentano le esigenze delle anime, resta inadeguata la somma dei giovani, che entrano in Seminario e ascendono all'altare. Grande il lavoro che vi attende, diletti figli, e Noi vi esortiamo a non perdervi d'animo, come vi raccomandiamo di considerare l'urgenza della vostra azione ordinata e coordinata. Nel campo di Dio, che il mondo, voi raccoglierete abbondanti frutti, se saprete preparare il terreno, se il seme sar gettato abbondantemente e con senno, se la coltivazione sar premurosa e costante, se la raccolta verr fatta tempestivamente e con diligenza. Per portare il Nostro paterno consiglio in questo faticoso lavoro, eccoCi a fare con voi alcuni istanti di meditazione sul campo che il mondo, sul seme che la parola di Dio, sull'agricoltore che Dio stesso. 1. (( Ager est mundus . Il campo il mondo.
4

Vi un mondo, corrotto e corruttore, perch impastato di male : in

MATTH.

13,

38.

212

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

maligno positus . Questo mondo stato condannato da Ges : nunc iudicium est mundi, ma vinto dalla sua forza onnipotente : ego vici mundum . A questo mondo voi non appartenete, e perci esso vi odia : quia... de mundo non estis, sed ego elegi vos de mundo, propterea odit vos mundus . Con tale mondo voi non dovete mescolarvi, e meno ancora confondervi : non potete intrecciar dialoghi, scendere a patti, cercar compromessi ; il suo principe Satana : princeps mundi huius Satana non pu esservi accordo. Ma vi un altro mondo : il mondo che Dio ha amato : Sic... Deus dilexit mundum ;
10 9 8 7 6

e con

il mondo, nel quale Ges, figlio di Dio, stato man-

dato, non per condannarlo, ma aftinch sia salvato per opera di lui : non enim misit Deus filium suum in mundum, ut iudicet mundum, sed ut salvetur mundus per ipsum .
1 X

II mondo di cui Ges luce : quamdiu sum


1 2

in mundo, lux sum mundi ; vita )).


13

il mondo, cui il Pane, che la carne di

Ges, dona la vita : panis, quem ego dabo, caro mea est pro mundi In questo mondo, in questo campo, vi sono germogli che attendono di essere coltivati ; piante che vogliono crescere e moltiplicarsi ; frutti che devono essere raccolti. Vi soprattutto un terreno che aspetta di essere seminato. In esso sono pronti i solchi, tracciati e scavati in profondit dalle delusioni sofferte, dalle lacrime versate, dalla prepotente volont che torni a fiorire la fede e a fruttificare la speranza. Vorremmo che prescindeste, diletti figli, in questo momento dalla strada che oltre i confini, dai sassi che si possono incontrare nel campo stesso; vorremmo che non consideraste per ora i rovi e le spine che qua e l vi si trovano, ma soltanto il terreno buono : esso molto, diletti figli, e attende, anche se inconsciamente, una abbondante semenza. 2. (( Semen est verbum Dei . La semente la parola di D i o .
14

D la parola che guida, che illumina, che d la vita. Consci dell'urgente bisogno dei tempi, Noi cerchiamo di prodigarci secondo le Nostre deboli
4

1 Io. 5, 19. Io. 12, 31. Io. 16, 33. Io. 15, 19. Io. 14, 30. Io. 3, 16. Io. 9, 5. Io. 6, 51.

9 1 0

" Io. 3. 17.


1 2 1 3

" Lue. 8, 11.

Acta Pii Pp. XII

213

forze, affinch chi viene a Noi, torni alla sua casa, alla sua officina, alla sua scuola, alla sua scienza, portando in cuore la certezza che solo Ges pu finalmente far rinascere nel mondo i fiori della speranza e i frutti della carit. Noi vi esortiamo, diletti figli, a non darvi pace, a non concedervi tregua : ognuno di voi predichi questa sacra parola ; ognuno di voi insista con costanza e ardimento, anche quando una falsa prudenza consiglierebbe di desistere ; ognuno di voi si raccomandi, insista, se vi bisogno, pazientemente. Noi vediamo e gli uomini vedono che cosa accaduto, che cosa sta accadendo per essersi essi allontanati dalla sana dottrina, per aver chiesto a caso, a maestri secondo le proprie passioni, le verit da credere e le norme da seguire. Rivolgetevi ai fanciulli, agli adolescenti, ai giovani, agli adulti : non trascurate alcun mezzo, non disprezzate alcun metodo. Oggi, come ai primi tempi, non est aequum nos derelinquere verbum Dei .
1 6 15

Dobbiamo proclamare alto, dobbiamo far risuo17

nare con forza il monito di S. Paolo : Fundamentum enim aliud nemo potest ponere praeter id quod positum est, quod est Christus Iesus . Porre altri fondamenti alla costruzione del mondo, significherebbe prepararne la rovina ; gettare nel terreno altra semente che non sia Cristo Ges, significherebbe trasformare in deserto il campo che di Dio ; significherebbe veder crescere accanto al buon grano la zizzania : che sembra amore,, ed odio ; che sembra pace, ed guerra ; che sembra liberjfc, ed licenza ; che sembra giustizia, ed sopraffazione ; che sembra prudenza, ed paura; che sembra coraggio, ed imprudenza; che sembra previdenza, ed diffidenza. E qui vorremmo aggiungere una particolare raccomandazione per la assidua predicazione della parola di Dio durante la celebrazione della Santa Messa nelle domeniche. Noi non disconosciamo certamente il valore della grande, solenne predicazione in particolari circostanze, e ne una chiara prova la gradita presenza, che qui volentieri salutiamo, dei predicatori quaresimalisti. Essa senza dubbio mantiene tutta la sua importanza, ma per la sua stessa natura straordinaria ed eccezionale. I fedeli, quando da attendersi una parola breve, ma ben ponderata, detta con profonda convinzione e che religiosamente edifica e arricchisce gli animi, sogliono trovarsi volentieri ad ascoltarla nelle domeniche e nei giorni festivi ; il che non esclude che anche in quelle circostanze ecceziolfi

Cfr. 2 Tim. 4, 3. Act. 6, 2. / Cor 3. 11.

16

17

214

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

nali, a cui abbiamo ora accennato, vi convengano, non di rado anzi in alto grado. Ma oltre a tale prontezza di accoglimento da parte dei fedeli, la comune predicazione domenicale presenta due note caratteristiche, che ne aumentano il valore : essa cio, al tempo stesso, una familiare e fiduciosa conversazione del parroco col gregge a lui afiidato, ed inoltre a-wiene regolarmente ogni settimana e in ogni ricorrenza festiva. Questa regolarit d a quella parola sempre nella supposizione che essa venga dal cuore e vada ai cuori una forza, che lentamente e quasi inavvertitamente, ma infallibilmente, esercita la sua efficacia. 3. Ager est mundus, Semen est verbum Dei, Pater... agricola est )).
18

L'agricoltore Dio.

Questo nostro invito, questa Nostra quasi accorata insistenza non deve farvi cadere in inganno : quasi che da Noi e da voi dipenda in tutto, o almeno pricipalmente, la fioritura e la fruttificazione della vigna del Signore. Noi siamo cultura di Dio Dei agricultura , ficatio )).
20 1 9

allo stesso modo

che, pietre vive della sua Chiesa, siamo costruzione divina : Dei aediChi si limita ad osservare le apparenze, chi non penetra nella profondit delle realt soprannaturali, pu essere indotto a credere che quanto fiorisce nel giardino della Chiesa, e quanto fruttifica nel mondo, sia opera di uomini : uomini seminano, uomini irrigano, uomini potano, uomini coltivano. In realt il vero seminatore, il vero irrigatore, il vero potatore, il vero coltivatore Dio. Pater meus agricula esf, proclama Ges. E S. Paolo precisa : Ego piantavi, Apollo rigavit; sed Deus incrementum dedit. Itaque neque qui plantat est aliquid, neque qui rigat; sed qui incrementum dat Deus .
2 1

Che cosa sono dunque gli uomini?

che cosa siamo tutti noi, che cosa facciamo da noi? Senza Ges nulla siamo, senza di Lui non possiamo far nulla : sine me nihil potestis facere .
2 2

Che cosa, invece, noi siamo con Lui? Che cosa possiamo fare
2 3

uniti a Lui, avendo in noi, vivo, inabitante, operante, Ges? Tutto. (( Omnia possum in eo, qui me confortt . Dunque non siamo noi autori delle opere apostoliche, ma strumenli di Dio, coltivatori del suo

" Io. 15, 1.


19

1 Cor. 3, 9. ibid. 1 Cor. 3, 6-7. Io. 15, 5. Phil. 4, 13.

20

2 1

2 2

88

Aota Pii Pp. XII

215

campo, dispensatori della sua parola e della sua grazia : dispensatores mysteriorum Dei .
24

Se questo vero, diletti figli, voi comprenderete appieno la necessit, per tutti coloro che vogliono operare nella vigna del Signore, di essere uniti strettissimamente a Lui, di identificarsi con Lui. Non difficile immaginare quello che accadrebbe in Roma, quello che accadrebbe nel mondo, se tutti i sacerdoti si presentassero agli uomini non in persuasibilibus humanae sapientiae verbis, sed in ostensione spiritus et virtutis , Dio.
2 S

cosicch la luce della fede, la fermezza della speranza e l'ardore Se fosse in essi Ges che prega, Ges che predica, Ges che soffre,

della carit non derivino dalla sapienza degli uomini, ma dalla forza di
26

Ges che opera, chi potrebbe descrivere l'abbondanza delle acque che scorrerebbero per il mondo, e le piante che si moltiplicherebbero e l'incanto dei fiori e la bont dei frutti? Possa Ges far risplendere nella vostra mente l'incanto di questa luce e farvi sentire in cuore la forza di questa certezza ! Possa Ges divenire il dominatore assoluto delle vostre anime !

NUNTIUS RADIOPHONICUS
ALUMNIS SCHOLARUM CATHOLICARUM STATUUM FOEDERATORUM AMERICAE

SEPTENTRIONALIS, AD S O L L I C I T A T A M CARITATEM ERGA PUEROS INDIGENTES ALIARUM NATIONUM. *

Once again We come to talk with Our dear children in the United States, once again to spend, as it were, a few minutes in their midst, so that they may hear Our voice and know that all Our thoughts iust now are of them. We said : once again . And yet for many of you will be the first time you receive such a visit of the Holy Father into your schools ; and many who listened to Us in former years are no longer with you. They have moved on to higher classes in more advanced schools ; perhaps their school-days are over. So it happens ; and so it will happen with you. Little boys and girls you are today, but soon, and how soon you do grow up you too will be moving on to higher classes in higher schools. And then? What then?
** 1 Cor. 4, 1.
2S

/ Cor. 2, 4. Cfr. ibid. 5.

36

* Datus die 6 Martii mensis, a. 1957.

216

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Some of you, perhaps, will be doctors, some will be lawyers, some will be engagea in business. Some of you, We lite to think many of you will be priests. Oh, the Ohurch needs so many more priests, holy priests, to carry on the redeeming work of Christ. And then some of you will be Sisters. What a noble vocation ! What would the Church in your country have been without the good Sisters, so devoted, so self-sacrifcing, so holy and understanding of the children? Bui their number is too, too small. Well, whatever vocation may claim you, this is true of you all : always you will all be children of God. You were made that at baptism. And you will be wanting to love and follow Jesus, Who died because He loved you and wanted to have you with Him for all eternity. What would you not give to have a true picture of Him ; to know Him just as He was, just as the Apostles saw Him on this earth. They knew the features of His face and the tone of His voice. They watched Him in His dealings with children and older folk. That was their privilge. But some of them, who saw Him and lived with Him, have told much abou Him, much of what He did and said. You have heard of St. Peter, the Apostle whom Jesus selected to be the head of His Church, to be first in a long line of Popes. Let Us teli you something that he once said. It was quite a few years after Our Lord had died and had risen f rom the dead and ascended into heaven, that St. Peter was preaching a sermon. His new congrgation was very keen to hear all about Jesus, whom they wanted to follow. And do you know how St. Peter summed up for them the life of the Lord? In this simple, short sentence : He wen.t about doing good ) ) / That is what St. Peter remembered most vividly about His Master. He went about doing good. Isn't that beautiful and interesting? Our Lord's days were spenit amid every sort of human suffering and wretchedness. People throng about Him on every side. Great crowds , St. Matthew says, carne to Him, bringing with them the lame, the blind, the deaf, the crippled and many besides, whom they laid at His feet, and He healed them ali .
2

What a joyous multitude it

was ! One day a funeral procession is passing ; they are carrying to the cemetery the only son of a widowed mother. Don't cry, Jesus teils her. But, Lord, her heart is breaking with grief. Weep not ! And He brings the boy back to life and gives him to his mother. The lepers $00 are not afraid to approach Him. He really could eure them f rom a distance;

Act.
Cfr.

10, 38. MATTH. 21, 14; Luc. 6, 17-19.

Acta Pii Pp. XII

217

but see, they are touching His robe> and He shows how pleased He is. He puts His haud on the place of the leprosy and the dread disease is cured. He is at everyone's beck and cali. Though foot-sore and weary, yet you find Him as St. Peter remembered Hirn, going about to do good for suff ering, needy man. Our dear children, no one will expect you to do the wonderful and miraculous things your divine Lord did ; but We do expect, your parents expect, your teachers expect, that you will go about in your own little world, at home, at school, in the playing felds, will go about doing good. Just now your zealous Bishops are asking you to do good in a very definite and practical way. They are asking you to make your contribution to the immense good they pian to do for people in every part of the world, where men and Avomen and children are in distress without home, without food, without medicine and clothes enough to protect them and keep them well. And what are you going to contribute? First of ali, your prayer, special prayers ali during Lent, that God may grant to ali nations that peace and prosperity, that will help them to have greater love for Him and for their fellow-men. Then during Lent you will be making so many little sacrifices, giving up some .things you like to have ; and the dimes you will be saving you will be so happy to give to the poor children who have so much less than you have of comfort and care and joy. Each year you children have been so generous. This year. We are sure, you are going to break ali records. And the Lord Iesus your closest friend, who loves you all so dearly, will be looking down on the Catholic schools in America and will recognize the children in them for His very own, when He sees that they, too, have resolved and they are keeping their resolution ito go about doing good. And you will pray for the Holy Father, won't you? And now We shall give you Our Apostolic Blessing. We give it to you ; We give it to your loving parents, to your teachers ; We give it with ali the affection of Our heart ; and through God's bounteous mercy, it will bring you, We are confident, His grce and manifold blessing.

218

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

ACTA SS. CONGREGATIONUM


SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS
NATCHETENSIS
(NATCHETENSIS - JACKSONIENSIS) DECRETUM
DE CONCATHEDRALI ERECTIONE ET NOMINIS MUTATIONE

Urbs Jacksonium, in medio territorio Natchetensis dioecesis exstans, caput Status vulgo nuncupati Mississippi , sive fidelium numero sive religionis operibus et incolarum industria prospera suscepit hac nostra aetate incrementa. Quapropter Excnius P. D. Richardus O. Gerow, Episcopus Natchetensis, ab Apostolica Sede petivit ut, ad plenius animarum saluti consulendum, templum in eadem urbe exstans, Deo in honorem S. Petri Ap. dicatum, ad dignitatem Concathedralis eveheretur, et dioecesis Natchetensis, priore retento nomine, Jacksoniensis insimul appellaretur. Porro haec Sacra Congregatio Consistorialis, re mature perpensa ac in primis habito favorabili voto Excmi P. D. Hamleti Ioannis Cicognani, Archiepiscopi titularis Laodicensis in Phrygia et Delegati Apostolici in Civitatibus Foederatis Americae Septentrionalis, precibus annuendum censuit. Proinde vigore specialium facultatum a Ssmo Domino Nostro Pio, Divina Providentia PP. X I I sibi tributarum, praesenti Consistoriali Decreto, perinde valituro ac si Apostolicae sub plumbo Litterae expeditae forent, memoratum templum, Deo in honorem S. Petri A p . in urbe Jacksonio exstans, ad dignitatem et fastigium ecclesiae Concathedralis evehit, ita ut posthae in eodem Cathedra episcopalis erigi possit ac debeat, et Natchetensi Antistiti liceat etiam diebus sollemnioribus, ut ipsi magis expedire videatur, in praefata ecclesia Concathedrali pontificalia exercere et in civitate Jacksonio pro lubitu residere. Item eadem S. Congregatio Consistorialis indulget ut dioecesis Natchetensis ideoque et eius pro tempore exsistens Antistes ex nomine

Sacra Congregatio

Consistorialis

219

civitatis concathedralis, in perpetuum vocari queat ac valeat Natchetensis-Jacksoniensis. Ad haec omnia exsecutioni mandanda S. Congregatio Consistorialis deputat memoratum Excmum P. D. Hamletum Ioannem Cicognani, eidem tribuens facultates necessarias et opportunas etiam subdelegandi, ad effectum de quo agitur, quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, facto ei onere quam primum mittendi ad eandem S. Congregationem authenticum exemplar peractae exsecutionis actus. Contrariis quibusvis minime obstantibus. Datum Romae, ex Aedibus S. C. Consistorialis, die 18 Decembris 1956. Fr. A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L.

S.

Iosephus Ferretto, Adsessor

SACRA CONGREGATIO DE SEMINARIIS ET STUDIORUM UNIVERSITATIBUS

DECRETUM 'FACULTAS S A C R A E THEOLOGIAE IN CATHOLICA UNIVERSITATE TOKYENSI, (( SOPHIA )) NUNCUPATA, C A N O N I C E ERIGITUR IUREQUE AUGETUR A C A D E M I C O S G R A D U SC O N F E R E N D I . Aeternae vitae semitas hominibus patefacere illi in primis contendunt qui divinae revelationis mysteria altius investigant aliosque docent, ad sapientiae domum aedificandam seu fidem moresque, quibus praediti homines ultimum finem suum supernaturalem assequi valeant, ut filii lucis ambulantes qui, accepta armatura Dei , potentia Deo sint ad destructionem munitionum, consilia destruentes et omnem altitudinem extollentem se adversus scientiam Dei, et in captivitatem redigentes omnem intellectum in obsequium Christi (II Cor. 10, 4-5). Quam sapientiam in mysterio loquuntur Sacrae Theologiae Facultates ab Ecclesia in studiorum Universitatibus conditae ut perenni Veritate sacrarum Scripturarum catholicaeque Traditionis discipulos imbuant, quorum

220

Sacra Congregatio de Seminariis et studiorum

Universitatibus

erit universas gnies in admirabile Dei lumen salubriter adducere. Cum autem uberrimos sacrae doctrinae fructus ab Universitate Sophia , in urbe capite Iaponensium dicionis a Sacerdotibus Societatis Iesu instaurata atque ab Episcopis egregiae Nationis magno sane plausu excepta, iugiter allatos comperiat, postulatoriis litteris Praepositi Generalis laudatae Societatis ac optatis Internuntii Apostolici omniumque Iaponiae Praesulum libenter obsecundans, Sacra Congregatio de Seminariis et studiorum Universitatibus, in gloriam Dei animarumque salutem, Facultatem Sacrae Theologiae in studiorum Universitate Tokyensi quae Sophia nuncupatur constituit, erigit erectamque declarat, ipsique iura tribuit muneraque praescribit Apostolica Constitutione Deus scientiarum Dominus adnexisque (( Ordinationibus ac peculiaribus a se probatis Statutis rata et definita, ceteris servatis de iure servandis. Datum Romae, ex Aedibus Sancti Callisti, d. iv m. Novembris, in Festo S. Caroli Borromaei, Ep. ei Conf., a D. MCMLVI.

3 I. Card. PIZZARDO, Ep. Albanen., Praefectus L, S. f C. Confalonieri, Archiep. Nicopolitan., a Secretis-

Sacra

Romana

Rota

221

ACTA TRIBUNALIUM
SACRA ROMANA ROTA

Citatio edictalis ROMANA


NULLITATIS MATRIMONII (MANNOZZI - BARATBLLI)

Cum ignoretur locus actualis commorationis Dae Lucianae Baratelli, in causa conventae, eandem citamus ad comparendum, sive per se, sive per procuratorem legitime constitutum, in Sede Tribunalis S. R. Rotae (Roma, Palazzo della Cancelleria) die 29 Maii 1957, hora meridiana, ad disputandum de dubio concordando, vel ad infrascriptum subscribendum et ad diem designandam qua habebitur Turnus Rotalis pro causae definitione. An constet de matrimonii nullitate, in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedictae Dae Lucianae Baratelli curare debent, ut de hac edictali citatione ipsa moneatur. * Petrus Mattioli, Ponens Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae die 15 Martii 1957. E. Ulinski, Notarius

* Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de M.me Lucienne Baratelli, dfenderesse en cette cause, nous la citons comparatre, par propre personne ou par un procureur lgitimement constitu, au sige du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, Palazzo della Cancelleria) le 29 mai 1957, a 12 heures, pour concorder ou souscrire la doute ci-dessous rapport, et fixer le jour de la dcision de la cause devant la Rote. Gonste-t-U de la nullit du mariage dans le cas? Les Ordinaires des lieux, les curs, les prtres, les fidles ayant connaissance du lieu de la rsidence de la dite Lucienne Baratelli, devront, dans la mesure du possible, l'avertir de la prsente citation.

222

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

DIARIUM ROMANAE CURIAE


Domenica, 31 marzo 1957, il Santo Padre Pio X I I ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza il Barone Dott. PROSPER PQSWICK, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario del Belgio, per la presentazione delle Lettere Credenziali. Gioved, 4 aprile 1957, il Santo Padre Pio X I I ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza il Dott. FRANCISCO JOS DURON, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario dell'Honduras, per la presentazione delle Lettere Credenziali.

SACRA CONGREGAZIONE DEI RITI


Marted, 8 gennaio 1957, nel Palazzo delle Congregazioni a San Callisto, si adunata la S. Congregazione dei Riti antepreparatoria, alla presenza dell'Emo Signor Cardinale Adeodato Giovanni Piazza, Vescovo di Sabina e Poggio Mirteto, Ponente o Relatore della Causa della Serva di Dio Luigia Borgiotti, confondatrice delle Suore di Ges Nazareno, con l'intervento dei Revmi Prelati Officiali e dei Revmi Consultori teologi, i quali hanno discusso sulla eroicit delle virt della predetta Serva di Dio. Marted, 22 gennaio 1957, nel Palazzo Apostolico Vaticano, alla augusta presenza del Santo Padre, si adunata la S. Congregazione dei Riti generale, nella quale gli Emi e Revmi Signori Cardinali, i Revmi Prelati Officiali ed i Revmi Consultori teologi hanno dato il loro voto: 1. Sopra i miracoli della Venerabile Serva di Dio Maria della Provvidenza, al secolo Eugenia Smet, fondatrice delle Suore Ausiliatrici delle anime purganti. 2. Sulla eroicit delle virt delle Serve di Dio : a) Teresa di Ges Jornet y Ibars, fondatrice delle Suore per i vecchi abbandonati. ) Maria Celina della Presentazione, religiosa Clarissa. Marted, 29 gennaio 1957, nel Palazzo Apostolico Vaticano, si riunita la S. Congregazione dei Riti preparatoria, nella quale gli Emi e Revmi Signori Cardinali, i Revmi Prelati Officiali ed i Revmi Consultori teologi hanno discusso su due miracoli, che si asseriscono operati ad intercessione del Beato Carlo da Sezze, dell'ordine dei Frati Minori. Gli stessi Emi e Revmi Signori Cardinali e Revmi Prelati Officiali hanno

Diarium Romanae

Curiae

223

inoltre esaminato, in Congregazione ordinaria, le relazioni dei revisori teologi degli scritti dei Servi di Dio Antonio Agostino Intrecciatagli, dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, Arcivescovo di Monreale, ed Enrico Osso y Cervello, sacerdote, fondatore della Societ delle Suore di S. Teresa di Ges. Marted, 5 febbraio 1957, nel Palazzo Apostolico Vaticano, si adunata la S. Congregazione dei Riti ordinaria, nella quale gli Emi e Revmi Signori Cardinali ed i Revmi Prelati Officiali hanno discusso : 1. Sulla introduzione della causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio Francesca Di Sales Aviat, fondatrice dell'Istituto delle Oblate di S. Francesco di Sales. 2. Sulla relazione dei revisori teologi degli scritti dei Servi di Dio : a) Annibale Maria di Francia, sacerdote, fondatore della Congregazione dei Rogazionisti e delle Figlie del Divino zelo. I) Nazareno di Maria Immacolata, sacerdote professo della Congregazione dei Passionisti. c) Anna Maria Janer Anglarill, fondatrice delle Suore della Sacra Famiglia di Urgel. Marted, 19 febbraio 1957, nel Palazzo delle Congregazioni a San Callisto, alla presenza dell'Emo Signor Cardinale Benedetto Aloisi Masella, vescovo di Palestrina, Ponente o Relatore della Causa del Servo di Dio Francesco di Paola Tarin, sacerdote professo della Compagnia di Ges, si adunata la S. Congregazione dei Riti antepreparatoria, nella quale i Revmi Prelati Officiali ei i Revmi Consultori teologi hanno discusso sulla eroicit delle virt del predetto Servo di Dio. Marted, 5 marzo 1957, nel Palazzo Apostolico Vaticano si adunata la S. Congregazione dei Riti ordinaria, nella quale gli Emi e Revmi Signori Cardinali ed i Revmi Prelati Officiali hanno discusso sulla introduzione di Causa delle Serve di Dio : 1. Clara Fey, fondatrice delle Suore del Povero Bambino Ges. 2. Dorotea de Chopitea Vilota Serra, madre di famglia, cooperatrice salesiana. Gli stessi hanno inoltre esaminato la relazione dei censori teologi degli scritti dei Servi di Dio Tito Horten, sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Predicatori, e Tefilo Fernandez de Lagaria Goni, sacerdote professo della Congregazione dei Sacri Cuori di Picpus . Nel Congresso ordinario di venerd 15 marzo 1957, la S. Congregazione dei Riti ha discusso il dubbio sul non culto del Servo di Dio Pio Pp. IX. Marted, 26 marzo 1957, nel Palazzo Apostolico Vaticano si adunata la S. Congregazione dei Riti preparatoria, nella quale gli Emi e Revmi Signori Cardinali, i Revmi Prelati Officiali ed i Revmi Consultori teologi hanno discusso su due miracoli, che si asseriscono operati ad intercessione della Beata Gioacchina de Vedruna de Mas, vedova, fondatrice delle Carmelitane della Carit.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Gli stessi Emi e Revmi Signori Cardinali ed i Revmi Prelati Officiali hanno poi tenuto una Congregazione ordinaria per l'esame delle relazioni dei revisori teologi degli scritti dei Servi di Dio Giacomo Rem, sacerdote professo della Compagnia di Ges, e Giovanni Vincenzo di Ges Maria, sacerdote professo dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi.

SEGRETERIA DI STATO
NOMINE Con Brevi Apostolici, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di nominare : 1956. L'Emo e Revmo Signor Cardinale Wendel Giuseppe, Protettore dell'Ordine Teutonico (Vienna). 15 dicembre S. E. Revma Monsig. Raimondi Luigi, Arcivescovo tit. di Tarso, Delegato Apostolico nel Messico. 14 febbraio 1957. S. E. Revma Monsig. Knox Giacomo Roberto, Arcivescovo tit. di Melitene, Internuncio Apostolico in India. 12 marzo L'Illmo e Revmo Monsig. Foschini Giovanni, Protonotario Apostolico di numero Partecipante. 15 L'Emo e Revmo Signor Cardinale Tisserant Eugenio, Protettore delle Suore della Provvidenza di Sant'Andrea (Metz). L'Emo e Revmo Signor Cardinale Wyszynski Stefano, Protettore delle Suore Ancelle della Immacolata Concezione della B. V. Maria (Pleszew). 21 L'Emo e Revmo Signor Cardinale Wyszynski Stefano, Protettore dell'Ordine di San Paolo Primo Eremita (Czestochowa). 31 luglio

NECROLOGIO
15 febbraio 1957. Monsig. Fernndez Galilea Leonzio, Vescovo tit. di Ariasso, Vicario Apostolico di Fernando Poo. 23 Monsig. Jeanmard Giulio Beniamino, Vescovo tit. di Barta. 5 marzo Monsig. Afanador y Cadena Raffaele, Arcivescovo tit. di Pompeopoli di Cilicia. 10 Monsig. Prunier Enrico Amato, Vescovo tit. di Tanagra. 22 Monsig. Pereira Ribeiro Antonio Emanuele, Vescovo di Funchal. 28 Monsig. Fontenelle Renato, Vescovo tit. di Teudali. 6 aprile Monsig. Del Bene Salvatore, Vescovo di Cerreto Sannita. 8 Emo Sig. Card. Segura y Saenz Pietro del tit. di S. Maria in Trastevere, Arcivescovo di Siviglia.

An. et yol. X X X X I X

18 Maii 1957

(Ser. II, v, XXIY) - N. 5

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


L I T T E R A E ENCYCLICAE
AD VENERABILES FRATRES PATRIARCHAS, PRIMATES, ARCHIEPISCOPOS, EPISCOPOS ALIOSQUE LOCORUM ORDINARIOS, PACEM ET COMMUNIONEM CUM APOSTOLICA SEDE HABENTES: DE CATHOLICARUM MISSIONUM CONDICIONIBUS PRAESERTIM IN AFRICA.

PIUS PP. XII


VENERABILES FRATRES SALUTEM ET APOSTOLICAM BENEDICTIONEM

Fidei donum, quod, Deo largiente, incomparabilis bonorum copia in christifidelium animis consequitur, plane postulat ut sine intermissione divino ipsius Auctori gratae exhibeamus voluntatis officia. Siquidem fides est, quae ad arcana divinae vitae mysteria nobis aditum patefacit; quae nos ad caelestis beatitatis spem erigit; et quae christianae societatis unitatem hac in caduca vita firmat et solidat, secundum illud Apostoli : Unus Dominus, una fides, unum baptisma - Ac divini huius muneris gratia praesertim fit, ut hoc sponte fluat grato ex animo nostro testimonium: Quid retribuam Domino pro omnibus quae retribuit mihi? . Pro huiusmodi autem divina largi1 2
1

Eph.

iv,
vol.

5.

Ps. CXV, 12.


XXIV, n. 5. - 18-5-1957.

15 ~ A C T A ,

226

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

tate, quid, post debitum mentis obsequium, acceptius Deo praestare potest homo, quam illatam a Christo veritatis facem latius inter homines proferre? Per sacras igitur provehendi missiones studium, quo christianae caritatis flamma alitur, tanti beneficii memores Deo imprimis quodammodo respondeant homines; cum, hac agendi ratione iam acceptae fidei donum ceteris pro viribus impertiendo, gratam Caelesti Numini videantur referre voluntatem suam. Dum autem ex una parte cogitatione complectimur tam immensam Nostrorum filiorum multitudinem, qui, praesertim in regionibus christiano nomini mature adiunctis, divinae fidei beneficia participant; ex altera vero consideramus longe numerosiorem esse eorum turbam, qui ad hunc diem salutis praestolantur nuntium, vehementer cupimus, Venerabiles Fratres, magis magisque adhortari vos, ut studiis vestris causam sanctissimam, quae Dei Ecclesiam per totum terrarum orbem propagandam respicit, sustineatis. Inde fiat ut ex monitis Nostris missionalis apostolatus spiritus in sacerdotum animis acrior excitetur vigeatque, eorumque opera christifideles omnes inflammet. Hoc argumenti genus, gravissimum sane, quod non semel iam Decessores Nostri pertractarunt, ac Nosmet ipsi, ut probe nostis, impensissima data opera attigimus, catholicos omnes apostolico studio excitet, prout acceptae fidei conscientia imperat; qui quidem id ipsum ad Europae regiones convertant, quae christianam exuerint religionem, vel ad immensas Americae Australis plagas, quas utrasque probe novimus magnis premi difficultatibus; iidem auxiliatricem praestent operam catholicis Oceaniae et Asiae Missionibus, quae quidem opera magni momenti est in iis praesertim terris, in quibus tam acri3

Cfr. Benedicti XV Epist. Apost. Maximum illud {A. A. S., X I , 1919, p. 440 sq.) ; Pii XI Homilia Accipietis virtutem (A. A. S., X I V , 1922, p. 344 sq.) ; Pii XI Enc. Litt. Rerum Ecclesiae (A. A. S., X V I I I , 1926, p. 65 sq.); Pii X I I Enc. Litt. Evangelii praecones (A. A. S., X L I I I , 1951, p. 497 sq.).

Acta Pii Pp.

XII

227

ter proelium Domini sustinetur; item fraternae caritatis officia exhibeant innumeris christifidelibus, Nobis sane carissimis, qui Ecclesiae decori et ornamento sunt, cum Evangelicam beatitudinem demeruerint, eorum propriam qui persecutionem patiuntur propter iustitiam; doleant denique lugendam innumerabilium animorum sortem, ob nostrae aetatis atheorum conatus, eorum praesertim iuvenum, qui in divinarum rerum ignoratione constituti, atque etiam odio in Deum interdum affecti, misere adolescunt. Fatemur quidem tot munera atque incepta necessario et quam celerrime absolvenda esse, eademque exquirere novum in Ecclesia apostolicarum virium incrementum, quo prosiliant in apertum Dominicum campum innumerae apostolicorum virorum phalanges, illis haud dissimiles, quae in primaeva Ecclesiae aetate exstiterunt . At, quamquam haec omnia sollicitudine precibusque Nostris prosequi numquam cessamus, quin etiam sollertiae vestrae enixe commendamus, in praesens tamen opportunum omnino ducimus ad Africam terram diligentiam vestram revocare ; Africam dicimus, quae ad cultiorem nostrae aetatis humanitatem civilemque maturitatem iam emergit, quaeque in talis gravitatis versatur rerum adiunctis, qualis fortasse numquam in antiquissimae eius historiae annalibus recensetur.
4 5

I
Ex salutiferis progressibus, quos postremis hisce decenniis Ecclesia in Africa feliciter fecit, christifideles habent profecto, cur laetentur ac merito glorientur iure. Ad Petri Cathedram vix evecti, asseveravimus: . . . nulli parcemus labori, ut... Crux, in qua est salus et vita, et longinquas mundi plagas inumbret ; quamobrem omnibus viribus Evangelii causam in continenti etiam terra illa provehendam curavimus. Hoc testan6
4

MATTH.,

V,

10.

A. A. S., XLIV, 1952, p. 370. Allocutio 1 Maii 1939 : Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santit Pio XII, I, p. 87.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

tur diciones ecclesiasticae illic valde numero adauctae; latissimum catholicorum hominum incrementum, quorum frequentia magis magisque in dies increbrescit; at praesertim Ecclesiastica Hierarchia, quam maximo cum animi solacio non paucis in locis rite constituimus, itemque plures iam Africae sacerdotes ad Episcopalem dignitatem evecti, secundum illam extremam veluti metam missionalis laboris, quae plane requirit ut Ecclesia apud alios populos firmiter constabiliatur, iisdemque propria, ex indigenis delecta, tribuatur Hierarchia . Itaque in amplissima catholicorum familia novellae Africanae Ecclesiae hodie legitimas suas suscipiunt partes, dum ceterae, quae in fide praecesserunt, fraterna caritate coniunctae, easdem ovantes consalutant.
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Hanc autem salutarium fructuum ubertatem Evangelii praeconum agmina sacerdotes scilicet, religiosi religiosaeque sodales, catechistae, adiutores e laicorum ordine non sine infinitis exanclatis laboribus toleratisque aerumnis comparare valuerunt, quorum vim profecto, hominibus ignotam, unus Deus exploratam habet. Hisce singulis universis libenter gratulamur, gratumque hoc loco animum patefacimus Nostrum, cum Ecclesia abunde habeat cur de missionalibus suis sanctissime glorie tur, qui vel in Africa, vel ubicumque possunt, suum ipsorum expleant munus. Amplissimi tamen, quos hic attigimus, missionalium laborum successus neminem in oblivionem inducant id quod adhuc hac in causa faciendum superest, ingentem prorsus exposcere operam innumerosque opifices . Quamvis enim forsitan aliquis perperam aestimet, missionalem actionem, Hierarchia feliciter constituta, mox haberi posse plenam atque fere omnibus numeris absolutam, Nosmet Ipsos tamen sollicitudo omnium ecclesiarum illius continentis terrae quam maxime tenet atque angit. Nonne summa cum animi aegritudine ex hac Apostolicae Sedis celsitudine ante
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Enc. Litt. Evangelii praecones: A. A. S., X L I I I , 1951, p. 507. Ibid., p. 505.

Acta Pii Pp. XII

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mentis oculos habetur, sive grave momentum earum quaestionum quae illic de christianae vitae ratione propaganda ac penitius excolenda agitantur, sive etiam inopia et paucitas apostolicorum operariorum pro tot tantisque muneribus obeundis? Has habuimus quas vobis, Venerabiles Fratres, curas anxitudinesque aperiremus Nostras; ac vobis prompte alacriterque respondentibus, feliciter contingat, ut ad novam melioremque spem tot strenuorum apostolorum animi erigantur. Satis vobis cognita et perspecta sunt tempora, longe profecto difficiliora, quibus quidem nunc in Africa plerumque Ecclesia sacras suas inter ethnicos legationes promovere contendit. Ee quidem vera pleraeque regiones tam gravibus rei socialis, oeconomicae et politicae immutationibus obnoxiae sunt, ut ex eis futuri temporis cursus maxima ex parte pendere videatur; ac praetereundum non est eventus ad nationum communitatem pertinentes, cum saepe saepius in singulorum populorum vitam reddant, non semper sapientissimis civitatum moderatoribus facultatem concedere, ut cives adducant ad eos cultioris vitae progressus, quos germana postulat populorum prosperitas. Ecclesia autem, cum per omnem suae historiae decursum iam tot Nationum ortum incrementumque spectaverit, facere non potest, quin perdiligentem considerationem in eos populos intendat, quos civilis libertatis iura iam adipiscentes cernat. Ac Nosmet Ipsi pluries hortamenta adhibuimus ut Nationes, ad quas res spectabat, rectam ingrederentur viam, et quidem sincero pacis studio mutuaque rerum aestimatione ductae. Itaque, ut se res habet sic unas affati sumus , illis populis iusta civilisque libertas, quae magis magisque tempore adaugeatur, haud denegetur, eidemque nullum impedimentum afferatur ; alteras vero monuimus ut gratias de suae dignitatis accessione Europae persolverent; cuius nisi rerum omnium auctoritas apud eos valeret, eaedem caeco nationis suae amplificandae amore in maximam veteris disciplinae perturbationem ruere et in servitutem adduci pos-

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Acta

Apostolicae

Sedis -

Commentarium-

Officiale

sent. Nunc dum gemina illa hortamenta iterum inculcamus, flagrantissimis Nostris in optatis est, ut in Africa terra tandem animorum concilietur fructuosa illa virium omnium concordia, quae utrimque praeiudicatas opiniones offensionesque excludat; quae pericula et angustias immoderatae patriae caritatis exsuperet; quae denique cum illis populis, quibus naturales opes aftmunt futuraque tempora arrident, p r e stantissima christiani cultus beneficia communicare valeat, quae tantam utilitatem gentibus ceterarum continentium terrarum iam attulerunt. Haud equidem ignoramus pluribus in Africae plagis turbulenta a materialismi athei asseclis disseminari germina, qui civium studia commovent, mutuam diversarum gentium invidiam sollicitant, ac miseras quasdam rerum condiciones detorquent ad fallendum iudicium inani commodi specie, aut ad concitandas sditiose mentes. Quae Nostra sollicitudo est, ut Africae populi auctiorem usque germanamque cum civilem tum christianam prosperitatem adipiscantur^ iisdem cupimus admovere gravia monita, quae de hac re ad catholicos universos iam alias sollemniter habuimus; ac placet paterna prosequi gratulatione Sacros illos Antistites, qui ovibus sibi creditis firmiter ac non semel a falsorum pastorum periculis praecaverunt. Cum tamen Dei osores suas insidias ac molimina ad continentem hanc terram alacri data opera convertant, aliae occurrunt gravesque difficultates, quibus Evangelii propagatio in quibusdam Africae regionibus praepeditur. Vobis sane haud ignotae sunt eorum religiosae vitae rationes, qui, quamvis Dei cultum profiteri contendant, multorum tamen animos ad aliam viam facile trahunt et alliciunt, quae Iesu Christi non est, cunctarum gentium Servatoris. Noster communis Patris animus ad cordatos homines universos patet; verumtamen,
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A. A. S., X L V I I I , 1956, p. 40.

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cum eius in terris vices geramus, qui Via, Veritas ac Vita est, summa cum aegritudine eiusmodi rerum condiciones non considerare non possumus. Quod quidem pluribus ex causis proficiscitur, quae sunt plerumque recentioris historiae eventus; ad id autem nonnihil valuit ipsa agendi ratio quarumdam Nationum, quae gloriantur annalium suorum fastos christiana luce splendere. Est igitur cur de rei catholicae fortunis in Africa haud levibus anxietatibus teneamur; itemque est cur omnes Ecclesiae filii persentiant se officio obstringi missionalibus efficaciore opera opitulandi, et quidem tempore opportuno, ut salutiferae veritatis nuntium nigrae , uti aiunt, Africae afferatur, in qua circiter octingenties quinquagies centena milia hominum idolorum cultui adhuc famulantur. Auget praeterea horum dictorum gravitatem etiam praepropera, qui ubique animadvertitur, eventuum cursus, qui profecto sacrorum Antistites praecipuosque Africae catholicos viros minime fugit. Dum populi novas vias novasque rationes aggredi nituntur, ac nonnulli plus nimio allici videntur fallaciis illius civilis cultus, quem technicum vocant, sanctissimum Ecclesiae officium est iisdem populis, quantum fieri possit, praestantissima vitae suae suaeque doctrinae beneficia impertire, ex quibus novus proficiscatur socialis ordo christianis principiis innixus. Quaelibet cunctatio, vel mora, periculorum plena est. Africani enim homines, cum, ad cultiorem vitam quod attinet, postremis hisce decenniis eo progressi sint, quo Occidentales Europae populi nonnisi post plura saecula pervenerunt, facilius moventur atque excitantur, cum artium disciplinis instituuntur sive theoreticis sive rerum usui adhibitis; inde fit ut iidem ad mentis habitum eorum, qui omnia ad materiam referunt, procliviores prolabantur. Hinc rerum condicio interdum induci potest difficulter sanabilis, quae, successu temporis, incremento fidei sive in singulorum animis sive in societate haud mediocriter officit. Iam nunc igitur sacris Pastoribus opitulari necesse est, ut quam primum eorum

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apostolicus labor succrescentibus temporum necessitatibus opportune respondeat. Verum auxilia et adiumenta, quae in praesens sacris expeditionibus suppeditantur, nimio minora fere ubicumque sunt, quam ut congruenter operi explendo satisfaciant. Quae quidem rerum inopia, etsi, pro dolor, non tantummodo ad Africam pertineat, Africam tamen, ob peculiarissima huius continentis temporum adiuncta, magis quam ceteras missionalium regiones videtur afficere. Hac de causa opportunum omnino ducimus, Venerabiles Fratres, quaedam de hoc genere quaestionis vobis paulo fusius exponere. Ut exemplis utamur, missionalium stationes recens conditae, quarum aetas interdum vix unius vel alterius decennii spatium explet, nonnisi post longum tempus valido cleri ex loci incolis delecti auxilio uti poterunt; huc accedit sacrorum operariorum paucitas, qui, in tanta locorum immensitate dispersi, ubi non raro etiam acatholicarum sectarum administri suas proferunt doctrinas, non omnino valent, ubi opus est, ad vocatam operam praestare. Hic quadraginta sacerdotes inter fere decies centena milia incolarum desudant, quorum tantum viginti quinque milia catholicam fidem profitentur. Illic quinquaginta sacri administri commorantur, ubi vicies centena milia hominum incolunt, cum sexaginta milia catholicorum, qui inibi numerantur, fere totas ad se conversas missionalium vires plane requirant. Hanc autem numerorum notationem non curare catholicus vir omnino non potest; nam per viginti apostolicos viros, ceterorum auxilio missos in regiones illas, fieri potest ut illuc Crucis vexillum hodie inferri liceat, quo cras fortasse, postquam alii, qui operarii Christi non sunt, eum apostolatus campum excoluerint, vera fides aditum iam habere ne^ queat. Praeterea ad sacras expeditiones plene explicandas haud satis est Evangelium nuntiare ; praesentes Africae sociales atque politicae rationes prorsus expostulant, ut ex christifidelium multitudine, recens ad Evangelium traducta, quam primum/ delecta etiam virorum catholicorum cohors instruatur ac pa-

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retur. Quantopere igitur missionalium numerum adaugere necesse est, ut iisdem hanc quoque exquisitiorem singulorum cultionem atque educationem congruentur absolvant. Haec autem paucorum apostolicorum virorum incommoda in immensum fere semper aggravt externarum rerum necessitas, quae egestatem interdum attingit. Quis congruam auxiliorum copiam illis recens conditis Missionibus generose suppeditabit, quibus eaedem instanter indigent, cum plerumque in regionibus egentissimis sitae sint, quae valde aptae sunt ad Evangelii causam provehendam? Vehementer dolet apostolicus vir se tot rebus egere, cum sibi plurima explenda munera incumbant; non quidem admirationem, sed auxilia potius exquirit, quibus, ubi adhuc copia datur, novas inibi valeat missionalis laboris stationes ac sedes constituere. Ad Missiones autem pridem conditas quod attinet, quarum christifidelium frequentia et christianae vitae fervor suavissimo Nos perfundunt solacio, missionalis operis condiciones, etsi valde differunt, haud minores tamen prae se ferunt anxitudinum causas. Imprimis illic quoque paucorum operariorum acerbissima conquestio est. Revera, qui in illis territoriis Dioecesibus aut Vicariatibus Apostolicis praesunt, officio tenentur, nulla mora interposita, ea omnia apostolatus opera et incepta excitanda sine quibus res catholica provehi pleneque explicari nullo modo potest; quae sunt : collegia ac scholae variis christifidelium ordinibus christiana disciplina instituendis; instituta de re sociali, quorum ope praecipui catholici viri secundum Evangelii praecepta civitatis bono deserviant; catholicorum denique scripta omne genus fusius in vulgus edenda ac disseminanda; itemque quidquid spectat ad recentiora artis inventa, quibus homines inter se communicant quibusque doctrinae evulgantur, quandoquidem neminem latet quanti intersit vulgi opinionem ad se trahere recteque conformare. Quod autem praecipuum est, sedula cura est conferenda ad Actionis Catholicae agmina, quo magis magisque eorum gliscat apostolatus ardor; ac pariter re-

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ligiosis nostrae aetatis necessitatibus liberalibusque doctorum hominum studiis est consulendum, quibus nisi ubere copia veritatis pabulum suppeditetur, timendum est, ne aliunde extra Ecclesiae saepta alimoniam exquirant. Verum, ut variis hisce muneribus pastoralis sacrorum Antistitum navitas par evadat, iidem indigent non modo amplioribus opibus, sed etiam ac praesertim idoneis adiutoribus ad haec varia ministeria suscipienda, eo sane dimciliora quo magis peculiaribus hominum coetibus sunt accommodanda. Id genus apostolicorum virorum agmina instruere ac parare haud facile negotium est, nec brevis temporis; eorumque copia saepe deest. Hinc eo magis urget haec necessitas, ne tot lectissimorum ingeniorum excultior portio male desistat ad Catholicam Ecclesiam fidenter intueri. Quamobrem hanc nacti opportunitatem maximas gestit animus Noster grates persolvere Religiosis Sodalitatibus, sacerdotibus omnibus ac laicis apostolatus operibus addictis, qui de horum temporum gravitate plane persuasi, auxiliatricem operam suam, non quaesitam interdum, praestiterunt et praestant. Haec omnia incepta et opera, quae Ecclesiae permulta iam commoda pepererunt, una cum omnium se devovendi alacritate, salutarium fructuum spem faciunt quidem amplissimam; cui procul dubio hac in re apostolici laboris campus patet latissime. At in quibusdam territoriis alia occurrit difficultas; siquidem exitus prosper Evangelii praedicationis requirit ut, successu temporis, apostolicorum virorum numerus congruenti ratione augeatur; quod nisi fit, felices fidei progressus grave in discrimen adducantur necesse est. Quam ad rem crebrius in dies undique ab Institutis Missionalibus apostolici viri efflagitantur; ea tamen ob imminutum novorum sodalium numerum omnibus simul hisce petitionibus satisfacere non valent. Probe nostis, Venerabiles Fratres, in Africa adauctae christifidelium multitudini auctum pariter et congruenter sacrorum administrorum numerum non respondere. Frequentior quidem in dies illic crescit Clerus ex incolis delectus; at sacerdotes illi serius

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tantummodo recte poterunt in suis dioecesibus plenam populi sui aliquando gubernationem suscipere, et quidem semper auxilium praebentibus missionalibus advenis, qui eos ad fidem adduxerunt. In praesens recentioribus hisce christifidelium communitatibus integrum non est, ut gravissimis huius aetatis adiunctis per se ipsae pares exsistant. Quamobrem, si difficiles has rerum condiciones perspectas habeant, numquid sacris Missionibus opitulandi officium non persentiant plurimi illi ex Nostris filiis, qui nec de fidei dono a patribus accepto, nec de salutis adiumentis, quibus affluunt, debitas Deo grates curant persolvere? II Hic, quem vobis, Venerabiles Fratres, summatim descripsimus perfungendi apostolatus status manifesto declarat in Africa iam non agi de quaestionibus contractions ambitus et ad nonnulla dumtaxat loca pertinentibus, quas gradatim expediri licet, nulla habita ratione cum iis, quae universam christiani orbis communitatem attingunt. Cum olim Ecclesiae vita, quae aspectabilis est, in veteres Europae regiones vigorem suum praecipue exsereret, unde... in eas affiuebat oras, quae terrarum orbis peripheria nuncupari poterant; nunc contra prae se fert quodammodo mutuam permutationem vitae viriumque inter omnia membra Corporis Mystici Christi . Quae Ecclesiae Catholicae in Africa contingunt, non ad eam tantum continentem terram pertinent, sed ad alios quoque populos, qui extra eius fines commorantur. Quapropter ab omnibus Ecclesiae partibus, Apostolica Sede impellente, fraterna auxilia proficiscantur oportet, quibus catholicorum necessitatibus subveniatur.
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Non frustra igitur accidit, ut ad Vos, Venerabiles Fratres, Nosmet convertamus hac volvente tam magnae gravitatis hora
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A. A. S., X X X V I I I , 1946, p. 20.

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ad latius Ecclesiae fines proferendos quod attinet, Quemadmodum in mortali concretione nostra cum membrum dolet, cetera omnia condolescunt; et quae sana sunt aegrotantibus suppetias veniunt: ita in Ecclesia singula membra non sibi unice vivunt, sed aliis quoque opitulantur, atque omnia sibi invicem adiutricem operam praestant, cum ad mutuam consolationem, tum ad ampliorem usque aedificationem totius Corporis . " Iamvero nonne reapse Episcopi eminentiora universalis Ecclesiae membra habendi sunt, ut qui singulari prorsus nexu iunguntur cum divino totius Corporis Capite, atque adeo iure vocantur partes membrorum Domini primae? . De his magis quam de ceteris asseverari potest, Christum, Mystici Corporis caput, . . . requirere membra sua: ... primo quidem, quatenus Iesu Christi persona a Summo geritur Pontifice, qui ne pastoralis officii onere obruatur, alios non paucos in sollicitudinis suae partes vocare debet . Arctissime igitur cum Christo coniuncti eiusque in terra Vicario, vos, Venerabiles Fratres, flagrantis caritatis afflatu commoti, participare studete sollicitudinem illam omnium ecclesiarum, quae Nostros aggravt umeros. Vosmet, quos caritas Christi urget, penitus adstringi Nobiscum gravissimo officio sentiatis, dilatandi scilicet Evangelii et toto terrarum orbe Ecclesiae condendae; atque operam dare ne desieritis, ut inter clerum et fideles late diftundantur spiritus precum et mutuae ferendae opis studia, secundum mensuram caritatis Christi. Extende ait S. Augustinus caritatem per totum orbem, si vis Christum amare, quia membra Christi per orbem iacent .
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Procul dubio uni Petro Apostolo eiusque Successoribus, Romanis nempe Pontificibus, Iesus Christus gregis sui universita11

Enc. Litt. Mystici Corporis: A. A. S., X X X V , 1943, p. 200. Ibid., p. 211. Ibid., p. 213.
4.

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" Cfr. II Cor., X I , 28. " Cfr. II Cor., V,


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In Ep. Ioannis ad Parthos, Tr. X, n. 8: P. L., X X X V , 2060.

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tem concredidit: Pasce agnos meos, pasce oves meas . Quodsi unusquisque Episcopus portionis tantum gregis sibi commissae sacer pastor est, tamen qua legitimus Apostolorum successor ex Dei institutione et praecepto apostolici muneris Ecclesiae una cum ceteris Episcopis sponsor fit, secundum illa verba, quae Christus ad Apostolos fecit : Sicut misit me Pater, et ego mitto vos . Haec quae omnes gentes... usque ad consummationem saeculi amplectitur missio, cum Apostoli de mortali vita decesserunt, minime decidit; immo in Episcopis, communionem cum Iesu Christi Vicario habentibus, adhuc perseverat. In his, namque, qui peculiari nomine missi appellantur, nempe Domini Apostoli, plenitudo apostolicae dignitatis residet, quae est praecipua in Ecclesia , uti S. Thomas Aquinas testatur. Ex eorum pectoribus tandem ille apostolatus ignis, a Iesu Christo in terras illatus, inflammet oportet omnium Nostrorum filiorum pectora atque ad missionalem Ecclesiae operam per totum terrarum orbem nova excitet studia.
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Praeterea huiusmodi universarum Ecclesiae necessitatum prospicientia vera ratione viventis Ecclesiae catholicam naturam ostendit. Missionalis operae afflatus ita Nos olim elocuti sumus et catholici spiritus unum et idem sunt. Catholicam esse, praecipua Ecclesiae nota est, ita ut christianus homo addictus et adstrictus Ecclesiae minime sit, nisi pariter sit addictus et adstrictus christifidelium universitati, atque adeo percupiat ut eadem ubicumque gentium radices agat et florescat . Nihil ab Iesu Christi Ecclesia tam alienum est quam divisio; nihil eius vitae tam obest, quam si eius membra vel in segregem solitudinem diffugiant, vel in se ipsi plus aequo convertantur, vel denique quomodocumque privatas proprii coetus utilitates unice curent; haec studia sane efficiunt ut pe2 1
1 7

IOANN., X X I , IOANN., XX,

16-18. 21.

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MATTH., X X V I I I , 19-20. Expos, in Ep. ad Rom., cap. I, lect. I, Ed. Parmae, 1862, X I I I , 4. Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santit Pio XII, VIII, p. 328.

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miliaris quaedam christiana sodalitas, quaecumque sit, introrsus se colligat. Omnium nationum, omnium populorum, aeque ac singulorum hominum parens , nostra nempe sancta Mater Ecclesia, nusquam terrarum extranea est; ipsamet vivit aut saltem natura sua in omnibus populis vivere debet . Rursus hoc asseverare opus est nihil ex iis quae ad Ecclesiam, Matrem nostram pertinent, singulis christianis alienum est, neque esse debet: quemadmodum eorum fides, fides est universae Ecclesiae, eorumque supernaturalis vita propria totius Ecclesiae est, ita solacia, angustiae Ecclesiae, eorundem erunt solacia et angustiae; itemque Ecclesiae prospectus atfyue proposita, quae universa complectuntur, suetae eorum christianae vitae prospectus consiliaque erunt. Tunc sponte fiet, ut Romanorum Pontificum adhortationes, quae magnis respondent apostolicis muneribus in toto orbe explendis, eorum in animo plane vereque catholico resonent veluti hortationes prae omnibus libentissime excipiendae ac summa cum gravitate summaque cum instantia perpendendae.
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III Cum inde ab originibus sancta Ecclesia ad divinum verbum usquequaque propagandum natura sua compellatur, eadem ad officium suum obeundum, cui deesse nescit, numquam destitit a suis filiis triplicem opem expetere : nempe preces, adiumenta, et a nonnullis etiam sui ipsorum donum. In praesens quoque sacrae expeditiones, eae praesertim quae ad Africam pertinent, a catholico orbe trina huiusmodi auxilia exposcunt. Imprimis igitur optamus, Venerabiles Fratres, ut hanc ad rem effusiores et flagrantiores Deo admoveantur preces. Vobis opera danda est, ut enixae ac sine intermissione a sacerdotibus vestris et a vestris christifidelibus obsecrationes fiant ad sanctissimam hanc causam agendam. Opportune christifideles edoA. A. S., X X X V I I I , 1946, p. 18.

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cendo et de Ecclesiae vita iisdem nuntios rite referendo, huic, quod supra diximus, precum studio quasi alimentum quoddam suppeditantur; ad quas quidem fundendas preces animi acrius exstimulabuntur certis liturgici anni temporibus, quae ad sacras fovendas provehendasque expeditiones aptiora videntur. Ad quae tempora potissimum pertinere putamus Sacrum Adventum, quo humani generis exspectatio de Servatore recolitur et salutis provida praeparatio recensetur; Epiphaniae festum, quod hominibus ortam pandit salutem; Pentecosten denique, qua, Paracleti Spiritu fiante, condita Ecclesia celebratur. Praecellentissima autem precatio est ea, quae a Christo Iesu, Sacerdote Summo, Deo Patri cotidie ad aras adhibetur, dum sanctissimum renovatur Redemptionis sacrificium. Quamobrem hac praesertim aetate nostra, ex qua permultis in locis futura Ecclesiae incrementa fortasse pendent, quam plurima Eucharistica Sacrificia Deo pro sacris Missionibus offerantur; id ipsum concinit cum optatis Domini, qui Ecclesiam suam diligit, eamque vult per universum orbem florescere ac dilatari. Etsi privatae christifidelium petitiones prorsus legitimae habendae sunt, expedit tamen in eorum memoriam revocare, quorsus imprimis ac necessario spectet ipsa altaris Sacrificii celebratio; quod quidem Canon latinae Missae ita declarat: in primis... pro Ecclesia tua sancta catholica, quam pacificare, custodire, adunare et regere digneris toto orbe terrarum . Haec altissima Ecclesiae consilia fideles penitius percipient, si animo reputaverint doctrinam a Nobis per Encyclicas Litteras Mediator Dei traditam, per quas docuimus quodlibet Eucharisticum Sacrificium habendum esse actionem Ecclesiae nomine peractam, quia altaris administer personam Christi utpote Capitis gerit, membrorum omnium nomine offerentis . Quae cum ita sint, Ecclesia omnis per Christum aeterno Patri oblationem suam sanctam exhibet pro totius mundi salute . Quidni igitur christifidelium precationes in eodem Sacrificio una cum
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A. A. 8., XXXIX, 1947, p. 556.

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Summo Pontifice, Sacris Antistitibus atque Ecclesia universa Deo studiosius usque admoveantur, ad implorandam novam Spiritus Sancti gratiarum copiam, ob quam profusis gaudiis totus in orbe terrarum mundus exsultate . Magis magisque igitur, Venerabiles Fratres, impensas ad Deum adhibete preces. Curas cogitationesque conferre ne desistatis ad tot populos, plane innumeris spiritualibus angustiis detentos, quippe qui vel tam longe a veritatis tramite adhuc aberrent, vel subsidiorum ad perseverandum tanta inopia laborent. Christo coniuncti coram Patre Caelesti adstate supplices, ac per vos iterum iterumque ad eum illa ascendat precatio, quae omni aetate apostolicorum virorum propria fuit, utpote quam Apostoli adhibuerint primi : sanctificetur nomen tuum, fiat voluntas tua sicut in caelo et in terra ! Tum enim Dei honore eiusque amplificandae gloriae studio unice ducimur, cum vehementer cupimus, ut ipsius regnum, quod est regnum iustitiae, amoris et pacis, in universo terrarum orbe tandem instauretur. Hoc autem divinae gloriae studium, si cum flagranti erga fratres caritate iungatur, nonne propria verique nominis sacras promovendi Missiones alacritas censenda est? Ita enim apostolici adiuvantur operarii, qui Dei praeconum partes in primis sustinent. Numquid praeterea ex sincero animo ea pro sacris fovendis Missionibus proficisci potest ad Deum adhibita oratio, quae, pro uniuscuiusque facultate, caritatis opera veluti comites non habeat? Ad rem quod attinet exploratam plane habemus, ac magis quam ceteri, efrusam filiorum Nostrorum liberalitatem, ut plurima et pulcherrima testimonia Nobis continenter declarant. Hisce generosis spiritibus profecto debentur mirifica rei missionalis incrementa, quae a primordiis volventis huius saeculi habita sunt. Quamobrem grata cupimus hoc loco prosequi voluntate Nostra carissimos eos filios et filias, qui multiplicibus catholicarum Missionum inceptis sollertem operam navant caritateque alitam; itemque peculiari laude honestare

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volumus eos omnes, qui, Pontificiis Operibus Missionalibus addicti, nobilissimum illud, etsi interdum ingratum, susceperunt onus, stipes nempe Ecclesiae nomine corrogandi, quasi mendici effecti pro recentioribus sacrarum Missionum fidelium communitatibus, in quibus Ecclesia tantam suam gloriam suamque spem collocatam habet. Dilectis hisce filiis gratulamur ex animo, quemadmodum gratias quoque maximas heic persolvere libet iis etiam omnibus, qui apud S. Consilium Fidei Propagandae alacrem operam suam praestant, quandoquidem ipsis, praeeunte dilecto Filio Nostro Cardinali Praefecto, magnae sane molis negotium est concreditum, rem nempe missionalem in amplissimis continentibus terris provehendi. At apostolici muneris conscientia ducti, fateri compellimur, Venerabiles Fratres, longe adhuc abesse ut subsidia vestra, quae libentissimo sane animo excepimus, innumeris missionalis operis necessitatibus plene satisfaciant. Cotidie Nos instanter appellant et sollicitant Evangelii praecones, quos acerbe angunt vel Ecclesiae bonum promovendum, vel removenda incommoda, vel aedificia excitanda, quibus omnino opus est, vel denique apostolatus varia opera condenda. Qua de causa vehementi animi aegritudine afficimur, cum omnibus hisce iustissimis expostulationibus minime Nobis respondere fas sit, uti oportet, sed tantum ex parte et ratione non satis idonea. Exemplo sit hac de re Pontificium Opus a S. Petro Apostolo. Amplissima profecto ab hoc Instituto subsidia in catholicarum Missionum regiones mittuntur; at sacerdotii candidati, Deo favente, in illis territoriis quotannis numero augescunt, atque adeo uberiora usque expostulant adiumenta. Numquid iuvenes, qui providentis Dei consilio in praesens ad sacerdotalia munera vocari videntur, pro auxilii accepti pauci tate, minore numero admittantur? Numquid a Seminariis tot adulescentes qui sacerdotium alacri animo affectant suique optimam spem faciunt ob pecuniae angustias excludere fas est, ut alicubi contigisse Nobis nuntiatum est? Absit ut catholici homines, qui, uti par
16 ACTA, vol. X X I V , n. 5. 18-5-1957.

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est, maximi pendant officiorum suorum gravitatem, renuant peculiaria onera ultro suscipere ad hisce necessitatibus subveniendum. Non angustias temporum ignoramus; non difficultates, quibus veteres Europae et Americae dioeceses affectae sunt et affiictae. Sed si res ad numeros revocetur, facile intellegatur paupertatem, qua unae laborent, quasi commodum aestimari posse, si conferatur cum condicione tristissima in qua aliae versentur. Ceterum haec perperam inter se comparantur, quandoquidem minus hic refert rationes inire, quam christifideles omnes, quemadmodum auspicata occasione oblata olim iam fecimus, cohortari, ut sub signis christianae abstinentiae et devovendi se studii, ultra quod morales leges praescribunt, volentes militent, pro uniuscuiusque propriis viribus, prout Dei gratia exstimulat, prout munus, quod exercetur, concedit ... Quae quis subtraxerit vanitati hoc etiam addidimus impendat caritati, et Ecclesiae et pauperum necessitatibus misericors occurrat . Quam multa autem et egregia opera sacer aliquis missionalis, qui, rerum inopia circumventus, in apostolico exercendo munere retardatur, patrare posset pecunia, quam christifidelis quivis in fluxa oblectamenta haud raro impendit! Oportet ergo singulos Ecclesiae filios, singulas familias, singulos christianorum coetus, ad hoc quod attinet, diligenter in se ipsos inquirere. Itaque, illud memoria recolentes : hoc est gratiam Domini nostri Iesu Christi, quoniam propter nos egenus factus est, cum esset dives, ut illius inopia vos divites essetis , nonnihil eorum, quae supersunt, atque interdum etiam eorum, quae necessaria sunt, erogate! Ac mementote in vestra liberalitate posita esse incrementa, quibus religionis fines latius propagentur; atque novam speciem induturum esse terrarum orbem, si triumphaverit caritas. Cum Ecclesia in Africae regionibus, sicut aliis in plagis mis2 4 2 5
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A. A. S., X L I I , 1950, p. 787. II Cor., V I I I , 9.

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sionali opere excolendis, Evangelii egeat praeconibus, iterum vos, Venerabiles Fratres, appellamus, rogantes ut omni, qua possitis, ope studiosi sitis adiutores eorum, qui, divino vocati instinctu, sive sacerdotes sunt, sive religiosi, sive religiosae, ad missionalia capessenda munia asciscantur. Vestrum est imprimis, quemadmodum supra diximus, christifidelium animos ita confirmare ac talem iis inicere sollertiam, ut Ecclesiae totius sollicitudines participent, ac libentius aures praebeant Domino, sive olim sive per hominum aetates omnes, imperanti : Egredere de terra tua et de cognatione tua, et de domo patris tui et veni in terram, quam monstrabo tibi . Quodsi homines ad studia huiusmodi vere catholica in domestico convictu, in scholis, in paroeciis, in sodalitatibus ab Actione Catholica aliisque in piis coetibus, informati fuerint, non est dubium quin Ecclesiae subsidio mittant ministros, quibus haec indiget ad verbum divinum inter omnes gentes disseminandum. Nec praetereundum est hunc animorum ad rem missionalem ardorem, in dioecesibus vestris excitatum, pignus esse novi religionis pietatisque studii, quo eaedem inflammentur. Fieri autem non poterit ut christifidelium pereat communitas quae filios filiasque Ecclesiae donet. Si ergo vita supernaturalis caritate efficitur, atque se devovendi studio augetur, non immerito affirmari licet vitam catholicam nationis cuiuslibet perpendendam esse oneribus, quae ipsa pro opere missionali ultro suscipit ac sustinet.
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Non autem satis est curare ut propensae sint ad hoc negotium hominum voluntates, cum multo maiora postulentur. Plures enim sunt dioeceses, quibus, Deo favente, talis suppetit sacrorum administrorum copia, ut nullum detrimentum accipiant, si aliquorum sacerdotum iacturam forte faciant. Ad eas praesertim paterna cum animi sollicitudine Evangelii illam convertimus sententiam: quod superest date pauperibus. At
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Gen., X I I , 1. Cfr. L u c , X I , 41.

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cogitatio convolat Nostra item ad Fratres Nostros Episcopos, qui angore afficiuntur, cum magis magisque sacerdotii vel religiosae vitae candidatos formidulose videant rarescere, et ovium sibi credi tarum spiritualibus necessitatibus obvenire nequeant. Eorum anxietates participamus eosdemque, quemadmodum S. Paulus Corinthios, alloquimur: Non ut aliis sit remissio, vobis autem tribulatio; sed ex aequalitate . Attamen dioeceses, quae huiusmodi inopia laborant, ne excludant a se supplicem vocem, quae dissitis sacris expeditionibus invocat opem. Viduae obolus a Domino profertur in exemplum imitandum; si pauper dioecesis alteram dioecesim pauperem iuvat, minime potest con tingere, ut ea inde indigentior fiat, cum Deus se liberalitate vinci non patiatur. Quo autem efficacius expediantur multiplices quaestiones, quae ad Evangelii praeconum conquisitionem et delectum pertinent, singulorum nisus minime suppetunt. De iis quaestionibus in coetibus pertractate, Venerabiles Fratres, et ad easdem solvendas utimini illis institutis, si qua sint, quae intra cuiusque vestrum Nationis ambitum missionibus provehendis operam praestant. Hoc modo facilius erit aliis alia adicere instrumenta, quibus adulescentium voluntates ad sacras expeditiones divinitus inclinatae efficacius excitentur, et leviora evadant commissa vobis munera, quae in solidum vos communi Ecclesiae provehendo bono adstringunt. In dioecesibus vestris enixe fovete Missionalem Cleri Sodalitatem, quae a Decessoribus Nostris tam saepe et a Nobismet ipsis commendata est. Iam ad fastigium Pontificii Operis eam eveximus, ita ut nemini liceat in dubium revocare sive bonam aestimationem, qua Nos eam prosequimur, sive fructuum exspectationem, quos ex eius incrementis prospicimus. Arcte igitur coalescant conatus, qui ab Ecclesiae Pastoribus et ab iis, qui pro credito munere sacris Missionibus vacant, eliciuntur, cum maxime ex concordia prosperi rerum eventus pendeant. In memoriam hic placet revo2 8
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II

Cor.,

VIII,

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care Praesides Pontificiorum Operum Missionalium cuiusvis Nationis, quorum navitati favebitis, Dioecesana Consilia eorundem Operum studio et auctoritate vestra prosequendo. In memoriam etiam reducimus Moderatores illorum Institutorum, optime de re meritorum, quos Apostolica Sedes appellare non desistit, ut sacrarum expeditionum instantioribus necessitatibus prospiciant, quique nequeunt Evangelii praeconum numerum adaugere, nisi Ordinarii locorum eorum industriam benevolenti animo sustineant. Operam date, ut mutua consensione veri nominis utilitates, quae intento animo perpendendae sunt, concilientur. Hae si in praesentia trahi in diversum interdum videantur, quidni omnia satis valida fidei alacritate iterum considerentur, supernaturali unitatis et catholicitatis Ecclesiae causa ob mentis oculos proposita? Eodem animi affectu, qui fraterna consensione operam cum aliis sociat et sui commodum neglegit, in id incumbite, ut Africae et Asiae iuvenibus, qui prosequendorum studiorum causa ad tempus vestris in dioecesibus degunt, spiritualis cura impertiatur. Iidem, a necessitudinibus socialibus patriae suae avulsi, saepe multas ob causas apud gentes, quae eos excipiunt, haud satis catholicorum societatem frquentant. Hanc ob rem in discrimen adduci potest eorum christiane vivendi ratio, cum verae novi humanitatis cultus virtutes et laudes, quas inquirunt, eos adhuc lateant, itemque materialismi placita vehementer eos trahant atque atheorum sodalicia eorum fiduciam sibi allicere contendant. Quantum, sive ad praesentia sive ad futura quod attinet, hoc intersit, vos minime fugit. Quapropter Missionalium Episcoporum sollicitudinibus permoti, nonnullos idoneos piosque sacerdotes huic apostolatus formae addicere ne dubitetis. Alia opitulandi ratio, onerosior sane, quae ab aliquibus sacris Antistitibus invecta est, eo efficitur, quod ii, licet gravamen sentiant, sinunt hunc illumve sacerdotem e dioecesi abire et certo temporis spatio Africae locorum Ordinariis opem

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Acta Apostolicae

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Commentarium

Officiale

ferre. Id enim quam maxime ad hoc confert, ut nempe sapienter et considerate illic sacerdotalis ministerii novae ac peculiares formae constabiliantur, itemque ut dioecesani cleri sacra et profana docendi munera suppleantur, quibus illi non suppetunt. Ad haec opportuna et frugifera perficienda incepta libenter adhortationes Nostras admovemus. Si haec prudenter parata et subinde in rem adducta fuerint, catholicae Ecclesiae in Africa hac aetate, quae difficultatibus et spe referta est, summi momenti utilitates afferentur. Adiumentum denique quod missionalibus dioecesibus hodie praebetur, aliam quoque viam ac rationem suscipit, quae Nobis oblectamentum inicit, et digna sane est, quae vobis, antequam his Litteris finem facimus, proponatur. Actuosum est munus, quod laici, sub Ecclesiae signis militantes, plerumque in Institutis catholicis sive ad singulas Nationes sive ad totum orbem pertinentibus operam suam navantes, pro recens exortis christianis communitatibus acceptant. Huiusmodi opis collatio poscit sane alienis commodis debitum studium, moderationem, prudentiam: at multopere prodest illis dioecesibus instantia novorum apostolicorum munerum pressis. Hi laici sub Christi vexillo militantes, et plane obsequentes Episcopo, qui in se apostolatus summam recipit, prorsus cum catholicis Africae, qui fraterna huiusmodi auxilia aeque pendunt, consentientes, utiliter exhibent recens constitutis dioecesibus experientiae usum iamdiu sibi comparatum, sive ad Actionem Catholicam et actionem socialem, sive etiam ad alia peculiaris apostolatus genera quod attinet. Praeterea quod haud minoris utilitatis est ii citiorem facilioremque reddunt coniunctionem singulorum catholicorum Institutorum suae Nationis cum illis eiusdem generis innumeris, quae ad omnes pertinent Nationes. His omnibus egregiam operam in Ecclesiae commodum utilitatemque impensam libenti animo gratulamur.

Acta PU Pp. XII

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IV Dum ergo pro sacris Africae Missionibus gravem instantis hortationis Nostrae vocem attollimus, animus Noster, ut vos probe intellegitis, Venerabiles Fratres, oblivione non capitur eorum filiorum, qui aliis in continentibus terris ad Ecclesiae profectum se conferunt. Hos omnes Nos diligimus, imprimis autem qui in extremis Orientis plagis acerbiora patiuntur. Quodsi singularis status Africae has scribendi Encyclicas Litteras occasionem dedit, nolumus tamen his finem facere, quin universas catholicae Ecclesiae sacras expeditiones postremo oculis Nostris complectamur. Vobis, Venerabiles Fratres, quorum pastorali curae regiones illae, ubi recens Evangelii semen iactum est, sunt concreditae, quique multo cum labore conditis aut constabilitis novas Ecclesiae communitates, volumus hae Litterae non solum paternae Nostrae sollicitudinis pignus afferant, sed etiam testimonium, quo innotescat universam a Iesu Christo conditam societatem, ob amplitudinem et difficultatem munerum vobis creditorum acriter expergefactam, vobis quam maxime adesse ut operam vestram precibus, adiumentis optimorumque filiorum suorum ministerio iuvet. Quid interest, vos ab arce catholici nominis tanta locorum longinquitate separari? Nonne Ecclesiae cordi propinquiores illi ex eius filiis sunt, qui virtute praeponent et asperiora sustinent? Vobis etiam, Evangelii praecones, sacerdotes ex singulis regionibus delecti, religiosi et religiosae sodales, sacrorum alumni, catechistae, laici militantes sub Evangelii signis, vobis denique omnibus, Iesu Christi religionis satores, qui per terrarum orbem dissiti et ignoti estis, Nostri grati et fidentis animi testimonium proferimus. Firmiter in opere incohato perstate, gloriantes vos Ecclesiae servire, eius voci oboedire, eius afflatu et spiritibus magis magisque moveri ac vinculis fraternae caritatis coniungi. Quantum, dilecti filii, solacii vobis affertur et quam

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Acta

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certae victoriae pignus affulget, cum cogitatis obscurum et pacificum certamen, quod pro Ecclesia ipsi certatis, non esse tantummodo vestrum aut aetatis vestrae aut vestri populi certamen, sed perpetuum Ecclesiae universae proelium, quod strenue gerendum omnes eius filii suscipiant oportet, cum Deo, et fratribus acceptum referre debeant fidei donum sacro baptismate datum. Si evangelizavero, non est mihi gloria, necessitas enim mihi incumbit; vae enim mihi est, si non evangelizavero . Quidni haec vehementia monita ad Nos referamus, ad Iesu Christi nempe Vicarium, qui ex apostolico munere constituitur praedicator et apostolus ... doctor gentium in fide et veritate ? Dum igitur catholicis Missionibus geminum patrocinium S. Francisci Xaverii et S. Teresiae ab Infante Iesu, tutelam omnium Sanctorum Martyrum et praesentissimum maternumque Deiparae Mariae Virginis Apostolorum Reginae praesidium invocamus, Nobis placet Ecclesiae iterare victricia illa verba divini Conditoris sui: Due in altum. Atque interea fore confisi ut hisce hortamentis Nostris catholicorum omnium actuosa voluntas ita respondeat, ut, divina aspirante gratia, sacrae eiusmodi expeditiones ad ultimos usque terrarum orbis terminos christianae veritatis virtutisque iubar, una cum civilis ipsius cultus incremento, afferre queant, paternae benevolentiae Nostrae testem et caelestium munerum pignus, Apostolicam Benedictionem vobis singulis, Venerabiles Fratres, gregibusque vestris, ac nominatim universis Evangelii praeconibus, qui tantopere Nobis cordi sunt, peramanter in Domino impertimus. Datum Romae, apud S. Petrum, die xxi mensis Aprilis, in Festo Resurrectionis D. N. Iesu Christi, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo.
2 9 80 31

PIUS PP. XII


M

"

IX, I Tim., II, L u c , V, 4.


I Cor.,

16. 7.

Acta

Pii Pp.

Xll

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EPISTULA
AD REVMUM P. FRANCISCUM M. SA VARESE, SACRI ORDINIS MINIMORUM CORRECTOREM GENERALEM : QUADRIGENTESIMO ET QUINQUAGESIMO ANNO EXEUNTE AB OBITU S. FRANCISCI A PAULA EIUSDEM ORDINIS CONDITORIS.

P I U S PP. X I I Dilecte fili, salutem et Apostolicam Benedictionem. Cum exeat proxime quadrigentesimus et quinquagesimus annus, ex quo Franciscus' a Paula, sanctissimus vestri Ordinis conditor, ex hac terrestri vita ad caelestem evolavit, rem optimam salutaremque feceritis, si eius sanctitate eiusque gestis peculiari modo in memoriam meditando, contionando scribendoque revocatis, et vos ad eius virtutem imitandam magis magisque exardescatis, et ceteros etiam, quos poteritis, ad evangelicam eius humilitatem, paenitentiam, caritatemque pro viribus amplectendam excitaveritis. Quamvis, ut imm. rec. Decessor Noster Leo decimus sollemniter asseveravit, idcirco a Deo missus videretur, ut quasi mystica fax saeculi tenebras collustraret, attamen ea fuit animi demissione ac modestia, ut minimus vocari voluerit, atque hoc pariter nomine eos nuncupaverit, quos in sacrum ab se conditum Ordinem ad christianam assequendam virtutis perfectionem sibi cooptaverit. Ac praeterea, adulescentia vix inita, paenitentiae divinaeque contemplationis studio permotus, in eremum secessit, ubi victu asperam, sed caelestibus colloquiis suavissimam vitam traduxit. Ea autem fuit cibi abstinentia, ut potius quam homo, angelus humano corpore indutus videretur. Rudi veste tectus ac pedibus plerumque incedens, urbes, oppida, vicos adibat, populos ad christianam fide integra sequendam religionem, ad recte reformandos mores, ad mutuas compescendas pacandasque contentiones, ad fraternam denique conciliandam concordiam alloquii gratia suaeque sanctissimae vitae exemplo permovens. Illud autem potissimum Apostoli gentium effatum in omni eius agendi ratione enituit: ((Caritas... Christi urget n o s ; quae quidem caritas, ut idem Apostolus ait, e s t vinculum perfectionis.
1

Siquidem omne

Cfr. Litt. Apstol. Excelsus Dominus d. d. 1 mensis Maii a. 1519 - Bull. Rom., II Cor. V, 14. Col. I I I , 14.

ed. Aug. Taur. 1860, t. V, p. 718, n. 7.


8

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

genus labores libenti fortique animo exanclavit, longa et aspera suscepit itinera, arduas superavit difficultates, ut eorum, quos veluti fratres in Christo habebat, relevaret aerumnas, morbos curaret, atque animorum praesertim mederetur infirmitatibus. Eo saeculo vivens, quo mores molliti nimis ac deleniti erant, quo homines plerumque non quae Christi sunt quaerebant, sed quae sua erant, Franciscus a Paula, cum evangelicam vivendi formam sibi propriam suscepisset, austeritate, una cum suavitate vitae caritatisque ardore coniuncta, in exemplum omnibus praeluxit. Christianis hisce virtutibus, ut cognitum habetis, nostrum quoque saeculum indiget ; indigent populi, indigent singuli cives. Vestrum igitur erit pro piribus efficere, ut haec Conditoris vestri festiva celebratio ne dabatur, quin late reviviscat studiosa erga hunc Sanctum Caelitem pietas, eiusque impensa virtutum aemulatio. Quae quidem virtutes contendite potissimum ut in Religioso Ordine vestro, quasi reflorescente vere novo, cotidie magis renideant; id enim est quod a vobis Legifer Pater vester exoptat ac postulat, quasi optatissimus salutarisque huius sollemnis commemorationis fructus. Interea vero, ne peculiaris benevolentiae Nostrae vobis desit documentum, libenter concedimus, ut quo die festum S.Francisci a Paula hoc anno agetur, loci Ordinario liceat vel per se ipse, vel per alium ab se destinatum, adstantibus sacro ritui Apostolicam Benedictionem nomine auctoritateque Nostra impertire, proposita eisdem plena commissorum venia, statutis ab Ecclesia condicionibus lucranda. Paternae autem caritatis Nostrae [festis ac caelestium munerum conciliatrix esto Apostolica Benedictio, quam tibi, dilecte fili, Religiosae Familiae tuis creditae curis, itemque eiusdem Sacri Ordinis sanctimonialibus ac tertianis sodalibus, perlibenter in Domino impertimus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die xv mensis Ianuarii, anno MDCCCCiiVii, Pontificatus Nostri duodevicesimo.
4

P I U S PP. X I I
4

Cfr. Phili. I I I , 21.

Sacra Congregatio Rituum

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ACTA SS. CONGREGATIONUM


SACRA CONGREGATIO RITUUM
I BURDIGALEN.
BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS VENERABILIS S E R V A E DEI MARIAE CAELINAE A PRAESENTATIONE, MONIALIS P R O F E S S A E II ORDINIS S. FRANCISCI. SUPER DUBIO An constet de virtutibus theologalibus Fide, Spe, Caritate cum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia, Fortitudine, earumque adnexis in gradu heroico in casu et ad effectum de quo agitur. Caelestis animarum Sponsus, qui pascitur inter lilia quique gloriam suam miseris non cessat mortalibus continenter ubique ostendere, ut ad currendam evangelicae perfectionis viam mirifice eos excitet, in nobili Gallica natione candidissimum domesticae ac religiosae vitae exemplum in virgine Maria Caelina a Praesentatione, elapso saeculo comparare voluit, ut hodiernis temporibus quibus christiani mores in languorem vergunt, Christifidelibus melioris vitae esset incitamentum. In oppido Nojali, Petrocoricensis intra fines dioecesis, die 24 mensis Maii anno 1878, ex parentibus Germano Castang et Maria Lafage, rei familiaris copia admodum tenuibus, pietate autem honestateque commendatis, quinta ex duodecim filiis, ortum habuit Dei Famula. Eodem ortus die, sacro regenerata est fonte, nominibus inditis Ioanna et Germana. Bonam sortita est Serva Dei indolem : humilis, docilis, sincera, pia, parentibus oboediens, erga omnes comis, rerum sacrarum studiosissima, fortis in aerumnis doloribusque perferendis, sedula valde ad parentum inopiam levandam, pro quibus ostiatim mendicare panem minime erubuit. Talem se constanter exhibuit inde a pueritiae annis, quos paterna

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in domo usque ad tertium decimum aetatis suae annum transegit. Matre, inopinato mrbo, amissa, veluti solacii angelum sese patri et fratribus praebuit. Apud Sorores a Nazareth inter puellas contubernales admissa, ut muliebribus va caret operibus, per quinque annos ibi commorata est. Heic primum, ferventissimo amoris in Iesum flagrans ardore, ad Sacram Synaxim accessit, ac deinceps magis ac magis modestia, docilitate, pietate, caritate et patientia coram omnibus enituit, ita ut angelus ac sancta passim appellaretur. Clarissarum avens ingredi religionem, cum altero pede ob morbum clauda iampridem effecta esset, haud est in monasterio excepta. Postmodum vero, cum etiam atque etiam ut inter Burdigalenses Clarissas tirocinio religioso cooptaretur, petiisset, legitime tandem die 12 Iunii a. 1896, admissa et recepta est, ob eius praesertim humilitatem; et die 21 Novembris eiusdem anni vestem induit religiosam, sacro Caelinae nomine accepto. Quatuor vix post menses, quum in extremis decumberet, vota religiosa nuncupavit, atque mox, die 30 Maii anno 1897, tabe laborans, Ecclesiae Sacramentis rite munita, quovis terrenae vitae desiderio exuta Caelique cupidissima, e vivis erepta est, decimo nono aetatis anno vix expleto. Quae vivens optimae religiosae gavisa erat opinione, licet exteriore orbata splendore, post mortem, accedente rumore de gratiis et miraculis eius intercessione obtentis, sancta praedicari coepit, non tantum inter monasterii septa, verum etiam per urbem Burdigalam, immo in tota Gallia et extra. Quare vix tredecim ab eius obitu elapsis annis, processus ordinaria auctoritate in Curia ecclesiastica Burdigalensi instrui coeptus est, per rogatorias autem litteras in Curiis Tornacen., Petrocoricen., Lemovicen. et Gratianopoli tana. Scriptis perpensis eidem Famulae Dei tributis, Sacra haec Rituum Congregatio, die 19 Iulii a. 1923, quominus ad ulteriora procedi posset, nihil obstare decrevit. Pii Papae XI s. m. auctoritate causa beatificationis die 18 Iunii a. 1930 fuit introducta. Ad virtutes dein prudentis huius virginis comprobandas, apostolicae institutae sunt inquisitiones, quae ad rigidum huius S. Congregationis examen deductae sunt : primo quidem in antepraeparatoriis comitiis die 31 Iulii anno 1951 habitis, dein in praeparatoriis die 28 Octobris 1952 celebratis, aliis denuo novis praeparatoriis die 10 Aprilis anni 1956, et tandem aliquando in generali congregatione coram Sanctissimo D. N. Pio Papa X I I hodierna die coadunata, in qua Revmus Cardinalis Clemens Micara, Episcopus Veliternus, causae Ponens, dubium disceptandum posuit : An constet de virtutibus theologalibus Fide, Spe, Caritate cum in Deum tum

Sacra Congregatio Rituum

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in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia, Fortitudine, earumque adnexis in gradu heroico in casu et ad effectum de quo agitur. Revmi Cardinales, Officiales Praelati Patresque Consultores suum edidere suffragium, quod Beatissimus Pater attente auscultavit. Exacta vero Congregatione, Revmos Cardinales Ponentem et infrascriptum S. Rituum Congregationis Praefectum ad se accivit necnon R. P. Sylvium Romani, Fidei Generalem Promotorem meque a Secretis, atque, piissime Sacrosancto Missae Sacrificio antea litato, Sacrae nuper habitae Congregationis favorabile suffragium ratum habens, supremam proferens sententiam, edixit : Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe, Caritate cum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia, Fortitudine, earumque adnexis in gradu heroico Venerabilis Mariae Caelinae a Praesentatione, in casu et ad effectum de quo agitur. Hoc autem Decretum esse promulgandum inque acta S. Rituum Congregationis inserendum mandavit. Datum Romae, die 22 Ianuarii A. D. 1957. C. Card. CICOGNANI, Praefectus
h.

S.
f A. Carinci, Archiep. Seleuc, Secretarius II

VALENTINA BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS VENERABILIS S E R V A E DEI TERESIAE A IESU J O R N E T IBARS, RELIGIOSAE PROFESSAE, FUNDATRICIS ET ANTISTITAE GENERALIS CONGREGATIONIS P A R V A R U MS O R O R U M SENUM DERELICTORUM. SUPER DUBIO An constet de virtutibus theologalibus Fide, Spe, Caritate cum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia, Fortitudine, earumque adnexis in gradu heroico in casu et ad effectum de quo agitur. Nobilissimas inter feminas, quae superiore saeculo Ecclesiae Dei erga homines sollicitudinem luculenter collustrarunt, accensenda est virgo illa fortissima, derelictorum ac miserorum consolatrix et mater beneficentissima Teresia a Iesu Jornet Ibars.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

In amoeno Hispanico pago Aytona, intra Ilerdensis dioecesis fines, die 9 mensis Ianuarii anno 1843, e legitimis coniugibus Francisco Jornet et Antonia Ibars, agricolis, pietate et honestate commendatis, orta est Famula Dei, et postero die salutaribus Baptismi aquis abluta Teresiae nomine est donata. Quae, cum a prima aetate, sub cristiana parentum educatione, pietate bonisque moribus praestaret, nondum septennis digna est habita quae ab Episcopo Ilerdensi sacro chrismate liniretur. Acri praedita ingenio ac sedulitate, primis in pagi schola exceptis rudimentis, vix quatuordecim annos nata, ut magisterii studiis vacaret, ad proximam Ilerdae urbem apud materteram missa est. Quibus feliciter expletis, ludimagistrae diplomate rite decorata est atque magistrae munus sibi commissum in oppido Argensola, Barcinonensis Provinciae, explevit. In erudiendis puellis, praesertim pauperibus, prudentia, peritia, zelo, et caritate excelluit. Quamvis in saeculo veluti monasticam ageret vitam, statui tamen religioso amplectendo sedulo intenta erat. Cuius voti anno 1868 compos facta, aetatis suae vigesimo quinto, cum de parentum quoque consensu Clarissarum in civitate Briviseca monasterium ingressa est. A t , probationis periodo impenso pietatis fervore expleta, piissima novitia cum ob saevientem in Ecclesiam tunc temporis persecutionem, tum ob infirmam valetudinem, religiosam professionem emittere non potuit, et ad suos redire mox coacta est. Morbo demum opportunis curis depulso, inspectricis scholarum, Barcinone, munus a Fundatore Sororum Tertianarum Carmelitidum libenter acceptavit, in quo exercendo, prudenti caritate ac diligentia eminuit ; sed brevi post, eodem sacerdote vita functo, ad paternam reversa est domum, nihil tamen remittens a proposito sese caritatis operibus addicendi. Paucis interim mensibus elapsis, alterius sacerdotis consilia hortationesque sequuta, una cum Maria sorore germana cumque altera puella concive, die 11 Octobris a. 1872 Barbastrum se contulit apud Rev. D. Saturninum Lopez Novoa, qui opus ad pauperes senesque sublevandos instituere meditabatur. Quo cum pervenisset, auxiliantibus et dirigentibus duobus his sacerdotibus, alias decem sibi sociavit puellas novumque pro senibus egenis excitare coepit Institutum. Haud multo post, die 27 mensis Ianuarii sequentis anni, Vicarius Capitularis eiusdem dioecesis primum novae familiae nucleum religioso habitu induit eumdemque, simplicibus votis exceptis, sanxit, et Famulae Dei Teresiae munus primae moderatricis concredidit. Cum autem eodem ferme tempore in civitate Valentiae simile Institutum condi coeptum esset, Teresia nostra obtinuit ut utrinque caritatis opera in unum componerentur, concordique consensu factum est ut, novo ita

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conflato Instituto, ipsa Ancilla Dei praesset atque pro derelictis senibus Valentiae primam poneret religiosam domum, inibique principem sui Instituti domum constitueret. Cumque aliae, singulari quidem Teresiae sollertia, eiusdem Congregationis erigerentur domicilia, Generalem Moderatricem Cardinalis Archiepiscopus Valentin, eam confirmavit. Tribus autem vix elapsis annis, Apostolica Sedes novam Congregationem decreto, quod dicitur, laudis communivit. Die vero 14 mensis Octobris anni 1887 Dei Famula definitivam Instituti a se conditi, cui nomen iam impositum erat Hermanitas de los Ancianos Desamparados , approbationem impetravit. Decem post annos Constitutiones quoque religiosae huius sodalitatis a Sancta Sede laudatae fuere, quae, ipsa Serva Dei duce et magistra, mirifice floruit, in centum et tres communitates late diffluens uberrimis cum fructibus spiritualibus et temporalibus, quaeque in praesens plusquam ingeminatae recensentur. Pontificia approbatione Instituti recreata, praeclaris onusta meritis, eximiis vertutibus sanctitatisque fama fulgens, Famula Dei Teresia a Iesu, die 26 Augusti mensis a. 1897, ad iustitiae in caelis coronam sibi repositam ex terris evolavit. Heroicas Famulam Dei exercuisse virtutes asseverant testes omnes in processibus cum ordinaria tum apostolica contructis potestate. Concorditer iidem affirmant eam peccati habuisse horrorem, quo vel levissimas devitabat culpas ; a caritate et iustitia eam numquam defecisse ; semper diu noctuque pauperum senum curam habuisse; numquam gravem, quo afficeretur, morbum fuisse questam, sed divinae voluntati obsequutam, non solum eum tolrasse, verum acceptasse libenter; detritis pauperrimisque vestibus semper eam usam esse; veluti amantissimam sese erga Sorores senesque matrem gessisse, horum morositatem patienter tolrasse ; humillime de se sensisse et egisse ; in se austeram, benevolam in proximos; eutrapeliam servare consuevisse. Demostrant iidem testes eiusdem omnimodam in divinam providentiam fiduciam, orationis habitum, religionem, qua in SS. Eucharistiam, B. M. Virginem, in S. Ioseph, quem custodem sui thesauri constituerat, in Ss. Angelos Custodes aliosque Sanctos. Addunt quoque charismata nonnulla in ea non defuisse, uti cordium scrutationem, exstaticam orationem, aliaque id genus. Fama, sanctitudinis nuntia, erumpente, vix actoribus licuit, ad canonicas inquisitiones ventum est. Quare in Valentina Curia, Ordinaria auctoritate die 23 Aprilis anno 1945 initus est processus perductusque ad finem die 7 Martii a. 1946. Scriptis perpensis, favorabile decretum ab

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

hac Sacra Rituum Congregatione die 4 Aprilis 1948 est editum, atque die 27 mensis Iunii a. 1952 Pius Papa X I I f. r. commissionem introductionis causae manu signavit sua. Recognita die 27 Novembris eiusdem anni oboedientia decretis ab Urbano V I I I super indebito cultu latis, apostolicus processus super virtutibus in specie conditus est, atque die 25 Iunii a. 1954 pro omnium processuum validitate decretum est datum. Servatis itaque omnibus de iure servandis, die 24 Maii a. 1955 coram Revmo Cardinali Benedicto Aloisi Masella, Episcopo Praenestino, causaeque huius Ponente, Antepraeparatoria habita fuit Congregatio, dieque 8 Novembris eiusdem anni Praeparatoria, Generalis vero coram SS. D. N. Pio Papa X I I hodierna die, in qua Revmus Cardinalis Ponens seu Relator dubium disceptandum posuit : An constet de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate cum in Deum tum in proximum necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine earumque adnexis, in gradu heroico, in casu et ad effectum de quo agitur. Revmi Cardinales, qui convenerant, Officiales Praelati Patresque Consultores suum edidere suffragium. Beatissimus Pater, qui Sacrum pientissime litaverat, audito hoc unanimi favorabili suffragio, opportunum duxit supremam in causa sententiam confestim edere. Quapropter, arcessitis, exacta Congregatione, Revmis Cardinalibus Benedicto Aloisi Masella, causae Relatore, subscriptoque S. Rituum Congregationis Praefecto necnon R. P. Sylvio Romani, Fidei Generali Promotore, meque a Secretis, edixit : Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate cum in Deum, tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine earumque adnexis in gradu heroico Venerabilis Teresiae a Iesu Jornet Ibars, in casu et ad effectum de quo agitur. Hoc autem Decretum rite promulgari et in acta S. Rituum Congregationis referri mandavit. Datum Romae, die 22 Ianuarii A. D. 1957. C. Card. CICOGNANI, Praefectus
h.

. S. f A. Carinci, Archiep. Seleuc, Secretarius

An. et vol. X X X X I X

24 Maii 1957

(Ser. H, v. XXIV) - N. 6

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


IMPOSITIO G A L E R I R U B R I Sabbato, die xvin mensis Maii anno MCMLVII, Summus Pontifex, extra Consistorium, Galerum rubrum Pontificalem tradidit Eminentissimo et Reverendissimo Cardinali Stephano Wyszynski, Archiepiscopo Gnesnensi et Varsaviensi, in Consistorio secreto diei xn mensis Ianuarii anno MCMLIII creato, eidemque Titulum Sanctae Mariae trans Tiberini assignavit.

CONSTITUTIONES APOSTOLICAE
1 GBONINGENSIS
IN ECCLESIA CATHEDRALI GRONINGENSI C A N O N I C O R U M COLLEGIUM CONSTITUITUR. PIUS E P I S C O P U S

SERVUS S E R V O R U M DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM Groningensis Ecclesia per apostolicas sub plumbo Litteras Dioecesium immutationes , die decimo sexto mensis Iulii superioris anni, constituta, venerabilis Prater Antonius Merman, eius Episcopus, supplices preces huic sacratissimae Petri Cathedrae admovit ut, Dei summi cultui
17 - A C T A , v o l . XXIV, n . 6. 24-5-1957

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

caerimoniarum maiestate augendo, simulque coetui virorum praesto habendo, qui sibi in maioribus dioecesis negotiis explicandis sua prudentia adesset, in suo cathedrali templo Canonicorum Collegium conderetur. Cui postulationi concedere volentes, qui Ecclesiae universae praesidemus, post auditam sententiam venerabilis Fratris Pauli Giobbe, Archiepiscopi titulo Ptolemaidensis, in Thebaide, eiusdemque in Hollandia Apostolici Nuntii-Internuntii ; consensum supplentes eorum, qui in hoc negotio aliquid iuris habeant vel sese putent habere, ea quae S. Congregatio Consistorialis, tributis olim a Nobis potestatibus usa, censuit esse facienda confirmamus, deque Nostra apostolica auctoritate haec statuimus et decernimus. In cathedralibus aedibus dioecesis Groningensis Collegium Canonicorum constituimus, quod una constabit Dignitate, nempe Praeposito, atque octo Canonicis, quorum alter theologi munere fungetur, alter administri officium explebit, populi admissis expiandis. Volumus praeterea ut Dignitas et Canonicatus, etsi primum id fiat, ad Iuris normam assignentur; concedimus tamen ut, quousque iidem congrua bona non habeant, possint iis quoque sacerdotibus attribu, qui alio beneficio fruantur, licet cum curatione animorum coniuncto. Quod vero ad munia Canonicorum attinet, hanc licentiam permittimus : sive ut lege residendi in urbe capite dioecesis non obligentur; sive ut divina, officia Canonicorum propria semel in mense exsequantur, die scilicet quo habetur suetus conventus ; idque una tantum horaria prece, quae dicitur, recitata, sacroque facto in cathedrali templo. Quod autem ad cetera respicit : munera, iura, privilegia, aliaque huiusmodi. Iuris Canonici normae omnino serventur ; in primis autem censemus ut leges seu Constitutiones Capitulares conficiantur, iuxta quas Canonici sacras caerimonias peragant. Condito, praeterea, horum Collegio, Consultorum coetus a suo munere cessabit. Cum autem deceat ut qui Episcopi senatum efficiunt quibusdam insignibus condecorentur, libenti animo concedimus ut Dignitas et Canonici, intra fines tamen dioecesis, praeter superpelliceum, mozetam nigri coloris, non tamen sericam induant, cum nodis et scissuris violacei coloris, tectam in interiore parte serico violacei coloris, hiemali vero tempore cappam cum pellibus albi coloris. Ceterum ad ea, quae per has Litteras mandavimus efficienda, venerabilem Fratrem Paulum Giobbe deligimus, cui scilicet omnes potestates agendi negotii facimus; poterit vero ipse easdem cuilibet viro delegare, dummodo ecclesiastica dignitate insigni. Curabit praeterea idem ut, peracta re, documenta exarentur, quorum exempla, sincere scripta, ad S. Congregationem Consistorialem cito mittantur. Quodsi fiat, ut quo tempore haec sint fa-

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eienda alius Apostolicae Internuntiaturae in Hollandia praesit, huic curae erunt quae praecepimus. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis. quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum ex Arce Gandulfi, propre Romam, die decimo quinto mensis Augusti, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo.

CELSUS Card. COSTANTINI


S. R. E. Cancellarius

* Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


8. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost. Albertus Serafini, Proton. Apost.


Loco $i Plumbi

In Ap. Cane,

tab., vol. LXXXXIII, n. 5J,.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

II ROTERODAMENSIS
IN ROTERODAMENSI DIOECESI CANONICORUM COLLEGIUM CONDITUR

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Ex vetusto maiorum instituto, curat haec Romana Sedes ut in singulis terrarum orbis dioecesibus, ubi primum fieri potest, Episcopi lectissimam virorum deligant manum, qui divini cultus splendorem data opera augeant, idemque sacrorum ipsis Antistitibus consilio navitateque assint faveantque. Cum igitur venerabilis Prater Martinus Antonius Jansen, primus Roterodamensis Sedis Praesul, recens poposcerit ut in sua etiam dioecesi Canonicorum coetus renuntiaretur ; cumque acceperimus S. Congregationem Consistorialem, audito venerabili Fratre

Paulo Giobbe, Archiepiscopo titulo Ptolemaidensi in Thebaide ac Nuntio-Internuntio Apostolico in Hollandia, atque iis usam potestatibus, quas ipsi nominatim fecimus, hisce concedendum esse precibus iudicavisse, libenti animo huiusmodi sententiam probamus ratamque habemus. Quam ob causam, re attente considerata, suppletoque consensu eorum qui in hoc negotio aliquid iuris habeant vel se habere putent, de summa Nostra potestate haec quae sequuntur decernimus et constituimus. In cathedrali templo Roterodamensis dioecesis Canonicorum Collegium condimus, quod ex una constabit dignitate, qui erit Praepositus, atque ex octo Canonicis, quorum alteri munus doctoris theologi, alteri vero praefecti admissis paenitentium expiandis concredetur. Quae dignitas atque canonicatus, etiamsi prima vice tribuantur, ad normam Canonici Iuris conferri debent; qua tamen in re, hanc permittimus veniam ut, quoad usque congruae dotes, quae Collegii praebendae audiunt, singulis muneribus non sint definitae atque assignatae, eadem dignitas et canonicatus vel iis sacerdotibus dentur, qui certo quodam beneficio fruantur, etiam cum animorum curatione coniuncto. Concedimus etiam ut hi Canonici a lege in urbe dioecesis capite degendi solvantur ; ut ipsi

Aota PU Pp. XII

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sacros coetus horariis precibus simul fundendis tantum singulis mensibus habeant, die scilicet quo ordinarius conventus fit; ut denique eo ipso die, quo congregantur, ad unius sacrae horae psalmos recitandos, atque ad sacrum sollemne conventuali, ut dicitur, ritu peragendum in cathedrali templo teneantur. Cum autem omnino deceat eos viros, quibus Episcopi senatus formatur, inter ceteros sacerdotes quibusdam insignibus eminere et quasi distingui, volumus ut, intra fines dioecesis, dignitas et canonici praeter superpelliceum mozetam induant nigri coloris, non tamen sericam, cum nodis et scissuris, ab intus praeditam serico violacei coloris, hiemali autem tempore cappam cum pellibus albi coloris. Decernimus quoque ut Canonici, quam primum fieri potest, sui Collegii leges, quas capitulares constitutiones vocant, ad normam iuris describant easque fideliter servent. Quod praeterea attinet ad Collegii officia, munera, iura ac privilegia, volumus ut praescriptis obtemperetur, quae Codex Canonici Iuris habet. Denique, ut patet, dioecesani Consultores, qui modo Canonicorum vice funguntur, condito huiusmodi Collegio a suo munere cessabunt. Quae his Nostris Litteris iussimus exsequenda curabit venerabilis, quem diximus, Frater Paulus Giobbe, cui omnes concedimus agendae rei necessarias potestates, etiam quemlibet virum delegandi dummodo ecclesiastica dignitate pollentem ; qui pariter, ut assolet, confecti negotii documenta rite exarabit, eorumque fide digna exempla ad S. Consistoriale Consilium quam primum mittet. Quodsi eo tempore, quo haec fieri debeant, alius Apostolicae in Hollandia Internuntiaturae praesit, hic eadem onera habebit iisdemque potestatibus fruetur. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si osten-

deretur.

Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel

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Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum ex Arce Gandulfi, prope Romam, die quinto decimo mensis Augusti, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. OELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost.. Albertus Serafini, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXIII, n. 55.

III WINNIPEGENSIS
IN REGIONE CANADIA PROVINCIA ECCLESIASTICA CONDITUR PRO RUTHENIS BYZANTINI RITUS. EXARCHATUS APOSTOLICUS WINNIPEGENSIS, PRAETEREA, AD

GRADUM ET DIGNITATEM; SEDIS METROPOLITANAE EVEHITUR ; EDMONTONENSIS VERO, TORONTINUS, ET SASKATOONENSIS AD GRADUM ET DIGNITATEM EPARCHIAE EXTOLLUNTUR.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Hanc Apostolicam Sedem eos fideles qui, relicta patria, in alias regiones commigraverint, semper materna sollicitudine curasse, in promptum manifestumque est omnibus. Ad Ruthenos autem quod attinet, qui in Canadia degunt, plura exstant Romanorum Pontificum decreta et acta, quae sunt luculenta huiusmodi studii documenta. Cum enim summus ac sanctus Pontifex Pius X, Decessor Noster, singulari providentia, anno millesimo nongentesimo decimo secundo, Ordinariatum, qui dicitur, constituisset iisdem fidelibus suo ipsorum ritu curandis, cumque res bene processisset, anno millesimo nongentesimo duodequinquagesimo eum in tres Exarchatus divisimus, millesimo vero nongentesimo quinquagesimo

Acta PU Pp. XII

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secundo in quattuor, eo ferme consilio ut multiplicato gregi par ac sufficiens responderet sacrorum Praesulum numerus. Quandoquidem vero hi Antistites iam inde ab Exarchatuum constitutione petierunt ut e suis Ecclesiis nova quaedam provincia ecclesiastica conderetur : per hoc enim et vires iungi et christianorum necessitatibus aptius consuli, censuit S. Congregatio pro Ecclesia Orientali, post auditum venerabilem Fratrem Ioannem Panico, Archiepiscopum titulo Iustianensem, eundemque in Canadia Apostolicum Delegatum, remque diu reputatam, precibus concedendum esse, eo magis quod provincia Leopolitana, a qua Rutheni sunt oriundi, praedura saevaque insectatione opprimatur, ipso Metropolita ceterisque Episcopis ob Christi fidem atque erga Apostolicam Sedem fidelitatem ad necem fere vexatis. Quod Nos S. Congregationis propositum omnino probantes, et eorum consensum supplentes qui aliquod ius in negotio habeant, de Nostra suprema auctoritate ea quae sequuntur decernimus et iubemus. In regione Canadia novam provinciam ecclesiasticam constituimus pro fidelibus Ruthenis Byzantini ritus ibi commorantibus, quae has sedes comprehendet : Winnipegensem, Edmontonensem, Torontinam et Saskatoonensem, adhuc Exarchatus Apostolicos. Ex quibus Ecclesiis, Winnipegensem ad gradum et honorem metropolitanae Sedis evehimus, ceteras in Eparchiae formam redigimus, datis iuribus et privilegiis unicuique earum congruentibus, servatis praescriptis ac legitimis consuetudinibus Orientalis Ecclesiae propriis ; Praesulibus vero quibus hae circumscriptiones regendae credentur, etiam onera obligationesque pro cuiusque dignitate imponimus. Eparchias, praeterea, metropolitanae Sedi Winnipegensi subdimus, cui tamquam suffraganeae oboedient; quod idem de earundem Eparchis decernimus, qui suo Metropolitae subicientur. Ceterum, hae Litterae Nostrae a venerabili Fratre Apostolico in Canadia Delegato ad effectum deducentur ; cui omnes agendae rei potestates facimus, cuilibet viro delegandas, si visum, dummodo in ecclesiastica dignitate constituto. Postquam vero res acta fuerit, idem documenta exarari iubebit, quorum exempla, sincere scripta, ad S. Congregationem pro Ecclesia Orientali cito mittet. Quod si fiat ut eo tempore quo negotium peragi debeat, alius eidem Delegationi in Canadia praesit, hic mandata Nostra exsequetur. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efiicacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta oficere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis

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Acta Apostolicae

Sedis

Commentarium

Officiale

praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum" si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum ex Arce Gandulfi, prope Romam, die tertio mensis Novembris, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. OELSUS Card. OOSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

gg EUGENIUS Card. TISSERANT


S. Congr. pro Ecclesia Orientali a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Recens

Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost. Caesar Federici, Proton. Apost.


Loco ff Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXIV, n. 2.

IV SAMARAIENSIS
APOSTOLICA PRAEFECTURA SAMARAIENSIS AD GRADUM APOSTOLICI VICARIATUS PERDUCITUR, NOMINE AC FINIBUS I M M U T A T I S .

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Summo gaudio perfundit animum Nostrum felix propagatio catholicae rei ; siquando ergo peropportunum visum fuerit sive Ecclesias erigere sive ad potiorem evehere gradum, hoc sollicite peragimus. Qua re, cum acceperimus in apostolica Samaraiensi praefectura, sacerdotibus Missionalibus a Sacratissimo Corde Iesu concredita, evangelicam veri-

Aota PU Pp. XII

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tatem optime profecisse, eandem censuimus evehere ad apostolici vicariatus dignitatem. Post igitur auditum venerabilem Fratrem Romulum Carboni, Archiepiscopum titulo Sidoniensem et in Australasia, Nova Zelandia et Oceania Apostolicum Delegatum; confirmatumque omnino habentes quod S. Congregatio Fidei Propagandae hac de re faciendum esse censuit, et eorum consensu suppleto, qui de hoc negotio aliquid iuris habeant vel se habere existiment, omnibus bene perpensis, summa Nostra potestate quae sequuntur statuimus ac decernimus. Apostolicam praefecturam Samaraiensem ad gradum apostolici vicariatus evehimus, eodem nomine iisdemque finibus servatis, cui idcirco omnia tribuimus iura et privilegia, quae omnibus apostolicis vicariatibus ad iuris canonici normam competunt ; similiter eius Vicario iura et honores tribuimus at onera et officia iniungimus, quae ceterorum huiusmodi dignitatis virorum sunt propria. Curis autem Missionalium a Sacratissimo Corde Iesu eundem committimus modo conditum apostolicum Samaraiensem vicariatum, ad Nostrum tamen et huius Romanae Sedis nutum. Quibus Sodalibus, qui tam mirifice de Ecclesia Sancta meriti sunt, gratam profitemur voluntatem Nostram eosque pariter hortamur ut diligenti studio operibusque duplicatis in animorum bonum efficaciter allaborare pergant. Haec universa, quae decrevimus, exsequenda curabit venerabilis Frater, cuius supra meminimus, Romulus Carboni, vel quem ille deliget vir, dummodo ecclesiastica dignitate insignis : cui rei agendae omnes potestates facimus. Qui vero negotium hoc perfecerit onus habebit documentum exarandi idemque sinceris exemplis ad S. Congregationem Fidei Propagandae quam primum mittendi. Quodsi eo tempore quo res ad exitum deduci debent alius ipsi Apostolicae Delegationi praesit, hic omnia faciet mandata Nostra. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat ; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae

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Acta Apostolicae

Sedis

Commentarium

Officiale

Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die undecimo mensis Novembris, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. ELSUS Card. COSTANTINI
S. B. E. Cancellarius

PETRUS Card. FUMASONI BIONDI


S. Congr. de Propaganda Fide Praefectus

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Begens

Albertus Serafini, Proton. Apost. Silvius


Ijoco > B Plumbi

Sericano,

Proton.

Apost.

In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXIV, n. 10.

V DE AITAPE
(AITAPENSIS)
APOSTOLICA PRAEFECTURA DE AITAPE AD GRADUM EVEHITUR APOSTOLICI VICARIATUS, (( AITAPENSIS )) NOMINE.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Laetissimi semper Nobis contingit, qui Dei voluntate catholicae rei summam habemus, faustos Ecclesiarum, a Nobis conditarum, cernere successus easdemque ad altiorem perducere gradum, siquidem ex hoc eam plebem sanctam , cuius aeterna salus magno sanguinis pretio stetit Christo, vivaci fecunditate pollere videmus et continenter quasi Stellas caeli marisque arenam multiplicari. Quod cum et in apostolica praefectura de Aitape factum esse sciamus, die quinto decimo mensis Maii anno millesimo nongentesimo quinquagesimo altero per Nostras sub plumbo Litteras Ad latius fundata atque sollertibus Ordinis Fratrum Minorum curis concredita, ratum profecto habemus S. Congregationis Fidei Propagandae consilium quae, audito venerabili Fratre Romulo Carboni, Archiepiscopo titulo Sidoniensi et in Australasia, Nova Zelandia et Ocea-

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nia Apostolico Delegato, precibus concedendum esse arbitrata est, quibus poscebatur ut ipsa praefectura ad gradum apostolici vicariatus perduceretur. Certiores igitur de hoc negotio facti a venerabili Fratre Nostro S. R. E. Cardinale eiusdem S. Congregationis Praefecto, re attente considerata, et consensu eorum suppleto, qui hac in re aliquid habeant iuris, de summa Nostra potestate sequentia decernimus atque iubemus. Apostolicam praefecturam de Aitape, iisdem servatis territorii finibus ad gradum et dignitatem promovemus apostolici vicariatus, qui nomen posthac Aitapensem habebit. Cui vicariatui, eiusque Ordinario omnia tribuimus iura, honores ac privilegia quae ad ceteros per terrarum orbem spectant eiusdem decoris viros atque Ecclesias; apostolico autem Vicario vel officia et obligationes imponimus, quibus sacra huiusmodi dignitas translaticio more oneratur. Aitapensis item vicariatus curam et administrationem, ad Nostrum et Apostolicae Sedis nutum, iisdem committimus Sodalibus ex Ordine Fratrum Minorum, qui tam sollerter in hac regione allaboraverunt, certa spe fore ut qua virtute animorumque amore adhuc fuerunt, iisdem excellere pergant, christianum insomnes tuendo populum, ceterosque omnes, qui nondum suavem Christi legem experti fuerunt, ad ipsam indefatigata trahendo caritate. Quibus dictis, volumus ut quae Nostris hisce Litteris praescripsimus venerabilis Frater Romulus Carboni, quem diximus, efficienda curet, cui omnes ad hoc necessarias potestates facimus, cuilibet etiam viro delegandas, si opus fuerit, dummodo ecclesiastica praedito dignitate ; onusque iniungimus peracti negotii documenta exarandi eaque fide dignis exemplis ad S. Consilium Christianae Fidei Propagandae quam primum mittendi. Quod si fiat ut, quo tempore res ad effectum deducatur oporteat, alius Apostolicae Delegationi in Australasia, Nova Zelandia et Oceania praesit, huic omnia eadem damus mandata. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem

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Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die undecimo mensis Novembris, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. GELSUS Card. COSTANTINI
/S. B. E. Cancellarius

PETRUS Card. FUMASONI BIONDI


S. Congr. de Propaganda Fide Praefectus

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Begens

Albertus Serafini, Proton. Apost. Silvius


Loco Plumbi In Ap. Cane, tal., vol. LXXXXIV, n. 8.

Sericano,

Proton.

Apost.

LITTERAE APOSTOLICAE I
BEATA MARIA X, V. (( REGINA )) ET IN PRAECIPUAM IN PATRONAM ATQUE SANCTUS TOTA

PIUS

PAPA

CONFESSOR,

PATRONUM

SECUNDARIUM

PRO

DESMOINENSI DIOECESI ELIGUNTUR.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Memorandus erit atque sollemnis; apud Christifideles Annus Marialis, quem Nos, Litteris Encyclicis die VIII mensis Septembris anno millesimo nongentesimo quinquagesimo tertio datis, primo exeunte saeculo a definito dogmate Immaculatae Conceptionis Beatae Mariae Virginis, rite incohavimus feliciterque perfecimus. In id enim praecipue tunc intendimus, ut erga Beatissimam Dei Genetricem pietatem, una cum pace christiana, augeremus et quocumque proveheremus : quod maxime assecuti sumus, cum, eodem Anno fere expleto, festum Beatae Mariae Virginis Reginae, quotannis die x x x i mensis Maii celebrandum, per Litteras item Encyclicas die xi mensis Octobris

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anno millesimo nongentesimo quinquagesimo quarto, indiximus proximaque die i mensis Novembris in Basilica Vaticana sollemni ritu confirmavimus. Permultae exinde dioeceses vel paroeciae vel etiam consociationes tam validae Caeli Reginae, haud sine animarum emolumento, se voverunt. Quantum insuper gratiis affluxerit idem, quem diximus, Annus, magni momenti comprobat eventus, quo Nosmet Ipsi Beato Pio X, Decessori Nostro, Sanctorum honores provide felieiterque decrevimus. Nunc autem Venerabilis Frater Eduardus Caelestinus Daly, Episcopus Desmoinensis, enixis Nos adiit precibus, ut suae Dioecesi, ab ipso Sancto Pontifice, anno millesimo nongentesimo decimo primo, constitutae, Beatam Deiparam Reginam uti praecipuam Patronam, nec non Sanctum Pium Papam X secundarium Patronum benigne tribuere dignaremur. Ut autem uberes Marialis Anni fructus ad bonum spirituale bene vertant atque laudati Sancti Pontificis cultus in dies augeatur, huiusmodi votis annuendum perlibenter censuimus. Quapropter, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Beatam Mariam Virginem Reginam to.tius Desmoinensis dioeceseos praecipuam apud Deum Patronam nec non Sanctum Pium X, Pontificem Maximum et Confessorem, memoratae dioecesis Patronum secundarium constituimus, facimus, ac renuntianms, omnibus adiectis honoribus ac privilegiis liturgicis, quae locorum Patronis rite competunt. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum, plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ignoranter contigerit attentari. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die XXII mensis Iunii, anno MCMLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis ' irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

II
T E M P L U M IN HONOREM NOSTRAE DOMINAE A SSMA TRINITATE, IN URBE AC DIOECESI BLESENSI EXSTANS, PRIVILEGIIS BASILICAE MINORIS HONESTATUR.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Urbs Blesae, in amphitheatri formam prope Ligerim fluvium condita, non solum propter celeberrimam Galliarum Regum arcem, sed etiam ob christianae vetustatis iactabatur monumenta, e quibus digna est quae memoretur, etsi rerum perturbationis tempore postea deleta, Ecclesia Sancti Salvatoris, in qua vexillum Sanctae Ioannae Arcensis, Aurelianensis Puellae, fuit lustratum. Nec decursu temporis desiit pia Fidei traditio nec nova, pristinis probe sci teque suffecta, Catholicae Religionis defuerunt opera. Novissimis enim hisce temporibus ubi sacra Aedicula, Beatae Mariae Virgini, Aeterni Patris Filiae, Unigeniti Matri, Sancti Spiritus Sponsae, Ioannis Baptistae Chmery, pii sacerdotis, ope dicata, exstabat, magnum ac perpulchrum Templum, Deiparae Virgini a Sanctissima Trinitate sacrum, Patrum Capulatorum studio est excitatum idemque supra Ligericam vallem extollitur. Ordine, quem dicunt, romanico confectum lataque auctum crypta, anno millesimo nongentesimo undequiriquagesimo sollemni fuit ritu dicatum. Intus ob altius sublatum presbyterium, foris vero ob excelsam turrim, sacris fere quinquaginta aeribus dulciter concinentibus praeditam, omnibus admirationi est. Ampla mirisque coloribus decorata specularia intus affabre renident, quae egregium musivum opus in bsida positum nec non anaglyptas Domini Nostri Iesu Christi patientis iter prae se ferentes sculpturas apte clareque collustrant. Sacra insuper supellectile eademque pretiosa ita Templum abundat, ut sacrae caerimoniae, etiam episcopales, ibidem saepe agantur. Idem de nique domicilium est Archiconfraternitatis Trium Ave-Maria vulgo nuncupatae, cuius sodales Virginem Mariam peregrinorum more impense precaturi, eo innumeri quotannis se conferunt. Quibus omnibus perpensis, Venerabilis Frater Ludovicus Robin, Episcopus Blesensis, enixa Franciscanum Capulatorum, quorum curae memorata Ecclesia concredita est, nec non Cathedralis Canonicorum ceterorumque e clero ac fidelium vota Nobis depromens, a Nobis efflagitavit, ut Ecclesiam, quam laudavimus, ad dignitatem Basilicae Minoris evehere dignaremur. Nos autem, tam artificiosum opus, in Sanctissimae Trinitatis gloriam ,

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atque Deiparae Virginis honorem excitatum, singulari volentes augere ornamento in diesque ad Marialem fovendam pietatem, huiusmodi precibus annuendum libenti censuimus animo. Quapropter, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, praesentium Litterarum vi perpetuumque in modum Ecclesiam Deo in honorem Nostrae Dominae a Sanctissima Trinitate, in urbe ac dioecesi Blesensi exstantem, ad dignitatem Basilicae Minoris, omnibus adiectis honoribus ac privilegiis eidem titulo rite competentibus, evehimus. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere illisque ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum, plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter contigerit attentari. Datum Romae apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die XXIV mensis Iunii, anno MCMLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRTJGNOLA a Brevibus Apostolicis

III
SANCTUS LAURENTIUS, MARTYR, PRAECIPUUS CAELESTIS P A T R O N U S TOTIUS R O T E R O D A M E N S I S DIOECESIS DECLARATUR.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Quo satius novae ab hac Sede Apostolica erectae dioeceses virescant uberioresque metant fructus, in fidem ac tutelam caelestis cuiusdam Patroni se tradere laudabiliter solent. Haud aliter accidit in illa australi Hollandiae regione, in qua Nosmet Ipsi, per Costitutionem Apostolicam die xvi mensis Iulii anno millesimo nongentesimo quinquagesimo quinto Romae datum, novam Roterodamensem dioecesim, curiali Templo Sanctis Laurentio Martyri et Ignatio Confessori dicato ad Ecclesiae Cathedralis dignitatem evecto, rite constituimus. Ut

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autem Christifidelium in Sanctum Laurentium Mrtyrern religio in dies augeretur, a Venerabili Fratre Martino Antonio Jansen, Episcopo Roterodamensi, enixe rogati sumus ut idem Christi Athleta totius dioeceseos Patronus a Nobis benigne renuntiaretur. Nos vero, quibus spirituale animarum bonum maxime cordi est, huiusmodi preces excipere libenti statuimus animo. Quapropter, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, praesentium Litterarum vi perpetuumque in modum Sanctum Laurentium Mrtyrern totius Roterodamensis dioecesis praecipuum apud Deum Patronum, omnibus adiectis honoribus ac privilegiis liturgicis principalibus locorum Patronis rite competentibus, constituimus, facimus ac declaramus. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum, plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter contigerit attentari. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die II mensis Iulii, anno MCMLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

EPISTULA
AD EMUM P. D. MATJRITIUM TIT. S. MARIAE DE PACE S. R. E. PRESB. CARDINALEM PELTIN, ARCHIEPISCOPUM PARISIENSEM : SAECULO III EXEUNTE AB OBITU PII S A C E R D O T I S IOANNIS IACOBI OLIER, SOCIETATIS P R E S B Y T E R O R U M A. S. SULPITIO CONDITORIS. Le tricentenaire de la mort de Jean-Jacques Olier, fondateur de la Compagnie des prtres de Saint Sulpice, dont vous prsiderez prochainement Paris les solennits commmoratives, est une date qui mrite juste titre d'tre clbre par tous ceux qui ont cur la formation et la

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sanctification du clerg. Aussi es-ce trs volontiers que, rpondant la requte du Suprieur Gnral de la Compagnie, Nous vous adressons, en cette heureuse circonstance. Nos vux paternels : qu'ils soient le gage de Notre estime pour cette Socit sacerdotale, laquelle Nous lient d'ailleurs les prcieux souvenirs de Nos retraites d'ordination : qu'ils soient aussi pour les chers prtres de France, doni une notable proportion sont forms dans les sminaires sulpiciens, un nouveau tmoignage de Notre affection et de Notre sollicitude. Cur d'une paroisse parisienne, qui offrait son zle un champ d'apostolat diificile, ducateur du clerg une poque o les prescriptions du Concile de Trente attendaient encore en bien des diocses leur mise en pratique, Jean-Jacques Olier, qui avait une si haute ide de la grandeur du sacerdoce, invite encore aujourd'hui les prtres rflchir aux exigences surnaturelles de leur vocation et de leur ministre. Ce sera, Nous le savons, le sens du prochain Triduum de prires et de prdications, sur lequel Nous appelons ds maintenant une large effusion de grces. Le riche patrimoine de valeur sacerdotale du clerg franais, auquel souvent Nous Nous sommes plu rendre hommage la suite de Nos prdcesseurs, ne cesse pas de fructifier de nos jours, et nombreux sont les prtres des villes e.t des campagnes qui s'efforcent, par une courageuse fidlit, de correspondre l'idal de saintet que leur proposent les prires de l'Ordination : Innova in visceribus eorum spiritum sanctitatis... Eluceat in eis totius forma iustitiae ! (Pontifical). Et pourtant, l'exercice du ministre se heurte actuellement des obstacles nouveaux, ou du moins accrus par certains facteurs de dchristianisation et la transformation de bien des structures, par l'effervescence des ides et la libert des murs. Le zle mme avec lequel le prtre veut tre prsent dans tous les milieux de vie pour les vangliser, auprs de toutes les souffrances pour y porter remde, ce zle l'expose parfois au risque de manquer de prudence dans ses jugements et de rserve dans sa conduite. Mais inversement, pourrait-on excuser celui qui, cdant de striles regrets ou de faciles critiques, s'abstiendrait de regarder tel qu'il est ce monde convertir et ne ressentirait pas, devant tant d'mes en pril, l'angoisse qui Nous treint Nous-mme? Dans un temps aussi diificile, le souvenir d'un Olier d'autant plus convaincu de la ncessit de la vie intrieure qu'il connaissait mieux par exprience pastorale les tches ardues du ministre est instructif : il rappelle la gnration prsente que la grandeur et la force du prtre sont d'tre en plnitude homme de Dieu et homme de l'Eglise.
18 ACTA, vol. X X I V , n. 6. 24-5-1957.

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x

Etre homme de Dieu, c'est avant tout tendre la perfection de la charit divine : (( Soyez saints, car moi, le Seigneur votre Dieu, je suis s a i n t . Or, aujourd'hui comme hier, la saintet a pour condition indispensable la prire et l'ascse ; et Nous ne saurions trop recommander tous Nos fils engags dans les travaux du ministre sacerdotal de s'interroger sur leur fidlit cette double obligation. La doctrine spirituelle que la Compagnie de Saint-Sulpice a reue de son fondateur est riche d'enseignements sur ce point ; elle a form depuis trois sicles des gnrations de prtres, pour qui l'oraison et l'Office divin notamment taient, dans une vie de prire, le devoir sur lequel on ne transigeait point, pour qui aussi, dans une vie d'ascse, le clibat fidlement gard par la chastet du cur tait l'honneur d'une- existence sacerdotale. Ces voies traces par leurs devanciers, ces voies surtout qu'exige la saintet de leur vocation, les prtres d'aujourd'hui voudront les suivre avec une gnrosit d'autant plus grande que les tches apostoliques qui les sollicitent sont plus pressantes et plus astreignantes. Qu'ils mditent l'admirable Exhortation de Saint Pie X au clerg catholique ; qu'ils se souvien1

nent de nos enseignement rpts ! Ce n'est pas en vain qu'au dbut de Notre Pontificat Nous donnions cette consigne aux prtres de l'Eglise : (( Orate, magis magisque et instantius orate .
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Ce n'est pas sans de

graves motifs que, dans Notre Exhortation Menti Nostrae, Nous exprimions Notre proccupation et Notre anxit la pense de certains de Nos fils qui sont plongs dans le tourbillon de l'activit extrieure jusqu' ngliger le premier devoir du prtre qui est le devoir de sa propre sanctification. Les grandes lois de l'union Dieu et de la fcondit apostolique restent les mmes de sicle en sicle ; la croix demeure l'insstrument de notre salut ; et c'est toujours par le sacrifice de soi qu'inspire la charit divine, c'est toujours par le jene et la prire que sera vaincu le Prince de ce monde. Homme de Dieu, le prtre est aussi par excellence l'homme de l'Eglise. Vous savez, cher Fils, combien il importe de mettre aujourd'hui cette vrit en relief et de rappeler ce principe inbranlable que la saintet de la vie personnelle et l'efficacit de l'apostolat ont pour base et pour soutien... l'obissance constante et exacte la sainte hirarchie .
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Dans leur enseignement comme dans leur action, les prtres aimeront
1

Lev. 19, 2. A. A. S., t. 31, p. 249. A. A. S., t. 42, p. 677. A. A. S., t. 40, p. 375.

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se comporter en fidles cooprateurs de leur vque, auquel ils ont promis obissance et qui est, sous l'autorit suprme du Vicaire du Christ, le vrai Docteur et Pasteur de son troupeau. Eespectueux de la doctrine,, dont l'Eglise est gardienne, qu'ils s'appliquent la bien possder par une srieuse culture thologique et la transmettre exactement par le ministre du catchisme et de la prdication ; serviteurs de la Vrit divine, qu'ils la proclament avec force, mais sans arrogance, qu'ils la dfendent sans faiblesse, mais avec charit! Dans la conjoncture prsente, l'union des prtres entre eux, leur docilit envers la hirarchie, leur fidlit l'enseignement et aux directives du Saint Sige, sont des facteurs si importants pour les progrs de l'Eglise, que Nous ne saurions trop insister sur les vertus requises ce tmoignage d'unit et de charit. C'est autour de Pvque, responsable de l'apostolat dans son diocse, responsable de la doctrine qu'on y enseigne, que tous les efforts doivent converger. Faute de cette insertion profonde dans ce qui est l'uvre commune de l'Eglise dans telle rgion ou tel milieu, le ministre particulier d'un prtre risque vite de perdre sa fcondit surnaturelle, comme un fleuve, coup de sa source, ne tarde pas se tarir. En rappelant, l'occasion du tricentenaire de la mort de Jean-Jacques Olier, ces qualits indispensables, que Nous avons si souvent recomman des aux clercs, Notre pense se tourne spcialement vers ceux qui sont les hritiers directs de son esprit et qui se doivent d'appliquer notre temps les exemples et les leons de leur fondateur. La tche des suprieurs et directeurs de Sminaire est lourde et dlicate mais elle est dcisive pour l'avenir. Qu'ils y consacrent tout leur zle, soucieux de former des prtres qui aient une pit profonde et stable, un caractre tremp par la discipline, un esprit droit et cultiv, un cur largement ouvert la dtresse spirituelle de tant d'mes! Dieu veuille que, sur la terre de France et dans le monde entier, se multiplient de tels prtres au service de l'Eglise. C'est en en formant le vu, que Nous vous accordons, ainsi qu'au Suprieur Gnral et aux membres de la Compagnie de Saint-Sulpice, comme tous ceux qui partiperont aux prochaines ftes anniversaires, la faveur de Notre trs paternelle Bndiction Apostolique. Du Vatican, le 25 Mars 1957.

P I U S PP. X I I

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NUNTIUS

RADIOPHONICUS

AD CHRISTIFIDELES, DIE PASCHATIS RESURRECTIONIS D. N. I. C, DEVOTA OMINA S U M M O PONTIFICI AC VENERATISSIMO PATRI IN FORO SANCTI PETRI PROCLAMANTES. *

Ancora una volta una moltitudine immensa di ogni lingua e popolo e nazione
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riempie questa maestosa piazza, la quale, diletti figli e

figlie, par che tutti vi stringa e vi unisca. E con voi, presenti in ispirito, sono i milioni di altri fedeli, che devotamente ascoltano la Nostra voce. Brilla ai vostri occhi una luce nuova, risuona nei vostri cuori un inno di gioia e di gloria : lo cantano mille e mille voci, lo accompagnano le armonie degli organi, lo diffondono nell'aria, sui monti e nelle valli, gli squilli delle campane. Pasqua. il giorno che ha fatto il Signore per la nostra esultanza, per la nostra letizia : Haec dies, quam fecit Dominus : exsultemus et laetemur in ea .
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Sa il Signore come vorremmo penetrare in ogni casa, passare attraverso tutte le corsie degli ospedali, sostare benedicenti accanto ad ogni culla, chinarci con tenerezza su ogni sofferenza ; vorremmo poter liberare tutti da ogni timore, per donare a tutti la pace, per riempire tutti di gaudio. Purtroppo non possibile fare quanto brameremmo ; e allora Ci restringeremo a rivolgervi la Nostra parola, a confidarvi come abbiamo fatto altre volte qualche pensiero natoCi in cuore durante la Nostra meditazione. Si sono appena spenti gli echi del Praeconium paschale , e Noi abbiamo ancora nell'animo un particolare motivo fra i tanti che si inseguono, si intrecciano e si fondono in ardita armonia. Dopo l'invito all'esultanza, rivolto all'angelica turba dei cieli, alla terra, alla madre Chiesa e ai popoli tutti, l'attenzione del canto liturgico si ferma sulla notte che precedette la risurrezione del Signore. Notte vera, notte di passione, di angoscia, di tenebre ; eppure notte beata : vere beata nox ; perch sola merit di conoscere il tempo e l'ora nella quale Cristo risorse da morte, ma soprattutto, perch di essa fu scritto : la notte s'illuminer come il giorno : et nox sicut dies illuminabitur . Una notte che prepa* Die 21 Aprilis mensis a. 1957. Apoc. 5, 9.
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In Off. Domin. Resurrect.

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rava l'alba e lo splendore di un giorno luminoso ; un'angoscia, una tenebra, una ignominia, una passione, che preparavano la gioia, la luce, la gloria, la risurrezione. 1. Considerate, diletti figli, che cosa avviene in una notte di tempesta. Sembra che la natura sia sconvolta e giunta alla sua ultima ora, senza speranza. Il viandante smarrito non ha neppure la debole luce delle lontane stelle per raccogliere fiducia e direzione ; le piante, i fiori, tutto il palpitare della, vita sommerso nell'ombra, ombra quasi di morte. Cme sar possibile ridestare il canto e il profumo? Pare che ogni sforzo sia inutile : gli esseri non si riconoscono nella oscurit, la via non si ritrova, le parole si perdono nell'infuriare della procella. Eppure tutti gli elementi vi sono ; nelle zolle stesse della terra un fremito di attesa ; i semi gemono nella sofferenza ; gli uccelli dell'aria hanno ferme le ali, desiderose di librarsi nel libero volo : ma nulla si pu muovere. Ecco per che verso l'oriente un tenue chiarore appare ; il fragore del tuono si calma, il vento dilata le nubi e appaiono ridenti le stelle : l'aurora. Il pellegrino si arresta ; un sorriso compare sullo stanco volto, mentre l'occhio ardente si illumina di speranza. Il cielo si imporpora, si succedono con rapido ritmo i colori che via via si sbiancano ; un ultimo fremito, un guizzo, un bagliore : il sole. Si scuote la terra, si desta la vita, si leva un canto. 2. Anche la notte, che precedette la risurrezione di Ges, fu notte di desolazione e di pianto, fu notte di tenebra. I nemici di Lui erano soddisfatti di aver chiuso finalmente, nella tomba, il seduttore del popolo . Percosso il Pastore, il piccolo gregge era andato disperso. Desolati, sconcertati, gli amici di Ges sono costretti a nascondersi per il timore degli scribi e dei farisei. Ges nella tomba. La salma giace sulla roccia fredda e tutto il suo corpo ancora piagato; le labbra sono mute. Che rimane pi delle sue parole, che sapevano animare, confortare, illuminare ; le sue parole cos piene di maest e di sapienza? Dove sono i suoi comandi ai venti e alle tempeste ; dove il suo potere di sfuggire alle diaboliche insidie dei suoi nemici o di far fronte coraggiosamente ai loro furori? Dove la sua facolt di sanare i malati, di risuscitare i morti? Tutto (pareva) finito; e sono stati sepolti con Lui, nella tomba, non solo gli ambiziosi progetti di alcuni, ma anche le discrete speranze di molti. Tutto finito ; vanno mormorando gli uomini ; e nella loro voce l'espressione di una disperata tristezza. Tutto finito, par che rispondano le cose.

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Eppure chi avesse potuto guardare oltre la pietra che chiudeva il sepolcro, avrebbe avuto l'impressione che gli occhi di Ges non fossero chiusi per la morte, ma" per il sonno ; n vi era traccia di corruzione nelle sue membra e il suo volto aveva ancora ben visibili i segni della sua sovrumana bellezza, della sua infinita bont. Dopo la morte, il corpo di Ges, come la sua anima, rimase congiunto col Verbo, con la divinit, che vive ed opera in quelle membra. Poco lontano, in una casetta modesta e silenziosa, arde una fiamma di fede non mai spenta : Maria attende fiduciosa Ges. Ed ecco : la terra trema ; l'angelo scende dal^cielo, rovescia la pesante pietra che chiude il sepolcro, e si asside, maestoso e sereno, su di essa. I soldati fuggono e vanno a portare-rudemente ai nemici di Ges la prima prova della loro bruciante sconftta. l'alba, ormai. Maria Maddalena sta correndo quasi senza sapere dove, sospinta da un amore che non ammette soste e non consente riflessione : eccola, all'improvviso, come tramortita davanti a Ges, che la saluta con infinita tenerezza. Le pie donne, col cuore in tumulto per Pannunzio dato loro dall'angelo, incontrano anch'esse Ges e volano dagli apostoli ad annunziare la risurrezione, per farli partecipi della loro gioia, della loro pace. Intanto Pietro ha avuto dal Signore con ineffabile segno la certezza del suo perdono. E Ges entra nel Cenacolo a porte chiuse e trova gli apostoli ; li conforta, li calma : lascia loro la sua pace. Poi ritorna per ravvivare la fede vacillante di Tommaso. Otto giorni prima, sulla strada di Emmaus, egli si era accompagnato a due desolati discepoli e si era mostrato loro nell'atto di spezzare il pane. La notte finita : con essa finita l'angoscia, finito lo spavento ; sono scomparsi i dubbi ; si sono illuminate le tenebre ; tornata la speranza, la certezza. Splende di nuovo il sole. Si leva un canto festoso : Resurrexit, alleluia. 3. Cos vorremmo, dilettissimi figli, che un'altra notte, la notte che scesa sul mondo e che opprime gli uomini, vedesse presto la sua alba e fosse baciata dai raggi di un nuovo sole. Noi abbiamo pi volte fatto notare che gli uomini, di tutte le nazioni e di tutti i continenti, sono costretti a vivere, disorientati e trepidanti, in un mondo sconvolto e sconvolgitore. Tutto divenuto relativo e provvisorio, perch sempre meno efficiente, e quindi meno efficace. L'errore, nelle sue quasi innumerevoli forme, ha reso schiave le intelligenze di creature, peraltro molto elette, e il malcostume, di ogni tipo, ha raggiunto gradi di precocit, di impudenza, di universalit tali da preoccu-

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pare seriamente coloro che sono pensosi delle sorti del mondo. L'umanit sembra un corpo infetto e piagato, nel quale il sangue circola a stento, perch si ostinano a rimanere divisi, e quindi non comunicanti, gli individui, le classi, i popoli. E quando non si ignorano, si odiano : e cospirano e lottano, e si distruggono. Ma anche questa notte del mondo ha chiari i segni di un'alba, che verr, di un nuovo giorno baciato da un nuovo e pi splendente sole. Intanto nel mondo, provvidenzialmente, stanno moltiplicandosi i mezzi per lo sviluppo pi pieno e pi libero della vita. Mentre l scoperte della scienza allargano l'orizzonte delle possibilit umane, la tecnica e l'organizzazione rendono effettive tali conquiste, mettendole a servizio immediato dell'uomo. L'energia nucleare ha gi dato praticamente inizio ad un'epoca nuova : le case sono gi illuminate con energia proveniente dalla utilizzazione della fissione nucleare, e non sembra troppo lontano il giorno, in cui le citt saranno illuminate e le macchine saranno mosse da processi di sintesi simili a quelli che accendono da miliardi di anni il sole e le altre stelle. La elettronica e la meccanica stanno cambiando il mondo della produzione e del lavoro con l'automazione : l'uomo diventa, cos, sempre pi il signore delle opere sue e vede il suo lavoro elevarsi come qualificazione e intelligenza. I mezzi di trasporto uniscono un punto e l'altro del pianeta in un'unica rete, che pu essere chiusa con una velocit superiore al moto apparente del sole. I missili solcano le profondit dei cieli e i satelliti artificiali stanno per stupire lo spazio con la loro presenza. L'agricoltura moltiplica con la chimica nucleare le possibilit di alimentare una umanit assai pi grande di quella di oggi, mentre la biologia guadagna giorno per giorno terreno nella battaglia contro le pi terribili malattie. Eppure tutto questo ancora notte. Notte, sia pure, piena di fremiti e di speranze, ma notte. Notte che potrebbe divenire perfino e improvvisamente tempestosa, se apparissero qua e l i bagliori dei lampi e si udisse lo scoppio dei tuoni. Non forse vero che la scienza, la tecnica e l'organizzazione sono divenute spesso fonti di terrore per gli uomini? Essi quindi non sono pi sicuri come una volta. Vedono con sufficiente chiarezza che nessun progresso da s solo pu far rinascere il mondo. Molti intravedono gi e lo confessano che a questa notte del mondo si giunti, perch stato arrestato Ges, perch si voluto renderlo estraneo alla vita familiare, culturale, e sociale ; perch si sollevato il popolo contro di Lui, perch stato crocifisso e fatto muto ed inerte. E vi una moltitudine di anime ardite e pronte, conscie che tale mor-

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te e sepoltura di Ges fu possibile solo perch tra gli amici di Lui si trov chi lo rinnegasse e lo tradisse ; vi furono tanti che fuggirono spaventati davanti alle minacce dei nemici. Quelle anime sanno che un'azione tempestiva, concorde ed organica cambier la faccia della terra, rinnovandola e migliorandola. necessario rimuovere la pietra tombale, con cui si sono voluti chiudere nel sepolcro la verit e il bene ; occorre far risorgere Ges ; di una risurrezione vera, che non ammetta pi alcun dominio della morte : (( Surrexit Dominus vere , mors illi ultra non dominabitur . l'alba della grazia riacquistata. Nelle famiglie, alla notte dell'indifferenza e della freddezza deve succedere il sole dell'amore. Nei luoghi di lavoro, nelle citt, nelle nazioni, nelle terre dell'incomprensione e dell'odio, la notte deve illuminarsi come il giorno nox sicut dies illuminabitur : e cesser la lotta, si far la pace. Vieni, o Signore Ges. L'umanit non ha la forza di rimuovere la pietra che essa stessa ha fabbricata, cercando di impedire il tuo ritorno. Manda il tuo angelo, o Signore, e fa che la nostra notte si illumini come il giorno. Quanti cuori, o Signore, ti attendono ! Quante anime si consumano per affrettare il giorno in cui tu solo vivrai e regnerai nei cuori ! Vieni, o Signore Ges. Vi sono tanti segni che il tuo ritorno non lontano. O Maria, che lo hai visto risorto ; Maria, cui il primo apparire di Ges ha tolto l'angoscia inenarrabile prodotta dalla notte della passione ; Maria, a Te offriamo la primizia di questo giorno. A Te, Sposa del divino spirito, il nostro cuore e la nostra speranza. Cos sia !
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Negli individui Ges deve distruggere la notte della colpa mortale con

Lue. 24, 34. Rom. 6, 9.

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ALLOCUTIONES I
Alumnis e scholis publicis medii gradus Urbis, in Basilica Vaticana coadunatis. * Ancora una volta Noi vediamo questa Patriarcale Basilica affollata di lieta giovent, e ancora una volta gli occhi Nostri contemplano come il fiorire di una primavera, mentre queste sacre mura ne sentono quasi i fremiti misteriosi. Noi vi ringraziamo, diletti figli e figlie, per la gioia che Ci procurate e per la speranza che fate nascere nel Nostro cuore paterno, DandoCi la conferma che il problema religioso-morale degli studenti romani sia avviato a felice soluzione. Non sapremmo dirvi quel che prova l'animo Nostro in questi felici momenti, nel vedere qui presente tanta parte della giovent delle scuole secondarie statali di Roma ; abbiamo appreso con quanto fervore vi siete preparati a questo incontro col Padre comune, che tanto vi ama ; siamo venuti a conoscenza di molti gentili e commoventi episodi di piet filiale, di spirito di fede e di amore. Classi intere hanno mantenuto un silenzio e un contegno cos edificante, che gli stessi Professori ne sono rimasti meravigliati. Migliaia di rinunzie a spettacoli cinematografici, teatrali, televisivi ; atti di carit verso i poveri ; obbedienza esemplare in casa e a scuola ; fuga di facili occasioni del peccato ; Sante Messe ascoltate, Sante Comunioni ricevute : ecco un bilancio che riempie d'indescrivibile gioia il Nostro cuore paterno. Anche non pochi giovani, rimasti finora lontani dalla pratica religiosa, hanno riacquistato in questa occasione la grazia di Dio, e perfino qualche giovane anima non appartenente alla Chiesa cattolica ha voluto associarsi, come poteva, a questo tributo di fede, di generosit e di amore. Naturalmente la Nostra affettuosa riconoscenza va a coloro che con illuminato zelo hanno curato la preparazione remota e prossima di questa indimenticabile giornata. Oltre a quel che nella scuola operano i cari e solerti insegnanti di religione, Ci hanno grandemente rallegrato il numero ed il vigore delle attivit spirituali, ricreative e culturali promosse dall'ancora giovane, ma pur gi tanto benemerito Centro Studentesco Romano. E se molto ancora

* Habita die 24 Martii mensis a. 1957.

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resta da fare, pu tuttavia affermarsi che la presenza cattolica in mezzo alla classe studentesca romana sta divenendo sempre pi viva ed efficace. Ma poich Noi seguiamo con ansia paterna le vicende vostre, non ignoriamo, d'altra parte, n alcuni vostri smarrimenti, n qualche vostra sfiducia: quelli hanno origine dalla considerazione del grandioso progresso scientifico e del conseguente sviluppo tecnico, messo a confronto con la tristezza che molti assale per quel che sta accadendo oggi e potrebbe avvenire domani. La vostra sfiducia investe un po' tutto, e non risparmia nemmeno la scuola : sia i docenti che non risponderebbero talvolta alle vostre attese, sia i programmi che vi appaiono invecchiati ; mentre tutto vi sembra spesso non pi adatto alle esigenze nuove e ai nuovi orientamenti. Chi come i vostri educatori e specialmente i vostri sacerdoti sa andare oltre alcune vostre apparenze, scopre facilmente la ragione della insofferenza e della inquietudine. Voi siete scontenti di come va il mondo e anelate a una costruzione nuova. E se vero che molti giovani sono ancora vaganti e incerti e gemono lamentando l'inutilit di ogni tentativo di rinascita e di riscossa, ugualmente indubitato che altri molti altri sono pieni di fiduciosa speranza. Tra questi siete voi, diletti figli : di voi non pu quindi davvero dirsi che siete una giovent bruciata . Meglio si direbbe giovent infuocata, giovent bruciante : pronta ad accendere e a far divampare il fuoco che Ges venne a portare sulla terra. Ma affinch questo vostro proposito non resti quasi una vana parola, necessario che fin da ora non trascuriate nulla di ci che il vostro stato esige da voi. Ed ecco il dovere dello studio, dello studio serio, dello studio organico, dello studio completo. Ecco la ricerca della verit, ecco lo sforzo per possederla; ecco, finalmente, la volont di metterla in atto con le opere.

1. Studiate la verit Le vostre intelligenze giovanili sbocciano alla vita ansiose di conoscere, e la natura aperta dinanzi a voi con le sue meraviglie e i suoi misteri; i problemi dell'esistenza, i fatti umani, le vostre aspirazioni, il fine da conseguire, le vie da battere, i mezzi da usare : tutto una domanda ; tutto esige chiarezza di luce e precisione di risposta. Studiate, dunque. Applicatevi a costo di qualsiasi sforzo e non trascurate nulla di ci che i programmi e i maestri vi propongono. Essere svogliati e pigri signi-

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ficherebbe tradire voi stessi e rinunciare allo sviluppo completo ed armonico della vostra persona. Deludereste anche i vostri genitori, che per mantenervi agli studi hanno forse fatto gravi sacrifici ed affrontato rinunzie ; privereste la Patria e il mondo del necessario numero di uomini capaci, uomini di scienza, cultori dell'arte, tecnici della politica, della economia e del diritto.

2. Studiate seriamente a) A tale scopo guardatevi anzitutto dal valutare l'importanza dello studio col criterio dell'utilit immediata. Quel che la vita vi riserva, non lo conoscete ancora ; n sapete bene dove si indirizzer effettivamente la vostra carriera. ben noto come ai futuri capitani di mare e agli ufticiali delle navi da guerra prescritta la manovra velica. Nessuno immaginerebbe, a prima vista, che essa possa essere necessaria alla soluzione dei complicati problemi tecnici riguardanti la rotta di un transatlantico e il tiro di una corazzata. Ma se chiedete ai periti perch, dunque, i futuri navigatori devono apprendere la manovra velica e perfezionarsi in essa, vi risponderanno che cos pi facilmente i marinai acquisteranno quel sesto senso, detto appunto senso marino . L'applicazione al caso vostro Ci sembra naturale e facile. Ad ogni apertura di libro, a ogni principio di lezione, a ogni svolgimento di esame, voi non dovete chiedervi : a che cosa mi serve? Non dite : io sar ingegnere; a che mi serve la filosofia? Io sar avvocato; a che serve la fisica? Io sar medico; a che serve lo studio dell'arte? La verit che alcune nozioni e notizie, taluni abiti conoscitivi e un certo ordine mentale, il senso della misura e dell'armonia intellettuale ; insomma la maggiore vastit e profondit delle basi aiutano sempre nella vita e spesso giovano in modo inatteso e insperato : il che vale generalmente per due materie, il latino e la storia. b) Per studiare seriamente bisogna guardarsi dal credere che il numero delle cognizioni sia l'elemento fondamentale per costruire l'edificio della vostra cultura. Non le troppe cose abbisognano, ma tutto il necessario e conveniente, appreso bene, compreso giustamente, approfondito intensamente. Occorre quindi evitare di obbligarvi a uno sforzo quasi sovrumano e a rincorrere affannosamente tutto ci che lo scibile ha messo sulle cattedre e tenta di portare sui banchi degli alunni. Ci tanto pi vero, se si tratta di soverchi apprendimenti puramente mnemonici, che

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sono ben diversi dallo studio serio e gioioso, dalla vera e profonda formazione culturale, e per i quali la scuola rischia di trasformarsi in un dramma che rattrista i genitori ed irrita gli alunni. e) Ma vi un terzo difetto, dal quale necessario che si guardino gli alunni con l'aiuto degli insegnanti coscienziosi, e agevolati da coloro che si incaricano di formulare i programmi. Chi conosce i problemi della scuola, sa che nulla tanto nocivo quanto una congerie di nozioni accumulate alla rinfusa e con disordine : che non s'incontrano e non si integrano ; che spesso piuttosto si scontrano od anche si elidono a vicenda. Avviene non di rado che l'insegnamento e lo studio delle materie scientifiche si sviluppi astraendo intieramente dal considerare la necessit di una completa formazione dell'intelligenza. Questa deve acquistare sempre pi la capacit della sintesi e la profondit dell'indagine per mezzo di un serio studio filosofico. Scienza e filosofia dunque debbono mutuamente integrarsi, incontrandosi l dove lo studio tratta delle pi intime e profonde strutture della materia e l dove debbono suscitarsi o scoprirsi le pi ampie e pi elevate armonie. Accade altres che l'insegnamento e lo studio della religione venga trascurato da alcuni alunni o guardato con sospetto e difiidenza da taluni insegnanti di altre materie, che forse non risparmiano frizzi ed insinuazioni. E come prima si faceva ricorso alle certezze e alle luci della scienza per deridere i dubbi e le ombre della filosofia, cos ora si confronta la (( ragionevolezza di certe nozioni filosofiche con la insostenibilit dei misteri. Ognuno pu immaginare il caos che deriva da un simile metodo di insegnamento e di studio. Lo sanno purtroppo le vostre menti giovanili fragili e impreparate. Ben altri risultati si otterrebbero, se l'insegnamento di tutte le materie fosse perfettamente ordinato ed organico. Infatti il <( corpus doctrinae ubbidisce, in maniera simile, alle leggi di ogni corpo vivente. Questo cresce per effetto dello sviluppo interiore dei suoi membri, i quali, a loro volta, trovano nel tutto gli alimenti per la propria vita. L'impoverimento interiore di alcuni membri o la loro crescita disordinata provoca nel resto del corpus perdita di vitalit, debolezza, e quindi inefiicacia di azione. Avviene altrettanto per I rami del sapere umano. Una crescita disordinata non gioverebbe al complesso culturale, cos come nuocerebbe la mancata distinzione tra ci che fondamentale o principale e ci che invece accessorio. L'auspicata unit organica della cultura si conseguir, quando anche il corpus doctrinae avr come capo Cristo. Io sono... la verit

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esclam Egli un giorno. Quando studiate la natura, ricordate che le cose tutte furono fatte per mezzo di lui, e senza di lui nulla fu fatto di quanto esiste . Quando apprendete la storia, non dimenticate che non un semplice elenco di fatiti pi o meno sanguinosi o edificanti, perch in essa facilmente visibile un'architettura, che va studiata ed approfondita alla luce della universale provvidenza divina e della innegabile libert operativa umana. In particolare noterete con quale altro occhio guardereste gli avvenimenti di due millenni, se li consideraste come svolgimento della civilt cristiana, partendo da quelli che furono i primi albori della Chiesa, sostando sulle grandi e insuperate sintesi antiche e medioevali, riflettendo sulle dolorose apostasie, ma anche sulle grandi conquiste moderne, e guardando fiduciosi ai molti segni di rinascita e di riscossa.
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3. Ma affinch questa organica cultura sia possibile, bisogna procurare che il vostro studio sia completo. a) Primo in ordine di immediatezza si presenta a voi il mondo naturale che impressiona i vostri sensi e muove la vostra curiosit. necessario che la natura con le sue bellezze e con il suo fascino attiri ancora prepotentemente la giovent della generazione moderna. Spingete il vostro sguardo fino alle arcane profondit delle nebulose e degli ammassi stellari dispersi nell'universo immenso ; fermatevi a contemplare le meraviglie del vostro pianeta, reggia dell'uomo; penetrate fino alle strutture pi profonde dell'atomo e del suo nucleo. Per leggere questo libro stupendo, prendete come interprete la scienza, appassionandovi ai suoi problemi, alle sue soluzioni, alle sue ipotesi, ai suoi stessi misteri. Mentre i piccoli presuntuosi rimangono soddisfatti delle poche nozioni apprese, voi vi accorgerete che verr aumentando sempre pi la sproporzione tra ci che sapete e ci che desiderate conoscere. Se i vostri maestri cui rivolgiamo il Nostro affettuoso e grato pensiero sapranno guidarvi in questa lettura, in questo studio, voi rimarrete stupiti della facilit con la quale in ogni creatura si scorge il Creatore, che da questa conoscenza glorificato e vi ricambia riempiendo di felicit il cuore vostro. b) Dalle scienze sperimentali passate alle verit della filosofia, che fondamento di ogni sapere. Sappiamo bene che spesso, purtroppo, uno
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Io. 14, 6. Io. 1, 3.

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studio tanto nobile e necessario si riduce ad un elenco oppressivo di errori provenienti da menti sconvolte e da cuori disordinati. Un tale studio certamente dannoso agli alunni, come attesta il lamento sempre pi forte ed accorato da parte di genitori giustamente solleciti della dottrina dei figli. Perch debba chiamarsi maestro chi semina le nebbie dello scetticismo nelle menti sprovvedute dei giovani, Noi non sapremmo comprendere. La libert dell'intelletto consiste nella possibilit di penetrare sempre pi profondamente questo o quel vero, di considerarne un aspetto piuttosto che un altro, di formare sintesi e deduzioni di maggiore o minore ampiezza. dunque una libert tutta positiva, e tanto maggiore quanto pi illuminata e protetta contro l'errore. Bisogner dunque bens conoscere la storia del pensiero filosofico, ma occorrer insistere anche pi nello studio della realt in tutti i suoi elementi e in tutti i suoi aspetti. Ognuno di voi dovr essere in grado di rispondere con precisione e chiarezza alle domande che inevitabilmente vi porrete da voi stessi o vi saranno poste da altri : che cosa , in genere,, la realt? Che cosa , in specie, il mondo? Qual' il valore della cognizione umana? Esiste Dio? Qual' la sua natura, quali i suoi attributi?' Quali relazioni intercorrono tra Lui e il mondo? Tra Lui e gli uomini? Qual' il senso della vita? e della morte? Qual' la natura della gioia e qual' la funzione del piacere? Con quali criteri debbono essere rette le societ umane, quella familiare e quella civile? Affinch tali domande abbiano adeguata risposta, necessario ricorrere alla filosofia perenne, che nel corso dei secoli sommi ingegni elaborarono e che nulla ha perduto del suo valore oggettivo e della sua efficacia didattica; tanto pi che gli sviluppi delle conoscenze scientifiche non sono in contrasto con le tesi certe di quella filosofa. c) Dalla filosofia passate alla scienza che deriva le sue cognizioni dalle dottrine della fede, apprese per divina rivelazione. Tutti i cristiani, ma specialmente quelli dediti allo studio, dovrebbero avere, per quanto possibile, una istruzione religiosa profonda ed organica. Sarebbe infatti pericoloso lo sviluppare tutte le altre cognizioni e lasciare il patrimonio religioso immutato, come ai tempi della prima infanzia. Necessariamente incompleto e superficiale, esso verrebbe soffocato, e forse distrutto, dalla cultura areligiosa e dalle esperienze della vita adulta, come attestano tante fedi fatte naufragare da dubbi rimasti nell'ombra, da problemi restati insoluti. Siccome necessarioche sia razionale il fondamento della vostra fede, diviene indispensabile un sufliciente studio dell'apologetica ; poi dovrete gustare le bellezze del

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dogma e le armonie della morale; infine vi proverete a spingere il vostro sguardo oltre le vie dell'ascetica cristiana, su, su, fino alle altezze della mistica. Oh se il cristianesimo vi apparisse in tutta la sua grandezza e in tutto il suo splendore ! Un'ultima parola, diletti figli. Fate che la verit, conosciuta e posseduta, diventi norma di vita e di azione. Rendetevi per essa liberi da passioni e da preconcetti. Crescete, per essa, in Cristo. Veritatem... facientes in caritate, crescamus in illo per omnia, qui est caput Christus .
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Corre per il mondo una voce di rinascita, un grido di riscossa : sar la riscossa cristiana. Voi lo dicevamo al principio volete una costruzione nuova sulle rovine accumulate da chi alla verit prefer l'errore. Il mondo dovr essere ricostruito in Ges. Chi va sognando insussistenti decadenze e prevedendo impossibili tramonti della Chiesa, guardi indietro nella storia, rifletta sul presente e preveda perch non impossibile il futuro. Ricordi che cosa avvenne a chi tent di distruggere la Sposa di Cristo, veda che cosa sta accadendo a chi si ostina nel proposito insano. Chi andr contro la Chiesa, si infranger sulla pietra su cui Cristo, suo divin Fondatore, ha voluto edificarla. Giovani ! volete cooperare alla gigantesca impresa di ricostruzione? La vittoria sar di Cristo : volete combattere con Lui? soffrire con Lui? Non siate dunque giovent molle e fiacca. Siate, piuttosto, giovent infuocata, giovent ardente. Accendete e fate divampare il fuoco che Ges venne a portare nel mondo !

II
Ad Sodales iuvenes Berolinenses ex Christlich-Demokratische Union)). * Sie kommen von Berlin, geehrte Herren und Damen, und W i r entbieten Ihnen Unseren freundlichen Gruss. W i r weilten selbst lange genug in Ihrer Vaterstadt, um deren Geschikke mit besonderer Aufmerksamkeit und persnlicher Teilnahme zu verfolgen. W i r haben Berlin Ende 1929 verlassen. Das Jahrzehnt, whrend dessen W i r den Heiligen Stuhl beim Deutschen Reich vertraten, war fr Berlin sehr bewegt. Allein die Zeit, die darauf bis heute folgte, war
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Eph. 4, 15.

* Habita die 28 Martii mensis a. 1957.

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es wohl noch mehr. Von 1939 bis jetzt hat die Stadt jedenfalls ihre schicksalreichste, aber auch ihre schicksalsschwerste Zeit durchlebt, und zwar ohne mit ihr zu einem Abschluss gekommen zu sein. W i r knnen Uns jedoch vorstellen, dass fr jene von Ihnen und es wird weitaus die Mehrzahl sein, die beruflich in der Politik stehen, die vergangenen Jahre in Berlin eine gute Schule mit eindrucksvollem Anschauungsmateriel gewesen sind. Sie bekennen sich zur christlichen Politik , also zu einer Politik, die auf christlichen Wahrheiten oder Grudstzen als ihren letzten Grundpfeilern ruht. Zu ihnen gehrt die Tatsache, dass alle Autoritt sich von Gott herleitet und an Gott gebunden ist. Der Staat ist kein letztes, und es gibt keine Staatsallmacht, wohl aber eine Staatsmacht, und die (( christliche Politik hat einen starken Sinn fr sie. Denn ohne Macht ' kann der Staat sein Ziel, durch eine von allen eingehaltene Rechsund Sozialordnung das Gemeinwohl zu sichern und zu frdern, nicht erreichen. Zu jenen letzten Grundpfeilern gehrt auch die Achtung vor der Menschenwrde, vor den unantastbaren Menschenrechten, den Rechten des Einzelnen wie der Familie und zu ihnen zhlt die freie Bettigung der wahren Gottesverehrung und das Recht der Eltern auf das Kind und seine gute Erziehung. Hier liegt der Grund, warum die Kirche sich fr das Recht der katholischen Eltern auf eine ihrer berzeugung entsprechende Schule einsetzen muss und bis zum letzten einsetzen wird. W i r haben dies vor kurzen ausgesprochen; W i r haben jedoch gerade jetzt allen Grund, es von neuem zu betonen. Die Staatsmnner sind daran, das geeinte Europa zu schaffen. Ein grosses Werk, und W i r haben immer wieder erklrt, wie sehr W i r jeden Schritt in dieser Richtung begrssen. Mchten nur alle, die im ffentlichen Leben stehen und unmittelbar oder mittelbar auf solche hchste politische Ziele hinarbeiten, sich bewusst sein, wie sehr deren Bestand von der inneren Gesundheit der beteiligten Vlker und Staaten abhngt. Diese innere Gesundheit ist aber nicht zu erreichen ohne starke religise Krfte, die sich irgendwie bis in, die letzten Zellen des gesellschaftlichen Organismus auswirken. Wenn schon nicht so vieles andere auf dem Gebiet der ffentlichen Sittlichkeit, so sollten wenigstens die innerstaatlichen Wirtschaftskmpfe, die immer bedrohlichere Formen annehmen, allen Beteiligten die Augen ffnen. Ihnen und Ihrer Stadt Berlin erhoffen und erbitten W i r Gottes Vorsehung und Gnade, und erteilen von Herzen den Apostolischen Segen.

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III

Ad Advocatos c Foro iudiciario Parisiensi* *

L'illustre barreau de Paris auquel vous appartenez, Messieurs, a toujours compt des hommes d'une culture et d'un talent hors de pair; aussi est-ce pour Nous un plaisir vraiment particulier de saluer des visiteurs aussi distingus et de leur dire toute l'estime que Nous avons pour leur profession. L'Ordre des avocats, dclarait le Chancelier d'Aguesseau, est aussi ancien que la Magistrature, aussi noble que la Vertu, aussi ncessaire que la Justice 1

Collaborateurs attitrs des tribunaux, vous faites jaillir la vrit de la diversit des tmoignages et des documents. Lorsque vous prtez au demandeur ou l'inculp l'assistance de votre comptence technique et de votre talent oratoire, l'effort de la clarification que vous poursuivez doit mettre en lumire ce que le procs a d'unique dans sa ralit prcise et humaine. Tandis que la loi dtermine sparment les divers lments de le justice, votre rle est d'en faire prvaloir une interprtation synthtique et nuance, qui tienne compte de toutes les circonstances matrielles et psychologiques. La difficult mme de la tche requiert pour s'en acquitter dignement des qualits peu communes et une prparation des plus attentives. Une longue tude du droit, devenue aujourd'hui si complexe, sanctionne par une srie d'examens srieux, permet d'aborder l'preuve salutaire des stages. Celle-ci rvlera les aptitudes relles du candidat la profession d'avocat, en manifestant son habilet passer des connaissances thoriques leur application dans l'art de la plaidoirie. C'est un grand art en effet, fait de rigueur et de finesse, de logique et d'loquence, qui doit ne ngliger aucun dtail, mettre en valeur les nuances les plus subtiles, parler l'intelligence et au cur, largir le dbat ou le maintenir sur un point prcis. Tout cela suppose une grande matrise de la langue et de l'locution, une culture gnrale vaste et profonde, une capacit considrable de travail et d'improvisation. Depuis l'antiquit, votre carrire n'a cess d'ouvrir la voie aux charges les plus leves de l'Etat,
* Habita die 23 Aprilis mensis a. 1957.
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Oeuvres de M. le Chancelier d'Aguesseau (Paris, Libraires associs, 1759) t. 1 p. 3. pour l'ouverture des audiences du Parlement. Premier discours : L'indpen-

Discours

dance de l'Avocat - prononc en 169S.


19 - A C T A , v o l . X X I V , n . 6. 24 5-1957.

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car tandis qu'elle embrasse le plus largement la condition humaine, enracine dans l'histoire, dfinie par le droit, en proie au jeu des passions, elle rvle et dveloppe les dons suprieurs qui font les gouvernants. Mais, sans quitter une profession bien digne d'occuper toute la vie d'un homme, combien d'avocats clbres n'ont-ils pas exerc sur leur poque une influence rayonnante? Plus d'un mme a vu sa gloire consacre par l'lection l'Acadmie Franaise. C'est prcisment l'loquence de l'avocat Olivier Patru qui, ds 1640, fut l'origine de ces fameux discours de rception l'Acadmie Franaise, dlices des lettrs et souvent documents d'histoire. Il Nous plait de noter que dans la socit actuelle, si fortement contrainte la spcialisation technique et aux disciplines scientifiques, vous illustrez la valeur irremplaable de l'humanisme classique, qui souligne les valeurs spirituelles et fait prvaloir * le sens de l'homme sur le culte de la puissance. C'est pourquoi le talent n'est pas une qualit suffisante dans une profession, qui touche de si prs l'exercice de la justice. Indpendance et dsintressement constituent des vertus essentielles et particulirement mritoires chez un avocat. La morale professionnelle lui demande, comme tous les hommes, de ne servir que la vrit, mais ce devoir est particulirement onreux, quand il s'agit de dfendre un accus, de faire mitiger pour le coupable la rigueur des lois. Depuis longtemps les liberts de la dfense ont t nettement dtermines. Un homme d'honneur doit cependant toujours lutter contre la tentation de dpasser les limites permises, et le cas de saint Andr Avellin, voulant, dit-on, quitter le monde pour rparer un lger mensonge commis au cours d'une plaidoirie, montre assez la situation dlicate, o se trouve parfois un caractre foncirement droit en face des problmes de sa profession. Un saint Yves, par contre, est vnr et invoqu comme patron par votre ordre pour avoir dfendu courageusement les pauvres et les opprims. C'est l que se manifeste la grandeur d'un onice, o la justice et la misricorde s'embrassent dans un mme amour de Dieu et du prochain. Nous souhaitons que le Seigneur vous accorde la grce de goter, dans une mission si honorable et si utile aux hommes, les joies les plus profondes de l'esprit et du cur. Vous continuerez ainsi la noble tradition de vos prdcesseurs, dfenseurs du droit et de l'humanit. A cette intention et pour toutes celles que vous portez actuellement en vous, Nous vous accordons de grand cur Notre paternelle Bndiction Apostolique.

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IV
Ad Moniales, ob Conventum nationalem Italicum e Moderatricibus atque Religiosis, nosocomiis addictis, Romae coadunatas. * Vi diamo il Nostro paterno benvenuto, dilette figlie, Religiose e Superiore degli ospedali, delle cliniche e delle case di cura. Voi siete convenute a Roma per il vostro primo Convegno nazionale, allo scopo di studiare il tema Vita e apostolato religioso, tecnica, organizzazione e professione dell'Assistenza sanitaria agli infermi; Ci parso quindi che non avremmo potuto rimanere assenti, Noi che vediamo con somma gioia muoversi, con prudenza e ardimento, tutto il mondo delle Religiose, intente ad esaminare i mezzi e i metodi, che pi gioveranno al rinnovamento della loro vita e della loro azione apostolica. Questo indica quanto voi siete persuase che la Chiesa, immutabile nei suoi principi e nelle sue essenziali istituzioni, non tuttavia immobile, ma vive, cresce e si adatta ai nuovi tempi e alle mutate circostanze, per essere in ogni epoca anima del mondo. Della vostra generosa, pronta, e fiduciosa risposta ai desideri della Santa Sede Noi siamo grati a quanti hanno voluto affrontare i complessi e numerosi problemi che vi riguardano. E chiediamo al Signore aftinch voglia illuminarli e sostenerli nell'ardua impresa, che si sono assunta. Non vi bisogno che Noi riaffermiamo la Nostra certezza sulla insostituibilit delle Religiose in molteplici campi dell'apostolato cattolico ; soprattutto in quello della educazione e della scuola, non meno che della carit. La stessa opera missionaria della Chiesa , gi da lungo tempo, quasi inconcepibile senza la partecipazione delle Suore ; ma anche in non poche regioni, in cui costituita la sacra Gerarchia, il loro lavoro indispensabile per la retta organizzazione della cura spirituale. Senza la loro collaborazione, a molti progressi avrebbe dovuto forse rinunciare la Chiesa, non poche posizioni, faticosamente conquistate, avrebbero forse dovuto essere abbandonate. Con l'opera delle vostre mani materne, dilette figlie, la Chiesa sostiene i vecchi cadenti, coi palpiti del vostro cuore la Chiesa riscalda le anime dei piccoli orfani, col fervore della vostra dedizione la Chiesa assiste i malati. Ma poich siete un esercito di donne consacrate a Dio, offerte alla Chiesa in ispirito di olocausto perenne, sempre opportuno, anzi talvolta necessario, che di tanto in tanto si faccia il bilancio del vostro lavoro e in
* Habita die 24 Aprilis mensis a. 1957.

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tale occasione si riguardino alcuni metodi di vita e di azione, allo scopo di vedere se essi sono ancora utili ed efficaci, come lo furono nei tempi passati. Eccovi dunque a un Convegno, dove si alternano la preghiera assidua, 10 studio intenso e le discussioni animate e serene : potete ben immaginare come esso Ci trovi consenzienti e fiduciosi ; Ci sembra infatti necessario che vi rendiate conto di ci che dovete essere, di ci che dovete fare, affinch il delicatissimo argomento dell'assistenza agli infermi sia completamente e sapientemente esaminato e risoluto. Egregi oratori e conferenzieri illustreranno, con la chiarezza che loro deriva dal lungo studio e dalla diuturna esperienza, i criteri che devono ispirare e determinare i rapporti tra la vita religiosa e l'assistenza agli infermi ; Noi quindi Ci restringeremo a proporvi alcuni brevi pensieri, per contribuire in qualche modo alla buona riuscita del vostro Incontro. I. Siate anzitutto vere religiose verit di fede, da Noi stessi anche recentemente enunciata nella Enciclica Sacra Virginitas del 25 Marzo 1954, che la verginit superiore allo stato matrimoniale, perch l'anima vergine stringe vincoli di assoluto e indissolubile amore direttamente con Dio, anzi con Dio incarnato, Cristo Ges. Infatti tutto ci che essa ha ricevuto in dono da Dio per essere sposa e madre, viene da lei offerto in olocausto a Lui sull'altare di una completa e perenne rinuncia. L'anima vergine, per giungere al cuore di Dio, amarlo ed esserne amata, non passa attravers altri cuori, n si ferma a trattare con altre creature ; nulla si frappone tra lei e Ges, nessun ostacolo, nessun diaframma. Nel matrimonio, invece, pur essendo un vero sacramento, una delle sette sorgenti di grazia istituite da Cristo stesso ; pur importando la offerta reciproca dell'uno all'altro coniuge ; pur raggiungendo una vera fusione di vite e di destini ; vi , nei confronti di Dio, qualche cosa che trattenuta, che non viene data affatto o non viene data completamente ; solo le anime vergini offrono ci che per altre creature amanti una irraggiungibile mta; per esse il primo gradino del loro salire anche l'ultimo : e 11 termine dell'ascesa vertice insieme e abisso di profondit. Chiamate da Dio, per un ineffabile disegno di amore, a questo stato di predilezione, voi dovete essere di fatto, non ostante qualunque sacrifcio, quello che siete di diritto. Dovete essere vere spose del Signore : anime unite indissolubilmente,

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intimamente e unicamente con Lui ; anime senza macchia, staccate dal mondo dei sensi, dal mondo del denaro, dal mondo delle vanit. E volentieri riconosciamo che moltissime Suore corrispondono pienamente all'ideale della loro vocazione o almeno grandemente vi si avvicinano. Oh se tali esse fossero tutte, quante sono le religiose del mondo ! Se fra di loro non vi fossero mai non diciamo tradimenti -, ma nemmeno i minimi indizi d'infedelt, i minimi segni di indifferenza, di freddezza e di incomprensione ! Solo il Signore sa quale maggiore fioritura di vita e fruttificazione di opere vedrebbe la Chiesa ! E se ne accorgerebbero soprattutto gli infermi, a voi affidati, i quali vedrebbero sempre veramente in voi Ges Cristo. Affinch tale vita religiosa non venga messa in pericolo o pregiudicata dalla vostra opera di assistenza ai malati, voi dovete reagire cntro tutto ci che si oppone allo spirito di assoluta e perenne dedizione a Dio. Attente, per esempio, a quell'azione disordinata e irrequieta, che non lascia tempo e calma per Ges ; per ascoltarLo, per chiederGli quali sono i Suoi voleri, i Suoi desideri, le Sue preferenze; per renderGli conto di quello che avete fatto, di come lo avete fatto. Attente, inoltre, a ci che vi dovesse strappare troppo a lungo o troppo spesso alla vita comune : la quale, se importa alcune rinunzie, anche una valida protezione per la vostra vita interiore e un grande esercizio di carit. Attente alla osservanza dello spirito di povert, non soltanto individuale, ma anche collettivo. Senza dubbio Noi ben conosciamo le esigenze economiche delie vostre cliniche, le quali vogliono e debbono essere pari a ci che si richiede per un ospedale moderno, e che non sempre facile in tale con

dizione di rimanere in tutto fedeli all'ideale della povert. Nonostante ci, crediamo di poter farvi accorte al pericolo di facili tentazioni, da cui non vanno sempre esenti le Religiose che assistono gl'infermi : Ci riferiamo ad alcune cliniche, dove sembra che i criteri finiscano col non essere molto dissimili da quelli di certe aziende di lucr.

2. Dallo spirito religioso, intensamente vissuto, deve derivare in voi l'assidua assistenza agli infermi. Da quando l'uomo ha potuto ammalarsi, non mancato chi si preoccupasse di assisterlo, di curarlo, come i tempi e i mezzi permettevano. Ma i veri e propri edifci costruiti allo scopo di ricoverare e di assistere gli infermi sono sorti pi tardi e non bisogna dimenticarlo solo per effetto della carit universale, lasciata in eredit alla Chiesa dal Suo

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divino Fondatore, come avemmo occasione di mostrare in altra occasione. Oggi di questo problema come di non pochi altri si interessano anche coloro che erano rimasti per lungo tempo indifferenti ed assenti. Siano benedetti i loro sforzi, e siano benvenuti quanti, nella grande casa della umana sofferenza, vogliono prestare la loro opera. Ma nessuno pensi che la Chiesa possa abbandonare il suo ufficio materno di confortatrice dei malati e dei sofferenti : nessuno, infatti, potrebbe sostituirla interamente nella sua missione presso l'infermo, che ha non soltanto un corpo, ma anche un'anima, spesso pi di quello bisognosa di cura. E stimiamo che i primi ad esserne convinti sono i buoni medici, i quali sanno ben stimare quale benefcio sia la presenza e l'opera delle Suore infermiere cattoliche. Di qui la Nostra volont che non si arresti il cammino intrapreso, il quale ha come mta la preparazione di una schiera di anime sempre pi numerose e pi pronte per gli uffici che le attendono accanto ai malati. Per questo voi, dilette figlie, avete lasciato la famiglia, quella che avevate, e quella che avreste potuto avere ; per questo non dovete trascurare nulla di quanto pu rendervi pi capaci a dirigere luoghi di cura e specialmente a soccorrere gl'infermi. Non. basterebbe per quest'opera essere religiose, e nemmeno religiose perfette ; necessario di possedere anche le indispensabili nozioni tecniche relative ai nuovi metodi di cura, ai nuovi strumenti che devono essere adoperati, ai nuovi medicinali che devono essere somministrati. Essendo Religiose, voi dovete, come e pi delle altre infermiere, sorvegliare il vostro temperamento e formare il vostra carattere. Vi occorre, per esempio, tenerezza materna davanti alle mille sofferenze, che vi chiedono conforto ed aiuto ; vi occorre dolce fermezza di fronte a intemperanze o indiscrete richieste dei malati; vi occorre un ritmo dinamico di vita, e al tempo stesso, una costante calma che vi fa dominare gli avvenimenti. Vi bisogno di una prontezza, che non vi trovi mai impreparate, anche nei casi pi imprevisti e pi improvvisi; vi occorre pazienza serena, gioiosa, un saper prevedere e provvedere, che nulla dimentica e nulla trascura. E come abbiamo raccomandato di nulla accettare che possa nuocere al genuino spirito religioso, cos dobbiamo farvi avvertite che talvolta alcuni orari e consuetudini potrebbero rendere meno efficiente e meno facile il vostro ufficio presso gli infermi. Le Superiore devono mostrarsi anche in ci sagge e vigilanti. Voi dovete essere religiose e insieme assistere 1 malati : bisogna che vi adoperiate affinch ambedue le esigenze vengano considerate e attuate.
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Cfr. Discorsi e Radiomessaggi, vol. X I V , pag. 155-156.

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3. Per questo Ci sembra che giovi in modo eminente il vedere in ogni malato Ges. Quando giunge nelle vostre cliniche, nei vostri ospedali, un ospite, cui sembra, per qualche giusto motivo, che siano dovuti particolari riguardi, voi sapete ci che suole accadere : subito tutto un accorrere, un offrirsi, un prodigarsi di medici, di infermieri, di tutti, affinch nulla gli manchi, di nulla egli abbia a lamentarsi. Che cosa avverrebbe allora, se un giorno, all'improvviso, venisse a chiedere ospitalit Ges? Che gara sarebbe per stargli vicino, quale prontezza a qualsiasi sacrificio per essere scelte voi a farGli compagnia, a confortarlo, a curarlo? Allora ogni delicatezza vi sembrerebbe insufficiente, ogni attenzione troppo piccola, ogni orario opportuno. Ora certo che ogni uomo infermo l'immagine di Ges. Domine, quando te vidimus infirmum? gli chiederanno, un giorno, gli eletti et venimus ad te? . E il Signore risponder : quamdiu fecistis uni ex his fratribus meis minimis, mihi fecistis .
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Se aveste viva questa fede ; se oltre i volti umani volti contratti dallo spasimo, o sbiancati dal consumarsi dell'organismo, volti infiammati dalla febbre, volti inquieti per il timore dell'aggravarsi del male, volti immobili rassegnati , se oltre tutti i volti, voi sapeste ravvisare Ges in tutte le corsie, giacente in tutti i letti, immobile nella solennit misteriosa delle sale operatorie; non sentireste pi il trapasso dalla cappella alla corsia, n sussisterebbe il timore che l'osservanza religiosa nuoccia all'assistenza o questa sia di danno a quella. Voi continuereste ad amarlo egualmente, comunque e dovunque si nascondesse. Non vi sarebbe nessuna interruzione di colloquio con Lui; nessuna distrazione, nessuna dimenticanza di ci che Egli , di ci che Egli vuole. Allora sar facile per voi passare le notti insonni davanti ai malati gravi, cui si annebbia ormai la vista e muoiono in cuore tutte le umane speranze; allora saprete sorridere davanti all'indifferenza, e perfino davanti all'insulto; allora saprete trovare sempre nuove fresche energie, come se il malato di oggi fosse il primo da voi avvicinato ; allora saprete essere minuziose e precise, come se egli fosse l'ultimo malato, cui dovete prestare le cure prima di essere richiamate da Dio.

2 MATTH. 2 5 , 3 9 - 4 0 .

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Dilette figlie! Ecco quanto abbiamo creduto di dovervi dire all'aprirsi di questo vostro Convegno, che benediciamo con tutta l'effusione dell'animo Nostro, grati per quanto avete fatto finora, e pieni di fiducia per quanto farete ancora nell'avvenire. La Chiesa, il Papa contano su di voi : sulla vostra dedizione completa, sulla vostra capacit, sul vostro spirito di amore.

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Iis qui interfuerunt Conventui XI plenario Coetus Pax Romana , in Urbe coadunatis. * Rassembls du monde entier au centre de la Chrtient pour clbrer la X I Assemble plnire du Mouvement International des Intellectuels catholiques, vous avez tenu, chers fils, saluer d'abord le Pre commun et obtenir pour vos travaux ses encouragements et sa bndiction. Bien volontiers et de grand cur Nous accueillons votre demande, et c'est un bonheur pour Nous que de vous recevoir ici au temps des joies rayonnantes de Pques. Les nombreuses dlgations, qui reprsentent 64 organisations affilies Pax Romana dans sa branche ane, magnifique lite mondiale de toutes les professions, sont accompagnes du Comit Directeur de la section des Etudiants, la plus jeune et la plus ancienne la fois, puisqu'elle a donn naissance, en 1947, au mouvement qui fte aujourd'hui si brillamment son X anniversaire. A tous, Nous adressons la bienvenue la plus cordiale. Pour rsumer en quelque sorte et couronner les divers thmes abords dans les assembles prcdentes, votre rflexion se portera cette anne sur un sujet trs vaste et trs actuel : la situation et le rle des Intellectuels Catholiques dans la communaut mondiale en formation. Bien que d'minents orateurs doivent illustrer au cours de vos runions les principaux aspects du problme, vous avez sollicit de Notre part, en guise d'introduction, quelques paroles sur le mme thme. C'est pourquoi, en rponse ce filial dsir, Nous Nous proposons de jeter avec vous un regard sur la communaut mondiale en formation pour rappeler ce qu'elle doit tre aux yeux de la raison et de la foi, et dgager plus clairement l'attitude qui convient de votre part.
* Habita die 25 Aprilis mensis a. 1957.
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Depuis quelques annes surtout, les hommes et les peuples assistent, non sans tonnement ni angoisse, l'volution acclre des structures internationales; si les merveilleux progrs des relations humaines en de nombreux domaines, matriel, intellectuel et social, les rjouissent, ils ne peuvent s'empcher parfois de craindre que l'unification, vers laquelle le monde marche grands pas, ne s'effectue dans la violence et que les groupes les plus puissants ne prtendent imposer l'humanit entire leur hgmonie et leur conception de l'univers. L'inquitude est d'autant plus grande que, d'un conflit mondial, les armes modernes feraient un dsastre pouvantable. Certains se demandent donc si l'volution prcipite du monde ne conduit pas toute la famille humaine vers la catastrophe ou la tyrannie. Et ceux qui, comme vous, peroivent par la foi l'immense et ternelle tragdie du salut des mes, ressentent un plus profond besoin de lumire et de certitude. Comment le Vicaire de Jsus-Christ pourrait-il ne pas entendre cet appel et apporter une fois de plus l'anxit du monde le rconfort de la vrit catholique? Quand il s'agit de dfinir le rle que certains hommes sont invits jouer dans la communaut mondiale en formation, il est ncessaire de rappeler d'abord le but le plus lev, celui auquel tous les autres demeurent subordonns. Pour un chrtien, la volont du Christ est la raison dernire de ses choix et de ses dcisions. Or le Sauveur s'est fait homme et a donn sa vie pour rassembler dans l'unit les enfants de Dieu disperss; il a voulu ((tre lev de terre sur la croix pour ((attirer tous les hommes lui , les runir sous sa conduite en (( un seul troupeau et un seul bercail afin que Dieu soit tout en tous . \ Un chrtien ne peut donc rester indiffrent devant l'volution du monde : s'il voit s'baucher, sous la pression des vnements, une communaut internationale de plus en plus troite, il sait que cette unification, voulue par le Crateur, doit aboutir l'union des esprits et des curs dans une mme foi et un mme amour. Non seulement il peut, mais il doit travailler l'avnement de cette communaut encore en formation, car l'exemple et l'ordre du Divin Matre constituent pour lui une lumire et une force incomparables; tous les hommes sont ses frres, non seulement en vertu de l'unit d'origine et de la participation une mme nature, mais encore d'une faon plus pressante par leur commune vocation la vie surnaturelle. Appuy sur une telle certitude, le chrtien mesure

Cfr. Io. 11, 52, 12, 32; 10, 16; 1 Cor., 15, 28.

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quel point Dieu veut que tous les hommes soient sauvs et parviennent la connaissance de la vrit ; car Dieu est unique, unique aussi le mdiateur entre Dieu et les hommes, le Christ Jsus, homme lui-mme, qui s'est livr en ranon pour tous .
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La vrit rvle, dont il est question dans cette affirmation de l'Ecriture, a t confie au magistre infaillible de l'Eglise, mais elle forme le patrimoine de la communaut catholique, qui s'en nourrit et en vit. Elle fournit chaque fidle un cadre de pense, une norme selon laquelle il juge les hommes et interprte les vnements. Ce point de vue catholique, il vous appartient, chers fils, d'en pntrer toujours davantage la grandeur et la beaut, d'en apprcier et d'en mettre en valeur la cohrence et la profondeur. Qu'il soit vraiment la lumire de votre intelligence, le ressort de votre action, le rconfort de vos mes. Mais vous n'tes pas des chercheurs isols, des penseurs autonomes ; vous tes des intellectuels catholiques, c'est--dire chargs d'une responsabilit sociale universelle en ce qui concerne le rayonnement de la vrit chrtienne et son application concrte dans tous les secteurs d'activit. Par l'autorit que vous confrent votre culture et la comptence acquise dans votre profession, vous constituez pour votre entourage une question et une rponse. Vous tes par la grce de votre vocation chrtienne une lumire, qui attire et qu'on ne peut rejeter sans se condamner implicitement, si du moins il s'agit de la vritable lumire du Christ. Cette rserve, que l'imperfection humaine justifie toujours quelque titre, mesure cependant toute la responsabilit des intellectuels catholiques dans le dsarroi d'une socit, o les questions essentielles sont le plus souvent laisses de ct, soit dans les affaires courantes, soit dans les dcisions de porte universelle qui engagent l'orientation politique, sociale, culturelle des pays ou des continents. Est-ce dire qu'on ne peut collaborer au service de la communaut mondiale dans les institutions, o Dieu n'est pas reconnu expressment comme l'auteur et le lgislateur de l'univers? Il importe ici de distinguer les niveaux de coopration. Sans oublier en effet que son but ultime est de contribuer au salut ternel de ses frres, le chrtien se souviendra que l'avnement du Rgne de Dieu dans les curs et dans les institutions sociales requiert le plus souvent un minimum d'panouissement humain, simple requte de la raison, laquelle tout homme se soumet normalement, mme s'il n'a pas la grce de la foi. Le chrtien sera donc prt travailler au soulagement e toutes les

1 Tim., 2, 4-6.

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misres matrielles, au dveloppement universel d'un enseignement de base, en un mot toutes les entreprises visant directement l'amlioration du sort des pauvres et des dshrits, certain en cela de remplir un devoir de charit collective, de prparer l'accession d'un plus grand nombre d'hommes une vie personnelle digne de ce nom, de favoriser ainsi leur entre spontane dans le grand concert d'efforts, qui les achemine vers un tat meilleur, qui leur permet de regarder en haut, d'accueillir la lumire et d'adhrer la seule vrit qui les fera vraiment libres.
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Ceux, toutefois, qui jouissent d'une certaine notorit et peuvent par l influer sur l'esprit public, se sentent chargs d'une tche beaucoup plus considrable, car la vrit ne tolre, de soi, ni mlange ni impuret, et leur participation des entreprises incertaines pourrait sembler cautionner un systme politique ou social inadmissible. L encore, cependant il existe un vaste domaine, sur lequel les esprits affranchis de prjugs et de passions peuvent se mettre d'accord et s'entr'aider en faveur d'un bien commun rel et valable, car la saine raison suflt tablir les bases du droit des gens, reconnatre le caractre inviolable de la personne, la dignit de la famille, les prrogatives et les limites de l'autorit publique. C'est pourquoi la coopration des catholiques est souhaitable dans toutes les institutions qui respectent, en thorie et en pratique, les donnes des lois naturelles. Ils chercheront en effet les maintenir dans leur droite ligne et jouer par leur prsence active un rle bienfaisant, que le Divin Matre compare celui du sel et du ferment. Ils trouveront dans les organismes, qui se proposent un but humanitaire universel, des mes gnreuses et des esprits suprieurs, qui sont susceptibles de s'lever au dessus des proccupations matrielles, de comprendre qu'une destine vraiment collective de l'humanit suppose la valeur absolue de chacune des personnes, qui la constituent, et l'tablissement en dehors du temps de la vritable socit, dont la communaut terrestre ne peut tre que le reflet et l'bauche. Soulignons aussi une composante essentielle de l'esprit en formation, celle d'une plus grande abngation. Des chrtiens ne s'tonneront pas de Nous entendre prononcer ce mot. C'est d'ailleurs un fait d'exprience et une ncessit logique : une communaut relle impose des sacrifices mutuels. Vous rappellerez comment le Fils de Dieu fait homme enseigna aux hommes les conditions de l'unit, lui qui n'est pas venu pour

* Cfr. Io. 8, 32.

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Officiale
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tre servi, mais pour servir et donner sa vie pour la multitude . C'est par l en effet qu'il a voulu illustrer lui-mme la ncessit et la fcondit du sacrifice pour susciter une forme de vie suprieure, laquelle les hommes sont invits par vocation surnaturelle: former l'unit des fils de Dieu. Est-il besoin d'voquer pour finir la victoire et la joie de Pques? Oui, vraiment, vous avez, chers fils, une belle mission remplir : au milieu d'un monde inquiet, portez l'esprance et la paix d'un dvouement fraternel l'chelle de l'univers ; soyez le sel, sans lequel tout risque de dgnrer et de se corrompre ; soyez le ferment, qui soulve la masse compacte et qui fera d'une pte amorphe le pain de la communaut humaine ; que chacun, grce vous, comprenne qu' il y a plus de bonheur donner qu' recevoir , plus de noblesse servir qu' se laisser servir, plus de joie donner sa vie pour ses frres qu' la rserver pour soi seul. C'est le vu que Nous formons pour vous tous et la faveur que Nous implorons du Sauveur ressuscit pour chacune de vos associations et pour l'ensemble de Votre mouvement. En gage de quoi Nous vous accordons dans l'effusion de Notre cur paternel la plus ample et plus affectueuse Bndiction Apostolique.

VI
Iis qui interfuerunt Conventui XI Internationali e Coetu qui Nouvelles Equipes Internationales appellatur, Aretii habito. * Aprs avoir tenu Arezzo leur X I Congrs, les membres des <( Nouvelles Equipes Internationales ont dsir venir Rome pour Nous tmoigner leur attachement et obtenir la bndiction du Pre commun sur leurs travaux. Vous avez choisi pour thme de vos changes de vues votre attitude en face de la crise du communisme. L'opinion publique, profondment trouble par les vnements internationaux des derniers mois, prend conscience de plus en plus qu'au prix de cruels dchirements la vrit parvient se faire jour. Maintenant apparaissent, dans une lumire qui ne laisse subsister aucun doute, les aberrations d'un systme, qui conduit ses adeptes mpriser les lois fondamentales de la nature humaine, celles qui gouvernent de manire imprescriptible le comportement des indivi4

MATIH.

20,

28.

* Die 2S Aprilis mensis a. 1957.

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dus, des familles, des socits. D'autre part, vous possdez une doctrine, une organisation, des forces vives, capables de rsoudre les problmes majeurs du temps prsent; il vous appartient donc de mettre en vidence vos projets, de dmontrer leur srieux, leur efficacit et les rsultats de votre action. Mais votre tche est ardue, car vous avez respecter intgralement la vrit de l'tre humain, corps et me, individu et membre de la socit, citoyen de cette terre et appel entrer dans le Royaume ternel de Dieu. Au lieu d'opposer les hommes dans une lutte sans piti de classes ennemies, vous avez les unir, au service du bien de tous ; au lieu de le abuser par les fausses promesses d'une prosprit sans limites, vous les guiderez dans le travail patient d'amlioration d'eux-mmes, des institutions, de toute la socit dans laquelle ils vivent. Puisque, dans vos pays respectifs, vous entendez poursuivre le mme idal, que vos efforts s'harmonisent pour y arriver plus vite et plus srement ; que les travailleurs de toute condition et les responsables de tout rang avancent de commun accord, forts d'une solidarit, qui les rende meilleurs et leur assure une prcieuse garantie de succs. Nous invoquons sur vous les faveurs clestes et vous en accordons pour gage Notre Bndiction Apostolique.

VII Celsitudini Serenissimae Rainerio III, Principi Portus Eercolis Monoeci atque Celsitudini Serenissimae Principi Gratiae. * En ces jours o la joie pascale dborde dans sa plnitude, Vos Altesses Srnissimes, accompagnes des illustres personnalits qui composent leur entourage, ont voulu venir dans la Ville Eternelle et dans la maison du Pre commun. Ainsi Nous est offerte l'heureuse occasion de manifester la satisfaction que Nous procure cette visite courtoise et filiale et de vous fliciter pour les faveur et les grces que la divine bont a daign vous accorder. Le charme de la jeunesse, la prosprit de votre Principaut, et les autres circonstances qui marquent votre vie attirent sur vous tous les regards. Aussi souhaitons-Nous ardemment que l'on puisse admirer sans cesse en vous la splendeur de la foi chrtienne, l'quilibre harmonieux entre la fidlit irrprochable aux exigences de la morale catho* Habita die 30 Aprilis mensis a. 1957.

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Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

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Iique et le respect des devoirs que vous impose votre rang, l'exemple convaincant d'un bonheur appuy solidement sur la paix de la conscience, la srnit de l'me et l'union parfaite des esprits dans la charit. Au point o les Alpes s'abaissent vers la Mditerrane et semblent perdre leur apret pour esquisser un geste de bienveillance et de douceur, s'tend sur un coin de terre privilgi, le territoire de votre Principaut : des collines au profil gracieux, un promontoire qui enserre une rade accueillante, dont les eaux calmes, animes par la course lgre des voiliers, refltent l'azur du ciel et l'image d'un sjour paisible. Nous savons qu'en ce lieu enchanteur le peuple mongasque ne forme avec ses Princes qu'une seule grande famille, partage spontanment leurs proccupations et leurs joies et gote, l'abri des secousses qui agitent de plus grands pays, la tranquillit propice l'panouissement des qualits humaines les plus attirantes. L'Eglise qui rvre et loue les uvres de Dieu et les dons qu'il accorde aux siens, a toujours offert sa collaborations a ce peuple favoris des attentions de la Providence, et pour lequel Nous exprimons le vu fervent qu'il brille toujours par la puret de la foi, l'intgrit des murs et la pratique constante des principes de justice et de charit", qui sont la meilleure assurance de stabilit et de prosprit pour les nations. Et tandis que dans ces sentiments Nous levons Dieu Nos ferventes prires, Nous accordons Vos Altesses Srnissimes, la petite Princesse Caroline, jeune vie peine close sur qui Nous invoquons les grces les plus choisies du Ciel, toutes les personnalits ici prsentes, et tous les habitants de la Principaut, Notre Bndiction Apostolique.

VIII
Ad Excmum Virum Renatum Goty, Praesidem Galliae Reipublicae. * Il Nous est particulirement agrable, Monsieur le Prsident de la Rpublique Franaise, de recevoir Votre Excellence, et Nous sommes heureux de vous saluer en prsence de M. le Ministre des Affaires Etrangres et des autres personnalits illustres de votre suite. Cette audience, qui restera sans aucun doute mmorable dans l'histoire sculaire des rapports entre le Saint-Sige et la trs noble Nation franaise, voque en Notre esprit le souvenir des gloires de votre peuple, de la valeur et des vertus de vos anctres; elle suscite galement des
* Habita die 13 Maii mensis a. 1957.

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espoirs et des prsages favorables pour son avenir dans les voies de l'honneur, sur les quelles Nous l'accompagnons toujours de Nos vux les plus fervents. La France en effet, fconde en hros et en saints, demeure un foyer unique de la pense et de la recherche. Depuis de longs sicles les apports les plus divers s'y fondent et s'y assimilent, et trouvent souvent dans votre langue leur forme universelle. Le gnie de votre race a vu ses dons de clart et de logique s'panouir de la faon la plus heureuse dans la vision de l'univers, qui dcoule de l'Evangile. De l sans doute provient cet quilibre de l'esprit et de la sensibilit, qui fait la valeur incomparable du classicisme franais. Et si, quittant le domaine de l'histoire, Nous jetons un regard sur la terre de France et sur le cadre harmonieux de ses provinces, vritables crins o les merveilles de l'art s'enchssent dans celles de la nature, quelle richesse et quelle varit ne trouvons-Nous pas? Ses montagnes et ses forts, ses cathdrales et ses chteaux, ses centres intellectuels et son industrie forment un ensemble, qui attire le voyageur et qui merveille le savant. Aussi voyons-Nous avec joie ce champ de travail si divers et si prometteur fournir la gnration qui monte l'occasion de dployer en des formes de vie nouvelles les qualits traditionnelles du pass. C'est tout ce peuple gnreux, avec son glorieux hritage et ses dons remarquables, que Nous saluons en vous, Monsieur le Prsident, et auquel Nous exprimons Notre paternelle affection. Nous avons voulu, en cette occasion solennelle, dcorer Votre Excellence de l'Ordre du Christ, le plus lev des Ordres Equestres Pontificaux, selon l'expression du saint Pontife Pie X, qu'aucun autre ne surpasse en dignit, mais qui l'emporte sur tous en noblesse et en clat. En lui confrant cet Ordre suprme, Nous entendons avant tout reconnatre les hauts mrites, que Votre Excellence s'est acquis au cours de sa vie. Mais Nous voulons aussi donner ce geste la valeur d'un symbole et d'un souhait : que la doctrine du Christ, qui est pour les Nations source intarissable de lumire, de civilisation et d'amour, resplendisse et brille de toute part sur votre douce et grande Patrie, et lui apporte, la vue des glorieux exemples du pass et des clairs besoins du prsent, un regain de vie et d'ardeur en vue des conqutes pacifiques les plus hautes, pour le bien-tre et le vrai progrs de tout le genre humain.

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Acta Apostolicae Seis - Commentarium Officiale

ACTA S.S.. CONGREGATIONUM


SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS

PROVISIO ECCLESIARUM Sanctissimus Dominus Noster Pius Divina Providentia Papa X I I , successivis decretis Sacrae Congregationis Consistorialis, singulas quae sequuntur Ecclesias de novo Pastore dignatus est providere, nimirum : die 26 Ianuarii 1957. Cathedrali Ecclesiae Nanceiensi praefecit Exc. P. D. Aemilium Pirolley, hactenus Episcopum Mimatensem. die 7 Martii. Metropolitanae Ecclesiae Goianiensi, noviter erectae, Excmum P. D. Ferdinandum Gomes dos Santos, hactenus Episcopum Aracayuensem. Cathedrali Eccelsiae Bonfimensi Excmum P. D. Antonium Mendona Monteiro, hactenus Episcopum titularem Sozusenum in Palaestina. die 9 Martii. Titulari episcopali Ecclesiae Hemeriensi R. P. D. Georgium Iosephum Biskup, Antistitem Urbanum, Vicarium Generalem archidioecesis Dubuquensis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Leonis Binz, Archiepiscopi Dubuquensis. die 11 Martii. Titulari episcopali Ecclesiae Caesariensi in Mauretania R. P. D. Carmelum Canzonieri, Antistitem Urbanum, Archidiaconum parochum Ecclesiae Cathedralis Ragusiensis et Vicarium Generalem memoratae dioecesis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Angeli Paino, Archiepiscopi Messanensis. die 12 Martii. Titulari archiepiscopali Ecclesiae Nicosiensi R. P. D. Aurelium Signora, e clero Venetiarum, Protonotarium Apostolicum <( ad instar participantium et Consilii Superioris Generalis Pont. Operis a S. Petro Apostolo Secretarium Generalem, quem constituit Praelatum Ordinarium Praelaturae (( nullius Pompeianae et Delegatum Pontificium Sanctuarii B. Mariae Virginis a Sanctissimo Rosario in Valle Pompeia.

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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die 13 Martii. Metropolitanae Ecclesiae Sinus Albi, nuper erectae, Exc. P. D. Geminianum Esorto, hactenus Episcopum dioecesis Sinus Albi. Metropolitanae Ecclesiae Tucumanensi, nuper erectae, Exc. P. D; Ioannem Carolum Aramburu, hactenus Episcopum dioecesis Tucumanensis. Cathedrali Ecclesiae Rivadaviae, nuper erectae, R. D. Carolum Marianum Prez, e Societate Sancti Francisci Salesii. Cathedrali Ecclesiae Gualeguaychensi, nuper erectae, R. D. Georgium Chalup, Vicarium Generalem dioecesis Corrientensis. Cathedrali Ecclesiae Clivi Zamorensis, nuper erectae, R. D. Philemonem Castellano, rectorem seminarii Cordubensis in Argentina. Cathedrali Ecclesiae Maris Platensis, nuper erectae, Exc. P. D. Henricum Rau, hactenus Episcopum Resistenciae. Cathedrali Ecclesiae Moronensi, nuper erectae, R. D. Michaelem Raspanti, e Societate Sancti Francisci Salesii. Cathedrali Ecclesiae Posadensi, nuper erectae, R. D. Georgium Kmerer, e Societate Verbi Divini, rectorem paroeciae B. Mariae Virginis a Guadalupe. Cathedrali Ecclesiae Sancti Dominici Novem Iulii, nuper erectae, Revmum D. Augustinum Herrera, pro-Vicarium Generalem dioecesis Caiamarcensis. Cathedrali Ecclesiae Sancti Isidori in Argentina, nuper erectae, R. D. Antonium Mariam Aguirre, canonicum Capituli metropolitani Bonarensis. Cathedrali Ecclesiae Sanctae Rosae in Argentina, nuper erectae, R. D. Georgium Mayer, sacerdotem archidioecesis Sinus Albi. Cathedrali Ecclesiae Civitatis Mariae, nuper erectae, R. P. Albertum Deane, e Congregatione Clericorum excalceatorum Ssmae Crucis et Passionis D. N. I. C. Titulari episcopali Ecclesiae Ucrensi R. D. Antonium Fragoso, canonicum ornamentarium Capituli metropolitam Parahybensis, quem deputavit Auxiliarem Excmi P. D. Iosephi de Medeiros Delgado, Archiepiscopi S. Ludovici in Marignano. die 14 Martii. Cathedrali Ecclesiae Andriensi R. D. Franciscum Brustia, Cubicularium intimum supra numerum Sanctitatis Suae et parochum Ecclesiae S. Agabii in civitate Novariensi. Titulari episcopali Ecclesiae Thuburbitanorum minorum Exc.
2 0 - ACTA, vol. X X I V , n . 6. - 24-5-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

P. D. Caesarem Mariam Guerrero, hactenus Episcopum Sancti Ferdinanda Titulari episcopali Ecclesiae Tanitanae Excmum P. D. Iosephum Ioachin Gonalves, hactenus Episcopum Spiritus Sancti, quem deputavit Auxiliarem Excmi P. D. Libanii Lafayette, Episcopi Riopretensis. die 15 Martii. Cathedrali Ecclesiae Sancti Ferdinandi R. D. Aemilium Cinense y Abera, rectorem paroeciae Beatissimae Mariae Virginis sine labe Conceptae in dioecesi Lingayensi-Dagupanensi. die 16 Martii. Titulari Ecclesiae Coelenae R. D. Franciscum Ricceri, Cubicularium intimum supra numerum Sanctitatis Suae et parochum Ecclesiae S. Mariae a Mercede in civitate Catanensi, quem constituit Praelatum Ordinarium Praelaturae nullius S. Luciae. die 17 Martii. Titulari archiepiscopali Ecclesiae Brysiensi, Exc. P. D. Petrum Mariam Rodrguez Andrade, hactenus Episcopum Ibaguensem. Cathedrali Ecclesiae Ibaguensi Exc. P. D. Arthurum Duque Villegas, hactenus Episcopum titularem Vatarbensem. die 18 Martii. Cathedrali Ecclesiae Espinalensi, nuper erectae, R. D. Jacinthum Vasquez y Ochoa, Vicarium Generalem dioecesis Garzonensis. Cathedrali Ecclesiae Sonsonensi, nuper erectae, Exc. P. D. Albertum Uribe Urdaneta, hactenus Episcopum titularem Abilenum in Palaestina. die 22 Martii. Cathedrali Ecclesiae Cariatensi R. P. D. Horatium Semeraro, Antistitem Urbanum, Canonicum Capituli Cathedralis Ostunensis necnon Vicarium Generalem archidioecesis Brundusinae et dioecesis Ostunensis. die 30 Martii. Cathedrali Ecclesiae Cloynensi R. D. Ioannem Ahern, dioecesis Cloynensis, professorem iuris canonici in Collegio Sancti Patricii de Maynooth. die 3 Aprilis. Titulari archiepiscopali Ecclesiae Verissensi Excnium P. D. Felicem Caesarem da Cunha Vasconcellos, hactenus Episcopum Penedensem, quem constituit Coadiutorem cum iure successionis Excmi P. D. Ioachim Domingues de Oliveira, Archiepiscopi Florianopolitani. Cathedrali Ecclesiae Joinvillensi R. D. Gregorium Warmeling, parochum oppidi vulgo Laguna appellati, in dioecesi Tubaraonsi. die 5 Aprilis. Titulari episcopali Ecclesiae Citiensi R. P. D. Iacobum Vincentium Casey, Officialem tribunalis metropolitani Dubuquen-

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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sis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Aloisii Benedicti Kucera, Episcopi Lincolnensis. Cathedrali Ecclesiae Portus Ameliae, noviter erectae, R. P. Iosephum dos Santos Garcia, sodalem Societatis Lusitanae pro Catholicis Missionibus. die 9 Aprilis. Titulari episcopali Ecclesiae Arindelensi Revmum D. Almirum Marques Ferreira, Vicarium Generalem dioecesis TJberabensis. die 12 Aprilis. Praelaturae nullius Yauyosensi, noviter erectae, R. D. Ignatium Mariam de Orbegozo Goicoechea. die 16 Aprilis. Cathedrali Ecclesiae Bruklyniensi Exc. P. D. Bryan Iosephum Me Entegart, hactenus Episcopum tit. Araditanum. Cathedrali Ecclesiae Petropolitanae in Insula Longa, nuper erectae, Exc. P. D. Gualterium Philippum Kellenberg, hactenus Episcopum Ogdensburgensem. die 17 Aprilis. Titulari episcopali Ecclesiae Ioanninensi R. D. Glennon Patricium Flavin, Moderatorem dioecesanum Pontificalis Operis a Propagatione Fidei in archidioecesi S. Ludovici, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Iosephi Elmeri Ritter, Archiepiscopi S. Ludovici. die 18 Aprilis. Cathedrali Ecclesiae S. Galli R. D. Iosephum Hasler, canonicum ipsius Capituli Cathedralis atque parochum oppidi W i l in eadem dioecesi. die 25 Aprilis. Titulari episcopali Ecclesiae Msyriensi R. D. Augustum Trujillo Arango, rectorem seminarii minoris archidioecesis Manizalensis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Aloisii Concha, Archiepiscopi Manizalensis. die 29 Aprilis. Cathedrali Ecclesiae Tuguegaraoanae R. D. Theodulfum Domingo y Sabugal, parochum in pago vulgo Aparri dioecesis Tuguegaraoanae. die 2 Maii. Metropolitanae Ecclesiae Liverpolitanae Exc. P. D. Joannem Carmelum Heenan, hactenus Episcopum Loidensem. Cathedrali Ecclesiae Ogdensburgensi Exc. P. D. Jacobum C. Navagh, hactenus Episcopum titularem Ombitanum.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

SACRA CONGREGATIO DE SEMINARIIS ET STUDIORUM UNIVERSITATIBUS

DECRETUM FACULTAS PHILOSOPHIAE ERIGITUR IN CATHOLICA QUITENSI STUDIORUM UNIVERSITATE. Sacra Congregatio de Seminariis et studiorum Universitatibus, postulatoriis litteris Emi ac Revmi Domini Caroli S. R. E. Cardinalis de la Torre, Archiepiscopi Quitensis, obsecundans, cum compererit omnia optime disposita esse aptosque adesse magistros qui tutam sanamque doctrinam tradant, Statutis perspectis quae ad normam Constitutionis Apostolicae (( Deus scientiarum Dominus adnexarumque Ordinationum perennem veritatem, religionis moralisque vitae fulcrum, excolendam provehendamque praecipiunt (( plena cohaerentique synthesi doctrinae digestam, in Dei O. M. gloriam, in Sanctae Ecclesiae decus animarumque salutem, Facultatem Philosophicam in Catholica studiorum Universitate Quitensi d. xvi m. Iulii a. D. MCMLIV eiusdem Sacri Dicasterii Decreto canonice instaurata constituit, erigit erectamque declarat^ ipsique ius potestatemque facit academicos titulos conferendi baccalaureatus, licentiae atque doctoratus post omnia fideliter completa quae laudata Apostolica Constitutione praescribuntur, ceteris servatis de iure servandis, necnon honores privilegiaque omnia tribuit quae huiusmodi studiorum Facultates de more condecorant. Datum Romae, ex Aedibus Sancti Callisti, d. xx m. Decembris, a. D. MCMLVI. I. Card. PIZZARDO, Ep. Albanen., Praefectus L.

s.'
f C. Gonfalonieri, Archiep. Mcopolitan., a Secretis

Sacra Romana Rota

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ACTA TRIBUNALIUM
SACRA ROMANA ROTA
Citatio edictalis

BIRMINGHAMIEN.
NULLITATIS MATRIMONII ( W A L K E R - TREVBNA)

Cum ignoretur locus actualis commorationis Domini Ioannis Trevena, in causa conventi, eundem citamus ad comparendum, sive per se, sive per procuratorem legitime constitutum, in sede Tribunalis S. R. Rotae (Roma, Piazza della Cancelleria) die 12 Iulii 1957, hora 12, ad disputandum de dubio concordando, vel ad infrascriptum subscribendum et ad diem designandam, qua habebitur Turnus Rotalis pro causae definitione. An constet de nullitate matrimonii, in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedicti Domini Ioannis Trevena curare debent, ut de hac edictali citatione ipse moneatur. * Petrus Mattioli, Ponens Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae die 3 Aprilis 1957. A. Uliski, Notarius * Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de Mr Jean Trevena, dfendeur en cette cause, nous le citons comparatre, par propre personne ou par un procureur lgitimement constitu, au sige du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, Palazzo della Cancelleria) le 12 Juillet 1957, 12 heures pour concorder ou souscrire le doute ci-dessous rapport, et fixer le jour de la dcision de la cause devant la Rote. Ganste-t-il de la nullit du mariage dans le cas? Les Ordinaires des lieux, les curs, les prtres, les fidles ayant connaissance du lieu de la rsidence du dit Mr Jean Trevena devront, dans la mesure du possible, l'avvertir de la prsente citation.

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Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

DIARIUM ROMANAE CURIAE


Luned, 15 aprile 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in Udienza Sua Eccellenza l'On. ASGEIR ASGEIRSSON, Presidente della Repubblica d'Islanda con la Eccma Consorte. Marted, 30 aprile 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in solenne Udienza Sua Altezza Serenissima RANIERI III, Principe Sovrano di Monaco, con la Consorte, Sua Altezza Serenissima la Principessa Grace. Luned, 13 maggio 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza l'On. REN COTY, Presidente della Repubblica di Francia.

SEGRETERIA DI STATO
NOMINE Con Breve Apostolico del 9 maggio 1957, la Santit di Nostro Signore si benignamente degnata "di nominare Pillino e Revmo Monsig. McGeough Giuseppe, Intemunzio Apostolico in Etiopia. Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di nominare : 15 marzo 1957. L'Illo e Revmo Monsig. Staffa Dino, Consultore della Commissione Pontificia per Vinterpretazione del Codice di Diritto Canonico. Il Revmo Padre Mauro dell'Immacolata, dei Passionisti, Cansultore della Sacra Congregazione dei Sacramenti. L'Illmo e Revmo Monsig. Gabriel Giovanni, il Revmo Monsig. Correia Laurini Eladio e il Revmo Padre Prado Gonzlez Giovanni, dei Redentoristi, Consultori della Pontificia Commissione per gli Studi Biblici.

aprile

7 maggio

Diarium Romanae Curiae

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Parimenti con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di nominare: Assistenti al Soglio Pontificio : 28 giugno 1956. S. E. Revma Monsig. Mathieu Clemente, Vescovo di Aire. 26 gennaio 1957. S. E. Revma Monsig. Migliorini Benigno Luciano, Arcivescovo di Lanciano e Vescovo di Ortona. S. E. Revma Monsig. Nicodemo Enrico, Arcivescovo di 8 febbraio Bari. S. E. Revma Monsig. Re Carlo, Vescovo di Ampurias e Tempio. S. E. Revma Monsig. Rossi Carlo, Vescovo di Biella. 11 marzo S. E. Revma Monsig. Rota Paolo, Vescovo di Fidenza. S. E. Revma Monsig. Franciolini Giuseppe, Vescovo di 12 aprile Cortona. Protonotari Apostolici ad instar participantium: 2 marzo 1955. Monsig. Rodrguez Morande Fernando, della prelatura nullius di Copiap. 1956. Monsig. Cortes Daniele, dell'arcidiocesi di Nuova Segovia. Monsig. Gabriel Alessio, della diocesi di Aquisgrana. Monsig. Charrat Andrea, della diocesi di Blois. Monsig. Jacquier Gastone Maria, dell'arcidiocesi di Algeri. Monsig. Artufel Giuseppe, dell'arcidiocesi di Marsiglia. Monsig. Gros Luciano, della medesima arcidiocesi. Monsig. Michaud Maurizio, dell'arcidiocesi di Lione. Monsig. Pigott Riccardo J., dell'arcidiocesi Nuova York. Monsig. Mattei-Lota Giovanni Natale, della diocesi di Ajaccio. 1957. Monsig. Gonalves Corucho Giuseppe, dell'arcidiocesi di Braga. Monsig. De Capua Giuseppe, dell'arcidiocesi di Rossano. Monsig. Klug Giuseppe A., della diocesi di Wichita. Prelati Domestici di Sua Santit: aprile 1953. Monsig. De Marinis Francesco, dell'arcidiocesi di Chieti. agosto 1955. Monsig. Descamps Michele, dell'arcidiocesi di Parigi, novembre Monsig. Murphy Giovanni Patrizio, della diocesi di Port Elizazeth. Monsig. Prendergast Michele Vincenzo, della medesima diocesi. Monsig. Wynne Edoardo, della medesima diocesi. Monsig. Pinto Giuseppe Michele, della diocesi di Socorro e San Gii. gennaio Monsig. Borges Giuseppe, della diocesi di Villa Reale. 1956. 30 Monsig. Volk Ermanno, della diocesi di Mnster. ^ 25 febbraio 29 Monsig. Wilmsen Teodoro, dell'arcidiocesi di Paderborna. 20 22

19 gennaio 7 maggio 1 giugno 6 luglio 19 settembre 4 ottobre 16 novembre 20 2 gennaio 12 febbraio 14

312

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

1956. Monsig. Falcn Armando, delia diocesi di Valencia nel Venezuela. Lebrun Giuseppe, della medesima diocesi. Monsig. Fuchs Giovanni, dell'arcidiocesi di Monaco e Monsig. aprile 10 Frisinga. 30 Monsig. Callanan Riccardo, della diocesi di Clonfert. Monsig. Fittkau Gerardo, dell'arcidiocesi di Paderborna. 7 maggio 29 Monsig. Mallet Pietro, della diocesi di Saint-Olande. Monsig. Ramboz Camillo, della medesima diocesi. 7 giugno Monsig. Stamer Lodovico, della diocesi di Spira. 15 Monsig. Vandewalle Elia, della diocesi di Versailles. 30 Monsig. Deshaires Pietro, della diocesi di Autun. Monsig. Vachot Paolo, della medesima diocesi. 6 agosto Monsig. Schmitt Ermanno Giuseppe, dell'arcidiocesi di Colonia. 28 Monsig. Pacatang Filomeno, della diocesi di Dumaguete. Monsig. Romero y Guerrero Francesco, della diocesi di Granada. Monsig. Meindl Giuseppe, della diocesi di Ratisbona. Monsig. Gii Atrio Emanuele, della diocesi di Orense. 5 settembre 10 Monsig. Wieschebrink Teodoro, della diocesi di Mnster. 4 ottobre Monsig. Fournel Francesco, dell'arcidiocesi di Lione. Monsig. Mazioux Giovanni, della medesima arcidiocesi. Monsig. Duquaire Carlo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Marchand Giorgio, della medesima arcidiocesi. 17 Monsig. Kozelka Leone, della diocesi di Magonza. Monsig. Braun warth Gustavo, della medesima diocesi 21 Monsig. Philippe Mario, dell'arcidiocesi di Lione. 26 Monsig. Martins De Moris Emanuele, dell'arcidiocesi di San Sebastiano di Rio de Janeiro. 12 novembre Monsig. Francesco Vetter, dell'arcidiocesi di Friburgo in Brisgovia. Monsig. Federico Stegmueller, della medesima arcidiocesi. Monsig. 13 Pronadl Antonio, della diocesi di Ratisbona. Monsig. 16 Celauro Salvatore, dell'arcidiocesi di Nuova York. Monsig. Caldarola Giovanni, della medesima arcidiocesi. Monsig. Canili Giuseppe, dello medesima arcidiocesi. 20 Monsig. Casta Panagio, della diocesi di Ajaccio. Monsig. Prvost Luigi, della diocesi di Lilla. 22 Monsig. Andr Augusto, dell'arcidiocesi di Aix. Monsig. Bonnet Celestino, della medesima arcidiocesi. Monsig. Fassy Giulio, della medesima arcidiocesi. Monsig. Viaud Giovanni, della medesima arcidiocesi. 27 Monsig. Asplan Rodolfo, dell'arcidiocesi di Cincinnati. Monsig. BofiPa Corrado, della medesima arcidiocesi. Monsig. Haneberg Basilio, della medesima arcidiocesi. Monsig. Huber Andrea, della medesima arcidiocesi. Monsig. Me Carthy Edoardo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Vogelpohl Enrico, della medesima arcidiocesi. 31 marzo

Diarium Romanae Curiae

313

27 novembre 1956. Monsig. Mosig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. 30 Monsig. Monsig. 12 dicembre 2 gennaio 1957. Monsig. 3

8 12

Bergin Guglielmo, della diocesi di San Diego. Booth Giacomo, della medesima diocesi. O'Oonnor Michele, della medesima diocesi. O'Leary Giuseppe, della medesima diocesi. Storni Giovanni, della medesima diocesi. Deery Paolo A., della dicesi di Evansville. Flavin Glennon P., dell'arcidiocesi di San Luigi. Murphy Giovanni P., della diocesi di Lincoln. Muoz Botero Gonzalo, dell'arcidiocesi di Manizales. Monsig. Me. Pherson Donaldo, della diocesi di Antigonish. Monsig. Argy Guglielmo I., della diocesi di Ogdensburg. Monsig. Brisson Giorgio H., della medesima diocesi. Monsig. Diviney Federico P., della medesima diocesi. Monsig. Dussault Armando, della medesima diocesi. Monsig. Farmer Roberto A., della medesima diocesi. Monsig. Heslin Giuseppe, della medesima diocesi. Monsig. Kelly Donaldo M., della medesima diocesi. Monsig. Kelly Michele I., della medesima diocesi. Monsig. Lyng Giacomo T., della medesima diocesi. Monsig. Auernig Giuseppe, della diocesi di Gurk. Monsig. Blml Rodolfo, della medesima diocesi. Monsig. Hopfgartner Enrico, della medesima diocesi. Monsig. Kadras Giuseppe, della medesima diocesi. Monsig. O'Donoghue Patrizio, della diocesi di Sant'Agostino. Monsig. Archambault Vincenzo, della diocesi di Albany. Monsig. Burns Edmondo Gerolamo, della medesima diocesi. Monsig. Collins Giovanni Giuseppe, della medesima diocesi. Monsig. Cunningham Arturo A . , della medesima diocesi. Monsig. English Michele Francesco, della medesima diocesi. Monsig. Fox Giovanni Giorgio^ della medesima diocesi. Monsig. Gor ski Vincenzo, della medesima diocesi. Monsig. Gospodarek Stanislao Martino, della medesima diocesi. Monsig. Me Cali Giovanni Walsh, della medesima diocesi. Monsig. le- Donald Giovanni Francesco, della medesima diocesi. Monsig. Murray Giorgio Maurizio, della medesima diocesi. Monsig. O'Oonnor Emmett Angelo, della medesima diocesi. Monsig. Spina Antonio Silvestro, della medesima diocesi. Monsig. Surprenant Agostino Giuseppe, della medesima diocesi.

314

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

14 gennaio 1957. Monsig. Leclef Edmondo, dell'arcidiocesi di Malines. 19 Monsig. Cairoli Onorio, della diocesi di Como. 21 Monsig. Guilfoyle Giorgio H., dell'arcidiocesi di Nuova York. Monsig. Jeffers Vincenzo W . , della medesima arcidiocesi. Monsig. Rettagliata Giovanni B., della medesima arcicesi. Monsig. Steffens Alberto C. M., della medesima arcidiodiocesi. 22 Monsig. Muccio Antonio, della diocesi di Aversa. Monsig. Florack Arturo F., della diocesi di Rochester. Monsig. Luddy Francesco W . , della medesima diocesi. Monsig. Naughton Guglielmo J., della medesima diocesi. 26 Monsig. Costello Leonardo Antonio, dell'arcidiocesi di Ottawa. 29 Monsig. Ledere Clemente, della diocesi di Sant'Anna de-la-Pocatier. 30 Monsig. Hart Carlo A., della diocesi di Peoria. 8 febbraio Monsig. Calderari Giuseppe (Roma). 9 Monsig. Rossi Nicola, della diocesi di Vallo di Lucania. 14 Monsig. Charron Enrico Eugenio Sim., dell'arcidiocesi di Montreal. Monsig. Doran Aroldo Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Monsig. Gagnon Ensebio, della medesima arcidiocesi. Monsig. Gauthier Giuseppe Paolo Em., della medesima arcidiocesi. Monsig. Girard Eusebio Simone, della medesima arcidiodiocesi. Monsig. Lafortune Edoardo, della medesima arcidiocesi. . Monsig. Langlois Giuseppe Felice Enrico, della medesima arcidiocesi. Monsig. Lapointe Edoardo Giacomo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Lafleur Giuseppe Lionello Paolo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Pigeon Giuseppe Alcide C, della medesima arcicesi. Monsig. Albers Edoardo I., della diocesi di Wichita. Monsig. Green Tommaso G., della medesima diocesi. Monsig. Strecker Ignazio, della medesima diocesi. Monsig. Janssens Everardo, dell'arcidiocesi di Malines. Monsig. Macr Giovanni, della diocesi di Caltanissetta. Monsig. Fay Cirillo, dell'arcidiocesi di Birmingham. 16 Monsig. Ferraioli Tito, della diocesi di Palestrina. 22 Monsig. Carletti Remo, della diocesi di Senigallia. Monsig. Toscano Pancrazio, della diocesi di Tricarico. 4 marzo Monsig. Ryan Tommaso, dell'arcidiocesi di Cashel. 7 Monsig. Cantagalli Gaspare, della diocesi di Faenza.

Diarium

Romanae

Curiae

315

7 11 22 25 10 12

marzo aprile

1957.

Monsig. Bombas Ludovico, dell'arcidiocesi di Leopoli. Monsig. Zanchi Alfredo (Roma). Monsig. Marchetti Emilio (Roma). Monsig. Arpaia Giuseppe, della diocesi di Irsina. Monsig. Pirotto Antonio, della diocesi di Acqui. Monsig. De Almeida Trindade Emanuele, della diocesi di Ooimbra.

Camerieri segreti soprannumerari di Sua Santit: 23 febbraio 1956. Monsig. Coelho Giacomo Luigi, della diocesi di Ribeiro Preto. Monsig. Veit Giuseppe, dell'arcidiocesi di Monaco e Fri29 singa. Monsig. Lurz Guglielmo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Morthorst Francesco, della diocesi di Muenster. Monsig. Zimmermann Bernardo, dell'arcidiocesi di Pader5 marzo borna. Monsig. Eltrop Enrico, della diocesi di Muenster. 14 Monsig. Juergens Stefano, della medesima diocesi. Monsig. Buschmeier Ermanno, dell'arcidiocesi di Pader borna. Monsig. Stachnik Riccardo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Defregger Mattia, dell'arcidiocesi di Monaco e 10 aprile Frisinga. Monsig. Porcheddu Luigi, dell'arcidiocesi di Sassari. 20 Monsig. Hoster Giuseppe, dell'arcidiocesi di Colonia. 8 maggio Monsig. Schneeweiss Giulio, della diocesi di Hildesheim. 7 giugno Monsig. Fechler Paolo, della diocesi di Treviri. Monsig. Mhlenbrock Werner, della medesima diocesi. Monsig. Wagner Giovanni, della medesima diocesi. Monsig. Wirtz Gerardo, dell'arcidiocesi di Colonia. 21 agosto Monsig. Zapata y Guerrero Porfirio, della diocesi di Lon 5 settember (Nicaragua). Monsig. Monsig. Ruiz y Castillo Abele, della medesima diocesi. Monsig. Profeta Lorenzo, dell'arcidiocesi di Palermo. Monsig. Ferreira Reis Gerardo, della diocesi di Guaxup. 7 Monsig. Sarto Milani Giovanni, della medesima diocesi. Monsig. Weis Othmar, della diocesi di Magonza. 17 ottobre Monsig. Hrtgen Roberto, dell'arcidiocesi di Colonia. 23 Monsig. Brighenti Romeo, dell'arcidiocesi di San Seba26 stiano di Rio de Janeiro. Monsig. Ferreira Serpa Aramis, della medesima arcidiocesi. Monsig. Negromonte Alvaro, della medesima arcidiocesi. Monsig. Pinto Figueiredo Domenico, della diocesi di 12 novembre Gois. Monsig. Me. Guire Daniele A., dell'arcidiocesi di Nuova 16 York.

316

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

24 novembre 1956. Monsig. Beil Alfonso Maria, dell'arcidiocesi di Friburgo in Brisgovia. Monsig. Haberkorn Carlo Adolfo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Hauser Riccardo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Krmer Carlo Federico, della medesima arcidiocesi. 27 Monsig. Connaughton Edoardo, dell'arcidiocesi di Cincinnati. Monsig. Graham Edoardo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Schrder Raimondo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Staunton Giovanni, della medesima arcidiocesi. Monsig. Whalen Carlo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Cornejo Amat Arturo, della diocesi di Rancagua. 30 Monsig. Milauskas Casimiro, della diocesi di Sant'Andrea. del Brasile. 12 dicembre Monsig. Brito Faustino, dell'arcidiocesi di Beiern do Para. 2 gennaio 1957. Monsig. De Castro Pinto Giuseppe Alberto, dell'arcidiocesi di S. Sebastiano di Rio de Janeiro. Monsig. Calliari Ivo Antonio, della medesima arcidiocesi. Monsig. Ferreira Pinto Francesco, della medesima arcidiocesi. 3 Monsig. Arquett Roberto I., della diocesi di Ogdensburg. Monsig. Brown Floyd, della medecisa diocesi. Monsig. Waterhouse Giovanni, della medesima diocesi. Monsig. Visser Siardo Teodoro, dell'arcidiocesi di Utrecht. 8 Monsig. Bachhiesl Francesco, della diocesi di Gurk. Monsig. Kirchner Francesco, della medesima diocesi Monsig. Lamprecht Giovanni, della medesima diocesi. 10 Monsig. Pereira Giuseppe Aparecida, della diocesi di Aterrado. 12 Monsig. Kennedy Francesco, dell'arcidiocesi di Cincinnati. Monsig. Montane David Francesco, della diocesi di Kansas City - Saint Joseph. 17 Monsig. Todarello Giuseppe, della diocesi di Gerace-Locri. Monsig. Minniti Giuseppe, della medesima diocesi. 19 Monsig. Pozzuoli Antonio, della diocesi di Sora. Monsig. Marciano Vincenzo, della medesima diocesi. Monsig. Vetta Paolo Emilio, della diocesi di Termoli. 21 Monsig. Bono Agostino, della diocesi di Agrigento. 26 Monsig. Csert Alessandro, dell'arcidioecesi di Strigonia. 28 Monsig. Bemelmans Giovanni Enrico Uberto, della diocesi di Ruremonda. Monsig. Teeuwen Stefano Guglielmo Giuseppe,della medesima diocesi. 29 Monsig. Aizzi Danilo, della diocesi di Prato. Monsig. Franchi Franco, della medesima diocesi. Monsig. Frati Antonio, della medesima diocesi.

Diarium Romanae Curiae

317

29 gennaio 1957. Monsig. Nesi Milton, della medesima diocesi. 31 Mosig. Cardinali Francesco, della diocesi di Anagni. 2 febbraio Monsig. De Abreu Giuseppe Leonardo, dell'arcidiocesi di Goa e Damo. Del Fabbro Lionello, dell'arcidiocesi di Udine, Monsig. Pascolini Giovanni, della medesima arcidiocesi. Monsig. Monsig. Geronazzo Mariano, della diocesi di Padova. 4 Lira Giuseppe A., della diocesi di Tulancingo. Monsig. Garcia Giovanni Crisostomo, dell'arcidiocesi di Monsig. 12 Bogot. Monsig. Locco Ferruccio, dell'arcidiocesi di Rossano. Monsig. Lovecchio Salvatore, della medesima arcidiocesi. Monsig. Santoro Ciro, della medesima arcidiocesi. Monsig. Tridico Antonio, della medesima arcidiocesi. Monsig. Vulcano Tommaso, della medesima arcidiocesi. 14 Monsig. Visconti Giuseppe, della diocesi di Novara. 22 Monsig. Calamoneri Giovanni, della diocesi di Caltanissetta. Difranco Agostino, della medesima diocesi. Monsig. Monsig. Gennuso Angelo, della medesima diocesi. Petix Salvatore, della medesima diocesi. Monsig. Monsig. Pilato Biagio, della medesima diocesi. Russo Giovanni, della medesima diocesi. Monsig. Monsig. Stella Leonardo, della medesima diocesi. Monsig. Becker Giuseppe, dell'arcidiocesi di Portalegre nel Brasile. Etges Alberto Federico, della medesima arcidioMonsig. Monsig. Fontana Attilio, della medesima arcidiocesi. Monsig. Mueller Edmondo Ignazio, della medesima arcidiocesi. Monsig. Sarullo Michele, dell'arcidiocesi di Palermo. Monsig. Locatelli Vittorio, della diocesi di Vigevano. Monsig. Discacciati Primo, dell'arcidiocesi di Milano. Monsig. Guarini Martino, dell'arcidiocesi di Taranto. Monsig. Maggi Gaetano, della medesima arcidiocesi. Monsig. Pulito Giovanni, della medesima arcidiocesi. Monsig. Carbone Antonio, dell'abbazia nullius della SSma Trinit di Cava dei Tirreni. Monsig. Farina Alfonso, della medesima abbazia. Monsig. Giordano Emilio, della medesima abbazia. Monsig. Feola Marco, dell'arcidiocesi di Capua. Monsig. Cazzuffi Carmelia, della diocesi di Adria. Monsig. Canale Giorgio, della diocesi di Fossano. Monsig. Fornara Luigi, della diocesi di Novara. Monsig. Lodigiani Luigi, della medesima diocesi. Monsig. Mainardi Secondo, della medesima diocesi. Monsig. Povoa Tommaso Francesco, della diocesi di Coimbra. Monsig. Berni Valentino, della diocesi di Cortona.
cesi.

9 11 22

marzo


29 1


aprile

11


12 18

318

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Camerieri segreti soprannumerarii di Spada e Cappa di S. S. : 25 dicembre 1955. Il sig. Neubauer Francesco Riccardo, dell'arcidiocesi di Paderborna. 28 marzo 1956. Il Barone de VittinghofiE-Schell Federico della medesima arcidiocesi. Il Barone de Wrede Giuseppe Maria, della medesima arcidiocesi. 26 gennaio 1957. Il sig. Coleman Giovanni A., dell'arcidiocesi di Nuova York. Il sig. Hagerty Enrico 0 . , della medesima arcidiocesi. Il sig. Ziminsky Vittorio, della medesima arcidiocesi. Camerieri d'onore in abito paonazzo di Sua Santit: 14 febbraio 4 marzo 22 29 1957. Monsig. Fernique Bernardo, dell'arcidiocesi di Parigi. Monsig. Sargenti Orlando, della diocesi di Veroli-Frosinone. Monsig. Lombardi Luigi, della diocesi di Cortona. Monsig. Materazzi Giovanni, della medesima diocesi. Monsig. Tacconi Renato, della medesima diocesi. Monsig. Chiavelli Vincenzo, della diocesi di Tivoli. Monsig. D'Anversa Evaristo, della medesima diocesi. Monsig. Parmegiani Amato, della medesima diocesi.

Camerieri d'onore soprannumerari di Spada e Cappa di Sua Santit: 26 gennaio 1957.11 sig. Bali va Fabrizio (Roma). 8 febbraio Il sig. Tancredi Giuseppe Roma). 19 marzo Il sig. Bacchion Eugenio, del patriarcato di Venezia.

ONORIFICENZE Con Brevi Apostolici, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di conferire : L'Ordine Supremo del Cristo 10 maggio 1957. A S. E. Ren Coty, Presidente della Repubblica Francese. L'Ordine dello Speron d'Oro : 29 aprile 1957. A Sua Altezza Serenissima Ranieri III, Principe Sovrano di Monaco.

Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di conferire: La Oran Croce dell'ordine Piano: 2 marzo 1957. A S. E. O'Kelly Giovanni, Presidente dell'Irlanda.

Diarium Romanae Curiae

319

La Commenda con Placca dell'Ordine Piano: 12 aprile 1957. Al sig. Giannini Gaudenzio Antonio, dell'arcidiocesi di Milano. La Placca dell'Ordine Piano : 16 marzo 1957. Al Barone de Pfyffer d'Altishofen Enrico, Comandante della Guardia Svizzera Pontifcia. La Commenda dell'Ordine Piano: 11 marzo 1957. Al sig. Foscolo Ugo (Roma). Al Conte Gazzoli Ludovico (Roma).

La Commenda con Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile: 6 ottobre 1956. Al sig. Lemmens Francesco, dell'arcidiocesi di Colonia. 19 gennaio 1957. Al sig. Gravaldi Serafino, della diocesi di Sora. 6 febbraio Al sig. Me Cormack Giovanni W . , della diocesi di Brooklyn. Al sig. Rooney Giovanni L, della medesima diocesi. 25 Al sig. Valds Izaguirre Felice F., della diocesi di Bilbao. 12 aprile Al sig. Vegno Mario, della diocesi di Grosseto. La Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile: 22 novembre 1955. Al sig. Van Voorst tot Voorst Ermanno, della diocesi di Haarlem. La Commenda dell'Ordine di San Gregorio Magno, classe civile: 19 novembre 1955. Al sig. Cordido Rodrguez Guglielmo, della diocesi di Barquisimeto. 14 marzo 1956. Al sig. Studer Otto, della diocesi di Basilea e Lugano. Al sig. Van Asten Guglielmo, della diocesi di 's-Herto22 , genbosch. Al sig. Delhougne Giuseppe Edmondo, della diocesi di 25 Ruremonda. 17 aprile Al sig. de Spee Stefano, dell'arcidiocesi di Paderborna. 2 maggio Al sig. Elsenburg Alfonso, della diocesi di Haarlem. Al sig. Boganelli Eleuterio (Roma). 5 Al sig. Villasmil Giorgio, della diocesi di Maracaibo, 11 Al sig. de Fez Giovanni, dell'arcidiocesi di Parigi. 14 Al sig. Mannaerts Enrico Luigi, della diocesi di 's-Herto 30 genbosch. Al sig. Sgaut Marcello, della diocesi di Sain-Di. giugno Al sig. Dupouy Napoleone, dell'arcidiocesi di Caracas. 14 luglio Al sig. Meile Guglielmo, della diocesi di Basilea e Lu13 agosto gano.

320

Aeta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

18

10 19 4 6 23 7 20

8 14

19 20 27 28 4 .8

1956. Al sig. Elf gen Giovanni, dell'arcidiocesi di Colonia. Al sig. Weyres Guglielmo, della medesima arcidiocesi. Al sig. Oswald Carlo, dell'arcidiocesi di S. Sebastiano di settembre Rio de Janeiro Al sig. Lehmann Enrico, dell'arcidiocesi di Colonia. Al sig. Soto-Auguilar Cornejo Osvaldo, della diocesi di ottobre Linares. Al sig. Strter Massimiliano, dell'arcidiocesi di Colonia. Al sig. Sommerrock Giovanni, dell'arcidiocesi di Bamberga. novembre Al sig. Mayer Antonio, della diocesi di Passavia. Al sig. Desurmont Roberto, della diocesi di Lilla. Al sig. Touiemonde Luigi, della medesima diocesi. gennaio 1957. Al sig. Harrington Guglielmo Luigi, dell'arcidiocesi di Los Angeles. Al sig. Von Der Ahe Carlo Teodoro, della medesima arci diocesi. Al Grgoire Oliviero, della diocesi di Namur. sig. febbraio Al Levesque J.-Luigi, dell'arcidiocesi di Montral. sig. Al sig. O'Connell Erberto Giovanni, della medesima arci diocesi. Al sig. Franchi Oliviero, della diocesi di Grosseto. Al sig. Lunghi Emilio, della diocesi di Osimo. Al sig. Pesenti Giuseppe, del patriarcato di Venezia. Al sig. Fraiese Attilio (Roma). sig. Bruno Pietro (Roma). marzo Al Al Gielis Francesco, dell'arcidiocesi di Malines. sig. Al sig. Bellini Francesco, dell'arcidiocesi diMilano. Al sig. Pautrie Edilio, della medesima arcidiocesi. agosto La: Commenda dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe militare:

28 11

luglio marzo

1956. Al Gen. Gambiez Fernando (Francia). 1957. Al Conte Antamoro Pietro (Roma).

NECROLOGIO
aprile 1957." Monsig. Monsig. Monsig. 22 25 Monsig. 2 maggio Monsig. Monsig. -5
;

17

9 11 17 21

Monsig. Monsig. Monsig. Monsig.

Ghezzi Pompeo, Arcivescovo tit. di Gabul; Hughes Tommaso, Vescovo tit. di Latopoli. de Llobet Gabriele, Arcivescovo di Avignone. Vega Mestre Mariano, Vescovo di Mondoedo. Ready Michele Giuseppe, Vescovo di Columbus. de Angelis Teodorico, Vescovo tit. di Anastasiopoli. Kucera Benedetto, Vescovo di Lincoln. Terrier Leone Alberto, Vescovo di Bayonne. Leblanc Albini, Vescovo di Gasp. Thill Francesco Agostino, Vescovo di Salina.

An. et vol. X X X X X

25 lumi 1957

(Ser. II, v. XXIV) - N. 7

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


L I T T E R A E ENCYCLICAE
AD VENERABILES EPISCOPOS NIONEM FRATRES PATRIARCHAS, LOCORUM PRIMATES, ARCHIEPISCOPOS, ET COMMUEXACTO

ALIOSQUE

ORDINARIOS,

PACEM

CUM

APOSTOLICA

SEDE

HABENTES :

SAECULO

TERTIO A GLORIOSO S. ANDREAE BOBOLAE M A R T Y R I O .

PIUS PP. XII


VENERABILES FRATRES S A L U T E M ET APOSTOLICAM BENEDICTIONEM

Invicti athletae Christi, Andreae Bobolae, martyrium vitaeque sanctitatem, tertio exacto saeculo ab eius obitu, pia mente pioque animo recolant cupimus omnes, quotquot ubique terrarum catholico gloriantur nomine; imprimis vero carissimae Nobis Poloniae filii, quibus ipse est decus excelsumque christianae fortitudinis exemplar. Nolumus igitur hanc praeterire faustitatem, quae in Ecclesiae annalibus aureis descripta est litteris, quin aliquid de eius vita eiusque virtute attingamus; atque vobis, Venerabiles Fratres, gregibusque curae vestrae commissis, pro suo cuiusque munere suaque condicione, eum per Encyclicas has Litteras ad imitandum proponamus.
2i - ACTA, vol. XXIV. n. 7 25-6-1957.

322

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Quod maxime videtur in Andreae Bobolae vita renidere, catholica fides est, cuius robur, divina gratia alitum, ita labentibus annis confirmatum succrevit, ut eum peculiari nota decoraverit, eique ad martyrium fortiter faciendum animum addiderit. Quod Apostolus gentium asseverat: Iustus autem meus ex fide vivit in eo luce singulari refulget. Quidquid enim credendum, quidquid agendum Catholica Ecclesia docet, ipse mente amplectebatur firmissima, volentique animo ad rem deducere conabatur. Quamobrem inordinatos motus omnes, qui naturam nostram post miserum Adae casum perturbant ac facile ad vetita trahunt, compescere, coercere et componere inde ab ineunte aetate sollemne habuit; itemque animum suum christianis virtutibus omni nisu omnique ope exornare.
1

I Anno MDLxxxxi in regione Sandomiriensi, ex parentibus nobilitate generis praeclaris, sed virtute catholicaeque fidei constantia praeclarioribus, ortum habuit. Bono ac prompto ingenio praeditus, postquam in ipso domestico convictu inde a tenella aetate recte educatus est christianisque moribus conformatus, ad scholas Societatis Iesu missus est, ubi vitae innocentia ac singulari pietate enituit. Quandoquidem autem saeculi pompas vanitatesque spernebat, et charismata meliora vehementissime aemulabatur, paulo post, cum iam adulescens xix annorum esset, ut expeditius per evangelicae perfectionis viam incederet, Societati Iesu libentissime nomen dedit, atque in noviciorum sodalium domum, quae Vilnae erat, exceptus est. Gravissimae illius adhortationis Iesu Christi memor : Si quis vult post me venire, abneget semet ipsum, et tollat crucem suam quotidie, et sequa2

1 Heor. 2

X,

38.

JT Cor. X I I , 31.

Acta PU Pp. XII


3

323

tur me , ad christianae humilitatis virtutem per sui ipsius contemptum assequendam alacrius in dies contendit. Sed cum esset animo natura elato, impatienti et aliquantulum pertinaci, acerrimum in se debuit certare certamen, et quasi cruce onustus Calvariae montem ascendere, ut ad huius virtutis verticem perveniret, ubi tandem posset, divina afflante iuvanteque gra tia, quam adsiduis flagrantissimisque precibus impetrabat, christianae perfectionis ornamentis potiri, secundum sapientissimam illam S. Bernardi sententiam: Nisi enim super humilitatis stabile fundamentum, spirituale aedificium stare minime potest . Peculiari potissimum erga Deum, erga proximos caritate ardebat; quamobrem nihil habebat dulcius, quam ante divina tabernacula longas, quotiescumque poterat, traducere horas, omneque genus miseris pro facultate subvenire. Deum super omnia ac magis quam semet ipsum adamabat, eiusque gloriam, secundum Legiferi Patris sui normam, quaerebat unice. De illo igitur eiusdem Sancti Doctoris hortatio, in usum deducta, asseverari potest : Solus ille desideretur, qui solus desiderium replet . Haud mirum igitur est si supernis hisce dotibus ornatus hic Iesu Christi athleta in apostolatus campo tantos progressus habuerit, ac tam uberes potuerit salutaresque colligere fructus. Ad catholicam praesertim fidem retinendam, provehendam tutandamque vehementer exardescebat; itaque, cum adhuc puerorum magistri munere Vilnae fungeretur, ac deinde cum in aliis commorare tur urbibus, christianae doctrinae elementa eos edocebat diligentissime, eosque ad Eucharistiae cultum pietatemque incensissimam erga Deiparam Virginem adhortabatur. Postea vero, cum ad sacerdotalem evectus esset dignitatem eodem anno eodemque die, quo Romae Ignatius et Tranci4 s

Luo. IX, 23. 4 In Gant., serm. 36, n. 5; P. L. C L X X X I I I , 969 D. 5 In dedie. Eccl, serm. 4,.n*4| P. L. C L X X X I I I , 528 D

324

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

scus Xaverius in Sanctorum Caelitum album relati sunt nihil antiquius habuit quam ut, sacris expeditionibus sacrisque contionibus habitis, nullis laboribus parceret, ut catholica fides, quae non inanis esset, sed bonorum operum effectrix, usquequaque propagaretur. Cum autem in orientalibus praesertim regionibus catholica religio summo in discrimine esset ob dissidentium conatus, qui christifideles ab Ecclesiae unitate abstrahere ad suosque errores omni arte adducere eniterentur, Andreas ex suorum Moderatorum iussu ac mandato ad has regiones se contulit, et per earum urbes, oppida, pagos, qua publicis contionibus, qua suasionibus privatim habitis, et qua praesertim praeclarae suae sanctitatis splendore et incensissimo apostolatus studio, multorum christifidelium labefactatam fidem a falsis commentis liberavit, ad sana principia reduxit, eosque omnes, quos potuit, ad unum Iesu Christi ovile feliciter revocavit. Neque tantummodo languescentem vel iacentem christianorum fidem erexit et confirmavit, sed eos etiam ad sua cuiusque deflenda peccata, ad discordias componendas, ad sananda discidia, ad rectosque instaurandos mores excitavit; ita quidem ut quasi ver novum videretur, quacumque ipse, ut Divinus Magister, benefaciendo pertransiret, caelestibus floribus salutaribusque fructibus splendere; quamobrem, ut memoriae traditum est, ab omnibus, a dissidentibus etiam, venator animarum significanter appellabatur. Quemadmodum autem indefatigabilis Iesu Christi apostolus fide vixit, fidemque studiosissime propagavit ac tuitus est, ita pro avita fide mortem oppetere non dubitavit. Celebris inter ceteras paene innumeras venit memoranda illa ac teterrima catholicae religionis insectatio, quae septimo decimo saeculo in regionibus ad orientem vergentibus exarsit, cum illic Cosacorum copiae, quae tunc temporis in terras illas invaserant, furoris sui impetum in catholicos in eorumque Pastores et in Evangelicae veritatis praecones fecerunt; quaprop-

Acta Pii Pp. XII

325

ter

cernere

erat

dirutas

aedes

divino

cultui

dicatas; greges

incensa passim

monachorum trucidatos; Andreas Nulla... mortem, rumque

domicilia;

sacerdotes

eorumque

vastata omnia; Bobola,

sacra o m n i a dispersa.

qui sententiam i l l a m s i b i sumere poterat: a me duco aliena , ac res Dei se amore


6

quae D e i esse c o n s t i t e r i t , supplicia

nihil

nihil

reformidans, in medias

proximout quos-

caritate i n c e n s u s , ab

contulit,

cumque posset,

e i u r a n d a catholica

fide,

a dissidentium inutque ad christianae strenuo animo i n festo

s i d i i s e r r o r i b u s q u e o m n i ope a b s t r a h e r e t , doctrinae integritatem incolumem

servandam

adhortaretur.

S e d die x v i m e n s i s M a i i ,

a n n o MDCLVII,

I e s u C h r i s t i caelos a s c e n d e n t i s , minis inimicis comprehensus

prope I a n o v i a m a catholici noquod profecto putamus non

est;

i l l i timorem iniecisse,

s e d p o t i u s caeleste g a u d i u m ,

quandoqui-

d e m n o v i m u s m a r t y r i u m facere s e m p e r e u m i n v o t i s h a b u i s s e , ac D i v i n i R e d e m p t o r i s m e m i n i s s e d i c t a : Beati estis, cum nia-

ledixerint vobis, et persecuti vos fuerint, et d i x e r i n t omne malum tate, adversus quoniam vos, mentientes vestra propter copiosa me. est in Gaudete caelis;
7

et sic

exsulenim

merces

persecuti s u n t prophetas, H o r r e s c i t a n i m u s eos Christi athleta invicta

qui fuerunt

ante v o s .

omnes recolens atque

cruciatus,

quos

Iesu

fortitudine

intacta firmissimaque

fide perpessus est. E t e n i m f u s t i b u s p e r c u s s u s , alapis caesus, fune tractus ab equite est praeeunte laborioso et cruento In itinere, certa-

Ianoviam

ductus

extremo

supplicio

dandus.

quo

m i n e M a r t y r P o l o n u s n o b i l i s s i m o s aequavit, clesia, t r i u m p h o s . dreas " Sacerdos,

q u o s celebrat E c An-

I n t e r r o g a t u s an l a t i n u s sacerdos esset, inquit, catholicus sum; natus in ad

catholica salutem

f i d e , i n hac i p s a f i d e m o r i v o l o ; f i d e s mea v e r a x ; ducit; v o s p o t i u s poeniteat; poenitentiae indulgete, in erroribus salutem assequi minime poteritis;

secus v e s t r i s fidem meam

S.

BERN.,

Epist. 20, ad Card. Haimericum; P. L.


V, 11-12.

CLXXXII,

123

B.

MATTH.

326

Acta

Apostolicae

Sedis

Commentarium

officiale

amplectentes, Deum verum cognoscetis, animasque vestras salvabitis " . Quibus verbis scelestissimi illi homines non humanitatis sensu permoti, sed immani potius ferocitate exacerbati, eo usque" crudelitatis pervenerunt, ut atrociores poenas in Christi militem inferrent. Is enim iterum flagris caesus est, aspera ad Iesu Christi modum redimitus corona, alapis graviter percussus, ac falcato ense vulneratus iacuit. Mox ei oculus evulsus dexter, pellis variis partibus detracta, atque atrociter subusta vulnera, hispidoque straniente defricata. Nec satis; nam aures ei, nares ac labia resecta sunt, lingua retrorsum ex occipitio abstracta, subula denique in cor defixa: ac tandem aliquando strenuus athleta, hora tertia post meridiem, mirandum sane praebens fortitudinis spectaculum, gladio confossus, martyrii gloriam consecutus est . Mrtyrern invictum, suo purpuratum sanguine, ut in caelum per triumphum exceptus est, ita in terris Ecclesia, cum fulgentem eius sanctitatem cerneret signis prorsus mirandis a Deo ipso testatam et confirmatam esse, universae christianorum communitatis cultui imitationique proposuit. Etenim anno M D C c c L i i i Decessor Noster ven. mem. Pius IX in Beatorum Caelitum album, anno autem MDCCCCXXXVIII proximus Decessor Noster imm. rec. Pius XI in Sanctorum ordinem sollemni ritu eum adscripsit.
8 9

II Placuit JNobis quae praecipua essent Andreae Bobolae vitae saiictitatisque lineamenta per Encyclicas has Litteras presse breviterque scribendo attingere, ut omnes, quotquot sunt ubique terrarum Catholicae Ecclesiae filii, non modo in eum mirabundi intuerentur, sed ut eius etiam illimem de religione doctrinam, fidem integerrimam, atque illius animi fortitudi8

Litt. Decr. Pii X I , Ex aperto Christi latere: A. A. S., vol. X X X , 1938, p. 359. Homilia Pii XI in eanoniz. S. Andreae B. : A. A...S., vol. X X X , 1938, p. 152-153.

Acta Pii Pp. XII

327

nem, qui ad martyrium usque pro Iesu Christi honore gloriaque decertavit, fidelitate pari imitarentur. Meditentur omnes, vobis auctoribus ac suasoribus, Venerabiles Fratres, per has potissimum saeculares celebrationes, excelsas eius virtutes; sibique officii esse ducant eius sanctissima persequi vestigia. Hodie, proh dolor, in nonnullis locis christiana fides vel enervata languescit, vel propemodum restinguitur. Evangelica doctrina a non paucis fere ignoratur ; ab aliis autem quod peius est respuitur omnino, utpote quae a progredientis saeculi hominibus sit aliena, qui hac in terra omnia sine Deo, atque adeo per semet ipsos, hoc est suo ingenio, suis viribus, suaque potentia habeant quibus vivant, quibus operentur, quibus rerum principia et elementa evincant et in suam servitutem, communi cum omnium civium utilitate ac prosperitate, redigant. Nec desunt praeterea, qui ab aliorum animis, eorum praesertim, qui vel indocti sunt ac simplices, vel errorum fallaciis iam infecti, christianam fidem quae miserioribus praesertim unum est hac in mortali vita solacium evellere atque eradicare funditus conentur, felicitatem pollicentes mirificam, quam plenam assequi hoc in terrestri exsilio numquam possumus. Quocumque enim aspicit, quocumque contendit humana societas, si procul a Deo aberrat, potius quam quaesita fruitur rerum tranquillitate animorumque concordia et pace, perinde turbatur et angitur, ut qui febris aestu iactatur; terrenis divitiis, commodis, voluptatibus dum anxia studet, eisque unice fidit, fugientem sequitur, inhaeret labenti. Etenim sine Superno Numine eiusque lege sanctissima nullus rectus ordo hominibus datur, nulla exsistit veri nominis felicitas, cum solidum desit fundamentum tum privatae agendae vitae, tum civili cuilibet regendae moderandaeque consortioni. Ac praeterea, quod probe nostis, Venerabiles Fratres, caelestia tantum atque aeterna possunt, non autem fluxa et caduca, animum omnino explere ac satiare nostrum. Neque asseverare licet, quod non pauci temerario ausu effu-

328

Acta

Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

tiunt, christianam doctrinam humanae rationis luminibus obstruere, cum potius ad eam splendorem et vim adiungat, idcirco quod a fucata veri specie eam avertat, atque in amplius et excelsius rerum intellegendarum spatium admittat. Non aliquid igitur exsuperatum et expletum habendum est divinum Evangelium, hoc est doctrina Iesu Christi, quam Ecclesia Catholica ex accepto mandato legitime interpretatur, sed aliquid potius vivum ac vigens, quod unum potest certum et rectum hominibus ad veritatem, ad iustitiam ad omnesque assequendas virtutes indicare iter, eisdem fraternam concordiam et pacem conciliare, eorumque legibus, institutis, communitati valida et inconcussa praebere munimina. Quae si cordati omnes animadvertant, facile intellegant cur Andreas Bobola tot labores, tot aerumnas libenti strenuoque animo sustinuerit ut catholicam suorum civium fidem servaret incolumem, eorumque mores, tantis periculis tantisque illecebris circumventos, ab omne genus insidiis pro viribus arceret, christianisque virtutibus indefessa data opera conformaret. Cum autem hodie quoque, ut diximus, Venerabiles Fratres, catholica religio multis locis grave in discrimen sit adducta, eam omni ope tueri, explanare, propagare necesse est. Vobis hac in tantae gravitatis causa auxilio sint non modo sacri administri, qui sollertem pro credito munere operam vobis navare debent, sed ii etiam ex laicorum ordine, qui generoso sunt animo, et ad pacifica certanda Dei certamina apertissimo. Quo audentius Dei osores christianaeque doctrinae inimici Iesum Christum impugnant ab eoque conditam Ecclesiam, eo alacrius debent non modo sacerdotes, sed quotquot etiam catholico censentur nomine, qua contionibus, qua scriptis in vulgus editis, qua praeclaro potissimum praestantique exemplo suo adversus eos repugnare, personis semper parcentes, sed defendentes veritatem. Quodsi ad hoc exsequendum necessarium sit et multa superare adversa, et rerum temporisque iacturam facere, id numquam renuant, illius sententiae memores: agere et pati

Acta PU Pp. XII

329

fortia christianae virtutis esse, quam Deus ipse amplissimo praemio, hoc est sempiterna beatitate, remuneraturus sit. Cui quidem virtuti, si reapse volumus ad christianae vitae perfectionem cotidie magis contendere, semper aliquid martyrii inest; quandoquidem non solum profuso sanguine fidei nostrae testimonium Deo praebetur, sed etiam vitiorum illecebris fortiter constanterque obsistendo, ac nos nostraque omnia generositate illa ac magnitudine animi ei penitus devo vendo, qui et Creator et Redemptor noster est, et nostrum aliquando erit in caelo gaudium occiduum numquam. Sancti igitur martyris Andreae Bobolae firmitudinem animi in exemplum omnes intueantur, eius invictam fidem ipsi quoque servent incolumem omnique ope defendant; eiusque apostolicum studium ita mutentur, ut Iesu Christi Regnum in terris, omni quo possunt modo, constabilire et usque quaque propagare, pro suae cuiusque vitae condicione, enitantur. Quodsi haec paterna hortamenta ac vota Nostra ad omnes sacros Pastores eorumque greges adhibere volumus, ad eos tamen peculiari modo habenda esse existimamus, qui in Poloniae regionibus commorantur. Eorum enim praeclarum decus et gloria est Andreas Bobola, cum ex eorum gente duxerit ortum, cumque eam non modo tot virtutum splendoribus illustraverit, sed purpuraverit etiam facti martyrii sanguine. Eius igitur praelucentia exempla secuti, avitam fidem adversus insidias omnes amplecti pergant; christianorum mores recte conformare studiosissime contendant; atque intento animo perpendant hanc praecipuam suae ipsorum patriae gloriam esse: maiorum nempe aemulari inconcussam virtutis constantiam, idque efficere ut Polonia semper fidelis sit, sitque antemurale christianitatis . Deus enim ipse videtur ut docet historia... testis temporum, lux veritatis... magistra vitae hoc peculiare Polonorum genti concredidisse munus. Illud igitur actuoso constantique animo semper obire enitantur, pravas
10

io C i c , De Ot., 2, 9. 36.

330

Acta Apostolicae Sedis

- Commentarium Officiale

devitantes insidias, ac difficultates omneque genus angustias, divina favente gratia, evincentes superantesque. Ad praemium respectent, quod Deus iis omnibus pollicetur, qui fidelitate summa, alacritate impensa, flagrantique caritate vivunt, operantur, decertant pro asservando dilatandoque in terris pacifico eius Regno. Hac occasione data, temperare Nobis non possumus quin carissimos omnes Poloniae filios peculiari modo per Encyclicas has Litteras directe quoque appellemus, eos potissimum sacros Antistites, qui, pro Iesu Christi nomine, dolores et aerumnas perpessi sunt: Agite fortiter, sed christiana ea strenuitate animi, quae cum prudentia, sagacia, sapientiaque coniungitur. Catholicam fidem unitatemque servate. Fides sit cinctorium renum vestrorum; annuntietur in universo mundo; eaque sit pro vobis, pro omnibus victoria, quae vincit mundum . Id autem efficite aspicientes in auctorem fidei et consummatorem Iesum, qui proposito sibi gaudio sustinuit crucem, confusione contempta, atque in dextera sedis Dei sedet . Hac vestra agendi ratione id etiam assequemini, ut Caelites omnes, ii praesertim qui ex gente vestra orti sunt, ex aeterna, qua in praesens fruuntur beatitate, una cum Deipara Virgine Maria Poloniae Regina, vos patriamque vestram dilectissimam benigni respiciant, protegant, tueantur. Quod ut eveniat feliciter, vehementer cupimus, Venerabiles Fratres, ut vos omnes una cum singulis christifidelibus, qui in universo terrarum orbe commorantur, supplices Deo admoveatis preces per has praesertim saeculares celebrationes, ut iis potissimum qui graviore in discrimine sunt, asperioribusque praepediuntur difficultatibus, uberrima sua munera et caelestia solaci a benignissime dilargiatur.
11 12 1 3 1 4

n Cfr. Is. X I , 5.
1 2

Cfr. Rom. I, 8. I Ioan. V, 4.

13

14 Hebr. X I I , 2.

Acta Pii Pp.

XII

331

Quibus coniunctis precibus id etiam a misericordissimo Deo impleretur ut auspicata tandem concordia inter Nationes omnes redintegrata vigescat, utque sacrosancta Ecclesiae iura ac munera, quae ad verum etiam humanae societatis bonum summopere conferunt, ab omnibus, ut oportet, agnoscantur, ac legitime feliciterque in usum ubique deducantur. Quae ut quam primum effecta dentur, flagrantissimas Nostras vestris precibus conserimus; atque caelestium gratiarum auspicem paternaeque benevolentiae Nostrae testem, vobis singulis universis, Venerabiles Fratres, cunctoque christiano populo Apostolicam Benedictionem effusa caritate impertimus. Datum Romae, apud S. Petrum, die xvi mensis Maii, hoc est anniversario die, quo tria ante saecula S. Andreas Bobola martyrii palmam adeptus est- anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo. PIUS PP. XII

CONSTITUTIONES APOSTOLICAE
I

ZACAPENSIS
(SS. D O M I N I NOSTRI I E S U C H R I S T I D E ESQUIPULAS)
CURIA SEU M U N I C I P I U M DE ESQUIPULAS A DIOECESI ZACAPENSI DISTRAHITUR ATQUE NOVA PRAELATURA (( N U L L I U S )) CONSTITUITUR, ( ( S S . DOMINI NOSTRI IESU CHRISTI DE ESQUIPULAS )) COGNOMINANDA.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Cum Christus, Dei Filius, in has terras descendent ut homines rerum humanarum sopore mersos ad caelestia bona converteret, in iisque desiderium faceret rerum divinarum, ideo Nos, qui supremi numinis consilio ad regendam Ecclesiam vocati sumus, insomni opera paternaque sollici-

332

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

tudine ea consequi et comparare christianae familiae studemus, quae ad id quoquo modo conducere putemus. Quae cum ita sint, precibus venerabilis Fratris Mariani Rossell et Arellano, Archiepiscopi Guatimalensis, concedere bonum esse arbitramur, petentis ut e terra vulgo Esquipulas nova fieret praelatura nullius , suae Sedi aeque principaliter coniungenda : ex hoc enim in eius populum magna commoda et utilitates proficisci censere. Quam ob causam, post rem bene consideratam, audita sententia Pontificii Administri in Guatimala, et venerabilis Fratris Constant i a Christiani Luna, Episcopi Zacapensis ; consilioque habito venerabilis Fratris Nostri S. R. E. Cardinalis S. Congregationis Consistorialis a Secretis; consensum eorum supplentes qui in hoc negotio aliquid iuris habeant, de Nostra summa et apostolica auctoritate, haec quae sequuntur statuimus et iubemus. Illud territorii, quod finibus curiae seu municipii vulgari sermone Esquipulas continetur, a dioecesi Zacapensi, ad quam pertinet, distrahimus, idque una cum templo cui est appellatio in volgus El Seor de Esquipulas, quod templum die decimo mensis Martii anno millesimo nongentesimo quinquagesimo primo apostolica Constitutione (( Omnium in catholico orbe ab Episcopi Zacapensis iure exemimus et sui iuris fecimus, in praelaturae nullius formam redigimus, quae SS. Domini Nostri Iesu Christi de Esquipulas cognomine vocabitur. Hanc praelaturam suffraganeam constituimus metropolitanae Sedi Guatimalensi, eidemque aeque principaliter coniungimus, ita ut sit iurisdictioni, regimini, administrationi sacri Praesulis eiusdem metrpolis subiecta; qui in posterum non modo Archiepiscopus Guatimalensis sed etiam Praelatus nullius SS. D. N. I. C. de Esquipulas appellabitur. Consequens est ut venerabilis Frater Marianus Rossell et Arellano, Metropolita Guatimalensis, per has Litteras primus etiam Praelatus Ordinarius novae praelaturae constituatur. Sedes modo conditae Ecclesiae urbs Esquipulas erit ; templum autem ibidem Domino Nostro Iesu Christo dicatum, ad gradum aedis praelaticiae evehimus eidemque Praesulique iura et facultates facimus quae omnibus huiusmodi templis Praelatisque dari solent, onera vero Praesuli imponimus quae ei dignitati conveniunt ad normam iuris communis, canone 319, 2, codicis I. C. nihil obstante. Decernimus tamen ut celebri templo praelaticio moderando, coetus Ordinariorum eiusdem dicionis Archiepiscopo-Praelato adsit, cui ipse praesideat. Praelatus SS. D. N. I. C. de Esquipulas, singulis exactis quinquenniis, non modo de statu praelaturae, prout canon 340 C. I. C. postulat, referre debet ad S. Congregationem Consistorialem, sed etiam, probantibus Ordinariis, de condicione oeconomi-

Acta PU Pp. XII

333

cae rei; in administrandis vero templi pecuniis, ita rem gerat ut quae pars de impendiis superet, ea Ordinariis pro numero fidelium distribuatur, ad pueros educandos, qui olim sacerdotio initiari cupiant. Cura praelaticii templi alicui religiosorum Ordini seu Sodalitati gerenda tradatur; ille vero qui sacrarum aedium Rector erit, ipse munus explebit Vicarii Generalis Praelati, et Sede praelaturae vacante, ipso facto Vicarius Capitularis habeatur. Concedimus praeterea ut omnes Guatimalensis Reipublicae Ordinarii ius habeant intra fines templi, de quo fuit sermo, et sacramentum Confirmationis peragere, et sacrum pontificali ritu cum throno et fastigio facere, et populi peccata expiare, et denique iis sacerdotibus cuiusque ordinis, suae iurisdictioni subiectis, quotiescumque peregrinos comitentur, ius facere eos noxis liberandi. Quoad praelaturae regimen, administrationem aliaque huiusmodi, canones serventur. Acta denique et documenta quae ad novam Ecclesiam respiciant, quam cito fieri poterit ad Curiam praelaticiam mittantur, in cuius tabulario religiosa cura custodiantur. Ad ea postremo, quae his Litteris mandavimus, efficienda, Pontificium Administrum deputamus qui ad praesens Nuntiaturam Apostolicam regit in Guatimalensi Republica, cui omnes potestates facimus ad id necessarias vel utiles. Ille vero poterit etiam alii delegare cuilibet, dummodo in ecclesiastica dignitate constituto. Cum autem negotium confecerit, ipse documenta exarari iubebit, eademque sinceris exemplis ad Sacram Congregationem Consistorialem cito mittet. Quod si alius eo tempore quo haec decreta ad exitum deduci debent Nuntiaturae Apostolicae in eadem Republica praesit, hic omnia Nostra iussa facienda curabit. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efiicacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo de-

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

trectaverit, sciat se poenas esse subita rum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum ex Arce Gandulfi, prope Romam, die decimo sexto mensis Septembris, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. CELSU Card. COSTANTINI
S. B. E. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam. Regens

Albertus Serafini, Proton. Aposi. Caesar Federici, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Conc. tab., vol. LXXXXIII, n. 88.

II DE SANTOS
IN CATHEDRALI TEMPLO DIOECESIS DE SANTOS CANONICORUM COLLEGIUM CONSTITUITUR.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Qui Dei consilio et voluntate ad supremum Ecclesiae sanctae fastigium evecti sumus, reique christianae universae curam suscepimus, sollemne sane habemus, deque munere Nostro esse censemus ut in unaquaque episcopali Sede optimorum sacerdotum coetus deligatur, qui et in cultum Dei augendum caerimoniarum amplitudine incumbat, et sacris Episcoporum inceptis in administranda dioecesi prae ceteris faveat. Quam ob rem cum venerabilis Frater Idilius Soares, Episcopus de Santos, preces adhibuerit ut his ipsis de causis in suo cathedrali templo Canonicorum Collegium conderetur ; cumque S. Congregatio Consistorialis, audito venerabili Fratre Armando Lombardi, Archiepiscopo titulo Caesariensi Philippi et in Brasilia Apostolico Nuntio, censuerit esse istiusmodi expostulationi concedendum ; Nos rati id posse et ad Dei gloriam conferre et sacrorum Antistiti utilitatem praebere, post rem bene reputatala consensumque suppletum eorum qui in negotio aliquid iuris habeant,

Acta Pii Pp. XII

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de Nostra apostolica potestate haec omnino confirmantes, sequentia decernimus. In dioecesi de Santos Canonicorum Collegium constituimus, quod duabus Dignitatibus constabit, Archidiaconatu nempe et Archipresbyteratu, qui dicuntur, atque decem Canonicatibus, quorum unus sacerdoti theologo credatur, alter vero sacerdoti qui populi admissa expiari curet. Tum Dignitatum tum Canonicatuum assignatio, etsi primum fiat, ad normam Iuris est facienda. Permittimus tamen ut, quoadusque congrua pensione seu redditibus careant, etiam iis sacerdotibus attribu possint qui alio iam beneficio fruantur, vel cum animorum curatione coniuncto. Quod ad sacras caerimonias attinet, statuimus ut Canonici his saltem diebus officia sacra expleant : Nativitatis, videlicet, D . N . I . C , Paschatis, Pentecostes, Ss. Corporis Christi, Beatae Mariae Virginis caelo receptae, atque in festo eiusdem Beatae Mariae Virginis a S. Rosario, cui templum cathedrale dicatum est ; in Dominica insuper Palmarum, in novissimo triduo maioris hebdomadae, ac denique die anniversaria consecrationis aedium cathedralium. Ceterae normae, quas ius commune statuit de Canonicorum officiis* muneribus, iuribus, privilegiis, adamussim serventur ; in primis autem iubemus ut constitutiones seu leges Capitulares exarentur, iuxta quas Canonici agant, ab Episcopo et ab hac Apostolica Sede rite probandae. Cum vero congruat eos, qui Episcopi senatum atque consilium efficiunt, quibusdam prae ceteris condecoran insignibus, concedimus ut Dignitates et Canonici, intra fines tamen suae dioecesis, vestem talarem induant nigram cum fimbriis violacei coloris, zonam sericam pariter violaceam, rochetum cum reflexu coccneo (vermelho-cremisi) in manicis, mozetam e serico villoso nigro cum fimbriis coccineis, et, pro anni tempore, cappam cum pellibus albi coloris atque caligas violaceas. Ceterum, ea quae prescripsimus efficienda curabit venerabilis Frater Armandus Lombardi, cui omnes potestates facimus agendae rei, quas poterit, si visum fuerit, cuilibet viro delegare dummodo ecclesiastica dignitate insigni. Cum vero res acta fuerit, idem venerabilis Frater documenta exarari iubebit, eademque sinceris exemplis ad S. Congregationem Consistorialem cito mitti studebit. Quod si fiat ut quo tempore negotium ad effectum deducatur, alius Apostolicae Nuntiaturae in Brasilia praesit, hic quae mandavimus faciet. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitas nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, eam per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis

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praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel crrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum ex Arce Gandulfi, prope Romam, die tertio et vicesimo mensis Octobris, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. OELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

* Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost. Albertus Serafini, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Cane, tab., LXXXXIII, n. 83.

III MAROQUIENSIS
(TINGITANAE)
APOSTOLICUS VICARIATUS MAROQUIENSIS AD GRADUM ARCHIDIOECESIS EVEHITUR, (( TINGITANAE )) APPELLANDAE.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Qui, Deo disponente, ad sacerdotalis ordinis fastigium evecti sumus, quique summam christianae familiae in manibus tenemus, sollemne habemus res et fines singularum Ecclesiarum ita ordinare ac describere, ut cuncti populi qui christianam religionem communicent, in ea sint condicione qua eorum fides non solum commode alatur, verum etiam ad alios

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hominum coetus facilius perferatur. Quam ob rem, cum in Maroquiensi ditione vicariatum apostolicum de Rabat superiore anno in archidioecesis formam redegerimus, Rabatensis cognominandae, Sanctaeque Sedi directo subiecerimus ; cumque magnae ad Nos preces adhibitae fuerint ut apostolicus vicariatus Maroquiensis ad eandem archidioecesis dignitatem perduceretur ; Nos, id censentes christiano nomini esse profuturum, huiusmodi expostulationibus concedendum esse arbitrati sumus. Quapropter, iis auditis viris quos oportebat, reque magna consideratione reputata, eorum consensum supplentes qui in hoc negotio aliquid iuris habeant, de Nostra suprema et apostolica auctoritate ea quae sequuntur statuimus et iubemus. Apostolicum vicariatum Maroquiensem, non mutatis finibus, ad gradum et dignitatem archidioecesis extollimus, Tingitanae appellandam Cui, ut aequum est, honores, iura, privilegia damus quae ei competunt, dum eius sacrorum Antistiti, praeter quam quod iura et facultates facimus, onera et obligationes imponimus archiepiscopalis muneris propria. Inter vero eius privilegia haec erunt adnumeranda, ut scilicet possit in suo territorio et Crucem ante se ferre in caerimoniis peragendis, et pallio uti, postquam tamen illud in publico Consistorio expostulaverit atque impetraverit. Quam constituimus Ecclesia eiusque Antistes, praeterea, erunt Nobis et huic Apostolicae Sedi directo subiecti. Mensam episcopalem, quam dicunt, ea bona efficient quae adhuc ad vicariatum Maroquiensem pertinebant, vel quae populus sponte dabit Curiaeque obvenient, vel denique S. Congregatio Fidei Propagandae de more mittet. Sacer Praesul, cui archidioecesis credetur, omni studio curabit ut in eadem Seminarium exstruatur iis pueris excipiendis qui suavi Spiritus sancti invitatione ad munia sacerdotalia vocati fuerint : nihil enim umquam ad populi christiani virtutes intendendas fuit efficacius quam boni sacerdotes piique Dei administri. Canonicorum Collegium condatur ; attamen si non potest haec res ad effectum statim deduci, Consultores dioecesani eorum loco deligantur, qui caerimonias sacras sollemniores faciant, Archiepiscopumque industria atque consilio iuvent. Ad regimen novae Ecclesiae, ad eiusque administrationem, electionem Vicarii Capitularis, Sede vacante, aliaque similia quod attinet, eae normae ac iussa serventur, quae codice iuris canonici continentur. Ceterum, haec omnia quae mandavimus, exsequi studebit venerabilis Frater Franciscus Aldegunde Dorrego, quem per alias sub plumbo Litteras hac ipsa die datas Archiepiscopum Tingitanum renuntiavimus, vel etiam alius quivis, quem ille delegaverit, dummodo in ecclesiastica dignitate constitutus; ad quod scilicet omnes potestates
22 ACTA, vol. XXIV. n. 7 25-6-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

facimus. Re vero acta, idem documenta exarari iubebit, eademque ad S. Congregationem Fidei Propagandae mittet sincere scripta. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficaci-

tatis jnulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum


per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat;

quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive
manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die quarta decima mensis Novembris, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

PETRUS Card. FUMASONI BIONDI


S. Congr. de Propaganda Fide Praefectus

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis, Proton. Apost. Caesar Federici, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXIT, n. SI.

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L I T T E R A E APOSTOLICAE
VENERABILIS DEI FAMULA MARIA A PROVIDENTIA, IN SAECULO APPELLATA EUGENIA SMET, VIRGO, INSTITUTI SORORUM AUXILIATRICUM ANIMARUM IN PURGATORIO DEGENTIUM FUNDATRIX, BEATA RENUNTIATUR.

PIUS PP. XII


Ad perpetuam rei memoriam. Amictu variegato induta (Ps. 44, 15) Ecclesia omnium virtutum ornamentis per hominum aetates refulget, cum inexhausta quadam fecunditate filios Aliasque in Deo gignat, qui egregia illa patrent facinora, quibus sanctitas in hac mortali vita efficitur. Eo autem quod hi veri nominis hroes peculiaribus commendantur laudibus, ea Regina formosissima (Off. Dedic. Eccl.) mirabili abundat varietate. Quam ad rem saeculo proxime praeterito eximia contulit virgo, Eugenia Smet, postea Maria a Providentia appellata, Sororum Auxiliatricum animarum in Purgatorio degentium auctor et magistra, cui praecipua cura fuit ut Deum providentissimum coleret et, caritate incensa, omnem quam posset opem afferret animabus piaculari igni addictis. Eam igitur, quae nominis catholici lumen exstitit praeclarum, iuvat Nos sollemni ritu in Beatorum Caelitum album hodie ascribere. In vitam, quam non fluxis saeculi studiis, sed uni impenderet religioni, Insulae die vicesimo quinto mensis Martii, anno millesimo octingentesimo vicesimo quinto, ingressa est, tertia filia Henrici Smet et Paulinae Taverne de Mont-d'Hiver, qui, satis locupletes et pecuniosi copiis rei familiaris, maximas divitias existimabant domesticas virtutes. Eodem die, Beatae Mariae Virgini Dei Parenti designatae sacro, salutari aqua est abluta stolamque accepit candidam, cuius nitorem decusque illibatum studuit servare. Perturbato autem, anno millesimo octingentesimo trigesimo, rerum ordine, parentes in villa, quam non procul ab urbe Insula in pago Loos habebant, secesserunt, ubi tranquillius agitaren t aevum et vitae rationem tenerent moderatiorem. In virenti ergo et floreo rure veluti flos lectissimus adolescens, Eugenia animum superna pulchritudine ornavit. Assuescebat enim in candidum pietatis genus, cuius sive domi sive in pagi templo luculenta edidit specimina, atque divino quodam acta instinctu, iam tum peculiari studio ferebatur

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in Providentiam caelestis Numinis et in vita functos, quos purificans flamma emundat. Almam quoque Deiparam singulari venerabatur mentis ardore, cuius honori aedes quasi huiusce religionis sacrarium eodem in vico erat constituta. Dei septimo mensis Aprilis, anno millesimo octingentesimo trigesimo quinto, Eucharisticam mensam primum participavit hoc animae Sponsum submisse et impense rogans, ut, sevoeatam a saeculo et in sacram virginum abditam collegium, in ipsius unius se iuberet esse famulatu. Postero anno, parentum voluntati libentissime obtemperans, in Insulense coenobium Societatis Sororum a S. Corde Iesu se contulit, ubi, alumnis aggregata, ad bonum et rectum et ad humanitatem satius institueretur. Fortiter sibi imperans, quippe quae esset natura paulo acrior, omnium, sive magistrarum sive condiscipularum, sibi benevolentiam conciliavit atque in virtute et doctrina profectus fecit nec paucos nec leves. Hoc quoque libet commemorare die vicesimo quinto mensis Ianuarii, anno millesimo octingentesimo quadragesimo secundo, cum in illa sacrarum virginum domo animi exercitationes pietatis excolendae causa perageret, firmiter eam constituisse, ut Deo, vel asperrima sibi mandanti, nihil deinceps abnueret, idque suam ad Deum conversionem per totius vitae decursus appellare consuevisse. Expleto studiorum curriculo, in iucundam placidamque sedem domesticam reverti, ubi, vitae splendore coruscans, virtutis arduam viam insistere perrexit, atque, cum a Deo ad singulare efiiciendum opus se vocari persentiret, tempus ab eo praestitutum exspectavit. Voluit quidem eidem inter Sorores a S. Corde Iesu se devovere, tamen, pietatis moderatoribus et parentibus ab huiusmodi consilio dehortantibus obsecuta, ad caritatis officia interea applicuit animum. Mirareris igitur virginem verecundam aleam sortionum beneficentiae causa habere, ut Sodalitatem a Sancta Infantia, cuius ope derelictis parvulis ethnicis baptismatis munus impertiretur, iuvaret, atque sacris missionibus apud Sinenses permagna pecuniae erogata summa praeberet auxilium. Cum autem vespere diei festi Omnium Sanctorum, anno millesimo octingentesimo quinquagesimo tertio, sacris in templo interesset Sanctissimumque Eucharistiae Sacramentum palam propositum adoraret, Dei numine adigi sibi visa est ad instituendam quandam societatem, cuius esset precationibus et asperis rebus sponte susceptis piis manibus expiatrici flammae addictis opitulari ; ac statim inventi sunt, qui ei nomen darent, in quibus ipsi Eugeniae parentes et sorores. Postero die, memoriae Omnium Defunctorum sacro, postquam Eucharisticum sumpsit epulum,

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in intimo animi recessu provocari se sensit ad condendam religiosarum mulierum sodalitatem, quae in Ecclesia adhuc deesset cuique hoc foret propositum, ut pietatis caritatisque officiis animas piaculari igne excruciatas relevaret. Deum non sibi praefidens virgo appellat, ut quinque editis signis suam voluntatem testetur; quae biennii spatio divinae Providentiae dispositione reapse ad effectum deducuntur. Magnis interea auctibus societas illa animabus iuvandis, quae expiatrici flammae addictae sunt, increscit et a pluribus sacrorum Antistitibus comprobatur. Consilium vero religiosae sodalitatis constituendae, ut in gravibus negotiis huiusmodi fieri solet, haud levibus difficultatibus obstruebatur, quas Eugenia demisso animo toleravit, pias iterans precationes atque suam ad Dei voluntatem plane accommodans. Tam arctis in rebus etiam voti sponsione se obligans pollicita est mentem in omni re intenturam se esse in animas piaculari igni addictas, atque verba Sancti Bernardi quasi vitae suae institutum effecit : Surgam ergo in adiutorium illis ; interpellabo gemitibus, implorabo suspiriis, orationibus intercedam, satisfaciam sacrificio singulari (8erm. 4 2 ; P. L. 183, 664). Dum igitur divinam percontati^ voluntatem, a Sancto Ioanne Maria Vianney, pagi Ars curione praeclarissima o, est sciscitata, num propositum opus sibi esset aggrediendum; qui eam Ordinem religiosum ad relevandas animas piaculari igne detentas condituram esse renuntiavit. Cum deinde a sacerdote quodam, qui Lutetiae Parisiorum, ubi erat a sacris adiutor, in animum induxerat, ut parem institueret sodalitatem, et nonnullas iam congregarat pias mulieres, in eandem urbem vocaretur, tempus a divina Providentia praefinitum agnovit. De ratione autem rei efficiendae non satis convenit inter utrumque, quam ab causam maximis pressa est angustiis Famula Dei. Postquam ergo e suorum complexu se eripuit, Lutetiam Parisiorum profecta est, ubi in squalida habitatione quinque mulieres, a sacerdote illo ascitae, degebant. Eo, die undevicesimo mensis Ianuarii, anno millesimo octingentesimo quinquagesimo sexto devertit, sed spiritus illarum incollando operi non consentaneus rata et in spe decepta, de repetenda patria domo cogitavit. Perstitit tamen et ab Archiepiscopo parisiensi comiter excepta et ad exsequendam divinam voluntatem confirmata, parvam sodalitatem regere coepit cum prudentia, caritate, fortitudine. Sociarum nonnullae, quae ad hoc vitae genus ineundum haud aptae visae erant, secesserunt, aliae vero, superno vocatae instinctu, adiunctae sunt novae familiae religiosae, quam Ioannes Maria Vianney amantem cogitationem Sacratissimi Cordis Iesu appellare non dubitavit. Commemorare etiam libet hoc piarum mulierum collegium summa rerum laborasse

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inopia, tarnen^ divinae Providentiae beneficio inveniam esse mulierem ditissimam et munificentissimam, quae extremis miseriis id levaret. Praeterea alia domus, quae ad religiosam ducendam vitam magis esset accommodata, pretio conducta est ac postea empta, adeo ut arbor novella iam corroboraretur. Plurimi vero facienda sunt virium incrementa, quae ad pietatis studium pertinent, cum sodalitas, auctore et magistra in exemplum praelucente, proposita sibi verba preces facere, pati, operari in usum deduceret et ut signum quoddam sequeretur. Quae, anno millesimo octingentesimo undesexagesimo, Regula Sancti Ignatii, Societatis Iesu Legiferi Patris, astricta est, ita ut firmiter iam stabilietur. Hasce servans leges et, quae inde permanat, pietatis rationem, Famula Dei, quae nomen sibi indiderat Mariae a Providentia ac religiosa nuncuparat vota, ad sanctitatem properavit ; qua in re salubri usa est auxilio quorundam eiusdem Societatis sodalium. Apostolico, quo inflammabatur, animi ardore annitebatur una cum sociis, ut infirmis, pauperibus, derelictis afferret levamentum atque hoc etiam modo solacium praeberet piis manibus. Sodalitas autem, quippe cui tam egregia praeesset moderatrix ita ornata est et aucta, ut nonnullae domus alibi constituerentur, etiam in dissita Sinensi regione, et a pluribus sacrorum Antistitibus non solum probaretur sed magnis etiam cumularetur laudibus. Tam praeclare gesta Famula Dei est operata, adversa saepe laborans valetudine ; eaque a virtutibus profecta sunt, quibus animum exercebat suum. Paenitentiae administro, qui eam in sanctitatis viam ducebat, oboedivit ad verbum ; studiosissima fuit christianae humilitatis, rerumque inopiam, irrisiones, calumnias pertulit libentissime; forti animo mulier nec laboribus est fracta nec sollicitudinibus nec angoribus animi ; voluntaras autem cruciatibus ita se afflixit, ut pietatis magister iis modum adhibere eam iuberet; mirum etiam quam vehementi et candida cum fide divinae Providentiae se suaque tradidit, quae non raro prodigiali modo, quod necessarium erat, ei suppeditabat. Sed digna iam fuit virgo, quae a caelesti Sponso inaestimabili redimiretur corona : dum enim cancri morbo corpus exeditur, animus eius validis viribus ad triumphi gloriam contendit. Sui immemor, cruciatus ardorem patientissime sustinuit, ut ardorem, quo animae piaculari flammae addictae vexarentur, restingueret. Die denique septimo mensis Februarii, anno millesimo octingentesimo septuagesimo primo, assidente sibi Servo Dei Petro Olivaint, qui paucos post menses martyr, ut videtur, occubuit, postquam Ecclesiae Sacramentis ad vitae exitum rite est comparata, et (( caritatem, caritatem, caritatem appellavit, ad Dominum Iesum excessit, caritatis praemium latura. Post

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mortem vultu, qui antea doloribus erat deformatus, laetitiam gessit eorum propriam, qui bonis fruuntur, quae neque aspectu oculorum comprehendi, neque auribus percipi, neque ulla cogitatione queunt adum brari. Percrebrescens autem in dies eius fama sanctimoniae caelestibus signis visa est confirmari. Quapropter Causa de Beatorum Caelitum honoribus eidem decernendis agi coepta est, atque, post ordinarios processus, Commissio introductionis Causae, apud Sacram Rituum Congregationem instituendae, a Pio Pp. X I , rec. mem., die quinto mensis Maii, anno millesimo nongentesimo trigesimo sexto, obsignata. Apostolicis deinde inquisitionibus rite absolutis, de virtutibus theologalibus et cardinalibus Venerabilis Mariae a Providentia est disceptatum; quas, omnibus expensis ac perspectis, Nos, decreto die vicesimo secundo mensis Februarii, anno millesimo nongentesimo quinquagesimo quinto, ab eadem heroum in modum cultas esse sollemniter ediximus. Exercita deinde quaestione de miraculis, quae, Famula Dei deprecante, a Deo ferebantur patrata, omnique re diligenter exquisita, de duobus die vicesimo secundo mensis Ianuarii, hoc anno, pronuntiavimus constare. Una tantum superfuit disquisitio, num Ancilla Dei inter Beatos Caelites tuto foret recensenda. Quod prorsus factum est. Omnes enim Purpurati Patres Sacris tuendis Ritibus praepositi, tum Praelati Officiales et Consultores id fieri posse cunctis sententiis affirmarunt. Nos tamen pro rei magnitudine mentem Nostram distulimus aperire, quo maiorem superni luminis copiam ad eam ferendam sententiam, enixas preces ad Deum admoventes, impetraremus. Tandem die vicesimo primo mensis Aprilis, Dominica Resnrrectionis-Domini Nostri Iesu Christi, hoc anno, ad Venerabilis Famulae Dei Mariae a Providentia sollemnem Beatificationem tuto procedi posse ediximus. Quae cum ita sint, Nos harum Litterarum vi et auctoritate Nostra Apostolica, facultatem facimus, ut eadem Venerabilis Famula Dei Maria a Providentia, in saeculo appellata Eugenia Smet, Beatae nomine in posterum nuncupetur, eiusque corpus et lipsana seu reliquiae, non tamen in sollemnibus supplicationibus deferendae, publicae Christifidelium venerationi proponantur, atque etiam, ut eiusdem Beatae imagines radiis decorentur. Praeterea eadem auctoritate Nostra concedimus, ut de ea quotannis recitetur Officium de Communi Virginum cum lectionibus propriis per Nos approbatis et Missa de eodem Communi cum orationibus propriis item probatis celebretur iuxta Missalis et Breviarii Romani rubricas. Huiusmodi vero Officii recitationem et Missae celebrationem fieri dumtaxat largimur in dioecesi Insulensi, in qua Beata eadem nata est, et in archidioecesi Parisiensi, in qua diem obiit supremum;

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

itemque in templis et sacellis ubique terrarum sitis, quibus Institutum Sororum Auxiliatricum animarum in Purgatorio degentium utitur, ab omnibus Christifidelibus, qui Horas canonicas recitare teneantur, et, quod ad Missam attinet, a Sacerdotibus omnibus, ad templa seu sacella, in quibus beatae eiusdem festum agatur, convenientibus. Denique largimur, ut sollemnia. Beatificationis Venerabilis Mariae a Providentia, servatis servandis, supra dictis in templis et sacellis celebrentur, diebus legitima auctoritate statuendis, intra annum postquam sollemnia eadem in Sacrosancta Patriarchali Basilica Vaticana fuerint peracta. Non obstantibus Constitutionibus et Ordinationibus Apostolicis ac Decretis de non cultu editis ceterisque quibuslibet contrariis. Volumus autem, ut harum Litterarum exemplis, etiam impressis, dummodo manu Secretarii Sacrae Rituum Congregationis subscripta sint atque eiusdem Congregationis sigillo munita, in iudicialibus etiam disceptationibus eadem prorsus fides adhibeatur, quae Nostrae voluntatis significationi, hisce ostensis Litteris, haberetur. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die x x v i mensis Maii, Dominica quinta post Pascha, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo.

De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

EPISTULAE
I

AD REVMUM D. PETRUM GIRARD, SOCIETATIS P R E S B Y T E R O R U M A S. SULPITIO M O D E R A T O R E M GENERALEM : TRIBUS ELAPSIS SAECULIS A PRIMO APPULSU SODALIUM IPSIUS SOCIETATIS IN C A N A D I A M.

P I U S PP. X I I Dilecte fili, salutem et Apostolicam Benedictionem. Cum, tria ante saecula, piissimus sacerdos Ioannes Iacobus Olier, Societatis Presbyterorum a S. Sulpitio Conditor, primos eiusdem Societatis sodales in

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Chadensem Nationem misit, rem profecto egit ex qua, non sine providentis Dei consilio et auxilio, catholicum nomen in ea regione incrementum cepit validissimum. Sulpitiani enim sacerdotes non modo ut Evangelii praecones christianam doctrinam inter gentes illas studiose actuoseque propagarunt, easque qua contionibus qua scriptis ad rectos revocarunt mores, sed peculiari modo iuventuti educandae dederunt operam, ex qua, ut omnes norunt, futuri aevi inclinatio et decursus pendet quam maxime. Illud autem in eorum apostolica actione praecipuum fuit, ut nempe ex Sulpitianae Societatis Conditoris normis eiusque afflatu sacrorum alumni, qui in sortem Dei vocati essent, ea ratione instituerentur atque conformarentur, ut optimi quantum humana condicio potest Iesu Christi administri ac dispensatores mysteriorum Dei evaderent, multumque in suam ipsorum in ceterorumque salutem procurandam allaborarent. Hoc est praesertim paterna laude Nostra dignum, cum nullum videatur firmius praesidium aut remedium certius adversus gliscentium errorum fallacias, Ecclesiae hostes, corruptique saeculi illecebras, quam delectos iuvenes, divino quodam instinctu ad sacerdotium suscipiendum vocatos, recte in Seminariis educari, qui deinceps christiani populi partem sibi creditam per veritatis virtutisque semitas ad sana pascua perducant. Quam ad rem placet hanc sapientissimi Decessoris nostri Leonis X I I I referre sententiam : Sunt quaedam... ad rei catholicae profectum ita necessaria, ut ea semel attigisse non satis sit; commemorari saepius et commendari velint. Huc potissimum pertinet cura in Seminariis collocanda, quorum cum statu fortuna Ecclesiae coniungitur maxime )).
2 1

Pergite igitur, ut facitis, gravissimum eiusmodi propositum et inceptum persequi, atque ex saeculari hoc eventu, qui vobis in memoriam revocat quae quantaque in Canadensi terra maiores vestri per diuturnum temporis spatium egerint, auspicium sumite, quo aspirante iuvanteque Deo, non modo in hac eadem dilecta Nobis Natione, sed ubicumque salutifera actio vestra exercetur, magis in dies magisque . conferat ad Dei gloriam, ad Catholicae Ecclesiae incrementum, ac peculiari modo, ut diximus, ad sacrorum alumnos rite sancteque instituendos. Qua spe freti, cum tibi, dilecte fili, cunctis sodalibus tuae curae demandatis, iis nominatim qui in Canadensibus terris commorantur, item-

Cfr. 1 Cor. IV, 1. Epist. Paternae providaeque ad Episc. Brasiliae; A. L. vol. XlXfi 1899, p. 194.

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que omnibus alumnis institutioni vestrae concreditis, Apostolicam Benedictionem peramanter impertimus, quae caelestium sit conciliatrix munerum paternaeque Nostrae benevolentiae testis. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die xn mensis Martii anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo.

P I U S PP. X I I

II AD REVMUM P. KILIANUM LYNCH, ORDINIS FRATRUM B. MARIAE V. DE MONTE C A R M E L OM O D E R A T O R E M GENERALEM : OB CONVENTUM TERTII ORDINIS CARMELITARUM EX OMNIBUS NATIONIBUS PROPE PATIMAB SANCTUARIUM INDICTUM, ATQUE OB ASCETERIUM IBIDEM AUSPICANDUM. P I U S PP. X I I Dilecte fili, salutem et Apostolicam Benedictionem. Ex obsequentissimis litteris didicimus, abs te datis, sodales Tertii Ordinis Carmelitarum Conventum ex omnibus Nationibus proximo mense Augusto celebraturos esse prope sacram Fatimae aedem, ubi Beata Maria tam impense colitur; atque ibi sacris ritibus asceterium auspicaturos esse, Beato Nonio Alvarez-Pereira dicandum, in quo Spiritualia Exercitia statis temporibus habeantur. Utrumque eventum vobis gratulamur ex animo, cum inde spes bona refulgeat fore ut uberes salutaresque fructus non oriri non possint. Ad Tertianos Carmelitas quod attinet, cupimus imprimis ut illam Iesu Christi sententiam prae oculis et in mente habeant: Estote... perfecti, sicut et Pater vester caelestis perfectus est y).
1

Non enim iis

tantum, qui sacerdotio sunt initiati, vel ad religiosa nuncupanda vota divino quodam instinctu vocati sunt, vitae sanctitas commendatur, sed iis omnibus etiam, qui ad laicorum statum pertinent, iisque nominatim ut in praesenti agitur qui in Tertium sunt Carmelitarum Ordinem cooptati; qui quidem, cum Religiosae Familiae quodam modo adhaereant, tot Sanctorum Sanctarumque Caelitum fulgore illustri, ad eorum insistenda vestigia omni se ope excitare debent. Quam ad rem quod attinet, id praesertim intenta mente considerent : se
1

MATTH.

V,

48.

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non posse externae actioni vitae atque apostolatus operibus frugifere se dedere, nisi prius animus cuiusque suus christiana virtute, ac precandi pieque meditandi studio conformetur ac permoveatur. Atque adeo nullis parcere laboribus percupiant, quibus ceteri etiam, quos fratres habeant, divina aspirante iuvanteque gratia, vel ad frugem bonam reducantur, vel iam reducti cotidie impensius alacriusque ad christianam perfectionem assequendam et ad Iesu Christi Regnum magis magisque dilatandum contendant. Hac recta habita ratione id facilius profecto efficere poterunt, quod initum vitae genus ac peculiares normae eidem propositae ab ipsis postulant. Hoc est : Pro viribus ad Regnum Dei propagandum et proximos adiuvandos vitam impendant ; ideoque temporibus determinatis, iuxta consilium et directionem Superiorum, ad opera caritatis, ad doctrinam christianam pueros docendos, et fovendas vocationes sacerdotales et religiosas praesertim Carmelitanas, ad missiones sustentandas aliaque opera apostolica incumbant ; eundemque in finem Actioni Catholicae in propria paroecia libenter servitium praestent .
2

Peculia-

liari autem modo Deiparae Virgini Carmelitidi se ut filios devoveant, eam impensissima pietate colant, eiusque potentissimo patrocinio se omnino committant. Hac agendi ratione eam habebunt in hac terrestri vita, tot periculis, tot procellis iactata, itemque in supremo mortis discrimine vigilem consolatricem et adiutricem amantissimam; in piaculari autem igne, si forte eodem expiandi erunt, divinae gratiae divinaeque opis conciliatricem. Ad novum vero asceterium quod pertinet, vota facimus ex animo ut ad Spiritualium Exercitiorum usum, non modo utrique clero, sed laicorum etiam hominum ordini frugiferum, quam maxime augendum conferat. Id peculiari modo postulant in quae incidimus tempora. Etenim ex una parte caelestium rerum inconsiderantia ac neglegentia multorum incessit animos ; ex altera autem vehementior ad exteriora effusio effrenaque terrenarum rerum cupido, quae non paucos exagitat, supernorum bonorum desiderium pedetemtim extenuat atque interdum etiam restinguit. Ex quo saepius fit ut fluxis evanidisque rebus nimium implicentur homines, atque adeo ab aeternis meditandis veritatibus facilitate summa prohibeantur; fitque etiam, pro dolor, ut christiana virtus enervetur, christianaque non raro labet ac sensim sine sensu evanescat fides. Oportet igitur sacrorum secessuum utilitas ab omnibus penitus agnoscatur iidem-

Regula Tertii Ordinis B. M. Mariae de Monte Carmelo Typ. Pol. Vaticanis, MOMXLTX,

art. 59.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

que omnibus ita cordi sint, ut eorum invecta consuetudo quam latissime proferatur. Habemus quidem cur vobis, hac etiam de re, gratulemur admodum ; dum a caelestium bonorum Datore necessaria auxilia ad optima, quae suscepturi estis, incepta salutariter provehenda, supplicibus precibus deposcimus. Jnterea vero eorundem supernorum munerum conciliatrix esto Apostolica Benedictio, quam tibi, dilecte fili, omnibusque sodalibus Tertii Ordinis Carmelitarum, iis praesertim, qui ad sacram Fatimae aedem proxime con venturi sunt, peramanter in Domino impertimus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die III mensis Aprilis, anno
MCMLVii,

Pontificatus Nostri undevicesimo. P I U S PP. X I I

III
AD E M U M P. D. ADEODATUM IOANNEM, EPISCOPUM SABINENSEM ET MANDE-

LENSEM S. R. E. CARDINALEM PIAZZA, SACRAE CONGREGATIONIS CONSISTORIALIS A SECRETIS, QUEM LEGATUM MITTIT AD SANCTI NICOLAI SACRA SOLLEMNIA, MYRENSIS, OB

REPOSITIONEM CELEBRANDA.

EXUVIARUM

EPISCOPI

BARII

P I U S PP. X I I Venerabilis Prater Noster, salutem et Apostolicam Benedictionem. Inter insignia monumenta, quae maiorum pietas in Italia e solo excitavit, merito habetur sacra Bariensis aedes in honorem condita Sancti Nicolai Episcopi Myrensis, cui sollicitudines pastorales aliaeque egregiae virtutes singularem meruere apud posteros venerationem. Nobilem huic aedi f ecere famam quum artis ornamenta et opera, tum potissimum ipsius sancti reliquiae, quas ex Asia translatas idem templum asservat, et signa haud dubia caelestis opis, quam constanter experti sunt Barii cives et alii, qui illuc accedunt venerabundi. Quo factum est, ut basilica haec non modo civium et advenarum e tota Italia quamplurima, sed e dissitis quoque oris confluentium fidelium peregrinantium frequentia et religione celebretur. Iam vero, haud ita pridem, sacrae exuviae Sancti Nicolai ex crypta ipsius templi in alium locum advectae conditaeque fuerunt, ut pristina eorum sedes opportune reficeretur ac meliore ratione decoraretur. Nunc vero pium consilium initum est, ut sacra illa pignora sollemniter et

Acta Pii Pp. XI t

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maximo populi comitatu in renovata crypta reponantur, ubi per saecula religiosissime asservabatur. Nos igitur, translationis eiusmodi sollemnitatem adaugere exoptantes, te, Dilecte Fili Noster, qui suburbicariam Ecclesiam Sabinensem et Mandelensem regis ac tanta dignitate in Romana Curia adiutricem operam Nobis praestas, Legatum Nostrum eligimus et renuntiamus, ut sacris ritibus ac caerimoniis reliquiarum Sancti Nicolai translationis novique altaris consecrationis, quae in magnifico templo Bariensi proximo mense Maio peragentur, Nostram gerens personam, praesideas ac modereris. Laetam autem in spem adducimur, eiusmodi sollemnia non paulum christiano populo ad religionis pietatisque incrementum esse profutura. Quo interea festus dies salutarior evadat, tibi ultro facultatem largimur, ut, Sacro pontificali ritu peracto, adstantibus fidelibus nomine Nostro Nostraque auctoritate benedicas, plenariam indulgentiam iisdem proponens, usitatis Ecclesiae condicionibus lucrandam. Superni denique auxilii in auspicium et peculiaris Nostrae caritatis pignus, Apostolicam Benedictionem tibi, Dilecte Fili Noster, egregio Archiepiscopo Bariensi cunctisque iis, qui sacris sollemnibus intererunt, peramanter in Domino impertimus. Datum Romae apud Sanctum Petrum, die xvi mensis Aprilis, anno MCMLVii, Pontificatus Nostri undevicesimo.

PIUS PP. X I I

IV
AD E M U M P. D. CAROLUM MARIAM TIT. SANCTAE MARIAE IN AQUIRO S. R. E. PRESB. CARDINALEM DE LA TORRE, ARCHIEPISCOPUM QUITENSEM, DUODENA LUSTRA AB INITO SACERDOTIO IMPLENTEM.

P I U S PP. X I I Dilecte Fili Noster, salutem et Apostolicam Benedictionem. Memoriam suavissimam diei illius, quo sexaginta abhinc annos primum Sacrum in ipsa alma Urbe rite Deo perlitasti, ut libenter intelleximus, haud ita pridem renovasti et exeunte hoc mense fideles tibi commissi aliique quondam tuae curae traditi, clero quidem favente ac praeeunte, duodecim sacerdotii tui lustra fervidis obsequii pietatisque significationibus sollemniter celebrare statuerunt.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

In ipso enim fiorenti aevo, munera tibi concredita, praesertim animarum curam exercendi ac theologiam dogmaticam docendi in Seminario Quitensi, alacriter obiisti. Deinde episcopali dignitate quinque et quadraginta abhinc annos exornatus, primo in dioecesi Lajensi, post septennium in dicione Rivibambensi tum, altero septimo exacto, in sede Guayaquilensi, denique, elapsis pariter septem annis, in ista metropolitana Quitensi pastorali officio adsiduam actuosamque operam tribuisti. Longum est recensere tot in Ecclesiam merita eaque tam egregia, quae hoc diuturno temporis spatio tibi comparasti ; sed silentio omnino premere nequimus peculiares adhibitas curas ad catholicam fidem et .iuventutis educationem tuendam, novas quoque familias religiosas ex exteris regionibus advocando, ad opera Actionis Catholicae pia ac socialia fovenda, ad aedes paroeciales, scholas et collegia erigenda, ad excolendas ecclesiasticas vocationes et in variis dioecesibus tibi crediti clericorum Seminaria aperienda. In praesenti autem istic nova Seminarii Minoris sedes, hodiernis necessitatibus aptius respondens, opportune exaedificata. Quas quidem laudes Nos Ipsi respicientes, te, Dilecte Fili Noster, quadriennio ante Romanae purpurae splendore decorare voluimus, ipsi Ecclesiae Senatui libenter adscribentes. Nunc itaque, praeclaram nacti opportunitatem, de sacro ministerio tam diuturne utiliterque exercito ex animo gratulamur, a Deo impensa prece exorantes, ut caelestibus donis solaciisque recreatum a.d seros usque annos te benigne servet ac tueatur. Quo autem sollemnia proxima utiliora christiano populo evadant, tibi ultro facultatem facimus, ut, die constituta, Sacro pontificiae" ritu peracto adstantibus fidelibus nomine Nostro Nostraque auctoritate benedicas, plenariam indulgentiam iisdem proponens, ad Ecclesiae praescripta lucrandam. Superni denique auxilii in auspicium atque praecipuae Nostrae caritatis pignus, Apostolicam Benedictionem tibi, Dilecte Fili Noster, universoque clero ac populo tuae vigilantiae demandato peramanter in Domino impertimus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die xn mensis Maii, anno MDccLVii, Pontificatus Nostri undevicesimo. P I U S PP. X I I

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ALLOCUTIONES I
Patronis atque alumnis Operis, quae Stations de plein air appellatur, in Belgio abhinc xxv annos ortae. * De mme que le jour de votre arrive Rome, chers fils, laissera en vous des souvenirs ineffaables, Nous garderons Nous aussi longtemps prsente au cur la joie que Nous ressentons maintenant, joie de vous accueillir et de recevoir avec vous, en pense, tous ceux qui n'ont pu vous accompagner, mais vous ont chargs de leurs souhaits et de leurs dons. Nous avons maintenant en effet l'occasion de rencontrer Nos fils les plus dpourvus des biens de ce monde, ceux qui s'adresse davantage Notre sollicitude, parce qu'ils l'attendent avec plus de ferveur et qu'ils y trouvent un puissant motif de consolation et un allgement leurs souffrances. Ainsi donc se ralise un rve magnifique que, maintes fois, dut vous paratre illusoire et auquel vous refusiez peut-tre de croire ! Et pourtant la Divine Providence vous permet maintenant de le vivre! Elle a suscit tant de dvoments, de collaborations, de sympathies que vous pouvez, vous aussi, participer au privilge qu'envient beaucoup d'autres chrtiens : celui de venir prier sur les lieux consacrs par la mort des Aptres saint Pierre et saint Paul et de nombreux martyrs ; celui aussi de dire votre attachement au Pre commun et de recevoir sa bndiction et ses encouragements. Soyez donc ls bienvenus chez Nous, et remerciez le Seigneur qui vous a conduits jusqu'ici, pour Nous permettre de vous manifester quelle place vous tenez dans Nos proccupations. En dpit de vos modestes ressources, vous n'avez pas voulu vous prsenter devant Nous les mains vides et vous avez dsir Nous offrir plusieurs dons en tmoignage de votre affection. Ces prsents Nous apparaissent d'autant plus prcieux, que chacun d'eux reprsente une part de votre travail, des privations et des sacrifices, et traduit aussi avec force l'ardeur de vos sentiments. Nous vous en remercions avec effusion. Votre prsence ici, chers fils, met en vidence un contraste de l'poque moderne. Quiconque s'intresse mme de loin aux questions sociales ne peut qu'admirer les progrs accomplis pendant ces derniers temps
* Habita die 3 Maii mensis a. 1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

en matire d'allocations familiales, de pensions, d'assurances sociales, de politique du logement. Ces progrs ont amlior notablement la condition de milliers d'ouvriers et de petites geris. A regarder superficiellement la situation des pays d'Europe les plus fortuns, on pourrait avoir l'illusion que, chez eux, le rseau des lois et des organisations d'assistance constitue un appareil efficace pour combattre la misre, ou du moins les causes involontaires qui la provoquent. lelas ! vous savez par exprience personnelle qu'il n'en est pas ainsi. Malgr tant d'efforts louables et de bonnes intentions, il faut bien constater, chez les populations des pays les plus dvelopps de ce continent, une proportion encore impressionnante de personnees, dont le revenu reste infrieur au minimum vital. Ce sont des centaines de milliers de gens, qui vivent constamment en proie aux plus dures ncessits, privs d'un logis dcent, torturs par la faim, luttant dsesprment pour garder un peu de dignit et ne pas sombrer dfinitivement dans la misre noire et le dsespoir. Plusieurs fois dj l'opinion publique a t branle par tel ou tel cas plus tragique, qui lui rvlait avec clat des dtresses insouponnes. Mais bientt aprs, l'indiffrence et l'oubli retombent comme un voile pais pour cacher ces spectacles pnibles et faire taire ces voix lancinantes qui clament leur appel. Comment expliquer ce grand nombre de dlaisss, sinon par le fait que les lois et les organisations d'assistance sociale s'adressent ceux qui sont dj capables de s'aider eux-mmes, d'apporter une contribution dtermine qui leur permettra de jouir des garanties prvues? Souvent cause de circonstances malheureuses, d'un oubli ou d'une ngligence, l'intress perd son droit l'assistance ou constate que rien n'est prvu pour son cas, devenu subitement tragique. Voil un homme, une famille rduite l'indigence, contraints d'accepter des conditions d'habitation, un genre de vie indignes d'tres humains et dont il leur sera extrmement difficile de sortir. De ceux-l, de ceux qui n'ont pas les moyens de s'organiser, et dont on n'escompte aucun avantage politique ou conomique, la socit se dsintresse, alors qu'ils souffrent cruellement et que leur faiblesse les expose aux manuvres d'exploiteurs sans scrupules, qui tcheront de leur extorquer le peu qu'ils possdent encore et de les maintenir dans cet tat d'infriorit. Faut-il voquer l'exemple de l'exploitation des taudis? Des maisons vtusts, dlabres, dpourvues des installations hyginiques les plus ncessaires, rapportent parfois leurs propritaires des sommes importantes, sans qu'il leur en cote rien, puisqu'ils ngligent depuis lontemps d'y faire les rpara-

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tions indispensables. On ne dira jamais assez le tort que ces habitations causent aux familles condamnes s'y rfugier. Privs d'air et de lumire, vivant dans la salet et dans une promiscuit indicible, les adultes et surtout les enfants, deviennent vite la proie des maladies contagieuses, qui trouvent dans leurs organismes dbilits un terrain favorable. Mais les dommages moraux sont bien plus graves encore : l'immoralit, la dlinquance juvnile, la perte du got de vivre et de travailler, la rvolte intrieure contre une socit qui tolre de pareils abus, ignore et laisse croupir ainsi des tres humains, peu peu transforms en paves. Et la socit elle-mme supportera les consquences de cette imprvoyance : pour n'avoir pas voulu prvenir le mal et y porter remde temps, elle dpensera des sommes normes, afin d'entretenir tout un appareil de rpression de la dlinquance et de payer les frais de sjour prolong dans les sanatoriums et les cliniques. Que de millions consacrs soigner des maux qu'il serait plus facile et moins coteux de prvenir ! L'une des consquences les plus nfastes du logement insalubre et insuffisant, c'est la dficience grave de l'ducation des enfants. Combien d'entre eux sont moralement abandonns par leurs parents, privs de soins et d'affection, contraints de vivre sur la rue ou dans uiie ambiance marque par le vice ! Invitablement, aux tares physiques s'ajoutent des dsquilibres psychologiques et affectifs; les tendances moins bonnes, livres l'anarchie, ne tardent pas touffer les autres et rendre le sujet inapte toute vie sociale ordonne. Ainsi le mal, accidentel peuttre l'origine, s'enracine trs vite et aggrave lourdement la tche de la rducation. Des personnes de bonne foi, mais ne possdant sur la question que des informations insuffisantes, croiront aisment que la majorit de ceux qui vivent dans les taudis, ou doivent se contenter de ressources infrieures au minimum vital, en sont l par leur faute ou leur ngligence, et que les organismes d'assistance sont capables de secourir quiconque en aurait besoin. En fait, les institutions existantes s'adressant surtout, ainsi que Nous l'avons dj dit, ceux qui peuvent s'aider eux-mmes, elles devraient tre adaptes et leur action tendue mme ceux qui, pour une raison quelconque, sont incapables de bnficier des mesures dj en vigueur. Il est normal que les organismes chargs de rpartir les fonds destins l'assistance aient la proccupation d'une bonne gestion; mais on ne peut admettre qu'ils perdent de vue leur objectif principal et recherchent d'abord leurs intrts propres, au dtriment de la fin pour
23 ACTA, vol. XXIV. n. 7 25-6-1957.

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laquelle ils ont t crs : il arrive ainsi qu'ils se ferment aux plus misrables et ceux qui ont le plus urgent besoin de leur intervention. Nous voudrions donc attirer l'attention des pouvoirs publics sur cette plaie persistante de la socit contemporaine : il reste encore toute une portion de la socit atteignant jusqu' 10 et mme 20% de la population totale dans les pays d'Europe les mieux pourvus, qui ne peut pas vivre une vie dcente et vraiment humaine, qui demeure livre sans dfense la maladie et la corruption morale, et devient mme souvent victime de gens sans scruples; il en rsulte pour les Etats des charges financires considrables destines endiguer les maux engendrs par la persistance des taudis. Les bonnes volonts et des comptences ne manquent pas, prtes tudier srieusement le problme et suggrer des remdes. Il faudrait adapter les lois qui traitent de cette matire, les complter, remdier aux vices de fonctionnement des organismes de secours, rprimer vigoureusement toutes les formes d'exploitation. Les solutions pratiques doivent tenir compte des circonstances propres chaque pays, chaque rgion, chaque situation. Elles doivent surtout considrer la misre sous son aspect principal, l'aspect humain. Que l'on envisage les difficults personnelles de l'intress et celles de sa famille, ses possibilits de relvement, et qu'on le suive avec attention et affection, en dlguant pour ce travail des auxiliaires prouvs. Souvent en effet les prescriptions des lois et des rglements s'avrent incapables de couvrir toute la complexit de la vie relle, et suscitent mme des difficults qui empchent une action de secours vraiment efficace. Il importe donc de confier l'uvre de relvement des personnes actives, srieuses et pleinement dvoues leur tche, que l'on munira de l'autorit et des pouvoirs ncessaires l'excution de leur mission. L'initiative prive aura videmment son rle important dans la lutte contre la misre. L'uvre des Stations de plein-air, grce laquelle vous avez pu entreprendre votre voyage Rome, en donne une preuve clatante. Fonde depuis plus de 25 ans pour envoyer au grand air les enfants des quartiers pauvres, elle s'est heureusement dveloppe et, mettant profit des collaborations dvoues, elle conduit avec succs de nombreuses activits d'assistance aux plus besogneux, qui elle procure des logements, des secours en vtements, en mobilier ; elle s'occupe des enfants moralement abandonns, place au travail les adolescents et dploie bien d'autres formes ingnieuses de charit. Quelle que soit, chers fils, l'attitude des hommes vptre gard, leur indiffrence ou leurs injustices, vous pouvez tre srs que le Seigneur ne

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vous oublie pas, lui qui a dclar : Deux passereaux ne se vendent-ils pas un as? Et pas un d'entre eux ne tombe sur la terre l'insu de votre Pre. Et vous donc ! Vos cbeveux mmes sont tous compts Le Seigneur vous regarde comme ses enfants, vous aime et vous protge d'autant plus qu'il vous voit dpourvus des biens de ce monde et en butte, comme il le fut lui-mme, l'incomprhension de beaucoup. Ne craignez donc pas qu'il vous abandonne ! Si la souffrance et les privations vous psent, songez qu'au milieu de ce dpouillement il vous reste l'essentiel : la prsence d'un Pre trs bon, qui rcompensera votre fidlit. Sans doute, vous demande-t-il de prier avec ferveur, de rester droits, honntes et courageux, mme quand vient la tentation de cder, comme tant d'autres, l'attrait du mal. La Providence multiplie de jour en jour le nombre de ceux qui connaissent vos ncessits, veulent les secourir et s'y emploient de tout cur. Apportez-leur votre collaboration avec la volont de vous entr'aider, autant que possible, et de soutenir de plus pauvres que vous. Rentrs dans votre pays, vous manifesterez votre reconnaissance au Seigneur, en vous mettant l'uvre avec plus de joie et plus d'ardeur, et vous susciterez autour de vous un renouveau de confiance, condition premire pour l'amlioration de votre sort et de celui de tous vos compagnons. Nous invoquons sur vous tous, sur vos familles, sur vos bienfaiteurs et sur tous ceux qui s'efforcent de venir en aide aux dshrits, les plus abondantes faveurs divines et de tout cur Nous vous en donnons pour gage Notre Bndiction Apostolique.

II
Ad eos habita qui studiosis commentationibus per hebdomadam actis interfuerunt, auspice Pontificia Academia Scientiarum, de siderum multitudine quae caelorum spatia incolunt. * A l'gal des autres sciences physiques dont l'poque prsente admire le prodigieux dveloppement, l'astronomie traverse maintenant une priode de recherches et de dcouvertes des plus fcondes. Aussi Nous agret-Il particulirement d'accueillir aujourd'hui, avec le groupe choisi d'astronomes qui participent la confrence runie l'Observatoire du Vatican, les membres de Notre Acadmie Pontificale des Sciences. Au milieu de cette assemble de savants insignes et d'infatigables investiga1

MATTH.,

10 30.

* Die 20 Maii mensis a. 1957.

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teurs des merveilles de la cration, Nous prouvons l'ardent dsir de redire l'hymne que le Seigneur met sur les lvres de tous ceux qui reoivent de lui avec reconnaissance le don de la vie, de l'intelligence et de l'amour : Caeli enarrant gloriam Dei et opus manuum eius annuntiat firmamentum .* Pour connatre mieux encore ce ciel

toile qui vous parle, par son

immensit et son ordonnance, de la puissance et de la sagesse de son Auteur, la confrence convoque sous Nos auspices se propose d'aborder en un dbat libre et familier les questions les plus actuelles, qui proccupent les spcialistes, et mme tous ceux qui s'intressent de prs ou de loin la connaissance de l'univers physique. Lorsque le Congrs de l'Union Astronomique Internationale se runit Rome en 1952, Nous en profitmes pour fliciter ses membres des conqutes merveilleuses, que leur science avait accomplies au cours des dernires annes. Nous avons alors retrac les tapes marquantes, qui avaient permis de se former une ide plus prcise du systme galactique et de la position que le soleil y occupe ; puis d'tablir la nature vritable des nbuleuses spirales, en reconnaissant en elles d'autres galaxies analogues la ntre et peuples de milliards d'toiles. Au del des mondes connus, on pouvait ds lors en souponner d'autres, qui se rvleraient bientt au regard pntrant d'un tlescope gant. A ce moment d'ailleurs on publiait la dcouverte faite par Baade, selon laquelle l'chelle communment admise des dimensions de l'univers devait tre double, ou mme multiplie par un facteur plus grand encore. C'est ce mme astronome que l'on doit aussi la premire mention du thme central de vos prsents colloques, l'existence de deux types de populations stellaires. L'article de Baade, paru en 1944, signalait d'abord que des photographies prises sur des plaques sensibles au rouge avec le tlescope de 2 m 50 du Mont Wilson avaient pour la premire fois rsolu en toiles distinctes les deux compagnons de la nbuleuse d'Andromde et la rgion centrale de cette mme nbuleuse. Heureux coup de hasard? Non point, mais plutt le fruit d'une recherche longue et ardue. De puissants tlescopes permettaient dj de rsoudre en toiles individuelles les parties extrieures de la nbuleuse, mais le noyau central restait cornpltement amorphe, mme sur les photographies prises avec les meilleurs instruments. Finalement l'habilet et la patience eurent raison de la difficult ; pour divers motifs, on pouvait supposer que le noyau de la n-

Ps. 18, 2.

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buleuse contenait rellement des toiles distinctes, mais trop faibles pour apparatre comme telles sur les clichs. On pouvait aussi prsumer que les plus brillantes d'entre elles seraient les gantes rouges. Baade pensa qu'en utilisant des plaques sensibles au rouge, on russirait les fixer. Poussant la limite des possibilits les moyens dont on disposait alors, il prolongea le temps de pose jusqu' neuf heures, et russit photographier un bon nombre d'toiles dans le noyau de la nbuleuse d'Andromde et dans ses deux compagnons. Il dmontra ensuite que les astres nouvellement dcouverts taient moins lumineux et plus froids que les gantes bleues qui peuplaient les bras de la spirale, et arriva la conclusion que les populations stellaires des galaxies se divisent en deux groupes : l'un reprsent par les gantes bleues et les toiles des amas galactiques (Type I), l'autre par les toiles du noyau, les amas globulaires et les Cphides variables courte priode (Type I I ) . Les deux types diffrent non seulement en clat et en couleur, mais en ge, situation, composition chimique, mode et quantit de la production d'nergie. Dans le mme article, Baade note que, ds 1926, Oort avait dcouvert dans notre galaxie deux catgories d'toiles aux caractres diffrents : les unes doues d'un mouvement rapide par rapport au soleil, les autres se dplaant plus lentement. Ces deux catgories, qui se distinguaient aussi par la frquence de leurs types spectraux et par la concentration galactique, correspondent respectivement au Type II et au Type I de Baade. Ainsi les dcouvertes de Baade et de Oort se compltaient mutuellement et ouvraient la voie toute une srie de thories et de recherches, dont vous traiterez dans cette confrence. Un simple regard sur le programme, que vous vous tes fix, dvoile, mme qui n'est pas spcialiste en la matire, la complexit des questions qui s'offrent vous et des lignes d'approche que ncessite une investigation complte du sujet. Vous commencez par l'tude des galaxies extrieures et procdez ensuite la discussion dtaille du systme de la Voie Lacte. Tel est en effet le processus logique pour aborder la question des populations stellaires et ce fut la marche suivie en ralit par les progrs de la science, car il a t extrmement difficile de dterminer les dtails de notre Galaxie du fait que la terre elle-mme y est incluse. Les premiers lments de solution de votre problme furent donc trouvs dans les galaxies extrieures, bien que tout rcemment on ait appris beaucoup au sujet de notre propre Galaxie. Ainsi les astronomes hollandais ont russi localiser les bras de la spirale, grce l'observation des

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ondes radiolectriques mises par l'hydrogne qui s'y trouve. Puisque les toiles de notre systme sont beaucoup moins lointaines que celles des galaxies extrieures, l'astronome aborde plus aisment leur tude et s'applique dterminer leur clat, leurs spectres, leurs mouvements et leur distribution dans l'espace. Une grande part de ces connaissances ne put tre acquise qu' l'aide des moyens les plus puissants, dont on disposait. Ansi par exemple, l'tude des amas globulaires, si fconde en renseignements sur les populations de Type I I , a profit des services du rflecteur de 5 m du Mont Palomar. Nanmoins on accomplit aussi d'excellente besogne avec des instruments plus modestes, notamment pour l'tude des toiles variables, laquelle l'Observatoire du Vatican, Nous sommes heureux de le souligner, apporte une utile contribution. Sur les Cphides, qui constituent une source prcieuse d'information pour le problme des populations stellaires, on attend encore une estimation plus prcise de leur nombre dans les diverses parties de la Galaxie, ainsi que de leur spectre, de leurs mouvements et du mcanisme de leurs variations. Quant aux toiles clair, ces astres tonnants, que l'on voit soudain crotre pour briller intensment pendant un temps plus ou moins bref, puis revenir leur clat primitif, sans doute en dcouvrira-t-on de nouvelles et parviendrat-on mieux expliquer leur comportement et leur distribution. Vous accorderez une attention particulire aux problmes, qui concernent l'volution des toiles, la production d'nergie leur intrieur, la formation des atomes et les transformations qu'ils subissent. La collaboration du spcialiste en physique nuclaire et de l'expert en statistiques s'impose ici pour complter ce que l'on sait dj sur les modifications subies par les noyaux atomiques soumis des tempratures leves, sur les cycles qui se succdent dans le dveloppement d'une toile individuelle et les diffrences de comportement qui caractrisent sur ce point les divers ty^pes d'toiles. Vous vous efforcerez de prciser le rle de la composition chimique dans la gense des diffrents types et les changements qu'elle subit ensuite, de mme que les effets exercs par le milieu interstellaire, poussire ou gaz, sur les astres qui le traversent, les changes de matire entre le milieu et l'toile, et les consquences qui s'ensuivent pour l'un et pour l'autre. L'cart d'ge, que vous assignez aux divers types, recle aussi une signification du plus haut intrt. Tandis que les toiles de population II comptent environ 5.000 millions d'annes, c'est--dire peu prs l'ge de l'univers lui-mme, la population I semble vieille tout au plus de quel-

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ques dizaines de millions d'annes. Il est naturel que les supergantes bleues, qui mettent constamment une quantit considrable d'nergie sous forme de chaleur et de lumire, payent cette prodigalit par l'puisement relativement rapide de leurs rserves, tandis que les toiles anciennes, comme le soleil, mnagent davantage leurs ressources, encore que la quantit d'nergie mise continuellement par le soleil paraisse norme. Vous russirez peut-tre dcouvrir des toiles plus jeunes encore que celles que l'on connat, ou mme qui sait? en observer la gense. La formation et l'volution des toiles les plus anciennes de la population I I , requerra une bonne part de votre attention, malgr l'intrt bien comprhensible que s'attirent leurs compagnes plus jeunes cause de leurs tranformations spectaculaires. Le soleil mrite bien qu'on ne le nglige pas, car, outre l'influence directe qu'il exerce sur la terre et ses habitants, il consent aussi plus facilement, en raison de son voisinage, rvler les secrets de son comportement; son tude ne cessera donc jamais de constituer un secteur essentiel de l'astronomie. Nul ne pensera cependant ngliger pour cela les galaxies extrieures, dont Nous avons soulign plus haut l'importance pour les recherches astronomiques. Les Nuages de Magellan en particulier ont l'avantage d'tre les deux systmes stellaires les plus proches de notre Galaxie et de fournir des renseignements qu'on demanderait en vain aux systmes plus distants. Aussi avez-vous invit votre confrence le reprsentant d'un grand Observatoire de l'hmisphre Sud, qui leur a consacr une part notable de ses efforts. Les galaxies elliptiques, qui contiennent surtout des toiles de population I I , ressemblent un peu aux amas globulaires, mais s'en distinguent certainement par les dimensions et l'origine. Les amas globulaires eux-mmes, quand on les soumet un examen approfondi, rvlent entre eux certaines discordances. Ainsi le diagramme de HertzsprungRssel de l'un ne correspond pas exactement celui d'un autre. Peuttre mme en conclura-t-on que les types de populations stellaires ne sont pas limits deux. Il vous appartient d'en dbattre et de vous communiquer mutuellement sur ce point, comme sur tous ceux que Nous avons voqus, les informations que vous avez recueillies et les conclusions, auxquelles vous conduit votre exprience personnelle. Chercher inlassablement des faits prcis, laborer des thories pour les expliquer, vrifier la thorie par de nouvelles observations, la corriger au besoin, la remplacer par une autre plus parfaite, qui tienne compte da-

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vantage des donnes acquises, tel est le labeur incessant de l'astronome, labeur qui, mme aux yeux des profanes, apparat titanesque. Quel que soit le stade atteint par son enqute, l'astronome ne peut se passer d'une image d'ensemble de l'univers, dont il scrute les plus minutieux dtails. Mme si de lourdes inconnues rendent caduques certaines de ses constructions, il ne se dfend pas de l'impression si exaltante qu'il domine le cosmos par la pense et lui arrachera tt ou tard de nouveaux secrets. Mais alors mme qu'il tiendra en main les clefs qui lui ouvriront les portes closes, sa tche sera encore loin d'tre termine. Non seulement parce que l'volution des mondes stellaires renouvelle sans rpit l'objet de son intrt, mais parce que la vrit qui mettra le terme son lan occupe en ralit un plan suprieur celui de la recherche scientifique. La connaissance de l'univers physique, de l'infiniment petit l'infiniment grand, grise l'intelligence humaine par ses nigmes dconcertantes et attirantes la fois, mais elle ne dissipe pas son vritable tourment. Comme tous les autres savants, comme l'ingnieur aux prises aves les applications modernes de l'lectronique ou de l'nergie nuclaire, mais aussi comme le plus humble des travailleurs intellectuels ou manuels, l'astronome cherche une vrit qui dpasse de loin celle du calcul mathmatique, des lois gnrales de la physique, ou de quantits matrielles mesurer, dplacer, dominer. L'immensit du cosmos, sa splendeur, son organisation, que seraient-elles sans l'intelligence, qui s'y dcouvre en le contemplant et qui y voit comme un reflet d'elle-mme? Ce que l'homme lit dans les toiles, n'est-ce pas le symbole de sa propre grandeur, mais un symbole qui l'invite monter plus haut, chercher ailleurs le sens de son existence? La pense scientifique contemporaine s'habitue ne reculer devant aucun problme, et c'est lgitime aussi longtemps qu'elle reste dans son ordre propre. Mais, comme l'univers moral transcende le monde physique, toute acquisition de la science se situe sur un plan infrieur aux fins absolues de la destine personnelle de l'homme et aux relations qui l'unissent Dieu. La vrit scientifique devient un leurre partir de l'instant, o elle croit suffire tout expliquer, sans se rattacher aux autres vrits et surtout la vrit subsistante, qui est un Etre Vivant et librement Crateur. L'effort du savant, si dsintress et courageux soit-il, perd sa raison dernire, s'il renonce voir, au del des fins purement intellectuelles, celles qui lui propose sa conscience, le choix dcisif entre le bien et le mal, l'orientation profonde de sa vie la conqute des valeurs spirituelles, de la justice et de la charit, de cette charit surtout qui n'est point simple philantropie ou senti-

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ment de la solidarit humaine, mais qui procde d'une source divine, de la Rvlation de Jsus-Christ. Heureux qui peut lire dans les toiles le message qu'elles renferment, un message d'une autorit la mesure de qui l'a crit, digne de rcompenser le chercheur de sa tnacit et de son habilet, mais l'invitant aussi reconnatre Celui, qui donne la vrit et la vie et tablit sa demeure dans le cur de ceux qui Padorent et qui l'aiment. En formant des vux sincres pour que ces changes de vues rpondent votre attente et vous procurent les vives satisfactions d'un labeur plus fructueux, Nous prions l'Auteur de tout bien de vous accorder son aide et sa protection, en gage desquelles Nous vous donnons de tout cur Notre Bndiction Apostolique. III Ad Sorores Auxiliatrices Animarum in Purgatorio degentium quae Romae convenerant ad beatificationem Yen. Servae Dei Mariae a Providentia, eiusdem Congregationis fundatricis. * Runies autour du Pre Commun pour clbrer la glorification de la Bienhereuse Marie de la Providence que Nous venons d'lever sur les autels, vous remerciez dans la joie, chres filles, le Seigneur, qui manifeste avec clat, d'une manire nouvelle, les merveilles de sa bont. Ceux que d'avance il a discerns, il les a prdestins reproduire l'image de son Fils Soulever un monde lourd du poids de la matire, transformer par la Rdemption les cratures esclaves du pch en enfants de lumire, les animer par la vie de son Esprit, les associer sa gloire ternelle : tel fut et tel reste le plan mystrieux de Dieu, Et chaque poque de l'histoire, il suscite des mes privilgies, ornes des dons clatants de la nature et de la grce, et leur confie la tche de reflter dans toute leur action, la prodigieuse grandeur du dessein rdempteur qu'il rvla en Jsus-Christ et continue de manifester dans l'Eglise aujourd'hui. Eugnie Smet, issue d'une famille aux traditions Chrtiennes solides, resplendit par la perfection de sa foi surnaturelle, par le contact, pour ainsi dire constant, avec l'au-del, par le zle ardent qui la pousse . communiquer ses convictions son entourage et l'entraner sa suite dans le mme lan de confiance et de gnrosit. Enfant, elle demande Dieu, sa chre Providence , comme elle aime dire, tout ce qui lui
* Habita die 27 Maii mensis a. 1957.
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Born. 8, 29

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fait dfaut, une robe de fte, une pice de monnaie pour les pauvres. Mais pntre de gratitude pour les libralits divines, elle brle aussi d'offrir la Providence ce qui lui agre le plus : Pour remercier la Providence, dit-elle, je pourrais lui donner les mes du Purgatoire, qu'elle voudrait tant faire entrer au ciel . Ainsi vient d'clore en son cur, comme une fleur rare et dlicate, le dsir qui sans cesse crotra et s'amplifiera sous l'impulsion de la grce pour s'panouir maintenant dans la Congrgation des Auxiliatrices du Purgatoire et dans les uvres apostoliques si diverses et si fcondes, dont elles ont la charge. Que la charit envers les mes souffrantes s'unisse intimement chez Eugnie Smet l'apostolat le plus concret, le plus actif, le plus universel, voil sans aucun doute un trait saillant de sa physionomie spirituelle et le cachet particulier que Dieu voulut lui donner. La jeune fille, qui secourt les pauvres gens de Loos et pourvoit leurs besoins, s'ingnie aussi propager l'uvre de la Sainte Enfance en faveur des petits chinois; elle vient en aide aux forats de Toulon, aux soldats malades de Lille, devinant que par ses mains passe le flux des faveurs divines, qu'elle est messagre et interprte de la Providence et de sa volont rdemptrice. Sa pense et son cur s'lvent constamment des souffrances de ce monde celles de l'autre. De part et d'autre, il s'agit d'accomplir les intentions du Seigneur, d'clairer, de soulager, de librer, de sauver. Le 1
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'

et le 2 novembre 1853, cette intuition fondamentale commence

prendre corps en des projets plus prcis : organiser une association de prires en faveur de l'Eglise souffrante, fonder une famille religieuse. Les cinq preuves attendues de Dieu lui sont donnes, et ds lors rien ne pourra plus entraver sa rponse. Cependant, quelle preuve lorsque, laissant la maison paternelle et ses affections les plus chres, elle ne trouve Paris qu'amertume et dception ! Le groupe dont elle avait rv de faire le noyau de sa future congrgation, se rvle inapte l'entreprise. Journes douloureuses que celles o elle prouve comment les rves les plus audacieux, conus pour le service de Dieu, risquent de se briser dfinitivement au contact des contingences humaines. Alors que la certitude qui la soutenait semble s'effriter, une assurance nouvelle entre en elle, fonde non plus sur les motifs humains, mais sur l'appui d'en-haut. La prsence du Seigneur se manifeste par des signes indubitables : il lui parle par la voix de l'Archevque de Paris et de guides autoriss. Si plusieurs des premires compagnes manquent d'une vocation vritable, d'autres se prsentent d'une vertu solide et possdant toutes les garanties de srieux et de gnrosit. L'installation la Ba-

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rouillre en 1856 donne l'entreprise son dpart dfinitif, mais il manque 'encore aux premires Auxiliatrices le cadre d'une rgle religieuse et les lumires d'une homme expriment. La Providence leur obtient les rgles de saint Ignace et leur envoie un religieux averti pour en surveiller l'application. Au presbytre d'Ars, d'o il observe attentivement les premiers pas de la fondation, Jean-Marie Vianney exulte; pntrant l'avenir de son regard de voyant, il suit en esprit les cheminements rapides et srs de la petite socit. Il aprouve son apostolat auprs des malades, inaugur deux jours seulement aprs l'arrive la Barouillre, et dclare : Cette uvre est une pense d'amour jaillie du Cur de Jsus . Dsormais la vie de Marie de la Providence est voue la tche, chaque jour plus lourde, de la direction et de l'organisation de sa congrgation, de l'orientation de son travail, du soutien de ses premires fondations. Il s'agit la fois d'tablir les fondements spirituels inbranlables, garants des fruits venir, et de mener ses filles vers les formes d'activit que le Seigneur leur indique. L'appel des missions de Chine, comment y rsister, puisqu'elles promettent la fois de plus ardus sacrifices et une plus abondante moisson d'mes? Le dpart des premires Auxiliatrices missionnaires l'emplit d'motion et d'allgresse, car elle devine qu'il contribuera de manire insigne la plus grande gloire de Dieu. Trois ans aprs l'arrive Shanghai et la prise en charge du Seng Mou Yeu, s'ouvre, comme preuve indniable des bndictions divines, le second noviciat des Auxiliatrices. Pendant que son Institut tend ses ramifications en France et l'tranger, Marie de la Providence gravit son calvaire, ronge par un mal; qui la torture sans piti. Mme accable par la souffrance, elle garde extrieurement sa tranquille assurance, sa ferveur contagieuse, sa gaiet. Personne mieux qu'elle ne sait crer dans une communaut l'esprit de "famille simple et cordial, consoler toutes les peines, rpandre la confiance et la paix. Cependant, dans le secret de son me, la prsence divine enlve peu peu tous les autres appuis intrieurs, la prive de toute consolation sensible, la brle dans la souffrance physique et morale, comme -dans un purgatoire qui consommera sa vocation. Son directeur spirituel la soutient alors de sa parole nergique, l'exhorte accepter sans rserve la volont du Seigneur sur elle, rpondre sans hsitation aux sacrifices demands. Par la grce de Dieu, crira-t-elle, il n'y a pas une pense dans mon esprit, pas un sentiment dans mon coeur, qui ne soient tout Lui . Pendant de longs mois, elle renouvelle sans lassitude le don

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d'elle-mme et l'acceptation de ses douleurs, comme pour puiser toutes les ressources de son tre, ne rien y laisser qui ne soit sacrifi pour les mes du Purgatoire. Ainsi amasse-t-elle le trsor, d'o se rpandront aussi profusion les faveurs spirituelles sur celles qui la suivront et continueront dans la voie qu'elle a trace.. Dans tous les pays o elles essaiment, les Auxiliatrices s'efforcent d'(( aider tout bien, quel qu'il soit , suivant les ncessits locales et ls inspirations de la Providence : visite et soin des malades domicile, instruction religieuse des enfants et des adultes, centres de formation catchtique, service social sous toutes ses formes, enseignement primaire et secondaire dans les missions, jardins d'enfants, foyers pour les jeunes. Adeurs activits elles ont su ds le dbut associer les lacs dsireux d'imprgner leur vie du mme esprit, de participer avec le mme zle au service de l'Eglise militante et souffrante. Quiconque poursuit ainsi le dpouillement de tout intrt personnel et de tout gosme et se consacre sans rserve l'uvre rdemptrice universelle, connatra, comme Marie de la Providence, la souffrance et l'preuve, mais aussi l'invincible scurit de qui s'est tabli sur la force de Dieu mme et attend avec une humble confiance l'heure du triomphe sans fin : In te Domine speravi, non confundar in aeternum . Telle est la grce que Nous vous souhaitons, chres Pilles, vous ici prsentes, toutes les communauts de votre Institut, toutes les personnes qui bnficient du rayonnement bienfaisant de votre action. En gage des faveurs divines, que Nous appelons sur vous par l'intercession de la Bienheureuse Marie de la Providence, Nous vous accordons de tout Cur Notre paternelle Bndiction Apostolique.

NUNTIUS R A D I O P H O N I C U S
CHRISTIFIDELIBUS DATUS, OB QUARTUM CONVENTUM EUCHARISTICUM E*TOTA HISPANIA, IN URBE GRANATA COADUNATIS. *

Venerables Hermanos y amados hijos que, en la histrica ciudad de Granada, estis clausurando el cuarto Congreso Eucaristico Nacional espaol : (( Benedictus Deus et Pater Domini Nostri Iesu Christi
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Bendito

sea Dios, Padre de Nuestro Seor Jesucristo, Padre de las misericordias


* Die 19 Maii mensis a. 1957.
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2- Cor. 1, 3.

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y Dios de todo consuelo , que os ha dejado gozar de este dichoso da, en que la serie de los homenajes pblicos y nacionales al Seor Sacramentado ha podido ser reanudada en esa nacin tan querida, y despus de un parntesis tan largo. ' Porque, antes que nadie, en el lejano 1893, fu Valencia, la perla del Turia, que pareca poder exigir este privilegio por haber sido cuna de la adoracin nocturna y patria de San Pascual Bailn, la que prest el escenario para el primer Congreso; le sigui, tres aos despus, la antiqusima y remota Lugo, la ciudad de la Exposicin continua del Santsimo, con el segundo; vino ms tarde, en 1926, la inolvidable Asamblea de Toledo, que con su Custodia de Arfe y su Transparente parece haber puesto el arte al servicio del Sacramento de los altares. Y slamente hoy, despus de tres agitadsimos decenios, como iris de paz en un cielo nuevo, se viene a completar esta gran cruz trazada sobre el territorio nacional, y precisamente en la muy noble ciudad de Granada, que, renovando los esplendores de aquellos das, en que se la llam la Damasco de Andaluca , se ha transformado toda en un altar, cuyo dosel es el azul pursimo de su bruido cielo, cuyo retablo est formado por los fondos blanquecinos de su Sierra Nevada y los verdes incomparables de su fecunda vega, cuyas macetas de flores son los perfumados jardines de la Alhambra y del Generalife, reflejndose en las frescas aguas del Darro y del Genil. Y en este templo sin par, cantando al Amor de los Amores, cantando a su Seor, cantando a ese Dios, est ah toda Espaa, la de los Concilios Toledanos con su vetusta fe en la presencia real ;
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la de los grandes

Padres defensores de esta misma creencia : Leandro, Ildefonso, Braulio y, sobre todo, el gran Isidoro ; la de los insignes pintores eucarsticos ; la de las custodias monumentales, la de los grandes telogos de las definiciones tridentinas, la de los prodigios eucarsticos, la que ha sabido hacer de su entraable devocin a Jess Sacramentado una de sus caractersticas religiosas. Y t misma, Granada felicsima, no son cosa tuya aquellos cantores de las glorias del gran Sacramento, que fueron el piadossimo Fray Luis, el celossimo Juan de Avila, el doctsimo Francisco Surez o aquel pedagogo eucaristico, que se llam Don Andrs Manjn? No reson en tus iglesias la voz, impregnada siempre de ternuras hacia el Dios humanado, del elocuentsimo Fray Diego de Cdiz, o no fuiste
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Cfr. L'Eucaristia nei primi tre Concilii di Toledo, De eccles, officiis, c. P. U., tom.

ai
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G.

LACHEIXO,

Pont Univ. Gre-

goriana, 1 9 3 8 .
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1. 1

18 - MIGNE

col.

755.

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testigo de los ardores serficos, ante el Tabernculo, de aquel hroe de la. caridad que se llam Juan de Dios? Nada, pues, de nuevo si hoy todos vosotros, amadsimos hijos catlico espaoles, habis querido ofrecer este homenaje especial al que habis siempre aclamado como meta ltima de vuestras inteligencias y vuestros corazones, al que habis siempre reconocido como centro de toda verdad y origen de toda vida. Ego sum veritas , parece que os dice l mismo escondido bajo esas especies sacramentales. Y vosotros, adorndole, se dira que lo estis reconociendo, puesto que, al caer de rodillas, proclamis su divinidad y afirmis vuestra fe en ella misma ; al acudir a 1 suplicantes, manifestis vuestra condicin de miembros de una naturaleza cada, que siente la necesidad de su ayuda; al cantarle vctima inmolada, le estis agradeciendo el beneficio inestimable de la Redencin, fuente de todos nuestros bienes ; al aclamarle glorioso triunfador de la muerte, admits el argumento definitivo de su santsima resurreccin, preludio cierto de la vuestra. Pero l dice tambin Ego sum vita , y bien podra asegurarse que vosotros se lo estis repitiendo al correr en estos mismos momentos hacia sus altares con la mirada anhelante, como un da en el desierto las multitudes del pueblo de Israel corran hacia Moiss, para no morir de sed. El mundo es como un desierto espiritual y en este desierto no hay ms agua que la que brota abundante de esta piedra ; no hay ms agua que esa gracia divina por la cual hemos sido salvados y que l os ofrece con abundancia y superabundancia ; , no hay ms agua que esta gracia que a vosotros llega por esos arcaduces divinos, que son los sacramentos. Y de ellos, el primero, el centro de todos, aquel hacia el cual todos estn ordenados, es este misterio inefable, perfeccin de todos los dems en los que, de un modo o de otro, se participa de la vida de Cristo.
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Mas si queris centrar las ideas todas de vuestro Congreso, como Nos ha parecido notar, en la visin de Cristo-Hostia, pero Cristo-HostiaAmor, entonces s que aparece luminosamente claro que l, precisamente en ese Sacramento, es la verdad, porque en l est la suma manifestacin de aquella verdad, de aquella inmensa caridad que es la ms grande
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Cfr. Ex. 17, Num. 20. Cfr. Eph. 2, 5. Cfr. Io. 10, 10. Cfr. S. Th. 3 p. q. 65, a. 3.

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de las verdades. Dens caritas est . Slamente la caridad de un Dios, manifestada especialmente en el Santsimo Sacramento del altar, ha hecho posibles tantos misterios de nuestra santa fe, que podemos entender slo como efluvio de esta caridad ; entonces s que se ve con evidencia meridiana que 1 es vida, porque para vivir es imprescindible unirse a l, y esta unin slamente se consuma en la caridad, slamente se perfecciona en el amor, en ese amor y en esa unin que son capaces de todas las maravillas. Que esta verdad no se aleje nunca de vuestras mentes, hijos amadsimos, para que no os dejis seducir nunca por el engaoso seuelo de otras falaces doctrinas, que no han podido resistir la luz de la Eucarista, como las aves nocturnas no pueden soportar los resplandores del sol; que esta vida no muera nunca en vuestras almas, sino que se conserve siempre en pleno vigor, para transfundirse luego espontneamente en todas vuestras acciones, amndoos los unos o los otros, para afrontar juntos con serenidad los momentos que os puede deparar la Providencia, dentro de un sincero espritu de calma, de colaboracin, de recurso constante a Dios y de confianza en vuestros grandes destinos. Que en esta fuente de gracia hallis siempre las energas necesarias para santificaros en el cumplimiento exacto de todos vuestros deberes ; que ella procure realmente luz a vuestras inteligencias, paz a vuestros espritus, obediencia y vigor a vuestras voluntades, brasas encendidas de caridad a vuestras almas y alas a vuestros pies, para llevar a vuestros hermanos, ausentes y engaados, el mensaje de vuestro a m o r .
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Y que la Benedicin de Dios Omnipotente, Padre, Hijo, y Espritu Santo, descienda sobre vosotros todos ; sobre T, amadsimo Hijo, Legado Nuestro, que con tanto decoro ocupas la Silla Primada espaola en una ancianidad todava vigorosa y fecunda; a Nuestros Hermanos en el Episcopado con su clero y su pueblo ; al Excmo. Jefe del Estado ; a todas las dignas autoridades presentes y a cuantos han contribuido a la preparacin y buen xito de tan memorable Asamblea ; a la ciudad de Granada, a toda Andaluca y a la amadsima Espaa en general ; a todos los ah presentes y a cuantos de cualquer modo oyen Nuestra voz, vehculo impalpable de Nuestro ms sincero afecto. Suba desde las vegas granadinas, perfumado con los mejores aromas de sus crmenes floridos, un soplo de verdad y de vida, que llene todas
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1 lo. 4, 16. Cfr. Oracin del Congreso. Ibid.

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las tierras ibricas, las altas y las bajas, supere las cordilleras, corra por los mares y se desparrame por el mundo, para hacerle ms tranquilo y ms pacfico, ms santo y ms hermoso, ms feliz y ms acepto a los ojos serenos del Altsimo.

NUNTIUS SCRIPTO DATUS


CHRISTIFIDELIBUS, OB SACRA SOLLEMNIA IN REPOSITIONE EXUVIARUM SANCTI NICOLAI EPISCOPI MYRENSIS, BARII COADUNATIS,

L'avvenimento che oggi commuove di mistica esultanza i fedeli delle varie diocesi pugliesi e li raccoglie in una straordinaria glorificazione del Vescovo San Mcola, l'angelo tutelare della loro piet religiosa ; questo storico avvenimento, per il quale l'illustre citt di Bari, pulsante di traffichi e di commercio, vede le reliquie del Santo Vescovo di Mira attraversare in trionfo le sue contrade per ritrovar poi, in pi decorosa cripta e in pi degno loculo, i silenzi della devota venerazione dei fedeli, a Noi piace, diletti figli, contemplarlo pieni di gratitudine al Signore e di speranze per l'avvento della sospirata rinascita cristiana. Dal giorno in cui l'audace piet dei marinai baresi trasport in Occidente il sacro deposito di spoglie cos preziose, cotesta antica citt e le Puglie, l'Italia e il mondo cattolico sono testimoni della gloriosa vitalit di un culto, che al sepolcro del Santo attira folle commosse di pellegrini sempre nuovi, ma trascinanti seco dolori che non conoscono diversit di tempi, e che si risolvono presso quelle reliquie in suppliche piene di fiducia e in conforti ricchi di lumi e di grazie. A queste pie turbe, diventate oggi una moltitudine osannante e implorante, Ci preme di ricordare come lo zelo apostolico, che certamente animava un Pastore di anime e di popoli, quale fu San Nicola, se dovette sospingere il Santo Vescovo a correre pietoso in sollievo degli infermi, degli orfani, dei mali del suo tempo, senza dubbio non lo arrest neppure davanti alle eresie che infestavano l'Oriente, facendolo fermo baluardo della verit rivelata contro i pericoli che insidiavano la pura fede di popoli convertiti di recente alla luce del Vangelo. Non dissimile, sebbene su altro piano, la grande opera di risanamento e di costruzione alla quale, ora pi che mai, intenta la Chiesa di Dio nel mondo.

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E) il combattimento contro le forze ostili, la pacifica lotta della verit contro l'errore, della virt e del bene contro il male e l'iniquit. Se legittima cosa per le povere, bisognose creature pellegrinare ai sepolcri dei Santi coi personali affanni del corpo e dello spirito, e riscaldare la fede e la virt alla fiamma inestinguibile che da quei sepolcri emana, supremo dovere di tutti accostarsi a tali focolari di grazia e di benedizione, pensosi di quella santa Chiesa militante e dolorante, Madre nostra, che dalla preghiera dei suoi figli, dal loro lavoro personale e collettivo, dalla loro immolazione, attinge validi contributi per assicurare le sue salutari conquiste e le sue vittorie. Il Santo che dall'Oriente allarg il suo influsso spirituale sull'Occidente, con noi, presente ai bisogni della Chiesa, potente intercessore presso Dio, suscitatore presso gli uomini di rinnovate energie. Soccorra il suo intervento all'azione direttiva dei Pastori del gregge di Dio ; allo zelo sempre pi fervido dei sacerdoti ; alle molteplici attivit dell'Azione Cattolica ; all'opera di formazione e di difesa della giovent tanto insidiata. Per terra e sui mari sentano la sua protezione quanti a lui ricorrono per aiuto e salvezza. Ottenga egli alla diletta Bari, alla Chiesa, di rifiorire per nuova vita nella fede, nella piet, nei costumi ; affretti il giorno in cui l'intera societ umana possa salutare l'alba auspicata di un mondo migliore. Con tali voti Ci caro di accompagnare al Signore le Nostre preghiere e quelle dei Nostri figli e d'impartire a tutti i presenti alle solenni cerimonie l'Apostolica Benedizione. Dal Vaticano, 7 Maggio 957.

PIUS PP. X I I

24

ACTA,

vol.

X X I V .

n.

25-6-1957.

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Acta Apostolicae

Seis

Commentarium

Officiale

ACTA SS. CONGREGATIONUM


SUPREMA SACRA CONGREGATIO S. OFFICII

DUBIUM
DE VALIDA CONCELEBRATIONE

Quaesitum est ab hae Suprema Sacra Congregatione an plures Sacerdotes valide Missae sacrificium concelebrent, si unus tantum eorum verba Hoc est corpus meum et Hic est sanguis meus super panem et vinum proferat, ceteri vero verba Domini non proferant, sed, celebrante sciente et consentiente, intentionem habeant et manifestent sua faciendi verba, et actiones eiusdem. Feria IV, die 8 Martii 1957 Emi ac Revmi D D . Cardinales, rebus fidei et morum tutandis praepositi, praehabito Consultorum voto, proposito dubio responderi decreverunt : Negative :nam, ex institutione Christi, ille solus valide celebrat, qui verba consecratoria pronuntiat. Sabbato autem, die 18 eiusdem mensis et anni, SSmus D. N. D. Pius divina Providentia Papa X I I , in Audientia Emo ac Revmo D. Cardinali Pro-Secretario S. Officii concessa, relatam Sibi Emorum Patrum resolutionem adprobavit et publicari iussit. Datum Romae, ex Aedibus S. Officii, die 23 Maii 1957. Arcturus De Jorio, Notarius

Sacra Congregatio de Propaganda Fide

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S. CONGREGATIO DE PROPAGANDA FIDE

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MWANZAEN. - MASWAN.
(SHINYANGAN)

DECRETUM
DE F I N I U M ET NOMINIS MUTATIONE

Ad aptius catholicam fidem in Tanganyikana regione prolatandam, preces ad hanc Sacram Congregationem de Propaganda Fide porrectae sunt ut fines inter dioeceses Mwanzansem et Maswansem immutarentur. Quapropter Sacrum hoc Consilium Christiano Nomini Propagando, praehabito favorabili voto Excellentissimi ac Reverendissimi Domini Iacobi Roberti Knox, Archiepiscopi tit. Melitenaei atque Apostolici in Africa Orientali et Occidentali Britannica Delegati, re mature perpensa, districtum civilem, qui vulgo de Shinyanga appellatur, usque adhuc ad meridionalem partem memoratae dioecesis Mwanzansis pertinentem, dioecesi Maswansi totum tribuendum censuit, ita ut fines dioecesis Maswansis eundem districtum complecterentur. Insuper eidem Sacro Consilio visum est dioecesis Maswansis, novo districtu ditatae, nomen mutari ita ut in posterum, ab urbe eiusdem districtus principe, Shinyangansis appellaretur. Quam huius Sacri Consilii sententiam Sanctissimo Domino Nostro Pio Divina Providentia Papae X I I in Audientia diei 9 mensis Augusti relatam, Ipse Summus Pontifex benigne ratam habens et confirmans memoratum districtum de Shinyanga dioecesi Maswansi integrum adnecti eandemque dioecesim Shinyangansem nuncupari dignatus est. Insuper Idem Summus Pontifex praelaudato Delegato Apostolico in Africa Orientali et Occidentali Britannica potestatem fecit ea perficiendi sive per se sive per alium virum in ecclesiastica dignitate constitutum, onere imposito huc transmittendi authenticum exemplar actus peractae exsecutionis.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Quibus super rebus edi iussit praesens Decretum perinde valiturum ac si Apostolicae sub plumbo Litterae datae forent. Datum Romae, ex Aedibus Sacrae Congregationis de Propaganda Fide, die 9 mensis Augusti a. D. 1956.

P. Card. FUMASONI BIONDI, Praefectus L. S. f P. Sigismondi, Archiep. tit Neapolitan, in Pisidia, a Secretis

II
PROVISIO ECCLESIARUM Sanctissimus Dominus Noster Pius Divina Providentia Papa X I I singulas quae sequuntur Ecclesias de novo Pastore dignatus est providere, nimirum : die Iii Ianuarii 1957. Cathedrali episcopali Ecclesiae Castriesensi praefecit R. P. Carolum Gachet, e Congregatione Filiorum B. M. V. Immaculatae, parochum loci Soufrire in insula Sancta Lucia, archidioecesis Portus Hispaniae. die 26 Ianuarii. Cathedrali episcopali Ecclesiae Mombasansi et Zanzibarensi R. P. Eugenium Iosephum Butler, e Congregatione S. Spiritus sub tutela Immaculati Cordis Beatissimae Virginis Mariae. Titulari episcopali Ecclesiae Siguitanae R. D. Ioannem Kwao Amusu Aggey, e clero saeculari archidioecesis Lagosensis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Leonis Taylor, e Societate Missionum ad Afros, Archiepiscopi eiusdem archidioecesis. Titulari episcopali Ecclesiae Fussalensi R. D. Ioannem Choi, e clero saeculari coreano, parochum ecclesiae quasi-Cathedralis in civitate vulgo Taiku, quem constituit Vicarium Apostolicum nuper erecti vicariatus apostolici Pusanensis. Titulari episcopali Ecclesiae Abbiensi R. D. Bartholomaeum Kim, e clero saeculari coreano, hactenus Praefectum Apostolicum Chongiuensem, quem constituit Vicarium Apostolicum nuper erecti vicariatus apostolici eiusdem nominis. Titulari episcopali Ecclesiae Corydalensi R. P. Haroldum Henry, e Societate S. Golumbani pro Missionibus apud Sinenses, quem constituit Vicarium Apostolicum nuper erecti vicariatus apostolici Kvangiuensis. Titulari episcopali Ecclesiae Dalisandensi in Pamphylia R. P.

Sacra Congregatio de Propaganda Fide

373

Rodulfum Koppman, e Congregatione Oblatorum Missionariorum Mariae Immaculatae, quem constituit Coadiutorem cum iure successionis Exc. P. D. Iosephi Gotthardt, Vicarii Apostolici Windhoekensis. Titulari episcopali Ecclesiae Gomphensi R. P. Ludovicum Valerianum Arroyo, ex Ordine Fratrum Minorum, quem constituit Vicarium Apostolicum Requenansem. die 15 Februarii. Cathedrali episcopali Ecclesiae Umtaliensi, nuper erectae, R. P. Danielem Raymundum Lamont, ex Ordine Fratrum B. Mariae V. de Monte Carmelo. Titulari episcopali Ecclesiae Magnesiensi ad Maeandrum Revmum P. D. Ioannem a Cruce Anyogu, Praelatum Domesticum Sanctitatis Suae, Vicarium Generalem archidioecesis Onitshansis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Caroli Heerey, Archiepiscopi eiusdem archidioecesis. Titulari episcopali Ecclesiae Sestensi R. D. Iacobum Gleeson, e clero saeculari archidioecesis Adelaidensis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Matthaei Beovich, Archiepiscopi eiusdem archidioecesis. die 7 Martii. Titulari episcopali Ecclesiae Bencennensi R. D. Ioannem Kodwo Amissah, e clero saeculari archidioecesis Litoris Capitis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Gulielmi Thomae Porter, e Societate Missionum ad Afros, Archiepiscopi eiusdem archidioecesis. die 15 Martii. - Titulari episcopali Ecclesiae Salonitanae Exc. P. D. Alanum Le Breton, e Societate Mariae Monfortana, hactenus Episcopum Tamatavensem. die 1 Aprilis. Titulari episcopali Ecclesiae Latopolitanae Exc. P. D. Thomam Hughes, e Societate Missionum ad Afros, hactenus Episcopum Ondonsem. die 12 Aprilis. Cathedrali episcopali Ecclesiae Tamalensi Revmum P. Gabrielem Champagne, e Societate Missionariorum Africae, Vicarium Generalem eiusdem dioecesis. Cathedrali episcopali Ecclesiae Navrongensi, nuper erectae, Exc. P. D. Gerardum Bertrand, e Societate Missionariorum Africae, hactenus Episcopum Tamalensem. Cathedrali episcopali Ecclesiae Gibutensi, nuper erectae, R. P. Bernardinum Hoffmann, ex Ordine Fratrum Minorum Capuccinorum. Titulari episcopali Ecclesiae Ariassensi R. P. Ioannem Fryns, e Congregatione S. Spiritus sub tutela Immaculati Cordis Beatissimae Virginis Mariae, quem constituit Vicarium Apostolicum nuper erecti vicariatus apostolici Kinduensis.

374

Acta Apostolicae

Sedis

- Commentarium

Officiale

III
NOMINATIONES Decretis, ut infra datis, Sacra Congregatio de Propaganda Fide ad suum beneplacitum renuntiavit : die 29 Martii 1957. R. P. Tbeopbilum Albertum Cadoux, e Missionariis Ss. Cordis Iesu, Praefectum Apostolicum nuper erectae praefecturae apostolicae Kaolackensis. die 3 Maii. R. P. Honoratum Jouneaux, e Congregatione Oblatorum Missionariorum B. M. V. Immaculatae, Praefectum Apostolicum nuper erectae praefecturae apostolicae Palansis.

SACRA CONGREGATIO RITUUM

PARISIEN.
DECRETUM
BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS VENERABILIS SERVAE DEI MARIAE A PROVIDENTIA, IN SAECULO EUGENIAE SMET, FUNDATRICIS SORORUM AUXILIATRICUM ANIMARUM IN PURGATORIO DEGENTIUM.

SUPER DUBIO

An, stante approbatione virtutum ac duorum miraculorum, Tuto procedi possit ad eiusdem Venerabilis Beatificationem. Magniflcentissimus Deus admirabili munificentia hominem ad suam creavit gloriam ; ut autem intimius huius gloriae homo fieret particeps, Christus Ecclesiam fundavit eamque mysticum corpus suum constituit, atque ita homines ad adoptionem suorum filiorum elevavit; docet enim Apostolus : Non accepistis spiritum servitutis iterum in timore, sed accepistis spiritum adoptionis filiorum, in quo clamamus : Abba-Pater... Si autem filii, et heredes : heredes quidem Dei, coheredes autem Christi (Rom. V I I I , 15-17). Iamvero animabus piorum, qui in osculo Domini mortem oppetunt, reposita est quidem corona iustitiae; verum si vel levi culpa notentur,

Sacra Congregatio Rituum

375

haec virtute gratiae remittitur, non autem poena, quia post mortem merendi status cessat. Purgatorio itaque igne ad tempus a divino iudice determinatum expiantur, quia patiendo exsolvunt quod debent, et ita cessat reatus, ut eis in aeternam patriam ingressus patere possit, in quam nihil inquinatimi ingreditur. (Cfr. S. Thom., De Malo V I I , 11). Poena qua animae cruciantur est admodum gravis, docente eodem Angelico Doctore : Poena purgatorii minima excedit maximam poenam huius vitae ( I V Sent. D. XXI q. 1. art. I, 3). Ast dum divina iustitia necessario punit, divina pariter benignitas ac misericordia dilectis filiis succurrit. Omnes enim electi, seu adhuc in mundo viventes, seu in Purgatorio degentes, seu iam in coelesti patria beati, mysticum ipsius divini iudicis Christi corpus constituunt, sunt eius viva membra ; ideoque, et est de fide, per Communionem Sanctorum animae in Purgatorio degentes viventium in mundo S u f f r a g i i s possunt iuvari ; eaedemque, ut est Ecclesiae sensus, pro viatoribus intercedere apud Deum pro eorum necessitatibus valent. Hinc factum est, ut non solum plurimae ab Ecclesia Missae divinaque officia in earum suffragium celebrentur, atque a fidelibus preces ac poenitentiae opera in earum solamen offerantur, sed plurimae quoque Piae Uniones, Confraternitates, immo Religiosae Familiae constitutae sint, quarum praecipue finis est animarum suffragium. Mirifcum zeli erga animas in Purgatorio degentes exemplum Ven. Maria a Providentia, in saeculo Eugenia Smet, exhibet; quae Insulae anno 1825 nata, vel a prima adulescentia erga has animas pietate reniduit. Quae pietas temporis tractu, mirabili divinae Providentiae dispositione eam ad Institutum condendum pro harum solamine impellebat. Verum ab hoc tam salutari facinore humilitas eam deterrebat; sed prudentium et vitae sanctitate insignium virorum, praecipue S. Ioannis Vianney, consilium, atque eius tunc Archiepiscopi consensus aliaque mira adiuncta ei persuaserunt id divinae esse voluntatis. Itaque anno 1856 Institutum canonice initium habuit, ac dein mire auctum et per mundum propagatum. Venerabilis Maria insignia virtutum omnium specimina praebuit, heroicae praesertim patientiae, atroces sustinendo dolores canceris, qui eam ad mortem adduxit; morbi profecto quem optaverat, ut posset multum pro dilectis animabus pati. Ecclesiae sacramentis a Servo Dei Petro Olivaint S. I. receptis, lectissimam animam die 7 Februarii anno 1871 exhalavit. Sanctitatis fama, qua adhuc vivens fruebatur, post mortem vividior

376

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

facta est; quare in Parisiensi Curia anno 1926 canonicae inquisitiones fuere peractae ac per Rogatoriales litteras in Vicariatu Apostolico de Nan-King. Servatis itaque servandis, Pius Papa XI f. r. causam Sacrorum Rituum Congregationi die 5 Maii 1936 commisit pertractandam. Apostolicis peractis inquisitionibus super virtutibus habitisque S. R. C. coetibus, approbante SS. D. N. Pio Papa X I I , Sacra haec Congregatio decretum pro heroicis virtutibus die 22 Februarii a. 1955 edidit; cui die 22 Ianuarii anni huius alterum duo miracula approbans successit. Reliquum erat ut Sacra haec Congregatio aperiret omnia quae a iure requiruntur in hac servata fuisse causa, ut Tuto tandem ad Beatificationem posset procedi. Quapropter Revmis Cardinalibus, Officialibus Praelatis Patribusque Consultoribus propositum stante tionem. Unanimi favorabili suffragio cuncta S. R. C. huic dubio respondit. In Pascalibus itaque gaudiis novissimum hoc decretum super Tuto hodie SS. D. N. Pius Papa X I I promulgari, in acta S. R. C. referri Apostolicasque Litteras sub anulo Piscatoris de sollemnibus Beatificationis in Vaticana Basilica quandocumque celebrandis expediri mandavit. Datum Romae, de 21 Aprilis, in Sollemnitate Paschae a. D. 1957. approbatione virtutum et duorum fuit dubium : Tuto An, miraculorum, procedi

possit ad sollemnem Ven. Servae Dei Mariae a Providentia Beatifica-

C. Card. CICOGNANI, Praefectus L. S. f A. Carinci, Archiep. Seleuc, a secretis

Diarium

Romanae

Curiae

377

DIARIUM ROMANAE CURIAE


Gioved, 23 maggio 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza il Conte Dott. RUDOLF STRACHWITZ, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica Federale di Germania, per la presentazione delle Lettere Credenziali. Gioved, 6 giugno 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza Sir MARCUS CHEKE, Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario di Gran Bretagna, per la presentazione delle Lettere Credenziali.

S. CONGREGAZIONE DE PROPAGANDA FIDE


NOMINE La Sacra Congregazione de Propaganda Fide con successivi Decreti ha nominato : 4 febbraio 1957. S. E. R. Monsig. Guglielmo Godfrey, Arcivescovo di Westminster, Presidente nazionale della Pontificia Unione Missionaria del Clero, in Inghilterra. 25 S. E. R. Monsig. Napoleone Alessandro La Brie, della Congregazione di Ges e Maria (Eudisti), Vescovo titolare di Uta, Direttore nazionale delle Pontificie Opere della Propagazione della Fede e di San Pietro Apostolo, nel Canada - Settore di lingua francese. 1 marzo S. E. R. Monsig. Raffaele Ignazio Arias Bianco, Arcivescovo di Caracas o Santiago di Venezuela, Presidente nazionale della Pontificia Unione Missionaria del Clero, nel Venezuela. 18 S. E. R. Monsig. Leone Lommel, Vescovo di Lussemburgo, Presidente nazionale della Pontificia Unione Missionaria del Clero, nel Lussemburgo.

378

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

S E G R E T E R I A D I STATO
ONORIFICENZE Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di conferire: La Commenda dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 8 11 14 25 28 2 3 13 marzo 1957. Al Al Al Al Al Al sig. sig. sig. sig. sig. sig. Prever Giuseppe, dell'arcidiocesi di Torino. Vaccari Vittorio, della medesima arcidiocesi. Ambrosi Augusto, del patriarcato di Venezia. Schiavo Armando (Roma). Filippa Riccardo, dell'arcidiocesi di Torino. Santuccione Domenico, dell'arcidiocesi di L'Aquila. Novello Francesco, della diocesi di Caltagirone. Khalil Giuseppe, dell'arcidiocesi di San Paolo del Brasile. Cerretti Alfonso, dell'arcidiocesi di Messina. Escorei Rodrigues de Moraes Lauro (Brasile). Di Lentini Carlo, dell'arcidiocesi di Catania.

Al sig. Al sig. Al sig. Al sig. Al sig.

aprile

La Commenda dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe militare'. 12 aprile 1957. Al Gen. Cassino Giovanni (Roma).

Il Cavalierato dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile: 22 novembre 1955. Al sig. Van der Loo Guglielmo, della diocesi di Haarlem. 13 dicembre Al sig. Vlker Michele Guglielmo, della diocesi di 's-Hertogenbosch. 19 Al sig. Ney ens Agostino, della diocesi di Breda. 10 gennaio 1956. Al sig. Elsenburg Edoardo, della diocesi di Haarlem. Al sig. Kunze Andrea, della medesima diocesi. Al sig. Van Dijk Enrico, della medesima diocesi. 21 Al sig. de Groof Giovanni Pietro Cornelio, della diocesi di 's-Hertogenbosch. 7 febbraio Al sig. Anten Giacomo E. A. M., della diocesi di Haarlem. Al sig. Van Haren Cornelio C, della medesima diocesi. 14 marzo Al sig. Van Veen Cornelio G. L., della diocesi di Rotterdam. 5 aprile Al sig. Van Keulen Enrico A. C, della diocesi di 's-Hertogenbosch. 12 Al sig. Eemmerswaal Teodoro, della diocesi di Haarlem. Al sig. Schapman Giovanni, della medesima diocesi. Al sig. Kortmann Enrico Maria, della diocesi di Rotterdam. Al sig. De Kleyn Giovanni Guglielmo, della diocesi di 's-Hertogenbosch.

Diarium Romanae Curiae

379

24

aprile


23 29 30


giugno

14 maggio

1956. Al Al Al Al Al Al

sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig.

9 10 12


luglio agosto settembre

Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Ai Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al


16

30 14 18

27 29 23 31


ottobre

8 novembre 20


27

Steenman Giovanni, della diocesi di Haarlem. Terlingen Rodolfo E., della medesima diocesi. O'Malley Michele, della diocesi di Galway. Kppers Giuseppe L., della diocesi di Haarlem. Hopmann Enrico, dell'arcidiocesi di Colonia. Enneking Giulio M., della diocesi di 's-Hertognbosch. Duchamp Claudio, dell'arcidiocesi di Lione. Hugot Derville Alfredo, della diocesi di Quimper. Marret Edoardo, dell'arcidiocesi di Parigi. Bongaerts Eugenio Francesco, della diocesi di Rotterdam. Schoonebeek Bernardo, della diocesi di Haarlem. Van der Bijl Teodoro, della medesima dicesi. Vorstman Fedele, della medesima diocesi. Strengers Enrico, della diocesi di Rotterdam. Guilbert Leonzio, della diocesi di Arras. Lefebvre Alberto, della medesima diocesi. Chambrault Gabriele, dell'arcidiocesi di Parigi. Noronha Federico Enrico, dell'arcidiocesi di Bangalore. Gay Maurizio, dell'arcidiocesi di Aix. Souvay Roberto, della diocesi di Nevers. Montagnon Giovanni, della medesima diocesi. Ehlen Nicola, dell'arcidiocesi di Colonia. Peters Adamo, della medesima arcidiocesi. Mehling Giona, dell'arcidiocesi di Bamberga. Schartmam Guglielmo, della diocesi di Aquisgrana. Brabant Carlo Giulio, della diocesi di Osnabrck. Niesert Adalberto, della medesima diocesi. Goubin Francesco, della diocesi di Nantes. Andr Pietro, della diocesi di Lilla. Breuvart Alfredo, della medesima diocesi. Corduant Maurizio, della medesima diocesi. Danckaert Roberto, della medesima diocesi. Deltour Luigi, della medesima diocesi. Deridile Giuseppe, della medesima diocesi. Lottile Leone Gerardo, della medesima diocesi. Maurette Giorgio, della medesima diocesi. Noddings Paolo, della medesima diocesi. Nys Alfredo, della medesima diocesi. Plouvier Enrico, della medesima diocesi. Pourbaix Paolo, della medesima diocesi. Portier Enrico, della medesima diocesi. Robert Enrico, della medesima diocesi. Scalabre Giorgio, della medesima diocesi. Valdelivre Pietro, della medesima diocesi. Vernier-Motte Andrea, della medesima diocesi. Fehring Giovanni, dell'arcidiocesi di Cincinnati.

Ol

380

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

21 novembre 1956. 6 dicembre 18 21 3 gennaio 1957.

8 18

Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al

sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig.

26 29^ 12 febbraio 14

19 20 27 7


marzo

Al sig. Al sig. Al Al Al Al Al Al Al Al sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig.


21 28 29 30 2

Al sig. Al sig. Al Al Al Al Al Al sig. sig. sig. sig. sig. sig.


aprile

Al sig. Al sig.

Kyte Lorenzo, della medesima arcidiocesi. Long Agostino, della medesima arcidiocesi. Shouvlin Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Verkamp Riccardo, della medesima arcidiocesi. Deryckere Enrico, della diocesi di Lilla, Blatz Valentino, della diocesi di San Diego, Scully Francesco, della medesima diocesi, Casoni Angelo, della diocesi di Lugano, Tighe Emmet Francesco, della diocesi di Winona. Stuyt Ludovico, della diocesi di Rotterdam. Champagne Rodolfo, dell'arcidiocesi di Malines. Horckmans Giulio, della medesima arcidiocesi. Verwaest Alfonso, della medesima arcidiocesi. Thoby Paolo, della diocesi di Nantes. Sigfried Antonio Gerardo, della diocesi di Haarlem. Jousset Michele, della diocesi di Chartres. Wstenberg Teodoro, dell'arcidiocesi di Utrecht. Swarttouw Enrico, della diocesi di Rotterdam. Carrire Marco, dell'arcidiocesi di Montral. McDonald Guglielmo Gett, della diocesi di Wichita. Foley Paolo Giacomo, della medesima diocesi. O'Shaughnessy Giovanni Frane, della medesima diocesi. Coignerai Renato, dell'arcidiocesi di Rennes. Durand Renato, della medesima arcidiocesi. Zedda Arrigo, dell'arcidiocesi di Milano. Belli Giovanni, della diocesi di Osimo. Barthlmy Gastone, della diocesi di Orlans. Dall'Oro Camillo, della diocesi di Cremona. Collin Fernando, dell'arcidiocesi di Malines. Van Den Boogaert Saverio, della medesima arcidiocesi. Zwendelaar Enrico, della medesima arcidiocesi. De Smet Edmondo Maurizio, della diocesi di Bruges. Rossi De Gasperis Luigi (Roma). Salvaggi Giorgio (Roma). Tondelli Mario Roma). Chimini Vincenzo, della diocesi di Brescia. Gaoso Paolo, della medesima diocesi. Greissa Faiez, del patriarcato di Alessandria dei Copti. Catellani Antonio (Roma). Van Dijk Gerardo Giovanni, della diocesi di Haarlem.

Diarium Romanae

Curiae

381

Il Cavalierato dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe militare: 27 luglio

1956. Al cap. Sarcelet Giovanni (Francia). Al cap. Benoist d'Azy Dionigi (Francia).

La Commenda con Placca dell'Ordine di san Silvestro Papa : 18 gennaio 1957. Al 7 febbraio Al Al 8 marzo Al sig. sig. sig. sig. Klein Ernesto, Maggia Guido, Ferrari Paolo, Bona Lorenzo, dell'arcidiocesi di Vienna. della diocesi di Novara. della medesima diocesi. dell'arcidiocesi di Torino.

La Placca dell'Ordine di san Silvestro Papa: 25 febbraio 1957. Al sig. Melandri Ignazio, della diocesi di Tarquinia. La Commenda dell'Ordine di san Silvestro Papa: 7 dicembre 1955. Al 26 gennaio 1956. Al 24 aprile Al Al Al 26 maggio 12 giugno Al 11 16 28 luglio Buening Enrico, dell'arcidiocesi di Paderborna. de Jong Enrico, dell'arcidiocesi di Utrecht. Limper Guglielmo, dell'arcidiocesi di Paderborna. Neuenzeit Federico, della medesima arcidiocesi. Dessauer Federico, della diocesi di Limburgo. Ehret Guglielmo, dell'arcidiocesi di Friburgo in Brisgovia. sig. Wittmann Agostino, della diocesi di Treviri. sig. Weisweiler Casimiro, dell'arcidiocesi di Colonia. Ten. Col. Gouzes Luigi (Francia). Com. Pourcelot Giuseppe (Francia). Col. Them Enrico (Francia). Ten. Col. Lacombe Andrea (Francia). Com. Brisson Maurizio (Francia). sig. Feldhoff Carlo Giuseppe, dell'arcidiocesi di Colonia. sig. Cintra Gordinho Antonio ) dell'arcidiocesi di S. Paolo del Brasile. sig. Silva Henriquez Adolfo, della diocesi di Linares. sig. Diaz Ossa Alfonso, dell'arcidiocesi di La Serena. sig. Donoso Infante Alberto, dell'arcidiocesi di Santiago del Chile. sig. Estevez Cordovez Roberto, della medesima arcidiocesi. sig. Hevia Raffaele, della medesima arcidiocesi. sig. Vivanco Venceslao, della medesima arcidiocesi. sig. Oa y Ribot Giorgio, dell'arcidiocesi di San Cristoforo dell'Avana. sig. Riva Franco, dell'arcidiocesi di Milano. sig. Vastapane Edoardo, dell'arcidiocesi di Malines. sig. Novelli Luigi G., della diocesi di Marilia. sig. Pillan Armelindo, della diocesi di Padova. sig. sig. sig. sig. sig. sig.

27 settembre 29 4 22

Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al

ottobre

novembre

Al Al 2 gennaio 1957. Al

14 16

Al Al Al Al

382

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

18 gennaio 1957. Al sig. Pantalena Alfonso, della diocesi di Agrigento. Al sig. Ricci Claudio, della diocesi di Padova. 29 Al sig. Ottaviani Filippo (Roma). Al sig. De Robertis Roberto, della diocesi di Chiusi. 30 Al sig. Mare Arrigo, della diocesi di Chiavari. Al sig. Taormina Francesco, dell'arcidiocesi di Nuova York. 31 Al sig. Finizio Filandro, dell'arcidiocesi di Chieti. Al sig. Mura Antonio, dell'arcidiocesi di Oristano. Al sig. Thomas Giuseppe, dell'arcidiocesi di Parigi. 8 febbraio Al sig. Vitiello Armando, dell'arcidiocesi di Milano. Al sig. Bonelli Stefano, della diocesi di Saluzzo. 13 Al sig. Argon Chuan-Tsai Kuan (Cina). 19 Al sig. Bullo Felice, della diocesi di Chioggia. Al sig. Segasse De Dhaem Giacomo, delle diocesi di Liegi. Al sig. Doat Enrico, della medesima diocesi. 26 Al sig. Grandi Arturo (Roma). 27 Al sig. Maggini Armando, della diocesi di Recanati. 4 marzo Al sig. Mazzoleni Emilio, dell'arcidiocesi di Milano. Al sig. Salvini Pietro, della medesima arcidiocesi. Al sig. Donati Venceslao, (Roma). 7 Al sig. Belloni Attilio, della diocesi di Lodi. 8 Al sig. Bonomi Natale, della diocesi di Brescia. Al sig. Bonomi Sebastiano, della medesima diocesi. Al sig. Bonomi Tobia, della medesima diocesi. Al sig. Gnutti Mario, della medesima diocesi. Al sig. Gnutti Battista, della medesima diocesi. Al sig. Saleri Paolo, della medesima diocesi. Al sig. De Smedt Giuseppe, dell'arcidiocesi di Malines. Al sig. Van Dyck Leone, della medesima arcidiocesi. Al sig. Vanhee Giovanni, della medesima arcidiocesi. Al sig. Vanhove Giuliano, della medesima arcidiocesi. Al sig. Van Parys Ferdinando, della medesima arcidiocesi. Al sig. Willaerts Emilio, della medesima arcidiocesi. 11 Al sig. Grijalba Giovanni Giuseppe Alfonso, della diocesi di Madrid. Al sig. Alexandri Alessandro (Milano). Al sig. Del Vecchio Vecchiarelli Bruno (Roma). Al sig. Astuti Guido, dell'arcidiocesi di Torino. Al sig. Deliache Adolfo, della diocesi di Tortona. 14 Al sig. Fini Guglielmo (Roma). 16 Al sig. Giovannetti Francesco, della diocesi di Avellino. 19 Al sig. Bonatti Luigi (Roma). 22 Al sig. Santoli Francesco, dell'abbazia nullius della SSma Trinit di Cava dei Tirreni. 23 Al sig. Izzo Amedeo (Roma). 27 Al sig. Spiotta Giovanni, della diocesi di Diano-Teggiano. Al sig. Brambilla Antonio, dell'arcidiocesi di Milano.

Diarium

Romanae

Curiae

383

27

marzo

28

1957. Al Al Al Al Al Al Al Al

sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig.

Iannello Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Terrani Giacomo Luigi, della diocesi di Vigevano. Pea Leone, della diocesi di Brescia. Bocca Alessandro (Boma). Fraccalvieri Leonardo (Roma). Grieco Orazio (Roma). Valenti Ferdinando, della diocesi di Senigallia. Castri Argante, della diocesi di Cortona.

II Cavalierato dell'Ordine di san Silvestro Papa: 13 dicembre 1955. Al sig. Custers Giacomo Giovanni, della diocesi di 's-Hertogenbosch. 10 gennaio 1956. Al sig. Asselman Pietro, della diocesi di Haarlem. Al sig. Erftemeijer Giovanni G. M., della medesima dio26 7 febbraio cesi. Al sig. De Lange Pietro Nicola, della medesima diocesi. Al sig. Post Giovanni Gerardo, della diocesi di Utrecht. Al sig. Inkamp Alfonso Maria, della diocesi di Ruremonda. Al sig. Mac Gowan Giacomo Giuseppe, dell'arcidiocesi di Loanda. Al sig. Mcher Gaspare Uberto Giuseppe, della diocesi di Ruremonda. Al sig. Luykx Giuseppe Gerardo, della diocesi di Breda. Al sig. Mutsaers Guglielmo Antonio, della diocesi di 's-Hertogenbosch. Al sig. Slager Felice Federico, della diocesi di Haarlem. Al sig. Belard da Fonseca Giuseppe, del patriarcato di Lisbona. Al sig. Gemmeke Pietro Giulio, della diocesi di Ruremonda. Al sig. Limpens Matteo Giacomo, della medesima diocesi. Al sig. Alberzoni Paolo Federico, della diocesi di Villarrica. Al sig. Verhagen Adriano Pietro, della diocesi di 's-Hertogenbosch, Al sig. van Wijck Riccardo Stefano, dell'arcidiocesi di Utrecht. Al sig. Daelen Enrico, dell'arcidiocesi di Colonia. Al sig. Zoetmulder Giacomo B. G., della diocesi di 's-Hertogenbosch. Al sig. Rombach Giovanni, dell'arcidiocesi di Friburgo in Brisgovia. Al sig. Steinberger Giuseppe, dell'arcidiocesi di Colonia. Al sig. Baginski Leone Massimiliano, della diocesi di Limburgo. Al sig. Vogel Willibaldo, della medesima diocesi. Al sig. Primault Marcello, della diocesi di Monaco.


25 14 22


marzo


aprile


12 14


maggio

23


luglio agosto

11 18 30

19 settembre 6 ottobre

384

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

23 ottobre 1956. Al Al 8 novembre Al Al Al 22 24 dicembre

sig. sig. sig. sig. sig.

Al sig. sig. sig. sig. sig. sig.

Al 1957. Al gennaio 3 Al Al Al

Al sig.

Hagen Einaldo, dell'arcidiocesi di Colonia. Moreau Michele, della diocesi di Nantes. Prou Augusto, della medesima diocesi. Vivien Massimo, della medesima diocesi. Rodrguez Rodolfo, dell'arcidiocesi di Santiago. del Chile. Hindmarsh Vittorio, dell'arcidiocesi di San Francisco. Bechtel Stefano (Stati Uniti d'America). Herbosch Maurizio, dell'arcidiocesi di Malines. Heyman Gastone, della medesima arcidiocesi. Lambert Carlo Gius., della medesima arcidiocesi. Van Der Reken Giovanni, della medesima arcidiocesi. Van Koetsem Giovanni, della medesima arcidio-

8 15 17

19

25 28


29

30 31

cesi. Al sig. Verwaest Leopoldo, della medesima arcidiocesi. Al sig. Rossini Luigi, dell'arcidiocesi di Milano. Al sig. Soares Francesco A., dell'arcidiocesi di San Paolo del Brasile. Al sig. Samitz Giovanni, della diocesi di Gurk. Al sig. Hansen Federico B., dell'arcidiocesi di Chicago. Al sig. Boldrini Alberto (Roma). Al sig. Mistrello Orfeo, del patriarcato di Venezia. Al sig. Weigl Federico, dell'arcidiocesi di Vienna. Al sig. Hainschink Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Al sig. Aquilone Mario Filippo, dell'arcidiocesi di Lanciano. Al sig. De Hosson Federico Carlo, della diocesi di Rotterdam. Al sig. Sluiter Uberto Teodoro, della diocesi di Ruremonda. Al sig. Geerdink Enrico, dell'arcidiocesi di Utrecht. Al sig. Fiore Nicola, della diocesi di Civitavecchia. Al sig. Pezzali Romeo, della diocesi di Como. Al sig. Cingolani Francesco, della diocesi di Orvieto. Al sig. Fersini Vito, dell'arcidiocesi di Oristano.

UFFICIO D E L MAESTRO D I C A M E R A DI SUA SANTIT


NOMINE Con Biglietti dell'Ufficio del Maestro di Camera di Sua Santit, in data 1 giugno 1957, i signori avv. Antonio Rossini e Giorgio Stoppa sono stati nominati Bussolanti Pontifici Soprannumerari. <

An. et vol. X X X X I X

22 Iulii 1957

(Ser. II, v. XXIV) - N. 8

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


CONSTITUTIONES APOSTOLICAE
I

WAYNE CASTRENSIS
(GARIENSIS)
A DIOECESI WAYNE CASTRENSI QUAEDAM TERRITORIA DETRAHUNTUR, QUIBUS

DIOECESIS

CONSTITUITUR,

GARIENSIS

COGNOMINANTE.

PIUS

E P I S C O P U S
SERVORUM REI DEI

SERVUS AD

PERPETUAM

MEMORIAM

Postulant quandoque rerum adiuncta et christianae causae utilitas, ut dioeceses, quae vel in immensam pateant amplitudinem, vel singularia acceperint religiosae industriae laborumque incrementa, Apostolica haec Sedes partiatur, ex iisque novas condat circumscriptiones, novae spei fontem et caput. Qua de re, cum territoria vulgari sermone appellata Lake, Porter, La Porte et Starke, in dioecesi Wayne Castrensi, magnos omnis generis progressus fecerint, venerabilis Frater Hamletus Ioannes Cicognani, Archiepiscopus titulo Laodicensis in Phrygia atque in Civitatibus Foederatis Americae Septemtrionalis Apostolicus Delegatus, post auditum dilectum Filium Nostrum Samuelem Alfonsum S. R. E. Cardinalem Stritch, Archiepiscopum Chicagiensem, venerabilesque Fratres Paulum Schulte, Archiepiscopum Indianapolitanum, Iosephum E. Ritter, Archie25 - ACTA, vol. XXIV, n. 8. 22-7-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

piscopum S. Ludovici, et Leonem A. Pursley, Episcopum titulo Hadrianopolitanum in Pisidia, olim Administratorem Apostolicum Sede plena eiusdem dioecesis Wayne Castrensis, rogavit ut in ea regione catholicae rei fovendae nova dioecesis constitueretur. Quod Nos consilium animorum bono profuturum esse existimantes, re plene cognita eorumque consensum suppleto, qui in hoc negotio aliquod ius habeant, de venerabilium Fratrum Nostrorum sententia S. R. E. Cardinalium S. Congregationi Consistoriali praepositorum, deque Nostra summa et apostolica potestate haec quae sequuntur statuimus et iubemus. A territorio dioecesis Wayne Castrensis sequentes regiones detrahimus : Lake, Porter, La Porte, et Starke, quas in novae dioecesis formam redigimus, ab urbe Gario, quae est princeps, quaeque in Lake sita est, Gariensis cognominandae. In qua urbe volumus Episcopum sedem ac domicilium habere, cathedra auctoritatis et potestatis episcopalis in templo SS. Angelorum collocata, quod idcirco ad honorem aedium cathedralium evehimus. Quae autem iura, privilegia, insignia, facultates ad omnes alias Ecclesias eiusdem gradus spectant atque ad omnes Episcopos, eadem ipsa sive novae dioecesi sive eins Praesuli damus, iniunctis scilicet huic etiam oneribus et obligationibus sui muneris propriis. Censemus insuper ut et Sedes et sacrorum Antistes archidioecesi Indianapolitanae atque eius Metropolitae suffraganei sint, ut iure et Ecclesiae instituto cavetur. Quia vero multum confert ad Dei altissimi honorem, si Episcopo coetus lectorum virorum adsit, sive in sacris sollemni ritu faciendis, sive in administranda dioecesi, praecipimus ut in cathedrali templo Gariensi Canonicorum Collegium condatur ; quod si statim fieri non potest, Consultores dioecesani, quos dicunt, deligantur, qui tamen a munere cessabunt, eo Collegio constituto. Quod ad regimen et administrationem dioecesis attinet, item ad electionem Vicarii Capitularis, Sede vacante, ad cleri populique iura et onera, in his omnibus horumque similibus normae iuris ecclesiastici omnino serventur. Cum autem hae Litterae Nostrae ad effectum deductae fuerint,, ea pars cleri, quae in novae Sedis territorio domicilium habeat, censeatur eidem adscripta. Acta denique et documenta quae quovis modo conditam Ecclesiam attingant, ad eius Curiam cito mittantur, atque magna diligentia in tabulario serventur. Volumus postremo ut his Litteris exsequendis venerabilis Frater Hamletus Ioannes Cicognani operam det, factis ad id potestatibus, quae possunt, si visum fuerit, alii quoque viro delegari, dummodo ecclesiastica dignitate insigni. Re autem perfecta, idem venerabilis Frater documenta exarabit, sincerisque exemplis ad S. Congregationem Consistorialem nulla mora mittet. Quod si alius tem-

Acta Pii Pp. XII

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pore exsecutionis Delegationi eidem praesit, huic onus iniungimus totius , rei procurandae. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summo rum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die decimo mensis Decembris, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo.

OELSUS Card. COSTANTINI


8, R. E. Cancellarius

>& Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


8. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Albertus Serafini, Proton. Apost Silvius Sericano, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Cano, tab., vol. LXXXXIV, n. 57.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

II TRUXILLENSIS - CAIAMARCENSIS
(OHIOLAYENSIS)
DISMEMBRATIO E TRUXILLENSI ET CAIAMARCENSI ECCLESIIS TERRITORIIS, NOVA CONDITUR DIOECESIS, (( CHICLAYENSIS )) APPELLANDA.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Sicut materiam ilias dulcissima, quae natos complexans in eosdem caritatem suavitatemque aeque partitur, sic Ecclesia sancta omnes homines, qiios filios alendos suscepit a Christo, pari prosequitur sollicitudine, ut iis veritatis, amoris divitiarumque suarum copiam uberrime faciat. Nos igitur, quibus divina misericordia ipsam Ecclesiam regendam commendavit, libentissimo animo preces suscipimus venerabilis Fratris Francisci Lardone, Archiepiscopi titulo Rhizaeani et in Peruviana Republica Apostolici Nuntii, qui, Christianorum utilitati in Truxillensi et Caiamarcensi Ecclesiis degentium consulere cupiens, ab hac Sancta Sede postulavit ut, distractis quibusdam territoriis ex iisdem Ecclesiis, nova fieret dioecesis. Cognito ergo quid super hac re iudicarent venerabiles Fratres sive Aurelius Macedonius Guerrero, Truxillensis Metropolita, sive Paulus Ramrez Taboada, Episcopus Caiamarcensis; suppleto insuper eorum omnium consensu, qui se in negotio aliquid habere iuris arbitrentur; re attente considerata, de summa Nostra potestate sequentia statuimus. A Truxillensi metropoli integram regionem vulgato nomine Lambayeque separamus, quae civiles provincias continet vulgo Chiclayo, Lambayeque et Ferreafe ; atque a Caiamarcensi dioecesi eam partem regionis Caiamarcae distrahimus, in qua exstant civiles provinciae Cutervo, Chota et Santa Cruz ; quae omnia territoria in novae dioecesis formam redigimus, GMclayensis ex urbe principe appellandae, iisdemque finibus terminandae atque omnes simul regiones, e quibus ipsa efficitur; ita ut ad septemtriones dioecesim tangat Piurensem, ad orientem solem Sedem Chachapoyasensem, ad meridiem archidioecesim Truxillensem dioecesimque Caiamarcensem adiaceat, ad occidentem denique Oceano Pacifico claudatur. Novam dioecesim suffraganeam facimus Truxillensi metropoli, eiusque scilicet Praesulem Archiepiscopo Truxillensi subicimus. Qui Episcopus volumus ut sedem ac domicilium in urbe

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Chiclayo statuat, utque templum ibi exstans, Intaminato Conceptui B. V. Mariae sacrum, ad cathedralis templi gradum et honorem evehatur. Quam ob rem hisce sacris aedibus omnes honores, insignia, privilegia iuraque concedimus, quibus cetera pari gradu templa per terrarum orbem fruuntur; Episcopum quoque omnibus instruimus iuribus, atque astrili gimus oneribus et obligationibus, quibus Episcoporum potestas ac dignitas sive decoratur sive tenetur. Cum autem honor non minimus dioecesibus ex illorum virorum coetibus comparetur, qui sacras caerimonias splendidiores faciant Episcopumque consilio et opera iuvent, est Nobis voluntas ut in Chiclayensi quoque dioecesi Canonicorum Collegium condatur, iuxta normas aliis sub plumbo Litteris edendas ; quoad tamen hoc eondi nequeat, hanc permittimus licentiam, ut Canonicorum vicem dioecesani Consultores de more praestent. Chiclayensem Episcopum pariter iubemus, ut quam primum, ad iuris normam et iuxta leges a S. Consilio Seminariis et Studiorum Universitatibus praeposito traditas, Seminarium exstruendum curet, iis docendis pueris quos divino instinctu Deus ad sacerdotium amplexandum moverit : sunt enim sacrorum alumni futurae dioecesium ubertatis quasi gemmulae, ideoque amanti cultu fovendi; cum autem adoleverint, atque ad philosophiam ac theologiam aggrediantur oportebit, optimi quique ex illis secernentur atque Romam, in Pontificium Ephebeum Pianum Latinum Americanum, mittentur ut studiorum cursum aptius absolvant. Quod autem ad clerum attinet, volumus ut simul ac dioecesis erectio ad effectum fuerit deducta, ii clerici Chiclayensi Sedi censeantur addicti, in cuius finibus legitime degunt, a Nobis per has Litteras descriptis ; mandamusque praeterea ut quae acta et documenta ad novam Sedem quomodolibet respiciant, ea ab Ecclesiarum-Curiis, e quibus originem ducit, ad ipsam quam primum mittantur, ibique diligenter in tabulario serventur. Mensam episcopalem, que audit, constituent sive Curiae fructus, sive a fidelibus oblatae res atque opes, sive dos a publica auctoritate constituta, sive denique bonorum pars quae, aeque divisis ad normam canonis 1500 C. I. C. bonis mensarum Truxillensis et Caiamarcensis, novae dioecesi obvenient. Ceterum, ea iussa fideliter serventur, quae Iuris Canonici Codex de dioecesium regimine, administratione, de Vicarii Capitularis, Sede vacante, electione, deque aliis istius generis habet. Quae modo praescripsimus efficienda curabit venerabilis Prater Franciscus Lardone, quem diximus, vel is qui, eo tempore quo negotium agendum fuerit, Apostolicae Nuntiaturae in Peruviana Republica praeerit ; ei igitur, qui hanc rerum divisionem faciendam studebit, omnes ad haec potestates facimus, alii quoque viro

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Acta Apostolicae Sedis -

Commentarium

Officiale

delegandas, si opus fuerit, dummodo ecclesiastica dignitate pollenti; atque onus imponimus actae constitutionis documenta exarandi eorumque fide digna exempla ad S. Congregationem Consistorialem quam cito mittendi. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis,'quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostender en tur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die septimo decimo mensis Decembris, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo.

CELSUS Card. COSTANTINI ^ Fr. ADEODATO S I. Card. PIAZZA


S. R. E. Cancellarius S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

f Alfonsus Carinci, Archiep. tit. Seleuc, Dec. Proton. Apost. Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost.
Loco S Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXIV, n. 56.

Acta Pii Pp. XII

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III

GAKUENSIS
(PALANSIS)
A GARUENSI DIOECESI, IN APRICA AEQUATORIALI GALLICA, QUODDAM DISTRAHITUR TERRITORIUM, EX QUO NOVA CONDITUR APOSTOLICA PRAEFECTURA

PALANSIS )).

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Qui Christo iubente permagnum in terris sustinemus onus populorum universitatis recte dirigendae, nihil antiquius, nil sanctius habemus quam studiose curare, ut hominibus facilior in dies facultas ubique detur Dei verbum audiendi, eius sanctissimam adorandi maiestatem, animumque virtute ac veritate excolendi. Quam ob causam, omnino probandum Nobis consilium videtur S. Congregationis Christianae Fidei Propagandae, quae, eorum utilitati consulere cupiens, qui in Africa Aequatoriali Gallica degunt, censuit ut latissima Garuensis dioecesis divideretur, ex eaque nova conderetur apostolica praefectura. Re igitur bene perpensa; audita sententia venerabilium Fratrum sive Marcelli Lefebvre, Dakarensis Archiepiscopi et Apostolici in Africa Gallica Delegati, sive Ivonis Plumey, Garuensis Episcopi, eorumque pariter consensu suppleto, qui in hac territorii divisione se aliquid habere iuris arbitrentur; de Nostra summa potestate quae sequuntur statuimus. A Garuensi dioecesi totam civilem regionem separamus, quam populus Mayo-Kebbi appellare consuevit, eamque in novae apostolicae praefecturae formam redigimus, Palansis nuncupandae. Cui novae praefecturae omnia concedimus iura et privilegia, quae huiusmodi Ecclesiis canonica lege donantur ; idemque etiam dicendum est de eius Ordinario Praefecto, cui tamen et onera et obligationes imponimus, quibus haec sacra auctoritas tenetur. Decernimus pariter ut iis Sodalibus, quibus Garuensis dioecesis, a qua haec originem sumit, iam est concredita, quique Oblati a Beata Maria Virgine Immaculata audiunt, et Palansis praefectura committatur regenda, ad Nostrum tamen et Romanae Sedis nutum ; quod dum iubemus, laetam omnino spem animo concipimus fore ut ipsi, sicut et in ceteris regionibus, hic summa sollertia et alacritate, quibus praestant, generosi allaborent, sive ut eos, qui christiano nomine

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Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

decorantur, fideles in sancta Dei religione servent, sive ut ceteros, extra Ecclesiae sinum miserrime devios, ad eam exemplo, verbo, caritate trahant. Quae Nostra decreta volumus ut venerabilis Frater Marcellus Lefebvre, cuius meminimus, ad effectum deducat, quem omnibus ad haec agenda potestatibus instruimus, alii quoque viro delegandis si casus ferat, dummodo ecclesiastica pollenti dignitate; quae postquam omnia perfecerit, onus etiam habebit effectae territorii divisionis acta exarandi, eorumque digna fide exempla ad S. Consilium Fidei Propagandae quam cito mittendi. Quodsi eo tempore, quo haec fiant, alius Delegationi in Africa Gallica praeerit, is potestatibus fruetur onusque sustinebit, quae descripsimus. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose
r

serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat ; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die undevicesimo mensis Decembris, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto, Pontificatus Nostri duodevicesimo. OELSTJS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

PETRUS Card. FUMASONI BIONDI


S. Congr. de Propaganda Fide Praefectus

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Albertus Serafini, Proton. Apost. Silvius


Loco 68 Plumbi In Ap. Cane, tao., vol. LXXXXIV, n. 77.

Sericano,

Proton.

Apost.

Acta PU Pp. XU

393

IV

VACCARIENSIS
PRAELATURA (( N U L L I U S )) VACCARIENSS EVEHITUR. AD GRADUM ET DIGNITATEM DIOECESIS

PIUS
SERVUS AD

E P I S C O P U S
SERVORUM REI DEI

PERPETUAM

MEMORIAM

Qui vicaria potestate Ecclesiam Christi universam administramus, gregisque necessitatibus prospicimus, nihil sane omittimus, quo tutius iter ad aeternam civitatem christiano populo pateat, eorumque fides tamquam ignis alatur, gliscat, eluceat. Hanc ob rem, cum petierit venerabilis Frater Armandus Lombardi, Archiepiscopus titulo Caesariensis Philippi et in Republica Brasiliana Apostolicus Nuntius, ut praelatura nullius Vaccariensis, anno millesimo nongentesimo tricesimo quarto per apostolicas sub plumbo Litteras Dominici gregis condita, ad dignitatem dioecesis evehi posse.t : per hoc enim catholicum nomen magna profecto incrementa ibi esse accepturum, Nos, audita sententia venerabilis Fratris Nostri S. R. E. Cardinalis S. Congregationis Consistorialis a Secretis, atque venerabilium Fratrum Ordinariorum provinciae ecclesiasticae Portalegrensis in Brasilia; eorum consensum supplentes, qui in hoc negotio aliquod ius habeant, de Nostra summa et apostolica auctoritate ea quae sequuntur decernimus et iubemus. Praelaturam nullius Vaccariensem ad gradum dioecesis tollimus, eodem nomine iisdemque finibus servatis; cuius caput erit urbs vulgari sermone Vacara cognominata, in qua Episcopus domicilium ac sedem habebit, cathedra suae auctoritatis atque christianae disciplinae docendae in templo Dominae Nostrae de Oliveira collocata, quod templum idcirco cathedralium aedium honore ornabitur. Novae dioecesi eiusque Episcopo omnia iura, privilegia, insignia damus quae sunt eorum propria; sciat tamen sacrorum Antistes, cui credetur, se omnibus oneribus et obligationibus cum

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

episcopali decore coniunctis aeque teneri. Volumus item ut Vaccariensis Ecclesia sit Sedi Portalegrensi in Brasilia subiecta et suffraganea ; utque eius Episcopus sit Archiepiscopo Metropolitae obnoxius eiusdem Ecclesiae. Censemus praeterea Collegium Canonicorum ibi constitui ad normam aliarum Litterarum, quas dabimus. Quod si statim fieri nequeat, Consultores dioecesani deligantur, qui et Praesuli sacrum facienti sollemni caerimonia assistant, et sua industria, consilio, rerum usu coeptis Antistitis faveant. A suo vero munere cessabunt, Canonicorum condito Collegio. Mensam episcopalem, quae dicitur, ea bona efficient, quae vel Curiae obvenient, vel populus offeret, vel praelaturae ad hunc diem accedebant. Seminarium saltem elementarium magna cura exstruatur; est enim veluti plantarium quo boni pueri bene educantur, ad sacerdotale munus vocati ; quae tamen erectio ad Iuris Canonici leges et iuxta praecepta S. Congregationis de Seminariis et Studiorum Universitatibus fiet. Quae ad regimen, administrationem, electionem Vicarii Capitularis, Sede vacante, attinent, item ad cleri populique iura et onera, aliaque huiusmodi, in his iuris Canonici iussa omnino serventur. Ceterum haec omnia, quae decrevimus, venerabilis Frater Armandus Lombardi, cuius meminimus, ad exitum deducenda curabit, vel qui eo tempore quo fieri debeant Brasilianae Nuntiaturae praeerit; cui, ut aequum est, omnes potestates facimus quas poterit, si visum fuerit, eitiam alii viro delegare, dummodo sacerdotii dignitate insigni. Cum vero negotium actum fuerit, idem venerabilis Frater documenta exarabit, eademque sinceris exemplis ad S. Congregationem Consistorialem quam primum mittet. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efiicacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel

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XII

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quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die duodevicesimo mensis Ianuarii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri duodevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

' Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis, Proton. Apost. Caesar Federici, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXIV, n. 81.

V SS. ASSUMPTIONIS - VILLARICENSIS


(S. I O A N N I S B A P T I S T A E A MISSIONIBUS)
AB ARCHIDIOECESI SS. ASSUMPTIONIS ET A DIOECESI VILLARICENSI QUAEDAM TERRITORIA SEPARANTUR, E QUIBUS NOVA DIOECESIS CONDITUR, (( S. IOANNIS BAPTISTAE A MISSIONIBUS )) APPELLANDA.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Qui mandatum accepimus a Christo universi gregis pascendi atque regendi, magna sane laetitia consilium capimus novarum condendarum Ecclesiarum, quotiens iis constitutis facilius ac satius res catholica integra servari possit, immo fines proferre, necessitatibusque fidelium maiore cura ac facultate consulere. Cum ergo venerabilis Frater Aloisius Punzlo, Archiepiscopus titulo Sebastenus in Armenia et Apostolicus Nuntius in Paraquariana Republica, ab Apostolica Sede expostulaverit ut in eadem regione nova quaedam dioecesis fundaretur, Nos, censentes per hoc non solum commoda atque utilitates populi foveri, sed etiam ecclesiasticam disciplinam promoveri, auditis venerabilibus Fratribus Ioanne Iosepho Hannibale Mena Porta, Archiepiscopo SS. Assumptionis, et Augustino Rodrguez, Episcopo Villaricensi, consensu eorum

396

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

suppleto qui in hoc negotio aliquod ius habeant, de Nostra summa auctoritate haec, quae sequuntur, decernimus ei iubemus. Ab archidioecesi SS. Assumptionis eam partem territorii separamus quae complectitur curias seu paroecias, vulgo appellatas Villa Oliva, Alberdi, et Villa Franca, in regione Neembucu ; a dioecesi vero Villaricensi integrum territorium vulgari sermone Misiones appellatum detrahimus, in quo exstant curiae S. Juan Bautista, Ayolas, S. Ignacio, Santa Mara, S. Miguel, S. Patricio, S. Rosa, Santiago, Villa Florida, et eam partem civilis regionis Neembuc, quae intra eius fines continetur, quaeque has curias habet: Pilar, Cerrito, Desmochados, General Daz, Guazucu, Humaita, Isla Umb, Laureles, Paso de Patria, Pedro Gonzlez, S. Juan Bautista Neembuc, Tacuaras et Yabebyry. Quae omnia territoria in novae dioecesis formam redigimus, $. Ioannis Baptistae a Missionibus cognominandae, cuius caput in urbe eiusdem nominis erit, in qua Episcopus sedem habebit, cathedra sui magisterii in templo S. Ioannis Baptistae collocata, quod scilicet ad cathedralis aedis dignitatem et gradum evehimus. Uti aequum est, novae Sedi eiusque sacrorum Antistiti ea iura, honores, privilegia damus, quae ad omnes dioeceses pertinent; Praesuli vero praeter haec etiam onera et obligationes imponimus. Ecclesiam, quam condidimus, archidioecesi SS. Assumptionis facimus suffraganeam ; volumus pariter ut Episcopus S. Ioannis Baptistae a Missionibus Archiepiscopo eiusdem Sedis sit obnoxius et subiectus. Quandoquidem autem summe Nobis est cordi omnipotenti Deo cultum sollemni caerimonia adhiberi, ideo praecipimus ut Canonicorum Collegium condatur iuxta normas per alias sub plumbo Litteras edendas. Quousque tamen hoc fieri non possit, sinimus ut eorum loco Consultores dioecesani deligantur, qui sua opera atque consilio Episcopum iuvent. Seminarium saltem elementarium exstruatur ad praescripta iuris communis et regulas S. Congregationis de Seminariis et Studiorum Universitatibus, pueris excipiendis: ad sacerdotium vocatis : sunt enim sacerdotes christianae religionis columen et decus. Cum vero philosophiae ac theologiae disciplina imbuendi erunt, ii qui meliores fuerint, Romam mittantur, ut in Pontificio ephebeo* Piano Latino Americano ad altiora studia ac pietatem educentur. Mensam episcopalem, quam vocant, sive Curiae proventus, sive christianorum pecuniae, sponte datae efficient, sive stipendium quod a civili auctoritate pendetur, sive denique congrua bonorum pars, quae iuxta canonem 1500 C. I. C. ad novam Ecclesiam spectabunt. Quod autem attinet ad regimen, administrationem dioecesis, ad electionem Vicarii Capitularis, Sede vacante ; item ad cleri populique iura et onera aliaque huius-

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modi, in his omnibus legum canonicarum iussa omnino fiant. Ii vero clerici qui, peracta divisione territorii, in nova circumscriptione domicilium legitime habeant, eidem censeantur adscripti tamquam proprius clerus. Iubemus denique ut documenta et acta ad hanc dioecesim quomodolibet respicientia, ad eius Curiam episcopalem mittantur, in tabulario rite asservanda. Ceterum quae mandavimus venerabilis Frater Aloisius Punzlo, cuius meminimus, perficiet, vel ille qui tempore exsecutionis Apostolicae Nuntiaturae in Paraquariana Republica praesit, factis ad id potestatibus necessariis, quae poterunt cuivis viro delegari, dummodo sacerdotii dignitate insigni. Cum autem negotium fuerit exsecutus idem venerabilis Frater documenta exarabit, eaque sinceris exemplis ad S. Congregationem Consistorialem cito mittet. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die undevicesimo mensis Ianuarii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri duodevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost. Bernardus De Felicis, Proton. Apost.


Loco !j Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXX1V, n. S9.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

VI CHONGIUENSIS
APOSTOLICA PRAEFECTURA CHONGIUENSIS, IN COREA, AD DIGNITATEM PERDUCITUR APOSTOLICI VICARIATUS.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

In apostolica praefectura Chongiuensi, in Corea, catholicum nomen, duce saeculari clero, tam feliciter hisce temporibus profecit, ut venerabiles Fratres Nostri S. R. E. Cardinales S. Congregationi Fidei Propagandae praepositi, audita sententia venerabilis Fratris Thomae Quinlan, Episcopi titulo Furnitani Maioris et Apostolicam in Corea Delegationem Regentis, eam censuerint ad potiorem esse gradum perducendam. Dum laetissimo igitur animo haec omnia accipimus, ratum prorsus habemus quod idem S. Consilium Fidei Propagandae, iis usum potestatibus quas ipsi fecimus, decrevit esse agendum ; ideoque suppleto eorum consensu, qui hac in re aliquid iuris habeant, de summa Nostra potestate haec decernimus atque praescribimus. Apostolicam praefecturam Gitongiuensem ad gradum et dignitatem evehimus apostolici vicariatus, eodem nomine servato, finibusque non mutatis, eumque omnibus decoramus iuribus et privilegiis, quae omnibus per terrarum orbem vicariatibus de more debentur; primo autem eius Vicario Apostolico, eiusque successoribus, praeterquam honores et iura tribuimus, etiam onera et obligationes imponimus, quae ex eorum rite proficiscuntur dignitate. Novus Chongiuensis vicariatus volumus ut dilectis Filiis ex indigena Coreae clero ad Nostrum et Sanctae Sedis nutum concredi pergat, qui tam probabiliter inibi iam suo pastorali officio functi sunt ; quos dum hoc meritae laudis testimonio prosequimur, enixe pariter hortamur ut unis quaerendis animis incumbant, iisque sanctae Ecclesiae fauste adiungehdis et servandis. Nostra autem haec decreta efficienda curabit venerabilis Frater Thomas Quinlan, quem diximus, vel ille qui, eo tempore quo res agi debeat, Apostolicam Delegationem in Corea reget. Ei vero cui haec facienda obtingent, sive potestates concedimus ad haec necessarias, etiam cuilibet viro delegandas, dummodo ecclesiastica- dignitate pollenti ; sive onus imponimus acti negotii documenta exarandi, eorumque fide digna exempla ad S. Consilium Fidei Propagandae quam primum mittendi.

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Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitas nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt,, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis; impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die uno et vicesimo mensis Ianuarii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri duodevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
8. R. E. Cancellarius

PETRUS Card. FUMASONI BIONDI


8. Congr. de Propaganda Fide Praefectus

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis. Proton. Apost.. Albertus Serafini, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Cane, tal)., vol. LXXXXIV, n. 99.

L I T T E R A E APOSTOLICAE I
ABBATIALE TEMPLUM, SANCTO PETRO APOSTOLO SACRUM, MTINENSI IN URBE, HONORIBUS BASILICAE MINORIS INSIGNITUR.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Mutinam addictam Petro, pastoralia honoris principi, quodammodo testatur eximium religionis domicilium, Templum dicimus curiale et continens coenobium eidem Apostolo dicatum, atque Benedictinae Familiae Sodalium curis ab ultima fere anti-

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quitate creditum. Quae Aedes aetate ab invectis christianis sacris recenti condita esse traditur atque memoria Sancti Geminiani, eius urbis Antistitis et Patroni, illustrata. Quae nunc autem cernitur, Ecclesia anno MCCCCLXXVI coepta est exstrui fuitque anno M D V ad finem perducta et anno MDXVIII sollemni ritu dedicata. Quo in opere elegantia illius structurae generis, quod a renatis artibus nomen accepit, est cum venustate Gothicae architectandi rationis coniuncta. Habet autem Templum maiestatem quandam non modicam propter molis amplitudinem est enim in quinque alas divisum, quarum tres in apsida curvatae sunt summamque praefert pulchritudinem propter ornamentorum varietatem. Qua ex parte imprimis occurrunt altaria, marmore et opere tectorio conspicua, imagines non obscuri nominis artificum manu eleganti pictae in tabulis vel udo inductae, scamna vermiculata, organum musicum, auro, primum ex America advecto, uti ferunt, obductum. Neque deest sacra supellex, pretiosis vestita metallis, qua divinis ritibus decor accrescit. Namque tot ac tanta opera artificiosa, quae memoravimus, religioni, quemadmodum par est, inserviunt, quam Sodales Ordinis Sancti Benedicti per volventia saecula eo in loco colere studuerunt studensque etiamnum. Quorum coenobium, Abbatiae nomine insigne, media, quam vocant, aetate et subsequentibus temporibus egregia fuit pietatis sedes altiorumque disciplinarum nobile quoddam sacrarium, unde utilitates maximae in Ecclesiam doctorumque hominum societatem permanarunt. Revoluto autem anno ccccL a quo in hoc Sancti Petri Templo perfecto sacra coepta sunt celebrari, ac simul anno D C C C L expleto a translato corpore Sancti Geminiani, Mutinensium Episcopi et Patroni, dilectus filius Angelus Rocchi, ex Ordine Sancti Benedicti, eiusdem Ecclesiae parochus et coenobii prior, submissas Nobis adhibuit preces, ut eam Basilicae Minoris nomine ac iure donar emus. Quae vota, Venerabilis Fratris Caesaris Boccoleri, Mutinensis Archiepiscopi et Abbatis Nonantulani, commendatione suffulta, libenti animo explere decrevimus, fore confisi ut Divi Petri, primi Christi in terra Vicarii, religio incrementis augeretur. Quae cum ita sint, Nos, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum paroecialem et abbatialem Ecclesiam, Sancto Petro Apostolo Mutinae sacram, ad honorem ac dignitatem Basilicae Minoris evehimus, omnibus adiectis iuribus ac privilegiis, quae Templis hoc nomine insignibus rite competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces

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iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque, ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum; irritumque ex nunc inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die vi mensis Iulii anno MDCCCCX,vi, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

II
SPELAEOLOGORUM ITALICORUM PATRONUS CAELESTIS CONSTITUITUR SANCTUS BENEDICTUS ABBAS. P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Arcanas terrae latebras, obscuros scilicet ac saepe inaccessos specus, qui scrutantur, duplici sane laude feruntur et doctrinae et audaciae. Est enim iis propositum, ut altiores disciplinas, quae biologia, geologia, palaeontologia, archaeologia appellantur, pro viribus provehant, ignota sub terra loca explorantes. Quod, uti liquet, fieri nequit sine magnitudine animi et robore, nam pericula interdum non adit levia, qui in gelida antra penetrat cacosqtie terrae meatus. Itaque Itali homines, qui cavernarum originem et naturam perquirant, sollemnem agentes Conventum, Sancti Caelitis expetivere praesidium. Quorum preces, Dilecti Filii Nostri Iacobi Sanctae Romanae Ecclesiae Presbyteri Cardinalis Lercaro, Archiepiscopi Bononiensis, commendatione suffultas, et a dilecto filio Praeside Societatis Italicae Spelaeologicae Nobis delatas, libenti animo admitientes, eosdem in peculiarem tutelam Sancti Benedicti Abbatis tradere decrevimus, qui apud Sublaqueum in alto ac paene impervio specu tres annos delituit eumque eximia vitae sanctimonia sacravit. Quae cum ita sint, Nos ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Sanctum Benedictum Abbatem caelestem apud
26 - ACTA, v o l . XXIV, n. 8. 22-7-1957

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Deum Patronum Spelaeologorum Italicorum facimus, constituimus, declaramus, omnibus adiectis honoribus ac privilegiis liturgicis, quae coetuum seu ordinum Patronis competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse ac definiendum; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum ex Arce Gandulfi, sub anulo Piscatoris, die xx mensis Iulii, anno MDCCCCLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRTJGNOLA a Brevibus Apostolicis

EPISTULA
AD EXCMUM P. D. IOANNEM BAPT. MONTINI, ARCHIEPISCOPUM MEDIOLANENSEM : SAECULO EXEUNTE AB O R T U PII PP. XI. P I U S PP. X I I Venerabile Fratello, salute e Apostolica Benedizione. L'annunzio delle solenni manifestazioni con le quali la Citt di Desio si appresta a ricordare la data centenaria della nascita di Pio XI per Noi un gradito invito a rivolgere la Nostra parola in cos lieta celebrazione per ringraziare il Signore del dono largito alla cristianit con un Pontefice grande fra i grandi. La storia ha gi sentenziato in tale senso riandando l'opera imponente, materiale e spirituale, che ha riempito il non breve pontificato di questo Successore di Pietro : i suoi insegnamenti, le sue intraprese, le sue gesta, rivelarono in Lui, che fino a sessantanni era stato soprattutto l'assiduo ricercatore di codici e manoscritti, il complesso dinamismo dell'uomo di azione, di pensiero, di volont, che, posto al timone della mistica barca, rispose maravigliando il mondo, con altissimo spirito e chiara intuizione dei bisogni nuovi. Con tale spirito Egli visse il suo programma : Pax Christi in regno Christi .

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Quello, per, che gli uomini non seppero se non per riflesso, mediante la sua parola profonda, e a cui forse badarono meno, fu la ricchezza della sua vita interiore, nella quale da ricercare il segreto di tutta la sua attivit e della sua fortezza. Noi, che la Provvidenza mise al suo fianco, umili collaboratori della sua quotidiana fatica, lo vedemmo nella intimit quale lo rivelarono alla luce del sole i suoi pubblici Atti : l'uomo interamente compreso della dignit e della missione venutegli da Dio. E aftinch la virt del Pontefice intrepido si manifestasse al mondo pi chiaramente, occorse illuminatrice l'ultima infermit. Contrariamente a quanto Egli chiese a Dio in vita, e cio che la sua morte venisse non di sorpresa ma rapida, il male che doveva por termine a tanta nobile esistenza fu lungo, doloroso, lancinante. Fu degno della sua fortezza evangelica: non s'irrigid n s'interdisse di gemere: s'interdisse l'abbattimento e rest senza ostentazione al suo posto di comando, anzi di vedetta, uomo alla sofferenza, Papa al lavoro. Fu spettacolo di pontificia grandezza in semplicit e umilt cristiana; fu al gregge di Dio maestro mirabilmente efficace di quello che tanto importa conoscere : saper soffrire. Affidando a Vostra Eccellenza questi Nostri sensi, quale l'opportuna ricorrenza centenaria Ci ha suggeriti, auspichiamo la commemorazione largamente feconda di buoni frutti spirituali, e di gran cuore impartiamo a Lei, alle Autorit, al Clero, ai promotori, ai Nostri diletti figli di Desio e a tutti i partecipanti la Nostra Apostolica Benedizione. Dal Vaticano, 12 maggio 1957. P I U S PP. X I I

ALLOCUTIO
Sodalibus Consociationis ex iuris peritis catholicis Italiae, agens de christiano auxilio praestando carceribus retentis. * INTRODUZIONE - RICHIAMO A P R E C E D E N T I DISCORSI Come rappresentanti della Unione Giuristi Cattolici Italiani e del Fraterno Aiuto Cristiano o Amici dei Carcerati di Sulmona , voi avete desiderato, diletti figli, di adunarvi intorno a Noi, quasi per invitarci a rivolgere un paterno pensiero a quel mondo rattristante della
* Die 26 Maii mensis a. 1957.

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sofferenza imposta, che la severit della giustizia ha creato in ultima analisi non per deprimere, ma per redimere, ed ove, tra le ombre di mute celle, si svolgono dolorosi drammi interiori, che solo la luce cristiana della rassegnazione e della fiducia, unita al calore della carit, pu tramutare in opera di serena redenzione. Di gran cuore quindi vi diamo il benvenuto e accogliamo con gratitudine la testimonianza della vostra devozione, e in particolare, segni tangibili del vostro zelo, la relazione dei vostri lavori e la pergamena-ricordo firmata da circa duecento detenuti del Penitenziario della Badia Celestina di Sulmona. Voi Ci avete domandato altres una parola d'insegnamento sull'ideale, che deve animare le vostre attivit, e sui migliori mezzi di attuarlo. Da parte Nostra, non Ci proponiamo di trattare qui le questioni speciali, sulle quali avete gi norme fissate nelle vostre pubblicazioni e determinate pi esattamente nelle vostre deliberazioni e con la esperienza acquistata nei contatti personali coi detenuti. C'intratterremo piuttosto a parlarvi di alcuni punti di portata pi generale e che meritano l'attenzione, sia di coloro che esercitano un ufficio attivo di direzione nell'assistenza dei carcerati, sia di quelli a cui tale assistenza destinata, vale a dire dei carcerati stessi. Noi abbiamo avuto gi l'occasione di trattare, in diverse Udienze, il problema della colpa e della pena; Ci basti al presente di ricordare la esposizione fatta il 5 dicembre 1954 e il 5 febbraio 1955 al VI Convegno Nazionale di Studio della Unione dei Giuristi Cattolici Italiani. Vorremmo ora invece toccare alcune questioni che riguardano pi immediatamente la vostra condizione personale e il vostro campo di lavoro.
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I
Presupposti per Pun ci di aiuto ai carcerati Da coloro che occupano nell'ordinamento dell'aiuto ai carcerati un posto di direzione e d'influsso, sembra che debba esigersi soprattutto un solido sapere, una volont risoluta, una maniera di fare o di omettere ponderata, tanto pi quanto i soggetti, cui dedicano le loro premure, non si trovano in condizioni normali di vita. Ci soffermeremo oggi all'esame dei presupposti di ordine intellettuale necessari al vostro ufficio. Per i subordinati e i semplici esecutori pu bastare un sapere comune e un buon senso ordinario ; ma si ha diritto di richiedere ben pi dai diri1

Cfr. A. A. S. Vol X X X X V I I , pag. 60 ss. 77 ss.

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genti. In particolare importa che questi abbiano idee rette sui tre seguenti punti : 1) la necessaria dipendenza che unisce la pena alla colpa; 2) il significato della sofferenza nella pena ; 3) il senso ed il fine della pena.

1 - DIPENDENZA DELLA P E N A DALLA C O L P A 1. Si tratta innanzi tutto di percepire chiaramente la relazione che fa dipendere la pena dalla colpa, poich soltanto la convinzione che il carcerato un colpevole pu dare la base indispensabile e sicura per ogni susseguente considerazione. Il compimento della pena non n intelligibile nella stia realt oggettiva, n soggettivamente comprensibile, se non si tiene conto del suo immanente rapporto con la colpa da cui procede. Pu accadere che di due atti esteriori specificamente identici l'uno costituisca un fallo pienamente colpevole ; e l'altro non implichi alcuna responsabilit in colui che lo pone. Quindi il giudizio e il trattamento del fatto e del suo autore dovranno essere nei due casi essenzialmente diversi nell'aspetto psicologico, giuridico, etico e religioso. Vi sono al presente due differenti tendenze nella determinazione della colpevolezza : l'una che non per ora la predominante proclive ad ammetterla troppo presto; l'altra che la nega senza sufficienti ragioni, e questa prende in alcuni luoghi una voga talvolta inquietante. Nell'applicazione della pena non per il caso di riprendere, per discuterla, la questione della colpevolezza, perch essa appartiene al tribunale incaricato del processo ; tuttavia le persone, che si dedicano alla assistenza del detenuto, non possono non tenerla presente, perch da essa dipende il loro contegno e l'efficacia del loro intervento. Riguardo alle due correnti d'idee test menzionate, esse manterranno un atteggiamento imparziale e critico. Coloro che credono troppo presto alla colpevolezza, dimenticano che non basta pi oggi di tener conto delle circostanze attenuanti tradizionali, dettate dalla giurisprudenza e dalla morale naturale e cristiana. Occorre prendere altres in considerazione gli elementi messi in valore recentemente dalla psicologia scientifica e che permettono in alcuni casi di riconoscere una diminuzione notevole della responsabilit. L'altra tendenza si fonda precisamente sugli elementi di questa stessa psicologia moderna, per affermare che le possibilit pratiche di determinazione libera, e quindi la vera responsabilit di un gran numero di

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uomini, si riducono a uno stretto minimo. Di fronte a questa infondata generalizzazione, si pu asserire, cos in diritto come nel campo della morale, nella vita pratica come nella esperienza scientifica, che la media degli uomini, ed anzi la loro grande maggioranza, ha non soltanto la capacit naturale, ma anche in concreto la possibilit di prendere una risoluzione autonoma e di regolare la propria condotta, salvo la prova contraria nei singoli casi, e quindi di contrarre obblighi e responsabilit. Perci la morale e il diritto non si immobilitano in un'attitudine superata, quando affermano che bisogna dimostrare ove la libert cessa e non ove comincia. La sana ragione e lo stesso buon senso si sollevano contro un tale determinismo di fatto, che ridurrebbe al minimo la libert e la responsabilit; del che si trovano ampie conferme nella pratica del diritto, nella vita sociale e nella rivelazione dell'Antico e del Nuovo Testamento.

2 - SIGNIFICATO DELLA S O F F E R E N Z A NELLA P E N A 2. In secondo luogo, voi dovete ben comprendere il significato della sofferenza, alla quale il reo sottoposto a causa della sua colpa. Anche se le sofferenze di un malato o di un innocente e quelle di un condannato presentano esteriormente caratteri simili, esse hanno tuttavia un senso essenzialmente diverso. Il malato non deve soffrire, e perci si cerca di alleviare i suoi dolori in tutta la misura del possibile ; il condannato invece duole di dirlo deve soffrire, e la pena gli volontariamente imposta allo scopo di conseguire determinati effetti. ben comprensibile che coloro, i quali avvicinano i detenuti per aiutarli e sostenerli, desiderino di togliere le sofferenze che importa il compimento della pena; ma questa intenzione non corrisponde a quella delle autorit incaricate dell'applicazione della pena o delle persone responsabili dell'assistenza ai prigionieri. In questo punto una cognizione approfondita della questione pu apportare utili indicazioni. Non si tratta affatto di prendere un'attitudine fredda e insensibile, ma piuttosto di trovare il giusto mezzo e di evitare ogni deviazione nell'uno o nell'altro senso. Del resto, il solo mostrare al condannato che si considerano le sue pene, e che pertanto la societ non sua irreconciliabile nemica, costituisce un balsamo alle sue afflizioni.

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- 3 - SENSO E PINE D E L L AP E N A 3. Finalmente voi dovete conoscere il senso e il fine della pena. un argomento che noi abbiamo trattato ampiamente in precedenti allocuzioni. Senza ripetere ci che allora abbiamo detto, vorremmo invitarvi a riflettere sul fatto che Dio punisce , come appare chiaramente dalla rivelazione, dalla storia e dalla vita. Qual il senso di questo castigo divino? L'Apostolo Paolo lo lascia intendere, quando esclama : Ci che uno avr seminato, quello mieter . L'uomo, che semina la colpa, raccoglie il castigo. Il castigo di Dio la risposta di Lui ai peccati degli uomini. Voi direte forse che ben conoscete ed accettate gl'insegnamenti della religione e della morale in questa materia, ma che siete costretti a vedere la pena in un'altra luce e dovete discuterla in un altro piano, vale a dire come un provvedimento preso dalla pubblica autorit a riguardo del colpevole, che ha infranto il diritto positivo, per mezzo del quale lo Stato intende di tutelare la ordinata vita sociale. Ed giusto : l'aspetto giuridico e positivo conserva il suo carattere proprio e distinto da quello religioso e morale. Senza dubbio la pena pu essere considerata come una funzione sia del diritto umano che del diritto divino, ma egualmente, od anche pi vero, che l'aspetto giuridico non mai un concetto puramente astratto, pienamente tagliato da qualunque relazione con l'aspetto morale. Ogni diritto umano, infatti, meritevole di questo nome trova finalmente il suo vero fondamento nel diritto divino; il che non porta seco n diminuzione n limitazione, ma piuttosto un aumento della sua forza e della sua stabilit. Quali sono dunque il senso ed il fine della pena data da Dio? In primo luogo ed essenzialmente, essa la riparazione della colpa e la restituzione dell'ordine violato. Commettendo il peccato, l'uomo si sottrae ai precetti divini e oppone la sua volont a quella di Dio. In questo confronto personale l'uomo preferisce s stesso e respinge Dio. Nel castigo persiste il confronto fra le stesse due persone, Iddio e l'uomo, fra le stesse volont; ma ora, imponendo alla volont del ribelle la sofferenza, Iddio lo costringe a sottomettersi al suo volere, alla legge e al diritto del Creatore, e a restaurare cos l'ordine infranto. Il castigo divino per non esaurisce in tal guisa tutto il suo senso, almeno in questo mondo e per il tempo della vita terrena. Esso ha anche
2

Gal.

6, 8.

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altri scopi, che sono anzi, in parte, preponderanti. Spesso infatti le pene volute da Dio sono piuttosto un rimedio che un mezzo di espiazione, piuttosto poenae medicinales che poenae vindicativae . Esse ammoniscono il reo a riflettere sulla sua colpa e sul disordine delle sue azioni, e lo inducono a distaccarsene ed a convertirsi. In tal guisa, subendo la pena inflitta da Dio, l'uomo intimamente si purifica, rafforza le disposizioni della sua rinnovata volont verso il bene ed il giusto. Nel campo sociale, l'accettazione della pena contribuisce alla rieducazione del colpevole, lo rende pi atto ad inserirsi nuovamente come membro utile nella comunit degli uomini, contro la quale il suo delitto l'aveva messo in opposizione. Rimarrebbero ancora da considerare le eguali funzioni della pena nel diritto umano per analogia a ci che abbiamo esposto intorno al castigo divino. Ma tale passo voi potete compierlo facilmente, perch siete giuristi, e simili pensieri vi sono familiari. D'altra parte, abbiamo gi bastantemente attirato la vostra attenzione sui rapporti che si stabiliscono necessariamente fra i due ordini.

II
Aiuto a coloro che soffrono una pena La vostra Associazione porta il titolo, espressivo delle sue intenzioni di Fraterno Aiuto Cristiano e di Amici dei carcerati . Ma i condannati, che hanno bisogno di assistenza, non sono soltanto i carcerati. La giustizia penale del passato, quella del presente in una certa misura, e se vero che la storia insegna in molte cose a prevedere ci che sar l'avvenire anche quella del domani, conoscono pene di tormenti fisici, mutilazioni, morte ed esecuzioni capitali in forme diverse. Quindi ci che Noi Ci proponiamo ora di dire circa l'aiuto da prestare ai carcerati, vorremmo estenderlo, nelle sue idee fondamentali, a tutti coloro che si sono veduti infliggere una pena, considerandoli in un duplice aspetto, come persone singole e come membri della comunit. 1 - COME SINGOLE PERSONE : 1. Come singole persone, voi dovete conoscere i carcerati ed amarli, a) conoscerli a) Innanzi tutto conoscerli. Per aiutare i carcerati, infatti indispensabile avere con essi un contatto come da anima ad anima, il quale suppone la comprensione dell'altro in quanto individuo qualificato dalla

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sua origine, dalla sua formazione, dallo svolgimento della sua vita, fino al momento in cui lo incontrate nella sua cella. A tal fine voi inviterete i carcerati a scrutare i loro ricordi per darvi tutte le informazioni utili, al pari del medico che, desideroso di conoscere meglio la persona del malato e il suo stato fisico, lo prega di richiamare alla memoria tutto quello che nel passato offre qualche elemento interessante. ci che si chiama anamnesi. Accade di frequente che i malati come i condannati e i carcerati ricordino cose per s prive d'importanza, mentre tacciono o manifestano soltanto rapidamente e incidentalmente altre, che fornirebbero invece indicazioni essenziali per la etiologia, la diagnosi e la prognosi del male. In tal caso il medico non inizia col paziente una discussione teorica o tecnica, ma corregge apprezzamenti falsi o inesatti, in quanto sia proficuo per la cura del malato e per migliorare la sua condotta futura. Non basta dunque di comprendere il carcerato e il suo stato, ma occorre anche condurlo a conoscere e a comprendere lui stesso i principi che dovranno dirigere il suo rinnovamento. L'idea fondamentale, che ha da guidare il detenuto nel suo sforzo di rilevarsi, la persuasione che egli pu cancellare gli errori del passato e prendere le mosse per riformare e rifare la sua vita ; che il presente castigo pu aiutarlo ad effettuare questi due scopi e che lo sosterr realmente, se si risolver ad avere verso la sofferenza una giusta attitudine, vale a dire, a darle il senso della espiazione e della reintegrazione dell'ordine. Tuttavia, qualunque sia il valore dei servigi che la psicologia moderna pu rendere in questo campo, il suo contributo rimane sempre insufficiente, poich dovere, colpa, responsabilit, espiazione, sono realt radicate nel campo della coscienza e vanno perci trattate con religiosa attitudine. Per liberare pertanto internamente l'uomo dal sentimento della colpevolezza e aiutarlo a redimersi, accettando il castigo imposto, essenziale di metterlo in contatto immediato con Dio. Perci Noi Ci siamo particolarmente trattenuti nel mostrare come la colpa e la pena non acquistano tutto il loro significato che nelle relazioni personali tra l'uomo e Dio. b) amarli b) Occorre poi amarli. Per aiutare realmente il carcerato, bisogna andare verso di lui non solo con idee rette, ma altres, e forse anche pi, col cuore, particolarmente se si tratta d'infelici creature, che mai forse, nemmeno in seno alla famiglia, hanno gustato le dolcezze di una sincera

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amicizia. Voi seguirete cos l'esempio del modello stesso dell'amore comprensivo e devoto senza limiti, quello della madre. Ci che conferisce alla madre un tale influsso sui suoi figli, anche adulti, anche se traviati o rei, non sono gi le idee, per quanto giuste, che ella loro propone, ma il calore del suo affetto e il dono costante di s stessa, che mai non si stanca, anche se incontra un rifiuto; sa invece pazientare ed attendere, rivolgendosi intanto a Colui al quale nulla impossibile. la parola dell' amore , che in tutti gl'idiomi del mondo compresa, e che non solleva n discussione n contraddizione ; l'amore, di cui l'Apostolo Paolo ha cantato le lodi nel suo inno alla carit della prima Lettera ai Corinti.
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Ma, per quanto profondo e genuino, tale amore non indulge ad alcuna approvazione del male commesso nel passato, n incoraggia le volontarie cattive disposizioni che ancora perdurassero, e neppure ammette nell'essere amato alcun compromesso tra il bene e il male. Anche l'ideale amore materno non conosce altra regola che questa. Quanto vasta per sentimenti e per atti la gamma dell'amore ! Ve ne accenniamo le differenti forme, attingendole all'antica sapienza. Esso pu essere amore di compiacenza, di benevolenza, di beneficenza, di unione e di amicizia. Tutte queste forme voi potete dedicare ai carcerati secondo le condizioni concrete e nella misura della generosit del vostro cuore. L'amore di compiacenza ammira e trova la sua gioia in tutto ci che il suo oggetto possiede di buono e di bello. E quanti motivi possono giustificare una tale affezione per chi considera nel carcerato le qualit naturali e i doni della grazia, sia nella loro forma comune e generica, sia nella impronta individuale ! L'amore di benevolenza vuole coscientemente ed augura alla persona amata quanto le necessario e proficuo nell'ordine naturale e soprannaturale, e la sua sincera manifestazione fa tanto bene a colui che si vede privato di tante cose, si stima quasi mutilato nell'essere, come uomo finito, cui non arride nessuna speranza. L'amore di beneficenza dona volentieri non solo beni materiali, anche se non ne dispone che in misura limitata, ma soprattutto i beni dello spirito. Voi elargirete questi in abbondanza, se possederete una vita interiore ricca e profonda, impregnata dei pi alti valori della coltura e della religione. Finalmente amore di unione e di amicizia. Persone, che cos si amano, vogliono essere insieme, comunicarsi mutuamente pensieri e sentimenti, mettersi in qualche modo l'una al posto dell'altra.

* 1 Cor. 13, 1-13.

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Non esclamer forse un giorno il Signore come Giudice supremo nell'ultimo giudizio: Ero carcerato, e veniste da me... Quanto avete fatto a uno dei pi piccoli tra questi miei fratelli, l'avete fatto a me ? Come se avesse voluto dire : Il carcerato sono io . Siate persuasi che, se riuscirete a mettere in pratica questo modo di pensare e sentire, eserciterete il pi grande influsso spirituale sui carcerati che assistete; insegnerete loro efficacemente a trovare nella pena, che li colpisce, la purificazione, la liberazione e l'intimo consolidamento. 2 - COME MEMBRI DELLA COMUNIT : 2. Come membri della comunit. Il carcerato non solamente una persona singola, ma anche un membro della societ. Egli appartiene a una famiglia, alla comunit sociale, professionale, civile, a uno Stato, a un popolo, a una nazione, e finalmente alla Chiesa. Sorge quindi la questione : Possono e debbono i capi dell'assistenza ai carcerati tentare ed esercitare un influsso sui mutui rapporti fra i detenuti e quelle diverse comunit? In principio, la risposta deve essere affermativa, in quanto essa interessa la comunit e il carcerato. Anche se questo, per il momento, non ha alcun contatto attivo con alcuni di quei gruppi, egli conserva tuttavia con essi almeno un vincolo giuridico o puramente sociale. Importa che tali attinenze si sviluppino in maniera costruttiva, e non intralcino un maggior bene. Il vostro intervento pu dunque divenir necessario, spesso anche prima che la pena sia interamente scontata, e agir nei riguardi del detenuto con la famiglia, coi ceti professionali e sociali, in mezzo ai quali vivr dopo la sua liberazione, e con le autorit a cui sar sottomesso. Quanto alle attitudini concrete da prendere, la riflessione basata sui principi della ragione naturale, e anche pi sulle massime e i sentimenti ispirati dalla fede e dalla carit cristiana, vi daranno utili norme e vi permetteranno di conseguire risultati positivi nell'interesse della comunit e del carcerato. Queste norme, dettate dalla ragione umana, ma molto pi dalla fede cristiana, esigono : a) un sincero perdono V) credere al bene che si trova in altri c) amare come ha amato il Signore.
* MATTH. 2 5 , 3 6 - 4 0 .
4

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Apostolicae

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Commentarium

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a) sincero perdono a) Innanzi .tutto necessario un sincero perdono, che le singole persone si accorderanno mutuamente, ma che la stessa societ non negher all'individuo. Non beneficiano forse tutti del perdono di Dio, che a tutti ha insegnato a pregare : Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori ?
5

Avvertito dal divino insegnamento,

l'Apostolo Paolo, come si era mostrato inflessibile nell'esigere una severa condanna contro il traviato di Corinto, cos fu pronto a sollecitare per lui, pentito, il generoso perdono : Ora basta egli scrisse ai cristiani di quella Chiesa a quel tale questa riprensione avuta dai pi, sicch meglio che voi ora invece gli usiate indulgenza e lo consoliate, affinch esso non abbia per disgrazia ad essere assorbito*da eccessiva tristezza . b) credere al bene in altri b) In secondo luogo occorre credere al bene che si trova in altri e aver fiducia in lui. La diffidenza inaridisce Ogni seme di bont e, innal zando quasi un muro di cupa segregazione tra il vostro cuore e il suo, impedisce lo stabilirsi di rapporti amichevoli. La vostra opera di assistenza sia simile a quella di Dio, che conosce i doni di natura e di grazia da lui elargiti ad ogni uomo, e fonda su di essi la sua azione. Quando il fgliuol prodigo torn a lui, il padre non volle riceverlo come uii servo, ma come un figlio di casa, nonostante lo sdegno e il lamento del fratello maggiore. Il rinnegamento di Pietro non vel il vero amore di lui agli occhi del Signore, che gli affid tutto il suo gregge. c) amare come il Signore ha amato c) In terzo luogo bisogna amare come il Signore ha amato. Se il Signore ha dato la sua Vita per noi , scrive l'Apostolo Giovanni, anche noi dobbiamo darla per i nostri fratelli . L'amore del prossimo si manifesta non solo da uomo ad uomo, ma anche tra la comunit e ciascuno dei suoi membri. Questo amore protegger colui, che torna, dai pericoli che lo attendono ; se rischia di cedere alla debolezza, lo fortificher ; gli procurer anche i mezzi di cui ha bisogno per poter mettersi al lavoro nella comunit come suo membro attivo.
S

MATTH.

6,

12.

* 2 Cor. 2, 6-7.
7

Cfr. Luc. 15, 22 ss. Cfr. Io. 21, 15-17. Cfr. / Io. 3, 16.

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Acta fit tp. xn

III La cura dei carcerati agli occhi di Dio Dopo di aver dato cos uno sguardo al vostro campo di azione, possiamo concludere rappresentandoci la maniera in cui lecito credere che Dio stesso lo consideri. In primo luogo, cio, lo vede in tutto ci che la sua realt pu avere di austero. Egli contempla la colpa del carcerato, per la quale una piena soddisfazione richiesta. Sotto questo aspetto la pena corrisponde alla colpa, la sofferenza colpisce l'uomo come un castigo. Ma tra la inesorabile esigenza della soddisfazione e l'inevitabile castigo, Dio stesso ha interposto la sua misericordia nell'opera redentrice del suo Figlio divino. In tal guisa la giustizia riceve un'amplissima soddisfazione e la misericordia rende possibile un perdono savrabbondante. Tale il senso delle parole di S. Giovanni: Figliolini miei, vi scrivo queste cose, affinch non pecchiate. Ma se alcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre, Ges Cristo giusto. Egli propiziazione per i nostri peccati, n solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo )).
10

Ecco ci che il Signore insegna, quando scende in mezzo agli uo-

mini per prendere su di s la loro colpa e il loro castigo. Vedetelo assidersi alla tavola dei peccatori : Il Figlio dell'uomo venuto a cercare e salvare ci che era perduto.
11

Ascoltate le sue parole al paralitico:


1 2

I tuoi peccati ti sono rimessi ,

o quelle che rivolge a Simone, par1 3

lando della peccatrice che baciava e ungeva i suoi piedi : Le sono rimessi i molti suoi peccati, perch ha amato molto . Quando il Signore morente s'indirizza al ladrone che, pentito, espia la sua colpa, non lo fa discendere dalla croce e non impedisce che gli vengano spezzate le membra, ma gli dice una parola di luce, di conforto e di fortezza : Oggi sarai con me in paradiso .
1 4

Ecco come il Signore intende che voi aiu-

tiate i carcerati ; voi, facendo rivivere nei loro cuori la certezza di queste alte verit, direte loro Je stesse parole, che illuminano, consolano e fortificano : La tua sofferenza ti d la purificazione, il coraggio e la pi grande speranza di arrivare felicemente allo scopo, alle porte del cielo, a cui non conduce la via spaziosa del peccato. Tu sarai con Dio in paradiso ; basta che ti affidi a Lui e al tuo Salvatore .
10

1 Io. 2, 1-2.
Lue. 19, 10. Lue. 5, 20. Lue. 7, 47. Lue. 23, 43.

1 1

1 2

i S

i f

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Acta

Apostolicae

Sedis

Commentarium

Officiale

CONCLUSIONE Possa la Nostra esortazione farvi comprendere meglio la bellezza del vostro lavoro e indurvi ad amarlo pi profondamente, affinch possiate adempirlo con incessante e non mai stanco fervore. Come pegno delle grazie divine che invochiamo su di voi e sui vostri protetti, v'impartiamo di cuore la Nostra paterna Apostolica Benedizione.

NUNTII RADIOPHONICI
I
IIS QUI INTERFUERUNT CONVENTUI T E R T I O DE APOSTOLATU ORATIONIS IN URBE B R A C H A R E N S I HABITO. *

Venerveis Irmos e amados Filhos, presentes em Braga no Congresso do Apostolado. Gratissima Nos foi a noticia de um grande Congresso, que, na cidade dos Arcebispos, reunisse de todo o Portugal metropolitano Dirigentes e Associados do Apostolado da Orao, para, luz da encclica Haurietis aquas, passar em revista toda a actividade do mesmo Apostolado e estu* dar os meios de mais o difundir actualizar, revigorando-lhe as energas para novas e maiores empresas. Por isso de bom grado acedemos ao desejo de Nos terdes presente, nao so em espirito, mas na fora viva da Nossa palavra. Braga, a cidade primas, estava naturalmente designada para a celebraao ; e no s porque o sugera a coincidencia do septuagsimo aniver^ srio da consagrao da Arquidiocese ao Corao de Jesus com a centenario da extenso da festa Igreja universal, mas porque ai, onde a f e a piedade afundam as suas raizes nos primeiros sculos da Igreja, tanto que pode comemorar este ano o 15 centenario do primeiro rei cristo na Europa, ai, graas ao zelo dos dignos sucessores de Martinho e Frutuoso, de Geraldo e Bartolomeu dos Mrtires, o Apostolado se mantm desde a primeira hora exemplarmente activo, oferecendo ao Congresso um ambiente, no s de benvola simpatia, mas de fecunda cooperacelo..
* Die 19 Maii mensis a. 1957.

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I Nestes dias, eximios representantes da ciencia catlica de diversas naes ilustraram a teoria e a pratica do Apostolado. Nos, aproveitando o ensejo que se Nos oferece, queremos insistir apenas num ponto, aparentemente muito simples e elementar, mas que a propria essncia e o segredo da eficacia imensa do Apostolado. Tem este promovido e promove louvavelmente diversas prticas e solenes manifestaes de piedade, utilissimas a quantos nelas tomam parte. Mas no devem sufocar ou fazer descurar aquela primeira prtica essencial a que Nos referimos, e que , bem o compreendeis, o oferecimento quotidiano das obras e sofrimentos pelas intenoes do divino Corao, e designadamente pelas intenoes indicadas para cada mes, e por Ns abenoadas . Melhor, se o oferecimento enriquecido com a participao no sacrificio de Cristo pela Comunho mensal e com a proteco de Maria, implorada no Rosario. Prtica dementar e simples, como todo o Apostolado da Oraao, que nao multiplica compromissos nem frmulas complicadas de organizao, e por isso extensivel e Ns bem desejamos que se extenda a todas as classes de pessoas. Prtica simples : mas quem pode medir a eficacia de que susceptivel, quando fielmente praticada, e, melhor ainda, se constantemente vivida f Toda a vida do homen, peregrino neste mundo, deve tender para Deus, e todos os actos humanos devem, afinal, ser culto de Deus em Jesus Cristo e por Jesus Cristo. Ora o oferecimento quotidiano das obras j de per si culto prestado ao Senhor, oraao e da jnelhor, que consagrando as primicias do dia, o santifica. Mas quando vivido, quando anima concientemente a executar bem as acoes e a suportar bem cada sacrificio, ento a vida toda feita realmente culto de Deus, ento a (( oraao vital de que falam os santos e que o Apstolo inculcava aos fiis, quando lhes escrevia : Tudo quanto fzerdes por palavra ou por obra, ainda mesmo comer ou beber ou qualquer outra coisa, fazei tudo em nome do Senhor Jesus, dando por meio> dEle graas a Deus Padre e para sua gloria .
x

Ento a vida dos fiis tender a elevar-se mais geralmente a um alto nivel de santidade ; porque a necessidade mais sentida de viver em graa de Deus, para que as nossas oblaes lhe sejam aceites, o pensamento
1

Col. 3, 17 ; 1 Cor. 10, 31.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

mais frequente das grandes verdades de f, ea maior intimdate com o Coraao divino iro purificando a alma e ateando a chama do amor, que vence as tentaes, no teme sacrificios, triunfa dos obstculos e leva santidade. II Amados Filhos : Os anais do Apostolado sao urna das mais belas pginas da historia da Igreja em Portugal. E Nos sabemos como em tempos relativamente recentes, quando a propaganda autorizada do mal se propunha eliminar em duas geraces os ltimos vestigios do catolicismo em terras lusitanas, foi o Apostolado da Orao, por testemunho dos sagrados Pastores, urna das principis foras de resistencia, para manter o espirito cristo e o fazer reflorecer vigoroso, mal a tempestade acenou a abrandar. Hoje as circunstancias esto mudadas. Portugal j nao visto como o pas mrtir, mas julgado nao catlica. De facto, respeitando-se as pessoas, em conformidade com a f e ndole da alma portuguesa, conseg u i s s e um clima em que s piores aberraes do erro e consequente perverso moral nao se reconhecem os direitos, que competem verdade e virtude. Os histricos acordos de 1940, observados em ambiente de mutua compreenso, tm dado preciosos frutos com vantagem para ambas as partes, e espera-se que os dem mais abundantes, especialmente no sector da misso educadora, que Jesus Cristo confiou e impos Igreja. 12 urna primavera de bem, que se deve clarividencia e poderosa e persistente dedicao de homens benemritos. Mas para alm do alcance dos sentidos quem nao descortina a acco da Providencia, que, na hora oportuna, prepara, suscita e acompanha at ao final triunfo os seu s instrumentos? E o Sameiro, trono da Imaculada, e a Fatima, milagre do carinho materno dA que se declarou Senhora do Rosrio, centros de orao simples, humilde e penitente, no mostram bem a acco da Providencia? Misterioso, mas irresisti vel poder da orao ! Para que o bem se mantenha e cresca, para que o mal que hoje tudo pretende invadir, no vingue em Terras portuguesas, que o Apostolado da Orao mantenha em todas elas, e alargue e redobre a sua actividade imunizadora e vivificante ; redobrem de zelo os Directores e Zeladores para formarem nos associados e por eles em largos crculos a necessaria mentalidade catlica, e com a mentalidade urna sincera e esclarecida vida catlica, que frutifique na perfeio e santidade.

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Coincidencias providenciis e factos importantes do Nosso atormentado pontificado e da vossa historia Nos ligam a essa Terra de Santa Maria. Sensibiliza-Nos profundamente a vossa filial homenagem, fruto bem espontneo do amor e fidelidade inquebrantvel ao Vigrio de Cristo em Roma. Seja eia urna exortao constante, a repetir o que dizamos, h tempo, dos representantes do Apostolado mundial : Ns, com as mos erguidas ao cu, sentimos pesar sobre Nossos ombros urna indizivel responsabilidade, confranger-Nos o corao urna dor profunda, que em vos encontra conforto, por isso que vos mantendes fidelissimos ao Nosso lado, unindo as vossas oraes Nossa, os vossos sacrificios s Nossas penas, as vossas obras s Nossas fadigas... Vede os vossos bilhetes mensais ! Que grandeza, que valor que eles tm, para quem os sabe usar como convm, e eles merecem !... Fixai sobre eles a vossa ateno : vereis alargarem-se os horizontes do vosso espirito, elevarem-se e nobilitarem-se os afectos do corao... (( Ento, modelando-se progressivamente pela de Jesus, a vossa oraao tornar-se- cada vez mais vasta e mais intensa, sentir-vos-eis irresistivelmente impelidos pelo amor ao sacrificio, e acesos no ardor da caridade e consumidos pela veemncia dos desejos, a vossa mesma vida ser incessante e fervorosa e efcacissima oraao .
2

Com estes votos abenoamos de todo corao a vos, Venerveis Irmos e amados Filhos, a quantos vos sao queridos e a todo o glorioso e fiel povo portugus.

II
IIS QUI INTERFUERUNT SACRIS SOLLEMNIBUS OB QUADRINGENTESIMUM ET QUINQUAGESIMUM E X P L E T U M ANNUM AB OBITU S. FRANCISCI A PAULA, MARITIMAE GENTIS ET NAVICULARIORUM ITALICORUM PATRONI. *

Diletti figli, gente di mare della nazione italiana, la cui attivit ricorda a Noi stessi l'arduo ufficio di timoniere della mstica navicella di Pietro, con effusione di cuore vi indirizziamo, sulle onde della radio, la Nostra parola nella ricorrenza del 450 anniversario del beato transito del vostro celeste Patrono San Francesco di Paola. Memori della tenerezza con cui il Redentore Ges predilesse gli uomi2

Discorsi e Radiomessaggi vol. IV pag. 365-370).

* Datus die 16 Iunii mensis a. 1957.

27

ACTA,

vol.

XXIV,

n.

8.

22-7-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

ni delle barche e delle reti, vivendo in mezzo a loro ed eleggendoli alla dignit di pescatori di nomini ,
x

vivamente desideriamo di essere

spiritualmente presenti tra voi in questa ora di giubilo religioso. Vi abbiamo particolarmente nel cuore, voi, accorsi nella incantevole citt di Messina per tributare l'omaggio della fervida devozione all'inclito vostro Protettore ; voi che Ci ascoltate, mentre solcate gli oceani a bordo di potenti navi ; voi, umili pescatori delle spiagge italiane, lavoratori operosi dei porti e dei cantieri ; voi tutti che del mare fate come la vostra dimora, e che il mare abbraccia, quasi madre d'immensa famiglia, provvedendo a ciascuno il lavoro e il sostentamento. Ben sappiamo con quanta devota riconoscenza le Associazioni preposte alla cura della gente di mare, le Societ di navigazione e tutti i marittimi della nazione italiana, hanno accolto, alcuni anni or sono, le Nostre Lettere Apostoliche, con le quali costituimmo e confermammo S. Francesco di Paola loro celeste Patrono presso Dio. noto egualmente che da allora la venerazione verso il Santo Taumaturgo di Paola, promossa altres dallo zelo degli esimi figli del suo Sacro Ordine dei Minimi, si salutarmente diffusa in mezzo a voi, nei porti, nelle citt costiere dell'Italia, sulle navi mercantili, delle quali, oltre seicento come Ci stato riferito hanno voluto fregiarsi della sua sacra Immagine, recante incisa l'invocazione Ad litus educ Patriae )), guidaci al patrio lido. In tal guisa voi avete rinverdita una secolare tradizione dell'italica gente del mare, che vener sempre nel Santo di Paola il benigno protettore, il compagno fedele delle loro navigazioni sui mari, pronto ad operare prodigi per salvare i suoi devoti da estremi pericoli. Infatti, in quasi tutte le citt marittime italiane i vostri padri innalzarono templi in onore di lui, affinch fossero centri di vita cristiana per i marinai e rifugio di preghiera ai loro familiari. Desideriamo di citare, a gloria dello stesso Santo, i nomi delle citt di Napoli, Rimini, Ancona, Bari, Palermo, Messina, Milazzo, Cagliari, ed infine, Genova, ove dal colle su cui sorge il santuario di S. Francesco, ogni sera, la voce della sua storica campana invita i fedeli ad innalzare preghiere per i lavoratori del mare. La particolare ammirazione e devozione dei marittimi verso S. Francesco di Paola non trae motivo soltanto dall'essere egli nato in una citt costiera o per avere pi volte traversato i mari, operando miracoli a van2

MATTH.

4,

19.

Acta Ap. Sedis a. X X X V , 1943, p. 163-164.

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faggio dei naviganti, bens dalle eccelse virt che adornarono la sua vita, alcune delle quali corrispondono mirabilmente all'indole e alle doti naturali della gente di mare. Ravvivate nella memoria la dolce figura del Santo in quell'episodio prodigioso, tramandato dalle cronache contemporanee che narrano il passaggio dello stretto di Messina sul suo sdrucito mantello posato sulle onde. Lo zelo della gloria di Dio e la carit verso il prossimo lo sospingono; la povert volontaria e l'austerit, abbracciate come norma di vita, lo accompagnano ; una sconfinata fiducia in Dio lo sorregge : tutto ci in un'aura di semplicit e di umilt, proprie di chi crede con fermezza nella parola di Cristo : Se avrete tanta fede quanto un granello di senapa, potrete dire a questo monte : spostati di qui a l, ed esso si sposter, e nulla vi sar impossibile .
3

Voi, dunque, ammirate in S. Francesco soprattutto l'umilt e la semplicit della vita, il rigore delle sue penitenze, la sua carit verso il prossimo, e molto pi il suo amore verso Dio, da cui derivava il suo taumaturgico potere. giusto che la gente di mare stimi in alto grado tali virt, poich essa stessa portata naturalmente alla semplicit e alla modestia, vive quasi di continuo fra le austerit e le durezze del lavoro, si comporta con coraggio nei pericoli, ed dedita al servizio del prossimo. Ora, come potrete tramutare queste naturali disposizioni in altrettante virt cristiane, feconde e meritorie per la vita eterna? Il vostro Santo ve ne svela il segreto nel motto che leggete sotto le sue immagini e che Egli non si stancava di ripetere quale unico, ma bastevole messaggio della missione confidatagli da Dio sulla terra : Charitas , quella carit che l'Apostolo S. Paolo pone a fondamento e vertice di ogni cristiana perfezione nel suo duplice oggetto, Dio ed il prossimo. La gente di mare sia in primo luogo gente di Dio ! Come potrebbe, del resto, essere altrimenti? Il mare ! Questa maestosa creatura di Dio rispecchia di Lui l'immensit negli sconfinati suoi orizzonti; di Lui la bellezza nei vaghi colori delle sue acque e nell'incanto delle sue rive; di Lui i misteri della scienza e della sapienza nei profondi suoi abissi ; di Lui la potenza irresistibile e talora la giusta collera nelle sue tremende tempeste ; ma il mare riflette altres, anzi attua di Lui la benigna provvidenza con le ricchezze inesauribili di sostentamento, che racchiude ed offre a tutti gli uomini operosi. Voi, gente del mare, sete in grado d'intendere pi chiaramente la sua voce nel coro di lode e di benedizione che le

MATTH. 17,20.

420

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

creature dell'universo, obbedendo all'invito dello Spirito Santo, innalzano al loro Creatore e Signore : Benedicite maria et flumina Domino; laudate et superealtate eum in saecula .
4

In verit, quanto spesso per molti di voi, pescatori e navigatori, che trascorrete sulle onde la maggior parte della vostra vita, il mare si tramuta in solenne tempio di Dio ! Allorch la luce della prima alba dipinge con colore di perla l'estrema curva dell'orizzonte ; oppure nell'(( ora che volge il disio ai naviganti e intenerisce il core lo d c'han detto a' dolci amici addio ;
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o nel cuore delle notti tranquille, quando il

firmamento, trapunto di miriadi di stelle, sembra chinarsi sul vostro capo, quasi per ascoltare i gemiti delle vostre segrete nostalgie ; il mare vi eleva dolcemente alla contemplazione delle cose eterne, vi suggerisce espressioni d'intima preghiera, vi comunica i palpiti di desideri infiniti. Ascoltate la voce del mare, ed accogliete il suo invito ad adorare, amare e servire Dio, certi di entrare in tal modo in possesso del pieno senso della vita e dei suoi superiori valori. Ma inoltre la carit derivata dall'amore del Padre celeste ed estesa ai fratelli, rinvigorisce i vostri animi nel quotidiano esercizio delle vostre attivit, il cui scopo diretto al comune vantaggio della nazione pi palesemente ed efficacemente che non pochi altri generi di lavoro. Chi, infatti, potrebbe dubitare del grande contributo economico dato alla nazione dalle flotte addette alla pesca ed ai trasporti? Le (( marine mercantili sono come i polmoni e le arterie delle nazioni, per cui mezzo si attua in gran parte la pacifica collaborazione dei popoli nel benessere e nel progresso. Tra di esse occupa certamente un degno posto la vostra, la cui gloriosa tradizione risale a lontani secoli, ed da voi mantenuta in alto onore, nonostante le rovine subite dalla guerra e le presenti difficolt. Continuate, dunque, ad animare le vostre pacifiche flotte, lasciandovi guidare dallo spirito cristiano e dall'amor patrio. L'uno e l'altro concorreranno a rendervi tecnicamente esperti, ciascuno nel proprio grado ed ufficio, solerti nel lavoro, pronti ai sacrifici e talora all'eroismo che il vostro dovere pu chiedervi. Lasciatevi ispirare da S. Francesco di Paola, che, condotto dalla volont di Dio in terra di Francia, dimostr al re ed al popolo di quella nobile nazione, mediante la santit della vita e delle opere, di essere degno araldo di civilt e di cristianesimo. Avete dunque un luminoso esempio nel vostro santo Patrono ; ma,

Dan. 3, 78. Purg. 8, 1-3.

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nello stesso tempo, trovate in lui il vostro potente intercessore presso Dio. Tutti sanno quanto sia gravosa la vita sulle navi, nei porti, nei cantieri, presso i fari delle spiagge deserte. In modo particolare gravano sopra coloro che navigano le prolungate assenze dal nido della famiglia, la scarsezza delle comodit materiali, i turni di lavoro, particolarmente di notte ed al chiuso. La tecnica moderna, bench abbia compiuto mirabili progressi per dare sicurezza alla navigazione, non ha ancora eliminato del tutto i pericoli che insidiano le navi sugli oceani. Tali condizioni di vita mentre costituiscono un titolo d'onore ed un diritto alla gratitudine per coloro che liberamente le accettano, esigono, d'altra parte, in questi una salda tempra d'animo, diuturne fatiche e rinunzie ; ma soprattutto attendono la benevola assistenza dell'Onnipotente, nelle cui mani riposta la sorte di ogni vita umana. Per ottenervi tale divino presidio il vostro celeste Patrono S. Francesco non mancher d'interporre la sua intercessione. Affidate alla sua tutela presso Dio le vostre navi, i cantieri, i porti, i fari, le reti, le macchine, le fragili barche. Ponete sotto l'usbergo della sua protezione i vostri viaggi, le vostre care famiglie, le speranze e i santi desideri, poich a chi confida nel Cielo il mare sar sempre amico fedele. Innalzando le Nostre umili suppliche all'Onnipotente, sotto lo sguardo materno di Maria, spesso da voi invocata Stella del Mare , affinch i Nostri voti siano a Dio accetti e si mutino in grazie e favori a vostro vantaggio temporale ed eterno, impartiamo a ciascuno di voi, ai vostri cari ed alla diletta vostra Patria, la Nostra paterna Apostolica Benedizione.

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Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

ACTA SS. CONGREGATIONUM


SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS

i
LISBONENSIS - EBORENSIS
DECRETUM
DE F I N I U M IMMUTATIONE

Maiori animarum bono prospiciens, Emus ac Revmus P . D . Emmanuel S. R. E. Card. Gonalves Cerejeira, Patriarcha Lisbonensis, idemque cupiens Excmus P. D. Emmanuel Trindade Salgueiro, Archiepiscopus Eborensis, ab Apostolica Sede expostulaverunt ut fines dioecesium sibi concreditarum aliquantulum immutarentur ita ut exinde nova paroecia, vulgo S. Isidoro de Peges appellanda, erigi possit. Sanctissimus Dominus Noster Pius, Divina Providentia Pp. X I I , audita relatione Sacrae Congregationis Consistorialis et attento favorabili voto Excmi P. D. Fernandi Cento, Archiepiscopi titularis Seleuciensis pierii et in Lusitania Apostolici Nuntii, ratus huiusmodi immutationem animarum saluti cessuram, oblatis precibus benigne annuere dignatus est. Quapropter Ssmus Dominus, suppleto, quatenus opus sit, eorum interesse habentium vel habere praesumentium consensu, praesentibus Litteris : 1. a Patriarchatu Lisbonensi distrahit territoria vulgo appellata : Herdade das Faias, Ncleo das Faias da Colnia Agricola de Peges, Parte dos Antigos Foros da Herdade de Peges, Parte da Herdade de Peges, eademque perpetuo adnectit archidioecesi Eborensi; 2. vicissim, ab archidioecesi Eborensi separat territoria vulgo appellata : Parte da Herdad do Arieiro, Herdade do Espirra et Posto Sequeiro da Direcao Geral dos Servigos Agrcolas, eademque perpetuo

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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attribuit Patriarchatu Lisbonensi, mutatis hac ratione sive Patriarchatus Lisbonensis sive archidioecesis Eborensis finibus. Sanctissimus Dominus Noster praeterea mandat ut omnia et singula documenta praefata territoria respicientia a tabulario Curiae a qua ad tabularium Curiae ad quam quantocius transmittantur. Ad clerum quod attinet statuit ut simul ac praesens Decretum ad effectum deductum fuerit clerici archidioecesi illi censeantur incardinati in cuius territorio legitime degunt. Ad haec omnia exsecutioni mandanda Sanctitas Sua memoratum Exc. P. D. Pernandum Cento deputat, necessarias et opportunas eidem tribuens facultates etiam subdelegandi, ad effectum de quo agitur, quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, onere imposito ad S. Congregationem Consistorialem quam primum remittendi authenticum exemplar actus peractae exsecutionis. Quibus super rebus praesens edi iussit Consistoriale Decretum perinde valiturum ac si Apostolicae sub plumbo Litterae datae forent. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Datum Romae, ex Aedibus S. Congregationis Consistorialis, die 14 Septembris 1956. 9 Fr. A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. S. Iosephus Ferretto, Adsessor

II
DESIGNATIO P R O TRIBUNALI S E C U N D A E INSTANTIAE Archiepiscopus Burdigalensis designavit semel pro semper pro appellationibus a suo Tribunali Ordinarium Albiensem ; quam designationem Sanctissimus Dominus Noster per Rescriptum S. Congregationis Consistorialis diei 11 mensis Aprilis anni 1957 adprobare dignatus est.

424

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

SACRA CONGREGATIO RITUUM

i
DECRETUM
DE MODO SERVANDO IN IUDICIO PERENDO SUPER REVISIONE SCRIPTORUM IN CONGREGATIONE ORDINARIA S. RITUUM CONGREGATIONIS.

Inter inquisitiones, quae a Codice Iuris Canonici Episcopis demandantur ad introductionem Causae Beatificationis Servorum Dei a Sede Apostolica obtinendam, non parvi momenti aestimanda est perquisitio scriptorum a Servis Dei exaratorum, cum evidens sit ex his ipsam indolem, characterem, animum scriptorum manifestari. Perspicua est quoad operum revisionem lex decretorum Urbani V I I I : (( Praeterea illud etiam diligentissime indagandum est, an ille, vel illa pro cuius Canonizatione instatur, scripserit aliquos libros, tractatus, opuscula, meditationes, vel quid simile ; nam si scripsisse constiterit, non prius est ad aliquem actum inquisitionis deveniendum, quam tales libri diligenter in Sacra Congregatione examinentur, utrum contineant errores contra fidem vel bonos mores, vel doctrinam aliquam novam vel peregrinam atque a communi sensu Ecclesiae et consuetudine alienam . Quae disciplina a Benedicto X I V magis determinata, in Codicem Iuris Canonici transivit, qui Cann. 2065 et seqq. in revisione scriptorum praxim sequendam sancivit. Attamen, gravitate rei permota, haec Sacra Congregatio, ut pleniori iudicio talia scripta excutiantur, uti iam pro Causae introductione statutum est, etiam pro scriptorum examine in Congregatione Ordinaria peragendo, statuendum esse putavit, ut praeter S. C. Secretarium, Promotorem Generalem Fidei, et Subpromotorem, adsit quoque ea pars Consultorum, qui inscribuntur Officiales Praelati; iique supradicti omnes suum consultivum concisum votum super tali revisione, scripto exaratum, legant coram Patribus Cardinalibus, qui postea rem excutient. Quae omnia, cum ab infrascripto Cardinali, S. R. C. Praefecto, Sanctissimo D. N. Pio Papae X I I relata sint, Sanctitas Sua approbavit, ac

Sacra

Congregatio

Rituum

425

in posterum ad instar normae pro ferendo super scriptis iudicio servanda iussit. Contrariis non obstantibus quibuscumque. Die 9 Aprilis 1957. C. Card. CICOGNANI, Praefectus L. $ S. f A. Carinci, Archiep. Seleuc, a Secretis II DECRETUM
URBIS ET ORBIS

Sanctissimam Eucharistiam maximo cum decore asservare sedula ac vigilanti cura semper studuit sancta Mater Ecclesia. Haec tamen sollicitudo diversimode per saecula in rem deducta est. Exinde percrebrescens in dies Eucharistica fidelium pietas, locum, ubi Dominicum asservatur Corpus, florescentis christianae vitae centrum effecit. Ad praecavendos vero abusus, et ut omnia secundum ordinem fierent, nonnulla documenta, decreta aut leges competens Auctoritas pluries emanavit, quibus locus, forma, usus Eucharistiae asservandae determinarentur. Quae omnia Codex Iuris Canonici ita colligit et exprimit : Can. 1268, 2 : Sanctissima Eucharistia custodiatur in praecellentissimo ac nobilissimo Ecclesiae loco, ac proinde regulariter in altari maiore . Can. 1269, 1 : (( Sanctissima Eucharistia servari debet in tabernaculo inamovibili in media parte altaris posito . Novissime autem, Sanctissimus Dominus Noster Pius Pp. X I I , in sermone ad eos qui Congressui Internationali liturgiae pastoralis Assisii interfuerunt, die 22 Septembris an. 1956 habito, potiora quaedam capita circa doctrinam et praxim Ecclesiae de reali praesentia Christi Domini in tabernaculo lucide exposuit, modernos quosdam errores reppulit, et pietatis exercitia erga Eucaristicum Sacramentum in tabernaculis asservatum, iuxta probatam Ecclesiae traditionem summopere commendavit. His prae oculis habitis, Sacra haec Rituum Congregatio, vi facultatum sibi a Ssmo D. N. Pio divina Providentia Papa X I I tributarum, haec decrevit : 1. Normae a Codice Iuris Canonici circa Ss. Eucharistiam asservandam statutae (Cann. 1268, 1269) sancte religioseque servandae sunt; nec omittant locorum Ordinarii de hac re sedulo invigilare. 2. Tabernaculum adeo firmiter cum altari coniungatur, ut inamovii Cf r. A. A. S., vol. X X X X V I I I , pag. 711 ss.
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

bile fiat. Regulariter in altari maiore collocetur, nisi aliud venerationi et cultui tanti sacramenti commodius et decentius videatur, id quod ordinarie contingit in ecclesiis cathedralibus, collegiatis aut conventualibus, in quibus functiones chorales peragi solent ; vel aliquando in maioribus sanctuariis, ne propter peculiarem fidelium devotionem erga obiectum veneratum, summus latriae cultus Ssmo Sacramento debitus obnubiletur. 3. In altari ubi Ssma Eucharistia asservatur, habitualiter Sacrificium Missae celebrandum est. 4. In ecclesiis, ubi unicum exstat altare, hoc nequit ita aedificari, ut sacerdos celebret populum versus ; sed super ipsum altare, in medio, poni debet tabernaculum ad asservandam Ssmam Eucharistiam, ad normam legum liturgicarum constructum, forma et mensura tanto Sacramento omnino dignum. 5. Tabernaculum sit undequaque solide clausum, et adeo in omni sua parte securum, ut quodvis profanationis periculum arceatur. 6. Tabernaculum, tempore quo sacrae species in ipso asservantur, conopaeo sit coopertum ac, iuxta ecclesiae antiquam traditionem, lumen perenne ante ipsum ardeat. 7. Tabernaculum, quoad formam, stilo altaris et ecclesiae conveniat; ab illis in usu hucusque receptis haud nimis discrepet; non reducatur ad speciem simplicis capsae, sed verum habitaculum Dei cum hominibus quodammodo repraesentet ; non ornetur symbolis vel figuris inusitatis, vel quae fidelium admirationem moveant, vel erronee interpretari possint, vel quae relationem ad Ssmum Sacramentum non habeant. 8. Districte vetantur tabernacula eucharistica extra ipsum altare posita, ex. gr. in pariete, aut ad latus, vel retro altare, aut in aediculis seu columnis ab altare separatis. 9. Contraria consuetudo, sive quoad modum Eucharistiam asservandi, sive quoad formam tabernaculi, praesumi nequit, nisi agatur de consuetudine centenaria vel immemorabili (cf. Can. 62, 2), uti ex. gr. in casu quorundam tabernaculorum ad modum turris vel aediculae aedificatur um. Hae tamen formae reproduci nequeunt. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Romae, 1 Iunii 1957. C. Card. CICOGNANI, Praefectus L. $ S. f A. Carinci, Archiep. Seleuc, a Secretis

Sacra

Paenitentiaria

Apostolica

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ACTA TRIBUNALIUM
SACRA PAENITENTIARIA APOSTOLICA
(OFFICIUM D E INDULGENTIIS)

I
O R A T I O AD B E A T A M MARIAM VIRGINEM IMMACULATAM LAPURDENSEM A SUMMO PONTIFICE PIO XII EX A R A T A ET INDULGENTIIS DITATA. Dociles l'invitation de votre voix maternelle, 6 Vierge Immacule de Lourdes, nous accourons vos pieds prs de l'humble grotte, o vous avez daign apparatre pour indiquer aux gars le chemin de la prire et de la pnitence et dispenser aux prouvs les grces et les prodiges de votre souveraine bont. Recevez, Reine compatissante, les louanges et les supplications, que les peuples et les nations, oppresss par les amertumes et l'angoisse, lvent avec confiance vers vous. O blanche Vision du Paradis, chassez des esprits les tnbres de l'erreur par la lumire de la Foi ! O mystique Roseraie, soulagez les mes abattues par le cleste parfum de l'Esprance! O source inpuisable d'eau salutaire, ranimez les coeurs arides par les flots de la divine Charit ! Faites que nous tous, qui sommes vos fils,' rconforts par vous dans nos peines, protgs dans les dangers, soutenus dans les luttes, nous aimions et servions si bien votre doux Jsus, que nous mritions les joies ternelles prs de votre trne dans le ciel. Ainsi soit-il! Die 10 Maii 1951 Ssmus D. N. Pius div. Prov. Pp. XII benigne concedere dignatus est Indulgentiam trium annorum a christifidelibus saltem contritis lucrandam, qui supra relatam orationem ad Specum Lapurdensem devote recitaverint. Contrariis quibuslibet non obstantibus. N. Card. CANALI, Paenitentiarius Maior L. S. S. Luzio, Regens

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

II
ORATIO A MEDICIS RECITANDA A S U M M O PONTIFICE PIO X I I EXARATA ET INDULGENTIIS DITATA.

medico divino delle anime e dei corpi, Redentore Ges, che durante la tua vita mortale prediligesti gl'infermi, risanandoli col tocco della tua mano onnipotente, noi, chiamati all'ardua missione di medici, ti adoriamo e riconosciamo in te il nostro eccelso modello e sostegno. Mente, cuore e mano siano sempre da te guidati in modo da meritare la lode e l'onore che lo Spirito Santo ascrive al nostro ufticio (cfr. Eccli. 38). Accresci in noi la consapevolezza di essere in qualche modo collaboratori tuoi nella difesa e nello sviluppo delle umane creature, e strumenti della tua misericordia. Illumina le nostre intelligenze nell'aspro cimento contro le innumerevoli infermit dei corpi, affinch, avvalendoci rettamente della scienza e dei suoi progressi, non ci siano occulte le cause dei mali, n ci traggano in inganno i loro sintomi, ma con sicuro giudizio possiamo indicare i rimedi dalla tua Provvidenza disposti. Dilata i nostri cuori col tuo amore, sicch, ravvisando te stesso negli infermi, particolarmente nei pi derelitti, rispondiamo con indefessa sollecitudine alla fiducia che essi ripongono in noi. Fa che, imitando il tuo esempio, siamo paterni nel compatire, sinceri nel consigliare, solerti nel curare, alieni dall'illudere, soavi nel preannunciare il mistero del dolore e della morte ; soprattutto che siamo fermi nel difendere la tua santa legge del rispetto alla vita, contro gli assalti dell'egoismo e dei perversi istinti. Come medici che ci gloriamo del tuo nome, promettiamo che la nostra attivit si muover costantemente nell'osservanza dell'ordine morale e sotto l'impero delle sue leggi. Concedici, infine, che noi stessi, per la condotta cristiana della vita ed il retto esercizio della professione, meritiamo un giorno di ascoltare dalle tue labbra la beatificante sentenza, promessa a coloro che ti visitarono infermo nei fratelli : Venite, o benedetti del Padre mio, prendete possesso del regno per voi preparato (Matt. 25, 34). Cos sia!

Sacra

Paenitentiaria

Apostolica

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Die 0 Maii 1957 Ssmus D. N. Pius div. Prov. Pp. XII benigne tribuere dignatus est partialem trium annorum Indulgentiam a medicis saltem corde contrito acquirendam, quoties supra relatam orationem devote recitaverint. Contrariis non obstantibus quibuslibet. N. Card. CANALI, Paenitentiarius Maior L.

S.
S. Luzio, Regens

III
PIUM EXERCITIUM IN H O N O R E M MYSTERIORUM INFANTIAE DOMINI NOSTRI IESU CHRISTI INDULGENTIIS DITATUR. Ssmus D. N". Pius Div. Providentia Pp. X I I , in Audientia infra scripto Cardinali Paenitentiario Maiori die 12 mensis Maii vertentis anni concessa, ad augendam fidelium pietatem in divinum Iesum Infantem ob memoriam beneficiorum humano generi collaturum, christifidelibus paenitentia expiatis et angelorum Pane enutritis, qui qualibet ex duodecim Dominicis non intermissis, quas ipsi elegerint, precibus et piis meditationibus in honorem mysteriorum Domini Nostri Iesu Christi Infantiae pie vacaverint, Indulgentiam plenariam benigne dilargiri dignatus est, dummodo aliquam ecclesiam vel publicum oratorium pie visitaverint et ad mentem Summi Pontificis preces fuderint. Praesenti in perpetuum valituro absque ulla Apostolicarum Litterarum in forma brevi expeditione et contrariis quibuslibet minime obstantibus. Datum Romae, e Sacra Paenitentiaria Apostolica, die 4 Iunii 1957. N. Card. CANALI, Paenitentiarius Maior L. rB

SS. Luzio, Regens

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

SACRA ROMANA ROTA

Citationes I

edictales

CHICAGIEN.
NULLITATIS MATRIMONII (LAZOWSKA - NADZIEJKO)

Cum ignoretur locus actualis commorationis Domini Eduardi Nadziejko, in causa conventi, eundem citamus ad comparendum, sive per se, sive per procuratorem legitime constitutum, in sede Tribunalis S. R. Rotae (Roma, Palazzo della Cancelleria) die 21 Octobris 1957, hora undecima, ad disputandum de dubio concordando, vel ad infrascriptum subscribendum et ad diem designandam qua habebitur Turnus Rotalis pro causae definitione. An constet de matrimonii nullitate, in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedicti Domini Eduardi Nadziejko curare debent, ut de hac edictali citatione ipse moneatur. * Guillelmus Doheny, Ponens. Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae die 22 Maii 1957. C. Pezzicara, Notarius ff. * Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de Mr Edouard Nadziejko, dfendeur en cette cause, nous le citons comparatre, par propre personne ou par un procureur lgitimement constitu, au sige du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, Palazzo della Cancelleria) le 21 octobre 1957, a 11 heures, pour concorder ou souscrire le doute ci-dessous rapport, et fixer le jour de la dcision de la cause devant la Rote. Conste-t-l de la nullit du mariage dans le cas f Les Ordinaires des lieux, les curs, les prtres, les fidles ayant connaissance du lieu de la rsidance du dit Mr Edouard Nadziejko devront, dans la mesure du possible, l'avertir de la prsente citation.

Sacra

Romana

Rota

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II CASERTANA
NULLITATIS MATRIMONII (FUSCO - RING)

Cum ignoretur locus actualis commorationis Domini Victoris Arcibaldi Pewel Bing, in causa conventi, eundem citamus ad comparendum, sive per se sive per procuratorem legitime constitutum, in sede Tribunalis S. R. Rotae (Roma, Palazzo della Cancelleria) die 16 Octobris 1957, hora X I I , ad concordandum de dubio disputando vel infrascripto subscribendum et ad diem designandam, qua habebitur Turnus Rotalis pro causae definitione. An constet de matrimonii nullitate, in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedicti Domini Victoris Arcibaldi Pewel Ring curare debent, ut de hac edictali citatione ipse moneatur. * Guillelmus T. Heard, Ponens. Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae, die 31 Maii 1957. C. Pezzicara, Notarius ff.

* Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de Mr Victor Archibald Pewel Ring, dfendeur en cette cause, nous le citons comparatre, par prope personne ou par un procureur lgitimement constitu, au sige du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, Palazzo della Cancelleria) le 16 octobre 1957, 12 heures pour concorder ou souscrire le doute ci-dessous rapport, et fixer le jour de la dcision de la cause devant la Rote. Conste-t-il de la nullit du mariage dans le cas? Les Ordinaires des lieux, les curs, les prtres, les fidles ayant connaissance du lieu de la rsidence du dit Mr Victor Archibald Pewel Ring devront, dans la mesure du possible, l'avertir de la prsente citation.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

DIARIUM ROMANAE CURIAE


Marted, 25 giugno 1957, il Santo Padre Pio X I I ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza il Dott. D. FRANCISCO GOMEZ DE LLANO, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario di Spagna, per la presentazione delle Lettere Credenziali.

S E G R E T E R I A DI STATO
NOMINE Con Brevi Apostolici, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato nominare: 25 febbraio 1957. S. E. Revma Monsig. Paupini Giuseppe, Arcivescovo titolare di Sebastopoli di Abasgia, Nunzio Apostolico nelle Repubbliche di Guatemala e di El Salvador. 18 maggio L'Emo e Revmo Signor Cardinale Tisserant Eugenio, Protettore delle Suore Cappuccine del Sacro Cuore (Catania). L'Emo e Revmo Signor Cardinale Ottaviani Alfredo, Protettore della Chiesa di Santa Croce e dello annesso Monastero delle Agostiniane in Montefalco (Spoleto). Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di nominare : 7 giugno 1957. I Revmi Padri Gillon Ludovico, dei Frati Predicatori e Abelln Pietro M. della Compagnia di Ges, Consultori della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Universit degli Studi. S. E. il Principe Don Mario del Drago, Capitano Comandante del Corpo delle Guardie Nobili Pontificie, II Revmo Padre Schmid Crisostomo, dei Benedettini, Consultore della Sacra Congregazione de Propaganda Fide.
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An. et vol. X X X X I X

15 Augusti 1957

(Ser. II, v. XXIV) - N. 9

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


LITTERAE APOSTOLICAE MOTU PROPRIO DATAE
AD VENERABILES FRATRES PATRIARCHAS, ARCHIEPISCOPOS, EPISCOPOS, CETEROSQUE LOCORUM HIERARCHAS ECCLESIARUM ORIENTALIUM, PACEM ET COMMUNIONEM CUM APOSTOLICA SEDE HABENTES : DE RITIBUS ORIENTALIBUS,

DE PERSONIS PRO ECCLESIIS ORIENTALIBUS.

PIUS PP. X I I Cleri sanctitati, christifidelium aedificationi totiusque Ecclesiae emolumento ac decori nemo est qui ignoret quantum conferat libens ac studiosa ecclesiasticae et clericalis disciplinae observatio, prouti iam Oecumenica Tridentina Synodus, constantem hac de re Ecclesiae sententiam exprimens, luculenter perdocuit : Nihil est, quod alios magis ad pietatem et Dei cultum assidue instruat, quam eorum vita et exemplum, qui se divino ministerio dedicarunt : cum enim a rebus saeculi in altiorem sublati locum conspiciantur, in eos, tamquam in speculum, reliqui oculos coniiciunt, ex iisque sumunt, quod imitentur. Quapropter sic decet omnino clericos, in sortem Domini vocatos, vitam moresque suos omnes componere, ut habitu, gestu, incessu, sermone aliisque omnibus rebus nil, nisi grave, moderatum ac religione plenum, prae se ferant; levia etiam delicta quae in ipsis maxima essent, effugiant ; ut eorum actiones cunctis afferant venerationem A t , vertentibus saeculis, evenit ut in Ecclesiis Orientalibus disciplina cleri, deficiens aliquando aut incerta, praesentibus temporibus impar prorsus exstiterit.
1

Sess. X X I I , de ref., cap. I.


vol. XXIV,. n. 9 15-8-1957.

28 - ACTA,

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

Norunt omnes Synodos, sive Oecumenicas, sive particulares alias passim ab Ecclesiis celebratas, haud omisisse idoneas et opportunas praescriptiones de muneribus ac privilegiis sacrorum Antistitum ceterorumque clericorum tradere ad eorum vitam regendam moresque continendos aut corrigendos, si quando abusus irrepserint. Illae autem praescriptiones cum nec completae nec certae, nedum in unum corpus apte digestae essent, neque clericis ad propriam vitam et actuositatem dirigendam, neque Episcopis ad suos greges gubernandos satis auxilii erant. Quod incommodum aegre iam omnes cleri ordines ferebant, quippe qui sua officia et munera liquide ac certe cognoscere optarent, idque sive ad sui spiritus profectum et animi tranquillitatem sive in commune Ecclesiae bonum. Ceterum, quamquam nonnullae Synodi aliquid laudabiliter tentarunt ut propriae communitatis studiis in hac re satis facerent, desiderabatur quotidie magis ab Orientalibus Ecclesiis unum ac commune corpus legum ecclesiasticarum, integrum, certum, hodiernis rerum temporumque adiunctis accommodatum atque universale ; quod veluti integra certaque ratio disciplinae et auxilium efficax sanctitatis omnibus foret, simulque novum ac praeclarum vinculum coniunctionis inter Orientales omnes Ecclesias constitueret : quod sane inceptum nonnisi ab una suprema et universali Romani Pontificis auctoritate eiusque apostolica sollicitudine efficienter et promoveri et sanciri poterat. Hoc legum corpore edito aliquando et cum Codice Iuris Canonici conlato, magna profecto eluxisset similitudo ac vel etiam aequalitas canonum atque institutorum pro universa Catholica Ecclesia, quae omni tempore et loco, dum legitimos populorum mores et consuetudines servat, simul, providis datis legibus materna sollicitudine contendit ut vividiorem fidem, actuosiorem caritatem fortiusque fidelium cum legitimis sacris Pastoribus omniumque cum Christi Vicario, Romano Pontifice, unionis vinculum efficiat ad maiorem Servatoris Christi gloriam in eiusque mystici Corporis aedificationem. Consuluimus iam Apostolicis ad hoc datis Litteris disciplinae quae ad matrimonii Sacramentum,
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ad ecclesiastica tribunalia,
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ad religio-

sum statum et bona temporalia spectat; nunc vero tempus esse duximus indulgendi crebris supplicationibus Nobis allatis a sacris orientalibus Antistitibus atque a Sacra Congregatione pro Ecclesia Orientali,
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Litt. Apost. Crebrae allatae, Motu Proprio datae, 22 febr. 1949. Litt. Apost. Postquam Apostolicis Litteris, Motu Proprio datae, 9 febr. 1952.

* Litt. Apost. Sollicitudinem Nostram, Motu Proprio datae, 6 ian. 1950.


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Acta Pii Pp. XII

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cuius quidem opus ac ministerium haud parvis difficultatibus ob incertam disciplinam detinebatur, ut etiam leges de cleri disciplina publicaremus. Nos igitur attente et cogitate omnibus in Domino perpensis, motu proprio, certa scientia ac de Apostolicae plenitudine potestatis statuimus ac decrevimus canones ad cleri disciplinam spectantes promulgari quos Pontificium Consilium Orientalium Ecclesiarum Codici Canonico conficiendo paravit. Qui canones sacris Pastoribus munera et officia, sub Romani Pontificis suprema et plena iurisdictionis potestate exercenda, indicant vel definiunt simulque adhortantur et iuvant ut ipsi, integritate vitae, revera sal terrae et lux mundi evadant sintque sui gregis forma et salus. Memoratu vero dignum prae ceteris videtur patriarchale institutum, quippe quod orientalis ecclesiasticae ordinationis veluti praecipua nota sit. Proprii talis instituti canones, christianae venerandae antiquitatis vestigia prae se ferentes, munera, iura et privilegia iustasque attributiones recensent. Animadvertatur praeterea canones nonnullos quos praesentes Nostrae Litterae habent, in praecedentibus iam Apostolicis Litteris
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ob

evidentem necessitatem promulgatos inveniri, rubricae cui inserebantur accomodatos, qui quidem canones nunc proprio loco atque in propria ac nativa vi hic referuntur atque a Nobis confirmantur. Visum est praeterea hisce canonibus de ritibus orientalibus et de ecclesiastica hierarchia tractantibus, canones quoque adiicere, ab eodem Pontificio Consilio paratos, qui ad laicos eorumque in finem sanctitatis et aeternae salutis consociationes spectant. Cum vero canones de status religiosi disciplina a Nobis iam promulgati existant universa nunc de Personis canonica disciplina per has Litteras absolvitur. Canones autem, quos Nos Apostolica auctoritate comprobamus, hi sunt, qui sequuntur.
* Cfr. ex. gr. Litt. Apost. Sollicitudinem Nstram, Motu Proprio datae, 6 ian. 1950, can. 5-13, 86-91.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

TITULUS I
DE RITIBUS ORIENTALIBUS Can. 1 1. Orientales ritus, quorum augusta antiquitas et praeclaro est ornamento Ecclesiae omni et fidei catholicae divinam unitatem affirmat, religiose serventur. 2. Patriarchae, Archiepiscopi ceterique Hierarchae studiosissime curent fidelem custodiam et accuratam observationem sui ritus, neque ullam in ritum mutationem induci permittant aut tolrent. 3. Clerici et religiosi omnes, ne quid clericis vel fidelibus diversi ritus suggerere aut suadere audeant quod eorum ritus laudabilium institutorum contemptum aut imminutionem inducere possit. Can. 2 1. Sacrorum ministrorum suum unusquisque accurate servet ritum in celebratione divinae Liturgiae, in administratione sacramentorum aliorumque sacrorum actione, idque etsi fideles diversi ritus sub administratione habeat.
Can. 1 1. Innocentius I I I , (in Syn. Lateranen. I V ) , a. 1215, cap. IV : Licet Graecos ; litt. Inter quatuor, 2 aug. 1206 : Postulasti postmodum ; S. Leo IX, litt. In terra pax, a. 1053 : Ut enim ; Innocentius I V , ep. Cum te de cetero, 27 aug. 1247 ; ep. Sui) catholicae, 6 mart. 1254, Prooem.; Nicolaus I I I , instr. Istud est Memoriale, 9 oct. 1278; Leo X, litt. ap. Accepimus nuper, 18 maii 1521; Paulus I I I , litt. ap. Dudum, 23 dec. 1534 ; Pius IV, const. Romanus Pontifex, 16 febr. 1564, V ; Clemens V I I I , const. Magnus Dominus, 23 dec. 1595, 10 ; Paulus V, const. Solet circumspecta, 10 dec. 1615, 3 ; Benedictus X I V , ep. encycl. Demandatam, 24 dec. 1743, 3; ep. encycl. Allatae sunt, 26 iul. 1755, 3, 6-19, 32; Pius V I , litt. encycl. Catholicae communionis, 24 maii .1787; Pius IX, litt. In suprema, 6 ian. 1848, 3; litt. ap. Ecclesiam Christi, 26 nov. 1853; allocut. In Apostolicae Sedis, 19 dec. 1853; const. Romani Pontifices, 6 ian. 1862; ep. Non sine gravissimo, 24 febr. 1870; Leo X I I I , litt. ap. Praeclara, 20 iun. 1894, n. 7; litt. ap. Orientalium, 30 nov. 1894, prooem. - Syn. Armen., a. 1911, 613; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I, art. 1, 8; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. I V , 2; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. I I I , art. I. 2. Paulus V, const. Fraternitatis tuae, 24 febr. 1610, 2, 3; Benedictus X I I I , litt. ap. Quamquam sollecitudini, 13 aug. 1729; Benedictus X I V , ep. encycl. Demandatam, 24 dec. 1743, 3; S. C. de Prop. Fide, decr. 2 apr. 1669, I I ; decr. 15 mart. 1729; (ProNegotiis Ritus Orientalis), decr. 18 aug. 1913, art. 3 et 17 aug. 1914, art. 3; S. C. pro Eccl. Orient., decr. 1 mart. 1929, art. 3; decr. 24 maii 1930, art. 3. - Syn. Armen., a. 1911, 611; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I, art. I, 9; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I, cap. I I I , 5; pars I I , cap. 1, 2. 3 . S. C. de Prop. Fide (C. G.), 10 mart. 1760. - Syn. Armen., a. 1911, 617. Can. 2 1. S. C. S. Off., 14 iun. 1843; decr. 6 sept. 1865; S. C. de Prop. Fide (Regulae pro sacerdotibus coptis), 15 mart. 1790, n. V I I I ; (C. G.), 11 dec. 1838, n. 17-19; decr. 6 oct. 1863, C, a; decr. 6 oct. 1863, B, c; (C. G.), 30 apr. 1866, n. 3. - Syn. Armen., a. 1911, 613, 619, 620; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I, art. V, X I , X I I I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. I I I , art. I X , 1, 2, 6.

Acta Pii Pp. XII

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2. Ubi plures sunt ritus, suadeatur fidelibus ut proprii ritus ecclesias crebro, diebus praesertim dominicis et festis, adeant, ibique divinis adesse officiis non praetermittant. Can. 3 Caveant sacri ministri, ne ritus diversitas obstet quominus unitatem servent spiritus in vinculo pacis. Can. 4 Locorum Hierarchae in eodem territorio iurisdictionem obtinentes, collatis consiliis, unitatem actionis inter diversi ritus clericos foveant, et, viribus unitis, communia adiuvent opera, ad bonum religionis expeditius promovendum et cleri disciplinam efficacius tuendam. Can. 5 Clerici et religiosi, exempti quoque, operam navantes in locis ubi ritus a proprio diversus unicus est vel ita fidelium numero praevalens ut communi aestimatione unicus censeatur, a loci Hierarcha huius ritus in iis quae sacrum ministerium respiciunt, pendent, eique plene subiiciuntur. Can. 6 1. Inter varios ritus ad illum quis pertinet, cuius caeremoniis legitime baptizatus fuit. 2. Si baptismus a ritus diversi ministro vel ob gravem necessitatem cum sacerdos proprii ritus praesto esse non potuit, vel ob aliam iustam causam de licentia proprii Hierarchae, vel ob fraudem collatus fuit, ita baptizatus illi ritui adscriptus habeatur cuius caeremoniis baptizari debuit.
Can. 2 2. S. C. de Prop. Fide, 4 maii 1705; instr, (ad Dei. Ap. Aegypti), 30 apr. 1862. - Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. X I I , 4. Can. 3. Pius. V I , litt. encycl. Catholicae Communionis, 24 maii 1787 ; S. C. de Prop. Fide, instr, (ad Ep. Latinum Babylonen.), 23 sept. 1783: Prorsus . - Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I , 12. Can. 4. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1900, tit. I I , cap. I, 5. Can. 5. Benedictus X I V , ep. encycl. Demandatam, 24 dec. 1743, 13; instr. Eo quamvis tempore, 4 maii 1745, 16 ; Leo X I I I , litt. ap. Orientalium, 30 nov. 1894, prooem. ; S. C. de Prop. Fide, instr, (ad Ep. Latinum Babylonen.), 23 sept. 1783 : Cum vero ; instr, (ad Dei. Ap. Aegypti), 30 apr. 1862, ad 4, 2; dedr. 12 sept. 1896. Can. 6. Benedictus X I V , const. Etsi pastoralis, 26 maii 1742, I I , n. X I , V I I I , n. V I I , V I I I , X; ep. encycl. Demandatam, 24 dec. 1743, 18; const. Praeclaris, 18 mart. 1746; S. Pius X, const. Tradita ao antiqtiis, 14 sept. 1912, n. V I ; S. C de Prop. Fide, instr, (pro Graeco-Melchit.), 15 febr. 1742; decr. 6 oct. 1863, C, a; ep. (ad Ep. auxil. Strigonien.), 27 apr. 1903, n. 15921. - Syn. Armen., a. 1911, 624. 2. S. C. de Prop. Fide, ep. (ad Ep. auxil. Strigonien.), 27 apr. 1903, n. 1, 5 .

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Acta Apostolicae Sedis -- Commentarium Officiale

Can. 7 Nemo quemvis fidelem, ad alium ritum assumendum, ullo modo inducere praesumat. Can. 8 1. Nemo potest sine licentia Sedis Apostolicae ad alium ritum valide transire, aut, post legitimum transitum, ad pristinum reverti. 2. Inter causas, ob quas solet concedi transitus ad alium ritum, eminet reditus ad ritum maiorum.

Can. 9 Integrum est mulieri diversi ritus, ad ritum viri, in matrimonio ineundo vel eo durante, transire; matrimonio autem soluto, libere potest proprium ritum resumere.

Can. 10 Si ad alium ritum legitime transeat pater aut, in mixto matrimonio, mater catholica, filii impuberes, ad eundem ritum, ipso iure, transeunt.

Can. 7. Benedictus X I V , ep. encycl. Demandatam, 24 dec. 1743, 12 e 15 ; const. Praeclaris, 18 mart. 1746; ep. encycl. Allatae sunt, 26 iul. 1755, 21; Leo X I I I , litt. ap. Orientalium, 30 nov. 1894, n. I ; S. C. de Prop. Fide, 28 iul. 1626, n. 2 ad II ; 27 maii 1627, n. 17; instr, (pro Graeco-Melchit.), 15 febr. 1746; decr. 6 oct. 1863, A, c. - Syn. Armen., a. 1911, 617. Can. 8. Nicolaus V, const. Pervenit, 6 sept. 1448; Benedictus X I V , const. Etsi pastoralis, 26 maii 1742, i I I , n. X I I I , X I V , V I I , n. X X I V , X X V ; const. Praeolaris, 18 mart. 1746; ep. encycl. Allatae sunt, 26 iul. 1755, 20, 21; Gregorius X V I , ep. encycl. Inter gravissimas, 3 febr. 1832, 7; Pius IX, litt. ap. Ubi inscrutabili, 3 iul. 1848, 4; S. Pius X, const. Tradita ab antiquis, 14 sept. 1912; S. C. S. Off., 3 aug. 1639; S. C. de Prop. Fide, 30 nov. 1629; 7 iun. 1639, n. 7; (C. G.), 2 apr. .1669, n. I; instr, (pro GraecoMelchit.), 15 febr. 1746; (C. G.), 8 mart. 1757; (C. G.), 12 mart. 1759; decr. 20 nov. 1838; litt. 17 sept. 1842; decr. 6 oct. 1863, A, a, C, d; instr, (ad Dei. Ap. Mesopotamiae), 15 iul. 18761 decr. 1 maii 1897, n. 2; ep., 15 iun. 1912. - Syn. Armen., a. 1911, 617, 627; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I, art. V, X I X ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. III, art. IX, 8, 18-20. 1. S. C. de Prop. Fide, ep. (ad Ep. auxil. Strigonien.), 27 apr. 1903, n. I , 5. 2. Leo X I I I , litt. ap. Orientalium, 30 nov. 1894, nn. V I I , X I .
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Can. 9. Clemens V I I I , instr. Sanctissimus, 31 aug. 1595, 5 : Latina uxor ; Benedictus X I V , const. Etsi pastoralis, 26 maii 1742, V I I I , n. I X ; Leo X I I I , litt. ap. Orientalium, 30 nov. 1894, n. V I I I ; S. C. S. Off., decr. 26 nov. 1626; 13 febr. 1669; S. C. de Prop. Fide (C. G.), 12 mart. 1759: Cum vero; decr. 19 maii 1759; (C. G.), 25 iul. 1887, ad 2, 4. - Syn. Armen., a. .1911, 622; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I, art. V, X X I I I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. I I I , art. IX, 9, 10.

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Can. 11 1. Baptizati acatholici ritus orientalis, qui in catholicam Ecclesiam admittuntur, ritum quem maluerint amplecti possunt; optandum tamen ut ritum proprium retineant. 2. Clericus qui potestate delegata baptizatum acatholicum ritus orientalis in aliquem Ecclesiae catholicae ritum, a suo diversum, receperit, Hierarcham ritus assumpti certiorem faciat. Expedit etiam ut, antequam eum recipiat, praedictum Hierarcham consulat.

Can. 12 Infidelis catholicam amplectens fidem libere potest ritum eligere.

Can. 13 1. Nisi Sedis Apostolicae rescriptum aliter ferat, transitus ad alium ritum vim habet a momento declarationis factae coram ritus novi proprio Hierarcha vel parocho aut sacerdote ab alterutro delegato et duobus testibus, excepto transitu qui, praemissa mulieris scripta declaratione, fit in matrimonio ineundo. 2. Haec declaratio sine mora in libro baptizatorum signanda est et a parocho novi ritus significanda parocho apud quem baptismus illius qui ritum mutavit, ad normam canonum, adnotandus est, ut in libro baptizatorum de ritus mutatione mentio fiat, et, si agatur de ulteriore transitu, etiam parocho ritus medio tempore assumpti.

Can. 14 Fideles ritus orientalis, Hierarchae vel parocho diversi ritus legitime subiecti, proprio ritui permanent adscripti.

Can. 15 Praescriptis can. 1 2, 4, 5, 7, 10, 11 2, 13 tenentur clerici et fideles cuiusvis ritus, latinis haud exclusis.

Can. 11. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 1 iun. 1885, ad 2. 1. Benedictus X I V , ep. encycl. Allatae sunt, 26 iul. 1755, 19; S. C. de Prop. Fide, instr, (ad Dei. Ap. Mesopotamiae), 15 iul. 1876. - Syn. Armen., a. 1911, 617, 626; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I, art. V, XX ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. I I I , art. IX, 21. 2. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 1 iun. 1885, ad 3.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

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TITULUS II
DE PERSONIS PHISICIS ET MORALIBUS CAPUT I De personis physicis Can. 16 1. Baptismate homo constituitur in Ecclesia Christi persona. 2. Persona in Ecclesia Christi omnibus christianorum iuribus fruitur et officiis adstringitur, nisi, ad iura quod attinet, obstet obex ecclesiasticae communionis vinculum impediens, vel lata ab Ecclesia censura.

Can. 17 1. Persona quae duodevigesimum aetatis annum explevit, maior est, firmo iure particulari provectiorem aetatem assignante ; infra hanc aetatem, minor. 2. Minor, si masculus, censetur pubes a decimo quarto, si femina, a duodecimo anno completo. 3. I Impubes, ante plenum septennium, dicitur infans seu puer vel parvulus et censetur non sui compos; expleto autem septennio, usum rationis habere praesumitur; 2 Infanti assimilantur quotquot usu rationis sunt habitu destituti.
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Can. 18 Persona maior plenum habet suorum iurium exercitium ; minor in exercitio suorum iurium potestati parentum vel tutorum obnoxia manet, iis exceptis in quibus ius minores a patria potestate exemptos habet.
Can. 16. Syn. Trident., sess. V I I , de baptismo, can. 7, 8, 13, 14; sess. X I V , de poenitentia, c. 2 ; Eugenius IV (in Syn. Florentin.), const. Exsultate Deo, 22 nov. 1439, 10 ; Benedictus X I V , const. Etsi pastoralis, 26 maii 1742, V I I , n. XI ; ep. encycl. Inter omnigenas, 2 febr. 1744, 16; S. C. S. Off., instr. 22 iun. 1859. Can. 17. Benedictus X I V , instr. Eo quamvis tempore, 4 maii 1745, 19. - D. 23, 1, 14 in fine; C. 6, 30, 18 pr. 1. D . 4, 4. 1. 2. Instit., 1, 22, pr. ; C. 5, 60, 3; Basilic, 60, 3, 5. 3. Inst., 3, .19, 10. Can. 18. Instit. 3, 19, 8. 9 et 10; D. 44, 7, 1. 12 et 13; 44, 7, 43; C. 6, 30, 18.

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Can. 19 1. Locus originis filii est ille in quo, cum filius natus est, domicilium, aut, in defectu domicilii, quasi-domicilium habebat pater vel, si filius sit illegitimus non legitimatus aut postumus, mater. 2. Si agatur de filio vagorum, locus originis est ipsemet nativitatis locus; si de exposito, est locus in quo inventus est.

Can. 20 1. Domicilium acquiritur commoratione in aliqua paroecia aut quasi-paroecia, aut saltem in eparchia; quae commoratio vel coniuncta sit cum animo ibi perpetuo manendi, si nihil inde avocet, vel sit protracta ad decem annos completos. 2. Quasi-domicilium acquiritur commoratione uti in 1, quae vel coniuncta sit cum animo ibi manendi saltem per maiorem anni partem, si nihil inde avocet, vel sit reapse protracta ad maiorem anni partem. 3. Domicilium vel quasi-domicilium in paroecia vel quasi-paroecia dicitur paroeciale; si autem habeatur tantum in eparchia, non vero in paroecia vel quasi-paroecia, dicitur eparchiale.

Can. 21 1. Uxor a viro legitime non separata necessario retinet domicilium viri ; proprium tamen quasi-domicilium potest obtinere ; legitime autem separata, in perpetuum vel ad tempus indefinitum, obtinere potest etiam domicilium, amisso domicilio viri. 2. Minor habet domicilium illius cuius potestati subiicitur; egressus infantia, potest proprium quasi-domicilium obtinere. 3. Amens habet domicilium curatoris.

Can. 22 1. Nisi aliud iure caveatur, sive per domicilium sive per quasidomicilium suum quisque parochum et Hierarcham proprii ritus sortitur.
Can. 19. D . 50, 1, 9 ; C. 10, 39 (38), 3. 1. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. II, cap. X I V , 9. - D. 50, 1, 6. 1 ; 50, 1, 17. 11; 50, 1, 30; C. 10, 39 (38), 4. Can. 20 1. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 9. - D. 47, 10, 5. 2 ; 50, 1, 17. 13; 50, 16, 203; C . 10, 40 (39), 2. et 7. 1. Can. 21 1. D. 5, 1, 65; 50, 1, 32; C. 12, 1, 13; Basilic, 7, 5, 64. 2. D . 50, 1, 3 et 4. Can. 22 1. Innocentius I I I , (in Syn. Lateranensi I V ) , a. 1215, cap. I X : Quoniam in plerisque .

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

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2. Deficiente parocho pro fidelibus alicuius ritus, horum Hierarcha designet alius ritus parochum qui eorum curam suscipiat, postquam idem Hierarcha habuerit consensum Hierarchae parochi designandi. 3. Extra territorium proprii ritus, deficiente huius ritus Hierarcha, habendus est tamquam proprius, Hierarcha loci. Quodsi plures sint, ille habendus est tamquam proprius, quem designaverit Sedes Apostolica, firmo praescripto can. 260, 1, n. 2, d. 4. Proprius vagi parochus vel Hierarcha est sui ritus parochus vel Hierarcha loci ubi vagus actu commoratur; deficiente parocho vel Hierarcha sui ritus, serventur normae in 2, 3 statutae. 5. Illorum quoque qui non habent nisi eparchiale domicilium vel quasi-domicilium, parochus proprius est parochus loci in quo actu commorantur. Can. 23 Domicilium et quasi-domicilium amittitur discessione a loco cum animo non revertendi, salvo praescripto can. 21. Can. 24 1. 2. 3. tractu, Consanguinitas computatur per lineas et gradus. In linea recta, tot sunt gradus quot personae, stipite dempto. In linea obliqua, tot sunt gradus quot personae in utroque stipite dempto. Can. 25 1. I Aifinitas ex digeneia oritur ex matrimonio valido etsi non consummato ;
Can. 22 2. Pius IX, allocut. Probe noscitis, 3 iul. 1848; Leo X I I I , litt. ap. Orientalium, 30 nov. 1894, n. I I ; S. C. de Prop. Fide, 28 aug. 1627; litt. 11 oct. 1780; instr, (ad Ep. latinum Babylonen.), 23 sept. 1783: Prorsus et Si vero ; (C. G.), 29 mart. 1824; (C. G.), 11 dec. 1838, n. 15, 16; instr, (ad Dei. Ap. Aegypti), 30 apr. 1862; (C. G.), 1 iun. 1885, ad 4; (C. G.), 25 iul. 1887, n. 4; litt. encycl., 26 febr. 1896; decr. 1 maii 189T; (Pro Negotiis Ritus Orientalis), decr. 18 aug. 1913, art. 22, 23; decr. 17 aug. 1914, art. 18; S. C. pro Eccl. Orient., decr. 1 mart. 1929, art. 19; decr. 24 maii 1930, art. 21, 22. Syn. Armen., a. 1911, 621, 627; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I, art. V, I X ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. I, 5; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. I I I , art. IX, 17. 3. Pius IV, const. Romanus Pontifex, 16 febr. 1564, II; Pius IX, litt. Ubi inscrutabili, 3 iul. 1848, 3; Leo X I I I , lit. ap. Orientalium, 30 nov. 1894, n. I X ; S. C. de Prop. Fide, litt. (ad Ep. Strigonien,), 1 oct. 1907, n. 23109. - Syn. Armen., a. 1911, 621, 627; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I, art. V, X. Can. 23. D . 50, 1, 20. Can. 24 1. Syn. Armen., a. 1911, 571, 5 ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I , 8, I V ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X V , 8, n. 10. D. 38, 10,9. 2. Instit., 3, 6, pr. 1, 2, 7; D. 38, 10. 1; D. 38, 10, 10. 9. 10 et 11. Can. 25 1. Canones Apostolorum, can. 19. - Syn. Armen., a. 1911, 571, 6 ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I , 8, V ; Syn. prov. Alba-Iulien. et FagaO

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2 Viget inter alterutrum coniugem et alterius consanguineos; 3 Qua quis linea et quo gradu, alterutrius coniugis est eonsanguineus, alterius est affinis. 2. I Iure particulari, affinitas ex digeneia de qua in 1, n. 1, oritur etiam inter consanguineos viri et consanguineos mulieris; 2 Ita computatur ut tot sint gradus quot fert summa graduum consanguinitatis quibus uterque affinium distat a coniugibus ex quorum matrimonio affinitas oritur. 3. I Iure particulari, affinitas praeterea, oritur ex trigeneia seu ex duobus matrimoniis validis, etiam non consummati^, si duae personae matrimonium contrahant : a) cum una eademque tertia persona, soluto matrimonio, una post alteram, aut b) cum duabus personis inter se consanguineis; 2 Affinitatem ex trigeneia contrahunt alteruter coniux cum iis qui sunt, ex alio matrimonio, alterius coniugis affines ex digeneia ; 3 Haec affinitas, inter alterutrum coniugem et alterius affines, ita computatur ut qui sunt ex alio matrimonio affines viri ex digeneia, in eodem gradu sint uxoris affines ex trigeneia, et vice versa; 4 Quoties haec affinitas viget inter consanguineos quoque unius et affines alterius coniugis, ita computatur ut tot sint gradus quot fert summa graduum tum consanguinitatis tum affinitatis ex digeneia quibus uterque affinium distat a coniugibus ex quorum matrimonio affinitas oritur.
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Can. 26 Personarum in Ecclesia aliae pertinent ad statum clericalem aliae ad laicalem. Tum clerici tum laici possunt esse religiosi.

CAPUT II De personis moralibus Can. 27 In Ecclesia, praeter personas physicas, sunt etiam personae morales, publica ecclesiastica auctoritate constitutae, quae distinguuntur in personas morales collegiales et non collegiales.
rasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V, cap. V I I I , I, m) a) y); a. 1882, tit. IV, sect. I. cap. I I , 17, a) y) ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X V , 8, n. 12. D. 38, 10, 4, 3 et 8 ; 38, 10, 4. 5 ; 38, 10, 6 ; 38, 10, 7 et 8; 38, 10, 10 pr. Can. 25 2. Syn. Trullan., a. 691, can 54. - Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V, cap. V I I I , I, n, ); a. 1882, tit. IV, sect. I, cap. I I , 17, ). Can. 26. Syn. Trident., sess. X X I I I , de ordine, can. 4; S. Clemens I, ep. Propter mbitas, a. 90-99(?), c. 40. Can. 27. -

D.

3, 4, 1. pr. ; 47, 22, 3.

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Can. 28 1. Catholica Ecclesia et Apostolica Sedes moralis personae rationem habent ex ipsa ordinatione divina; ceterae inferiores personae morales in Ecclesia eam sortiuntur vel ex ipso iuris praescripto vel ex speciali competentis Superioris ecclesiastici concessione data per formale decretum ad finem religiosum vel caritativum. 2. Persona moralis collegialis constitui non potest, nisi ex tribus saltem personis physicis. 3. Personae morales sive collegiales sive non collegiales minoribus aequiparantur. Can. 29 1. Circa actus personarum moralium collegialium : I M s i aliud expresse iure communi aut particulari statutum fuerit, id vim iuris habet, quod, demptis suffragiis nullis, placuerit parti absolute maiori eorum qui suffragium ferunt, aut post duo inefficacia scrutinia, parti relative maiori in tertio scrutinio; quod si suffragia aequalia fuerint, post tertium scrutinium praeses sua auctoritate paritatem dirimere potest, aut, si agatur de electionibus et praeses sua auctoritate paritatem dirimere nolit, electus habeatur antiquior primum sacra ordinatione, dein prima professione, denique senior aetate; 2 Quod autem omnes, uti singulos, tangit, ab omnibus probari debet. 2. Si de actibus personarum moralium non collegialium agatur, serventur normae iuris communis et particularis, quae easdem personas respiciunt.
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Can. 30 1. Persona moralis, natura sua, perpetua est; iure tamen exstinguitur si a legitima auctoritate supprimatur, vel si facto per centum annorum spatium esse desierit. 2. Si vel unum ex personae moralis collegialis membris supersit, ius omnium in illud recidit, salvo praescripto 3. 3. Persona collegialis numero membrorum voce activa fruentium destituta quae ad normam iuris ad actus exercendos requiruntur, speciali curae Superioris ecclesiastici saecularis vel religiosi subditur. Superior, nisi aliud iure communi aut particulari cautum sit, auditis,
Can. 28. Pius IX, ep. encycl. Quanta cura, 8 dec. 1864; Leo X I I I , ep. encycl. Immortale Dei, 1 nov. 1885; ep. ap. Praeclara, 20 iun. 1894; ep. encycl. Satis cognitum, 29 iun. 1896. - D. 47, 22, 4 ; 50, 16. 85. Can. 29 1, 1. S. C. de Prop. Fide, instr, (ad Patr. et Epp. Graeeo-Melchitas), 29 maii 1789, n. 19 in fine. - Syn. Armen., a. 1911, 233. - D. 3, 4, 3 et 4; 50, 1, 19; 50, 17. 160. Can. 30 1. C. 1, 3, 55 (57). 3. S 2. D. 3, 4, 7. 2; Basilic, 8, 2, 107.

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ad validitatem, membris voce activa fruentibus, actus collegiales supplere debet. Actus vero non collegiales ad quos alicuius collegii interventus, ad normam iuris communis vel particularis, ad validitatem requiritur, confirmatione eiusdem Superioris ad validitatem indigent. Can. 31 1. I Nisi aliud iure communi aut particulari cautum fuerit, bona et iura personae collegialis quae membris caret, ad modum patrimonii personae non collegialis, illius Superioris ecclesiastici cura conservari, administrari seu exerceri debent, cui in casu extinctionis de ipsis statuere competit. Superior debet ad normam iuris fideli adimpletioni providere onerum quae illa bona gravant. 2 Adscriptio membrorum huius personae, salvis normis iuris communis et particularis, ab illo Superiore ecclesiastico fieri potest et, iuxta casus, debet, cui ipsius personae collegialis immediata cura competit. Idipsum servetur si membra quae remanent, adscriptionis peragendae, iure communi aut particulari, incapacia sint. 2. I Nominatio rectorum et administratorum personae non collegialis, si ad normam iuris communis vel particularis fieri nequeat, ad immediatum Superiorem ecclesiasticum devolvitur; 2 Eidem Superiori ecclesiastico onus incumbit administrationis ad normam 1, donec idoneum administratorem nominaverit.
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CAPUT III De iis quae sunt personis tam physicis quam moralibus communia Can. 32 1. Actus, quos persona sive physica sive moralis ponit ex vi extrinsecus illata, cui ipsa resistere non possit, pro infectis habentur. 2. Actus positi ex metu gravi et iniuste incusso vel ex dolo, valent, nisi aliud iure caveatur; sed possunt ad normam canonum, per iudicis sententiam rescindi, sive ad petitionem partis laesae sive ex officio.
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Can. 33 Error actum irritum reddit, si versetur circa id quod constituit substantiam actus vel recidat in condicionem sine qua non; secus actus valet, nisi aliud iure caveatur; sed in contractibus error locum dare potest actioni rescissoriae ad normam iuris.
Can. 32. D. 4, 2. 1. 3 et 4; C. 2, 4, 13 ; Basilic, 10, 2, 3-4. 2. D. 4, 2, 5. 6 et 7; 4, 2, 9. pr. et 1; 4, 2, 21. 1; Basilic, 10, 2. 3, 4, 9. Can. 33. D . 50, 17, 116. 2 ; C. 3, 32, 18. Cfr. Pius X I I , litt. apost. Sollicitudinem Nostram, Motu Proprio datae, 6 ian. 1950. can. 204-209.
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Can. 34 Quodlibet damnum iniuria datum resarciendum est ab eo cuius dolo vel culpa illatum sit. Can. 35 1. Cum ius statuit Superiorem ad agendum indigere consensu vel consilio aliquarum personarum : 1 Si consensus exigatur, Superior nisi obtinuerit earundem consensum invalide agit; 2 Si exigatur consilium tantum, per verba : cum consilio consultorum, vel auditis consultoribus, aliave similia, non requiritur ad valide agendum nisi ut Superior illas personas audiat ; quamvis autem nulla obligatione teneatur ad earum suffragium, etsi concors, accedendi, multum tamen, si plures audiendae sint personae, concordibus earundem suffragiis, deferat, nec ab iisdem, sine praevalenti ratione, suo iudicio aestimanda, discedat; 3 Si requiratur consensus vel consilium non unius tantum vel alterius personae, sed plurium simul, eae personae legitime convocentur, servatis normis can. 104, 3, 4 de convocandis electoribus, et mentem suam manifestent. 2. Si convocandorum, quorum consensus requiritur, quis negligatur, Superior valide agit, sed ad neglecti instantiam debet, probata praeteritione et absentia, a competenti Superiore vel iudice actus irritus fieri, dummodo ad normam iuris constet recursum, saltem intra triduum ab habita notitia de conventu ad exquirendum consensum, fuisse transmissum. 3. Superior pro sua prudentia ac negotiorum gravitate potest personas de quibus in 1 adigere ad iusiurandum de secreto servando praestandum. 4. Omnes personae quarum consensus vel consilium exquiritur, debent ea qua par est reverentia, fide ac sinceritate sententiam suam aperire. Can. 36 Praescriptum can. 29, 1, n. 1, de actibus personarum moralium collegialium, servetur etiam cum de suffragio de quo in can. 35, 1, n. -3 tum de omni alio suffragio a pluribus sive coniunctim sive disiunctim ferendo. Can. 37 Circa praecedentiam inter varias personas seu physicas seu morales, salvis normis specialibus quae traduntur suis in locis, serventur normae quae sequuntur : I Qui alius personam gerit, ex eadem obtinet praecedentiam ; sed qui in Synodis aliisque similibus conventibus procuratorio nomine ino

Can. 37, 1. Syn. Trullan., a. 691, can. 7. - Syn. Armen., a. 1911, 229.

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tersunt, sedent, firmo iure particulari, post personas eiusdem gradus quae intersunt nomin proprio; 2 Cui est auctoritas in personas sive physicas sive morales, eidem ius est praecedentiae supra illas ; 3 Inter diversas personas ecclesiasticas quarum nulla habeat in alias auctoritatem : qui ad gradum potiorem pertinent praecedunt iis qui sunt inferioris gradus ; inter eiusdem gradus personas sed non eiusdem ordinis, qui altiorem ordinem tenet praecedit iis qui in inferiore sunt positi; si denique ad eundem gradum pertineant eundemque ordinem habeant, praecedit qui prius est promotus ad gradum ; si eodem tempore promoti sint, antiquior sacra ordinatione, nisi ordinatione recentior ordinatus fuerit a Eomano Pontifice ; et si eodem tempore ordinem receperint, senior aetate ; 4 In praecedentia diversitas ritus non attenditur ; 5 Inter varias personas morales eiusdem speciei et gradus, illa praecedit quae est in pacifica quasi-possessione praecedentiae et, si de hoc non constet, quae prius in loco, ubi quaestio oritur, erecta est ; inter sodales vero alicuius collegii, ius praecedentiae determinetur ex propriis legitimis statutis ; secus ex iure particulari, quo deficiente, ex praescripto iuris communis ; 6 Hierarchae est in sua eparchia statuere praecedentiam inter suo subditos, ratione habita principiorum iuris communis, legitimarum eparchiae consuetudinum et munerum iis commissorum ; et omnes de praecedentia controversias, etiam inter exemptos, quatenus ii collegialiter cum aliis procedant, componere in casibus urgentioribus, remoto omni recursu in suspensivo, sed sine praeiudicio iuris uniuscuiusque; 7 Circa personas quae ad Domum Summi Pontificis pertinent, praecedentia moderanda est secundum peculiaria privilegia, regulas et traditiones eiusdem Domus.

Can. 37, 2 < > Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 18. 3. V. fontes ad I , 2 4. Gregorius X V , litt. ap. Exponi nobis, 20 mar. 1623, nn. 1, 2; S .C. de Prop. Fide, 30 maii 1629; 13 iul. 1629, n. 27; decr. 6 oct. 1863, E, g. - Syn. Armen., a. 1911, 628. 70. _ Benedictus X I V , const. Etsi pastoralis, 26 maii 1742, I X , n. X V I I ; S. C. de Prop. Fide, litt. 15 iun. 1867.
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TITULUS I I I
DE CLERICIS IN GENERE Can. 38 1. I Qui divinis ministeriis, per sacrum ritum in propria disciplina receptum, mancipati sunt, clerici dicuntur; 2 Clerici ex divina institutione a laicis distinguuntur. 2. Non sunt omnes in eodem gradu, sed inter eos ecclesiastica hierarchia est in qua alii aliis subordinantur. 3. Ex divina institutione ecclesiastica hierarchia ordinis constat Episcopis, presbyteris et ministris; hierarchia iurisdictionis constat pontificatu supremo et episcopatu subordinato ; ex Ecclesiae autem institutione alii quoque gradus accessere. Can. 39 Qui in ecclesiasticam hierarchiam cooptantur, vel, cooptati, ad altiorem eiusdem hierarchiae gradum promoventur, non ex populi vel potestatis saecularis consensu aut vocatione adleguntur vel promoventur ; sed in gradibus potestatis ordinis constituuntur sacra ordinatione ; in supremo pontificatu, ipsomet iure divino, adimpleta condicione legitimae electionis eiusdemque acceptationis; in reliquis gradibus iurisdictionis, canonica missione. Can. 40 In iis ritibus in quibus admittuntur clerici ad subdiaconatum et ad maiores ordines non ascensuri, iidem clerici reguntur tantum iure particulari.
Can. 38 1, 2 . Syn. Trident., sess. X X I I I , de ordine, can. 4; S. Clemens I, ep. Propter sbitas, a. 90-99(?), c. 40. 2. Syn. Trident., sess. X X I I I , de ordine, can. 2, 4, 6, 7. 3. Syn. Trident., sess. X X I I I , de ordine, c. 2, 4, can. 6, 7; Syn. Vatican., sess. IV; S. Clemens, litt. Propter sbitas, a. 90-99(?) : Apostoli ncibis , c. 40; Professio fidei (in Syn. Lugdunen. II) a Michaele Palaeologo Gregorio X oblata, a. 1274; Benedictus X I I , a. 1341, prop. 84. 85, Armenorum, damn. ; Eugenius IV (in Syn. Florentin.), const. Laetentur caeli, 6 iul. 1439, 8; Gregorius X I I I , const. Sanctissimus, a. 1575, Professio fidei Graecis praescr. ; Benedictus X I V , const. Etsi pastoralis, 26 maii 1742, 1, n. V I ; ep. Nuper ad nos, 16 mart .1743, Professio fidei Maronitis praescr.; Pius I X , ep. encycl. Amantissimus, 8 apr 1862; litt. ap. Reversurus, 12 iul. 1867; Leo X I I I , ep. encycl. Satis cognitum, 20 iun. 1896; S. Pius X, litt. encycl. Pascendi, 8 sept. 1907. Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I, De gradibus praelatorum characterem episcopalem habentium. Can. 39. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, actio X, can. 12; Syn. Trident., sess. X X I I I , de ordine, c. 4, can. 7; S. Pius X, litt. encycl. Pascendi, 8 sept. 1907. - S. Tarasius CP., ep. episcopis Siciliae. Can. 40. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 2; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. I, 1.
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Can. 41 1. I Patriarcha titulo praelatitio, honoris causa, condecorare potest, firmo can. 260, 1, n. 3, presbyteros sui ritus virtute et doctrina praestantes, qui tamen suis insignibus et privilegiis uti non possunt extra patriarchatus, nisi aut Patriarcham comitentur vel eiusdem personam sustineant in Synodis aliisve sollemnitatibus, aut consensum Hierarchae loci obtinuerint; 2 Haec potestas competit Episcopis quoque pro suo cuiusque territorio ad normam n. 1, firmo praescripto 2, et iure particulari quo haec potestas, etiam quod attinet ad clericos saeculares, Patriarchae reservetur. 2. Religiosi extra proprias domos ofiicia exercentes augeri non possunt titulis sui ritus dignitatum nisi Patriarcha, audito Superiore, consensum dederit. Cessante officio, cessat, n i s i aliter ferant liturgicae leges, etiam dignitatis titulus. 3. Circa privilegia et insignia quae titulis de quibus in 1 adnexa sunt, servetur i u s particulare. Can. 42 1. Patriarcha et Episcopi, ad normam can. 41, titulo praelatitio, honoris causa, condecorare possunt, de consensu tamen, in scriptis dato, ipsorum Hierarchae, presbyteros alienae eparchiae, diversi quoque ritus, latino excepto. 2. Hi tituli praelatitii facultates haud ferunt quae iisdem titulis in ritu concedentis adnexae sunt, sed tantum tribuunt ius deferendi liturgica honoris insignia in liturgicis caeremoniis ritus eiusdem concedentis.
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Can. 41. S. C. pro Eccl. Orient., 10 ian. 1929. - Syn. Armen., a. 1911, tit. I I , cap. IX, De Chorepiscopis ; cap. X I I , De doctoribus minoribus, maioribus et mitratis; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 1, 7; % 6, 3, I X ; sect. I I I , cap. I V , art. I I I , De Archidiacono; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 43-45 et 48; pars I I I , cap. I I I , 3, I I - I I I et 4; pars IV, cap. I, 15; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 1, 8; 7, De benedictione Archidiaconi; 9, De benedictione Periodeutae et Chorepiscopi; cap. V I , art. V I I I , 6; cap. X I , De Officiis Vicarii G-eneralis, Chorepiscopi, Periodeutae et Parochi; art. I I , De Chorepiscopo et Periodeuta. 1, 2. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 4, I I I . Can. 42. S. C. pro Eccl. Orient., 10 ian. 1929. - Syn. Armen., a. 1911, tit. I I , cap. IX, De Chorepiscopis ; cap. X I I , De doctoribus minoribus, maioribus et mitratis; 724; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. .1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 1, 7; 6, 3, IX; sect. I I I , cap. I V , art. I I I , De Archidiacono; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 43-45 et 48; pars I I I , cap. I I I , 3, I I - I I I ; 4, I I ; pars I V , cap. I, 15; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 1, 8; 7, De benedictione Archidiaconi; 9, De benedictione Periodeutae et Chorepiscopi; cap. V I , art. V I I I , 6; cap. X I , De officiis Vicarii Generalis, Chorepiscopi, Periodeutae et Parochi; art. I I , De Chorepiscopo et Periodeuta. 2. S. C. pro Eccl. Orient., resp. 11 iun. 1940.
29 ACTA, vol. XXIV. n. 9 15-8-1957.

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Can. 43 Circa Romani Pontificis Familiares, sive praelati titulo gaudeant, sive non, standum privilegiis, regulis et traditionibus Domus eiusdem Summi Pontificis. CAPUT I De clericorum adscriptione alicui eparchiae vel ^Religioni Can. 44 Quemlibet clericum oportet esse vel alicui eparchiae vel alicui Religioni adscriptum, firmo can. 52. Can. 45 Per sacrum ritum, quo quis clericus fit, clericus adscribitur eparchiae pro cuius servitio promotus fuit. Can. 46 1. Per sacrum ritum quo religiosus, etiam professus ad tempus in monasteriis aut in Ordinibus vel Congregationibus in quibus emittuntur vota perpetua, clericus fit, religiosus suae Religioni qua clericus adscribitur. 2. Clericus in Religionem legitime receptus, votis ad tempus adstrictus, etsi suae eparchiae maneat adscriptus, Superiori religioso qua clericus subiicitur. Emissa autem professione perpetua vel elapso sexennio a prima professione in Religione sine votis perpetuis, propriam eparchiam amittit. 3. Salvis iuris praescriptis de religiosis clericis subdiacono inferioribus a Religione dimissis, religiosus clericus subdiacono inferior, qui ad normam 1, suae Religioni, qua clericus, adscriptus est, si Religionem relinquat, nisi ab aliquo Hierarcha benevolo receptore propriae eparchiae adscribatur, ipso iure e statu clericali decidit.
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Can. 43. S. O. Coeremonialis, decr. 30 nov. 1880. De clericorum adscriptione... Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 15. - Syn. Armen., a. 1911, 736. Can. 44. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 6, 10, 20; Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 15. Syn. Carthaginen., a. 419, can. 93. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 4, V; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars II, cap. X I V , 12 et 17; Syn. Sciarfen. Syrorum, 1888, cap. V, art. X I I I , 3, n. 1, V I . Cfr. Pius X I I , litt. apost. Postquam Apostolicis Litteris, Motu Proprio datae, 9 febr 1952, can. 108, 110, 1. * I b . , can. 121. * Ib., can. 200, 220, 2 .
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Can. 47 Praeter casum de quo in can. 49 et casum receptionis, ab Hierarcha benevolo, religiosi in subdiaconatu vel in maiore ordine constituti qui propriam eparchiam ad normam can. 46, 2 non amiserit, ut clericus alienae eparchiae valide adscribatur, a suo Hierarcha obtinere debet litteras ab eodem subscriptas dimissionis perpetuae et absolutae; et ab Hierarcha alienae eparchiae litteras ab eodem subscriptas adscriptionis pariter perpetuae et absolutae.
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Can. 48 Clericum adscribere alicui eparchiae vel ex aliqua eparchia dimittere valide nequeunt : I Syncellus sine mandato speciali; 2 In patriarchatibus, Administrator patriarchatus ad tempus constitutus, sine consensu Synodi permanentis, Exarchus patriarchalis et Administrator eparchiae vacantis, sine consensu Patriarchae; 3 Extra patriarchatus, Exarchus archiepiscopalis sine consensu Archiepiscopi, Administrator eparchiae vacantis, nisi post annum a vacatione sedis episcopalis et de consensu consultorum eparchialium.
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Can. 49 Clericus, qui ab Hierarcha alienae eparchiae quodvis beneficium residentiale obtinuerit cum consensu sui Hierarchae in scriptis dato, vel cum licentia ab eodem in scriptis concessa ex eparchia discedendi in perpetuum, ipso iure censetur dimissus a sua eparchia et adscriptus alienae eparchiae. Can. 50 Dimissio ex aliqua eparchia fieri nequit sine iustis causis, et effectum non sortitur, nisi secuta sit adscriptio alii eparchiae, cuius Hierarcha de eadem priorem Hierarcham quantocius certiorem reddat. Can. 51 Hierarcha suae eparchiae alienum clericum ne adscribat, nisi : I Necessitas aut utilitas eparchiae id exigat, et salvis iuris praescriptis circa canonicum ordinationis titulum; 2 Ex legitimo documento sibi constiterit de obtenta legitima diO

Can. 47. Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 10; S. Leo M . , litt. Grato animo, 6 ian. 446; litt. Quanta fraternitati, a. 446: Alienum clericum. - Syn. Carthaginen., a. 419, can. 58; Syn. Trullan., a. 691, can. 17. - Syn. Armen., a. 1911, 541; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 24; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. I X , art. I, 16; cap. X I , art. I I I , 5, X . Can. 49. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. IV, 24. Cfr. Pius X I I , litt. apost. Postquam Apostolicis Litteris, Motu Proprio datae, 9 febr. 1952, can. 192, 3.
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missione ex eparchia, et habuerit praeterea a curia dimittente, sub secreto, si opus sit, de clerici natalibus, vita, moribus ac studiis opportuna testimonia, praesertim si adscribendus sit clericus diversae linguae vel nationis ; Hierarcha autem dimittens, graviter onerata eius conscientia, advigilare debet ut testimonia sint veritati conformia; 3 Clericus scripto declaraverit se in perpetuum novae eparchiae servitio velle addici ad normam canonum. Can. 52 Si, iure particulari ita ferente, clerici adscribantur non certae eparchiae sed ipsi patriarchatu : eorundem tum adscriptioni tum e patriarchatu dimissioni applicentur praescripta can. 44-51.

CAPUT II De iuribus et privilegiis clericorum Can. 53 Soli clerici possunt potestatem sive ordinis sive iurisdictionis ecclesiasticae et beneficia ac pensiones ecclesiasticas obtinere. Can. 54 Omnes fideles debent clericis, pro diversis eorum gradibus et muneribus, reverentiam, seque sacrilegii delicto commaculant, si quando clericis realem iniuriam intulerint. Can. 55 1. Clerici in omnibus causis sive contentiosis sive criminalibus apud iudicem ecclesiasticum conveniri debent, nisi aliter quod attinet ad particularia loca legitime provisum fuerit, firmo praescripto 2.
Can. 52. Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. X I , art. I I I , 3. De iuribus et privilegiis clericorum. S. C. S. Off. (Mission. Arcipelagi), 3 aug. 1639, n. 1-2; S. C. de Prop. Fide, 30 apr. 1624, n. 6; 29 ian. 1677, n. 14. - Syn. Armen., a. 1911, tit. V, cap. I V , De iuribus et privilegiis clericorum. Can. 53. Syn. Tridentum sess. V I I , de Sacramentis in genere, can. 10; sess. X I V , de poenitentia, c. 6, can. 10; sess. X X I I I , de ordine, c. 4, can. 7 ; sess. X X I V , de ref., c. 12; S. Hormisdas, litt. Lectis litteris, 10 febr. 518. - Syn. Trullan., a. 691, can. 64. Can. 54. Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 14; Paulus V, const. Fraternitatis tuae, 24 febr. 1610, 5. - Canones Apostolorum, 56; Syn. Laodicen., a. 347/381, can. 20. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 7, I; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 17, 18 ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. I, 4 ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. X. - C. 1, 3, 32 (33), 6. Can. 55. Syn. Carthaginen., a. 419, can. 107. - C. 1, 4, 13; Nov. 83, praef. 1. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 9; Leo X I I I , ep. encycl. Immortale Dei, 1 nov. 1885; S. C. S. Off. (Mission. Arcipelagi), 3 aug. 1639, ad 2. - Syn. Antiochen., a. 341, can. 12; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 15. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 7, I I ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 18; Syn. Sciarfen. Syrorum, 1888, cap. V I , art. I, 4.

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2. Apud iudicem laicum conveniri nequeunt : 1 Sine licentia Sedis Apostolicae : Patres Cardinales, Legati Romani Pontificis, Patriarchae, Archiepiscopi; ob negotia ad ipsorum officium pertinentia, Officiales maiores Romanae Curiae, Administratores apostolici et Visitatores apostolici; extra patriarchatus: Episcopi etiam titulares, Exarchi cum territorio proprio, Exarchi apostolici, Administratores eparchiarum vacantium, firmo praescripto n. 3, supremi Religionum iuris pontificii Moderatores et Superiores monasteriorum sui iuris exemptione pontificia fruentium; 2 Sine licentia Patriarchae : Episcopi, etiam titulares, Exarchi patriarchales, Syncelli Patriarchae, Administratores eparchiarum vacantium, Delegati Patriarchae ob negotia ad ipsorum munus pertinentia, supremi Moderatores Religionum iuris pontificii vel patriarchalis, et Superiores monasteriorum sui iuris exemptorum; 3 Sine licentia Archiepiscopi, Exarchi archiepiscopales et Administratores eparchiarum vacantium; 4 Sine licentia Hierarchae loci in quo causa peragitur, ceteri privilegio fori gaudentes, quam tamen Hierarcha, praesertim cum actor est laicus, ne deneget sine iusta et gravi causa, tum maxime cum controversiae inter partes componendae frustra operam dederit. 3. Si nihilominus ab eo qui nullam habuerit licentiam, conveniantur, possunt, ratione necessitatis, ad vitanda maiora mala, comparere, certiore tamen facto Superiore a quo licentia obtinenda fuisset. Can. 56 Clerici omnes ab onere militiae itemque a muneribus et publicis civilibus officiis a statu clericali alienis immunes sunt. Can. 57 Clericis qui creditoribus satisfacere coguntur, salva sint quae ad honestam sui sustentationem, prudenti ecclesiastici iudicis arbitrio, sunt necessaria, firma tamen eorundem obligatione creditoribus quamprimum satisfaciendi. Can. 58 Memoratis privilegiis clericus renuntiare nequit ; sed eadem amittit, si ad statum laicalem reducatur aut privatione perpetua iuris induendi habitum ecclesiasticum plectatur, ad normam can. 157, 1; recuperat vero, si haec poena remittatur aut ipse rursus inter clericos admittatur. Privilegia vero suspenduntur si clericus privetur ad tempus iure deferendi habitum ecclesiasticum.
Can. 56. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 7. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 7, I I I . - C. 1, 3, 2. et 6; Nor. 123, 6 pr.

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Officiale

Can. 59 1. Curet Hierarcha ut in sua eparchia habeatur pecuniae summa pensionibus solvendis destinata, ad sublevandos parochos aliosque clericos saeculares eparchiae, qui, viribus deficientes, officiis obeundis impares exsistunt. 2. Ad hanc pecuniae summam constituendam et augendam conferre debent domus seu mensa episcopalis, paroeciae vel quasi-paroeciae, singuli eparchiales consultores, parochi, vicarii paroeciales et, si statuta eparchialia ita ferant, ceteri clerici eparchiae adscripti. 3. Hierarchae plures, in finem de quo in 1, inter se convenire possunt pro clericis omnium suarum eparchiarum.

CAPUT III De obligationibus clericorum Can. 60 Clerici debent sanctiorem quam laici vitam interiorem et exteriorem ducere iisque virtute et recte factis in exemplum excellere. Can. 61 Curent locorum Hierarchae ut clerici omnes : I Poenitentiae sacramento frequenter conscientiae maculas eluant ; 2 Quotidie per congruum tempus veritates fidei, mysteria vitae Domini nostri Iesu Christi, obligationes proprii status meditentur; Christum Dominum in divina Eucharistia praesentem adorent, Deiparam Virginem receptis ab Ecclesia orationibus colant, conscientiam suam discutiant et Sacram Scripturam Veteris et Novi Testamenti assidue legant.
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Can. 60. Syn. Trident., sess. X I V , de ref., prooemium; sess. X X I I , de ref., c. I; sess. X X I I I , de ref., c. 11, 13; sess. X X V , de ref., e. 1, 14; Pius IX, ep. encycl. Amantissimus, 8 apr. 1862; Pius X I , litt. encycl. Ad catholici Sacerdotii fastigium, 20 dec. 1935, I I ; S. C. de Prop. Fide (Regulae pro sacerdotibus coptis), 15 mart. 1790, n. X X ; instr, (ad Archiep. Fagarasien. et Alba-Iulien.), 24 mart. 1858. - Canones Apostolorum, 27; S. Tarasius CP., ep. Episc. Siciliae. - Syn. Armen., a. 1911, tit. V, cap. I I , Be vita et honestate Clericorum; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 14; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. I X , cap. I I , 1; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I V ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. I I , De honestate clericorum m genere; art. V, 3. Can. 61. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6 , 1 , I ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. V I , 8; tit. IX, cap. I I , 18; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. V, 2. io. _ g. o. de Prop. Fide, decr. 13 apr. 1807, n. X I V . - Syn. Armen., a. 1911, 474; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I I I , 5. 2. Benedictus X I V , const. Etsi pastoralis, 26 maii 1742, V I , n. I ; Pius X I I , litt. encycl. Divino afflante Spiritu, 30 sept. 1943. - Syn. Armen., a. 1911, 429; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I I ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I , 16, 1 7 ; cap. I I I , De scientia sacerdotum, A.

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Can. 62 1. Omnes presbyteri saeculares debent tertio saltem quoque anno recollectioni spirituali, per tempus a proprio Hierarcha determinandum, in pia aliqua religiosave domo ab eodem designata vacare; neque ab iis quisquam eximatur, nisi in casu singulari, iusta de causa ac de expressa eiusdem Hierarchae licentia. 2. Eadem obligatione tenentur etiam diaconi ad presbyteratum non promovendi. Can. 63 Omnes clerici, praesertim vero presbyteri, speciali obligatione tenentur suo quisque Hierarchae reverentiam et obedientiam exhibendi. Meminerint autem Hierarchae se esse patres, non dominos; paterno idcirco affectu clericos prosequantur. Can. 64 Quoties et quandiu id, iudicio proprii Hierarchae, exigat Ecclesiae necessitas, clericis, nisi legitimum impedimentum excuset, suscipiendum est ac fideliter implendum munus quod ipsis fuerit ab eodem commissum. Can. 65 1. Clerici studia, praesertim sacra, recepto sacerdotio, ne intermittant ; et in sacris disciplinis solidam illam doctrinam a maioribus traditam et communiter ab Ecclesia receptam sectentur, devitantes profanas vocum novitates et falsi nominis scientiam. 2.^ Pro viribus autem studeant ita catholicam de fide deque moribus doctrinam caliere, ut eam ceteris proponere apte possint, et ad hominum animos regendos magis in dies idonei fiant.
Can. 62 1. Pius X I , litt. encycl. Ad catholici Sacerdotii fastigium, 20 dec. 1935, I V . - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6, 1, I; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cp. I, 16 ; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. V, 1; cap. IX, art. I, 5; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. I X , cap. I I , 18. Can. 63. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 8; Pius X I , litt. encycl. Ad catholici Sacerdotii fastigium, 20 dec. 1935, I I . - Canones Apostolorum, 31, 39, 55; Syn. Antiochen., a. 341, can. 5; Syn. Sardicen., a. 343, can. 1 1 ; Syn. Laodicen., a. 347/381, can. 56; S. Basilius M . , can. .1. - Syn. Armen., a. 1911, 260; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 1; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I , 10. Can. 64. S. C. pro Eccl. Orient., decr. 15 maii 1929, n. 20. - Syn. Carthaginen., a. 419, can. 34. - Syn. Armen., a. 1911, 734. Can. 65 1. Pius I X , ep. encycl. Amantissimus, 8 apr. 1862; Pius X I , litt. encycl. Ad catholici Sacerdotii fastigium, 20 dec. 1935, I I . - S. Nerses Glaien. Armenorum, a. 1166; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6, 1, I I I ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 1 3 ; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. I X , cap. I I I , De scientia Sacerdotum, 1; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. V I , De amore studii clericis necessario.

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3. Profanarum quoque scientiarum, earum praesertim quae cum sacris disciplinis arctius cohaereant, talem sibi copiam comparare ne negligant, quam excultos homines habere decet. Can. 66 1. Expleto studiorum curriculo, presbyteri omnes, nisi ab Hierarcha loci ob iustam causam fuerint exempti, examen singulis annis saltem per integrum triennium in diversis sacrarum scientiarum disciplinis, antea opportune designatis, subeant secundum modum ab eodem Hierarcha determinandum. 2. In collatione officiorum et beneficiorum ecclesiasticorum ratio habeatur eorum qui, ceteris paribus, in his periculis praestiterunt.

Can. 67 1. In civitate episcopali et in singulis protopresbyteratibus saepius in anno, diebus arbitrio Hierarchae loci praestituendis, conventus habeantur, quos collationes seu conferentias vocant, de re morali et liturgica; quibus addi possunt aliae exercitationes, quas Hierarcha opportunas iudicaverit ad scientiam et pietatem clericorum promovendam. 2. Si conventus haberi difficile sit, resolutae quaestiones scriptae mittantur, secundum normas ab Hierarcha loci statuendas. 3. Conventui interesse, aut, deficiente conventu, scriptam casuum solutionem mittere debent, nisi a loci Hierarcha exemptionem antea expresse obtinuerint, tum omnes presbyteri saeculares, tum religiosi, licet exempti, curam animarum habentes et etiam, si collatio in eorum domibus non habeatur, alii religiosi qui iurisdictionem ad audiendas confessiones ab Hierarcha obtinuerunt. Can. 68 Caelibatus clericorum eorundem statui ac divinorum ministeriorum exercitio dignius aptiusque respondens, prout fert unanimis Ecclesiae cum Orientalis tum Latinae traditio, ab omnibus in honore habendus est.
Can. 66. S. C. pro Eccl. Orient., decr. 27 ian. 1940, n. 13. 1. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6 , 1 , I I I , 2. Can. 67. Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. V I , 3. 1. Syn. Armen., a. 1911, 297; Syn. Sergii Patriarchae, 18 sept. 1956, c. V . ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I, cap. I I , 6; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Eumenorum, a. 1782, tit. V I I , cap. I I ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I I , De scientia Sacerdotum, 9. Can. 68. Pius X I , litt. encycl. Ad catholici Sacerdotii fastigium, 20 dec. 1935, I I ; S. C. de Prop. Fide, litt. 4 iul. 1833, n. IX. - Syn. Iosephi Patriarchae, 3 nov. 1596, can. II ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 35; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I I I , De Presbyteris coelibibus; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. V I I , 2.

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Can. 69 Nullus ad episcopalem ordinem promoveri potest qui non sit caelebs vel a matrimonii vinculo legitime solutus. Can. 70 Subdiaconi omnesque clerici in maioribus ordinibus constituti ita a nuptiis arcentur ut, ad normam iuris, ad matrimonium contrahendum inhabiles sint. Can. 71
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Quod attinet ad coniugatos, ad subdiaconatum vel ad maiores ordines admittendos aut absolute aut cum dispensatione sive Patriarchae sive loci Hierarchae, non autem Syncelli, vel etiam ad eosdem ab iisdem ordinibus arcendos, hae Litterae Apostolicae nihil innovant circa vigentem in unoquoque orientali ritu disciplinam. Can. 72 In ritibus in quibus non admittuntur clerici coniugati : I Clerici subdiacono inferiores possunt quidem nuptias inire, sed initis nuptiis, ipso iure e statu clericali decidunt, nisi matrimonium fuerit nullum vi aut metu iisdem incusso; 2 Coniugatus qui sine dispensatione apostolica subdiaconatum vel ordines maiores, licet bona fide, suscepit, ab eorundem ordinum exercitio prohibetur.
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Can. 69. V. Fontes ad can. 85. - Syn. Trullan., a. 691, can. 12. Can. 70. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 14; Benedictus X I V , const. Etsi pastoralis, 26 maii 1742, V I I , n. X X V I , X X V I I ; instr. Eo quamvis tempore, 4 maii 1745, 34 ss. ; ep. encycl. Allatae sunt, 26 iul. 1755, 22; S. C. de Prop. Fide, instr, (ad Archiep. Fagarasien. et Alba-Iulien.), 24 mart. 1858. - Canones Apostolorum, 26; Syn. Ancyran., a. 314, can. 10; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 4, 28, 73; Syn. Trullan., a. 691, can. 6, 30. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. V, De secundis nuptiis Clericorum in sacris Ordinibus constitutorum. Can. 71. Innocentius I I I , litt. Cum olim, 5 sept. 1203; Benedictus X I V , ep. encycl. Allatae sunt, 26 iul. 1755, n. 22; Pius X I , litt. encycl. Ad Catholici Sacerdotii fastigium, 20 dec. 1935, II ; S. C. de Prop. Fide, litt. 4 iul. 1833, n. I X . - Canonus Apostolorum, 5; Syn. Trullan., a. 691, can. 3, 6, 13, 30; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 2; S. Cyrillus Alexandrin., can. 4; S. Nicephorus CP., can. 156. - Syn. Armen., a. 1911, 737; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 5, I, I I I , IV; Syn. Iosephi Patriarchae, 3 nov. 1596, can. I I ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I . cap. X I V , 3 5 ; Collegii condendi regulae a Synodo in monasterio Ssmi Salvatoris celebrata, 11-14 maii 1811, pars I I , Reg. VI ; pars I I I , cap. I, Reg. I I I , IV, VI ; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I V , De Presbyteris Coniugatis; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 5, n. 3; cap. V I , art. V I I , 1, 2, Can. 72. Canones Apostolorum, 26; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 3, 4, 16, 28, 73. Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. V I I , 2. Cfr. Pius X I I , litt. apost. Crebrae allatae sunt, Motu Proprio datae, 22 febr. 1949. can. 62. c
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Can. 73 Clerici, etiam coniugati, castitatis decore elucere debent. Qui contra castitatem peccaverint, ad normam iuris puniantur. Can. 74 1. Caveant clerici ne mulieres, de quibus suspicio esse possit, apud se retineant aut quoquo modo frequentent. 2. Firmo can. 71, iisdem licet cum illis tantum mulieribus cohabitare, in quibus naturale foedus nihil mali permittit suspicari, quales sunt mater, soror, amita et huiusmodi, aut a quibus spectata morum honestas, cum provectiore aetate coniuncta, omnem suspicionem amoveat. 3. Iudicare an retentio aut frequentatio mulierum, etiam illarum in quas communiter suspicio non cadit, in peculiari aliquo casu scandalo esse possit aut incontinentiae afferre periculum, ad Hierarcham loci pertinet, eiusdemque est clericos ab hac retentione vel frequentatione prohibere. 4. Contumaces praesumuntur concubinarii. Can. 75 Consuetudo vitae communis inter clericos caelibes laudanda est iisque suadenda, eaque, ubi viget, quantum fieri potest, servanda. Can. 76 Clerici in subdiaconatu vel in maioribus ordinibus constituti, exceptis iis de quibus in can. 157, 158, obligatione tenentur divinum officium publice vel privatim persolvendi iuxta praescripta iuris particularis.
Can. 73. S. O. de Prop. Fide, instr, (ad Archiep. Fagarasien. et Alba-Iulien. Graeci Ritus), 24 mart. 1858. - S. Basilius M . , can. 69. - Syn Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6, 1, I I ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 1 5 ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. I X , cap. I I , 7; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. V I I , 4. Can. 74. Syn. Nicaen. I, a, 325, can. 3; Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 18. - Syn. Trullan., a. 691, can. 5; S. Basilius M., can. 88. - Rabbuia, can. 27, 29. 1. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6, 1, I I ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 1 1 ; Syn. Ain-Trazen. Graeco-Melchitarum, a. 1835, can. 12; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I , 7, 8,; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. X; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. I I I , 1-3. 2, 3. Syn Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 12. - V. fontes ad 1. Can. 76. Innocentius IV, ep. Sub catholicae, 6 mart. 1254, 8; Benedictus X I V , const. Etsi pastoralis, 26 maii 1742, V I I , n. V; instr. Eo quamvis tempore, 4 maii 1745, 42 ss. - Syn. Laodicen., a. 347/381, can. 18. - S. Nerses Glaien. Armenorum, a. 1166; Syn. Armen., a. 1911, 740; Syn. Mar. Isaaci Chaldaeorum, a. 410, can. 1 5 ; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I , art. I, 2; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 34; pars I I I , cap. I, 13; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I I ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. I V , cap. I I I , 3, 5; Rabbuia, can. 52; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. I I I , art. V I , 9; cap. V I , art. IV, De obligatione clericorum recitandi officium canonicum.

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Can. 77 1. Clerici ecclesiasticum habitum decentem induant, eumque conformem cum legitimis locorum consuetudinibus et Hierarchae loci praescriptis ; capillorum simplicem cultum adhibeant. Ad barbam gestandam quod attinet, serventur locorum consuetudines et Hierarchae loci praescripta. 2. Annulo ne utantur, nisi id ipsis iure, sive communi sive particulari, aut privilegio, sit concessum. 3. Clerici, subdiaconis inferiores, qui contra praescriptum 1 propria auctoritate sine legitima causa habitum ecclesiasticum dimiserint, nec, ab Hierarcha moniti, sese intra mensem emendaverint, ab eodem Hierarcha, pro eius prudenti arbitrio, ad statum laicalem redigi poterunt. Can. 78 A fideiubendo, etiam de bonis propriis, clericus prohibetur, inconsulto loci Hierarcha. Can. 79 Clerici ab iis omnibus quae statum suum dedecent, prorsus abstineant : indecoras artes ne exerceant ; aleatoriis ludis, pecunia exposita, ne vacent; arma ne gestent, nisi quando iusta timendi causa subsit; venationi ne indulgeant, clamorosam autem nunquam exerceant ; tabernas aliaque similia loca sine necessitate aut alia iusta causa ab Hierarcha loci probata ne ingrediantur.

Can. 77. Syn. Trullan., a. 691, can. 27. - Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. V I I . .1. Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 16. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6, 1, I V ; sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6, 3; 6, 3, I X ; Syn. Ainz-Trazen. Graeco-Melchitarum, a. 1835, can. 11; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 2-4 ; Syn. Zamosten Ruthenorum, a. 1720, tit. X ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I , 3; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. V I I I , De clericorum habitu. 2. Syn. Ain-Trazen. Graeco-Melchitarum, a. 1835, can. 11. 3. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 2-4. Can. 78. Canones Apostolorum, 20; S. Tarasius CP., ep. Episc. Siciliae. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 10; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I I , b) y); Rabbuia, can. 66. Can. 79. Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 22; S. C. de Prop. Fide, decr. 13 apr. 1807, n. V I I , X I V . - Canones Apostolorum, 42, 43, 54; Syn. Laodicen., a. 347/381, c. 24, 27, 55; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 43; Syn. Trullan., a. 691, can. 9, 50, 5 1 ; S. Tarasius CP., ep. Episc. Siciliae. - Syn. Mar Isaaci Chaldaeorum, a. 410, can. 8; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6, 2, I, I I , I V - V I ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 5, 6, 8; Syn. prov. Alba Iulien. et Fagarasien. Ru menorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I I , b) ), cap. VI ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. X; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. I X , cap I I , 3; Rabbuia, can. 47; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. I I I , 4, 6, 8.

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Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

Can. 80 1. Clerici etiam ea quae, licet non indecora, a clericali tamen statu aliena sunt, vitent. 2. Sine apostolico indulto medicinam vel chirurgiam ne exerceant, tabelliones seu publicos notarios, nisi in curia ecclesiastica, ne agant; officia publica quae exercitium laicalis iurisdictionis vel administrationis secumferunt, ne assumant, firmo praescripto can. 260, 1, n. 2, . 3. Sine licentia sui Hierarchae ne ineant gestiones bonorum ad laicos pertinentium aut officia saecularia quae secumferant onus reddendarum rationum; procuratoris aut advocati munus ne exerceant, nisi in tribunali ecclesiastico, aut in civili quando agitur de causa propria aut suae ecclesiae; in laicali iudicio criminali, gravem personalem poenam prosequente, nullam partem habeant, ne testimonium quidem sine necessitate ferentes. 4. Senator um aut oratorum legibus ferendis, quos deputatos vocant, munus ne sollicitent neve acceptent, sine licentia Patriarchae vel Archiepiscopi, quae concedi potest dummodo nihil obstet ex parte Hierarchae clerici; sine licentia tum sui Hierarchae tum Hierarchae loci in quo electio facienda est, extra patriarchatus et archiepiscopatus ; ubi vero prohibitio Sedis Apostolicae praecesserit, sine eiusdem licentia.

Can. 81 Spectaculis, choreis et pompis quae eos dedecent, vel quibus ipsos interesse scandalo sit, praesertim in publicis theatris, clerici ne intersint.
Can. 80. Canones Apostolorum, 6. 1. S. C. S. Off., decr. 26 mart. 1942. - Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I I , &) a) ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. X ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I , 4; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. I I I , 9, 13, 15. 2. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 24. - Canones Apostolorum, 81; S. Tarasius OP., ep. Episc. Siciliae. - Syn. Alexandrin... Coptorum, a. 1S98, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6, 2, X, X I ; Syn. Ain-Trazen. Graeco-Melchitarum, a. 1835, can. 16 pr;. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 10; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I I , &) a ) ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I , 4; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. I I I , 9 , 1 0 , 1 1 , 1 3 , 1 5 . 3. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 3; Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 10; Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 24. - Syn. Carthaginen., a. 419, can. 16 ; S. Tarasius CP., ep. Episc. Siciliae. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6, 2, V I I , V I I I , X I , X I I ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I I , cap. I, 9, 10; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I I , b) a); Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. X; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I , IV; Rabbuia, can. 50, 5 1 ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. I I I , 11. C. 1, 3, 17 pr. ; 1, 3, 40 (41) in fine. 4. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 7. Can. 81. Syn. Laodicen., a. 347/381, can. 54; Syn. Trullan., a. 691, can. 24, 51. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6, 2, I I I ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 5; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien.

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Can. 82 1. Saecularem militiam ne capessant voluntarii, nisi cum sui Hierarchae licentia, ut citius liberi evadant; neve intestinis bellis et ordinis publici perturbationibus opem quoquo modo ferant. 2. Clericus, subdiacono inferior, qui contra praescriptum 1 sponte sua militiae nomen dederit, ipso iure e statu clericali decidit. Can. 83 Prohibentur clerici per se vel per alios negotiationem aut mercaturam exercere sive in propriam sive in aliorum utilitatem. Can. 84 Clerici, licet beneficium aut officium residentiale non habeant, a sua tamen eparchia per tempus non breve, sine licentia saltem praesumpta proprii Hierarchae, ne discedant. Caii. 85 1. Licentiam commorandi extra regiones orientales concedere potest suis clericis Hierarcha loci, non tamen ultra sex menses, nisi causa studiorum intercedat, firmo praescripto 3. 2. Licentiam pro ulteriore commoratione concedere competit Sedi Apostolicae, firmo praescripto can. 260, 3. 3. Exceptis casibus vis maioris et salvis praescriptis iuris de stipe cogenda et probatorum statutorum quae, causa sacri ministerii sub obedientia Superiorum exercendi, aliter caveant, Superiores non possunt

Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I I , b) y); cap. VI; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. X; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I , 3; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. I I I , 5. - C. 1, 4, 34. Can. 82. Canones Apostolorum, 83. 1. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 7. Can. 83. Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 17. - Syn. Carthaginen., a. 419, can. 16; Syn. Trullan., a. 691, can. 9; S. Nicephorus CP., can. 167. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6, 2, IX; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I, 9; Syn. Ain-Trazen. Graeco-Melchitarum, a. 1835, can. 13; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I I , 6) ) ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. X; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I , 4; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. I I I , 14. Can. 84. Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 16; Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 5; Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 10; Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 23. - Canones Apostolorum, 1 5 ; Syn. Antiochen., a. 341, can. 3; Syn. Sardicen., a. 343, can. 13; Syn. Laodieen., a. 347/381, can. 42; Syn. Trullan., a. 691, can. 18. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 16. Can. 85. S. O. de Prop. Fide, lett. encycl, (ad Epp.), 12 apr. 1894. - Syn Antiochen., a. 341, can. 3.

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Commentarium

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permittere ut subditi extra domum propriae Religionis degant, nisi gravi et iusta de causa atque ad tempus quam brevissimum secundum statuta ; ad absentiam vero quae sex menses excedat, nisi causa studiorum intercedat, requiritur licentia Patriarchae, aut, extra patriarchatus, Praesidis Confoederationis monasticae vel Supremi Moderatoris Religionis.
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Can. 86 Qui cum licentia sui Hierarchae in aliam eparchiam transierit, suae eparchiae manens adscriptus, revocari potest, iusta de causa et naturali aequitate servata ; et etiam Hierarcha alienae eparchiae potest ex iusta causa eidem denegare licentiam amplius commorandi in proprio territorio, nisi beneficium eidem contulerit. Can. 87 Clericus qui extra propriam eparchiam, propter magisterium, studia vel aliam iustam causam, per tempus non breve commoraturus sit, loci Hierarcham sine mora adeat, eumque ut- suum Hierarcham, in iis quae sui status obligationes respiciunt, habeat, eiusque vigilantiae, auctoritati et correctioni subiectus maneat.

CAPUT IV De officiis ecclesiasticis ARTICULUS I De provisione officiorum Can. 88 1. Officium ecclesiasticum nequit sine provisione canonica valide obtineri. 2. Nomine canonicae provisionis venit concessio officii ecclesiastici, a competenti auctoritate ecclesiastica, ad normam canonum, facta. Can. 89 Provisio officii ecclesiastici fit aut per liberam collationem a legitimo Superiore, aut per eius institutionem, si praecesserit praesentatio
Can. 86. S. C. de Prop. Fide, instr, (ad Deleg. Ap. apud Maronit.), 28 iun. 1788. Can. 88 1. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, actio X, can. 12. Cfr. Pius XII, litt. apost. Postquam Apostolicis Litteris, Motu Proprio datae, 9 febr. 1952. can. 152. 2.
1

ecclesiasticorum

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a fundatore vel nominatio, aut per eius confirmationem vel admissionem, si praecesserit electio vel postulatio, aut per simplicem electionem et electi acceptationem, si electio non egeat confirmatione. Can. 90 Electi, postulati, praesentati vel nominati a quibusvis personis ad ecclesiastica officia ne confirmentur, admittantur, instituantur, nisi antea eos proprius Hierarcha idoneos repererit, etiam per examen, si id ius vel oflicii ratio postulet aut Hierarcha opportunum iudicaverit. Can. 91 1. Provisio oflicii de iure non vacantis ad normam can. 125, 1, est ipso facto irrita, nec subsequente vacatione convalescit. 2. Promissio eiusdem oflicii, quicumque illud promiserit, nullum parit iuridicum effectum. Can. 92 Officium de iure vacans quod forte ab aliquo illegitime possidetur, conferri potest, dummodo rite secundum canones declaratum fuerit eam possessionem non esse legitimam, et de hac declaratione mentio fiat in litteris collationis. Can. 93 Oflicii provisio ex metu gravi, iniuste incusso, dolo aut errore substantiali vel simoniace facta, irrita est ipso iure.

1 - De l i b e r a c o l l a t i o n e Can. 94 1. Loci Hierarchae, non autem Syncello sine mandato speciali, in proprio territorio competit, vi iuris communis, nisi aliud probetur, collatio officiorum ecclesiasticorum. 2. Idem ius spectat ad Patriarcham in locis stauropegiacis et ad Patriarcham vel Archiepiscopum in locis patriarchatus vel archiepiscopatus ubi eparchiae vel exarchiae constitutae non sunt. Can. 95 1. Ad vacans officium promovendus debet esse clericus, iis qualitatibus praeditus, quae a iure communi vel particulari aut a lege fundationis ad idem oflicium requiruntur. 2. Assumatur, omnibus perpensis, magis idoneus sine ulla personarum acceptione.
Can. 95 2. Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 13; Clemens V I I I , litt. ap. Benedicimus, 17 iun. 1599.

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3. Cum provisus caret qualitatibus requisitis, provisio est nulla, si ita cautum sit iure communi vel particulari aut lege fundationis; secus est valida, sed per sententiam a legitimo Superiore rescindi potest.

Can. 96 Officia quae curam animarum vel in foro externo vel in interno secumferunt, clericis qui non sint presbyteri conferri valide nequeunt.

Can. 97 Officiorum provisio, cui nullus terminus est speciali lege praescriptus, nunquam differatur ultra sex menses utiles ab habita notitia vacationis computandos, firmo praescripto can. 499.

Can. 98 1. Nemini conferantur duo officia incompatibilia. 2. Sunt incompatibilia officia, quae, propter residentiae onus quod secumferunt aliasve obligationes, una simul ab eodem adimpleri nequeunt. 3. Firmo praescripto can. 130, n. 3, concessio alterius officii a Sede Apostolica facta non valet, nisi in supplici libello mentio prioris incompatibilis habeatur, aut concessioni clausula derogatoria adiiciatur.

Can. 99 1. Officium vacans per renuntiationem vel per sententiam privationis, nequit ab Hierarcha, qui renuntiationem acceptavit aut sententiam tulit, valide conferri suis aut resignantis familiaribus, consanguineis vel affinibus usque ad quartum gradum inclusive, firmo praescri* pto 2. 2. Officium vacans modis de quibus in 1 nequit ab Hierarcha, qui renuntiationem acceptavit aut sententiam tulit, valide conferri iis d quibus in eadem 1 sine Patriarchae vel Archiepiscopi consensu. Quod si ipse Patriarcha vel Archiepiscopus renuntiationem acceptavit aut sententiam tulit, ut valide iisdem personis idem officium conferatur, requiritur consensus Synodi permanentis.

Can. 97. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 25. - Syn. Carthaginen., a. 419, can. 77; Can. 98 1. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 10; Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 15. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap.. X I V , 17. 2. V. fontes ad 1.

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Can. 100 Qui, alius negligentiam vel impotentiam supplens, officium confert, nullam inde potestatem acquirit in nominatum; sed huius iuridicus status perinde constituitur, ac si provisio ad ordinariam iuris normam peracta fuisset. Can. 101 Cuiuslibet officii provisio scripto consignetur.

2 - De

electione

Can. 102 Romani Pontificis electio unice regitur constitutionibus apostolicis hac de re datis ; in aliis electionibus ecclesiasticis serventur praescripta canonum qui sequuntur, et peculiaria, si qua sint, de singulis officiis legitime statuta. Can. 103 Si cui collegio sit ius eligendi ad officium, electio, nisi aliud iure cautum fuerit, nunquam differatur ultra trimestre utile computandum ab habita notitia vacationis officii; quo termino inutiliter elapso, Superior ecclesiasticus, cui ius confirmandae electionis vel ius providendi deinceps competit, officio vacanti libere provideat. Can. 104 1. Salvo iure particulari, collegii praeses, statuto modo, loco ac tempore electoribus convenienti, convocet omnes de collegio ; et convocatio, quando personalis esse debet, valet, si fiat vel iii loco domicilii aut quasi-domicilii vel in loco commorationis. 2. Si quis ex vocandis neglectus et ideo absens fuerit, electio valet, sed ad eius instantiam debet, probata praeteritione et absentia, a competenti Superiore rescindi, etiam post confirmationem, dummodo ad normam iuris constet recursum saltem intra triduum ab habita notitia electionis fuisse transmissum. 3. Quod si plures quam tertia pars electorum neglecti fuerint, electio est ipso iure nulla. 4. Defectus convocationis non obstat, si praetermissi nihilominus interfuerint. 5. Si agatur de electione ad officium quod electus ad vitam retinet, convocatio electorum ante officii vacationem nullum habet iuridicum effectum.
Can. 102. Pius X I I , const. Vacantis Apostolicae Sedis, 8 dec. 1945, n. 12, d). 15, 37, 43, 65.
30 - ACTA, vol. XXIV. n. 9 15-8-1957.

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Can. 105 Convocatione legitime facta, ius eligendi pertinet ad eos qui praesentes sunt die in convocatione statuto, ita tamen ut suffragia valide ferri nequeant sive per epistolam sive per procuratorem, nisi iure particulari aliud caveatur. Can. 106 Etsi quis plures ob titulos ius habeat ferendi nomine proprio suffragii, non potest nisi unicum ferre. Can. 107 Nullus collegio extraneus admitti potest ad suffragium, salvis privilegiis legitime quaesitis; secus, electio est ipso facto nulla. Can. 108 Si laici contra canonicam libertatem electioni ecclesiasticae quoquo modo sese immiscuerint, electio ipso iure invalida est. Can. 109 1. Nequeunt suffragium ferre: I Incapaces actus humani; 2 Impuberes; 3 Censura vel infamia iuris affecti, post sententiam tamen declaratoriam vel condemnatoriam ; 4 Qui sectae haereticae vel schismaticae nomen dederunt vel publice adhaeserunt; 5 Carentes voce activa sive ob legitimam iudicis sententiam sive ex iure communi aut particulari. 2. Si quis ex praedictis admittatur, eius suffragium est nullum, sed electio valet, nisi constet, eo dempto, electum non retulisse requisitum suffragiorum numerum, aut nisi scienter admissus fuerit excommunicatus per sententiam declaratoriam vel condemnatoriam.
o

Can. 110 Si quis ex electoribus praesens in ea domo sit in qua fit electio, sed electioni ob infirmam valetudinem interesse nequeat, suffragium eius scriptum a scrutatoribus exquiratur, nisi aliter particulari iure fuerit constitutum.

Can. 108. Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 3; Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 12, 22. - Canones Apostolorum, 30; Syn. Laodicen., a. 347/381, can. 13.

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Can. 111 1. Suffragium est nullum, nisi fuerit : I Liberum ; et ideo invalidum est suffragium, si elector metu gravi aut dolo, directe vel indirecte, adactus fuerit ad eligendam certam personam aut plures disiunctim; 2 Secretum, certum, absolutum, determinatum. 2. Condiciones ante electionem suffragio appositae tanquam non adiectae censentur.
o

Can. 132 Suffragium sibimetipsi nemo valide dare potest. Can. 113 1. Ante electionem per secreta suffragia deputentur, nisi iam propriis statutis designati sint, e gremio collegii duo saltem scrutatores, qui una cum praeside, si et ipse e gremio collegii sit, iusiurandum interponant de munere fideliter implendo ac de secreto servando, circa acta in comitiis, etiam expleta electione. 2. Scrutatores curent ut suffragia secreto, diligenter, singillatim et servato praecedentiae ordine ab unoquoque electore ferantur; collectisque ad ultimum suffragiis, coram praeside electionis, secundum formam proprio iure particulari statutam, inspiciant an suffragiorum numerus respondeat numero electorum, suffragia ipsa scrutentur palamque faciant quot quisque retulerit. 3. Si numerus suffragiorum superet numerum eligentium, nihil est actum. 4. Suffragia statim, peracto unoquoque scrutinio, vel post sessionem, si in eadem sessione habeantur plura scrutinia, comburantur. 5. Omnia electionis acta ab eo, qui actuarii munere fungitur, accurate describantur, et saltem ab eodem actuario, praeside ac scrutatoribus subscripta, in collegii tabulario diligenter asserventur. Can. 114 1. Electio, nisi aliud iure caveatur, fieri etiam potest per compromissum, si nempe electores, consensu unanimi et in scriptis expresso, in unum vel plures idoneos sive de gremio sive extraneos ius eligendi eo casu transferant, qui nomine omnium ex recepto mandato eligant. 2. Si agatur de clericali collegio, compromissarii debent esse sacerdotes, secus electio est invalida. 3. Ut electio valida sit, compromissarii debent condiciones compromisso appositas, quae non sint contra ius commune, observare; si nullae condiciones additae fuerint, servandum ipsis est ius commune circa electiones ; condiciones autem contra ius pro non adiectis habeantur.

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4. Si ab electoribus in unam tantum compromissum fuerit personam, haec nequit seipsam nominare; si plures designati fuerint compromissarii, nemo ex iis proprio consensu potest accedere reliquis ipsum eligentibus ut requisitum ad sui electionem suffragiorum numerum compleat. Can. 115 Cessat compromissum et ius eligendi redit ad compromittentes: I Si collegium, re integra, compromissum revocet; 2 Si qua condicio compromisso apposita non secuta aut non servata sit;
O

3 Si electio invalide facta sit a compromissariis. Can. 116 Is electus habeatur et a collegii praeside proclametur, qui requisitum suffragiorum numerum retulerit, ad normam can. 29, 1, n. 1. Can. 117 1. Firmo can. 235, 3, 253, electio illico intimanda est electo. 2. Electus debet saltem intra octo dies utiles a recepta intimatione, salvo iure, etiam particulari, brevius temporis spatium statuente, manifestare utrum electioni consentiat, an eidem renuntiet; secus omne ius ex electione quaesitum amittit. Can. 118 1. Si electus renuntiaverit, omne ius ex electione quaesitum amittit, etsi renuntiationis eum postea poeniteat; sed rursus eligi potest; collegium autem intra mensem a cognita renuntiatione ad novam electionem procedere debet. 2. Acceptatione electionis electus, si confirmatione non egeat, plenum ius statim obtinet ; secus, non acquirit nisi ius ad exigendum tituli collationem ad normam can. 119, 2. 3. Ante acceptam confirmationem, electo praetextu electionis non licet sese immiscere administrationi officii sive in spiritualibus sive in temporalibus, et actus ab eo forte positi nulli sunt. Can. 119 1. Electus, si electio confirmatione indigeat, debet, non ultra octo dies a die acceptatae electionis, firmo iure, etiam particulari, brevius tempus statuente, confirmationem a competenti Superiore petere per
Can. 117. Syn. Armen., a. 1911, 248. Can. 119 1. Syn. Armen., . 1911, 243.

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se vel per alium; secus omni iure privatur, nisi probaverit se a petenda confirmatione iusto impedimento fuisse detentum. 2. Superior, si electum repererit idoneum, et electio ad normam iuris fuerit peracta, nequit confirmationem denegare. 3. Confirmatio in scriptis dari debet. 4. Recepta confirmatione, electus obtinet plenum ius in officio, nisi aliud in iure caveatur. Can. 120 Si electio intra praescriptum tempus peracta non fuerit, aut collegium iure eligendi privetur in poenam, libera oflicii provisio ad eum Superiorem devolvitur, a quo confirmanda esset electio vel cui ius providendi deinceps competit.

3 - De p o s t u l a t i o n e Can. 121 1. Si electioni illius quem electores aptiorem putent ac praeferant impedimentum obest, a quo dispensari possit ac soleat, suis ipsi suffragiis eum possunt, nisi aliud iure caveatur, a competenti Superiore postulare, etsi agatur de officio ad quod electus confirmatione non egeat. 2. Compromissarii postulare nequeunt, nisi id in compromisso fuerit expressum. Can. 122 1. Ut postulatio vim habeat, pro ea stet oportet maior suffragiorum pars, imo, si cum electione concurrat, saltem duae tertiae partes requiruntur; secus electus habeatur in tertio scrutinio eligibilis qui partem suffragiorum relative maiorem obtinuit, excluso postulato. ' 2. Suffragium ad postulationem exprimi debet per verbum : postulo, aut aequivalens. Formula : eligo vel postulo, aut aequipollens, valet ad electionem, si impedimentum non exsistat, secus ad postulationem.

Can. 123 .1. Postulatio quamprimum, nec ultra octo dies, mitti debet ad Superiorem ad quem pertinet electionem confirmare, si facultatem habeat ab impedimento dispensandi ; secus ad Romanum Pontificem aut ad alium qui facultatem habuerit. 2. Si postulatio intra praescriptum tempus missa non fuerit, ipso facto nulla evadit et electores eo casu privantur iure eligendi aut postulandi, nisi probent se a mittenda postulatione iusto detentos fuisse impedimento.

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3. Postulatione nullum ius postulato acquiritur et Superiori licet eandem repellere. 4. Postulationem ad Superiorem missam electores revocare non possunt, nisi Superiore consentiente. Can. 124 1. Reiecta a Superiore postulatione, ius eligendi ad collegium redit, nisi electores scienter illum postulaverint qui tali detinetur impedimento a quo nequeat aut non soleat dispensari; tunc enim provisio ad Superiorem devolvitur. 2. Postulatione a Superiore admissa, id significetur postulato, qui respondere debet ad normam can. 117. Si eam acceptet, plenum ius in officio acquirit. ARTICULUS II De amissione officiorum ecclesiasticorum Can. 125 1. Amittitur officium ecclesiasticum renuntiatione, privatione, amotione, translatione, lapsu temporis praefiniti. 2. Resoluto quovis modo iure Superioris a quo fuerat concessum, officium ecclesiasticum non amittitur, nisi lex aliud caveat aut nisi in concessione habeatur clausula : ad beneplacitum nostrum, vel alia aequipollens. Can. 126 Quisque sui compos potest officio ecclesiastico iusta de causa renuntiare, nisi speciali prohibitione renuntiatio sit ipsi interdicta. Can. 127 Renuntiatio ex metu gravi, iniuste incusso, dolo aut errore substantiali vel simoniace facta, irrita est ipso iure. Can. 128 Renuntiatio, ut valida sit, fieri debet a renuntiante aut scripto aut oretenus coram duobus testibus aut etiam per procuratorem speciali mandato munitum. Renuntiationis documentum in curia deponatur. Can. 129 1. Nisi aliud iure statuatur, renuntiatio, ut valeat, ei fieri debet a quo est acceptanda, vel, si acceptatione non egeat, a quo clericus officium accepit vel qui eiusdem locum tenet.
Can. 126. S. Cyrillus Alexandrin., can. 3.

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2. Si officium per confirmationem, institutionem vel admissionem collatum fuerit, renuntiatio fieri debet Superiori ad quem iure ordinario confirmatio, institutio vel admissio spectat.

Can. 130 Ob tacitam renuntiationem ab ipso iure admissam quaelibet officia vacant ipso facto, et sine ulla declaratione, si clericus : I Professionem religiosam emiserit, salvo iuris praescripto de amissione beneficii quod habet clericus qui professionem emittit ; 2 Neglexerit adire officium sibi collatum, intra tempus utile iure statutum vel, deficiente iure, ab Hierarcha determinatum ; 3 Aliud officium ecclesiasticum cum priore incompatibile acceptaverit et eiusdem pacificam possessionem obtinuerit ; 4 A fide catholica publice defecerit; 5 Matrimonium contra praescriptum can. 70, etsi civile tantum, ut aiunt, contraxerit vel attentaverit; 6 Coniugatus, ad subdiaconatum vel ad maiorem ordinem contra praescriptum can. 71 ascenderit ; 7 Contra praescriptum can. 82, 1, militiae saeculari nomen sponte dederit ; 8 Habitum ecclesiasticum contra praescriptum can. 77 propria auctoritate sine iusta causa deposuerit, nec illum, ab Hierarcha monitus, intra mensem a monitione recepta, resumpserit ; 9 Residentiam, cuius lege tenetur, illegitime deseruerit et receptae Hierarchae monitioni, legitimo impedimento non detentus, intra congruum tempus ab Hierarcha praefinitum, non paruerit nec absentiae causam attulerit.
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Can. 131 1. Superiores sine iusta et proportionata causa renuntiationes ne acceptent. 2. Renuntiationem Hierarcha loci intra mensem vel acceptet vel reiiciat. Elapso autem integro mense a renuntiatione facta, Hierarcha renuntiationem valide acceptare potest, nisi renuntians, renuntiationem, antequam acceptetur, revocaverit et de renuntiatione revocata Hierarcham certiorem fecerit.
Can. 130, I . S. Nicephorus CP., can. 157. 4o. Syn. Ephesin., a. 431, can. 1, 3. Cfr. Pius X I I , litt. apost. Postquam Apostolicis Litteris, Motu Proprio datae, 9 febr. 1952, can. 120.
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Can. 132 1. Officium, renuntiatione legitime facta et acceptata, vacat postquam renuntianti significata est acceptatio. 2. Renuntians in officio permaneat, donec de Superioris acceptatione certum nuntium acceperit. Can. 133 1. Legitime facta et acceptata renuntiatione, non datur poenitentiae locus, licet renuntians possit idem officium ex alio titulo consequi. 2. Acceptata renuntiatio tempestive nota fiat iis qui aliquod ius in officii provisionem habent. Can. 134 1. Privatio officii locum habet vel ipso iure, vel ex facto legitimi Superioris. 2. Officio inamovibili Hierarcha nequit clericum privare, nisi per processum ad normam iuris. 3. Amovibilis officii privatio decerni ab Hierarcha potest ex qualibet iusta causa, prudenti eius arbitrio, etiam citra delictum, naturali aequitate servata, nec certum procedendi modum sequi debet, salvo iure particulari de modo procedendi in remotione parochorum amovibilium ; privatio tamen effectum non habet nisi postquam fuerit a Superiore intimata ; et ab Hierarchae decreto datur recursus ad Sedem Apostolicam, firmo praescripto can. 260, 2. Can. 135 1. Ad aliud officium ecclesiasticum transferre potest is tantum, qui ius habet tum acceptandi renuntiationem, tum amovendi a priore officio et promovendi ad alterum. 2. Ad translationem, si de consensu clerici fiat, quaelibet iusta causa sufficit ; si invito clerico, eadem fere causa requiritur idemque procedendi modus quae ad privationem exiguntur, salvo iure particulari de modo procedendi in translatione parochorum. Can. 136 1. In translatione prius officium vacat cum clericus alterius administrationem canonice init, nisi aliud iure cautum sit vel a legitimo Superiore praescriptum. 2. Reditus prioris officii translatus percipit, donec aliud occupaverit.
Can. 135 1. Syn. Nicaen. I I , a 787, can. 10.

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Can. 137 Qui clericum ad officium elegerunt vel postulaverunt aut praesentaverunt, nequeunt eundem officio privare aut ab eo amovere aut ad aliud transferre. CAPUT V. De potestate ordinaria et delegata Can. 138 Potestas iurisdictionis seu regiminis, quae ex divina institutione est in Ecclesia, alia est fori externi, alia fori interni, seu conscientiae, sive sacramentalis sive non sacramentalis. Can. 139 1. Potestas iurisdictionis ordinaria ea est quae ipso iure adnexa est officio; delegata, quae commissa est personae. 2. Potestas ordinaria potest esse sive propria sive vicaria. Can. 140 1. Qui iurisdictionis potestatem habet ordinariam, potest eam alteri ex toto vel ex parte delegare, nisi aliud expresse iure caveatur. 2. Etiam potestas iurisdictionis ab Apostolica Sede delegata subdelegari potest sive ad actum, sive etiam habitualiter, nisi persona propter suas qualitates electa fuerit aut subdelegatio prohibita. 3. Potestas delegata ab eo qui infra Romanum Pontificem habet ordinariam potestatem, si delegetur ad universitatem negotiorum, potest in singulis casibus subdelegari ; si vero ad singula negotia, subdelegari potest tantummodo ex concessione expresse facta, sed articulum aliquem non iurisdictionalem, etiam sine expressa commissione, iudices delegati possunt subdelegare. 4. Nulla subdelegata potestas potest iterum subdelegari, nisi id expresse concessum fuerit. Can. 141 1. Potestas iurisdictionis ordinaria et ad universitatem negotiorum delegata, late interpretanda est; quaelibet alia stricte; cui tamen
Can. 138. S. Pius X, litt. encycl. Pascendi, 8 sept. 1907. Can. 139 1. S. C. de Prop. Fide, litt. encycl, (ad Deleg. Ap. pro Orient.), 8 nov. 1882. Can. 140 1. D. 2, 1, 5; 5, 1, 12; Basilic, 7, 3, 16. 2. Basilic, 7, 3, 31. 3. D . 1, 21, 1 pr. et 5. Can. 141 1. D . 2, 1, 2.

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delegata potestas est, ea quoque intelliguntur concessa, sine quibus eadem exerceri non posset. I 2. Ei, qui delegatum se asserit, incumbit onus probandae delegationis. Can". 142 1. Potestas iurisdictionis potest in solos subditos directe exerceri, nisi expresse aliter statuatur. 2. Iudicialis potestas tam ordinaria quam delegata exerceri nequit in proprium commodum aut extra territorium, nisi agatur de absolvendis propriis subditis, potestate ordinaria, quae etiam extra territorium exerceri potest, aut de iudice e territorio suo vi expulso vel a iurisdictione ibi exercenda impedito. 3. M s i aliud ex rerum natura aut ex iure constet, potestatem iurisdictionis non iudicialem quis exercere potest etiam in proprium commodum, aut extra territorium exsistens, aut in subditum e territorio absentem.
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Can. 143 1. Actus potestatis iurisdictionis sive ordinariae sive delegatae pro foro externo collatae, valet quoque pro interno, non autem e converso. 2. Potestas collata pro foro interno exerceri potest etiam in foro interno non sacramentali, nisi sacramentale exigatur. 3. Si forum, pro quo potestas data est, expressum non fuerit, potestas intelligitur concessa pro utroque foro, nisi ex ipsa rei natura aliud constet. Can. 144 1. Delegatus qui, vel quod ad res vel quod ad personas attinet, mandati sui fines excedit, nihil agit. 2. Fines tamen excessisse non intelligitur delegatus, qui alio modo ac deleganti placuerit, ea ad quae delegatus est, peragit, nisi modus ipse fuerit a delegante praescriptus tanquam condicio.

Can. 142. Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 6: Syn. Constantinopolitan. I, a. 381, can. 2; Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 23. - Syn. Antiochen., a. 341, can. 22. 1. Syn. Sardicen., a. 343, can. 3. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. I, 5; cap. I V , 6; pars I I I , cap. I V , 24. - D. l 18, 3. 2. D . 1, 18, 3; 2, 1, 10 et 20; C. 3, 5.
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Can. Iii. S. Leo M., litt. Quanta fraternitati, a. 446: Multum stupeoy>. 1. C. 2, 12 (13), 10; 7, 48, 1 et 2. Cfr. Pius X I I , litt. apost. Sollicitudinem Nostram, Motu Proprio datae, 6 ian. 1950, can. 125.
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Can. 145 Salva cuilibet fideli in toto orbe catholico facultate, ob primatum Romani Pontificis, Sedem Apostolicam directe adeundi atque cum ea libere communicandi, in interponendis recursibus iure admissis, is, nisi aliter expresse statuatur, servetur ordo ut a decretis loci Hierarchae, subiecti Patriarchae vel Archiepiscopo, recursus fiat ad Patriarcham vel Archiepiscopum ; a decretis autem Hierarchae loci, Patriarchae vel Archiepiscopo non subiecti, itemque a decretis ipsius Patriarchae vel Archiepiscopi, ad Sedem Apostolicam. Can. 146 Si quis Superiorem adierit, inferiore praetermisso, non idcirco suspenditur inferioris potestas non iudicialis, sive ordinaria sive delegata ; sed rei ad Superiorem delatae ne se immisceat inferior, nisi ex gravi urgentique causa ; et hoc in casu statim Superiorem de re moneat. Can. 147 1. Si plures iurisdictionem delegatam obtinuerint ad idem negotium et dubitetur utrum potestas delegata fuerit singillatim an collegialiter exercenda, praesumitur facta collegialiter in re iudiciali ; secus, singillatim. 2. Pluribus singillatim delegatis, qui antea negotium occupavit, alios ab eodem excludit, nisi aut posthac impediatur aut nolit ulterius in negotio procedere. 3. Pluribus collegialiter delegatis, omnes, ut actus valeant, in negotio expediendo simul procedere debent, nisi in mandato aliud cautum sit. Can. 148 Pluribus diverso tempore delegatis, ille negotium expedire debet cuius mandatum anterius est nec posteriore rescripto expresse revocatum fuit. Can. 149 1. I Potestas delegata exstinguitur : expleto mandato, elapso tempore aut exhausto numero casuum pro quo concessa fuit, firmo n. 2, cessante causa finali delegationis, revocatione delegantis delegato directe intimata aut renuntiatione delegati deleganti directe intimata et ab eociem acceptata; non autem resoluto iure delegantis, nisi aliud appareat ex additis clausulis in rescripto Sedis Apostolicae, Patriarchae vel
Can. 145. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I I , I V , 8); Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. IV, 32. Can. 149 1. D . 2, 1, 6; 5, 1, 58. .
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Hierarchae loci, aut rescriptum contineat potestatem alicui factam concedendi gratiam peculiaribus personis in eodem expressis, et res adhuc integra sit; 2 Potestate pro foro interno concessa, actus per inadvertentiam positus, elapso tempore vel exhausto casuum numero, validus est. 2. Pluribus collegialiter delegatis, si unus deficiat, aliorum quoque delegata potestas exspirat, nisi aliud ex tenore delegationis constet. Can. 150 Potestas ordinaria non exstinguitur resoluto iure concedentis officium cui adnexa est, ad normam can. 125, 2 ; sed cessat amisso officio. Can. 151 1. Nisi aliter iure caveatur, potestas iurisdictionis sive ordinaria sive delegata suspenditur legitima appellatione interposita, nisi forte appellatio sit tantum cum effectu devolutivo. 2. Haec potestas non suspenditur interposito recursu, nisi aliud ius expresse caveat. Can. 152 In errore communi aut in dubio positivo et probabili sive iuris sive facti, iurisdictionem supplet Ecclesia in foro tum externo tum interno. Can. 153 Praescripta can. 139-152 de potestate iurisdictionis, nisi natura rei aut textus contextusque legis obstet, serventur de omni ecclesiastica potestate publica. Can. 154 Potestas ordinis, a legitimo Superiore ecclesiastico sive adnexa officio sive comndssa personae, nequit aliis demandari, nisi id expresse fuerit iure vel indulto concessum.

CAPUT VI De reductione clericorum ad statum laicalem Can. 155 1. Etsi sacra ordinatio, valide recepta, nunquam irrita fit, subdiaconus tamen et clericus maior ad statum laicalem redigitur rescripto Sedis Apostolicae, decreto vel sententia ad normam can. 158, demum poena depositionis maioris.
Can. 151. Pius X I I , const. Vacantis Apostolicae Sedis, 8 dec. 1945.

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2. Clericus subdiacono inferior ad statum laicalem reducitur ipso facto, ob causas in iure definitas, aut Hierarchae decreto iusta de causa lato, si nempe Hierarcha, omnibus perpensis, prudenter iudicaverit clericum non posse cum decore status clericalis ad subdiaconatum vel ad ordines maiores promoveri; itemque ad eundem statum regreditur sua ipsius voluntate, praemonito loci Hierarcha.

Can. 156 1. Clericus subdiacono inferior, ad statum laicalem quavis de causa regressus vel reductus, inter clericos denuo admitti nequit, nisi loci Hierarcha, audito Hierarcha eparchiae vel Superiore maiore Religionis cui clericus adscriptus erat ante reductionem vel regressum ad statum laicalem, post diligens examen super vita et moribus, et congruum experimentum, eum sacro ministerio dignum iudicaverit, graviter super hac re eius onerata conscientia. 2. I Subdiaconus vel clericus maior ad statum laicalem a Sede Apostolica reductus, inter clericos ab una Sede Apostolica denuo admitti potest ; 2 Si autem ad statum laicalem a Superiore infra Romanum Pontificem reductus est, ut inter clericos denuo admittatur, indiget Sedis Apostolicae licentia, firmo praescripto can. 260, 1, n. 2, c.
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Can. 157 1. Omnes qui e clericali statu ad laicalem legitime reducti aut regressi sunt, eo ipso amittunt officia, beneficia, iura ac privilegia clericalia et vetantur habitum ecclesiasticum induere. 2. Subdiaconus et clericus maior, matrimonio ante receptam ordinationem legitime non iuncti, si ad statum laicalem reducantur, lege sacri caelibatus tenentur, salvo praescripto can. 158.

Can. 158 Clericus qui metu gravi coactus subdiaconatum vel ordinem maiorem recepit, nec postea, remoto metu, eandem ordinationem ratam habuit saltem tacite per ordinis exercitium, volens tamen per talem actum obligationibus clericalibus se subiicere, ad statum laicalem, legitime probata coactione et ratihabitionis defectu, sententia iudicis redigatur, sine ullis clericalibus obligationibus.

Can. 156. Canones Apostolorum, 62. Can. 158. Benedictus X I V , instr. Eo quamvis tempore, 4 maii 1745, 21 ; ep. encycl. Anno vertente, 19 iun. 1750, 7; S. C. de Prop. Fide (C. P.), 29 apr. 1754.

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TITULUS I V
DE CLERICIS IN SPECIE Can. 159 Erectio seu restitutio, immutatio et suppressio patriarchatuum,, archiepiscopatuum, provinciarum, eparchiarum, exarchiarum cum territorio proprio aut apostolicarum competit Romano Pontifici vel Oecumenicae Synodo, salvo praescripto can. 248, 327, 1, 328. Can. 160 1. Territorium cuiuslibet eparchiae dividatur in distinctas partes; unicuique autem parti sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda, suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus ad necessariam animarum curam. 2. Pari modo exarchiae, ubi commode fieri possit, dividantur. 3. Partes eparchiae de quibus in 1, sunt paroeciae; partes exarchiae apostolicae, patriarchalis vel archiepiscopalis, si peculiaris rector iisdem fuerit assignatus, appellantur quasi-paroeciae. 4. I Non possunt sine speciali Sedis Apostolicae indulto constitui paroeciae pro diversitate sermonis fidelium eiusdem ritus in eadem civitate vel territorio degentium, nec paroeciae mere familiares aut personales; ad constitutas autem quod attinet nihil innovandum, inconsulta Apostolica Sede; 2 Indultum et consilium de quibus in n. 1 dare competit Patriarchae et Archiepiscopo ad normam iuris in suo cuiusque territorio.
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Can. 161 1. Episcopus territorium suum distribuat in regiones pluribus paroeciis constantes, quae veniunt nomine proto-presbyteratus.
Can. 159. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 12; S. Innocentius I, litt. Et onus et honor, a. c. 415 : Nam quod sdseitaris ; S. Nicolaus I, litt. Ad consulta vestra, 13 nov. 866: A quo autem; Innocentius I I I , litt. Beco regum, 25 febr. 1204; Leo X I I , const. ap. Petrus Apostolorum princeps, 15 aug. 1824; Leo X I I I , litt. ap. Christi Domini, a. 1895. - Syn. Carthaginen., a. 419, can 17, 57. Can. 160 1. S. C. de Prop. Pide, instr, (ad Patr. et Epp. Ritus Graeco-Melchit.), . 1789, 29 maii, n. 14. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I I , art. I, I I I , 7 ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 2, I I I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. X I I , De Ecclesiis Parochialibus. 3. S. C. de Prop. Fide, litt. encycl, (ad Deleg Ap. pro Orient.), 8 nov. 1882. 4. Innocentius I I I (in Syn. Lateranen. I V ) , a. 1215, cap. I X : .Quoniam in plerisque . - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. IV, art. I V , 1, II ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap X I I . a. Can. 161 1. Syn. Laodicen., a. 347/381, can. 57.

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J 2. 1 Si haec distributio, ratione circumstantiarum, videatur impossibilis aut inopportuna, Episcopus consulat Sedem Apostolicam; 2 In adiunctis de quibus in n.l, Episcopus in patriarchatu vel archiepiscopatu consulat Patriarcham vel Archiepiscopum.

PARS I
DE SUPREMA POTESTATE DEQUE IIS QUI EIUSDEM SUNT CANONICO IURE PARTICIPES CAPUT I De Romano Pontifice Can. 162 1. Romanus Pontifex, beati Petri in primatu Successor, habet non solum primatum honoris, sed supremam et plenam potestatem iurisdictionis in universam Ecclesiam tum iii rebus quae ad fidem et mores, tum in iis quae ad disciplinam et regimen Ecclesiae per totum orbem diffusae pertinent.
Can. 162. S. Bonifacius, litt. Beatus apostolus, a. 419 ; S. Leo M., litt. Omnis admonitio, 12 ian. 444; Bonifacius V I I I , bulla Unam sanctam. 18 nov. 1302; S. C. de Prop. Fide, litt. encycl, (ad Patriarchas Orientis), 6 iun. 1803. - S. Theodorus Studita, ep. 192, 193. 1. S. Clemens, litt. Propter sbitas, a. 90-99 (?); S. Soter, litt. a. c. 170: A principio ; S. Victor, litt. a. c. 190 : Nos ergo ; S. Callistus I, decr. a. 217-222; S. Damasus, litt. Quod vestra caritas, a. 378/82; litt. Post has omnes, a. 382; S. Innocentius I, litt. In requirendis, 7 ian. 417, c. 1; S. Zosimus, litt. Quamvis Patrum, 21 mart. 418; S. Bonifacius I, litt. Inter caeteras, a. 419; litt. Retro maioribus, 11 mart. 422, c 2; litt. Manet beatum, 11 mart. 422; litt. Institutio universalis, 11 mart. 422; S. Coelestinus I, litt. Tandem maiorum, 15 mart. 432: ... Elaborate; S. Xystus I I I , litt. Si ecclesiastici corporis, 17 sept. 433: Haec sanctitatem ; S. Leo M., litt. Quantum dilectioni, 21 iun. 445; litt. Credebamus post, [6] ian. 446; litt. Quanta fraternitati, a. 446 : Si autem in eo ; S. Simplicius, litt. Cuperem quidem, 10 ian. 476 : Haec, venerabilis ; S. Felix I I I , litt. Postquam sanctae, m. mart. 843; litt. Olim nobis, 5 oct. 484; litt. Multa sunt, a. 490; S. Gelasius, litt. Quod plena cupimus, 1 mart. 492; litt. Famuli vestrae, a. 494; litt. Ex epistola, a. 492-496; litt. Valde mirati sumus, 5 febr. 496 : Sed nec illa ; S. Anastasius I I , litt. Exordium pontificatus, a. 496 ; S. Ioannes I I , litt. Inter claras, 25 mart. 534; S. Gregorius M., litt. Piissimus atque, mense iun. 595; litt. Suavissima mihi, mense nov. 597; Agatho, litt. Consideranti mihi, mense mart. 680; litt. Omnium bonorum, mense mart. 680; Hadrianus I, litt. Deus qui dixit, 26 oct. 785 ; litt. Pastoralibus curis, 26 mart. 785 : Porro post ; S. Nicolaus I, litt. Principatum divinae, 25 sept. 800; litt. Postquam beato, 18 mart. 862; litt. Si serenissimi, 18 mart. 862; litt. ... et divinorum, a. 863; litt. Proposueramus quidem, a. 865: ... Verumtamen et sequentia; litt. Dici non potest, 13 nov. 866; Iohannes V I I I , litt. -Si ergo, a. 873-5; litt. Ad hanc quippe, 16 apr. 878; litt. Inter claras sapientiae, (16 aug.) 879 : Nunc itaque ; Stephanus V, litt. Cum Deo propitio, a. 885 ; litt. Vestrae serenitatis, a. 885; litt. Quia te zelo, a. 885; Iohannes X, litt. Cum religio, a. c. 925; S. Leo I X ,

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

2. Haec potestas est vere episcopalis, ordinaria et immediata tum in omnes et singulas ecclesias, tum in omnes et singulos pastores et fideles, a nulla fiumana auctoritate dependens.

Can. 163 Romanus Pontifex, legitime electus, statim ab acceptata electione, obtinet, iure divino, plenam supremae iurisdictionis potestatem.

Can. 161 Gravioris momenti negotia quae uni Romano Pontifici reservantur sive natura sua, sive positiva lege, causae maiores appellantur.

Can, 165 Si contingat ut Romanus Pontifex renuntiet, ad eiusdem renuntiationis validitatem non est necessaria Cardinalium aliorumve acceptatio.

litt. In terra pax, 2 sept. 1053, c. 3 2 ; litt. Congratulamus vehementer, a. 1052/53: Quod i p s e ; litt. Quantas gratias, a. 1054; S. Gregorius V I I , litt. Summae sedis specula, 6 iun. 1080; Hadrianus I V , litt. Ex quo, a. 1154/1159: a Traditum est; litt. Inter omnia, 13 iun. 1157; Alexander I I I , litt. Apostolica sedes, 27 sept. 1177; Coelestinus I I I , litt. Fundavit Deus, 20 febr. 1196; Innocentius I I I , litt. Reprobata quondam, 1-15 aug. 1198; litt. Apostolicae Sedis, 12 nov. 1199; litt. Ex eo te radicatum, 23 nov. 1199; litt. Multae nobis, 13 nov. 1199; litt. Is Ecclesiam, 24 nov. 1199; litt. Non processit, 1 iun. 1202; litt. Licet apostolica sedes, mense maio 1205 ; litt. Licet hactenus, 7 oct. 1207 ; litt. Inconsutilis, 30 aug. 1213; litt. Licet olim, 31 aug. 1213; Gregorius IX, ep. Quia Christi, 18 iul. 3231; Professio fidei (in Syn. Lugdunen. II) a Michaele Palaeologo Gregorio X oblata, a. 1274; Iohannes X X I I , ep. Salvator noster, 29 apr. 1319; Benedictus X I I , a. 1341, prop. 90, Armenorum, damn. ; Eugenius IV (in Syn. Florentin.), const. Laetentur caeli. 6 iul. 1439, 8; Pius I V , const. Iniunctum nobis, 13 nov. 1564, Professio fidei Trident.; Gregorius X I I I , const. Sanctissimus, a. 1575, Professio fidei Graecis praescr.; Benedictus X I V , const. Etsi pastoralis, 26 maii 1742, 1, n. V I ; ep. Nuper ad nos, 16 mart. 1743, Professio fidei Maronitis praescr.; Pius IX, ep. encycl. Amantissimus, 8 apr. 1862; litt. ap. Reversurus, 12 iul. 1867; ep. encycl. Quartus supra, 6 ian. 1873, 6; Leo X I I I , ep. encycl. Satis cognitum, 29 iun. 1896; S. Pius X, litt. encycl. Pascendi, 8 sept. 1907; S. C. de Prop. Fide, instr 31 iul. 1902, n. 1, i. Can. 162 2. Syn. Vatican., sess. I V , c. I I I , de vi et ratione primatus Romani Pontificis; Gregorius X I I I , const. Sanctissimus, a. 1575, Professio fidei Graecis praescr.; Benedictus X I V , const. Etsi pastoralis, 26 maii 1742, I, n. V I ; ep. Nuper ad nos, 16 mart. 1743, Professio fidei Maronitis praescr. ; Leo X I I I , ep. encycl. Satis 'cognitum, 29 iun. 1896 ; Pius IX, litt. ap. Reversurus, 12 iul. 1867. Can. 163. S. Pius X, litt. encycl. Pascendi, 8 sept. 1907; Pius X I I , const. Vacantis Apostolicae Sedis, 8 dec. 1945. Can. 164. Syn. Trident., sess. X X I V , de ref., c. 5; S. Xistus I I I , litt. Si quantum humanis, 8 iul. 435; S. Leo M . , litt. Omnium quidem, 13 ian. 444; litt. Omnis admonitio, 12 ian. 444 : Ipsum vero ; litt. Quanta fraternitati, a. 446 ; S. Leo I X , litt. Congratulamur vehementer, a. 1052/3 : Siquidem ; Pius I X , litt. ap. Reversurus, 12 iul. 1867

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Can. 166 Omnibus in ritibus, inter divina officia fieri debet a Patriarchis, Episcopis, ceterisque Hierarchis et omnibus clericis, commemoratio Romani Pontificis.

OAPUT II De Oecumenica Synodo Can. 167 1. Dari nequit Oecumenica Synodus quae a Romano Pontifice non fuerit convocata. 2. Eiusdem Romani Pontificis est Oecumenicae Synodo per se vel per alios praeesse, res in ea tractandas ordinemque servandum constituere ac designare, Synodum ipsam transferre, suspendere, dissolvere, eiusque decreta confirmare. Can. 168 1. Convocantur ad Synodum in eaque ius habent suffragii deliberativi : I S. R. E. Cardinales, etsi non Episcopi; 2 Patriarchae, Primates, Archiepiscopi, Episcopi residentiales, etiam nondum charactere episcopali aucti; 3 Abbates vel Praelati nullius seu Exarchi qui praesunt territorio proprio ; 4 Abbas Primas, Praeses Consociationis Confoederationum monasticarum cum exemptione pontificia, Abbates Superiores Congregationum monasticarum, Praesides Confoederationum monasticarum cum exemptione pontificia, ac supremi Moderatores Religionum clericalium exemptione pontificia fruentium, non autem aliarum Religionum, nisi aliud convocationis decretum ferat. 2. Etiam Episcopi titulares, ad Synodum convocati suffragium obtinent deliberativum, nisi aliud in convocatione expresse caveatur. 3. Theologi ac canonum periti, ad Synodum forte invitati, suffragium non habent nisi consultivum.
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Can. 166. Callixtus I I I , const. Reddituri de commisso, 3 sept. 1457, 1; Benedictus X I V , ep. encycl. Ex quo, 1 mar. 1756, 9-17; S. C. de Prop. Fide, litt. 4 iul. 1833, n. I I ; litt. 29 maii 1838; instr. 31 iul. 1902, n. 13, e). - Syn. Armen., a. 1911, 153; 638, ); Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I , I; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I, cap. I, 12, 4; pars I I I , cap. V I , 3; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. II; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I , 1. Can. 167. Leo X I I I , ep. encycl. Satis cognitum, 29 iun. 1896.
31 ACTA, vol. XXIV,, n. 9 15-8-1957.

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Can. 169 1. Si quis ex convocatis ad Synodum ad normam can. 168, 1, eidem, iusto impedimento detentus, interesse non possit, mittat procuratorem et impedimentum probet. 2. Procurator, si fuerit unus e Synodi Patribus, duplici suffragio non gaudet; si non fuerit, publicis tantum sessionibus interesse potest, sed sine suffragio ; expleta autem Synodo, huius acta subscribendi ius habet. Can. 170 Nemini eorum qui Synodo interesse debent, licet ante discedere, quam Synodus sit rite absoluta, nisi a Synodi praeside, cognita ac probata discessionis causa, abeundi licentiam obtinuerint. Can. 171 Propositis a Romano Pontifice quaestionibus Patres possunt alias addere, postquam tamen obtinuerint a Synodi praeside earundem approbationem. Can. 172 Synodi decreta vim definitivam obligandi non habent, nisi a Romano Pontifice fuerint confirmata et eius iussu promulgata. Can. 173 1. Synodus Oecumenica suprema pollet in universam Ecclesiam potestate. 2. A sententia Romani Pontificis non datur ad Synodum Oecumenicam appellatio; nec a ceteris actis recursus. Can. 174 Si contingat ut Romanus Pontifex, durante Synodi celebratione, e vita decedat, ipso iure haec intermittitur, donec novus Pontifex illam resumi et continuari iusserit.
Can. 172. S. Damasns, litt. Confidimus, a. 372; S. Leo M . , litt. Quam vigilanter, 21 mart. 453 ; S. Gelasius, litt. Valde mirati sumus, 5 febr. 496 : Quibus convenienter ; S. Nicolaus I, litt. Postquam beato, 18 mart 862: Quod dicitis; litt. Proposueramus quidem, a. 865 : . . . Quamvis dicentis ; Leo X I I I , ep. encycl. Satis cognitum, 29 iun. 1896. Can. 173 1. S. Coelestinus I, litt. Spiritus sancti, 8 maii 431; Eugenius IV (in Syn. Florentin.), const. Exsultate Deo, 22 nov. 1439, 8. 2. Syn. Vatican., ses. I V , c. I I I , de vi et ratione primatus Romani Pontificis; S. Zosimus, litt. Quamvis Patrum, 21 mart. 418; S. Bonfacius I, litt. Retro maioribus, 11 mart. 422, c. 2; S. Leo IX, litt. In terra pax, 2 sept. 1053, c, 3 2 : Nam Romanae Eccles. ; Pius I I , const. Exsecrabilis, 18 ian. 1459, 2; Iulius I I , Suscepti regiminis, 1 iul. 1509. Can. 174. Pius X I I , const. Vacantis Apostolicae Sedis, 8 dec. 1945.

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CAPUT III De Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalibus

Can. 175 S. R. E. Cardinales Senatum Romani Pontificis constituunt eidemque in regenda Ecclesia praecipui consiliarii et adiutores assistunt. Can. 176 1. Sacrum Collegium in tres ordines distribuitur : episcopalem, ad quem soli pertinent sex Cardinales ecclesiis suburbicariis praepositi ; presbyteralem, qui Cardinalibus quinquaginta; diaconalem, qui constat quatuordecim. 2. Cardinalibus ordinis presbyteralis ac diaconalis suus cuique titulus aut diaconia in Urbe assignatur a Romano Pontifice. Can. 177 1. Cardinales libere a Romano Pontifice ex toto terrarum orbe et ex quocumque ritu eliguntur, viri saltem in ordine presbyteratus constituti, doctrina, pietate ac rerum agendarum prudentia egregie praestantes. 2. A Cardinalatus dignitate arcentur : I Illegitimi, etiamsi per subsequens matrimonium fuerint legitimati ; itemque alii irregulares vel a recipiendis subdiaconatu et maioribus ordinibus impediti secundum canonicas sanctiones, etsi legitime fuerint ad recipiendos ordines et dignitates, etiam episcopalem, dispensati ; 2 Qui prolem, etiam ex valido matrimonio susceptam, vel nepotem ex ea habent ; 3 Qui alicui Cardinali viventi coniuncti sunt consanguinitate usque ad quartum gradum inclusive.
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Can. 178 1. Cardinales creantur et publicantur a Romano Pontifice in Consistorio, sicque creati et publicati obtinent ius ad electionem Romani Pontificis et privilegia de quibus in can. 185. 2. Si tamen Romanus Pontifex creationem alicuius in Consistorio
De Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalibus. Eugenius IV, ep. Non mediocri, a. 1439; Paulus IV, const. Cum venerabiles, 22 aug. 1555; Sixtus V, const. Postquam, 3 dec. 1586; Pius X I I , const. Vacantis Apostolicae Sedis, 8 dec. 1945.

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annuntiaverit, eins nomine sibi in pectore reservato, hic nullis interim gaudet Cardinalium iuribus aut privilegiis, sed, postquam a Romano Pontifice eius nomen publicatum fuerit, iisdem fruitur a publicatione, iure vero praecedentiae a reservatione in pectore.

Can. 179 Promotus absens a Curia debet in recipiendo bireto rubro iurare se intra annum, nisi legitimo detineatur impedimento, Summum Pontificem aditurum. Can. 180 Orientales ad dignitatem cardinalitiam promoti proprium retinent ritum. Privilegiis autem Cardinalium utentes ab iis abstineant quae cum suo ritu non conveniant. Can. 181 Nisi aliter in casibus particularibus fuerit ab Apostolica Sede provisum, per promotionem ad sacram purpuram non solum ipso facto vacant dignitates omnes, ecclesiae, beneficia quae promotus habeat, sed etiam pensiones ecclesiasticae amittuntur.

Can. 182 1. Per optionem in Consistorio factam et a Summo Pontifice approbatam, possunt, servata prioritate ordinis et promotionis, Cardinales ex ordine presbyterali transire ad alium titulum et Cardinales ex ordine diaconali ad aliam diaconiam et, si per decem annos completos in ordine diaconali permanserint, etiam ad ordinem presbyteralem. 2. Cardinalis ex ordine diaconali, transiens per optionem ad ordinem presbyteralem, locum obtinet ante omnes illos Cardinales presbyteros, qui post ipsum ad sacrae purpurae honorem assumpti sunt. 3. S u b u r b i c a r i a si vacet sedes, Cardinales ex ordine presbyterali, qui momento vacationis praesentes fuerint in Curia vel ab ea absentes ad tempus ob sibi commissum negotium aliquod a Romano Pontifice, optare eam possunt in Consistorio, servata prioritate promotionis. 4. Cardinales quibus una ex ecclesiis suburbicariis est assignata, aliam optare nequeunt; cum vero Cardinalis gradum Decani attigerit, ecclesiam suam Ostiensi cumulat, quae proinde cum alia atque alia ecclesia suburbicaria in persona Cardinalis Decani semper coniungitur.
Can. 180. S. O. Caeremonialis, decr. 30 nov. 1880.

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Can. 183 1. Sacro Cardinalium Collegio praeest Decanus, qui est antiquior promotione ad aliquam sedem suburbicariam. Ipsi nulla est in ceteros Cardinales iurisdictio, sed primus habetur inter aequales. 2. Vacante decanatu, ipso iure succedit Subdecanus, sive is tempore vacationis sit praesens in Curia, sive in sua suburbicaria sede commoretur, sive absit ad tempus ob sibi commissum munus a Romano Pontifice. Can. 184 1. Cardinales tenentur obligatione residendi in Curia, nec possunt ab eadem discedere sine licentia Romani Pontificis, salvo praescripto 2, 3. 2. Haec obligatio urget etiam Cardinales Episcopos suburbicarios ; sed ipsi non indigent licentia ut sese conferant ad ecclesias sibi commissas, quoties opportunum iudicaverint. 3. Cardinales qui sunt Episcopi alicuius ecclesiae non suburbicariae, lege residendi in Curia eximuntur ; sed cum ad Urbem venerint, Summum Pontificem adeant, nec ab Urbe discedant antequam ab eodem abeundi licentiam impetraverint. Can. 185 1. Cardinales omnes, praeter alia privilegia iure statuta, a. sua promotione in Consistorio facultate gaudent : I Audiendi ubique terrarum confessiones, etiam religiosorum utriusque sexus, et absolvendi ab omnibus peccatis et censuris etiam reservatis, exceptis tantum censuris Sedi Apostolicae specialissimo modo reservatis et illis quae adnexae sunt revelationi secreti S. Officii ; 2 Sibi suisque familiaribus eligendi sacerdotem confessionibus excipiendis, qui, si iurisdictione careat, eam ipso iure obtinet, etiam quod spectat ad peccata et censuras, reservatas quoque, illis tantum censuris exceptis, de quibus in n. I ; 3 Verbum Dei ubique praedicandi; 4 Celebrandi vel alii permittendi ut coram se celebret semel divinam Liturgiam in feria V maioris hebdomadae ac ter in nocte Nativitatis Domini; 5 Benedicendi ubique, solo crucis signo, cum omnibus indulgentiis quae a Sede Apostolica concedi solent, cruces, rosarla, aliasque coronas precatorias, numismata, statuas, scapularia a Sede Apostolica probata eaque imponendi sine onere inscriptionis; 6 Unica benedictione erigendi, in ecclesiis et oratoriis etiam privatis aliisque piis locis, stationes Viae Crucis cum omnibus indulgentiis, quae huiusmodi pium exercitium peragentibus impertitae sunt; nec non
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benedicendi pro fidelibus, qui causa infirmitatis vel alius legitimi impedimenti sacras stationes Viae Crucis visitare nequeant, Crucifixi icones cum applicatione omnium indulgentiarum devoto exercitio eiusdem Viae Crucis a Romanis Pontificibus adnexarum; 7 Celebrandi super aram portatilem non solum in domo propriae habitationis, sed ubicumque degunt; et permittendi ut iterum divina Liturgia, ipsis adstantibus, celebretur; 8 Celebrandi in mari, debitis cautelis adhibitis; 9 In omnibus ecclesiis et oratoriis divinam Liturgiam celebrandi iuxta proprium calendarium; 10 Fruendi altari privilegiato personali quotidiano; 11 Lucrandi in propriis oratoriis indulgentias, ad quas acquirendas praescripta sit visitatio ecclesiae alicuius vel publici oratorii civitatis seu loci, in quo Cardinales actu commorentur, quo privilegio etiam eorum familiares frui possunt; 12 Benedicendi ubique populo more Episcoporum; sed in Urbe in ecclesiis tantum, piis locis et fidelium consessibus ; 13 Episcoporum insignia gestandi, atque utendi mitra et baculo pastorali ; 14 Divinam Liturgiam celebrandi in quolibet privato oratorio sine praeiudicio illius qui indulto gaudet; 15 Pontificalia^ cum throno et baldachino peragendi in omnibus ecclesiis extra Urbem, Hierarcha praemonito, si ecclesia sit cathedralis ; 16 Honoribus, qui locorum Hierarchis tribui solent, fruendi quocumque se conferant ; 17 Fidem faciendi in foro externo, de oraculo pontificio testantes; 18 Fruendi oratorio ab Hierarchae visitatione exempto; 19 De reditibus beneficiariis libere disponendi, etiam per testamentum, salvo iuris praescripto de defuncto Cardinali, qui in Urbe domicilium habebat ; 20 Consecrationes et benedictiones ecclesiarum, altarium, sacrae supellectilis, Abbatum seu Superiorum monasterii sui iuris aliasve similes, excepta oleorum sacrorum consecratione, si Cardinalis charactere episcopali careat, ubique locorum, servatis servandis, peragendi. 21 Praecedendi omnibus Praelatis non exclusis Patriarchis et Legatis Pontificiis, nisi Legatus sit Cardinalis in proprio territorio residens ; Cardinalis autem Legatus a latere praecedit extra Urbem omnibus aliis; 22 Conferendi primam tonsuram et ordines minores, dummodo promovendus habeat dimissorias proprii Hierarchae litteras; 23 Ministrandi sacramentum chrismatis, firmo onere inscriptionis nominis fidelis chrismate uncti ad normam iuris; 24 Concedendi indulgentias trecentorum dierum, etiam toties quoties lucrandas, in locis vel institutis ac pro personis suae iurisdictio-

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iiis rei protectionis ; item in aliis locis, sed a praesentibus tantummodo, singulis vicibus, lucrandas. 2. Cardinalis Decanus gaudet privilegio ordinandi electum Pontificem, si hic ordinatione presbyterali vel episcopali indigeat, et tunc pallio utitur; quod privilegium, absente Cardinali Decano, competit Subdecano, eoque etiam absente, antiquiori Cardinali Episcopo suburbicario. 3. Demum Cardinalis Protodiaconus pallia Archiepiscopis et Episcopis privilegio fruentibus eorumve procuratoribus, vice Romani Pontificis imponit; et nomen novi electi Pontificis populo annuntiat. Can. 186 1. Cardinalis ad sedem suburbicariam promotus, postquam eius regimen canonice suscepit, est verus Episcopus suae ecclesiae, eaque potestate in eam pollet, quam ceteri Episcopi residentiales in propria eparchia seu dioecesi obtinent. 2. Ceteri Cardinales in suis titulis vel diaconus, assumpto ad normam iuris eorundem regimine, omnia possunt quae locorum Hierarchae in suis ecclesiis, exceptis ordine iudiciorum et qualibet iurisdictione in fideles, sed salva potestate in iis quae ad disciplinam, morum correctionem, servitium ecclesiae pertinent. 3. Cum throno et baldachino Cardinalis ordinis presbyteralis potest in suo titulo pontificalia peragere et Cardinalis ordinis diaconalis in sua diaconia pontificaliter assistere, neque alius quisquam ibidem id potest sine Cardinalis consensu ; in aliis vero Urbis ecclesiis Cardinales throno et baldachino uti nequeunt sine licentia Romani Pontificis. Can. 187 Sede Apostolica vacante, Sacrum Cardinalium Collegium et Romana Curia non aliam habent potestatem, quam quae definitur in constitutionibus apostolicis de hac re datis.

CAPUT IV D e T C u r i a Romana Can. 188 1. Curia Romana constat Sacris Congregationibus, Tribunalibus et Officiis, prout inferius enumerantur et describuntur. 2. Incolumi iure Congregationis S. Oflicii, ex sacris Congregationibus, Orientalium n e g o t i a agit, nisi aliud expresse statuatur, Congregatio pro Ecclesia Orientali.
De Curia Romana. S. Pius X, const. Sapienti consilio, 29 iun. 1908; Ordo servandum in S. Congregationibus, Tribunalibus, Officiis Romanae Curiae, 29 sept. 1908.

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Can. 189 1. In singulis Congregationibus, Tribunalibus, Officiis servanda est disciplina et agenda sunt negotia secundum normas tum generalestum particulares, quas ipsis Romanus Pontifex praestituerit. 2. Omnes qui ad Congregationes, Tribunalia, Officia Romanae Curiae pertinent, secretum servare debent intra fines et secundum modum ex disciplina unicuique propria determinatum.

Can. 190 1. Nihil grave aut extraordinarium in iisdem Congregationibus^ Tribunalibus, Officiis agatur, nisi a Moderatoribus eorundem RomanoPontifici fuerit antea significatum. 2. Gratiae quaevis ac resolutiones indigent pontificia approbatione,exceptis iis ad quas eorundem Officiorum, Tribunalium, Congregationum Moderatoribus speciales facultates tributae sint, exceptisque sententiis Tribunalis Sacrae Romanae Rotae et Signaturae Apostolicae.

Can. 191 Controversiam, si qua exoriatur, de competentia inter Sacras Congregationes, Tribunalia vel Officia Romanae Curiae, dirimit coetus? S. R. E. Cardinalium, quos Romanus Pontifex in singulis casibus designaverit. ARTICULUS I De Sacris Congregationibus

Can. 192 Singulis Congregationibus praeest Cardinalis Praefectus vel, si iisdem praesit ipsemet Romanus Pontifex, eas dirigit Cardinalis a secretis* quibus adiunguntur Cardinales quos Pontifex iis adscribendos censuerit, cum aliis necessariis administris.

Can. 193 1. Congregatio S. Officii, cui ipse Summus Pontifex praeest, tutatur doctrinam fidei et morum. 2. Iudicat de iis delictis quae sibimet secundum propriam eiusdem legem reservantur, cum potestate has criminales causas videndi n o solum in gradu appellationis a tribunali Hierarchae loci, sed etiam im prima instantia, si directe ad ipsam delatae fuerint.

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3. Ipsa sola cognoscit ea quae, sive directe sive indirecte, in iure aut in facto, circa privilegium, uti aiunt, Paulinum et matrimonii impedimenta disparitatis cultus et mixtae religionis versantur; itemque, ad eam spectat facultas dispensandi ab hisce impedimentis. Quare quaelibet huiusmodi quaestio ad hanc Congregationem est deferenda, quae tamen potest, si ita censeat et casus ferat, quaestionem remittere ad aliam Congregationem vel ad Tribunal Sacrae Romanae Rotae. 4. Ad eandem pertinet non solum delatos sibi libros diligenter excutere, eos, si oportuerit, prohibere, et dispensationes a prohibitione concedere; sed etiam ex officio inquirere, qua opportuniore licebit via, quae in vulgus edantur scripta cuiuslibet generis damnanda, et in memoriam Hierarcharum reducere, quam religiose debeant in perniciosa scripta animadvertere eaque Sedi Apostolicae ad normam iuris denuntiare. 5. Ipsa una competens est circa ea omnia quae ieiunium eucharisticum pro sacerdotibus divinam Liturgiam celebrantibus respiciunt.

Can. 194 1. Congregationis Consistorialis Praefectus est ipse Romanus Pontifex. Praeter alios, ad eandem pertinent ex officio Cardinales a secretis S. Officii, Praefectus Congregationis de Seminariis et Universitatibus studiorum et a secretis Status. Inter Consultores eiusdem semper sunt Assessor S. Officii, Praelatus a secretis Congregationis pro negotiis ecclesiasticis extraordinariis et Praelatus a secretis Congregationis de Seminariis et Universitatibus studiorum. 2. Ad hanc Congregationem spectat non modo parare agenda in Consistoriis, sed praeterea, in locis Congregationibus pro Ecclesia Orientali et de Propaganda Fide non obnoxiis, novas dioeceses ac provincias et capitula tum cathedralia tum collegialia constituere; dioeceses iam constitutas dividere; Episcopos, Administratores apostolicos, Coadiutores et Auxiliares Episcoporum constituendos proponere, canonicas inquisitiones seu processus super promovendis indicere actosque diligenter expendere, ipsorum periclitari doctrina, salvo praescripto can. 202. 3. Ab hac Congregatione dependent ea omnia quae pertinent ad constitutionem, conservationem et statum dioecesium. Quare ipsa vigilat super impletis vel minus obligationibus, quibus Ordinarii tenentur; cognoscit ea quae ab Episcopis scripto relata sint de statu suarum dioecesium; indicit visitationes apostolicas examinatque eas quae fuerint absolutae, transmissis in utroque casu ad singulas Congregationes iis ad deliberandum negotiis quae ad eas peculiariter pertinent.
Can. 193 3 . S. O. S. Off., 27 ian. 1928, ad I I .

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Can. 195 1. I Congregationi pro Ecclesia Orientali, cui praeest ipse Romanus Pontifex, reservantur omnia cuiusque generis negotia quae sive ad personas, sive ad disciplinam, sive ad ritus orientales referuntur, etiamsi sint mixta, idest sive rei sive personarum ratione Latinos quoque attingant. Quare pro Ecclesiis rituum orientalium ipsa omnibus facultatibus potitur, quas aliae Congregationes pro Ecclesiis ritus latini obtinent, incolumi tamen iure Congregationis S. Officii ad normam can. 193, Congregationis Sacrorum Rituum ad normam can. 200, 2, 3, Congregationis pro negotiis ecclesiasticis extraordinariis ad normam can. 202, nec non Congregationis de Seminariis et Universitatibus studiorum ad normam can. 203, 1, in iis quae spectant ad Athenaea, quae vocant studiorum Universitates vel Facultates, atque Sacrae Poenitentiariae ad normam can. 204 ; 2 Ipsius est pro omnibus orientalibus ritibus libros approbare liturgicos, ac dubia solvere circa eorumdem textum et translationes; item omnia videre ac statuere de rubricis et caeremoniis divinae Liturgiae, sacramentorum, sacramentalium et officii divini; 3 In iis praeterea regionibus in quibus eadem sacra Congregatio obtinet plenam et exclusivam iurisdictionem, ipsa, non solum pro fidelibus rituum orientalium, sed etiam pro fidelibus ritus latini eorumque hierarchia, operibus, institutis, piis societatibus, facultatibus potitur, quae aliae Congregationes pro fidelibus ritus latini extra illas regiones obtinent, incolumi tamen iure Congregationis S. Officii, atque integris manentibus quae usque adhuc reservata sunt Congregationi de disciplina Sacramentorum, Congregationi Sacrorum Rituum, Congregationi de Seminariis et studiorum Universitatibus ac Sacrae Poenitentiariae. 4 Quod vero spectat ad sodales religiosos latini ritus, missionarios in regionibus de quibus in n. 3, eadem Congregatio sibi vindicat quidquid eosdem qua missionarios, sive uti singulos sive simul sumptos, tangit. Quidquid vero eosdem qua religiosos, sive uti singulos sive simul sumptos, attingit, ad Congregationem religiosorum negotiis praepositam remittit aut relinquit. 2. Haec Congregatio controversias dirimit via disciplinari; quas vero ordine iudiciario dirimendas censuerit, ipsa, servato eodem ordine, cognoscet aut ad tribunalia ordinaria Apostolicae Sedis remittet.
Can. 195 1. Pius X I , motu propr. Post datam, 20 apr. 1923. 1, I . Pius IX, const. Romani Pontifices, 6 ian. 1862; Benedictus X V , motu propr. Dei providentis, 1 maii 1917, n. I I , I I I ; Pius X I , motu propr. Sancta Dei Ecclesia, 25 mart. 1938, n. I I I . 1, 2. Pius X I , motu propr. Quam sollicita, 21 dec. 1934. 1, 3, 4. Pius X I , motu propr. Sancta Dei Ecclesia, 25 mart. 1938, nn. I, I I . 2. Benedictus X V , motu propr. Dei providentis, 1 maii 1917, n. I V , V; Pius X I , motu propr. Sancta Dei Ecclesia, 25 mart. 1938, n. I V ; S. O. Oonsist., 12 nov. 1908, ad V I
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Can. 196 1. Congregationi de disciplina Sacramentorum proposita est universa legislatio circa disciplinam septem sacramentorum, incolumi iure Congregationis S. Officii circa ea quae in can. 193 statuta sunt, et Sacrorum Rituum Congregationis circa ritus et caeremonias quae in sacramentis conficiendis, ministrandis et recipiendis servari debent. 2. Ad illam itaque spectant ea omnia, quae decerni concedique solent tum in disciplina matrimonii, tum in disciplina aliorum sacramentorum nec non in celebratione Sacrificii eucharistici, iis tantum exceptis quae aliis Congregationibus reservata sunt. 3. Ipsa cognoscit quoque et exclusive de facto inconsummationis matrimonii, de exsistentia causarum ad dispensationem concedendam, deque iis omnibus quae cum his sunt connexa; potest tamen cognitionem horum omnium, si id expedire iudicaverit, ad Sacram Romanam Rotam remittere. Ad eam referri possunt quaestiones de validitate matrimonii, quas tamen, si accuratiorem disquisitionem aut investigationem exigant, ad tribunal competens remittat. Ad ipsam etiam pertinet videre de obligationibus ordinibus maioribus adnexis, atque examinare quaestiones de ipsa validitate sacrae ordinationis, aut eas ad tribunal competens remittere. Et ita porro de aliis sacramentis. Can. 197 1. Congregationi Concilii ea pars negotiorum est commissa, quae ad universam disciplinam cleri saecularis populique christiani refertur. 2. Quamobrem ipsius est curare ut christianae vitae praecepta serventur, cum facultate opportune ab iisdem fideles dispensandi; moderari quae parochos et canonicos spectant; aut quae pias sodalitates, pias uniones (etiamsi dependeant a religiosis vel erectae sint in eorum ecclesiis seu domibus), pia legata, pia opera, Liturgiarum stipes, beneficia aut officia, bona ecclesiastica, mobilia et immobilia, tributa dioecesana, taxas curiarum episcopalium aliaque huiusmodi attingunt. Eidem reservata est facultas eximendi a condicionibus requisitis ad assecutionem beneficiorum, quoties ad Ordinarios eorum collatio spectat; admittendi ad compositionem eos qui occuparunt bona ecclesiastica, etiam pertinentia ad religiosos; permittendi ut fideles acquirant bona ecclesiastica, a potestate civili usurpata. 3. Videt quoque de iis omnibus, quae ad immunitatem ecclesiasticam pertinent, itemque de controversiis circa praecedentiam, salvo iure Congregationis negotiis religiosorum sodalium praepositae et Congregationis Caeremonialis. 4. Ad eandem pertinent ea omnia quae ad Conciliorum celebrationem et recognitionem atque ad Episcoporum coetus seu collationes referuntur, extra loca quae subsunt Congregationibus pro Ecclesia Orientali et de Propaganda Fide.

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5. Est autem haec Congregatio competens in omnibus controversiis negotia eidem commissa spectantibus, quas in via disciplinari pertractandas censuerit; cetera ad tribunal competens sunt deferenda. Can. 198 1. Congregatio negotiis religiosorum sodalium praeposita ea sibi exclusive vindicat quae respiciunt regimen, disciplinam, studia, bona et privilegia religiosorum sodalium utriusque sexus quibusvis publicis votis adstrictorum, eorumque qui, quamvis sine votis, in communi tamen vitam agunt more religiosorum, itemque tertiorum Ordinum saecularium, incolumi iure Congregationum pro Ecclesia Orientali et de Propaganda Fide. 2. Quapropter, quaestionibus ordine iudiciario tractandis ad tribunal competens remissis et incolumi semper iure Congregationis S. Officii et Congregationis Concilii circa negotia ad ipsas spectantia, haec Congregatio quaestiones omnes suae competentiae in via disciplinari dirimit; sed si quaestio vertatur inter religiosum sodalem et personam non religiosam, ipsa, praesertim ad instantiam partis, potest etiam, si aequum iudicaverit, eandem quaestionem ad aliam Congregationem aut tribunal remittere. 3. Huic denique Congregationi reservatur concessio dispensationum a iure communi pro sodalibus religiosis, firmo praescripto can. 193, 5. Can. 199 1. Congregatio de Propaganda Fide missionibus ad praedicandum Evangelium et catholicam doctrinam praeest, ministros necessarios constituit et mutat, facultatemque habet tractandi, agendi et exsequendi omnia hac in re necessaria et opportuna. 2. Curat ea omnia quae ad Conciliorum celebrationem et recognitionem in locis sibi subiectis pertinent. 3. Eius iurisdictio iis est circumscripta regionibus, ubi, ecclesiastica hierarchia nondum constituta, status missionis perseverat. Huic Congregationi sunt etiam subiectae regiones, quae, etsi hierarchia inibi constituta sit, adhuc inchoatum aliquid praeseferunt. Eidem pariter subsunt societates ecclesiasticorum ac seminaria quae exclusive fundata sunt eo fine, ut in iis instituantur alumni pro exteris missionibus, praesertim quod attinet ad eorum regulas, administrationem atque opportunas concessiones ad sacram ordinationem alumnorum requisitas. 4. Haec autem Congregatio debet ad competentes Congregationes deferre negotia quae aut fidem attingunt, aut causas matrimoniales, aut generales normas circa sacrorum rituum disciplinam tradendas vel interpretandas. 5. Quod vero spectat ad sodales religiosos, eadem Congregatio sibi vindicat quidquid religiosos qua missionarios, sive uti singulos sive

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simul sumptos attingit. Quidquid vero religiosos qua tales, sive uti singulos sive simul sumptos attingit ad Congregationem religiosorum negotiis praepositam remittat aut relinquat. Can. 200 1. Congregatio Sacrorum Rituum ius habet videndi et statuendi ea omnia quae sacros ritus et caeremonias Ecclesiae Latinae proxime spectant, non autem quae latius ad sacros ritus referuntur, cuiusmodi sunt praecedentia iura aliaque id genus, de quibus sive servato ordine iudiciario sive administrativo modo disceptetur. Eius proinde est praesertim advigilare, ut sacri ritus ac caeremoniae diligenter serventur in Sacro celebrando, in sacramentis administrandis, in divinis officiis persolvendis, in iis denique omnibus quae Ecclesiae Latinae cultum respiciunt; dispensationes concedere opportunas; insignia et honoris privilegia tam personalia et ad tempus, quam localia et perpetua, quae ad sacros ritus vel caeremonias pertineant, elargiri, et cavere ne in haec abusus irrepant. In hisce peragendis auxilio utitur sectionis liturgicae. 2. Eiusdem Congregationis praeterea est ea omnia agere quae ad beatificationem et canonizationem Servorum Dei, firma 3, vel ad sacras reliquias quoquo modo referuntur. Haec reservantur sectioni alteri, quam promotor generalis fidei moderatur. 3. Pro causis Servorum Dei in quibus colligi nequeunt depositiones testium coaevorum, nec certa prostant documenta tales depositiones rite suo tempore collectas praebentia, praesto est sectio tertia, quae historica audit. Haec sectio suffragium praeterea profert circa libros liturgicos emendandos vel denuo edendos. Huic sectioni praeest relator generalis. Can. 201 Ad Congregationem Caeremonialem pertinet moderatio caeremoniarum in Sacello Aulaque Pontificali servandarum et sacrarum functionum quas Patres Cardinales extra Pontificale Sacellum peragunt ; itemque eadem Congregatio cognoscit quaestiones de praecedentia tum Patrum Cardinalium tum Legatorum quos Nationes ad Sedem Apostolicam mittunt. Can. 202 Ad Congregationem pro negotiis ecclesiasticis extraordinariis spectat dioeceses constituere vel dividere et ad vacantes dioeceses idoneos viros promovere, quoties hisce de rebus cum civilibus Guberniis agendum est ; insuper Congregatio in ea negotia incumbit, quae eius examini subiiciuntur a Summo Pontifice per Cardinalem a secretis Status, praesertim ex illis quae cum legibus civilibus coniunctum aliquid habent et ad pacta conventa cum Nationibus referuntur.

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Officiale

Can. 203 1. Congregatio de Seminariis et Universitatibus studiorum advigilat omnibus quae ad regimen", disciplinam, temporalium bonorum administrationem et studia Seminariorum pertinent, incolumi iure Congregationum pro Ecclesia Orientali et de Propaganda Fide. Eidem pariter commissa est moderatio regiminis ac studiorum, in quibus versari debent Athenaea seu quas vocant studiorum Universitates vel Facultates quae ab Ecclesiae auctoritate dependent, non exceptis iis quae a religiosae alicuius familiae sodalibus diriguntur. Novas institutiones perpendit approbatque ; facultatem concedit academicos gradus conferendi normasque tradit quibus ii conferri debeant, et ubi agitur de viro singulari doctrina commendato, potest eos ipsa conferre. 2. In hac Sacra Congregatione connumerantur inter alios Cardinales Cardinalis a secretis Congregationis Consistorialis et inter Consultores Assessor eiusdem Congregationis.

ARTICULUS II De Tribunalibus Curiae Romanae Can. 204 1. Sacrae Poenitentiariae praeficitur Cardinalis Poenitentiarius Maior. Huius tribunalis iurisdictio coarctatur ad ea quae forum internum, etiam non sacramentale, respiciunt; quare hoc tribunal pro solo foro interno gratias largitur, absolutiones, dispensationes, commutationes, sanationes, condonationes; excutit praeterea quaestiones conscientiae easque dirimit. 2. Eiusdem insuper est de iis omnibus iudicare quae spectant ad usum et concessionem indulgentiarum, salvo iure S. Officii videndi ea quae doctrinam dogmaticam circa easdem indulgentias vel circa novas orationes et devotiones respiciunt. Can. 205 Causae ordinem iudiciarium requirentes aguntur apud Sacram Romanam Rotam et apud Supremum Tribunal Signaturae Apostolicae intra fines et secundum normas iisdem proprias, salvo iure Congregationis S. Officii et Congregationis Sacrorum Rituum in causas sibi proprias,, firmoque can. 195, 2 de iure Congregationis pro Ecclesia Orientali.
1

Can. 204. S. C. pro Eccl. Orient., 26 iul. 1930. 2. S. O. pro Eccl. Orientali, notificat. 21 iul. 1935.
1

Cfr.

Pius X I I , litt apost. Sollicitudinem Nostram, Motu Proprio datae, 6 ian.

1950, can. 78-84.

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ARTICULUS I I I De Officiis Curiae Romanae Can. 206 1. Cancellariae Apostolicae, cui praeest Cardinalis Cancellarius Sanctae Romanae Ecclesiae, proprium est apostolicas expedire litteras seu bullas de beneficiorum et officiorum consistorialium provisione, novarum provinciarum et dioecesium ac capitulorum institutione et de aliis maioribus Ecclesiae negotiis conficiendis. 2. Quae litterae seu bullae ne expediantur nisi de mandato Congregationum Consistorialis aut pro Ecclesia Orientali circa negotia ad earum competentiam spectantia, aut de mandato Summi Pontificis circa alia negotia, servatis in singulis casibus ipsius mandati terminis. Can. 207 Datariae Apostolicae, quam moderatur Cardinalis Datarius Sanctae Romanae Ecclesiae, commissum est cognoscere de idoneitate promovendorum ad beneficia non consistorialia Apostolicae Sedi reservata ; conficere et expedire apostolicas litteras de eorum collatione; eximere in conferendo beneficio a condicionibus requisitis, quoties eius collatio ad Hierarcham non pertinet; curare pensiones et onera quae Summus Pontifex in iisdem conferendis beneficiis imposuerit. Can. 208 Camerae Apostolicae, cui praesidet Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Camerarius, cura est atque administratio bonorum ac iurium temporalium Sedis Apostolicae, quo tempore praesertim haec vacet; et tunc adamussim serventur normae statutae in constitutionibus apostolicis hac de re editis. Can. 209 Officium Secretariae Status, cuius moderator est Cardinalis a secretis Status, constat triplici parte hoc ordine : I Prima pars, cui praesidet Praelatus a secretis Congregationis pro negotiis ecclesiasticis extraordinariis, tractat negotia quae eidem Congregationi examinanda subiici debent ad normam can. 202, ceteris pro diversa eorum natura ad peculiares Congregationes remissis; 2 Altera pars, cui praeest Substitutus, incumbit in ordinaria negotia ; 3 Tertiam partem dirigit Cancellarius Brevium Apostolicorum, qui vacat expeditioni Brevium.
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Can. 210 Ad Secretarias Brevium ad Principes et Epistolarum latinarum spectat munus latine scribendi acta Summi Pontificis, ab eodem illis commissa. CAPUT V De~ Legatis Romani Pontificis Can. 211 Romano Pontifici ius est, a civili potestate minime dependens, in quamlibet mundi partem Legatos cum vel sine ecclesiastica iurisdictione mittendi. Can. 212 Dicitur Legatus a latere Cardinalis qui a Summo Pontifice tanquam Wer ego cum hoc titulo mittitur, et tantum potest, quantum ei a Summo Pontifice demandatum est. Can. 213 1. Legati qui mittuntur cum titulo Nuntii aut Internuntii : V Fovent, secundum normas a Sede Apostolica receptas, relationes inter Sedem Apostolicam et civilia Gubernia apud quae legatione stabili funguntur; 2 In territorio sibi assignato advigilare debent in ecclesiarum statum et Romanum Pontificem de eodem certiorem reddere; 3 Praeterea delegatas quoque facultates plerumque obtinent. 2. Qui vero mittuntur cum titulo Delegati Apostolici unam habent ordinariam potestatem de qua in 1, n. 2, praeter alias facultates delegatas ipsis ab Apostolica Sede commissas. Can. 214 1. Legatorum officium cum omnibus facultatibus iisdem commissis non exspirat vacante Sede Apostolica, nisi aliud in litteris pontificiis fuerit statutum. 2. Cessat autem, expleto mandato, revocatione iisdem intimata, renuntiatione a Romano Pontifice acceptata.
Can. 211. S. Bonifacius, litt. Inter caeteras, a. 419; S. Felix I I I , litt. Quoniam pietas, 28 iul. 484. Can. 214 1. Pius X I I , const. Vacantis Apostolicae Sedis, 8 dec. 1945.

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Can. 215 1. Legati Patriarchis atque Hierarchis locorum liberum suae iurisdictionis exercitium relinquant. 2. Licet charactere episcopali careant, praecedunt tamen omnibus Hierarchis, qui non sint cardinalitia dignitate insigniti. 3. Etsi charactere episcopali carent possunt, sine Hierarcharum licentia, in omnibus eorum ecclesiis, cuiusvis sint ritus, excepta cathedrali, officia divina, etiam in pontificalibus, peragere.

CAPUT VI De Patriarchis Can. 216 1. Secundum antiquissimum Ecclesiae morem, singulari honore prosequendi sunt Orientis Patriarchae, quippe qui amplissima potestate, a Romano Pontifice data seu agnita, suo cuique patriarchatui seu ritui tamquam pater et caput praesunt. 2. I Nomine Patriarchae venit Episcopus cui canones tribuunt iurisdictionem in omnes Episcopos, haud exceptis Metropolitis, clerum et populum alicuius territorii seu ritus, ad normam iuris, sub auctoritate Romani Pontificis, exercendam; 2 Patriarchae in fideles eiusdem ritus, extra limites proprii territorii commorantes, competit potestas quatenus iure communi vel particulari expresse statuatur.
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Can. 215 3. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 11 dec. 1838, n. 1. Can. 216. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 4. 1. S. Innocentius I, litt. Et onus et honor, a. c. 415; Innocentius I I I , litt. Solitae benignitatis, a. 1201/2 : Circa illum ; litt. Quod die, 1 iun. 1202 : Nos igitur ; litt. Evangelica docente, 21 ian. 1205: Et ego videns; litt. Inter quatuor, 2 aug. 1206; litt. Scriptum est, 18 aug. 1212; Pius V I I , litt. ap. Simul ao spectabilium, 8 iul. 1815; Leo X I I I , motu propr. Auspicia rerum, 19 mart. 1896. - Syn. Armen., a. 1911, 155; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 4, X V I ; sect. I I I , cap. I, art. I I I , I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 3, n. 3; cap. V I I , art. I I I , 6. 2. Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 6; Syn. Constantinopolitan. I, a. 381, can. 2; Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 17. - Syn. Armen., a. 1911, 182. 2, 1. Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 20 ; Innocentius I I I , litt. Quia divinae, 4 ian. 1215 : Quae omnia vos ; Leo X I I I , litt. ap. Orientalium, 30 nov. 1894. n. X I I I . - Syn. Mar. Isaaci Chaldaeorum, a. 410, can. 12; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I I . 2, 2o. Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6 , 1 9 ) .

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ACTA,

vol.

XXIV.

n.

15-8-1957.

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Can. 217 1. Titulum Ecclesiae unicuique patriarchatui legitime agnitum seu concessum tantum Romanus Pontifex vel Synodus Oecumenica immutare potest. 2. Tituli personales, qui Patriarchis singulis concedantur, ut adiuncti et accessorii habendi sunt, atque ad normam concessionis stricte diiudicandi quod attinet sive ad usum sive ad tempus quo ipsis uti liceat. Can. 218 1. I Singuli patriarchatus sedem residentiae fixam habere debent ; 2 Sedes residentiae transferri nequit nisi gravissimis de causis, cum consensu Synodi patriarchalis vel Episcoporum ad normam can. 224, 1, et praevia Sedis Apostolicae approbatione. 2. Sedes residentiae constituatur in civitate principe ex qua Patriarcha titulum desumit vel, si id fieri non possit, in eparchia Patriarchae propria. Can. 219 1. I Ordo praecedentiae inter antiquas patriarchales Orientis sedes is est ut praecedat Patriarcha constantinopolitanus, post quem numeratur alexandrinus, deinde antiochenus, et post eum hierosolymitanus ; 2 Inter hos Patriarchas, qui diversi quidem ritus, unius vero eiusdemque sunt tituli, praecedentiam obtinet qui prior promotus est ad dignitatem patriarchalem, et, si eodem tempore fuerint promoti, senior aetate. 2. Inter ceteros Orientis Patriarchas, praecedentia regitur norma de qua in 1, n. 2.
Can. 217 1. S. C. de Prop. Fide (C. P.), 28 ian. 1636. 2. Pius I X , litt. ap. Perlibenter accepimus, 17 nov. 1856; S. C. de Prop. Fide, 9 iun. 1856, dub. 2. Can. 218. Pius V I I , breve In communi, 1 nov. 1816, n. 4; Gregorius X V I , litt. ap. Non sine, 24 dec. 1831; S. C. de Prop. Fide, 8 iul. 1774, dub. 4; decr. 12 aug. 1816; (C. G.), decr. 15 mart. 1819, n. 14. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 5 ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1S88, cap. V I I , art. I I I , 6. 1. Syn. Bekorkien. Maronitarum, a. 1790, s. 9. i, 1. Benedictus X I V , litt. ap. Quoniam, ven. Fratres, 6 mar. 1754. l, 2. Gregorius X V I , lit. ap. Non sine, 24 dec. 1831. Can. 219. S. C. de Prop. Fide, litt. 15 iun. 1867; litt. 9 iul. 1894. - Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6. 1. Syn Nicaen. I, a. 325, can. 7 ; S. Nicolaus I, litt. Ad consulta vestra, 13 nov. 866 : Desiderans nosse ; Porro quis ; S. Leo I X , litt. Congratulamur vehementer, a. 1052/3: P r o cuius; Innocentius I I I , litt. Inter quatuor, 24 nov. 1205; litt. Praerogativa dilectionis, 30 mart. 1205; litt. Cum unigenitus, 25 apr. 1205; litt. Divisis aliis, 15 maii 1205: Vocavit enim, ; litt. Inter quatuor, 2 aug. 1206; litt. Licet apostolica sedes, mense maio 1205; litt. Licet secundum, 22 aug. 1212; litt. Scriptum est, 18 aug. 1212; Eugenius IV (in Syn. Florentin.), const. Laetentur caeli, 6 iul. 1439, 9. i, l<>. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 2 1 ; S. Leo M., litt. Quantum dilectioni, 11 iun. 453.
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3. I Patriarcha omnis in ecclesiis vel in divinis officiis proprii ritus praecedit ceteris Patriarchis, etsi sedis titulo potioribus vel promotione prioribus; 2 Patriarcha qui actu iurisdictionem obtinet praecedit, extra Curiam Romanam, Patriarchis mere titularibus cuiusvis ritus, etiam latini. Can. 220 Patriarcha apocrisiarium apud Sedem Apostolicam habere potest, ab ipso, audita Synodo permanenti et praevio Sedis Apostolicae consensu, designatum. ARTICULUS I De electione Patriarcharum

Can. 221 Patriarcha designandus est canonica electione in Synodo Episcoporum sui patriarchatus, legitime convocata ab Administratore patriarchatus ad normam can. 308, n. 3 et rite coadunata. Can. 222 Synodus coadunari debet in ipsa patriarchali residentia, aut alio in loco ab Administratore patriarchatus, auditis, etiam per litteras, Patribus Synodi, designando. Can. 223 Synodi coadunatio fieri debet non ultra mensem a die vacationis, firmo iure particulari brevius tempus statuente. Can. 224 1. In electione Patriarchae voce activa fruuntur omnes et soli eiusdem patriarchatus Episcopi, etiam titulares, legitime electi atque
Can. 220. Clemens XI, litt. ap. Singularis argumentum, 21 maii 1712. De electione Patriarcharum. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. III, cap. II, art. II, De Patriarchae electione; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 18S8, cap. VIII, art. II, De Patriarchae electione et institutione. Can. 221. Syn. Constantinopolitan. I, a. 381, can. 4; Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 22; S. Nicolaus I, litt. Ad consulta vestra, 13 nov. 866: .A quo autem; Clemens XIII, litt. ap. Succrescente zizania, 1 aug. 1760. Can. 222. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars III, cap. VI, 7, III. Can. 223. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars III, cap. VI, 7, V. Can. 224. Pius IX, litt. ap. Reversurus, 12 iul. 1867, 15 ; const. Cum ecclesiastica, 31 aug. 1869, 5, I; ep. encycl. Quartus supra, 6 ian. 1873, 27; S. C. de Prop. Fide, litt. (ad Patriarcham Syr.), 28 ian. 1792. - Syn. Armen., a. .1911, 170; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars III, cap. VI. 7, IX.

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Acta Apostolicae Sedis -

Commentarium Officiale

confirmati, etsi episcopali charactere non aucti, iis exclusis qui in can. 109, 1 recensentur. 2. A Synodo prorsus excluduntur clerici episcopali dignitate carentes, salvo can. 228, 1, 2. 3. Laici cuiusvis gradus et auctoritatis Patriarchae electioni neque interventu in Synodum neque candidatorum commendatione neque quovis alio modo semet immiscere valent, reprobata contraria consuetudine et revocato quolibet contrario privilegio. Can. 225 1. Episcopi omnes, legitime convocati, gravi obligatione tenentur ut intersint electioni. 2. Si iusto existiment se detineri impedimento, scripto suas rationes aperiant Synodo, cuius iudicio stare debent. Can. 226 1. Convocatione legitime facta, si duae tertiae partes eorum qui voce activa fruuntur, nec legitimo sunt impedimento detenti, in loco ad normam can. 222 designato praesentes sunt, Synodus canonica declarabitur et ad electionem procedi potest. 2. Firmo praescripto can. 110, ius eligendi praesentibus in electionis loco reservatur, exclusa facultate ferendi suffragium non solum per epistolam sed etiam per procuratorem. Can. 227 Nisi Sedes Apostolica aliter, in casu singulari, statuerit, Synodo de eligendo Patriarcha praesidet, salvo iure particulari, antiquior ordinatione episcopali inter Episcopos Patriarchae subiectos. Can. 228 1. 1 Ante electionem, per secreta suffragia, designentur duo scrutatores, qui una cum praeside, munus de quo in can. 113 impleant ; 2 Hi scrutatores assumantur, ad normam iuris particularis, inter Patres Synodi vel inter presbyteros.
Can. 224 2. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736. pars I I I , cap. V I , 8. 3. Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 22. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 8. Can. 225. Syn. Armen., a. 1911, 169. Can. 226 1. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 7, V I I . 2. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I , art. I I , 2; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 7, V I I I , X I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I I . Can. 227. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I I , cap. V I , 7, V I . Can. 228. Syn. Armen., a. 1911, 173 ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 7, I V , X I I , X V I .

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2. Praeter scrutatores, a praeside Synodi, auditis duobus Episcopis ordinatione episcopali, inter praesentes, antiquioribus, actuarius seu notarius designetur. 3. I Omnes de quibus in 1 et 2 iusiurandum interponere statim debent de munere fideliter implendo et de secreto servando circa acta in comitiis, etiam expleta electione; 2 Vetantur quoque scrutatores iurisiurandi religione, vel ipsis Patribus Synodi, nomina auctorum suffragiorum revelare.
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Can. 229 1. Schedulae electionis conficiantur ad normam iuris particularis : suffragia ferantur servatis praescriptis iuris communis, salvo tamen iure particulari. 2. Antequam ad Patriarchae electionem deveniatur, singuli Patres iureiurando promittant se illum in singulis scrutiniis electuros quem secundum Deum eligendum esse existimaverint. Can. 230 1. Is electus habeatur qui, demptis suffragiis nullis, duas ex tribus suffragiorum partes retulerit. 2. Scrutinia repeti debent donec duae ex tribus partes in eumdem candidatum conveniant. Can. 231 Ut quis ad patriarchalem dignitatem idoneus habeatur, praeter ea quae can. 394, 1, nn. 1, 2, 5, 6 ad dignitatem episcopalem requiruntur, debet esse : V Natus quadraginta saltem annos; 2 A decem saltem annis in presbyteratus ordine constitutus. Can. 232 Electione intra quindecim dies ab inita Synodo non peracta, designatio personae Patriarchae ad Romanum Pontificem, eo in casu, devolvitur.
Can 229. Syn. Armen., a. 1911, 173; pars. I I I , cap. V I , 7, X V . Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736,

Can. 239. Syn. Armen., a. 1911, 172; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I I , cap. V I , 7, X V I I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I I . 1. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 7. X I X . Can. 231. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I , art. I I , 5; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 7, X; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. IL 2. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 5; Iohannes V I I I , litt. Experientia tuae prudentiae, 16 aug. 879 : Et cum ; litt. Inter claras sapientiae. (16 aug.) 879: Eo tamen. Can. 232. Syn. Armen., a. 1911. 173.

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Can. 233 Electio ad normam iuris peracta, illico a praeside, vel, si praeses fuerit electus, ab illo qui eius vices gerere debet, totius Synodi nomine, formula modoque in singulis ritibus receptis, electo intimanda est, salvo praescripto can. 235, 3, n. 1. Can. 234 Electus intra biduum utile a recepta intimatione, manifestare debet utrum electioni consentiat, an eidem renuntiet; secus, omne ius ex electione quaesitum amittit. Can. 235 1. Si electus renuntiaverit, ad novam electionem procedendum est. 2. Si electus acceptaverit, Synodus procedat, iuxta praescripta sui ritus, ad eius proclamationem et inthronizationem, dummodo sit Episcopus, haud excluso Episcopo electo seu designato, rite confirmato, etsi charactere episcopali nondum aucto, sed exclusis Episcopis qui canonice officio episcopali renuntiaverunt vel depositi sunt, iisque de quibus in can. 109, 1. 3. I Si vero electus talis non sit, Synodus Romano Pontifici electionem peractam illico notam faciat, suspensa eiusdem electi proclamatione et inthronizatione, et servato a Patribus, omnibusque qui qualibet ratione Synodo interfuerunt vel quomodolibet electionis exitum noverunt, secreto circa eundem exitum, etiam adversus electum, donec confirmatio pervenerit et legitime publica evaserit; 2 Interim Patres Synodi possunt residentiae sedem repetere, ad Synodum redituri cum pervenerit Summi Pontificis responsum; 3 Obtenta Summi Pontificis confirmatione, procedatur ad sollemnem Patriarchae proclamationem et inthronizationem. 4 Si electus Summi Pontificis confirmationem non obtinuerit, ad novam electionem statim procedendum est. 4. Electus ad dignitatem patriarchalem qui charactere episcopali careat, si ex iis sit de quibus in 2 agitur, ante inthronizationem Episcopus ordinetur; si autem sit ex iis de quibus in 3, n. 1, nonnisi post Romani Pontificis confirmationem Episcopus ordinari potest.
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Can. 233. Syn. Armen., a. 1911,175. ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I I , cap. V I , 7, X X , X X I . Can. 234. Syn. Armen., a. 1911, 175; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I I , cap. V I , 7, X X I . Can. 235. Pius IX, litt. ap. Reversurus, 12 iul. 1867, 16; const. ap. Cum ecclesiastica, 31 aug. 1869, 5 , I I ; litt. encycl. Quartus supra, 6 ian. 1873, 33-34; S. C. de Prop. Fide, decr. 15 mart. 1729. - Syn. Armen., a. 1911, 180, 181; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I I . 2. S. C. de Prop. Fide (C. P.), 28 ian. 1636, n. 2-3; 30 oct. 1894. - Syn. Armen., a. 1911, 175; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 47; pars I I I , cap. V I , 7, X X . 4. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 48.

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Can. 236 1. Novus Patriarcha de electione canonica ad Romanum Pontificem referre debet, additis documentis, propria manu subscriptis, de emissa, iuxta probatas formulas, coram Synodo, professione fidei deque iureiurando fidelitatis praestito, simulque ab eodem expostulare ecclesiasticam communionem et pallium, quod est plenitudinis oflicii pontificalis insigne. 2. Synodus ad Romanum Pontificem, per synodicas litteras, eodem tempore referat de electione ad normam iuris peracta atque de fidei formula ac fidelitatis iureiurando a novo Patriarcha coram ipsa Synodo recitatis et subscriptis, itemque petat pro Patriarcha ecclesiasticam communionem et pallium. Can. 237 1. I Electionis acta, postquam omnia absoluta fuerunt, a praeside, scrutatoribus et actuario subscripta, in archivo secreto patriarchatus fideliter reponenda sunt; 2 Patrum omnium Synodi subscriptio laudabiliter praedictorum subscriptionibus, ad normam iuris particularis, additur. 2. Testimonium electionis, ad normam 1 subscriptum, novo Patriarchae tradendum est. Can. 238 1. Patriarcha ad normam can. 235 electus et inthronizatus plenum ius in officio obtinet, firma 3. 2. Patriarchae ad normam can. 235, 3, n. 1 electo, qui quavis ex causa electionis notitiam habuerit, ante obtentam a Summo Pontifice electionis confirmationem, nullo modo licet sese, electionis praetextu, immiscere oflicii patriarchalis administrationi, sive in spiritualibus.
Can. 236. Clemens X I , litt. ap. Divinae Bonitatis, 20 iun. 1715, n. 3; Benedictus X I V , litt. ap Dum nobiscum, 29 febr. 1744, 1; Pius IX, litt. ap. Reversurus, 12 iul. 1867, 16 ; const. ap. Cum ecclesiastica, 31 aug. 1869, 5, n. II ; ep. encycl. Quartus supra, 6 ian. 1873, 33-34; S. C. de Prop. Fide, litt. (ad Vic. Sedis patriarchalis Syror.), 25 sept. 1802; (C. G.), 1 dec. 1837. - Syn. Armen., a. 1911, 177, 201; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I , art. I I , 9, 13; Syn. Libanen. Maronitarum, a.1736, pars II, cap. X I V , 47; pars I I I , cap. V I , 7, X X I I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I I . 1. Leo I V , litt. Vidimus animi, a. 853; S. Nicolaus I, litt. Ad consulta vestra, 13 nov. 866 : A quo autem ; Innocentius I I I , litt. Quia nobis, 27 nov. 1202 : Nos ergo ; litt. Apostolica sedes, 27 nov. 1202 : Petisti vero ; litt. Rex regum, 25 febr. 1204; litt. Receptis litteris, 10 sept. 1203: Nos autem; litt. Licet eoe eo, 25 febr. 1204; Pius I V , const. ap. Venerabilem, 1 sept. 1562; Clemens X I , const. ap. Cum nos, 12 kal. apr. 1706; Benedictus X I V , alloc, a. 1744; Clemens X I I I , litt. ap. Delatis ad nos, 1 aug. 3760, 5. - Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888 ,cap. V I I , art. I I I , 6, 1). Can. 237. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 7, X X . 1. Syn. Armen., a. 1911, 175. Can. 238. Syn. Armen., a. 1911, 177, 180; cap. V I I I , art. I I . Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888,
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sive in temporalibus et actus ab eo forte ante praedictam confirmationem positi, nulli sunt. 3. Patriarcha legitime electus et inthronizatus, antequam in Consistorio confirmationem et pallium sollemniter receperit, prohibetur ne Synodum patriarchalem de qua in can. 340, 1 convocet et Episcopos sive eligat sive ordinet. Can. 239 Omnes et singuli qui Synodo intersunt debent iusiurandum praestare de secreto, etiam post peractam electionem, servando, adversus ipsum etiam electum, circa ea quae scrutinia sive directe sive indirecte respiciunt. ARTICULUS II De iuribus et obligationibus Patriarcharum Can. 240 1. Patriarcha potestatem habet ordinariam in universo patriarchatu, ideoque ei ius et officium est exercendi, ad normam canonum et legitimarum consuetudinum, iurisdictionem in Episcopos, clericos et fideles, qui omnes canonicam obedientiam et reverentiam ei exhibere debent. 2. Haec potestas, nisi aliud ex natura rei vel iure constet, exerceri valide potest in patriarchatu tantum. Can. 241 Potestas Patriarchae ita est personalis ut ipse non valeat Syncellum pro toto patriarchatu constituere. Can. 242 Donec Metropolitis iurium et officiorum exercitium in suis provinciis, ad normam can. 316, restituatur, ad Patriarcham spectat Metropolitarum iura exercere et officia implere.
Can. 238 3. - Innocentius III, const. ap. Quia divinae, III non. ian. 1215; Pius IX, const. ap. Cum ecclesiastica, 31 aug. 1869, 5, III; litt. ap. Reversurus, 12 iul. 1867, 17; S. C. de Prop. Fide (C. G.), 1 dec. 1837 ; 30 oct. 1894. - Syn. Armen., a. 1911, 225; Syn Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars III, cap. VI, 7, X X I I . Can. 239. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. III, cap. II, art. II, 11. De iuribus et obligationibus Patriarcharum. Eugenius IV (in Syn. Florentin.), const Laetentur caeli, 6 iul. 1439, 9; Leo X I I I , ep. Omnibus compertum est, 21 iul. 1900, n. I Can. 240. Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 6 ; Syn. Constantinopolitan. I, a. 381, can. 2. Syn. Armen., a. 1911, 182; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. III, cap. V I I , art. II, 5. 1. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 17 febr. 1772, n. 5. - Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. II. Can. 241. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 15 sept. 1777, n. 2. - Syn. Armen., a. 1911,188. Can. 242. Syn. pars III, cap. I V , 14. Armen., a. .1911, 184; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736,

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Can. 243 1. Leges, universalibus Ecclesiae legibus iisque etiam quas Sedes Apostolica pro patriarchatu constituit non contrarias, sive integrum patriarchatum ipsae respiciant sive aliquam ipsius partem, seu personarum coetum, Patriarcha, tantum in Synodo patriarchali de quo in can. 340, 1, ferre valet. 2. Legum in Synodo patriarchali latarum Patriarcha sedulo promulgationem curare debet, firmo can. 350, 1. 3. Legum Synodi patriarchalis, usque ad futuram Synodum, authentica interpretatio, Patriarchae, audita Synodo permanenti, competit. 4. I Iusta de causa Patriarcha a legibus Synodi patriarchalis, in casibus singularibus, etiam pro toto patriarchatu, dispensare valet. Si dispensatio casus singulares excedat, Patriarcha ipsam concedere non valet nisi gravi de causa et de consensu Synodi permanentis; 2 Denegatam ab Hierarcha loci dispensationem a lege Synodi patriarchalis Patriarcha ne concedat, nisi iusta de causa et audito eodem Hierarcha. Can. 244
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1. Summi Pontificis acta pro patriarchatu, pro Orientali vel pro universa Ecclesia data, nisi Sedes Apostolica directo providerit, Patriarcha, a Sacra Congregatione pro Ecclesia Orientali certior de re factus, Episcopis aliisve ad quos pertinet nota facere debet; atque eorumdem actorum, quoties fidelium interest ea cognoscere, publicam lectionem in ecclesiis praescribere. 2. Praescriptorum quae in his actis continentur quaeque patriarchatum ipsum afficiunt Patriarcha fidelem exsecutionem curet. Can. 245 1. Patriarcha proprio iure valet : I Edicta, mandata atque ordinationes generales, pro toto etiam patriarchatu, ferre, et legum applicationem definiendam earumque exsecutionem urgendam; 2 Instructiones ad clerum populumque dirigere ad sanam doctrinam exponendam, pietatem fovendam, abusus corrigendos et exercitia quae spirituale fidelium bonum foveant approbanda et commendanda;
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Can. 243 1. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 2, 13. 2. Syn. Armen., a. 1911, 234. 3. Syn. Armen., a. 1911, 234, 1006; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I V , cap. V I I , 8. Can. 244. S. C. de Prop. Fide instr (ad Patr. et Epp. Ritus Graeco-Melchit.), 29 maii 1789, n. 18. - Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I , I I . 1. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I , I I ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I, cap. I, 10. Can. 245. Gennadius CP., ep., ad Martyrium Ep. antiochenum. - Syn. Armen., a. 1911, 185; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I I , I V , 5 ) ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 5).

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3 Encyclicas litteras universo patriarchatu dare circa quaestiones ad propriam ecclesiam ac ritum pertinentes. 2. Patriarcha Episcopis, clero et religiosis iubere potest ut suae ordinationes, instructiones, litterae publice in ecclesiis, seu in ecclesiasticis ac religiosis domibus, legantur et exponantur. Can. 246 1. Salvo iure et officio singulorum Episcoporum, visitandi proprias eparchias, Patriarcha ius et officium habet, ordinaria visitatione, totum patriarchatum visitandi per se aut per alium, decimo quoque anno. 2. Gravi de causa Patriarcha valet etiam extraordinariam visitationem in aliqua ecclesia, civitate, eparchia peragere. 3. Tempore visitationis Patriarcha potest omnia quae in canonica visitatione Hierarchae competunt, peragere. Can. 247 Singulis annis, iis exceptis in quibus celebratur patriarchalis Synodus de qua in can. 340, 1, Patriarcha convocare ne omittat, ad habendas collationes, Episcopos aliosque Hierarchas locorum aut universi patriarchatus aut alicuius provinciae vel regionis, ita tamen ut, altero in casu, saltem intra quinquennium, nemo non sit convocatus. Can. 248 1. Patriarcha de consensu Synodi patriarchalis vel Episcoporum ad normam can. 224, 1, gravi ex causa, valet : I Provincias et Eparchias erigere, aliter circumscribere, unire, dividere, supprimere, earumve gradum hierarchicum immutare, sedemque episcopalem transferre, salva tamen Sedis Apostolicae confirmatione ; 2 Metropolitas vel Episcopos residentiales aut titulares ab una ad aliam eparchiam residentialem vel titularem transferre ;
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Can. 246. - Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 19. - Syn. Armen., a. 1911, 195, 200, 4; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I I , I V , 6); Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 2, 1 1 ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 17). 1. Benedictus X I V , const. Apostolica praedecessorum, 14 febr. 1742. 2. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 17 febr. 1772, n. 7. Can. 247. Syn. Armen., a. 1911, 235. Can. 248 1, I S. C. de Prop. Fide, decr. 20 iul. 1760 ; instr, (ad Patr. et Bpp. Ritus Graeco-Melchit.), 29 maii 1789, n. 7; 18 sept. 1843, dub. 2. - Syn. Sardicen., a. 343, can. 1 et 4; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 57,102, 121. - Syn. Armen., a. 1911, 189; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 21. 1, 2. Benedictus X I V , const. Apostolica praedecessorum, 14 febr. 1742. - Canones Apostolorum, 14; Syn. Antiochen., a. 341, can. 13. - Syn. Armen., a. 1911, 192; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 22; cap. V I , 2, 7; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 12).
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3 Episcoporum renuntiationes ipsi factas acceptare; 4 Episcopo residentia!! Coadiutorem vel Auxiliarem dare, servatis praescriptis can. 251-255, si designandus episcopali charactere non sit auctus. 2. Patriarcha de consensu Synodi permanentis potest exarchias erigere, earumdem fines immutare, supprimere. 3. De decisionibus Synodi circa negotia de quibus in 1, nn. 2-4, 2, Sedem Apostolicam Patriarcha quamprimum certiorem faciat. Can. 249 1. Ad eparchias vacantes quod attinet, Patriarchae competit : I Certiorem facere Sedem Apostolicam de sedis vacatione; 2 Eparchiae vacanti invigilare; 3 Ubi, ad normam can. 469, ius eligendi Administratorem ad collegium consultorum eparchialium spectat, supplere negligentiam eiusdem collegii; 4 Ubi, ad normam can. 469, ius nominandi Administratorem ad Patriarcham spectat, intra mensem utilem ab accepta vacationis notitia, nominare, auditis Episcopis in curia officium cum residentia habentibus, Administratorem eparchiae vacantis; elapso inutiliter mense, Administratoris nominatio ad Sedem Apostolicam devolvitur. 2. Administratoris, a Patriarcha ad normam 1, n. 4 nominati, remotio ab eodem Patriarcha, auditis Episcopis in curia officium cum residentia habentibus, ex iusta causa, fieri potest. 3. Patriarchae ius et officium est curandi ut sedi vacanti, quamprimum, nec ultra terminos iure communi statutos, dignus idoneusque pastor detur. Can. 250
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Sede vacante, Patriarcha curet ut patrimonium eparchiae et res defuncti Episcopi ad ecclesiam devolvendae, diligenter conserventur et fideliter administrentur; quae omnia futuro Episcopo post inthronizationem integre, debitaque forma tradi debent.
Can. 248 1. 3. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. IV, 36; cap. V I , 2. 7, 8; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 12); cap. IX, art. I I , 6. 1, 4". S. C. de Prop. Fide, 28 aug. 1643, n. 4. - Syn. Armen., a. 1911, 193; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. IV, 35; cap. V I , 2, 7. Can. 249 1. Syn. Armen., a. 1911, 298; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 8); cap. V I I I , art. I I I . 1, 4. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I I , I V , 3 ) ; cap. I I , art. I I I , 1. 3. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 25: Paulus V, litt. ap. Erga Maronitarum, 21 oct. 1619. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I , art. I V , De electione episcopi; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 17; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I V , De electione metropolitarum et episcoporum; cap. V, art. X I I I , 10, n. 4. Can. 250. Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I I I .

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Can. 251 Episcopi canonice eliguntur in Synodo ad normam canonum qui sequuntur, abrogatis privilegiis et consuetudinibus contrariis, firmo can. 255. Can. 252 1. Quod attinet ad Episcoporum nominationes : I Patriarcha informationes et documenta quae, ad normam iuris communis et particularium Apostolicae Sedis instructionum, necessaria seu opportuna sunt ut iuxta can. 394 candidatorum idoneitas rite comprobetur, colligat; 2 Patriarcha, laicorum exclusis intromissione et commendatione, si opportunum ducat, audiat sub secreto, singillatim adhibitisque debitis cautelis, parochos aliosve presbyteros vacantis eparchiae eosque interroget an aliquem candidatum idoneum proponendum habeant. 2. I Episcopos de quibus in can. 224, 1 convocet in Synodum pro Episcoporum electione, ipsique praesideat; in qua Synodo nemo iure potitur ferendi suffragium per epistulam vel per procuratorem; 2 Patres in Synodo congregati, quem prae ceteris dignum et idoneum coram Domino censeant, cui christiani gregis custodia committatur, libere eligant, firmo iure particulari quo ius nomina candidatorum proponendi Patriarchae reservetur;
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Can. 251. Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 4, 6; Syn. Ephesin., a. 431, can. 8; Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 25; Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 3; Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 22; S. Iulius, litt. Legi litteras, a. 341: At nunc ignoro; Innocentius I V , ep. Iustis petentium, 8 aug. 1243; Iulius I I I , const. ap. Cum nos nuper, 28 apr. 1553: Nec non... confirmare ; Benedictus X I V , const. Apostolica praedecessorum, 14 febr. 1742; alloc. Neminem vestrum, 12 maii 1754; Clemens X I I I , litt. ap. Libentissime occasionem, 1 aug. 1760; Pius V I I , litt. ap. Ubi primum, 3 iun. 1816, 3; breve (ad Patr. et Epp. Melchitas) Tristis quidem, 3 iun. 1816, 4 ; Gregorius X V I , 24 dec. 1831 ; Pius IX, litt. ap. Reversurus, 12 iul. 1867, 20, 21; alloc. Cum ex hac vita, 12 iul. 1867: Cum autem, const. Cum ecclesiastica, 31 aug. 1869, 5, V I ; ep. encycl. Quartus supra, 6 ian. 1878, 29-32; S. C. de Prop. Fide, decr. 20 iul. 1760, ad 7; instr, (ad Patr. et Epp. Ritus Graeco-Melchit.), 29 maii 1789, n. 7, 8. - Syn. Antiochen., a. 341, can. 16, 19, 23; Syn. Laodicen., a. 347/381, can. 12; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 53, 54, 81. - Syn. Mar Isaaci Armenorum, a. 410, can. 1, 20; Syn. Armen., a. 1911, 190, 239; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I , art. I V , De electione episcopi; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. IV, 15, 35; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I V , De electione metropolitarum et episcoporum. Can. 252. - Syn. Antiochen., a. 341, can. 19. - Syn. Armen., a. 1911, 239; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I , art. I V , De electione episcopi; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 15, 16, 3 5 ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. IV, De electione episcoporum et metropolitarum. 1. Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 10, n. 5. 1, I*. Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 2. 1, 2. Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 22; Pius IX, litt. encycl. Quartus supra, 6 ian. 1873, 24-27. - Syn. Antiochen., a. 341, can. 16; Syn. Sardicen., a. 343, can. 2, 5. 2. Syn. Armen., a. 1911, 240 2, 1. Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 4. - Syn. Antiochen.., a. 341, can. 16; Syn. Carthaginen., a. 419. can. 13.

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3 Ad validam electionem requiritur pars suffragiorum absolute maior, demptis suffragiis nullis ; 4 De suffragiis servandum est secretum etiam post electionem.

Can. 253 1. Firmo can. 254, 1, Patriarcha de peracta electione, ad electi confirmationem obtinendam ad normam can. 392, 2, ad Eomanum Pontificem illico referat. 2. Non licet electi nomen cuiquam manifestare, ne ipsi electo quidem, nisi postquam pervenerit authenticum nuntium concessae confirmationis. Can. 254 1. Quo expeditius eparchiis vacantibus provideatur, parari potest elenchus, a Sede Apostolica approbatus, presbyterorum ad episcopale officium idoneorum. Nullius nomen in elencho recenseri potest nisi, iudicio Patriarchae et Episcoporum in Synodo congregatorum, secreto scrutinio, per partem suffragiorum absolute maiorem, idoneus ad id officium repertus sit. 2. 1 Si legitime a Synodo electus ad certam eparchiam sive residentialem sive titularem sit ex recensitis in elencho, potest, peracta electione, illico ad ulteriora procedi, nisi interim nomen alicuius candidati ab elencho a Sede Apostolica expunctum fuerit; 2 De peracta electione Sedes Apostolica statim edoceatur. Can. 255 1. Quoties Synodus ad normam can. 251, congregari non potest, Patriarcha, obtenta Sedis Apostolicae licentia, suffragia Episcoporum per litteras exquirat ; quo in casu Patriarcha, ad validitatem actus, uti debet opera duorum Episcoporum scrutatorum, qui designandi sunt ad normam iuris particularis vel, eo deficiente, a Patriarcha de consensu Synodi permanentis. Scrutatores, praestito una cum Patriarcha iuramento ad normam can. 113, 1, de munere fideliter implendo, et de se-

Oan. 252 2, 3. Syn. Nicaen. I, 325, can. 6. - Syn. Armen., a. 1911, 241. Can. 253. Pius IX, const. Cum ecclesiastica, 31 aug. 1869, 5, n. V I . - Syn. Armen., a. 1911, 242; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I , art. I V , De electione episcopi; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I V , De electione metropolitarum et episcoporum. 1. Pius IX, alloc. Cum ex hac vita, 12 iul. 1867 : Cum autem . - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I , art. I V , 10. Can. 255. Syn. Armen., a. 1911, 240. 1. _ Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 4. - Syn. Antiochen., a. 341, can. 19; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 13, 53.

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creto servando, litteras Episcoporum aperiant, suffragia numerent et relationem scriptam de peracto scrutinio una cum Patriarcha subsignent. 2. Suffragia per litteras data secreta manere debent. Can. 256 1. Patriarchae competit : I Ius ordinandi Metropolitas, per se, vel, si impeditus fuerit, per alios Episcopos. 2 Metropolitae vel Episcopo litteras patriarchales provisionis canonicae de qua in can. 395, 1 conferre; 3 Per se vel per alium, electum Metropolitam post ordinationem episcopalem inthronizare, etsi hic per alium administrationem eparchiae canonice inivit. 2. Patriarcha, intra tres menses, electo ordinationem episcopalem conferre et litteras provisionis canonicae de qua in 1, n. 2 dare, debet, mentione facta in iisdem litteris, nominationis aut confirmationis a Romano Pontifice datae.
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Can. 257 Patriarcha, in Synodo electionum ad normam can. 251, potest curare, dummodo congruae eorum sustentationi provisum sit, ut nominentur aliqui Episcopi titulares, non tamen ultra tres, quibus officium cum residentia in curia conferat, eosque, nisi agatur de electo de quo in can. 254, 2, obtenta Sedis Apostolicae confirmatione, ordinare. Can. 258 Patriarchae competit : 1 Praeter casus de quibus in can. 403, 2, Hierarchis loci sibi subiectis, ratione habita gravitatis causae, absentiam ab eparchia permittere ;
Can. 256. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I , art. IV, De electione episcopi; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I V , De electione metropolitarum et episcoporum. I . Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 17; S. Innocentius I, litt. Et onus et honor, a. c. 415. - Syn. Sisen. Armenorum, a. 1342; Syn. Armen., a. 1911, 183, 2, 190, 244; Syn. Alexandrin. Coptorum, 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I I , I V , 2); cap. I I , art. IV, 11; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I I , cap. I V , 15, 17; cap. V I , 2, 6; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 10 n. 6; cap. V I I , art. I I I , 6, 7). 2. Iulius I I I , const. ap. Cum nos nuper, 28 apr. 1553 : Nec non ; Tradere et assignare... ; Leo X I I I , litt. ap. Ese officio supremi, 1 oct. 1894. - Syn. Armen., a. 1911, 242.
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Can. 257. S. C.^ de Prop. Fide, instr, (ad Patr. et Epp. Ritus Graeco-Melchit.), 29 maii 1789, n. 7. - Syn. Armen., a. 1911, 191; Syn. Bekorkien. Maronitarum, a. 1790, s. I; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 20; cap. V I , 6; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 10 n. 5 ; cap. X. Can. 258. I . Syn. Carthaginen., a. 419, can. 26. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I I , I V , 7); cap. I I I , art. I I , 5; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 14; pars I I I , cap. I V , 36;Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. I I , 2
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2 Devolutivo iure negligentiam Metropolitarum, ad normam canonum, supplere; 3 Vacante sede metropolitana, Metropolitae iura exercere et officia implere in universa provincia. Can. 259 1. Patriarcha omnes Episcopos sibi subiectos, ea qua par est reverentia prosequatur et fraterna caritate complectatur; Episcopi vero omnes, Patriarchae tamquam legitimo Superiori honorem et obsequium exhibeant, debitamque obtemperationem praestent. 2. Si qua inter ipsos oriatur controversia, eam iudicio Patriarchae subiiciant, incolumi iure eam quolibet tempore seu statu controversiae ad Sedem Apostolicam deferendi. 3. In negotiis extraordinariis vel peculiarem difficultatem praeseferentibus, tum Episcopi sententiam exquirere Patriarchae, tum Patriarcha Episcopos audire, ne omittant. 4. I Negotia quae plures eparchias respiciunt et civilem Auctoritatem tangunt Patriarcha ad se avocare potest ; statuere autem de iisdem non valet nisi auditis locorum Hierarchis quorum res interest et de consensu Synodi permanentis; 2 Quod si res urgeat nec suppetat tempus ad coadunandos Episcopos Synodi permanentis sodales, horum vices in casu gerunt Episcopi in curia patriarchali officium cum residentia habentes.
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Can. 260 1. Patriarchae ius est et officium : I Clericis universi patriarchatus vigilandi. Si quis poenam mereri videatur, Hierarcham eius moneat; et, monitione incassum facta, in clericum ipse ad normam iuris animadvertat; 2 Si ita ferat ius particulare : a) Presbyteros proprios in eparchiam patriarchatus, in qua presbyteri deficiant, mittendi de consensu Hierarchae eparchiae, et clerico cuilibet committendi munus expediendi neo

Can. 259, 1. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 30; Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 17; Leo X I I I , ep. Omnibus compertum est, 21 iul. 1900, n. I, I I . - Syn. Cartaginen., a. 419, can. 123. - Syn. Armen., a. 1911, 198, 236. 2. - Leo X I I I , ep. Omnibus compertum est, 21 iul. 1900, n. I I . - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 2, 9. 3. S. C. de Prop. Fide, instr, (ad Patr. et Epp. Ritus Graeco-Melchit.), 29 maii 1789, n. 9. - Canones Apostolorum, 34; Syn. Antiochen., a. 341, can. 9, 11. Syn. Armen., a. 1911, 184, 200, 2 ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 2, 9; 2, 22; 3; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 11). Can. 260 1, 1. Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 14). 1, 2 litt. a. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 17 febr. 1772, n. 1-2; instr, (ad Deleg. Ap. apud Maronit.), 28 iun. 1788; (C. G.), 24 sept. 1816. - Syn. Armen., a. 1911, 197; Syn. Bekorkien. Maronitarum, a. 1790, s. 12; Syn. Sciarfen. Syrorum, n. 1888, cap. V, art. X I I I , 3, n. 1, V I I .

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gotia ecclesiastica vel saecularia patriarchatus, de consensu sui Hierarchae. Quamdiu munus perduraverit, potest Patriarcha hunc clericum etiam a proprii Hierarchae iurisdictione eximere, sibique immediate subiicere ; b) Indultum de quo in can. 80, 2, dare ; c) Clericum ad statum laicalem, ad normam can. 156, 2, n. 2 reductum, inter clericos, de consensu Synodi permanentis, denuo admittere ; d) Hierarcham pro sui ritus fidelibus extra patriarchatum commorantibus designare, dummodo eorundem fidelium cura, iure particulari, Patriarchae commissa sit et Sedis Apostolicae consensum obtinuerit ; e) Iusiurandum obedientiae erga Patriarcham a candidato de quo in can. 395, 2, emittendum recipere; /) Facultatem de qua in can. 494, 3, audita Synodo permanenti, exercere ; 3 Clericum alicui patriarchatus eparchiae adscriptum, audito ipsius Hierarcha, praelatitio titulo augere. 2. Recursus de quo in can. 134, 3, 494, 5, 547, 1, interponi debet, firmo praescripto can. 145, ad Patriarcham. 3. Licentiam de qua in can. 85, 2 concedere est Patriarchae; itemque indultum de quo in can. 490, 1, de consensu tamen Synodi permanentis. 4. Praescripta de militum cappellanis ferre. Can. 261 1. Patriarcha, ad communitates fidelium sui ritus, extra territorium patriarchale commorantium, obtento Sedis Apostolicae consensu, mittere potest presbyterum idoneum qui curam eorum suscipiat, si in eosdem fideles ei potestas competat ad normam can. 216, 2, n. 2. 2. I Hic presbyter, antequam munus ineat, Hierarchae loci se sistat, eique litteras quibus designatur ostendat ut opportunas facultates ab eo recipiat; 2 Sine gravi causa, Hierarcha loci facultates huic presbytero ne recuset ; secus, de recusatione eiusque causis Sedem Apostolicam doceat ; 3 Idem presbyter, in exercitio sui ministerii, Hierarchae loci ad normam iuris subditur; 4 In officio exercendo fideliter adhaereat normis in decreto nominationis vel a Sede Apostolica datis; vitam christianam fidelium sibi commissorum pro viribus promoveat et praescripta sui ritus accurate servet ;
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Can. 260 1, 2 litt. b. Vide fontes ad can. 80 2. litt. c. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. V I , 5. litt. e. Syn. Armen., a. 1911, 245; Syn. Sciarfen. Syronrum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 3 n. 1, I I . 3. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , n. 14. Can. 261. Innocentius I I I (in Syn. Lateranen. I V ) , a. 1215, cap. I X : Quoniam m plerisque; S. C. pro Eccl. Orient., decr. 23 dec. 1929. 2. S. C. pro Eccl. Orient., instr. 26 sept. 1932, n. 2-6.

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5 In fine cuiusque anni, a die decreti nominationis supputandi, idem presbyter relationem scriptam de statu personali et religioso suorum fidelium et de sacro ministerio expleto mittere debet tum ad Sacram Congregationem pro Ecclesia Orientali, sive directe sive per Legatum Romani Pontificis, tum ad Patriarcham. 3. I Presbyter de quo in 1 certae eparchiae adscriptus recidit sub iurisdictionem proprii Hierarchae simul atque in proprium patriarchatum redierit ; interim vero a potestate Hierarchae proprii orientalis eximitur et Patriarchae subditur ; 2 Revocari potest a Patriarcha certiore facta Sede Apostolica; attamen alium in locum, extra patriarchatus, transferri non potest, nisi de consensu Sedis Apostolicae.
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Can. 262 1. T Patriarchae est, obtento consensu Sedis Apostolicae, idoneum sacerdotem saecularem vel religiosum, quoties opportunum ei videatur, ad fidelium communitates extra territorium patriarchale commorantium, si in eosdem fideles ei, ad normam can. 216, 2, n. 2, potestas competat, mittere, qui eosdem paterne visitet et de omnibus ad Sacram Congregationem pro Ecclesia Orientali et ad ipsum referat; 2 Visitator antequam munus ineat, Hierarcham loci adeat, eiqufe suae nominationis litteras exhibeat. 2. Visitatio canonica eorumdem fidelium, firmo iure et officio Hierarchae loci, uni Sedi Apostolicae competit. Can. 263 1. Patriarcha valet, gravi de causa atque de consensu Synodi permanentis, locum vel institutum ecclesiasticum ad opera religionis vel caritatis sive spiritualis sive temporalis destinatum, in actu fundationis, a iurisdictione Hierarchae loci eximere sibique reservare, firmo iuris praescripto de non donanda stauropegii privilegio domo Ordinis vel Congregationis. 2. Personae quaevis quae ad locum vel institutum stauropegiacum non pertineant, tempore quo eidem loco vel instituto sunt addictae, a iurisdictione Hierarchae loci eximuntur et uni Patriarchae subiiciuntur in iis omnibus quae ad suum munus seu officium aut loci vel instituti disciplinam spectant. 3. In institutis stauropegiacis ad unum Patriarcham spectant iura et officia Hierarchae loci circa bonorum Ecclesiae temporalium administrationem et circa contractus.
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Can. 261 2, 5. S. C. pro Eccl. Orient., decr. 16 nov. 1938. Cfr. Pius X I I , litt. apost. Postquam Apostolicis Litteris, Motu Proprio datae, 9 febr. 1952, can. 164, 2, 1. Ib., can. 261, 266-269, 272-277, 279-281, 283-292.
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- ACTA,

vol. XXIV. n. 9 - 15-8-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

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Can. 264 Patriarchae est dies festos de praecepto, abstinentias et ieiunia, in casibus extraordinariis et ad actum, indicere gravi de causa atque audita Synodo permanenti. Can. 265 Patriarchae competit : I Ab omnibus impedimentis quae obstant receptioni sacrae ordinationis et irregularitatibus sive ex delicto sive ex defectu ortis dispensare, incolumi iure Congregationis Sancti Officii; 2 Ab abstinentiae et ieiunii legibus, ad singulos tantum annos, sive in aliqua patriarchatus parte sive in toto patriarchatu, iusta de causa, dispensare; 3 A censuris et poenis vindicativis, a iure latis, exclusis casibus ad forum iudiciale deductis, in foro cum interno tum externo, absolvere seu dispensare, illis exceptis quae Sedi Apostolicae reservatae sunt et quae adnexae sunt revelationi secreti Sancti Officii; 4 Dummodo ne adnexae sint delicto cuius censura Sedi Apostolicae reservatur, ab infamia iuris et a poenis inhabilitatis vel privationis vocis activae et passivae dispensare, obtento, si vox activa vel passiva Episcopo restituenda sit, consensu Synodi permanentis.
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Can. 266 Patriarchae reservatur collatio beneficii invalide ob vitium simoniae ab Hierarcha loci sibi subiecto collati.

Can. 267 Patriarcha potitur facultate concedendi sanationem in radice si validitati matrimonii obstat tantum defectus formae celebrationis vel impedimentum a quo ipse dispensare potest.
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Can. 264. S. C. de Prop. Fide (O. P.), 18 sept. 1781, dub. 15. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 3 0 ; cap. V I , 2, 21. Can. -265. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. IV, 30. 1. Syn. Armen., a. 1911, 537; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 3, 4, I I I ; sect. I I I , cap. I, art. I I I , I V , 13); Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap V I , 1 1 ; cap. X I V , 19, 3 3 ; pars I I I , cap. V I , 2, 1 8 ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I V , 1 n. 3-5 ; cap. V I I , art. I I I , 6, 15). 2o. S. C. de Prop. Fide, litt. 7 maii 1746. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I , art. I I , 10. 3. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 17 febr. 1772, n. 3. - Syn. Armen., a. 1911, 186; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. V I I , art. V I , I I I . Cfr. Pius X I I , litt. apost. Crebrae allatae sunt, Motu Proprio datae, 22 febr. 1949, can. 130, 2.
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Can. 268 Patriarcha acta, ad normam iuris nulla quia ab actuario non subscripta aut non intervenientibus promotore iustitiae vel vinculi defensore confecta, sanare potest dummodo ipsa facile iterum confici nequeant, consentientibus tamen partibus atque favente promotore iustitiae, itemque, in causis in quibus eius praesentia requiritur, vinculi defensore. Can. 269 1. Patriarcha potest: I Legata, haereditates, donationes, subsidia, sive a propriis subditis sive ab extraneis, pro patriarchatu recipere, iuxta pias benefactorum voluntates et normas canonicas collocanda vel in necessitate occurrendi impendenda; 2 Ab Hierarchis locorum sui patriarchatus, sicubi usus vigeat, moderatum canonicum, et, firmis iuris praescriptis de imponendo beneficiariis vectigali, aut alio tributo beneficiis aliisque institutis ecclesiasticis, a fidelibus et a personis moralibus consuetas decimas, oblationes, collectas, exigere. 2. Determinare quae decimae, oblationes, vel collectae ad nor mam 1, n. 2 Patriarchae solvi seu offerri debeant competit Synodo patriarchali.
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Can. 270 Patriarcha valet confessarios et praedicatores pro universo patriarchatu approbare, quibus tamen omnibus ministerium exercere non licet nisi de consensu Hierarchae.

Can. 269 1. Benedictus X I V , const. Apostolica praedecessorum, 14 febr. 1742, 10. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 17S6, pars I I I , cap. I V , 18. 1, 2. Benedictus X I V , const. Apostolica praedecessorum, 14 febr. 1742, 7 ; Pius V I , litt. ap. Maximum nobis, 28 sept. 1784, n. 3 ad I V ; S. O. de Prop. Fide, 8 iul. 1774 et 22 mart. 1777. - Syn. Sisen. Armenorum, a. 1246, can. 21; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I I , I V , 14) ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 34, I I I , IV; cap. V I , 2, 19; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 18. 2. Benedictus X I V , const. Apostolica praedecessorum, 14 febr. 1742, 10. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 18. Can. 270. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 17 febr. 1772, n. 6. - Syn. Armen., a. 1911, 196; Syn. Iosephi Patriarchae, 3 nov. 1596, can. I V ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. I V , 6. Cfr. Pius X I I , litt. apost. Sollicitudinem Nostram, Motu Proprio datae, 6 ian. 1950, can. 56, 63. Cfr. Pius X I I , litt. apost. Postquam Apostolicis Litteris, Motu Proprio datae, 9 febr. 1952, can. 243, 244.
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

Can. 271 1. Statuta personalia iis in regionibus in quibus vigent servari debent non solum in iis in quibus cum iure canonico, etiam particulari, conveniunt, sed etiam in ceteris, dummodo ea de re desit proprium iuris canonici praescriptum et Statuta personalia iuri divino vel canonico non sint contraria. 2. Si plures Patriarchae eodem in loco potestate in Statutis personalibus concessa utantur, expedit ut de gravioris momenti negotiis collatis consiliis statuant. 3. Patriarcha potestatem civilis magistratus, probata consuetudine ita ferente, exercere valet. Can. 272 Patriarcha commemorari debet in divinis officiis, post Romanum Pontificem, ab omnibus Episcopis, a ceteris Hierarchis et, iure particulari ita ferente, a clericis. Can. 273 Patriarcha obligatione tenetur : I Romano Pontifici, b. Petri Successori et Christi in terris Vicario, plenam obedientiam, fidelem subiectionem ac filialem venerationem profitendi, atque fidelitatis iusiurandum renovandi cum celebratur Synodus patriarchalis et quoties fidei professio iure praecipitur ; 2 Intra annum a sua electione, ad Urbem, beatorum Apostolorum Petri et Pauli sepulcra veneraturus, accedendi, et Summo Pontifici se sistendi. Can. 274
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Commemorationem Romani Pontificis, in divina Liturgia ceterisque divinis officiis, iuxta liturgicas leges, Patriarcha facere debet et curare ut ipsa a Metropolitis, Episcopis, ceteris Hierarchis et clericis patriarchatus fideliter fiat.
Can. 271. Syn. Armen., a. 1911, tit. IX, cap. I I I , De Testamentis deque Funda tionibus et Legatis piis. 1. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. V I , tit. I, 4; tit. I V , art. I, 1, c); tit. V, art. X I , 2-6; cap. V I I I , art. V I , 14; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V, 8. Can. 272. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 10 ; Benedictus X I V , ep. encycl. Ex quo, 1 mart. 1756, 9, 18-23; S. O. de Prop. Fide, instr. 31 iul. 1902, n. 13, e). Syn. Armen., a. 1911, 638, b); Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I I , I V , 1) ; S. Theodorus Studita, Ep. I, 25, 28; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 2, 17; 3; pars. I V , cap. I I , 8; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 2). Can. 273. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I I , cap. V I , 7, X X I I . 1. Innocentius I I I , litt. Multae nobis, 13 nov. 1199: Gaudemus autem; litt. Apostolicae sedis, 12 nov. 1199 : Gaudemus autem . Can. 274. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 3.

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Can. 275 1. Patriarcha obligatione tenetur, singulis quinquenniis, relationem super statu, patriarchatus iuxta probatam formulam Summo Pontifici faciendi. 2. I Eo anno quo relationem exhibere debet, ad Urbem accedat ut visitationem, de qua in can. 273, n. 2, peragat; 2 Si Patriarcha visitationem per se ipsum peragere non valeat, eam ad normam can. 408 peragat per Auxiliarem Episcopum, si forte habeat, vel per presbyterum in dignitate constitutum specialiter delegatum et in patriarchatu habitualiter residentem.
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Can. 276 Patriarcha residere debet in sede patriarchali, a qua abesse non potest nisi canonica ex causa. Can. 277 Patriarcha divinam Liturgiam pro populo totius patriarchatus, in sollemnitatibus Nativitatis, Epiphaniae D. N. I. C, Paschatis, Pentecostes et Assumptionis B. M. V. applicare ne omittat, firmo praescripto can. 404. Si his sollemnitatibus, ad normam citati can. 404, pro eparchiae suae populo applicare debeat, Patriarcha, divinam Liturgiam pro totius patriarchatus populo applicans, obligationi qua adstringitur erga propriam eparchiam quoque satisfacit. Can. 278 1. Episcoporum officia de quibus in can. 400, tenent Patriarcham pro universo patriarchatu, firmo singulorum Episcoporum officio. 2. Patriarcha diligenter vigilet ut Episcopi ceterique locorum Hierarchae pastorali muneri fideliter satisfaciant et in suis eparchiis resideant. Ipsorum zelum excitet; si in aliquo offendermi, eos monere ne omittat et, si monitiones optatum effectum non sortiantur, ad normam iuris procedat.
Can. 275. Clemens X I , litt. ap. Singularis argumentum, 21 maii 1712. - Syn. Armen., a. 1911, 152, 200, 1; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I , I I I ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 9; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. II, I I I . 2. Gregorius X I I , const. ap. Romani Pontificis, X I V kal. oct. 1579, in fine; Pius IX, const. ap. Cum ecclesiastica. 31 aug. 1869, 5. V. Can. 276. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 19. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 14. Can. 278. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 16. - Syn. Armen., a. 1911, 195 ; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I I , I V , 4 ) ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 2, 11; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 9 ) ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 10), 12), 14).

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

Can. 279 1. Quod attinet ad orationes et pietatis exercitia, Patriarcha fruitur in universo patriarchatu potestate qua gaudent Hierarchae loci, audita Synodo permanenti si res gravis momenti sit. 2. Patriarchae competit librorum liturgicorum editionis recognitio, ipseque respondere debet de fidelitate et integritate textus deque eius congruentia cum textu approbato ; atque, congruentia probata, in vulgus edendi licentiam concedere valet. Prima autem textuum liturgicorum approbatio Sedi Apostolicae reservatur.

Can. 280 1. Patriarcha diligenter invigilare debet administrationi bonorum ecclesiasticorum in toto patriarchatu. 2. Metropolitam qui oeconomum ad normam can. 429, 2, 438, non constituerit Patriarcha moneat; monitione incassum facta, oeconomum ad normam can. 258, n. 2, ipse Patriarcha nominet.

Can. 281 Patriarcha, impetrato consensu Sedis Apostolicae, conventiones, non tamen contrarias iuri communi vel legi a Sede Apostolica pro peculiari illo ritu datae, cum Auctoritate civili, obtento consensu Synodi permanentis, inire potest. Easdem autem conventiones Patriarcha ad effectum ducere non potest nisi obtenta Sedis Apostolicae approbatione.

Can. 282 Patriarcha in propria eparchia, itemque in iis locis patriarchatus ubi nec eparchiae nec exarchiae patriarchales erectae sunt, servare debet praescriptum canonum de potestate, iuribus et obligationibus Episcoporum residentialium.

Can. 279, 1. Syn. Armen., a. 1911, tit. VIT, cap. V, De variis pietatis exercitiis. 2. Syn. Sergii Patriarchae. 18 sept. 1596, can. 8. Can. 280 2. Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 87. Can. 282. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 5.

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ARTICULUS I I I De privilegiis Patriarcharum Can. 283 Praeter alia privilegia iure communi a Romano Pontifice concessa seu agnita, omnes Patriarchae, peracta ad normam can. 235 inthronizatione, facultatibus ac privilegiis gaudent : I Audiendi ubique terrarum confessiones ritus orientalis fidelium, etiam religiosorum utriusque sexus, et absolvendi ab omnibus peccatis et censuris etiam reservatis, non autem ab iis quae in can. 185, 1, n. 1 excipiuntur; 2 Verbum Dei ubique praedicandi; 3 Benedicendi ubique, solo crucis signo, cum omnibus indulgentiis quae a Sede Apostolica concedi solent, cruces, coronas precatorias numismata, statuas, scapularia ab Apostolica Sede probata eaque imponendi sine onere inscriptionis; 4 Concedendi indulgentiam trecentorum dierum etiam toties quoties lucranda, in singulis locis sui patriarchatus, etsi exemptis, in ecclesiis sui ritus extra terminos patriarchatus, et ubique pro fidelibus sui ritus; 5 Declarandi in qualibet ecclesia sui ritus, etiam extra patriarchatum, unum ex altaribus privilegiatum perpetuum quotidianum; 6 Utendi, ad normam legum liturgicarum, baculo pastorali et pallio in toto patriarchatu, haud exceptis locis a sua iurisdictione exemptis ; baculo tantum pastorali, etiam extra patriarchatus, sed in ecclesiis sui ritus : 7 Peragendi, in ecclesiis sui ritus etiam extra regionem seu territorium orientale pontificalia, adhibito quoque baculo, praemonito tamen loci Hierarcha si ecclesia sit cathedralis; 8 Adhibendi, in suis litteris, si ita legitimus usus ferat, peculiarem formulam benedictionis, etiam apostolicae, exclusis formulis Curiae Romanae propriis; 9 Utendi insignibus et ornamentis suae dignitatis etiam extra regionem vel territorium orientale;
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De privilegiis Patriarcharum. Eugenius IV (in Syn. Florentin.), const. Laetentur caeli, 6 iul. 1439, 9; Pius V I I , litt. ap. Simul ac spectabilium, 8 iul. 1815; Leo X I I I , ep. ap. Praeclara, 20 iun. 1894, n. 7 ; ep. Omnibus compertum est, 21 iul. 1900, n. I. Can. 283. Syn. Armen., a. 1911, 183; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I . 2. 5. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 7 iun. 1790. - Syn. Armen., a. 1911, 187; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. V I I , 3. 8. Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 27. - Syn. Armen., a. 1911, 643, h) ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 7, X X I I I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. V I I I , 8. 9. Syn. Armen., a. 1911, tit. I V , cap. V, 643 h); Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 4).

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10 Beatitudinis tituli; 11 Praecedenti, etiam extra regionem vel territorium orientale, omnibus Primatibus, Archiepiscopis ceterisque Metropolitis, Episcopis cuiusvis ritus orientalis, licet hi omnes sint in suo cuiusque territorio ; 12 Assistendi a latere Romani Pontificis in Cappellis aliisque caeremoniis pontificiis, servato praecedentiae ordine; 13 Nominandi procuratores seu delegatos qui eius personam sustineant eiusve nomine agant in negotiis patriarchatus gerendis, firmo can. 260, 1, n. 2. Can. 284 Patriarcha in universo patriarchatu, servatis servandis, et firmo onere inscriptionis ad normam canonum, potest : I Sacramenta baptismi et chrismatis administrare; 2 Matrimonii sive promissioni sive celebrationi assistere seu benedicere.
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Can. 285 1. Patriarchis, si iure particulari ipsis tribuantur, sequentia insuper privilegia et facultates competunt : r Committendi presbytero, in dignitate constituto, ecclesiarum altariumve benedictionem, minorum ordinum collationem, calicum, patenarum, tabularum consecrationem; 2 Monachos cuiuscumque monasterii, quod non sit iuris pontificii, sive ad primum ordinem sive ab uno ordine ad alios, etiam presbyteratum, auditis Superioribus, evehendi, necessitate urgente; 3 Utendi supercamelaucio albo. 2. Unius Patriarchae, si iure particulari ei reservetur, est chrisma conficere, Hierarchis patriarchatus gratis distribuendm.

Can. 283, 10* Syn. Armen., a. 1911, tit. IV, cap. V, 643 h). 11. Syn. Armen., 1911, tit. IV, cap. V, 643 h) ; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6, 3, I V ; sect. I I I , cap. I, art. I I I , I I I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. V I I I , 5). 12. S. C. Caeremonialis, 3 iun. 1S93. Can. 285. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 2, 22. 1.1. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736. pars I I I , cap. I I , 2, I I I ; cap. I I I , 4 . 1 . 1, 2. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 10; pars I V , cap. I I , 8.. 2. Innocentius I V , ep. Sub catholicae, 6 mart. 1254, 3, n. 5 ; Benedictus X I V , const. Apostolica praedecessorum, 14 febr. 1742; litt. ap. Quoniam, ven. Fratres, 6 mart. 1754, 2; S. C. de Prop. Fide (C. G.), 8 iul. 1774, n. 2. - Syn. Carthaginen., a. 419, can. 6. Syn. Duinen. Armenorum, a. 719, can. 9; Syn. Partaven. Armenorum, a. 771, can. 5; Syn. Armen., a. 1911, 183, 3, 395, 404; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. I I I , X I I - X I V ; sect. I I I , cap. I, art. I I I , IV, 11); Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. I I , 12; cap. I I I , 3; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I I I , I I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. I I I , 4, V - V I ; cap. V I I , art. I I I , 6, 6).

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ARTICULUS IV De curia patriarchali Can. 286 1. Patriarcha, ad regimen totius patriarchatus, instruere et convenienter instructam conservare debet curiam patriarchalem, distinctam a curia eparchiae Patriarchae propriae. Officia utriusque curiae, quatenus fieri possit, in iisdem personis ne cumulentur. 2. Ad curiam patriarchalem pertinent illi omnes qui Patriarchae in regimine totius partiarchatus opem ferunt, quique ex toto patriarchatu et ex utroque clero seligi possunt. 3. Curia patriarchalis sit penes sedem patriarchalem. Can. 287 1. Curia patriarchalis constat : Synodo permanenti vel Consilio ad normam can. 288, 296, tribunali patriarchali, Officio administrationis patriarchalis bonorum temporalium, cancellaria patriarchali et consultoribus patriarchalibus. 2. Praeter personas quae ad normam iuris communis et particularis ad praedicta Officia et Consilia constituenda requiruntur, curiae patriarchali accenseri debent Episcopi in curia officium cum residentia habentes. 3. In illis rebus in quibus ius commune vel particulare de curia patriarchali non cavet, norma, nisi rei natura obstet, sumatur ex iis quae regunt curiam eparchialem. Can. 288 Patriarchae habere debent Synodum permanenter constitutam quae eos iuvet in maioris momenti negotiis expediendis quaestionibusque definiendis quae patriarchatum respiciunt. Can. 289 1. Synodus permanens constat Patriarcha praeside et quatuor Episcopis ad quinquennium nominatis. 2. Horum Episcoporum duo ex residentialibus esse debent, designati ex ordine, ratione antiquioris episcopalis ordinationis.
De curia patriarchali. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V I , 6 Can. 288. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 26; S. C. de Prop. Fide, 25 ian. 1830, dub. 10. - Syn. Libanen: Maronitarum, a. 1736, pars IV, cap. V I I , 8. Can. 289 1. S. C. de Prop. Fide, 1 mart. 1869, dub. 2. 2. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 26; Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 11; S. C. de Prop. Fide, 1 mart. 1869, dub. 2. - Theophilus Alexandrin., can. 10.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

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3. I Ceterorum Episcoporum alter a Patriarcha libere nominatur; alter ab Episcopis Patriarchae subiectis ad normam canonum eligitur. Hi Episcopi, exacto quinquennio, ad idem officium iterum assumi possunt ; 2 Eodem tempore ac modo, designetur Episcopus qui sodalem Synodi permanentis, a Patriarcha nominatum vel ab Episcopis electum, impeditum substituat. 4. Synodi permanentis sodales esse non possunt ii de quibus in can. 109, 1. Can. 290 1. Si Patriarcha impediatur quominus Synodo permanenti intersit, Synodi sessionibus praeest, firmo iure particulari, antiquior episcopali ordinatione inter Episcopos Synodi sodales, redintegrato quinario numero per Episcopum substitutum a Patriarcha ad normam can. 289, 3, n. 2, designatum. 2. I Quoties Episcopus Synodi permanentis sodalis impeditur quominus sessionibus Synodi intersit, substituitur, si sit ex duobus Episcopis de quibus in can. 289, 2, Episcopus immediate ex ordine sequens ; si sit ex ceteris duobus, substituitur Episcopus de quo in can. 289, 3, n. 2 ; 2 Si cum Episcopus, Synodi sodalis, a Patriarcha vel ab Episcopis electus, tum eius substitutus impediantur quominus interesse possint Synodi sessioni, et urgeat negotii definitio, idem Episcopus suffragium mittat ad Patriarcham per litteras, aperiendas in Synodi sessione. 3. Quoties Synodus permanens definire debet negotium quod personam alicuius Episcopi Synodi sodalis vel eius eparchiam tangat, hic quidem audiendus est, sed in Synodo ei substituatur alius Episcopus ad normam 2. Can. 291
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1. Munus secretarii Synodi permanentis gerit unus ex Episcopis synodalibus ab eadem Synodo designatus ; acta autem sessionum praeses et omnes Synodi sodales subscribere debent. 2. Patriarchae est presbyterum qui archivii Synodi permanentis curam suscipiat eligere, eumque a munere amovere. Can. 292 Synodus permanens negotia decidit per suffragia quae debent esse secreta. Can. 293 A decretis Synodi permanentis, extra ordinem iudiciarium datis, circa ea quae eidem iure reservantur datur recursus cum effectu devolutivo ad Sedem Apostolicam.
Can. 289 3. S. O. de Prop. Fide, 1 mart. 1869, dub. 2.

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Can. 294 Si quod negotium, ad Synodi permanentis competentiam pertinens, definiendum sit dum celebratur patriarchalis Synodus vel habetur Synodus electionum, negotii decisio Synodo permanenti reservatur. Can. 295 Synodus permanens convocari debet ter in anno, statis temporibus, et quoties expedienda sunt negotia ad quae peragenda ius requirit consensum vel consilium Synodi. Can. 296 Ubi, ob aliquam gravem causam, Synodus permanens constitui non possit, causa perdurante, constituatur, Sede Apostolica praemonita, Consilium patriarchale quod Synodi permanentis vices in omnibus suppleat. Can. 297 1. Consilium patriarchale constat : 1 Ex Episcopo residentiali, ordinatione episcopali antiquiore inter Episcopos a Patriarcha dependentes; 2 Ex Episcopo ad normam canonum ab Episcopis residentialibus electo. 2. Exacto quinquennio, pro Episcopo ratione antiquioris ordinationis episcopalis designato substituitur Episcopus residentialis ex ordine immediate sequens; Episcopus autem electus ab Episcopis residentialibus, ab iisdem ad idem officium iterum assumi potest. Can. 298 1. In curia patriarchali constitui debet ad normam iuris tribunal patriarchale, a tribunali eparchiae Patriarchae propriae distinctum. 2. Tribunal patriarchale proprios iudices, promotorem iustitiae et vinculi defensorem habeat, atque instructum sit auditoribus, notariis, aliisque necessariis ministris. 3. Iudicibus, auditoribus atque promotore iustitiae exceptis, ceteri in 2 recensiti iidem esse possunt in tribunali patriarchali et eparchiali. Can. 299 1. Pro administratione bonorum patriarchatus, in curia patriarchali speciale Officium, ab illo Officio distinctum quod administrationem bonorum eparchiae Patriarchae propriae curat, constituendum est, constans oeconomo, ratiocinatore et aliis necessariis ministris. 2. I Oeconomus patriarchalis Officio administrationis immediate praeest et bona patriarchatus ad normam canonum administrat;
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2 Oeconomi patriarchalis munus clerico fideli, diligenti, probatae vitae atque in administrandis bonis temporalibus experto committatur; iis autem qui cum Patriarcha consanguinitate vel affinitate usque ad quartum gradum inclusive coniuncti sint valide conferri non potest ; 3 Idem de consensu Synodi permanentis nominatur et amovetur a Patriarcha, a quo pendet in munere exercendo ; 4 Munus oeconomi patriarchalis cumulari potest, de consensu Synodi permanentis, cum munere oeconomi eparchiae Patriarchae propriae. 3. Oeconomus patriarchalis rationem administrationis Synodo permanenti quotannis et quoties ab ipso petitur in scriptis reddere debet; Synodus autem per duos saltem synodales Episcopos, rationes ab oeconomo exhibitas examinat, aream recognoscit, convenientes inspectiones bonorum, documentorum, nominum, inopinato etiam, exsequitur seu exsequendas iubet, et diligenter conservationi, tutelae, incremento patrimonii patriarchalis providet. Can. 300 i. In curia patriarchali constituatur a Patriarcha, audita Synodo permanenti, cancellarius patriarchalis, qui sit presbyter omni exceptione maior. 2. Cancellarius patriarchalis cancellariae et archivo patriarchatus praeest, atque ex munere primus patriarchatus notarius constituitur. 3. Patriarcha cancellarii adiutorem vicesque gerentem nominare potest, qui ipse quoque notarii officio fungitur. Can. 301 1. Ad normam can. 140 Patriarcha, praeter cancellarium eiusque vices gerentem, alios notarios pro toto patriarchatu constituere valet, 2. Notariis patriarchalibus applicentur canones 440, 441. Can. 302 Constituendum est a Patriarcha consilium seu ut aiunt commissio de re liturgica, ad recognoscendos et imprimendos libros liturgicos, ad normam can. 279, 2, et ad ea pertractanda quae Liturgiam spectant. Can. 303 Patriarcha, audita Synodo permanenti, aliquos theologos ac iurisperitos nominare potest consultores patriarchales ex sacerdotibus utriusque cleri, doctrina et prudentia insignes, qui operam suam praestent ad enodandam quaestiones difficiliores iis committendas.
Can. 302. Syn. Armen., a. 1911, 614, 615; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I, art. I, 9; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I, cap. I I I , 5; pars I I I , cap. V I , 2, 22; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. I I I , art. I I I , 7, 3).

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Can. 304 In curia patriarchali archivum patriarchatus, ad normam can. 442 sqq. diligenter instruendum, ordinandum ac conservandum est. Can. 305 Expensae curiae patriarchalis exsolvantur ex bonis quibus uti ad hunc finem potest Patriarcha ; si haec non sufficiant, singulae eparchiae, pro mensura a Synodo patriarchali de qua in can. 340, 1 definienda, ad illa praestanda concurrant.

ARTICULUS V De sede patriarchali vacante vel impedita Can. 306 Sedes patriarchalis vacat ad normam can. 468, 1. Can. 307 Vacante sede patriarchali, administratio patriarchatus, nisi Sedes Apostolica Administratorem nominandum censuerit, transit, salvo iure particulari, ad Episcopum ordinatione episcopali antiquiorem inter eos qui officium cum residentia in curia patriarchali obtinent. Can. 308 Administratoris patriarchatus est : I Vacationis nuncium statim Sedi Apostolicae omnibusque ae singulis patriarchatus Episcopis, etiam titularibus, ceterisque locorum Hierarchis, exceptis Syncellis, communicare; 2 Peculiares normas quas, pro diversis adiunctis, in quibus vacatio locum habuit, ius commune vel particulare aut Sedis Apostolicae si qua detur instructio praescribit, accurate exsequi seu ab aliis exsequendas curare; 3 Patres Synodi ad normam can. 221 convocare, ac cetera omnia, ad Synodum de Patriarchae electione necessaria, diligenter ac. fideliter disponere.
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Can. 304. Syn. Carthaginen., a. 419, can. 89. De sede patriarchali vacante vel impedita. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. III, cap. II, art. I, De Patriarchalis sedis vacatione; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars III, cap. VI, 7 ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. VIII, art. I, De vacantia Sedis patriarchalis. Can. 306. Clemens XIII, litt. ap. Quam cara semper, 1 aug. 1760, 2; S. C. de Prop. Fide, deelar. 30 ian. 1696. - Syn. Armen., a. 1911, 168, 201. Can. 307. Pius IX. litt. ap. Beversurus, 12 iul. 1867, 14..

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Can. 309 Administrator patriarchatus sede vacante, in eparchia Patriarchae propria et in aliis patriarchatus locis ubi eparchiae vel exarchiae constitutae non sunt, iisdem iuribus gaudet et officiis tenetur quibus Administrator eparchiae vacantis. Can. 310 1. M s i aliud ex natura rei vel ex iuris praescripto constet : I Ad Administratorem patriarchatus, sede vacante, transit ordinaria Patriarchae iurisdictio in spiritualibus et in temporalibus, firmo can. 311; 2 Administrator exsequi potest rescripta Sedis Apostolicae quae Patriarchae remissa sint, ac regulariter ad ipsum quoque pertinent facultates habituales Patriarchae a Sede Apostolica concessae. 2. Administrator patriarchatus sede vacante nihil innovet.
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Can. 311 1. A competentia Administratoris patriarchatus sede vacante excluduntur ea omnia quae agi non possunt nisi consentientibus vel auditis Episcopis in Synodo patriarchali vel Synodo electionum congregatis. 2. Administrator patriarchatus sede vacante non potest Patriarchae Syncellos, etsi charactere episcopali careant, ab officio amovere vel alio transferre. 3. Idem non gaudet privilegiis de quibus in can. 283, 285. Can. 312 Administrator patriarchatus sede vacante praecedit Metropolitis, Archiepiscopis, Episcopis ceterisque patriarchatus Hierarchis, non autem in ipsa Synodo de electione Patriarchae. Can. 313 Novus Patriarcha ab Administratore patriarchatus rationem ipsius administrationis exigere debet. Can. 314 1. Impedita, ad normam can. 467, sede patriarchali : I Ad eparchiae Patriarchae propriae regimen quod attinet, servetur praescriptum eiusdem can. 467; 2 Universi patriarchatus regimen esto penes Episcopum residentialem Patriarchae subiectum, ordine praecedentiae primum, nisi Patriarcha alium Episcopum vel etiam presbyterum ex praestantioribus, rerum adiunctis ita suadentibus, designaverit;
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3 Si Patriarcha in casus de quibus in can. 467, 4 inciderit, primus ordine praecedentiae inter Episcopos Patriarchae subiectos ad Sedem Apostolicam illico recurrat ut ipsa provideat. 2. De Episcopo vel presbytero de quo in 1, n. 2, servetur praescriptum can. 310, 311. 3. Qui regimen suscepit, Sedem Apostolicam quamprimum moneat de sede impedita et de assumpto regimine.

CAPUT VII De Archiepiscopis ceterisque Metropolitis Can. 315 Provinciae ecclesiasticae praeest Metropolita, quae dignitas coniuncta est cum sede episcopali determinata vel agnita a Romano Pontifice aut ab Oecumenica Synodo. r Can. 316 Restitutio sedium metropolitanarum vel exercitii iurium et ofiiciorum Metropolitanum in patriarchatibus reservatur Patriarchae de consensu Episcoporum in Synodo patriarchali vel in Synodo electionum congregatorum, salva Sedis Apostolicae confirmatione.

Can. 317 Metropolita commemorandus est ab Hierarchis suae provinciae in divina Liturgia ceterisque divinis officiis ad normam legum liturgicarum.

Can. 318 Salvo praescripto can. 321, 339, Metropolita in propria eparchia easdem obligationes eademque iura habet quae Episcopus in sua.
Can. 315. Syn. Constantinopolitan. I V , a. 809, can. 17. - Canones Apostolorum, 34; Syn. Antiocen., a. 341, can. 9. - Syn. Mar Isaaci Chaldaeorum, a. 410, can. 18; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I I I , 1 ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V. Can. 316. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I V . De metropolitae iurisdictione; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 14; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I V , De metropolita. Can. 317. Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 10; Benedictus X I V , ep. encycl. Ex quo, 1 mart. 1756, 22. - Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872. tit. I I , cap. I I I , 1; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. I I , 4. Can. 318. - Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 11.

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Can. 319 Metropolitae a Patriarcha dependentia, in suae provinciae eparchiis, praeter alia quae iure communi ei tribuuntur, est : I Episcopos suae provinciae intra tempus in can. 396, 1, n. 1 determinatum ordinare, eosque inthronizare ; 2 Vigilare ut fides et disciplina ecclesiastica accurate serventur, ac de abusibus certiorem facere Patriarcham; 3 A fundatoribus ad beneficia praesentatos instituere, si comprovincialis Hierarcha intra tempus iure statutum, iusto impedimento non detentus, id facere omiserit; itemque oeconomum eparchiae comprovincialis nominare, si huius Hierarcha, monitus, eum nominare neglexerit; 4 Canonicam visitationem peragere, causa prius a Patriarcha probata, si eam Hierarcha neglexerit ; tempore autem visitationis potest praedicare, confessiones audire, de vita et honestate clericorum inquirere, clericos infamia notatos Hierarchis ipsorum, ut eos puniant, denuntiare, notoria delicta, notorias vel manifestas offensas tum sibi tum suis forte illatas, iustis poenis, censuris non exclusis, punire ; 5 In omnibus ecclesiis, etiam exemptis, Hierarcha loci praemonito, si ecclesia sit cathedralis, peragere pontificalia, uti Episcopus in proprio territorio, populo benedicere, non autem alia exercere quae iurisdictionem requirant; item in ecclesia stauropegiaca, de licentia saltem praesumpta Patriarchae; 6 Indulgentias ducentorum dierum, sicuti in propria eparchia, concedere.
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Can. 320 1. Metropolitae extra patriarchatus, in eparchiis suae provinciae, praeter alia quae iure communi ei tribuuntur, est : I Supplere negligentiam collegii consultorum eparchialium, si intra praescriptum tempus Administratorem sedis vacantis non elegerit ; 2 Vigilare ut fides ac disciplina ecclesiastica accurate serventur, ac de abusibus Romanum Pontificem certiorem facere, firmo praescripto n. 5 ;
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Can. 319. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I V , De metropolitae iurisdictione; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I V , De metropolita. 1. Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 6; S. Xystus I I I , litt. Si quantum humanis, 8 iul. 435; S. Leo M., litt. Omnium quidem, 13 ian. 444. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 17; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I I I , 3. 2 Syn. Antiocben., a. 341, can. 9. - Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I I I , 6; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V. 4. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 19. - Syn. Carthaginen. a. 419. can. 56. - Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I I I , 6 Can. 320, 1, 1. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I I I , 5; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V. 1, 2. Syn Antiochen., a. 341, can. 9. - Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I I I , 6; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V.

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3 Canonicam visitationem peragere, causa prius ab Apostolica Sede probata, si eam Hierarcha neglexerit, firmo praescripto n. 5; tempore autem visitationis, potest ea de quibus in can. 319, n. 4 facere; 4 Quae in can. 319, nn. 1, 3, 5, 6, recensentur, praestare; 5 In achiepiscopatu, de abusibus de quibus in n. 2, certiorem facere Archiepiscopum et ab eodem approbationem causae de qua in n. 3 obtinere. 2. I Metropolitae, non subiecto Patriarchae vel Archiepiscopo, insuper competit Summi Pontificis acta tum pro sua provincia tum pro Orientali vel pro universa Ecclesia data, nisi Sedes Apostolica directo providerit, Episcopis aliisve ad quos pertinet communicare ; et praescriptorum quae in his actis continentur fidelem exsecutionem curare ; 2 Eidem applicantur praescripta can. 249, 1, n. 1, 259, 3, et, auditis provinciae Episcopis, can. 279, 2.
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Can. 321 1. Metropolita extra patriarchatus obligatione tenetur, intra tres menses ab episcopali ordinatione vel, si iam ordinatus fuerit, a provisione canonica in Consistorio, per se vel per procuratorem, a Romano Pontifice pallium, quod est signum potestatis metropolitanae, petendi. 2. Ante pallii impositionem, Metropolita nequit Synodum celebrare et Episcopos ordinare. 3. Metropolita uti potest pallio intra quamlibet ecclesiam etiam exemptam suae provinciae in peragendis pontificalibus, diebus statutis; nullatenus vero extra provinciam, etsi Hierarchae loci consensus accedat. Can. 322 Pallium quod Romanus Pontifex alicui sedi episcopali in perpetuum, vel alicui Episcopo confert honoris causa, nec iurisdictionem nec titulum archiepiscopalem vel metropolitanum secumfert, nisi in Apostolicis Litteris aliud caveatur.
Can. 320 1, 3. Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 19 - Syn. Carthaginen., a. 419, c a n . 56. - Syn. p r o v . Alba-Iulien. et Fagarasien. R u m e n o r u m , a. 1872, tit. I I , cap. I I I , 6. 1, 4. Syn. Nicaen. I, a. 325, c a n . 6; S. Xystus I I I , litt. Si quantum humanis, 8 iul. 435; S. L e o M . , litt. Omnium quidem, 12 ian. 444; Clemens V I I I , const. Decet Romanum Pontificem, 23 febr. 1596, 2; Pius V I I , const. ap. In universalis Ecclesiae, 22 febr. 1807. 1, 5. Vide fontes ad nn. 2, 3. 2, 2. Canones Apostolorum, n. 34; Syn. Antiochen., a. 341, can. 9, 1 1 ; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 29. - Syn. p r o v . Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I I I , 2 et 3 ; a. 1900, tit. I I , c a p . I I , 1. Can. 321. Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 27. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , c a p . V I , 7, X X I I I ; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. R u m e n o r u m , a. 1872, tit. I I , c a p . I I I , 7; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. II. 4 3. Syn
3"4 ACTA, vol.

Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 27.


XXIV. n. 9 15-8-1957.

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Acta Apostolicae Sedis -

Commentarium

Officiale

Can. 323 Episcopi qui nulli Patriarchae, Archiepiscopo vel Metropolitae subiiciuntur, Exarchi cum territorio proprio, et Exarchi apostolici, aliquem viciniorem Metropolitam, praevia Sedis Apostolicae approbatione, designent, cui stabiliter iura et obligationes competant quae Metropolitae ita designato iure communi tribuuntur. Can. 324 Inter Metropolitas excellit Archiepiscopus, quae dignitas coniuncta est cum sede metropolitana, extra patriarchatus sita, determinata vel agnita a Romano Pontifice aut a Synodo Oecumenica. Can. 325 1. Archiepiscopum Romanus Pontifex libere nominat aut legitime electum confirmat atque praeficit peculiari ecclesiae. 2. In electione Archiepiscopi serventur praescripta can. 221-239 de electione Patriarchae, firmo praescripto 3. 3. I Synodum pro electione Archiepiscopi convocat primus, ordine praecedentiae, Metropolita vel, si in archiepiscopatu provinciae non sint, primus Episcopus; 2 Ad electi, etsi sit Episcopus, proclamationem et inthronizationem procedere non licet nisi post confirmationem Summi Pontificis.
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Can. 326 1. Ad Archiepiscopum, praeter ea quae ei ut Metropolitae in sua provincia competunt ad normam can. 320, in universo archieposcopatus territorio spectat : 1 Episcoporum sui archiepiscopatus electionem moderari servato praescripto can. 251-255. Ubi vero Episcoporum nominatio Romano Pontifici reservatur, Archiepiscopo competit, cooperantibus, ad normam instructionum Apostolicae Sedis, archiepiscopatus Episcopis, idonearum personarum nomina Romano Pontifici proponere ;
Can. 324. Syn. Carthaginen., a. 439, can. 17. Can. 325 1. Innocentius I I I , litt. Rex regum, 25 febr. 1204; Clemens V I I I , const. Decet Romanum Pontificem, 23 febr. 1598, 3. - Syn. Trullan., a. 691, can. 39. 2. Innocentius I I I , litt. Ad honorem Dei, a. 1204; litt. Ego..., a. 1204; litt. Cum omnes, a. 1204; Innocentius IV, const. ap. Novit ille, 20 dec. 1251; S. C. de Prop. Fide, 9 iun. 1642. - Syn. Trullan., a. 691, can. 39. Can. 326 1, 1., Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 6; Syn, Ephesin., a. 431, can. 8; Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 25; Syn. Nicaen. II, a. 787, can. 2, 3; Clemens V I I I , const. Decet Romanum Pontificem, 23 febr. 1596. - Syn. Antiochen., a. 341, can. 16 et 19. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum. a 1872, tit. I I , cap. I I I , 3; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V.

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2 Metropolitas intra tempus can. 396, 1, n. 1 determinatum ordinare, eosque inthronizare ; 3 Invigilare ut Metropolitae fidem et disciplinam ecclesiasticam integre custodiant et custodiri curent a clero et populo, ac de abusibus Romanum Pontificem certiorem facere. Itemque Metropolitas in implendis ofiiciis negligentes monere, monitisque non obtemperantes, eidem Romano Pontifici denuntiare; 4 Devolutivo iure negligentiam Metropolitarum supplere quod attinet ad ea de quibus in can. 319, n. 3, 320, 1, n. 3, necnon nominare Administratorem sedis metropolitanae vacantis, si intra praescriptum tempus collegium consultorum eparchialium eum non elegerit; 5 Litteras encyclicas mittere ad omnes territorii Hierarchas, qui curare debent ut eaedem publice legantur et exponantur; 6 Legum in Synodo archiepiscopali latarum, firmo can. 350, 1, promulgationem sedulo curare; 7 Leges Synodi archiepiscopalis, donec futura Synodus rem diremerit, authentice cum consensu Synodi permanentis, interpretari; 8 Singulis annis, iis exceptis in quibus celebratur Synodus archiepiscopatus, loci Hierarchas aut totius archiepiscopatus aut alicuius provinciae vel regionis, ad habendas collationes, convocare, ita tamen ut, altero in casu, saltem intra quinquennium nemo non sit convocatus ; 9 Ab impedimentis matrimonialibus quae Patriarchae iure comm u n i removere possunt, dispensare; 10 Ea peragere de quibus in can. 319, nn. 5, 6; 11 Vacante aliqua sede metropolitana, iura exercere et officia implere de quibus in can. 320, 1, in universa provincia; 12 Recursus recipere in casibus in quibus canones recursus ad Patriarcham admittunt. 2. Nisi aliud ex natura rei vel iure constet, Archiepiscopus potest valide exercere potestatem suam in archiepiscopatu tantum.
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Can. 327 1. Nisi aliter iure particulari statutum sit, quae can. 248, 1, Patriarchae, in Synodo patriarchali vel Synodo electionum, tribuuntur, ea competunt etiam Archiepiscopo in Synodo archiepiscopatus vel Synodo electionum ; decisiones autem de negotiis singulis publici iuris fieri
Can. 326 1, 2 Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. I I , 3. 1, 3. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I I I , 6. 1, 4. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I I I , 5. 1, 12o. _ gyn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. IV, 32. Cfr. Pius X I I , litt. apost. Crebrae allatae sunt, Motu Proprio datae, 22 febr. 1949, can. 32, 2.
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Officiale

non possunt nec ad effectum duci nisi post obtentam confirmationem Sedis Apostolicae. 2. I Archiepiscopus habeat Synodum permanenter constitutam vel Consilium de quibus servari debent praescripta can. 288-297 de Synodo permanenti vel de Consilio patriarchali; 2 Archiepiscopus cum Synodo permanenti ea dumtaxat praestare valet quae iure expresse statuuntur.
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Can. 328 Archiepiscopus, de consensu Synodi permanentis, exarchiam erigere, eiusdem fines immutare, supprimere potest, certiore facta quamprimum Apostolica Sede. Can. 329 Quae canonibus 242, 244, 258, 259, 2, 3, 269, 273, 275, 279, 298, 299, 302, 305, de Patriarcha praescribuntur, serventur etiam de Ar-" chiepiscopo. Can. 330 1. Archiepiscopus obligatione tenetur commemorandi Romanum Pontificem in divina Liturgia ceterisque divinis officiis et curandi ut eadem obligatio ad normam legum liturgicarum ab omnibus Metropolitis, Episcopis ceterisque Hierarchis et clericis sui territorii impleatur. 2. Metropolitae, Episcopi ceterique Hierarchae totius archiepiscopatus debent Archiepiscopum commemorare in divina Liturgia ceterisque divinis officiis post Roman um Pontificem. Can. 331 Archiepiscopus apocrisiarium apud Sedem Apostolicam habere potest, designandum audita Synodo permanenti et praevio consensu Sedis Apostolicae. Can. 332 Archiepiscopus in archiepiscopatu gaudet privilegio quod in can. 283, nn. 1, 6, Patriarchae tribuitur. Can. 333 Archiepiscopus ipso iure privilegio fruitur Praelati assistentis solio pontificio.
Can. 329. S. C. de Prop. Pide, litt. (ad Metrop. Alba-Iulien. et Fagarasien.), 22 mart. 1881, n. 2. - Syn. Antiochen., a. 341, can. 11; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 26, 29. - Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I , cap. V I ; a. 1900, tit. I I , cap. I I , 1. Can. 330 2. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 10. - Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. I I , 4

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Can. 334 Archiepiscopus, si usus ferat, uti potest supercamelaucio albo.

Can. 335 1. Archiepiscopo aequiparatur Catholicus qui titulo Patriarchae non gaudet. 2. Archiepiscopo aequiparatur Metropolita qui titulo et dignitate Maphriani potitur, firmis officiis quae ab eiusmet subiectione potestati Patriarchae profluunt et exclusis iuribus de quibus in can. 331, 334, aliisque quae pallium respiciunt. Can. 336 Vacante archiepiscopatu, ad primum, ordine praecedentiae, Metropolitam, vel si in archiepiscopatu Metropolitae non sint, ad primum Episcopum spectat ea peragere quae in can. 308 Administratori patriarchatus sede vacante tribuuntur. Can. 337 1. Quae canonibus 310-314 de Administratione patriarchatus sede vacante vel impedita, statuuntur, serventur etiam de Administratore archiepiscopatus sede vacante vel impedita. 2. Administrator archiepiscopatus sede vacante vel impedita, in locis ubi eparchiae vel exarchiae constitutae non sunt, iuribus gaudet et officiis tenetur quibus Administrator eparchiae vacantis. 3. De Administratore eparchiae propriae Archiepiscopi servetur praescriptum can. 467 et 469. Can. 338 Episcopis titulo Archiepiscopi vel Metropolitae honoris causa auctis, nullum exinde ius competit praeter praerogativam honoris et ius praecedentiae. Can. 339 1. Archiepiscopus praecedit ceteris Metropolitis, Metropolita qui praeest provinciae praecedit sive Metropolitae sive Archiepiscopo honoris causa ; hic Episcopo, firmo can. 414.

Can. 337, 3. Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V. Can. 339. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 12. - Syn. Armen., a. 1911, 229; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I I I , 1.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

2. Inter Metropolitas qui non praesunt provinciis et Archiepiscopos honoris causa praecedit qui prius ad sedem metropolitanam sive archiepiscopalem promotus est; si eodem tempore promoti sint, antiquior ordinatione episcopali; si eodem tempore ordinationem receperint, senior aetate.

CAPUT VIII De Synodis patriarchalibus, archiepiscopalibus provincialibus, plurium rituum vel plurium provinciarum

Can. 340 1. Episcopi ceterique Hierarchae, Patriarchae vel Archiepiscopo subiecti, conveniunt in Synodum patriarchalem vel archiepiscopalem. Hanc Synodum Patriarcha vel Archiepiscopus convocat eique praeest; idemque, audita Synodo permanenti, locum celebrationis designat. 2. Episcopi ceterique Hierarchae provinciae ecclesiasticae extra patriarchatus et archiepiscopatus constituti, conveniunt in Synodum provincialem. Hanc Synodum Metropolita Patriarchae vel Archiepiscopo non subiectus convocat, locum eiusmet celebrationis, auditis omnibus qui assistere debent cum suffragio deliberativo, intra provinciae territorium, designat, eique praeest. 3. Episcopi ceterique Hierarchae plurium rituum in Synodum convenire possunt, obtenta licentia a Romano Pontifice qui locum celebrationis Synodi determinat, et suum Legatum designat ad Synodum convocandum eique praesidendum. 4. Episcopi ceterique Hierarchae plurium provinciarum Patriarchae vel Archiepiscopo non subiectarum in Synodum convenire possunt, designato a Romano Pontifice Legato, qui Synodum convocat eique praeest. 5. In loco celebrationis Synodorum de quibus in 1, 2, 4 designando, nisi obstet iustum impedimentum, patriarchalis vel metropolitana ecclesia anteferatur.

De Synodis patriarchalibus,... S. Victor, litt. a. c. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. IV, 29.

190:

Poteram autem. -

Can. 340 1. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 17. - Syn. Carthaginen. a. 419, can. 76, 88, 94. - Syn. Armen., a. 1911, 183, 3, 200, 5<>; tit. I I , cap. V, De Synodo Patriarchali seu Nationali; 225; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap- I, art. I I I , I V , 10); cap. V, I; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 16) ; cap. IX, art. I V , De Synodis. 2. Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 4 et 6; Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 19; Syn. Constantinopolitan, IV, a. 869, can. 17. - Syn. Antiochen., a. 341, can. 16, 20; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 76, 88, 94; Syn. Trullan., a. 691, can. 8. - Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I I I , 3; tit. I I I , cap. I I I ; Syn. prov. Kobrinen. Ruthenorum, a. 1626, can. 13; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. X I V . 4. Syn. Carthaginen., a. 419, can. 98.

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Can. 341 1. Cuilibet Synodo assistere debent cum suffragio deliberativo, praeter praesidem, Episcopi residentiales, qui sui loco mittere possunt Coadiutorem vel Auxiliarem, Episcopi titulares, apostolici eparchiarum Administratores, Exarchi, Administratores sedium vacantium. 2. Alii ex utroque clero viri ad Synodos convocati suffragio tantum consultivo gaudent, nisi Praesidi Consociationis monasticae et Praesidi Confoederationis monasticae Sedes Apostolica vel, secreto scrutinio, Patres Synodi deliberativum suffragium expresse concesserint. Can. 342 Praeter eos de quibus in can. 341, 1, vocari debent : I Ad Synodum patriarchalem, Praeses Consociationis Confoederationum monasticarum, Praeses Confoederationis monasticae et supremi aliarum Religionum clericalium Moderatores; 2 Ad Synodum archiepiscopalem et provincialem, ii de quibus in n. 1, Superiores monasteriorum sui iuris, salvo iure particulari, ceterique Superiores maiores Religionum clericalium qui in territorio resideant et consultores eparchiales omnis eparchiae cuius Hierarcha ad normam can. 341, 1, Synodo interesse debet, qui mittant ad Synodum duos ex consultoribus collegialiter designatos.
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Can. 343 Synodis interesse non possunt ii de quibus in can. 109, 1. Can. 344 Synodus patriarchalis, archiepiscopalis et provincialis celebrentur quoties Patriarcha vel Archiepiscopus, consentiente Synodo permanenti, aut Metropolita, consentientibus Episcopis comprovincialibus, id necessarium iudicaverit et vicesimo saltem quoque anno.

Can. 341. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 17; S. Leo M., litt. Omnium quidem, 13 ian. 444. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I . cap. V, I I - V ; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I I , cap. III; Syn. Sciarfen Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 16). 1. Syn- Carthaginen., a. 419, can. 21, 79, 80, 128. - Syn. Armen., a. 1911, 226, 227 Can. 342, I . Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 17. - Syn. Carthaginen., a. 419, can. 79. 2. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 19; Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869 can. 17; Clemens X I I I , litt. ap. In summo apostolatus, 15 iun. 1765; S. C. de Prop. Fide, litt. (ad Ep. Magno-Varadinen. Rumen.), 23 sept. 1871, n. 2. - Syn. Laodieen., a. 347/381, can. 40; Syn. Carthaginen,. a 419, can. 79. Can. 344. Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 5; Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 19; Syn. Mcaen. I I , a. 787, can. 6; Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 17; Urbanus V I I I ,
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

Can. 345 1. Si iusto detineantur impedimento quominus Synodo interesse possint : I Omnes qui suffragio deliberativo potiuntur mittant procuratorem et impedimentum probent; 2 Ii de quibus in can. 342 debent impedimentum Synodo notum facere; et, exceptis deputatis consultorum eparchialium, procuratorem, sui loco, ad Synodum mittere possunt. 2. Procurator si fuerit unus ex Patribus quibus est suffragium deliberativum, duplici suffragio non gaudet; si non fuerit, habet suffragium dumtaxat consultivum.
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Can. 346 Cuilibet Synodo ad validitatem interesse debet pars absolute maior Patrum suffragio deliberativo fruentium.

Can. 347 1. I In qualibet Synodo praeses determinat ordinem servandum in quaestionibus examinandis, habito, si de provinciali agatur, Patrum consensu ; 2 Singuli Patres propositis quaestionibus possunt alias addere, a Synodi praeside, auditis duobus Episcopis ordine praecedentiae prioribus, antea probatas. 2. Quamlibet Synodum, praeses, obtento, si non sit Romani Pontificis Legatus, Patrum consensu, aperit, transfert, prorogai, absolvit.
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const. Sacrosanctum apostolatus, 12 mart. 1625 ; S. O. de Prop. Fide, instr. 9 aug. 1760, n. I V ; ( C . G.), 8 iul. 1774, n. 1. - Canones Apostolorum, 37; Syn. Antiochen., a. 341, can. 20; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 21, 55; Syn. Trullan., a. 691, can. 8. - Syn. Armen., a. 1911, 200, 5, 224; Syn. Mar Isaaci Chaldaeorum, a. 410, can. 6; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. V, X I V ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I I , cap. I V , 29; cap. V I , 2, 12; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I I , cap. III; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. I V , 6. Can. 345. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 19. - Syn. Laodicen., a. 347/381, can. 4 0 ; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 79; Syn. Trullan., a. 691, can. 8. - Syn. Armen., a. 1911, 227, 228; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I I , cap. I I I . Can. 347. S. Theodorus Studita, Ep. I, 2S. 1, 1. Syn. Armen., a. 1911, 232; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I I , cap. I I I . 2. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I I , cap. I I I .

Acta Pii Pp. XII

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Can. 348 Qualibet Synodo inchoata, nemini eorum qui interesse debent, licet discedere, nisi iustam ob causam a praeside Synodi, si sit Romani Pontificis Legatus, vel a Synodo ipsa, probatam.

Can. 349 Patres in Synodo congregati studiose inquirant ac decernant quae ad fidei incrementum, ad moderandos mores, ad corrigendos abusus, ad controversias componendas, ad unam eandemque disciplinam servandam vel inducendam? opportuna fore pro suo cuiusque territorio videantur. Can. 350 1. Absoluta Synodo, praeses acta et decreta omnia ad Sedem Apostolicam transmittat, nec eadem antea promulgentur, quam ab eadem recognita fuerint ; interim vero omnes qui in Synodo partem habuerunt, secretum de actis et negotiis pertractatis servare debent ; ipsimet autem Synodi Patres designent et modum promulgationis decretorum et tempus quo decreta promulgata obligare incipiant. 2. Decreta Synodorum promulgata obligant in suo cuiusque territorio universo, nec Hierarchae locorum ab iisdem dispensare possunt, nisi in casibus singularibus et iusta de causa.
Can, 348. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I I , cap. I I I . Can. 349. Syn. Nicaen. I, a. 325, can. 5; Syn. Constantinopolitan. I, a. 381, can. 2; Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 17, 19; Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 6; Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 26; Leo X I I I , ep. Litteris datis, 15, iun. 1901; S. C. de Prop. Fide (C. P.), instr, (ad Poloniae Nuntium), 31 maii 1629; (C. P.), 7 iun. 1638, n. 2; decr. 20 iul. 1760, ad 6; Instr. 9 aug. 1760; litt. (ad Ep. Fagarasien. et Alba-Iulien.), 12 iul. 1867, n. 1. - Canones Apostolorum, 37; Syn. Antiochen., a. 341, can. 20; Syn. Laodicen., a. 347/381, can. 40; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 36, 61, 98, 106; Syn. Trullan., a. 691, can. 8, 25; S. Basilius M . , can. 4 7 . - - Syn. Armen., a. 1911, 223; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 29 ; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I I , cap. I I I ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. IV. Can. 350. Benedictus X I I I , litt. ap. Apostolatus officium, 19 iul. 1724; Benedictus X I V , litt. ap. Singularis Romanorum, 1 sept. 1741; Pius IX, const. ap. Commissum humttitati, 4 id. iul. 1867, n. 5; S. C. de Prop. Fide, litt. (ad Ep. Fagarasien. et AlbaIulien.), 12 iul. 1867, 1; litt. (ad Ep. M. Varadinen. Rumen.), 23 sept. 1871, n. 2. - Syn. Armen., a. 1911, 234; tit. X I I , cap. Unicum, De huius Concilii Constitutionibus; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I I , cap. I I ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V; tit. IX. 1. S. Gregorius M . , litt. Suscepti regiminis, mense maio a. 599: Praeterea pervenit; S. Nicolaus I, litt. Postquam beato, 18 mart. 862: Quod dicitis; litt. Proposueramus quidem, a. 865: ...Quamvis dixeritis; Leo X I I I , ep. Litteris datis, 15 iul. 1901; S. C. de Prop. Fide, decr. 27 maii 1715; (C. G.), 23 maii 1837; litt. 29 maii 1838; decr. 28 aug. 1841. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. V, X I I .

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Can. 351 1. Metropolita Patriarchae vel Archiepiscopo non subiectus, eoque deficiente, Episcopus ordine praecedentiae in provincia primus, curet ut Hierarchae locorum quoties necessitas vel utilitas postulaverit, et semel saltem in anno, apud Metropolitam aliumve Episcopum comprovincialem conveniant, ut collatis consiliis videant quaenam in eparchiis agenda sint ut bonum religionis promoveatur, eaque praeparent de quibus in futura Synodo provinciali sit agendum. 2. Expedit ut etiam residentiales Episcopi, licet honoris causa titulo Archiepiscopi donentur, nulli Patriarchae vel Metropolitae subiecti, Exarchi qui praesunt territorio proprio et Exarchi apostolici, etsi diversi sint ritus, una cum ceteris in eodem territorio Hierarchis collationibus de quibus in 1 interveniant. 3. Iidem Hierarchae congregati sedem proximi conventus designent. CAPUT IX De Administratoribus apostolicis Can. 352 Eparchiae canonice erectae regimen, sive plena sive vacante sede, aliquando Summus Pontifex ob graves et speciales causas Administratori apostolico vel in perpetuum vel ad tempus committit. Can. 353 1. Quilibet Administrator apostolicus, si datus fuerit eparchiae, sede plena, administrationem sui officii init, ostendens litteras suae nominationis tum Episcopo, si hic sit mentis consiliique compos et in eparchia versetur, tum etiam collegio consultorum eparchialium, ad normam can. 397, 3. 2. Si sedes fuerit vacans, vel si Episcopus non sit mentis consiliique compos, aut in eparchia non moretur, Administrator apostolicus administrationem sui officii init ad instar Episcopi secundum can. 397, 3, cauto tamen ut litteras suae nominationis antea Patriarchae vel Archiepiscopo ostendat, nisi Sedes Apostolica Patriarcham vel Archiepiscopum ipsa de eius nominatione monuerit. Can. 351 Iura, officia ac privilegia Administratoris apostolici desumantur ex litteris suae nominationis, vel, nisi in iisdem aliud caveatur expresse, ex praescripto canonum qui sequuntur.

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Can. 355 1. I Administrator apostolicus permanenter constitutus iisdem iuribus et honoribus fruitur, iisdemque obligationibus tenetur, quibus Episcopus residentialis; 2 Quod attinet ad Syncelli constitutionem, serventur praescripta can. 432-437. 2. Si ad tempus datus sit : I Eadem iura et officia habet quae Administrator sedis vacantis; sed, sede plena, potest eparchiam visitare ad normam iuris; nec tenetur obligatione applicandae divinae Liturgiae pro populo, quae Episcopum gravat; 2 Ad honorifica privilegia quod attinet, valet praescriptum can. 387; sed Episcopo qui, ad aliam sedem translatus, prioris retinet administrationem, in hac quoque omnia Episcoporum residentialium honorifica privilegia competunt.
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Can. 356 1. Si Administrator apostolicus eparchiae, sede plena, praefiniatur, iurisdictio Episcopi eiusque Syncelli suspenditur. 2. Quamquam autem Administrator apostolicus Episcopi auctoritati non subest, non debet tamen se immiscere causis Episcopum ipsum spectantibus, neque in eius Syncellum processum instruere aut animadvertere ob acta praeteritae administrationis. Can. 357 Si impedita fuerit iurisdictio Administratoris apostolici aut si idem Administrator defecerit, Sedes Apostolica statim moneatur ; et interim, si sedes vacet aut sit impedita, valent praescripta can. 467 sqq. ; secus Episcopus eparchiam regit, nisi Sedes Apostolica aliud praestituerit. Can. 358 1. Administratoris apostolici iurisdictio Romani Pontificis aut Episcopi obitu non cessat. 2. Cessat vero cum Episcopus eparchiae vacantis administrationem legitime inierit ad normam can. 397, 3. Can. 359 Si contingat ut Administrator apostolicus, detur ipsi patriarchatui vel archiepiscopatui, sede vacante, ad tempus aut, gravissima de causa, permanenter vel sede plena tum ad tempus tum permanenter : I Administrator datus patriarchatui vel archiepiscopatui sui officii administrationem init litteras nominationis ostendens Patriarchae
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vel Archiepiscopo, et Synodo permanenti, nisi sedes fuerit vacans aut Patriarcha vel Archiepiscopus non sit mentis consiliique compos aut in patriarchatu vel archiepiscopatu non commoretur, quibus in casibus litteras ostendit Synodo permanenti et collegio consultorum eparchiae propriae Patriarchae vel Archiepiscopi; 2 De inita administratione notarius Synodi permanentis instrumentum conficiat in actis asservandum. Can. 360 Administrator apostolicus iisdem iuribus, non autem privilegiis, fruitur iisdemque officiis adstringitur quibus Patriarcha vel Archiepiscopus, si datus sit permanenter patriarchatu! vel archiepiscopatui ; secus, Administrator datus patriarchatui iuribus gaudet et obligationibus tenetur de quibus in can. 309-312; datus autem archiepiscopatui, servare debet praescriptum can. 337. Can. 361 Quae de Administratore apostolico eparchiae dato can. 356-358 statuuntur, applicentur Administratori apostolico patriarchatum vel archiepiscopatum regenti. CAPUT X De E x a r c h i s ARTICULUS I De Exarchis qui extra patriarchatus praesunt territorio proprio Can. 362 1. Exarchiam cum territorio proprio erigere vel restituere, immutare vel supprimere competit uni Sedi Apostolicae. 2. Exarchus superior monasterii sui iuris qui praeest territorio proprio, separato ab omni eparchia, cum clero et populo, regitur iure particulari, eoque deficiente, praescriptis canonum qui sequuntur. Can. 363 1. Exarchus superior monasterii sui iuris qui praeest territorio proprio nominatur a Romano Pontifice, salvo iure electionis aut praesentationis, si cui legitime competat; quo in casu eius confirmatio vel institutio spectat ad Romanum Pontificem. 2. Ut quis idoneus habeatur ad hanc dignitatem, iisdem qualitatibus ornatus esse debet, quas ius in Episcopis requirit.

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3. Ut valeat electio requiritur pars suffragiorum absolute maior, demptis suffragiis nullis, firmo particulari iure quod maiorem suffragiorum numerum exigat. Can. 364 1. 1 Exarchus superior monasterii sui iuris, qui praeest territorio proprio, in regimen suae exarchiae ne se ingerat antequam eiusmet inierit administrationem ad normam can. 397, 3; 2 Intra tres menses a receptis litteris apostolicis, nisi iusto detineatur impedimento, benedictionem seu chirothesiam ad normam iuris recipere debet. 2. Idem Exarchus eandem potestatem ordinariam easdemque obligationes cum iisdem sanctionibus habet ac Episcopus residentialis in propria eparchia. 3. Perdurante munere et intra sui territorii fines, etsi charactere episcopali careat : I Sacramentum chrismatis separatim a baptismo conferre potest; 2 Salva facultate iure communi statuta conferendi ordines minores propriis subditis religiosis, conferre item potest ordines minores tum propriis subditis saecularibus, tum aliis qui litteras dimissorias iure requisitas exibeant, dummodo benedictionem de qua in 1, n. 2 receperit. Ordinatio extra hos fines ab eodem peracta irrita est ; 3 Benedictiones Episcopis reservatas, si quae in suo ritu sint, impertire potest et indulgentias centum dierum concedere; 4 Ritus perficere valet qui usum sacri chrismatis requirunt, nisi in propria disciplina Praelatis charactere episcopali carentibus id prohibeatur. 4. Quod attinet ad Syncelli constitutionem, serventur praescripta can. 432-437.
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Can. 365 1. Cum vacat exarchia, quam regit Superior monasterii sui iuris, regimen transit, usque ad novi Superioris constitutionem, ad illum qui interim monasterii regimen legitime suscipit. 2. Eadem exarchia impedita, servetur praescriptum can. 467.

Can. 364 2. Leo X I I I , litt. ap. In suprema, 10 iun. 1882; S. Poenit. Ap., decr. 20 iul. 1942, n. II. 3. Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 14. Cfr. Pius X I I , litt. apost. Postquam Apostolicis Litteris, Motu Proprio datae, 8 febr 1952, can. 174, 1. Ib., can. 174 2.
2 1

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Commentarium

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ARTICULUS II De Exarchis qui praesunt territorio non proprio

1 - De E x a r c h i s a p o s t o l i c i s Can. 366 1. Exarchi apostolici praesunt nomine Romani Pontificis territorio Patriarchae vel Archiepiscopo non subiecto, ubi propter exiguum fidelium numerum aliamve gravem causam eparchiae non sunt constitutae. 2. Sedi Apostolicae reservatur nominatio Exarchi apostolici. 3. Exarchus apostolicus administrationem init exarchiae, decretum nominationis per se vel per procuratorem ostendens ei qui exarchiam regit ad normam can. 384.

Can. 367 1. Exarchi apostolici iisdem iuribus et facultatibus in suo territorio gaudent, quae in propriis eparchiis competunt Episcopis residentialibus, nisi quid iure exceptum vel a Sede Apostolica reservatum fuerit. 2. Etiam ii qui charactere episcopali carent, perdurante munere et intra sui territorii fines : I Iuribus et facultatibus gaudent de quibus in can. 364, 3. nn. 1, 3, 4 ; 2 Possunt ordines minores conferre tum suis subditis tum aliis qui litteras dimissorias iure requisitas exhibeant, dummodo benedictionem, si eam ad normam iuris vel legum liturgicarum recipere debent,, receperint, firmo iuris particularis praescripto quod benedictionem ad liceitatem tantum requirat. 3. Quod attinet ad Syncelli constitutionem, servetur praescripta can. 432-437.
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Can. 368 Presbyteri aliive clerici, etsi religiosi exempti, sacrum ministerium sine licentia Exarchi apostolici exercere ne audeant.
Can. 366 2. S. C. pro Eccl. Orient., decr. 1 mart. 1929, art. 1; decr. 4 maii 1930, art. 1. Can. 367. S. Poenit. Ap., decr. 20 iul. 1942, n. II. 2. Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 14. Can. 368 S. C. de Prop. Fide (C. P.), 7 maii 1631, n. 1.

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Can. 369 1. Exarchus apostolicus a Patriarcha presbyteros idoneos expetere potest, qui curam spiritualem fidelium suscipere valeant. Patriarcha autem, quoad eius fieri potest, petitioni Exarchi satisfacere curet. 2. Presbyteri a Patriarcha, obtenta approbatione Sedis Apostolicae, in exarchiam missi, sive ad tempus sive in perpetuum, exarchiae addicti habentur iique in omnibus subesse debent potestati Exarchi apostolici. Can. 370 1. Eeligiosi, etiam exempti, exarchiae addicti, subiiciuntur Exarchi apostolici iurisdictioni, visitationi et correctioni in iis quae pertinent ad exarchiae regimen, curam animarum, sacramentorum administrationem, scholarum directionem, oblationes intuitu exarchiae factas, exsecutionem piarum voluntatum in favorem eiusdem exarchiae. 2. Quamvis Exarchis apostolicis nullo modo liceat, praeter casus in iure praevisos, se in disciplinam religiosam ingerere quae a Superiore religioso dependet, si tamen circa ea, de quibus in 1, conflictus oriatur inter mandatum Exarchi et mandatum Superioris, prius praevalere debet, salvo iure recursus ad Sedem Apostolicam et salvis peculiaribus statutis et conventionibus a Sede Apostolica probatis. Can. 371 Deficientibus presbyteris e clero saeculari, Exarchi apostolici possunt, audito eorum Superiore, cogere religiosos, etiam exemptos, exarchiae addictos, ad animarum curam exercendam, salvis peculiaribus statutis et conventionibus a Sede Apostolica probatis. Can. 372 Si qua dissidia in iis quae ad curam animarum pertinent, sive inter singulos clericos vel religiosos, sive inter eosdem aliosque quoslibet, sive inter diversas Religiones forte oriantur, ea quamprimum componere curent Exarchi apostolici, et si opus fuerit, eas dirimant, integro tamen iure recursus ad Apostolicam Sedem. Can. 373 1. Religiosi a propriis Superioribus missi, etsi exarchiae addicti, exarchiam, legitima obtenta licentia, relinquere, etiam in perpetuum, possunt, atque ab ipsa ex gravi causa ab Exarcho apostolico dimitti vel a proprio Superiore substitui, collatis, si casus ferat, inter Exarchum apostolicum et Superiorem religiosum consiliis, et ratione habita boni exarchiae, religionis et religiosi. 2. r In casu autem publici scandali vel gravissimi damni immi-

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nentis possunt ipsi, audito suo Consilio, et si agatur de religiosis, praemonito, quantum fieri potest, Superiore, subditum clericum vel religiosum statim removere; 2 Quod attinet ad clericos, a Patriarcha, et religiosos, a suis Superioribus, in exarchiam missos ipsique addictos, eadem norma servanda est, illico certiore facto, iuxta casus, Patriarcha aut Superiore religioso. Can. 374 1. Exarchi apostolici commorentur in exarchia, a qua sine gravi et urgenti causa, nisi per breve tempus, iis abesse non licet, inconsulta Sede Apostolica. 2. Regionem sibi concreditam, quandocumque opus est, debent ipsi per se vel, si legitime impediti fuerint, per alium visitare eaque omnia in visitatione expendere, quae ad fidem, bonos mores, sacramentorum administrationem, praedicationem verbi Dei, festorum observantiam, cultum divinum, iuventutis institutionem, disciplinam ecclesiasticam attinent. Can. 375 Exarchi apostolici obligatione tenentur Sacra Limina beatorum Apostolorum Petri et Pauli visitandi eadem prorsus lege, qua Episcopi residentiales ad normam can. 407 : cui tamen obligationi, si quid graviter obstet ne per se ipsi eam expleant, satisfacere possunt per procuratorem etiam in Urbe degentem. Can. 376 1. Ad normam can. 405, Exarchi apostolici tenentur obligatione Sedi Apostolicae exhibendi plenam accuratamque relationem de suo quisque pastorali officio, deque omnibus quaecumque ad statum exarchiae, ad clericos, ad religiosos, ad populi disciplinam, ad scholarum frequentiam, ad fidelium denique ipsorum curae commissorum salutem quavis ratione pertineant : quae relatio subscripta esse debet tum ab ipso Exarcho apostolico tum ab uno saltem ex consiliariis de quibus in can. 377. 2. Exarchi apostolici, si iis commissa est cura fidelium diversi ritus ad normam can. 22, 2-4, debent praeterea singulis annis ad Patriarchas et Archiepiscopos quorum fideles suae curae commissi sunt, relationem mittere de statu personali et religioso eorundem fidelium.
Can. 374 2. S. C. pro Eccl. Orient., decr. 1 mart. 1929, art. 4, 5; decr. 24 maii 1930, art. 4, 5. Can. 375. - S. O. de Prop. Fide - Pro Negotiis Ritus Orientali -, decr. 18 aug. 1913, art. 9; decr. 17 aug. 1914, art. 8; S. C. pro Eccl. Orient., decr. 1 mart. 1929, art. 9; decr. 24 maii 1930, art. 9. Can. 376. S. C. pro Eccl. Orient., decr. 1 mart. 1929, art. 9; decr. 24 maii 1930, art. 9. 1. S. C. de Prop. Fide - Pro Negotiis Ritus Orientalis -, decr. 18 aug. 1913, art. 9.

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Can. 377 Exarchi apostolici constituant consilium ex antiquioribus et prudentioribus presbyteris sibi subditis non minus quam tribus, quorum sententiam, saltem per epistolam, audiant in gravioribus et difficilioribus negotiis. Can. 378 Prout siverit opportunitas, Exarchi apostolici presbyteros saltem praecipuos tum religiosos tum saeculares proprii territorii congregent saltem semel in anno, ut possint ex singulorum experientia et consilio deducere quae sint ordinanda perfectius. Can. 379 Legibus quae de archivo constituendo Episcopis praescribuntur, Exarchi apostolici, habita locorum personarumque ratione, aeque tenentur. Can. 380 1. Optandum ut Exarchi apostolici intersint Synodis a Patriarcha vel ab Archiepiscopo eiusdem ritus convocatis, ad normam can. 340, 1,344. 2. Quae de Conventu eparchiali can. 422-428 praescribuntur, applicentur, nisi obstet rei natura, Conventui exarchiae, excepta lege de Conventu decimo saltem quoque anno celebrando. Can. 381 Divinam Liturgiam pro populo sibi commisso applicare debent saltem decies in anno in praecipuis sollemnitatibus. Can. 382 Exarchi apostolici, quibus cura fidelium diversi ritus ad normam can. 22, 2-4 commissa est, invigilent ut singuli coetus ius proprium liturgicum ac disciplinare accurate servent. Can. 383 Studiosissime curent Exarchi apostolici, onerata graviter eorum conscientia, ut ex suis fidelibus seu incolis suae regionis probati clerici rite instituantur ac sacerdotio initientur.

Can. 378. S. O. pro Eccl. Orient., decr. 1 mart. 1929, art. 27; decr. 24 maii 1930, art. 32.
35 ACTA, vol. XXIV. n. 9 15-8-1957.

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Can. 384 1. Exarchus apostolicus, ubi primum in territorium suum advenerit, idoneum presbyterum saecularem vel religiosum designet ProExarchum. 2. Pro-Exarchus nullam habet, vivente Exarcho, potestatem, nisi quae fuerit ab eodem sibi commissa. 3. Pro-Exarchus regimen exarchiae assumere, donec a Sede Apostolica aliter fuerit provisum, debet et in hoc officio permanere : I Resoluto quovis modo Exarchi iure; 2 Deficiente Syncello Exarchi vel presbytero ab hoc designato ad normam can. 467, 1 ; 3 Exarcho impedito ad normam cit. can. 467, 2. 4. Pro-Exarchus qui regimen exarchiae susceperit, statim designet idoneum presbyterum, qui sibi, ut in 3, in officio succdt. 5. Si forte contingat ut nemo adsit ad normam 1, 4, designatus ad seniorem in exarchia, is, nempe, qui sit praesens in territorio et suas destinationis litteras in eodem prius exhibuerit, interim ipso iure regimen exarchiae transit; et inter plures aeque seniores antiquior presbyterali ordinatione.
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Can. 385 1. Ille ad quem Exarchiae cura devenerit ad normam can. 384, debet quamprimum certiorem facere Apostolicam Sedem. 2. Interim uti potest omnibus facultatibus sive ordinariis ad normam can. 367, sive delegatis, quibus Exarchus pollebat, nisi eidem commissae fuerint ratione personae eiusque qualitatum. Can. 386 Qui exarchiae ad certum tempus praepositus est, debet in regimine cum omnibus facultatibus sibi concessis permanere, licet definitum tempus fuerit praeterlapsum, donec successor sui officii ad normam canonum inierit administrationem. Can. 387 1. Exarchis charactere episcopali auctis, privilegia honorifica competunt quae ius concedit Episcopis titularibus ; si autem charactere episcopali careant, habent tantum, durante munere et in proprio territorio, insignia et privilegia primi, iuxta praescripta proprii ritus, tituli praelatitii seu primae dignitatis praelatitiae post Episcopum. 2. Benedictionem, si iure particulari in huius dignitatis collatione praescribitur, intra tres menses recipere debent.

Can. 387. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 48.

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2 - D e Exarchis patriarchalibus et a r c h i e p i s c o p a l i b u s

Can. 388 1. Exarchi patriarchales constituuntur in patriarchatibus, archiepiscopales in archiepiscopatus, in locis in quibus propter exiguum numerum fidelium aliamve gravem causam eparchiae constitutae non sunt, et territorium nomine Patriarchae vel Archiepiscopi regunt. 2. Exarchi patriarchales et archiepiscopales nominantur a Patriarcha vel Archiepiscopo audita Synodo permanenti, a quibus autem ab officio amoveri nequeunt nisi de consensu Synodi permanentis.

Can. 389 Exarchus patriarchalis vel archiepiscopalis administrationem init sui territorii litteras Patriarchae vel Archiepiscopi ostendens, per se vel per procuratorem, ei qui territorium regit.

Can. 390 Exarchi patriarchales et archiepiscopales debent quinto quoque anno plenam et accuratam scriptam relationem ad Patriarcham vel ad Archiepiscopum de statu religioso et temporali exarchiae mittere.

Can. 391 Quae de Exarchis apostolicis can. 367, 371, 372 (integro iure recursus ad Patriarcham), 374, 1 (salvo iure Patriarchae vel Archiepiscopi concedendi Exarcho praescriptam licentiam), 374, 2, 377-379, 380, 2, 381, 387, constituta sunt, serventur etiam de Exarchis patriarchalibus et archiepiscopalibus.

Can. 388. Syn. Armen., a. 1911, 196; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 9 n. 3, 6). Can. 391. Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 14. - Syn. Armen., a. 1911, 196; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 9 n. 3, 6), 8 ) ; cap. X ; cap. X I , art. I I . De Ghorepi-

scopo et Periodeuta.

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PARS II
DE POTESTATE EPISCOPALI DEQUE IIS QUI EAM PARTICIPANT CAPUT I De Episcopis Can. 392 1. Episcopi sunt Apostolorum successores atque ex divina institutione peculiaribus ecclesiis praeficiuntur, quas cum potestate ordinaria regunt sub auctoritate Romani Pontificis. 2. Eos Romanus Pontifex libere nominat, aut legitime electos confirmat. Can. 393 Antequam quis in Episcopum assumatur, constare debet, secundum modum, a Sede Apostolica vel a iure particulari ab eadem probato, determinatum, eum esse idoneum. Can. 394 1. Ut quis idoneus habeatur, debet esse : I Legitimis natalibus praeditus, non autem legitimatus etiam per subsequens matrimonium ; 2 Vinculo matrimoniali non ligatus; 3 Annos natus saltem triginta; 4 A quinquennio saltem in presbyteratus ordine constitutus;
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De Episcopis. Syn. Armen., a. 1911, tit. I I , cap. V I , De Episcopis; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. IV, De episcopis. Can. 392 1. Syn. Trident., sess. X X I I I , de ordine, c. 4, can. 8; Syn. Vatican., sess. I V , c. I I I , de vi et ratione primatus Romani Pontificis-, Leo X I I I , ep. encycl. Satis cognitum, 29 iun. 1896. - Canones Apostolorum, 39. Can. 394. S. Leo M . , litt. Quanta fraternitati, a. 446: In civitatibus . -. Syn. Mar. Isaaci Chaldaeorum, a. 410, can. 1; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I . I 1. Benedictus X I V , instr. Eo quamvis tempore, 4 maii 1745, 19. - Syn. Sisen. Armenorum, a. 1246, can. 1; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I I I , 21; pars I I I , cap. I V , 16; pars I I I , cap. IV, 3, 16; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. I I I , 2. 1, 2. S. Leo M . , litt. Quanta fraternitati, a. 446: .Nam cum; S. C. de Prop. Fide, decis. 22 sept. 1862; instr. 31 iul. 1902, n. 8. - Canones Apostolorum, 40; Syn. Trullan., a. 691, can. 12, 48. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 5, I I ; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V, cap. V I I , I, g ) ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art, X I I I , 10, n. 4; cap. V I , art. V I I , 1. 1, 3. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 5. - Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 10, n. 4. 1, 4. Pius IX, alloc. Cum ex hac vita, 12 iul. 1867 : Cum autem . - Syn. Laodicen., a. 347/381, can. 12; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 54. - Syn. Libanen. Maro-

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5 Bonis moribus, pietate, animarum zelo, prudentia, ceterisque dotibus praeditus, quae ipsum aptum efficiant ad gubernandam eparchiam de qua agitur ; 6 Doctor vel saltem prolyta in sacra theologia aut iure canonico renuntiatus ab Athenaeo aliquo vel Instituto studiorum a Sede Apostolica probatis, vel saltem earundem disciplinarum vere peritus; quod si ad Religionem aliquam pertineat, a suis Superioribus maioribus vel similem titulum vel saltem verae peritiae testimonium habeat. 2. Etiam electus vel quoquo modo ab illis designatus, qui privilegio a Sede Apostolica concesso vel agnito eligendi aut designandi gaudent, debet memoratis qualitatibus pollere. 3. Iudicare definitive num quis idoneus sit, ad Apostolicam Sedem unice pertinet. Can. 395 1. Cuilibet ad episcopatum promovendo, etiam electo, vel, ex concessione Romani Pontificis sive in concordatis sive alia ratione facta, designato, necessaria est canonica provisio, qua Episcopus vacantis eparchiae constituitur, quaeque ab uno Romano Pontifice datur, firmo praescripto can. 256, n. 2. 2. Candidatus, ante canonicam provisionem, praeter fidei professionem, iusiurandum fidelitatis erga Sedem Apostolicam edat secundum formulam ab Apostolica Sede probatam, firmo praescripto can. 260, 1, n. 2, e. Can. 396 1. I Nisi legitimo impedimento prohibeatur, promotus ad episcopatum debet, intra tres menses a receptis apostolicis litteris, ordinationem episcopalem recipere, et intra quatuor ad suam eparchiam pergere. 2 In patriarchatibus, promotus ad episcopatum debet, nisi legitimo impedimento prohibeatur, intra bimestre ab electione, ordinationem episcopalem petere, et intra quatuor ad suam eparchiam pergere.
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nitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 2; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 10, n. 4. Can. 394 1, 5. Syn. Nicaen. II, a. 787, can. 2; S. Hormisdas, litt. De laboris tui, 3 dec. 519. - Syn. Armen., a. 1911, 247. 2. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. IV, 16. Can. 395 1. Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 12; Innocentius IV, const. ap. Iustis petentium, 6 id. aug. 1243. 2. Syn. Armen., a 1911, 245; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 4, I I ; sect. I I I , cap. I I , art. I I , 13; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 3 n. 1, II. Can. 396. Syn. Antiochen., a. 341, can. 18; Syn. Trullan., a. 691, can. 37. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. IV, 17; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888. cap. IX, art. I I , 5. 1. Canones Apostolorum, 36; Syn. Antiochen., a. 341, can. 17. - Syn. Armen., a. 1911, 244.

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2. Recepta episcopali ordinatione, Episcopus : I Episcopalem iurisdictionem et ius percipiendi reditus mensae seu domus episcopalis obtinet; 2 Indulgentias centum dierum in suae iurisdictionis locis concedere potest. 3. Si promotus sit episcopali ordinatione iam auctus, iura inde a provisione canonica habet de quibus in 2.
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Can. 397 1. Episcopi residentiales sunt ordinarii et immediati pastores in eparchiis sibi commissis. 2. In regimen tamen eparchiae neque per se neque per alios, nec ullo titulo sese ingerant, nisi prius eiusdem eparchiae administrationem canonice inierint; sed si ante suam ad episcopatum designationem administratores eparchiae vacantis, vicarii iudiciales, vel oeconomi fuerint renuntiati, haec officia etiam post designationem retinere et exercere possunt. 3. Canonicam eparchiae administrationem ineunt Episcopi residentiales in ipsa eparchia per se vel per procuratorem apostolicas vel patriarchales litteras coetui consultorum eparchialium ostendentes, praesente cancellario curiae, qui rem in acta referat. Can. 398 Ipsi Episcopi personam sustinent eparchiae et mensae domusve episcopalis in omnibus negotiis iuridicis ad ipsas spectantibus, ad normam canonum. Can. 399 1. Ius ipsis et officium est gubernandi eparchiam tum in spiritualibus tum in temporalibus cum potestate legislativa, iudiciaria, exsecutiva ad normam canonum exercenda. 2. Leges episcopales statim a promulgatione obligare incipiunt, nisi aliud in ipsis caveatur; modus autem promulgationis ab ipsomet Episcopo determinatur.

Can. 396 2, 1<>. Syn. Armen., a. 1911, 243; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. IV, art. I, V I . Can. 397 1. Syn. Vatican., sess. I V , c. I I I , de vi et ratione primatus Romani Pontificis. - Canones Apostolorum, n. 34, 39; Syn. Antiochen., n. 341, can. 9. - Syn. Mar Isaaei Chaldaeorum, a. 410, can. 18; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. V, De potestate Episcoporum eorumque iuribus in genere. Can. 399 1. Syn. Trident., sess. V I , de ref., c. 3; sess. X I I I , de ref., c. 1. Canones Apostolorum, 34, 39; Syn. Antiochen., a. 341, can. 9. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 19; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888. cap. IX, art. V, De potestate Episcoporum, eorumque iuribus in (tenere.

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Can. 400 1. Summopere studeant ut puritas fidei ac morum in clero et populo conservetur, ut fidelibus, praecipue pueris ac rudibus, pabulum doctrinae christianae praebeatur, ut in scholis puerorum ac iuvenum institutio secundum catholicae religionis principia tradatur. 2. Observantiam legum ecclesiasticarum Episcopi urgeant. 3. Advigilent ne abusus in ecclesiasticam disciplinam irrepant, praesertim circa administrationem sacramentorum et sacramentalium, cultum Dei et Sanctorum, praedicationem verbi Dei, sacras indulgentias, exsecutionem piarum voluntatum. Can. 401 Episcopi curare debent : I Ut in propria cathedrali celebretur saltem pars Oificii divini, etiam quotidie, ubi usus ferat, iuxta legitimas cuiusque ritus consuetudines ;
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2 Item ut in qualibet civitate saltem in una vel altera ecclesia et saltem diebus dominicis et festis atque praecipuis sollemnitatibus sanctorum ad normam kalendarii proprii, earumque pervigiliis, sollemniter officia divina celebrentur, hisque ex munere assistant parochus vel rector aliique ecclesiae administri. Ad ceteros vero civitatis presbyteros et clericos quod attinet, serventur praescripta iuris particularis.

Can. 400 Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. IV. 1. Syn. Nicaen. I I , a. 787, actio V I I , definitio de sacris imaginibus; Syn. Tridentin., sess. X I V , de ref., prooemium ; sess. X X V , de purgatorio; de invocatione, veneratione et reliquiis Sanctorum, et sacris imaginibus; S. Leo M . , litt. Laetificaverunt me, 10 mart. 454 ; Pius IX, litt. Verbis exprimere, 25 aug. 1859; S. Pius X, litt. encycl. Pascendi, 8 sept. 1907; S. O. S. Off., 13 mar. 1625, 5; S. O. de Prop. Fide, decr. 13 apr. 1807, n. I, I I I , X V . - Syn. Armen., a. 1911, 249, 265; Ss'n. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I I , art. I, I, 3, I I , 3; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 51; pars I I I , cap. I, 14; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I , cap. I X ; Syn. Zamosten Ruthenorum, a. 1720, tit. VI; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. I, 10 et 12; cap. X I X , art. I I . 2. S. Basilius M., can. 1. 3. Syn. Nicaen. I I , a. 787, actio V I I definitio de sacris imaginibus; Syn. Tridentin., sess. X I V , de ref., prooemium; sess. X X I V , de purgatorio; de invocatione, veneratione et reliquiis Sanctorum, et sacris imaginibus; S. Leo M., Laetificaverunt me, 10 mart. 454; Gregorius X V I , ep. encycl. Inter gravissimas, 3 febr. 1832, 8; S. Pius X, litt. encycl. Pascendi, 8 sept. 1907; S. C. S. Off., 13 mart. 1625, 5; decr. 5 aug. 1745. Syn. Carthaginen., a. 419, can. 86. - Syn. Armen., a. 1911, 249; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I I , art. I, I, 3, I I , 3; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 51; pars I I I , cap. I, 14; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I , cap. I X ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art., V B, 10, V. Can. 401. S. C. de Prop. Fide, litt. 4 iul. 1833, n. X. - Syn. Laodicen., a. 347/381, can. 18. - Syn. Armen., a. 1911, 741; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 2, X; cap. IV, 2; pars IV, cap. V, 3; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IV, cap. I I I , 3; tit. V I I , cap. V I , 2; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. X: Syn. Sciarfen. Syrorum, ;i. 1888, cap. I I I , art. V I .

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Can. 402 1. Episcopus in tota eparchia, ne exemptis quidem locis exceptis, potest pontificalia exercere ; non vero extra eparchiam sine expresso vel saltem rationabiliter praesumpto consensu Hierarchae loci, et, si agatur de ecclesia exempta, de consensu Superioris. 2. In ecclesia stauropegiaca idem potest Episcopus, de licentia saltem praesumpta Patriarchae. Can. 403 1. Etiamsi Episcopi Coadiutorem habeant, tenentur ipsi lege residentiae in eparchia. 2. Praeterquam causa visitationis Sacrorum Liminum, vel ad normam iuris particularis, Patriarchae, Synodorum, quibus interesse debent, vel civilis officii suis ecclesiis legitime adiuncti, abesse possunt aequa de causa non ultra duos vel summum tres menses intra annum, sive continuos sive intermissos, dummodo cautum sit ne ex ipsorum absentia eparchia quidquam detrimenti capiat; quod tamen tempus coniungi nequit sive cum tempore sibi concesso occasione suae promotionis, vel visitationis Sacrorum Liminum, vel assistentiae Synodo, sive cum tempore vacationum anni subsequentis. 3. Ab ecclesia cathedrali ne absint a pervigilio Nativitatis ad Epiphaniam, tempore Magnae Quadragesimae ac diebus Resurrectionis Domini et Pentecostes, nisi ex gravi et urgenti causa. 4. Si ultra sex menses ex eparchia illegitime abfuerint : I Episcopum Patriarchae subiectum, Patriarcha, congruis etiam poenis, si res ferat, ad instaurandam residentiam cogat ; Episcopum Archiepiscopo subiectum, Archiepiscopus Sedi Apostolicae denuntiet;
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Can. 402. S. C. de Prop. Fide. ep. et instr, (ad Ep. Enonensem), a. 1784, 1. 1. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. IV, 24. Can. 403. S. C. de Prop. Fide, decr. 13 apr. 1807, n. V. - Syn. Armen., a. 1911, 261. 1. Syn. Constantinopolitan. I V , a. 869, can. 19; Syn. Trident., sess. V I , de ref, c. 1; sess. X X I I I , de ref., c. 1; Paulus V, litt. ap. Erga Maronitarum, 21 oct. 1619; Benedictus X I V , litt. ap. Quoniam ven. Fratres, 6 mart. 1754; Pius IX, alloc. Cum ex hac vita, 12 iul. 1867 : Cum autem ; S. C. de Prop. Fide, 22 mart. 1625, n. 13. - Syn. Antiochen., a. 341, can. 21; Syn. Sardicen., a. 343, can. 3. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I I , art. I I , De obligatione residendi; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 14; pars. I I I , cap. IV, 2, 19; Syn. Bekorkien. Maronitarum, a. 1790, s. 6; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. I I , De residentia. 2. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 19. - Syn. Sardicen., a. 343, can. 3, 14. - Syn. Alexandrin., Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I I , art. I I , De obligatione residendi; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 14; pars I I I , cap. IV, 2, 19; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. I X , art. I I , De residentia. 3. Syn. Carthaginen., a. 419, can. 74. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I I , art. I I , De obligatione residendi; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1S88, cap. IX, art. I I , De residentia. 4. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I I I , 5; Syn Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I , art. I I I , 6, 10).

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2 Archiepiscopum, primus, ordine praecedentiae, Metropolita vel, si non habeatur in archiepiscopatu, primus Episcopus comprovincialis Sedi Apostolicae denuntiet; 3 Extra patriarchatus et archiepiscopatus, Metropolitam, primus, ordine praecedentiae, Episcopus residens Sedi Apostolicae denuntiet; Episcopum Metropolitae subiectum, Metropolita; Episcopum nulli Metropolitae subiectum vel Exarchum apostolicum, Metropolita ad normam can. 323 designatus. Can. 404 1. Debent quoque, a recepta ordinatione episcopali, vel, si promotus sit ea iam auctus, a provisione canonica, omni exiguitatis redituum excusatione aut alia quavis exceptione remota, divinam Liturgiam omnibus dominicis aliisque festis de praecepto pro populo sibi commissoapplicare, salvo iure particulari praescribere ut divina Liturgia saltem quatuor decies in anno applicetur. 2. Episcopus divinam Liturgiam pro populo diebus supra indicatio per se ipse applicare debet ; si ab eius celebratione legitime impediatur,, statis diebus applicet per alium ; si ne id quidem praestare possit, quamprimum vel per se ipse vel per alium applicet alia die. 3. Licet Episcopus duas vel plures eparchias aeque principaliter unitas regat aut, praeter propriam eparchiam, aliam vel alias in administrationem habeat, obligationi tamen satisfacit per celebrationem et applicationem unius divinae Liturgiae pro universo populo sibi commisso. 4. Episcopus, qui obligationi de qua in superioribus paragraphis non satisfecerit, quamprimum pro populo tot applicet Liturgias, quot omisit. Can. 405 1. Omnes Episcopi, etiam Patriarchae subiecti, debent singulisquinquenniis relationem Summo Pontifici facere super statu eparchiae sibi commissae secundum formulam ab Apostolica Sede datam; peculiari mentione facta de catechetica institutione. 2. Episcopi Patriarchae subiecti debent singulis quinquenniis relationem de statu suae eparchiae proprio Patriarchae quoque facere.
Can. 404. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 23 mart. 1863, n. 1; litt. encycl, (ad Delegatos App. pro Orient.), 8 nov. 1882. - Syn. Armen., a. 1911, 252; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I I , art. I, I I , 1; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I I , cap. I V , 19; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IV, cap. I I , 1; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. I, 15. | 1 . Syn. Trident., sess. X X I I I , de ref., c. 1; Leo X I I I , litt. ap. In suprema, 10 iun. 1882; S. C. de Prop. Fide, litt. (ad Metrop. Alba-Iulien. et Fagarasien.), 30 iun. 1885. 3. Leo X I I I , litt. ap. In suprema, 10 iun. 1882. Can. 405. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I , I I I . 1. Pius IX, ep. encycl. Amantissimus, 8 apr. 1862. - Syn. Armen., a. 1911, 259::; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. IV, 3. 2. Syn. Armen., a. .1911, 258.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

3. Quinquennia sunt fixa et communia, atque computantur a die 1 ianuarii 1954; in primo quinquennii anno relationem exhibere debent Episcopi Europae, in secundo Episcopi Asiae, in tertio Episcopi Africae et in quarto Episcopi aliorum locorum. 4. Si annus ad exhibendam relationem assignatus inciderit ex toto vel ex parte in primum biennium ab inito eparchiae regimine, Episcopus eo casu a conficienda et exhibenda relatione abstinere potest. Can. 406 Episcopi, latini quoque ritus, Sacram Congregationem pro Ecclesia Orientali doceant, occasione relationis quinquennalis, de statu et necessitatibus coetuum fidelium diversi orientalis ritus in suo territorio commorantium et Hierarcha sui ritus carentium. Can. 407 Omnes et singuli Episcopi eo anno quo relationem exhibere debent, ad Urbem, beatorum Apostolorum Petri et Pauli sepulcra veneraturi, accedant et Romano Pontifici se sistant. Can. 408 Episcopus debet praedictae obligationi satisfacere per se vel per Coadiutorem vel Auxiliarem si quem habeat, aut, ex iustis causis a Sede Apostolica probandis, per idoneum presbyterum qui in eiusdem Episcopi eparchia resideat. Can. 409 1. Ad sanam et orthodoxam doctrinam conservandam, bonos mores tuendos, pravos corrigendos, pacem, innocentiam, pietatem et disciplinam in populo et clero promovendam ceteraque pro adiunctis ad bonum religionis constituenda, debent Episcopi visitare quotannis eparchiam vel ex toto vel ex parte, ita ut saltem singulis quinquenniis universam vel ipsi per se vel, si fuerint legitime impediti, per Syncello m aliumve visitent. 2. Integrum est Episcopo presbyteros duos ex proprio clero, quos maluerit, sibi adsciscere visitationis comites atque adiutores.
Can. 405 S, 4. Syn. Armen., a. 1911, 259. Can. 407. S. C. de Prop. Fide, 12 nov. 1696, n, 7 ad I. - Syn. Armen., a. 1911, 259; "Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I, art. I I , I I I . Can. 409. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 8 iul. 1774, n. 2. - Syn. Armen., a. 1911, 253. 1. Canones Apostolorum, 84. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I . cap. I I I , art. I I I , De visitatione dioeceseos; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I I . eap. IV, 2, 28 ; Syn. Ainz-Trazen. Graeco-Melchitarurn, a. 1835, can. 21 pr. ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , -cap. I I I , 2; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. I I I . De visitatione pastorali.

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Can. 410 1. Ordinariae episcopali visitationi obnoxiae sunt personae, res ac loca pia, quamvis exempta, quae intra eparchiae ambitum continentur, nisi probari possit specialem a visitatione exemptionem fuisse ipsis ab Apostolica Sede vel ad normam can. 263, concessam. 2. Religiosos autem exemptos Episcopus visitare potest in casibus tantum in iure expressis. Can. 411 Visitator, in iis quae obiectum et finem visitationis respiciunt, debet paterna forma procedere, firmo iure recurrendi contra eius praecepta ac decreta; in aliis vero causis, etiam tempore visitationis, Episcopus ad normam iuris procedat necesse est.

Can. 412 Studeant Episcopi debita cum diligentia, sine inutilibus tamen moris, pastoralem visitationem absolvere ; caveant ne superfluis sumptibus cuiquam graves onerosive sint, neve, ratione visitationis, ipsi aut quisquam suorum, pro se suisve dona quodvis genus petant aut accipiant, reprobata quavis contraria consuetudine ; circa vero victum sibi suisque ministrandum vel procurationes et expensas itineris, servetur legitima locorum consuetudo. Can. 413 Episcopus loci commemorari debet a clericis in divina Liturgia ceterisque divinis officiis ad normam legum liturgicarum.

Can. 410. - Syn. Armen., a. 1911, 254; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I I , cap. I V , 28; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. I I I , De visitatione pastorali. 1. Canones Apostolorum, 84. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I I , art. I I I , De visitatione dioeceseos; Syn. Ain-Trazen. Graeco-Melchitarum, a. .1835, can. 21 pr. Can. 411. Canones Apostolorum, 84. - Syn. Armen., a. 1911, 256; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I I , art. I I I , De visitatione dioeceseos; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I I , cap. IV, 28; Syn. Ain-Trazen. Graeco-Melchitarum, a. 1835, can. 21, n. 1; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I ; Syn. Sciarfen-Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. I I I , De visitatione pastorali. Can. 412. Canones Apostolorum, 84 - Syn. Armen., a. 1911, 253, 255; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I I , art. I I I , De visitatione dioeceseos; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I I , cap. IV, 28; Syn. Ain-Trazen. Graeco-Melchitarum, a. 1835, can. 21, n. 2; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. I I I , De visitatione pastorali. Can. 413. Syn. Constantinopolitan. IV, a. 869, can. 10; Benedictus X I V , ep. encycl. Ex quo, 1 mart. 1756, 19-23. - Syn. Armen., a. 1911, 638, b) ; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I I , art. IV, 2, I I ; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I . cap. IV, 3; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. VT, 2.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Can. 414 1. In suo territorio Episcopus praecedit omnibus Metropolitis et Archiepiscopis honoris causa, ceterisque Episcopis, non autem Cardinalibus, Legatis pontificiis, Patriarchis, Archiepiscopis de quibus in can. 324 et proprio Metropolitae. 2. Extra territorium serventur normae traditae in can. 37, sed in patriarchatibus, nisi aliter ferat ius particulare, praecedentia inter Episcopos eiusdem gradus regitur ordine sedium episcopalium.

Can. 415 1. Episcopi titulares nullam possunt exercere potestatem in sua eparchia, cuius ne administrationem quidem ineunt. 2. Decet ex caritate, citra tamen obligationem, ut aliquando divinum Sacrificium pro sua eparchia applicent.

Can. 416 A recepta ordinatione episcopali Episcopi sive residentiales sive titulares, praeter alia privilegia quae suis in titulis recensentur, fruuntur privilegiis de quibus in can. 185, 1, nn. 8-12; nec non n. 2 etiam quod spectat ad censuras Hierarchae loci reservatas ; n. 3, cum consensu saltem praesumpto Hierarchae loci ; nn. 5, 6 ratione semper habita proprii ritus.

Can. 414. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I I , art. I V , 2, 1; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. IV, 3. 1. S. C. de Prop. Fide, 13 iul. 1629, n. 27. - Canones Apostolorum, 34 ; Syn. Antiochen., a. 341, can. 9. Can. 415 1. Syn. Trullan., a. 691, can. 37. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898,. sect. I I I , cap. I I I , art. V, De episcopis titularibus et coadiutoribus; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 3, n. 1, V I I I ; cap. X, De episcopis honorariis seu titularibus. 2. Leo X I I I , litt. ap. In suprema, 10 iun. 1882, 10. Can. 416. S. C. de Prop. Fide, litt. 13 aug. 1842; S. Poenit. Ap., decr. 20 iul. 1942 j n. I I . - Syn. Trullan., a. 691, can. 20. - Syn. Armen., a. 1911, 524, 643 e) ; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I I , 6, 3, V-VIII; sect. I I I , cap. I I I . art. I, I I , 4; sect. I I I , cap. I I I , art. I V , De episcopi privilegiis; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. IV, 3; 24; Syn. Ain-Trazen. Graeco-Melchitarurn, a. 1835,. can. 11 ; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I V , 3; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I , art. V I I I , 5, 8; cap. V I I , art. I, 1, 11; cap. IX,, art. V, 2; art. V I , De honoribus liturgicis episcopo debitis; 9; cap. X, De episcopis honorariis seu titularibus.

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CAPUT I I DeCoadiutoribus et Auxiliaribus Episcoporum Can. 417 1. Romani Pontificis est Episcopo Coadiutorem vel Auxiliarem constituere, salvo praescripto can. 248, 1, n. 4, can. 327, 1. 2. Coadiutor datur Episcopo cum iure successionis; Auxiliaris .autem sine iure successionis. Can. 418 1. I Iura Coadiutoris desumantur ex litteris quibus constituitur, datis a Sede Apostolica, firmo praescripto n. 2; 2 Iura Coadiutoris constituti ad normam can. 248, 1, n. 4, can. 327, 1 determinat Patriarcha vel Archiepiscopus, audita Synodo permanenti. 2. Nisi aliud in his litteris caveatur, Coadiutor qui datur Episcopo prorsus inhabili, habet omnia iura et officia episcopalia; ceteri tantum possunt quantum Episcopus iisdem commiserit. 3. Quae Coadiutor potest et vult exercere, Episcopus habitualiter alii ne deleget. 4. Coadiutor, iusto impedimento non detentus, debet, quoties fuerit a Coadiuto requisitus, pontificalia et alias functiones obire, quas Episcopus ipse peragere deberet. Can. 419 1. Coadiutor et Auxiliaris, ut canonicam sui oflicii administrationem ineant, necesse est litteras apostolicas vel patriarchales ostendant Episcopo. 2. Coadiutor debet praeterea easdem ostendere coetui consultorum eparchialium, praesente cancellario curiae, qui rem in acta referat. 3. Si Episcopus eum in statum inciderit ut eliciendi actus humani sit impos, praetermisso praescripto 1, solum praescriptum 2 a Coadiutore et Auxiliari servetur. Can. 420 Coadiutor et Auxiliaris obligatione tenentur, sicut Episcopus, residendi in eparchia, e qua, extra tempus vacationum, ad normam can. 403, 2, ipsis non licet, nisi ad breve tempus, Coadiuto permittente, discedere.
De Coadiutoribus et Auxiliaribus Episcoporum. Syn. Alexandrin. Coptorum, &. 1898, sect. I I I , cap. I I I , art. V, De episcopis titularibus et coadiutoribus; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. X
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Can. 421 1. Coadiutor, vacante sede episcopali, statim evadit Episcopus eparchiae, pro qua fuerat constitutus, dummodo administrationem legitime inierit, ad normam can. 419. 2. Cum Episcopi officio exspirat Auxiliaris officium, nisi aliud in litteris constitutionis caveatur.

CAPUT III De Conventu eparchiali Can. 422 1. In singulis eparchiis convocandus est decimo saltem quoque anno eparchialis Conventus, in quo de iis tantum agendum quae ad particulares cleri populique eparchiae necessitates vel utilitates referuntur. 2. Si Episcopus plures eparchias aeque principaliter unitas regat, aut unam habeat pro titulo, alteram aliasve in perpetuam administrationem, huic legi satisfacit unum tantum Conventum ex omnibus eparchiis convocando. 3. Ob singularia eparchiae adiuncta, Patriarcha, nisi iuris particularis praescriptum obstet, Episcopos a praescripto 1 dispensare potest. 4. Laudandus est mos iuxta quem Episcopus suos clericos quotannis congregat, ut ex singulorum experientia et consilio videat quae in eparchia agenda sint ad bonum religionis promovendum. Can 423 1. Conventum eparchialem indicit eique praeest Episcopus, non autem Administrator eparchiae vacantis nec Syncellus sine mandato speciali. 2. Habendus est in ecclesia cathedrali, nisi aliud rationabilis causa suadeat. Can. 424 1. Ad Conventum, laicis exclusis, convocandi sunt eumque adire debent : I Syncellus; 2 Consultores eparchiales ; 3 Rector Seminarii eparchialis saltem maioris;
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De Conventu eparchiali. Syn. Arraen., a. 3911, 269; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 29; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I I , cap. I V , De Synodis Dioecesanis; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. X I V ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. 1 , 4 ; art. IV, 7.

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4 Protopresbyteri ; 5 Parochi civitatis in qua Conventus celebratur ; 6 Ex unoquoque protopresbyteratu unus saltem parochus ab omnibus eligendus inibi curam animarum actu habentibus, qui ad tempus absentiae vicarium substitutum sibi sufficere debet ad normam can. 506, 4; 7 Superior monasterii sui iuris et unus e Superioribus cuiusque Religionis clericalis qui in eparchia commorentur, designatus a Superiore maiore, nisi ipse in eparchia resideat et interesse ipse maluerit; 8 Alii clerici qui iure particulari designentur. 2. Episcopus, si opportunum iudicaverit, potest ad Conventum vocare alios quoque et etiam omnes parochos, Superiores religiosos, imo et singulos suae eparchiae saeculares presbyteros, iis tamen exceptis qui necessarii sunt ne in paroeciis animarum cura desit ; invitati autem ius suffragii in omnibus habent, sicut ceteri, nisi Episcopus in invitatione aliud expresse caverit. Can. 425 1. Iis qui Conventum adire debent, si legitimo impedimento detineantur, non licet mittere procuratorem qui eorum nomine Conventui intersit; sed Episcopum de impedimento certiorem faciant. 2. Negligentes Episcopus potest iustis poenis compellere et punire, nisi de religiosis exemptis agatur qui parochi non sint. Can. 426 1. Episcopus, si id ipsi expedire videatur, opportuno antequam habeatur Conventus tempore, unam vel plures, e clero civitatis et eparchiae commissiones nominet, seu coetus virorum qui res in Conventu tractandas parent. 2. Ante Conventus sessiones Episcopus omnibus qui convocati sunt et convenerunt, decretorum schema tradendum curet. Can. 427 Propositae quaestiones omnes, praesidente vel per se vel per alium Episcopo, liberae adstantium disceptationi in sessionibus praeparatoriis subiiciantur. Can. 428 Unicus est in Conventu eparchiali legislator Episcopus, ceteris suffragium tantum consultivum habentibus ; unus ipse subscribit constitutionibus quae in Conventu datae sunt; quae, si in Conventu promulgentur, eo ipso obligare incipiunt, nisi aliud expresse caveatur.
Can. 424 1, 4 Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. II, cap. V I I I , II, 6. 1, 6, 70. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. IX, 7. Can. 428. Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. V, 2.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

CAPUT IV De curia eparchiali

Can. 429 1. Curia eparchialis constat illis personis quae Episcopo aliive, qui. loco Episcopi eparchiam regit, opem praestant in regimine totius eparchiae. 2. Quare ad eam pertinent : Syncellus, oeconomus, ratiocinatur, vicarius iudicialis, cancellarius, promotor iustitiae, defensor vinculi, eparchiales iudices et examinatores, parochi consultores, auditores, notarii, cursores et apparitores. 3, Haec officia, necessitate exigente vel opportunitate suadente, cumulari possunt, nisi rei natura aut ius obstet, cum aliis, haud exclusis iis quibus cura animarum est adnexa.

Can. 430 1. Nominatio eorum qui praedicta officia vel munera exercent, scripto consignetur, ad normam can. 101. 2. Nominati vero debent : I In manibus Episcopi iusiurandum praestare de officio vel munere fideliter exercendo, sine ulla personarum acceptione ; 2 Negotia ad se spectantia sub auctoritate Episcopi tractare ad normam iuris; 3 Secretum servare intra fines et secundum modum a iure vel ab Episcopo determinatum.
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Can. 431 1. Praeter Officiales de quibus in can. 429, 2, Episcopus, necessitate vel utilitate eparchiae exigente, alios quoque officiorum titulares, etiam permanenter, in curia constituere potest de quibus valet praescriptum can. 430, 2. 2. Episcopus secretum ab Officialibus, ad actum quoque constitutis, etiam sub fide iurisiurandi, prout opportunum censuerit, exigere valet.

De Curia eparchiali. Syn. Armen., a. 1911, tit. I I , cap. V I I , De Synodo Dioecesana; cap. X, De caeteris Curiae Ministris; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1882, tit. I I , sect. I I I , cap. I I , Capitulares qua Referentes Consistorii et Tribunalium.

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ARTICULUS I De Syncello et oeconomo Can. 432 1. Quoties rectum eparchiae regimen id exigat, constituendus est ab Episcopo Syncellus, qui ipsum potestate ordinaria in toto territorio adiuvet. 2. Syncellus libere ab Episcopo nominatur, qui eum potest ad nutum removere. 3. Unus tantum constituatur, nisi amplitudo eparchiae vel alia rationabilis causa plures exigat; sed, Syncello absente vel impedito, Episcopus alium constituere potest qui eius vices suppleat. 4. 1 Si in aliqua dioecesi ritus latini adsint communitates fidelium ritus orientalis, constituatur Syncellus qui de iis curam suscipiat ; qui, si fieri potest, sit et ipse ritus orientalis, secus, sacerdos latini ritus, ioneus ac rerum orientalium bene doctus, assumatur; 2 Idem Syncellus erga baptizatos acatholicos rituum orientalium effusa caritate et prudenti utatur zelo. Can. 433 1. Syncellus sit sacerdos coelebs e clero saeculari, annos natus non minus triginta, in theologia aut iure canonico doctor vel prolyta, vel saltem earum disciplinarum vere peritus, sana doctrina, probitate, prudentia ac rerum gerendarum experientia commendatus. 2. Syncelli officium ne committatur Episcopi consanguineis prae sertim usque ad tertium gradum inclusive, aut, exclusa necessitate, parocho ceterisque curam animarum habentibus. 3. Non prohibetur Episcopus Syncellum ex alia eparchia assumere.

De Syncello. Syn. Armen., a. 1911, 272, 274; tit. I I , cap. V I I I , De Vicario Generali deque Vicesgerentem; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I V , art. I, De Vicario Generali; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 3; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. V I , De vicariis generalibus Episcoporum et de Vicariis Capitularibus ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 9, n. 3. Can. 432. S. C. de Prop. Fide, 29 dec. 1812. - Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, -cap. X I , De officiis Vicarii Generalis, Chorepiscopi, Periodeutae et Parochi. 1, 2. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I , 7 ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. I, 17. 3. Innocentius I I I , (in Syn. Lateranen. IV), a. 1215, cap. I X : .Quoniam m plerisque . 4. S. C. de Prop. Fide, decr. 1 maii 1897, n. 3. 4, 1. Leo X, litt. ap. Accepimus nuper, 18 maii 1521; Paulus I I I , litt. ap. Dudum, 23 dec. 1534.
36 ACTA, vol. XXIV. n. 9 15-8-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Can. 434 1. I Nisi lex aliud caveat, ad Syncellum, in tota eparchia eadem pertinet potestas iurisdictionis, quod attinet ad spiritualia ac temporalia, quae Episcopo, iis exceptis quae Episcopus sibi reservaverit, vel quae ex iure requirant speciale Episcopi mandatum; 2 Syncellus agit ordinaria potestate etiam in iis quae ex speciali mandato agit ; quo non obtento, actus ad quem lex huiusmodi mandatum requirit est nullus. 2. M s i aliud expresse cautum fuerit, Syncellus exsequi potest rescripta apostolica vel patriarchalia quae Episcopo vel praecedenti rectori eparchiae remissa sint, ac regulariter ad ipsum quoque pertinent facultates habituales Hierarchae loci concessae. Can. 435 1. Syncellus praecipua acta curiae ad Episcopum referat, ipsumque certiorem faciat de iis quae gesta aut gerenda sint ad tuendam in clero et populo disciplinam. 2. Caveat ne suis potestatibus utatur contra mentem et voluntatem sui Episcopi, firmo praescripto 3. 3. Gratia a Syncello denegata et postea, nulla facta huius denegationis mentione, ab Episcopo impetrata, invalida est; gratia autem ab Episcopo denegata nequit valide, etiam facta denegationis mentione, a Syncello, non consentiente Episcopo, impetrari. Can. 436 1. Praesente etiam Episcopo, Syncellus publice privatimque ius habet ut praecedat omnibus clericis, quacumque dignitate vel officio praeditis, etsi collegialiter agentibus vel procedentibus, nisi clericus charactere episcopali praefulgeat et Syncellus eodem careat. 2. Si Syncellus sit Episcopus, omnia honorifica privilegia Episcoporum titularium obtinet; secus durante munere habet privilegia et insignia primae post episcopalem dignitatis. Can. 437 1. Exspirat Syncelli iurisdictio per ipsius renuntiationem ad normam can. 126-133, aut revocationem ei ab Episcopo intimatam, aut sedis episcopalis vacationem firmo praescripto can. 469; suspenditur vero suspensa episcopali iurisdictione. 2. Non exspirat autem morte Patriarchae iurisdictio Syncelli in eparchia Patriarchae propria constituti; qui tamen lege tenetur, sede vacante, nihil innovandi.
Can. 436 2 - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. II, cap. III, art. VII, 6. 3, IX.
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Can. 438 1. Pro administratione bonorum ecclesiasticorum, quorum proprietas est penes ipsam eparchiam, constituendum est in curia eparchiali Officium quod constat oeconomo, ad normam can. 429, 2, ratiocinatore et aliis necessariis ministris. 2. I Oeconomus iis qualitatibus praeditus sit oportet quae in oeconomo patriarchali requiruntur ad normam can. 299, 2, n. 2; 2 Oeconomo, si res ferat, socius vel auxiliaris, unus vel plures, etiam laici, dari possunt. 3. Oeconomi est, sub Episcopi potestate, bona eparchiae administrare, bonorum ecclesiasticorum administrationi in tota eparchia invigilare, eorum conservationi, tutelae et incremento providere, administratorum localium negligentiam supplere et bona quae administratore, iure designato, carent, per se administrare. 4. Oeconomus rationem administrationis Episcopo quotannis et quoties ab ipso petitur reddere debet. Episcopus, adscito uno saltem consultore eparchiali, rationes ab oeconomo exhibitas examinat, aream recognoscit, convenientes inspectiones bonorum, documentorum, nominum, inopinato etiam, exsequitur seu exsequendas iubet.
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ARTICULUS II De cancellario aliisque notariis et archivo episcopali Can. 439 1. In qualibet curia constituatur ab Episcopo cancellarius qui sit presbyter, cuius praecipuum munus sit acta curiae in archivo custodire, ordine chronologico disponere et de iisdem indicis tabulam conficere. 2. Poscente necessitate, vice-cancellarius seu vice-tabularius constitui potest in eius auxilium. 3. Cancellarius est eo ipso notarius. Can. 440 1. Episcopus praeter cancellarium potest alios quoque notarios constituere, quorum scriptura aut subscriptio publicam fidem facit.
Can. 438. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 26; Syn. Nicaen. I I , a. 787, can. 11. ~ Theophilus Alexandrin., can. 10. - Syn. Mar Isaaci Chaldaeorum, a. 410, can. 15; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I , 8; cap. IV, 27; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1882, tit. I I , sect. IV, cap. I. 2. Syn, Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. X I I I , art. V I I , De peculio clericorum. De Cancellario... Syn. Armen., a. 1911, 317-319; Syn. Zamosten. Ruthenorum* a. 1720, tit. V I I I . Can. 439. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V, 2. Can. 440 1. Syn. Armen., a. 1911, 323; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736 pars I I I , cap. V, 2.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

2. Iidem constitui possunt aut ad quaelibet acta, aut ad acta iudicialia dumtaxat, aut ad acta tantummodo certae causae vel negotii conficienda. 3. Si clerici desint, possunt e laicis assumi ; sed notarius in criminalibus clericorum causis debet esse sacerdos. 4. Cancellarius aliique notarii debent esse integrae famae et omni exceptione maiores. 5. Cancellarius aliique notarii possunt removeri aut suspendi ab eo qui illos constituit aut ab eius successore aut Superiore, non autem ab administratore eparchiae vacantis, nisi de consensu consultorum eparchialium. Can. 441 1. Officium notariorum est : I Conscribere acta seu instrumenta circa dispositiones, obligationes, citationes et intimationes iudiciales, decreta, sententias aliave circa quae eorum opera requiritur ; 2 In scriptis fideliter redigere quae geruntur eaque cum significatione loci, diei, mensis et anni subsignare; 3 Acta vel instrumenta legitime petenti ex regesto, servatis servandis, exhibere et eorum exemplaria cum autographo conformia de* clarare. 2. Conscribere acta nequit notarius nisi in territorio illius Episcopi a quo est electus aut circa negotium ad quod est legitime constitutus.
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Can. 442 1. Episcopi in loco tuto ac commodo archivum seu tabularium eparchiale constituant, in quo instrumenta et scripturae, quae ad negotia eparchiae tum spiritualia tum temporalia spectant, apte dispositae et diligenter clausae custodiantur. 2. Omni diligentia ac sollicitudine conficiatur inventarium seu catalogus documentorum quae in archivo continentur cum brevi singularum scripturarum synopsi. Can. 443 1. Quotannis, primo bimestri, inventario seu catalogo illae scripturae adiungantur, quae anno praecedenti confectae vel alias neglectae fuerunt.
Can. 440 2. Syn. Armen., a. 1911, 323. 3. S. C. S. Off., instr. 20 iul. 1890. - Syn. Armen., a. 1911, 323. Can. 441 1. Syn. Armen., a. 1911, 323. Can. 442 1. Syn. Armen., a. 1911, 284; 320; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 37; cap. V, 2; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. I X , art. I, 18; art. V I I , 8.

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2. Episcopi sedulo inquirant Chartas et scripturas forte alio distractas atque dispersas; et quaelibet necessaria remedia adhibeant ut eaedem scripturae archivo restituantur.

Can. 444 1. Archivum clausum sit oportet nec ulli illud ingredi liceat sine licentia aut solius Episcopi aut Syncelli simul et cancellarii. 2. Unus cancellarius illius clavem habeat.

Can. 445 1. Ex archivo non licet efferre scripturas sine Episcopi vel Syncelli licentia eaedemque quamprimum, semper tamen intra triduum, in suum locum referantur. Unius autem Episcopi est prorogare hoc tempus, quae tamen prorogatio moderate concedatur. 2. Qui aliquam scripturam ex archivo effert, syngrapham sua manu signatam, hoc ipsum significantem, cancellario tradat. Can. 446 1. Habeant praeterea Episcopi aliud archivum secretum vel saltem in communi archivo armarium seu scrinium omnino clausum et obseratum, quod de loco amoveri nequeat. In eo scripturae secreto servandae cautissime custodiantur ; sed singulis annis quamprimum comburantur documenta causarum criminalium in materia morum, quarum rei vita cesserint vel quae a decennio sententia condemnatoria absolutae sunt, retento, hoc altero in casu, facti brevi summario cum textu sententiae definitivae. 2. Etiam huius secreti archivi vel armarii inventarium seu catalogus conficiatur ad normam can. 442, 2. 3. Hoc archivum vel armarium duabus clavibus inter se diversis aperiatur, quarum altera apud Episcopum vel Administratorem apostolicum, altera apud Syncelum vel, eo deficiente, curiae cancellarium asservetur. 4. Episcopus vel Administrator apostolicus, repetita altera clave; ipse solus, nemine adstante, archivum vel armarium secretum, ubi opus fuerit, aperire et inspicere potest, quod deinde utraque clavi iterum claudatur.
Can. 444. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V, 10. 1. Syn. Armen., a. 1911, 284. Can. 445. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. V, 10. 1. Syn. Armen., a. 1911, 320. Can. 446 1, 3, 4. Syn. Armen., a. 1911, 285.

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Can. 447 Statim atque eparchiae administrationem legitime inierit, Episcopus sacerdotem nominet, qui, sede vacante aut impedita, clavem secreti tabularii seu armarii quae apud Episcopum erat, assumat. Can. 448 1. Nisi Administrator apostolicus eparchiae datus fuerit : I Sede impedita ad normam can. 467, 1, sacerdos de quo in can. 447, si quidem regimen eparchiae sit penes sacerdotem ab Episcopo designatum, clavem huic sacerdoti remittat; si penes Syncellum, eam ipse retineat;
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2 Sede vero vacante aut impedita ad normam can. 467, 2, sacerdos de quo in can. 447 clavem remittat ei qui eparchiam regit statim post eius designationem; Syncellus autem vel cancellarius aliam clavem a se retentam remittere eodem tempore debet primo consultori eparchiali. 2. Antequam claves iis, quibus tradendae sunt ad normam 1, remissae fuerint, Syncellus vel cancellarius et sacerdos de quo in can. 447, tabularium vel armarium sigillis curiae obsignent. Can. 449 1. Tabularium vel armarium nunquam aperiatur nec sigilla ab eo removeantur, nisi urgente necessitate et ab ipso Administratore eparchiae vacantis coram duobus eparchialibus consultoribus, qui evigilent ne qua scriptura e tabulario auferatur ; solus autem Administrator documenta in tabulario asservata potest, iisdem consultoribus adstantibus, inspicere, nunquam tamen auferre. Archivum autem, post inspectionem, iterum sigillis obsignetur. 2. Advenienti novo Episcopo, si sigilla remota fuerint et tabularium aut armarium apertum, Administrator eparchiae vacantis rationem reddat urgentis necessitatis, qua ad hoc motus fuerit. Can. 450 1. Curent Episcopi ut archivorum quoque ecclesiarum cathedralium, paroecialium, ac confraternitatum et piorum locorum inventaria seu catalogi conficiantur duobus exemplaribus, quorum alterum in proprio archivo, alterum in archivo episcopali servetur. 2. Documenta originalia ex praedictis archivis ne efferantur, nisi ad normam can. 445.
Can. 447. Syn. Armen., a. 1911, 322. Can. 4 4 8 1, 2. Syn. Armen., a. 1911, 322. Can. 4 5 0 1. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 2, V.

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Can. 451 1. Documenta quae in paroeciarum et curiarum archivis sub secreto servanda non sunt, is cuius intersit potest, praevia licentia competentis auctoritatis ecclesiasticae, inspicere; itemque postulare ut sua impensa sibi legitimum eorum exemplar exscribatur et tradatur. 2. Cancellarii autem curiarum, parochi, aliique archivorum custodes, in communicandis documentis et eorum exemplaribus describendis tradendisque, regulas servent a legitima auctoritate ecclesiastica datas, et in casibus dubiis loci Hierarcham consulant.

ARTICULUS I I I De examinatoribus eparchialibus et parochis consultoribus Can. 452 1. I In quavis eparchia habeantur examinatores eparchiales et parochi consultores qui omnes in Conventu eparchiali constituantur, propositi ab Episcopo, a Conventu approbati, salvo iure particulari disponente ut officium examinatorum eparchialium et parochorum consultorum a sodalibus Consistorii episcopalis adimpleatur; 2 Ad officium examinatoris eparchialis et parochi consultoris designari potest presbyter etiam alius eparchiae, de consensu tamen sui Hierarchae. 2. Tot eligantur quot Episcopus prudenti suo iudicio necessarios iudicaverit, non tamen infra quatuor, nec ultra duodecim. Can. 453 1. Examinatoribus et parochis consultoribus medio tempore inter unum et alium eparchialem Conventum demortuis vel alia ratione ab officio cessantibus, alios Episcopus substituat auditis consultoribus eparchialibus. 2. Haec norma servetur etiam in examinatoribus et parochis consultoribus constituendis quoties eparchialis Conventus non habeatur. Can. 454 1. Examinatores et parochi consultores, sive in eparchiali Conventu sive extra eum constituti, post decem annos a suscepto officio vel etiam prius, adveniente novo eparchiali Conventu, eodem cadunt; posDe examinatoribus eparchialibus ... Syn. Armen., a. 1911, 325. Can. 452. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 8 iul. 1774, n. 4.
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sunt tamen negotium iam coeptum ad exitum perducere et, servatis de iure servandis, denuo constitui. 2. Qui loco examinatorum ac parochorum consultorum deficientium constituantur, in officio persistunt dumtaxat quousque perstitissent ii quibus substituti fuerunt. Can. 455 Removeri ab Episcopo possunt gravi de causa et auditis, nisi contrarium opportunum ipse duxerit, eparchialibus consultoribus. Can. 456 1. Examinatores eparchiales operam suam diligenter navent prae sertim experimentis habendis ad provisionem beneficiorum paroecialium nec non processibus iure particulari praescriptis uti processus de remotione vel translatione parochorum, de clericis non residentibus. 2. Quod autem attinet ad experimenta habenda ad clericorum ordinationem et approbationem presbyterorum qui petunt facultatem excipiendi sacramentales confessiones aut sacras contiones habendi, et ad examina de quibus in can. 66, integrum est Episcopo vel examinatorum eparchialium vel aliorum opera uti. Can. 457 Idem potest esse examinator et parochus consultor, non autem in eadem causa. CAPUT V De consultoribus eparchialibus Can. 458 1. I In omnibus eparchiis, etiam in patriarchatibus constitutis, nominentur ab Episcopo, firmo can. 460, consultores eparchiales qui sint presbyteri pietate, moribus, doctrina ac prudentia commendati, quique Episcopum consilio et auxilio adiuvent in regenda eparchia; 2 Ad officium consultoris eparchialis designari possunt religiosi, si necessitas id requirat, et cum consensu Patriarchae. 2. Collegio consultorum eparchialium ius et officium quoque est, quoties Patriarchae non competit, vacante sede aut impedita, Episcopi vices in eparchiae regimine supplendi ad normam can. 469.
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Can. 456. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 20. 1. - S. O. de Prop. Fide - Pro Negotiis Ritus Orientalis -, decr. 17 aug. 1914, art. 8. 2. Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I I I , 7; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 2, 3.

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Can. 459 1. Episcopus obligatione tenetur consultorum eparchialium consensum vel consilium, ad normam canonum, exquirendi. 2. Patriarcha in regimine propriae eparchiae consilium consultorum eparchialium audiat necesse est, quoties ius statuit Hierarcham loci eorum consilio vel consensu indigere. Concordibus vero consultorum suffragiis Patriarcha multum deferat, nec ab iisdem, sine praevalenti ratione, suo iudicio aestimanda, discedat. Can. 460 Inter consultores eparchiales ipso iure numerantur oeconomus et primus presbyter in ecclesia cathedrali; ceteros consultores nominat Episcopus, firmo praescripto can. 462. Can. 461 1. Consultores eparchiales numero sint saltem sex; in eparchiis ubi pauci sint presbyteri, satis sunt quatuor; iidemque omnes in civitate episcopali vel in locis vicinioribus commorentur. 2. Antequam officium huiusmodi suscipiant, iusiurandum interponant de officio fideliter exsequendo sine ulla acceptione personarum. Can. 462 1. Officium consultorum est ad decennium. 2. Exacto decennio, Episcopus vel alios in eorum locum substituat, vel eosdem ad aliud decennium confirmet; quod idem servetur singulis decenniis. 3. Deficiente, quavis de causa, aliquo consultore intra decennium, Episcopus auditis, nisi aliter opportunum duxerit, ceteris consultoribus, alium substituat, qui in officio maneat usque ad expletum idem decennium. 4. Si forte decennium excidat vacante sede episcopali, consultores in officio maneant usque ad accessum novi Episcopi, qui intra sex menses ab inita eparchiae administratione providere debet ad normam huius canonis. 5. Si, sede vacante, aliquis consultor moriatur vel renuntiet, Administrator eparchiae vacantis de consensu aliorum consultorum, alium nominet, qui tamen, ut officio, sede plena, fungatur, indiget novi Episcopi confirmatione. Can. 463 Durante munere, Episcopus consultores ne removeat, nisi ob iustam causam et auditis, nisi contrarium opportunum duxerit, ceteris consultoribus.

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Can. 464 1. Collegii consultorum eparchialium vices in omnibus supplet Capitulum canonicorum ecclesiae cathedralis, ubi hoc constitutum est; quare quae canones ad gubernationem eparchiae, sive sede plena sive ea impedita aut vacante, consultoribus eparchialibus tribuunt, ea etiam de Capitulo cathedrali intelligenda sunt. 2. Capituli cathedralis praeterea est sollemniorem cultum Deo in ecclesia cathedrali exhibere. Can. 465 1. Capitulorum institutio seu erectio, innovatio ac suppressio Sedi Apostolicae reservatur. 2. 1 Dignitatum erectio necnon primae dignitatis collatio Sedi Apostolicae reservantur; 2 Ad Episcopum vero pertinet, audito Capitulo, conferre omnia et singula beneficia ac canonicatus in ecclesia cathedrali, reprobata quavis contraria consuetudine et revocato quolibet contrario privilegio, sed firma contraria fundationis lege et praescripto iuris de beneficiis Sedi Apostolicae reservatis. 3. Capitula, ubi vigent, reguntur iure particulari. Can. 466 1. Si ecclesia cathedralis simul sit paroecialis, relationes iuridicae inter Capitulum, si habeatur, et parochum reguntur normis quae sequuntur, nisi aliud ferat aut Sedis Apostolicae indultum aut particularis conventio in erectione paroeciae inita et ab Episcopo legitime probata. 2. Ad parochum spectat : I Applicare divinam Liturgiam pro populo et, debito tempore, praedicare ac christianam doctrinam fideles edocere; 2 Custodire libros paroeciales et ex iis attestationes extrahere; 3 Functiones paroeciales peragere de quibus in can. 503. Iusta funebria, in ecclesia ad normam iuris peragenda, persolvere ad Capitulum pertinet dumtaxat si de funere agatur alicuius dignitatis, vel canonici, etiam honorarii tantum, vel beneficiarii;
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Can. 464. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I / cap. V, De Presbyteriis sive Ecclesiarum Cathedralium Capitulis; a. 1882, tit. I I , Constitutiones Capituli Metropolitani; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. I V , 1. Can. 465 1. Pius V I I , const. ap. Apostolatus officium, 1 dec. 1807 ; Pius IX, const. ap. Meritis licet, 13 febr. 1846; const. a<p. Apostolicum ministerium, 26 nov. 1853, n. 6; bulla Ad Apostolicam, 26 nov. 1853 ; bulla Ecclesiam Christi, 26 nov. 1853 ; litt. ap. In Apostolicae, 12 iul. 1864, n. 2. 2, 1. Pius IX, const. ap Meritis licet, 13 febr. 1S46; litt. ap. In Apostolicae, 12 iul. 1864, n. 1.

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4 Alias functiones non stricte paroeciales peragere quae in paroeciis fieri solent, modo ne impediatur chorale servitium, nec Capitulum easdem functiones peragat; 5 Eleemosynas in bonum paroecianorum colligere, easdem directe vel indirecte oblatas recipere, administrare et secundum offerentium voluntatem distribuere. 3. Ad Capitulum spectat : I Custodire divinam Eucharistiam ; sed altera tabernaculi seu columbae clavis apud parochum servari debet; 2 Invigilare ut in functionibus a parocho in capitulari ecclesia peragendis leges liturgicae observentur; 3 Ecclesiae curam habere eiusque bona administrare cum piis legatis. 4. Nec parochus capitulares nec Capitulum paroeciales functiones et munera impediat; exorto autem conflictu, quaestionem dirimat Epi-scopus, qui in primis curare debet ut catechetica instructio et Evangelii explicatio hora fidelibus commodiore semper habeatur. 5. Non solum Capitulum impedire nequit parochum in exercenda paroeciali cura, sed insuper sciant capitulares se ex caritate teneri, maxime si designati coadiutores desint, ut eidem adiutricem operam navent, secundum modum ab Episcopo determinandum.
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CAPUT VI De Sede impedita aut vacante ac de Administratore eparchiae vacantis Can. 467 1. I Sede per Episcopi captivitatem, relegationem, exitium.; aut inhabilitatem ita impedita, ut ne per litteras quidem cum subditis communicare ipse possit, eparchiae regimen, nisi aliter providerit Sedes Apostolica, esto penes Episcopi Syncellum vel alium idoneum sacerdotem ab Episcopo designatum, cui ipso iure competunt potestas, iura et oflicia Syncelli ; 2 Potest in casu Episcopus, gravi de causa, plures designare, qui sibi invicem in officio succedant. 2. 1 His deficientibus, vel, uti supra dictum est, impeditis, collegium consultorum eparchialium Administratorem ad normam can. 470, 1, constituat, firmo can. 249, 1, n. 4 ; 2 Haec norma servetur etiam cum Syncellus vel sacerdos ab Episcopo designatus, quavis de causa, eparchiae regimen assumere non potuit ; 3 Administratori de quo in nn. 1, 2 competit potestas Administratoris eparchiae vacantis.
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3 . Qni eparchiam regendam suscepit, quamprimum Sacram Congregationem pro Ecclesia Orientali et Patriarcham vel Archiepiscopum moneat de sede impedita ac de assumpto officio. 4. Si Episcopus in excommunicationem, interdictum vel suspensionem inciderit : I In patriarchatibus, ipse Patriarcha interim provideat et Sedem Apostolicam certiorem faciat ; 2 In archiepiscopatibus, Archiepiscopus Sedem Apostolicam de re edoceat ; quod si de ipso Archiepiscopo agatur, primus, ordine praecedentiae, Metropolita vel, si in archiepiscopatu Metropolitae non sint,, primus Episcopus idem praestet; 3 Extra archiepiscopatus, Metropolita et, si de ipso agatur, primus inter Episcopos comprovinciales Sedem Apostolicam certiorem faciat ; 4 Quod si agatur de Episcopo nulli Metropolitae subiecto vel de Exarcho cum territorio proprio aut de Exarcho apostolico, Metropolita ad normam can. 323 designatus, obligatione rem deferendi ad Sedem Apostolicam tenetur.
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Can. 468 1. Sedes episcopalis vacat Episcopi morte, expressa renuntiatione a Romano Pontifice acceptata, firmo praescripto can. 248, 1, n. 3, postquam renuntianti significata est acceptatio, tacita renuntiatione ad normam can. 130, translatione ac privatione Episcopo intimata. 2. Excepta collatione beneficiorum aut officiorum ecclesiasticorum, omnia vim habent quae gesta sunt a Syncello usque dum hic certam de obitu vel de tacita renuntiatione Episcopi notitiam habuerit, vel ab Episcopo aut a Syncello usque dum authenticum de memoratis actibus pontificiis vel patriarchalibus nuncium ad eosdem pervenerit, et salvo can. 469. 3. Ab authentico translationis nuncio Episcopus intra quatuor menses debet novam eparchiam petere eiusdemque administrationem inire ad normam can. 396, 397. A die initae administrationis, prior eparchia plene vacat ; interim vero in eadem Episcopus : 1 Administratoris eparchiae vacantis potestatem obtinet iisdemque obligationibus tenetur, cessante qualibet Syncelli potestate; 2 Honorifica Episcoporum residentialium privilegia conservat; 3 Ius habet ad congruam retributionem ad normam can. 479, n. 1.
Can. 468. S. Damasus, litt. Decursis litteris, a. 380. - Syn. Sciarfen. Syrorum,, a. 1888, cap. V I I I , art. I I I , De vacantia Sedis episcopalis vel metropolitanae. 1. - S. Iulius, litt. Legi litteras, a. 341: ?i igitur. -Canones Apostolorum, 1 4 ; Syn. Sardicen., a. 343, can. 1; S. Cyrillus Alexandrin., can. 3. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I , art. I I I , De Sede Episcopali vacante; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. I X , art. I I , 6. 3. Syn. Sardicen., a. 343, can. 1. - Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 18S8, cap. V I I I , art. IV.

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Can. 469 Sede vacante, quoties non adfuerit Administrator apostolicus vel aliter a Sede Apostolica provisum non fuerit, regimen eparchiae transit, in patriarchatibus, salvo iure particulari, ad Patriarcham ; Syncellus tamen in munere perdurat donec Administrator, a Patriarcha ad normam can. 249, 1, n. 4 nominatus, officii sui administrationem ineat; extra patriarchatus, ad coetum consultorum eparchialium.

Can. 470 1. Coetus consultorum eparchialium, sede vacante, intra octo dies ab accepta notitia vacationis, debet Administratorem qui loco sui eparchiam regat eligere. 2. Si intra praescriptum tempus Administratorem, quavis de causa, non elegerit, designatio devolvitur in patriarchatibus, ad Patriarcham ad normam can. 249, 1, n. 3; extra patriarchatus, ad Metropolitam; si autem ecclesia ipsa metropolitana fuerit vacans vel metropolitana simul et comprovincialis vacaverint, ad Archiepiscopum, si provincia eidem subiiciatur; secus, ad Episcopum comprovincialem residentem ordine praecedentiae primum. Si vero de ipsa archiepiscopali eparchia agatur, designatio devolvitur ad primum Metropolitam vel, si in archiepiscopatu non habeantur Metropolitae, ad primum Episcopum comprovincialem. Idem servetur si electio Administratoris fuerit nulla ob defectum formae. 3. Vacante eparchia nulli Patriarchae, Archiepiscopo vel Metropolitae subiecta, si collegium consultorum eparchialium intra octo dies Administratorem non elegerit, hunc Metropolita ad normam can. 323 designatus constituat. 4. Consultores eparchiales quamprimum de morte Episcopi, atque ab iisdem electus in Administratorem de sua electione, Sedem Apostolicam certiorem faciant. Can. 471 1. Administratorem eparchiae vacantis eligere debet coetus consultorum eparchialium per actum collegialem ad normam can. 102-124, salvis peculiaribus huius capitis normis, et ad eius validitatem requiritur pars suffragiorum absolute maior demptis suffragiis nullis. 2. Eadem persona non potest in Administratorem et oeconomum designari, reprobata contraria consuetudine.
Can. 469. Syn. Armen., a. 1911, 298; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I I I . Can. 470 1. Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. I I , 5.

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Can. 472 ii 1. Ad Administratoris eparchiae vacantis officium designari valide non potest sacerdos vinculo matrimoniali adstrictus, nec qui tricesimum aetatis annum non expleverit, vel ad eandem vacantem sedem fuerit electus, nominatus vel praesentatus. 2. Administrator eparchiae vacantis sit praeterea in theologia aut iure canonico doctor vel prolyta aut saltem earundem disciplinarum vere peritus, in eoque morum integritas, pietas, sana doctrina cum prudentiae laude conspirent. 3. Si praescriptae 1 condiciones posthabitae fuerint, applicetur praescriptum can. 470, 2. Actus autem illius qui a collegio consultorum electus fuerat, ipso iure sunt nulli. Can. 473 1. Sede vacante, firmis iuris praescriptis circa quosdam actus prohibitos, ordinaria Episcopi iurisdictio in spiritualibus et temporalibus transit, ante designationem Administratoris eparchiae vacantis, ad Patriarcham, salvo iure particulari, extra patriarchatus, ad coetum consultorum eparchialium; Administratore autem designato, ad ipsum eadem Episcopi potestas devolvitur. 2. Quare coetus consultorum eparchialium et postea Administrator eparchiae vacantis omnia possunt quae enumerantur can. 434, 2. Can. 474 1. Sede vacante nihil innovetur. 2. I Administratori et consultoribus eparchialibus non licet agere quicquam quod vel eparchiae vel episcopalibus iuribus praeiudicium aliquod afferre possit; 2 Tum Administrator et consultores eparchiales tum alii omnes, clerici vel laici, prohibentur curiae episcopalis documenta quaelibet subtrahere vel destruere vel celare vel immutare.
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Can. 475 In Administratore constituendo nullam sibi iurisdictionis partem nec Patriarcha nec collegium consultorum eparchialium retinere potest, nec gerendo officio tempus praefinire aliasve restrictiones praestituere.
Can. 472 1. Syn. Carthaginen., a. 419, can. 77. Can. 473. Syn. Armen., a. 1911, 298; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I . cap. II, art. I I I , 1; Syn. Sciarfen. Syrorum, a 1888, cap. V I I I , art. I I I . Can. 474. Syn Armen., a. 1911, 299; Syn. Sciarfen Syrorum, a. 1888, cap. V I I I . art. I I I . 1. Syn. Ancyran., a. 314, can. 15. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I , art. I I I , 3; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I . 2. Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I .

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Can. 476 1. Administrator eparchiae vacantis a Patriarcha designatus, postquam fidei professionem coram Patriarcha emiserit, iurisdictionem obtinet, non exercendam tamen nisi postquam litteras patriarchales suae designationis consultoribus eparchialibus ostenderit; curet tamen easdem litteras quamprimum clero totius eparchiae notas facere. 2. Administrator sedis vacantis a coetu consultorum eparchialium electus, edita fidei professione, statim iurisdictionem obtinet, neque indiget cuiusquam confirmatione. Can. 477 Quae in can. 436 de Syncello praescripta sunt, eadem de Administratore quoque dicta intelligantur. Can. 478 Administrator obligatione tenetur residendi in eparchia et applicandae divinae Liturgiae pro populo ad normam can. 403, 404. Can. 479 Nisi aliter fuerit legitime provisum : I Administrator ius habet ad congruam retributionem, in Synodo* patriarchatus, archiepiscopatus vel provinciae aut, iure particulari ita ferente, a Patriarcha de consensu Synodi permanentis, designatam aut recepta consuetudine concedi solitam, desumendam ex reditibus domus seu mensae episcopalis aut ex aliis emolumentis; 2 Cetera emolumenta ad Episcopum spectantia, quo tempore sedes episcopalis vacaverit, futuro Episcopo pro eparchiae necessitatibus reserventur, servatis praescriptis iuris particularis quae modum quo emolumenta erogari debeant, definiant.
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Can. 480 1. Administratoris eparchiae vacantis electi a coetu consultorum eparchialium ad normam can. 469 remotio Sedi Apostolicae reservatur ; renuntiatio authentica forma ad normam can. 128 est exhibenda eidem coetui, a quo tamen eam acceptari necesse non est ; novi autem Administratoris constitutio post prioris renuntiationem, obitum vel remotionem ad ipsos consultores eparchiales pertinet, facienda ad normam can. 470.

Can. 479. Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I I I . 2. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 25. Can. 480 1. Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I I I .

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2. Cessat praeterea Administratoris officium per initam a novo Episcopo eparchiae administrationem ad normam can. 397, 3.

Can. 481 1. I Oeconomus munus suum impleat sub auctoritate Administratoris eparchiae vacantis; 2 Ad ipsum oeconomum devolvitur administratio eorum bonorum quae, ob sedis vacationem, administratorem non habent, nisi Patriarcha aut coetus consultorum eparchialium aliter providerint. 2. I Oeconomi, sede vacante, remotio reservatur Sedi Apostolicae, firmo praescripto n. 2; 2 In patriarchatibus, remotio de qua in n. 1, reservatur Patriarchae; 3 Renuntiatio authentica forma est exhibenda Patriarchae aut coetui consultorum eparchialium. Ut renuntiatio Patriarchae exhibita valeat, acceptetur oportet ab eodem audita Synodo permanenti. 3. Resoluto quovis modo iure oeconomi, novi electio vel nominatio pertinet ad Patriarcham de consensu Episcoporum officium in curia cum residentia habentium, aut ad coetum consultorum eparchialium, per partem suffragiorum absolute maiorem. 4. Quae Patriarchae paragraphis praecedentibus tribuuntur, eidem eatenus competunt quatenus ei competit nominatio Administratoris eparchiae vacantis. 5. Oeconomus novo Episcopo rationem reddere debet suae administrationis, qua reddita, nisi ab eodem confirmetur, a munere cessat.
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Can. 482 1. Novus Episcopus a consultoribus eparchialibus aut ab Administratore, ab oeconomo et ab aliis Officialibus, qui, sede vacante, fuerunt constituti, rationem exigere debet officiorum, iurisdictionis, administrationis munerisve ipsorum cuiuslibet, et in eos animadvertere, qui in suo officio seu administratione deliquerint, etiamsi, redditis rationibus, collegium consultorum eparchialium per se vel per alios absolutionem aut liberationem iis concesserit. 2. Iidem rationem reddant novo Episcopo scripturarum ad ecclesiam pertinentium, si quae ad ipsos pervenerint.

Can. 481. Syn. Chalcedonen., a. 451, can. 25. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. IV, 27. 1. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I V , 17 ; Syn. Leopolien Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. I I , 5. Can. 482. Syn. Armen., a. 1911, 322; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I , art. I I I , 4; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V, V I . 1. Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I . art. I I I .

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CAPUT VII De Protopresbyteris Can. 483 Protopresbyter est presbyter qui regioni, de qua in can. 161, 1, ab Episcopo praeficitur. Can. 484 1. Ad officium protopresbyteri Episcopus eligat presbyterum quem idoneum iudicaverit, praesertim inter rectores ecclesiarum paroecialium. 2. Protopresbyter ad nutum Episcopi amoveri potest.

Can. 485 1. Protopresbyter o, praeter facultates quas ei tribuit sive Synodus patriarchalis vel provincialis sive Episcopus cum in Conventu eparchiali tum extra Conventum, ius et officium est invigilandi potissimum : I Num clerici suae regionis vitam ducant ad normam canonum suisque officiis diligenter satisfaciant, praesertim circa residentiae legem, divini verbi praedicationem, impertiendam pueris atque adultis catechesim et obligationem infirmis assistendi ; 2 Num decreta lata ab Episcopo in sacra visitatione exsecutioni mandentur ; 3 Num debitae cautelae circa materiam Sacrificii eucharistici adhibeantur ; 4 Num decor et nitor ecclesiarum et sacrae supellectilis, maxime in custodia divinae Eucharistiae et in divinae Liturgiae celebratione, aco

De Protopresbyteris. Syn. Antiochen., a. 841, can. 10. - Syn. Armen., a. 1911, 273; tit. I I , cap. I X , De Chorepiscopis; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I V , art. I I , De Eegumeno; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 1, 3; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. V I I , De Vicariis Foraneis; cap. V I I I , De protopopis, Protopresbyteris et de Administratoribus Officii Protopapalis; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I X ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. V, 1 ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 9, De benedictione Periodeutae et Chorepiscopi; cap. X I , art. I I , De Chorepiscopo et Periodeuta. Can. 485 1. Syn. Libanen. Ruthenorum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 4, V I ; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V I I , cap. I ; a. 1900, tit. I I I , cap. I I I ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I I I , 1; 2, 7, 8; tit. V I ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. I I , cap. II ; tit. IV, cap. V I I I , 13, 15 ; tit. V I I , cap. V I , 6. 1, 1. Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. X ; tit. X V . S 1. 3. Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I I I , 4. 1, 4. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 2, V I ; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1900, tit. I I I , cap. I, 2, 13 d)-, cap. IL 7; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 172C, tit. I I I , 4.
37 ACTA, vol. X X I V . n. 9 15-8-1957.

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curate servetur ; sacrae functiones secundum normas liturgicas celebrentur ; bona ecclesiastica diligenter administrentur, adnexaque illis onera, in primis Liturgiarum, rite impleantur ; recte conscribantur et asserventur libri paroeciales. 2. De iis omnibus ut fiat certior, protopresbyter debet, statutis ab Episcopo temporibus, suae regionis paroecias visitare. 3. Pertinet etiam ad protopresbyferum, statim atque audierit aliquem suae regionis parochum graviter aegrotare, operam dare ne spiritualibus ac materialibus auxiliis honestoque funere, cum decesserit, careat ; et curare ne, eo aegrotante vel decedente, libri, documenta, sacra supellex aliaque quae ad ecclesiam pertinent, depereant aut asportentur.

Can. 486 1. Protopresbyter debet, diebus ab Episcopo designatis, convocare presbyteros propriae regionis ad collationes de quibus in can. 67 iisdemque praeesse ; ubi vero plures habeantur huiusmodi coetus in variis suae regionis locis, invigilare ut rite celebrentur. 2. Si non sit parochus, debet residere in territorio protopresbyteratus vel alio in loco non valde distanti secundum normas ab Episcopo definiendas. Can. 487 Protopresbyter saltem semel in anno rationem reddere debet Episcopo proprii protopresbyteratus, exponens non solum quae per annum bene gesta sint, sed etiam quae mala obrepserint, quae scandala exorta sint, quae remedia ad ea reparanda adhibita et quidquid agendum existimet ad ea radicitus exstirpandas Can. 488 1. Protopresbyter sigillum habeat sui officii proprium. 2. Praecedit omnibus parochis aliisque presbyteris suae regionis.
Can. 485 2. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 4, V I ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. I I I , 2. Can. 487. Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. I I I , 2.

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CAPUT VIII De Parochis Can. 489 1. Parochus est presbyter cui paroecia collata est in titulum cum cura animarum sub Episcopi auctoritate exercenda. 2. Etiamsi paroecia unita fuerit domui religiosae vel alii personae morali, parochus debet constitui ad curam animarum exercendam. 3. Parochis aequiparantur cum omnibus iuribus et obligationibus paroecialibus et parochorum nomine in iure veniunt : I Quasi-parochi, qui quasi-paroecias regunt de quibus in can. 160, 3 ; et quilibet alii presbyteri quibus cura animarum instar parochorum in determinato territorio stabiliter commissa est; 2 Vicarii paroeciales, si plena potestate paroeciali sint praediti. 4. De militum cappellanis, sive maioribus sive minoribus, serventur peculiaria Sedis Apostolicae praescripta, firmo can. 260, 4.
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Can. 490 1. I Sine indulto Sedis Apostolicae paroecia personae morali, quod ad spiritualia et temporalia, uniri valide non potest, firmo praescripto can. 260, 3; 2 Hac unione paroecia realiter et in perpetuum personae morali unitur; quae si sit religiosa, paroecia fit religiosa. Non admittitur tamen ut ipsamet persona moralis sit parochus; 3 Patrimonium paroeciae ita personae morali unitae, ad administrationem quod attinet, distinctum servetur a patrimonio ipsius personae moralis. 2. Non admittitur unio paroeciae cum persona morali quod ad temporalia tantum. Can. 491 1. Episcopus committere potest paroeciam alicui domui religiosae precario tantum.
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De parochis. Syn. Armen., a. 1911, tit. I I , cap. X I , De Parochis eorumque adiutoribus; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I V , art. I V , De Parocho; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. IX, De Parochis, Parochiarum Administratoribus et De Cooperatoribus sive Cappellanis; tit. I V , cap. I I ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. X; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. X I , art. I I I , De Parocho. Can. 489 1. Syn. Laodicen., a. 347/881, can. 57. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 2; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. V I , 1. 2. Syn. Libanen. Maronitarum, a. .1736, pars I I , cap. X I V , 15.

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2. Ex hac precaria commissione paroecia non fit religiosa, sed saecularis remanet, et, ex rationabili causa, tum Episcopus commissionem revocare, tum Superior competens paroeciae renuntiare, potest, servatis clausulis conventioni adiectis. Can. 492 Praescripta canonum de paroecia domui religiosae quod ad spiritualia et temporalia unita intelligenda sunt, nisi rei natura aut legis textus contextusque obstet, etiam de paroecia religiosis precario concredita. Can. 493 Ut presbyter parochus nominari possit, oportet sit bonis moribus, doctrina, animarum zelo, prudentia, ceterisque virtutibus ac qualitatibus praeditus, quae ad vacantem paroeciam cum laude gubernandam iure tum communi tum particulari requiruntur.

Can. 494 1. Qui paroeciae administrandae praeficiuntur uti proprii eiusdem rectores, stabiles in ea esse debent; quod tamen non impedit quominus omnes ab ea removeri queant ad normam iuris. 2. At non omnes parochi eandem obtinent stabilitatem; qui maiore gaudent, inamovibiles; qui minore, amovibiles appellari solent. 3. Paroeciae inamovibiles nequeunt amovibiles reddi sine consensu Sedis Apostolicae, firmo praescripto can. 260, 1, n. 2, /; amovibiles possunt ab Episcopo, auditis consultoribus eparchialibus, non autem ab Administratore sedis vacantis, inamovibiles declarari; novae quae erigantur, sint inamovibiles, nisi Episcopus, prudenti suo arbitrio, ob peculiaria adiuncta quae ad loca vel personas attineant, auditis consultoribus, magis expedire decreverit eas esse amovibiles. 4. Quasi-paroeciae sunt omnes amovibiles. 5. Parochi autem, ad religiosam familiam pertinentes, sunt semper, ratione personae, amovibiles ad nutum tam Episcopi, monito Superiore, quam Superioris, monito Episcopo, aequo iure, non requisito alterius consensu; neuter autem tenetur ut alteri causam iudicii sui aperiat aut probet, salvo recursu ad Apostolicam Sedem et praescripto can. 260, 2.

Can. 494. S. C. pro Eccl. Orient., decr. 1 mart. 1929, art. 1 5 ; decr. 24 maii 1930, art. 18. - Syn. Armen., a. 1911, 359; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. IX, 6; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. X I , art. I I I , 5, X. 4. S. O. pro Eccl. Orient., decr. 23 nov. 1940, art. 15. 5. S. O. de Prop. Fide (C. G.), 13 maii 1839.

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Can. 495 Hierarchae loci paroecias aut quasi-paroecias quae, iudicio Patriarchae cum consensu Synodi permanentis, sufficientem dotem non habent, conferre possunt ad nutum. Curent tamen iidem Hierarchae ut quamprimum his paroeciis vel quasi-paroeciis congrua dos provideatur.

Can. 496 1. Ius nominandi et instituendi parochos competit Episcopo, reprobata contraria consuetudine et revocato quolibet contrario privilegio, excepto privilegio praesentationis, si cui legitime competat, et firmo iuris praescripto de beneficiis Sedis Apostolicae reservatis. 2. Sede vacante aut impedita ad normam can. 467, ad Administratorem aliumve qui eparchiam regat, pertinet : I Vicarios paroeciales constituere ad normam can. 513-517 ; 2 Acceptare praesentationem ad paroeciam vacantem, et institutionem praesentato concedere; 3 Paroecias liberae collationis conferre, si sedes ab anno saltem vacaverit vel impedita fuerit.
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Can. 497 Ad paroecias domui religiosae unitas Superior, cui ex statutis id competit, presbyterum suae Religionis praesentat Episcopo; qui eidem servato praescripto can. 500, 2, institutionem concedit.

Can. 498 Quasi-parochos e clero saeculari proprius loci Hierarcha nominat, audito, nisi contrarium opportunum duxerit, consilio de quo in can. 377.

Can. 499 Vacanti paroeciae curet Episcopus providere ad normam can. 97, nisi peculiaria locorum ac personarum adiuncta, prudenti Episcopi iudicio, collationem tituli paroecialis differendam suadeant.
Can. 495. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 2, I I I ; cap. I V , 2 1 ; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. IV, cap. I I I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I I I , 8, n. 3; cap. X I I , 7. Can. 496 1. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. .1872, tit. I V , cap. IV. 2, I . Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I I , art. I I I , 2; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V I I I , art. I I I .
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Can. 499. Syn. Armen., a. 1911, 262.

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Can. 500 1. Episcopus, graviter onerata eius conscientia, obligatione tenetur vacantem paroeciam illi conferendi, quem magis idoneum ad eam regendam habuerit, sine ulla personarum acceptione. 2. In hoc iudicio ratio haberi debet non solum doctrinae, sed etiam earum omnium qualitatum, quae ad paroeciam vacantem rite regendam requiruntur. 3. Quare Episcopus : I Ne omittat documenta, si qua sint, ex curiae tabulario desumere quae clericum nominandum respiciunt et notitias, secretas quoque, si opportunum iudicaverit, prudenter exquirere etiam ex locis extra eparchiam ; 2 Prae oculis habeat praescriptum can. 66, 2; 3 Clericum examini super doctrina coram se et examinatoribus eparchialibus subiiciat; a quo, auditis iisdem examinatoribus, potest dispensare, si agatur de presbytero doctrina theologica praestante. Periculum semel factum pro prima paroecia sufficit si translatio fiat proponente ac suadente Episcopo ; renovandum vero est si translatio fiat ad instantiam parochi, nisi Episcopus auditis examinatoribus synodalibus iudicet idoneitatem adhuc perdurare eamque esse sufficientem ad novam paroeciam. Examini subiiciendus non est parochus remotus a paroecia qui transfertur ad aliam paroeciam, neque parochus qui ex officio transfertur ad aliam paroeciam. 4. In regionibus in quibus paroeciarum provisio fit per concursum, haec forma retineatur, nisi agatur de prima provisione novae erectae paroeciae.
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Can. 501 1. Parochus ad normam can. 98 unam tantum pro titulo paroeciam habeat, nisi de paroeciis agatur aeque principaliter unitis. 2. I In eadem paroecia unus tantum debet esse parochus; 2 Curent locorum Hierarchae ut vigentes in praesens contra praescriptum n. 1 consuetudines prudenter submoveantur.
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Can. 502 Curam animarum parochus obtinet a provisione canonica, quam tamen eidem exercere non licet nisi inita, ad normam iuris particularis,

Can. 500. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I V , cap. IV 1, 2, 3. Syn. Armen., a. 1911, 262. 4. Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. I X , cap. I V . Can. 501. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 2, I I I . 2. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 32; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I I I , 7; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. X I , art. I I I , 4 , 5 , V.

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paroeciae administratione. Antequam administrationem ineat aut in ineunda administratione, fidei professionem edere debet ad normam iuris particularis. Can. 503 Functiones parocho reservatae, nisi aliud iure communi vel particulari caveatur, sunt : 1 Conferre sacramentum baptismi cum omnibus praescriptis ritibus et caeremoniis, et, una cum baptismo, sacramentum chrismatis ; 2 Nisi aliud iure statuatur, in periculo mortis constitutos sacramento unctionis infirmorum roborare et divinam Eucharistiam tamquam Viaticum ad infirmos deferre. In casu autem necessitatis, vel si accedat licentia saltem rationabiliter praesumpta parochi vel Hierarchae loci, alius quilibet sacerdos haec sacramenta ministrare potest; 3 Sacras ordinationes et ineundas nuptias denuntiare, matrimoniis assistere, sponsalitiam et nuptialem benedictionem impertiri ; 4 Iusta funebria persolvere; 5 Domibus, statutis diebus ad normam librorum liturgicorum, benedicere ; 6 Aquae sollemni ritu die festo Epiphaniae aliove legitime determinato benedicere; 7 Publicam processionem extra ecclesiam ducere, inde a singulis ecclesiis intra territorium paroeciae sitis, etsi filiales non sint et proprium rectorem habeant, firmo tamen praescripto can. 522; 8 Benedictiones extra ecclesiam cum pompa ac sollemnitate impertiri, aliasque benedictiones largiri et certas preces persolvere, iuxta diversorum rituum legitimas consuetudines.
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Can. 503. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 2, X; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I I I ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. X I , art. I I I , 5 ; cap. X I I , 3. I. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. .1898, sect. I I I , cap. I V , art. I V , 1, V I I , 3; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. IX, 1. 2. Syn. Ain-Trazen. Graeco-Melchitarum, a. 1835, can. 5 pr., n. 1; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. IX, 1. 3o. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I X , 1; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. V I I I , 5, I I . 5, 6. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 2, V I I . 70. S. C. de Prop. Fide, decr. 6 oct. 1863, E, e. 80. _ gyn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 2, V I I ; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I X , 2.
1

Cfr. Pius X I I , litt. apost. Postquam Apostolicis Litteris, Motu Proprio datae, 9 febr.

1952, can. 46.

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Can. 504 1. Ius est parocho ad praestationes quas ei tribuit legitima consuetudo vel ad normam iuris communis, taxatio. 2. Potiores exigens, ad restitutionem tenetur. 3. Licet paroeciale aliquod officium ab alio fuerit expletum, praestationes tamen parocho cedunt, nisi de contraria offerentium voluntate certo constet circa summam quae taxam excedit. 4. Gratuitum ministerium praestet parochus iis qui solvendo pares non sunt.
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Can. 505 1. Parochus ratione officii debet curam animarum exercere in om nes suos paroecianos, qui non sint legitime excepti. 2. Potest Episcopus iusta et gravi de causa religiosas familias et pias domos, quae in paroeciae territorio sint et a iure non exemptae, a parochi cura subducere. Can. 506 1. Parochus obligatione tenetur residendi in domo paroeciali prope suam ecclesiam; potest tamen Episcopus iusta de causa permittere ut alibi commoretur, dummodo domus ab ecclesia paroeciali non ita distet ut paroecialium perfunctio munerum aliquid inde detrimenti capiat. 2. Eidem abesse permittitur per quadraginta dies intra annum, sive continuos sive intermissos, nisi gravis causa, iudicio ipsius Episcopi, vel diuturniorem absentiam requirat vel breviorem tantum permittat.

Can. 504. S. C. de Prop Fide, decr. 6 oct. 1863, E, e. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I , cap. I, 7. 1. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. I, 12, V I I I ; sect. I I I , cap. I V , art. I V , 1, V I I , 6; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I , 5; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. I, 9 2. Syn. Armen., a. 1911, 357; Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. I, 12, V I I I ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I , 5; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. I, 9; cap. X I , art. I I I , 5, V I I I . 3. S. C. de Prop. Fide, instr, (ad Dei. A p . Aegypti), 30 apr. 1862: Una sola eccezione. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I I , cap. I V , 1, V I I , 6. 4. Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IX, cap. I I , 5. Can. 506. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. .1898, sect. I I I , cap. I V , art. I V , 2, I. 1. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. I, 12, V I ; Syn. Ain-Trazen. Graeco-Melchitarum, a. 1835, can. 14; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 1 5 ; pars I I I , cap. I I I , 2, I I ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I I I ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. V I , 6; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. I, 9. 2. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 15; pars III,, cap. I I I , 2, I I . Cfr. Pius X I I , litt. apost. Postquam Apostolicis Litteris, Motu Proprio datae, 9 febr, 1952, can. 245.
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3. Dies quibus parochus recollectioni spirituali vacat ad normam can. 62, 1, non computantur, semel in anno, in vacationibus, de quibus in 2. 4. Sive continuum sive intermissum sit vacationum tempus, cum absentia ultra hebdomadam est duratura, parochus, praeter legitimam causam, habere debet Episcopi scriptam licentiam et vicarium substitutum sui loco relinquere ab eodem Episcopo probandum; quod si parochus sit religiosus, indiget praeterea consensu Superioris et substitutus tum ab Episcopo tum a Superiore probari debet. 5. Si parochus repentina et gravi de causa discedere atque ultra hebdomadam cogatur abesse, quamprimum per litteras Episcopum commonefaciat, ei indicans causam discessus et presbyterum supplentem, eiusque stet mandatis. 6. Etiamsi brevior futura sit absentia, parochus debet fidelium necessitatibus providere, praesertim si id peculiaria adiuncta postulent.

Can. 507 1. Applicandae divinae Liturgiae pro populo obligatione tenentur parochus et quasi-parochus omnibus dominicis aliisque festis de praecepto, salvo iure particulari praescribente ut divina Liturgia saltem decies in anno, in praecipuis sollemnitatibus applicetur. 2. Parochus qui plures forte paroecias aeque principaliter unitas regat aut, praeter propriam paroeciam, aliam vel alias in administrationem habeat, obligationi satisfacit per celebrationem et applicationem unius divinae Liturgiae pro universo populo sibi commisso. 3. Episcopus iusta de causa permittere potest ut parochus divinam Liturgiam pro populo alia die applicet atque ea qua iure adstringitur. 4. Parochus divinam Liturgiam pro populo applicandam celebret in ecclesia paroeciali, nisi rerum adiuncta divinam Liturgiam alibi celebrandam exigant aut suadeant.

Can. 506, 4, 5. Syn, Ain-Trazen. Graeco-Melchitarum, a. 1835, can. 14; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I V , 15 ; pars I I I , cap. I I I , 2, II ; Syn. Ain-Trazen. Graeco-Melchitarum, a. 1835, can. 14; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. V I , 6. 6. Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. V I , 6. Can. 507. S. C. de Prop. Fide (C. G.), 23 mart. 1863, n. 1; litt. encycl, (ad Delegatos App. pro Orient.), 8 nov. 1882. 1. Syn. Trident., sess. X X I I I , de ref., c. 1; Leo X I I I , litt. ap. In suprema, 10 iun. 1882; S. C. de Prop. Fide (ad Patriarcham Chaldaeorum Timotheum Hindi), 5 apr. 1760 ; 16 aug. 1784, dub. 31. - Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. V, cap. I V ; a. 1900, tit. I I I , cap. I, 12; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. I V , cap. I I , 1 ; tit. V I I , cap. V I , 2. 4. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1900, tit. I I I , cap. 1 , 1 2 .

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

5. Legitime absens parochus potest divinam Liturgiam pro populo applicare vel ipse per se in loco in quo degit, vel per presbyterum qui eius vices gerat in paroecia. Can. 508 1. Debet parochus officia divina celebrare, administrare sacramenta fidelibus, quoties legitime petant, verbum Dei populo nuntiare, suas oves cognoscere et errantes prudenter corrigere, pauperes ac miseros paterna caritate complecti, maximam curam adhibere in catholica puerorum institutione. 2. Diebus dominicis et festis, praeter divinam Liturgiam, saltem partem officii, iuxta sui ritus praescripta et normas ab Hierarcha loci datas, celebret per se aut per cooperatores. 3. Monendi sunt fideles ut frequenter ad suas paroeciales ecclesias accedant ibique divinis officiis intersint et verbum Dei audiant. Can. 509 1. Sedula cura et effusa caritate debet parochus aegrotos in sua paroecia, maxime vero morti proximos, adiuvare, eos sollicite sacramentis rendendo eorumque animas Deo commendando. 2. Parocho aliive sacerdoti qui infirmis assistat, facultas est iis concedendi benedictionem apostolicam cum indulgentia plenaria in articulo mortis, secundum formam a probatis liturgicis libris traditam, quam benedictionem impertiri ne omittat. Can. 510 Parochus diligenter advigilet ne quid contra fidem ac mores in sua paroecia, praesertim in scholis publicis et privatis, tradatur, et opera fidei, caritatis ac pietatis foveat aut instituat.
Can. 507 5. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1900, tit. I I I , cap. 1, 1 2 ; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. IV, cap. I I , 1. Can. 508 1. Syn. Sardicen., a. 343, can. 5; Syn. Carthaginen., a. 419, can. 78. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 2, I, XI ; Syn. Ain-Trazen. GraecoMelchitarurn, 1835, can. 22; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. V I , 3, 5; tit. IX, cap. I I , 9. 3. S. C. de Prop. Fide, 4 maii 1705; instr, (ad Dei. Ap. Aegypti), 30 apr. 1862. Can. 509. Syn. Armen., a. 1911, 503. 1. Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I , X; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars. I I , cap. I, 4; cap. V I I I , 12; cap. IX, De cura et visitatione infirmorum; pars III-, cap. I I I , 2, X I ; Syn. Ain-Trazen. Graeco-Melchitarurn, a. 1835, can. 5, n. 5; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I I I , 6; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. V I , 3 ; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. IX, De infirmorum visitatione. 2. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. IX, 3. Can. 510. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1900, tit. I I I , cap. I I , 17; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. V I , 4; tit. IX, cap. I I , 14; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. X I X , art. I I .

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Can. 511 1. Habeat parochus libros paroeciales, idest librum baptizatorum, chrismatis sacramento unctorum, sponsalium, matrimoniorum, defunctorum ; etiam librum de statu animarum accurate conficere pro viribus curet: et omnes hos libros, secundum usum ab Ecclesia probatum vel a proprio Episcopo praescriptum, conscribat ac diligenter asservet. 2. In libro baptizatorum adnotetur quoque, praeter collationem sacramenti chrismatis, si baptizatus matrimonium contraxerit, nisi res/ sit de matrimonio conscientiae, aut subdiaconatum susceperit, vel professionem maiorem emiserit, ritum mutaverit, eaeque adnotationes in documenta recepti baptismi semper referantur. 3. In fine cuiuslibet anni parochus authenticum exemplar librorum paroecialium ad curiam episcopalem transmittat, excepto libro de statu animarum. 4. Parochus cui ad normam can. 22, 2-5 cura commissa est fidelium diversi ritus, debet eorumdem Hierarchae notulam singulis annis tradere, additis opportunis notitiis de eorum statu. 5. Paroeciali utatur sigillo habeatque tabularium, seu archivum, in quo memorati libri custodiantur una cum Episcoporum epistolis, aliisque documentis, necessitatis vel utilitatis causa servandis; quae omnia, ab Episcopo vel eius delegato visitationis vel alio opportuno tempore, inspicienda, religiose caveat ne ad extraneorum manus perveniant.
1

Can. 512 Parochus parochis. ecclesiae cathedralis praecedit omnibus aliis eparchiae

Can. 511. S. C. de Prop. Fide (Regulae pro sacerdotibus coptis), 15 mart. 1790, n. X I I . 1. Benedictus X I V , const. Apostolica praedecessorum, 14 febr. 1742; S. C. de Prop. Fide, decr. 6 oct. 1863, C, a. - Syn. Alexandrin. Coptorum, a. 1898, sect. I I , cap. I I I , art. V I , De coemeterio, VI ; art. V I I I , 2, 7, VI ; sect. I I I , cap. I V , art. I V , 2, I I I ; Syn. Sergii Patriarchae, 18 sept. 1596, can. 1; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars IL cap. X I , 5; cap. X I I , 20; pars I I I , cap. I I I , 2, V; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720. tit. I I I , 1; Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I I , cap. V I , 7; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. V, art. X I , 6; art. X V , 1, n. 1, X. 2. Syn. Sergii Patriarchae, 18 sept. 1596, c. X I V ; Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 2, V ; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I I I , 1. 3. _ Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I , cap. X I I , 20. 4. S. C. de Prop. Fide, decr. 6 oct. 1863, C, a. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I I I , cap. I I I , 2, V.
1

Cfr. Pius X I I , litt. apost. Crebrae allatae sunt, Motu Proprio datae, 22 febr.

1949, can. 96.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

CAPUT IX De vicariis paroecialibus

Can. 513 Vacante paroecia : I Episcopus in ea quamprimum constituat idoneum vicarium administratorem, de consensu Superioris, si de religioso agatur, qui eam tempore vacationis regat, assignata eidem parte fructuum pro congrua sustentatione ;
o

2 Ante vicarii administratoris constitutionem, paroeciae regimen, nisi aliter provisum fuerit, assumat interim vicarius cooperator; si plures vicarii sint, primus ; si omnes aequales, munere antiquior ; si vicarii desint, parochus vicinior; si tandem agatur de paroecia domui religiosae unita, Superior domus, cui ecclesia est adnexa; Episcopus autem tempestive determinet quaenam paroecia cuique paroeciae vicinior habenda sit; 3 Qui paroeciae regimen ad normam n. 2, assumpsit, debet E p i scopum de paroeciae vacatione statim certiorem facere.

Can. 514 1. Vicarius administrator iisdem iuribus gaudet iisdemque officiis adstringitur, ac parochus, in iis quae ad animarum curam spectant ; nihil tamen ipsi agere in paroecia licet, quod praeiudicium afferre possit iuribus parochi aut beneficii paroecialis. 2. Vicarius administrator novo parocho vel administratori successori coram protopresbytero vel alio presbytero ab Episcopo designato tradat clavem archivi et inventarium librorum ac documentorum aliarumque rerum quae ad paroeciam pertinent, et rationem reddat accepti et expensi tempore administrationis.

Can. 515 Vicarius substitutus qui constituitur ad normam can. 506, 4, 5 vel in casu recursus iure admissi et interpositi a parocho a paroecia remoto, locum parochi tenet in omnibus quae ad curam animarum spectant, nisi Episcopus vel parochus aliquid exceperint.

De vicariis paroecialibus. Syn. Leopolien. Ruthenorum, a. 1891, tit. V I , cap. V I I , 1. Can. 513, 2. Syn. Armen., a. 1911, 352; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. V I I I , I I , 5.

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Can. 516 1. M s i aliter provisum sit vel in singulis casibus opportune provideatur : I Parocho saeculari qui ob senectutem, mentis vitium, imperitiam, caecitatem aliamve permanentem causam suis muniis rite obeundis impar evaserit, Episcopus det vicarium adiutorem, qui suppleat eius vicem, assignata eidem congrua fructuum portione; 2 Si vero agatur de parocho religioso, servetur praescriptum can. 494, 5. 2. Adiutori, si in omnibus suppleat parochi vicem, iura omnia et officia competunt parochorum propria, excepta divinae Liturgiae applicatione pro populo quae parochum gravat; si vero suppleat ex parte dumtaxat, eius iura et obligationes desumantur ex litteris nominationis. 3. Si parochus sit sui compos, adiutor operam suam praestare debet sub eiusdem auctoritate secundum Episcopi litteras. 4. Quod si per vicarium adiutorem bono animarum provideri nequeat, locus est parochi amotioni ad normam iuris.
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Can. 517 1. Si parochus propter populi multitudinem aliasve causas nequeat, iudicio Episcopi, solus convenientem curam gerere paroeciae, eidem detur unus vel plures vicarii cooperatores, quibus congrua remuneratio assignetur. 2. Vicarii cooperatores constitui possunt sive pro universa paroecia, sive pro determinata paroeciae parte. 3. Vicarios cooperatores e clero saeculari nominat Episcopus, audito, nisi aliter prudenter iudicaverit, parocho. 4. Vicarios cooperatores religiosos Superior cui id ex statutis competit, audito, nisi contrarium opportunum duxerit, parocho, praesentat Episcopo, cuius est eosdem approbare. 5. Vicarius cooperator obligatione tenetur in paroecia residendi secundum eparchiales leges vel legitimas consuetudines aut Episcopi praescriptum; imo prudenter curet Episcopus, ad normam can. 75, ut in eadem paroeciali domo commoretur.

Can. 516 1, 2, 3. Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I I I , 7. Can. 517 1. Benedictus X I V , const. Etsi pastoralis, 26 maii 1742, V, n. IX. Syn. Armen., a. 1911, 347 ; 353; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, -a. 1872, tit. II,'cap. IX, 7; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I I I , 7. 2. Syn. Armen., a. 1911, 353. 3. Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. Rumenorum, a. 1872, tit. I I , cap. I X , 7; Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. I I I , 7. 5. Syn. Armen., a. 1911, 355, 356.

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6. Eius iura et obligationes ex legibus eparchialibus, ex litteris Episcopi et ex ipsius parochi commissione desumantur: sed, nisi aliud expresse caveatur, ipse debet ratione officii parochi vicem supplere eumque adiuvare in universo paroeciali ministerio, excepta applicatione divinae Liturgiae pro populo. Ratione autem officii facultate assistendi matrimoniis non gaudet. 7. Subest parocho, qui eum paterne instruat ac dirigat in cura animarum, ei invigilet et saltem quotannis ad Episcopum de eodem referat. 8. Si nec per vicarios cooperatores spirituali fidelium bono consuli rite queat, Episcopus provideat paroeciam dividendo aut eius territorium dismembrando. Can. 518 1. Vicarii paroeciales de quibus in cann. 513-517, si religiosi sint,, amoveri possunt ad normam can. 494, 5; secus ad nutum Episcopi aut Administratoris eparchiae vacantis, non autem Syncelli sine mandato speciali. 2. Sicubi sit vicaria beneficialis, vicarius cooperator removeri potest processu ad normam iuris, non solum ob causas propter quas parochi removeri possunt, sed etiam si graviter subiectioni defecerit parocho debitae in exercitio suarum functionum.

CAPUT X De ecclesiarum rectoribus Can. 519 1. Nomine rectorum ecclesiarum hic veniunt presbyteri, quibus cura demandatur alicuius ecclesiae, quae nec poroecialis sit nec adnexa domui communitatis religiosae, quae in eadem officia celebret. 2. De cappellano religiosarum, sodalium virorum Congregationislaicalis, confraternitatis vel alius legitimae consociationis, serventur particularium canonum praescripta. Can. 520 1. Ecclesiarum rectores libere nominantur ab Episcopo, salvo* iure praesentandi, si cui legitime competat; quo in casu Episcopi est rectorem instituere.
Can. 517 6. Syn. Armen., a. 1911, 353; Syn. prov. Alba-Iulien. et Fagarasien. R u menorum, a. 1872, tit. I I , cap. IX, 7. 7. Syn. Armen., a. 1911, 354. art Can. 519 2. Syn. Armen., a. 1931, 358; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. X I I I I . 5. V I I I .

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2. Licet ecclesia pertineat ad aliquam Religionem exemptam, rector tamen a Superiore nominatus indiget Episcopi vel, si ecclesia sit stauropegiaca, Patriarchae approbatione. 3. Si ecclesia coniuncta sit cum Seminario aliove collegio quod a clericis regitur, Superior Seminarii vel collegii est simul ecclesiae rector, nisi aliter Episcopus constituerit.

Can. 521 In ecclesia sibi commissa rector functiones paroeciales peragere nequit. Can. 522 Ecclesiae rector potest divina officia etiam sollemnia ibidem celebrare, salvis legitimis fundationis legibus et dummodo ne noceant ministerio paroeciali ; in dubio autem utrum huiusmodi detrimentum contingat, necne, Episcopi est rem dirimere et opportunas normas praescribere ad illud evitandum. Can. 523 Si ecclesia, Episcopi iudicio, ita a paroeciali distet ut paroeciani non possint sine gravi incommodo paroecialem ecclesiam adire ibique divinis officiis interesse : I Episcopus, gravibus quoque statutis poenis, potest rectori praecipere ut horis populo commodioribus officia celebret, fidelibus dies festos ac ieiunia denuntiet et catecheticam instructionem et Evangelii explicationem tradat; 2 Parochus potest ex eadem divinam Eucharistiam, inibi forte asservatam, pro infirmis desumere.
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Can. 524 Sine rectoris vel alius legitimi Superioris licentia saltem praesumpta, nemini licet in ecclesia divinam Liturgiam celebrare, sacramenta ministrare aliasve functiones sacras peragere : haec vero licentia dari vel negari debet ad normam iuris.

Can. 525 1. Rector ecclesiae, sub auctoritate Episcopi servatisque legitimis statutis ac quaesitis iuribus, debet curare seu advigilare ut divina officia ad canonum praescripta ordinate in ecclesia celebrentur, onera fideliter adimpleantur, bona rite administrentur, sacrae supellectilis

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

atque aedium sacrarum conservationi et decori prospiciatur, et ne quidquam fiat quod sanctitati loci ac reverentiae domo Dei debitae quoquo modo repugnet. 2. Si vero agatur de ecclesia quae pertinet ad aliquam Religionem, bonorum administrationi, sacrae supellectili atque aedium sacrarum conservationi et decori Superior religiosus consulere debet. Can. 526 Rectorem ecclesiae, etsi ab aliis praesentatum, Episcopus removere ad nutum potest ex qualibet iusta causa ; quod si rector fuerit religiosus, servetur, circa eius remotionem, norma de qua in can. 494, 5.

TITULUS V
DE LAICIS Can. 527 Laici ius habent recipiendi a clero, ad normam ecclesiasticae disciplinae, spiritualia bona et potissimum adiumenta ad salutem necessaria. Can. 528 1. Hierarchae locorum opportunis praescriptionibus curent, servatis normis de hac re ab Apostolica Sede datis, ut, idoneorum sacerdotum ductu, laici clericis adiutricem pro viribus operam praestent ad christianas leges propugnandas et secundum eas totam populi vitam componendam, vitae exemplo sua dicta confirmantes. 2. Laici, praesertim qui doctrina praecellant, ne omittant opportunis rationibus graviores causas, quae ad sociales res attinent, catholicae doctrinae fraternaeque caritatis lumine collustrare. Can. 529 Non licet laicis habitum ecclesiasticum induere nisi agatur vel de seminariorum alumnis aliisque adspirantibus ad ordines, vel de laicis, servitio ecclesiae legitime addictis, dum intra eandem ecclesiam sunt aut extra ipsam in aliquo ministerio ecclesiastico partem habent.

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CAPUT I
A \

De fidelium consociationibus in genere Can. 530 Fideles laude digni sunt, si sua dent nomina consociationibus ab Ecclesia erectis vel probatis vel saltem commendatis; caveant autem a consociationibus secretis, damnatis, seditiosis, suspectis aut quae studeant sese a legitima Ecclesiae vigilantia subducere. Can. 531 Consociationes distinctae a Religionibus vel societatibus sive virorum, sive mulierum ad instar religiosorum, sine votis publicis, viventium, ab Ecclesia constitui possunt vel ad perfectiorem vitam christianam inter socios promovendam, vel ad aliqua pietatis aut caritatis opera exercenda, vel denique ad incrementum publici cultus. Can. 532 1. Ut canonice agnoscatur consociatio oportet eam a legitima auctoritate ecclesiastica erectam vel saltem approbatam esse. 2. Fidelium consociationes etsi ab Ecclesia nec erectae nec approbatae fuerint, subsunt nihilominus vigilantiae Hierarchae loci qui curare debet ne abusus in eas irrepant : si qui autem irrepserint, corrigere ac reprimere. Can. 533 1. Consociationes erigere vel approbare pertinet, praeterquam ad Romanum Pontificem, ad Patriarcham vel ad loci Hierarcham, exceptis illis quarum instituendarum ius, apostolico ex privilegio, aliis reservatum est. 2. Licet privilegium concessum probetur, semper tamen, nisi aliud in ipso privilegio cautum sit, requiritur ad validitatem erectionis vel approbationis consensus scripto datus Patriarchae vel Hierarchae loci. Consensus autem a Patriarcha vel ab Hierarcha praestitus ad erectionem domus religiosae valet etiam ad erigendam in oratorio semi-publico domus vel in ecclesia i adnexa consociationem illius Religionis propriam quae tamen non sit constituta ad modum organici corporis. 3. Syncellus sine mandato speciali et Administrator eparchiae vacantis nequeunt consociationes erigere aut approbare vel consensum praebere ad earum erectionem. 4. Erectionis aut approbationis litterae ab iis qui ex privilegio apostolico consociationem erigunt, gratis concedantur, sola excepta taxa pro expensis necessariis.
38 ACTA, vol. XXIV. n. 9 15-8-1957.

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Can. 534 Fidelium consociationes iuridicam in Ecclesia personam acquirunt speciali legitimi Superioris ecclesiastici concessione, data per formale decretum. Can. 535 1. Consociatio titulum seu nomen ne assumat quod levitatem aut absonam novitatem sapiat, vel speciem devotionis non legitime probatam exprimat. 2. Advigilent Hierarchae locorum ne quid, ad consociationum titulum seu nomen quod attinet, inducatur ritibus vel traditionibus Ecclesiarum Orientalium minus congruum. Can. 536 1. Quaelibet consociatio sua statuta habeat, a Sede Apostolica vel a Patriarcha aut ab Hierarcha loci examinata et approbata vel confirmata. 2. Statuta ab Hierarcha loci dumtaxat confirmata vel approbata subiecta manent Hierarchae, qui mutationes in ea inducere valet. Can. 537 Vexillum et insignia consociationis peculiari approbatione indigent legitimae auctoritatis ad normam can. 536. Can. 538 1. Omnes consociationes, etiam ab Apostolica Sede vel a Patriarcha erectae, nisi speciale obstet privilegium a Sede Apostolica concessum vel agnitum, iurisdictioni subsunt et vigilantiae Hierarchae loci, qui ad normam canonum eas invisendi ius habet et munus. 2. Quod attinet tamen ad consociationes, quae vi privilegii apostolici a religiosis exemptis in suis ecclesiis institutae sunt, Hierarcha loci eiusdem ritus eas, in iis quae ritum spectant, moderari atque visitare potest, non vero in iis quae referuntur ad internam disciplinam seu spirituale regimen. Can. 539 1. Consociatio legitime erecta, nisi aliud expresse cautum sit, bona temporalia possidere et administrare potest sub auctoritate Hierarchae loci, cui rationem administrationis saltem quotannis reddere
Can. 536. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I V , cap. I V , 4; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. IX, art. V, 2. Can. 537. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I V , cap. IV, 9. Can. 538. Syn. Zamosten. Ruthenorum, a. 1720, tit. V I . Can. 539. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I V , cap. I V , 10.

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debet, ad normam iuris, minime vero parochi, licet in eius territorio erecta sit, nisi aliud Hierarcha ipse statuerit. 2. Potest, ad normam statutorum, oblationes recipere, et receptas erogare ad pios ipsius consociationis usus, salva semper offerentium voluntate. 3. Nulli consociationi eleemosynas colligere licet, nisi id aut statuta permittant, aut necessitas postulet, et loci Hierarchae licentia accedat ac servetur forma ab eodem praescripta. 4. Ad eleemosynas extra eparchiam in qua erecta est consociatio colligendas, uniuscuiusque Hierarchae licentia, scripto data, requiritur. 5. Oblationum quoque et eleemosynarum fidelis erogationis rationem consociatio reddat Hierarchae loci. Can. 540. Ad fruendum consociationis iuribus, privilegiis, indulgentiis aliisque gratiis spiritualibus, necesse est ut quis in eam valide admissus sit secundum propria consociationis statuta, eique permaneat ad id tempus adscriptus. Can. 541 1. In fidelium consociationes : I Valide admitti nequeunt acatholici et damnatae sectae adscripti aut censura notorie irretiti ; 2 Licite admitti non possunt publici peccatores. 2. Eadem persona potest adscribi pluribus consociationibus. 3. Absentes ne adscribantur consociationibus ad modum organici corporis constitutis ; praesentes autem adscribi non possunt nisi scientes et volentes. 4. Religiosi possunt piis consociationibus nomen dare, exceptis iis quarum leges, Superiorum iudicio, cum observantia statutorum Religionis conciliari nequeant. Can. 542
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1. Admissio fiat ad normam iuris ac statutorum uniuscuiusque consociationis. 2. Ut autem de admissione constet, inscriptio in albo consociationis fieri omnino debet; haec inscriptio, si consociatio in personam moralem erecta fuerit et ad modum organici corporis constituta, est ad validitatem necessaria.
Can. 539 3-4. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I V , cap. I V , 14. 5. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars IV, cap. IV, 14; Syn. Sciarfen. Syronrum, a. 1888, cap. IX, art. V, 2. Can. 541 Syn. Libanen. Maronitarum a. 1736, pars I V , cap. I V , 3. Cfr. Pius X I I , litt. apost. Postquam Apostolicis Litteris, Motu Proprio datae, 8 febr. 1952, can. 273.
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Can. 543 Cum quis admittitur in consociationem nihil directe vel indirecte exigatur, praeter id quod in statutis legitime approbatis designatum sit, aut a Patriarcha, ad consociationem iuris patriarchalis quod attinet, vel ab Hierarcha loci, ratione specialium circumstantiarum, expresse permissum in consociationis favorem. Can. 544 1. Nemo, legitime adscriptus, a consociatione dimittatur, nisi iusta de causa ad normam statutorum. 2. Qui in casum inciderint, de quo in can. 541, 1, expungantur, praemissa monitione, servatis propriis statutis et salvo iure recursus ad Hierarcham. 3. Etiamsi in statutis nihil expresse caveatur, Patriarcha vel loci Hierarcha quod ad omnes consociationes, et Superior religiosus quod ad consociationes ex apostolico indulto a religiosis erectas attinet, possunt socios dimittere. Can. 545 1. Consociationes legitime erectae ius habent, ad normam statutorum et canonum, celebrandi comitia, edendi peculiares normas quae ipsam consociationem respiciant, eligendi administratores bonorum, officiales et ministros, firmo praescripto can. 558. 2. In iis quae convocationem ad comitia et electiones respiciunt, serventur can. 103-124 et statuta iuri communi non contraria. Can. 546 1. I Nominatio moderatoris spiritus et cappellani competit loci Hierachae in consociationibus ab ipso, a Patriarcha, vel ab Apostolica Sede erectis aut adprobatis, et in consociationibus a religiosis vi apostolici privilegii erectis extra proprias ecclesias; 2 In consociationibus vero a religiosis erectis in propriis ecclesiis, ad Superiorem religiosum haec nominatio pertinet; sed si e clero saeculari moderator spiritus et cappellanus seligantur, Superior, antequam eos nominet, obtinere debet consensum eorum Hierarchae; 3 Ubi contingat ut socii fere omnes eiusdem sint ritus a ritu religiosorum diversi, moderator spiritus et cappellanus sint eiusdem ritus ac sodales, et exercitia consociationis in ecclesia paroeciali vel in alia eiusdem ritus ac sodales fiant, nisi aliud de consensu Hierarchae loci sodalium statutum fuerit.
Can. 544 2. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I V , cap. IV, 3. Can. 545. Syn. Labanen. Maronitarum, a. 1736, pars IV, Cap. IV, 8. Can. 546. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I V , cap. I V , 6; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. X I , art. I I I , 5, V I I I .
o

Acta Pii Pp. XII

597

2. Moderator spiritus et cappellanus possunt, durante munere, benedicere consociationis habitum et insignia, eaque adscribendis imponere. 3. Moderatorem spiritus et cappellanum revocare ex iusta causa possunt qui illos nominaverunt eorumque successores vel Superiores. 4. Idem potest esse moderator spiritus et cappellanus. Can. 547 1. I Ob graves causas et salvo iure recursus ad Apostolicam Sedem, potest loci Hierarcha supprimere non solum consociationem a se vel a decessoribus suis erectam, sed etiam consociationem ex apostolico indulto a religiosis erectam de consensu Hierarchae loci, firmo praescripto can. 260, 2; 2 Recursus contra decretum Hierarchae loci supprimentis consociationem a religiosis ad normam n. 1 erectam suspendit decreti exsecutionem. 2. Consociationes ab Apostolica Sede erectas ipsa tantum supprimere potest ; eas vero quae a Patriarcha erectae sint, etiam Patriarcha.
O

CAPUT II De fidelium consociationibus in specie Can. 548 Quadruplex distinguitur in Ecclesia consociationum species : aggregationes ad monasteria, tertii Ordines saeculares, confraternitates, piae uniones. Can. 549 1. Inter pias laicorum consociationes, ordo praecedentiae est qui sequitur, firmo praescripto can. 37, n. 5, 6: I Aggregationes ad monasteria; 2 Tertii Ordines; 3 Confraternitates; 4 Piae uniones. 2. Confraternitas divinae Eucharistiae, in processione in qua haec defertur, praecedit ceteris omnibus confraternitatibus. 3. Omnes autem tunc tantummodo ius praecedentiae habent, cum collegialiter incedunt sub propria cruce vel vexillo et cum habitu seu insignibus consociationis.
O

De fidelium consociationibus m specie. - Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I V , cap. I V , 1, De confraternitatibus laicorum.

598

Acta, Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

Can. 550 1. Aggregationes ad monasteria sunt consociationes fidelium qui in saeculo ad christianam perfectionem contendunt, sub moderatione Superioris monachorum, secundum normas legitime approbatas. 2. Normae de quibus in 1 approbari debent ab Hierarcha loci, si monasterium sit iuris eparchialis vel pontificii non exempti; a Patriarcha, si sit stauropegiacum ; a Sede Apostolica, si exemptione pontificia fruatur. Can. 551 1. I Tertiarii saeculares sunt qui in saeculo, sub moderatione alicuius Ordinis, secundum eiusdem spiritum, ad christianam perfectionem contendunt, secundum regulas pro ipsis ab Apostolica Sede approbatas ; 2 Patriarchae competit approbatio regularum de quibus in n. 1, si Ordo ipsi subiiciatur. 2. Si tertius saecularis Ordo in plures consociationes dividatur, harum quaelibet legitime constituta dicitur sodalitas tertiariorum.
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Can. 552 1. Firmo privilegio nonnullis Ordinibus concesso, nulla Religio potest tertium Ordinem sibi adiungere. 2. Dato etiam apostolico privilegio, Superiores religiosi possunt quidem personas singulares tertio Ordini adscribere, sed nequeunt sodalitatem tertiariorum valide erigere sine consensu Hierarchae loci, ad normam can. 533, 2. 3. Nec sodalitatibus a se erectis possunt concedere usum particularium vestium, in publicis sacris functionibus induenda rum, sine speciali eiusdem Hierarchae licentia.

Can. 553 1. Consociationes fidelium ad modum organici corporis constitutae quae, praeterquam ad exercitium alicuius operis pietatis aut caritatis, erectae sunt in incrementum publici cultus, confraternitates appellantur. 2. Consociationes fidelium quae finem habent dumtaxat exercitium alicuius operis pietatis aut caritatis, nomine veniunt piarum unionum, quae si ad modum organici corporis sint constitutae, sodalitia audiunt.

Can. 553. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars IV, cap. I V , 7.

Acta Pii Pp. XII

599

Can. 554 Confraternitates non possunt constitui nisi per formale erectionis decretum ; ad pias autem uniones constituendas sufficit legitimae auctoritatis approbatio, qua obtenta, ipsae, quamquam personae morales non sunt, capaces fiunt obtinendi gratias spirituales ac praesertim indulgentias. Can. 555 Curent locorum Hierarchae ut in qualibet paroecia instituatur confraternitas ad incrementum eucharistici cultus, et sodalitium ad doctrinae christianae diffusiorem cognitionem, facta facultate, attentis adiunctis, instituendi, loco confraternitatis, piam unionem vel sodalitium ad incrementum eucharistici cultus. Can. 556 1. Confraternitates vel piae uniones ne erigantur, nisi in ecclesia aut oratorio publico vel saltem semi-publico. 2. In ecclesiis vel oratoriis religiosarum Hierarcha loci permittere potest erectionem consociationis mulierum tantum, aut piae unionis quae in precationes dumtaxat incumbat et gratiarum tantum spiritualium communicatione gaudeat. Can. 557 Confraternitas proprium habitum vel insignia, sine licentia Hierarchae loci, ne dimittat neve immutet, salvo iure Patriarchae quod attinet ad confraternitates iuris patriarchalis. Can. 558 1. I Comitiis confraternitatum, etsi in religiosorum ecclesiis et oratoriis celebrentur, per se vel per delegatum praeesse, sine iure tamen suffragii, dignos et idoneos officiales et ministros electos confirmare, indignos vel non idoneos respuere aut removere, statuta aliasve normas, nisi a Sede Apostolica approbatae vel confirmatae fuerint, corrigere et approbare vel confirmare, pertinet ad loci Hierarcham; 2 Si confraternitas sit iuris patriarchalis, ad Hierarcham loci non pertinet statuta aliasve normas a Patriarcha approbatas vel confirmatas corrigere, approbare vel confirmare. 2. De comitiorum extraordinariorum celebratione confraternitas Hierarcham loci eiusve delegatum tempestive praemoneat; secus Hierarchae ius est comitia impediendi vel eorum decreta penitus infirmandi.
Can. 554. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars I V , cap. I V , 2. Can. 555. Syn. Armen., a. 1911, 851; Syn. Sciarfen. Syrorum, a. 1888, cap. X I X , art. I I . Can. 556. S. C. Indulg., 21 iun. 1893. Can. 557. Syn. Libanen. Maronitarum, a. 1736, pars IV, cap. I V , 9.
o

600

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

Nos autem per Apostolicas has Litteras motu proprio datas supra recensitos canones promulgamus iisdemque vim legis christifidelibus Ecclesiarum Orientalium tribuimus, ubique terrarum hi sunt et tametsi Praelato diversi ritus sunt subiecti. Simulac per Apostolicas has Litteras huiusmodi canones vigere coeperint, sua destituentur vi quodlibet statutum, sive generale sive particulare vel speciale, etiam latum a Synodis speciali forma adprobatis, quaelibet praescriptio et consuetudo adhuc vigens, sive generalis, sive particularis ita ut disciplina de Ritibus orientalibus et de personis unice iisdem canonibus regatur, neque amplius ius particulare iis contrarium vigorem habeat, nisi quando et quantum in iis admittatur. Ut autem huius Nostrae voluntatis notitia tempestive ad omnes, quorum res interest, perveniat, volumus et constituimus, ut Apostolicae hae Litterae motu proprio datae a die vicesimo quinto mensis Martii, in festo Annuntiationis B. M. V . , proximi anni, exsecutionem suscipere incipiant, quibuslibet contrariis non obstantibus, etiam peculiarissima mentione dignis. Maxima demum tempora considerantes ac mala quae ubique terrarum Christi Ecclesiam impetunt, erumpit ex animo Nostro adhortatio quam Oecumenica iam Tridentina Synodus sacris Pastoribus dirigebat : Optandum est, ut ii, qui episcopale ministerium suscipiunt, quae suae sint partes, agnoscant, ac se non ad propria commoda, non ad divitias aut luxum, sed ad labores et sollicitudines pro Dei gloria vocatos esse intelligant. Nec enim dubitandum est, et fideles reliquos ad religionem innocentiamque facilius inflammandos, si Praepositos suos viderint non ea, quae mundi sunt, sed animarum salutem ac coelestem patriam cogitantes )>.
x

Ceteris vero clericis commendamus : Praeter Episcopum nihil agere pertentent, nam Domini populus ipsi commissus est et rationem pro animabus eorum redditurus ; obediant honesta praecipienti Episcopo, quia sicut ille clericis sincerum exhibere debet amorem caritatis, ita quoque visissim mnistri infucata debent Episcopo suo exhibere obsequia
3 2

Datum Romae apud S. Petrum, die IT mensis Iunii, anno MCMLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo. P I U S PP. X I I
Sess. XXV, de ref., cap. I. Canones Apostolorum, 40 ( P I T R A , Iuris ecclesiastici graecorum historia et monumenta, t. I, Romae 1864, pag. 21)
2
3

Syn.

Sardicen., a. 343.

can. 17

(PITRA,

t.

c , pag.

480).

Acta PU Pp. XII

601

TITULUS I De ritibus orientalibus (Can. 1-15)

TITULUS II De personis physicis et moralibus (Can. 16-37)


Can.
CAPUT

I II

- De personis physicis - De personis moralibus . .

16 26 27-31 32-37

CAPUT

CAPUT

I I I - De iis quae sunt personis tam physicis quam moralibus , communia . .

TITULUS I I I De clericis in genere (Can. 38-158)


CAPUT

I II

- De clericorum adscriptione alicui eparchiae vel Religioni - De iuribus et privilegiis clericorum

44-52 53-59 60-87 88-137

CAPUT

CAPUT

I I I - De obligationibus clericorum IV - De officiis ecclesiasticis Art. I - De provisione officiorum ecclesiasticorum . .

CAPUT

88-124 94-101 102-120 121-124

1 - De libera collatione 2 - De electione 3 - De postulatione Art. II - De amissione officiorum ecclesiasticorum


CAPUT

. 125-137 138-154

- De potestate ordinaria et delegata . . .

CAPUT

V I - De reductione clericorum ad statum laicalem

155-158

602

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

TITULUS I V De clericis in specie (Can. 159-526)

PAKS I De suprema potestate deque iis qui eiusdem sunt canonico iure participes (Can. 162-391)
Can.
CAPUT

I II III IV

- De Romano Pontefice - De Oecumenica Synodo - De Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalibus - De Curia Romana - De Sacris Congregationibus - De Tribunalibus Curiae Romanae . . .

162-166 167-174 175-187 188-210 192-203 204-205 206-210 211-215 216-314 221-239 . 240-282 283-285 286-305 . . . . . . 306-314 315-339

CAPUT

CAPUT

CAPUT

Art. I Art. II

Art. III - De officiis Curiae Romanae


CAPUT

V VI
N

- De Legatis Romani Pontificis - De Patriarchis - De electione Patriarcharum

CAPUT

Art. I

Art. II - De iuribus et obligationibus Patriarcharum . Art. III - De privilegiis Patriarcharum Art. IV - De curia patriarchali Art. V
CAPUT CAPUT

- De sede patriarchali vacante vel impedita . .

VII

- De Archiepiscopis ceterisque Metropolitis

V I I I - De Synodis patriarchalibus, archiepiscopalibus, proIX X vincialibus, plurium rituum vel plurium provinciarum 340-361 - De Administratoribus apostolicis 352-361 - De Exarchis 362-391 - De Exarchis qui extra patriarchatus praesunt territorio proprio Art. II - De Exarchis qui praesunt territorio non proprio .162-365 366-391 366-387 388-391

CAPUT CAPUT

Art. I

1 - De Exarchis apostolicis 2 - De Exarchis patriarchalibus et archiepiscopalibus .

Acta Pii Pp. XII

603

PARS II De potestate episcopali deque iis qui eam participant (Can. 392-526)
Can.
CAPUT CAPUT CAPUT CAPUT

I II III IV

- De Episcopis - De Coadiutoribus et Auxiliaribus Episcoporum - De Conventu eparchiali - De curia eparchiali - De Syncello et oeconomo - De cancellario aliisque notariis et archivo epi.

392-416 417-421 422-428 429-457 432-438

Art. I Art. II

scopali Art. III - De examinatoribus eparchialibus et parochis consultoribus


CAPUT CAPUT

439-451

452-457 . 458-466

V VI

- De consultoribus eparchialibus

- De Sede impedita aut vacante ac de Administratore eparchiae vacantis 467-482 . . . . 483-488 489-512 513-518 519-526

CAPUT CAPUT CAPUT CAPUT

VII

- De protopresbyteris

V I I I - De parochis IX X - De vicariis paroecialibus - De ecclesiarum rectoribus

TITULUS V De laicis (Can. 527-558)


CAPUT CAPUT

I II

- De fidelium consociationibus in genere - De fidelium consociationibus in specie

530-547 548-558

An. et vol. X X X X I X

24 Augusti 1957

(Ser. II, v. XXIV) - N. IO

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


E P I S T U L A ENCYCLICA
PRIMO EXEUNTE SAECULO EX QUO IMMACULATA VIRGO MARIA IN LAPURDENSI SPECU SE CONSPICIENDAM DEDIT.

A NOS TRS CHERS FILS LE CADINAL ACHILLE LIEN ART, EVEQUE DE L I L L E , LE CARDINAL PIERRE GERLIER, ARCHEVEQUE DE LYON, LE CARDINAL CLMENT ROQUES, ARCHEVQUE DE RENNES, LE CARDINAL MAURICE FELTIN, AR-

CHEVQUE DE PARIS, LE CARDINAL GEORGES GRENTE, ARCHEVQUE-EVQUE DU MANS, ET TOUS NOS VNRABLES FRRES LES ARCHEVQUE ET LES EVQUES DE FRANCE, EN P A I X ET COMMUNION AVEC LE SIGE APOSTOLIQUE.

PIUS PP. X I I
TRS CHERS FILS ET VNRABLES FRRES, SALUT ET BNDICTION APOSTOLIQUE

Le plerinage de Lourdes, que Nous avons eu la joie d'accomplir en allant prsider, au nom de Notre Prdcesseur Pie XI, les ftes eucharistiques et mariales de la clture du Jubil de la Rdemption, a laiss en Notre me de profonds et doux souvenirs. Aussi Nous est-il particulirement agrable d'apprendre que, sur l'initiative de l'Evque de Tarbes et Lourdes, la Cit mariale s'apprte clbrer avec clat le Centenaire des Apparitions de la Vierge Immacule dans la grotte de Massabielle, et qu'un Comit international a mme t constitu
39 - A C T A , vol. XXIV. n. 10. 24-8-1957.

606

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

cet effet sous la prsidence de 1'Eminentissime Cardinal Eugne Tisserant, Doyen du Sacr Collge. Avec vous, Chers Fils et Vnrables Frres, Nous tenons remercier Dieu pour l'insigne faveur faite votre Patrie et pour tant de grces rpandues depuis un sicle sur la multitude des plerins. Nous voulons galement convier tous Nos fils renouveler, en cette anne jubilaire, leur pit confiante et gnreuse envers Celle qui, selon le mot de S. Pie X, daigna tablir Lourdes le sige de son immense bont w.
1

I Toute terre chrtienne est une terre mariale, et il n'est pas de peuple rachet dans le sang du Christ, qui n'aime proclamer Marie sa Mre et sa Patronne. Cette vrit prend toutefois un relief saisissant quand on voque l'histoire de la France. Le culte de la Mre de Dieu remonte aux origines de son vanglisation et, parmi les plus anciens sanctuaires mariais, Chartres attire encore les plerins en grand nombre et des milliers de jeunes. Le Moyen Age qui, avec Saint Bernard notamment, chanta la gloire de Marie et clbra ses mystres, vit l'admirable efflorescence de vos cathdrales ddies Notre-Dame: Le Puy, Reims, Amiens, Paris et tant d'autres ... Cette gloire de l'Immacule, elles l'annoncent de loin par leurs flches lances, elles la font resplendir dans la pure lumire de leurs vitraux et l'harmonieuse beaut de leurs statues; elles attestent surtout la foi d'un peuple se haussant au-dessus de lui-mme dans un lan magnifique pour dresser dans le ciel de France l'hommage permanent de sa pit mariale. Dans les villes et les campagnes, au sommet des collines ou dominant la mer, les sanctuaires consacrs Marie, humbles chapelles ou splendides basiliques, couvrirent peu peu le pays de leur ombre tutlaire. Princes et pasteurs, fidles in1

Lettre du 12 juillet 1914: A. A. S., VT, 1914, p. 376.

Acta Pii Pp. XII

6)

nombrables y sont accourus au long des sicles vers la Vierge Sainte, qu'ils salurent des titres les plus expressifs de leur confiance ou de leur gratitude. Ici l'on invoque Notre-Dame de Misricorde, de Toute Aide ou de Bon Secours ; l le plerin se rfugie auprs de Notre-Dame de la Garde, de Piti ou de Consolation; ailleurs sa prire monte vers Notre-Dame de Lumire, de Paix, de Joie ou d'Esprance; ou encore il implore NotreDame des Vertus, des Miracles ou des Victoires. Admirable litanie de vocables, dont l'numration jamais acheve raconte, de province en province, les bienfaits que la Mre de Dieu rpandit au cours des ges sur la terre de France. Le xix sicle devait pourtant, aprs la tourmente rvolutionnaire, tre bien des titres le sicle des prdilections mariales. Pour ne citer qu'un fait, qui ne connat aujourd'hui la mdaille miraculeuse ? Rvle, au cur mme de la capitale franaise, une humble fille de S. Vincent de Paul que Nous emes la joie d'inscrire au catalogue des Saints, cette mdaille frappe l'effigie de Marie conue sans pch a rpandu en tous lieux ses prodiges spirituels et matriels. Et quelques annes plus tard, du 11 fvrier au 16 juillet 1858, il plaisait la Bienheureuse Vierge Marie, par une faveur nouvelle, de se manifester sur la terre pyrnenne une enfant pieuse et pure, issue d'une famille chrtienne, laborieuse dans sa pauvret. Elle vient Bernadette, disions-Nous jadis, elle en fait sa confidente, la collaboratrice, l'instrument de sa maternelle tendresse et de la misricordieuse toute-puissance de son Fils, pour restaurer le monde dans le Christ par une nouvelle et incomparable effusion de la Rdemption .
2 e

Les vnements qui se droulrent alors Lourdes, et dont on mesure mieux aujourd'hui les proportions spirituelles, vous sont bien connus. Vous savez, Chers Fils et Vnrables Frres,
2

Discours du 28 avril .1935 Lourdes :

EUG.

Card.

PACELLI,

Discorsi e Panegirici,

2* ed., Vaticano, 1956, p. 435.

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Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

dans quelles conditions tonnantes, malgr railleries, doutes et oppositions, la voix de cette enfant, messagre de l'Immacule, s'est impose au monde. Vous savez la fermet et la puret du tmoignage, prouv avec sagesse par l'autorit episcopale et sanctionn par elle ds 1862. Dj les foules taient accourues, et elles n'ont pas cess de dferler vers la grotte des apparitions, la source miraculeuse, dans le sanctuaire lev la demande de Marie. C'est l'mouvant cortge des humbles, des malades et des affligs; c'est l'imposant plerinage de milliers de fidles d'un diocse ou d'une nation; c'est la discrte dmarche d'une me inquite qui cherche la vrit ... Jamais, disions-Nous, en un lieu de la terre, on n'a vu pareil cortge de souffrance, jamais pareil rayonnement de paix, de srnit et de joie! . Jamais, pourrions-Nous ajouter, on ne saura la somme de bienfaits dont le monde est redevable la Vierge secourable ! O specus felix, decorate divae Matris aspectu! Veneranda rupes, unde vitales scatuere pleno gurgite lymphae!.
3 4

Ces cent annes de culte mariai, au surplus, ont en quelque sorte tiss entre le Sige de Pierre et le sanctuaire pyrnen des liens troits, qu'il Nous plat de reconnatre. La Vierge Marie elle-mme n'a-t-elle pas dsir ces rapprochements ? Ce qu' Rome par son Magistre infaillible le Souverain Pontife dfinissait, la Vierge Immacule Mre de Dieu, bnie entre toutes les femmes, voulut, semble-t-il, le confirmer de sa bouche, quand peu aprs elle se manifesta par une clbre apparition la grotte de Massabielle ... . Certes la parole infaillible du Pontife romain, interprte authentique de la vrit rvle, n'avait besoin d'aucune confirmation cleste pour s'imposer la foi des fidles. Mais avec quelle motion et quelle gratitude le peuple chrtien et ses pasteurs ne recueillirent-ils pas des
5

* Ibid., p. 437. * Office de la fte des Apparitions, Hymne des II Vpres.


5

Dcret de Tuto pour la Canonisation de Ste Bernadette, 2 juillet 1933: A. A. S.,

XXV, 1933, p. 377.

Acta PU Pp. XII

609

lvres de Bernadette cette rponse venue du ciel : Je suis l'Immacule Conception ! Aussi n'est-il pas tonnant que Nos Prdcesseurs se soient plu multiplier leurs faveurs envers ce sanctuaire. Ds 1869, Pie IX, de sainte mmoire, se rjouissait de ce que les obstacles suscits contre Lourdes par la malice des hommes eussent permis de manifester avec plus de force et d'vidence la clart du fait. Et, fort de cette assurance, il comble de bienfaits spirituels l'glise nouvellement difie et fait couronner la statue de Notre-Dame de Lourdes. Lon XIII, en 1892, accorde l'Onice propre et la Messe de la fte in apparitione Beatae Mariae Virginis Immaculatae , que son successeur tendra bientt l'Eglise universelle; l'antique appel de l'Ecriture y trouvera dsormais une application nouvelle : Surge, amica mea, speciosa mea, et veni : columba mea in foraminibus petrae, in caverna maceriae ! Vers la fin de sa vie, le grand Pontife tint inaugurer et bnir lui-mme la reproduction de la grotte de Massabielle difie dans les jardins du Vatican et, la mme poque, sa voix s'levait vers la Vierge de Lourdes pour une prire ardente et confiante : Que dans sa puissance la Vierge Mre, qui coopra autrefois par son amour la naissance des fidles dans l'Eglise, soit encore maintenant l'instrument et la gardienne de notre salut; ... qu'elle rende la tranquillit de la paix aux esprits angoisss; qu'elle hte enfin, dans la vie prive comme dans la vie publique, le retour Jsus-Christ.
6 7 8

Le Cinquantenaire de la Dfinition dogmatique de l'Immacule Conception de la Trs Sainte Vierge offrit S. Pie X l'occasion d'attester dans un document solennel le lien historique entre cet acte du Magistre et l'apparition de Lourdes:
' Lettre du 4 septembre 1869 Henri Lasserre: Archivio Segreto Vaticano, Ep. lat., an. 1869, n. CCCLXXXVIII, f. 695.
7

Cant., II, 13-14. Graduel de la Messe de la fte des Apparitions.

* Bref du 8 septembre 1901 : Acta Leonis XIII, vol. X X I , p. 159-160.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

A peine Pie IX avait-il dfini de foi catholique que Marie fut ds l'origine exempte de pch, que la Vierge elle-mme commenait oprer Lourdes des merveilles . Peu aprs, il cre le titre episcopal de Lourdes, rattach celui de Tarbes, et signe l'introduction de la cause de batification de Bernadette. Il tait surtout rserv ce grand Pape de l'Eucharistie de souligner et de favoriser l'admirable conjonction qui existe Lourdes entre le culte eucharistique et la prire mariale : La pit envers la Mre de Dieu, note-t-il, y fit fleurir une remarquable et ardente pit envers le Christ Notre Seigneur. Pouvait-il d'ailleurs en tre autrement? Tout en Marie nous porte vers son Fils, unique Sauveur, en prvision des mrites duquel elle fut immacule et pleine de grces; tout en Marie nous lve la louange de l'adorable Trinit, et bienheureuse fut Bernadette grenant son chapelet devant la grotte, qui apprit des lvres et du regard de la Vierge Sainte rendre gloire au Pre, au Fils et l'Esprit Saint! Aussi sommes-Nous heureux, en ce Centenaire, de Nous associer cet hommage rendu par S. Pie X: L a gloire unique du sanctuaire de Lourdes rside en ce fait que les peuples y sont de partout attirs par Marie l'adoration du Christ Jsus dans l'Auguste Sacrement, en sorte que ce sanctuaire, la fois centre de culte mariai et trne du mystre eucharistique, surpasse, semble-t-il, en gloire tous les autres dans le monde catholique.
9 10 11

Ce sanctuaire dj combl de faveurs, Benot XV tint l'enrichir de nouvelles et prcieuses indulgences et, si les tragiques circonstances de son Pontificat ne lui permirent pas de multiplier les actes publics de sa dvotion, il voulut nanmoins honorer la cit mariale en accordant son vque le privilge du pallium au lieu des apparitions. Pie XI, qui avait lui-mme
9

Lettre Encyclique Ad diem illum du 2 fvrier 1904 : Acta Pii X, vol. I, p. 149. Lettre du 12 juillet 1914: A. A. S., V I , 1914, p. 377. Bref du 25 avril 1911: Aren. Brev. Ap., Pius X, an. 1911, Div. Lib. IX, pars I,

1,1

11

f. 337.

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t plerin de Lourdes, poursuivit son uvre et eut la joie d'lever sur les autels la privilgie de la Vierge, devenue sous le voile Sur Marie Bernard, de la Congrgation de la Charit et de l'Instruction chrtienne. N'authentifiait-il pas pour ainsi dire son tour la promesse de l'Immacule la jeune Bernadette (( d'tre heureuse non pas en ce monde mais dans l'autre ? Et dsormais Ne vers, qui s'honore de garder la chsse prcieuse, attire en grand nombre les plerins de Lourdes, dsireux d'apprendre auprs de la Sainte accueillir comme il convient le message de Notre-Dame. Bientt l'illustre Pontife, qui venait l'exemple de ses Prdcesseurs d'honorer d'une Lgation les ftes anniversaires des apparitions, dcidait de clturer le Jubil de la Rdemption la grotte de Massabielle, l o, selon ses propres termes, la Vierge Marie Immacule se montra plusieurs fois la Bienheureuse Bernadette Soubirous, o avec bont elle exhorta tous les hommes la pnitence, en ce lieu mme de l'tonnante apparition qu'elle combla de grces et de prodiges . En vrit, concluait Pie XI, ce sanctuaire (( passe maintenant juste titre pour l'un des principaux sanctuaires mariais du monde .
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A ce concert unanime de louanges, comment n'aurionsNous pas uni Notre voix ? Nous le fmes notamment dans Notre Encyclique Fulgens corona, en rappelant la suite de Nos Prdcesseurs que la Bienheureuse Vierge Marie elle-mme voulut confirmer, semble-t-il, par un prodige la sentence que le Vicaire de son divin Fils sur la terre venait de proclamer aux applaudissements de l'Eglise entire . Et Nous rappelions, cette occasion, comment les Pontifes Romains, conscients de l'importance de ce plerinage, n'avaient cess de l'enrichir de faveurs spirituelles et des bienfaits de leur bienveillance
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Bref du 11 janvier 1933 : Aren. Brev. Ap. Pius XI, Ind. Perpet. f. 128. Ibid. Lettre Encyclique Fulgens corona du 8 septembre 1953 : A. A. 8., XLV, 1953, p. 578. Ibid.

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L'histoire de ces cent annes, que Nous venons d'voquer grands traits, n'est-elle pas en effet une constante illustration de cette bienveillance pontificale, dont le dernier acte 'fut la clture Lourdes de l'anne Centenaire du Dogme de l'Immacule Conception? Mais vous, Chers Fils et Vnrables Frres, Nous aimons rappeler spcialement un Document rcent, par lequel Nous favorisions l'essor d'un apostolat missionnaire dans votre chre Patrie. Nous emes cur d'y voquer les mrites singuliers que la France s'est acquis au cours des sicles dans le progrs de la foi catholique et, ce titre, (( Nous tournions Notre esprit et Notre cur vers Lourdes o, quatre ans aprs la dfinition du dogme, la Vierge Immacule elle-mme confirma surnaturellement par des apparitions, des entretiens et des miracles la dclaration du Docteur Suprme .
1 6

Aujourd'hui encore, Nous Nous tournons vers le clbre sanctuaire qui s'apprte accueillir sur les rives du Gave la foule des plerins du Centenaire. Si, depuis un sicle, d'ardentes supplications, publiques et prives, y ont obtenu de Dieu, par l'intercession de Marie, tant de grces de gurison et de conversion, Nous avons la ferme confiance qu'en cette anne jubilaire Notre-Dame voudra rpondre encore avec largesse l'attente de ses enfants-, mais Nous avons surtout la conviction qu'elle nous presse de recueillir les leons spirituelles des apparitions et de nous engager sur la voie qu'elle nous a si clairement trace. II Ces leons, cho fidle du message vanglique, font ressortir de faon saisissante le contraste qui oppose les jugements de Dieu la vaine sagesse de ce monde. Dans une so16

Constitution Apost. Omnium Ecclesiarum du 15 aot 1954: A. A. S., X L V I , 1954,

p. 567.

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cit, qui n'a gure conscience des maux qui la rongent, qui voile ses misres et ses injustices sous des dehors prospres, brillants et insouciants, la Vierge Immacule, que jamais le pch n'effleura, se manifeste une enfant innocente. Avec une compassion maternelle, elle parcourt du regard ce monde rachet par le sang de son Fils, o hlas le pch fait chaque jour tant de ravages, et, par trois fois, elle lance son pressant appel : Pnitence, pnitence, pnitence ! Des gestes expressifs sont mme demands : Allez baiser la terre en pnitence pour les pcheurs . Et au geste il faut joindre la supplication : (( Vous prierez Dieu pour les pcheurs . Ainsi, comme au temps de Jean-Baptiste, comme au dbut du ministre de Jsus, la mme injonction, forte et rigoureuse, dicte aux hommes la voie du retour Dieu : Repentez-vous ! Et qui oserait dire que cet appel la conversion du cur a, de nos jours, perdu de son actualit?
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Mais la Mre de Dieu pourrait-elle venir vers ses enfants, si ce n'est en messagre de pardon et d'esprance. Dj l'eau ruisselle ses pieds : Omnes siti entes, venite ad aquas, et haurietis salutem a Domino . A cette source, o Bernadette docile est alle la premire boire et se laver, afflueront toutes les misres de l'me et du corps. J'y suis all, je me suis lav et j'ai vu , pourra rpondre, avec l'aveugle de l'Evangile, le plerin reconnaissant. Mais, comme pour les foules qui se pressaient autour de Jsus, la gurison des plaies physiques y demeure, en mme temps qu'un geste de misricorde, le signe du pouvoir que le Fils de l'Homme a de remettre les pchs. Auprs de la grotte bnie, la Vierge nous invite, au nom de son divin Fils, la conversion du cur et l'esprance du pardon. L'couterons-nous ?
1 8 lfl 20
1 7

MATTH.,

III,

2;

IV,

17.
ER

18

Office de la fte des Apparitions, 1


IOAN., Cfr. IX, 11. IT, 10.

Rpons du I I I Xoct.

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MARC,

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Dans cette humble rponse de l'homme qui se reconnat pcheur rside la vraie grandeur de cette anne jubilaire. Quels bienfaits ne serait-on pas en droit d'en attendre pour l'Eglise si chaque plerin de Lourdes et mme tout chrtien uni de cur aux clbrations du Centenaire ralisait d'abord en lui-mme cette uvre de sanctification, non pas en paroles et de langue, mais en actes et en vrit! Tout l'y invite d'ailleurs, car nulle part peut-tre autant qu' Lourdes on ne se sent la fois port la prire, l'oubli de soi et la charit. A voir le dvouement des brancardiers et la paix sereine des malades, constater la fraternit qui rassemble dans une mme invocation des fidles de toute origine, observer la spontanit de l'entraide et la ferveur sans affectation des plerins agenouills devant la grotte, les meilleurs sont saisis par l'attrait d'une vie plus totalement donne au service de Dieu et de leurs frres, les moins fervents prennent conscience de leur tideur et retrouvent le chemin de la prire, les pcheurs plus endurcis et les incrdules eux-mmes sont souvent touchs par la grce ou du moins, s'ils sont loyaux, ils ne restent pas insensibles au tmoignage de cette multitude de croyants n'ayant qu'un cur et qu'une me .
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A elle seule pourtant, cette exprience de quelques brves journes de plerinage ne suffit gnralement pas graver en caractres indlbiles l'appel de Marie une authentique conversion spirituelle. Aussi exhortons-Nous les pasteurs des diocses et tous les prtres rivaliser de zle pour que les plerinages du Centenaire bnficient d'une prparation, d'une ralisation et surtout de lendemains aussi propices que possible une action profonde et durable de la grce. Le retour - une pratique assidue des sacrements, le respect de la morale chrtienne dans toute la vie, l'engagement enfin dans les rangs
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1 Ioan., I I I , 18. Act., IV, 32.

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de l'Action Catholique et des diverses oeuvres recommandes par l'Eglise : ces conditions seulement, n'est-il pas vrai, l'important mouvement de foules prvu Lourdes pour l'anne 1958 portera, selon l'attente mme de la Vierge Immacule, les fruits de salut si ncessaires l'humanit prsente. Mais, pour primordiale qu'elle soit, la conversion individuelle du plerin ne saurait ici suffire. En cette anne jubilaire, Nous vous exhortons, Chers Fils et Vnrables Frres, susciter parmi les fidles commis vos soins un effort collectif de renouveau chrtien de la socit, en rponse l'appel de Marie : Que les esprits aveugls ... soient illumins par la lumire de la vrit et de la justice, demandait dj Pie XI lors des Ftes mariales du Jubil de la Rdemption, que ceux qui s'garent dans l'erreur soient ramens dans le droit chemin, qu'une juste libert soit partout accorde l'Eglise, et qu'une re de concorde et de vraie prosprit se lve sur tous les peuples ,
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Or le monde, qui offre de nos jours tant de justes motifs de fiert et d'espoir, connat aussi une redoutable tentation de matrialisme, souvent dnonce par Nos Prdcesseurs et par Nous-mme. Ce matrialisme, il n'est pas seulement dans la philosophie condamne qui prside la politique et l'conomie d'une portion de l'humanit; il svit aussi dans l'amour de l'argent, dont les ravages s'amplifient la mesure des entreprises modernes et qui commande hlas tant de dterminations pesant sur la vie des peuples; il se traduit par le culte du corps, la recherche excessive du confort et la fuite de toute austrit de vie; il pousse au mpris de la vie humaine, de celle mme que l'on dtruit avant qu'elle ait vu le jour; il est dans la poursuite effrne du plaisir, qui s'tale sans pudeur et tente mme de sduire, par les lectures et les spectacles, des
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Lettre du 10 janvier 1935: A. A. 8., X X V I I , 1935, p. 7.

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mes encore pures; il est dans T insouciance de son frre, dans Tgosme qui l'crase, dans l'injustice qui le prive de ses droits, en un mot dans cette conception de la vie qui rgle tout en vue de la seule prosprit matrielle et des satisfactions terrestres. Mon me, disait un riche, tu as quantit de biens en rserve pour longtemps; repose-toi, mange, bois, fais la fte. Mais* Dieu lui dit: Insens, cette nuit mme, on va te redemander tonarne.
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A une socit qui, dans sa vie publique, conteste souvent les droits suprmes de Dieu, qui voudrait gagner l'univers au prix de son me et courrait ainsi sa perte, la Vierge maternelle a lanc comme un cri d'alarme. Attentifs son appel, que les prtres osent prcher tous sans crainte les grandes vrits du salut. Il n'est de renouveau durable, en effet, que fond sur les principes infrangibles de la foi et il appartient aux prtres de former la conscience du peuple chrtien. De mme que l'Immacule, compatissante nos misres mais clairvoyante sur nos vrais besoins, vient aux hommes pour leur rappeler les dmarches essentielles et austres de la conversion religieuse, les ministres de la Parole de Dieu doivent, avec une surnaturelle assurance, tracer aux mes la route troite qui mne la vie. Ils le feront sans oublier de quel esprit de douceur et de patience ils se rclament, mais sans rien voiler des exigences vangliques. A l'cole de Marie, ils apprendront ne vivre que pour donner le Christ au monde, mais, s'il le faut aussi, attendre aveb foi l'heure de Jsus et demeurer au pied de la croix.
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Autour de leurs prtres, les fidles se doivent de collaborer cet effort de renouveau. L o la Providence l'a plac, qui
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L u c , X I I , 19-20.
Cfr.
Cfr.

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M A R C , VIII,
MATTH., VII,

36.
14.

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Cfr. L u c , IX, 55.

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donc ne peut faire davantage encore pour la cause de Dieu? Notre pense se tourne d'abord vers la multitude des mes consacres, qui se dvouent dans l'Eglise d'innombrables uvres de bien. Leurs vux de religion les appliquent plus que d'autres lutter victorieusement, sous l'gide de Marie, contre le dferlement sur le monde des apptits immodrs d'indpendance, de richesse et de jouissance; aussi, l'appel de l'Immacule, voudront-elles s'opposer l'assaut du mal par les armes de la prire et de la pnitence et par les victoires de la charit. Notre pense se tourne galement vers les familles chrtiennes, pour les conjurer de demeurer fidles leur irremplaable mission dans la socit. Qu'elles se consacrent, en cette anne jubilaire, au Cur Immacul de Marie! Cet acte de pit sera pour les poux une aide spirituelle prcieuse dans la pratique des devoirs de la chastet et de la fidlit conjugales; il gardera dans sa puret l'atmosphre du foyer o grandissent les enfants; bien plus, il fera de la famille, vivifie par sa dvotion mariale, une cellule vivante de la rgnration sociale et de la pntration apostolique. Et certes, au del du cercle familial, les relations professionnelles et civiques offrent aux chrtiens soucieux de travailler au renouveau de la socit un champ d'action considrable. Rassembls aux pieds de la Vierge, dociles ses exhortations, ils porteront d'abord sur euxmmes un regard exigeant et ils voudront extirper de leur conscience les jugements faux et les ractions gostes, craignant le mensonge d'un amour de Dieu qui ne se traduirait pas en amour effectif de leurs frres. Ils chercheront, chrtiens de toutes classes et de toutes nations, se rencontrer dans la vrit et la charit, bannir les incomprhensions et les suspicions. Sans doute, norme est le poids des structures sociales et des pressions conomiques qui pse sur la bonne volont des hommes et souvent la paralyse. Mais, s'il est vrai, comme Nos Prdcesseurs et Nous-mme l'avons soulign avec
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Cfr. / Ioan., IV, 20.

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Sedis -

Commentarium

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insistance, que la question de la paix sociale et politique est d'abord, en l'homme, une question morale, aucune rforme n'est fructueuse, aucun accord n'est stable sans un changement et une purification des curs. La Vierge de Lourdes le rappelle tous en cette anne jubilaire. Et si, dans sa sollicitude, Marie se penche avec quelque prdilection vers certains de ses enfants, n'est-ce pas, Chers Fils et Vnrables Frres, vers les petits, les pauvres et les malades, que Jsus a tant aims? Venez moi, vous tous qui tes las et accabls, et je vous soulagerai , semble-t-elle dire avec son divin Fils. Allez elle, vous qu'crase la misre matrielle, sans dfense devant les rigueurs de la vie et l'indiffrence des hommes; allez elle, vous que frappent les deuils et les preuves morales; allez elle, chers malades et infirmes, qui tes vraiment reus et honors Lourdes comme les membres souffrants de Notre Seigneur; allez elle et recevez la paix du cur, la force du devoir quotidien, la joie du sacrifice offert. La Vierge Immacule, qui connat les cheminements secrets de la grce dans les mes et le travail silencieux de ce levain surnaturel du monde, sait de quel prix sont, aux yeux de Dieu, vos souffrances unies celles du Sauveur. Elles peuvent grandement concourir, Nous n'en doutons pas, ce renouveau chrtien de la socit que Nous implorons de Dieu par la puissante intercession de sa Mre. Qu' la prire des malades, des humbles, de tous les plerins de Lourdes, Marie tourne galement son regard maxernel vers ceux qui demeurent encore hors de l'unique bercail de l'Eglise, pour les rassembler dans l'unit! Qu'elle porte son regard sur ceux qui cherchent et qui ont soif de vrit, pour les conduire la source des eaux vives ! Qu'elle parcoure enfin du regard ces continents immenses et ces vastes zones humaines o le Christ est hlas si peu connu, si peu aim, et qu'elle
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M

MATTH..

X I .

28.

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obtienne l'Eglise la libert et la joie de rpondre en tous lieux, toujours jeune, sainte et apostolique, l'attente des hommes! Voulez-vous avoir la bont de venir ... , disait la Sainte Vierge Bernadette. Cette invitation discrte, qui ne contraint pas, qui s'adresse au cur et sollicite avec dlicatesse une rponse libre et gnreuse, la Mre de Dieu la propose de nouveau ses fils de France et du monde. Sans s'imposer, elle les presse de se rformer eux-mmes et de travailler de toutes leurs forces au salut du monde. Les chrtiens ne resteront pas sourds cet appel; ils iront Marie. Et c'est chacun d'eux qu'au terme de cette Lettre Nous voudrions dire avec S. Bernard: In periculis, in angustiis, in rebus dubiis, Mariam cogita, Mariam invoca ... Ipsam sequens, non dvias ; ipsam rogans, non desperas; ipsam cogitans, non erras; ipsa tenente, non corruis ; ipsa protegente, non metuis; ipsa duce, non fatigaris; ipsa propitia, pervenis ... .
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Nous avons confiance, Chers Fils et Vnrables Frres, que Marie exaucera votre prire et la Ntre. Nous le lui demandons en cette fte de la Visitation, bien propre clbrer celle qui daigna, il y a un sicle, visiter la terre de France. Et en vous invitant chanter Dieu, avec la Vierge Immacule, le Magnificat de votre gratitude, Nous appelons sur vous-mmes et vos fidles, sur le sanctuaire de Lourdes et ses plerins, sur tous ceux qui portent la responsabilit des ftes du Centenaire, la plus large effusion de grces, en gage desquelles Nous vous accordons de grand cur, dans Notre constante et paternelle bienveillance, la Bndiction Apostolique. Donn Rome, prs Saint-Pierre, en la Fte de la Visitation de la Trs Sainte Vierge, le 2 Juillet de l'anne 1957, de Notre Pontificat la dix-neuvime. PIUS PP. XII
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Horn. II super Missus est : P. L., C L X X X I I I , 70-71.

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EPISTULA
AD REVMUM D. IACOBUM ALBERIONE, PIAE SOCIETATIS A S. TOREM GENERALEM, QUINQUAGESIMUM ANNUM A PAULO MODERASACERDOTIO SUSCEPTO

IMPLENTEM.

PIUS PP. X I I Dilecte fili, salutem et Apostolicam Benedictionem. Ea considerans, quae quantaque caelestia munera et auxilia per quinquaginta sacerdotii tui annos Providentissimus Deus tibi dilargitur est, habes sane cur plurimas ex animo ei grates agas, a quo omne datum optimum et omne donum perfectum
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descendit. Illud enim, quod suscepisti, con-

silium Dei Eegnum per eas artes propagandi, quas nostra tantopere provexit aetas, ac praesertim per scripta typis prodita, quae per omnes civium ordines pervadant, eosque ab errore ad veritatem, a vitiorumque illecebris ad virtutem attrahant, optatos uberesque profecto edidit fructus. Hodie, si umquam alias, hoc inceptum omni ope urgere necessarium est. Etenim qui ab Ecclesia dissident, scriptis tamquam armis ad nocendum aptissimis cotidie magis uti conantur; quamobrem cernere est librorum ephemeridumque cumulum in maius abire, quibus mendacium fucatum veritatis specie extollitur; quibus flagitia, procacibus etiam imaginibus illustrata, ad iuventutem praesertim alliciendam proponuntur ; omneque genus fallaciae ad decipiendos animos callidis artificiis commendantur. Quamobrem omnino oportet scripta scriptis opponere, ut haec ars, quae multum potest ad perniciem, potius ad singulorum hominum, familiarum civitatumque probitatem, integritatem, salutem et beneficium transferatur. Faveat igitur Deus hoc tibi ab eo ominamur precamurque supplices his propositis operibusque tuis caelesti gratia sua ; ita quidem ut quae latius cotidie in usum deducere tantopere exoptas, ea felicius usque ac saluberrime effecta dentur. Ac tibi, coniunctis viribus animisque, quattuor illae piae Sodalitates, quas condidisti, sollerter semper alacriterque praesto sint, incenso illo pietatis, caritatis religiosaeque observantiae studio praelucentes, sine quo nihil validum, nihil sanctum, frugiferum nihil eflci potest.
1

lac. i , 17.

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Haec sunt paterna vota, quae tua tuorumque causa facimus, Nostrisque precibus Deo enixe commendamus. Quorum sit effectrix divina gratia; cuius auspicem Nostraeque peculiaris benevolentiae testem, cum tibi, dilecte fili, tum singulis sodalibus piarum societatum quattuor, abs te conditarum, Apostolicam Benedictionem perlibenter in Domino impertimus. Datum Eomae, apud Sanctum Petrum, die xx mensis Iunii, anno
MCMLVH,

Pontificatus Nostri undevicesimo. PIUS PP. X I I

ALLOCUTIONES
I
Iis qui interfuerunt Conventui, a Sodalitate Operariorum catholicorum Italica (A.C.L.I.) indicto ac Romae habito, de argumento L'Automazione e il mondo del lavoro y). * Il gradimento che la vostra presenza Ci procura, diletti figli, ravvivato questa volta dalla scelta dell'argomento, cos importante e suggestivo, proposto dalle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (ACLI) come oggetto del vostro Convegno Nazionale di studio : L'Automazione e il mondo del lavoro . Mentre Ci congratuliamo per la loro tempestiva e costante premura a favore dei lavoratori, desideriamo di esprimere a voi, esimi studiosi, il Nostro compiacimento per la perizia e l'ardire, con cui affrontate e approfondite un problema cos vasto e delicato, ponendovi quasi a modo di ponte tra la scienza pura e la vita pratica dell'economia, della tecnica e dell'amministrazione. Ci nota l'ardua complessit del problema che, secondo i differenti aspetti, si presenta ora come promessa ed ora come minaccia. opportuno che a questo impervio terreno si acceda non soltanto a guisa di scienziati e di tecnici, ma anche di sociologi e di cristiani, poich un errore nella impostazione del problema si ripercoterebbe con grave danno, sia sui valori materiali che su quelli morali e spirituali, nel singolo uomo inseparabili.

* Die 7 Iunii mensis a. 1957.


40 - A C T A , vol. XXIV. n. 10. 24-8-1957.

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La vostra egregia preparazione al soggetto Ci permette di restringere la Nostra esposizione ad alcuni punti essenziali, che abbiamo rilevati dal materiale cortesemente inviatoci.

1. U automazione, forse una immagine dell'avvenire della umanit? Le opere e gli articoli, che ne trattano, danno non di rado l'impressione che essa apra nella storia un'era del tutto nuova. Finora, infatti, la meccanizzazione , la (( razionalizzazione e F<( automatizzazione erano gi metodi moderni destinati a rendere pi elevata la produzione e la distribuzione dei beni e a permettere un miglior uso organizzato delle forze di lavoro nelle fabbriche e negli uffici. Se dunque oggi si parla con tanta enfasi dell'automazione, si pensa evidentemente a qualche cosa di pi, capace di trasformare radicalmente non solo l'economia, ma anche la vita stessa dell'uomo e della societ. Nell'epoca presente, gi di per s stessa agitata da apprensioni e da speranze per l'avvenire, la parola automazione divide gli spiriti in ottimisti e pessimisti riguardo all'uomo e al mondo di domani. Nasce cos la sensazione che con essa s'intenda di creare qualche cosa, che supera essenzialmente la meccanizzazione, la razionalizzazione e l'automatizzazione. Anche il fatto che queste derivano non dall'esperienza pratica, ma dalle cognizioni teoriche delle moderne scienze naturali, non pu in s rivestire il carattere di cosa fondamentalmente nuova nel quadro dei presenti sforzi per lo sviluppo della automazione, se non quello di un pi grande influsso dei metodi matematici recentemente elaborati sulla ricerca di legittimi rapporti quantitativi. Se dunque, ci nonostante, si pensa che l'automazione inaugura un periodo interamente nuovo nella storia della umanit, chiaro che si vuole assegnare alle scienze naturali un posto del tutto nuovo nel contributo alla formazione della vita umana. Si vorrebbe dare ad esse un posto centrale, un posto cio che esse, almeno finora, dovevano dividere con altre scienze, comprese la teologia e la filosofia. Perci si giunge ad affermare che con l'automazione si inizia un mondo completamente fatto dall'uomo , e che oggi per la prima volta l'uomo, illuminato dalle scienze esatte, occupa il posto del demiurgo, del signore autonomo del mondo. Non vorremmo certamente sminuire il vostro ardore nello studio dei problemi urgenti dell'automazione, se diciamo che essi debbono essere considerati con maggior oggettivit, e soprattutto scartando ogni idea falsa dell'uomo e del mondo. Le pubblicazioni finora apparse su questo

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argomento si dice che siano oltre 30.000, e tuttavia si legge sempre di nuovo che gli studiosi non sono ancora giunti a una soddisfacente definizione. Si pu soltanto descriverne gli elementi : gruppi di procedure di lavoro per la fabbricazione di un oggetto, od anche l'intero processo della produzione coi suoi molteplici e numerosi gradi, sono eseguiti alla maniera di un automa. Ben pi. Aftinch questa automatica produzione sia assicurata, vengono inseriti in essa complessi, che si innestano e agiscono automaticamente : apparecchi idraulici ed elettrici di controllo , sistemi ottici e acustici di avviso, meccanismi per sorvegliare la qualit e la quantit della produzione e trasmettere gli ordini, regolatori elettronici per una determinata serie del programma da eseguire. In tal guisa si rendono inutili non solo i muscoli, ma anche i nervi e il cervello dell'uomo nel processo della produzione ; si giunge perfino ad immaginare o fantasticare una fabbrica senza uomini. Se si stima che la scoperta della energia atomica superiore e pi importante, sarebbe tuttavia inapplicabile senza l'automazione; questa soltanto infatti conferirebbe alla lavorazione una sicurezza e precisione, che il diretto lavoro umano non pu ottenere, ma che appunto indispensabile nell'impiego della energia atomica. Tutto ci vero e ispira soprattutto al cristiano una ammirazione riconoscente per la grandezza di Dio Creatore e delle sue opere. Ma che l'automazione come tale, come nuovo tipo di organizzazione delle forze materiali di produzione, valga per s stessa a cambiare radicalmente la vita dell'uomo e della societ, possono affermarlo specialmente coloro, che col marxismo attribuiscono falsamente una importanza fondamentalmente determinante al lato tecnico della vita umana, al modo sensibile di esecuzione del lavoro. L'epoca presente, che si suol chiamare l'et della tecnica, inclinata ad ammettere simili concezioni dell'avvenire. Tuttavia lo sviluppo sempre determinato dalla totalit dell'uomo in mezzo alla societ e per conseguenza dalla molteplicit dei fattori legati alla sua unit, e soltanto in questo quadro anche il fattore tecnico efficace. Esso non pu, a lungo andare, prevalere n contro il senso della economia, n contro quello della vita sociale in generale. Se fosse altrimenti, il vostro Convegno non avrebbe alcun senso e il mondo del lavoro dovrebbe accettare cecamente l'automazione come un fatale destino. Per quanto grande possa divenire l'influsso della automazione, essa rimarr naturalmente limitata; uno dei fattori dell'avvenire, ma n da s solo determinante, n costrittivo. Essa nemmeno conferisce all'uomo il potere di divenire il demiurgo

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di un (( mondo fatto interamente da lui. Senza dubbio, grazie ai metodi di produzione, che essa instaura, l'uomo crea una realt, che corrisponde il pi esattamente al programma gi prima eleborato, e in questo rispetto un mondo fatto da lui. La conquista tecnica della automazione consiste precisamente in ci che essa riesce a fare di un tale programma l'(( anima , che informa e dirige in pari tempo tutto un processo di produzione materiale. Per questa ragione si notano in essa controlli, avvisi, ordini, come in un organismo vivente, si scoprono perturbamenti, si trova finanche una flessibilit e adattabilit propria del processo stesso di produzione. Nulla quindi di sorprendente se alcuni vedono nel progresso delle scienze naturali la possibilit, sulla base del principio di automazione, di ordinare secondo un determinato programma la vita della umana societ, in guisa da formare un mondo fatto . Ma per la realt sociale e il suo stabile ordinamento non bastano i programmi statistici e matematici, per quanto anche oggi le scienze sociali inclinino verso questa unilaterale concezione del loro oggetto. La vita sociale esige inoltre e principalmente altre cognizioni, la teologia, la filosofa e le scienze della vita spirituale dell'uomo e della sua storia. 2. Automazione ed economia nazionale Non si pu dunque affermare incondizionatamente che l'automazione l'immagine di un nuovo avvenire dell'umana societ. L'uomo, proteso verso il dominio del mondo, rimane sempre, anche a suo vantaggio, circonscritto da confini, estesi quanto si vuole, ma insormontabili, imposti dalla natura o, per meglio dire, da quella medesima divina Sapienza, che (( fissava al mare i suoi limiti, perch le acque non ne varchino la sponda - Tuttavia anche se si considera come un nuovo metodo di produzione, l'automazione non cessa di essere un delicato problema, che esige riflessione e prudenza. Innanzi tutto si presenta il pericolo che si confonda nella automazione la produttivit tecnica con la produttivit economica. Ci che essa offre di nuovo e al tempo stesso di affascinante la possibilit di mantenere nelle aziende un continuo, ininterrotto processo di produzione. chiaro che in tal guisa si effettua un incremento fantastico della loro capacit di produrre. Si ha per altres un vero aumento di produttivit della economia nazionale? Vogliamo dire con questo il durevole e sicuro conseguimento di una condizione di cose, in cui possibile il benessere
Prov. 8, 29.
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materiale e umano di tutti i membri della popolazione, poich tutti coloro, i quali contribuiscono immediatamente col loro lavoro, col suolo, col capitale alla economia nazionale, ritraggono un reddito corrispondente al loro apporto. Inoltre un simile stato di produttivit economica nazionale dovrebbe essere tale da rendere le tensioni sociali facilmente superabili. Il passaggio dell'automazione spianer forse la via a questo stato di cose? Se si studiano le condizioni del processo tecnico, si comprende necessariamente che esso esige un ingente capitale, e principalmente fondi disponibili a lunga scadenza. Non si deve nemmeno dimenticare che occorre disporre di una schiera di specialisti capaci di preparare i programmi per una cos complessa produzione e di sorvegliarne attentamente l'esecuzione. Infine indispensabile che sia pi che mai assicurato un largo mercato di smercio. Dopo di ci si comprende agevolmente come anche quei Paesi di Europa, i quali meglio posseggono quei presupposti, affrontano il problema dell'automazione con cautela e si contentano provvisoriamente di una automazione parziale. Si sa altres che l'automazione non stata fino ad ora propriamente sperimentata in nessun luogo nelle sue ripercussioni sulla genuina produttivit economica nazionale. Poich il fatto che l'automazione nata per la produzione degli armamenti, e anche oggi trova in essa le sue pi fortunate applicazioni, prova solamente la sua innegabile produttivit tecnica. Si pu anzi aggiungere che sar possibile di considerare l'applicazione della automazione economicamente, nella maggior parte dei Paesi, soltanto al momento in cui il disarmo render liberi i capitali e quando lo sviluppo della tecnica, affrettato innanzi tutto dalla corsa agli armamenti, non render pi, oggi di poco o nessun valore ci che ieri ancora era stimato un progresso. Ad ogni modo, un popolo, che non ricco e si trova stretto da impegni immediati e urgenti in diversi campi, come l'insegnamento, le vie di comunicazione, la riforma agraria, la costruzione di abitazioni, deve poter bastare a s stesso con limitati capitali; n pu in alcun modo vivere al di sopra delle sue condizioni : il che facilmente avviene, quando le spese e gli investimenti sono dominati dal fascino del progresso tecnico. Un altro punto importante della vita sociale, che deve essere attentamente ponderato, quello della disoccupazione tecnica, che potrebbe con grande probabilit manifestarsi, secondo le circostanze, con l'introduzione della automazione. Taluni stimano che questo pericolo non si farebbe sentire se non per un breve periodo, poich, a lungo andare, altre

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possibilit d'impiego per i disoccupati si aprirebbero con le nuove industrie, col riadattamento della mano d'opera per altri posti, la diminuzione delle ore di lavoro a parit di salario, congiunto con un aumentato lavoro a cottimo, anche allo scopo di trarre il maggior profitto di giorno e di notte dai costosissimi impianti. Sembra che simili mezzi potrebbero a lunga scadenza vincere la disoccupazione tecnica. A dire il vero, per, essi verrebbero a limitare maggiormente la libert del lavoratore, accrescerebbero in determinate circostanze le differenze tra le categorie degli operai, renderebbero impossibile la gi minacciata comune santificazione della domenica nelle famiglie. Sarebbe inoltre anche da domandarsi se queste disposizioni non farebbero della automazione un peso per la produttivit economica nazionale. Ma anche se tutti questi problemi potessero essere regolati in maniera soddisfacente a lunga scadenza, sarebbe da rilevare che l'accrescimento della disoccupazione tecnica anche per un breve periodo rappresenterebbe per alcuni Paesi un danno da non poter essere leggermente affrontato. Neppure in questo campo lecito di adottare il falso principio che nel passato spinse alcuni politici a sacrificare una intera generazione in vista del grande vantaggio che ne sarebbe dovuto ridondare alle seguenti. I problemi, da Noi soltanto accennati, che l'automazione ha posti alla economia nazionale, avevano sempre il loro apice in quello del mantenimento della sua produttivit, particolarmente in quanto una economia nazionale, interamente allestita secondo la nuova tecnica, sembra che sarebbe molto pi vulnerabile nel suo insieme e molto meno agile in caso di crisi o di altri perturbamenti. Pi che mai dunque quel problema centrale dovrebbe mettere d'accordo gl'interessi dei datori di lavoro e degli operai, renderli consapevoli della comune sorte di una economia sociale, che sviluppi in una maniera sempre pi armonica le forze produttive su tutto il territorio della nazione, che anzi si estenda in Europa e sia aperta al resto del mondo. Una sola parola in tali circostanze possibile per le parti organizzate del contratto di lavoro : meglio trattare che battersi. la sola parola che possano adottare dinanzi alla loro coscienza e dinanzi al popolo. Soprattutto la questione del salario esige nuove vedute, una volta che l'automazione avr fortemente modificato il campo del lavoro. Poich fino al presente esso si trovava nel mezzo del processo della produzione ; era l'apporto, misurabile secondo il rendimento ottenuto, della forza dei muscoli e dell'abilit della mano ; ora invece il singolo al di sopra del processo di produzione e deve cooperare incessantemente, con at-

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tenzione e con sapere tecnico, affinch il processo di produzione si svolga durevolmente e, in caso di disturbo, sia rimesso in moto il pi presto possibile. Si dovranno quindi adottare nuovi criteri per stimare il valore del lavoro salariato e anche prendere in considerazione nuovi tipi di lavoratore : problemi interni dei sindacati, ed anche forse della loro forma presente, specialmente se si pensa che in vari settori della economia nazionale il ceto operaio anche nel futuro non sar notevolmente toccato dalla automazione. La molteplicit di tali questioni, da una parte, e, dall'altra, la sorprendente tecnica della automazione, vale a dire di una produzione che si svolge ininterrottamente secondo un programma unitario, fanno sorgere in non pochi l'idea che i problemi sociali nell'era dell'automazione non si possano n si debbano risolvere che secondo la formula del socialismo, vale a dire mediante la esclusione dell'istituto della propriet privata, almeno in quanto esso la norma di base per la utilizzazione ordinata dei beni materiali. Noi abbiamo gi dianzi fatto allusione all'influsso marxista. Senza dubbio nella economia nazionale ed europea diverr necessaria una pi larga pianificazione. Ma questa non pu n ha bisogno di essere identica con un dirigismo pi o meno assoluto. Non pu : perch l'indipendenza delle famiglie e la libert dei cittadini sono legate naturalmente con la sana attuazione della propriet privata come istituzione sociale ordinatrice. Non ne ha bisogno, se nelle intenzioni come nelle istituzioni il legame al bene comune si far sentire sempre pi forte e anche giuridicamente efficace, nelle aziende,nei diversi settori della produzione, nel governo e nel parlamento, dovunque si prendono determinazioni che toccano l'uomo e l'economia. 3. Automazione e formazione professionale Poich in questo problema la Nostra attenzione rivolta soprattutto alla persona umana, in quanto soggetto ed oggetto di ogni trasformazione sociale, desideriamo di aggiungere qualche considerazione circa la sorte del lavoratore in una economia ove domina l'automazione. Si sente dire che l'apparato automatico lo liberer definitivamente dalla monotonia del lavoro, dalla uniformit di movimenti ripetuti senza fine; che l'andamento del macchinismo non imporr pi a lui stesso e al suo gruppo un ritmo di lavoro inesorabile. Egli si sentir padrone di ci che avviene, di ci che egli sorveglia e verifica con responsabilit e competenza e, in caso di bisogno, ripara. Senza dubbio la sofferenza del lavoro

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lo coglier in un'altra forma ; vi saranno posti in cui dovr vigilare per ore ed ore, nella solitudine e coi nervi tesi, il sorprendente, funzionamento della produzione automatica. La parola biblica : Con sudore del tuo volto mangerai il pane
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non sar cancellata nemmeno dall'era

nuova dell'automazione, ma sotto nuove forme manterr la sua verit. Il lavoratore non potr pi specializzarsi in un solo campo di funzioni; dovr essere intellettualmente e professionalmente versatile per abbracciare il funzionamento e la coordinazione dei pi differenti apparecchi. In tal guisa, secondo le esperienze fatte finora, il numero dei lavoratori non qualificati andr diminuendo, mentre crescer proporzionalmente quello degli operai istruiti e pienamente formati. Gi al presente la costante mancanza di lavoratori pienamente qualificati mostra che il peso maggiore del lavoro riposa su questi. Ci per significa che si richiederanno sempre pi versatilit intellettuale, istruzione professionale, sicurezza e prontezza ad assumere responsabilit. Tali uomini per non si formano neppur essi rapidamente con un processo automatico d'istruzione. Bisogna lasciare che crescano nella loro educazione professionale, come in ogni altra. Non si pu quindi rinunziare al lungo apprendistato seguito finora sia nelle aziende stesse come nelle scuole speciali. Questa educazione deve certamente adattarsi alle esigenze del progresso tecnico e assicurare un solido sapere e pratica professionale. Ma perch sia una vera educazione, deve abbracciare tutto l'uomo, poich nei procedimenti della economia moderna le qualit del carattere nel lavoratore hanno una importanza determinante. Siccome inoltre si richiede una particolare versatilit, e il lavoratore moderno deve, almeno dentro certi limiti, esser capace di abbracciare tutto il complesso dell'azienda, del ramo di produzione, della economia nazionale secondo le diverse istituzioni che il diritto moderno del lavoro ha create, occorre che la formazione professionale, e prima ancora la scuola, gli abbiano procurato una sufficiente cultura generale. Noi pensiamo che il lavoratore cos formato potr anche risolvere il problema del tempo libero, che l'automazione porter. Colui, che ha rettamente compreso il senso religioso, morale, professionale del lavoro, comprender altres il senso del tempo libero e sapr anche usarlo utilmente. Sar anche preservato dalla falsa idea che l'uomo lavora per godere del tempo libero, mentre che in realt egli ha il tempo libero, oltre che
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Gen. 3, 19.

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per un naturale e onesto sollievo, per il perfezionamento delle sue facolt e per un migliore adempimento dei suoi doveri religiosi, familiari e sociali , per rendersi fisicamente e spiritualmente pi atto al lavoro. In questo punto una utilizzazione inconsiderata della automazione potrebbe importare non lievi pericoli, sia per la moralit delle persone, sia quindi per la sana struttura della produzione e del consumo nella economia nazionale. La formazione professionale ha dunque una parte importante nella educazione del popolo e nella elaborazione di una retta coltura popolare. Se gli urgenti problemi dell'automazione incitano, soprattutto in Italia, a riflettere e ad agire a questo riguardo, un gran passo sar stato compiuto. Non la sola altezza del reddito rilevante, ma anche pi il suo ragionevole impiego. Egualmente non il possesso di diritti sempre pi estesi importante, ma il loro retto uso. Tutto ci del resto dipende dalla interiore fermezza degli uomini. Abbiamo voluto esporvi le idee che Ci sono venute alla mente nel prendere conoscenza del materiale dei vostri studi. Nelle vostre sedute voi approfondirete pi largamente e completamente l'esame di cos vasta materia. Le Nostre parole vi dicano l'interesse con cui seguiremo le vostre discussioni, e questa Nostra partecipazione sia per voi un motivo d'incoraggiamento e di conforto. Degnisi il Signore di accordarvi l'abbondanza delle sue grazie, in pegno delle quali v'impartiamo di cuore la Nostra paterna Apostolica Benedizione.

II
Iis qui interfuerunt Conventui, Romae habito, de constituenda Unione Europea. * Nous sommes heureux de vous recevoir, Messieurs, l'occasion du Congrs d'Europe, runi sur l'initiative du Conseil italien du Mouvement Europen. Vous avez voulu par vos travaux contribuer renforcer la collaboration entre les organisations et les forces politiques en vue de constituer sans retard l'unit de l'Europe. Vous savez avec quelle sollicitude Nous suivons les progrs de l'ide europenne et des efforts concrets, qui tendent la faire pntrer davantage dans les esprits et lui donner, suivant les possibilits actuelles, un commencement de ralisation. Bien que passant par des alternatives de
* Habita ie 13 Iunii mensis a. 1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

succs et de revers, elle a, pendant ces dernires anns, gagn beaucoup de terrain. Aussi longtemps en effet qu'elle ne s'incarnait pas dans des institutions communes doues d'une autorit propre et indpendantes, dans une certaine mesure, des gouvernements nationaux, on pouvait la considrer comme un idal trs beau sans doute, mais plus ou moins inaccessible. Or, en 1952, les Parlements de six pays d'Europe occidentale, ont approuv la formation de la Communaut Europenne du Charbon et de l'Acier ( C . E . C . A . ) , dont les rsultats s'avrent actuellement encourageants sur le plan conomique et social. La Communaut Europenne de Dfense (C.E.D.), qui devait engager les efforts d'unification sur le plan militaire et politique, se heurta par contre de vives rsistances qui la firent chouer. A ce moment, beaucoup pensrent que les premiers espoirs d'aboutir l'unit mettraient longtemps renatre. En tout cas, le moment d'aborder de face le problme d'une communaut supranationale n'tait pas encore venu, et l'on dut se replier sur la formule de l'Union de l'Europe Occidentale (U.E.O.) qui, outre l'assistance militaire, avait pour tche de favoriser la collaboration dans le domaine social, culturel et conomique. Mais, comme le principe de la dcision majoritaire au Conseil des Ministres y est soumis d'troites limitations, et comme l'Assemble n'est pas capable d'imposer sa volont et d'exercer le contrle parlementaire, on ne peut la considrer comme un fondement suffisant pour y difier une vraie communaut d'Etats. Ds le printemps de 1955, s'amorait ce qu'on a nomm la relance europenne ; elle allait aboutir le 25 mars 1957 la signature des traits de l'Euratom et du March commun. Bien que cette communaut nouvelle soit restreinte au domaine conomique, elle peut conduire, par l'tendue mme de ce champ d'action, affermir entre les Etats membres la conscience de leurs intrts communs d'abord sur le seul plan matriel, sans doute, mais si le succs rpond l'attente, elle pourra ensuite s'tendre aussi aux secteurs qui engagent davantage les valeurs spirituelles et morales. Votre Congrs a regard franchement vers l'avenir et examin en premier lieu le point dcisif, dont dpend la constitution d'une communaut au sens propre : l'tablissement d'une autorit politique europenne possdant un pouvoir vritable qui mette en jeu sa responsabilit. De ce point de vue, l'excutif de la Communaut Economique Europenne (C.E.E.) marque un recul par rapport celui de la Communaut du Charbon et de l'Acier, o la Haute Autorit jouit de pouvoirs relativement vastes et ne dpend du Conseil des Ministres qu'en certains cas dtermins. Parmi

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les tches, qui vous attendent maintenant, se place d'abord la ratification, par les divers Parlements, des traits susdits signs Eome le 25 mars; puis vous aurez chercher les moyens de pourvoir au renforcement de l'excutif dans les communauts existantes, pour arriver enfin envisager la constitution d'un organisme politique unique. Vous avez tudi aussi la question d'une politique extrieure commune et not ce sujet que, pour tre applicable et produire d'heureux rsultats, elle ne suppose pas ncessairement que l'intgration conomique soit dj un fait accompli. Une politique extrieure europenne commune, susceptible d'ailleurs d'admettre des diffrenciations selon qu'elle s'exerce dans le cadre de tel ou tel organisme international, repose galement sur la conscience d'intrts communs conomiques, spirituels et culturels ; elle devient indispensable dans un monde, qui tend se grouper en blocs plus ou moins compacts. Les points d'appui ne manquent heureusement pas pour la mettre en uvre dans les institutions europennes existantes, mais elle attend encore un instrument efficace d'laboration et d'application. Enfin vous avez considr les problmes de l'association de l'Europe et de l'Afrique, auxquels le rcent trait du March commun a rserv une place notable. Il Nous parat ncessaire que l'Europe garde en Afrique la possibilit d'exercer son influence ducative et formative et qu' la base de cette action, elle dploie une aide matrielle large et comprhensive, qui contribue relever le niveau de vie des peuples africains et mettre en valeur les richesses naturelles de ce continent. Ainsi prouver a-t-elle que sa volont de former une communaut d'Etats ne constitue pas un repliement goste, qu'elle n'est pas commande par un rflexe de dfense contre les puissances extrieures, qui menacent ses intrts, mais procde surtout de mobiles constructifs et dsintresss. A l'heure actuelle, on aperoit de plus en plus la ncessit de l'union et celle de poser patiemment les bases sur lesquelles elle s'appuiera. Tantt dans la joie, tantt dans la peine, la construction s'lve et, malgr les tentatives avortes, on la poursuit avec courage. Vous osez dpasser hardiment le stade des ralisations actuelles pour prparer dj les pierres ncessaires l'difice de demain. Nous Nous en rjouissons, persuad que l'inspiration qui vous anime procde d'un sentiment droit et gnreux. Vous voulez procurer, par les meilleurs moyens possibles, l'Europe tant de fois dchire et ensanglante, une cohsion durable, qui lui permette de continuer sa mission historique. S'il est

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Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

vrai que le message chrtien fut pour elle comme le ferment dpos dans la pte, qui la travaille et en fait lever la masse, il n'est pas moins vrai que ce mme message reste, aujourd'hui comme hier, la plus prcieuse des valeurs dont elle est dpositaire ; il est capable de garder dans leur intgrit et leur vigueur, avec l'ide et l'exercice des liberts fondamentales de la personne humaine, la fonction des socits familiale et nationale, et de garantir, dans une communaut supra-nationale, le respect des diffrences culturelles, l'esprit de conciliation et de collaboration avec l'acceptation des sacrifices qu'il comporte et les dvoments qu'il appelle. Aucune tche d'ordre temporel n'arrive son terme sans en susciter d'autres, sans soulever par sa ralisation mme d'autres besoins, d'autres objectifs. Les socits humaines restent toujours en devenir, toujours en qute d'une meilleure organisation et souvent ne se survivent qu'en disparaissant et en donnant naissance par l mme des formes de civilisation plus brillantes et plus fcondes. A chacune, le christianisme apporte un lment de croissance et de stabilit; surtout il dirige leur marche en avant vers un but bien dfini et leur donne l'immuable assurance d'une patrie, qui n'est pas de ce monde et qui seule connatra l'union parfaite, parce que procdant de la force et de la lumire de Dieu mme. Nous souhaitons de tout cur que cet idal guide toujours vos recherches et vous permette de supporter sans dcouragement les fatigues, les amertumes, les dceptions inhrentes toute entreprise de cette envergure. Puissiez-vous prparer aux hommes de ce temps une demeure terrestre qui ressemble davantage au Koyaume de Dieu, Koyaume de vrit, d'amour et de-paix, auquel ils aspirent dans leur tre le plus profond. En gage des faveurs divines que Nous implorons sur vos travaux, Nous vous accordons pour vous-mmes, vos familles et tous ceux qui vous sont chers, Notre Bndiction Apostolique.

III
Iis qui interfuerunt Conventui tertio Coetuum, quibus The Atlantic Treaty Association constituitur. * Your association, gentlemen, bears a title, that on first blush would seem to recali to one that massive wall of a fierce and restless ocan, that tosses in its mysterious depths and divides the continents of men
* Habita die 27 Iunii mensis a. 1957.

Acta, Pii Pp. XII

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permanentia. But that ocan was never intended by the Creator, as you well know and appreciate, to separate into isolated units the peoples inhabitating the lands washed by its waters. Already Science in its giant strides especially during the first half of this Century has conquered many barriers due to distance and difficult communication ; and the exchange of visitors from the lands bordering the sea goes on increasing year by year. But even though these visitors may be impressed by the monuments pointing to the common Christian civilization of the West and its culture, no one will say, that is enough to enlighten them on the deeper, closer and more secure union existing between their peoples and all the peoples of the world. That is not perceived by eye or ear. It is a truth that calis for instruction and study. One purpose, We note, of your Organization The Atlantic Treaty Association limited perfore in its prsent field to certain countries, is to impart that instruction, and with admirable sagacity you wish to enlist the coopration of the schools in that task. All praise to you for that. The School indeed has an indispensable role to play in the achievement of world peace. It is time to broaden the view of youth and open their minds to a breath of catholicity. Let them drink in the invigorating air of universal charity, purified by a faith, that teaches that in God's plan everyman is his neighbour's brother, every people a member in the family of Nations, which forms a single community destined for a common end and with solemn, social obligations resting on ail. Be assured, gentlemen, that We heartily endorse the generous efforts your Association will make that aim at instilling this truth in the minds of the rising gnrations and keeping it alert. We have-been very happy to grant the request of your Chair man in receiving you this morning ; and with thse few words of fatherly encouragement We pray God's blessing on you, your dear ones and on ali the nembers of your Association.

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ACTA SS. CONGREGATIONUM


SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS
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MONACENSIS ET FRISINGENSIS - RATISBONENSIS
DECRETUM DE MUTATIONE FINIUM DIOECESIUM Ad satius consulendum bono animarum, Enius ac Revmus D. Ioseph S. R. E. Cardinalis Wendel, Archiepiscopus Monacensis et Frisingensis, et Exemus P. D. Michael Buchberger, Episcopus Ratisbonen sis, ab Apostolica Sede expostulaverunt ut villa nomine Taubengrub pertinens ad paroeciam Margarethenried in archidioecesi Monacensi, seiungeretur a memorata paroecia et paroeciae Volkenschwand in dioecesi Ratisbonensi aggregaretur. Porro haec S. Congregatio Consistorialis, vigore facultatum specialium sibi a Ssmo Domino Nostro Pio, Divina Providentia PP. X I I concessarum, rei opportunitate perpensa, oblatis precibus benigne annuere dignata est. Quapropter, vi praesenti Decreti, eadem S. C. Consistorialis statuit ut praefata villa Taubengrub ad archidioecesi Monacensi et Frisingensi separetur atque dioecesi Ratisbonensi iuxta petita perpetuo adiungatur. Ad haec autem exequenda S. C. Consistorialis deputat Excmum P. D. Aloysium Iosephum Meunch, Archiepiscopum-Episcopum Fargensem, Nuntium Apostolicum in Germania, ipsi tribuens facultates ad id necessarias et opportunas, etiam subdelegandi ad effectum de quo agitur, quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, facto onere mittendi, cum primum fas erit, ad hanc S. Congregationem Consistorialem authenticum exemplar peractae exsecutionis actus. Datum Romae, ex Aedibus S. Congregationis Consistorialis, die 7 Ianuarii 1957. Fr. A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. % S. Iosephus Ferretto, Adsessor

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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II PROVISIO ECCLESIARUM Sanctissimus Dominus Noster Pius Divina Providentia Papa X I I , successivis decretis Sacrae Congregationis Consistorialis, singulas quae sequuntur Ecclesias de novo Pastore dignatus est providere, nimirum : die 12 Aprilis 1957. Cathedrali Ecclesiae Mimatensi praefecit R. D. Renatum Boudon, canonicum Capituli cathedralis Mimatensis. die 29 Aprilis. Cathedrali Ecclesiae Spiritus Sancti Revmum D. Ioannem Baptistam da Motta et Albuquerque, canonicum Capituli metropolitani et curionem paroeciae vulgo Nossa Senhora da Gloria in civitate S. Sebastiani Fluminis Ianuarii. Titulari episcopali Ecclesiae Arsinoitanae in Arcadia Revmum D. Hieronymum Mazzarotto, Vicarium Generalem archidioecesis Curitibensis. die 7 Maii Cathedrali Ecclesiae Formosae, nuper erectae, R. P. Pacificum Scozzina, ex Ordine Fratrum Minorum, curionem paroeciae sub titulo Beatae Mariae Virginis a Monte Carmelo. die 9 Maii. Metropolitanae Ecclesiae Belemensi de Para Exc. P. D. Albertum Gaudentium Ramos, hactenus Archiepiscopum Manansem. die 21 Maii. Cathedrali Ecclesiae Civitatis Iuarezensis, nuper erectae, Revmum D. Emmanuelem Talams Camandari, rectorem seminarii maioris dioecesis Chihuahuensis. die 25 Maii. Metropolitanae Ecclesiae Truxillensi Exc. P. D. Fridericum Prez Silva, hactenus Episcopum Piurensem. Cathedrali Ecclesiae Caetitensi Revmum D. Iosephum Petrum Costa, canonicum Capituli metropolitani Adamantini. Cathedrali Ecclesiae Arassuahyensi R. D. Iosephum Mariam Pires, parochum oppidi vulgo <( Crvelo appellati, in archidioecesi Adamantina. Titulari archiepiscopali Ecclesiae Gabulensi Exc. P. D. Aurelium Macedonium Guerrero, hactenus Archiepiscopum Truxillensem. die 30 Maii. Archiepiscopali Ecclesiae Posnaniensi, Exc. P. D. Antonium Baraniak, hactenus Episcopum titularem Theodosiopolitanum in Armenia. die 3 Iunii. Titulari episcopali Ecclesiae Tanagraeae R. D. Stanislaum Jakiel, canonicum Cathedralis Ecclesiae Premisliensis Latino-

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

rum, vice gerentem rectoris in Seminario maiore Premisliensi Latinorum, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Francisci Barda, Episcopi eiusdem Ecclesiae Cathedralis. die 12 Iunii. Cathedrali Ecclesiae Resistenciae R. D. Iosephum Marozzi, parochum in urbe vulgo Rafaela, archidioecesis Sanctae Fidei in Argentina. die 14 Iunii. Cathedrali Ecclesiae Lincolnensi Exc. P. D. Iacobum Vincentium Casey, hactenus Episcopum tit. Citiensem. Titulari episcopali Ecclesiae Tanaitanae R. D. Radulphum Primatesta, professorem in seminario maiori archidioecesis Platensis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Iosephi Plaza, Archiepiscopi Platensis. die 27 Iunii. Cathedrali Ecclesiae Herbipolensi R. D. Iosephum Stangl, rectorem seminarii maioris eiusdem dioecesis Herbipolensis. Titulari episcopali Ecclesiae Curiensi R. P. D. Eduardum Iosephum Maginn, Antistitem Urbanum, Vicarium Generalem dioecesis Albanensis in America, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Gulielmi Aloisii Scully, Episcopi Albanensis in America. Titulari episcopali Ecclesiae Citiensi R. P. D. Martinum W. Stanton, Antistitem urbanum, parochum vulgo St. Aedan ex archidioecesi Novarcensi, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Thomae Aloisii Boland, Archiepiscopi Novarcensis. Titulari episcopali Ecclesiae Bisicensi R. D. Gualterium Gulielmum Curtis, professorem theologiae moralis in seminario maiori archidioecesis Novarcensis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Thomae Aloisii Boland, Archiepiscopi Novarcensis. die 19 Iulii. Titulari episcopali Ecclesiae Trajanopolitanae in Phrygia Revmum P. Umbertum Lara Mejia, sodalem Congregationis Missionis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Raimundi Juliani Martin, Episcopi Verae Pacis. die 22 Iulii. Cathedrali Ecclesiae Osnabrugensi R. D. Helmut Wittler, canonicum cathedralis Osnabrugensis atque vicarium generalem eiusdem dioecesis. die 25 Iulii. Cathedrali Ecclesiae Sololensi Revmum P. Iesum Santizo Soto, e Societate Sancti Francisci Salesii, parochum S. Nicolai in urbe vulgo Quezaltenango , in dioecesi Altensi. die 8 Augusti. Cathedrali Ecclesiae Loidensi. R. D. Georgium Patricium Dwyer, dioecesis Salfordensis, moderatorem catholicae Societatis Missionalis in Anglia.

Sacra Congregatio Concilii

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SACRA CONGREGATIO CONCILII

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DECRETUM PARTICIPATIO A C T I V A REBUS POLITICIS IN HUNGARIA S A C E R D O T I B U S PROHIBETUR Cum activa rebus politicis participatio haud consona sit viris ecclesiasticis, quorum munus totum est ad spirituale animarum bonum ordinatum, Ecclesia eamdem nonnisi in omnino peculiaribus rerum adiunctis et sub plane definitis conditionibus permisit aut etiam expresse prohibuit, congruis quoque comminatis poenis, cum inde fidelium bono aliquod esset pertimescendum nocumentum. Talia autem sunt hodie in Hungariae Ditione rerum adiuncta ut prorsus expediat ecclesiasticos viros in dicta Natione a quavis politica activitate penitus abstinere. Quare haec Sacra Concilii Congregatio, de speciali Sanctissimi Domini Nostri Pii Papae X I I mandato, haec quae sequuntur statuit : sacerdotes sive saeculares sive religiosi in Hungariae Ditione munus Deputati vel aliud quodcumque munus in Parlamento sollicitare aut acceptare prohibentur ; sacerdotes vero, sive saeculares sive religiosi, qui munus aliquod in eodem Parlamento actu iam detinent, idem intra mensem a publicatione huius Decreti dimittere praecipiuntur, simulque vetantur Parlamenti sessionibus adesse ac quamcumque operam praestare quibusvis activitatibus cum dimisso munere connexis. Si quis vero, quod Deus avertat, contra praefatas normas se gesserit, excommunicationem speciali modo Sedi Apostolicae reservatam ipso facto incurret. Quibusvis, etiam speciali mentione dignis, minime obstantibus. Datum Romae, die 16 Iulii 1957.

P. Card. CIRIACI, Praefectus L. S. F. Roberti, a Secretis


41 - ACTA, vol. XXIV. n. 1 0 . 24-8-1957.

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Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

II
DECRETUM OBLIGATIO LEGIS IEIUNII ET ABSTINENTIAE, PERVIGILIO FESTI D E I P A R A E IN """CAELUM ASSUMPTAE STATUTA, DEINCEPS UBIQUE AD PERVIGILIUM FESTI IMMACULATAE CONCEPTIONIS B. MARIAE V. TRANSFERTUR. Cum plures Ordinarii, ex variis quidem Nationibus, Apostolicae Sedi significaverint difficultates quae, ob locorum et temporum adiuncta, continenter obstant fideli observantiae legis ieiunii et abstinentiae pervigilio Festi Deiparae in Caelum Assumptae statutae, Sacra Congregatio Concilii, omnibus mature perpensis, de speciali Summi Pontificis mandato, praedictam obligationem deinceps ad pervigilium Festi Conceptionis Immaculatae Beatae Mariae Virginis, pro omnibus Christifidelibus ubique terrarum 'transfert. Contrariis quibuslibet non dignis. Datum Romae, die 25 Iulii 1957. P. Card. CIRIACI, Praefectus L. S. F. Roberti, a Secretis obstantibus, etiam speciali mentione commorantibus, praesenti Decreto

SACRA CONGREGATIO DE SEMINARIIS ET STUDIORUM UNIVERSITATIBUS


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DECRETUM CATHOLICA STUDIORUM UNIVERSITAS (( L0VANIUM )) IN URBE LEOPOLDOPOLIT A N A(L E O P O L D VILLE) A F R I C A N A E CONGOLENSIS DITIONIS C A N O N I C E ERIGITUR, INCLUSA S A C R A E THEOLOGIAE FACULTATE. Afrorum amplissimas regiones Catholica Ecclesia materno amore constanter prosecuta est, quo citius pleniusque ad temporalem aeternamque salutem rite disponerentur, ad Veritatem in primis immutabilem amplectendam quae ad veram Vitam viam aperit, neque umquam

Sacra Congregatio de Seminariis et studiorum Universitatibus

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assiduam sollicitudinem relaxavit erga vastam illam continentem terram tot populis florentem ad omnes uno ovili sub uno Pastore congregandos. Quamobrem Belgarum Episcopi, praeeunte Eminentissimo P. Domino iosepho Ernesto S. R. E. Cardinali Van Roey, Archiepiscopo Mechliniensi, cum vidrent <( regiones quae iam albae sunt ad messem , post triginta fere annos praeliminarium laborum ad scholas tum medicas tum agrcolas ac negotiatorias condendas, impellente ac moderante Catholica studiorum Universitate Lovaniensi, providenti consilio a. D. MCML altiorum studiorum domicilium in ditionis Congolensis Leopoldopolitana metropoli instaurandum deliberaverunt. Spatiosis itaque Athenaei aedibus ingenti molitione a fundamentis excitatis, a. D. MCMLIV praelectiones annoque MCMLV examina ad academicos gradus assequendos inchoata sunt, sollemni Regni Belgarum agnitione tandem accedente. Ad culmen autem toti operi imponendum, studiorum Universitati quae Lovanium nuncupatur ac quattuor Facultatibus constat (Philosophiae nempe Litterarumque, Medicinae, Scientiarum Socialium ac Administrativarum Disciplinarum) necnon Agronomiae Instituto, instantissimis precibus laudati Emi P. D. Cardinalis Archiepiscopi Mechliniensis libenter obsecundans, Sacra Congregatio de Seminariis et studiorum niversitatibus canonicam erectionem ad normam can. 1376 C. I. C. concedendam statuit, simulque Theologicam Facultatem erigendam decrevit ad normam art. 4 Constitutionis Apostolicae Deus scientiarum Dominus , universi Athenaei Statutis tum generalibus tum Facultati Theologicae propriis (ad praescripta eiusdem Apostolicae Constitutionis plane accommodatis), scite lectis atque probatis. Quapropter eadem Sacra Congregatio, auctoritate a SS. D. N. Pio Div. Prov. Pp. X I I sibi peculiariter tributa, ad gloriam Dei O. M., Sanctae Ecclesiae decus animarumque salutem Catholicam tudiorumm Universitatem Lovanium quae in Leopoldopolitana Africae civitate lectissimis iuvenes religione ac bonis artibus imbuit altioribusque doctrinis constituit erigit atque in perpetuum erectam declarat cum omnibus facultatibus ac Institutis nunc ipsi inclusis, quibus praeponit Theologicam Facultatem ad mentem propriorum Statutorum inde a vertente anno instaurandam, agnitis iuribus honoribus privilegiis quae ad huiusmodi Athenaea in universa Ecclesia de more pertinent, ac insuper iubet ut omnia ad effectum adducantur quae memorata Statuta tum de coetu ad regimen administrationemque definiunt tum de magistrorum alumnorumque of-

640

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

ficus praecipiunt ; ceteris servatis de iure servandis ; contrariis quibuslibet nullatenus obstantibus. Datum Romae, ex aedibus S. Callisti, d. x x v m. Aprilis, in Festo S. Marci Evangelistae, a. D. MCMLVII.

Ei Card. PIZZARDO, Ep. Albanen., Praefectus L. eis.

f C. Confalonier i, Archiep. Mcopolitan., a Secretis

II
DECRETUM DE R A T I O N EQ U A DIMISSI E SEMINARIIS D E N U O ADMITTI POSSINT Sollemne habet Mater Ecclesia candidatos ad Sacerdotium maxima cura esse explorandos, ut digni habilesque Sacris Ordinibus augeantur, indigni vero ineptique arceantur. Quapropter, ab admittendis in Seminarium alumnis, qui e cuiuscumque Dioecesis Seminario ipsi sua sponte exierint vel a Superioribus quavis de causa dimissi fuerint, generatim abstineant Episcopi ; quodsi, omnibus diligenter perpensis, aliquem censeant admittendum, firmo praescripto can. 1363 3 C. J. C, adeant insuper Sacram Congregationem de Seminariis et studiorum Universitatibus huiusmodi auctoritatem rogaturi, quo uberius de candidati aptitudine constare queat. Quae omnia Ssmus D. N. Pius Div. Prov. Papa X I I approbare atque confirmare dignatus est atque publici iuris fieri mandavit. Datum Romae, ex Aedibus Sancti Callisti d. 12 Iulii a. D. 1957. Ei I- Card. PIZZARDO, Ep. Albanen., Praefectus L.

Ei

S. f C. Confalonieri, Archiep. Mcopolitan., a Secretis

Sacra

Romana

Rota

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ACTA TRIBUNALIUM
SACRA ROMANA ROTA
Citationes
I

edictales

GORITIEN, seu VENETIARUM


NULLITATIS MATRIMONII (CAPPELLO - PODORIESZACH)

Cum ignoretur locus actualis commorationis Dominae Annae Mariae Podorieszach, in causa conventae, eandem citamus ad comparendum, sive per se sive per procuratorem legitime constitutum, in Sede Tribunalis S. R. Rotae (Roma, Palazzo della Cancelleria) die 8 Octobris 1957, hora 11,30, ad disputandum de dubio concordando, vel ad infrascriptum subscribendum et ad diem designandam, qua habebitur turnus pro causae definitione. An constet de nullitate matrimonii, in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedictae Dominae Annae Mariae Podorieszach curare debent, ut de hac edictali citatione ipsa moneatur. * Iosephus Pasquazi, Ponens Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae, die 8 Iunii 1957. C. Pezzicara, Notarius ff. * Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de M.me Anne Marie Podorieszach, dfenderesse en cette cause, nous la citons comparatre, par propre personne ou par un procureur lgitimement constitu, au sige du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, Palazzo della Cancelleria) le 8 octobre 1957, a 11,30 heures, pour concorder ou souscrire la doute ci-(iessous rapport, et fixer jour de la dcision de la cause devant la Rote. Gonste-t-il de la nullit du mariage dans le cas? Les Ordinaires des lieux, les curs, les prtres, les fidles ayant connaissance du lieu de la rsidence de la dite Anne Marie Podorieszach, devront, dans la mesure du possible, l'avertir de la prsente citation.

642

Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

II CARTHAGINEN.
NULLITATIS MATRIMONII (TIKHY-ERMOLENKO)

Cum ignoretur locus actualis commorationis Dominae Verae Ermolenko, in causa conventae, eandem citamus ad comparendum, sive per se sive per procuratorem legitime constitutum, in Sede Tribunalis S. R. Rotae (Roma, Palazzo della Cancelleria) die 25 octobris 1957, bora undecima, ad disputandum de dubio concordando, vel ad infrascriptum subscribendum et ad diem designandam, qua habebitur Turnus pro causae definitione. An constet de nullitate matrimonii, in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedictae Dominae Verae Ermolenko curare debent, ut de hac edictali citatione ipsa moneatur. * Dinus Staffa, Ponens. Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae, die 6 Iulii 1957. C. Pezzicara, Notarius ff. * Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de M.me Vera Ermolenko, dfenderesse en cette cause, nous la citons comparatre, par propre personne ou par un procureur lgitimement constitu, au sige du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, Palazzo della Cancelleria) le 25 octobre 1957, a 11 heures, pour concorder ou souscrire le doute ci-dessous rapport, et fixer le jour de la dcision de la cause devant la Rote. Conste-t-il de la nullit du mariage dans le cas? Les Ordinaires des lieux, les curs, les prtres, les fidles ayant connaissance du lieu de la rsidence de la dite Vera Ermolenko, devront, dans la mesure du possible, l'avertir de la prsente citation.

Sacra Romana Rota

643

III BASILEEN.
NULLITATIS MATRIMONII (HAEFELI-HUBER)

Cum ignoretur locus actualis commorationis Dominae Verenae Huber, in causa conventae, eandem citamus ad comparendum, sive per se sive per Procuratorem legitime constitutum, in Sede Tribunalis S. B. Rotae (Roma, Palazzo della Cancelleria) die 25 octobris 1957, hora 12, ad disputandum de dubio concordando, vel ad infrascriptum subscribendum et ad diem designandam, qua habebitur turnus pro causae definitione. An sententia Rotalis diei 27 Octobris 195% confirmanda vel infirmanda sit, in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedictae Dominae Verenae Huber curare debent, ut de hac edictali citatione ipsa moneatur. * Dinus Staffa, Ponens. Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae, die 6 Iulii 1957. C. Pezzicara, Notarius ff. * Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de M.me Verene Huber, dfenderesse en cette cause, nous la citons comparatre, par propre personne ou par un procureur lgitimement constitu, au sige du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, Palazzo della Cancelleria) le 25 octobre 1957, 12 heures, pour concorder ou suoscrire le doute ci-dessous rapport, et fixer le jour de la dcision de la cause devant la Rote. Doit-on confirmer ou casser la sentence Botale du 21 octobre 1954 dans cette eause? Les Ordinaires des lieux, les curs, les prtres, les fidles ayant connaissance du lieu de la rsidence de la dite Verene Huber, devront, dans la mesure du possible, Pavertir de la prsente citation.

G44

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

DIARIUM ROMANAE CURIAE


Luned, 29 luglio 1957, il Santo Padre Pio XII, ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza l'On. Dottor MOHAMED SAED, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario dell'Iran, per la presentazione delle Lettere Credenziali.

SEGRETERIA DI
NOMINE

STATO

Con Brevi Apostolici, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato nominare : 23 novembre 1956. L'Emo e Revmo Signor Cardinale Valeri Valerio, Protettore delle Suore dello Spirito Santo e di Maria Immacolata (S. Antonio, Texas). 11 giugno 1957. L'Emo e Revmo Signor Cardinale Piazza Adeodato G., Protettore dei Poveri Servi della Divina Provvidenza (Verona). L'Emo e Revmo Signor Cardinale Tedeschini Federico, Protettore delle Suore di Santa Chiara (Roma). L'Emo e Revmo Signor Cardinale Tisserant Eugenio, Pro tettore delle Suore della Santa Agonia di N. S. G. C. (Mazamet, Albi). 22 L'Illmo e Revmo Monsig. Governatori Lauro, Prelato Referendario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. 16 luglio L'Emo e Revmo Signor Cardinale Piazza Adeodato G., Protettore dei Fratelli del S. Cuore (Roma). Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di nominare : 23 luglio 1957. L'Illmo e Revmo Monsig. Escriv de Balaguer Giuseppe Maria, Consultore della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Universit degli Studi. L'Illmo e Revmo Monsig. Filipiak Boleslao, Consultore della Sacra Congregazione della Disciplina dei Sacramenti.

agosto

Diarium Romanae

Curiae

645

Parimente con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di nominare: Assistenti al Soglio Pontificio : 1956. S. E. Revma Monsig. Filzer Giovanni, Vescovo titolare di Bararo. 31 agosto S. E. Revma Monsig. Sena De Oliveira Ernesto, Arcivescovo-Vescovo di Coimbra. 15 settembre S. E. Revma Monsig. Alves Correia Da Silva Giuseppe, Vescovo di Leiria. 17 novembre S. E. Revma Monsig. Engelke Innocenzo, Vescovo di Campanha. S. E. Revma Monsig Pires Francesco d'Assisi, Vescovo di Orato. 26 gennaio 1957. S. E. Revma Monsig. Ujcic Giuseppe, Arcivescovo di Belgrado. 11 marzo S. E. Revma Monsig. Guerrero Oesare, Vescovo tit. di Tuburbo Minore. 19 S. E. Revma Monsig. Bona Stanislao Vincenzo, Vescovo di Green Bay. 12 aprile S. E. Revma Monsig. Pedicini Gioacchino, Vescovo di Avellino. maggio S. E. Revma Monsig. Rossini Angelo, Arcivescovo di Amalfi. S. E. Revma Monsig. Leech Giorgio Leone, Vescovo di Harrisburg. 16 S. E. Revma Monsig. Budanovi Ludovico, Vescovo titolare di Oisamo e amministratore apostolico della Backa Iugoslava. S. E. Revma Monsig. Marcante Luciano, Vescovo di Valva e Sulmona. 21 S. E. Revma Monsig. Giannattaso Nicola, Arcivescovo titolare di Pessinonte. 11 giugno S. E. Revma Monsig. Uhaldi Beniamino, Vescovo di Gubbio. S. E. Revma Monsig. Baroncelli Emilio, Vescovo di Recanati-Loreto. Protonotari Apostolici ad instar participantium : 1956. Monsig. Bourgeois Carlo Edoardo, della diocesi di TroisRi vires. 1 dicembre Monsig. McHardy Giuseppe, della diocesi di Galloway. 3 gennaio 1957. Monsig. Collins Guglielmo, dell'arcidiocesi di Hartford. 4 febbraio Monsig. Cassidy Giuseppe, della diocesi di Atlanta. 22 marzo Monsig. Vogelweid Giuseppe A., della diocesi di Jeffer* son-City. 10 aprile Monsig. Thomas Francesco Saverio, della diocesi di Sandhurst. 27 agosto 27 maggio

646

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

12

aprile

18 27 2 maggio 7 8 giugno

1957. Monsig. Gonalves Antonio Avelino, del patriarcato di Lisbona. Monsig. Lopes Da Cruz Emanuele, del medesimo patriarcato. Monsig. Glenn Paolo Giuseppe, della diocesi di Columbus. Monsig. Me Carthy Giuseppe, dell'arcidiocesi di New York. Monsig. Meier Giuseppe, della diocesi di Basilea e Lugano. Monsig. Paternostro Agostino, dell'arcidiocesi di Capua. Monsig. Macacek Erminio, del patriarcato di Venezia. Prelati Domestici di Sua Santit :

25 ottobre 1953. Monsig. da Silva Trabuco Giuseppe, dell'arcidiocesi di San Salvatore della Bahia. 17 maggio 1955. Monsig. Compagnoni Enrico, della diocesi di Caxias. 6 aprile 1956. Monsig. Araullo Pacifico, della diocesi di San Fernando. Monsig. Bernab Paterno, della medesima diocesi. Monsig. Bituin Cosma, della medesima diocesi. Monsig. Guanlao Giacomo, della medesima diocesi. Monsig. Martin Sotero, della medesima diocesi. Monsig. Puno Pietro, della medesima diocesi. Monsig. Santos Emiliano, della medesima diocesi. Monsig. Zabala Bartolomeo, della medesima diocesi. Monsig. Gomez Giuseppe, della diocesi di Angra. 5 giugno Monsig. Gonsalves Toledo Giuseppe, della medesima dio cesi. Monsig. Pereira da Silva Giuseppe, della medesima diocesi. Monsig. Wilson Michele Giuseppe, della diocesi di Brentwood. Monsig. Cameron Giacomo, dell'abbazia nullius di Nuova Norcia. Monsig. Langmead Alberto T., dell'arcidiocesi di Perth. Monsig. Collins Edoardo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Sullivan Edoardo, della medesima arcidiocesi. 9 Monsig. Koesling Gustavo, dell'arcidiocesi di Lima, 12 Monsig. de Castro Giovanni Filippo, del patriarcato di Lisbona. Monsig. Bokeloh Guglielmo Augusto, della diocesi di Rot15 terdam. Monsig. Franca Leovigildo, dell'arcidiocesi di S. Seba28 stiano di Rio de Janeiro. 30 Monsig. Niekel Giovanni Enrico, della diocesi di Rotterdam. Monsig. Samidorai Antonio, della diocesi di Tiruchirapally. luglio Monsig. Cook Giuseppe A., della diocesi di London. Monsig. Corcoran Guglielmo, della medesima diocesi. Monsig. De Sanctis Costantino, della medesima diocesi. Monsig. Feeney Giuseppe,.della medesima diocesi. Monsig. Flannery West Tommaso, della medesima diocesi.

Diarium Romanae Curiae

647

luglio

21 6 11 27 28

1956. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. , Monsig. Monsig.

agosto

Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig.

5 settembre 10 ottobre 19

6 novembre

12
t-

16 20

24

1 dicembre 2 gennaio 1957. 3

Furth Agostino, della medesima diocesi. Lawry Lorenzo Patrizio, della medesima diocesi. McNabb Alberto, della medesima diocesi. Pluta Francesco, della medesima diocesi. White Giovanni G., della medesima diocesi. Zegarra Ohvez Giovanni P., della diocesi di Tacna. Delaney Riccardo dell'arcidiocesi di S. Andrea ed Edimburgo. Limoges Raimondo, dell'arcidiocesi di Ottawa. Lesage Lionello, della medesima arcidiocesi. Rollin Delfino, della medesima arcidiocesi. Gaudet Paolo, della diocesi di Trois-Rivires. Ouellette Andrea, della medesima diocesi. 0'Sullivan Michele, della diocesi di Middlesbrough. Rient jes Antonio, dell'arcidiocesi di Utrecht. Murdoch Guglielmo, della diocesi di Aberdeen. Guimares Costa Andrea, della diocesi di Ilhos. Pilon Vittorio Emanuele, della diocesi di Pembroke. Owens Stefano Patrizio, della medesima diocesi. Delgado Pires Giuseppe, della diocesi di Beja. Bourget Pietro, della diocesi di Valleyfield. David Giuseppe, della medesima diocesi. Deguire Lionello, della medesima diocesi. Julien Domenico, della medesima diocesi. Julien Ermenegildo, della medesima diocesi. Langlois Renato, della medesima diocesi. Phaneuf Gio. Mario, della medesima diocesi. Saint Uubin Damiano, della medesima diocesi. Kees Giovanni Marco, della diocesi di Treviri. Hickey Raimondo, della diocesi di Bathurst nel Canada. Desgagn Gerardo, della diocesi di Ohicoutimi. Tremblay Alfonso E., della medesima diocesi. Marques Torro Francesco, della diocesi di Beja. Foran Canisio, dell'arcidiocesi di Edmonton. Ketchen Giacomo Romeo, della medesima arcidiocesi. Malone Giuseppe, della medesima arcidiocesi. MacLellan Giacomo Alessandro, della medesima arcidiocesi. Barbosa Coelho Giasone, della diocesi di Campos. Leutgeb Massimiliano, della diocesi di Passavia. Me Quillan Giovanni, della diocesi di Galloway. Baron Giovanni, della diocesi di Digione. Daly Guglielmo, dell'arcidiocesi di Hartford. Donnelly Giuseppe, della medesima arcidiocesi.

648

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

3 gennaio 1957. Monsig. Doyle Roberto, della medesima arcidiocesi. Monsig. Greylish Tommaso, della medesima arcidiocesi. Monsig. Hines Vincenzo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Kerwan Giacomo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Quinn Giovanni, della medesima arcidiocesi. Monsig. Seiferman Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Monsig. Shea Edoardo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Wodarski Giovanni, della medesima arcidiocesi. 4 febbraio Monsig. Sheehan Tommaso I, della diocesi di Atlanta. 12 Monsig. Bilodeau Giorgio Mario, dell'arcidiocesi di Qubec. Monsig. Boutin Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Monsig. Dumas Giovanni Carlo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Gingras Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Monsig. Imbeau Tommaso Luigi, della medesima arcidiocesi. Monsig. Lehoux Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Monsig. Marcoux Alfonso, della medesima arcidiocesi. Monsig. Morisset Napoleone, della medesima arcidiocesi. Monsig. Roy Alberto, della medesima arcidiocesi. Monsig. Roy Odina, della medesima arcidiocesi. 11 Monsig. Plourde Adolfo, della diocesi di Chicoutimi. Monsig. Tremblay Vittorio, della medesima diocesi. 19 Monsig. Me Cormick Edoardo J., dell'arcidiocesi di Detroit. 4 marzo Monsig. Faso Giuseppe, dell'arcidiocesi di Ornaba. Monsig. Kaup Erminio, della medesima arcidiocesi. Monsig. Leahy Bartolomeo, della medesima arcidiocesi. Monsig. O'Brien Giacomo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Quinn Michele A., della medesima arcidiocesi. Monsig. Suneg Giuseppe A., della medesima arcidiocesi. 7 Monsig. Weiskopf Michele, dell'amministrazione apostolica di Innsbruck. Monsig. Gangl Michele, dell'amministrazione apostolica del Burgenland. Monsig. Kodatsch Giovanni, della medesima amministrazione apostolica. Monsig. Cybart Giuseppe, della diocesi di Prince-Albert. 8 Monsig. Morando Vittorio, della diocesi di Vittorio Veneto. 9 Monsig. Brown Roberto, dell'arcidiocesi di Nuova York. Monsig. Greene Guglielmo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Molinelli Emilio, della medesima arcidiocesi. Monsig. Moore Giuseppe G., della medesima arcidiocesi. Monsig. Rosso Giorgio, della medesima arcidiocesi. 22 Monsig. Bertone Emilio, dell'arcidiocesi di Montevideo. Monsig. Elizalde Giuseppe Filippo, della medesima arcidiocesi.

Diarium Romanae Curiae

649

22 23 28 29 1 10

marzo

1957,

Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig.

11 18 23 27

aprile

Cody Nicola, della diocesi di Wichita. Gunning Edoardo, della medesima diocesi. Pierry Giuseppe, della diocesi di Liegi. Layne Ambrogio Patrizio, della diocesi di Winona. Gosselin Luigi, della diocesi di Amiens. Von Hospenthal Ulrico, della diocesi di Basilea e Lugano. Dozolme Giovanni, della diocesi di Clermont. Vignancour Paolo, della medesima diocesi. Richter Paolo L., della diocesi di Steubenville. Bones Antonio, della diocesi di Sandhurst. Dullard Patrizio, della medesima dioeesi. Meyer Ottone F., della medesima diocesi. Moran Giovanni, della medesima diocesi. Murphy Tommaso, della medesima diocesi. Ryan Giuseppe T., della medesima diocesi. De La Torre Torres Antonio, della diocesi di Tarazona. Carroll Giacomo F., della diocesi di Columbus. Tomassini Dino, della diocesi di Foligno. Buckley Giacomo, dell'arcidiocesi di Los Angeles. Fogarty Tommaso, della medesima arcidiocesi. Napolitano Raffaele, della diocesi di Nola. Le Barazer Giuseppe, dell'arcidiocesi di Bordeaux. Aquilino Mario, della diocesi di Foggia. Mannix Giuseppe F., dell'arcidiocesi di Nuova York. Monaghan Giovanni P., della medesima arcidiocesi. Rieger Clemente F., della medesima arcidiocesi. Baloire Giovanni, dell'arcidiocesi di Torino. Battist Pio, della medesima arcidiocesi. Petrella Modesto, dell'arcidiocesi di Capua. Martineau Eugenio, della diocesi di S. Giovanni di Qubec. Burns Edoardo, della diocesi di El Paso. Bartoletti Domenico, della diocesi di Nocera Umbra e Gualdo Tadino. Ramondot Pietro, dell'arcidiocesi di Parigi. Didero Benigno, della diocesi di Ventimiglia. Ammirati Antonio, della medesima diocesi. Galli Angelo, della diocesi di Crema. Raimondi Giuseppe, della medesima diocesi. Sagarminaga Angelo, della diocesi di Vitoria (Spagna). Gottardi Alessandro, del patriarcato di Venezia. Scaldarella Domenico, dell'arcidiocesi di Capua.

Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig.

7 16 17

maggio

1 3 11 12

giugno

650

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

19 21

giugno

22 26

1957. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig.

Zotta Donato, dell'arcidiocesi di Acerenza. Dimajo Gennaro, della diocesi di Caserta. Guerriero Antonio, della medesima diocesi. Rossetti Vitaliano, della medesima diocesi. Vigotti Gualberto, dell'arcidiocesi di Milano. Tumino Giovanni Pietro, della diocesi di Ragusa. Ventura Vito, della medesima diocesi.

Camerieri segreti soprannumerari di Sua Santit: 21 settembre 1951. Monsig. Gibboni Alberto, della diocesi di Campagna. 30 marzo 1955. Monsig. Bor ella Pietro, dell'arcidiocesi di Milano. Monsig. Araujo Guimares Mario, della diocesi di Gua7 novembre xup. 7 novembre 1956. Monsig. Piek Martino, della diocesi di Treviri. Monsig. Tremmel Massimiliano, della diocesi di Passavia. 24 3 gennaio 1957. Monsig. Me Mahon Terenzio, dell'arcidiocesi di Hartford. Monsig. Fazzalaro Francesco, della medesima arcidiocesi. Monsig. Belleau Arturo, dell'arcidiocesi di Quebec. febbraio 12 Monsig. Bouille Paolo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Giroux Alfonso, della medesima arcidiocesi. Monsig. Lambert Davide, della medesima arcidiocesi. Monsig. Mathieu Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Monsig. Michaud Eugenio, della medesima arcidiocesi. Monsig. Tardif Alziro, della medesima arcidiocesi. Monsig. Folegot Angelo, della diocesi di Vittorio Veneto. 8 marzo Monsig. Pregenser Enrico, dell'arcidiocesi di New York. 9 Monsig. O'Donnell Martino, della medesima arcidiocesi. Monsig. Gerstenkorn Giuseppe, della diocesi di Wichita. 22 Monsig. Schmidt Giorgio, della medesima diocesi. Monsig. Beeler Aroldo, della diocesi di Jefferson-City. Monsig. Gilfillan Patrizio, della medesima diocesi. Monsig. Kertz Paolo, della medesima diocesi. Monsig. De Negreiros Emerson Deodato, dell'arcidiocesi di Natal. Monsig. Laca Stefano A., della diocesi di Steubenville. 1 aprile Monsig. Yonk Giovanni I., della medesima diocesi. Monsig. Allegro Lorenzo, della diocesi di Albenga. 12 Monsig. Contestabile Giacomo, della medesima diocesi. Monsig. De Oliveira e Souza Olimpio, dell'arcidiocesi di Curitiba. Monsig. Falarz Boleslao, della medesima arcidiocesi. Monsig. Vitola Vincenzo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Vincent Alberto, dell'arcidiocesi di Parigi. Monsig. Applegate Benedetto, della diocesi di Columbus. 18 Monsig. Corcoran Lorenzo, della medesima diocesi. Monsig. Eulp Giacomo, della medesima diocesi. Monsig. Schorr Giorgio, della medesima diocesi. Monsig. Gomez Misael, della diocesi di Zipaquir. 23 27 Monsig. Marbach Giuseppe, dell'arcidiocesi di New York.

Diarium Romanae

Curiae

651

2 7

OD

maggio

1957. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig.


Bayard Maurizio, dell'arcidiocesi di Adelaide. Ferraris Domenico, (Roma). Ragonesi Remigio, (Roma). Codevilla Carlo, della diocesi di Tortona. Ghezzi Alessandro, della medesima diocesi. Gallina Ernesto, della diocesi di Veroli-Frosi-

17

giugno

3
Ol

Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig.

7 12

none. Cordisco Lorenzo, della diocesi di Ascoli Satriano. Valente Rocco, della medesima diocesi. Ciofti Samuele, della diocesi di Cerignola. Tortora Giovanni, della medesima diocesi. Costa Celestino, della diocesi di Mantova. Gamba Ulderico, della diocesi di Padova. Thekkekara Francesco, della diocesi di Kothamangalam. Monsig. Mazzarotto Tarcisio, della diocesi di Padova. Monsig. Strazzacappa Igino, della medesima diocesi. Monsig. Bosso Giovanni Battista, dell'arcidiocesi di ToMonsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. rino. Mezzacapo Paolo, dell'arcidiocesi di Capua. Marcato Giovanni, del patriarcato di Venezia. Vianello Attilio, del medesimo patriarcato. Fontana Luigi, della diocesi di Bergamo. De Martino Raffaele, della diocesi di Castellammare di Stabia. Palesimi Cesare, della diocesi di Ripatransone. Pacini Ostelio, della diocesi di Colle di Val d'Elsa. Smorti Emidio, della medesima diocesi. Cerreto Michele, della diocesi di Caserta. Cianciola Eligio, della medesima diocesi. Merola Raffaele, della medesima diocesi. Chinappi Luigi, dell'arcidiocesi di Gaeta. Vinci Marcello (Roma).

15

19

21

5 11

luglio

Cameriere segreto di numero di Spada e Cappa di Sua Santit: 29 settembre 1957. Il sig. Cartier Pietro, dell'arcidiocesi di Nuova York. Camerieri segreti soprannumerari di Spada e Cappa di S. S.: 12 aprile 1957. Il Conte Lagergren Giovanni, della diocesi di Stoccolma. maggio Il Marchese Gavotti Giulio, dell'arcidiocesi di Genova. Il sig. Reggio dei Marchesi Vincenzo, della medesima arcidiocesi. Camerieri d'onore in abito paonazzo di Sua Santit: 11 gennaio 1956. Monsig. Licht Agostino, della diocesi di Aquisgrana. 31 marzo Monsig. Ahlert Rodolfo, della medesima diocesi.

652

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

marzo

23 aprile 5 luglio

1957. Monsig. Grafi Guglielmo, dell'amministrazione apostolica del Burgenland. Monsig. Mersich Martino, della medesima amministrazione apostolica. Monsig. Petschowitsch Paolo, della medesima amministrazione apostolica. Monsig. Pilles Giovanni, della medesima amministrazione apostolica. Monsig. Illwitzer Federico, della diocesi di Gurk. Monsig. Lex Giovanni, della medesima diocesi. Monsig. Zimolin Giovanni, della medesima diocesi. Monsig. Volpino Ferdinando (Roma). Monsig. Raffaele Chinappi, dell'arcidiocesi di Gaeta.

Camerieri d'onore soprannumerari di Spada e Cappa di S. S.: 12 maggio 1957. Il sig. Oalsamiglia Saverio Riccardo, della diocesi di Albenga. Il sig. De Oamillis Lamberto (Roma). Cappellani segreti d'onore di Sua Santit: 23 marzo 1957. Monsig. Hornbck Giovanni, della diocesi di Gurk. Monsig. Hudovernig Albino, della medesima diocesi. Monsig. Kanduth Giuseppe, della medesima diocesi.

NECROLOGIO
26 27 4 9 10 16 17 24 4

18 23

maggio 1957. Monsig. Iacono Giovanni, Arcivescovo tit. di Mocisso. Monsig. Lebouille Eugenio, Vescovo tit. di Oalama. Monsig. Moris Giacomo, Vescovo di Roseau. giugno Monsig. van Roosmalen, Vescovo tit. di Antigona. Monsig. Guilfoyle Riccardo Tommaso, Vescovo di Altoona. Monsig. Ryan Riccardo, Vescovo di Sale. Monsig. da Ounha Guimares Guglielmo Augusto, Vesco vo di Angra. Monsig. Giannico Epimenio, Vescovo di Trivento. luglio Monsig. McGuire Terenzio Bernardo, Arcivescovo tit. di Leontopoli di Augustamnica. Monsig. Zeppenfeldt Van der Veen Antonino Ludovico, Vescovo tit. di Acolla. Monsig. Pafundi Donato, Vescovo di Ascoli Satriano e Oerignola. agosto Emo sig . Card. M E R C A T I G I O V A N N I , Diacono di S. Giorgio in Velabro, Bibliotecario e Archivista di S. R. Chiesa.

An. et vol. X X X X I X

27 Augusti 1957

(Ser. II, v. XXIY) - N. 11

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII

CONSTITUTIO APOSTOLICA

DE ARGENTINA
IN REPUBLICA ARGENTINA DUODECIM NOVAE DIOECESES VINCIARUMQUE DISPOSITIO VARIE IMMUTATUR. CONSTITUUNTUR PRO-

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Quandoquidem adoranda Dei voluntate ad fastigium religiosi imperii elati sumus, munusque officiumque habemus Ecclesiae universae gubernandae, nihil sane graviore cura studemus quam ut singularum Ecclesiarum incolae, optima rerum atque finium dispositione, integrius per tot huius fallacis vitae discrimina, ad christianae disciplinae consuetudinem conformentur. Qua de re, cum venerabilis Prater Marius Zanin, Archiepiscopus titulo Traianopolitanus in Rhodope, idemque Apostolicus Nuntius in Republica Argentina, ab hac Apostolica Sede enixe postulaverit ut nonnullae ibidem dioeceses et provinciae conderentur, ceteris provinciis varie immutatis, Nos, id censentes in populi commodum esse cessurum, post rem bene consideratam, consiliumque petitum sententiamque exquisitam sive a dilecto Filio Nostro Antonio S. R. E. Cardinale Caggiano, Episcopo Rosariensi, sive a venerabilibus Fratribus Archiepiscopis et Episcopis ad quos negotium respiciat; consensum
42 - ACTA, v o l . X X I V , n. 1 1 . 27-8-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

eorum supplentes qui in hac re aliquid iuris habeant, de Nostra summa et apostolica auctoritate haec quae sequuntur decernimus et iubemus. In Reipublicae Argentinae territorio duodecim novas dioeceses constituimus, quarum erunt nomina : Olivi Zamorensis, Moronensis, Sancti Isidori in Argentina, Maris Platensis, Sancti Dominici Novem Iulii, Formosa, Reconquistensis, Posadensis, Civitatis Mariae, Gualeguaychensis, Sanctae Rosae in Argentina, et Rivadaviae. Dioecesis Clivi Zamorensis territoria seu partidos , uti dicunt, comprehendet vulgato sermone ita cognominata: Lomas d Zamora, Avellaneda, Lans, Esteban Echeverra, et Cauelas, quae omnia ab archidioecesi Platensi separamus, in quibusque sunt curiae, seu paroeciae undetriginta, quarum quattuor in urbe Lans, duae in urbe Sarandi, duae in Avellaneda, reliquae in pagis vel urbibus quae eorum lingua sic appellantur : Lomas de Zamora, Banfleld, Tmperley, Llavallol, Turdera, Lomas de Zamora Est, Dock Sud, Echenaguca, Pineyro, Villa Dominico, Villa Porvenir, Wilde, Remedios de Escalada, Gerii, Valentn Aisina, Villa Industriales, Monte Grande, Ezeiza, Cauelas, Maximo Pax, Uribelarrea. Dioecesis ergo connis erit : ad septemtrionem, archidioecesi Bonaerensi atque flumini vulgo Rio de la Piata ; ad occidentem solem, dioecesibus Mercedensi et Moronensi; ad meridiem denique et orientem, archidioecesi Platensi. Sedes episcopalis huius Ecclesiae in urbe Lomas de Zamora erit ; cathedram vero suae iurisdictionis collocabit Episcopus in templo B. M. V. a Pace, quod idcirco ad gradum cathedralis aedis evehimus. Dioecesis Clivi Zamorensis suffraganea erit metropolitanae Ecclesiae Platensi; eius vero Praesul Archiepiscopo eiusdem Sedis subdetur. Moronensis dioecesis his terris seu partidos coalescet : Morn, Matanza, General San Martn, Merlo ac Moreno, quas archidioecesi Platensi detrahimus, cum triginta curiis quae sunt in pagis vel in urbibus quae sequuntur : Morn, Ituzaing, Hurlingham, Haedo, Castelar, EI Palomar, San Justo, Ramos Meja, Ciudadela sud, Lomas del Mirador, Tapiales, Gonzales Catn, San Martn, Caseros, Ciudadela, Lomas del Palomar, San Andrs, Villa Ballester, Villa Klein, Jos Ingenieros, Jos Len Surez, Senz Pea, Santos Lugares, Villa Bosch, Villa Diehi, Villa Reconquista, Merlo, Pontevedra, San Antonio de Padua, Moreno ; cumque septem vicariis. Huius dioecesis limites proinde erunt : ad septemtrionem, nova Ecclesia Sancti Isidori in Argentina, ad orientem solem, archidioecesis Bonarensis, ad meridiem, dioecesis Clivi Za-

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morensis, ad occidentem denique solem, Mercedensis dioecesis. Sedem dioecesis et domicilium Episcopi in urbe vulgo Morn statuimus, cathedram autem in templo collocamus B. M. V. sine labe conceptae, quod est ibidem, quodque ad gradum et dignitatem cathedralium aedium extollimus. Dioecesim Moronensem tamquam suffraganeam assignamus Ecclesiae Bonaerensi, cuius Archiepiscopo sacer eius Praesul oboediet. Ecclesia Sancti Isidori in Argentina his territoriis, seu (( partidos , continebitur : San Isidro, Vicente Lpez, San Fernando, Tigre, Pilar, General Sarmiento, quae ab archidioecesi Platensi distrahimus, et Campana atque Exaltacin de la Santa Cruz, a dioecesi S. Nicolai de los Arroyos disiungendis. Quae S. Isidori Ecclesia habebit igitur viginti tres curias, seu paroecias, quae exstant in pagis vel urbibus eorum lingua sic nominatis : San Isidro, Martnez, Lomas de San Isidro, Beccar, Boulogne, Villa Adelina, Bajo de Martnez, Vicente Lpez, Olivos Florida, Munro, Villa Martelli, La Lucila, San Fernando, Victoria, Tigre, Don Torquato, Pilar, Escobar, San Miguel, Bella Vista, Jos C. Paz, Campana. Praeter has curias, quattuor habebit vicarias locales, uti dicunt, unamque vicariam perpetuam. Quod ergo ad fines attinet, nova dioecesis hos limites habebit : in parte septemtrionali dioecesim S. Nicolai de los Arroyos, in orientali flumen Rio de la Piata, in meridionali autem Moronensem dioecesim, et archidioecesim Bonarensem, in occidentali denique regione Mercedensem Ecclesiam. Quae Sedes Sancti Isidori in Argentina, urbem San Isidro populari sermone appellatam, ceu caput habebit Episcopique domicilium ; cathedrale vero templum illud habebitur quod ibidem exstat in honorem S. Isidori agricolae. Statuimus denique ut Ecclesia haec Bonaerensi metropoli sit suffraganea, atque eius Episcopus Archiepiscopo eiusdem Sedis sit obnoxius et subiectus. Quod ad dioecesim Maris Platensis attinet, eadem his provinciis seu partidos constabit : Pueyrredon, Balcarce, General Alvarado, General Madariaga, General Lavalle, Maip, Mar Chiquita, Tordillo, quas per has Litteras a metropoli Platensi separamus ; insuper territoriis : Necochea et Lobera, quae ad hunc diem ad dioecesim Sinus Albi pertinuere. Ea ergo, praeter vicariam perpetuam et duas vicarias locales, duodetriginta curias comprehendet, quarum quindecim in urbe Mar dei Plata inveniuntur, reliquae in urbibus seu pagis : Balcarce, Miramar,, Dionisa, General Madariaga, General Lavalle, Maip, Santo Domingo, Coronel Vidal, General Piran, Necochea, Juan N. Fernndez, Lobera,.

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Quequen. Eius fines proinde in septentrionali parte archidioecesim Platensem, in orientali et in meridionali Oceanum Atlanticum, in occidentali vero dioeceses Sinus Albi et Azulensem contingent. Huius novae dioecesis Sedes in urbe Mar del Plata statuimus, cathedram autem censemus in templo S. Oaeciliae Virginis collocari, quod scilicet ad cathedralium aedium honorem tollimus. Dioecesis Maris Platensis sit metropolitanae Sedi Platensi suffraganea; eius vero sacrorum Praesul suo Archiepiscopo oboediat. Ecclesiam Sancti Dominici Novem Iulii territoria quae sequuntur efficient : Nueve de Julio, Bragado, General Viamonte, Carlos Tejedor, Pehuaj, Carlos Pellegrini, Rivadavia, General Villegas, General Pinto, Lincoln, Carlos Casares, Trenque-Lauquen, quae territoria a dioecesi Mercedensi separamus, et Veinte y Cinco de Mayo, quod ab Ecclesia Azulensi detrahimus. Nova ergo dioecesis sex vicariis perpetuis efficietur, et viginti septem curiis, seu paroeciis, quae in pagis vel civitatibus sitae sunt quorum sunt nomina : Nueve de Julio, Dudignac, Quiroga, Bragado, General O'Brien, Los Toldos, El Tejar, Carlos Tejedor, Tres Algarrobos, Pehuaj, Henderson, Mones Cazn, Paso Juan Jos, Pellegrini, Salliquel, Tres Lomas, Amrica, General Villegas, Banderaio, Emilio V. Bunge, General Pinto, Lincoln, Roberts, Carlos Casares, Trenque-Lauquen, Berutti, Treinta de Agosto. Patet ergo fines huius dioecesis esse : in septemtrionali ora dioeceses Rosariensem et Mercedensem, in orientali plaga Mercedensem et Azulensem, in parte quae vergit ad meridiem dioecesim Sinus Albi, in occidentali autem regione novam dioecesim S. Rosae in Argentina. Sedem huius Ecclesiae volumus in civitate vulgo Nueve de Julio statui, cathedram vero in templo ibidem S. Dominico Confessori dicato, quod, ut aequum est, ad gradum et dignitatem cathedralis evehimus. Subdetur dioecesis S. Dominici Novem Iulii metropolitanae Sedi Bonaerensi ceu suffraganea; eius autem Praesul obnoxius erit sacro eiusdem archidioecesis Antistiti. Dioecesis Formosa in omnem civilem provinciam vulgari sermone Formosa cognominatam patebit, cuius finibus claudetur. Eius ergo limites erunt : ad septemtrionem et orientem solem Republica Paraquariana, ad meridiem dioecesis Resistentiae, ad occidentem vero archidioecesis Saltensis. Comprehendet igitur territoria, seu departamentos , quae ita dicuntur : Formosa, Pilcomayo, Patino, Laishi, Piran, Bermejo, Pilags, Matacos, Ramon Lista, cum sex curiis, seu paroeciis, sitis in Formosa, Clorinda, Laishi, Las Lomitas, Piran, et Tacaagl,

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atque duabus vicariis paroecialibus. Huius novae dioecesis caput urbs Formosa erit, in qua Episcopus sedem statuet suumque domicilium; cathedram autem suae iurisdictionis et potestatis in templo B. M. V. de Monte Carmelo collocabit, quod est ibidem loci quodque ad gradus cathedralis extolletur. Dioecesis Formosa suffraganea erit metropoli Sanctae Fidei in Argentina, cuius Archiepiscopo sacer Praesul Formosensis oboediet obnoxius. Quod ad Ecclesiam Reconquistensem, eandem efficient terrae seu departamentos , quae apud populum audiunt : Nueve de Julio, General Obligado, San Javier, et Vera, quas ab archidioecesi Sanctae Fidei in Argentina per has Litteras separamus. Unde eius fines hi erunt : in septentrionali parte, dioecesi Resistentiae continetur, ad orientem, flumine Paran, ad meridiem, archidioecesi Sanctae Fidei in Argentina, in occidentali denique ora, dioecesi S. Iacobi de Estero. Tota ergo dioecesis Reconquistensis sedecim curiis constabit, in pagis seu urbibus quas cives patrio sermone appellare solent : Avellaneda, Calchaqui, Florencia, Lanteri, Las Toscas, Malabrigo, Margarita, Reconquista, Romang, San Antonio de Obligado, San Javier, Tostado, Vera, Villa Ana, Villa Guillermina, et Villa Ocampo. Sedem dioecesis, in qua Episcopus domicilium habebit, urbem Reconquista statuimus, in qua civitate, in templo scilicet Immaculato Conceptui B. M. V. dicato, cathedra episcopalis magisterii collocabitur, quod igitur honores et iura sacrae aedis cathedralis habebit. Hanc novam Ecclesiam suffraganeam facimus Sedi metropolitanae Sanctae Fidei in Argentina, cum Praesulem ac sacrorum Antistitem iuri Metropolitae eiusdem archidioecesis subicimus. Dioecesis Posadensis territorio civilis provinciae Misiones continebitur, quam regionem a dioecesi Corrientensi subtrahimus, eademque undecim departamentos comprehendet, quibus sunt vulgaria nomina : Posadas, Apstoles, Caingnas, Candelaria, Concepcin, Frontera, Guaran, Iguaz, San Ignacio, San Javier, et San Pedro, cum undecim curiis, quae in pagis vel urbibus exstant : Apstoles, Bonpland, Concepcin de la Sierra, Corpus, Eldorado, Ober, Libertador General San Martn, San Ignacio, San Javier, San Jos, Villa Urquiza, atque Apstoles curia personalis, uti dicunt. Sedes huius dioecesis urbs Posadas habebitur, cathedra vero episcopalis locabitur in templo Sancti Ioseph, Sponsi B. M. V . , in eadem civitate, cui congruos honores tribuimus. Volumus autem ut haec dioecesis suffraganea sit Sedi metropolitanae Paranensi, utque Posadensis Praesul Archiepiscopo eiusdem Ecclesiae subiciatur.

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Dioecesis Civitatis Mariae ita componetur ut territoria populari lingua : Tercero Arriba, et General San Martn ; item nonnullas partes territoriorum seu departamentos : Unin Marcos Jurez, et Rio Segundo comprehendat, ab archidioecesi Cordubensi in Argentina separanda. Sunt autem viginti duae curiae, quae in urbibus vel pagis inveniuntur, quae sequuntur : Villa Maria, Ballesteros, Bell Ville, Camilo Aldao, Cruz Alta, Dalmacio Vlez, Etruria, General Roca, Justiniano Posse, La Playosa, Leones, Los Surgentes, Marcos Jurez, Monte Buey, Noetinger, Oliva, Pozo del Molle, Rio Tercero, San Antonio de Latn, San Marcos Sud, Villa Ascasubi, et Villa Nueva. Ita composita, dioecesis Civitatis Mariae confines habebit : ad septemtrionem, archidioecesim Cordubensem in Argentina ; ad meridiem, dioecesim Rivi Quarti ; ad orientem, dioecesim Rosariensem; ad occidentem, postremo, Cordubensem in Argentina et Rivi Quarti. Ad sedem quod attinet novae huius Ecclesiae, censemus eandem in urbe Villa Maria collocari; cathedram autem in templo poni Immaculato Conceptui B. M. V. dicato, quod est ibidem, quodque ad dignitatem cathedralis evehimus. Hanc Ecclesiam facimus suffraganeam archidioecesi Cordubensi in Argentina; eiusque Antistitem iuri Metropolitae volumus obnoxium, ut aequum est. Dioecesim Guale gualche nsem ea territoria, seu departamentos, component, quae volgus appellat : Gualeguaych, Gualeguay, Victoria, Uruguay, et Rosario Tala, quaeque a Paranensi archidioecesi separantur; qua de re septemdecim curiae eidem erunt dioecesi, quarum duae in urbe Gualeguaych, duae in urbe Concepcin del Uruguay, ceterae vero in civitatibus vel pagis exstant, quibus vulgata nomina : Larroque, Urdinarrain, Caseros, Santa Anita, Villa Maniero, Basavilbaso, Gilbert, San Justo, Rosario Tala, Mansilla, Macia, Gualeguay, Victoria. Ad fines igitur quod attinet, nova dioecesis ad septemtriones terminabitur Paranensi archidioecesi, ad orientem solem Uruquariana Republica, ad meridiem fluvio Rio de la Piata, ad occidentem denique dioecesibus Rosariensi et S. Nicolai de los Arroyos. Episcopi sedem in urbe ponimus Gualeguaych, cathedram vero in templo, inibi exstante, S. Ioseph B. M. V. Sponso dicato, quod ad decorem perducimus cathedralium aedium. Dioecesim praeterea suffraganeam subdimus metropoli Paranensi, sacrorumque Antistitem, eiusque successores, eidem Metropolitae obnoxios volumus. Dioecesis 8. Rosae in Argentina territoria eadem erunt ac departamentos civilis provinciae vulgato nomine La Pampa nuncupata, videli-

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cet : Capital, Catril, Ohalileo, Chapaleuf, Chical Co, Conhelo, Leventu, Maraco, Quemu-Quem, Rancul, Realic, Toay, ac Trenel, a Mercedensi dioecesi dismembrandam ac praeterea: Atreuc, Caleu Caleu, Curac, Guatrach, Limay Mahuida, Linhuel Calel, Puelen, Hucal, et Utracan, ab Ecclesia Sinus Albi separanda. Tredecim ergo curiis eadem componetur, quae in urbibus seu pagis habentur vulgato sermone appellatis : Castex, General Acha, General Pico, Ingeniero Luiggi, Intendente Alvear, Guatrach, Macachn, Quetrequn, Realic, Santa Rosa, San Jos de Barn, Trenel, atque Victorica. Quae dioecesis erit ad septemtrionem finitima dioecesibus Rivi Quarti, S. Ludovici in Argentina, et Mendozensi, quam postremam etiam ad occidentem attinget ; ad orientem solem dioecesibus Sinus Albi et S. Dominici Novem Iulii; ad meridiem denique Viedmensi dioecesi. Sedes episcopalis erit in urbe vulgato nomine Santa Rosa de Toay, atque cathedra pontificalis auctoritatis in curiali aede statuetur S. Rosae a S. Maria, Limanae Virgini, sacra, quae cathedralis templi gradu decorabitur. Haec dioecesis uti metropoli subicietur archidioecesi Sinus Albi, hisce Litteris hodie constitutae; cuius Ecclesiae Archiepiscopo erit Praesul S. Rosae in Argentina obnoxius. Dioecesis Rivadaviae territoriis constabit a Viedmensi dioecesi distrahendis, quibus vulgo sunt nomina : Chubut, Santa Cruz, et Tierra del Fuego, ideoque duodecim, quae sequuntur, curias comprehendet, quarum duae sunt in civitate Comodoro Rivadavia, ceterae autem in urbibus vel pagis, a populo appellatis : Rawson, Trelew, Esquel, Puerto Madryn, Puerto Deseado, Rio Gallegos, Puerto San Julin, Puerto Santa Cruz, Ushuaia, et Rio Grande. Nova igitur dioecesis confines habebit : ad septemtrionem Viedmensem dioecesim, ad orientem solem Atlanticum mare, ad meridiem regiones australi polo prximas, ad occidentem denique Chiliam Rempublicam. Volumus igitur ut Episcopus Rivadaviae sedem habeat in urbe vulgo Comodoro Rivadavia, cathedram vero sui magisterii in curialibus aedibus collocet S. Petro Damiani, Episcopo Ecclesiaeque Doctori, dicatis, quas cathedralis titulo honestamus. Dioecesis praeterea erit metropoli Sinus Albi suffraganea, cuius Archiepiscopo erit hic Episcopus subiectus. Quibus dictis, hisce omnibus ac singulis nunc conditis Ecclesiis, earumque cathedralibus aedibus, atque Praesulibus omnia concedimus iura, honores, insignia ac privilegia, quae ad eos iure et consuetudine spectant; Episcopos tamen etiam oneribus et obligationibus obstringimus, quibus ceteri per terrarum orbem tenentur sacrorum Antistites.

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Acta Apostolioae Sedis - Commentarium Officiale

Singularum autem dioecesium episcopales Mensae, quae dicuntur, sive Curiarum fructibus componentur, sive a fidelibus sponte oblatis donis ac pecuniis, sive portione bonorum, quae ex divisione earum Ecclesiarum a quibus singulae originem ducunt, uni cuique obveniet, ad normam canonis 1500 C. I. C. Decernimus quoque ut, quam primum fieri poterit, Canonicorum Collegia in novis constituantur Ecclesiis, iuxta tamen normas aliis Litteris edendas. Quod si statim ipsi Canonici legi nequeant, dioecesani Consultores ad normam iuris eorum loco renuntientur. Cum autem sint sacrorum alumni praecipua omnium Ecclesiarum spes, est Nobis voluntas ut, ubi primum poterunt, Episcopi Seminarium saltem elementarium in sua quisque dioecesi exstruendum curent, iuxta canonicas leges, et normas S. Consilii Seminariis ac Studiorum Universitatibus praepositi ; ex quibus iuvenes, qui expectationem sui optimam faciant, in hanc almam Urbem mittantur, in pontificio ephebeo Piano Latino Americano excolendi, ac philosophia et theologia rite imbuendi. Volumus praeterea ut e Mendozensis dioecesis iure territorium vulgato nomine Neuqun appellatum eximatur, idemque Viedmensi dioecesi in perpetuum adiungatur ; qua de re eadem Sedes e regionibus Rio Negro ac Neuqun constabit. Postquam igitur dioecesium constitutio, finiumque mutatio Ecclesiarum Mendozensis et Viedmensis ad effectum fuerint deductae, sacerdotes dioecesibus illis habeantur ascripti, in quarum territorio vel ecclesiasticum beneficium ofiiciumve habeant, vel legitime degant. Quas vero leges Codex Canonici Iuris de dioecesium regimine et administratione, de Vicarii Capitularis, Sedibus vacantibus, electione, de fidelium iuribus oneribusque, ceterisque id genus habet, eae et in novis serventur Sedibus. Volumus denique ut ab Ecclesiarum Curiis, e quarum territoriis dioeceses sunt distractae, omnia mittantur documenta et acta ad easdem quomodolibet respicientia, ut in singulis novarum Curiarum tabulariis diligenter custodiantur. Quas praeter dioeceses, duas quoque metropolitanas Ecclesias hisce Litteris condimus, Tucumanensem scilicet et Sinus Albi, quae adhuc cathedrales Ecclesiae fuerunt, datis idcirco omnibus iuribus, privilegiis ac praerogativis, quae ceteris metropolitanis Sedibus iure communi debentur; Praesules pariter Tucumanensem ac Sinus Albi Archiepiscoporum Metropolitarum dignitate honestamus, cum iuribus ac privilegiis huius honoris propriis, cumque translaticiis oneribus et obligationibus. Fundatis igitur his metropolitanis Sedibus, consequitur ut in Argentina Republica novem posthac exstent ecclesiasticae provinciae, quarum

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ordo ratioque hoc qui sequitur modo describuntur : Bonarensis provincia eiusdem nominis metropoli constabit, atque suffraganeis Ecclesiis : S. Nicolai de los Arroyos, S. Isidori in Argentina, S. Dominici Novem Iulii, Mercedensi, et Moronensi. Platensis provincia metropoli constituetur, cui idem nomen inest, ac Sedibus Olivi Zamorensis, Maris Platensis et Azulensi a Bonarensis provinciae iure separata. Sanctae Fidei in Argentina provinciam constituent eadem metrpolis, atque suffraganeae Ecclesiae Rosariensis, Reconquistensis, Resistenciae et Formosa. Paranensem pariter provinciam metrpolis eiusdem nominis component, simulque dioeceses Corrientensis, Posadensis, atque Gualeguaychensis. Cordubensis in Argentina provincia amplectetur eandem metropolim, Sedesque obnoxias Rioiensem, Rivi Quarti, ac Civitatis Mariae. Provincia S. Ioannis de Cuyo metropolitana eiusdem nominis Ecclesia formabitur, atque dioecesibus Mendozensi et S. Ludovici in Argentina. Saltensis provincia tamquam metropolim habebit archidioecesim eiusdem nominis, suffraganea sq ue dioeceses Iuiuyensem et Catamarcensem. Nova Tucumanensis provincia ex archidioecesi Tucumanensi constabit, exque Ecclesia cathedrali S. Iacobi de Estero, a Paranensi provincia distracta. Nova denique provincia Sinus Albi metropoli constituetur eiusdem nominis, Sedibusque suffraganeis Rivadaviae, S. Rosae in Argentina, et Viedmensi, quam a Platensi provincia disiungimus. Quae his Litteris iussimus efficienda curabit venerabilis Frater Marius Zanin, quem supra diximus, vel ille qui, tempore quo res ad effectum deducendae erunt, Apostolicae in Argentina Nuntiaturae praeerit; qui vero negotium aget, ei omnes ad hoc necessarias potestates facimus, cuilibet etiam viro delegandas, qui sit ecclesiastica dignitate praeditus, simulque onus imponimus peractae divisionis acta exarandi, eorumque fide dignum exemplum ad S. Consistoriale Consilium quam primum mittendi. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in eccle-

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Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

siastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die undecimo mensis Februarii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri duodevicesimo. OELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

f Alfonsus Carinci, Archiep. tit. Seleuc, Decanus Proton. Apost. Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost.
Loco Plumbi

In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXV, n. U.

Sacra Romana Rota

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ACTA TRIBUNALIUM
SACRA ROMANA ROTA
i
Causae quae in Tribunali Sacrae Romanae Rotae actae sunt anno 1.956, quarum definitiva sententia editur tantum in parte dispositiva. I . N. N. - Nullitatis Matrimonii ob vim vel metum et dispensationis super rato. Turnus Rotalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Sententia diei 3 Ianuarii : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione . II. Heliopolitana in Aegypto - Nullitatis Matrimonii ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: A. Wynen, G. Heard, Ponens, A. Canestri. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 5 Ianuarii : Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 22 Iunii 1954, vetito matrimonio viro nisi coram Ordinario loci iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . III. R o m a n a - Nullitatis Matrimonii ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 9 Ianuarii: Non constare de nullitate . IV. B e n e v e n t a n a - Nullitatis Matrimonii ob vim vel metum. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 10 Ianuarii : Constare de nullitate . V. Tarbien. et Lapurden. - Nullitatis Matrimonii ob vim vel metum. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 10 Ianuarii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 19 Februarii 1955 . VI. N . N. - Nullitatis Matrimonii ob impotentiam mulieris et Dispensationis s u p e r rato. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, R. Lamas, Ponens, A. Sabattani. Sententia diei 11 Ianuarii : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione, vetito mulieri matrimonio inconsulto H. S. Tribunali . V I I . N. N. - Nullitatis Matrimonii ob impotentiam viri et Dispensationis s u p e r rato. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, F. Brennan, R. Lamas. Sententia diei 12 Ianuarii: Non constare de nullitate, ideo infir-

't

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

mandam esse sententiam Rotalem diei 6 Iulii 1951, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione, vetito matrimonio viro inconsulto H. S. Tribunali . VIII. P A R I S I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: B. Filipiak, Ponens, G. Doheny, P. Mattioli. Sententia diei 13 Ianuarii: Constare de nullitate. IX. N. N . NIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPENSATIO-

Turnus Rotalis : F. Brennan, D. Staffa, A. Sa,battani, Ponens. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 13 Ianuarii : Non constare de nullitate, sed consilium praestandam esse Sanctissimo pro dispensatione, vetito matrimonio viro inconsulto H. S. Tribunali . X. N. N. SUPER RATO. NULLITATI MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPENSATIONIS

Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, J. M. Pinna, Ponens. Sententia diei 14 Ianuarii : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione . XI. P A N O R M I T A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob errorem personae; ob conditionem appositam. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, P. Felici. Sententia diei 14 Ianuarii: Non constare de nullitate . XII. N E O - E B O R A C E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob defectum formae. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna. Sententia diei 10 Ianuarii: Non constare de nullitate . XIII. F O R O L I V I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob conditionem appositam; ob vim vel metum. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, R. Lamas, C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei IT Ianuarii: Constare de nullitate. XIV. Vic. A P O S T . A E G Y P T I - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: F. Brennan Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Sententia diei 19 Ianuarii: Non constare de nullitate. XV. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, A. Canestri. Sententia diei 21 Ianuarii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 2 Iulii 1955 . XVI. A N G E L O R U M I N C A L I F O R N I A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob amentiam mulieris. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 23 Ianuarii : Constare de nullitate, vetito matrimonio mulieri . XVII. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, J. M. Pinna, Ponens.

Sacra Romana Rota

665

Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 26 Ianuarii : Constare de nullitate . XVIII. P I S T O R I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, F. Brennan, C. Lefebvre. Sententia diei 26 Ianuarii : Constare de nullitate . XIX. P A N O R M I T A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob simulationem Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, Ponens, P. Felici. Sententia diei 27 Ianuarii: Constare de nullitate. totalem.

XX. N. N. - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob impotentiam viri. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, C. Lefebvre. Sententia diei 28 Ianuarii : Non constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 19 Novembris 1953 . XXI. M E D I O L A N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 30 Ianuarii : Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 11 Ianuarii 1955 . XXII. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob simulationem consensus; ob exclusa bona sacramenti et prolis. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Sententia diei 31 Ianuarii: Non constare de nullitate . et XXIII. T A U R I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusa bona sacramenti prolis. Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, R. Lamas, Ponens. Sententia diei 1 Februarii : Non constare de nullitate .

XXIV. M E D I O L A N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 6 Februarii : Constare de nullitate, vetito matrimonio viro nisi coram Ordinario loci iuraverit consensum praestandum ad normam ss. Canonum . XXV. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Sententia diei 7 Februarii : Non constare de nullitate . XXVI. L I B U R N E N . N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 9 Februarii : Non constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 16 Iulii 1954 . XXVII. A L B I N G A N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis : A. Canestri, Ponens, R. Lamas, A. Sabattani. Sententia diei 9 Februarii : Non constare de nullitate . XXVIII. N. N. DISPENSATIONIS SUPER NULLITATIS RATO. MATRIMONII

ob simulationem consensus et

Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Sententia diei 16 Februarii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 23 Iunii 1953 .

666

Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

F L O R E N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, A. Sabattani, Ponens. Sententia diei 17 Februarii : Constare de nullitate, vetito matrimonio viro inconsulto H. S. Tribunali .

XXIX.

XXX.

B R U K L Y N I E N ; - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 20 Februarii: Non constare de nullitate.

XXXI.

R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: F. Brennan, P. Felici, Ponens, A. Sabattani. Sententia diei 21 Februarii: Non constare de nullitate.

X X X I I . V O L A T E R R A N I - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, J. M. Pinna, Ponens, R. Lamas. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 21 Februarii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 16 Octobris 1954 .
R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, R. Lamas, Ponens, A. Sabattani. Sententia diei 22 Februarii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 23 Martii 1955, vetito matrimonio mulieri nisi coram Ordinario loci iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum .

XXXIII.

XXXIV.

S E N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob defectum formae. Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, P. Mattioli, Ponens. Cum gratuito patrocinio pro parte conventa. Sententia diei 22 Februarii: Constare de nullitate.

XXXV.

P E R U S I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, Ponens, E. Bonet. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 24 Februarii: Constare de nullitate. P A R I S I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Sententia diei 24 Februarii: Constare de nullitate.

XXXVI.

XXXVII.

C A L A T A N I S I A D E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, C. Lefebvre. Sententia diei 25 Februarii: Non constare de nullitate . I N T E R A M N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 27 Februarii: Constare de nullitate.

XXXVIII.

XXXIX.

M E X I C A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna. Sententia diei 27 Februarii : Constare de nullitate .

Sacra Romana Rota

667

XL. SoBRALEN - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis:-A. Jullien, Decanus, E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna. Sententia diei 27 Februarii: Constare de nullitate. XLI. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob simulationem consensus. Turnus Rotalis: P. Mattioli, Ponens, E. Bonet, J. M. Pinna. G um gratuito patrocinio. Sententia diei 27 Februarii : Admittendam esse novam causae propositionem quoad simulationem consensus. Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 14 Iunii 1955 . XLII. C Y P R E N . - I U R I S P A T R O N A T U S . Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Gum gratuito patrocinio pro parte actrice. Dubia: I. An constet de iure patronatus in familia Joannis Hasch quoad pium legatum in ecclesia "Madonna della Foresta " in Beit Shabab ' sita ; et quatenus affirmative : II. An constet de non pertinentia rei conventi Joseph Watchi ad familiam ius patronatus habentem ; et quatenus negative ad primum: III. An teneatur, et si teneatur, quo sensu Ordinarius loci clausula a Tribunali primae instantiae statuta seu < avendo sempre riguardo per la discendenza dei leganti ' . Sententia diei 28 Februarii : Ad I : Negative ; Ad II. Non proponitur ; Ad I I I : Negative .
(

XLIII. V E N T I M I L I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Sententia diei 28 Februarii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 23 Iunii 1954, vetito matrimonio mulieri nisi coram Ordinario loci iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . XLIV. N. N. TIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPENSA-

Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, F. Brennan, D. Staffa. Gum gratuito patrocinio. Sententia diei 29 Februarii : Non constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 16 Octobris 1951, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione, vetito matrimonio viro inconsulto H. S. Tribunali . XL V. A P U A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, A. Canestri. Gum gratuito patrocinio. Sententia diei 1 Martii : Concedendam esse novam causae propositionem. Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 21 Decembris 1951 . XL VI. B O S T O N I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob simulationem consensus; ob exclusum bonum sacramenti et D I S P E N S A T I O N I S S U P E R R A T O . Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Gum gratuito patrocinio. Sententia diei 5 Martii : Constare de nullitate, vetito matrimonio viro nisi coram Ordinario iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum .

668

Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

XLVII. B O N O N I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna. Sententia diei 5 Martii : Constare de nullitate . XLVIII. D B T R O I T E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 6 Martii: Constare de nullitate . XLIX. T A U R I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, A. Sabattani, C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 8 Martii: Non constare de nullitate. L.
A Q U I S G R A N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: A, Canestri, Ponens, B. Lamas, A. Sabattani. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 8 Martii: Constare de nullitate. N E A P O L I T A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, P. Mattioli, Ponens, E. Bonet. Sententia diei 9 Martii : Non constare de nullitate .

LI.

LII. P A R I S I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob conditionem appositam. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, R. Lamas, C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 10 Martii : Non constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 11 Junii 1953 . LIII. J A C E N . seu P A N O R M I T A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 13 Martii : Non constare de nullitate, ideo infirman dam esse sententiam Rotalem diei 1 Decembris 1954 .
LIV. FULGINATEN. Seu PERUSINA NULLITATIS MATRIMONII ob Vim Vel

metum. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, J. M. Pinna, Ponens. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 15 Martii : Constare de nullitate . LV. Vic. A P O S T . E R Y T H R E A E - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, J. M. Pinna, Ponens. Sententia diei 15 Martii : Non constare de nullitate . LVI. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob simulationem consensus. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 15 Martii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 9 Novembris 1954 . LVII. N. N. - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusa bona fidei et prolis; ob defectum consensus; ob impotentiam viri.

Sacra

Romana

Rota

669

Turnus Rotalis: F. Brennan, R. Lamas, Ponens, A. Sabattani. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 15 Martii: Non constare de nullitate . LVIIL P A R I S I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ot) exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, O. Lefebvre, Ponens. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 15 Martii : Non constare de nullitate .
LIX. (Vic. APOST. ALEXANDRIAE AEGYPTI NULLITATIS MATRIMONII ob

exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: B. Filipiak, Ponens, G. Doheny, P. Mattioli. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 23 Martii : Constare de nullitate, vetito matrimonio mulieri nisi coram Ordinario iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . LX. C Y P R E N . M A R O N I T A R U M - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob invalidam dispensationem ab impedimento consanguinitatis. Turnus Rotalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Sententia diei 23 Martii: Non constare de nullitate . LXI. B R I X I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, A. Sabattani, Ponens. Sententia diei 23 Martii: Non constare de nullitate. LXII. W I G O R N I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 24 Martii: Constare de nullitate. LXIII. S. A N D R E A E et E D I M B U R G E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, R. Lamas. Sententia diei 26 Martii: Non constare de nullitate. LXIV. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, C. Lefebvre. Sententia diei 27 Martii: Non constare de nullitate . LXV. T A U R I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 28 Martii: Constare de nullitate . LXVI. S T E N , seu T A U R I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, Ponens, G. Heard. Sententia diei 7 Aprilis: Causam reassumi posse et constare de nullitate . LXVII. N. N. SATIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPEN-

Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet.


43 - ACTA, vol. XXIV, n. 11. 27-8-1957.

670

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Sententia diei 9 Aprilis : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione, vetito matrimonio viro inconsulta S. R. Rota . LXVIII. M O N T I S A L B A N I - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum proles. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, A. Sabattani, R. Lamas. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 12 Aprilis : Non constare de nullitate . LXIX. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob amentiam mulieris; ob vim vel metum. Turnus Rotalis: F. Brennan, J. Pasquazi, R. Lamas, Ponens. Sententia diei 12 Aprilis: Non constare de nullitate . LXX. T R I D E N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis; simulationem totalem. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, F. Brennan, A. Sabattani. Sententia diei 12 Aprilis : Constare de nullitate, vetito matrimonio parti conventae inconsulta S. R. Rota . ob LXXI. B A S I L E E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob simulationem consensus; ob conditionem appositam. Turnus Rotalis: B. Filipiak, Ponens, G. Doheny, P. Mattioli. Sententia diei 13 Aprilis: Non constare de nullitate. LXXII. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob impedimentum aetatis; ob defectum discretionis; ob impedimentum publicae honestatis. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, J. Pasquazi. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 14 Aprili: Non constare de nullitate. LXXIII. N. N. - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis; ob impotentiam viri et D I S P E N S A T I O N I S S U P E R R A T O . Turnus Rotalis: F. Brennan, J. M. Pinna, Ponens, C. Lefebvre. Sententia diei 14 Aprilis : Non constare de nullitate, neque consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione . LXXIV. M E D I O L A N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob defectum consensus; ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: P. Mattioli, Ponens, E. Bonet, J. M. Pinna. Sententia diei 14 Aprilis : Constare de nullitate, vetito matrimonio viro nisi coram Ordinario iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . LXXV. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 17 Aprilis: Non constare de nullitate. LXXVI. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak G. Doheny. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 17 Aprilis: Non constare de nullitate.

Sacra Romana Rota

671

LXXVIL T A U R I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis-: P. Mattioli, Ponens, E. Bonet, J. M. Pinna. Sententia diei 18 Aprilis: Non constare de nullitate. LXXVIII. N. N. - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob impotentiam viri. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, G. Heard, R. Lamas, Ponens. Sententia diei 19 Aprilis: Constare de nullitate. LXXIX. F L O R E N T I N A - N U L L I T A T I M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, P. Mattioli, C. Lefebvre. Sententia diei 19 Aprilis: Non constare de nullitate. LXXX. B O S T O N I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob amentiam mulieris. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Sabattani, Ponens, C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 20 Aprilis : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 28 Februarii 1955, vetito matrimonio mulieri inconsulta S. R.-Rota . LXXXI. B R I X I E N . - N U L L I T A T I S ob vim vel metum. Turnus Rotalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Sententia diei 20 Aprilis: Constare de nullitate . LXXXII. N. N. - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob impotentiam viri. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, C. Lefebvre. Sententia diei 21 Aprilis : Non constare de nullitate . LXXXIII. N E A P O L I T A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob simulationem consensus. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, A. Canestri. LXXXIV. N. N. SATIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPEN-

Turnus Rotalis: E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna, R. Lamas. Sententia diei 23 Aprilis : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione, vetito matrimonio viro inconsulta S. R. Rota . LXXXV. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: F. Brennan, E. Bonet, Ponens, C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 23 Aprilis : Non constare de nullitate . LXXXVI. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum fidei. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Sententia diei 23 Aprilis : Non constare de nullitate . LXXXVII. M A T R I T E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob simulationem consensus. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Sententia diei 24 Aprilis : Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 30 Junii 1954, vetito matrimonio viro nisi coram Ordinario iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum .

672

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

LXXXVIII. F L O R E N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusa bona sacramenti et prolis. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 25 Aprilis: Constare de nullitate, vetito matrimonio viro nisi coram Ordinario iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . LXXXIX. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 27 Aprilis: Constare de nullitate. XC. B A S I L E E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, F. Brennan, C. Lefebvre. Sententia diei 28 Aprilis: Non constare de nullitate. XCI. U R B I N A T E N . seu F I R M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis; ob simulationem totalem. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, Ponens, G. Heard. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 28 Aprilis : Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 23 Februarii 1954 . XCII. F L O R E N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusa bona sacramenti et prolis. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, J. M. Pinna, Ponens, R. Lamas. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 28 Aprilis: Non constare de nullitate. XCIII. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob simulationem totalem; ob vim vel metum; ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Sententia diei 30 Aprilis: Constare de nullitate. XCIV. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 30 Aprilis : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 1.4 Decembris 1954 . XOV. W A Y N E C A S T R E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 2 Maii : Constare de nullitate, vetito matrimonio viro nisi coram Ordinario iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . XCVI. M E D I O L A N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti; ob conditionem appositam. Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, R. Lamas, Ponens. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 3 Maii : Non constare de nullitate . XCVII. tiam viri.
CONCORDIEN.

seu

VENETIARUM

NULLITATIS

MATRIMONII

ob amen-

Sacra Romana ilota

673

Turnus Botalis: A. Canestri, Ponens, F. Brennan, R. Lamas. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 3 Maii: Constare de nullitate.
X O V I I I . R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum,; ob exclusum bonum prolis; ob conditionem appositam. Turnus Botalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, Ponens, G. Heard. Sententia diei 5 Maii: Non constare de nullitate.

XCIX. J A N U E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Botalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Sententia diei 8 Maii : Non constare de nullitate . C.
T A U R I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, J. Pasquazi, Ponens. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 8 Maii: Constare de nullitate. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: P. Mattioli, Ponens, E. Bonet, J. M. Pinna. Sententia diei 9 Maii: Non constare de nullitate.

CI.

CIL M E C H L I N I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: B. Filipiak, Ponens, G. Doheny, P. Mattioli. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 11 Maii : Non constare de nullitate . C U I . R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, D. Staffa. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 12 Maii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 18 Maii 1954 . CIV. B O S T O N I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob simulationem totalem et D I S P E N S A T I O N I S S U P E R R A T O . Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, G. Doheny, Ponens, P. Mattioli. Sententia diei 14 Maii : Constare de nullitate, vetito matrimonio viro nisi coram Ordinario iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . CV. O T T A V I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 14 Maii: Non constare de nullitate .
CVI. SYRACUSANA seu PANORMITANA NULLITATIS MATRIMONII ob vim vel

metum. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, E. Bonet, A. Sabattani. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 17 Maii : Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 31 Maii 1951 . C V I I . R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Cum gratuito patrocinio.

674

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Sententia diei 17 Maii : Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 12 Ianuarii 1954 . C VIII. R H E G I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob amentiam mulieris. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, A. Sabattani, Ponens. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 18 Maii : Non constare de nullitate sententiarum primi et secundi gradus, neque concedendam esse novam causae propositionem . CIX. T E R A M E N . seu H A T R I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob simulationem consensus. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 18 Maii: Non constare de nullitate . CX. W A Y N E C A S T R E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, F. Brennan, C. Lefebvre. Sententia diei 19 Maii: Non constare de nullitate . OXI. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis : A. Wynen, Ponens, G. Heard, A. Canestri. Sententia diei 19 Maii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 21 Iunii 1955, vetito matrimonio viro nisi coram Ordinario loci iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . CXII. T A R E N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: F. Brennan, P. Mattioli, E. Bonet, Ponens. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 21 Maii: Non constare de nullitate . CXIII. M U T I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, J. M. Pinna, Ponens. Sententia diei 21 Maii: Non constare de nullitate . CXIV. F L O R E N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob amentiam mulieris; ob vim vel metum. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Sententia diei 22 Maii : Non constare de nullitate . CXV. A S S I S I E N . seu P E R U S I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob conditionem appositam; ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Sententia diei 22 Maii : Constare de nullitate, vetito matrimonio mulieri nisi coram Ordinario loci iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . CXVI. C A T A N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Wynen, G. Heard, Ponens, A. Canestri. Sententia diei 26 Maii : Non constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 14 Aprilis 1953 . CXVII. C L E V E L A N D E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, A. Sabattani, C. Lefebvre. Sententia diei 26 Maii: Non constare de nullitate.

Sacra Romana Rota

675

OXVIII. B I T U R I C E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Sententia diei 29 Maii: Constare de nullitate . CXIX. P A R I S I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Sententia diei 29 Maii : Non constare de nullitate . CXX. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 30 Maii: Non constare de nullitate . CXXI. N. N. - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob impotentiam viri. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Sententia diei 30 Maii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 23 Novembris 1 9 5 4 , vetito matrimonio viro . CXXII. V E N E T E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, J. M. Pinna, Ponens. Gum gratuito patrocinio. Sententia diei 30 Maii: Non constare de nullitate . CXXIII. M A T R I T E N . - N U L L I T A T E M A T R I M O N I I ob exclusa bona sacramenti et prolis. Turnus Rotalis: B. Filipiak, P. Mattioli, Ponens, E. Bonet. Sententia diei 1 Iunii : Constare de nullitate, vetito matrimonio mulieri nisi coram Ordinario loci iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . CXXIV. N E O - E B O R A C E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob simulationem consensus. Turnus Rotalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Sententia diei 1 Iunii : Non constare de nullitate . CXXV. N. N. TIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPENSA-

Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 4 Iunii : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione . CXXVI. M A T R I T E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob defectum formae. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 4 Iunii: Non constare de nullitate . CXXVII. V A C I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusa bona sacramenti et prolis. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Gum gratuito patrocinio. Sententia diei 5 Iunii : Constare de nullitate, vetito matrimonio mulieri nisi coram Ordinario loci iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . CXXVIII. A R R E T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, V. Felici, B. Filipiak.

676

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 5 Iunii: Constare de nullitate. CXXIX. lis. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, R. Lamas, A. Sabattani. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 7 Iunii: Non constare de nullitate . CXXX. N. N. TIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII NOVAE AURELIAE

NULLITATIS

MATRIMONII

ob exclusum bonum pro-

ob impotentiam viri et

DISPENSA-

Turnus Rotalis: B. Filipiak, Ponens, G. Doheny, P. Mattioli. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 8 Iunii: Non constare de nullitate sententiae a Tribunali Vicariatus Urbis latae die 29 Septembris 1952, neque constare de nullitate matrimonii, neque consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione . CXXXI. J A N U E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis : A. Jullien, Decanus, A. Wynen, A. Sabattani, Ponens. Sententia diei 8 Iunii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 14 Iulii 1955 . CXXXII.
INCIDENTIS. PATAVINA

NULLITATIS

MATRIMONII

ob exclusum bonum prolis.

Turnus Rotalis: B. Filipiak, Ponens, G. Doheny, P. Mattioli. Sententia diei 8 Iunii : Non constare de nullitate insanabili sententiae Tribunalis Venetiarum diei 2 Augusti 1952, neque constare de nullitate insanabili sententiae Tribunalis Mediolanensis diei 27 Septembris 1954, sed concedendam esse novam causae propositionem . CXXXIII. H A L I F A X I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, F. Brennan. Sententia diei 9 Iunii: Constare de nullitate . CXXXIV. H E L I O P O L I S I N A E G Y P T O - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: F. Brennan, E. Bonet, Ponens, C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 11 Iunii: Constare de nullitate . CXXXV. F L O R E N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 11 Iunii : Constare de nullitate . CXXXVI. N. N. SATIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPEN-

Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 12 Iunii : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione, vetito matrimonio viro inconsulta S. R. Rota .

Sacra Romana Rota OXXXVII. N. N. SATIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

677

ob impotentiam viri et

DISPEN-

Turnus Rotalis : J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Sententia diei 12 Iunii : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione, vetito matrimonio viro inconsulta S. R. Rota . OXXXVIII. C A R T H A G I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: P. Mattioli, Ponens, E. Bonet, J. M. Pinna. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 13 Iunii: Constare de nullitate. CXXXIX. D I V I O N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob amentiam mulieris. Turnus Rotalis: B. Filipiak, Ponens, G. Doheny, P. Mattioli. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 15 Iunii : Constare de nullitate, vetito matrimonio mulieri inconsulta S. R. Rota . CXL. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis : A. Canestri, Ponens, F. Brennan, C. Lefebvre; Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 16 Iunii: Non constare de nullitate . CXLI. A L G E R I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob simulationem consensus; ob exclusa bona sacramenti et prolis. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri. C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 16 Iunii : Concedendam esse novam causae propositionem sed non constare de nullitate . CXLII.
TIONIS

N.

N. -

NULLITATIS

MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPENSA-

SUPER

RATO.

Turnus Rotalis: J. M. Pinna, Ponens, R. Lamas, C. Lefebvre. Sententia diei 16 Iunii : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione, vetito matrimonio viro inconsulta S. R. Rota . CXLIII. B O N O N I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, A. Canestri. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 16 Iunii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 10 Maii 1955 . CXLI V. C R E M O N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 18 Iunii: Non constare de nullitate . CXLV. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: R. Lamas, Ponens, A. Sabattani, C. Lefebvre. Sententia diei 20 Iunii: Constare de nullitate .

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

OXLVI. N. N. - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob impotentiam viri. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, R. Brennan, A. Sabattani. Sententia diei 21 Iunii : Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 17 Decembris 1954, vetito matrimonio viro inconsulta S. R. Rota . CXLVII. T A U R I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, F. Brennan, A. Sabattani. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 21 Iunii : Non constare de nullitate . CXLVIII. M A S S A N A seu F L O R E N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, R. Lamas, C. Lefebvre. Sententia diei 21 Iunii: Non constare de nullitate . CXLIX. C H I C A G I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, Ponens, C. Lefebvre. Sententia diei 23 Iunii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 11 Iunii 1955 . CL. N E A P O L I T A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, F. Brennan. Sententia diei 25 Iunii : Non constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 25 Iunii 1954 . CLI. J A N U E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, A. Sabattani. Sententia diei 25 Iunii: Non constare de nullitate . CLII. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusa bona fidei et sacramenti. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 25 Iunii: Constare de nullitate . CLIII. B R U G N A T E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Sententia diei 26 Iunii: Non constare de nullitate . CLIV. C H A M B E R I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 26 Iunii: Non constare de nullitate .
CLV. ASCULANA IN PICENO seu FIRMANA NULLITATIS MATRIMONII ob vim

vel metum. Turnus Rotalis: R. Lamas, A. Sabattani, Ponens, C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 26 Iunii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 17 Decembris 1955 .

Sacra Romana Rota

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CLVI. N. N. - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, Gum gratuito patrocnio. Sententia diei 28 Iunii : Concedendam nem, constare de nullitate, ideo infirmandam 8 Iunii 1954 .

impotentiam viri. R. Lamas, Ponens. esse novam causae propositioesse sententiam Rotalem diei

CLVII. B O N O N I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob defectum formae. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Sententia diei 30 Iunii: Non constare de nullitate . CLVIII. S E D U N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Sententia diei 30 Iunii : Non constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 17 Februarii 1953 . CLIX. N O V A R C E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Gum gratuito patrocinio. Sententia diei 2 Iulii: Constare de nullitate .
CLX. FOGARASIEN. seu ALBAE IULIAS ROMENORUM NULLITATIS MATRIMONII

ob vim vel metum; ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 3 Iulii : Non constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 19 Februarii 1954 . CLXI. N. N. - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob impotentiam mulieris. Turnus Rotalis: F. Brennan, R. Lamas, Ponens, A. Sabattani. Sententia diei 5 Iulii: Non constare de nullitate. CLXII. N. N. - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob impotentiam viri. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, F. Brennan. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 5 Iulii : Non constare de nullitate . CLXIII. A L B I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 6 Iulii: Non constare de nullitate . CLXI V. F O D I A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Sententia diei 6 Iulii: Non constare de nullitate . CLXV.
ELNEN. SUPER

NULLITATIS RATO.

MATRIMONII

ob exclusum bonum prolis et

DI-

SPENSATIONIS

Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, J. M. Pinna, Ponens, R. Lamas. Sententia diei 7 Iulii: Constare de nullitate .

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

OLXVI. B O S T O N I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, J. M. Pinna. Sententia diei 7 Iulii : Constare de nullitate . CLXVII. lis. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 9 Iulii : Constare de nullitate, vetito matrimonio viro nisi coram Ordinario loci iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . CLXVIII. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Sententia diei 10 Iulii : Non constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 22 Iulii 1950 . CLXIX. M E D I O L A N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Sententia diei 10 Iulii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 30 Ianuarii 1956 . CLXX. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob simulationem consensus; ob exclusum bonum sacramenti; ob disparitatem cultus; ob errorem qualitatis. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, E. Bonet, Ponens. Sententia diei 12 Iulii : Non constare de nullitate . CLXXI. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob simulationem totalem; ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 12 Iulii: Non constare de nullitate . CLXXII. B A S I L E E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusa bona prolis et sacramenti. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, Ponens, G. Heard. Sententia diei 12 Iulii: Constare de nullitate, vetito matrimonio mulieri . CLXXIII. M A R I A N O P O L I T A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob conditionem appositam. Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, C. Lefebvre, Ponens. Sententia diei 13 Iulii: Non constare de nullitate . CLXXIV. S A L U T I A R U M - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: G. Doheny, P. Mattioli, Ponens, E. Bonet. Sententia diei 18 Iulii : Non constare de nullitate . CLXXV. V E N E T I A R U M - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusa bona sacramenti prolis. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, R. Lamas, C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 19 Iulii: Non constare de nullitate .
NEAPOLITANA

NULLITATIS

MATRIMONII

ob exclusum bonum pro-

et

Sacra Romana Rota

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OLXXVI. N E A P O L I T A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob impedimentum raptus. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, J. M. Pinna, Ponens, A. Sabattani. Sententia diei 19 Iulii: Constare de nullitate . CLXXVII. N . N . SATIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPEN-

Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, Ponens, G. Heard. Sententia diei 19 Iulii: Constare de nullitate . CLXXVIII. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: R. Lamas, Ponens, A. Sabattani, C. Lefebvre. Sententia diei 23 Iulii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 28 Novembris 1 9 5 5 . CLXXIX. O R A N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob defectum consensus. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, J. M. Pinna, A. Sabattani. Sententia diei 25 Iulii : Non constare de nullitate . CLXXX. R O M A N A - N U L L I T A T I S . M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob simulationem consensus. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, A. Sabattani, Ponens. Sententia diei 25 Iulii : Non constare de nullitate ex capite vis et metus, neque concedendam esse novam causae propositionem quoad simulationem . CLXXXI. N. N. SATIONIS SUPR RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPEN-

Turnus Rotalis: P. Mattioli, Ponens, E. Bonet, J. M. Pinna. Sententia diei 25 Iulii : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione, vetito matrimonio viro in vim can. 1 0 6 8 C. J. C. . CLXXXII. F O R O L I V I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob conditionem appositam; ob vim vel metum. Turnus Rotalis: P. Mattioli, Ponens, E. Bonet, J. M. Pinna. Gum gratuito patrocinio. Sententia diei 25 Iulii : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 17 Ianuarii 1 9 5 6 . CLXXXIII. P A N O R M I T A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob conditionem appositam; ob simulationem consensus. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, P. Felici, Ponens. Sententia diei 25 Iulii : Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 17 Maii 1 9 4 6 . CLXXXIV. T A U R I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis; ob impotentiam viri et D I S P E N S A T I O N I S S U P E R R A T O . Turnus Rotalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Gum gratuito patrocinio. Sententia diei 25 Iulii : Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 27 Novembris 1 9 5 3 , vetito matrimonio viro . CLXXXV. B I T U R I C E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Sententia diei 25 Iulii: Constare de nullitate .

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Acta Apostolicae Sedis Commentarium Officiale

CLXXXVI. O V E T E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob conditionem appositam. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, A. Sabattani, C. Lefebvre. Sententia diei 26 Iulii: Non constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 29 Octobris 1948 . CLXXXVII. F L O R E N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: A. Wynen, G. Heard, Ponens, A. Canestri. Sententia diei 26 Iulii: Non constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 16 Iulii 1955 . CLXXXVIII. V E R S A L I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 30 Iulii : Non constare de nullitate . CLXXXIX. R U P E L L E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, J. M. Pinna, Ponens. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 6 Octobris: Non constare de nullitate. CXC. S I P O N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: P. Mattioli, Ponens, E. Bonet, J. M. Pinna. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 10 Octobris : Non constare de nullitate . CXCI. N. N. TIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPENSA-

Turnus Rtalis: B. Filipiak, G. Doheny, P. Mattioli, Ponens. Sententia diei 10 Octobris : Non constare de nullitate, neque consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione . CXCII. L I B U R N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, G. Heard, Ponens. Sententia diei 13 Octobris : Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 21 Aprilis 1955 . CXCIII. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, J. M. Pinna, Ponens. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 13 Octobris : Constare de nullitate . CXCIV. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exelusa bona prolis et sacramenti. Turnus Rotalis: R. Lamas, A. Sabattani, Ponens, O. Lefebvre. Sententia diei 13 Octobris : Constare de nullitate, vetito matrimonio viro nisi coram Ordinario loci iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . CXCV. N E A P O L I T A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 15 Octobris: Constare de nullitate .

Sacra Romana Rota

683

OXOVI. T A U R I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis; ob simulationem consensus; ob vim vel metum. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 15 Octobris : Non constare de nullitate . OXCVII. M A Z A R I E N . seu D R E P A N E N . seu P A N O R M I T A N A - N U L L I T A T I S M A T R I ob vim vel metum; ob defectum discretionis. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Sententia diei 16 Octobris : Constare de nullitate, vetito matrimonio mulieri .
MONII

CXCVIII. N . N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusum bonum prolis; ob impotentiam viri et D I S P E N S A T I O N I S S U P E R R A T O . Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, F. Brennan, C. Lefebvre. Sententia diei 18 Octobris : Non constare de nullitate, neque consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione . CXCIX. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 18 Octobris : Non constare de nullitate . CC. L A U S A N N E N . G E N E V E N , et F R I B U R G E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 19 Octobris : Non constare de nullitate . COI. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob simulationem consensus; ob exclusa bona fidei et sacramenti. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei. 20 Octobris: Non constare de nullitate . CCII. T R I D E N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: E. Bonet, Ponens, R. Lamas, A. Sabattani. Sententia diei 22 Octobris: Constare de nullitate . CCIII. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: B. Filipiak, Ponens, G. Doheny, P. Mattioli. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 26 Octobris : Constare de nullitate . CCIV. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, A. Sabattani, Ponens. Sententia diei 26 Octobris : Non constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 22 Decembris 1951 . CCV. P A R I S I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusa bona fidei et sacramenti. Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, G. Heard, Ponens, A. Canestri. Sententia diei 27 Octobris: Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 9 Martii 1954 .

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

COVI. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob defectum consensus; ob vim vel metum. Turnus Rotales: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 29 Octobris : Non constare de nullitate . CCVII. A L B I N G A N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna, R. Lamas. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 29 Octobris : Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 11 Iulii 1953 . CCVIII. N O V A R I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob'vieni vel metum. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Sententia diei 30 Octobris: Constare de nullitate . CIX. M E L I T E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: A. Wynen, J. M. Pinna, Ponens, C. Lefebvre. Sententia diei 31 Octobris : Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententiam Rotalem diei 29 Ianuarii 1949 . CCX. V A S H I N G T O N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Sententia diei 31 Octobris: Constare de nullitate . CCXI. N. N. - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob impotentiam viri; ob conditionem appositam. Turnus Rotalis: R. Lamas, Ponens, A. Sabattani, C. Lefebvre. Sententia diei 31 Octobris : Concedendam esse novam causae propositionem, non constare de nullitate matrimonii, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 24 Iulii 1954 . CCXII. Q U E B E C E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob defectum consensus. Turnus Rotalis: P. Mattioli, Ponens, E. Bonet, J. M. Pinna. Sententia diei 6 Novembris : Constare de nullitate, vetito matrimonio viro . CCXIII. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob simulationem totalem; ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Sententia diei 6 Novembris : Concedendam esse novam causae propositionem, non constare de nullitate matrimonii, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 30 Ianuarii 1953 . CCXIV. P E R U S I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: R. Lamas, Ponens, A. Sabattani, C. Lefebvre. Sententia diei 7 Novembris : Non constare de nullitate .
CCX V. S. ANDREAE et EDIMBURGEN. NULLITATIS MATRIMONII ob vim vel

metum. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, F. Brennan, D. Staffa. Sententia diei 8 Novembris: Constare de nullitate.

Sacra Romana Rota

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OGXVI. D E T R O I T E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob simulationem totalem: ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Botalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Gum gratuito patrocinio. Sententia diei 9 Novembris : Non constare de nullitate . COXVII. N. N. - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob impotentiam viri. Turnus Botalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, F. Brennan. Sententia diei 10 Novembris : Constare de nullitate, vetito matrimonio viro . CCXVIII. N. N. SATIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPEN-

Turnus Botalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, A. Canestri. Gum gratuito patrocinio. Sententia diei 10 Novembris : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione . CCXIX. B U R D I G A L E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Botalis: A. Jullien, Decanus, E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna. Gum gratuito patrocinio. Sententia diei 12 Novembris: Non constare de nullitate . CCXX. T A U R I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Botalis: E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna, R. Lamas. Gum gratuito patrocinio. Sententia diei 12 Novembris: Non constare de nullitate . CCXXI. F U L G I N A T E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob ignorantiam in muliere naturae matrimonii. Turnus Botalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Sententia diei 13 Novembris: Non constare de nullitate . CCXXII. N. N. SATIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPEN-

Turnus Botalis: P. Mattioli, Ponens, E. Bonet, C. Lefebvre. Sententia diei 14 Novembris : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione, vetito matrimonio viro inconsulta S. R. Rota . CCXXIII. F L O R E N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob simulationem totalem; ob exclusum bonum fidei. Turnus Rotalis: A. Canestri, Ponens, A. Sabattani, C. Lefebvre. Sententia diei 15 Novembris: Non constare de nullitate . CCXXIV.
sus et BRUKLYNIEN. SUPER

NULLITATIS RATO.

MATRIMONII

ob simulationem consen-

DISPENSATIONIS

Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Sententia diei 15 Novembris: Constare de nullitate. CCXXV. S. P A U L I D E M I N N E S O T A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis: A. Wynen, Ponens, G. Heard, A. Canestri. Sententia diei 17 Novembris: Non constare de nullitate .
44 ACTA, vol. XXIV, n. 11. 27-8-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

OOXXVI. P H I L A D E L P H I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 19 Novembris; Constare de nullitate . CCXXVII. P A N O R M I T A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob defectum formae. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 20 Novembris: Constare de nullitate . CCXXVIII. Vic. A P O S T , D E S A I G O N - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob conditionem appositam. Turnus Rotalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Sententia diei 20 Novembris: Constare de nullitate. CCXXIX. M O L I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exelusa bona sacramenti et prolis. Turnus Rotalis: F. Brennan, D. Staffa, R. Lamas, Ponens. 'Sententia diei 21 Novembris: Non constare de nullitate . CCXXX. N. N. TIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPENSA-

Turnus Rotalis: P. Mattioli, Ponens, E. Bonet, J. M. Pinna. Sententia diei 21 Novembris : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione . CCXXXI. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob simulationem totalem; ob exclusa bona sacramenti et prolis et D I S P E N S A T I O N I S S U P E R R A T O . Turnus Rotalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, J. M. Pinna, Ponens. Sententia diei 22 Novembris : Non constare de nullitate neque consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione . CCXXXII. P A R I S I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Sententia diei 23 Novembris: Non constare de nullitate . CCXXXIII. P I N E R O L I E N . seu T A U R I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: R. Lamas, A. Sabattani, Ponens, C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 23 Novembris : Constare de nullitate, ideo infirmandam esse sententia Rotalem diei 1 Iunii 1955 . CCXXXIV. A L B A N E N , I N A M E R I C A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob defectum formae. Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, C. Lefebvre. Sententia diei 24 Novembris: Constare de nullitate . CCXXXV. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Rotalis : G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 26 Novembris : Non constare de nullitate . CCXXXVI. F L O R E N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 27 Novembris: Constare de nullitate .

Sacra Romana Rota

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OCXXXVII. A U G U S T A N A seu T A U R I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Botalis: J. Pasquazi, Ponens, P. Felici, B. Filipiak. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 27 Novembris: Non constare de nullitate . OCXXXVIII. N. N, SPENSATIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DI-

Turnus Botalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 29 Novembris : Non constare de nullitate, neque consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione . OOXXXIX. N O V A R I E N , seu T A U R I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Botalis: E. Bonet, Ponens, J. M. Pinna, O. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 29 Novembris: Non constare de nullitate . OOXL. B E R Y T E N . M A R O N I T A R U M - S E P A R A T I O N I S et A L I M E N T O R U M . Turnus Botalis: D. Staffa, E. Bonet, J. M. Pinna, Ponens. Dubium: Quantum, titulo alimentorum, a D.no O. A. debeatur D.nae O. S. . Sententia diei 30 Novembris : A O. A. solvendam esse O. S. pensionem alimentariam libellarum libanensium 800 (octingentarum), a die 5 Aprilis 1951, demptis summis a muliere interea perceptis, titulo pensionis alimentariae, post sententiam primi gradus . OCXLI. L E M O V I C E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob simulationem consensus. Turnus Botalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 3 Decembris : Constare de nullitate . CCXLII. N I C E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusa bona fidei et prolis. Turnus Botalis: G. Doheny, Ponens, P, Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 3 Decembris: Non constare de nullitate . CCXLIII. A M B I A N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Botalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 4 Decembris : Non constare de nullitate . CCXLIV. F L O R E N T I N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Botalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Sententia diei 7 Decembris : Constare de nullitate, vetito matrimonio viro nisi coram Ordinario loci iuraverit consensum ad normam ss. Cano num praestandum . CCXLV.
PARISIEN. SUPER

NULLITATIS

MATRIMONII

ob exclusum bonum prolis et

DISPENSATIONIS

RATO.

Turnus Botalis: P. Mattioli, Ponens, E. Bonet, J. M. Pinna. Sententia diei 10 Decembris : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione .

688

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

OCXLVI. P H I L A D E L P H I E ? . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob defectum consensus. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 10 Decembris : Constare de nullitate, vetito matrimo nio viro . CCXLVII. M E D I O L A N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: J. M. Pinna, Ponens, R. Lamas, H. Ewers. Sententia diei 13 Decembris: Constare de nullitate , CCXLVIII. P O R T L A N D E N , I N O R E G O N - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob amentiam mulieris. Turnus Rotalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Sententia diei 13 Decembris : Constare de nullitate, vetito matrimo nio mulieri inconsulta S. R. Rota . CCXLIX. C A T A C E N . seu R H E G I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: D. Staffa, Ponens, J. Pasquazi, P. Felici. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 14 Decembris : Non constare de nullitate . CCL. N. N. TIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPENSA-

Turnus Rotalis: G. Heard, Ponens, A. Canestri, C. Lefebvre. Sententia diei 15 Decembris : Non constare de nullitate, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione . CCLI. C A L A R I T A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob defectum consensus; ob defectum usus rationis et debitae discretionis. Turnus Rotalis: E. Bonet, Ponens, R. Lamas, A. Sabattani. Sententia diei 17 Decembris: Non constare de nullitate . CCLII. C H I C A G I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: G. Doheny, Ponens, P. Mattioli, E. Bonet. Sententia diei 17 Decembris : Constare de nullitate, vetito matrimonio mulieri nisi coram Ordinario loci iuraverit consensum ad normam ss. Canonum praestandum . COLUI. C A R T H A G I N E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 18 Decembris : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 13 Iunii 1956 . CCLIV. M A R T I N I C E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum sacramenti. Turnus Rotalis: P. Felici, Ponens, B. Filipiak, G. Doheny. Sententia diei 18 Decembris: Non constare de nullitate . CCLV. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum. Turnus Rotalis: R. Lamas, Ponens, A. Sabattani, C. Lefebvre. Sententia diei 19 Decembris : Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 26 Ianuarii 1956 .

Sacra Romana Rota

689

OOLVI.

JANUEN. SUPER

NULLITATIS RATO.

MATRIMONII

ob exclusum bonum prolis et

DISPENSATIONIS

Turnus Botalis: A. Jullien, Decanus, A. Wynen, P. Mattioli, Ponens. Sententia diei 19 Decembris : Non constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 9 Februarii 1950, sed consilium praestandum esse Sanctissimo pro dispensatione, vetito matrimonio viro nisi iuraverit coram Ordinario loci consensum ad normam ss. Canonum praestandum . CCLVII. N. N. - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob impotentiam viri; ob ignorantiam naturae matrimonii. Turnus Botalis: A. Jullien, Decanus, P. Mattioli, Ponens, H. Ewers. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 19 Decembris: Non constare de nullitate . CCLVIII. C H I C A G I E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob defectum formae. Turnus Botalis: D. Staffa. J. Pasquazi, A. Sabattani, Ponens. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 21 Decembris: Non constare de nullitate . CCLIX. R O M A N A - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob vim vel metum; ob exclusum bonum prolis. Turnus Botalis: B. Filipiak, Ponens, G. Doheny, P. Mattioli. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 21 Decembris : Non Constare de nullitate, ideo confirmandam esse sententiam Rotalem diei 17 Maii 1954 . CCLX. N. N. TIONIS SUPER RATO. NULLITATIS MATRIMONII

ob impotentiam viri et

DISPENSA-

Turnus Botalis: J. M. Pinna, Ponens, A. Sabattani, C. Lefebvre. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 22 Decembris : Non constare de nullitate, neque consilium praestandum esse Santissimo pro dispensatione . CCLXI. S O U T H W A R C E N . - N U L L I T A T I S M A T R I M O N I I ob exclusum bonum prolis. Turnus Botalis: F. Brennan, Ponens, D. Staffa, J. Pasquazi. Cum gratuito patrocinio. Sententia diei 22 Decembris : Non constare de nullitate .

690

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium, Officiale

II Citatio edictalis

LACUS SALSI
NULLITATIS MATRIMONII (BRADY-LIMBACH)

Cum ignoretur locus actualis commorationis Dominae Doris Limbach, in causa conventae, eandem citamus ad comparendum, sive per se sive per procuratorem legitime constitutum, in sede Tribunalis S. R. Rotae (Piazza della Cancelleria, Roma) die 31 octobris 1957, hora 12, ad disputandum de dubio concordando vel ad infrascriptum subscribendum et ad diem designandam, qua habebitur turnus pro causae definitione. An sententia Rotalis diei 22 Ianuarii 1$53 sit confirmanda vel infirmanda, in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedictae Dominae Doris Limbach curare debent, ut de hac edictali citatione ipsa moneatur. * Guillelmus T. Heard, Ponens. Ex Cancellaria Tribunalis S. R. Rotae, die 17 Iulii 1957. C. Pezzicara, Notarius ff. * Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de M.me Doris Limbach, dfenderesse en cette cause, nous la citons comparatre, par propre personne ou par un procureur lgitimement constitu, au sige du Tribunal de la S. Rote Romaine (Roma, Palazzo della Cancelleria) le 31 octobre 1957, 12 heures, pour concorder ou souscrire le doute ci-dessous rapport, et fixer le jour de la dcision de la cause devant la Rote. Doit-on confirmer ou casser la sentence Rotale du 22 janvier 1953 dans cette cause? Les Ordinaires des lieux, les curs, les prtres, les fidles ayant connaissance du lieu de la rsidence de la dite Doris Limbach, devront, dans la mesure du possible, l'avertir de la prsente citation.

Diarium

Romanae

Curiae

691

DIARIUM ROMANAE CURIAE


S E G R E T E R I A DI STATO
ONORIFICENZE Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di conferire : La Gran Croce dell'Ordine Piano : 5 12 maggio 1957. A S. E. il sig. Pineau Cristiano, Ministro degli Esteri della Repubblica Francese. A S. E. il sig. de Margerie Rolando, Ambasciatore di Francia presso la S. Sede. A S. E. il sig. Luns Giuseppe, Ministro degli Esteri d'Olanda. La Commenda con Placca dell'Ordine Piano : 5 maggio 1957. Al sig. Bauchard Carlo (Francia). Al sig. Laloy Giovanni (Francia). Al sig. Friol Enrico (Francia). La Placca dell'Ordine Piano : 1 maggio 1957. Al sig. Visconte Tiberghien Eugenio (Monaco).

La Gran Croce dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile-. 1 maggio 1957. A S. E. il sig. Noghs Paolo, Segretario di Stato, Direttore di Gabinetto di S. A. S. il Principe Ranieri III, Sovrano di Monaco. Al sig. Bordeneuve Giacomo (Francia). Al sig. de la Chauvinire Edoardo (Francia). A S. E. il sig. Sainte-Marie Soruco Osvaldo, Ministro degli Esteri del Chile.

5 11

giugno

La Commenda con Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile'. 11 5 agosto maggio 1956. Al sig. Chevrier Lionello, dell'arcidiocesi di Ottawa. Al sig. Connolly Giovanni Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Al sig. Vincent Gastone, della medesima arcidiocesi. 1957. Al sig. de Baecque Francesco (Francia).

692

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

5 7 11

maggio 1957. Al sig. Brouillet Renato (Francia). Al sig. Pigott Giuseppe Michele, della diocesi di Hamilton. luglio Al sig. Peruzzo Vincenzo (Roma).

La Commenda con Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe militare : 11 1 5 aprile 1957. Al sig. War land Ernesto, della diocesi di Bruges. maggio Al Col. Severae Renato (Monaco). Al Gen. Cressaty Gal (Francia). La Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 29

marzo

14 8

maggio giugno

1957. Al sig. Devine Enrico F., della diocesi di Sacramento. Al sig. Brisebois Massimo, della diocesi di Valleyfeld. Al sig. Papasogli-Pizzotti Giorgio, della diocesi di San Miniato. Schettini Franco, dell'arcidiocesi di Bari. Al sig.

La Commenda dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 23

aprile

luglio
))

18 7 30

agosto

25 settembre 23 ottobre 6 novembre 21 6 dicembre 29 gennaio 25 febbraio 4 11 14

marzo

28 29

aprile

1956. Al sig. Leblanc Giovanni Battista della diocesi di TroisRi vires. Al sig. Oliver Trottier Luigi, della medesima diocesi. Al sig. Carty Arturo, della diocesi di London. Al sig. Payette Enrico Giuseppe, della medesima diocesi. Al sig. Rousseau Arturo, della diocesi di Trois-Rivires. Al sig. Kloss Rodolfo, dell'arcidiocesi di Vienna. Al sig. Vigor-ito Felice, della diocesi di Piracicaba. Al sig. Estellita Lins Augusto Emilio, della diocesi di Vitoria. Al sig. Pagani Giuseppe, della medesima diocesi. Al sig. Guerard Giovanni M., dell'arcidiocesi di Qubec. Al sig. Swarowski Alfredo, dell'amministrazione ap. di Innsbruck-Feldkirch. Al sig. Charette Paolo, della diocesi di Valleyfeld. Al sig. Me Manus Bernardo, della diocesi di Salford. Al sig. Bensdorp Luigi Francesco Maria, della diocesi di Haarlem. 1957. Al sig. De Almeida Amazonas Gioacchino Ignazio, dell'arcidiocesi di Olinda e Recite. Al sig. Della Rocca De Candal Giovanni, della diocesi di Tarquinia. Al sig. Murphy Alberto Andrea, -dell'arcidiocesi di Omaha. Al sig. Gualandi Francesco, dell'arcidiocesi di Bologna. Al sig. Salmn Enrico, della diocesi di Langres. Al sig. Kramreiter Roberto, dell'arcidiocesi di Vienna. Al sig. Palacardo Vincenzo, della diocesi di Cefal. Al sig. Charron Fernando, della diocesi di Angers. Al sig. Le Pot Enrico, della medesima diocesi. Al sig. Garse Pietro, della diocesi di Clermont.

Diarium Romanae Curiae

693

aprile

16 18 1

maggio

3 5 7

14 17

25 27 7 giugno 12 15 19 21 26 11 luglio

1957. Al sig. Giscard d'Estaing Edmondo, dell'arcidiocesi di Parigi. Al sig. Grolier Marcello Leonzio Roberto, della medesima arcidiocesi. Al sig. Krieger Federico, dell'arcidiocesi di Vienna. Al sig. Le Mevel Giorgio, della diocesi di Nantes. Al sig. Cornet Emilio (Monaco). Al sig. Ousset Francesco (Monaco). Al sig. Rangoni-Machiavelli Publicla Santacroce Gherardo, della diocesi di Osimo. Al sig. Cbambrillon Sergio (Francia). Al sig. de Boullocbe Giorgio (Francia). Al sig. Roumagnac Carlo (Francia). Al sig. Stablo Renato (Francia). Al sig. Krug Enrico Carlo, della diocesi di Hamilton. Al sig. Lang Luigi L., della medesima diocesi. Al sig. Trepanier Giovanni O., della medesima diocesi. Al sig. Whitney Leone Giovanni, della medesima diocesi. Al sig. Wintermeyer Alfredo Carlo, della medesima dio cesi. Al sig. Perrot Giovanni, dell'arcidiocesi di Malines. Al sig. Verbruggen Carlo, della medesima arcidiocesi. Al sig. Colleoni Antonio, dell'arcidiocesi di Milano. Al sig. Cossali Cesare, della medesima arcidiocesi. Al sig. Lissoni Pietro, della medesima arcidiocesi. Al sig. Cattelani Antonio (Roma). Al sig. Escribano Garcia Vittoria, dell'arcidiocesi di Granata. Al sig. Mellerio Bernardo, dell'arcidiocesi di Parigi. Al sig. Ceresa Giovanni, della diocesi di Novara. Al sig. Passarelli Fausto (Roma). Al sig. Zulian Giovanni, del patriarcato di Venezia. Al sig. Ascolani Filippo, della diocesi di Ripatransone. Al sig. Garofoli Armando (Roma). Al sig. Prandelli Giovanni (Roma). Al sig. Ferrari Ferdinando, della diocesi di Pavia. Al sig. Aguilar Al varado Franklin (Costarica).

La Commenda dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe militare: 5 luglio 1957. Al col. Dor Renato (Francia).

Il Cavalierato dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile: 24 28 4 marzo giugno luglio 1955. 1956. Al Al Al Al Al Al sig. sig. sig. sig. sig. sig. Birchall Tommaso, della diocesi di Salisbury. Banning Cornelio (Olanda). Colautti Antonio, della diocesi di London. Dewan Michele, della medesima diocesi. Graat Siebert, della medesima diocesi. Hare Giovanni, della medesima diocesi.

694

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

1956. Al sig. Keeley Riccardo Guglielmo, della medesima diocesi. O'Connor Lorenzo, della medesima diocesi. Al sig. Poisson Paolo, della medesima diocesi. Al sig. Al sig. Labrecque Giuseppe, dell'arcidiocesi di Sher18 brooke. Al sig. Bevers Massimiliano, della diocesi di Rotterdam. 6 agosto Al sig. Oharlebois Corrado, dell'arcidiocesi di Ottawa. 11 Al sig. Labb Arturo, della medesima arcidiocesi. Al sig. Lafranee Carlo Emilio, della medesima arcidio cesi. Al sig. Me Nicoli Paolo, della medesima arcidiocesi. Al sig. Strickland Filippo, della medesima arcidiocesi. Al sig. De Haas Giovanni Giacomo, della diocesi di 30 's-Hertogenbosch. Al sig. Engelbertink Bernardo Alberto Antonio, dell'arcidiocesi di Utrecht. Al sig. Mutsaerts Giovanni Franc. G. M., della diocesi 5 settembre di 's-Hertogenbosch. Al sig. Monnikendam Mario, della diocesi di Rotterdam. 7 Al sig. Chartrand Adelardo, dell'arcidiocesi di Ottawa. 10 Al sig. Me Intyre Bernardo Gabriele, della medesima arcidiocesi. Al sig. Bastiaansen Cornelio Ludovico, della diocesi di 19 Breda. Al sig. Ledune Enrico Luigi Eugenio, della medesima 27 diocesi. Al sig. Lempers Enrico Ant. M., della diocesi di Haarlem. Al sig. Pothier Giovanni, dell'arcidiocesi di Cape Town. 3 ottobre Al sig. Windsor Enrico, dell'arcidiocesi di Brisbane. 6 Al sig. De Rooy Luigi Walter M., della diocesi di 's-Hertogenbosch. Al sig. 8 Mize Guglielmo Giovanni, della -diocesi di Rot terdam. Al sig. Schoffelmeer Ernesto, della diocesi di Groninga. 19 Al sig. Roriz Germano, della diocesi di Gois. 30 Al sig. Ferreira Atalfo, della medesima diocesi. Al sig. Rozendaal Giovanni Teodoro Leonardo, dell'arci7 novembre diocesi di Utrecht. Al sig. Schebesta Carlo, dell'arcidiocesi di Vienna. Al sig. Bloem Teodoro Felice, della diocesi di Rotterdam. 9 Al sig. Hoogeweegen Riccardo Enrico Maria, della mede21 sima diocesi. 3 gennaio 1957. Al sig. Brennan Patrizio, dell'arcidiocesi di Hartford. Al sig. Cooney Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Al sig. Cunningham Giuseppe, della medesima arcidiocesi Al sig. Danaher Cornelio, della medesima arcidiocesi. Al sig. Falsey Guglielmo, della medesima arcidiocesi. Al sig. Greco Giovanni, della medesima arcidiocesi. 4 luglio

Diarium Romanae Curiae

695

3 gennaio 1957. Al Al Al Al Al Al Al Al Al

sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig.

Al Al Al Al
Al

marzo

aprile

Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al

5 maggio 7

Al sig. A l sig. Al sig. Al sig. Al sig.

Healey Francesco, della medesima arcidiocesi. Hogan Francesco, della medesima arcidiocesi. Mangan Guglielmo, della medesima arcidiocesi. Molloy Tommaso, della medesima arcidiocesi. Paolella Filippo, della medesima arcidiocesi. Petricone Fiore, della medesima arcidiocesi. Shea Michele, della medesima arcidiocesi. Sullivan Howard, della medesima arcidiocesi. Szymanski Giovanni E., della medesima arcidiocesi. Trottier Alberto E., della medesima arcidiocesi. Reignard Pietro, della diocesi di Digione. Lonati Natale, della medesima diocesi. Racine Enrico, dell'arcidiocesi di Marsiglia. Ooad Arturo L., dell'arcidiocesi di Omaha. Froelich Guglielmo, della medesima arcidiocesi. Howard Maurizio 0 . , della medesima arcidiocesi. Monen Daniele I., della medesima arcidiocesi. Oison Reginaldo I., della medesima arcidiocesi. Rashid Aurice I., della medesima arcidiocesi. Toussaint Roberto, dell'arcidiocesi di Parigi. Dondlinger Martino, della diocesi di Wichita. Funke Enrico A., della medesima diocesi. Riveron Alessandro, dell'arcidiocesi di Parigi. Ganot Giovanni, della diocesi di Angers. Farrell Leone Gugl., della diocesi di Sacramento. Fuller Giorgio, della medesima diocesi. Kassis Francesco, della medesima diocesi. Slakey Rogerio Luigi, della medesima diocesi. Linglin Maurizio, della diocesi di Arras. Blondaz-Gerardo Carlo, dell'arcidiocesi di Parigi. Codechvre Pietro, della medesima arcidiocesi. Le Roy Herv, della medesima arcidiocesi. Vanlaer Gabriele, della medesima arcidiocesi. Busch Guglielmo, della diocesi di Corpus Christi. Martineau Paolo, della medesima diocesi. Meaney Daniele, della medesima diocesi. Petru Francesco A., della medesima diocesi. Solitto Ant. Gius., della medesima diocesi. Stuth Enrico Pietro, della medesima diocesi. Merey Mario, delle diocesi di Troyes. Tremblot De La Croix Riccardo, della medesima diocesi. Brugre Alano (Francia). Lang Luigi, della diocesi di Hamilton. Mancini Nicola, della medesima diocesi. Paleczny Michele, della medesima diocesi. Sullivan Giacomo Agostino, della medesima diocesi.

696

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium, Officiale

maggio

29

12 19

giugno

1957. Al Al Al Al Al Al Al Al Al

siLgSILgSI gSILgSI SILgSILgS]LgSILgfei)

Sullivan Gordon Giuseppe, della medesima diocesi. Zuber Giuseppe, della medesima diocesi. Van Mierloo Giovanni, dell'arcidiocesi di Malines. Dalla Fiore Giovanni, dell'arcidiocesi di Milano. Ravagnan Carlo, della diocesi di Padova. Manca Antonio, dell'arcidiocesi di Salerno. Pastore Angelo, della medesima arcidiocesi. Lucchini Pietro, dell'arcidiocesi di Bologna. Barberi Domenico (Roma).

Il Cavalierato dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe militare : 17 novembre 1956. Al Col. Guglielmo Van Lanschot, della diocesi di 's-Hertogenbosch. 29 giugno 1957. Al Cap. Casali Massimiliano (Roma). La Gran Croce dell'Ordine di san Silvestro Papa 1 5
11

maggio

luglio

1957 Al sig. Solamito Cesare, Consigliere di S. A. S. il Principe Ranieri III, Sovrano di Monaco. Al sig. Longchambon Enrico (Francia). Al sig. Merveilleux du Vignaux Carlo (Francia). Al Gen. Ganeval Giovanni (Francia). Al sig. Nossent Carlo Giovanni, dell'arcidiocesi di Milano. Al sig. Corsanego Camillo (Roma). Al sig. Dogliotti Achille Mario, dell'arcidiocesi di Torino.

La Commenda con Placca dell'Ordine di san Silvestro Papa: 1 settembre 1956. Al sig. 5 maggio 1957. Al sig. . Al sig. 7 Al sig. 1 luglio Musger Antonio, dell'arcidiocesi di Vienna. Reynal Giorgio (Francia). Dufour Renato (Francia). Van Hammee Ernesto, dell'arcidiocesi di Malines. Al sig. Saraceni Gioacchino (Roma).

La Placca dell'Ordine di san Silvestro Papa: 5 maggio 1957. Al sig. Albayez Giorgio (Francia). 17 giugno Al sig. Silvestrini Fernando (Roma). 28 Al sig. Rigagli Giuseppe, della diocesi di Prato. La Commenda dell'Ordine di san Silvestro Papa: 30 1956. Al sig. Neves Mario Battista, dell'arcidiocesi di Olinda e Recite. 29 settembre Al sig. Artmann Leopoldo, dell'arcidiocesi di Vienna. Al sig. Bech Francesco, della medesima arcidiocesi. 23 ottobre Al sig. Pospisil Francesco, della medesima arcidiocesi. 30 Al sig. De Sousa Giorgio Felice, della diocesi di Gois. agosto

Diarium Romanae Curiae

697

30 ottobre 1956. Al sig. Ourado Antonio Felice, della medesima diocesi. Al sig. Mislivecek Paolo, dell'arcidiocesi di Vienna. 7 novembre 7 marzo 1957. Al sig. Marabini Adriano, dell'arcidiocesi di Bologna. Al sig. Minelli Davide, della medesima arcidiocesi. 11 Al sig. Benedikt Ottone, dell'arcidiocesi di Vienna. 2 aprile Al sig. Pinardi Volfango, dell'arcidiocesi di Milano. 3 Al sig. Braguglia Guglielmo (Roma). 5 Al sig. Gioja Giulio, della diocesi di Treviso. Al sig. Weigel Gustavo, dell'arcidiocesi di Vienna. Al sig. Deriu Francesco, dell'arcidiocesi di Sassari. 11 Al sig. Fellini Napoleone, dell'arcidiocesi di Torino. Al sig. Poggiali Raffaello, dell'arcidiocesi di Firenze. 13 Al sig. Bergamini Luigi, dell'arcidiocesi di Modena. Al sig. Natoni Edmondo, dell'arcidiocesi di Perugia. Al sig. Campanini Pierino, della diocesi di Reggio Emilia. 16 Al sig. Zamboni Mario, della medesima diocesi. Al sig. Celoro Felice, della diocesi di Castellammare di 18 Stabia. Al sig. Begard Maurizio (Francia). 5 maggio Al sig. Bauer Edgar Giacobbe, della diocesi di Hamilton. 7 Al sig. Carney Edoardo P., della medesima diocesi. Al sig. Dubois Emilio, della medesima diocesi. Al sig. Henderson Cirillo, della medesima diocesi. Al sig. O'Grady Giovanni, della medesima diocesi. Al sig. Venderveeren Giuseppe, dell'arcidiocesi di Ma lines. Al sig. Osculati Emilio, dell'arcidiocesi di Milano. 12 Al sig. Bonezzi Gino della diocesi di Como. Al sig. Caramel Attilio, della medesima diocesi. Al sig. De-Ferraris Pierangelo, della medesima diocesi. Al sig. Gelpi Lino, della medesima diocesi. Al sig. Reina Ludovico, della medesima diocesi. Al sig. Luciano Gennaro, dell'arcidiocesi di Napoli. Al sig. De Capua Michele, della diocesi di Ascoli Satriano. 17 Al sig. Spezzato Giovanni, della diocesi di Cerignola. Al sig. Fortini Luigi, dell'arcidiocesi di Fermo. Al sig. Buratti Luigi (Roma). Al sig. Feroce Mario (Roma). Al sig. La Pietra Michele (Roma). Al sig. Trebbi Mario (Roma). Al sig. Tuzzi Orazio, della diocesi di San Miniato. 29 Al sig. Conti Nestore, della diocesi di Isernia. Al sig. Pirrone Eliodoro, della medesima diocesi. Al sig. Calvetti Giovanni, dell'arcidiocesi di Milano. Al sig. Gnisci Ugo, dell'arcidiocesi di Salerno. Al sig. Pappacoda Giorgio, della medesima arcidiocesi. Al sig. Santoro Stefano, della medesima arcidiocesi. AI sig. Fischetti Francesco Paolo, dell'arcidiocesi di 3 giugno Brindisi. Al sig. Tenca Emilio, dell'arcidiocesi di Milano.

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

1957.

Al Al Al Al

sig. sig. sig. sig.

Sacchetti Carlo, della diocesi di Viterbo. Minuti Giovanni, della diocesi di Pavia. Trinchieri Ignazio (Roma). Pagliari Giacomo Roma).

Il Cavalierato dell'Ordine di san Silvestro Papa: 1956. Iglesias Luna Luigi, dell'arcidiocesi di Lima. Bakos Giorgio, della diocesi di London. Dignan Edoardo Filippo, della medesima diocesi. Givins Giovanni V., della medesima diocesi. Joinville Euclide Vittorio, della medesima diocesi. Al sig. Loughlin Edoardo I., della medesima diocesi. Al sig. Paquette Cristiano, della medesima diocesi. Al sig. Williams Roberto S. C, della medesima diocesi. Al sig. Bekedam Oliviero, della diocesi di Rotterdam. Al sig. Hendriks Giovanni, della diocesi di 's-Hertogenbosch. Al sig. Hillen Leonardo Giovanni, della diocesi di Haarlem. Al sig. De Graaff Arnoldo, della medesima diocesi. Al sig. Jrgens Massimiliano Ger. Ant., dell'arcidiocesi di Utrecht. Al sig. Kwinten Enrico Pietro Gius., della diocesi di 's-Hertogenbosch. Al sig. Lamote Giuseppe, del vicariato apostolico di Lopoldville. Al sig. Maassen Giovanni, della diocesi di Ruremonda. Al sig. Korsten Giacomo Uberto W. Teodoro, della diocesi di Groninga. Al sig. Zweens Cornelio Martino Giovanni, della medesima diocesi. Al sig. Amarante Rinaldo, della diocesi di Guaxup. Al sig. Mouro Mario, della medesima diocesi. Al sig. Peutz Pietro Lorenzo Enrico, della diocesi di Rotterdam. Al sig. De Oliveira Cristoforo, della diocesi di Gois. Al sig. De Toledo Benedetto Battista, della medesima diocesi. Al sig. Janele Leopoldo, dell'arcidiocesi di Vienna. Al sig. Kaupeny Leopoldo, della medesima arcidiocesi. Al sig. Cholette Adriano, della diocesi di Valleyfeld. Al sig. Foley Clifford, della medesima diocesi. Al sig. Lapointe Maurizio, della medesima diocesi. Al sig. Leduc Enrico, della medesima diocesi. Al sig. Lefebvre Giov. C, della medesima diocesi. Al sig. Pullens Cornelio Guglielmo, della diocesi di 's-Hertogenbosch. Al Al Al Al Al sig. sig. sig. sig. sig.

Diarium Romanae Curiae

699

12 novembre 1956. Al sig. Koopmans Francesco Edoardo, della diocesi di Rotterdam. 6 dicembre Al sig. Helmich Werner Bernardo, dell'arcidiocesi di Utrecht. 18 Al sig. Wchters Lorenzo H. I., della diocesi di Groninga. 29 gennaio 1957. Al sig. Aoun Albert, dell'arcidiocesi di Caracas. Al sig. Cardellini Cristiano, della medesima arcidiocesi. 4 febbraio Al sig. Ferrante Luca, della diocesi di Novara. Al sig. Brustia Nino, della medesima diocesi. 8 Al sig. De Marinis Francesco, della diocesi di Sulmona. 19 Al sig. Francioni Rodolfo, dell'arcidiocesi di Firenze. Al sig. Zantman Bernardo Giuseppe, della diocesi di Groninga. Al sig. Oudin Renato, dell'arcidiocesi di Rennes. Al sig. Legrand Gabriele, della medesima arcidiocesi. 25 Al sig. Bartman Gerardo Giovanni, della diocesi di Haarlem. 27 Al sig. Carzino Mario, della diocesi di Casale Monferrato. Al sig. Salvad Giuseppe, della medesima diocesi. 2 marzo Al sig. Curci Aurelio (Roma). Al sig. Giannini Roberto (Roma). Al sig. Maieli Concetto (Roma). 4 Al sig. Pallacio-Morin Ernesto, della diocesi di Valleyfield. 7 Al sig. Ciserani Achille, della diocesi di Lodi. Al sig. Invernizzi Vittorio, della medesima diocesi. 8 AI sig. Andr Giorgio, dell'arcidiocesi di Malines. Al sig. D'Hauwers Francesco, della medesima arcidiocesi. 11 Al sig. Simoni Beniamino, dell'arcidiocesi di Bologna. 22 Al sig. Bruno Francesco, dell'abbazia nullius della SSma Trinit di Cava dei Tirreni. 23 Al sig. Delleani Giuseppe, della diocesi di Biella. Al sig. Carvalho Da Silva Giuseppe, della diocesi di Campanha. 28 Al sig. Astri Andrea, della diocesi di Brescia. Al sig. Sacco Quintino, della medesima diocesi. 29 Al sig. Garberini Pietro, della diocesi di Tivoli. Al sig. Tornei Cesare, della medesima diocesi. Al sig. Ramondini Pietro, dell'arcidiocesi di Torino. 1 aprile Al sig. Bellagamba Alberto, della diocesi di Iesi. 2 Al sig. Hinterdorf er Giuseppe, della diocesi di S. Ippolito. 4 Al sig. D'Alessio Francesco Paolo, della diocesi di Castellammare di Stabia. 5 Al sig. Horst Otto, dell'arcidiocesi di Vienna. 11 Al sig. Goebel Merlin Pietro, della diocesi di Corpus Christi. Al sig. Guzman Antonio, della medesima diocesi.

700

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

11

aprile

1957. Al Al Al Al Al

sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig.

maggio

Al Al Al Al Al Al

Horkin Patrizio Gius., della medesima diocesi. Oldmixon Edoardo, della medesima diocesi. Solis Giuseppe, della medesima diocesi. West Daniele Wells, della medesima diocesi. Whitworth Giovanni Wallice, della medesima diocesi. Loveriti Guido, della diocesi di Novara. Pasca Domenico, dell'arcidiocesi di Sassari. Costa Mario, della diocesi di Alessandria. Downes Guglielmo P., della diocesi di Hamilton. Craven Agostino Gius., della medesima diocesi. Me Elderry Giovanni Harris, della medesima dio-

cesi. Al sig. Nowak Walter Felice, della medesima diocesi. Al sig. O'Toole Giorgio Guglielmo, della medesima dioAl Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. cesi. Taylor Giovanni I., della medesima diocesi. Wintermeyer Giovanni J., della medesima diocesi. Tagliabue Pierino, dell'arcidiocesi di Milano. Cardinale Michele, della diocesi di Cerignola. Conti Augusto (Boma). Gabrielli Antonio (Roma). Innocente Livio (Roma). Magionesi Dante (Roma). Limonciello Giuseppe, dell'arcidiocesi di Salerno. Maffei Francesco, della medesima arcidiocesi. Prejet Alfredo, dell'arcidiocesi di Parigi. Paciotti Giuseppe (Roma). Palm Giacomo Giuseppe Mario, del vicariato apostolico di Curaao. Dominicis Alfredo, della diocesi suburbicaria di Frascati. Damiano Lipani (Roma). Rettani Giacomo, della diocesi di Tortona. Angeloni Alcide, della diocesi di Apuania. Del Nero Alberto, della medesima diocesi. Chiappuella Bruno, della medesima diocesi. Terreni Aldo, della medesima diocesi. Giorgi Ugo, della medesima diocesi. Eombai Carlo, della diocesi di Grosseto. Alberti Dante, della diocesi di Novara. Biaggini Giuseppe, della diocesi di Tortona.

17

29

4 14 6 16 29

giugno

Al sig. Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig.

luglio

agosto

An. et vol. X X X X I X

25 Septembris 1957

(Ser. II, v. XXIV) - N. 12

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


CONSTITUTIONES APOSTOLICAE

I VILLARICENSIS - SS. CONCEPTIONIS IN PARAGUAY


(SS. I N C A R N A T I O N I S ET P A R A N E N S I S SUPERIORIS)
SEPARATIS QUIBUSDAM REGIONIBUS A DIOECESIBUS VILLARICENSI ET SS. CONCEPTIONIS, IN PARAGUAY, NOVA FORMATUR PRAELATURA (( N U L L I U S ))

SS. INCARNATIONIS ET PARANENSIS SUPERIORIS.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Dum insano irritoque conatu divini nominis hostes continuas struunt insidias, ut homines a recto virtutis itinere trahant, Nos, quibus ingens onus christianae regendae familiae, insomni labore consulimus ut filiis Nostris tutius in dies huiusmodi fiat iter, utque sancta Ecclesia, quae in aevum stat incommutabilis, intentiore usque dilectione eos pergat fovere, alere, tueri. Cum ergo venerabilis Frater Aloisius Punzlo, Archiepiscopus titulo Sebastenus et in Paraquariana Republica Apostolicus Nuntius, ab hac Romana Sede postulaverit ut, ad eorum commodis serviendum, qui in peramplis degunt dioecesibus Villaricensi et Ss. Conceptionis in Paraguay, nova ibi terrarum conderetur praelatura (( nullius , admotis precibus concedendum esse censemus. Re igitur attente perpensa; audito quid de hac rerum divisione sentirent venerabiles Fratres ipsarum dioecesium Episcopi, scilicet Augustinus Rodrguez et Aemilius Sosa Gaona; suppleto pariter eorum consensu, qui in eadem re aliquid iuris habeant, de Nostra potestate sequentia decernimus. A Villa45 - ACTA, vol. XXIV, n. 12. 25-9-1957.

702

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

ricensi dioecesi integrum separamus territorium, quod civilem complectitur regionem vulgo Departamento de Itapa , in qua exstant curiae vulgato nomine appellatae Encarnacin, Capitn Meza, Carmen del Paran, Coronel Bogado, General Artigas, General Delgado, Hohenau, Jess y Trinidad, San Cosme, San Pedro del Paran, Cambyreta ; itemque a civili regione vulgo Departamento de Alt Paran eam distrahimus partem, quae curias complectitur : D. Martnez de Irala, acunday, et Cardona; ab Ecclesia autem Ss. Conceptionis alteram eiusdem regionis de Alto Paran portionem disiungimus, quae curias comprehendit : Hernandarias, Puerto Adela, Itakyry, et Presidente Franco ; ideoque ex hisce territoriis novam condimus praelaturam nullius Ss.

Incarnationis et Paranensem Superiorem nuncupandam. Ea scilicet

iisdem terminabitur finibus, quibus utraque regio, de Itapa et de Alto Paran, ad praesens simul cingitur et definitur. Volumus itaque ut praelaturae sedes Antistitisque domicilium in urbe vulgo Encarnacin statuantur, utque curiale templum inibi exstans, B. Mariae Virgini ab Incarnatione sacrum, ad dignitatem evehatur sacrae praelaticiae aedis, cum omnibus iuribus ac privilegiis quae ad omnia huiusce gradus aedificia spectant. Praelatum quoque sive iuribus honoribusque decoramus, sive etiam officiis et oneribus obstringimus, quae lege et consuetudine ceteris per terrarum orbem Praelatis nullius et debentur et imponuntur. Decernimus pariter ut nova praelatura sit metropolitanae sedi suffraganea Ss. Assumptionis, cuius Archiepiscopo Praelatus subdatur. Cum autem sint sacrorum alumni laeta uniuscuiusque Ecclesiae spes, ac futurae ubertatis quasi gemmae, est Nobis voluntas ut idem Praesul, ad iuris normam et iuxta leges a S. Consilio Seminariis et Studiorum Universitatibus praeposito traditas, Seminarium saltem elementarium quam primum curet exstruendum, iis pueris recipiendis quos Spiritus Dei Sanctus ad sacerdotium allexerit; qui cum adoleverint, et ad philosophiam ac theologiam aggrediantur oporteat, optimos quosque ex ipsis seliger., eosque Romam mittet, in Pontificio Ephebeo Piano Latino Americano excolendos. Praelaticiam mensam, quae audit, constituent sive Curiae fructus, sive oblatae a fidelibus stipes ac res, sive dos a civili auctoritate danda, sive denique bonorum pars quae, divisis ad normam canonis 1500 C. I. C. mensarum Villaricensis et Ss. Conceptionis bonis, novae praelaturae pro rata parte ob venient. Quod autem ad clerum attinet, decernimus ut simul atque huius praelaturae erectio ad effectum deducta fuerit, eidem rite ascripti censeantur clerici, qui in eius territorio, hisce Litteris descripto, legitime degant. Volumus denique ut ea quae ad prae-

Acta PU Pp. XII

703

laturae regimen, administrationem, aliaque huiusmodi respiciunt, normis Canonici Iuris omnino regantur ; pariterque ut omnia documenta et acta, ad hanc Ecclesiam quomodolibet spectantia a curiis dioecesium, e quibus exordia sumit, quam primum d ipsam mittantur, in tabulario seponenda religioseque custodienda. Quae Nostris Litteris iussimus efficienda curabit venerabilis Frater Aloisius Punzlo, quem diximus, velille qui, quo tempore res effici debeant, Apostolicae in Paraquaria Nuntiaturae praeerit ; ei vero, qui negotium agendum suscipiet, non modo omnes ad haec facimus potestates, cuilibet viro delegandas, si opus fuerit, dummodo in ecclesiastica potestate constituto; sed etiam onus imponimus actae regionum divisionis documenta exarandi eorumque exempla, fide digna, quam cito ad S. Consistoriale Consilium mittendi. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitas nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die uno et vicesimo mensis Ianuarii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri duodevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

* Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


8. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost. Bernardus De Felicis, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Cane tab., vol. LXXXXIV, n. 91.

704

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

II
KVANGIUENSIS
APOSTOLICA PRAEFECTURA KVANGIUENSIS AD GRADUM PERDUCITUR VICARIATUS APOSTOLICI, SERVATIS NOMINE FINIBUSQUE.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Nil gratius, nil Nobis felicius contingit, qui Ecclesiae universae Dei voluntate summam habemus, quam catholicam rem in orbe terrarum securo incessu sensim progredientem conspicere, eandemque materno consilio novos semper filios Christo eiusque beatitatis regno adiungentem, quasi minimum granum illud sinapis, quod ita crescit, atque patulas frondes dilatat, ut animos ex fallaci errore accipere possit. Cuius Nobis laetitiae causae modo sunt fausti progressus apostolicae praefecturae Kvangiuensis, in Corea, quae sollerti industria Sodalium Societatis a S. Columbano missionibus apud Sinenses provehendis, tantos virtutis edidit fructus ut venerabilibus Fratribus Nostris S. R. E. Cardinalibus S. Consilio Fidei Propagandae praepositis eam visum sit ad praestantiorem esse perducendam dignitatem. Quam ob rem, dum omnino ea probamus, quae idem S. Consilium Fidei Propagandae, audito venerabili Fratre Thoma Quinlan, Episcopo titulo Furnitano Maiore et Apostolicam in Corea Delegationem Regenti, atque iis usum facultatibus quas ipsi nominatim fecimus, esse agenda decreverit, suppleto eorum consensu, qui in hoc negotio aliquid habeant ius, de summa Nostra potestate sequentia decernimus. Apostolicam praefecturam Kvangiuensem ad gradum et honorem perducimus apostolici vicariatus, eadem appellatione iisdemque finibus servatis, quae nunc habet ; quem vicariatum omnibus instruimus iuribus ac privilegiis, ad ceteras id genus Ecclesias lege et consuetudine spectantibus. Apostolicum autem Vicarium, sive primum sive legitimos successores, non modo iisdem decoramus honoribus, verum etiam oneribus et obligationibus astringimus, quae ab eorum dignitate et munere rite proficiscuntur. Quod ad sacram vicariatus curationem attinet, volumus ut ea, ad Nostrum et Romanae Sedis nutum, iisdem dilectis filiis Sodalibus Congregationis a S. Columbano concedi et commendari pergat, qui ubere fructu ad hunc diem ibi ailaboraverunt ; quos pariter ex animo

Acta PU P>. XII

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hortamur ut duplicato studio et industria nihil omittant, quod ad animorum salutem, atque ad serenos Ecclesiae sanctae conducat triumphos. Decernimus denique uit haec Nostra mandata venerabilis Prater exsequatur Thomas Quinlan, quem diximus, cui idcirco omnes ad haec agenda potestates concedimus, quas poterit cuilibet viro delegare, dummodo in ecclesiastica dignitate constituto ; quae postquam facta fuerint, onus pariter habebit effecti negotii documenta exarandi, eorumque fide digna exempla ad S. Consilium Fidei Propagandae quam primum mittendi. Quodsi, quo tempore haec erunt agenda, alius Apostolicam in Corea Delegationem regat, hic eadem habebit et iura et onera. Has vero Litteras nunc et in posterum efiicaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum eflacacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat ; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die uno et vicesimo mensis Ianuarii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri duodevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
8. R. B. Cancellarius

PETRUS Card. FUMASONI BIONDI


8. Congr. de Propaganda Fide Praefectus

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis, Proton. Apost. Albertus Serafini, Proton. Apost.


Loco $ Plumbi

In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXV, n. 2.

706

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

III DAKARENSIS - ZIGUINCHORENSIS


(KAOLACKENSIS)
QUAEDAM E DAKARENSI ARCHIDIOECESI DIOECESIQUE ZIGUINCHORENSI DISTRACTA TERRITORIA IN NOVAE FORMAM REDIGUNTUR APOSTOLICAE PRAEFECTURAE, (( KAOLACKENSIS )) NUNCUPANDAE.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Firmissima libertatis ducti spe, sacras circumscriptiones, in quibus accuratiore dilectione homines ad catholicam informentur veritatem, quotiens Nobis fas est, condimus, pro certo habentes Deum, qui perpetuos dat teneris sementibus auctus, novis Ecclesiis di vite suae gratiae rore favere, atque incrementa omnipotenti virtute praestare. Quo moti consilio, ratam profecto efficimus sententiam venerabilium Fratrum Nostrorum S. R. E. Cardinalium S. Congregationi Fidei Propagandae praepositorum, qui, ad fidelium aptius procurandam utilitatem in Dakarensi archidioecesi atque in Ziguinchorensi dioecesi degentium, peculiaribus usi potestatibus novam in hac Africae regione decreverunt esse apostolicam praefecturam constituendam. Eam igitur ob rem, auditis venerabilibus Fratribus Marcello Lefebvre, Dakarensi Archiepiscopo et in Africa Gallica Delegato Apostolico, atque Prospero Dodds, Episcopo Ziguinchorensi ; consensu pariter eorum suppleto qui in hac rerum divisione aliquid iuris habeant; re bene considerata, de summa Nostra potestate quae sequuntur statuimus. A Dakarensi archidioecesi territorii partem separamus, quae municipia comprehendit vulgato nomine appellata Kaolack, Foundiougne, Gossas, Nioro-du-Rip, et Kaffrine, quaeque septemtrionalem partem regionis de Tambacounda, atque municipium de Goudury complectitur ; item a Ziguinchorensi dioecesi territorii portionem distrahimus, qua comprehenditur regionis de Tambacounda pars ad meridiem vergens, et regio de Kedougou ; quae omnia territoria in novae apostolicae praefecturae formam redigimus, Kaolackensis nuncupandae, atque iisdem finibus cingendae, quibus haec simul oppida et loca, quae descripsimus, limitantur. Cui praefecturae omnia concedimus iura et privilegia, quae iure et consuetudine ad omnes huiusce gradus Ecclesias spectant ; Apostolicum vero Praefectum non tantum honoribus decoramus, quae ipsi debentur, sed etiam oneribus et obligationibus suae dignitatis officiique propriis obstringimus. Decernimus pariter ut sacra Kaolackensis praefecturae eiusque incolarum curatio dilectis filiis

Acta Pii Pp. XII

707

tradatur e Sodalitate a Sacratissimo Corde Iesu, ad Nostrum tamen et Romanae Sedis nutum; quibus dum huiusmodi grave munus imponimus, eos peramanter hortamur ut quasi boni milites Christi nihil omittant, quod ad eius regnum inter commissos homines dilatandum conducat. Ceterum, haec Nostra iussa exsequenda curabit venerabilis Frater Marcellus Lefebvre, quem memoravimus, vel ille qui, tempore quo haec ad effectum deducantur, Apostolicae praeerit Delegationi in Africa Gallica; qui vero rem agendam suscipiet, ei omnes ad haec necessarias potestates facimus, cuilibet etiam viro delegandas dummodo in ecclesiastica dignitate constituto, eique onus imponimus effectae regionum divisionis documenta rite exarandi, eorumque fide digna exempla ad S. Congregationem Fidei Propagandae quam primum transmittendi. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat ; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die uno et vicesimo mensis Ianuarii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri duodevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
8. R. E. Cancellarius

PETRUS Card. FMASONI BIONDI


8. Congr. de Propaganda Fide Praefectus

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

f Alfonsus Carinci, Archiep. tit. Seleuc, Decanus Proton. Apost. Caesar Federici, Proton. Apost.
Loco SB Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXV, n. 7.

708

Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

IV

TAIKUENSIS
(PUSANENSIS)
AB APOSTOLICO VICARIATU TAIKUENSI, IN CORBA MERIDIONALI, QUAEDAM TERRITORIA DETRAHUNTUR, QUIBUS NOVUS VICARIATUS CONSTITUITUR, (( PUSANENSIS )) APPELLANDUS.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Quandoquidem novas constituere circumscriptiones ecclesiasticas magnopere ad Christi regnum amplificandum confert, ideo Nos, quibus universus Christi grex ducendus commissus est, magno profecto studio consilia S. Congregationis Fidei Propagandae probamus, quae factis olim a Nobis potestatibus censuit in regione Corea meridionali novum apostolicum vicariatum esse fundandum, fidelium necessitatibus consulendi gratia. Audito igitur quid sentiret venerabilis Frater Thomas Quinlan, Episcopus titulo Furnitanus Maior et Delegationem Apostolicam in Corea Regens, post rem ea consideratione reputatam qua oporteret, eorum consensum supplentes qui in hoc negotio aliquid iuris habeant, de Nostra summa et apostolica auctoritate ea quae sequuntur statuimus et decernimus. Provinciam, quam Kyeng-Sang-Do appellant, a vicariatu apostolico Taikuensi separamus, eamque in novi vicariatus formam redigimus, Pusanensis cognominandi, quem clero indigenae eiusdem regionis concredimus, ea spe ut, qui hactenus studio gloriae Dei quaerendae, sincera pietate, sapientia enituit, etiam in posterum in animorum salutem omnes labores suscipiat. Huic novo vicariatui omnia iura, honores, privilegia damus quae solent iisdem tribui ; Vicario, vero, praeter haec etiam onera et obligationes iniungimus, quae sunt eius dignitatis propria, quaeque ad sacros Praesules aequalis gradus iure pertinent. Ceterum ad ea quae decrevimus efficienda operam dabit venerabilis Frater Thomas Quinlan, cuius meminimus, vel ille qui tempore exsecutionis ei Delegationi Apostolicae praesit. Qui vero nego.tium perficiet, potestates omnes habebit ad id sive necessarias sive utiles, quas poterit cuilibet viro delegare dummodo ecclesiastica dignitate insigni. Exactae autem rei idem

Acta Pii Pp. XII

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venerabilis Frater documenta exarari iubebit, eademque sinceris exemplis ad S. Congregationem Fidei Propagandae cito mittet. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die uno et vicesimo mensis Ianuarii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri duodevicesimo.

CELSUS Card. COSTANTINI


8. R. E. Cancellarius

PETRUS Card. FUMASONI BIONDI


S. Congr. de Propaganda Fide Praefectus

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis, Proton. Apost. Albertus Serafini, Proton. Apost.


Loco i i i Plumbi

In Ap. Cane, tab., rol. LXXXXIV, n. 97.

710

Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

Y
UMTALIENSIS
APOSTOLICA PRAEFECTURA UMTALIENSIS AD GRADUM DIOECESIS EXTOLLITUR EODEM NOMINE IISDEMQUE FINIBUS SERVATIS.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Quod Christus Iesus, sanctissimus Dei Filius, providit ac praenuntia vit, fore videlicet ut Ecclesia a se condita, etsi parvula haberet primordia, tamen in universum mundum fines proferret, omnesque populos suo sinu complecteretur, et impletum scimus et cotidie impleri videmus : ea sunt enim societatis christianae incrementa ut, necessitatibus populorum consulendi gratia, et ecclesiasticas circumscriptiones immutare oporteat, et easdem ad ampliores saepe gradus amplioremque dignitatem evehere. Cuius rei testimonio apostolica praefectura Umtaliensis est, quae per labores, studium, virtutes suorum rectorum eo progressus venit, ut eorum petitio admittenda videatur, qui expostulaverant ab hac Apostolica Sede, eam praefecturam in dioecesis redigi formam. Quae cum ita sint, consilio petito a venerabilibus Fratribus Nostris S. R. E. Cardinalibus S. Congregationi Fidei Propagandae praepositis, sententiaque audita venerabilis Fratris Caelestini Iosephi Damiano, Archiepiscopi titulo Mcopolitani in Epiro et in Africa Meridionali Apostolici Delegati, post rem attente reputatam, consensumque suppletum eorum qui in hoc negotio aliquid iuris haberent, de Nostra summa et apostolica auctoritate ea quae sequuntur decernimus et iubemus. Apostolicam Praefecturam Umtaliensem ad gradum dioecesis extollimus, eodem nomine iisdemque limitibus quos hucusque habuit. Cuius Ecclesiae caput urbs erit vulgari sermone Umtali cognominata, in qua Episcopus sedem habebit suumque domicilium, cathedra episcopalis auctoritatis in templo eiusdem civitatis collocata, quod ideo tamquam cathedrale haberi volumus. Novam dioecesim metropolitanae Sedi Salisburiensi suffraganeam facimus; item eius Antistitem obnoxium volumus Archiepiscopo Metropolitae eius-

Acta Pii Pp. XII

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dem civitatis. Omnes praeterea honores, iura, privilegia quae ad tales Ecclesias respiciunt, etiam Sedi TJmtaliensi damus ; Episcopus autem praeter debita iura etiam obligationes habebit. Mensam episcopalem, quam dicunt, non modo bona efficient quae ad apostolicam praefecturam pertinebant, sed etiam oblatae a fidelibus opes, Curiae proventus, et pecunia quae mitti solet a S. Congregatione Fidei Propagandae. Statuimus praeterea ut sacer Umtaliensis Praesul iis pueris educandis, qui sacerdotio initiari cupiant, ad Salisburiensi Seminarium mittat, quod pro tota regione conditum est. Canonicorum Collegium constituatur; quod si statim fieri non possit, permittimus ut consultores dioecesani deligantur, qui Antistiti assint sive consilio sive opera. Regimen, administratio dioecesis, electio Vicarii capitularis, Sede vacante, item iura cleri et populi eorumque obligationes, Iure Canonico temperabuntur. Ceterum nova Ecclesia dilectis Filiis ex Ordine Fratrum B. M. V. de Monte Carmelo concredi censemus, qui, ut ad hunc diem bene de praefectura sunt meriti, ita, spes est, nihil omittent quominus labore, industria, sollicitudine hanc dioecesim excolant, christianasque virtutes in populo excitent. Quae autem per has Litteras iussimus venerabilis Frater Caelestinus Iosephus Damiano, quem nominavimus, exsequetur, cui omnes potestates facimus agendae rei, quas poterit, si visum fuerit, etiam alii cuilibet delegare, dummodo ecclesiastica dignitate insigni. Post vero quam negotium exsecutum fuerit, idem documenta exarari iubebit, eorumque exempla sincere scripta ad S. Congregationem Fidei Propagandae mitti curabit. Si autem fiat u.t tempore exsecutionis alius ei Delegationi Apostolicae praesit, hic mandata Nostra faciet resque omnes peraget. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat ; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si osten-

712

Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

deren tur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die quintodecimo mensis Februarii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri duodevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

PETRUS Card. FUMASONI BIONDI


S. Congr. de Propaganda Fide Praefectus

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis, Proton. Apost, Albertus Serafini, Prot on. Apost.


Loco S Plumbi In Ap. Cane, tal., vol. LXXXXV, n. f/.

VI IBAGUENSIS
(ESPINALENSIS)
i DIOECESI IBAGUENSI QUAEDAM TERRITORIA DETRAHUNTUR, QUIBUS NOVA DIOECESIS EFFICITUR, (( ESPINALENSIS )) COGNOMINANO A.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Qui supremum imperium in omnes fideles obtinemus, eosque ad aeterna tranquillitatis littora Dei nomine ducimus, nullam hac maiorem curam habemus, quam ut per aptam Ecclesiarum dispositionem christianis populis opportunitas detur et religionem suam studiose in pectoribus alendi, et omnem vitae rationem ad christianae doctrinae placita conformandi. Cum ergo venerabilis Frater Paulus Bertoli, Archiepiscopus titulo Nicomediensis et in Republica Columbiana Apostolicus Nuntius, ab hac Apostolica Sede his de causis petierit ut, ampla Ibaguensi dioecesi partita, ibidem regionis nova dioecesis excitaretur, cumque Nos id opportunum duxerimus, post auditum venerabilem Fratrem Arturum Duque Villegas, Episcopum Ibaguensem, remque magna consideratione reputatam, consensum eorum supplentes qui in hoc negotio aliquid iuris habeant, de Nostra summa et apostolica auctoritate haec, quae sequuntur, sta-

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tuimus et decernimus. A territorio Ibaguensis dioecesis eam partem separamus, quae sequentes viginti tres curias, seu paroecias, habet : Espinal, Alpujarra, Ataco, Carmen de Apicala, Coyaima, Cunday, Chaparral, Chicoral, Dolores, Flandes, Guamo, Icononzo, Melgar, Natagaiina, Ortega, Prado, Purificacin, Rioblanco, San Antonio, San Luis, Saldaa, Surez, Villarica; quas terras in formam novae dioecesis redigimus, Espinalensis appellandae, quae his limitibus continentur : ad septentrionem, dioecesium Ibaguensis et Girardotensis confinio; ad orientem solem, Girardotensis et Garzonensis terminis; ad australem partem, eadem dioecesi Garzonensi et praefectura apostolica Tierradentronsi ; ad occidentem denique plagam, archidioecesi Popayanensi et dioecesi Caliensi. Novae Ecclesiae Sedes Episcopique domicilium in urbe vulgo Espinal statuetur; cathedram vero episcopalem collocari censemus in templo, ibidem exstante, B. M. V. Reginae a sacratissimo Rosario dicato, quod templum ad gradum et dignitatem aedis cathedralis evehimus. Volumus autem ut, quam fundavimus Ecclesia sit Bogotensi metropoli suffraganea, cuius Archiepiscopo sacrorum Antistes Espinalensis oboediet. Ea praeterea iura, honores, privilegia quae dioecesibus competunt, eadem censemus ad hanc Ecclesiam pertinere ; Praesulibus vero, cui committetur administranda, etiam onera et obligationes debitas facimus. Espinalensis Episcopus curet ut in sua dioecesi Canonicorum Collegium condatur, ad normas quas per alias sub plumbo Litteras edemus. Interea vero, ne templum suo decore, Praesul consilio careat, consultores dioecesani deligantur, qui Episcopo sint praesto in rebus gravioribus explicandis. Qui tamen a suo munere cessabunt, Canonicorum coetu constituto. Mensam episcopalem, quae dicitur, sive ea bona efficient quae novae Sedi obvenient ex peracta divisione bonorum, iuxta canonem 1500 C. I. C; sive pecunia quam populus sponte dabit; sive Curiae episcopalis redditus; sive denique stipendium a publica auctoritate pendendum. Est Nostra voluntas ut Seminarium saltem elementarium in modo condita diocesi exstruatur, pueris excipiendis qui ad sacerdotium vocati fuerint; cum vero hi philosophiae ac sacrae theologiae operam dare debebunt, Ibaguensi Seminario utantur. Qui autem ex iis meliores fuerint, Romam mittantur ut in Pontificio Ephebeo Piano Latino Americano huiusmodi studiis incumbant. Quod autem attinet ad dioecesis regimen^ administrationem, Vicarii Capitularis, Sede vacante, electionem, aliaque id genus, quae sacri canones praescribunt omnino serventur. De clero, hoc statuimus ut, cum dioecesis per harum Litterarum exsecutionem condita fuerit, eo ipso sacerdotes illi Ecclesiae cen-

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Sedis - Commentarium

Officiale

seantur adscripti in cuius territorio beneficium aut officium habeant ; ceteri autem clerici, illi, ubi legitimo domicilio degant. Mandamus praeterea ut acta et documenta quae ad novam dioecesim quovis modo respiciant, quam primum ad eius curiam episcopalem mittantur, in rerum sacrarum tabulario religiose asservanda. Quae, postremo, mandavimus, eadem exsequi stndebit venerabilis Frater Paulus Bertoli, cuius meminimus, vel qui eo tempore quo fieri debeant Apostolicae Nuntiaturae in Columbia praesit, factis ad id omnibus potestatibus, quae poterunt, si visum fuerit, cuilibet delegari, dummodo viro qui sacerdotii dignitate polleat. Idem venerabilis Frater actae rei documenta exaranda curet, quae sinceris exemplis ad S. Congregationem Consistorialem cito mittet. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die duodevicesimo mensis Martii,, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri undevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
?. R. E. Cancellarius

^ Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

f Alfonsus Carinci, Archiep. tit. Seleuc, Decanus Proton. Apost. Caesar Federici, Proton. Apost.
Loco Plumbi

In Ap. Cane, tab., vol.LXXXXV, n. 38.

Acta Pii Pp. XII

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VII MEDELLENSIS .
.. (SONSONENSIS)

AB ARCHIDIOECESI MEDELLENSI QUAEDAM TERRITORIA DETRAHUNTUR, QUIBUS NOVA DIOECESIS CONDITUR, (( SONSONENSIS )) APPELLANDA.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

In apostolici muneris Nostri officiis illud esse censemus ea ratione christianorum agmina ordinare Ecclesiarumque fines describere, quam aptiorem arbitramur sive ad cotidianum proelium cum veritatis hoste sustinendum, sive ad triumphus de eodem reportandos. Qua de re, cum venerabilis Frater Paulus Bertoli, Archiepiscopus titulo Nicomediensis et in Republica Columbiana Apostolicus Nuntius, ab hac Apostolica Sede petierit ut Medellensis archidioecesis partiretur : per hoc enim aptius eius regionis necessitatibus prospici; Nos, re bene considerata, consilioque petito a venerabili Fratre loachimo Garca Benitez, Archiepiscopo Medellensi; consensum eorum supplentes qui in hoc negotio aliquod ius habeant, admotas preces admittendas esse putamus, deque Nostra apostolica auctoritate haec statuimus ac iubemus. A territorio Medellensis Ecclesiae eam partem separamus, qua curiae, seu paroeciae continentur, his nominibus vulgari sermone appellatae : Abejorral, Alejandra, Aquitania, Argelia, Cocorn, Concepcin, El Carmen de Viboral, El Jordn, El Peol, El Retiro, El Santuario, Granada, Guarne, Guatap, La Ceja, la Unin, Marinilla, Mesopotomia, Nario, Puerto Triunfo, Puerto Nare, Pantanillo, Rionegro, San Carlos, San Luis, San Rafael, San Vicente, Sonsn, et San Francisco. Quibus terris novam dioecesim constituimus, Sonsonensem videlicet, cuius caput et Episcopi domicilium urbs Sonsn habebitur, cathedra sacri Praesulis in templo B. V. M. a sacratissimo Rosario de Chiquinquir collocata, quod templum, ut aequum est, ad honorem aedium cathedralium extollimus. Conditam Ecclesiam Medellensi Sedi obnoxiam et suffraganeam facimus, eique omnia iura, honores, privilegia damus, quae ei competunt ; Episcopo, vero, etiam onera et obligationes quae iure canonico et Ecclesiae sanctae instituto egregiam Episcoporum dignitatem comitantur. Curet sacrorum

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Antistes Sonsonensis ut gloriae Dei procurandae consilioque habendo virorum prudentium, Collegium Canonicorum condat, iuxta normas per alias sub plumbo Litteras Nostras edendas. Interim tamen consultores dioecesanos deligat, qui scilicet a munere suo cessabunt, Canonicorum coetu constituto. Item Seminarium saltem elementarium quam primum struat, ad leges iuris communis et S. Congregationis de Seminariis et Studiorum Universitatibus. Cum autem iuvenes adoleverint, Seminarium maius Medellense petant, ut philosophia atque sacra theologia rite imbuantur; qui vero optimi fuerint, Eomam mittantur, in Pontificium Ephebeum Pianum Latinum Americanum, iisdem disciplinis erudiendi. Mensam episcopalem, quam vocant, efficient sive Curiae episcopalis proventus, sive christianorum pecunia sponte data, sive bonorum pars quae ad normam canonis 1500 C. I. C. novae dioecesi obveniet, sive denique stipendium a civili auctoritate persolvendum. Quod autem attinet ad regimen, administrationem Ecclesiae Sonsonensis, ad electionem Vicarii Capitularis, Sede vacante, ad iura et onera cleri et populi, in his atque similibus iussa codicis omnino fiant. De clero vero hoc statuimus ut sacerdotes ei Sedi censeantur adscripti ubi beneficium aut officium habeant, ceteri vero clerici ei, ubi legitimo domicilio degant. Monemus denique documenta et acta ad novam dioecesim respicientia ad eius Curiam episcopalem esse cito mittenda, ibidemque religiosa cura asservanda. Ceterum, haec Nostra decreta venerabilis Frater Paulus Bertoli exsequenda studebit, vel ille qui tempore exsecutionis Apostolicae Nuntiaturae in Columbia praesit, factis ad id facultatibus, quae poterunt etiam delegari, dummodo viro sacerdotio insigni. Qui vero rem perfecerit, idem documenta exarari faciet, eademque sinceris exemplis ad S. Congregationem Consistorialem cito mitti. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant, in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si

Acta Pii Pp. XII

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Ostenderetur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die duodevicesimo mensis Martii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri undevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
8. R. E. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


8. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

f Alfonsus Carinci, Archiep. tit. Seleuc, Decanus Proton. Apost. Caesar Federici, Proton. Apost.
Loco Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXV, n. /,2.

LITTERAE APOSTOLICAE
I
SANCTUS ALFONSUS MARIA DB LIGORIO, EP. CONF. ET ECCL. DOCTOR, CAELESTIS PATRONUS AEQUE PRINCIPALIS CUM SANCTO PRISCO, E P . , TOTIUS DIOECESIS NUCERINAE PAGANORUM ELIGITUR.

PIUS PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Antiquis laudibus illustris dioecesis Nucerina Paganorum propterea vel potius commendatur quod quasi theatrum fuit eximiae virtutis, reconditae doctrinae, assidui operis apostolici, quibus Sanctus Alfonsus Maria de Ligorio, Ecclesiae lumen, claruit maxime. Ibi enim satis diuturnum vitae spatium transigens, populum ad bonam revocavit frugem, ibi Congregationem Sanctissimi Redemptoris instituit, ibi libros conscripsit mirae sapientiae plenos, estque sepulcri honore donatus. Non est ergo qui miretur tanti Viri memoriam in eius dioecesis Christifidelium animis alte esse defixam, eundemque Sanctum Caelitem magnopere excoli sive privatim sive publice, praesertim piis peregrinationibus, quae ad Basilicam oppidi Paganorum,
46 ACTA, vol. XXIV, n. 12.. 25-9-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

ubi conditum est sacrum eius corpus, fieri solent. Quo pietatis studio permotus, Venerabilis Frater Fortunatus Zoppas, Episcopus Nucerinus Paganorum, nomine quoque religionis administrorum, publicae rei moderatorum et Christifidelium, Nos rogavit, ut Sanctum Alfonsum Mariam suae dioecesis Compatronum pro Nostra benignitate renuntiaremus. Quibus precibus libenter admissis, Nos ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Sanctum Alfonsum Mariam de Ligorio, Episcopum Confessorem et Ecclesiae Doctorem, totius dioecesis Nucerinae Paganorum caelestem apud Deum Patronum aeque principalem cum Sancto Prisco, Episcopo, facimus, constituimus, declaramus, omnibus adiectis honoribus ac privilegiis liturgicis, quae praecipuis dioecesium Patronis rite competunt. Contrariis quibusvis non obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque, ad quos spectant, seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum ex Arce Gandulfi, sub anulo Piscatoris, die x x x mensis Augusti, anno MDCCCCLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRTJGNOLA a Brevibus Apostolicis

n
SANCTUS B E R N A R D I N U S SENENSIS OMNIUM EX ITALIA NUNTII LAUDATIVI VULGATORUM, VULGO (( PUBBLICITARI )), PATRONUS CAELESTIS ELIGITUR. PIUS PP. XII Ad perpetuam rei memoriam. Laudativa nuntia et quidquid jpertinet ad disseminanda in vulgus praeconia hominum rerumve, temporibus hisce nostris, quemadmodum notum est, tantum acceperunt vigorem, ut ars et disciplina habeantur atque, qui iis operam dant, in collegia sint congregati. Quae quidem ars in utramque partem plurimum valet : sci-

Actu PU Pp. XII

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licet, si recta mente exercetur, in vulgus suadere potest bonum et rectum, si autem ex usu perverso invitamenta ad malum praebet, ad perniciem potest non modicum. Expedire igitur visum est nuntii laudativi vulgatres peculiari obtegi praesidio caelesti. Itaque multi ex iis Patronum sibi adoptare statuerunt Sanctum Bernardinum Snensem, qui, mirabili quodam ardore incensus, fidem catholicam inter gentes propagavit, iis usus subsidiis, quae magis idonea essent ad eam omnibus suadendam, veluti brevibus effatis, quae animos percellerent, imaginibus divinam veritatem significantibus, praesertim indicio Sanctissimi Nominis Iesu, ac denique scientia eorum, quae multitudo populi sentiret. Nomine igitur eorum, qui nuntiis laudativis vulgandis operam dant, diariorum, commentariorum, cinematographei, radiophonii, tabularum viatoriarum hisque similium ope, preces ad Nos admotae sunt, ut Sanctum Caelitem illum omnibus Italis, qui in huiusmodi versarentur arte, supernum Patronum constitueremus. Quae vota, Dilecti Filii Nostri Iacobi S. R. E. Presbyteri Cardinalis Lercaro, Archiepiscopi Bononiensis, commendatione suffulta, cupientes, ut eorundem opera ad religionis probitatisque rationes conf ormar etur, libenti animo censuimus explenda. Quapropter, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum, Sanctum Bernardinum Senensem, caelestem Patronum apud Deum omnium ex Italia nuntii laudativi vulgatorum, quos vernculo sermone pubblicitari appellant, facimus, eligimus, declaramus, omnibus adiectis honoribus ac privilegiis liturgicis, quae ordinum seu coetuum Patronis rite competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praebentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque, ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum ex Arce Gandulfi, sub anulo Piscatoris, die x i x mensis Octobris, anno MDCCCCLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

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Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

III
SANCTUS P I U S P P . X PATRONUS CAELESTIS, AEQUE PRINCIPALIS C U M SANCTO LIBERALE, DIOECESIS TARVISINAE CONSTITUITUR.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Pauper et humilis Pastor, Ecclesiae decus, Petrianae Sedis gloria, Sanctus Pius PP. X, ex quo maximo cum animi gaudio caelestes honores ei decrevimus, in tantam est provectus lucem, ut ab universa christiana familia singulariter diligatur atque pia invocetur ment. Gens vero Tarvisinae regionis, ut par est, peculiari studio in illum fertur, quippe cum ab ea fuerit oriundus eamque sacro ministerio sedulo laeteque cum fructuum copia excoluerit, antequam ad altiores honoris gradus eveheretur. Cui ergo datum est eximium hunc virum suum appellare popularem quaeque eius virtutibus est confirmata, eam non perperam expedire videtur sanctitatis eiusdem obtegi presidiis. Haec reputans cum animo atque vota excipiens Nobisque significans utriusque cleri atque totius sodalitatis ab Actione Catholica e dioecesi, Antonius Mantiero, tunc temporis Episcopus Tarvisinus, qui postea vita decessit, Nos rogavit, ut Sanctum Pium PP. X suae dioecesis Compatronum cum Sancto Liberale renuntiaremus. Quibus precibus, ad quas Venerabilis Fratris Aegidii Negrin, nunc Archiepiscopi-Episcopi Tarvisini, accesserat suffragatio, Nos, dioecesi, in qua inclitus hic et sanctitudinis laude insignis Decessor Noster lucem aspexit, praecipuae benevolentiae Nostrae signum exhibere volentes, libenti animo statuimus obsecundare. Quam ob rem, audito quoque Dilecto Filio Nostro Caietano S. R. E. Presbytero Cardinali Cicognani, Sacrae Rituum Congregationis Praefecto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis Nostrae plenitudine, harum Litterarum vi, perpetuumque in modum Sanctum Pium PP. X caelestem dioecesis Tarvisinae Patronum aeque principalem cum Sancto Liberale constituimus ac declaramus, omnibus adiectis honoribus et privilegiis liturgicis, quae praecipuis dioecesium Patronis competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque, ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari;

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sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inanefieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die x x v mensis Novembris, anno MDCCCCLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

IV
TITULO AC PRIVILEGIIS BASILICAE MINORIS DITATUR TEMPLUM SANCTI FRANCISCI ASISINATIS, F E R R A R I A E EXSTANS.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Opere nobilissimum, sanctissimum religione perhibetur esse Templum Ferrariense, Divo Francisco Asisinati sacrum, quod propter magna, quibus commendatur, artificia in publicis Italicae Nationis monumentis numeratur. Eodem loco anno M c c x x x i i parva Aedes honori eiusdem Seraphici Franciscanum Parentis exstrui coepta est, cui paulo post, praecipua pietate erga eximium illum Caelitem singularisque virtutis Virum impellente, adiuncta est accessio. Transacto vero centum annorum spatio, Templum a fundamentis reiectum est atque sub exitum saeculi xv, Principibus Atestinis auctoribus, secundum formam, a Biasio Rossetti descriptam, qui ab aequalibus (( praestantissimus vir et architectus singularis appellabatur, ad eam dignitatem maiestatemque provectum, quae nemini non admirationem movent. Structurae enim genere, quod a renatis artibus nomen accepit, insignis, mole ac venustate haec Ecclesia tantum Ferrariensem Templo maximo cedit. Praeter signa eleganter sciteque sculpta, habent ibi admirationem monochromata Hieronymi Carpensis, imagines Caelites ex Ordine Fratrum Franciscanum egregiis coloribus exprimentes, quibus parietibus et camerae non modicum decoris accrescit, tabulae pictae, scilicet manus illustrium artificum. Neque silentio est praetereundum augustam hanc domum Dei quoque rerum gestarum memoria esse

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praeclaram, maxime propterea quod ibi doctores xvii Concilii Oecumenici, quod ab Eugenio PP. I V , rec. mem., Decessore Nostro, Basilea Ferrariam translatum erat, nonnullas habuerunt sessiones. Hoc praeterea religionis domicilium viri e prioribus adire consueverant; immo iuvat memorare Clementem PP. V I I I , item Decessorem Nostrum, anno MDLXXXXVIII, id invisisse sacrisque ibi esse operatum. Sed etiam apud plebem Templum, quod Ordini Fratrum Minorum Conventualium creditum est, religiosum esse dicitur, quod Christifideles sacra frequentes ibi participant, ex supernae vitae fontibus ubertim haurientes. Preces igitur a dilecto filio Ordinis, quem diximus, Procuratore Generali, Nobis adhibitae sunt, ut Templum, cuius laus longe lateque esset diffusa, Basilicae Minoris nomine ac iure donaremus. Quae vota, Venerabilis Fratris Natalis Mosconi, Archiepiscopi Ferrariensis, ampla commendatione suffulta, libenti animo statuimus explere. Quae cum ita sint, Nos ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Templum Deo in honorem Sancti Francisci Asisinatis Ferrariae consecratum ad honorem ac dignitatem Basilicae Minoris evehimus, omnibus adiectis iuribus ac privilegiis, quae sacris Aedibus, eodem nomine insignibus, rite competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque, ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter contigerit attentari. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die xvi mensis Ianuarii, in festo Sanctorum Protomartyrum Ordinis Minorum, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

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Y
ECCLESIA CATHEDRALIS DURANGENSIS TITULO BASILICAE MINORIS EXORNATUR

PIUS PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Turrita moles Templi principis Durangensis conspicuum perhibetur esse monumentum religionis artisque Mexicanorum in finibus. Nam a frequenti plebe christiana solet celebrari, cuius rationibus sacrorum administri, Ecclesiae addicti, rite consulunt, atque, si structurae genus, ornatum, instrumentum, supellectilem species, eam praefert dignitatem, quae domum Dei, ac quidem in archidioecesi praecipuam, addecet. Sed propterea etiam Templum nobile est et ad memoriam insigne, quod antiquitate, maxime si ratio ducatur regionis circiter quattuor ante saecula christianae familiae adiunctae, non modice commendatur. Ecclesia enim, quae nunc conspicitur, cum aedificatione tertia sit, tamen iam anno MDCLXXXXV exstrui coepta est, quod prima et altera sive incendio sive aliis de causis interierant. Non perperam igitur dixeris esse hoc augustum Templum quasi quoddam testimonium alacris et constantis Fidei populi Mexicani, qui labentia per saecula eam servavit incorruptam, neque ab ea in difficilibus rerum adiunctis descivit. Quo autem maior eidem, Nostro beneficio, accrescerei honor, qui simul esset ad religionem suadendam provehendamque efficax invitamentum, Venerabilis Frater Iosephus Maria Gonzalez et Valencia, Archiepiscopus Durangensis, nomine quoque Collegii Canonicorum Ecclesiae Cathedralis, quam laudavimus, Nos rogavit, ut hanc Basilicis Minoribus accenseremus. Nos autem non solum probabiles ob causas super allatas sed eo etiam consilio ut quinquagesimus annus, qui eidem Durangensi Antistiti a suscepto sacerdotio mox abibit, benevolentiae Nostrae signo honestetur, gregationis stra ad deque honorem consulto, certa scientia ac precibus matura praecipuae libenti Nohuiusmodi

animo volumus obsecundare. Quapropter, ex Sacrae Rituum Condeliberatione harum Apostolicae ac potestatis plenitudine, Minoris Litterarum omnibus

vi perpetuumque in modum dignitatem

Ecclesiam Basilicae

Cathedralem

Durangensem

evehimus,

adiectis iuribus ac privilegiis, quae Templis hoc nomine insignibus rite competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque, ad quos spectant, seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Eomae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die VIII mensis Februarii, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO PRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

VI AD TITULUM ET DIGNITATEM BASILICAE MINORIS EVEHITUR ECCLESIA PAROECIALIS S. CRUCIS IN OPPIDO, VULGO (( T O R R E DEL G R E C O )) APPELLATO, EXSTANS, NEAPOLITANAE ARCHIDIOECESIS.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Salutiferae Crucis nomine insigne Templum curiale oppidi, quod, intra fines archidioecesis Neapolitanae, ad radices Vesuvii montis pampineis viridis umbris positum, Torre del Greco vulgo dicitur, non modicis laudibus praedicatur. Hoc, inito saeculo xvi, exstrui coeptum est eo in loco, ubi de crucis inventione sacra fabula scaenica olim agebatur, fuitque a Leone PP. X, Decessore Nostro, spiritualibus muneribus locupletatum. Ecclesia autem, quae nunc cernitur, super parietinas aedificata est prioris, quam igneus torrens, de Vesuvio monte delapsus, anno MDCCLXXXXIIII, subverterat. Memorare quoque iuvat augustam hanc domum Dei molis amplitudine, cultu eximio et ornamentorum varietate, sacra supellectile magni pretii ita commendari, ut praeclarioribus Templis merito sit annumeranda. Est autem potissimum prae Nobis ferendum eam esse religionis domicilium populi concursibus celebratum : sacra enim, quae ibi statis diebus sollemni ritu fieri solent, perfrequentes Christifideles non solum oppidi eiusdem sed etiam viciniae participant, et Imaginem Beatae Mariae Virginis primae

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labis expertis, quae, auctoritate Petriani Canonicorum Collegii aureo diademate redimita, ibidem asservatur, praecipua prosequuntur nec umquam remittente pietate. Nec silentio praetereunda videtur insignis Sanctae Crucis reliquia, quae eodem in Templo excolitur. Cuius dignitatem augere cupiens, parochus, qui in praesenti ipsi est praepositus, submissae Nobis adhibuit preces, ut tam spectatam religionis sedem nomine Basilicae Minoris donaremus. Quae vota, Dilecti Filii Nostri Marcelli Sanctae Romanae Ecclesiae Presbyteri Cardinalis Mimmi, Archiepiscopi Neapolitani, amplissima commendatione suffulta, libenti animo statuimus explere. Quae cum ita sint, Nos, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum paroecialem Ecclesiam, honori Sanctae Crucis in oppido, quod vulgo (( Torre del Greco vocatur, consecratam, ad honorem Basilicae Minoris evehimus, omnia adicientes iura et privilegia, quae Templis eodem hoc nomine illustribus rite competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque, ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, jdie x x i i mensis Februarii, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri duodevicesimo.

De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

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EPISTULAE
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AD REVMUM P. MICHAELEM BROWNE, ORDINIS FRATRUM PRAEDICATORUM M A G I STRUM GENERALEM, DE INCREMENTO CHRISTIANAE PIETATIS IN DEIPARAM VIRGINEM PER MARIALE ROSARIUM PROVECTO.

P I U S PP. X I I Dilecte filii, salutem et Apostolicam Benedictionem. Novimus libenter ex commentariis, abs te obsequentissimo animo ad Nos missis, Dominicianum Ordinem, cui tu digne praees, per postremum decennium naviter diligenterque allaborasse, ut Mariale Rosarium flagrantiore cotidie in Deiparam Virginem pietate a christifidelibus recitaretur, utque piae Sodalitates, quae ab eo nomen accipiunt, sedula instantique a vobis data opera, etiam atque etiam florescerent. Id gratissimum Nobis obvenit; quandoquidem ex hoc precandi genere christianis omnibus, rudibus etiam et indoctis, prompta et facilis ratio patet, qua suam pietatem suumque religionis studium alant, foveant atque excitent quam maxime. Est enim Mariale Rosarium admirabile sertum ex angelico praeconio consertum, interiecta oratione dominica, cum meditationis officio coniunctum, supplicandi genus praestantissimum... et ad immortalis praesertim vitae adeptionem maxime frugiferum - Quamobrem, praeter excellentissimis, quibus constat, preces, quae veluti caelestes rosae nectuntur in coronam, exhibet etiam excitandae fidei invitamentum, religionis praesidium, et insignia virtutis exempla per mysteria ad contemplandum proposita. Fieri igitur non potest quin acceptissimum sit Deiparae Virgini eiusque Unigenae Filio, qui quidquid laudis, honoris et gloriae Genitrici suae tribuitur, ut sibimet ipsi quoque tributum procul dubio habet. Itemque pro certo retinendum est has precandi formulas, sive in sacris aedibus, sive in domestico convictu, sive denique privatim omnino recitantur, multum multumque valere ad divinam conciliandam gratiam et ad christianorum reformandos mores. Hac praesertim de causa Romani Pontifices, ut nosti, peculiarique modo Decessor Noster imm. nem. Leo X I I I , hunc precandi modum summis extulerunt laudibus salutaribusque ditarunt muneribus; ac Nosmet ipsi per Epistulam Encyclicam, cui initium est a verbis Ingruen1

Leonis X I I I Epist. Diuturni temporis , d. 5 Septemb., a. 1898; A. L . , vol. X V I I I .

pag. 154-155.

Acta Pii Pp. XII

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tium

maiorum)),

Mariale

Rosarium

omnium

christianorum

or-

dinibus valde commendavimus, cum fore confideremus et confidamus ut alma Dei Genitrix potentissima, tot filiorum exorata vocibus, benigna a Deo impetret ut privati publicique mores cotidie magis reflorescat, utque catholica religio libera ubique ab iniustis quibusvis impedimentis possit divinitus acceptum obire munus, atque adeo suam ipsius salutiferam vim non modo in singulorum civium animos, sed in ipsius quoque reipublicae venas exserere; ita ut mutua omnium officia et iura aequo ordine temperentur et componantur, ex quibus non simultas, sed concordia, non odium, sed caritas, non novae dimicationis ruinae, sed veri nominis prosperitatis incrementa oriri queant. Pergite igitur, ut facitis, Mariale Rosarium ac varias Sodalitates, quae ab eo accipiunt titulum, sedulo, diligenter, studioseque provehere : id peculiare est incliti Ordinis vestri insigne, ac non postremum eiusdem Ordinis exstat erga Summam Dei Parentem, erga Ecclesiam religionemque catholicam pietatis officium. Nos interea, de rebus vere actis paterna vobis gratulati voluntate, et ad causam eiusmodi non minore alacritate in posterum persequendam vobis addentes animum, caelestium gratiarum auspicem Nostraeque benevolentiae pignus, cum tibi, dilecte fili, tum singulis sodalibus auctoritati tuae tuaeque curae concreditis, iis praesertim, qui huic provehendae rei tibi navant operam, Apostolicam Benedictionem libentissime impertimus. Datum Romae, apud S. Petrum, die 11 mensis Iulii, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo.

PIUS PP. X I I

II AD EMUM P. I). EUGENIUM S. R. E. C A R D . TISSERANT, EPISCOPUM OSTIENSEM, PORTUENSEM ET S. RUFINAE, A N N O S L AB INITO S A C E R D O T I O IMPLENTEM. PIUS PP. X I I Venerabilis Frater Noster, salutem et Apostolicam Benedictionem. Si caritatis ratio, qua animo Nostro quotquot sunt Christi inhaerent, id suavis imperio legis expostulat, ut eorum laeta maestave facile participemus, probe fas est Nobis libentius et promptius eorum, quibuscum
2

A. A. S., vol. XLIII, 1951, pag 577 sq.

28

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

et consilia communicamus et cotidianam negotiorum molem partium r, si fausti ipsis dies arrideant, accessione Notra pia gaudia cumulare. Quapropter pergrata Nobis advenerunt nuncia te, Venerabilis Frater Noster, annum a sacerdotio inito quinquagesimum propediem expleturum esse; nec volumus hanc praeterlabi occasionem, quin existimationem Nostram, te tuaque aequa libra perpendentem, iterum aperteque tibi significemus, ac pro felicitate tua et meritorum tuorum incremento et auctu paterna vota suscipiamus. Quod profecto raro viris contingit, id tuae praecipuae vertitur laudi, quod tu pari voluntatis constantia et diligentia firmissima doctrinarum studio vacas et in actionem vitae conspicua operum molitione incumbis. In ecclesiasticarum praesertim disciplinarum campo et finibus aere ingenium tuum late discurrit, alte effondit, lucide exquisita vero depromit. Sollertiam vero et industriam tuam diu commnuni cum plausu excepere Vaticanae Bibliothecae conclavia, ac multae a te peractae honestae legationes testatae sunt. In praesens autem Sacro Consilio Orientali Ecclesiae praeposito, Romanae Curiae parti magni momenti, ita moderatione tua consulis, ut in decernendis causis peritae acies mentis et in expediendis negotiis vigilantia et dexteritas nunquam desint. Nec boni pastoris amoris plena sollicitudine cares. In episcopali enim munere, in quod vires tuas confers, conando nova, utilia haud sine audacia moliendo, id non longo temporis spatio effecisti, ut suburbicariae tibi concreditae Ecclesiae eximio eniteant exemplo ; et haud pauca in posterum perficienda paras et prospicis. Itaque de fausti eventus celebritate tibi gratulati, rogamus ex animo, ut opitulator Deus vitae usura et viribus alacrioribus suppeditatis te sospitem diu Ecclesiae utilitati et decori servet, ac tibi asserendae religionis ardorem in generoso pectore adaugeat. Ut autem huiusmodi anniversaria sollemnia salubriora evadant, id tibi facultatis facimus, ut, Pontificali sacro ritu peracto, Apostolicam Benedictionem cum adiecta indulgentia plenaria, sueto praescripto lucranda, nomine Nostro Nostraque auctoritate christifidelibus impertias. Reliquum Nobis nihil denique est nisi ut tibi, Venerabilis Frater Noster, suaviter commoto animi affectu, qui tibi laeto adesse gaudet, itemque universis curae tuae commissis atque consiliis et industriis tuis benedicimus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die x i x mensis Iulii, anno MDCCCCLvii, Pontificatus Nostri undevicesimo. P I U S PP. X I I

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III
AD EMUM P. D. CAROLUM MARIAM TIT. S A N C T A E MARIAE IN AQIRO S. R. E. PRESB. C A R D I N A L E M DE LA T O R R E , ARCHIEPISCOPUM QUITENSEM, QUEM LEGATUM DELIGIT AD PRIMUM CONCILIUM PLENARIUM EPISCOPATUS UNIVERSI AEQUATORIS. PIUS PP. XII Dilecte Fili Noster, salutem et Apostolicam Benedictionem. Perlibenter didicimus universi Aequatoris Episcopatus propositum primum Concilium Plenarium proxime ineundi, nec facere possumus, quin magnopere gratulemur, quod tecum omnes sacrorum Antistites Aequato^ riani in re tam gravi concordi studio sollertiaque consenserint. Animos profecto adijecistis ad ea negotia pertractanda, ad eaque communi iudicio consilia suscipienda, quae maxime praesentia tempora atque peculiares istorum locorum condiciones expostulare videntur. Vobis autem laus erit praeclara, salutares normas nationi vestrae praescribere aut sollemni sanctione confirmare. Iam vero, quum de congressione tanti momenti tantaeque utilitatis agatur, peropportune in Codice iuris canonici cautum est, ut Plenarium Concilium per Legatum Pontificium, qui eidem praesideat, ab ipsa Petri Cathedra primum capiat auspicium validumque sumat ad perficiendum opus incitamentum. Te igitur, Dilecte Fili Noster, qui Romana purpura exornatus praenobilem istam sedem in urbe Aequatoris capite tenes, Legatum Nostrum hisce litteris eligimus ac renuntiamus, ut, Nostram gerens personam, nomine Nostro Nostraque auctoritate, Concilio Plenario ab universis Praesulibus Aequatorianis in Quitensi urbe sollemniter celebrando, praesideas. Tibi praeterea facultatem ultro largimur, ut, die constituta, Sacro pontificali ritu peracto, adstantibus fidelibus nomine Nostro Nostraque auctoritate benedicas, plenariam indulgentiam iisdem proponens, usitatis Ecclesiae condicionibus lucrandam. In auspicium interea caelestium luminum munerumque atque in peculiaris Nostrae caritatis testimonium, Apostolicam Benedictionem tibi, Dilecte Fili Noster, ceterisque sacrorum Anti stitibus iisque universis, qui Concilio Plenario intererunt, effuso animi impertimus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die xxviii mensis Iulii, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo. P I U S PP. X I I

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Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

ALLOCUTIO
Iis qui interfuerunt Conventui primo ex Delegatis ab Italiae dioecesibus

pro Emigrantibus. *
Accogliendovi con paterna effusione di cuore alla Nostra presenza, Delegati Vescovili nei Comitati diocesani di Emigrazione dell'Italia, convenuti nell'Urbe per il vostro I Congresso Nazionale Ci gradito di manifestarvi la viva fiducia da Noi riposta nel vostro zelo a vantaggio degli emigranti, tanto pi vicini al Nostro cuore quanto pi essi dimorano lontani dalla loro patria, e sono pertanto maggiormente bisognosi delle premure della Chiesa. Vi noto, con quanta sollecitudine la S. Sede, e in particolare la S. Congregazione Concistoriale col suo Eminente e zelantissimo Cardinale Segretario, che siamo lieti di salutare qui presente, si dedicata al grave e delicato problema della emigrazione e con quanto studio si adoperata, specialmente mediante la Costituzione Apostolica Exsul Familia per assicurare l'efficace assistenza agli emigrati, stabilendo norme pratiche, affinch, dovunque essi dimorino, possano agevolmente riconoscere il volto della Madre Chiesa, amorevolmente chinato su di loro, sentire i palpiti del suo cuore e lasciarsi guidare dalla sua mano materna tra i pericoli e le necessit della loro anormale condizione. Ma ci che sopra ogni cosa desiderammo e tuttora desideriamo in coloro, che direttamente o indirettamente sono chiamati a dedicare la vita sacerdotale in pro degli emigranti, il genuino spirito di apostolato, fondato sulla divina carit e suscitatore inesauribile di energie e di opere. Vi sarete certamente chiesti, nel leggere, sotto il Titolo primo della menzionata Costituzione, le mirabili gesta compiute dalla Chiesa, durante i secoli, particolarmente nei pi redenti, a vantaggio di coloro che, per qualsiasi motivo, furono costretti a vivere in terra straniera, da quale riposta scaturigine proman quella luminosa storia di umana e civile bont, che non trova riscontro, ovunque si guardi, nel mondo e nei tempi. La risposta si trova gi indicata nel medesimo Documento : dall'intenso amore per le anime, attinto dalla Chiesa alla fonte della carit, Cristo Ges. Orbene, Noi bramiamo che imprimiate negli animi vostri la ferma persuasione che, ove mancasse, alla radice di ogni vostra attivit, tale (< sprito , a nulla varrebbero n l'instancabile dinamismo esteriore, n
* Habita die 23 Iulii mensis a. 1957.
1

Acta Ap. Sedis, an. et vol. X X X X I V , 1952, pag. 649 e segg.

Ata PU Pp. XII

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le complesse organizzazioni, e neppure le stesse leggi, poich, quando si tratta di anime, soltanto il calore della soprannaturale carit pu suscitare il rigoglio della vita e maturare duraturi frutti di salute. Ci pertanto gradita la presente vostra visita, perch Ci porge l'occasione d'intrattenervi brevemente sullo spirito che deve animare la vostra attivit^ mostrarvi come da esso derivino le interne energie e i criteri regolatori delle vostre intraprese, e come soltanto quello spirito imprima alla vostra opera il suggello di puro e meritorio apostolato. 1. Quale debba essere lo spirito animatore in coloro che sono designati dall'Autorit ecclesiastica all'assistenza degli emigranti, apprendetelo dalla sublime parabola del buon pastore , nella quale, come in altri insegnamenti ispirati dalla medesima similitudine
3 2

il divin Reden4

tore Pastore delle anime nostre e Principe dei pastori, sembra voler tratteggiare quasi l'intimo autoritratto. Bench la similitudine riguardi in generale chiunque abbia il mandato di governare le anim, ed esprima in modo speciale Punita della Chiesa e la volont salvifica di Cristo verso tutti gli uomini, nondimeno essa offre alla vostra considerazione alcuni particolari di commovente aderenza al vostro ufficio. Tali sono, fra gli altri, la mutua, individuale conoscenza tra il pastore e le singole pecorelle, la premura per ciascuna di esse, l'insonne sollecitudine per quelle che la lontananza dall'ovile pone tra i pericoli, l'interesse del pastore, cos differente dal mercenario, a seguirle e custodirle, provvedendole di pascoli salutari. Voi ricorderete che volont del Padre vostro che sta nei cieli che neppure uno di questi piccoli perisca , e, per conseguenza, che indispensabile al buon pastore la prontezza alla fatica, alle rinunzie e all'eroismo. Mirate dunque con animo di pastori questo vostro gregge, sparso per ogni dove sulla terra, oltre i monti e gli oceani. Non la brama di avventure, n l'altrui violenza li hanno indotti a percorrere nel sudore le vie del mondo ; ma quasi sempre il senso della personale dignit, risoluta a conquistare col lavoro il diritto ai beni necessari della vita, oppure l'ufficio amorevole di padre e di figlio verso la famiglia. Il dolce e legittimo sogno di tornare nn giorno nel caro borgo nativo con una indipendenza economica bastevole ad assicurare l'avvenire, ha prevalso sovente nell'emigrante sull'amarezza di lasciare ogni cosa diletta pi caramente
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Cfr. Io. 10.


Cfr. MATTH. 18, 11; Luc. 15, 3 e segg

Cfr. 1 Petr. 2, 25; 5, 4.


Cfr. MATTH. 18, 14.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

e dona la tempra al suo animo per affrontare (( quello strale che Parco dell'esilio pria saetta e per provare s come sa di sale lo pane altrui, e com' duro calle lo scendere e il salir per l'altrui scale .
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Ma quando spesso, particolarmente nell'inizio della nuova vita, il gravame dei sacrifici e delle rinunzie supera le animose previsioni! Il paese, le persone e le cose che lo circondano, il genere di lavoro, tutto e tutti sembra che congiurino contro di lui, determinando intime crisi di nostalgia e di abbattimento ! Il clima gli appare avverso, la lingua sconosciuta sembra rinchiuderlo in una penosa prigione; lo sguardo indifferente, e talvolta forse sprezzante, dei nativi l'offende; la scarsa conoscenza delle leggi e dei costumi gl'impediscono di muoversi a suo agio; una specie di incubo lo rappresenta a s stesso quasi naufrago in un'isola deserta. Non di rado gran parte di queste pene non cessano neppure quando egli abbia trovato lavoro e stabilit in una colonia di connazionali. Simili condizioni materiali e morali degli emigranti debbono ridestare nelle anime sacerdotali la stessa immensa piet che Ges prov nel mirare, un giorno, intorno a S le turbe fameliche, stanche e abbattute come pecore senza pastore . E se il sacerdote, che ne abbia il legittimo mandato, lascia al sicuro le novantanove pecorelle e parte per terre straniere affine di condurre a salvamento anche una sola, col dispersa, egli assaporer quell'intima gioia che Cristo partecipa ai suoi apostoli.
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Dunque, un amore soprannaturale per le anime, quanto pi possibile, simile, per estensione, intensit, disinteresse, a quello del divino Pastore, che non dubit di immolare la sua vita per tutti, deve porsi a fondamento di ogni vostro pensiero ed ispirare le vostre risoluzioni. Tale amore, quasi indistinto da quello che nutrite per il Redentore, consacrer, elevandoli, il naturale sentimento di simpatia verso i vostri connazionali, la spontanea inclinazione o il dovere dell'obbedienza in questo genere di apostolato, ogni azione di assistenza non strettamente spirituale. Da questa stessa fonte della carit attingerete il lume della scelta dei mezzi, la perseveranza nelle fatiche, la prudenza nei rapporti con le autorit locali, sia religiose che civili e padronali, quella condotta, cio, che assicura stabile efficacia ad ogni serio organismo. In una parola, la coscienza di buoni pastori sul modello di Ges : ecco lo <( spirito che deve presiedere nei vostri Comitati e nei vostri animi.
s

Par. 1 7 , 5 5 - 6 0 . MATTH. 9, 3 6 .

'

* Cfr. Luc. 1 5 , 3 e segg.

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2. Ma ogni genuina carit, secondo i ripetuti insegnamenti dello Spirito Santo, non sa rimanere inerte nelle regioni della pura contemplazione, n esaurirsi in sterili sentimenti ; bens freme di scendere alla concretezza dell'azione, conservando la sua divina caratteristica, l'universalit, e cio, verso tutti e con ogni mezzo. In tal modo l'Apostolo delle Genti, a cui la eccelsa compenetrazione nello spirito di Cristo dett l'incomparabile inno alla carit, pot dire di se stesso : Mi son fatto debole coi deboli...; mi son fatto tutto a tutti, per far tutti salvi )).
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Farsi tutto a tutti : ecco la norma pratica e quotidiana di ogni apostolato, in particolare del vostro, che ha come oggetto, nella gran parte dei casi, persone cui tutto manca e che in tutto attendono l'aiuto. Con intima sodisfazione abbiamo appreso che i programmi della Direzione delle Opere di Emigrazione per l'Italia e dei Comitati diocesani si sono lasciati guidare da quel principio. Questi ultimi in particolare, vogliono essere centri di studio dei problemi locali dell'emigrazione, preparare spiritualmente, socialmente e tecnicamente gli emigranti, aiutarli nello svolgimento delle <( pratiche necessarie all'espatrio, servendosi altres della generosa collaborazione di altre benemerite Associazioni, quali l'Azione Cattolica, le A C L I , la Pontifcia Opera di Assistenza, l'Onarmo, la protezione della Giovane. La preparazione spirituale e tecnica dell'emigrante certamente un prezioso servizio che la Chiesa, per vostro mezzo, rende ai suoi figli. Istruire gli emigranti nella lingua, negli ordinamenti e negli usi dei paesi ove andranno, spianare loro la strada e seguirli, non solo opera di squisita carit, ma via per legare col vincolo indistruttibile dell'affetto i figli alla loro Madre, la Chiesa. E come potrebbe essa tollerare il ripetersi dello squallido ed avvilente spettacolo, offerto ordinariamente, nello scorso secolo, dalle torme degli emigranti, gettati sulle navi a guisa di schiavi, privi di ogni elementare assistenza, trascurati e disprezzati al loro arrivo, spesso decimati dalle privazioni e dalle malattie? Siano rese grazie a Dio, che la scintilla della carit, accesa per la prima volta in loro favore da eroici missionari, come dall'infaticabile Vescovo Giovanni Battista Scalatomi coi suoi figli, i Missionari di S. Carlo, e specialmente da Santa Francesca Saverio Cabrini, degna antesignana di questo nuovo apostolato, si sia al presente tramutata in fervore stabile ed ordinato di carit.
9

Cfr. 1 Cor. 13. Ibid 9. 22.


XXIV, n. 12. 25-9-1957.

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47 - ACTA, V o l .

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La preparazione dell'emigrante, com' prevista dai programmi dei Comitati diocesani, ben merita il dispendio di forze e l'applicazione di persone tra le pi valide, sottratte possibilmente ad altri lavori ed uffici, massime in quelle diocesi, dove l'emigrazione pi diffusa. chiaro che non sar sempre facile d'improvvisare rapporti amichevoli con l'emigrato, che si conosce per la prima volta in terra straniera e, forse, dopo gli adescamenti subiti da parte interessata alla sua rovina spirituale. Ma se l'emigrante, gi prima della sua partenza, ha sentito palpitare per lui il cuore materno della Chiesa, sapr riconoscere dappertutto il suo volto e non si staccher dalle- ginocchia di Colei che lo ha prottto nei giorni tristi. Egli conserver gelosamente nel cuore il ricordo della giornata, in cui, mentre i familiari e gli amici gli dicevano addio, la comune Madre leniva prsso l'altare col divino conforto l'amarezza del distacco e gli assicurava indefettibile protezione. E quando, lungo il duro cammino dell'esilio, il suo mesto sguardo, inumidito spesso da segrete lacrime, s'imbatter nel simbolo della Croce, o in una sacra edicola, ovvero nel profilo aereo di una torre campanaria, eretta quasi vigile scolta della casa di Dio, il suo pensiero voler bens con amara nostalgia alla sua lontana chiesetta, depositaria di tanti teneri e pii ricordi ed affetti, ma nello stesso tempo irromper nel suo cuore un'onda di serenit e di fiducia, come se all'improvviso egli avesse incontrato sua madre. Convalidate, diletti figli, i vostri Comitati, rendendoli sempre pi attivi e generosi, e soprattutto agili nell'attuazione dei loro fini, mediante una stretta coordinazione fra il Centro direttivo e i singoli Comitati locali e fra la vostra organizzazione e quegli Enti e sodalizi che operano nel medesimo solco, in modo da riscuotere la considerazione e la benevolenza delle Autorit civili della nazione e degli Istituti internazionali addetti ai problemi della emigrazione. Per ottenere pi facilmente il loro appoggio, occorre rafforzare le intraprese atte a creare una opinione pubblica in favore degli emigranti, dei loro bisogni e della loro protezione. A ci contribuisce notevolmente la Giornata Nazionale dell'Emigrante , che da alcuni anni si celebra in Italia ed uno strumento efficace per ravvivare nei fedeli l'interesse e l'affetto verso tanti figli lontani. Fate che nessun emigrante abbia a lasciare il suolo della patria, senza aver prima conosciuto ed amato la Chiesa. Spetter a voi, che la rappresentate in mezzo al popolo, di darvi intieramente a tutti, studiando i loro problemi, indirizzandoli ai lavori pi confacenti, istruendoli ed aiu-

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tandoli, facendovi qnasi tramiti necessari fra gli emigrati e le loro famiglie rimaste in patria, per lenire le pene e scongiurare i pericoli delle protratte separazioni. 3. Lo spirito del buon pastore che innalza l'assistenza caritatevole alla dignit, dell'apostolato, si ha principalmente nel sacerdote che vive e lavora tra gli emigrati, fattosi egli stesso emigrato per Cristo. Desideriamo di accennare a qualche considerazione su questo argomento, poich l'attivit dei missionari della emigrazione, integrando e quasi coronando la vostra, concorrer a meglio illuminarla. L'importanza, che la Chiesa annette alle missioni tra gli emigrati, si pu arguire dal numero sempre crescente dei sacerdoti ad esse addetti. Mai, come al presente, schiere cos numerose condivisero l'esilio, sia forzato che volontario, dei loro fedeli. Essi meritano la riconoscenza e l'appoggio della Chiesa, che Noi non esitiamo a riconfermare, poich per primi siamo debitori a Cristo dell'ufficio di buon pastore. Ci rendiamo conto di quanto la loro vita sia intessuta di difficolt e di disagi, e come ogni ora della loro giornata , di per s, un olocausto offerto a Dio. Affinch tanta generosit consegua efficacemente lo scopo che ne attende la Chiesa, il missionario della emigrazione deve darsi premura di arricchire il proprio corredo di virt sacerdotali con quelle consone al suo ufficio, tra cui vorremmo menzionare alcune, ed in primo luogo, la retta intenzione e l'assiduit della preghiera. La prima gl'impedir di confondere la sua missione sacerdotale con una qualsiasi assistenza altruistica , che, per quanto mossa da nobili motivi, quale l'amor di patria, rimane inferiore alla dignit dell'apostolato, n vale a comunicare l'impulso di una costante, totale e disinteressata dedizione al prossimo. Il gregge, a sua volta, difficilmente sbaglia nel giudicare la rettitudine d'intenzione del proprio pastore, sapendo ben distinguere un missionario da un mercenario o da chi abbia l'ufficio di promuovere gl'interessi del proprio paese, sia pure in armonia con quelli degli emigrati. I missionari, come dice la stessa parola, sono inviati da Dio e dalla Chiesa per la cura spirituale delle anime. chiaro che alla effettiva rettitudine d'intenzione non si perviene che con l'assidua preghiera, necessaria a tutti e sempre, ma particolarmente indispensabile al missionario. In un genere di vita mossa, qual la sua, nell'isolamento anche fisico dai propri confratelli, sotto l'onere d'innumerevoli impegni, che tendono a isterilire lo spirito, la preghiera il riposo, la compagnia, l'alimento dell'anima sacerdotale. Insieme con queste virt interiori, sorgenti nascoste di energie, il

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missionario coltiver altres quelle esteriori, regolatrici dei rapporti coi fedeli e con le persone e le cose che lo circondano. Egli sar pastore vigile, prudente e paziente. Veglier con acuto spirito di osservazione per impedire che false dottrine e perversi costumi siano accolti dagli emigrati col pretesto dell'adeguamento alle circostanze locali. Ove il paese ospite intendesse promuovere la cosiddetta assimilazione degli stranieri, il missionario si adoperer affinch ci non venga fatto a spese dei diritti naturali o con danno dei valori religiosi e morali, spesso strettamente uniti con le patrie tradizionali. Curer altres che i lavoratori non siano fatti oggetto di illeciti profitti e li esorter ad osservare le norme stabilite dalle leggi. D'altra parte, egli si dar premura d'istillare negli emigrati anche la consapevolezza di ci che essi debbono al popolo che li ospita e che cerca di facilitare il loro progressivo adattamento alla nuova forma di vita, specialmente se si tratta d'intere famiglie che intendono di rimanere stabilmente in quella terra. Uno spiccato senso di prudenza occorrer inoltre al missionario nei rapporti con le autorit religiose e civili, in modo da coordinare gl'interessi dei fedeli con le particolari esigenze delle leggi e, possibilmente, coi giusti desideri delle persone investite di potere. Si danno talora condizioni di attrito, la cui soluzione sfugge alle sue possibilit ; ma in molti casi sufficiente la prudente moderazione degli atti e delle parole per stabilire un modo di vivere sodisfacente ambedue le parti. Nelle relazioni dirette coi fedeli il missionario sar l'uomo dalla inalterabile pazienza. A lui si chiedono gli uffici pi disparati ed umili, nelle ore meno opportune, non sempre coi modi pi propri. Ma la carit non misura i gradi della dedizione. Egli sar pronto ad improvvisarsi maestro, infermiere, minutante, procuratore presso i dicasteri civili, promotore di onesti trattenimenti, assaporando l'intima letizia dell'Apostolo nel farsi tutto a tutti. Proprio questi piccoli servigi, resi con animo lieto, fanno riconoscere all'emigrato la materna presenza della Chiesa. Alla comunit, poi,dei fedeli del luogo, e innanzi tutto ai loro pastori, si offre l'occasione di mostrare che la unit e la cattolicit della comune Madre, la Chiesa, sono anche oggid note vive ed operanti. Non basterebbero perci n una cortese tolleranza verso gli emigrati, n un sentimento di piuttosto sterile compassione o simpatia ; ma occorre un amore fattivo, simile a quello che contrassegnava le fervorose comunit cristiane dei primi secoli. A molti cattolici, sacerdoti e laici, oggi data dalla Provvidenza l'opportunit di rinnovare nelle loro parrocchie que-

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sta antica e perenne gloria del nome cristiano, e di manifestare al mondo circostante, diviso da tanti contrasti nazionalistici, quanto sia profondo nella Chiesa il senso della universalit. A nessun membro del Corpo mistico essa chiede quale sia il suo passaporto, prima di risolversi ad inserirlo nella vita della comunit e farlo partecipe dei propri beni spirituali e del proprio affetto. Diletti Agli! Nel concludere queste Nostre pastorali considerazioni, occorre forse ripetervi quanto sia degno ed elevato l'ufficio che la Chiesa vi ha affidato, designandovi Delegati nei Comitati di emigrazione? Dedicatevi di buon animo a continuare la splendida tradizione di carit e di apostolato, che nei disegni della Provvidenza non ha solo di mira, crediamo, il vantaggio immediato degli individui. Le vie delle salvifiche conquiste di Cristo sono infinite, come la storia dimostra. Il fenomeno della moderna emigrazione segue indubbiamente le sue leggi ; ma proprio della Sapienza divina servirsi dei fatti umani, talora anche tristi, per attuare disegni di salvezza a vantaggio dell'intiera umanit. In tal modo umili colonie di lavoratori cristiani possono trasformarsi in vivai di cristianesimo, l dove esso non mai penetrato, o dove forse se n' smarrito il senso. La vostra opera s'inserisce cos crediamo e speriamo nella trama della universale redenzione. Con tale visione vasta e confortante dinanzi agli occhi, adoperatevi di rendere sempre pi efficienti i vostri Comitati, ponendoli a servizio di Dio e delle anime. Affinch questo Nostro augurio si attui, eleviamo a Dio le Nostre suppliche, mentre impartiamo a tutti voi la Nostra paterna Apostolica Benedizione.

NUNTIUS

SCRIPTO

DATUS

AD EXMTJM P. D. GERARDUM PATRITIUM O'H ARA ARCHIEPISCOPUM-EPISCOPUM SAVANNENSEM IN MAGNA BRITANNIA DELEGATUM APOSTOLICUM, OB CONVENTUM (JAMBORE-MOOT-INDABA) IN (( SUTTON PARK )) INDICTUM, QUINQUA-

GESIMO VERTENTE ANNO AB INITA INSTITUTIONE DE (( SCOUTS )).

Nous sommes de cur au milieu de vous tous, chers Scouts catholiques, venus, avec vos jeunes camarades du monde entier, clbrer en Grande Bretagne dans la patrie mme du fondateur du scoutisme le cinquantenaire de ce vaste Mouvement. Par votre prsence nombreuse

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

au Jamboree du Jubil , vous manifestez la vitalit et l'expansion des diverses branches du scoutisme parmi la jeunesse catholique, et Nous Nous en rjouissons. Bien souvent d'ailleurs, Nos Prdcesseurs et Nous-mme avons adress vos ans Nos encouragements paternels; mais il Nous est agrable de vous redire en cette mmorable circonstance Notre satisfaction et Nos vux, et d'exprimer galement, par votre entremis, Nos cordiales flicitations aux chef s et aux milliers de membres de ce grand Rassemblement jubilaire. Le monde dans lequel vous vous prparez entrer, chers jeunes, est un monde difficile. Plusieurs fois depuis les origines de votre Mouvement, il a connu le flau de la guerre; aujourd'hui encore, en trop de rgions, bien des jeunes de votre ge souffrent de la misre et de la faim; et de redoutables divisions ne cessent d'agiter les peuples. Puissiez-vous, dans Cet oasis de verdure et de paix que constitue la beau site de Sutton Park, rflchir l'idal qui vous unit et recueillir aves un cur plein de gnrosit et d'esprance la magnifique leon de ce Jamboree ! Apprciez son juste prix votre idal de fraternit travers la diversit des patries, des langues et des races. Il vous invite vous mieux connatre, nourrir les uns vis--vis des autres des sentiments d'amiti comprhensive et les traduire en toutes circonstances par ces gestes de service dsintress qui sont l'honneur du scout. Que le Jamboree du Jubil soit, pour les nations qui vous ont envoys et vous regardent, l'image de cette fraternit loyale entre les hommes, laquelle vous devrez collaborer et dont le plus sr fondement est le Dieu unique, le Pre qui est dans les cieux. Portez galement le tmoignage d'une jeunesse saine, forte et joyeuse, selon l'idal que vous proclamez vous-mme. Votre style de vie trempe les caractres ; il forge des volonts capables, avec l'aide de Dieu, de rsister aux sollicitations du mal, si frquentes hlas en tant de milieux de vie. Dans un monde qui cde l'immoralit et s'abandonne avec insouciance aux facilits de l'existence, que ce Jamboree soit comme l'affirmation d'une jeunesse fire de sa loi de puret, de courage et de noblesse, qui n'est que l'cho de la morale inscrite par Dieu au cur de l'homme. Et, comme vous y invite la solennelle clbration du Saint Sacrifice de la Messe, qui vous rassemble autour de l'autel, levez votre idal de scout catholique, chers fils, la hauteur des leons du divin Matre, venu parmi nous pour servir et pour se donner. Soyez ardent dvelopper >en vos mes les vertus qui demain feront de vous des chrtiens convaincus,

Acta PU Pp. XII

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dociles leurs pasteurs t ayant le sens de leurs responsabilits dans la cit. Demeurez ouverts aux besoins spirituels et matriels des hommes, toujours prts travailler pour la cause de la vrit, de la justice et d[e la paix, qui est, en ce monde, la cause mme de l'Eglise de Jsus-Christ. En gage des grces les plus abondantes dans la poursuite de votre bel idal, Nous vous accordons de grand cur, chers fils runis au Jamboree de Sutton-Park, ainsi qu' tous les scouts catholiques de vos pays respectifs que vous reprsentez cette manifestation jubilaire, Notre trs paternelle Bndiction Apostolique. Du Vatican, le 1
er

juillet 1957.

P I U S PP. XII

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Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

ACTA SS. CONGREGATIONUM


SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS
i BRITTINORIENSIS ET SARSINATENSIS
DECRETUM
DE MUTATIONE F I N I U M DIOECESIUM

Ex emus P. D. Marius Bondini, Episcopus Brittinoriensis, et Excmus P. D. Carolus Bandini, Episcopus Sarsinatensis, quo aptius animarum bono sibi creditarum consulerent, ab Apostolica Sede nuper expostulaverant ut utriusque dioecesis fines ad loca Gaggiolo, Y oltre et Yaldinoce immutarentur. Sacra igitur Consistorialis Congregatio, attentis litteris Ordinariorum tum Brittinoriensis tum Sarsinatensis, vigore specialium facultatum sibi a Ssmo Domino Nostro Pio Divina Providentia Pp. X I I tributarum, porrectis precibus benigne adnuendum censuit. Quapropter suppleto, quatenus opus sit interesse habentium vel habere praesumentium consensu, praesenti Consistoriali Decreto, perinde valituro ac si Apostolicae sub plumbo Litterae datae forent, decernere dignata est ut territorium pagi Y oltre, domus Zotto, et octo quae sequuntur praediorum : i. e. Giardino, Rovere Nuova, Gualdo, Ca' Caciara, Ca' Cartone, Canova, Yenezia et Greppi, nunc dioecesi Sarsinatensi subiectum, ab eadem dioecesi Sarsinatensi separetur et Brittinoriensi dioecesi aggregetur; territorium vero praedii Casella in pago Y oltre et horum quae sequuntur praediorum et domorum in loco Yaldinooe exstantium, nempe : Bugra di sotto, Bugra di sopra, Casaccia, Petrella, Casetto, Lucerna, Canova 1 e II, Ca' di Becco, Gamberella I e II, Furbaiola, La Mendra, Fosso, Greppo, Strada I e II, F arietta, nunc ad dioecesim Brittinoriensem pertinens, ab eadem dioecesi Brittinoriensi distrahatur et dioecesi Sarsinatensi adiungatur, mutatis hac ratione utriusque dioecesis finibus. Ad haec autem perficienda Sacra Congregatio Consistorialis deputat Excium P. D. Marium Bondini, Episcopum Brittinoriensem, eidem tribuens necessarias et opportunas facultates etiam subdelegandi, ad

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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effectum de quo agitur, quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, facto onere mittendi quam primum ad eamdem Sacram Congregationem Consistorialem authenticum exemplar actus peractae exsecutionis. Contrariis quibusvis minime obstantibus. Datum Eomae, ex Aedibus Sacrae Congregationis Consistorialis, die 10 Ianuarii 1957. 83 Fr. A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. S. Iosephus Ferretto, Adsessor

II LISBONENSIS - LEIRIENSIS
DECRETUM DE FINIUM IMMUTATIONE Concrediti gregis spirituali bono apprime studentes, Emus P. D. Emmanuel S. R. E. Cardinalis Gonalves Cerejeira, Patriarcha Lisbonensis, et Exc. P. D. Iosephus Alves Correia da Silva, Episcopus Leiriensis, ab Apostolica Sede expostulaverunt ut paroecia vulgo Formigais nuncupata a Patriarchatu Lisbonensi separaretur et dioecesi Leiriensi adnecteretur. Haec Sacra Congregatio Consistorialis, praehabito favorabili voto Excmi P, D. Fernandi Cento, Archiepiscopi titularis Seleuciensis pierii et in Lusitania Apostolici Nuntii, rata huiusmodi immutationem animarum saluti cessuram, vigore specialium facultatum sibi a Ssmo Domino Nostro Pio Divina Providentia PP. X I I tributarum, oblatis precibus annuendum censuit. Quapropter, suppleto, quatenus opus sit, eorum interesse habentium vel habere praesumentium consensu, praesenti Consistoriali Decreto integrum territorium praefatae paroeciae Formigais a Patriarchatu Lisbonensi distrahit et dioecesi Leiriensi perpetuo adsignat cum suis domibus, bonis ecclesiasticis quibuslibet piisque fundationibus, mutatis hac ratione sive Patriarchatus Lisbonensis sive dioecesis Leiriensis finibus. Statuit insuper Sacra Congregatio, ut clerici in memorata paroecia legitimum habentes domicilium, statim ac praesens Decretum ad effectum deductum fuerit, dioecesi Leiriensi censeantur incardinati. Omnia acta et singula documenta praefatum territorium respicientia a tabulario Curiae Lisbonensis ad tabularium Curiae Leiriensis quam primum transmittantur.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Ad haec omnia exsecutioni mandanda eadem Sacra Congregatio Consistorialis memoratum Excmum P. D. Fernandum Cento deputat, necessarias et opportunas eidem tribuens facultates etiam subdelegandi, ad effectum de quo agitur, quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, onere imposito ad S. C. Consistorialem, cum primum fas erit, authenticum exemplar actus peractae exsecutionis remittendi. Quibus super rebus praesens edit Consistoriale Decretum perinde valiturum ac si Apostolicae sub plumbo Litterae datae forent. Datum Romae, ex Aedibus S. C. Consistorialis, die 25 Martii 1957, in festo Annuntiationis B. M. V. ' F r . A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. S. Iosephus Ferretto, Adsessor

III HOLLANDIAE
DECRETUM ERECTIONIS VICARIATUS CASTRENSIS Militantis Iesu Christi Ecclesiae cura semper studiumque fuit peculiares fidelium coetus opportunis spiritualibus instruere auxiliis. Hisce de causis, cum, ceteris assentientibus Excmis Hollandiae locorum Ordinariis, Exc. P. D. Bernardus Ioannes Alfrink, Archiepiscopus Ultraiectensis et pro spirituali militum hollandensium cura Administrator Apostolicus, enixe postulaverit ut pro Christifidelibus Exercitus Hollandiae Vicariatus Castrensis constitueretur, SSmus Dominus Noster Pius, Divina Providentia PP. X I I , oblatas preces excipere Suae Apostolicae caritatis sapientiaeque officium esse ratus, praehabito favorabili vot Exc. P. D. Pauli Giobbe, Archiepiscopi titularis Ptolemaidensis in Thebaide et Nuntii Apostolici, in Regno Hollandiae Internuntii Apostolici, postulatis benigne annuendum censuit. Quapropter, de consilio infrascripti Cardinalis S. Congregationis Consistorialis Secretarii, suppleto quatenus opus sit eorum interesse habentium vel habere praesumentium consensu, praesenti Consistoriali Decreto Vicariatum Castrensem Hollandiae erigit atque constituit. Hac ratione erectus Vicariatus Castrensis constabit : Vicario Castrensi, tribus Cappellanis maioribus, pro copiis respective terrestribus, aeris et maritimis, atque cappellanis minoribus, qui simpliciter militum cappellani nuncupabuntur.

Sacra Congregatio Consistorialis

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Sedes Vicariatus Castrensis eiusque Curiae Ultraiecti statuetur. Officium Vicarii Castrensis Hollandiae Archiepiscopus pro tempore Ultraiectensis per peculiare S. Congregationis Consistorialis Decretum obtinebit, qui proinde utramque cumulabit iurisdictionem. Vicario Castrensi competit iurisdictio ordinaria, personalis, tum fori interni tum fori externi, specialis et cumulativa cum iurisdictione Ordinariorum locorum, ad normam Instructionis De Vicariis Castrensibus a Sacra Congregatione Consistoriali die x x i n mensis Aprilis anni MCMLi editae. In stationibus seu praesidiis militibus reservatis primo et principaliter Vicarius Castrensis iurisdictionem exercet, secundario, quoties, scilicet, Vicarius Castrensis eiusque cappellani absint vel desint, semper autem iure proprio, Ordinarius loci atque parochus, initis, quatenus fas erit, consiliis cum Vicario Castrensi et militum ducibus. Vicario Castrensi facultas tribuitur constituendi Vicarium Delegatum seu pro-Vicarium, cui, congrua congruis referendo, munia conferuntur quibus Codex Iuris Canonici Vicarium Generalem instruit. Vicarii Castrensis iurisdictioni subduntur : 1. Sacerdotes saeculares et regulares qui munus cappellani militum pro spirituali cura copiarum Regni Hollandiae legitime exercent. 2. Universi Christifideles qui in copiis terrestribus, aeris et maritimis Hollandiae actu stipendia faciunt. 3. Omnes pariter fideles qui memoratis copiis addicuntur, dummodo legibus pro ipsis copiis latis adstringantur. 4. Familiae eorum qui sub numeris 2 et 3 recensentur, id est uxores, liberi, famuli, propinqui et necessarii qui cum illis in stationibus copiarum cohabitant vel extra patriam comitantur. 5. Omnes utriusque sexus fideles qui nosocomiis, eorumque accessionibus, aut scholis militaribus addicti sunt et ibidem cohabitant. 6. Omnes tandem Christifideles qui intra copiarum stationes habitant. Cappellanos omnes constituit, servatis servandis, Vicarius Castrensis. Cappellani maiores necessariis et opportunis facultatibus a Vicario Castrensi instruentur ; militum vero cappellani animarum sibi commissarum curam gerent ad normam memoratae Instructionis De Vicariis Castrensibus. Cappellani militum sive maiores sive minores, quoad ecclesiasticam disciplinam, potestati quoque Ordinarii loci in quo versari contingat subiiciuntur. Huic ergo in casibus urgentioribus et quoties Vicarius

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

Castrensis providere non poterit, fas est iii eos animadvertere etiam canonicis sanctionibus, si casus ferat, monito confestim Vicario Castrensi. Quoad militum cappellanos religiosos, si forte adsint, adamussim servetur Instructio De Cappellanis militum religiosis a S. Congregatione negotiis religiosorum sodalium praeposita die II mensis Februarii anni MCMLV edita. Ad matrimonium quod attinet subditorum Vicariatus Castrensis districte servetur praescriptum canonis 1097, 2 C. I. C, id est, (( pro regula habeatur ut matrimonium coram sponsae parocho celebretur, nisi iusta causa exscuset et accurate expleantur actus qui, ad normam iuris, celebrationem matrimonii praecedere et subsequi debent. In conficienda Relatione de statu Vicariatus Castrensis quae singulis trienniis Apostolicae Sedi debet exhiberi, Vicarius Castrensis quaesitis respondeat iuxta ea quae in Formula Servanda praescribuntur a S. Congregatione Consistoriali die xx mensis Octobris anni MCMLVI statuta. Vacante officio Vicarii Castrensis, nisi aliter ab Apostolica Sede provisum fuerit, regimen Vicariatus Castrensis, usque dum novus Archiepiscopus Ultraiectensis sedis possessionem ceperit, devolvetur ad proVicarium, si adfuerit; secus ad cappellanum maiorem qui ad normam canonis 106, 3 C. I. C. praecedit. Qui autem Vicariatus Castrensis regimen tunc assumpserit facultatibus fruetur atque oneribus adstringetur quae ius commune, congrua congruis referendo, Vicario Capitulari tribuit. Ipsius praesertim erit de assumpto officio S. Congregationem Consistorialem certiorem facere ab eaque instructiones impetrare. Ad haec exsecutioni mandanda Sanctitas Sua dictum Exc. P. D. Paulum Giobbe deputare dignata est opportunis et necessariis conlatis facultatibus etiam subdelegandi ad effectum de quo agitur quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, et onere imposito ad S. Congregationem Consistorialem quamprimum authenticum exemplar transmittendi actus peractae exsecutionis. Quibus super rebus praesens edi iussit Consistoriale Decretum, perinde valiturum ac si Apostolicae sub plumbo Litterae expeditae forent. Datum Romae, ex Aedibus Sacrae Congregationis Consistorialis, die XVI mensis Aprilis anni MCMLVII. g Fr. A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. S. Iosephus Ferretto, Adsessor

Sacra Congregatio Consistorialis

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IV M A R I A N O P O L I T A N A -, SANCTI HIERONYMI TERREBONAE


DECRETUM DE FINIBUS DIOECESIUM MUTATIONE,. Maiori animarum bono prospicientes, Etius ac Revmus P. D. Paulus Aemilius S. R. E. Cardinalis Lger, Archiepiscopus Marianopolitanus, et Excmus P. D. Amilianus Frenette, Episcopus Sancti Hieronymi Terrebonae, initis consiliis, ab Apostolica Sede nuper expostulaverunt ut : 1 . Les paroisses suivantes soient rattaches au diocse de SaintJrme : Saint-Eustache ; Saint-Agapit (St-Eustache sur le Lac) ; Saint-Joseph-du-Lac ; Marie-Mdiatrice (Pointe-Calumet) ; Anonciation B. V. M. (Oka) ; St. Charles (Lachenaie). 2. L'Evque de Saint-Jrme assume la dette contracte par les Rvrendes Surs Bndictines de Saint-Eustache-sur-le-Lac, en s'engageant payer l'Archevque de Montral la somme de deux cent mille dollars, celui-ci faisant remise par les prsentes d'une somme de cent mille dollars qu'il considre comme un don l'Evque de Saint-Jrme . Haec Sacra Congregatio Consistorialis, attento favorabili voto Exteri P. D. Ioannis Panico, Archiepiscopi titularis Iustinianensis et in Ditione Canadensi Delegati Apostolici, vigore specialium facultatum sibi a Ssmo Domino Nostro Pio, Divina Providentia PP. X I I tributarum, oblatis precibus benigne annuendum censuit. Quapropter, suppleto quatenus opus sit eorum interesse habentium vel habere praesumentium consensu, ab archidioecesi Marianopolitana separat praefatas sex paroecias, ^nempe Saint-Eustache, Saint-Agapit (StEustache-sur-le-Lac), Calumet), Saint-Joseph-du-Lac, (Oka) et Marie-Mdiatrice St-Charles (PointAnonciation B. V. M. (Lachenaie),

ipsasque dioecesi Sancti Hieronymi Terrebonae perpetuo adnectit, mutatis hac ratione memoratae archidioecesis dictaeque dioecesis finibus, ita ut posthac praedictae paroeciae una cum suis ecclesiis, oratoriis, domibus, bonis et piis fundationibus in earum territorio exstantibus, ad dioecesim Sancti Hieronymi Terrebonae pertinere censeri valeant ac debeant. Decernit insuper haec Sacra Congregatio Consistorialis ut Episcopus

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Sancti Hieronymi sibi solvendum suscipiat aes alienum ducentorum millium dollariorum, quo, ob sui monasterii aedificationem, gravantur Moniales Benedictinae S. Eustachii ad Lacum, fidemque insimul praebeat de eadem pecunia Archiepiscopo Marianopolitano tradenda. Statuit praeterea ut Clerici in memoratis paroeciis legitime exstantes, statim ac praesens Decretum ad exsecutionem deductum fuerit, illi dioecesi censeantur incardinati, cui eaedem paroeciae attributae fuerunt ; ac pariter ut omnia acta et documenta Clericos, fideles et bona temporalia paroeciarum, quibus supra innuimus, respicientia, a curia Marianopolitana ad curiam Sancti Hieronymi Terrebonae transmittantur. Ad haec omnia perficienda Sacra Congregatio Consistorialis deputat memoratum Excmum P. D. Ioannem Panico, necessarias et opportunas eidem tribuens facultates etiam subdelegandi, ad effectum de quo agitur, quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, onere imposito ad S. Congregationem Consistorialem quam primum remittendi authenticum exemplar actus peractae exsecutionis. Quibus super rebus praesens edit Consistoriale Decretum perinde valiturum ac si Apostolicae sub plumbo Litterae datae forent. Datum Romae, ex Aedibus S. Congregationis Consistorialis, die 16 Maii 1957. Er. A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. S. Iosephus Ferretto, Adsessor

V COLUMBENSIS - CHAPADENSIS
DECRETUM DE MUTATIONE FINIUM Maiori animarum bono prospiciens Exc. P. D. Armandus Lombardi, Archiepiscopus titularis Caesariensis Philippi et in Foederatis Brasiliae Civitatibus Apostolicus Nuntius, ab Apostolica Sede expostulavit ut territorium regionis septentrionalis municipii vulgo Corumb nuncupati a Praelatura nullius Chapadensi separaretur et dioecesi Co-

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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rumbensi adnecteretur, ita quidem ut ecclesiastici fines cum civilibus deinde conveniant. Sacra Congregatio Consistorialis, praehabito favorabili voto Excmi P. D. Ladislai Paz, Episcopi titularis Bubastitani et Administratoris Apostolici dioecesis Corumbensis, necnon Excmi P. D. Vinibaldi Talleur, Episcopi titularis Magydensis et Praelati nullius Chapadensis, vigore specialium facultatum sibi a Ssmo Domino Nostro Pio Divina Providentia PP. X I I tributarum, oblatis precibus benigne annuendum censuit. Quapropter, suppleto, quatenus opus sit, eorum interesse habentium vel habere praesumendum consensu, praesenti Consistoriali Decreto distrahit a Praelatura nullius Chapadensi territorium regionis septentrionalis municipii Corumb et dioecesi Corumbensi perpetuo adsignat cum suis domibus, bonis ecclesiasticis quibuslibet piisque fundationibus, mutatis hac ratione utriusque circumscriptionis ecclesiasticae limitibus. Statuit insuper Sacra Congregatio Consistorialis, ut clerici in memorato territorio legitimum habentes domicilium, statim ac praesens Decretum ad effectum deductum fuerit, dioecesi Corumbensi censeantur incardinati. Omnia acta et documenta praedictum territorium respicientia a Curia Chapadensi ad Curiam Corumbensem, cum primum fas erit, transmittantur. Ad haec autem perficienda eadem Sacra Congregatio Consistorialis memoratum Excmum P. D. Armandum Lombardi deputat, necessarias et opportunas eidem tribuens facultates etiam subdelegandi ad effectum de quo agitur quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, onere imposito ad eandem Sacram Congregationem Consistorialem quam primum remittendi authenticum exemplar actus peractae exsecutionis. Quibus super rebus praesens edit onsistoriale Decretum perinde valiturum ac si Apostolicae sub plumbo Litterae datae forent. Datum Romae, ex Aedibus Sacrae Congregationis Consistorialis, die 15 Iunii 1957.

8 Fr. A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. f S. Iosephus Ferretto, Adsessor

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

VI PUTEOLANAE ET AVERSANAE
DECRETUM DE FINIUM DETERMINATIONE Cum, palustribus quibusdam locis nuper exsiccatis, quaestio orta sit circa fines Puteolanam inter et Aversanam dioecesim, Excimus P. D. Alphonsus Castaldo, Archiepiscopus titularis Thessalonicensis, Administrator Apostolicus Puteolanus et Excmus P. D. Antonius Teutonico, Episcopus Aversanus, uberiori animarum bono prospicientes, supplices porrexerunt preces ut Apostolica Sedes sua auctoritate controversiam definitive dirimerei. Ssmus Dominus Noster Pius Divina Providentia PP. X I I , audita relatione infrascripti Cardinalis S. Congregationis Consistorialis a Secretis, oblatis precibus benigne annuendum censuit. Quapropter eadem Sanctitas Sua, suppleto quatenus opus sit interesse habentium vel habere praesumentium consensu, praesenti Consistoriali Decreto, perinde valituro ac si Apostolicae sub plumbo Litterae datae forent, decernere dignata est ut fines memoratarum dioecesium, Puteolanae scilicet et Aversanae, in territorio de quo agitur, iidem sint ac qui Municipium Pozzuoli a Municipio Giugliano dividunt, presse hac ratione statutis utriusque dioecesis finibus. Ad haec omnia exsecutioni mandanda Ssinus Dominus deputare dignatus est memoratum Excmum Ordinarium Puteolanum, tribuens ei necessarias et opportunas facultates etiam subdelegandi, ad effectum de quo agitur, quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, facto onere mittendi, quam primum ad eandem Sacram Congregationem Consistorialem authenticum exemplar actus peractae exsecutionis. Contrariis quibusvis minime obstantibus. Datum Romae, ex Aedibus S. Congregationis Consistorialis, die 9 Iulii 1957.

Fr. A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. S. Iosephus Ferretto, Adsessor

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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VII NOMINATIO Decreto die 16 Aprilis a. 1957 dato, Sacra Congregatio Consistorialis nominavit Excmum P. D. Bernardum Ioannem Alfrink, Archiepiscopum Ultraiectensem, Vicarium Castrensem Hollandiae.

SACRA CONGREGATIO DE RELIGIOSIS

i
DECRETUM SCHOLA TITULO (( MATER DIVINAE GRATIAE )) P R O MAGISTRIS PRAEFECTISQUE INSTITUTIONI ALUMNARUM IN STATIBUS PERFECTIONIS ADDICTIS IN URBE INSTITUITUR. Ex quo, sapientissima edens hortamenta, Pius X I I Pontifex Maximus religiosas mulierum sodalitates non semel ad vehemens provocavit studium, quo aptius vitae rationem Deo devotae servarent et munera hac aetate sibi praestituta implerent, factum est ut, auspice Sacra Congregatione Religiosis Sodalibus praeposita, peculiaris adhiberetur cura in novitiarum magistris instituendis, quippe quae essent perpetuae fundatrices Institutorum religiosorum. Qua ex parte hoc est non sine probatione et plausu commemorandum Foederationes Religiosarum Italicarum, Sacro illo Consilio favente, statuisse ut acroases fierent, quas novitiarum magistrae, a propriis Moderatricibus Generalibus delectae, obirent, et in quibus eae traderentur disciplinae, in tres annos partitae, quae ad gravissimum hoc officium recte gerendum magis essent idoneae. Re quidem vera plures novitiarum magistrae ab anno MCMLIII, quo peculiaria studia huiusmodi tractari coepta sunt, statis temporibus in Urbem convenerunt, ut egregios audientes doctores, iisdem excolerentur. Unde, Deo Optimo Maximo largiente, fructus iam percepti sunt nec modici nec leves.
48 - ACTA, vol. XXIV, n. 12. 25-9-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Cum ergo res tanti momenti laetis aucta sit incrementis, una atque firma doctrinae ratio statuenda esse videtur, quae in posterum quoque suam vim obtineat. Haec praeterea schola, ut nemo non animadvertit, multum potest ad fovendam animorum consensionem et ad concordem provehendam operam, ad quas aetate nostra religiosae mulierum sodalitates feliciter nituntur ; estque optandum ut, quantum fieri queat, omnibus Institutis facultas detur hasce acroases frequentandi, quibus sodales ad status sui perfectionem conformentur earumque vitae actio necessitatibus temporum nostrorum accommodetur, simulque discendi mentem et usum Ecclesiae, ad rem quod attinet, in ipsa nominis christiani sede principe. Opportunum ergo esse videtur ut unitas atque stabilitas huius institutionis, candidatarum, postulantium, novitiarum iuniorumque religiosarum magistris destinatae,iure sanciantur. Quibus omnibus rite perpensis, Sacra Congregatio negotiis Religiosorum Sodalium praeposita, de Sanctissimi mandato, praesenti hoc Decreto Scholam Mater Divinae Gratiae pro magistris praefectisque institutioni alumnarum in statibus perfectionis addictis quae appellatur, canonice erigit erectamque declarat, omnia ei tribuens iura et privilegia, quae, ad normam Codicis Iuris Canonici, studiorum sedibus religiosis competunt. Quae schola Sacrae Congregationi Religiosis Sodalibus praepositae immediate est obnoxia ac peculiaribus Statutis regitur, ab eodem Sacro Consilio approbatis. Omnibus quibusvis nihil obstantibus. Datum Romae, ex Aedibus Sacrae Congregationis de Religiosis, die 15 mensis Martii anno 1957.

VALERIUS Card. VALERI, Praefectus L. S. P. Arc. Larraona, a Secretis

Sacra Congregatio de Religiosis

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II
DECRETUM INSTITUTUM PONTIFICIUM (( IESUS MAGISTER )) IN U R B E ERIGITUR Sacra Congregatio Negotiis Religiosorum Sodalium praeposita, quo melius tutiusque in dies viri Deo dicati, evangelica consilia in religiosis Sodalitatibus laicalibus aliisve similibus Institutis profitentes, aptiores, evadant in promovenda propria et aliorum sanctificatione, atque in discipulorum animis christiana veritate ac virtute imbuendis, quod sane praecipuum est munus ipsis ab Ecclesia concreditum, excellant, in Audientia Emo Domino Cardinali Praefecto, die 5 Martii 1957, concessa, facultatem obtinuit a Ssmo Domino Nostro Pio Pp. X I I altioris culturae religiosae Institutum, huic peculiari fini destinatum, Romae condendi et Pontificio nomine decorandi. Quare eadem Sacra Congregatio, suprema ac benevolenti Summi Pontificis auctoritate fulta, Institutum, de quo supra et quod Pontificium vocatur, ipsiusque moderatione regendum, praesentis Decreti forma et tenore, hac in Alma Urbe, titulo Iesus Magister , erigit atque erectum esse declarat. Cetera vero omnia quae ad loca, consilium directivum, studiorum rationem, titulos conferendos, professores et alumnos pertinent, in Statutis praedicti Pontificii Instituti rite definientur. Contrariis quibuslibet non obstantibus. Datum Romae, ex Aedibus S. C. de Religiosis die 1 mensis Iulii, Pretiosissimo Sanguini D. N. I. C. sacro, a. 1957.

VALERIUS Card. VALERI, Praefectus L. $ S. P. Arc. Larraona, a Secretis

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Acta Apostolicae Sedis -

Commentarium Officiale

S. CONGREGATIO DE PROPAGANDA FIDE

i INSULARUM TONGA ET NIUE


DECRETUM DE N O V O VICARIATUS APOSTOLICI TITULO Quo pressius nomina circumscriptionum ecclesiasticarum particula^ ribus rerum adiunctis responderent, preces ad hanc Sacram Congregationem de Propaganda Fide porrectae sunt ut Vicariatus Apostolicus Insularum Tonga in futurum appellaretur Vicariatus Apostolicus Insularum Tonga et Niue. Quas preces eadem Sacra Congregatio benigne excipiens, vigore facultatum sibi a Sanctissimo Domino Nostro Pio Divina Providentia Papa X I I tributarum, per praesens Decretum statuit Vicariatum Apostolicum Insularum Tonga deinceps Vicariatum Apostolicum Insularum Tonga et Niue nuncupari. Datum ex Aedibus eiusdem Sacrae Congregationis de Propaganda Fide, die 22 mensis Martii a. D. 1957. P. Card. FUMASONI BIONDI, Praefectus L. S. f P. Sigismondi, Archiep. tit. Neapolitan. in Pisidia, a Secretis

II DE KONTUM - THAKHEKENSIS
DECRETUM DE FINIUM IMMUTATIONE Quo melius aptiusque consuleretur bono animarum in provincia vulgo Attopeu nuncupata, quae quidem est regni Laotiani pars sed hucusque comprehensa in territorio Vicariatus Apostolici de Kontum sub ditione reipublicae Vietnamensis, huic Sacro Consilio Christiano Nomini

Sacra Congregatio de Propaganda Fide

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Propagando visum est eandem provinciam ab ipso Vicariatu Apostolico de Kontum esse distrahendam ut Praefecturae Apostolicae Thakhekensi, in praedicto regno Laotiano positae, adnecteretur. Itaque, audito favorabili voto Eeverendissimi Domini Iosephi Caprio, Regentis Apostolicam in Indosina Delegationem pro meridionali parte Vietnamensi, necnon utriusque Ordinarii memoratarum circumscriptionum, Sacra haec Congregatio, vigore specialium facultatum sibi a Sanctissimo Domino Nostro Pio Divina Providentia Papa X I I concessarum, re mature perpensa, supradictam provinciam Attopeu a Vicariatu Apostolico de Kontum distraxit eandemque Praefecturae Apostolicae Thakhekensi adnexuit. In cuius rei memoriam praesens Decretum confici mandavit. Datum Romae, ex Aedibus Sacrae Congregationis de Propaganda Fide, die 4 mensis Aprilis a. D. 1957. P. Card. FUMASONI BIONDI, Praefectus L. S. f P. Sigismondi, Archiep. tit, Neapolitan. in Pisidia, a Secretis

SACRA CONGREGATIO DE SEMINARIIS ET STUDIORUM UNIVERSITATIBUS

DECRETUM CATHOLICA STUDIORUM UNIVERSITAS A (( S A N C T O THOMA DE VILLANOVA )) C A N O NICE ERIGITUR IN U R B E HABANENSI, DITIONIS CUBANAE. Adolescentium animis fingendis catholica Ecclesia per saeculorum decursum materna semper sollicitudine operam dedit, quum nihil salubrius cogitaret quam teeras mentes Veritate illa imbuere qua enutriti snffultique homines temporalem aeternamque vitam expendere atque aestimare valeant, neque ulli unquam labori pepercit quo plures in dies scholas aperiret ad excolendam erudiendamque novam populorum sobo-

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

lem quae posteris apte vitae lampada traderet . Quod summus Ecclesiae Doctor Sanctus Augustinus integro suae vitae tempore praestitit, humanarum litterarum magister qui pastor christifidelium effectus animos ad divinorum contemplationem evehebat. Praeclarissimi autem Hipponensis Doctoris filii Patris vestigia impigra industria sectantur et in Europae et in Americae Regionibus domicilia humanorum ac religiosorum studiorum condendo non solum elementara atque media quibus pueri probe instituantur, sed etiam superiora, scientifica methodo digesta, quae Athenaea vocantur. Magnam sane laudem sibi vindica ver unt in artium arte iuvenes superioribus disciplinis liberaliter educandi religiosi viri Ordinis Fratrum Eremitarum Sancti Augustini Provinciae quae in Foederatis Statibus Americae Septentrionalis a Sancto Thoma a Villanova appellatur, quorum sociatis opibus viribusque in capitali urbe Insulae Oubanae studiorum Universitas gradatim est efformata, qua ad artes litteras scientias catholice adduceretur lectissima iuventa nobilissimi populi qui linguam atque humanum civilemque cultum a catholica Hispania acceperat. Nostro enim ineunte saeculo, a. D. MCMI, in metropoli Habanensi scholas instauraverunt quarum incrementum per annos amplius quadraginta sedula navitate conciliaverunt. Anno tandem MCMXLVI aedes amplissimas exstruendas susceperunt in quibus altiorum scientiarum Facultatum sedes posuerunt; quod tam prospero exitu cessit ut post decem annos alumni, qui minimus grex erant, in plurimos excreverunt sex Facultatibus comprehensos, Philosophiae Litterarumque, Paedagogiae Artiumque figurativarum, Iuris, Commercialium Disciplinarum, Liberalium Artium ac Oeconomiae, Scientiarum Technicarum (Sectionibus distinctis quibus Machinarii, Chemici, Architectis, Pharmacopolae instituuntur). Feliciter hoc primo decennio transacto, supremi tam ecclesiasticae Hierarchiae quam Rei Publicae Moderatores ab Apostolica Sede supplices postulaverunt, una cum Priore Generali Ordinis Eremitarum Sancti Augustini, ut florens hoc Athenaeum canonica erectione stabiliter firmaretur ac in aevum probaretur. Perpensis igitur rogatoriis instantissimis litteris Eminentissimi ac Reverendissimi P. Domini Emmanuelis S. R. E. Cardinalis Arteaga y Betancourt, Archiepiscopi Sancti Christophori de Habana, Excellentissimi Domini Nuntii Apostolici, necnon ipsius Clarissimi Cubanae Nationis Praesidis qui civiles ipsos magistratus Athenaeum a Religiosis viris Sancti Augustini rectum maximi facere plane testatur, Sacra Congregatio de Seminariis et studiorum Universitatibus, iteratae petitioni eius-

Sacra Congregatio de Seminariis et studiorum universitatibus

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dem Cubani Athenaei obsecundans, post perspecta approbataque eius Statuta, ipsum canonice erigendum ad normam can. 1376 C. I. C. sol lemniter deliberavit. Quapropter eadem Sacra Congregatio, auctoritate a S'mo D. N. Pio Div. Prov. Pp. X I I sibi peculiariter concredita, ad gloriam Dei O. M., Sanctae Ecclesiae incrementum animarumque salutem Catholicam Studiorum Universitatem a Sancto Thoma de Villanova nuncupatam (vulgo Universidad de Santo Toms de Villanueva ) in metropolitana civitate Insulae Cubanae fauste ortam prospereque augescentem, cum Facultatibus quibus nunc constat, constituit erigit atque in perpetuum erectam declarat, agnitis omnibus iuribus honoribus privilegiis quae ad huiusmodi Athenaea in universo Catholico Orbe de more pertinent, ac insuper iubet ut omnia ad effectum traducantur quae memorata Statuta tum de coetu ad regimen administrationemque definiunt cum de magistrorum alumnorumque officiis praecipiunt. Sacra denique eadem Congregatio laudatum Archiepiscopum Metropolitanum Sancti Christophori de Habana, Ordinarium loci, Catholicae studiorum Universitatis a Sancto Thoma de Villanova Magnum Cancellarium constituit edicitque, qui nomine Sanctae Sedis rite praesit invigiletque ; ceteris servatis de iure servandis; contrariis quibuscumque minime obstantibus. Datum Romae, ex aedibus Sancti Callisti, d. iv m. Maii, in Festo S. Monicae, a. D. MCMLVII. I. Card. PIZZARDO, Ep. Albanen., Praefectus L. & Sf C. Confalonieri, Archiep. Mcopolitan., a Secretis

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

SACRA CONGREGATIO RITUUM

ROMANA SEU VIEDMEN.


BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS SERVI DEI ZEPHYRINI NUMUNCUR, IUVENIS LAICI, ALUMNI SOCIETATIS S. FRANCISCI SALESII. SUPER DUBIO An signanda sit commissio introductionis causae in casu et ad effectum de quo agitur. Ad divini verbi satores propagatoresque universum terrarum orbem christianae doctrinae lumine collustrare christianisque moribus informare pertinet. Christus namque Dominus, in caelum mox ascensurus, Apostolis suis praecipit : (( Euntes in mundum universum, praedicate Evangelium omni creaturae)) (Me. 16, 15). Cui mandato Apostoli oboedientes, quum virtute ex alto essent induti (cfr. Luc. 24, 49), profecti praedicaverunt ubique (Me. 16, 20), et quidem in omnem terram exivit sonus eorum et in fines orbis terrae verba eorum (Rom. 10, 18), traditumque verbum, mundi potestatibus immane saepe reluctantibus, sanguine confirmavere. Post Apostolos alii in eorum subierunt locum, atque horum praeclaris facinoribus, tota in texitur Ecclesiae historia. Novis quidem, per aevi successionem, orbis detectis regionibus, Evangelii praecones ad eas convolarunt, ut gentibus in umbra mortis sedentibus Christi lumen inferrent. Sane elapso saeculo, S. Ioannes Bosco, Salesianae Societatis conditor, dilectum discipulum Ioannem Cagliero, postea S. R. E. Cardinalem, aliosque sodales in Patagoniae regiones misit, qui gentes illas ad fidei lumen perducerent easque ad ulteriorem humanitatem cultioremque vitam, christiana religione auspice, advocarent. Quibus ex gentibus, Araucana illa, cuius praecipua gloria bellica virtus ac furor, latissime pa tebat eaque Patagonicae regionis dominium usque ad annum circiter 1888 tenuit. De huius gentis radice egressa est virga, et flos ex sinu eius ascendit spiritusque Domini super eum requievit, Zephyrinum di-

Sacra Congregatio Rituum

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cimus Namuncur, de cuius introducenda causa apud S. Rituum Congregationem disceptatum est. Natus est hic Servus Dei in loco Chimpay ad Flumen Nigrum in Patagonia (Argentina), patre Emmanuele Namuncur, maximo inter Pamparum duces, matreque Rosaria Burgos, qui, licet baptizati, ad paganorum mores adhuc vivebant, die 26 mensis Augusti a. 1886 dieque 24 Decembris a. 1888 baptismi lavacro a Salesiano sacerdote Dominico Milanesio regeneratus est. Viridantium qui circa eminent plaridus montium conspectus, Andinorum lacuum splendor caelique, qui sursum munitus videtur, perspicuitas, una cum serenae vitae ratione, quae in humili tugurio traducebatur in pueri animo placatae lenitatis notam impresserunt, quae ex toto corporis habitu dein dimanabat. Bellicosa, e contra, facinora, quae per longas silentesque noctes hiemales enarrabat pater, maiorumque praeclara gesta, eius pectus caritatis ardore in propriam gentem inflammarunt. Paternis gregibus pascendis addictus, parentes dilectione pietateque prosequebatur puer. Ad duodecimum usque aetatis annum paternas secutus est vices. Vividiore ditatus ingenio, cum pater Reipublicae Argentinae Gubernio sese submisisset, eodem Gubernio auxiliante, Salesianorum Collegio in Bonaerensi civitate, mense Augusto vertente a. 1897, instructionis educationisque gratia concreditus est, quum nemo unus esset vir, quo magis innixa res Araucana staret. Primum studiorum curriculum sedulo emensus est, mirae erga Deum pietatis exempla praebens, qua adeo eius ardebat animus, ut sua quasi sponte ad superna traheretur ; suavi namque quodam sensu se commoveri experiebatur, caelestem catholicae religionis pulchritudinem considerans eiusque sectatorum caritatem et benevolentiam. Ex hoc autem flagrantissimae pietatis fonte Zephyrinus alimentum pariter atque incitamentum sumebat ad ceteras quoque virtutes excolendas, quibus in exemplum et aedificationem omnibus praelucebat. Die 8 Septembris a. 1898, aetatis duodecimum agens annum, Christi Corpore pientissime primum se reiecit, et exinde, Sacramenta, quibus ad sanctitudinem provehitur Christifidelis, assidue frequentabat. Die autem 5 Novembris mensis insequentis anni sacro linitus fuit chrismate. Quo eius valetudini aptius consuleretur, anno 1901 ad urbis Viedmensis Collegium transductus est. Superno quodam afflatu ad altaris ministerium se inclinatum sentiebat atque ad infideles suae gentis veritatis nuntium deferre percupiebat et humani civilisque cultus incrementum apud eosdem fovere ; hinc discendi cupiditate, christianam praesertim doctrinam, exar-

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

dbat et omnium virtutum, quas ex Salesianorum schola optime didicerat, exemplar fuit celebratus. Religiosis dein studiis quo facilius vacaret eiusque valetudini melius consuleret, Excihus Ioannes Cagliero, Patagoniae Vicarius Apostolicus, tum Archiepiscopus Sebasten. renuntiatus, habito patris Famuli Dei consensu, eum secum in Italiam adduxit. Augustam Taurinorum die 13 Augusti a. 1904 pervenit, et continuo ibi inter condiscipulos emicuit virtutibus, sicut et postea in Collegio Villa Sora in amoenissimo Tusculani agri loco. Eodem anno, die 27 Septembris, cum praedictus Excmus Vir iucundum Sancto Pontifici Pio Decimo nuntium de christianae fidei ferret incrementis in dissitis Patagoniae regionibus, ubi exculta a Salesianis vinea Domini late ramos protendit suos, laetamque attulit fructuum optimorum copiam, Zephyrinum nostrum Sancto eidem Pontifici veluti fulgidam gemmam et tropaeum apostolatus inter gentes exhibuit. Cum vero Dei Famulus aetate, sapientia et gratia apud Deum et homines proficeret, tabes, qua laborabat, in dies ingravescebat. Quam ob rem, studiis derelictis, die 28 Martii anni 1905 in Romano valetudinario Fratrum S. Ioannis de Deo in insula Tiberina exceptus, morbi dolores hilari vultu mirandaque patientia pertulit, ad Dei voluntatem se continue conformans. Extremis Ecclesiae sacramentis rite pieque susceptis, eximiis ditatus virtutibus et sanctitatis fama ornatus, die 11 mense Maio anno 1905, undevicesimo aetatis suae anno nondum expleto placide ad superos evolavit. Iustis funebribus rite persolutis, eius corpus prius in Urbis coemeterio ad agrum Veranum conditum, anno 1924 in patriam est translatum, et nunc in loco Fortn Mercedes , in antiqua Salesiana Missione, quiescit, eiusque sepulchrum magna populi frequentia celebratur. Gratiae, ni forte et miracula, uti fertur, eius apud Deum intercessione, obtenta asseruntur. Interea autem sanctitudinis opinio, quam Zphyr inus iam inde a suo in venerat obitu, in dies magis apud Christifideles percrebruit. Hinc factum est ut in Curia Vicariatus Urbis ordinaria auctoritate inquisitio super fama sanctitatis vitae, virtutum et miraculorum in genere praedicti Dei Servi ad iuris normam instituta fuerit, et quidem a die 2 Maii anni 1944 ad diem 6 Octobris a. 1948 ; per rogatorias, quae clicuntur, litteras, processus adornati sun| in Curiis ecclesiasticis Taurinen., Viedmen. et Bonaren., qui omnes dein in Actis S. Rituum Congregationis exhibiti riteque aperti sunt. Plurimi interim sacrorum

Sacra Congregatio Rituum

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Antistites necnon Rector Maior Societatis Salesianae Beatissimo Patri adhibuerunt preces causae introductionem postulantes. Servatis itaque de iure servandis, Sacra eadem Congregatio, scriptis perpensis eidem Servo Dei tributis, die 10 Iunii anno 1949, ad ulteriora psse procedi edixit. Eapropter Emus ac Revmus Dominus Benedictus Cardinalis Aloisi Masella, Episcopus Praenestin., causae ipsius Ponens seu Relator, instante Revmo Domino Iulio Bianchini, Societatis S. Francisci Salesii Postulatore Generali, in ordinariis S. Rituum Congregationis comitiis diei 11 Decembris 1956 ad Vaticanum habitis, sequens dubium discutiendum proposuit, videlicet : An signanda sit commissio introductionis causae in casu et ad effectum de quo agitur. Emi autem et Revmi Ecclesiae Patres, sacris ritibus tuendis praepositi, relatione Cardinalis Ponentis auscultata auditisque Officialium Praelatorum, et praesertim R. P. D. Silvii Romani, Fidei Promotoris Generalis, suffragiis, omnibus accurate perpensis, rescribere censuerunt : Affirmative, seu signandam esse commissionem, si Sanctissimo placuerit. De praemissis postmodum a subscripto Cardinali facta Ssmo D. N. Pio Papae X I I fideli relatione, Sanctitas Sua, sententiam S. Rituum Congregationis ratam habens, commissionem introductionis causae Servi Dei Zephyrini Namuncur, iuvenis laici, Sua manu signare dignata est. Datum Romae, die 3 mensis Martii, A. D. 1957. C. Card. CICOGNANI, Praefectus L. S.

f A. Carinci, Archiep. Seleuc, a secretis

II PERUSIN. SEU TRECEN.


BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS S E R V A E DEI FRANCISCAE SALESIAE AVIAT, FUNDATRICIS CONGREGATIONIS S O R O R U M OBLATARUM S. FRANCISCI SALESII. SUPER DUBIO An signanda sit commissio introductionis causae in casu et ad effectum de quo agitur. Decimo septimo ineunte saeculo, singulari Dei consilio Franciscus ille Salesius datus est Ecclesiae, qui, cum se ipsum amabile sanctitatis exemplum praeberet, tutam expeditamque christianae perfectionis viam

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

verbo et exemplo commonstravit. Germanam pietatis notionem ab ea asperitate, quae animos in virtutis exercitatione terrendo dbilitt, distinguendo, quamvis illo aequo rigore eam non exuat qui christianae disciplinae congruit, totus est ut ostendat sanctitatem cum omnibus civilis vitae officiis condicionibusque quemvis accomodate ad salutem posse degere, modo ne mundi spiritum hauriat et imbibt. Singularem itaque suavitatis cum fortitudine coniunctionem in spirituali huius Ecclesiae Doctoris disciplina admiramur. Ipso magistro discimus revera quam suave sit iugum Domini quamque sit onus eius leve (Cfr. Mt. 11, 30). Haec spiritualis vitae principia ipse Salesius ad gubernationem Instituti Monialium a Visitatione a semet conditi accommodavit, et deinde per temporum decursum non unus fuit inter Sodalitatum conditores, qui ad hunc spiritum et rationem virorum vel mulierum congregationes finxerit et conformaverit. Quos inter merito recenseri potest Francisca Salesia Aviat, Fundatrix Congregationis Sororum Oblatarum S. Francisci Salesii, de cuius introducenda beatificationis causa nuperrime est actum. Anno Domini 1841, die 16 mensis Septembris, in civitate Szanne dioecesis Catalaunensis, ortum habuit haec Dei Serva ex honestis parentibus Theodoro Aviat et Rosa Aemilia Caillot. Horum cura christianis imbuta moribus, sex fere annos nata Monialibus a Visitatione in urbe Trecensi educanda et instituenda tradita est. Die 2 Iulii anno 1856 primum se Angelorum Pane reiecit sacroque chrismate est inuncta. Exinde, magistra Venerabili Maria Salesia Chappuis ac conscientiae moderatore Servo Dei Ludovico Brisson, qui spiritum S. Francisci Salesii eam optime docuerunt, adeo in pietatis ac virtutis semita profecit, ut aequalibus exemplo esset optimamque de se ibidem memoriam reliquerit. Annum decimum et sextum agens domum reversa paternam, veluti angelus familiae exstitit. Honestas sibi oblatas nuptias, se totam Deo dicare cupiens, praefracte recusavit. Cum autem semel iterumque religiosum habitum in eodem monasterio a Visitatione expostulaverit, eiusdem Matris Chappuis hortatui, donec Dei voluntas manifestius sibi pateret, stetit. Interea famula Dei miseram materialem ac moralem puellarum condicionem in officinis degentium agnoscens, sese ad easdem adiuvandas vocatam persensit; ita ut eidem sacerdoti Brisson, qui Institutum ad eundem finem condere animo volvebat, die 18 Aprilis 1866 libentissime adhaereret, novi Instituti Oblatarum a S. Francisco Salesio appellati prima Soror effecta. Una cum socia Lucia Canuet, die 30 Octobris a. 1868, religiosas vestes induit, nomine Francisca Salesia assumpto ; vota autem die 11 Octobris a. 1871 emisit.

Sacra Congregatio Rituum

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Nova Congregatio inde ab initio scholis aliisque operibus puellis opificibus recipiendis educandisque operam dedit. Iam anno 1872 laudem Sanctae Sedis obtinuit atque Serva Dei Generalis Antistita electa est; quod munus per septennium retinuit, filiabus suis exemplar virtutum se praebens. Ab anno vero 1881 ad a. 1889 domum Parisiensem moderata est. Per quadriennium postea omni munere libera, nonnullas contrarietates, accusationes et calumnias est passa. Die 12 Septembris 1893 iterum Suprema Antistita eligitur, quo in numere ad mortem usque remansit. Eius interea Institutum per Galliam, per Europae regiones ac per transmarinas etiam terras magno cum Ecclesiae ac civilis societatis profectu late se propagabat. Magna autem contra Ecclesiam et religiosos Ordines persecutione exorta, anno 1903 Galliam deserere coactae sunt Sorores, ita ut huc illuc aufugere debuerint. Serva Dei ad Perusinam domum se contulit, quae exinde princeps Congregationis effecta est. Nihil de sua actuositate remittens, Francisca nostra opus suum omni conatu, multis etiam susceptis itineribus, firmare atque augere sategit. Summopere quoque ei cordi fuit, ut Regulae a Ludovico Brisson primum sapienter dispositae atque anno 1890 et decennio post ad tempus ab Apostolica Sede adprobatae, in perpetuum confirmarentur ; quod sane anno 1911 feliciter contigit. Tot curis et laboribus pro Dei gloria, Instituti bono animarumque salute exantlatis, Famula Dei die 10 Ianuarii a. 1914, Perusiae, in Domino placidissime obdormivit, non parvam sanctitatis famam relinquens. Qua autem perdurante, immo in dies crebrescente, canonicae inquisitiones ordinaria potestate in Curiis Perusina et Trecensi institui coeptae sunt a. 1929, et rogatoriales, qui audiunt, processus Versaliis, Parisiis, Catalan ni, Lincii et Vindobonae confecti sunt atque Romam delati. Quibus postulatoriae litterae trium Purpuratorum Patrum, quamplurium Excmorum sacrorum Antistitum, et Generalium Moderatorum Ordinum et Congregationum, introductionis causam obnixe petentes, postmodum accessere. Servatis itaque de iure servandis, Sacra Rituum Congregatio die 8 Iulii a. 1936, scriptis perpensis eidem Famulae Dei tributis, ad ulteriora procedi posse edixit. Quapropter Emus ac Revmus Dominus Benedictus Cardinalis Aloisi Masella, Episcopus Praenestin., vice Emi ac Revmi Domini Friderici Cardinalis Tedeschini, Episcopi Tusculan., causae Ponentis seu Relatoris, instante Revmo P. Dominico Balducelli, Superiore Generali Instituti Oblatorum S. Francisci Salesii atque huius

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

causae Postulatore, in ordinariis S. Rituum Congregationis comitiis die 5 Februari a. 1957 ad Vaticanum habitis, sequens dubium discutiendum proposuit: An signanda sit commissio introductionis causae in casu et ad effectum de quo agitur. Emi autem ac Revmi Patres, sacris ritibus tuendis praepositi, auscultata relatione Cardinalis Ponentis auditisque Officialium Praelatorum ac praesertim R. P. D. Silvii Romani, Fidei Promotoris Generalis, suffragiis, omnibus mature perpensis, rescribere censuerunt : Affirmative, seu signandam esse commissionem, si Sanctissimo placuerit. De praemissis autem omnibus facta Ssmo D. N. Pio Papae X I I fideli relatione, Beatissimus Pater, sententiam S. Rituum Congregationis ratam habens, Commissionem introductionis causae Servae Dei Franciscae Salesiae Aviat, propria manu signare dignatus est. Die 9 Aprilis, anno Domini 1957. C. Card. CICOGNANI, Praefectus f A. Carinci, Archiep. Seleuc, Secretarius

III
DECLARATIO C I R C A DUBIUM D EF O R M AP A R A M E N T O R U M Quum plurimi sacrorum Antistites aliique ecclesiastici viri a Sancta Sede crebro petierint, iuxta Responsum die 9 Decembris 1925 datum (cfr. A. A. S. v. X V I I I a. 1926, p. 58), licentiam conficiendi et adhibendi paramenta pro Missae sacrificio sacrisque functionibus prisca concinnata forma, Sacra haec Rituum Congregatio prudenti Ordinariorum iudicio remittendum esse censuit utrum, attentis peculiaribus rerum locorumque adiunctis, ea paramenta permitti possint, necne. Curent tamen locorum Ordinarii in hoc iudicio ferendo, ut sanctitati et decori divini cultus quam maxime prospiciatur, neque sinant a probata disciplina circa sacrarum vestium formam temere atque inconsulte recedi, immo omni cura eas mutationes prohibeant, quae perturbationes producere et fidelium animos in admirationem inducere possint. Romae, die 20 Augusti 1957. C. Card. CICOGNANI, Praefectus L. S. f A. Carinci, Archiep. Seleuc, a Secretis

Diarium Romanae Curiae

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DIARIUM ROMANAE CURIAE


Sabato, 7 settembre 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza il Dottor JOS MARIA DELGADO, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario delle Isole Filippine, per la presentazione delle Lettere Credenziali.

SACRA

CONGREGAZIONE

DEI

RITI

Marted, 9 aprile 1957, nel Palazzo Apostolico Vaticano, si adunata la S. Congregazione dei Riti preparatoria, nella quale gli Emi e Revmi Signri Cardinali, i Revmi Prelati Officiali, i Revmi Consultori teologi hanno discusso sulla eroicit delle virt della Serva di Dio Maria di Ges D'Oultremont, fondatrice delle Suore di Maria Riparatrice. Marted, 7 maggio 1957, nel Palazzo delle Congregazioni a S. Callisto, alla presenza di Sua Eminenza Revma il Signor Cardinale Benedetto Aloisi Masella, vescovo di Palestrina, Ponente o Relatore della Causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Vitale Giustino Grandin, vescovo di S. Alberto, della Congregazione degli Oblati di Maria Immacolata, si adunata la S. Congregazione dei Riti antepreparatoria, nella quale i Revmi Prelati Officiali ed i Revmi Consultori teologi hanno discusso sulla eroicit delle virt del predetto Servo di Dio. Marted, 21 maggio 1957, nel Palazzo Apostolico Vaticano si adunata la S. Congregazione dei Riti ordinaria, nella quali gli Emi e Revmi Signori Cardinali ed i Revmi Prelati Officiali hanno discusso sulla : 1. Riassunzione di Causa del Beato Marcellino Giuseppe Benedetto Campagnat, Confessore, fondatore dell'Istituto dei Piccoli Fratelli di Maria, detti Fratelli Maristi delle Scuole. 2. Introduzione di Causa del Servo di Dio Pietro Giuseppe Savelberg, sacerdote, fondatore dei Piccoli Fratelli di S. Giuseppe e delle Piccole Suore di S. Giuseppe. 3. Relazione sugli scritti della Serva di Dio Giuseppa Naval Girbes, vergine secolare. Marted, 4 giugno 1957, nel Palazzo Apostolico Vaticano si adunata la S. Congregazione dei Riti preparatoria, nella quale gli Emi e Revmi Signori

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Cardinali, i Revmi Prelati Officiali ed i Revmi Consultori teologi, hanno discusso sulla eroicit delle virt del Servo di Dio Galileo Nicolini, novizio dei Padri Passionisti. Marted, 25 giugno 1957, nel Palazzo Apostolico Vaticano, si adunata la S. Congregazione dei Riti ordinaria, nella quale gli Emi e Revmi Signori Cardinali ed i Revii Prelati Officiali hanno discusso sulla introduzione della Causa della Serva di Dio Maria Teresa Zonfrilli, Suora professa della Congregazione delle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario. Hanno esaminato inoltre le relazioni dei revisori teologi sugli scritti della Serva di Dio Maria Elisabetta Vendramini, fondatrice delle Terziarie Francescane di S. Elisabetta. Marted 9 luglio 1957, nel Palazzo Apostolico Vaticano, si adunata la S. Congregazione dei Riti preparatoria, nella quale gli Emi e Revmi Signori Cardinali, i Revmi Prelati Officiali ed i Revmi Consultori teologi hanno discusso su due miracoli, che si asseriscono operati ad intercessione della Venerabile Serva di Dio Teresa di Ges Jornet y Ibars, fondatrice delle Piccole Suore dei vecchi abbandonati. In Congregazione ordinaria poi gli stessi Emi e Revmi Signori Cardinali ed i Revmi Prelati Officiali hanno esaminato la relazione dei Censori teologi sopra gli scritti della Serva di Dio Eugenia Picco, Superiora Generale delle Piccole Figlie dei Sacri Cuori.

SEGRETERIA DI
NOMINE

STATO

Con Brevi Apostolici il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato nominare: 17 agosto 1957. L'Emo e Revmo Signor Cardinale Canali Nicola, Protettore dell'Istituto delle Dame Cateehiste, (Madrid). L'Emo e Revmo Signor Cardinale Cicognani Gaetano Protettore delle Suore Carmelitane della Carit (Madrid).

19

An. et vol. X X X X I X

23 Octobris 1957

(Ser. II, v. XXIV) - N. 13

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


LITTERAE ENCYCLICAE
AD VENERABILES EPISCOPOS N I O N E M GRAPHICA, FRATRES PATRIARCHAS, LOCORUM SEDE PRIMATES, ARCHIEPISCOPOS, ET C O M M U -

ALIOSQUE

ORDINARIOS HABENTES:

P A C E M DE RE

C U M

APOSTOLICA AC

CINEMATO-

RADIOPHONICA

TELEVISIFICA.

PIUS PP. XII


VENERABILES S A L U T E M ET FRATRES BENEDICTIONEM APOSTOLICAM

Miranda prorsus technicae artis inventa, quibus nostrorum temporum homines gloriantur, quamquam ex humano ingenio laboreque oriuntur, dona sunt tamen Dei Creatoris nostri, ex quo omnia opera bona procedunt : non enim solum protulit creaturam, verum etiam prolatam tuetur et fovet. Ex quibus inventis alia hominum vires potentiamque adaugent atque multiplicant; alia eorum vitae condiciones meliores efficiunt; alia denique, cum animum potissimum respiciant, vel per se, vel per artificiosas imagines ac voces multitudines ipsas attingunt, et cum iisdem cuiusvis generis nuntios, cogitata et praecepta facilitate summa communicant, quibus veluti mentis pabulo enutriantur per requietis etiam ac relaxationis horas.
1
1

S.

IOAN.

CHRTS.,

De consubstantiali, contra Anomoeos:

P.

(?.,

48,

810.

49 - ACTA, v o l . X X I V , n. 13. 23-10-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

Ad quae postrema inventa quod attinet, maximum aetate hac nostra incrementum acceperunt cinematographicae, radiophonicae ac televisificae artes. Quas quidem artes, vixdum in usum invectae sunt, non modo summo cum gaudio Ecclesia excepit, sed materna etiam cura sollicitudineque vigilanti, eo consilio permota, ut filios suos, progredientis aetatis iter ingressos, a periculis omnibus tueretur. Haec cura evigilans ex ipso a Divino Redemptore accepto munere oritur; quandoquidem, ut patet omnibus, hae novi generis artes multum multumque conferunt ad peculiarem singulorum universaeque hominum communitatis cogitandi agendique modum. Aliud praeterea est, cur Ecclesia eiusmodi causam e re sua potissimum consideret; ipsa enim, ratione omnino potiore quam ceteri omnes, nuntium debet singulis hominibus impertire: hoc est nuntium aeternae salutis; nuntium incomparabilis ubertatis et potentiae; nuntium denique, quem omnes homines, cuiusvis gentis et cuiusvis aetatis, accipiant atque amplectantur necesse est, secundum illud Apostoli gentium: Mihi omnium sanctorum minimo data est gratia haec, in gentibus evangelizare investigabiles divitias Christi, et illuminare omnes quae sit dispensatio sacramenti absconditi a saeculis in Deo, qui omnia creavit. Nihil igitur mirum est si ii, qui suprema Ecclesiae auctoritate fruuntur, hanc gravis ponderis causam eo consilio pertractarunt, ut sempiternae eorum saluti prospicerent, qui non sunt corruptibilibus auro vel argento redempti sed pretioso sanguine quasi agni immaculati Christi ; et quaestiones omnes diligenter perpenderunt, quas res cinematographicae, radiophonicae ac televisificae christianis hodie proponerent. Plus quam viginti anni elapsi sunt, ex quo Decessor Noster
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Ephes. I I I , 8-9. I Petr. I, 18-19.

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fel. rec. Pius XI, mira sane ope marconiana usus, primum radiophonicum nuntium ad omnes gentes et ad omnem creaturam edidit. Atque post paucos annos idem Decessor Noster mirabilem illam Epistulam Encyclicam, cui a verbis initium est Vigilanti cura, ad Venerabiles Fratres Archiepiscopos et Episcopos Foederatarum Americae Septemtrionalis Civitatum misit; qua quidem Epistula, de cinematographicis spectaculis praecepta sapientissima impertiens, praesentibus necessitatibus consentanea, haec inter alia edixit : Pernecessarium est ac penitus urget id providere atque efficere, ut quidquid ex Dei munere progrediens aetas in humanas disciplinas ac vel in ipsas tech* nicae industriae artes invexerit, ita divinae gloriae, animarum saluti et Iesu Christi propagando regno reapse inserviat, ut omnes, quemadmodum Ecclesia nos precari iubet, " sic transeamus per bona temporalia, ut non amittamus aeterna " .
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Ac Nosmet ipsi, per Summi Pontificatus Nostri decursum^ saepe, occasione data, hac eadem de re egimus, non modo Sacris Pastoribus, sed variis etiam Actionis Catholicae sodalitatibus, christianisque educatoribus opportunas impertientes normas. Ac libenter praeterea eos coram admisimus, qui pro peculiari, quo funguntur, munere, vel cinematographicam, vel radiophonicam, vel televisificam artem exercent; iisdemque, postquam ob mirandam harum artium horumque artificum progressionem factam, Nostram patefecimus admirationem, sua cuiusque, quibus tenentur, officia significavimus; itemque magna promerita, quae adepti sunt, pericula, in quae facile inciT dere possunt, atque altissima illa proposita, quae eorum mentes illuminare eorumque regere voluntates debent.

Radiophonicum nuntium Qui arcano, d. 12 Februarii a. 1931: A. A. S., vol. X X I I I , 1931, pag. 65. E p i s t . Enc. Vigilanti cura, d. 29 I u n i i a. 1936:^ A. S. 8., vol. X X V I I I , 1936, pag. 249 sq. Ibid. pag. 2 5 1 . ^
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Nobis etiam, ut nostis, curae fuit hac in Romana Curia peculiare Consilium constituere, cuius ex credito munere esset varias de re cinematographica, radiophonica ac televisifica quaestiones diligenter perpendere ad catholicam fidem et christianos mores quod attinet; a quo Consilio et Episcopi et ii omnes, quorum res est, opportunas normas exquirere possunt. Persaepe Nos ipsi hodiernis hisce mirandisque opibus uti^ mur, quibus facilius possimus gregem universum cum Supremo Pastore coniungere; ita quidem, ut vox Nostra terrae marisque spatium ac vel trbidos animorum Auctus secura tutaque supervolans, mentes hominum attingere possit in easque salutariter innuere, prouti summi apostolatus munus, Nobis creditum atque hodie quasi in immensum adauctum, a Nobis postulat.
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Cum autem noscamus et Nostras et proximi Decessoris Nostri fel. rec. Pii XI hac de re adhortationes haud parum eo contulisse, ut cinematographicae, radiophonicae ac televisificae artes homines revocare contenderent ad suam ipsorum animi perfectionem assequendam, atque adeo ad Dei promovendam gloriam, id magnum Nobis solacium affert. Etenim studiosa vigilantique cura vestra, Venerabiles Fratres, incepta et opera inita sunt, quibus id genus apostolatus non modo in singulis dioecesibus singulisque Nationibus promoveretur, sed populos etiam amplectere tur universos, collatis viribus consiliisque. Haud pauci publicae rei moderatores, itemque ii, qui vel ingenuis artibus vel mercan dis rebus dant operam, et eorum quoque plurimi, qui vel catholici vel acatholici, id genus spectaculis intersunt, probitatem suam. hac in causa gravissima comprobarunt, id non sine labore nec sine rerum iactura enitentes, ut non modo mala pericula vitarentur, sed sacro-

Cfr. J.. A. S., d. 16 Decembris, a 1954, vol. XL V I , 1954, pag. 783-784. Cfr. Sermo ad catholicos Hollandiae, d. 19 Maii, a. 1950 habitus: Discorsi e Eadiomessaggi di 8. 8. Pio XII, vol. X I I , pag. 75.
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sancta etiam Dei iussa fierent, atque humanae personae dignitaa in tuto poneretur. Attamen, pro dolor, sententiam illam Apostoli gentium geminare debemus : Non omnes oboediunt Evangelio ; etenim hac quoque in re non desunt, qui Ecclesiae magisterium neque intellegant neque agnoscant, immo etiam qui omni ope aversentur : ii sunt, ut nostis, qui vel inordinata lucri cupidine moventur, vel erroribus decepti, humanae naturae dignitatem libertatemque non aequo loco ponunt, vel denique de liberalibus cuiusvis generis artibus sententiam amplectuntur a veritate alienam. Quamvis horum agendi ratio aegritudine animum oppleat Nostrum, haud possumus tamen officio Nostro deesse a recteque deflectere itinere, fore confisi, ut verba illa, quae Divino Redemptori Nostro eius inimici dixerunt, Nobis quoque tribuantur : Scimus quia verax es, et viam Dei in veritate doces, et non est tibi cura de aliquo .
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E progressionibus mirandis prorsus, quas nostris hisce diebus technicae disciplinae, ad cinematographicam, radiophonicam et televisificam artem quod attinet, fecerunt, ut maximae utilitates, ita maxima quoque pericula oriri possunt. Hae enim novae opes novaque instrumenta, quae fere omnibus ad manum sunt, vim exserunt in animos potentissimam, cum idcirco quod eos luce collustrare possunt, nobilitate evehere, pulchritudine decorare; tum ex eo etiam quod eos tenebrarum obscuratione foedare, depravatione dehonestare, efrenatisque subicere queunt motibus, prouti eiusmodi spectacula res aut pravas aut honestas nostris sensibus proponunt. Quemadmodum superiore saeculo, cum progrediens ars technica, ad ea, quae quaestus causa tractantur, pertinens, id
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Rom. X , 16.
MATTH. XXII, 16.

Cfr. Sermo ad cultores cinematograpnicae artis ex Italia Eomae d . 2 1 Iunii, a . 1 9 5 5 : A . A . 8., vol. X L V I I , 1 9 5 5 , pag. 5 0 4 .

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congregatos,

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saepenumero effecit, ut machinae in usum inductae, quae hominibus servire debent, eos potius in servitutem aerumnoso cum detrimento rdigrent, ita pariter hodie increscentia eiusdem technicae artis incrementa, ad imagines, ad sonos, ad cogitata propaganda quod attinet, nisi suavi iugo legis Christi subiciantur, innumerabilium maiorum fons esse possunt, quae eo vel gravia evadunt, cum non modo materiae, sed animi etiam vires misere subigantur, atque adeo humana inventa salutaribus illis utilitatibus priventur, quas ex providentis Dei consilio primum quaerere oportet. Quapropter, cum gravem eiusmodi causam maiore cotidie paterni animi Nostri sollicitudine prosecuti simus, cumque salutares consideraverimus fructus, qui ad cinematographica spectacula quod pertinet ex Encyclica Epistula, quae Vigilanti cura inscribitur, per plus quam decennia duo iam orti sunt, Nos precibus sacrorum Pastorum laicorumque hominum harum artium studiosorum concedentes, cupimus per Encyclicas has Litteras normas et praecepta impertire, quae ad radiophonicas etiam auditiones atque ad televisionem attineant.
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Postquam igitur instantes supplicationes D e o admovimiiSj ac Deiparae Virginis auxilium imperavimus, v o s , Venerabiles Fratres, quorum pastoralem sollertemque curam perspectam habemus, eo consilio compellamus, ut non m o d o christiana hac de re doctrina in plena luce ponatur, sed ut etiam opportuna suscipiantur proposita et incepta; ideoque omni ope, qua possumus, vos commonere cupimus, ut grex, unicuique vestrum creditus, adversus quoslibet errores quaelibetque detrimenta muniatur, quae memoratarum artium usus in christianae vitae mores, non sine gravi discrimine, inducere possit.

1 2

Cfr.

MATTH.,

XI,

30.

Cfr. Sermo ad radiophonicae artis cultorum coetum, d. 5 Maii, a. 1950 ex omnibus Nationibus Eomae habitus: Discorsi e Radiomessaggi di 8. 8. Pio XII, vol. X I I , pag. 54.

1S

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Antequam de singulis quaestionibus agimus, quae ad has artes tres pertinent, ad cinematographicam dicimus, radiophoniam, et televisificam novimus enim unamquamque earum ad mentis animique cultum fovendum peculiares causas solvendas proponere cum in liberalium, tum in technicarum et oeconomicarum disciplinarum campo opportunum ducimus ea breviter enucleare principia, quae ad bona, hominum communitati et singulis civibus destinata, quam latissime fieri possit, propaganda pertineant. Deus, cum summum sit bonum, nullo non tempore sua munera hominibus largitur, quos peculiari cura caritateque prosequitur; e quibus quidem muneribus alia ad animum, alia vero ad terrenae huius vitae usum spectant; suntque haec, ut patet, prioribus subiecta eodem quippe modo, quo corpus menti subigatur oportet, cum qua, antequam semet ipsum per beatificam visionem communicet, per Fidem caritatemque coniungitur, quae diffusa est in cordibus nostris per Spiritum Sanctum, qui datus est nobis . Ac praeterea, cum propriae perfectionis imaginem in homine cernere percupiat, huius etiam supernae largitionis eum voluit fieri participem, atque eum, horum bonorum nuntium, largitorem dispensatoremque ceteris fratribus universaeque hominum communitati factum, cum sua ipsius opera consociavit. Homo enim, ex sua ipsius natura, inde a primaeva aetate, signorum ope quae e rebus corporeis quaesita ad perfectiorem cotidie formam redigere conatus est, sua spiritualia bona cum ceteris communicare assuevit. Ex antiquissimorum igitur temporum imaginibus scriptisque ad technicas usque huius aetatis nostrae artes, instrumenta omnia quibus homines inter se coniunguntur ad excelsum illum finem contendant opor1 4 15
1 4

Rom. V , 5.
Cfr. MATTH. V, 48.

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tet, ut homines nempe Dei administri hac in r quodam modo evadant. Quamobrem, ut hoc providentis Dei consilium tutius et efficacius in hominibus effectum detur, Apostolica auctoritate Nostra Sanctum Gabrielem Archangelum, qui mortalium generi ... exoptatum detulit humanae Redemptionis nuntium, caelestem apud Deum Patronum per Apostolicas Litteras constituimus earum artium, quibus homines electrica vi possunt tum verba ad absentes quam celerrime transcribere, tum ex locis valde longinquis inter se colloqui, tum nuntios per aethereas undas mittere, tum denique res et eventus, etsi iidem procul commorantur, per imagines ante oculos relatas praesentes conspicere. Mens enim Nobis erat, cum hunc caelestem degimus Patronum, ut ii omnes, quorum in manibus benefica eiusmodi instrumenta sunt posita, quibus licet inaestimabiles Dei thesauros inter homines propagare, veluti bona semina, quae veritatis bonitatisque fructus referrent, mentem cuiusque suam ad crediti muneris nobilitatem converterent. Considerantibus enim Nobis excelsa illa proposita, ad quae technicae nobilesque hae artes destinantur, haec ob versatur quaestio: cur nempe eaedem interdum fiunt vitiorum opes ac veluti semitae? Unde ergo habet zizania? . Omnia profecto mala, quae rectis morum normis opponuntur, non ex Deo oriri possunt, qui perfectum absolutumque bonum est, non ex ipsis technicis artibus, quae eius pretiosa sunt dona, sed ex eo tantum, quod homo, cum sit libera voluntate praeditus, iisdem donis abuti possit, prava nempe facinora perpetrando propagandoque, atque adeo cum tenebrarum principe Deique inimico se consociando : Inimicus homo hoc fecit .
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Litt. Apost. d. 12 Ianuarii, a. 1951: A. A. 8., vol. X L V , 1952, pag. 216-217.

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Cfr. Ibid., pag. 216.


MATTH. MATTH. XIII, XTII, 27. 28.

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Quamobrem id postulat vera hominum libertas, ut iis omnibus utamur opibus easque cum ceteris communicemus, quae ad virtutem nostraeque naturae perfectionem conferre possint. Ecclesia autem, cum salutiferae doctrinae magistra sit, eaque omnia habeat, quae ad sanctitatem adipiscendam necessaria sunt, inviolabili iure fruitur ea impertiendi, quae sibi ex divino mandato concredita sunt. Cui sacrosancto iuri officium eorum respondeat oportet, qui publicam rem moderantur; ita quidem, ut etiam ad has artes, quibus veritatem virttemque propaget, ei aditus patere debeat. Qui vero Ecclesiae sinceri actuosique filii sunt, cum inaestimabile Redemptionis donum agnoscant, id efficere pro viribus iubentur, ut eadem technicis hisce inventis uti possit, quatenus ad animorum sanctitatem conferant. Quae tamen Ecclesiae iura asseverantibus ac vindicantibus Nobis voluntas non est civili societati ius negare earundem artium ope eos nuntios easque doctrinas propagandi, quae reapse ad commune humanae consortionis bonum vel necessaria vel utilia sint. Ac praeterea singulis etiam civibus fas esto, perspectis tamen opportunis rerum adiunctis ac sartis semper tectisque communis boni principiis, pro facultate conferre ad suum ipsorum ceterorumque mentis animique cultum hisce artibus ditandum amplificandumque. Attamen christianae doctrinae potiorique harum artium fini contrarium est eorum placitum atque propositum, qui hisce inventis uti velint tantummodo ad res politicas fovendas propagandasque, vel ad res oeconomicas provehendas; atque adeo nobilem hanc causam quasi negotium commerciumque considerent. Parique modo illud eorum commentum probari nequit, qui libertatem quidquid effingendi propagandique asseverant ac vindicant, quamvis plena in luce sit positum, quae quantaque

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animis corporibusque detrimenta elapsis annis hisce ex principiis sint orta; non enim de recta libertate agitur, de qua supra diximus, sed de effrena potius licentia quidquid, nulla cautione habita, cum ceteris communicandi, etiamsi contra rectos sit mores et in grave periculum cedere possit animorum. Iamvero Ecclesia, quae omnia fovet ac provehit, quae revera ad ornandos ditandosque animos pertinent est enim humanarum disciplinarum ingenuarumque artium patrona et altrix haud permittere potest, ut ea principia eaeque normae violentur, quae hominem ad Deum, supremum finem, dirigant ac moderentur. Nemo igitur miretur, si hac etiam in re, quae multas cautiones habeat oportet, considerate circumspecteque agat secundum illud Apostoli: Omnia autem probate: quod bonum est, tenete. Ab omni specie mala abstinete vos . Quapropter ii procul dubio improbrandi sunt, qui profiteantur et asseverent illam etiam harum rerum propagationem esse fovendam efferendamque, quae praeceptis de re morali officit et adversetur, modo si ad ingenuarum technicarumque artium leges conformetur. Utique liberales artes quod, breviter edisserendo, quinto exacto saeculo ab Angelici morte, in audientium memoriam revocavimus id per se non postulant, ut ad ethicum vel religiosum munus dirigantur. Verumtamen si humanarum artium forma, sive verbis, sive sonis, sive imaginibus efficta, fallacibus, vacuis et turbidis adaequetur modis, qui divini Creatoris consilio non conformentur; quin immo, si mentem, si animum non ad nobiles sensus excitet, sed ad pravas potius cupiditates libidinesque concipiendas moveat, tum homines allicere potest saltem ob novitatem, quae non semper vi virtuteque pollet, vel ob exiguam eam veritatis partem, quae ex qualibet re elucet; sed tamen eiusmodi ars ex nobili suo gradu decedet, a primario ac necessario principio suo longe aberrabit, atque adeo non universalis, non perennis
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20

1 Thess. V, 21-22.

"

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esse poterit, quemadmodum hominum animus, ad quem dirigitur.


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Ii, qui publicam rem moderantur, procul dubio gravi teneri tur officio novis etiam hisce artibus consulendi vigilanter; neque solummodo debent politicis hac de re prospicere rationibus, sed publicis quoque moribus, quandoquidem tutum eorum fundamentum in naturali lege innititur, quae ut divinum testatur eloquium, scripta est in cordibus nostris. Hanc evigilantem Civitatis moderatorum curam haud asseverari potest iniuste singulorum opprimere civium libertatem, cum non privatam eorum personam respiciat, sed universam potius hominum consortionem, cum qua hae artes communicantur. Haud ignoramus quod iam occasione data diximus vulgatam esse nostrae aetatis hominum opinionem, qui interpositae auctoritatis publicae impatientes sunt, praeoptandas esse etiam in re cautiones, quae ab ipsa potius communitate edantur ; attamen hae normae cautionesque, quae ab eis profiscantur, qui pro suscepto munere has artes exercent, minime debent gravissimum eorum officium aversari, qui publica actoritate praesunt, quamquam laudabiliter possunt eorum actioni occurrere, atque etiam mala praevertere, quae rectis moribus facile nocere queant.
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Hac de causa, ut proximus Decessor Noster, ita Nosmet ipsi libenter eos dilaudavimus, qui, pro credito hac in causa munere, opportunas ediderunt cautiones et normas, nihil tamen praeiudicatum habentes ad publicas auctoritates quod attinet. Putamus enim tum solummodo has novas artes ad rectam eorum animi conformationem, qui iisdem utuntur, facilius et aptius
Cfr. Sermo, quinto exeunte saeculo ab Angelici obitu, in Aedibus Vaticanis habitus d. 20 A p r i l i s , a. 1955: A. A. 8., vol. X L V I I , 1955, pag. 291-292; L i t t . Enc. Musicae Sacrae, d. 25 Decembris, a. 1955: A. A. S., vol. X L V I I I , 1956, p. 10. Cfr. Boni. 1 1 , 15. Sermo ad cultores artis cinematographicae ex Italia Romae congregatos, d. 21 I u n i i , a. 1955: A. A. 8., vol. X L V I I , 1955, pag. 505.
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conferre posse, si Ecclesia, si Civitas, si ii etiam, qui id genus munera obeunt, collatis inter se recto ordine viribus, ad optatum assequendum finem adiutricem sibi invicem operam praebeant, quodsi contra eveniet, hoc est si hae artes, nullis propositis legibus nullisque de re morali cautionibus habitis, per pronum liberumque iter prodibunt, verum populi cultum procul dubio minuent eiusque mores pessumdabunt. Inter varias technicas artes, quae cogitata hominum propagant, illae hodie peculiarem locum occupant, ut diximus, quae cum auribus unaque simul cum oculis, per voces nempe imaginesque, omne genus nuntios quam latissime communicant. Hic imagines vocesque propagandi modus, ad res etiam spirituales quod spectat, aptissimus est naturae hominum, secundum Aquinatis sententiam-. Est autem naturale homini, ut per sensibilia ad intelligibilia veniat; quia omnis nostra cognitio a sensu initium habet. Quin immo videndi facultas, cum nobilior et dignior sit ceteris sensibus, facilius ad spiritualium rerum cognitionem conducit. Quamobrem praecipuae tres technicae artes, quibus auribus voces, oculis autem rerum imagines ex longinquo proponuntur, hoc est cinematographica, radiophonica ac televisifica ars, non ad homines tantummodo recreandos relaxandosque pertinent, quamvis non pauci hoc solum requirant auditores spectatoresque, sed ad ea potissimum propaganda, quae cum ad animi culturam, ad virtutemque alendam attineant, non parum possunt ad civilem nostrorum temporum societatem recte instituendam conformandamque conferre. Faciliore modo, quam scripta typis edita, id profecto hae technicae artes efficere possunt, ut homines nempe inter se communicent sibique sociam praestent operam; quod quidem cum ad civilem omnium gentium cultum fovendum per se spectet, Catholica Ecclesia, quae ex sibi credito mandato uni24 25
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S. T H O M . , Summ. Theol., I, q. 1, a. 9. Cfr. Ibid. I, q. 67, a. 1.

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III

versam hominum consortionem amplectitur, ad veri nominis propaganda provehendaque bona convertere percupit. Atqui eo primum spectent oportet cinematographicae, radiophonicae, televisificae artes : ut scilicet veritati vir tu tique inserviant. Veritati autem propagandae ea ratione inserviant, ut vincula inter populos artiora cotidie fiant; ut iidem mutua rerum aestimatione se intellegant; ut in quovis rerum discrimine se adiuvent; ut denique inter publicae rei moderatores singulosque cives adiutrix intercedat opera. Veritati inservire non modo postulat, ut omnes ab errore, a mendacio, a fraude omnino abstineant, sed ut etiam ea omnia devitent, quae vel falsam, vel mancam, vel alicui parti obnoxiam fovere possunt vivendi agendique rationem. Imprimis autem veritates, Deo revelante traditae, ut res sacrae inviolabilesque habeantur. Quin immo, cur ad hoc potissimum non contendant hae nobiles artes, ut nempe Dei eiusque Filii Iesu Christi doctrinam propagent, christianamque fidem illam mentibus inculcent, quae una potest hominum multitudinibus supernam praebere vim, qua adiutae sereno animo virtuteque consentanea queant superare discrimina, angores vero tolerare praesentis huius aetatis nostrae 1 Ac praeterea non modo veritati inserviant hae novae artes oportet, sed morali etiam humanae vitae perfectioni. Quod quidem tribus hisce modis, de quibus scripturi sumus, conferre enitantur: hoc est datis nuntiis, impertitis praeceptis, praebitisque spectaculis. Cuiusvis rei notitia, etiamsi nihil aliud nisi veritatem reapse referat, aliquam tamen rationem in se habet, quae ad hominum pertinet aliquo modo conformandos mores. Quae ratio, ad humanos mores attinens, numquam est neglegenda; nam quivis nuntius mentis iudicium provocat ac voluntatem movet.
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Sermo ad sodales Radiophonicae Societatis Italiae, d. 3 Decembris, a. 1944 habitus: Discorsi e Radiomessaggi di S. S. Pio XII, vol. V I , pag. 209.

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Nuntiatur, qui suo munere fungatur digne, neminem suis dictis opprimt, sed conetur potius relatas iacturas, vel perpetrata crimina aptiore quo potest modo intellegere et explicare; quod tamen eadem excusare vel probare minime significat, sed innuere remedia ac praestare lenimenta, atque adeo ad animorum restituendam probitatem aliquid conferre . Quae supra scripsimus, maiorem procul dubio vim habent, cum de praeceptis impertiendis agitur; quam quidem causam didascalicae taeniolae cinematographicae, radiophonicae auditiones, ac televisifica spectacula magnopere adiuvant ac provehunt, non modo ad eos quod attinet, qui adhuc iuventute florent, sed ad eos etiam, qui ad virilem iam aetatem pervenerunt. Verumtamen cavendum omnino est, ne haec impertita praecepta Ecclesiae doctrinae ac sacrosanctis eius iuribus obstent, vel recto educandae proli muneri in domestico convictu officiant atque adversentur.
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Parique modo fore sperandum est, ut novae hae propagationis artes, sive a privatis exercentur civibus, sive e nutu pendent publicae rei moderatorum, varias ne impertiant doctrinas reticito Dei nomine eiusque divina lege ignorata. Attamen, pro dolor, non ignoramus in quibusdam Nationibus, in quibus communismi athei commenta dominantur, hae technicae artes, quae aures oculosque ex longinquo attingunt, in scholis etiam eo spectare, ut religionem sanctam ex animis radicitus evellant. Quod quidem qui serena mente atque a praeiudicatis opinionibus libera consideret, facere non potest quin videat adulescentium iuvenumque conscientiam, divina veritate orbatam, novo tectoque modo opprimi, cum veritatem illam divinitus patefactam ii cognoscere nequeant, quae, ut Redemptor noster asseverat, nos liberat; atque adeo hac callida ratione novam haberi adversus religionem insectationem.
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Sermo ad Nationum Societatis Consilium publicis ordinandis nuntiis, d. 24 A p r i l i s , a. 1956 habitus: Discorsi e Radiomessaggi di 8. 8. Pio XII, vol. X V I I I , pag. 137.
2 8

27

Cfr.

IOAN,

VIII.

32.

Acta Pii Pp. XII

779

Nos autem vehementer cupimus, Venerabiles Fratres, ut haec technica instrumenta, quibus e longinquo aures oculique facilitate summa suavique delectatione attinguntur, in id potissimum adhibeantur, ut pleniore animi cultura, ut cognitionibus ad sua cuiusque obeunda munera necessariis, utque potissimum christianis principiis homines conformentur; quibus principiis neglectis, nulla, ne in rebus quidem humanis, veri nominis progressio haberi potest . Optamus igitur eos omnes praeceptores educatoresque debitis honestare laudibus, qui sive cinematographicis imaginibus, sive radiophonicis auditionibus, sive televisificis spectaculis ad nobilissimam eiusmodi contendunt metam. Animadvertendum praeterea est, praeterquam editis nuntiis et impertitis praeceptis, spectaculis etiam haud parum posse has novas artes ad verum hominum conferre bonum.
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Id genus enim spectacula plerumque aliquid habent, quod non solum ad delectandos homines et ad eis praebendas rerum notitias pertinet, sed ad animos etiam instituendos. Iure igitur meritoque a Decessore Nostro fel. rec. Pio XI cinematographica theatra veluti rerum scholae appellata sunt; scholae enim idcirco dici possunt, quod id genus, spectationibus scaenica actio adiungitur, in qua vividae illae species, quae versatilis lucis motu effnguntur, cum congruentibus vocibus musicisque concentibus non sine magna fascinatione ita copulantur, ut non modo intellegentiam ceterasque facultates, sed totum etiam hominem attingant, eumque sibi quadam ratione coniungant, ac secum quasi rapiant ad ectam rem participandam.
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Cinematographicae, radiophonicae ac televisificae artes,

29

Cfr. Nuntius radiophonicus ad christifideles Columbianae Reipublicae, d.

11

Aprilis, a. 1953 habitus, cum Statio Radiophonica Sutacentiae inaugurabatur: A. A. 8., vol. X L V , 1953, pag. 294.
80

E p . Enc.

Vigilanti cura, d. 29 Iunii, a.

1936: A. A. 8., vol. X X V I I I , 1936,

pag. 2 5 5 .

7-80

Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

quamquam varia spectationum genera, iam diu in usum inducta, quodam modo amplectuntur, novum tamen unaquaeque artificium exprimit, atque adeo novum spectaculi genus, quod non paucis destinatur selectisque spectatoribus, sed hominum multitudinibus, qui aetate, vitae ordine animique cultura inter se differunt. Ut autem, hisce in rerum condicionibus, eiusmodi spectacula id, ad quod pertinere debent, assequi queant, necesse est, ut spectatorum mentes animique tam recte instituantur atque educentur, ut non modo propriam unicuique arti formam intellegant, sed ut recta potissimum conscientia hac in re ducantur; ita ut varia elementa, quae cinematographeum vel televisificum album conspicienda proponit, vel quae ex megaphonio eduntur, mature considerare et iudicare queant, non autem, ut saepenumero contingit, eorum vi fascinationeque alliciantur et incomposite rapiantur. Si haec animorum institutio et conformatio desit, quae christianae doctrinae lumine col Ius tre tur, tum nec honesta oblectamenta, quae iis omnibus, quotquot negotiis vitaeque sollicitudinibus detineantur, necessaria prorsus esse nemo est qui non videat, neque mentis culturae profectus in tuto posita esse possunt.
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Sanae huius spectatorum educationis necessitatem catholici laudabili consilio perpenderunt postremis praesertim hisce annis ; ac non pauca sunt instituta atque incepta, quae eo contendunt, ut iuvenes et adulti satius aptiusque velint horum spectaculorum utilitatem et pericula perspicere attenteque considerare. Hoc tamen causam numquam praebeat spectacula frequentandi, quae rectis officiant moribus; quin immo ad ea tantum indicanda ac deligenda conducere debet, quae cum Ecclesiae praeceptis congruant ad religionis morumque normas

E p . E n c . Vigilanti eura: ibid. pag. 254.

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quod spectat, et quae praescriptis obtemprent ab Ecclesiasticis hac de re Officiis impertitis. Haec incepta, si, ut omnino confidimus, didascalicis principiis rectisque animi culturae normis conformantur, Nos non modo probamus, sed commendamus etiam; atque adeo cupimus, ut inducantur in cuiusvis ordinis scholas, in Actionis Catholicae sodalitates et in paroeciales coetus. Recta eiusmodi spectatorum institutio atque educatio ex una parte id efficiet, ut pericula minuantur, quibus mores pessumdari queant; ex altera vero ut christiani possint, per novas, quas adipiscentur cognitiones, animum ad supernas veritates meditandas erigere. Peculiari autem modo exoptamus eos divini verbi praecones hac etiam de causa dilaudare, qui, cum sint conscii se officio teneri morum integritatem servandi incolumen eorum populorum, quos suis laboribus excolunt et ad viam veritatis traducunt, cinematographicis etiam, radiophonicis et televisificis artibus recto modo in hanc causam utuntur; atque adeo quas utilitates, quae inventa, reapse salutifera, nostra induxerit aetas, cum iisdem communicant. Cupimus igitur, ut eorum operae eorumque conatibus ii praesertim obsecundent, qui vel in Ecclesia vel in civili societate auctoritate pollent. Animadvertendum tamen est hac in moderanda causa rectam, de qua locuti sumus, spectatorum institutionem educationemque non omnino sufficere. Necesse enim est, ut singula spectacula ad peculiarem cuiusvis aetatis ratiocinandi gradum, sentiendi vim, animi fascinationem, morumque condicionem apta atque accommodata sint. Id quidem idcirco summam suscipit gravitatem, quod, cum radiophonicae auditiones ac televisifica praesertim spectacula intra ipsos domesticos parietes facillime habeantur, repagula sub ver tere minantur, quibus sana prolis educatio in tuto poni necesse est, usque dum adulescens aetas necessariam virtutem adipiscatur, qua victrix possit saeculi tempestates superare.
50 ACTA, vol. XXIV, n. 13. 23-10-1957.

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Quam ad rem, tribus abhinc annis, haec Italiae Episcopis scribebamus : Cum non horreamus, si intento recogitamus animo, per televisificas spectationes etiam in domestico convictu omnes posse venenatum illum aerem imbibere, qui " materialismi " placita sapit, qui fatuitatem et omne genus voluptates cupidinesque eodem modo spirat, quo in cinematographicis auditoriis saepe saepius contingit? . Haud ea ignoramus incepta, quae non modo ii, qui publica fruuntur auctoritate, sed privati etiam coetus provexerunt, quorum est iuventutis educationi dare operam; incepta dicimus, ac proposita, quibus eo contenditur, ut adulescentes a spectaculis pro facultate abstrahantur, quae eorum aetati consentanea non sint, et quae saepius non sine gravi discrimine frequentante. Quidquid laudabili hac de causa agitur, Nos valde probamus; animadvertatur tamen oportet magis quam physiologicas et psychologicas perturbationes, quae inde evenire queant, pericula praecavenda esse, quae ad iuvenum mores attineant; pericula, quae nisi opportuno tempore praevertantur ac prohibeantur, ad ipsius humanae societatis detrimentum et ruinam multum conferre possunt. Iuvenes Nobis carissimos hac de causa paterno adhortamur animo, fore confisi, ut, cum de spectaculis agitur, in quibus eorum innocentia periclitari possit, eorum temperantia prudentiaque christiana eniteant. Grave eis officium est innatum illud effrenumque quidquid videndi audiendique studium compescere ac moderari; ac liberum animum ab immodicis terrenisque voluptatibus servare, et ad superna dirigere. Ecclesia, cum probe noscat ex novis hisce artibus, quae directo oculos auresque attingunt, plurima bona plurimaque mala ac pericula, prouti iisdem utantur homines, oriri posse, suo munere hac etiam in re perfungi cupit; quod per se non ad variam
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82

Cfr. Adhortatio de televisione, d. 1 Ianuarii, a. 1954: A. A. S., vol. X L I V ,

. 1954, pag. 2 1 .

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animi culturam pertinet, sed ad religionem potissimum et ad mores regendos moderandosque. Quo aptius et facilius huic obeundo muneri prospiceretur, Decessor Noster imm. mem. Pius XI asseveravit atque edixit prorsus necessarium esse Episcopos stabile pro tota Natione inspectionis Officium constituere, cuius [esset] honestas imaginum series promovere, ceteras autem indicato more generatim distribuere, ac denique editum ab se iudicium sacerdotibus et christifidelibus significare ; ac praeterea catholicorum omnia incepta de re cinematographica ad probum finem dirigi necesse esse. In nonnullis autem Nationibus Episcopi, has normas prae oculis habentes, huius generis Officia constituerunt non modo ad rem cinematographicam quod attinet, sed ad radiophoniam etiam ac televisificam. Iamvero Nos mature considerantes spirituales utilitates, quae ex hisce technicis artibus oriri possunt, itemque necessitatem christianorum morum integritatem tutandi, quam id genus spectationes facile in discrimen adducere possunt, cupimus, ut in singulis Nationibus, si eiusmodi Officia nondum habeantur, nulla interposita mora constituantur quam primum; eademque viris, harum artium usu peritis, concredantur, quos aliquis sacerdos moderetur ab Episcopis delectus. Vos hortamur praeterea, Venerabiles Fratres, ut in singulis Nationibus haec virorum Officia, sive ad rem cinematographicam, sive ad radiophoniam, sive denique ad televisificam pertinent, vel ab uno eodemque Consilio pendeant, vel saltem adiutricem invicem operam praestent; itemque hortamur, ut christifideles, ii praesertim, qui in Actionis Catholicae agminibus militant, debito modo edoceantur, ita ut necessitatem perci33 3 4

Cfr. Sermo ad moderatores, docentes, et cultores Consociationis es omnibus Nationibus I n s t i t u t o r u m Archaeologiae, Historiae, et A r t i s Historiae, d. 9 Martii, a. 1956, habitus: A. A. 8., vol. XL V I I I , 1956, pag. 212. * E p . E n c . Vigilanti cura, d. 29 I u n i i , a. 1936: A. A. 8., vol. X L V I I I , 1936, pag. 2 6 1 .
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piant communem efficacemque operam hisce Officiis praestandi libenter. Et quandoquidem quaestiones hac de re non paucae haud facile queunt in singulis Nationibus enodari ac solvi, perutile profecto erit, si haec singula Officia ad magnas illas ex omnibus Nationibus Consociationes pertinebunt, quas Apostolica haec Sedes, re mature considerata, iam probavit. Haud dubitamus autem vos, Venerabiles Fratres, ex iis, quae ad obtemperandum hisce normis, non sine labore et incommodo, feceritis, uberes prodituros esse salutaresque fructus; quod tamen facilius aptiusque eveniet, si peculiaria praescripta, quae de re cinematographica separatim ac de re radiophonica et televisifica per Encyclicas has Litteras edituri sumus, ad effectum diligenter deducantur.

II Cinematographeum, quod sexaginta circiter abhinc annis in usum invectum est, hodie maximis est instrumentis annumerandum, quibus cogitata et inventa nostrorum temporum propagari queunt. De variis eius processibus deque eius fascinatoria vi. occasione data, iam verba fecimus. Ex hoc eius incremento, ad pellicularum series praesertim quod spectat, quae peculiarem narrationem imaginibus et vocibus expressam vivido quodam modo repraesentant, magna succrevit et negotiosa ars, cui sociam operam praestant non modo artifices, opifices et technici, sed coetus etiam de re oeconomica; quandoquidem singuli cives haud facile possunt tam gravem atque implexam operam exsequi. Quamobrem, ut cinematographeum nobile exsistat instrumentum, quo homines salutariter educentur, ad excelsa eri35

Cfr. Sermo ad cinematographicae artis cultores ex Italia Romae congregatos, d. 21 Iunii, a. 1955: A. A. S., vol. XL V I I , 1955, pag. 501-502.

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gantur, ac meliores revera fiant, omnino necesse est, ut ii singuli universi, de quibus supra diximus, recta animati conscientia voluntateque adiutricem sibi invicem navitatem praestent, qua probandae taeniolarum cinematographei series eifingantur ac propagentur. Iis omnibus, qui ad cinematographica spectacula vigilem mentem animumque convertunt, iam huius causae gravitatem non semel patefecimus, eos adhortantes ad earum praesertim imaginum series procurandas, quae ad tam nobilem pulchritudinis speciem pertineant, ut quodam modo sanae educationis munus obire queant. Diligenti vobis curae sit, Venerabiles Fratres, ut per peculiaria Nationis vestrae Officia, quae auctoritate vestra moderanda sunt, et de quibus supra scripsimus, variis civium ordinibus, quorum res interest, nuntii, res spectandae, consilia et normae impertiantur, quibus, pro variis temporum locorumque adiunctis, nobilissima haec causa, quae tantopere animorum bono consulere potest, pro facultate provehatur.
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Ob hanc rem peculiaria ordine conficiantur typisque edantur rationaria seu elenchi, in quibus quam saepissime cinematographicae pelliculae distribute ... ita proponantur ut omnium in notitiam venire possint ; idque fiat a proborum virorum Consilio, quod a memorato Nationis cuiusque vestrae Officio pendeat; qui profecto viri doctrina ac rerum prudentia eniteant, cum de singulis cinematographicis taeniolis iudicium ferre debeant, ad christianorum morum normas quod attinet. Huius Consilii sodales, cum rem tanti momenti tractare ac decernere debeant, quae cum christiana vivendi ratione tam arte coniungitur; cumque probe noscant oporteat peculiarem
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Cfr. Sermo ad cinematographicae artis cultores, d. 28 Octobris, a. 1955, Romae congregatos: A. A. S., vol. X L V I I , 1955, pag. 817. Cfr. Sermones d. 21 I u n i i et 28 Octobris, a. 1955 habiti: ibid., pag. 502-505 et 816 sq. E p . Enc. Vigilanti cura, d. 29 I u n i i , a. 1936: A.A.S., vol. X X V I I I , 1936, pag. 260-261.
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eam vim, quae ex cinematographicis spectaculis exseritur, variam quidem pro variis spectatorum condicionibus, etiam atque etiam adhortamur, ut opportuno harum disciplinarum studio ac precationi sanctae diu multumque vacent. Quotiescumque ii debent cinematographicae rei seriem, ad rectos mores quod spectat, iudicare, normas intento animo secum recogitent, iam pluries a Nobis, occasione data, impertitas; cum praesertim verba fecimus de cinematographeo ad excelsam pulchritudinis educationisque speciem evecto, de argumentis, quae ad religionem attinent, itemque de maiorum facinorum repraesentatione, quae numquam neglegat, numquam offendat oportet hominis dignitatem, domestici convictus verecundiam, vitae sanctitatem, Iesu Christi Ecclesiam, ac civilem humanamque consortionem. Meminerint praeterea munus ipsis concreditum singulas cinematographicas imaginum series quoad mores iudicandi ad id potissimum spectare, ut hominum mentes publice, ut oportet, illuminentur; ita ut omnes inducantur ad normas et principia illa de re morali magni habenda, sine quibus recta animorum cultura verique nominis civilis cultus ne intellegi quidem potest. Quamobrem improbanda sine dubio eorum agendi ratio est, qui, nimis indulgentes, eas pellicularum series admittunt, quae, quamvis technica arte praestent, rectos tamen offendunt mores; vel, quamvis legibus moralibus specie saltem obtemperare videantur, aliquid tamen habent, quod catholicae Fidei adversatur. Si autem clare aperteque significaverint, quas omnes, quas iuvenes, quas adulti imaginum series visere possint; quae vero in morum discrimen spectantes inducere queant; et quae denique omnino pravae ac detrimentosae sint, tum singuli facile poterunt iis tantum spectaculis interesse, ex quibus eorum animi laetiores, Uberiores melioresque exibunt; eaque vitare,
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Cfr. Sermo ad cultores cinematographicae artis ex Italia R o m a e congregatos, d. 21 Iunii, a. 1956: A. A. 8., vol. XL V I I , 1955, pag. 512.

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quae eis damno esse possint, eo profecto graviori, quod pravarum rerum negotiatoribus emolumento, ceteris autem malo exemplo erunt. Opportunas animadversiones iterantes, quas Decessor Noster fel. rec. Pius XI per Encyclicam Epistulam edidit, cui a verbis Vigilanti cura initium est, optamus vehementer, ut christifideles, quotiescumque fieri potest, non modo hac de causa diligenter moneantur, sed gravi etiam obtemprent officio sese certiores faciendi de sententiis in re cinematographica ab Ecclesiastica Auctoritate latis, eisdemque fideliter obsequendi. In hanc rem Episcopi, si opportunum duxerint, peculiarem per annum diem festum praestituere poterunt, quo christifideles de peculiaribus ipsorum officiis, ad spectacula, praesertim cinematographica, quod attinet, sedulo edoceantur, et ad adhibendas Deo supplices preces hac de causa moneantur.
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Ut autem omnes facile queant has sententias noscere, iisdemque obtemperare, necesse est, ut hae normae breviter explicatae opportuno edantur tempore, et quam latissime propagentur. Quam ad rem multum possunt catholici ludorum cinematogrphicorum critici, qui rationem moralem eorundem in sua debent luce collocare, talia iudicia propugnantes, quibus praecaveatur, ne ad relativismum moralem , quem dicunt, descendatur aut legitimus turbetur ordo, quo minora subduntur maioribus. Perverse igitur agunt diariorum et commentariorum, quae catholica appellantur, scriptores, si, de spectaculis huiusmodi tractantes, lectores non edocent, quid de iis quoad mores sit sentiendum. Officii autem conscientia non solum spectatores tenentur, qui, quotiescumque aditus tesseram emunt, quasi suffragia fe40

E p . Enc.

Vigilanti cura, d.

20 Decembris, a.

1935: A. A. 8.,

vol.

XXVIII,

1 9 3 6 , pag. 2 6 0 .

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rentes, toties cinematographeum honestum aut inhonestum eligunt, sed etiam, idque magis, qui auditoria cinematographica exercent atque pelliculas distribuunt. Haud ignoramus quantis difficultatibus eorum, qui cinematographea exercent, opera hac aetate obstruatur plures ob causas atque etiam eo quod res televisifica tot aucta est incrementis. Tamen difficilibus hisce in rerum adiunctis meminerint illi oportet conscientia se vetari ludos edere cinematographicos, qui Fidei bonisque moribus adversentur, vel contractus inire, quibus spectacula huiusmodi cogantur praebere. Quoniam vero multis in regionibus iidem sese obligaverunt, ne ullo pacto cinematographicas imaginum series proponerent, quae perniciosae essent vel malae, fore confidimus, ut tam egregium inceptum in omnes orbis terrarum partes pervadat neu ullus vir catholicus cinematographeum exercens dubitet tam frugifera tamque salutaria sequi consilia. Id etiam vehementer moneamus oportet, ne locus detur nuntiis laudativis mercatoriis, quae insidias parent vel turpia sint, licet praeconia huiusmodi, ut interdum evenit, ad honestas taeniolas cinematographicas pertineant. Quis dicere possit, quanta detrimenta imagines huiusmodi animis, praesertim iuvenilibus, afferant, quot cogitationes impuras ac pravas excitent voluptates, quantum conferant ad corrumpendos populi mores, non sine discrimine prosperi status ipsius rei publicae?. In auditoriis ergo cinematogrphicis, Ecclesiae auctoritati obnoxiis, quandoquidem fidelibus ac maxime iuventuti spectacula praebenda sunt rectae institutioni apta atque locorum condicionibus honesta, liquet non nisi eos ludos edi licere, qui, ad mores quod attinet, nullo modo possint improbari. Sacrorum Antistites, huiusmodi auditoriis, etiam religiosorum exemptorum, ad quae vulgo patet aditus, sedulo invigilantes, viros ecclesiasticos, in quos rei onus recidit, admoneant,
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Cfr. Pii X I I sermo ad Urbis Parochos sacrosque per Quadragesimae tempus Oratores die 5 Martii 1957 habitus: A. A. 8., vol. X X X X I X , 1957, pag. 208.

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ut fideliter accurateque normas de his propositas servent neve suae utilitatis nimis sint studiosi, si velint ministerii huius partes implere, quod Apostolicae Sedi maximae curae est. Magnopere etiam suademus, ut, qui auditoriis hisce catholicis sunt praefecti^ in collegia coeant quemadmodum nonnullis in regionibus non sine assensu et probatione Nostra factum est < quo efficacius, praecepta et invitamenta Officiorum singulis in Nationibus constitutorum ad usum deducentes, communia commoda rationesque tueantur. Adhortationes vero, quas auditoria cinematographica exercentibus adhibuimus, ad distributores quoque volumus pertinere, qui, cum in pelliculas ipsas conficiendas suis sumptibus interdum operam conferant, maiorem sane habent copiam, atque adeo graviore obstringuntur officio, honesta cinematographica spectacula promovendi. Distributio enim nullo modo technica quaedam muneris functio, uti dicunt, existimari debet, cum taeniolae cinematographicae ut saepius iam monuimus non solum merces aestimandae sint, sed etiam, idque potius, ingenii alimentum habendae et quasi palaestra animorum morumque vulgi. Itaque distributores locatoresque eodem modo merita et onera participant, prout a cinematographicis ludis bonum aliquid proficiscitur aut malum. Cum igitur agatur de re cinematographica melioribus conformanda rationibus, non modicum est conscientiae officium, quo actores scaenici obligantur; qui quidem, memores dignitatis suae ut homines et artis periti, noverint sibi non licere operam suam ad spectaculorum partes commodare vel eam sociare ad imaginum series exprimendas, quae bonis moribus adversantur. Actor vero quivis, ingenio et artifcio nominis famam adeptus, ea, qua floret, laude ita uti debet, ut vulgi animos ad ea erigat, quae egregia sint et praeclara ; memineritque suum esse imprimis in vita privata ceteris virtute in exemplum praelucere. Haec enim, artis peritos olim allocuti, asseveravi-

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mus: Neminem fugit coram spectatorum multitudine, in vos intenta, anhelante, plaudente, fremente, animos vestros vehementius concitari atque gaudio et excelsitate quadam perfundi . Quodsi haec iure meritoque aliquem sentire dici queat, tamen non efficitur, ut scaenicis christianis eas liceat a consessu accipere animi declarationes, quae cuiusdam quasi idololatriae similes sint, cum hic quoque obtineat, quod ait Servator: Sic luceat lux vestra coram hominibus: ut videant opera vestra bona, et glorificent Patrem vestrum, qui in caelis est . Maximum vero officii onus quamquam ratione diversa in pellicularum auctores atque scaenici apparatus artifices recidit. Tanti oneris conscientia egregiis eorum inceptis non obest, sed potius animos debet confirmare eorum, qui, bona praediti voluntate, pecuniis pollent aut ingenii dotibus ad huiusmodi imaginum series efficiendas aptis.
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Saepe etiam accidit, ut taeniolarum cinematographicarum auctores et scaenici apparatus artifices propter artis rationes et necessitates ac simul religionis morumque praecepta difficultate non levi afficiantur; tunc. antequam imaginum series exprimitur vel dum efficitur, legitimum expetendum est iudicium sapiensque ineundum consilium, ut bono spirituali spectatorum atque ipsius operis perfectioni provideatur. Hi ergo consulere non dubitent Officium Catholicum rei cinematographicae praepositum, ad quod pertinet quodque libenter iis aderit, etiam negotii huius curam, si oportuerit, viro ecclesiastico huius rei perito, cautione adhibita, delegando. Neque fiet, ut propter fiduciam, quam in Ecclesia collocarunt, auctoritas et gratia eorum imminuantur; Fides enim, omne in aevum, praesidium erit humanae personae , atque
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Cfr. Sermo de arte scaenica die 26 Augusti 1 9 4 5 habitus: Discorsi e Radiomessaggi di 8. 8. Pio XII, vol. V I I , pag. 1 5 7 .
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MATTH.

V,

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Cfr. E p i s t . P i i X I I ad christifideles Germaniae, ob conventum Katholikentag

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in ipsis operibus artificiosis exigendis humana persona luce doctrinae christianae rectaque morum ratione locupletato et perficitur. Tamen viris ecclesiasticis fas non est operam adiutricem auctoribus imaginum cinematographicarum praebere sine peculiari Moderatorum suorum mandato, cum, ut perspicuum est, ad bene suadendum hac in re necessaria sit artis praestantia eximia et non vulgaris institutio, quarum iudicium singulorum arbitrio permitti non potest. Catholicos ergo taeniolarum cinematographicarum auctores et scaenici apparatus artifices paterno monemus animo, ne imaginum series fieri sinant, quae Fidei moribusque christianis rpugnent; si autem, quod Deus avertat, hoc evenerit, Episcoporum est eos admonere et, si opus fuerit, opportunis plectere sanctionibus. Persuasum autem est Nobis, ut res cinematographica ad optimam atque perfectam formam educatur, nihil esse efficacius quam conformationem ad christianae legis praecepta eorum, qui in efficiendis hisce pelliculis operam collocant." Quarum effectores, si ad fontes, unde superna munera permanant, accedant, si doctrinam perdiscant Evangelicam, si cognoverint, quae Ecclesia de veritate vitae, de beatitudine et virtute, de dolore et peccato, de corpore et anima, de re sociali et studiis hominum tradit praecepta, novas deprehendent praeclarasque rationes, quas ineant, et ad opera egregia et perennia condenda novo quodam instinctu excitari se sentient. Oportet ergo promoveantur augeanturque ea incepta et exercitationes, quibus illorum animi vita alatur et incrementis confirmetur; plurimum vero hac in re christianae institutioni iuvenum tribuendum est, qui ad artem cinematographicam profitendam se componunt.
appellatum, Berolinum congregatos die 10 Augusti, a. 1952, pag. 725. 1952: A. A. 8., vol. XLIV,

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Commentarium

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Peculiaribus hisce de re cinematographica praeceptionibus finem imponentes, publicae rei Moderatores cohortamur, ne ullo pacto opem praebeant ad efficiendas aut in vulgus edendas pelliculas cinematographicas deteriores, sed ut opportunis propositis normis ad ludos cinematographicos honestos et probabiles apparandos, praesertim qui iuventuti destinantur, auxiliatores exsistant. Quoniam tot tantique pro populi educatione sustinentur sumptus, eo etiam mentem intendant, ut tanti momenti negotium, quod in ipsa quoque institutione versatur, recta expediatur ratione. Cum vero quibusdam in regionibus atque etiam in exhibitionibus, ad omnes pertinentibus Nationes, praemiis, ad hoc ipsum propositis, eae non immerito afficiantur pelliculae, quae eo commendantur, quod ad institutionem valent animique vitam, fore confidimus, ut boni cordatique homines omnes, monitis Nostris obsecuti, allaborent, ne taeniolis cinematographicis, laude dignis, communis plausus et probatio, quasi praemium, desint. III Nec minus diligenter exponere volumus Vobis, Venerabiles Fratres, qua urgeamur sollicitudine circa aliud instrumentum ad nuntios dimittendos aptum et eadem, qua cinematographeum, invectum aetate, radiophonium dicimus. Quamquam tot tantisque subsidiis scaenicis et percommodis locorum rerumque adiunctis, quibus cinematographeum fruitur, non est praeditum, radiophonium tamen alias habet utilitates, quarum non omnes adhuc quaesitae sunt. Illius enim quemadmodum societatis cuiusdam radiophonicae sodalibus et administris diximus haec est condicio, ut a locorum temporis que adiunctis quasi dissociatum sit et immune, quae cetera omnia praepediant et retardant instrumenta, quibus homines inter se communicant. Volucri enim quasi cursu multo ociore quam undae sonorae motu, citissi-

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mura ut lucis fluxus, fines omnes momento temporis transgrediens, nuntios perfert, qui ei crediti sunt . Novis inventis ad perfectionem paene absolutionemque perductum, radiophonium artibus technicis eximias affert utilitates, cum etiam machinae eiusmodi radiante vi ad praestituta loca sine gubernatore dirigantur. Nos autem non immerito arbitramur praeclarissimum munus, quo radiophonium spectare debeat, hoc esse : mentes hominum illuminare et erudire, eorumque ingenia et animos ad superna et incorporalia magis magisque erigere. Intima autem animi humani studia eo pertinent, ut quis. licet domesticis contineatur parietibus, alios audiat homines, eventus cognoscat, qui procul fiunt, et socialis vitae rationem et ingenii cultum participet. Nihil mirum igitur, si permultae domus celerrime fuerint undisonis scriniis instructae, quibus efficitur, ut inde quasi quaedam arcana fenestella pateat in orbem terrarum, qua diu noctuque actuosa vita hominum diversi cultus ingenii, diversi sermonis et generis attingatur ; hoc fit per innumerabiles radiophonicas transmissiones certa ratione propositas, quibus comprehenduntur novi eventus, colloquia, sermones, res ad cognoscendum utiles et iucundae, artificia, cantus, modi musici. Ut enim non ita pridem sumus elocuti, quanto beneficio fruuntur, quantoque officii onere devinciuntur homines, qui nunc sunt, et quam mutata sunt tempora antiqua, quibus disciplina veritatis, praeceptum fraterni amoris, sempiternae beatitatis promissa ad homines lente perveniebant per Apostolos, speras semitas, ut aetate illa vetusta, ferentes, cum nostris diebus nuntius divinus eodem momento ad decies ac pluries centena milia hominum perferri possit .
4 5 4B

Cfr. Sermo d. 3 Decembris, a. 1944 habitus: Discorsi e Radiomessaggi di 8. 8. Pio XII, vol. V I , pag. 209. Cfr. Nuntius radiophonicus ad eos, qui interfuerunt tertio generali conventui de communicationibus inter cives et nationes, sexagesimo volvente anno a radiotelegraphia inventa, G-enuae habito: A. A. 8., vol. X L V I I , 1955, pag. 736.
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Commentarium

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Expedit ergo christifideles hoc beneficio, aetate nostra inducto, uti> atque muneribus, ad doctrinam, ad animi relaxationem, ad artem ipsumque verbum divinum spectantibus, quae ipsis per radiophonicas undas obveniunt, quasi locupletare cum ita scientiam queant incrementis augere ac veluti animi fines propagare. Neminem ergo latet, quantum ad recte instituendos homines possint honestae vocum sonorumque radiophonicae transmissiones; tamen ex usu instrumenti huiusce onus oritur conscientiae, quemadmodum in artibus technicis ceteris, cum ad patrandum bonum aut malum possit adhiberi. Ad radiophonicam igitur artem trasferri queunt haec, quae in divinis litteris scripta sunt, verba : In ipsa benedicimus Deum et Patrem : et in ipsa maledicimus homines, qui ad similitudinem Dei facti sunt. Ex ipso ore procedit benedictio et maledictio .
4 7

Quivis undisonam auscultans capsellam praecipuo tenetur officio radiophonicas transmissiones certa ratione propositas diligenter accurateque seligendi; hae enim non sinantur tumultuarie in domos pervadere sed, quemadmodum amicus conscie prudenterque vocatur, ita iis eodem concedatur aditus. Nequiter autem agat, qui amicorum, ad larem suum inducendorum, non habeat delectum. Itaque radiophonicae, quae eo admittantur, vocum sonorumque transmissiones huiusmodi sint oportet, ut veritatem et bonum suadeant, ut familiae sodales non avertant a conscientiae officiis implendis, sive haec ad singulos spectent sive ad hominum societatem, sed ut eos confirment ad eadem rite exsequenda ac, si de adulescentibus agatur puerisque, nullum afferant detrimentum, quin etiam salubrem parentum et magistrorum disciplinam adiuvent et producant. Officia Catholica rei radiophonicae singulis in Nationibus praeposita studeant, catholicis diariis et commentariis ut sub-

IAC.

III,

9-10.

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sidiis usa, christifideles de huiusmodi transmissionum natura et ratione antea certiores facere. Haec vero monita ante danda non omnibus in locis fieri poterunt ac saepe non nisi quoddam erunt indicium, quod nonnullae huiusmodi radiophonicae acroases ante haud facile cognosci possunt. Pastores gregum christifideles moneant divina lege vetari radiophonicas vocum sonorumque audiri transmissiones, quae Fidei aut moribus sint perniciosae, eosque, quibus iuventutis cura commissa est, cohortentur, ut invigilent eisque religionem iniciant quoad usum instrumenti radiophonici domi collocati. Episcoporum praeterea est christifideles appellare, ut ab iis caveant stationibus radiophonicis, quas constet doctrinae capita christianae Fidei contraria propugnare. Alterum officium, quo radiophonii auditores obligantur, eo pertinet, ut iis, qui pro munere huiusmodi transmissionibus praesunt, optata sua iustasque reprehensiones significent. Quae obligatio ex ipsa natura rei radiophonicae manifesto profiscitur, quae ' huiusmodi est, ut facile ratio quaedam singularis, non mutua, exsistat, scilicet ea, qua non nisi transmittens attingat audientem. Cum, qui nostra aetate invaluerunt, modi vulgi opinionem explorandi, adeo ut cognoscatur, quantum studii apud audientes singulae radiophonicae transmissiones accendant, sine dubio utiles sint iis, qui acroases moderantur radiophonicas, tamen contingere potest, ut populi plausus plus minus vehemens levibus ac fluxis causis sit tribuendus vel impulsionibus rectae rationi minus consentaneis, ita ut iudicium huiusmodi haberi nequeat pro certa agendi norma. Quae cum ita sint, auditores radiophonii pro viribus operam dare debent, ut in vulgo opinio obtineat prudens, qua, debitis servatis modis, hae transmissiones, prout res postulat, probentur, confirmentur, reprehendantur, quaque fiat, ut radiopho-

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Acta

Apostolicae

Sedis -

Commentarium

Officiale

nica ars, quae pro munere in hominum institutione versatur, (( serviat veritati, bonis moribus, iustitiae, amori . Haec ad efectum deducere omnium est sodalitatum catholicarum, quae christifidelium commodis hac in re strenue consulere studeant. Iis autem in regionibus, ubi rerum locorumque adiuncta id suadeant, ad hoc ipsum institui poterunt societates auditorum spectatorumque, Officiis rei cinematographicae, radiophonicae et televisificae singulis in Nationibus praepositis, obnoxiae. Noverint denique radiophonii auditores obligatione se teneri acroases promovendi honestas, ac maxime eas, quibus animi ad Deum erigantur. Nonne christifideles, praesertim ii, qui radiophonii commoda cotidiano usu experiuntur, alacres se praebeant ad huiusmodi transmissiones provehendas, maxime hac aetate, qua per arias undas doctrinae falsae et perversae disseminantur, qua instrumentis perturbantibus in aethere quasi quoddam valium ferreum , ad sonos quod attinet, effectum est, eo quidem consilio, ne veritati, quae materialismi athei evertat imperium, pateat aditus, hac dicimus aetate, qua pluries centena milia hominum Evangelii nuntium quasi illucescentem auroram adhuc praestolantur et aegroti aliove modo praepediti anxie exoptant, ut communitatis christianae preces et Eucharistici Sacrificii ritum aliqua ratione participent? Haud equidem ignoramus quantum variis in regionibus impensum sit laboris et impendatur, ut acroases catholicae in radiophonicis stationibus augeantur. Multi sane exstiterunt homines ecclesiastici et laici hac in re antesignani, qui acri studio effecerunt, ut sacris transmissionibus radiophonicis is daretur locus, qui religioni convenit, quae potior est quam res humanae universae. Interea autem, dum intento animo consideramus, quanto4 8

Cfr. Sermo Pii X I I d. 3 Octobris, a. 1947 quinquagesimo expleto anno ab arte radiophonica inventa habitus: Discorsi e Radiomessaggi di S. S. Pio X I I , vol. XI, pag. 267.

48

Acta Pii Pp. XII

797

pere radiophonica ars sacri ministerii causae prodesse queat, dumque illo urgemur Divini Redemptoris mandato : Euntes in mundum universum praedicate Evangelium omni .creaturae , facere non possumus quin vos, Venerabiles Fratres, paterne adhortemur, ut id genus de re catholica auditiones, pro varia uniuscuiusque loci necessitate atque facultate, magis magisque promovere ac perficere studeatis. Cum vero summa, qua par est, dignitate liturgicos ritus, catholicas veritates, res atque eventus Ecclesiae marconianae artis ope proponere, praeter debitam vigilantiam, multum profecto ingenii, multum peritiae quoque expostulet, necessarium omnino est, ut sive sacerdotes sive laici, qui ad hanc tanti momenti navitatem destinentur, recta consentaneaque ratione instituantur. Quam ad rem sane expedit, ut apud Nationes, in quibus catholici recentioribus huius artis instrumentis utuntur eorumque diuturno usu ceteris praestant, opportuna per certum tempus de hac re habeantur studia exercitationesque, quorum ope ex aliis etiam Nationibus candidati illam valeant adipisci peritiam, quae requiritur, ut radiophonicae de re religiosa transmissiones ad optima ingenuae artis praescripta technicorumque rationes redigantur. Ipsis Nationis Officiis curae erit intra suae cuiusque dicionis fines varia religiosarum auditionum genera promovere eaque apte inter se ordinare atque componere; eadem praeterea, quantum fieri poterit, ceterarum radiophonicarum stationum moderatoribus adiutricem praestabunt operam, sedula adhibita vigilantia, ne in eiusmodi auditiones quid irrepat honestati morum minus consentaneum. Quod attinet autem ad ecclesiasticos viros, etiam ex religiosorum sodalitatibus exemptis, qui suam navant operam apud radiophonicas vel televisificas stationes, Episcoporum erit op4 9

4 9

MARC.

X V I ,

15.

51

ACTA,

vol.

XXIV,

n.

13.

- 23-10-1957.

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Acta Apostolicae Sedis -

Commentarium Officiale

portunas impertire normas, quas exsequendi cura variis Nationis Officiis demandabitur. Peculiari modo perplacet catholicarum radiophonicarum stationum Moderatoribus et administris hortamenta Nostra adhibere. Difficultates sane innumerae hac in re subeundae Nobis plane innotescunt; fore tamen confidimus, ut iidem hoc apostolatus opus, quod Nos tantopere pendimus, strenuo animo ac viribus inter se collatis prosequi pergant. Ad Nos quod attinet, amplificandam perficiendamque curavimus Radiophoniam Vaticanam Stationem, optime de re catholica meritam, cuius incepta, saluberrima sane quemadmodum Hollandiae christifidelibus amplissima largitate praestantibus asseveravimus flagrantissimis votis summisque totius catholici orbis necessitatibus apprime respondent. Praeterea grata prosequi voluntate percupimus universos probos radiophonicarum transmissionum auctores ac moderatores ob rectam Ecclesiae necessitatum aestimationem, quam ex iisdem plures testati sunt, sive Dei propagando verbo libenter opportuna tempora assignantes, sive necessaria artis adiumenta suppeditantes. Ii quidem hoc agendi modo mercedem profecto participant apostolico operi propriam, etsi per aethereas undas exercetur, prouti Christus Dominus pollicitus est: <( Qui recipit prophetam in nomine prophetae, mercedem prophetae accipiet.
50 51

Hisce temporibus radiophonicae acroases, artificio praecellentes, postulant, ut ad genuina artis principia conformentur; earum igitur auctores omnesque, qui iisdem parandis vel efficiendis dant operam, uberis doctrinae praesidio instructi sint oportet. Quamobrem eos etiam, ut iam cinematographicae artis, cultores, enixe compellamus, ut materiae copiam, quae ex amCfr. Sermo ad Hollandiae catholicos, d. 19 Maii, a. 1 9 5 0 habitus: Discorsi & Radiomessaggi di 8. 8. Pio XII, vol. X I I , pag. 7 5 .
5 1

50

MATTH.

X,

41.

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799

piissimo christianae humanitatis penu sufficitur, in rem suam convertant. Denique sacrorum Antistites in publicae rei moderatorum memoriam revocent, ad eorum officium pertinere sedula, qua par est, diligentia in tuto ponere propagandas de re catholica auditiones, peculiari dierum festorum habita ratione ac spiritualium necessitatum, quibus christifideles cotidie premuntur. IV Eeliquum est, Venerabiles Fratres, ut breviter de televisione quoque vobiscum agamus, quae quidem per Pontificatus Nostri decursum in quibusdam Nationibus mira suscepit incrementa, in aliis autem pedetemptim iam in usum inducitur. Invalescentem huius artis consuetudinem, quae procul dubio in humani generis fastis magni ponderis est eventus, studioso animo, alacri spe gravibusque affecti sollicitudinibus prosecuti sumus, atque dum ex una parte inde ab initio saluberrimam eius vim novasque obortas utilitates extulimus, ex altera vero pericula ac male utentium intemperantiam prospeximus atque indicavimus. Televisioni plura sunt cum cinematographica arte communia, quandoquidem eius spectationes ipsam vitae actionem agitationemque oculis exhibent; haud raro enim cinematographici ludi eidem materiam praebent. Praeterea ipsam quoque indolem atque vim radiophonicae artis propriam quodammodo participat, quippe quae potius quam in theatris, intra domestieos parietes ad homines convertatur. Supervacaneum ducimus hoc loco Nostra iterare monita, quae de cinematographicis ludis deque radiophonicis transmissionibus iam habuimus; de officiis scilicet, quibus hac in re spectatores, auditores, auctores necnon publicae rei Moderatores tenentur. Neque est, cur iterum commemoremus curam atque diligentiam necessario adhibendam, ut varia religiosarum spectationum genera rite parentur atque promoveantur.

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Compertum habemus, quam sedulo studio creberrima spectatorum multitudo res catholicas per televisionem relatas conspiciat. Liquet omnino Eucharisticum Sacrificium televisionis ope participare uti paucos ante annos, ad radiophonium quod attinet, declaravimus non idem esse ac Divino Sacrificio coram adesse, ut diebus festis praecipitur. Uberrimi tamen fructus ex liturgicis prodeuntes ritibus per televisionem ob oculos propositis, quos quidem ad roborandam Fidem sancti tudinemque fovendam ii omnes percipere possunt, quibus alio modo participandi copia deest, Nobis plane suadent, ut spectationes huiusmodi etiam atque etiam commendemus.
52

In singulis Nationibus Episcoporum erit de televisificarum rei religiosae transmissionum opportunitate iudicare, easdemque constituto Officio efficiendas concredere, quod quidem, ut in rebus similibus, vigilem navabit operam ad notitias propagandas, ad auditorum animos educandos et ad omnia ordinanda et componenda, modo quidem christianis moribus consentaneo. Televisio autem praeter id, quod cum duobus ad res evulgandas artis inventis, de quibus iam diximus, commune habet, sua quoque pollet vi suaque efficacitate. Televisificae enim artis ope efficitur, ut longinquos eventus auribus oculisque subiectos eodem puncto temporis, quo contingant, spectatores conspiciant, atque ita alliciantur, ut quasi praesentes eosdem participent; ipsa autem intima domesticae vitae consuetudine eiusmodi propinquitas valde adaugetur. Peculiaris haec oblectandi vis, qua inter sacra familiae penetralia televisio pollet, permagni quidem facienda est, quippe quae plurimum conferat ad religiosam vitam, ad humanitatem atque ad mores eorum, ex quibus familia constat, filiorum
Cfr. Sermo ad radiophonicae artis cultores conventum ex omnibus Nationibus participantes, d. 5 Maii, a. 1950; Discorsi e Radiomessaggi di 8. 8. Fio XII vol. X I I , pag. 5 5 .
52

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praesertim, quos recentioris huiusce inventi fascinatio procul dubio afficiet ac tenebit. Quodsi illud : Modicum fermentum totam massam corrumpit veritati omnino respondet, atque in adulescentibus vita corporis, quodam contagionis germine infecta, impediri potest, quominus ad plenam virium maturitatem perveniat, multo magis pravum aliquod educationis elementum religiosae vitae ervos valet elidere, ac debitam morum conformationem remorari. Ceterum quis ignorat saepissime pueros extra domum morbi vim repentem vitare posse, latentem intra domum effugere non posse ? Domestici convictus sanctitatem quoquo modo in discrimen adducere nefas est; Ecclesia igitur, prout eius ius et officium postulant, omnibus viribus semper contendit, ne pravis televisificas spectationibus sacra eiusmodi limina ullo pacto violentur. Cum televisio inter cetera hoc quoque salutiferum sane commodum pariat, ut minores ac maiores natu domi facilius remaneant, ea profecto plurimum valet ad amoris fideique vinculum intra saepta domestica roborandum, dummodo nihil proferat, quod iisdem fidei et casti amoris virtutibus minus consentiat.
5 3

Haud tamen desunt, qui sanctissima haec postulata ad rem posse deduci, saltem in praesens, omnino negent. Dictitant, enim, fidem spectatoribus datam haudquaquam sinere, ut ulla ex parte vacuum abeat tempus televisificis transmissionibus assignatum; praeterea necessitatem plura spectationum genera in promptu semper habendi cogere, ut interdum spectacula exhibeantur initio ad publicum theatrum tantummodo destinata; televisionem denique non ad iuvenes tantum sed ad provectae etiam aetatis homines pertinere. Haud infitiamur hac in re difficultates profecto occurrere; earundem tamen solutio minime in posterum remittenda est, cum huius artis usus,

s" Gal. V , 9.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

non antea prudentis consilii frenis temperatus, gravissima detrimenta singulis civibus atque hominum communitati iam attulerit; quae quidem ex aequo aestimari usque adhuc difficulter possunt. Ut autem harum difficultatum enodatio cum increbrescente rei televisificae usu in singulis Nationibus pari gressu procedat, primo loco apparandis variis spectationibus impensissimo opera danda est, quae quidem ethicis, psychologicis necnon technicis televisionis rationibus respondeat. Quamobrem catholicos viros eruditione, doctrina, optimarum artium scientia praestantes atque imprimis clerum atque Ordinum vel Congregationum religiosos sodales paterno animo adhortamur, ut ad hanc novam artem mentem convertant sociamque conferant navitatem suam; ita quidem, ut quae praeteritam aetates ac veri nominis progressus ad excolendum animum bona protulerint, eadem in televisionis commodum utilitatemque redundent. Praeterea necesse est, ut, qui in effingendis televisionis taeniolis moderatorum partes agunt, non modo sarta tecta servari religionis honestatisque principia curent, verum periculum etiam diligenter attendant, in quod forte adduci possint iuvenes, qui spectaculis intersint ad provectae aetatis homines pertinentibus. Quod attinet ad spectaculorum cognatum genus, quae in cinematographeis et in publicis theatris exhibentur, apud plerasque excultas Nationes opportunis cautionibus provisum est, consulto atque in communis boni tutelam, ut iuvenes ab inhonestas ludicris arceantur. Nemo autem est qui non videat, televisionem quoque, immo multo magis, sedulae vigilantiae commodis atque praesidiis indigere. Si vero contingat, quod penes quasdam Nationes laudabiliter exclusum est, ut alicubi televisificae transmissiones spectacula admittant adulescentibus prohibita, tunc saltem certae cautiones sunt omnino necessariae. Perperam tamen aliquis putaverit egregia proposita rec

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tamque officii conscientiam eorum, qui id, genus artem exercent, satis valere ad bona omnia eruenda, quae ex mira illa parvi televisifici albi arte profluant, aut ad quaevis pericula removenda. Hac enim in re prudentia ac vigil eorum cura, qui televisificis scriniis utuntur, prorsus expostulantur. Rectus in televisione adhibenda modus, prudens ad spectandum filiorum admissio ex aetate decernenda, aequa de visis iam spectaculis aestimatio, ac denique ab eis, quae minus addeceant, filiorum exclusio: haec omnia totidem sunt officia, quibus parentes atque omnes, in quos educandi munus incumbit, graviter onerantur. Haud equidem ignoramus, ea praesertim, quae postremo loco monuimus, graves interdum difficultates et gravia incommoda gignere posse; siquidem impertiendae educationis conscientia parentes haud raro iubebit proli exemplo praeesse, atque etiam cum; .suo ipsorum gravamine se a quibusdam allicientibus spectationibus abstinere. At quis nimio gravius putet onus, quod parentibus praecipitur, cum maximum liberorum bonum in discrimen vocatur \ Quae cum ita sint, urget quam maxime necessitas quemadmodum iam Italiae Episcopis scripto asseveravimus ut catholicorum conscientia de televisionis usu ad sana christianae religionis principia conformetur ; adeo quidem, ut non errori, non vitiorum illecebris eiusmodi ars inserviat, sed ad homines erudiendos, instituendos, et ad meliorem statum revocandos subsidium potius evadat.
5 4 5 3

Hisce Litteris finem facere non possumus, Venerabiles Fratres, quin in memoriam vestram redigamus, quanti momenti sint partes sacerdoti concreditae, ut in ceteris apostolatus
54

Cfr. Adhortatio Apostolica

de televisione,

d. 1

Ianuarii a., 1954:

A. A. 8.,

vol. X L V I , 1954, pag. 23. Cfr. Sermo de gravi televisionis momento, d. 21 Octobris a. 1955: A. A. S., vol. X L V I I , 1955, pag. 777.
65

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

campis, etiam in hoc Ecclesiae necessario opere, quod evulgandarum rerum inventa respicit, cum promovenda, tum in usum adhibenda. Is nempe quaestiones universas pernoscat oportet, quae in re cinematographica, radiophonica atque televisifica christifidelium animis proponuntur. Sacerdos, cui animorum cura demandata est ita Nos in oratione habita ad participantes Conventum per hebdomadam actum de ministerio sacro in Italia ad huius aetatis rationem instituendo scire potest ac debet, quidquid nostrae aetatis studiis, liberalibus artibus atque technicae progressibus profertur, quod quidem ad supremum hominis finem eiusque religiosam vitam ac mores attineat)). Hisce adiumentis recte uti addiscat, quotiescumque, pro prudenti ecclesiasticae auctoritatis iudicio, id postulant concrediti sibi ministerii indoles aut necessitas frequentiori animorum multitudini opitulandi. Denique, si a sacerdote eaedem artes in ipsius utilitatem adhibeantur, eius prudentia, temperantia, necnon recta officiorum conscientia in exemplum christifidelibus omnibus refulgeant.
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Placuit has, quibus profecto et vos ipsi afficimini, Venerabiles Fratres, curas sollicitudinesque aperire Nostras, de gravibus, quae christianorum Fidei moribusque instare possunt periculis, si validissima eiusmodi ad audiendum et ad spectandum artis inventa ad pravos usus ab hominibus detorqueantur. Haud tamen omisimus commoda quoque utilitatesque indicare, quae hodierna eiusmodi instrumenta valent afferre. Quam ad rem, praelucentibus christianae Fidei legisque naturalis praeceptis, principia illustravimus, ad quorum normas regi atque conformari necesse est, tum eorum actionem, qui haec ad res evulgandas instrumenta moderantur, tum hominum conscientiam, qui iisdem utuntur. Atque ob id ipsum, ut nempe haec Dei Providentis munera animorum bonum procurent, vos
Cfr. Sermo d. 14 Septembris a. 1956 habitus: A. A. S., vol. XL V I I I , 1956, pag. 707.
66

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paterne adhortata sumus, noii solum ad vigilem agendam curam, sed ad actuosam etiam vestram operam auctoritatemque interponendam. Nam ad cuiusque Nationis id genus Officia, quae hac data quoque occasione vobis commendamus, non solum pertinet munus servandi atque tuendi, sed potissimum moderandi, ordinandi atque iuvandi permulta educationis incepta, quae in variis Nationibus inita sunt, ut per hanc tam arduam tamque immensam artium provinciam longe lateque christiani spiritus propagentur. Quandoquidem autem hanc Dei causam triumphaturam firmiter confidimus, minime dubitamus quin Nostra haec praescripta ac mandata quae quidem ad rem diligenter deducenda Pontificio Consilio de re cinematographica, radiophonica et televisifica committimus nova apostolatus studia excitare valeant in hoc campo, qui tam laetam tamque uberem segetem pollicetur. Hac spe suffulti, quam vestra pastoralis alacritas Nobis sane exploratissima valde confirmat, Apostolicam Benedictionem, caelestium gratiarum conciliatricem, vobis, Venerabiles Fratres, itemque clero populoque unicuique vestrum concreditis, iis nominatim, qui ad vota ac mandata Nostra adimplenda actuosam conferent operam, effusa caritate impertimus. Datum Eomae, apud Sanctum Petrum, die VIII mensis Septembris, in Festo Nativitatis Beatae Mariae Virginis, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo.

P I U S

PP.

X I I

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

ALLOCUTIO
Sodalibus delegatis ab universa Societate Iesu, Romae congregatis.*

Vos omnes, dilecti filii, qui Nobis Societatem Iesu universam repraesentatis, in Nostram Urbem congregatos, paterno et laeto animo accipimus, vestrisque laboribus optima quaeque a Datore omnium bonorum Eiusque caritatis Spiritu ominamur. Vestra Societas, cuius formulam seu Regulae summarium Pater vester Legifer Ignatius decessoribus Nostris Paulo I I I et Iulio I I I approbandam obtulit, ad hoc est instituta ut sub Crucis vexillo Dei militet et soli Domino ac Ecclesiae ipsius sponsae, sub Romano Pontifice, Christi in terris Vicario serviat. Immo Conditor vester vos astrictos voluit peculiari quodam voto, praeter tria in Religionibus consueta, oboedientiae Summo Pontifici ; sentiendum cum Ecclesia ,
2 1

atque in notissimis illis Regulis ad Exercitiorum Spiritualium an-

libello

nexis, haec vobis praeprimis commendat : Sublato proprio omni iudicio, tenendus est semper paratus promptusque animus, ad obediendum verae Christi sponsae, ac sanctae Matri nostrae quae est orthodoxa, catholica et hierarchica Ecclesia ; atque antiqua versio, qua ipse vester Pater Ignatius utebatur, addit quae Romana est .
s

Sane inter praeclara facinora maiorum vestrorum, quibus iure gloriamini quaeque aemulari contenditis, illud ceteris praestat, vestram nempe Societatem, Cathedrae Petri quam intime adhaerentem, doctrinam a Pontifice illius Sedis, ad quam propter potentiorem principalitatem necesse est omnem convenire Ecclesiam, hoc est eos qui sunt undique fideles ) )
4

propositam, semper intactam custodire, docere, defendere,


5

promovere conatam esse ; nec quidquam quod periculosam vel non satis probatam novitatem sapiat tolerare.

* Die 10 Septembris mensis a. 1957.


1

Formula Instituti Societatis Iesu, n. 1, in Litt. Apost. Iulii III Exposcit debitum ,
I. c.

21 iulii 1550; Institutum S. I., Florentiae 1892, vol. T, p. 23).


2

p. 24.

Reg. ad sent. cum Ecclesia, Reg. 1.

S. Irenaeus, Adv. Haer, 1. 3, c. 3; MG 7, 849 A.


Coli. Decr., Decr. 102; Epit. Inst., n. 319.

Acta Pii Pp. XII

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Nec minori laudi vobis vertitur quod in rebus ad disciplinam ecclesiasticam pertinentibus, perfectam illam oboedientiam exsecutionis, voluntatis atque iudicii erga Sedem Apostolicam colere nitimini, quae adeo confert a d . . . certiorem Sancti Spiritus directionem.
6

Hanc autem laudem rectitudinis doctrinae et fidelitatis in oboedientia Christi Vicario debita, nemo a vobis tollat ; nec locus sit inter vos cuidam superbiae liberi examinis , heterodoxae potius quam catholicae mentis propriae, qua unusquisque ea etiam quae a Sede Apostolica emanant, ad trutinam proprii iudicii revocare non refugit; nec toleretur coniventia cum quibusdam autumantibus magis ex iis quae fiunt quam ex iis quae fieri debent normas agendi atque ad aeternam salutem contendendi esse desumendas ; nec sinantur pro libitu sentire et agere ii quibus disciplina ecclesiastica videatur res antiquata, vanus, ut aiunt, formalismus , quo quis, ut veritati serviat, se facile eximat oportet. Si enim eiusmodi mens, ab incredulorum coetibus mutuata, in agmine vestro libere serperet, nonne brevi inter vos reperirentur indigni et infidi filii vestri Patris Ignatii, quamprimum e corpore vestrae Societatis resecandi? Oboedientia undequaque perfecta inde ab initiq^essera fuit eorum, qui in vestra Societate Deo militant. Ipse Conditor vester eo usque processit ut dicere ausus sit : Ab aliis religiosis Ordinibus facilius patiamur superari nos ieiuniis, vigiliis et cetera victus cultusque asperitate, quam suo quisque ritu ac disciplina sancte suscipiunt; vera quidem ac perfecta oboedientia, abdicationeque voluntatis atque iudicii maxime velim... esse conspicuos quicumque in hac Societate Deo Domino nostro deserviunt.... Quam grata semper fuit Ecclesiae integra et prompta illa oboedientia Superioribus Religiosis exhibita, fidelis disciplinae regularis observantia, humilis submissio etiam iudicii sub iis, quos Christi Vicarius vobis praeesse voluit, secundum Institutum vestrum ab Ipso Eiusque Decessoribus tam saepe sollemniterque probatum ! Sensui enim catholico conformis est illa virtus, perpetua traditione antiquarum et venerabilium Religionum, probante Sede Apostolica, sancita, quam vobis descriptam reliquit sanctus Ignatius in celebri Epistola de virtute Obedientiae . A vero autem prorsus aberrant qui sentiunt doctrinam illius Epistolae iam esse derelinquendam, et oboedientiae hierarchicae et religiosae subrogandam esse democraticam aliquam aequalitatem,
7

Formula Instituti, in Litt. Apost, a Exposcit debitum; Inst. 8. L, I. e., p. 24. Epist, de virtute Obedientiae n. 3.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

qua subditus cum Superiore de agendis contendat, donec uterque in idem placitum consentiat. Contra spiritum superbiae et independentiae, qui bene multos bac aetate inficit, servetis oportet intemeratam virtutem verae humilitatis, quae vos Deo et hominibus amabiles efficiat ; virtutem omnimodae abnegationis, qua Illius discipulos vos exhibeatis qui factus est oboediens usque ad mortem x>. Num Christo Capite dignus foret qui, ab austeritate disciplinae religiosae refugiens, in Religione vivere contenderet, perinde ac si vir esset saecularis, qui ad libitum quae sibi prodesse videntur, quae sibi placent et arrident, prosequitur? Qui religiosam disciplinam vano eoque iam trito nomine (( formalismi evacuare praetendunt, contra Sedis huius Apostolicae vota et placita se offendere sciant, sibique ipsis illudere, si quando legem caritatis appellent ad falsam libertatem a iugo oboedientiae expeditam cohonestandam : quae foret enim ista caritas, quae Dei et Domini nostri beneplacitum, per vitam religiosam quam voverunt adimplendum, praetermitteret? Quae vestri Ordinis fuit decus et vigor, severa disciplina, haec etiam nostra aetate vos servabit ad praelia Domini et modernum , quem dicunt, apostolatum aptos et expeditos. Grave hac de re incumbit officium omnibus vestri Ordinis Superioribus, sive de Generali agitur, sive de Provinciali vel locali. Noverint illi modeste atque circumspecte praecipere ; mansuetudinem, caritatem induentes,
11 10 9 8

circumpecte quidem et

modeste, prout decet animarum pastores, Christi Domini benignitatem, praecipere tamen sciant, et si opus sit, firmiter, severitatem suo tempore et loco cum benignitate miscentes , utpote Deo de animabus subditorum eorumque in perfectione acquirenda profectu rationem reddituri. cato,
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Quamquam Regulae ve-

strae, ex sapienti praescripto Fundatoris subditos non obligant sub pecobligantur tamen Superiores earum observantiam promovere, nec insontes abeunt, si sinant passim neglegi disciplinam regularem. Boni patris instar eam fiduciam exhibeant subditis, quae erga filios solet et decet; simul tamen filiis, prout bonus pater facere tenetur, invigilent assidue, nec sinant eos paulatim a recto tramite fidelitatis discedere.

Cfr. Const. S. I., p. IX, c. 2, n. 2. Phil. 2, 8. Cfr. Reg. Provincialis 4. Cfr. Reg. Provincialis 3.

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* Const. p. V I , c. 5.

Acta Pii Pp. XII

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Vestrum Institutum sapienter describit hoc officium Superiorum, praesertim localium, quoad egressum subditorum e claustris eorumque commercium cum externis, quoad litteras dandas et accipiendas, quoad itinera facienda, ad pecuniam expendendam vel gerendam, immo etiam quoad curam habendam, ut omnes exercitia illa pietatis fideliter expleant, quae veluti anima sunt religiosae observantiae simul et apostolatus. Ml autem prosunt optimae Regulae, nisi ii quibus incumbit earum obtemperationem urgere, fortiter et constanter proprio munere fungantur. Vos estis sal terrae :
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puritas doctrinae, vigor disciplinae, quibus

accedet austeritas vitae, vos immunes a mundi contagio servent et dignos efficiant discipulos Illius, qui nos per crucem redemit. Ipse vos monuit : Qui non baiulat crucem suam, et venit post me, non potest meus esse discipulus .
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Hinc est quod Pater vester Ignatius


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vos adhortatur admittere et concupiscere totis viribus quidquid Christus Dominus noster amavit et amplexus est ; atque ut melius ad

hunc perfectionis gradum in spirituali vita tam pretiosum perveniatur, maius ac impensius studium cuiusque sit quaerere in Domino maiorem sui abnegationem et continuam in rebus omnibus, quoad poterit, mortificationem. Inter studium autem rerum novarum, quod hodie tot hominum mentes occupat, timendum est, ne illud primarium praeceptum cuiusvis vitae religiosae atque apostolicae, coniunctionis instrumenti cum Deo,
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obscuretur, et fiducia nostra innitatur potius mediis

illis naturalibus quae... instrumentum in proximorum utilitatem disponunt )), contra oeconomiam gratiae in qua vivimus.

Ad illam vitam cum Christo cruci fixam degendam, conferre debet imprimis fidelis observatio paupertatis, quae tantopere cordi fuit Conditori vestro ; atque non tantum illius paupertatis, quae usum independentem rerum temporalium excludit, sed illius praesertim ad quam ipsa haec dependentia simul ordinatur, quae est in usu valde moderato rerum temporalium, una cum privatione non paucorum ex illis commodis, quae homines in saeculo viventes sibi legitime vindicare possunt. Certe, ea

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MATTH.

5,

13.

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Luc.

14, 27.

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Examen generale, c. 4, n. 4 4 ; Summ. Const., n. 1 1 . Examen generale, c. 4, n. 46 ; Summ. Const., n. 1 2 . Cfr. Const., p. X, n. 2. Cfr. Const., p. X, n. 3.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

quae laborem vestrum apostolicum efficaciorem efficiunt, probantibus vestris Superioribus, adhibebitis ad maiorem Dei gloriam ; sed simul multis rebus quae ad finem vestrum minime necessariae sunt, delectant vero et naturae placent, ultro privabitis vos ipsos, ut et fideles in vobis intueantur Christi pauperis discipulos, et abundantiores forte pecuniae in res ad animarum salutem utiles reserventur, nedum in molliora delectamenta profundantur. Religiosorum non est indulgere feriis extra Ordinis domos, nisi ex causa extraordinaria, itinera iucunda quidem at magni sumptus ad animum reiiciendum aggredi, quaevis laboris instrumenta in proprium atque privatum tantummodo usum, potius quam in usum commodumque commune, ut vult natura status religiosi, possidere. Quae autem superflua sunt, illa ex amore paupertatis et studio continuae illius in rebus omnibus mortificationis, quae Instituti vestri est propria, simpliciter et forti animo resecate. Inter ea annumerandus est usus, qui hac nostra aetate tantopere diffunditur, tabaci, quo variis formis adhibito homines delectantur. Religiosi cum sitis, curate ut usus iste de medio vestri tollatur secundum spiritum Conditoris vestri. Religiosi non verbis tantum, sed exemplo praedicent paenitentiae studium, sine qua non est spes fundata salutis aeternae. Ea omnia quae vobis commendamus, cum non sint secundum hominem , naturae autem ardua et nimia videantur, non tantum possibilia, sed facilia et in Domino suavia fient, si fideles eritis vitae illi orationi deditae, quam a vobis exspectat Legifer Pater.
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Vestra autem pietatis

exercitia tunc fervore intimo caritatis animabuntur, si orationi mentali eique diuturniori, qualem probatae Regulae vestri Ordinis cotidie praescribunt, fideles eritis. Sacerdotum labori apostolico deditorum imprimis est totam actionem vivificare profundiore illa consideratione rerum divinarum, et ardentiore affectu caritatis erga Deum et Dominum nostrum Iesum Christum, quem e Sanctorum praeceptis novimus oratione mentali potissimum ali. Ordo vester certissime deflecteret a spiritu quem intendebat Legifer Pater vester, si institutioni in Exercitiis Spiritualibus acceptae fidelis non maneret. Nemo est inter vos qui res quaslibet novas, ad salutem tamen et perfectionem animarum tam propriarum quam proximorum,
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quae est

finis vestrae Societatis, conducentes, ideo improbet vel reiciat quia novae sunt ; sed contra, Instituto sancti Ignatii quam maxime conforme est et

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Const., p. V I , c. 3, n. 1. Cfr. Exam. gen., e. 1, n. 2; Summ. Const., n. 2

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Acta Pii Pp.. XII

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inter vos perpetuo traditum, rebus quibusque novis, quas postulat Ecclesiae bonum et commendat Sancta Sedes, toto animo incumbere nullumque laborem adaptationis , quam dicunt, refugere. Ast simul quae sapienter ideo tradita sunt quia ex Evangelio vel ex ipsa natura humana eaque lapsa postulantur (quae est ascesis religiosa qualem ab antiquis Ordinibus didicit et mutuatus est Conditor vester), illa sarta tecta contra omnia mundi daemonisque molimina firmiter custodiatis. Inter substantialia primi ordinis vestri Instituti, gregatione quidem Generali
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quae ne a Con-

immutari possunt, sed a sola Sede Apo-

stolica, utpote (( in forma specifica approbata iam inde a Litteris Apostolicis Regimini militantis Ecclesiae , die vicesima septima mensis Septembris, anno millesimo quingentsimo quadragesimo, a Decessore Nostro Paulo I I I datis, tam .
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illud habetur : Formam gubernandi in So-

cietate esse monarchicam, in definitionibus unius Superioris contenHaec autem Sedes Apostolica, probe noscens auctoritatem Praepositi Generalis cardinem veluti esse, in quo nititur vestri Ordinis vigor et sanitas, nedum in hac re quidquam spiritui huius aetatis conivendum fore censeat, id ex contrario intendit, ut nempe plena atque monarchica illa auctoritas, quae subsit tantum superiori auctoritati Congregationis Generalis, atque supremae huius Sanctae Sedis, inconcussa servetur, etsi opportuno modo, salva omni ex parte forma gubernandi monarchica, huius onus levetur. Brevi, omnes constanti animo incumbatis, ut nihil perfectionis, quod divina gratia consequi possitis in absoluta omnium Constitutionum observatione vestrique Instituti peculiari ratione adimplenda, praetermittatis .
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Decessori Nostro p. m. Clementi X I I I tribuitur dictum

illud, quod, sin minus ad verbum, ad sensum certe eius mentem refert, cum ab eo petebatur ut vestrum Ordinem ab Instituto a sancto Ignatio condito recedere sineret: A u t sint ut sunt aut non sint.
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Quae est et manet

etiam Nostra mens : sint lesuitae quales eos formarunt Exercitia Spiritualia, quales eos volunt eorum Constitutiones. Alii in Ecclesia laudabiliter, duce Hierarchia, via in quibusdam rebus diversa, ad Deum

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Epit. Inst., n. 22. I. c. 23, 1. Institutum S. I., Florentiae 1892, vol. I, p. 6. Epit. Inst., n. 22, 3, 4<>. Const., p. V I , c. 1, n. 1; Summ. Const., n. 15. Pastor, Geschichte der Paepste Bd. X V I , 1, 1931, S. 651, Anm. 7.

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A cia Apostoliche Sedis - Commentarium Officiale

tendunt ; vobis vestrum Institutum via est ad Deum .

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Rationem

vitae a Sede Apostolica toties probatam, opera apostolatus vobis tamquam peculiaria ab eadem Sede commendata, baec aemulamini in devota adiutrice opera cum ceteris vineae Domini cultoribus, qui omnes, hac Apostolica Sede et Episcopis moderantibus, Regnum Dei ut adveniat procurant. Auspicem luminis Spiritus Sancti in labores vestrae Congregationis, simulque effusae gratiae divinae in omnes et singulos socios vestrae Societatis, paterno caritatis affectu Apostolicam vobis Benedictionem impertimur.

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Cfr. Formula Instituti, in Litt. Apost. Pauli III, Regimini militantis Ecclesiae ,

27 septembris 1540,n. 1; Institutum S. L, Florentiae 1892, vol. I, p. 4.

An. et vol. X X X X I X

26 Octobris 1957

(Ser. II, v. XXIV) - N. 14

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


CONSTITUTIONES APOSTOLICAE I N AMPULEN SIS
(PORTUS A M E L I A E )
NAMPDXENSIS DIOECESIS DIVIDITUR, NOVAQUE EX EA DIOECESIS CONSTITUITUR, (( PORTUS AMELIAE )) APPELLANDA.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Quandoquidem Nobis, facta a Christo potestate, omnibus Ecclesiis est consulendum, idcirco magnam partem cogitationum Nostrarum in id impendimus ut singulae Sedes ita disponantur ac describantur ut et iis hominibus, qui iam christianae religionis placita sequuntur, maiora in dies ferantur auxilia, et iis qui erroris caligine obvolvuntur, dies tandem optandae salutis illucescat. Quam ob rem, cum venerabilis Frater Fernandus Cento, Archiepiscopus titulo Seleuciensis Pierius et in Lusitania Apostolicus Nuntius, iuxta sollemnes conventiones inter hanc Apostolicam Sedem et Rempublicam Lusitanam, die septimo mensis Maii anno millesimo nongentesimo quadragesimo initas et primo die mensis Iunii eiusdem anni ratas habitas, expostulaverit ut, detracta quadam regione a dioecesi Nampulensi, nova excitaretur dioecesis, Nos, auditis dilecto Filio Nostro Theodosio Clemente S. R. E. Cardinali de
52 - ACTA, v o l . X X I V , n. 1 4 . 26-10-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Gouveia, Archiepiscopo de Lou renco Marques, atque venerabili Fratre Emmanuele de Medeiros Guerreiro, Episcopo Nampulensi ; re bene considerata atque consensu eorum suppleto qui aliquod ius in hoc negotio habeant, de Nostra summa et apostolica auctoritate haec quae sequuntur statuimus et iubemus. A territorio dioecesis Nampulensis eam provinciam separamus, cui vulgari lingua est nomen Cabo Delgado, eamque in novae dioecesis formam redigimus Portus Ameliae appellandae iisdemque finibus continendae ac regionis qua constat. Huius Ecclesiae caput atque Episcopi domicilium urbs erit Portus Ameliae; cathedram vero collocabit sacrorum Antistes in templo S. Pauli Apostoli, ibidem exstante, quod tamquam cathedrale, ad tempus, habebitur, datis scilicet iuribus sui gradus, usque dum aliud dignius struatur. Dioecesim, quam condidimus, suffraganeam facimus metropolitanae Sedi de Loureno Marques ; eique iura, honores, privilegia, insignia damus, quae ceteris per orbem Ecclesiis eiusdem ordinis dari solent. Episcopis vero etiam onera et obligationes imponimus. Mensa episcopalis, quae dicitur, constituetur sive stipendio a publica auctoritate persolvendo, sive pecunia quam populus dabit, sive Curiae episcopalis proventibus, sive denique iis bonis quae novae Sedi obvenient e divisione bonorum iuxta canonem 1500 Codicis Iuris Canonici. Quo vero sacra aedes cathedralis sollemniore caerimonia splendeat atque Episcopo coetus virorum sit praesto, qui sua prudentia Praesulem iuvent, curet venerabilis Frater qui dioecesim administrabit ut Canonicorum Collegium condatur iuxta normas per alias sub plumbo Litteras edendas ; interim dioecesanos consultores eligat, qui a munere cessabunt, Canonicorum coetu constituto. Ad regimen Ecclesiae quod attinet, ad eiusdem administrationem, ad electionem Vicarii Capitularis adque his similia, ea praescripta serventur quae sacri canones statuunt. De clero tamen hoc decernimus ut simul ac hae Litterae Nostrae suum effectum habuerint, ii clerici qui in territorio novae dioecesis legitime degant, iidem illi censeantur adscripti tamquam proprius clerus. Antistiti Portus Ameliae curae sit Seminarium saltem elementarium condere, quo pueri bonae spei ad sacerdotium educentur, iuxta leges communes et S. Congregationis de Seminariis et Studiorum Universitatibus. Omnia denique documenta et acta quae ad hanc dioecesim respiciant, quam cito ad eius Curiam episcopalem mittantur, ibique in tabulario rerum religiosarum magna diligentia serventur. Ceterum, haec quae mandavimus efficienda curabit venerabilis Frater Fernandus Cento, cuius meminimus, cuique potestates facimus huius rei peragendae. Poterit vero idem et alium delegare, dummodo in eccle-

Acta Pii Pp. XII

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siastica dignitate constitutum.. Cum autem negotium actum fuerit, tunc qui gessit et documenta exarari iubebit, et illa sinceris exemplis ad S. Congregationem Consistorialem quam primum mittet. Quod si fiat ut tempore exsecutionis alius Nuntiaturae in Lusitania praesit, hic omnia Nostra iussa faciet. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel crrumpere liceat ; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die quinto mensis Aprilis, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri undevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

^ Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


8. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost. Albertus Serafini, Proton. Apost.


Loco SB Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXV, n. 48.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

II

BRUKLYNIENSI - NORVICENSIS
(PETROPOLITANA IN I N S U L A LONGA)
A BRUKLYNIENSI DIOECESI QUAEDAM TERRITORIA SEPARANTUR, EX QUIBUS NOVA EFFICITUR DIOECESIS (( PETROPOLITANA IN INSULA LONGA )) ; QUAEDAM VERO PARS NORVICENSI DIOECESI ADIUNGITUR.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Dum hodierni temporis res, inquieta se vice versantes, cogitationes Nostras occupant, ex intimo tamen animo laetamur, sanctam animadvertentes Ecclesiam ubique terrarum florere, eamque indefatigato studio quaerere, ut aptior usque opportunitas Dei adorandi colendique hominibus praebeatur; quae omnia sunt futurae cuiusdam tranquillitatis concordiaeque signum atque praesagium. Nobis igitur haec considerantibus acceptissimae fuerunt preces venerabilis Fratris Hamleti Ioannis Cicognani, Archiepiscopi titulo Laodicensis in Phrygia et in Foederatis Civitatibus Americae Septemtrionalis Apostolici Delegati, qui, audito ac probante dilecto Filio Francisco S. R. E. Cardinali Spellman, NeoEboracensi Archiepiscopo, a Romana Sede postulavit ut pars insulae, vulgo Long Island vocatae, a Bruklyniensi dioecesi dismembraretur, aliaeque minoris momenti fierent mutationes : idem enim territorium, eique parvas adiacentes insulas, tam frequenti populo ditari, ac civilis vitae negotia tanto studio et alacritate multiplicari, ut et animorum curatio novis rerum condicionibus aptetur oporteat. Quae optata probantes, post rem attente consideratam, auditosque venerabiles Fratres Nostros S. R. E. Cardinales Negotiis Consistorialibus praepositos ; eorum pariter suppleto consensu, qui in hac re quodcumque habeant ius; de Nostra summa potestate sequentia decernimus. A Bruklyniensi dioecesi duos separamus comitatus, qui audiunt, vulgo Nassau, et Suffolk, in Insula Longa exstantes, ex eorumque territorio simul iuncto novam condimus dioecesim, Petropolitanam in Insula Longa nuncupandam, ex urbe quam populus Rockville Center appellat. In qua urbe, ut patet, in regione Nassau exstante, erit novae dioecesis Sedes, atque sacri Praesulis domicilium ; cathedra vero pontificalis magisterii in templo eiusdem civitatis collocabitur, S. Agneti Virgini et Martyri sacro, quod ad cathedralis aedis

Acta Pii Pp. XII

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dignitatem et gradum his Litteris perducimus. Novae igitur Ecclesiae Episcopus omnibus fruetur iuribus, facultatibus, privilegiis, honoribus atque insignibus, quae ad omnes pari gradu Episcopos lege et consuetudine spectant; eumque pariter oneribus officiisque astringimus, in quibus, praeter ea quae ex huiusmodi munere provenire solent, id quoque recensendum esse volumus, eum scilicet cum propria dioecesi obnoxium esse ac suffraganeum Archiepiscopo ac metropolitanae Ecclesiae Neo-Eboracensi. Quo vero Dei cultus in novo Petropolitano templo debito modo augustioreque caerimonia habeatur, .et Episcopus consilio et opera spectatissimorum utatur virorum, volumus ut Canonicorum Collegium condatur; quoadusque tamen id effici nequeat, sinimus Canonicorum loco dioecesanos Consultores eligi. Novae Ecclesiae regimen et administratio, episcopalis mensae, quam vocant, constitutio, Capitularis Vicarii, Sede vacante, electio, aliaque huiusmodi, Codicis Iuris Canonici iussis omnino regantur. His praeterea Litteris a Bruklyniensi dioecesi parvam separamus insulam, cui est vulgatum nomen Fishers Island, quaeque adhuc fuit territorii de Suffolk propria, eamque Norvicensi dioecesi perpetuo adiungimus. Quam ob rem, simul ac Petropolitanae dioecesis erectio ad effectum deducta fuerit, ac Bruklynienses Norvicensesque fines, ut diximus, immutati fuerint, clerici ac sacerdotes illi Ecclesiae addicti censebuntur, in cuius territorio legitime degunt. Volumus denique ut documenta et acta, quae ad distracta territoria quomodolibet respiciant, quam primum ad utriusque dioecesis Petropolitanae in Insula Longa, et Norvicensis Curiam mittantur, in earum tabulario religiose custodienda. Venerabilem quem diximus Fratrem Hamletum Ioannem Cicognani ad ea efficienda eligimus, quae modo descripsimus, vel eum qui, tempore quo haec iussa fiant, Apostolicae Delegationi in Foederatis Americae Septemtrionalis Civitatibus praesit; qui autem opus exsequetur, omnibus ad id necessariis potestatibus fruetur, cuilibet etiam subdelegandis viro, si opus fuerit, qui tamen sit ecclesiastico honore pollens; onusque habebit effectum negotium in acta referendi, eorumque fide digna exempla ad S. Consistoriale Consilium quam primum mittendi. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitatis nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat ; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die sexto mensis Aprilis, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri undevicesimo. OELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis, Proton. Apost. Caesar Federici, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXV, n. 55. . .

III QUITENSIS
(CONCHENSIS IN A E Q U A T O R E )
DIOECESIS CONCHENSIS IN AEQUATORE, A QUITENSI PROVINCIA DISTRACTA, AD GRADUM PERDUCITUR METROPOLITANAE ECCLESIAE, ECCLESIASTICAE PROVINCIAE EFFICITUR. ATQUE CAPUT NOVAE

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Quasi mater dulcissima, quae se pro ratione ad filiorum necessitates condicionesque accommodt, sancta Ecclesia, a Christo omnium parens hominum constituta, nihil prorsus omittit, quominus temporum necessitatibus continenter respondeat, commissosque populos aptiore usque

Acta Pii Pp. XII

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sollertia foveat atque alat. Nos igitur, qui Dei voluntate ipsam regendam suscepimus, probandas accipiendasque esse preces censemus venerabilis Fratris Opilii Rossi, Archiepiscopi titulo Ancyrani et in Aequatoriana Republica Apostolici Nuntii, qui, incolarum utilitati in ecclesiastica provincia Quitensi degentium, sacraeque disciplinae satius consulere cupiens, ab hac Petri Sede poposcit ut nova ibi provincia conderetur. Quam ob rem, cognito quid de re sentirent sive dilectus Filius Noster Carolus Maria S. R. E. Cardinalis de la Torre, Quitensis Archiepiscopus, sive Praesules Conchensis in Aequatore, ac Loianus ; consensu eorum suppleto qui in hac Ecclesiarum ordinatione aliquid iuris habeant, de Nostra summa potestate sequentia decernimus. A Quitensis metropolis ab eiusque Archiepiscopi iure simul Sedes simul Episcopos eximimus Conchensem in Aequatore ac Loianum. Ex quibus Ecclesiis novam efficimus ecclesiasticam provinciam, Conchensem in Aequatore nuncupandam, atque iisdem finibus cingendam quibus utriusque Sedis territorium simul terminatur. Decernimus praeterea ut dioecesis Conchensis in Aequatore, titulo ac dignitate condecoretur archiepiscopalis metropolitanae Ecclesiae, cum omnibus iuribus et privilegiis, quibus ceterae eiusdem honoris Sedes ex maiorum instituto communique lege fruuntur; cui ut suffraganeam et obnoxiam subdimus quam diximus dioecesim Loianam. Praesulem igitur Conchensem in Aequatore, sive primum, venerabilem scilicet Fratrem Emmanuelem Serrano Abad, sive successores, gradu et insignibus Archiepiscopi Metropolitae instruimus, omnibusque iuribus et privilegiis honestamus, at etiam officiis et oneribus astringimus, quibus ceteri per terrarum orbem Metropolitae ad iuris normam et decorantur et tenentur. Cui item potestatem facimus, ut assolet, Crucem ante se ferendi, intra fines tamen suae archidioecesis, sacrumque gestandi pallium, postquam tamen in publico Consistorio illud rite postulaverit atque obtinuerit; atque suffraganeum subicimus Loianum sacrorum Antistitem. Iubemus denique ut cathedrale Canonicorum Collegium Conchensis templi ad gradum, titulum honoremque perducatur metropolitani Collegii, cum omnibus iuribus ac privilegiis, simulque obligationibus, quae iure et consuetudine huiusmodi virorum senatum comitantur, paris dignitatis. Quae omnia perficienda curabit venerabilis Frater Opilius Rossi, quem diximus, cui et omnes tribuimus necessarias ad hoc potestates, etiam cuilibet viro, si opus fuerit, delegandas, modo in ecclesiastica dignitate constituto, et onus imponimus peractae rei documenta exarandi, eorumque ad unguem exacta exempla

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Acta, Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

quam primum ad S. Congregationem Consistorialem transmittendi. Quod si fiat ut, quo tempore haec ad effectum erunt deducenda, alius Apostolicae Nuntiaturae in Aequatoriana Republica praesit, hic eadem sustin e a t onera iisdemque fruetur potestatibus. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die nono mensis Aprilis, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri undevicesimo.

CELSUS Card. COSTANTINI


S. R. E. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost. Albertus Serafini, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXV, n. 50.

Acta PU Pp. XII

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IV CAURIENSIS
(CAURIENSIS - CASTRORUM CAECILIORUM)
T E M P L U M CASTRORUM CAECILIORUM AD GRADUM ET DIGNITATEM CONCATHEDRALI S EVEHITUR, CUIUS TITULUS DIOECESI CAURIENSI ADNECTITUR^ QUAE IDEO, MUTATO NOMINE, IN POSTERUM (( CAURIENSIS - CASTRORUM CAECILIOR U M )) NUNCUPABATUR.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Cum eae ad perficiendum in propria regione cristiani populi regimen spectent, benigne admittendas esse preces censemus venerabilis Fratris Emmanuelis Llopis et Yvorra, Cauriensis Episcopi, qui attentis singularibus condicionibus urbis Castrorum Caeciliorum, quae civilis provinciae Caceres caput est, sive opportunitate viarum, sive fidelium numero et industria, sive translatione praecipuorum episcopalis Curiae officiorum et seminarii maioris, ab hac Apostolica Sede postulavit ut dioecesi Praesulique Cauriensi denominatio Castrorum Caeciliorum adderetur, atque frequens ibidem exstans templum ad gradum et dignitatem Concathedralis eveheretur. Audito ergo consilio venerabilis Fratris Hildebrandi Antoniutti, Archiepiscopi titulo Synnadensis in Phrygia et in Hispania Apostolici Nuntii, re attente considerata atque eorum supplentes consensum, qui in hoc negotio aliquid iuris se habere arbitrentur, Nostra potestate haec, quae sequuntur, decernimus et statuimus. Quae adhuc Cauriensis dioecesis appellabatur, volumus ut eadem posthac CauriensisCastrorum Caeciliorum nuncupetur, utque eius pro tempore sacrorum Antistites ex ea nomen capiant. Praecipimus quoque ut, servata civitatis ac templi cathedralis Cauriensis dignitate, templum quod Castris Caeciliorum exstat, Deo in honorem B. Mariae Virginis dicatum, aedis Concathedralis, uti dicunt, posthac titulo et gradu honestetur, cum omnibus honoribus et privilegiis, quae huiusmodi templis propria sunt. Itidem Episcopo Cauriensi-Castrorum Caeciliorum potestatem facimus sive Cauriae sive Castris Caeciliorum, pro animorum necessitate, de iure residendi. Decernimus insuper ut cathedralis templi Cauriensis Canonici, qui ob sacra ministeria aut ecclesiastica munera Castris Caeciliorum ver-

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

sentur, divina officia in concathedrali aede iure optimo persolvere valeant. Ceterum, quae his Litteris Nostris praescripsimus efficienda curabit venerabilis Frater Hildebrandus Antoniutti, cuius supra meminimus, vel ille qui eo tempore quo res ad exitum adducetur eidem Apostolicae Nuntiaturae praeerit. Qui vero negotium hoc perficiet, ei omnes potestates agendae rei damus, quas poterit etiam cuilibet viro subdelegare, qui ecclesiastica dignitate polleat; imposito quoque onere documenta exarandi eorumque fide digna exempla ad S. Consistoriale Consilium cito mittendi. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die nono mensis Aprilis, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri undevicesimo.

CELSS Card. COSTANTINI


S. R. W. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De

Felicis,

Proton.

Apost.

Caesar Federici, Proton. Apost.


Loco Plumbi

In Cane. Ap. tab., vol. LXXXXV, n. 51.

Acta PU Pp. XII

823

LITTERAE APOSTOLICAE

INTERNUNTIATURA A P O S T O L I C A IN IMPERIO AETHIOPICO ERIGITUR

PIUS PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Laeta fructuum copia, quemadmodum usu comprobatur, meti solet e necessitudinis rationibus, quae Apostolicae huic Sedi intercedunt cum Civitatibus. Cum igitur expedire visum fuerit Apostolicam Sedem et Imperium Aethiopicum publicis huiusmodi vinculis inter se coniungi, Nos, motu proprio, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi, in Aethiopico Imperio Internuntiaturam Apostolicam erigimus et constituimus, cuius sedem Neanthopoli, quae urbs Addis Abeba vulgo appellatur, collocamus. Eidem ergo sic per Nos erectae Internuntiaturae omnia et singula deferimus officia, privilegia atque indulta, quae huiusmodi Legationum propria sunt. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; eidemque Legationi sic constitutae nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die ix mensis Maii, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo.

De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

EPISTULAE

I
AD E M U M P. D. FRANCISCUM S. R. B. CARDINALEM SPELLMAN, ARCHIEPISCOPUM NEO - EBORACENSEM, QUINA LUSTRA EPISCOPATUS CELEBRATORUM.

P I U S PP. X I I Dilecte Fili Noster, salutem et Apostolicam Benedictionem. Haud sine suavi animi Nostri oblectamento percepimus te propediem quinque celebraturam esse lustra, fructuoso cum labore transacta, ex eo die quo episcopali dignitate ipse a Nobis auctus es ; ac tuas gregisque, cui sollers praees, pias cumulaturi laetitias, hasce per Litteras salutares adprecationes votaque Nostra tibi proferimus, admodum gavisi, quod felicitate huius anniversariae memoriae iterum Nobis datur occasio, benevolentiam caritatis novo testimonio palam aperteque confirmandi. Compertae profecto sunt animi laudes, quibus pastorale munus geris, in temperatione et moderatione concreditae tibi Archidioecesis istius circumspecta prudentia praeditus, in provehendo gregis tui profectu intentus et vigil, ad bona cuiuslibet generis opera generosi animi facilitate inclinatus, profluenti munificentia insignis. Praeter haec Foederatarum Americae Civitatum militaris Antistes, ipse fidei studio et patria caritate permotus, copias in longinquis terris bellantes sedulo invisere illisque adesse, ne religionis solaciis et praesidiis carerent, sedula navitate studuisti. Id quoque apprime meritis tuis deferimus, quod Petri Sedem singulari colis obsequio neque unquam quidpiam omittis, quod sermone et opera huiusmodi observantiam declaret et promat. Salutaria tibi igitur ominantes, a Deo, qui mensor est temporum et dator est vitae, caelestis gratiae et valetudinis bonae vires prece rogamus, ut Ecclesiae utilitati et decori diu serveris et egregia, quae cum animo tuo agitas, perficias. Ut autem sollemnis suscepti a te episcopatus anniversaria memoria ditiora salutis afferat munera et iucundior illucescat, id tibi facultatis facimus, ut, Pontificali sacro ritu peracto, Nostro nomine Nostraque

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auctoritate christifidelibus benedicas, iisdemque indulgentiam plenariam, sueta lege lucrandam, dilargiaris. Nobis denique nihil reliqui est nisi ut tibi, Dilecte Fili Noster, atque clero et christifidelibus Neo-Eborancensis Archidioecesis, Apostolicam Benedictionem, virtutis incitamentum, peramanter impertiamus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, die xvni mensis Iulii, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo. PIUS PP. X I I

II
AD EMUM P. D. IOSEPHUM ERNESTUM TIT. S. MARIAE DE A R A C O E L I S. R. E. CARD. V A NR O E Y , ARCHIEPISCOPUM MECHLINIENSEM, D U O D E N A LUSTRA S A C E R D O T I I IMPLENTEM. P I U S PP. X I I Dilecte Fili Noster, salutem et Apostolicam Benedictionem. Adlatum est Nobis nuncium propediem a te, Dilecte Fili Noster, duodecim impletum iri quinquennia, ex quo tu, verno iuventae et spei flore decorus, sacerdotium suscepisti. Quodsi semper optatus et dulcis hic tibi illucescit natalis, singulari ex Dei munere concessa, anni circulo revecta, haec anniversaria memoria quam gratissima tibi modo continget, propterea quod accepta a superno bonorum Largitore dona et exanclatos a te in Ecclesia labores tecum considerans, humili mentis obsequio erga Eum, qui vitae et virtutis fons est et origo, neque sine pie commoti animi iusta laetitia illud S. Pauli Apostoli iterare poteris : Gratia Dei sum id quod sum, et gratia eius in me vacua non fuit yy. Siquidem merito delectatur colonus, cum agrum a se exercitum messibus flavescere conspicit neque sine oblectamento navarchus decursa a se maria cogitat, et domitas numerat procellas. Nos minime latet, quanta vigilantia et sollicitudine commissi tibi gregis emolumentum provexeris : nam, ut mos tuus est, fortis et constans, in excogitandis consiliis sagax et prudens, in exsequendis secursus et sollers boni pastoris oculos curasque late circumicis. Industriam tuam meritis locupletem praesertim perspicuo testificantur ordine impertita
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1 Cor.

15. io.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

fidelibus religiosa institutio, Actio Catholica, Catholica Caritas, Sacrum Seminarium a S. Iosepho sacrorum alumnis tuis destinatum, Sacrum Seminarium Americae Latinae addictum, Belgica religiosarum virginum maiorum moderatricum stata foederatio et in urbe Koekelberg a solo excitata aedes, SS. Cordi Iesu dicata, splendidum fide et mole monumentum sera in aeva mansurum. Nec silere possumus patriam caritatem, qua tu, Dei fretus, turbulentis temporibus, Belgii dignitati et saluti praesidio fuisti, neque fortitudinem, qua catholicis scholis istis iura sacrosancta et saluberrima tutatus es. Religionis studio tuo meritas dum tribuimus laudes, vota Nostra, impensae voluntatis pignus, cum fausta haec tibi anniversaria redit memoria, deesse non patimur. Benignissimus Redemptor noster, qui Praesulum est corona, tibi usuram vitae et solidas animi et corporis vires munifica largitate adiciat, ut, utrique muneri vacans, veritati nempe perspiciendae et caritati prosequendam etenim otium sanctum quaerit caritas veritatis ; negotium iustum suscipit necessitas caritatis et contemplationis solaciis et pastoralis navitatis meritis abundes et affluas. Haec tibi paternae benevolentiae votis exposcimus. Ut autem fausti huius diei celebratio multis salutarior contingat, id tibi facultatis facimus, ut sacro pontificali ritu peracto, nomine Nostro Nostraque auctoritate Apostolicam Benedictionem cum adiecta indulgentia plenaria, sueta lege lucranda, christifidelibus impertias. Nihil denique Nobis reliqui est, nisi ut tibi atque ovibus Christi tibi commissis, caelestia expetentes auxilia, peramanter benedicamus. Datum Romae apud Sanctum Petrum, die i mensis Augusti, anno MDCCCCLVii, Pontificatus Nostri undevicesimo. P I U S PP. X I I
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S. Aug. De Civ. Dei, XIX, 19.

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III
AD REVMUM P. MICHAELEM BROWNE, ORDINIS FRATRUM PRAEDICATORUM M A G I STRUM GENERALEM : CINTHI. SEPTIMO REVOLUTO SAECULO AB OBITU SANCTI HYA-

P I U S PP. XII Dilecte fili, salutem et Apostolicam Benedictionem. Expostulat militantis Ecclesiae utilitas, non minus quam decus, ut quos ad gloriam triumphantis praestans virtus excelsius evexit, eorum saepe sollemni ritu instauretur memoria. Per has autem honoris significationes adepti sanctitatis fastigii recordatio subit, opportuna quidem semper, infestis autem fidei temporibus saluberrima. Quamobrem iucunde percepimus, dilecte fili, te tuosque sodales septimum revolatum saeculum mox celebraturos esse, ex quo S. Hyacinthus, Poloniae catholicae vestrique Ordinis ornamentum praeclarum, ex hac terrestri vita ad caelestem evolavit. Id autem eo vel magis Nobis gratum obvenit, quod vobis opportunitatem facit conventum in hanc Urbem cogendi, ut de viis rationibusque disceptetis, quibus verbi Dei praedicatio nostrorum temporum necessitatibus apte respondeat. Nos minime latet, tantae gravitatis argumentum cum viri illius sanctissimi recordatione salubri quidem opportunoque consilio copulari. Siquidem ipso Dominicianae familiae exordio eximium hoc effloruit sanctitudinis specimen, in quo legiferi Patris vestri tam venuste expressa refulget imago ; vos igitur in illud intuentes, fieri non potest quin clariore in luce positam ante oculos habeatis nativam apostolici operis indolem, Ordini vestro concrediti, qui quidem specialiter ob praedicationem et animorum salutem ab initio noscitur institutus fuisse .
x

Huc procul dubio spectant peculiares quae S. Hyacintho cum Patriarcha vestro necessitudines intercesserunt. Ille enim tum Romae, ubi ab ipso Conditore vestro in Praedicatorum Ordinem fuit adscriptus, tum Bononiae potissimum, qua in urbe per non breve temporis spatium vitam cum eodem communem degit, tamquam a fonte originali a beato Dominico sumpsit eas sancte vivendi agendique normas, ad quas suos mores usque ad extremum vitae suae exitum mirandum in modum conformavit. Praeclarum in eo fuit precandi poenitendique studium, pietas
1

Const. Fratrum S. Ordinis Praedicatorum, 3, 1. De vita et miraculis S. Hyacinthi, Monum. Poloniae Hist., IV, Leopoli, 1884, p. 849.

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Acta Apostolicae Sedis -

Commentarium Officiale

in Deiparam, morum suavitas cum caritatis ardore coniuncta ; ut autem Dominicianae familiae sodalem plane addecebat, apostolatus flamma ad ceterorum salutem procurandam eius animum quam maxime per movebat. Cuius quidem apostolici studii uberrimos cepit fructus Institutum vestrum, cuius exstitit indefatigatus propagator, cepit Polonia, cepere finitimae orientales regiones, christiano nomini nondum adiunctae, apud quas ipse, Evangelicae doctrinae praeco, se contulit. Longum est singula persequi quae hic Christi operarius, sacrae eloquentiae potens, sanctitatis fulgore resplendens, ac multis etiam patratis miraculis praeclarus, in variis hisce divini ministerii campis peregit ; quam ardua itinera susceperit; quot labores forti animo pertulerit; quam multas easque graves superaverit difficultates. Facere tamen non possumus quin ad fontem et originem cogitationes convertamus vestras, dilecti Alii, unde tanta apostolatus vis, unde Ecclesiae tam frugifera seges S. Hyacinthi sudoribus parta : excelsam eius sanctitudinem dicimus, quae causa erat cur ipse, vestigiis S. Dominici insistens, apostolicos labores atque animum suum supernarum rerum contemplatione assiduisque precibus, tamquam divino pabulo, enutriret. Ea profecto erat quae ipsi auctoritatem addebat, audientium animos conciliabat, flexanimam victricemque ei tribuebat eloquentiam. Haec suasit ut moneremus incliti huius Dominiciani sodalis memoria; neque id sane ut de iis, quae probe nostis, edoceamini, sed ut, S. Hyacinthi praelucentibus exemplis, facilius pervideatis quid obsit, quid conferat ad divinum verbum fructuose eloquendum. Hoc in tanti momenti opere dolendum est, nonnullos viam ingredi, quae nec verbi Dei dignitati nec auditorum utilitati respondeat ; qui quidem iure Apostoli verbis reprehend possint, utpote prurientes auribus et sua, non quae Jesu Christi, quaerentes.
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Vestra autem concionandi ratio, dilecti filii, hoc unum spectet : Dei gloriam nempe eorumque salutem qui audiunt; quare mysteria cognitu necessaria ad vulgi captum explanare, tradere praecepta morum, vitia coarguere, hoc munus, haec vobis suprema lex esto. Nihil in praeconibus Evangelii tam absonum, quam popularem auram, dicendo, exquirere, materiamque ad explicandum sumere aut levioris momenti, aut otiosam, aut ab re alienam : qua ratione obstrepitur quidem paulisper auribus, sed non minus ieiuna, quam cum venerat, multitudo dimittitur. Quam ad rem apte S. Hieronymus : Docente te in Ecclesia, non clamor po-

Cfr. II Tim. IV, 3; Philip. V I , 21.

Acta PU Pp. XII

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puli, sed gemitus suscitetur. Lacrymae auditorum, laudes tuae sint. Nolo te declamatorem esse et rabulam garrulumque sine ratione, sed mysteriorum peritum, et sacramentorum Dei tui eruditissimum .
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Hoc autem assequi, nisi diligenti praeparatione adhibita, nullo pacto aliquis valet. Quicumque igitur id muneris malunt attingere, iis prorsus opus est ut instruant atque ornent singuli sese, priusquam adgrediantur, adiumentis praesidiisque necessariis, studio rerum atque hominum, cognitione doctrinae sacrae, arte dicendi, et quod caput est, christianae pietatis sensibus et innocentia vitae; is enim omni laude cumulatus orator in Ecclesia est, qui, ut gentium Apostolus, noii in sermone tantum loquitur sed et in virtute et in Spiritu Sancto et in plenitudine multa . Id si deest, si nihil fere nisi humanae scientiae ac prudentiae verba afferuntur, si supernus quidam afflatus sacri oratoris animum non pervadit, ipsius eloquium, quantumvis nitens luminibus, languescere atque in irritum cadere necesse est, utpote quod longe absit ab illa qua divinus sermo pollet virtute : Vivus est enim sermo Dei et efficax, et penetrabilior omni gladio ancipiti, et pertingens usque ad divisionem animae ac spiritus .
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Macte igitur estote, dilecti filii, praeclaro apostolatus studio quo affecti sunt animive vestri, atque efficite, ut quemadmodum ad honorem S. Hyacinthi, quem impense colitis, ita etiam ad sacrae praedicationis emolumentum res ab o gestae commemoratione vestra reviviscant. Quae ut feliciter contingant, Nos una vobiscum ab Omnipotenti Deo supplicibus poscimus precibus, deprecatore adhibito S. Hyacintho, atque Apostolicam Benedictionem, auspicem caelestium munerum et paternae benevolentiae Nostrae testem, tibi tuisque sodalibus universis peramanter in Domino impertimus. Datum Romae apud Sanctum Petrum, die i mensis Augusti, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo.

P I U S PP. X I I * Ep. 52. P. L., XXII, 534.


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II Thess. 1, 5. Hebr. 4, 12.

5 3 - ACTA,

vol. XXIV, n. 14. - 26-10-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

IV
AD E M U M P. D. IOSEPHUM CARDINALEM SIRI, ARCHIEPISCOPUM IANUENSEM, PRAESIDEM ITALICI CONSILII CATHOLICORUM AD STUDIA RERUM SOCIALIUM: PER HEBDOMADAM DUCENDA (SETTIMANE SOCIALI).

P I U S PP. X I I Diletto Figlio Nostro, salute e Apostolica Benedizione. Al vivo compiacimento con cui siamo soliti accogliere l'annuncio delle sessioni delle Settimane Sociali dei Cattolici d'Italia e far seguire la Nostra parola di incoraggiamento e la Nostra Benedizione, si aggiunge quest'anno la consolazione tutta paterna di esprimere le Nostre felicitazioni per l'aureo giubileo di cos provvida istituzione. Provvida, infatti, e veramente feconda essa Ci si rivela, se spingendo lo sguardo al passato, Noi ne misuriamo la vasta mole delle attivit svolte dalla sua nascita fino ad oggi, tra difficolt ed ostacoli, che se hanno potuto rendere arduo il cammino percorso, non hanno per impedito a questi incontri del pensiero e dell'azione cristiana di imporsi all'atten. zione e alla stima di tutti. Cosicch oggi le Settimane Sociali, mentre rendono chiara testimonianza della matura coscienza sociale dei cattolici italiani, per i quali non suon, invano l'alto richiamo della grande Enciclica Rerum novarum , costituiscono altres un potente stimolo per lo studio e la elaborazione di orientamenti sicuri in campo sociale, in rapporto, soprattutto ai maggiori problemi che travagliano la Nazione, nella ansiosa ricerca di un nuovo assetto adeguato ai nuovi urgenti bisogni. Con Panimo pieno di riconoscenza al Signore che ha largamente benedetto la grande impresa, Ci particolarmente gradito in quest'anno giubilare d'indicare le ragioni di tanto successo, affinch dalla felice esperienza del passato tutti traggano ammaestramento e conforto a proseguire un'opera che si dimostrata quanto mai opportuna. Al lavoro del pensiero, che precede l'azione e la guida per sicuri sentieri, va anzitutto la Nostra compiacenza, mentre con grato animo ricordiamo tutti gli illustri docenti che si sono succeduti nell'arringo. merito, inoltre, che volentieri riconosciamo alla intelligente solerzia degli organizzatori, se l'opera di queste assise, lungi dall'essere circoscritta nel campo dei principi teorici, si invece estesa anche alla delineazione di norme direttive a largo raggio richieste dal momento storico; e ci

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specialmente in questo dopoguerra, in cui le Settimane Sociali son ormai diventate il punto d'incontro dei cattolici d'azione da tutti i settori della vita nazionale. A questo si deve aggiungere l'assoluta conformit agli insegnamenti del magistero della Chiesa; conformit che ha sempre contraddistinto l'opera dei promotori, coscienti di sentirsi in ci pi di ogni altro impegnati, per il privilegio di essere pi vicini al centro di quella vita cattolica, di cui essi sono sul loro terreno testimoni di prim'ordine. Ne conseguito che le Settimane Sociali Italiane, oltre che rendere segnalati servigi al vero progresso della Nazione, sono state l'eco sempre pronta delle ansie e delle sollecitudini della Chiesa nel campo sociale, ed hanno splendidamente dimostrato come la fedelt ai principi tradizionali non in constrasto con riforme anche ardite, quando queste siano richieste dal bene comune. apparso poi che per camminare a passo con le esigenze dei tempi, i cattolici non hanno punto bisogno di attingere a maestri di altre fedi e di dubbia o falsa scienza, trovando essi negli stessi principi della giustizia evangelica quanto occorre alla graduale elevazione sociale dei popoli, a quel modo stesso che trovano nel messaggio di Cristo i segreti della pi alta elevazione morale e religiosa dell'uomo. In armonia con questo carattere di seriet scientifica, di coerenza storica e di pieno ossequio all'insegnamento sociale della Chiesa, si svolger senza dubbio Ci grato il pensarlo anche la presente sessione, che la citt di Cagliari quest'anno avr l'onore di ospitare fra l'accogliente esultanza della sua popolazione, cara al Nostro cuore per la sua laboriosit e la sua fedelt alle tradizioni cattoliche. Il tema stesso : Aspetti umani delle trasformazioni agrarie basterebbe da solo a richiamare l'attenzione, tanta ormai l'importanza che l'agricoltura ha assunto sul piano nazionale e internazionale. E dipender dalla giusta e tempestiva soluzione di questi problemi, se la Nazione italiana, insieme col progresso in un campo cos essenziale della sua economia, riuscir a salvaguardare altres quei valori fondamentali umani dei singoli e dei gruppi viventi nel mondo agricolo, oggi messi pi che mai in pericolo dallo squilibrio esistente tra l'agricoltura e gli altri settori della vita economico-sociale. Poich, come nel passato, anche al presente la campagna ha qualcosa da dare che non soltanto limitato ai beni materiali : essa ancora una delle pi preziose riserve di energie fisiche e spirituali. Di qui la stima e l'interesse con cui la Chiesa ha sempre guardato l'agricoltura, omnium artium... innocentissima , come la chiama
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

-S. Agostino ;

di qui la premura con cui oggi specialmente essa si ri-

volge alla popolazione rurale, la quale, sia per il contatto pi diretto col mistero della natura sia per il maggior isolamento che le imposto dal suo stesso lavoro, ha generalmente conservato pi vivo il sentimento religioso, ed cos restata fino ad oggi quasi detentrice della schietta tradizione cristiana . Non cosa superflua quindi, ma anzi perfettamente consona alle Nostre stesse sollecitudini se, a distanza appena di un decennio dalla Settimana Sociale di Napoli, voi avete sentito ancora il bisogno di fare aggetto di nuovo esame i problemi della gente dei campi, per renderla sempre pi partecipe di quei progressi che la ricerca di una pi perfetta giustizia sociale ha portato fra le altre classi lavoratrici. Ben comprendiamo tuttavia che alle vostre ricerche si presentano difficolt n poche n lievi. Oggi, infatti, i problemi agricoli non possono pi essere considerati isolatamente, ma in rapporto con le altre branche della vita economica. Lo sviluppo scientifico e l'applicazione dei ritrovati della tecnica nell'agricoltura, che hanno trasformato i metodi di lavoro ed impresso un metodo pi intenso alla produzione agricola, hanno fatto entrare il mondo rurale in pieno sviluppo ; esso venuto ad assumere una parte molto importante nel campo economico generale. Si potrebbe dire anzi che il problema agricolo oggi si affaccia con caratteri di maggiore urgenza e gravit proprio perch in un primo tempo rimasto arretrato sul fronte dei problemi sociali. D'altra parte l'influsso della citt col miraggio di guadagni pi facili ed alti, il tenore di vita pi elevato, le maggiori comodit della vita civile, realt ben nota in Italia e purtroppo causa di un esodo disordinato dai campi, non privo di gravi riflessi morali e religiosi. Tutto ci rende manifesto come i problemi che oggi assillano la gente dei campi non siano solo di ordine tecnico ed economico, e come una pi equa distribuzione della propriet terriera o un aumento della produzione non possano da soli essere considerati gli unici rimedi. Se esiste il problema del lavoro rurale, c' anche quello ben pi urgente ed importante dell'uomo rurale, che oggi sta attraversando nuove esperienze. Del resto, chi non vede che se i rurali lasciano le zone campestri, non di rado proprio perch non trovano pi sufficientemente nella campagna quelle condizioni di vita dignitosa e confortevole, che la farebbero amare, quali sono specialmente la casa, la scuola, l'assistenza sanitaria, il
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De aeresibus, 46, P. L. 42. 37). A. A. S., vol. X X X X V I I I (1956) pag. 281.

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sano divertimento e tntti quegli aiuti che assicurano loro la possibilit di ascesa sociale? Per superare la crisi che oggi travaglia il mondo agricolo, occorre tenere ben presenti queste profonde aspirazioni di progresso umano, e dare al lavoratore della terra la sicurezza che egli, in confronto con chi svolge la propria attivit negli altri settori della vita sociale, pu vivere con pari gio e dignit, con pari risorse e possibilit di affermarsi nella vita di societ, con pari riconoscimento dell'importanza per la comunit della sua professione di agricoltore e del suo specifico contributo. La mancanza di sensibilit verso tali esigenze umane del mondo agrL colo, quale si verificata in questi due ultimi secoli nel corso delle esperienze basate sui principi dell'individualismo liberale e del collettivismo materialista, ha mostrato con ogni evidenza l'incapacit intrinseca di tali sistemi di risolvere i problemi dei coltivatori del suolo. La Chiesa, che sempre e dappertutto come abbiamo avuto gi occasione di affermare ha lottato perch si tenga pi conto dell'uomo, che dei vantaggi economici e tecnici , costantemente si opposta a queste due forme estreme di sfruttamento egoistico del lavoro e dei valori umani. Essa, pertanto, come ha sempre fatto nel passato, cos anche ora, a favore dei lavoratori della terra, richiama l'attenzione sul dovere di mettere in primo piano i valori dello spirito nell'impegno di ricomporre i rapporti economici. E sar motivo di legittima fierezza per i cattolici italiani nella prossima Settimana di Cagliari rilevare come la sociologia cattolica, meglio di qualsiasi altra, levi alta la fiaccola della giusta libert e della dignit umana. Guidati dalla saggezza secolare e materna della Chiesa, che tanta ricchezza di insegnamenti ha profuso circa i valori essenziali e permanenti della vita agricola, essi non potranno errare nel proporre quelle nuove forme di vita e di lavoro che meglio si adattino alle esigenze del mondo agricolo in trasformazione. Per il raggiungimento poi di una efficace tutela dei valori umani della vita agricola, chiaro che l'aiuto principale deve venire dagli agricoltori stessi, utilizzando al massimo sia le proprie capacit sia lo spirito di collaborazione. A questo proposito, parlando della Confederazione Italiana dei Coltivatori Diretti, non abbiamo esitato a riconoscere che uno forse dei servigi pi eminenti che ha reso ai suoi membri stato di farli consapevoli della parte che loro spetta nella vita economica della
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A. A. 8., vol. X X X X I I I (1951) pag. 213.

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Nazione ; essa li ha invitati ad affrancarsi da un particolarismo talvolta abbastanza tenace, e ben comprensibile nel lavoratore dei campi, fortemente attaccato alla sua terra e che non s'induce facilmente a levare lo sguardo verso un pi vasto orizzonte. Quello perci che allora abbiamo soggiunto, lo estendiamo ora ad ogni categoria di lavoratori rurali: (( Per un gruppo sociale cos considerevole come il vostro, e occupato in un settore cos fondamentale della produzione, essenziale di mantenere il contatto coi movimenti di opinione e con le grandi correnti di idee, che dirigono l'elevazione del Paese, e di esercitarvi un utile influsso, non con lo scopo di trarne vantaggi particolari, ma per lo stesso bene generale... Se rimarrete fedeli ai vostri principi, le vostre attivit prenderanno col tempo una estensione anche pi larga; nuove possibilit vi si offriranno di accrescere l'assistenza sindacale, di moltiplicare per ognuno di voi le occasioni di contribuire al bene di tutti . Sul terreno di una solidariet cos intesa si potr sviluppare pi agevolmente anche la preparazione tecnica e professionale degli agricoltori, oggi sempre pi insistentemente richiesta dal progresso delle scienze applicate all'agricoltura ; preparazione che consentir un risparmio di energie umane, un maggior incremento della capacit lavorativa ed una pi intensa produttivit del suolo italiano, inadeguato al numero dei suoi abitanti. Non bastano per gli sforzi individuali ed associati. Occorre in certa misura anche l'intervento dello Stato, il quale in un settore cos importante non pu rinunciare alla sua funzine di responsabile del bene comune. Senza sostituirsi alla attivit personale degli interessati e dei loro gruppi, esso chiamato a coordinare e a stimolare le energie dei privati, come pure a dar vita a quelle condizioni generali in ordine all'istruzione pubblica, alle comunicazioni, alle forme di previdenza e sicurezza; sociale, che possono impedire il pi possibile uno squilibrio fra le varie classi, e garantire invece un positivo continuativo sviluppo economico e sociale. Per questo motivo, pur riconoscendo la funzione vitale della propriet privata nel suo valore anche sociale, Noi abbiamo affermato che quando la distribuzione della propriet un ostacolo al fine ci che non necessariamente n sempre originato dalla estensione del patrimonio privato lo Stato pu nell'interesse comune intervenire per regolarne l'uso, se non si pu equamente provvedere in altro
5 4

* Discorso ai Coltivatori Diretti, 11 aprile 1956. A. A. S., vol. X X X X V I I I , pag. 277,


s

Ibid.

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modo, decretare la espropriazione, dando una conveniente indennit .

Circa Papplicazione di tali principi, doveroso riconoscere gli assidui sforzi compiuti dai responsabili della vita pubblica italiana per andare incontro alle istanze dei coltivatori dei campi. Gli effetti di tale multiforme opera svolta per la elevazione di questa categoria lavoratrice in larga misura gi esperimentati fra le generose popolazioni della Sardegna non mancheranno di avere ripercussioni benefiche nella evoluzione economica del Paese. Nostro vivo desiderio che i cattolici continuino a muoversi coraggiosamente verso le mete auspicate dalla dottrina sociale cattolica, avendo cura che Pazienda agricola in ogni sua forma soddisfi le esigenze della persona umana in armonia al servizio di tutti e soprattutto che venga favorita, ove sia possibile, la diffusione dell'azienda contadina familiare economicamente efficiente, la quale convenientemente integrata dall'unione cooperativa e difesa dall'associazione professionale rappresenta un baluardo di sana libert, un argine contro il pericolo dell'urbanesimo, un efficace contributo alla continuit delle sane tradizioni del popolo. Tale opera di difesa dei valori umani nel mondo agricolo perderebbe molta della sua efficacia se non fosse accompagnata anche da una vigile ed aggiornata azione pastorale dei Sacerdoti. A parte la conoscenza che il Clero ha dei problemi delle popolazioni rurali, vivendo in mezzo alle quali pi di tutti ne condivide le'difficolt, come pure attesa la fiducia, in molte zone unica, che la gente dei campi ripone nei suoi sacerdoti, non v' dubbio che l'azione educativa del clero dappertutto insostituibile per il fiorire di quelle virt cristiane, che sono alla base di una popolazione agricola moralmente sana, laboriosa, utile alla collettivit. Ben conosciamo gli interrogativi angosciosi e le ansie di tanti pastori d'anime nelle zone di campagna. Il progresso ha raccorciato molte distanze, ha avvicinato la campagna alla citt, ha facilitato i contatti dei campagnuoli coi cittadini, ma ha abbattuto anche molte dighe che prima costituivano una difesa della purezza dei costumi tra la gente dei campi. Tutto ci, aggravato dalla propaganda antireligiosa di questi ultimi anni, ha raffreddato purtroppo la fede in molte zone. necessario che il sacerdote si renda conto di questi problemi, e intenda che il ministero apostolico nelle campagne si pone ormai in termini di maggiore responsabilit e di pi intenso sforzo diretto alla educazione delle coscienze e

Messaggio in occasione del V anniversario della guerra, 1 Settembre 1944. A. A. 8., XXXVI, pag. 249.

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ad una conoscenza pi profonda dei valori religiosi; n pu rimanere tranquillo anche l dove vivono larghi strati di anime semplici, non ancora intaccate dal veleno della corruzione, ma neppure sufficientemente illuminate dalla dottrina di Cristo. Soprattutto da una pi attiva e cosciente partecipazione dei rurali alla vita parrocchiale Noi attendiamo la rinascita religiosa delle campagne. Per molto tempo il lavoratore della terra rimasto passivo non solo nel campo sociale, ma anche, e forse di pi, nel campo religioso. Inserito pi intimamente nella parrocchia, egli potr invece comprendere meglio che gli interessi della Chiesa sono i suoi, avr occasione di collaborare con gli altri, sar spinto a superare ogni forma di egoismo per dedicarsi al servizio del prossimo, si abituer all'esercizio delle virt sociali. Aperti cos il cuore e la mente ai vasti orizzonti della carit cristiana, egli non tarder ad apprendere dalle labbra materne della Chiesa, che il Cristianesimo interpreta le sue esigenze pi vive, e lo aiuta a conseguire il suo perfezionamento anche in quanto uomo e in quanto lavoratore. La parrocchia in tal modo, nata proprio per l'espandersi della Chiesa nel mondo rurale, come fu causa nel passato di progresso non solo religioso, ma anche civile e sociale in mezzo alle popolazioni agricole, potr continuare anche oggi a svolgere tale missione materna e civilizzatrice. Siamo pienamente fiduciosi che i lavori della Settimana Sociale di Cagliari, sotto la illuminata guida del suo degno e solerte Presidente, non mancheranno di offrire abbondante materia alla riflessione e allo zelo di tutti coloro che vi parteciperanno. Sappiamo bene con quanta attesa si guardi da parte della Nazione a coteste laboriose e profcue assise. Possano esse gettare abbondante luce su problemi cos complessi e importanti, contribuire alla prosperit e alla pace delle campagne, e rinsaldino soprattutto nelle popolazioni rurali il consapevole attaccamento alla religione, che deve essere la stella sotto la cui guida, come nei secoli passati, si deve sviluppare il loro cammino verso il progresso. Con tali voti, in auspicio dei pi eletti favori celesti, Noi impartiamo di cuore a Te, diletto Figlio Nostro, alle Autorit pubbliche cost presenti,, ai docenti e partecipanti tutti, come pure al caro popolo di Sardegna, il conforto dell'Apostolica Benedizione. Dato a Roma, presso S. Pietro, il 18 Settembre 1957, anno decimonono del Nostro Pontificato, P I U S PP. X I I

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ALLOCUTIONES

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Iis, qui interfuerunt Conventui Romae habito Sodalitatis universae Iuvenum Operariorum Catholicorum (J.O.C.), in Foro Sancti Petri coadunatis. * MERVEILLEUX SPECTACLE Comment pourrions-Nous assez exprimer Notre joie, chers fils et chres filles de la JOC, en vous voyant assembls aujourd'hui sous Nos yeux et faisant rsonner de vos acclamations et de vos chants ces lieux consacrs par le martyre et le tombeau du chef des Aptres et visits par les foules chrtiennes du monde entier, qui viennent sans cesse y chercher force et consolation? Depuis longtemps, Nous dsirions cette rencontre avec les reprsentants de la jeunesse ouvrire chrtienne ; dj en 1939, au dbut de Notre Ponticat, elle Nous tait promise, mais les tristes vnements de la guerre la firent remettre des jours meilleurs. Sachant qu' ce dsir du Pre correspondent, depuis des mois, l'attente et la prparation de tous Ses fils, les plus lointains surtout, qui ont vcu dans l'esprance de cette heure, Notre satisfaction n'en est que plus grande, lorsque Nous contemplons votre rassemblement vibrant d'enthousiasme et vous entendons formuler avec tant de conviction l'engagement de lutter chaque jour pour mieux vivre votre idal jociste et de gagner cet idal vos frres et surs de travail. Comme la foule que contemplait l'Aptre Saint Jean, dans la prophtique rvlation de Pathmos, foule immense, que nul ne pouvait dnonp brer, de toutes nations, tribus, peuples et langues , vous tes revtus, comme d'une robe d'innocence, de cette grce sanctifiante qui est votre fiert et votre force; vous portez les palmes d'un apostolat dj merveilleusement fcond, de combats toujours gnreux et de sacrifices Nous ne l'ignorons pas dignes parfois des temps hroques. Et tous, debout, dresss en face d'un monde qui oublie ou mprise les ralits saintes, vous lui criez hautement par vos paroles, par vos actes, par votre vie entire: Le salut est le fait de notre Dieu, qui sige sur le trne, et de l'Agneau .
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* Die 25 Augusti mensis a. 1957. Apoc. 7, 9. Apoc 7, 10.

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Mais par del vos rangs de jeunes et authentiques ouvriers, Nous croyons voir aussi les centaines de milliers de jeunes travailleurs et travailleuses de tous les continents, qui vous ont dlgus Rome et vous ont chargs de Nous apporter le tmoignage de leur attachement et de l'action apostolique, qu'ils mnent dans leur milieu. Nous apercevons aussi la multitude de ceux qu'ils veulent conqurir, en les ramenant Dieu comme la poigne de levain, mle la masse inerte de la pte, doit par sa fermentation la travailler, la soulever, la transformer en un pain savoureux et bienfaisant. Oui, votre prsence console et meut le cur du Pre commun, qui sait avec quel enthousiasme et au prix de quelles privations vous avez accompli votre plerinage. Jeunes ouvriers et jeunes ouvrires de plus de quatre-vingts nations, unis dans la grande fraternit chrtienne, vous proclamez bien haut que vous tes venus ici affirmer votre foi cathodique, votre amour sans limite pour le Christ, votre confiance filiale en son Vicaire et en son Eglise, votre volont de justice et de paix. Vous tes venus renouveler en Notre prsence votre promesse magnanime de ramener l'Eglise tous les ouvriers; grande ambition, certes !, mais combien naturelle en des coeurs aimants qui se savent unis au Christ, parce qu'ils ont dj expriment dans leurs saintes entreprises la puissance de sa grce. Vous tes venus donc vers cette Rome ternelle, comme au foyer de lumire et de chaleur, qui doit clairer vos esprits et embraser vos curs dans l'accomplissement de votre double tche : conserver et affermir en vous la vie de foi et en donner le bienfait ceux qui l'ignorent. Vous voulez vivre une vie chrtienne profonde, authentique, non seulement dans le secret de vos consciences, mais aussi ouvertement, dans vos familles, dans le quartier, l'usine, l'atelier, au bureau, et manifester par l votre appartenance sincre et totale au Christ et l'Eglise. Votre solide organisation, votre mthode rsume par la formule bien connue : Voir, juger, agir , vos interventions sur le plan local, rgional, national et international, vous mettent en tat de contribuer l'extension du Rgne de Dieu dans la socit moderne et d'y faire pntrer les enseignements du christianisme avec toute leur vigueur et leur originalit. Cette action, Nous voudrions en souligner ici quelques aspects, en les rattachant au nom mme de votre mouvement ; vous tes des jeunes, des travailleurs, des catholiques.

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I Vous tes des jeunes Les jeunes sentent crotre en eux les forces physiques et morales; pousss par le dsir de les dployer, ils songent tout naturellement l'avenir, ce que la vie leur promet de grand et de beau. Ils sont anims d'un optimisme fervent, qui va courageusement de l'avant, surtout lorsqu'il s'appuie sur la grce divine et l'aide de Dieu mme. Mais le monde actuel oppose cet optimisme de terribles obstacles. Vous voyez autour de vous des masses d'hommes se dbattre dans des difficults matrielles insurmontables, la faim, la misre, l'ignorance; certains oublier mme leur dignit, perdre leur idal, se contenter de satisfactions vulgaires. Puis de faux prophtes s'insinuent dans ces groupes dprims, y sment des germes de haine et de rvolte, les trompent par des promesses illusoires. Sous prtexte que les ressources naturelles ne pourraient suffire nourrir l'humanit en croissance, on attente mme la dignit du mariage et de la famille. Comment la JOC essaie-t-elle de remdier ces maux? Elle affirme, avec toute l'ardeur de la jeunesse, sa foi dans les richesses spirituelles de l'humanit, dans sa vocation terrestre et surnaturelle, et elle s'applique ds maintenant raliser celle-ci. Soucieuse d'assurer ses membres une ducation intellectuelle et morale, elle leur montre le vrai sens de la vie ; lle les entrane rsister aux tentations avilissantes, repousser toute lchet ; elle leur rvle le prix de la gnrosit et de l'entr'aide fraternelle. Elle entreprend de faonner leur esprit et leur cur pour en faire des hommes conscients de leurs responsabilits et prts affronter sans crainte les plus lourdes tches. C'est que le jocisme a form' l o il travaille depuis longtemps, des chefs chrtiens, et qui, comme tels, sont une esprance pour l'avenir social et la rgnration chrtienne du monde ouvrier. Les problmes conomiques et sociaux, qui naissent de Paccroissement de la population du globe, des ingalits de la rpartition des ressources naturelles, du dveloppement insuffisant de certaines rgions, inspirent d'aucuns la dfiance et le pessimisme ; les jeunes par contre sont persuads que ces problmes peuvent et doivent recevoir une solution par la collaboration de toutes les bonnes volonts. Si on est dcid regarder ces problmes avec franchise, en tudier srieusement les donnes, suivre les impratifs de la conscience chrtienne, aucune si-

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tuation, si grave puisse-elle paratre, ne prolongera longtemps ses effets nfastes. Efforcez-vous de mettre profit tous les moyens de formation personnelle et sociale, que votre mouvement vous procure. On imagine parfois, bien tort, que les jeunes chrtiens regardent l'avenir du monde avec suspicion, qu'ils sont tristes et dcourags devant des progrs scientifiques et techniques qui pourraient devenir une entrave et un obstacle leur foi; qu'ils sont en un mot faibles et impuissants en face de la pauvret, de l'injustice sociale, de toutes les formes d'oppression qui subsistent dans la socit contemporaine, et qu'ils se rsignent passivement accepter un sort qui les accable. La JOO vous a prouv clairement et victorieusement, chers fils et chres filles, combien tout cela est faux. Parce que vous tes catholiques, vous tes beaucoup plus forts que d'autres, vous avez l'assurance indfectible du triomphe final. Sans doute vous vous refusez employer les moyens de violence, le mensonge, et toutes les mthodes qui, au lieu de respecter les droits de la personne, les diminuent et mme les suppriment. Mais votre force est surnaturelle; elle vous vient de Dieu, elle vous est donne chaque instant par l'Esprit Saint qui vous inspire et qui confre vos actes les plus humbles une valeur spirituelle inesstimable. Et comme vous prouvez en vous-mmes les bienfaits de la formation jociste et cette ardeur nouvelle qui pntre votre vie, vous voulez les porter aux autres, ceux l surtout qui, privs de moyens de formation et de culture, n'ont pas appris comme vous la discipline personnelle de vie et les mthodes d'action sociale et religieuse. Vous irez vers eux simplement et cordialement ; vous les attirerez votre mouvement ou du moins vous leur communiquerez ce que vous avez vous-mmes reu, afin qu'au lieu de gaspiller leur jeunesse dans l'inaction et les plaisirs malsains, au lieu de subir passivement la pression des circonstances hostiles, ils sachent se fixer un idal lev exalter leurs forces et leur confiance par les liens troits de la fraternit jociste. Unis dans un mme lan, vous prparerez ensemble, guids par la lumire de l'Evangile et soutenus par la ferveur d votre amiti chrtienne, un avenir heureux et fcond pour vous-mmes et vos compagnons.

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II Vous tes des travailleurs Vous venez Nous, chers fils et chres filles, comme dlgus des jeunes travailleurs, non seulement parce que vous partagez leur condition de vie, mais aussi parce qu'ils vous ont investis de leur confiance et choisis pour venir les reprsenter ici ; ils ont assum, par l'pargne collective, les frais de votre voyage et vous ont remis les documents, qui contiennent les informations sur leur situation religieuse et matrielle et sur leurs activits jocistes. Certes, vous n'ignorez pas de quelle sollicitude et de quelle affection l'Eglise et les Souverains Pontifes entourent les travailleurs, avec quelle insistance ils ont inculqu les principes de la justice sociale, avec quelle ferveur ils ont encourag tous ceux qui, conscients de la gravit de l'heure, s'efforaient de les faire appliquer. La JOC aborde le problme de la vie ouvrire en son point le plus dlicat peut-tre, c'est--dire au moment o il commence se poser au jeune homme, la jeune fille. Quand ceux-ci quittent l'cole pour aller au travail, ils sont d'habitude fiers d'assumer leur tour un rle actif dans la socit et dbordent de confiance en eux-mmes. Mais bien vite, de cruelles dceptions s'abattent sur eux ; trop souvent ils se heurtent des con ditions d vie difficiles, ils ne rencontrent qu'incomprhension, duret, mauvais exemple ; ils absorbent lentement le poison de doctrines matrialistes, d'attitudes fausses par l'opposition des classes et la haine: ils perdent ainsi rapidement et parfois irrmdiablement leur fracheur, leur joie, leurs aspirations les plus lgitimes, et bientt s'aigrissent et se rvoltent. Tel est le dsastre que la JOC veut absolument empcher. Et c'est pourquoi elle s'emploie restaurer dans toute sa noblesse la notion chrtienne du travail, de sa dignit, de sa saintet. Vous aimez considrer les gestes du travailleur comme des actes personnels d'un fils de Dieu et d un frre de Jsus-Christ, comme un effort librement consenti, par l'esprit et par le corps, pour le service de Dieu et de la communaut humaine. Puissent les membres de votre mouvement, par leur prsence et leur collaboration avec les autres groupes anims aussi d'intentions gnreuses, faire pntrer cette conception du travail dans les usines, dans les bureaux, dans les coles professionnelles. C'est l un apostolat un trs haut degr pratique et ncessaire.

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Si, dans les vieux pays d'Europe, les problmes sociaux poss par l'industrialisation sont encore loin d'tre rsolus, qu'en sera-t-il des pays en pleine volution industrielle, o des populations considrables affluent vers les grands centres et s'y entassent comme elles peuvent. En particulier, la jeunesse d'Afrique, d'Asie et d'Amrique du Sud doit faire face avec courage aux difficults qui naissent de ces formes nouvelles de leur vie de travail. ' Vos enqutes vous ont dj rvl et continuent vous manifester chaque jour les souffrances des travailleurs des divers continents: problmes de la mise au travail des jeunes au sortir de l'cole et des prils de l'oisivet prolonge ; problmes du chmage, de l'habitation, des transports, des dlassements ; problme surtout des conditions mmes de leur labeur quotidien, des prils qu'y courent leur sant et leur moralit. Pour que les Jocistes des pays plus favoriss pussent intervenir activement et tendre leurs compagnons en difficults la main fraternelle, qui les sauvera du naufrage et les orientera vers un avenir prometteur, il im^ porte que se multiplient les contacts de toutes sortes par la correspondance, les bulletins d'informations, mais surtout par les relations personnelles, dont ce Congrs international vous donne une merveilleuse occasion. La solidarit qui vous assemble a transform et lev votre vie, comme le rayon de soleil traversant un vitrail le fait flamboyer de mille feux. Aussi ne refuserez-vous pas de participer l'effort considrable, que requiert l'amlioration de la situation des jeunes travailleurs de toutes races et de toutes nations. Vous vous montrerez vrais fils de l'Eglise, en portant aux autres comme missionnaires jocistes , par l'exercice plnier de votre responsabilit de jeunes ouvriers chrtiens, le salut qui vous a t annonc.

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Tous tes des catholiques Et c'est ainsi que Nous en venons parler du troisime caractre qui distingue la JOC : vous tes des catholiques, et vous l'tes au plein sens du .terme, c'est--dire, non seulement comme individus professant les vrits rvles par le Christ et vivant personnellement de la grce de la Rdemption, mais en tant que membres de la communaut chrtienne et remplissant dans cette communaut une tche propre, indispensable sa vie et son quilibre. L'Eglise a besoin aujourd'hui plus que jamais

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des jeunes travailleurs pour construire vaillamment, dans la joie et dans la peine, dans les succs et les preuves, un monde tel que Dieu le veut, une socit fraternelle dans laquelle la souffrance du plus humble sera partage et allge par tous. Que votre apostolat s'exerce donc dans une perspective d'universalit et toujours, comme il convient, dans la filiale soumission la hirarchie ecclsiastique ; qu'il trouve l la source de son efficacit et de sa fidlit aux intentions du Christ. Les annes d'aprs-guerre ont vu se crer de nouvelles organisations internationales, charges de remdier aux dtresses conomiques et culturelles des peuples les plus besogneux. Des sommes importantes, mais encore insuffisantes, sont consacres mettre sur pied des services d'aide technique et pdagogique; des spcialistes se rendent sur place pour travailler au relvement conomique et intellectuel de ces populations. L'Eglise elle aussi, par sa nature mme et son histoire, par le dvoment et la comptence que ses missionnaires ont dploys sous toutes les latitudes, a prouv qu'elle tait spcialement qualifie pour exercer avec succs une uvre civilisatrice. La JOC est riche de son exprience en matire d'ducation de la jeunesse ouvrire, et possde une mthode qui a fait ses preuves et dmontr sa capacit d'adaptation aux circonstances les plus varies. Elle est donc capable d'exercer, partout o elle est prsente, une action large et durable sur l'ducation populaire, en collaboration avec les autres organismes officiels ou privs qui poursuivent le mme objectif. Ses contacts immdiats avec la ralit ouvrire lui permettent de tracer en chaque cas un plan d'action complet rpondant aux exigences des situations et de donner ses membres, et par eux tous les jeunes ouvriers, l'aide la plus efficace. Nous souhaitons donc que les pouvoirs publics reconnaissent de plus en plus largement ses services et lui assurent, particulirement dans les rgions o se fait sentir l'urgence d'une intervention en matire d'ducation, les moyens matriels ncessaires cette uvre capitale. Nous dsirons, chers fils et chres filles, que ce rassemblement mondial de la jeunesse ouvrire chrtienne manifeste davantage vos propres yeux et ceux du monde les possibilits concrtes de votre mouvement, lorsque ses membres restent la hauteur de leurs engagements. Point de victoire sans lutte, vous le savez. Et les conqutes d'ordre spirituel, encore plus que les autres, exigent le renoncement, l'abngation, l'oubli de soi pour la cause que l'on prtend servir. Vous n'tes pas engags dans un combat temporel, pour l'obtention de quelques avantages d'ordre

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conomique et social seulement, mais vous visez avant tout la conqute des mes. C'est dans l'me de vos frres qui ne connaissent pas encore le Christ, ou qui ne le servent pas fidlement, que se livre la partie dcisive ; c'est vous qu'il appartient de faire connatre le Sauveur, de faire pntrer sa loi d'amour dans tous les secteurs de la vie prive et publique. Son prcepte de charit et d'union fraternelle doit s'accomplir d'abord chez les jeunes, et pour cela il faut que croisse en vous sans cesse le sens de l'Eglise, l'esprit missionnaire, la connaissance des travailleurs des autres pays et la volont de rpondre gnreusement leur attente. Vous n'oublierez pas la dette de reconnaissance, que vous avez envers vos aumniers qui ne mnagent pas leur peine au service de la JOC. Conscients de ce que vous avez reu d'eux, vous continuerez leur accorder une confiance et une affection bien mrites. Nest-ce pas notamment leur action qu'est due l'closion de vocations sacerdotales parmi les jocistes? EXHORTATION FINALE L'Aptre Saint Jean raconte, dans un passage clbre de son vangile, comment Jsus, arriv devant le tombeau de son ami Lazare, se mit pleurer. Les Juifs tmoins de ces larmes se dirent entre eux : Voyez comme il l'aimait ! . Mais Jsus fit plus que s'mouvoir : ayant invoqu son Pre, il s'approcha du spulcre et cria d'une voix forte : Lazare, viens dehors!. Alors le cadavre se leva et Lazare sortit vivant du tombeau. Chers fils et chres filles, des millions de jeunes sont encore prisonniers de liens pires que la mort : ceux de la misre, de l'erreur, de la corruption morale. Ne vous contentez pas de pleurer sur eux ! Le Christ est en vous avec sa puissance qui fait reculer l'ennemi. Allez donc hardiment vers ces mes et criez-leur la bonne nouvelle de l'Evangile, les paroles de rsurrection et de vie, dont Dieu vous a faits, pour elles, dpositaires : Mon frre, viens la vrit ! viens la lumire ! viens l'amour ! . Et bientt, en foule innombrable autour de vous, comme dans la vision de l'Apocalypse que Nous voquions au dbut de ce discours, le monde ouvrier chantera l'hymne de sa rsurrection spirituelle : Jocistes bien aims, par vous nous avons trouv la vraie vie et nous rendons gloire Dieu le Pre et l'Agneau immol sur l'autel . Chers fils et chres filles, quand vous serez rentrs chez vous, puissiez-vous
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io 11, 36. Cfr. Avoc. 7, 10, 12.

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continuer, chacun dans le champ d'apostolat qui lui est assign, une action encore plus dcide et vigoureuse, parce que vous aurez mieux compris le prix inestimable de la cause que vous dfendez. Maintenant, comme par le pass, Nous comptons sur vous et attendons de vous de grandes choses. Comme gage des faveurs divines, Nous allons vous donner la Bndiction Apostolique : pour vous d'abord et pour tous les Jocistes du monde, ceux qui de loin Nous coutent, ceux qui ont aid votre plerinage par leurs prires, leurs cotisations, leurs sacrifices; spcialement ceux qui, plongs dans la souffrance, offrent pour la JOC les mrites d'une rsignation humblement filiale, parfois hroquement joyeuse ; pour vos bienfaiteurs aussi, tous les sympathisants de votre grande entreprise, pour vos aumniers, pour vos familles, enfin pour les personnes prsentes votre pense ou votre cur, et en particulier ces frres et ces surs de travail que vous rvez de conqurir.

II
Alumnis e Seminariis Minoribus Galliae, peregrinationis causa Romae coadunatis. * C'est une grande joie pour Nous, chers fils, de vous accueillir ce matin, au terme de votre plerinage Rome. Depuis des mois en effet, Nous tions au courant de vos efforts et de la gnrosit, avec laquelle vous prpariez ce dixime anniversaire du Mouvement qui vous unit. Nous savions vos sacrifices, vos prires, vos recherches dans les trsors du dogme, de la liturgie, de l'histoire, pour faire de ce beau vayage beaucoup plus qu'un dplacement de vacances, une tude enrichissante, une grce surnaturelle, une tape dcisive dans votre vie et dans la vie du Mouvement Jeunes Sminaristes . En saluant ici les matres nombreux, qui vous ont accompagns et qui reprsentent avec vous les quelque cent petits sminaires de France, comment ne pas voquer l'idal sublime, qui vous rassemble et qui vous a conduit par un lan du cur, non moins que par une vue de foi, vers le successeur de saint Pierre? Elves et matres, ne pensez-vous pas uniquement au sacerdoce, les uns pour y aspirer, les autres pour le servir? Or, vous le saviez, en venant
* Habita die 5 Septembris mensis a. 1957.
54 ACTA, vol. XXIV, n. 14. 26-10-1957.

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Rome, c'est n vritable plerinage aux sources du sacerdoce, que vous accomplissiez. Ds le troissime sicle en effet, saint Cypren, vque de Carthage, ne parlait-il pas au pape saint Corneille de cette chaire de Pierre et cette glise principale, d'o l'unit du sacerdoce tire son origine ad Petri cathedram atque ad ecclesiam principalem unde unitas sacerdotalis exorta est . Cette formule, qui renferme une des affirmations les plus prcieuses pour l'histoire de la primaut pontificale, vous l'aurez lue en lettres gigantesques au dessus de la tombe de saint Pierre : Hinc sacerdotii unitas exoritur . D'ici, de cette humble spulture d'un tmoin du Christ, se rpandent travers le monde des fleuves de grces. D'ici, de cette chaire de Pierre, ses successeurs exercent, avec l'assistance infaillible de l'Esprit Saint, leur rle de docteur et de guide ; ils conservent le dpt de la Tradition, commentent l'Ecriture, gouvernent et sanctifient toute l'Eglise catholique par l'exercice de leurs pouvoirs d'ordre et de juridiction. L'ancienne capitale de l'empire romain, dont vous avez visit les ruines prestigieuses, a t la terre d'lection, dans laquelle le grain de snev de l'Evangile s'est fix. Pierre lui-mme tait, l'image de son Matre, le fondement de l'Eglise, car il portait en lui une force unique. Ce rude pcheur de Galile est le seul homme, qui Dieu ait confi les clefs du Royaume, le seul qui ait t garantie la victoire dfenitive sur le mal, le seul qui ait reu la charge de conduire l'humanit entire vers la vrit totale et vers la vie ternelle, en nom et place de Jsus Christ lui-mme. C'est au sacerdoce du Christ que vous esprez participer, pour rendre Dieu le plus grand honneur et vos frres les hommes le plus grand service qu'on puisse imaginer. De quoi donc les hommes ont-ils le plus besoin, aujourd'hui comme toujours? De quoi, sinon de connatre et d'aimer Dieu, le vrai Dieu, tel qu'il s'est historiquement rvl. Or, vous le savez, donner Dieu aux hommes et les hommes Dieu est une tche si haute qu'on ne peut l'aborder sans une grce particulire. Notre- Seigneur cependant a voulu faire cet honneur non seulement quelques-uns de ses contemporains, mais tous ceux qui, rpondant sa volont de sauver tous les hommes et de les amener la connaissance de la vrit, seraient accepts par l'Eglise pour cette mission. Le sacerdoce catholique est juste titre l'une des gloires les plus
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S. Cypriani Ep. LIX c. 14 - Ed. Hrtel, Corp. Script Eccl. Lat. vol. 3 p. 2 pag. 683Cfr. / Tim. 2, 4.

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pirres de l'glise et l'une des marques les plus frappantes de sa saintet. Aussi l'a-t-elle entour au cours des sicles de soins toujours plus attentifs. Malgr la faiblesse de la nature humaine, elle a maintenu trs haut son idal de vie, sans pargner aucune peine pour faire de ses prtres des hommes de Dieu et des hommes d'Eglise, vraiment capables de prendre en charge une partie du troupeau du Christ et d'en rendre compte Dieu au jour du jugement. Elle a ordonn de faon toujours plus prcise et plus exigeante leur formation, intellectuelle, morale et pastorale. Aprs avoir impos l'rection des grands sminaires dans les diocses, elle cr ensuite des tablissements spciaux destins aux canditats la vie ecclsiastique, et, bien loin de se repentir d'une telle institution, elle s'en flicite en constatant les heureux fruits des petis sminaires, aussi bien pour les tudes que pour la formation du caractre. Vous devez vous rjouir tout d'abord de faire des tudes classiques, car elles demeurent ingales pour exercer et dvelopper les plus prcieuses qualits de l'esprit : pntration du jugement, largeur de vues, finesse de l'analyse et dons d'expression. Rien n'aide comprendre l'homme d'aujourd'hui comme l'tude approfondie de son histoire ; rien n'apprend peser la valeur des mots, saisir les nuances d'une pense, la logique d'une composition et la solidit d'un raisonnement, comme le travail de la version <et du thme sur les langues classiques. Pour vous, Franais, latin et grec sont d'ailleurs l'origine de la langue et de la littrature nationales; mais tout homme d'Eglise se doit de pouvoir lire dans l'original les documents les plus importants et les plus vnrables de l'Ecriture et de la Tradition. Durant le bref sjour que vous venez de faire Rome, vous avez vu beaucoup d'inscriptions grecques et latines, qui demeurent dans les anciens cimetires et les Muses, sur les monuments paens et chrtiens. Vous savez que la littrature chrtienne ancienme constitue un immense trsor de science et de pit, sur lequel se penchent avec admiration de nombreux savants du monde entier. Il ne sera pas possible chacun de vous de se livres des tudes spciales et approfondies ; mais quelle joie pour un chrtien d'entrer en contact immdiat avec ces textes et d'entendre rsonner aujourd'hui la voix puissante des Pres de l'Eglise,, d'un Chrysostome ou d'un Augustin! Les tudes solides ne sont pas toutefois le seul bienfait ni la raison d'tre principale des petits sminaires. Une saine pdagogie chrtienne^ confirme par de longs sicles d'exprience, enseigne que la personnalit

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vritable, la vertu solide, les convictions profondes, ne se forment pas au hasard et comme l'aventure. La vie est trop brve, les annes de l'adolescence et de la jeunesse trop dcisives et trop dlicates, pour n'avoir pas un imprieux besoin de direction et de protection. Le jeune homme, qui porte au cur le dsir du sacerdoce, doit mrir dans le climat le plus favorable un choix lucide ; l'ducation de sa volont encore fragile demande tre conduite avec prudence et respect. Aussi trouvera-t-il dans les petits sminaires des conseillers et des matres pleins d'exprience et de sollicitude, qui guideront ses pas, stimuleront son intelligence, dvelopperont sa gnrosit et le sentiment de sa responsabilit dans la bonne marche du sminaire. Chacun de vous sait par exprience les vicissitudes de la vie intrieure. C'est une flamme irrgulire, parfois dvorante, parfois languissante, sur laquelle influent non seulement les vents du dehors, mais aussi les troubles et les temptes de l'me, l'inexprience ou les simples apprhensions et maladresses du sujet. Il est donc bien inutile, il serait le plus souvent imprudent, et parfois mme tmraire, de l'exposer des tentations supplmentaires. Si les petits sminaires sont tellement utiles et bienfaisants, c'est que leur institution repose sur une connaissance exacte des besoins de l'adolescence et de la jeunesse chrtienne. Les familles peuvent donc faire confiance la sagesse de l'Eglise pour juger des aptitudes au sacerdoce et des moyens les plus adapts pour y prparer. Les matres, qui se dvouent sans compter crer dans les petits sminaires de vritables foyers de culture solide et de vie spirituelle profonde, mritent les loges et les encouragements de leurs Evques, et c'est une consolation pour le Pasteur suprme de penser au zle de ces hommes de confiance, sur qui repose pour une bonne part la valeur future du clerg de France. Le Mouvement Jeunes Sminaristes , qui aide les aspirants au sacerdoce mieux servir ds maintenant, n'a pas peu contribu augmenter leur fiert et leur ardeur, les faire entrer plus profondment dans la vie catholique de l'Eglise, leur donner une conscience plus vive des besoins des mes, des exigences de leur vocation, de la part qu'ils doivent prendre au souci pastoral de leur Evque. Qu,e le Matre de la moisson daigne envoyer des recrues de choix dans les petits sminaires. Certes il ne restera pas sourd aux prires des jeunes, qui l'implorent cette intention. En vous disant adieu, Nous vous remercions, chers fils, d'avoir donn un bel exemple de foi et de gnrosit dans la prparation et la ralisation

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de ce plerinage. Emportez de Rome une ardeur renouvele et quelque chose aussi de sa patience sculaire pour mieux comprendre et accepter le rythme de la vie intrieure et ses exigences : il faut de longues annes pour former un prtre, mais elles ne suffiraient pas tencore, si un effort constant et humble ne venait chaque jour continuer et pousser inlassablement, vers une plus grande perfection l'uvre entreprise. Le Christ est la vigne, vous tes ses rameaux : c'est en Lui et en Lui seul, que vous porterez du fruit. Aussi est-ce Notre-Seigneur que Nous vous confions, en appelant sur vous, sur tous les petits sminaristes de France, sur leurs familles et sur tous ceux qui contribuent leur formation, la plus ample et la plus paternelle Bndiction Apostolique.
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lis qui interfuerunt Conventui duodecimo internationali de Odontostomatologia , Romae habito. * La grande manifestation, que constitue le X I I Congrs de la Fdration Dentaire Internationale, runit cette anne Rome plusieurs milliers de dlgus provenant de toutes les parties du monde, et Nous sommes heureux de rpondre aux dsirs qui Nous ont t exprims, en accueillant aujourd'hui, Messieurs, cette imposante reprsentation d'une branche si importante des sciences mdicales. La documentation, qui Nous a gracieusement t communique, donne une haute ide du programme de votre congrs : il comporte en effet, outre les relations scientifiques, des expositions et des dmonstrations cliniques et techniques, destines donner une ide aussi complte que possible des travaux raliss depuis cinq ans dans tous les domaines de votre comptence. Nous ne saurions passer en revue cette vritable somme d'information ; mais il Nous plat de signaler quelques points, dont l'intrt humain Nous a frapp en parcourant les rapports qui Nous sont parvenus. Une des plus heureuses consquences du dveloppement universel des disciplines mdicales est en effet de les rapprocher en manifestant davantage leur interdpendance ; et s'il est une partie de l'organisme au sujet de laquelle cette constatation se vrifie de faon plus frappante, c'est bien la rgion buccale, point de dpart du systme digestif, sige du sens gus3

Cfr. Io. 15, 1-5.

* Die 8 Septembris mensis a. 1957.

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tatif, partie essentielle des organes d'locution. Mais on resterait en de de la ralit en songeant aux seules fonctions mcaniques et physiologiques localises dans cette rgion: on a constat que les structures et l'tat de la cavit orale influent, et parfois de faon dcisive, sur la sant la fois physique, nerveuse et mme mentale de l'individu ; ce qui d'ailleurs se comprend aisment, si l'on envisage les consquences d'une mauvaise occlusion dentaire sur des oprations aussi essentielles pour la vie du corps et de l'esprit que la respiration, la mastication, l'articulation de la parole. Des observations cliniques de nombreux praticiens et des recherches mthodiques poursuivies scientifiquement est donc ne l'orthopdie dentofaciale, dont une branche importante, la pdodontie, se consacre aux enfants. Ces spcialits nouvelles sont la vrit encore loin de runir leurs acquisitions en un corps de doctrine bien constitu : trop de facteurs difficilement mesurables entrent en ligne de compte, et l'on se trouve en face d'enqutes trop sporadiques, ou trop restreintes, pour arriver des conclusions gnrales. L'tiologie a fait cependant de srieux progrs dans le domaine si complexe de la croissance des diffrents tissus, des anomalies de constitution, de conformation ou de fonctionnement, partir desquelles on tente d'expliquer les troubles ultrieurs et de suggrer les remdes prventifs. Tous les spcialistes tombent d'accord pour dclarer que, l comme ailleurs, la prvention est le seul moyen de porter secours de vastes ensembles sociaux. Or, en ce qui concerne l'orthodontie, les maux prvenir ou gurir peuvent avoir une origine antrieure ou postrieure la naissance, hrditaire ou accidentelle. Une prvention efficace doit donc commencer par soigner la mre avant la naissance de l'enfant ; elle surveillera ensuite la croissance du sujet toutes les tapes, depuis l'apparition des premires dents jusqu' l'tablissement de la dentition dfinitive. Sur ce long trajet de la petite enfance l'ge adulte le spcialiste se trouve amen examiner les indices les plus varis : c'est ainsi que les tudes morphologiques des organes la naissance constatent que certains d'entre eux, tels le cerveau, le globe de l'il et la langue, sont proportionnellement plus dvelopps que l'ensemble de la tte ; en ce qui concierne la langue, cette disposition providentielle correspond au besoin qu'aura l'enfant de fournir, ds ses premiers jours, un travail de dglutition abondant pour absorber le lait maternel. Mais il arrive parfois que la taille de la langue anticipe trop sur celle des mchoires et provoque des pressions dformatrices susceptibles d'largir l'excs le maxillaire suprieur et de lui faire enclore compltement la mandibule ; de l rsulte

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une mauvais occlusion dentaire. Les inconvnients de cette malformation peuvent se faire sentir, ainsi que Nous le notions l'instant, la fois sur la mastication, la dglutition, la respiration et parfois mme l'locution. Aussi les parents doivent-ils faire examiner de bonne heure leurs enfants par un stomatologiste et s'efforcer, avec son aide, de corriger des habitudes, qui peuvent sembler anodines, mais ne le sont pas toujours : les enfants qui respirent par la bouche, ou continuent sucer leur pouce aprs le premier ge, ceux qui mastiquent mal ou avalent trop vite, ceux qui rongent leurs ongles ou contractent continuellement certains muscles du visage, manifestent par l des symptmes qu'il convient de combattre et de faire disparatre sans tarder. Ce contrle, excellent facteur d'ducation, ne contribue pas peu corriger des dfauts de caractre et fortifier la volont. On doit se rjouir de Faide apporte ainsi aux parents dans la tche si dlicate de guider la croissance et de former harmonieusement la personalit de leurs enfants. L'orthopdie dento-faciale peut, on le voit, amliorer grandement le dveloppement de certains enfants et adolescents. Plusieurs Etats en ont profit, en intgrant les services de celle-ci dans les programmes de prvention sanitaire et d'assurance sociales. Une organisation rationnelle des inspections mdicales ds la petite enfance permet ainsi d'obvier temps aux malformations congnitales, de dceler et de traiter sans tarder les premiers symptmes de dsordres locaux ou mme gnraux, car il en est, comme le diabte, qui parfois se manifestent en premier lieu dans la bouche. A mesure que la science mdicale progresse, elle constate qu'elle ignorait encore certaines ressources de la nature et qu'elle avait parfois eu tort de vouloir se substituer aux forces de rgnration pour corriger les maux qu'elle dcouvrait. Dans la gurison des corps, on ne commande la nature qu'en lui obissant, ce qui suppose d'abord qu'on la connaisse fond et qu'on se conforme ses lois. Il est souvent plus opportun de favoriser les processus naturels de dfense que de chercher dtruire directement les foyers d'infection. C'est ainsi qu'on a pu mettre en vidence les possibilits de gurison de certaines caries profondes en nombre de cas, o les techniques prcdentes auraient conseill de dvitaliser la dent pour viter toute complication. On s'efforce aujourd'hui de prserver la pulpe par des prcautions adaptes et l'on permet ainsi la nature de se dfendre elle-mme avec plus d'efiicacit. Mais il restera toujours un trs grand nombre de cas, o les inter-

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ventions thrapeutiques auront soigner ou rparer des maux dj anciens. Travail de routine et souvent accablant, qui ne va pas sans poser parfois au praticien certains cas de conscience. S'il dispose aujourd'hui d'un matriel de plus en plus perfectionn, dont la prcision et l'adaptation permettent un gain de temps considrable, il faut s'en rjouir ; car nombre de patients, presss par leurs occupations, craignent souvent la dure prolonge des traitements. Cependant le rsultat des actions opratoires et des restaurations dpendra toujours de la science du dentiste, de son habilet professionnelle et de son sens de la responsabilit. Tout apprenti sait, par exemple, qu'avant de procder une obturation l'aide d'amalgame mtallique, il doit prparer trs soigneusement la cavit dentaire et y mnager des angles et des bords capables de retenir l'obturation sans laisser pntrer d'infiltration. Ce travail dlicat requiert un finissage minutieux, redout des patients, malgr le perfectionnement des abrasifs modernes. Si donc le chirurgien n'a pas la matrise et la conscience professionnelle suffisantes, il sera tent de faire sommairement les choses, ou mme de renoncer la solution plus rationnelle, pour lui substituer un appareil plus facile confectionner, mais plus coteux et peut-tre moins indiqu du point de vue technique et mdical. Nous avons appris rcemment, avec une bien vive satisfaction, qu'on venait de mettre au point un nouvel instrument capable d'effectuer pratiquement sans douleur le nettoyage des cavits. Dou d'une vitesse exceptionnelle, atteignant les 200.000 tours la minute, ce trpan est non seulement plus efficace que les appareils ordinaires, mais il vite au dentiste tout effort de pression, limine la chaleur et pargne au patient les sensations dsagrables accompagnant d'habitude cette opration. Nous osons esprer que les premiers rsultats si prometteurs trouveront pleine confirmation et que le nouvel quipement permettra de soulager beaucoup de souffrances. L'apprhension bien connue des clients pour la douleur des interventions sur les dents, et les consquences fcheuses qui s'ensuivent, n'ont pas manqu d'attirer l'attention des psychologues. La partie de votre art, qui tudie les soins dentaires donner aux enfants, ou pdodontique, s'occupe tout particulirement de ce problme. Il est facile de comprendre, par exemple, que l'attitude de l'enfant vis--vis du dentiste commandera presque toujours les rflexes de l'adulte. Si, grce au judicieux concours des parents et du chirurgien lui-mme, celui-ci apparat l'enfant comme un ami, qui rend un service important sa sant, son dveloppement, et mme son travail, il est vraisemblable qu'il

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continuera le consulter, ds que le besoin ou la prudence le conseilleront. Il n'est personne qui ne voie combien une attitude confiante facilite l'organisation rationnelle des soins individuels, et contribue plus encore au bon rsultat des mesures sociales destines amliorer l'tat gnral des populations, spcialement dans les rgions o l'on obit encore trop souvent l'instinct plus qu' la raison. Les aspects, auxquels Nous venons de faire allusion, indiquent assez que l'intrt des spcialistes de l'art dentaire et de la stomatologie, comme aussi des autres branches de la mdecine, s'est port de faon plus intense, ces dernires annes, sur la personnalit du patient et sur les problmes humains. Ces proccupations sont passes d'ailleurs dans l'enseignement des facults universitaires, et constituent dsormais une partie ncessaire de la formation du savant et du praticien. Les spcialits rputes jusqu'ici les plus techniques sont amenes ainsi, en s'approfondissant, s'insrer dans le grand tableau, toujours plus riche et plus admirable, de la connaissance de l'homme, de cet tre qui s'appelle volontiers centre et roi de l'univers, assujetti sans doute aux servitudes du monde matriel, mais capable de les dominer, d'en comprendre les lois et de les utiliser en s'y soumettant. Ces lois d monde biologique restent, malgr leur complexit, relativement simples et faciles formuler, si on les compare aux lois psychologiques et sociales qui rgissent l'homme sur le plan spirituel. Toutefois, pour mystrieuse qu'elle demeure, la condition de l'esprit incarn se dfinit de jour en jour avec plus de prcision, et l'on ne peut l'ignorer ni la sous-estimer sans mconnatre l'homme rel, tel que le Crateur l'a voulu et l'a fait. Cette dcouverte mthodique est due la probit des chercheurs et leur volont d'aborder leur matire propre avec rigueur et pntration, mais sans perdre de vue l'ensemble concret dans lequel leur travail s'insre. Ainsi les progrs de la pense et de la science doivent-ils tendre rduire l'cart qui les spare et qui risque toujours d'entraner de graves prjudices pour l'une comme pour l'autre. Nous vous flicitons du souci d'exactitude et de la patiente continuit, avec lesquels vous poursuivez vos travaux, et vous adressons tous Nos encouragements pour l'avenir. En priant le Matre de l'univers de couronner vos efforts au service de la science et de l'humanit, Nous vous accordons, en gage de ses faveurs, vous tous ici prsents, vos familles et tous ceux que vous dsirez recommander Dieu, Notre Bndiction Apostolique.

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Officiale

NUNTIUS RADIOPHONICUS
CHRISTIFIDELIBUS DATUS AD SANCTUARIUM MARIANUM IN (( MARIAZELL )) COADUNATIS, OCTAVUM REVOLUTUM SAECULUM AB EODEM CONDITO SACRIS SOLLEMNIBUS CELEBRANTIBUS. *

Mit vterlicher Freude und in tiefer Ergriffenheit richten W i r Unser W o r t an euch, geliebte Shne und Tchter der sterreichischen Lande, die ihr, geschart um eure Oberhirten, Unsere Ehrwrdigen Brder, heute dem Acht-Jahrhundert-Jubilum eures Nationalheiligtums Mariazell und aller der Verehrung und Liebe, die dort in diesen Monaten Maria, der Magna Mater Austriae erwiesen wurde, den Hhepunkt setzen und die Krnung verleihen wollt. Mariazell, die lteste und grsste Gnadensttte der Gottesmutter in sterreich, die beherrschende des Donauraumes, wie viel ist an ihr im Laufe der Jahrhunderte zur Gottesmutter gebetet und gefleht worden ! Schon um das Jahr 1400 wird uns berichtet, wie die Pilgerscharen von der Ostsee bis Italien und von Frankreich bis Rumnien dort zusammenstrmtem. W i e viel Jugena und wie viele Brautpaare haben in eurem Heiligtum ihr Lebensglck der Liebe Marias anvertraut, in wie viel Not und Gefahr, Unglck und Drangsal sind dort ihr mtterlicher Schutz und ihre mchtige Hilfe angerufen worden ! W i e oft haben seit den Tagen Ludwigs des Grossen von Ungarn eure Landesherren die Rettung und das Wohl sterreichs der Gnadenmutter von Mariazell empfohlen ! W i r denken an die katholische Erneuerung nach den Strmen der Glaubensspaltung im 16. Jahrhundert, an den frommen Kaiser Ferdinand I I . im Dreissigjhrigen Krieg, an die furchtbare Trkennot des Jahres 1683 : damals haben eure Vorfahren in Mariazell und Unser Vorgnger, der von Uns seliggesprochene Papst Innozenz X L , in Rom zur heiligen Jungfrau um Hilfe gerufen. Innozenz der X I . war ein Mann des Gebetes, aber ebenso der Tat. Vorausschauend hat er in langjhrigen, zhen Verhandlungen der Vorbedingung fr die Rettung der Kaiserstadt Wien und des christlichen Abendlands, der Liga Kaiser Leopolds mit dem Polenknig Johann dem I I . Sobieski, die Wege geebnet. Das Fest Maria Namen, das er selber zur Erinnerung an den Sieg unter den Mauern Wiens einsetzte, und der Name Patrona Viennensis , den
* Die 15 Septembris mensis a. 1957..

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das gerettete Wien dankerfllt der Gottesmutter gab, beides mge euch immer an die wunderbare Hilfe erinnern, die eurem Land damals in tdlicher Gefahr durch Maria zuteil wurde. W i r denken schliesslich an die harten Stsse, die eine kirchen- wie volksfremde Aufklrung und liberale Flut in den letzten 200 Jahren auch in euren Landen gegen den katholischen Glauben gefhrt haben. Vielleicht ist in Mariazell ob keiner Not und Gefahr so viel gebetet worden wie ob dieser. W a s jedoch die Zahl der Pilger angeht, bleiben die vergangenen Zeiten weit zurck hinter der Gegenwart, wo Jahr fr Jahr Hunderttausende von Glubigen zur Gnadenmutter von Mariazell wallfahren. An dieser Tatsache haben ganz gewiss die modernen Verkehrsmglichkeiten ihren Anteil. Sie bleibt aber immer ein eindrucksvoller Beweis dafr, dass die letzten 50 Jahre, die euer Volk in zwei Weltkriege und in schwerste politische und wirtschaftliche Erschtterungen hineinzerrten, seinen katholischen Glauben nicht gebrochen, seine Hingabe an Maria aber nur verstrkt haben. W i r erblicken in dem Glanz, in dem die Basilika von Mariazell nach ihrer baulichen Erneuerung erstrahlt, ein Sinnbild eurer unverminderten Treue und Liebe zur Himmelsknigin. W i e drften W i r daran zweifeln, wenn W i r die zu Unserer Kenntnis gelangten Mariazeller Jubilumsfeiern an Unserem geistigen Auge vorbeiziehen lassen sowie die Pilgerfahrten, die in diesen Monaten ihren Weg dorthin nahmen und noch nehmen werden? W i r knnen Uns die Freude nicht versagen, sie einzeln oder in Gruppen namentlich aufzufhren : Tag der Steirischen Landesmutter. Wallfahrten des Burgenlandes und Obersterreichs. Tag der sterreichischen Frauen. Wallfahrt der gewerblichen Wirtschaft sterreichs, der katholischen Landesjugend der Steiermark, der St. Pltener Landesjugend, der Burgenlndischen Jugend, der sterreichischen Pfadfinder und der Kolpingsshne. Grosse Wiener Stadtwallfahrt. Wiener Mnner wallfahrt wie zu den Zeiten eures Mnnerapostels Heinrich Abel. Bayernwallfahrt und Tag der Patrona Bavariae . Stuttgarter Wallfahrten mit den Ungarn-und Sudetendeutschen. Tag der Magna Hungarorum Domina . Tag der Mater Gentium Slavorum . Tag des I I I . Weltkongresses der Weltunion Katholischer Lehrer. Tag des hl. Benedictus. Internationaler Pax ChristiKongress. Tag der Catholica Unio. Tag der Vlkerverstndigung. Tag der Vlkermutter. Tag der Shne. W i e viel guten Willen, wie viel heiligen Eifer, wie viel Sorge und Not,

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Hoffen und Vertrauen, und wie viel Hingabe an Maria umfassen diese Aufschriften ! Im Jahre 1952, anlsslich eures grossen Katholikentags, mahnten W i r euch : Vertraut ihr (Maria) euer Geschick, an erster Stelle aber euren Willen zu neuem heiligen Leben an. Dann braucht ihr nicht zu frchten; dann drft ihr zuversichtlich hoffen . Gewiss kann euch die Kirche im Bereich des Diesseitigen, und wenn es um noch so hohe Werte geht, keine bindenden Zusicherungen machen. Aber Ville zu heiligen Leben dem gilt immer vorbehaltlose Verheissung, da verpfndet Gott sein Wort, dass nmlich denen, die Ihn lieben, alles zum Besten gereicht. W i r knnen deshalb nur wiederholen, was W i r euch damals, vor fnf Jahren, ans Herz legten, wollen aber ergnzend drei Hinweise beifgen : Erstens : Ihr hrt immer und immer wieder : die Stunde des Laienapostolats hat geschlagen, und jeder ist zu ihm berufen. Ja, wenigstens zum Apostolat des Gebets und des guten Beispiels. Und dieses Apostolat ist heute das vordringlichste, weil die Welt, von so vielen Botschaften, die sich als trgerisch erwiesen, ernchtert und enttuscht, euerem Wort nur noch glaubt, wenn sie an euerem Tun sieht, dass ihr mit dem (( Gott dienen und seine Gebote in die Tat umsetzen bei euch selbst vollen Ernest macht. Dabei geht dieses Gott dienen nicht nur auf euer Eigenleben, sondern ebenso auf euer Leben in der Gemeinschaft, auf den Beruf, auf euere Pflichten im ffentlichen Leben, auf euer ganzes Dasein bis in seine letzten Verstelungen. Mnner und Frauen, die in den fhrenden Berufen stehen und in allem als vollgltige Christen und Katholiken handeln, knnen heute Wunder wirken fr die Sache Christi und seiner Kirche. Solches Gott dienen ist echteste (( Marienminne . Zweitens : Seid euch eurer Verantwortung bewusst fr die umliegenden Lnder und Vlker ! Mcht als ob sterreich nicht grosse Opfer gebracht htte, als im vergangenen Herbst und Winter ungarische Flchtlinge Rettung suchend auf sein Gebiet flohen. W i r denken jetzt an das Gesamtschicksal jener Lnder und Vlker, und W i r denken an sie gerade, whrend ihr zur Verherrlichung der Gottesmutter im Heiligtum Mariazell vereint seid : Mariazell war auch ihre Gnadensttte ; auch sie sind dorthin gewallfahrtet, und zhlt die Tausende, die den Tag herbeisehnen, da sie wieder frei der Himmelsknigin ihren Dank und
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Acta Ap. Sedis a. 44, 1952, pag. 793. Cfr. Rom. 8, 28.

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ihre Hingabe bezeugen knnen. Jetzt ist es an euch, fr sie einzustehen vor Maria und ihrem gttlichen Sohn. Bittet fr sie um das hohe Gut der Freiheit, der Freiheit zu allem, was menschenwrdig und gottgefllig ist, und fleht mit der Kirche : Gott, unser Schirmherr, schau auf uns und verteidige uns gegen die Gefahren, die von Seiten der Feinde uns drohen, dass wir, nach Behebung aller Unruhen, freien Sinnes Dir dienen mgen ,
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Drittens : Betet an der Sttte der Gnadenmutter fr die grossen Anliegen der Weltkirche ! Das ist das Eigenartige der gegenwrtigen Stunde, dass schwer zu entscheiden bleibt, was grsser sei : die Beklemmung wegen der ganze Erdteile umfassenden Nte und Gefahren, in denen die Kirche steht, oder die Hoffnung ob der gewaltigen, auch weltweiten Mglichkeiten, die sich erfllen knnen. Hier gilt fr alle Kinder der Kirche jedenfalls das eine : beten und opfern ! Wir empfehlen die zur Festfeier erschienen Oberhirten und Priester, die Vertreter der staatlichen Behrden, euch alle, geliebte Shne und Tchter, ganz sterreich und sein Volk der Unbefleckt-Empfangenen, dass ihre mchtige Frbitte die erbarmende Vorsehung Gottes sowie die Gnade und Liebe Jesu Christi, ihres gttlichen Sohnes, in reichster Flle auf euch herabziehe. Als nterfand dessen erteilen W i r euch aus der Flle des Herzens den Apostolischen Segen.

NUNTIUS SCRIPTO DATUS


IIS QUI INTERFUERUNT CONVENTUI AUSPICE (( UNION TERTIO INTERNATIONALI DES DOCENTIUM CA-

THOLICORUM,

MONDIALE

ENSEIGNANTS

CATHOLI-

QUES )), VINDOBONAE HABITO.

An den I I I . Internationalen Kongress der Weltunion Katholischer Lehrer in Wien. Sie schicken sich an, geliebte Shne und Tchter vom Weltverband Katholischer Lehrer, auf Einladung der Katholischen Lehrerschaft sterreichs Ihren Dritten Weltkongress in Wien abzuhalten. Aus der Mitte der katholischen Schulmnner sterreichs ging ja seinerzeit der Gedanke einer Weltorganisation der katholischen Lehrer hervor, und in Wien, auf dem Eucharistischen Kongress des Jahres 1912, wurde die
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Missale, Orationes diversae nr. 11 - Postcomm.

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Weltvereinigung Katholischer Pdagogen gegrndet. Die Strme und. Schicksalsschlge, die in der Folgezeit ber sterreich hingingen, haben auch sie getroffen. Allein nach dem Jahr 1945 lebte die Ide, die jener Weltvereinigung Gestalt gegeben hatte, nur noch strker auf. Das Heilige Jahr 1950 brachte dann die Bildung Ihrer Union, die ihren Sitz am Mittelpunkt der Kirche, ganz nahe bei Uns nahm. W i r freuen Uns der Jugendkraft und des Wachstums dieser Union. Aus 10 Lehrervereinigungen ging sie hervor; heute gehren ihr aber bereits 40 Lehrerverbnde ber die ganze Welt hin an. 320.000 Mitglieder stark steht sie da, alle geeint in dem Denken und Wollen, das Unser unmittelbarer Vorgnger verehrungsvollen Andenkens, Pius X L , in seiner Enzyklika Divini illius Magistri als katholisches Erziehungsideal aufgestellt hat. Mit Genugtuung entnehmen W i r das Ansehen, dessen Ihr Bund sich erfreut, auch aus der Tatsache, dass er von der U N E S C O unter ihre beratenden Verbnde eingereiht worden ist. Die Katholische Lehrerschaft sterreichs, mit der Vorbereitung Ihres diesjhrigen Weltkongresses betraut, hat Uns gebeten, demselben Unseren Segen zu erteilen. Gerne willfahren W i r diesem Wunsch, glauben es aber der Bedeutung Ihres Berufs wie Ihrer Weltunion schuldig zu sein, zuvor einige richtungweisende Worte zu Ihnen zu sprechen : Die letzten hundert und mehr Jahre sind erfllt vom Ringen der Kirche um die katholische Erziehung und Schule ihrer Jugend. Wo Verfassung und Gesetz es den Katholiken berliess, sich ihre Schulen aus eigenen geistigen und finanziellen Krften zu schaffen, haben sie weithin geradezu heroische Opfer fr dieses Ziel gebracht. Inzwischen ist die Menschheit in das Zeitalter der Technik eingetreten. Diese ist zwar daran, nderungen in der seelischen Struktur des Menschen herbeizufhren ; aber am katholischen Erziehungsideal darf sie nicht rtteln. Es ist von pdagogischer Seite mit vollem Recht darauf hingewiesen worden, dass gegenber jenen nderungen, die, was das Triebleben angeht, auf bermssige Hingabe an Sinneseindrcke bei Schrumpfung des verarbeitenden Denkens, bersteigerten Ttigkeitsdrang, Neigung zu widerstandsloser, verantwortungsloser Anpassung hinauslaufen, die sittlich-religise Erziehung nunmehr sogar von noch grsserer Bedeutung ist als Wissensvermittlung und Berufsbildung; dass gerade der Mensch im Zeitalter der Technik jener geschlossenen, einheitlichen, auf absoluter Wahrheit aufbauenden und Gott in den Mittelpunkt des Daseins stellenden Erziehung bedarf, wie sie nur der christliche Glaube,

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die katholische Kirche geben hann. W i r nehmen also unser altes Schulideal auch in die neue Zeit mit hinber. Mit in die neue Zeit nimmt die katholische Kirche aber auch das Ideal des katholischen Lehrers. Der Lehner ist die Seele der Schule. Hier liegt der Grund, weshalb der Kirche an der Persnlichkeit des Lehrers und an der Lehrerbildung ebensoviel gelegen ist wie an der katholischen Schule selbst. Ist doch der echt katholische Lehrer das wesentlichste Element der katholischen Schule. Gleichviel, ob die Berufsarbeit des katholischen Lehrers, der katholischen Lehrerin zum Laienapostolat im eigentlichen Sinn des Wortes gehrt seien Sie berzeugt, geliebte Shne und Tchter : der katholische Lehrer, der fachlich, in Ausbildung und Hingabe, auf der Hhe seines Berufes steht, gleichzeitig aber auch von seinem katholischen Glauben tief berzeugt ist und ihn der ihm anvertrauten Jugend wie etwas Selbstversndliches, ihm zur zweiten Natur Gewordenes vorlebt, bt im Dienste Christi und seiner Kirche eine Ttigkeit aus, die dem besten Laienapostolat gleichkommt. Das gilt fr den katholischen Lehrer an der katholischen und fast noch mehr an der nichtkatholischen Schule. Ihr Weltkongress hat sich als Thema geAvlt die Aufgaben des katholischen Lehrers im internationalen Leben . Sie werden in ernsten Beratungen vieles zu besprechen haben. W i r mchten wenige, die katholische Erziehung und Schule angehende grosse Fragen und Aufgaben der gegenwrtigen Stunde nur andeutungsweise berhren : In ganz Latein-Amerika lautet gegenber den tdlichen Gefahren, denen sich die katholische Kirche dort ausgesetzt sieht, eine der Forderangen : starke Vermehrung und tchtige Berufsausbildung des katholischen Lehrpersonals; Forderung und Vervollkommnung, was katholischen Geist und was Leistung angeht, der hheren katholischen Schulen, aus denen Priesterberufe erwartet werden und denen es obliegt, fr die anderen Berufe berzeugte katholische junge Menschen heranzubilden. W a s die katholisce Erziehung und Schule in Asien angeht, so hat die Erste Asiatische Tagung fr das Laienapostolat in Manila, und gleicherweise fr Afrika das Erste Treffen der Leiter des Laienapostolats in Kisubi (Uganda) Avertvolle Richtlinien und Aufgaben herausgestellt : auch hier Berufsausbildung katholischer Lehrer, die als Vorbild dienen knnen. Mdchenschule und Frauenbildung, Verhltnis des Katholischen Lehrers zur kirchlichen Autoritt; fr Afrika noch besonders jenes zu den einheimischen staatlichen Behrden sowie das Verhalten des katho-

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lischen Lehrers gegenber den neutralen, vom Staat gegrndeten und ausschliesslich zugelassenen Vereinen. In Kisubi wurde der gesunde, dem Subsidiarittsprinzip ganz entsprechende Grundsatz aufgestellt : Der Staat lasse die Familie und die katholische Missionsschule gewhren, solange sie nicht seines Schutzes und der Ergnzung durch ihn bedrfen ; die Schule ihrerseits sei darauf bedacht, gute Staatsbrger heranzubilden. In Unserer Weihnachtsbotschaft vom 24. Dezember 1955 kamen W i r , von der Sicherung des Weltfriedens handelnd, auf die Beziehungen Europas zu den jungen aussereuropisehen Staaten zu sprechen. Diese, so fhrten W i r aus, sollten nicht vergessen, wie viel sie Europa verdanken ; Europa aber mge weitherzig auch frderhin die echten Werte, an denen es reich ist, ihnen zur Verfgung stellen. W a s W i r dort sagten, knnen Sie etwas abgewandelt auch auf das Gebiet der Schule und Erziehung anwenden. W i r halten es aber fr selbstverstndlich, dass die bernahme kultureller Werte von Seiten jener jungen, vielleicht noch unterentwikkelten Vlker organisch vor sich gehe ; also so, wie der lebendige Organismus dans ihm Gebotene in sich aufnimmt und selbstndig verarbeitet : in dem Mass und in der Form, die den Verhltnissen des jungen Volks entsprechen, und immer so, dass mit der technischen, wirtschaftlichen und intellektuellen Entwicklung die seelisch-sittliche gleichen Schritt halte. Die auf Gott gerichtete Gesamtpersnlichkeit ist das Ziel echten Kulturaufbaues. Hier liegt die Aufgabe aller derer, die auf die seelische Entwicklung Einfluss zu nehmen imstande sind, also gerade des katholischen Lehrers und der katholischen Lehrerin. Im Anschluss an das Thema Ihres Kongresses mchten W i r Ihr Augenmerk auf einen sehr einfachen, aber naheliegenden Gedanken richten : Rundfunk, Film und Fernsehen neben der zerstrenden Wirkung, die sie leider nicht selten ausben haben sicher das Gute, das sie die Menschen ber die Erde hin einander nher bringen, w as das Wissen der einen um die anderen angeht, aber auch empfindungs- und gemtsmssig. Der katholische Lehrer weiss diese Empfindungen zur Hhe ihres sittlichen Ziels emporzuheben. Er wird darauf hinweisen, dass auch jene weitab lebenden Menschen fhlen wie wir, dass auch sie Leistungen aufzuweisen haben und in manchem uns als Vorbild dienen knnen, vor allem aber, dass Gott auch ihr Schpfer und Vater ist, dass auch sie in die Liebe und Erlsung Christi einbezogen und zu seiner Kirche berufen sind. So wird der junge Mensch bei allem berechtigten
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Acta Ap. Sed. 48, 1956, pag. 39 s.

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Stolz auf die Geschichte und Leistungen des eigenen Volks und bei aller Liebe zur eigenen Heimat auch den brigen Vlkern, allen, Achtung und Wohlwollen entgegenbringen. Welch gewaltige Kraft liegt in solcher Erziehung gegen den bersteigerten Nationalismus, dem jene Achtung und jenes Wohlwollen fehlen und der mit christlichem Denken unvereinbar ist ! Auch hier erweist sich das Wirken Ihrer Schule als ein kostbarer Reflex der allumspannenden Einheit der katholischen Kirche. Sie werden Ihren Weltkongress abschliessen mit einer Wallfahrt zur Gnadenmutter von Mariazell. Empfehlen Sie ihr, der reinsten und mchtigen Jungfrau, in inbrnstigem Gebet Ihre Entschlsse, Aufgaben, Sorgen und Hoffnungen. Jesus Christus, Gottes und Maria Sohn, mge mit seiner Gnade alles befruchten und zur Erfllung bringen. Als Unterpfand dessen erteilen W i r Ihnen, geliebte Shne und Tchter, die Sie sich in Wien zusammenfinden, wie Ihrem ganzen Verband aus der Flle des Herzens den Apostolischen Segen. Aus dem Vatikan, den 5. August 1957.

PIUS PP. X I I

55 - ACTA, v o l . X X I V , n . 1 4 . 26-10-1957.

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Acta Apostolicae Sedis -

Commentarium Officiale

ACTA SS. CONGREGATIONUM


SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS

I
PROVISIO ECCLESIARUM Sanctissimus Dominus Noster Pius Divina Providentia Papa X I I , successivis decretis Sacrae Congregationis Consistorialis, singulas quae sequuntur Ecclesias de novo Pastore dignatus est providere, nimirum : die 29 Maii 1957. Titulari episcopali Ecclesiae Baretensi, praefecit

Exc. P. D. Hernandum Frias Hurtado, hactenus Episcopum Antofagastensem, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Theodori Eugenin, Episcopi titularis Hierissensis et Vicarii Castrensis in Republica Chilena. die 19 Iulii. Titulari archiepiscopali Ecclesiae Chalcidensi in Syria, Exc. P. D. Antonium Mariam Alves de Siquiera, hactenus Episcopum titularem Arycandensem, quem constituit Coadiutorem Emi P. D. Caroli Carmeli S. R. E. Cardinalis de Vasconcelos Mota, Archiepiscopi S. Pauli in Brasilia. die 20 Iulii. Titulari episcopali Ecclesiae Hadrianopolitanae in Pisidia, R. P. Bernardinum Mazzarella, ex Ordine Fratrum Minorum, Praelatum Nullius Immaculatae Conceptionis B. M. V. in Olancho. die 22 Iulii. Cathedrali Ecclesiae Thelesinae R. P. D. Felicem Leonardo, Antistitem Urbanum, Canonicum Capituli Cathedralis Theanensis et Rectorem Seminarii interdioecesani Calvensis et Theanensis. die 81 Iulii. Cathedrali Ecclesiae Signinae R. P. D. Aloisium Carli, Antistitem Urbanum, Vicarium Generalem dioecesis Comaclensis, archidiaconum Capituli Cathedralis et rectorem Seminarii eiusdem dioecesis. Titulari episcopali Ecclesiae Pergamenae Exc. P. D. Petrum Severi, hactenus Episcopum Signinum, quem confirmavit Auxiliarem Emi P. D. Benedicti S. R. E. Card. Aloisi Masella, Episcopi Praenestini. die 2 Augusti. Titulari archiepiscopali Ecclesiae Leontopolitanae

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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in Augustamnica Exc. P. D. Angelum Ficarra, hactenus Episcopum Pactensem. Cathedrali Ecclesiae Pactensi Exc. P. D. Iosephum Pullano, hactenus Episcopum titularem Uzalensem. die 3 Augusti. Praelaturae Nullius Iuliensi, noviter erectae, R. P. Eduardum Pedders, sodalem Societatis de Maryknoll pro missionibus exteris. die 12 Augusti. Titulari episcopali Ecclesiae Begenae R. P. Albertum Sanschagrin, Superiorem Provincialem Congregationis Oblatorum Missionariorum B. M. V. Immaculatae, ex Provincia Marianopolitana, quem constituit Coadiutorem cum iure successionis Exc. P. D. Iosephi Aldei Desmarais, Episcopi Amosensis. die 9 Augusti. Cathedrali Ecclesiae Caratingensi, R. D. Iosephum Eugenium Correa, parochum oppidi vulgo Rio Preto appellati, in dioecesi Iudiciiorensi. Titulari archiepiscopali Ecclesiae Mocissenae Exc. P. D. Henricum Wienken, hactenus Episcopum Misnensem. Titulari episcopali Ecclesiae Iotanae R. P. D. Iacobum Cunningham, Vicarium Generalem dioecesis Salfordensis, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Josephi Me Cormack, Episcopi Hagulstadensis et Novocastrensis. die 20 Augusti. Cathedrali Ecclesiae Antofagastensi, Exc. P. D. Franciscum Borgia Valenzuela Rios, hactenus Episcopum titularem Aegeaensem et Praelatum Nullius Copiaponsem. die 2 Septembris. Cathedrali Ecclesiae Truxillensi in Venezuela, noviter erectae, Exc. P. D. Antonium Ignatium Camargo, hactenus Episcopum Calabocensem. die 9 Septembris. Cathedrali Ecclesiae Gaspesiensi, Exc. P. D. Paulum Bernier, hactenus Archiepiscopum titularem Laodicensem in Syria, cui servavit Archiepiscopalem titulum ad personam. die 11 Septembris. Titulari episcopali Ecclesiae Achollitanae, Rev. D. Evelium Domnguez Recinos, canonicum Capituli metropolitani et parochum oppidi vulgo Sabanagrande , in archidioecesi Tegucigalpensi, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Iosephi Turcios y Barahona, Archiepiscopi Tegucigalpensis. die 12 Septembris. Cathedrali Ecclesiae Mindoniensi, Exc. P. D. Hyacinthum Argaya Goicoechea, hactenus Episcopum titularem Geritanum.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

II TARRACONENSES-VALENTINAS ET ALIARUM
DECRETUM
DE MUTATIONE F I N I U M DIOECESIUM

Initis inter Sanctam Sedem et Hispanicum Gubernium de finibus dioecesium solemnibus Conventionibus die x x v n mensis Augusti anno 1953, Exc. P. D. Hildebrandus Antoniutti, Archiepiscopus titularis Synnadensis in Phrigia et Nuntius Apostolicus in Hispania, enixe ab Apostolica Sede postulavit ut nonnullarum dioecesium limites ibidem immutarentur. Ssmus Dominus Noster Pius Divina Providentia PP. X I I , auditis Excmis locorum quorum interest Ordinariis, ratus huiusmodi finium immutationem catholicae Religionis firmitati atque incremento valde profuturam, oblatas preces benigne censuit excipiendas. Quapropter, suppleto quatenus opus sit eorum interesse habentium vel habere praesumentium consensu, praesentibus hisce Apostolicis Litteris, omnium de quibus agitur dioecesium mutatis finibus, adnectit : 1. archidioecesi Tarraconensi : paroecias viginti et unam quae dioecesis Barcinonensis, et novem quae dioecesis Vicensis hucusque erant 2. archidioecesi Valentinae archipresbyteratum vulgo Requena-Utiel cum omnibus paroeciis et filialibus ecclesiis in territorio civilis provinciae vulgato nomine Valencia sitis, qui a dioecesi Conchensi distrahitur ; 3. dioecesi Barcinonensi paroeciam Arenys de Mar nuncupatam a dioecesi Gerundensi separatam ; 4. dioecesi Celsonensi paroecias viginti, in fines patentes civilis provinciae vulgo Lrida, et Suria cum Balsareny, dioecesi Vieensi hucusque adscriptas; 5. dioecesi Conchensi paroeciam Casa de Roldan appellatam, quae a dioecesi Albasitensi dismembratio eo quod in territorio civilis provinciae Cuenca invenitur ; 6. dioecesi Gerundensi paroeciam vulgo San Marti de Riells de Montseny, quae dioecesi Barcinonensi obnoxia erat et intra limites civilis provinciae Gerona exstat ; atque intra fines civilis provinciae vulgo Tarragona exsistentes;

Sacra Congregatio Consistorialis

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7. dioecesi Oriolensi omnes paroecias archipresbyteratum vulgato nomine : Callosa de Ensarri, excepta paroecia Benisa appellata, Jijona et Villajoyosa, ad provinciam civilem pertinentes vulgo Alicante, quae ab archidioecesi Valentina dismembrantur ; 8. dioecesi Segobricensi paroeciam Gatova et omnes paroecias Archipresbyteratus Villahermosa del Ro nuncupati, intra fines civilis provinciae Castelln de la Plana sitas, quae archidioecesis Valentinae hucusque erant ; 9. dioecesi Vicensi paroecias nuncupatas : San Rafael de Figaro, San Pablo de Montmany, Riels del Fay Gallifa, San Feli de Codines, San Lorenzo Savall, Villanova del Carni et Santa Maria de Pobla de ramunt, a dioecesi Barcinonensi, insuper Camprodn, Setcases, Vinalonga, Llanas, Moli et Tragura a Gerundensi, et tandem paroeciam Palmcrola a dioecesi Celsonensi respective separatas. Mandat insuper Sanctitas Sua ut omnia acta et documenta memoratarum paroeciarum clericos, fideles et bona temporalia respicientia ab eis ad quos spectat, quam primum fieri poterit, suae cuique Curiae Episcopali tradantur. Ad clerum autem quod attinet, statuit ut simul ac praesens Decretum ad effectum deductum fuerit, clerici dioecesi illi censeantur incardinati in cuius territorio legitime degunt. Ad haec omnia exsecutioni mandanda Sanctissimus Dominus Noster memoratum Exc. P. D. Hildebrandum Antoniutti deputare dignatus est, necessarias et opportunas eidem tribuens facultates, etiam subdelegandi ad effectum de quo agitur quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, onere imposito ad Sacram Congregationem Consistorialem, quam primum, remittendi authenticum exemplar actus peractae exsecutionis. Quibus super rebus praesens edi iussit Consistoriale Decretum perinde valiturum ac si Apostolicae sub plumbo Litterae datae forent. Datum Romae, ex Aedibus S. Congregationis Consistorialis, die 6 Iunii 1957.

Pr. A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. S. Iosephus Ferretto, Adsessor

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Officiale

III REIPUBLICAE ARGENTINAE


DECRETUM
DE ERECTIONE VICARIATUS CASTRENSIS

Vicariatus Castrenses novissimis hisce temporibus sedulo instaurati,, editaeque normae ad militum cappellanorum munus rite exercendum, quantum sollicitudinis in spiritualem copiarum curam magis magisque promovendam impendere consuescat Catholica Ecclesia, perlucide testantur. Nuperrime immo, iis qui ad signa militaria et ad arma in Argentina deducuntur Religionis subsidia liberaliter collatura, Apostolica haec Sedes solemnem cum. Reipublicae Argentinae Moderatoribus iniit Conventionem, Vicariatum Castrensem in primis constituendum censens. Quapropter SSmus Dominus Noster Pius Divina Providentia PP. X I I , suppleto quatenus opus sit eorum interesse habentium vel habere praesumentium consensu, praesenti Consistoriali Decreto Vicariatum Castrensem Reipublicae Argentinae erigit ac constituit. Hac ratione erectus Vicariatus Castrensis constabit : Vicario Castrensi, tribus cappellanis maioribus pro copiis respective terrestribus, maritimis et aeris, atque minoribus, seu militum, cappellanis. Quoties rectum Vicariatus Castrensis regimen id exigat, Vicarius Castrensis pro Vicarium sibi adsciscere valebit, cui congrua congruis referendo munia conferuntur Vicarii Generalis ex Codice I. C. propria. Sedes huius Vicariatus Castrensis eiusque Curiae in urbe Bono Aere statuetur; Curia autem Castrensis dioecesanae instar efformabitur et ad eam pro-Vicarius si adsit cappellani maiores, consultores aliique qui iudicio Vicarii Castrensis necessarii putantur, pertinebunt. Vicarius Castrensis iurisdictione gaudebit personali, ordinaria tum fori interni tum fori externi, at speciali et cumulativa cum iurisdictione Ordinariorum locorum, iuxta Instructionem De Vicariis Castrensibus Sollemne semper a S. Congregatione Consistoriali die x x u i mensis Aprilis anno 1951 editam. In stativis castris et in locis militibus reservatis primo et principaliter Vicarius Castrensis iurisdictionem exercebit, secundario, quoties, scilicet, idem Vicarius Castrensis eiusque cappellani absint vel desint, semper autem iure proprio, Ordinarius loci

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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atque parochus, initis, quatenus fas erit, consiliis cum Vicario Castrensi et militum ducibus. Vicarius Castrensis Reipublicae Argentinae iurisdictione pollebit in eos omnes : 1. qui sub huius Reipublicae vexillis terra marique et aria classi militant ; 2. qui, istorum familias constituunt, uxores, videlicet, liberi, famuli, propinqui et necessarii, dummodo in copiarum stationibus vel locis militibus reservatis cum iisdem cohabitent ; 3. qui scholas, academias aut ephebea in re militari instituendi frequentant ; 4. qui tandem, sive alicui Religioni adscripti sive non, in nosocomiis et in locis militibus reservatis degunt vel commorantur. Paroeciae B. Mariae V. vulgo de Lujan et Stella Maris in archidioecesibus respective Bonaerensi et Sinus Albi exstantes, iuridicam condicionem, qua in praesens perfruuntur, immutatam in posterum detinebunt; parochi et cooperatoris munia adimplebunt in ipsis militum cappellani, quibus, a Vicario Castrensi, servatis servandis, rite designatis et praesentatis, Ordinarius loci canonicam concedet institutionem. Vicarius Castrensis, conlatis cum Reipublicae Praeside consiliis, ab Apostolica Sede deligetur, in dignitate episcopali constituetur et per peculiare S. Congregationis Consistorialis Decretum officio potietur. Cappellanos omnes, sive maiores sive minores, servatis servandis, Vicarius Castrensis nominat, cuius ordinariae potestati, durante munere, omnino subduntur. Quoad ecclesiasticam disciplinam, vero, potestati quoque Ordinarii loci in quo versari contingat obnoxii erunt. Huic autem, in casibus urgentioribus et quoties Vicarius Castrensis providere non poterit, fas erit in eos animadvertere etiam canonicis sanctionibus, si casus ferat, et monito confestim Vicario Castrensi. Quod ad militum cappellanos religiosos spectat, si forte adsint, adamussim servetur Instructio De Cappellanis militum religiosis a Sacra Congregatione negotiis Religiosorum sodalium praeposita die 2 mensis Februarii anno 1955 edita. Cappellani maiores facultatibus a Vicario Castrensi instruentur necessariis et opportunis pro copiis regendis spirituali ipsorum curae demandatis. Militum vero cappellani animarum sibi commissarum curam gerent, muneribus et obligationibus parochorum, ad memoratae Instructionis De Vicariis Castrensibus normam instructi.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Ubi autem impar necessitatibus sit militum cappellanorum numerus, Vicarius Castrensis, conlatis consiliis cum loci Ordinario aut cum Superiore religioso, sacerdotibus sive saecularibus sive regularibus militum curam committet eisque necessarias et opportunas tribuet ad nutum facultates. Ad matrimonium quod attinet subditorum Vicariatus Castrensis districte servetur praescriptum canonis 1097, 2 C. I. C, id est pro regula habeatur ut matrimonium coram sponsae parocho celebretur, nisi iusta causa excuset et accurate expleantur actus qui, ad normam iuris, celebrationem matrimonii praecedere et subsequi debent. Vicarius Castrensis Relationem de statu Vicariatus Castrensis singulis trienniis Apostolicae Sedi exhibebit, quaesitis respondens iuxta ea quae in Formula Servanda praescribuntur a Sacra Congregatione Consistoriali die 20 mensis Octobris anno 1956 statuta. Vacante Vicarii Castrensis munere, nisi aliter ab Apostolica Sede provisum fuerit, regimen Vicariatus Castrensis, usque ad successoris nominationem, pro-Vicarius, si adfuerit, assumet; secus Cappellanus maior qui ad normam canonis 106, 3 C. I. C. praecedit. Qui autem Vicariatus Castrensis regimen tunc assumpserit facultatibus fruetur atque oneribus adstringetur quae ius comune, congrua congruis referendo, Vicario Capitulari tribuit. Ipsius praesertim erit de assumpto munere S. Congregationem Consistorialem certiorem reddere ab eaque instructiones impetrare. Ad haec exsecutioni mandanda Sanctitas Sua Exc. P. D. Marium Zanin, Archiepiscopum titularem Traianopolitanum in Rhodope et in Republica Argentina Nuntium Apostolicum deputare dignata est opportunis et necessariis conlatis facultatibus etiam subdelegandi ad effectum de quo agitur quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, et onere imposito ad S. Congregationem Consistorialem quamprimum authenticum exemplar mittendi actus peractae exsecutionis. Quibus super rebus praesens edi iussit Consistoriale Decretum, perinde valiturum ac si Apostolicae sub plumbo Litterae datae forent. Datum Romae, ex Aedibus S. Congregationis Consistorialis, die 8 mensis Iulii anno 1957.

g Fr. A. I.'Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. S. Iosephus Ferretto, Adsessor

Sacra Congregatio Consistorialis

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NOMINATIO Decreto die 8 Iulii a. 1957 dato, Sacra Congregatio Consistorialis nominavit Excmum P. D. Firminum Aemilium Lafitte, Archiepiscopum Cordubensem in Argentina et Administratorem Apostolicum sede plena archidioecesis Bonarensis, Vicarium Castrensem Argentinae.

SACRA CONGREGATIO DE RELIGIOSIS

i
DECRETUM
NORMAE ADPROBANTUR, QUAE MODERANTUR AGGREGATIONEM AD PONTIFICIUM INSTITUTUM TIONEM. (( REGINA MUNDI )) ATQUE AB EODEM INSTITUTO RECOGNI-

Sacra Congregatio de Religiosis, de convenienti et modernis temporibus apta institutione Sodalium Religionum, Societatum atque Institutorum ubique terrarum exsistentium apprime sollicita, vigore facultatum a Ssmo Domino Nostro Pio Pp. XII receptarum, praesentes Normas, aggregationem ad Pontificium Institutum Regina Mundi et ab eodem Instituto recognitionem moderantes, in speciali Commissione rite iam examinatas et recognitas, adprobat pleneque confirmat et ut ad praxim fideliter deducantur auctoritate sua monet atque mandat.

NORMAE

I. Aggregatio, quae ad normam art. 13 Statutorum Pontificii Instituti Regina Mundi fieri potest, est actus quo Institutum aggregatum sub Pontificii Instituti Regina Mundi patrocinio ponitur, studia ibi peracta recognoscuntur, atque eidem Instituto ius tribuitur pontificia, diplomata, servatis servandis, conferendi.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

I I . Diplomata pontificia, quae vi aggregationis qualificatae conferri valent, ea sunt quae Pontificium Institutum Regina Mundi in fine primi et secundi anni ad normam art. 10 Statutorum confert. Diploma vero quod ad normam eiusdem articuli in fine tertii anni confertur, ac praesertim Diploma Magisterii , iis tantum Instituti aggregati alumnis conferri possunt quae postea saltem per annum Pontificium Institutum Regina Mundi Romae frequentaverit. I I I . Condiciones pro aggregatione sunt : a) Professores dotibus sint ornati ad normam art. 4 Statutorum Pontificii Instituti Regina Mundi . b) Alumnae studia praevia rite absolverint ad normam art. 5 Statutorum. c) Studia ordinata sint ad normam art. 6 et 7 Statutorum. d) Examina peragantur ad normam art. 8 Statutorum. I V . Institutum aggregatum singulis annis Pontificio Instituto (( Regina Mundi relationem mittere debet in qua clare indicentur : a) elenchus disciplinarum quae traditae sunt; o) singularum disciplinarum numerus horarum, programma, liber textus typis impressus vel aliter editus ; c) professorum nomina et tituli academici; d) alumnarum numerus quae singulos cursus frequentarunt et quae examina superarunt ; e) nomina alumnarum quae pontificia diplomata vi aggregationis consecutae sunt atque earum suffragia in examinibus obtenta. V. Pontificium Institutum ((Regina Mundi ius habet per proprios Delegatos Instituta aggregata visitandi et eorundem examinibus praesidendi. V I . Aggregatio perficitur, ad normam art. 13 Statutorum Pontificii Instituti Regina Mundi , Sacrae Congregationis de Religiosis decreto, quo simul conditiones ac privilegia concessae aggregationis definiuntur. V I I . Praeter aggregationem, dari potest Recognitio seu Agnitio, qua Institutum recognitum sub Pontificii Instituti Regina Mundi patrocinio ponitur atque studiorum ibi peractorum congruens ratio habetur tum in ordine ad adprobationem ab Ordinariis locorum obtinendam ad normam can. 1381 3 C. I. C, tum in ordine ad studia prosequenda in

Sacra Congregatio de Religiosis

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Pontificio Instituto Regina Mundi , quin tamen Instituto recognito ius tribuatur ex hac recognitione vel agnitione pontificia diplomata conferendi. Normae n. IV (excepta litt. e), V et VI pro Institutis aggregatis datae, valent etiam pro Institutis recognitis seu agnitis. Datum Romae, die anniversaria Coronationis Sanctitatis Domini Nostri Pii Pp. X I I , 12 Martii 1957.

VALERIUS Card. VALERI, Praefectus L . % S.

Arcadius Larraona, O. M. F. a Secretis

II DECRETUM DE RELIGIOSIS SERVITIO MILITARI ADSTRICTIS Militare servitium, quod neglecto clericalis immunitatis privilegio a civili potestate religiosis et sodalibus Societatum vitae communis imponitur, divinam vocationem et spiritum religiosum, ut experientia docet, in discrimen facile adducit. Ut tam gravi occurreretur periculo, Apostolica Sedes peculiares normas constituere et cautelas inducere opportunum ac necessarium putavit. Hoc ducta consilio, Sacra Congregatio Negotiis Religiosorum Sodalium praeposita, die 1 Ianuarii anno 1911, Decretum Inter reliquas edidit, speciali approbatione Sancti Pii X confirmatum, ipsumque interpretata est et in usum deduxit iteratis declarationibus, veluti diei 1 Februarii 1912, 15 Iulii et 30 Novembris 1919, 16 Martii 1922. Cum tamen condiciones in quibus servitium militare in praesens obitur, postremis hisce temporibus valde sint mutatae, cumque praeservationis media efficaciora in promptu habeantur, expedire visum est totam rem ex integro ordinari. Quapropter, re mature perpensa in Plenario Coetu Eminentissimorum Patrum et accedente Ssmi D. N. Pii Pp. X I I approbatione in Audientia diei 30 Iulii anni 1957, eadem Sacra Congregatio quae sequuntur statuere decrevit.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Art.

1 - NOTIO

SERVITII MILITARIS

Servitium militare, in hoc Decreto, intelligitur servitium ordinarium, quod, ex legum civilium praescripto, iuvenes religiosi primum in exercitus ordines asciti et sub potestate atque disciplina militari constituti saltem per semestre tempus, continuum aut intermissum, praestare debent, sive arma deferendo sive auxiliaria servitia quaelibet,, etiamsi solum ad sanitatem pertinentia, praebendo.

Art. 2 - VOTA PERPETUA ET SERVITIUM MILITARE

Nemo potest ad professionem perpetuam valide admitti antequam servitium militare peregerit vel inhabilis ad idem absolute declaratus fuerit, aut iure quavis ratione ab ipso praestando in perpetuum liber evaserit.
Art. 3 - VOTA TEMPORARIA ET SERVITIUM MILITARE

1. Vota temporaria religiosi ad arma vocati, firmo praescripto 2,. suspenduntur cum ipse disciplinae militari subicitur. 2. Superior tamen maior, de consilio suorum Consultorum, religioso ad militiam vocato qui certe dignum se praebeat votorum temporariorum conservatione tempore militaris servitii, ipsamque petat, eorumdem conservationem ad definitum tempus vel ad nutum pro sua conscientia et prudentia concedere potest. 3. Ipso militaris disciplinae tempore, idem Superior, ex iusta ac gravi causa potest vota, religioso ad normam 2 concessa, denuntiatione scripta suspendere ; pariter restitutionem eorumdem votorum quae aut initio aut postea suspensa fuerint, concedere.

Art.

4.

- CONDICIO IURIDICA RELIGIOSI TEMPORE MILITARIS SERVITII

1. Sodalis, servitii militaris tempore, legitime a domo religiosa absens est et, proinde, vitae religiosae obligationibus manet obstrictus quae, iuxta Superioris maioris iudicium, cum eius condicione militari componi possunt. 2. Tempus quo, votis religiosis adstrictus, aliquis in militia transegit ad normam art. 3, 2 et 3 computari potest ad effectus can. 574, 1, firmo art. 6. 3. Sodalis, quamquam votis tempore servitii militaris non adstrictus,

Sacra Congregatio de Religiosis

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membrum esse pergit suae Religionis, sub potestate suorum Superiorum constitutus. 4. Sodalis votis non adstrictus potest, ad normam can. 637, libere Religionem deserere, praemonitis, ad valorem actus, Superioribus per declarationem scriptis consignatam vel Superiori coram testibus oretenus factam. Declaratio voce facta statim vim exserit ; scripta vero cum ipse sodalis certior factus fuerit Superiorem illam recepisse. Religio pariter potest sodalem, ad normam eiusdem canonis 637, ob iustas et rationabiles causas, eadem servata forma, dimissum declarare.

Art.

DE

PAUPERTATE

Quod ad bona attinet a sodalibus tempore servitii militaris acquisita et ad ea quae postea ex ipso militiae munere iis obveniunt, sive ipsi eiusdem servitii tempore votis adstricti sint, sive ab ipsis soluti, haec servanda sunt : 1 - 1) Quidquid sodalis industria sua aut intuitu Religionis acquirit, Religioni acquirit. 2) Industria sua sodalis acquirit stipendia militaria et generatim quidquid ex eo quod miles est, ipsi obveniat. 2 - 1) Praemium vero quod professo votorum simplicium datur et in patrimonium redigi potest, erit ad instar dotis in sortem convertendum, cuius fructus a Religione percipitur dum alumnus in ea permanet. Per obitum sodalis, praemium Religioni acquiritur. Sodali vero quavis de causa discedenti, idem integrum restituendum est sine fructibus iam maturis. Ceterum quoad regulares serventur canones 581 et 582. 2) Pensiones, quae sodali obveniunt propter insignia merita vel propter vulnerationem vel morbum in militia contractum, Religioni tribuuntur ad eamque pertinent, dum ipse in eadem permanet; sibi ipsi acquirit si forte inde discesserit. 3) Praemia, munera vel quaelibet huiusmodi largitiones ex obitu sodalis militiae addicti data, Religioni cedunt si ipse ut membrum Religionis occubuerit.

Art.

PROBATIO

POST

SERVITIUM

MILITARE

Firmo praescripto can. 574, sodalis, peracto servitio militari, per aliquod tempus sub regimine vitae communis et in votis temporariis permaneat. Hoc tempus generatim non erit trimestri minus. Superior maior,

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

de consultorum consilio, ex gravi causa hoc trimestre tempus breviare poterit vel iuxta suum prudens iudicium, ipsum usque ad annum prorogare antequam ad professionem perpetuam sodalem admittat.

Art. 7 - EXTENSIO D E C R E T I 1. Praescriptis de quibus in superioribus articulis, congruis ad congrua relatis, obligantur etiam Societates in communi viventes sine votis. 2. Firmo can. 556, 1, novitii, qui ad militiam vocantur, nisi legitime dimissi fuerint vel Religionem ipsi deseruerint, Religioni addicti esse pergunt et privilegiis novitiorum fruuntur.

Art. 8 - RELATIO AD IUS P R A E C E D E N S Professiones omnes, hucusque contra praescripta Decreti Inter reliquas et insequentium declarationum emissae, per praesens Decretum ad omnes canonicos effectus sanantur. Contrariis quibuslibet non obstantibus et revocatis privilegiis seu concessionibus hac in re datis. Datum Romae, die 30 Iulii 1957.

VALERIUS Card. VALERI, Praefectus L. Cfr S. Arcadius Larraona, C. M. F., a Secretis

Tribunal

Supremum Signaturae

Apostolicae

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ACTA TRIBUNALIUM
TRIBUNAL SUPREMUM SIGNATURAE APOSTOLICAE
Citatio
(NULLITATIS

edictalis

BURDIGALEN.
M A T R I M O N I I D ' H A L L U I N - BARINCOU)

Cum ignoretur locus actualis commorationis Domini Ludovici Barincou, in causa conventi, eundem citamus ad comparendum, sive per se sive per procuratorem legitime constitutum, in sede Supremi Tribunalis Signaturae Apostolicae (Roma, Palazzo della Cancelleria) die 28 Novembris 1957 hora undecima, ad concordandum de dubio disputando, vel ad infrascriptum subscribendum et ad diem designandam, qua habebitur Congressus pro causae definitione. An constet de matrimonii nullitate, in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedicti Domini Ludovici Barincou curare debent, ut de hac edictali citatione ipse moneatur. * Franciscus Morano, a Secretis Ex Cancellaria Supremi Tribunalis Signaturae Apostolicae, die 27 Septembris 1957. I. Piantoni, Notarius * Etant inconnu le lieu de la demeure de Mr. Louis Barincou, dfendeur en cette cause, nous le citons comparatre, par propre personne ou par un procureur lgitimement constitu, au sige du Supreme Tribunal de la Signature Apostolique (Roma, Palazzo della Cancelleria) le 28 novembre 1957 11 heures, pour concorder ou souscrire le doute ci-dessous rapport, et fixer le jour de la dcision de la cause devant la Signature Apostolique. Conste-t-il de la nullit du mariage dans le cas? Les Ordinaires des lieux, les curs, les prtres, le fidles ayant connaissance du lieu de la rsidence du dit Mr Louis Barincou devront, dans la mesure du possible, l'avertir de la prsente citation.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

DIARIUM ROMANAE CURIAE


Venerd, 11 ottobre 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza il Dott. Colonnello BENOIT ALEXANDRE, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario di Haiti, per la presentanzione delle Lettere Credenziali.
SEGRETEPIA DI
NOMINE Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di nominare: 1957. L'Illmo e Revmo Monsig. Agostini della Sacra Congregazione 26 settembre L'Emo e Revmo Signor Cardinale Bibliotecario e Archivista Chiesa. Assistenti al Soglio Pontifcio : 1957. S. E. Revma Monsig. Van der Veen Zeppenfeldt Antonio Ludovico, Vescovo titolare di Acolla. 29 agosto S. E. Revma Monsig. Severi Pietro, Vescovo titolare di Pergamo. 31 S. E. Revma Monsig. Barbieri Raffaele, Vescovo di Cassano all'Ionio. 14 settembre S. E. Revma Monsig. Vanni Pacifico Giulio, ArcivescovoVescovo di Sovana-Pitigliano. Protonotari Apostolici ad instar participantium: 22 23 11 1956. Monsig. Sampaio Angelo, della diocesi di Petrlina. 1957. Monsig. Jalabert Giuseppe, dell'arcidiocesi di Albi. Monsig. Uchino Paolo Sakuzo, della prefettura apostolica di Urawa. 12 Monsig. Marroni Giacomo, della diocesi di Veroli-Frosinone. 16 Monsig. Agostini Enrico (Roma). 20 Monsig. Burke Edoardo, dell'arcidiocesi di Chicago. Monsig. Foley Malachia, P. della medesima arcidiocesi. 18 settembre Monsig. Atonna Salvatore, della diocesi di Sarno. Monsig. Valentini Vincenzo, dell'arcidiocesi di Urbino. marzo aprile luglio 11 marzo 24 agosto Enrico, Consultore dei Religiosi. Tisserant Eugenio, di Santa Romana

STATO

Diarium Romanae Curiad

877

Prelati Domestici di Sua Santit:


{

gennaio

27 17

maggio

1955. M o n s i g . D i L o r e n z o A c h i l l e , dell'arcidiocesi d i N a p o l i . M o n s i g . Hernndez Oabanius Angelo, dell'arcidiocesi di Santiago di Cuba. 1957. M o n s i g . E r a s m y M a t t i a , della diocesi d i L u s s e m b u r g o .

11

giugno

M o n s i g . Reckinger Giuseppe, della medesima diocesi. M o n s i g . Mackenzie A l e s s a n d r o Stefano, della diocesi di Antigonish. M o n s i g . Mackinnon diocesi. Michele Giuseppe, della medesima


28

M o n s i g . MacLellan Malcolm A n g u s , della medesima diocesi. M o n s i g . Mazza A n t o n i o , della diocesi di Bobbio. M o n s i g . Garofalo Salvatore, dell'arcidiocesi di N a p o l i . M o n s i g . Vona Costantino (Roma). M o n s i g . Mazzarone Angelo, della diocesi di T r i c a r i c o . M o n s i g . Maccarrone Michele, della diocesi di F o r l . M o n s i g . D ' E r c o l e Giuseppe (Roma). M o n s i g . D a m i z i a Giuseppe (Roma). M o n s i g . F a g i o l o B r u n o , della diocesi d i S e g n i . M o n s i g . B u r k e T h o m a s J . , dell'arcidiocesi d i Chicago. M o n s i g . Czapelski S t a n i s l a u s J . , della medesima arcidiocesi. M o n s i g . Deibold Leo J . , della medesima arcidiocesi. M o n s i g . Diederich D o m i n i o A . , della medesima arcidiocesi. M o n s i g . E n g e l n Peter A . , della medesima arcidiocesi. M o n s i g . H a l l i g a n J o h n P . , della medesima arcidiocesi. M o n s i g . H a r d i m a n James C , della medesima arcidiocesi. M o n s i g . H a r t k e Leo M . , della medesima arcidiocesi. M o n s i g . H i s h e n James D . , della medesima arcidiocesi. M o n s i g . H o l l e y Jeremiah P . , della medesima arcidiocesi. M o n s i g . H o u l i h a n J o h n H . , della medesima arcidiocesi.

giugno

10 17

luglio
)) ))

20


)) ))

)) )> ))

))


27 29
))

))

M o n s i g . J a g o g z i n s k i H e n r y , della medesima arcidiocesi. M o n s i g . F a l c i n e l l i E m i l i o , della diocesi d i F o l i g n o . M o n s i g . D i m a r n o Gioacchino, della p r e l a t u r a n u l l i u s di Altamura. M o n s i g . Denora Raffaele, della medesima p r e l a t u r a . M o n s i g . Matteucci Benvenuto, della diocesi di P i s t o i a . M o n s i g . C a r o l i Giovanni, dell'arcidiocesi d i T a r a n t o . M o n s i g . Wstenberg B r u n o , dell'arcidiocesi d i Colonia. M o n s i g . L u i s i Renato, della diocesi d i Foggia M o n s i g . Bonatto G i u l i o , della diocesi di P i n e r o l o . M o n s i g . Pellanda L u i g i , della diocesi d i Novara.

7 29

agosto

11 settembre

Camerieri segreti soprannumerari di Sua Santit :


7 25 gennaio

1955. M o n s i g . M o t y l e w s k i J a n u s z (Roma). M o n s i g . del V a l l e J o g l a r R a u l , dell'arcidiocesi d i S a n C r i stoforo dell'Avana.

5(5 - ACTA, vol. X X I V , n. 14 26-10-1957

878

Acta Apostolicae Beis - Commentarium Officiale

26 gennaio 1957. Monsig. Monsig. 27 aprile Monsig. Monsig. 17 maggio Monsig. Monsig. 1 giugno Monsig. ,- 15 Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. 19 Monsig. 5 luglio Monsig. )) 11 Monsig. )) 12 Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. )) 17 20 luglio 1957. Monsig. Monsig. )) Monsig. )) Monsig. )) Monsig. )) Monsig. )) Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig.

Nogueira Lopes Genesio, della diocesi di Guaxup. Cavalla Carlo, della diocesi di Asti. Micheli Emilio, dell'arcidiocesi di Lucca. Biermann Ernesto, della diocesi di Lussemburgo. Colling Prospero, della medesima diocesi. Pessina Alfonso, della diocesi di Lugano. Ferrari Narciso, dell'arcidiocesi di Firenze. Livi Angelo, della medesima arcidiocesi. Mariotti Ettore, della medesima arcidiocesi. Poli Oliviero, della medesima arcidiocesi. Santoni Pietro, della medesima arcidiocesi. Romano Antonino, dell'arcidiocesi di Palermo. Lavorano Luigi, della diocesi di Venosa. Gianico Bertrando, della diocesi di Trivento. Saudeiii Domenico, della diocesi di Fano. Bacchiocchi Antonio, della medesima diocesi. Pozzetti Giuseppe, della diocesi di Alba. Forte Carmelo, della diocesi di Policastro. Giannini Giorgio (Roma). Brogan Bernard M., dell'arcidiocesi di Chicago. Byrne Francis W . , della medesima arcidiocesi. Cantwell Daniel M., della medesima arcidiocesi. Connerton Joseph D., della medesima arcidiocesi. Egan John J., della medesima arcidiocesi. Fitzgerald Joseph P., della medesima arcidiocesi. Gleason John R., della medesima arcidiocesi. Hagarty Robert J., della medesima arcidiocesi. Halpin George C, della medesima arcidiocesi. Kelly John M., della medesima arcidiocesi. Lahart Joseph T., della medesima arcidiocesi. Lynch Lawrence W . , della medesima arcidiocesi. Master son Donald J., della medesima arcidiocesi. McDermott Ignatius D., della medesima arcidio-

cesi. Monsig. McNichols William J., della medesima arcidioMonsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. cesi. O'Day Martin J., della medesima arcidiocesi. Owczarek John C, della medesima arcidiocesi. Quinn John S., della medesima arcidiocesi. Quinn William J., della medesima arcidiocesi. Roche Edward M., della medesima arcidiocesi. Vonesh Raymond J., della medesima arcidiocesi. Anglani Andrea, della diocesi di Ostuni. Ligi Bramante, dell'arcidiocesi di Urbino. . Gianotti Luigi, della medesima arcidiocesi. Togneri Bernardino, della diocesi di Apuania. Buono Ernesto, della diocesi di Foligno. Orisanti Venanzio, della medesima diocesi. Melani Orfeo, della diocesi di Pistoia.

))


))

26 27

29

agosto

Diarium Romanae Curiae

879

3 agosto 1957. 12 13 16 27 5 settembre 18 23

Monsig. Giorgine Francesco, dell'arcidiocesi di Taranto. Monsig., Oolao Vittore, della diocesi di Padova. Monsig. Acerbi Angelo, della diocesi di Pontremoli. Monsig. Curis Carlo, della diocesi di Ampurias e Tempio. Monsig. Monni Riccardo, della diocesi di Citt della Pieve. Monsig. De Girolamo Antonio, della diocesi di Ischia. Monsig. Meies Domenico, della diocesi di Aversa. Monsig. Pambianchi Pelio, dell'arcidiocesi di Urbino. Monsig. Galligani Rodomonte, della diocesi di Nepi e Sutri.

Cameriere segreto soprannumerario di Spada e Cappa di S. S. : 11 luglio 1957. Il sig. Savini Nicci Mario (Roma). Camerieri d'onore in alito paonazzo di S. S. : 19 luglio 1957. Monsig. Finocchiaro Giovanni, della diocesi di Acireale. Monsig. Marano Rosario, della medesima diocesi. Monsig. Leonardi Agatino, della medesima diocesi.

Camerieri d'onore soprannumerari di Spada e Cappa di S. S. : 1957. Il sig. Gleijseses Mastelloni Renato, dell'arcidiocesi di Napoli. 29 agosto Il sig. Lopez de Arriba Francesco, delia diocesi di Madrid. li settembre Il sig. Federici Fortunato (Roma). Cappellani segreti d'onore di Sua Santit: 29 luglio 1957. Monsig. La Riccia Giuseppe, della diocesi di San Severo. 18 settembre Monsig. Vitelli Antonio, della medesima diocesi. ONORIFICENZE Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di conferire: La Oran Croce dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 11 29 giugno agosto 1957. A S. E. il sig. Dukuli Momulu, Segretario di Stato della Liberia. A S. E. il sig. Tolbert Guglielmo, Vice-Presidente della Liberia. A S. E. il sig. Lawrence Dudley, Ministro di Liberia presso la S. Sede. Al sig. Sellando De Castro Carlo (Monaco). 12 aprile

La Commenda con Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile: 11 giugno 1957. Al sig. Anderson Giacomo (Liberia). Al sig. Grimes Giuseppe Rodolfo (Liberia).

880

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

15 luglio 1957. Al sig. Calandra Alfredo (Borna). 7 agosto Al sig. Bizza Giulio Cesare (Boma). 6 settembre Al sig. Nicastro Raimondo (Roma). La 'Commenda con Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe militare : 11 12 29 giugno 1957. Al Gen. Dickerson Giovanni (Liberia). agosto Al Col. Bernardi Guglielmo, dell'arcidiocesi di Bologna. Al Gen. Fornara Domingo (Roma). Al Gen. Palandri Enrico (Roma). Al Gen. Abbriata Renato (Italia). Al Gen. Padmiotti Michele (Italia). La Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : ~ 16 luglio 1957. Al sig. Ferrata Giovanni Battista (Roma).

La Commenda dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 15 aprile 12 maggio 11 giugno 19 1957. Al Al Al Al Al Shaik Fahad As Salim As Sabah (Kuwait). Pavani Antonio, della diocesi di Campinas. McRea Giovanni (Liberia). Meyer Paolo (Liberia). Tavassi La Greca Federico, dell'arcidiocesi di Napoli. Al sig. Hannotin Edmondo, dell'arcidiocesi di Reims. Al sig. Tranquilli Leali Ettore (Roma). Al sig. Salvatori Giovanni Battista (Roma). sig. sig. sig. sig. sig.

NECROLOGIO
1957. Monsig. Delmotte Luigi, Vescovo titolare di Abila di Lisania. Monsig. Juregui y Goiri Atanasio Celestino, Vescovo 30 titolare di Mossina, Vicario Apostolico di san Gabriele dell'Addolorata del Maran. Monsig. Rosso Giacomo, Vescovo titolare di Mindo. 12 settembre Monsig. Naslian Giovanni, Arcivescovo titolare di Tarso 15 degli Armeni. Monsig. Kedigian Pietro, Arcivescovo titolare di Colonia 17 di Armenia. Monsig. de Vienne Giovanni, Vescovo titolare di Abora. 21 Monsig. Haezaert Giorgio Giuseppe, Vescovo tit. di Per29 tusa. Monsig. Hospital Giovenzio, Vescovo tit. di Cauno. 4 ottobre Monsig. Menna Domenico, Arcivescovo tit. di Neopa8 trasso. Monsig. Bydolek Giovanni, Vescovo tit. di Limisa. 18 29 agosto

An. et VOLXXXXX

22 Novembris 1957

(Ser. II, v. XXIV) - N. 15

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


CONSTITUTIONES APOSTOLICAE I LIMANAE
(YAUYOSENSIS)
AB ARCHIDIOECESI LIMANA QUAEDAM TERRITORIA DETRAHUNTUR,, QUIBUS NOVA PRAELATURA (( N U L L I U S )) CONSTITUITUR, (( YAUYOSENSIS )) APPELLANDA.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Expostulanti venerabili Fratri Francisco Lardone, Archiepiscopo titulo Rhizaeano eidemque in Republica Peruviana Apostolico Nuntio, ut, distracta quadam parte ab archidioecesi Limana, nova praelatura nullius conderetur, libenti animo censuimus esse concedendum, ea sane de causa, quod, re bene considerata, id providetur haud minime rei catholicae atque progressui religionis in eadem regione esse profuturum. Quam ob rem, post auditum venerabilem Fratrem Ioannem Landzuri Ricketts, Archiepiscopum Limanum, quid sentiret, suppletumque consensum eorum qui in hoc negotio aliquid iuris habeant, de Nostrae apostolicae potestatis plenitudine haec quae sequuntur decernimus et iubemus. Ab archidioecesis Limanae territorio duas provincias separamus, quibus sunt per vulgus nomina Huarochiri et Yauyos ; ex his territoriis novam praelaturam nullius constituimus Yauyosensem appellandam, iisdemque finibus terminandam ac duarum provinciarum quibus coalescit. Huius novae praelaturae caput et sedes in civitate Yauyos
57 - ACTA, vol. XXIV, n. 15 22-11-1957.

882

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

collocabitur; templum autem ibidem exstans S. Dominici Confessoris tamquam praelaticia aedes habebitur, usque dum aliud exstruatur maius, dignius. Cui templo scilicet omnia iura et privilegia comptent, quae cuilibet templo eiusdem ordinis dari solent. Ecclesia Yauyosensis suffraganea erit metropolitanae Sedi Limanae; item eius Praelatus Ordinarius eidem Metropolitae oboediet. Qui insuper praeter debita iura, etiam onera habebit quae sunt suae dignitatis propria. Curet idem ut in territorio praelaturae Seminarium saltem elementarium aedificetur, iis pueris educandis quos divina Spiritus Sancti gratia suavi invitatione ad sacerdotium capiendum moverit; quod ad normas iuris communis fiat et secundum praescripta S. Congregationis de Seminariis et Studiorum Universitatibus. Cum vero iuvenes adoleverint, tunc qui meliores fuerint studio, pietate, in hanc Urbem mittantur in Pontificium Collegium Pianum Latinum Americanum, philosophia ac theologia imbuendi. Mensam praelaticiam efficient sive stipendium a civili auctoritate dandum ; sive Curiae episcopalis fructus; sive fidelium christianorum pecunia; sive denique bona quae praelaturae provenient ex divisione opum atque facultatum, iuxta canonem 1500 C. I. C. Regimen, administratio praelaturae, similiter electio Vicarii, Sede vacante, aliaque id genus, haec omnia ad iuris communis iussa temperentur. De clero autem hoc statuimus ut post exsecutionem harum Litterarum ea pars, quae in territorio novae Ecclesiae legitimo domicilio degat, tamquam proprius clerus praelaturae habeatur. Volumus denique ut acta et documenta quae quomodolibet ad novam circumscriptionem ecclesiasticam pertineant, ad eius Curiam mittantur, ibidem religiose custodienda. Ceterum, haec Nostra mandata venerabilis Frater Franciscus Lardone, quem diximus, effici studebit, vel is qui tempore exsecutionis harum Litterarum Apostolicae Nuntiaturae in Peruviana Republica praeerit, factis ad id potestatibus quae poterunt, si visum fuerit, alii quoque delegari, dummodo sacerdotii dignitate insigni. Praecipimus autem ut, confecto negotio, documenta exarentur, quorum sincera exempla quam primum ad S. Congregationem Consistorialem mittantur. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini

Acta Pii Pp. XII

883

praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die duodecimo mensis Aprilis, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri undevicesimo. OELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

% Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis,
Loco $ Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXV, n. 58.

Proton.

Apost.

Caesar Federici, Proton. Apost.

II
FOROIULIENSI
( F O R O I U L I E N S I - TOLONENSIS)
SEDES CATHEDRALIS FOROIULIENSI TELONEM TRANSFERTUR, DATO SIVE CA-

THEDRALI TEMPLO SIVE EPISCOPO TITULO (( FOROIULIENSI - TOLONENSI )) ; AEDES VERO QUAE FUIT ADHUC CATHEDRALIS, IN POSTERUM CONCATHEDRALIS TITULO DECOR ABITUR.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Qui arcana Dei voluntate ad supremum Ecclesiae moderamen vocati sumus, omni ope contendimus ut per aptam Ecclesiarum dispositionem facilius homines ad Dei mandata perficienda trahantur. Qua de re, cum venerabilis Frater Augustus Iosephus Gaudel, Episcopus Foroiuliensis, ab hac Romana Sede petierit ut episcopalis Sedes eiusdem Ecclesiae in

884

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

urbem Telonem transferretur, Nos audito venerabili Fratre Paulo Marella, Archiepiscopo titulo Docleensi atque in Gallia Apostolico Nuntio, re bene reputata, censuimus precibus admotis esse concedendum. Telo enim -Tirbs non modo est antiquitate celebris, utpote quae caput et Sedes fuerit eiusdem nominis Ecclesiae, quae, saeculo v condita, die undetricesimo mensis Novembris anno millesimo octingentesimo primo, rebus haud secundis per apostolicas Litteras Qui Christi Domini vices e dioecesium numero deleta atque Foroiuliensi Sedi unita fuit, sed ad praesens sive incolarum frequentia, sive commoditate viarum, sive denique industria, opibus, commerciis praestat aptiorque ad hoc munus evasit; accedit quod iam peculiaria Curiae episcopalis officia, quae dicuntur, et Seminarium et praecipua religionis provehendae instituta eo loci translata sunt. His de causis, eorum consensum supplentes qui in hoc negotio aliquod ius habeant, de Nostra apostolica auctoritate haec quae sequuntur statuimus et decernimus. Episcopalem Sedem atque cathedram, hactenus Fori Iulii exsistentes, in civitatem Telonem transferimus ; cuius urbis templum B. M. V. de Sede ad dignitatem cathedralis 'aedis extollimus, cum iuribus ac privilegiis eidem congruentibus. Statuimus insuper ut sive dioecesis sive eius Episcopus in posterum ForoiuliensisTolonensis appellentur, ac metropolitanae Sedi Aquensi tamquam suffraganei subiciantur. Volumus praeterea ut Canonicorum Collegium a Foro Iulii urbe Telonem transmittatur, ibique iuxta leges canonicas ac probata statuta a Canonicis proprii officii munera impleantur. Item de episcopali Curia fieri mandamus, quae Telone erit, in quaque documenta et acta totius dioecesis religiosa diligentia conservari iubemus. Censemus postremo ut vetustissimum ac praeclarum templum, quod adhuc cathedrale fuit, concathedralis honore decoretur ; utque in eo Episcopus Poroiuliensis - Tolonensis bis in anno pontificali ritu sacra faciat, in festo videlicet S. Leontii, cui templum est dicatum, et S. Francisci a Paula, Fori Iulii patroni. Ceterum haec Nostra iussa exsequenda curabit venerabilis Frater Paulus Marella, quem diximus, cui omnes ad id potestates facimus, delegandas, si visum fuerit, cuilibet viro, dummodo sacerdoti. Idem documenta exarari curabit, eademque sinceris exemplis ad Sacram Congregationem Consistorialem cito mittet. Quodsi fiat ut exsecutionis tempore alius in Gallia Apostolici Nuntii munus habeat, hic Nostra mandata faciet. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum effica-

Acta PU Pp. XII

885

citati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt

cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis,, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderetur. Quae Nostra decreta in Universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die duodetricesimo mensis Aprilis, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri undevicesimo. OELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

* Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis, Proton. Apost. Albertus Serafini, Proton. Apost.


hoco Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXV, n. 10.

III CHIHUAHUENSIS
(CIVITATIS IAREZENSIS)
DIVISIS A CHIHUAHUENSI DIOECESI QUIBUSDAM TERRITORIIS, FIT EX IPSIS NOVA ECCLESIA (( CIVITATIS IUAREZENSIS )).

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

In similitudinem Christi hominum Servatoris, qui caeli plagas quasi linquens ad formam servi se humilis accommodavit ut aeternitatis dona cum omnibus communicaret, Sancta Ecclesia continenter ad hominum necessitates descendit, iisdemque aptiorem usque suppeditavit

886

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

opportunitatem Dei numinis adorandi, fideique morumque rite colendorum. Cum igitur venerabilis Frater Aloisius Raimondi, Archiepiscopus titulo Tarsensis et in Mexicana Ditione Apostolicus Delegatus, nuper a Nobis postulaverit ut, ad eorum utilitatem qui peramplam civitatem vulgo Chihuahua incolunt, nova in hac regione conderetur dioece sis, Nos, pro certo habentes huiusmodi consilium in ber horum civium esse bonum cessurum, preces admittendas censemus. Cognito igitur quid de hac re cogitaret venerabilis Frater Antonius Guizar Valencia, Chihuahuensis Episcopus; ac suppleto eorum consensu, qui in hoc negotio aliquid iuris quomodocumque habeant, de summa Nostra potestate sequentia decernimus. A Chihuahuensi dioecesi haec dividimus municipia, quae vulgari sermone hic numerantur, scilicet : Praxedis Guerrero, Guadalupe, Ojinaga. Madera, Nuevo Casas Grandes, Casas Grandes, Ascensin, Janos, San Buenaventura, Galeana, Ignacio Zaragoza, Ahumada, Temosachic, Matachic, Namiquipa, Gmez Farias, Guerrero, Ocampo Moris, Jurez, Covarne, Benavides. Quae sic separata territoria in novae formam redigimus dioecesis, Civitatis luarezensis appellandae, iisdemque terminandae finibus, quibus eadem simul coniuncta municipia cinguntur. Quae ut descriptius intellegantur, dicendum est novam Ecclesiam ad septemtrionem adiacere Elpasensi dioecesi, ad orientem solem levae ripae fluminis Rio Bravo, ad meridiem Chihuahuensi dioecesi ac Tarahumarensi Missioni sui iuris , quae dicitur, ad occidentem denique dioecesi Sonorensi. Sedes novae dioecesis Episcopique domicilium erit urbs, quam populus Ciudad Jurez vocat, in cuius curiali templo B. V. Mariae a Guadalupe cathedra episcopalis auctoritatis collocetur oportebit, quod, ut aequum est, dignitate cathedralis aedis decorabitur, cum debitis privilegiis. Episcopus quoque honoribus, insignibus ac iuribus gaudebit, quibus ceteri pari gradu Praesules fruuntur ; sed et suetis oneribus atque obligationibus tenebitur, quae inter id maximi momenti memorari volumus, esse scilicet eum, cum propria dioecesi, Metropolitae atque archidioecesi Durangensi suffraganeum. Decernimus praeterea ut in hac Sede, ad Dei cultum sollemni ritu celebrandum, et ad Episcopum lectissimorum virorum consilio et opere iuvandum, Canonicorum Collegium instituatur, iuxta peculiares normas aliis sub plumbo Litteris edendas ; quoadusque tamen rerum adiuncta id fieri impediant, sinimus ut dioecesani Consultores eligantur, qui eadem atque Canonici ad tempus praestent. Mensam episcopalem constitui volumus Curiae emolumentis ac fructibus, a fidelibus sponte oblatis rebus ac pecuniis, parteque

Acta PU Pp. XII

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bonorum quae ex divisione Chihuahuensis mensae ei pro rata parte obvenient, servato canone 1500 C. I. C. Cum praeterea sint sacrorum alumni accuratissima dilectione fovendi,/ qui ceu tenera germina futuram parant dioecesis ubertatem, iubemus Episcopum Civitatis Iuarezensis quam primum Seminarium saltem elementarium condere, ad iuris adque S. Congregationis de Seminariis studiorumque Universitatibus leges ac normas ; qui pueri cum adoleverint, atque ad philosophiae ac theologiae studia aggredientur, optimi quique ex ipsis seligentur iique Romam, in Pontificium Collegium Pianum Latinum Americanum, mittentur, excultiore disciplina erudiendi. Quod autem attinet ad novae Sedis regimen, administrationem, ad Capitularis Vicarii electionem, Sede vacante, aliaque id genus, praescripta quoque sacrarum legum serventur. Decernimus insuper ut, ad clerum quod spectat, simul ac Nostrae hae Litterae ad suum effectum fuerint deductae, tunc clerici illi Ecclesiae adscripti habeantur, in cuius finibus, per has Litteras descriptis, sive beneficium sive ecclesiasticum officium sive domicilium legitime habeant. Acta denique et documenta quae quomodolibet ad novam Eclesiam respiciunt, quam primum ab episcopali Chihuahuensi Curia ad ipsam mittantur, in tabulario religiosa cura servanda. Quae omnia exsequetur venerabilis Frater Aloisius Raimondi, quem diximus, cui necessarias ad id potestates tribuimus, etiam quemlibet virum subdelegandi, si casus ferat, dummodo ecclesiastica dignitate pollentem ; onusque imponimus effectae regionum divisionis acta exarandi, eorumque exempla, ad unguem exacta, ad S. Consistoriale Consilium quam primum mittendi. Quodsi, tempore quo haec fieri debeant, alius Apostolicae in Mexico Delegationi moderabitur, hic eadem et potestates et onera habebit. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si

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extenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die decimo mensis Aprilis, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri undevicesimo. CELSTJS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

f Alfonsus Carinci, Archiep. tit. Seleuc, Decanus Proton. Apost. Franciscus Hannibal Ferretti, Proton. Apost.
Loco g Plumbi tn Cane. Ap. tal., vol. LXXXXV, n. 68.

LITTERAE APOSTOLICAE I
ATLANTENSIS DIOECESIS B. MARIA V. AB IMMACULATO CORDE IN PATRONAM PRAECIPUAM ET S. P I U S P P . X IN PATRONUM M I N U S PRINCIPALEM ELIGUNTUR.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Arctis in rebus et turbidis constitutae humanae familiae Nos Ipsi Immaculatum Cor Beatae Mariae Virginis proposuimus, quod excoleret, cuius uteretur praesidio, in quo solacii pacisque inveniret ubertatem. Praetera, dum gentes simultatibus dissociantur, multique mortales rebus student fluxis, Summum Ecclesiae Pastorem, animo demisso insignem, caritate incensum aliisque christianis virtutibus commendatum, Caelestium honoribus decoravimus ; Sanctum dicimus Pium PP. X, Nostrum in Apostolico munere Decessorem. Est autem ad Nos allatum sacrorum administros in Civitate Georgia, in finibus Americae Septemtrionalis, alacres, ac quidem felici cum exitu, eo curas intendisse, ut Christifideles Immaculatum Deiparae Cor, Marialis Rosarii preces cotidie domi recitantes, praecipue venerarentur, atque, Eius monitis obsecuti, voluntariis castigationibus se affligrent.

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Non perperam igitur Venerabilis Frater Franciscus E. Hyland, Episcopus Atlantensis, Nos rogavit, ut in eiusdem Immaculati Cordis principalem tutelam dioecesim suam, nuper a Nobis erectam, traderemus. Praetera pio flagitavit animo, ut buie Deiparae patrocinio adderetur praesidium Sancti Pii PP. X, ut praesertim sacrorum administri haberent, quem imitarentur, cuiusque deprecatione fruerentur apud Deum. Quibus precibus libenter admissis, Nos, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Beatam Mariam Virginem ab Immaculato Corde praecipuam apud Deum Patronam, Sanctum vero Pium PP. X caelestem Patronum minus principalem totius dioecesis Atlantensis eligimus, constituimus, declaramus, omnibus adiectis honoribus ac privilegiis liturgicis, quae Patronis dioecesium principalibus et secundariis rite competunt. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque, ad quos spectant, seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die x mensis Decembris, anno MDCCCCLVI, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

II
UNIO UTRIUSQUE PARTIS ORDINIS FILIARUM MARIAE D O M I N A E NOSTRAE, SUB APPELLATIONE (( ORDINIS SOCIETATIS MARIAE DOMINAE N O S T R A E )), CONFIRMATUR. P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Providentis Dei consilio videtur contingere, ut, qui Beatam Ioannam de Lestonnac in Sanctorum Caelitum album sollemni ritu ascripsimus, Nos etiam opus ab ea summo studio susceptum, Ordinem dicimus Filiarum Mariae Dominae Nostrae, quarto

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revoluto saeculo a tam praeclarae mulieris natali, perficiamus absolvamusque, ea ratione in perpetuum illum disponentes, quam eadem auctor et magistra in ipso sodalitatis initio proposuerat animo. Sancta enim Ioanna de Lestonnac et Ioannes de Bordes, fidus eius consiliarius, religiosam sodalitatem condere voluerunt ac per potestatis gradus constituere, quae formam Societatis Iesu imitatione exprimeret. Tamen non erant opportuna tempora illa ad mulierum coetum eo modo ordinandum multisque difficultatibus consilium illorum obstruebatur. Quam ob rem recens condita sodalitas, etsi peculiares prae se ferebat notas, veluti apostolicum munus puellas instituendi, exemptionem ab officio chori, clausurae legem fini instituti accommodatam, tamen rationem, qua monasteria aetate illa ex usu communi regebantur, accipere debuit et servare, scilicet, cum ad unum ex Ordinibus ab Ecclesia probatis pertinere iuberetur, ascripta est Familiae Sancti Benedicti. Itaque domus novae huiusce sodalitatis ut vera constituebantur monasteria, non nisi caritatis communisque instituti vinculis inter se coniuncta, suis legibus vivendi potestate praedita neque alia aliis obnoxia sed Ordinariis tantum locorum subiecta. Sic dispositus Ordo ad recentiora usque tempora progressus est uberesque sane fructus edidit in commodum Ecclesiae hominumque societatis ; ad quod non paulum contulit Apostolica haec Sedes, plurimas facultates concedendo, sine quibus ille salutare munus puellas instituendi persequi paene non potuisset. Temporibus vero a nostris non ita remotis, post multas evictas opiniones praeiudicatas, quae regimini centralizato, quod vocatur, religiosarum mulierum sodalitatum adversabantur, eadem Sedes Apostolica, eo semper curam intendens, ut interiorem ordinationem institutorum apostolico muneri addictorum, quae sunt sacrae militiae quasi prima agmina, corroboraret confirmaretque, iisdem moderationem per gradus constitutam concessit, ei similem, qua religiosae virorum sodalitates a multo iam tempore usae erant. Hac de causa et propter graves difficultates, quas nonnullis in regionibus monasteria tolerabant, non paucae filiae Sanctae Ioannae de Lestonnac desiderio exarserunt tandem efficiendi quod olim sodalitati instituendae propositum fuerat ut domus arcte inter se coniungerentur sub unius antistitae generalis moderatione. Itaque Benedictus PP. X V , Decessor Noster, fel. r e c , anno MDCcecxvini concessit, ut monasteria, quae vellent, in unam Congregationem convenirent; cui postea, probante Sede Apostolica, omnia monasteria sui iuris aggregari possent, quae id petiissent. Per decretum igitur a Sacra Congregatione Religiosis Sodalibus praeposita die xn mensis Martii anno MDCCCCXXI latum constituta est,

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intra huiusce Ordinis fines, Societas Filiarum Mariae Dominae Nostrae, quae ex LX monasteriis coaluit, cum esset numerus omnium LXXXXII. Quemadmodum autem ab aetate Leonis PP. X I I I , item Decessoris Nostri, imm. mem., actum est quoad alios mulierum Ordines, nova haec sodalitas formam Congregationis religiosae, votis simplicibus et clausurae lege, severioris quidem sed episcopalis, astrictae, assumere debuit, cum iis temporibus esse non liceret Ordines mulierum vota sollemnia professarum et clausuram papalem servantium, quae simul essent regimini centralizato subiectae. Iamvero spatium x x x v annorum nunc expletum a constituta hac domorum coniunctarum sodalitate et eximius vigor singularesque progressiones, quae tam brevi tempore, etiam in regionibus missionali opere excolendis, est consecuta, documento sunt ordinationem illam inductam cum indole apostolica Ordinis Filiarum Mariae Dominae Nostrae plane congruere. Ad summam, ut consilium Sanctae Conditricis et mens Ecclesiae, qualis est hac aetate, ad effectum omnino adducantur, oportet consecratio perfecta, professionis votorum sollemnium propria, componatur cum clausurae ratione magis temperata et cum regimine centralizato, quae religioni ex instituto apostolicae sunt omnium aptissima. Nostra igitur aetate nihil iam obstat quominus hoc propositum peragatur. Quemadmodum enim, Benedictinos sodales anno MDCCCCXXXXVII allocuti, significavimus, nunc temporis eundi et redeundi expeditior copia, ad operum consortionem passim proclivior voluntas, copiosior scientiae, consilii, navitatis supellex , qua indigent, qui apostolica munera rite obire volunt, poscunt foedera, unitatem exigunt (Cf. Acta Apostolicae Sedis, XXX, pag. 455) ; neque abs re est etiam haec verba referre : (( Autonomia vero aequo magis retenta, inveniantur forte coenobia, quae, deficiente religiosorum sodalium numero, demandato sibi officio minus paria sint; quin etiam colendae regulae disciplina ibi languescere poterit et vel pericula paulatim subrepere (ibid.). Itaque in Constitutione Apostolica, quae a verbis Sponsa Christi incipit, aperte Nos cupere ediximus, ut omnes Ordines monastici, ii etiam, qui vitae tantum contemplativae dediti essent, foederationis formam, qua, servata quoad praecipuas res autonomia singulorum monasteriorum et salvis iuribus, quae in ea codex iuris canonici Ordinariis locorum tribuit, iure quaedam unitas efficeretur eo spectans, ut detrimenta vitae segregis arcerentur et utilitates coniunctionis mutuique auxilii perciperentur. Quin immo exoptamus, ut Ordines, qui ex instituto sunt apostolici et vitae, quam dicunt, mixtae

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genus persequuntur, moderationi obnoxii sint arctiori quam ei, quae regimine dumtaxat foederatico inducitur. Quapropter Sacro Consilio Religiosis Sodalibus praeposito eas partes commisimus, ut proveheret ac prudenter constituendos curaret Ordines religiosos mulierum regimine centralizato innixos; quod facilius redditur clausura papali minore, quam appellant quamque Constitutione Apostolica memorata instituimus. Quod ergo ad Ordinem Filiarum Dominae Nostrae attinet, Apostolica haec Sedes, quae, cum ille conderetur, huiusmodi in unum conformationem non potuit concedere, quaeque, cum partem Ordinis eiusdem uti sineret regimine centralizato, vota sollemnia denegare debuit, nunc, mutatis temporibus eorumque adiunctis, prior filiabus Sanctae Ioannae de Lestonnac, quemadmodum et aliis Ordinibus, persuasit, ut haec omnia simul assumerent : vota sollemnia, clausuram papalem, regimen centralizatum. Filiae vero tantae parentis et magistrae, quae rerum suarum initio regimine centralizato abstinere debuerant, ut Ordinem servarent, formam monasteriorum suo iure viventium recipientes, et quae recentiore aetate in multis monasteriis votis sollemnibus renuntiarunt, ut unitatem assequerentur quae tunc maioris momenti esse videbantur nunc, retinentes translaticiae fidelitatis ergo Apostolicam Sedem, paratas se praebuerunt Eius obsequi admonitionibus suasionibusque, quamvis hac de causa a quibusdam consuetudinibus recedere debuerint ac quaedam tolerare incommoda. Hae igitur rerum vicissitudines, ex divinae providentiae consilio, effecerunt, ut fidelitas, labare nescia, Ordinis erga Iesu Christi Vicarium elucesceret, ipse experientia et usu fieret exercitatior, maiore polieret robore ac simul magis flexibilis esset et ad novas necessitates aptior, ac denique peragi posset, immo facilis evaderet haec in unum conformatio, quae, spem bonam sui excitans, hodie iam exsistit. Re enim vera per decretum Sacrae Congregationis Religiosis Sodalibus praepositae die VIII mensis Decembris hoc anno expeditum vi facultatum peculiarium a Nobis eidem tributarum, Ordo Filiarum Mariae Dominae Nostrae iure esse coepit Ordo religiosus centralizato regimine insignis. Rogati ergo, ut rem tam feliciter peractam benevoli animi Nostri significatione cumularemus, nihil esse accommodatius existimavimus quam huiusmodi coagmentationis per Apostolicas anulo Piscatoris obsignandas Litteras confirmationem; cuius modi sollemni diplomate Ordo a Paulo PP. V, Decessore Nostro, fel. rec, olim probatus erat. Quae cum ita sint, Nos, ex Sacrae Congregationis Religiosis Sodalibus praepositae consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apo-

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stolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum unionem utriusque partis Ordinis Filiarum Mariae Dominae Nostrae, omnibus cum monasteriis ac domibus, sub appellatione Ordinis Societatis Mariae Dominae Nostrae , confirmamus et approbamus eique Apostolicae sanctionis robur adicimus. Hisce simul Litteris et eadem auctoritate Nostra approbamus et ratum habemus, quidquid Sacrum Consilium negotiis Religiosorum Sodalium praepositum, ad rem quod attinet, Nostro nomine peregit ; ac statuimus, ut in universo Ordine deinceps vota sollemnia nuncupentur et clausura papalis servetur secundum peculiaria statuta iam probata; ut eius regimen sit centralizatum per gradus, ei simile, quod ex codicis iuris canonici praescripto religionum hoc modo constitutarum proprium est. Habebit proinde moderatricem generalem, quae sola, vel cum consilio generali, ordinarium regimen totius Ordinis geret, cum potestate in universum Ordinem, in omnes eius provincias, domos, sodales et res Ordinis ad normam iuris canonici et Constitutionum exercenda. Eligetur a capitulo generali ad maioritatem suffragiorum absolutam, et suo munere fungetur ad sexennium, quo elapso poterit in aliud sexennium eligi. Ipsa ius et officium habebit visitandi per se vel per delegatam statis temporibus omnes curias provinciales et universas Ordinis domos. Ordo praeterea divisus erit in provincias; et antistita provincialis cum proprio consilio quae a moderatrice generali cum consilio nominatur ad triennium, quod eidem ad aliud tempus iuxta Constitutiones in eadem provincia continuari poterit potestatem obtinebit subordinatam Moderatrici generali in universam provinciam, omnesque domos, personas et res provinciae ad normas iuris communis et Constitutionum. Domos autem omnes per se vel per delegatam semel in anno visitabit. Denique domus ab antistita locali cum consilio materna cura gubernetur, sub potestate antistitae provincialis et generalis. Postquam triennium expleverit, poterit iterum designari ad eandem domum regendam in alterum triennium ; non vero in tertium triennium immediate in eadem domo. Quoad rationes, quae Ordini eiusque domibus cum Ordinariis locorum intercedunt, serventur normae in iure canonico pro religionibus statutae, quarum regimen est centralizatum, exceptis iis, quae vi peculiarium statutorum ad clausuram papalem pertinent. Contrariis quibusvis nihil obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque, ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac defi-

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mendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die XXVII mensis Decembris, in festo Sancti Ioannis Evangelistae, anno MDCCCCX.vi, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

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B E A T A VIRGO MARIA, (( D O M I N AN O S T R AA R A B I A E )) APPELLATA, CAELESTIS APUD DEUM P A T R O N A D E C L A R A T U R VICARIATUS APOSTOLICI KUVAITENSIS. P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Regnum Mariae haud aliter se habere in terris quam Regnum Christi simulque propagari omnibus compertum est maximique Nobis causa solacii. Quanto enim magis sacri missionales in dissitis quoque regionibus Christi Evangelium praedicant, eo impensius Marialem excitant pietatem. Non ita pridem Venerabilis Frater Ubaldus Theophanus Stella, ex Ordine Fratrum Carmelitarum discalceatorum, Episcopus titulo Antaeopolitanus atque Kuvaitensis Vicarius Apostolicus, Nos certiores fecit religionem in Deiparam Virginem ita in Arabia exardescere, ut nonnulla eaque conspicua dederit specimina. Etenim prima, in urbe vulgo Ahmadi, aedificata Ecclesia fuit, annuente illius regionis tunc Vicario Apostolico, Nostrae Dominae de Arabia, anno MCMXXXXVIII die festo Immaculatae Conceptionis, sollemniter dicata. Anno vero Sacro MCML, in sollemnitate Epiphaniae D. N. Iesu Christi, Simulacrum Beatae Mariae Virginis, in Palatio Nostro Vaticano a Nobismet Ipsis lustrali aqua paulo antea aspersum, sollemni pompa per desertam regionem usque ad Ahmadi ductum est et in Ecclesia collocatum. Ad quam sacram Aedem, privilegiis indulgentiisque auctam atque Patriarchali Basilicae Liberianae in Urbe, anno MCMXXXXIX, aggregatam, ex pluribus nationibus homines, bituminosi olei puteis,

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quibus regio illa abundat, addicti, frequentes ac devoti conveniunt. Insuper apud Mariale idem Templum Congregatio Mariana floret, quae nomine Nostrae Dominae de Arabia atque Sanctae Mariae Goretti V. et M. vocatur cuiusque iuvenes Congregati, peregrinantium more Romam, anno MCMLIV, primum petentes, alterum parvum Deiparae Simulacrum, ab Urbana Sanctae Teresiae Paroecia oblatum et a Nobis item benedictum, ad civitatem Kuwait vulgo nuncupatam feliciter detulerunt. Quibus omnibus permotus, idem, quem laudavimus, Kuvaitensis Ordinarius a Nobis enixe flagitavit, ut Beata Maria semper Virgo, Nostra Domina Arabiae appellata, totius Vicariatus Apostolici Kuvaitensis praecipua apud Deum Patrona per Nos benigne declararetur. Nos autem, quibus nil magis cordi est quam ut Deipara Caeli Regina, una cum Filio suo, ab omnibus populis in dies honorificetur, huiusmodi precibus annuendum perlibenter censuimus. Quapropter, ex Sacrorum Rituum Congregationis consulto, omnibus rei momentis attente perpensis, certa scientia Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Beatam Virginem Mariam, quam Dominam Nostram Arabiae appellant, totius Vicariatus Apostolici Kuvaitensis praecipuam apud Deum Patronam, omnibus additis honoribus et privilegiis liturgicis, principalibus locorum Patronis iure competentibus, constituimus, facimus, renuntiamus. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum, plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter contigerit attentari. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die xxv mensis Ianuarii, anno MCMLVII, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

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Acta Apostolicae

Sedis -

Commentarium

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BEATA MARIA V. SUB NOMINE (( NUESTRA SEORA DE LA MISERICORDIA )) IN ECCLESIA PAROECIALI LICI (( CANET DE MAR )) VENERATA, PATRONA CAELESTIS DECLARATUR UNIVERSAE REGIONIS, QUAE (( COMARCA DEL MARESMA )) APPELLATUR, INTRA FINES GERUNDENSIS DIOECESIS.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Quae a Christianis Mater Misericordiae fidenti animo est appellata, numquam eorum fefellit spem, sed potius materni Cordis sui thesauros quam maxime ostendit. Haud aliter accidisse videtur, prout Nobis relatum est, in regione Comarca del Maresma vulgo nuncupata potissimumque in paroecia Canet de Mar , intra Gerundensis dioecesis fines in Hispania, ubi frequens exstat Sanctuarium, Beatae Mariae semper Virgini a Misericordia dicatum. Quam fervens sit inter illius regionis fideles pietas in Deiparam a Misericordia comprobatur tum ipso peramplo Sanctuario, quod, anno
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consecratum, denuo fuit exaedificatum, postquam, civili sae-

viente bello, funditus eversum est ; tum aureo diademate, quod, sacrae Imagini anno MCMVII impositum, illius honori, eodem peracto bello, est reiectum. Exinde Marialis religio in dies augetur : innumeri fideles, ex tota Comarcensi regione peregrinantium more, ad eandem sacram Aedem statutis diebus conveniunt. Deiparam Virginem a Misericordia pie precaturi vel etiam pro collatis donis gratias acturi quam maximas. Ne autem tum unius revoluti a priore consecrato Templo saeculi tum quinquagesimi a peracta Marialis leonis coronatione anniversarii gemina et fausta occasio silentio praeteriret, dilecti filii hodiernus Parochus nec non Municipii Moderator loci vulgo Canet de Mar proprio nomine omniumque civium humiliter enixeque a Nobis postulaverunt, ut Beata Virgo Maria a Misericordia non solum civitatis et paroeciae, sed etiam totius regionis Comarcae dei Maresma , intra Gerundensis dioeceseos fines, caelestis Patrona per Nos benigne declararetur. Nos vero, amplissimam Venerabilis Fratris Iosephi Cartaa Ingls, Episcopi Gerundensis, commendationem attendentes nihilque impensius optantes quam ut Immaculata Coeli Regina a fidelibus magis magisque coleretur nec non peculiare tam alacri pietati memoratae civitatis ac regionis fidelium praemium concedere cupientes, huiusmodi precibus annuendum perlibenter statuimus. Quapropter, ex Sacrae Rituum Con-

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gregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra, deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Beatam Virginem Mariam, vulgo invocatam sub nomine Nuestra Seora de la Misericordia , cuius Imago in Ecclesia paroeciali loci Canet de Mar pie asservatur, universae regionis quae Hispanice Comarca del Maresma appellatur, intra fines dioecesis Gerundensis, praecipuam apud Deum Patronam, omnibus adiectis honoribus ac privilegiis liturgicis, praecipuis locorum Patronis rite competentibus, statuimus, facimus ac declaramus. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere, suosque atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque ad quos spectant, seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse ac definiendum; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter contigerit attentari. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die xvi mensis Februarii, anno MCMLVII, Pontificatus Nostri duodevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

A P O S T O L I C A DELEGATIO NOMINE THAILANDENSIS ERIGITUR, EIUSDEM TERRIT O R I O ET IURISDICTIONE AB APOSTOLICA DELEGATIONE INDOSINENSI SEIUNCTIS. PIUS PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Expedit et Romanorum Pontificum usu institutoque receptum est, ut quae Christiani populi prosperitati eiusque regimini satius conducere queant, ea sedulo decernantur ac promoveantur. Idcirco, quo aptius rei catholicae rationibus in Thailandiae regno consuleretur, Sacrum Consilium propagandae fidei haud perperam instituendam censuit propriam Delegationem Apostolicam nomine Thailandensem, eiusdem territorio et iurisdictione ab Apostolica Delegatione Indosinensi seiunctis. Nos, certa spe freti propriam Delegationem Aposto58 ACTA, vol. XXIV, n. 15 22-11-1957.

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licam necessitatibus Christi militum illic acri animo pro fide pugnantium populique saluti melius atque utilius pro visuram esse, audito Dilecto Filio Nostro Petro Sanctae Romanae Ecclesiae Presbytero Cardinali Fumasoni Biondi, Sacri Consilii Christiano nomini propagando Praefecto, eiusdem Congregationis sententiam ratam firmamque habemus. Quare, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae Nostrae potestatis plenitudine, praesentium Litterarum vi, perpetuumque in modum, pro paterno, quo in Missiones illarum regionum ferimur, amore, Thailandiam ab Apostolica Delegatione Indosinensi seiungimus, eademque in ditione Apostolicam Delegationem nomine Thailandensem erigimus et constituimus, cuius sedem in urbe Bancochio, regni Thailandiae principe, coL locamus. Eidem ergo, sic per Nos erectae Delegationi Apostolicae, omnia et singula deferimus officia, privilegia atque indulta, quae huiusmodi Delegationum propria sunt. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; eidemque Delegationi ita constitutae nunc et in posterum plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum ex Arce Gandulfi, sub anulo Piscatoris, die xxiv mensis Augusti, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

ALLOCUTIONES I
Iis qui interfuerunt Conventui ajournes familiales internationales)), ab (( Union internationale des Organismes familiaux Romae indicto* Nous accueillons bien volontiers les congressistes qui participent aux Journes familiales internationales , organises par l' Union internationale des Organismes familiaux . Au cours des annes prcdentes,
* Habita die 16 Septembris mensis a. 1957.

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vous avez tudi nombre de problmes conomiques, sociaux ou ducatifs intressant la vie des familles; Nous vous exprimons Nos flicitations pour les rsultats obtenus et les amliorations, que vous avez pu dterminer dans un domaine qui Nous tient fort cur. Vous abordez cette anne un sujet, qui mrite certes la plus vive sollicitude et la sympathie agissante de tous : celui des familles prives de pre. Sujet auquel jusqu'ici on n'a pas prt assez d'attention; en partie cause de l'impuissance mme o se trouvent ces foyers sur le plan de l'action sociale. Aussi appartient-il des organismes tels que le vtre d'entreprendre l'examen systmatique des conditions de vie toujours pnibles, et parfois crasantes, qui psent sur les veuves et ls orphelins. Rassemblant d'abord dans une enqute pralable les informations statistiques sur le nombre et la situation de ces familles, vous avez cherch tracer un tableau de leur condition juridique ; puis, sur la base d ces donnes, vous abordez les problmes conomiques, professionnels, psychologiques et ducatifs qui les concernent. Nous esprons que les rsultats de ces recherches et discussions ne tarderont pas se manifester et qu'ils seront dsormais, chez tous ceux qui travaillent amliorer le sort des familles les plus prouves, le point de dpart d'une action srieuse et prolonge pour remdier, dans la mesure du possible, tant de souffrances toujours vives. Sans traiter expressment les questions que vous tudiez, Nous Nous proposons de dire ici quelques mots sur le problme spirituel et religieux du veuvage et de prciser les attitudes intrieures et les dispositions, qui conviennent la veuve chrtienne et commandent l'orientation de sa vie. Nous pensons surtout avec une paternelle sollicitude celles qui, jeunes encore, ont la charge d'une famille lever et sont donc les plus lourdement frappes par la disparition de leur mari. On remarque souvent que le mot mme de veuve voque, chez ceux qui l'entendent, une impression de tristesse et mme une sorte d'loignement ; aussi d'aucunes se refusent le porter et s'efforcent par tous les moyens de faire oublier leur condition, sous prtexte qu'elle humilie, excite la commisration, les met dans un tat d'infriorit, dont elles veulent s'vader et effacer jusqu'au souvenir. Raction normale aux yeux de beaucoup, mais, disons-le bien clairement, raction peu chrtienne ; elle comporte sans doute un mouvement d'apprhension plus ou moins instine tif devant la souffrance, mais trahit aussi une ignorance des ralits profondes. Quand la mort frappe un chef de famille dans la force de l'ge et l'en-

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lve son foyer, elle plante en mme temps au cur de l'pouse une croix trs lourde, une douleur ineffaable, celle de l'tre qui on arrache la meilleure part de lui-mme, la personne aime qui fut le centre de son affection, l'idal de sa vie, la force calme et douce, sur laquelle il tait si rassurant de s'appuyer, le consolateur capable de comprendre toutes les peines et de les apaiser. Soudain, voici que la femme se trouve affreusement seule, dlaisse, plie sous le poids de sa douleur et des responsabilits qu'elle doit affronter : comment assurer sa subsistance et celle de ses enfants? Comment rsoudre le cruel dilemme : s'occuper des siens ou quitter la maison pour aller gagner son pain quotidien? Comment conserver son indpendance lgitime malgr les recours ncessaires l'aide de proches parents ou d'autres familles? Il suffit d'voquer ces questions pour comprendre quel point l'me de la veuve prouve une sensation d'accablement et parfois de rvolte devant l'immensit de l'amertume qui l'abreuve, de l'angoisse qui l'enserre comme d'une infranchissable muraille. Aussi certaines s'abandonnent une sorte de rsignation passive, perdent le got de vivre, refusent de sortir de leur souffrance, tandis que d'autres, au contraire, tchent d'oublier et se crent des alibis, qui les dispensent d'affronter loyalement et courageusement leurs vraies responsabilits. Aux premiers sicle de l'Eglise, l'organisation des communauts chrtiennes assignait aux veuves un rle particulier. Le Christ durant sa vie mortelle leur tmoignait une bienveillance spciale, et les Aptres, aprs lui, les recommandent l'affection des chrtiens et leur tracent des rgles de vie et de perfection. Saint Paul dcrit la veuve comme celle qui a mis son espoir en Dieu et persvre nuit et jour dans les supplications et les prires )).
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Bien que l'Eglise ne condamne pas les secondes noces, elle marque sa prdilection pour les mes, qui veulent rester fidles leur poux et au symbolisme parfait du sacrement de mariage. Elle se rjouit de voir cultiver les richesses spirituelles propres cet tat. La premire de toutes, Nous semble-t-il, est la conviction vcue que, loin de dtruire les liens d'amour humain et surnaturel contracts par le mariage, la mort peut les perfectionner et les renforcer. Sans doute, sur le plan purement juridique et sur celui des ralits sensibles, l'institution matrimoniale n'existe plus ; mais ce qui en constituait l'me, ce qui lui donnait vigueur et beaut, l'amour conjugal avec toute sa splendeur et ses vux d'ternit, subsiste, comme subsistent les tres spirituels et libres qui se sont
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1 Tim. 5, 5.

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vous l'un l'autre. Quand Fun des conjoints, libr des attaches charnelles, entre dans l'intimit divine, Dieu le dlivre de toute faiblesse et de toutes les scories de l'gosme ; il invite aussi celui qui est rest sur terre s'tablir dans une disposition d'me plus pure et plus spirituelle. Puisque l'un des poux a consomm son sacrifice, ne faut-il pas que l'autre accepte de se dtacher davantage de la terre et de renoncer aux joies intenses, mais fugaces, de l'affection sensible et charnelle, qui liait l'poux au foyer et accaparait son cur et ses nergies? Par l'acceptation de la croix, de la sparation, du renoncement la prsence chre, il s'agit maintenant de conqurir une autre prsence, plus intime, plus profonde, plus forte. Une prsence qui sera aussi purifiante ; car celui, qui voit Dieu face face, ne tolre pas en ceux, qu'il a le plus aims pendant son existence terrestre, le repliement sur soi, le dcouragement, les attachements inconsistants. Si dj le sacrement de mariage, symbole de l'amour rdempteur du Christ pour son Eglise, applique l'poux et l'pouse la ralit de cet amour, les transfigure, les rend semblables l'un au Christ, qui se livre pour sauver l'humanit, l'autre l'Eglise rachete, qui accepte de participer au sacrifice du Christ, alors le veuvage devient en quelque sorte l'aboutissement de cette conscration mutuelle; il figure la vie prsente de l'Eglise militante prive de la vision de son poux cleste, avec qui cependant elle reste indfectiblement unie, marchant vers lui dans la foi et l'esprance, vivant de cet amour qui la soutient dans toutes ses preuves, et attendant impatiemment l'accomplissement dfinitif des promesses initiales. Telle est la grandeur du veuvage, quand il est vcu comme le prolongement des grces du mariage et la prparation de leur panouissement dans la lumire de Dieu. Quelle pauvre consolation humaine pourrait jamais galer ces merveilleuses perspectives? Mais aussi faut-il mriter d'en pntrer le sens et la porte, et demander cette comprhension par une prire humble, attentive, et par l'acceptation courageuse des volonts du Seigneur. Il est relativement facile pour une femme, qui vit intensment son christianisme et dont le mariage n'a jamais connu de crises graves, de s'lever jusque l. Mais d'aucunes ont travers, dans leur vie conjugale, des priodes pnibles cause de l'incomprhension ou de l'inconduite de leur poux; d'autres ont rsist hroquement pour ne pas dserter un foyer, qui ne leur apportait que dceptions, humiliations, puisement physique et moral. La mort du conjoint peut apparatre dans ces cas comme une libration providentielle d'un joug devenu trop lourd.

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Et cependant, devant le mystre de la mort et des jugements divins, au souvenir des promesses de misricorde et de rsurrection qu'apporte la rvlation chrtienne, l'pouse malheureuse et non coupable ne peut nourrir d'autres sentiments que ceux du Christ lui-mme devant les hommes pcheurs : celui du pardon volontaire, celui de l'intercession gnreuse. Les blessures du pass, les souvenirs attristants deviennent alors un moyen efficace de rachat ; offerts Dieu pour l'me du dfunt, mort dans la charit du Christ, ils expient pour ses fautes et htent pour lui la vision beatifique. Une telle attitude, inspire par un sens profond de l'union conjugale et de sa valeur de rdemption, n'estelle pas la seule solution authentiquement chrtienne, capable de gurir les plaies encore saignantes, d'effacer amertume et vains regrets, et de restaurer ce qui semblait irrmdiablement perdu? Comme il serait erron, par contre, de profiter du veuvage pour s'affranchir de la rserve et de la prudence qui conviennent aux femmes seules, et s'abandonner aux vanits d'une vie facile et superficielle. C'est mconnatre la faiblesse du cur humain, trop avide de peupler une solitude ingrate, et les prils de frquentations apparemment inoffensives, mais sanctionnes trop souvent par des chutes regrettables. Aussi souhaitons-Nous vivement que les efforts entrepris pour faire comprendre la grandeur du veuvage chrtien soient poursuivis avec persvrance. Nous savons que dj beaucoup de veuves, diriges par des guides spirituels comptents et grce l'entraide de leurs groupements, se sont ouvertes aux sublimes enseignements de la foi. Que chacune de celles, dont le compagnon de route a t rappel Dieu, se persuade de la ncessit imprieuse de cultiver sa vie spirituelle, si elle veut garder la paix intrieure et faire face sans dfaillir toutes ses tches. Qu'elle ne laisse passer aucun jour, sans s'accorder un temps de recueillement, quelques moments privilgis, o elle se sentira plus prs du Seigneur et plus prs de celui qui continue veiller sur elle et sur son foyer. Qu'elle se rserve aussi chaque anne quelques jours consacrs plus exclusivement la rflexion et la prire, loin du bruit, des soucis quotidiens tellement accablant. Elle y trouvera une scurit inexprimable qui illuminera toutes ses dcisions et lui permettra d'assumer avec fermet ses responsabilits de chef de famille. Cette prire s'accompagnera, il va sans dire, de la pratique sacramentelle, de la participation la liturgie et de la mise en uvre des autres moyens de sanctification, qui l'aideront se dfendre des tentations insidieuses, celles du cur et des sens en particulier.

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Dans son foyer, la veuve continuera pratiquer le don d'elle-mme, qu'elle a promis au jour de son mariage. Ses enfants attendent tout d'elle, puisqu'elle tient aussi la place du pre. La veuve de son ct reporte sur ses enfants l'affection sensible qu'elle donnait son mari; elle s attache tendrement eux et pourtant, en cela aussi, elle doit rester fidle sa mission, faire taire les appels trop pressants .d'un cur sensibilis l'extrme, pour assurer ses enfants une formation virile, solide, ouverte sur la socit, pour leur laisser la libert laquelle ils ont droit, en particulier dans le choix d'un tat de vie. Il serait funeste de se consumer en vains regrets, de se complaire en souvenirs amollissants ou, l'inverse, de se laisser pouvanter par de sombres perspectives d'avenir. La veuve se consacrera sa tche d'educatrice avec la dlicatesse et le tact d'une mre sans doute, mais restera unie en esprit son mari, qui lui suggrera en Dieu les attitudes prendre, lui donnera autorit et clairvoyance. Il faut que le souvenir de l'absent, au lieu d'empcher ou de ralentir l'lan gnreux et l'application aux tches ncessaires, inspire le courage de les accomplir intgralement. Dans les relations sociales, la veuve ne peut renoncer la place qui lui revient. Sans doute, apparat-elle du dehors entoure d'une rserve plus marque, car elle participe davantage au mystre de la Croix et la gravit de son comportement trahit l'emprise de Dieu sur sa vie. Mais prcisment pour cette raison elle possde un message dlivrer aux hommes qui l'entourent : elle est celle qui vit davantage de la foi, celle qui a conquis par sa douleur l'accs d'un monde plus serein, surnaturel. Elle ne prend pas appui sur l'abondance des biens temporels, dont elle est souvent dpourvue, mais sur sa confiance en Dieu. Aux foyers trop ferms ou replis sur eux-mmes, et qui n'ont pas encore dcouvert le sens plnier de l'amour conjugal, elle dira les purifications et les dtachements ncessaires, la fidlit sans repentance qu'il exige. Auprs des autres veuves en particulier, elle se sentira spcialement charge de les aider parfaire leur sacrifice, en saisir la signification, en s'levant au-dessus des simples vues humaines pour en percevoir les prolongements ternels. Pour tous, elle sera celle dont la charit silencieuse et dlicate s'empresse rendre service, d'un mot, d'un geste, partout o se rvle un besoin plus urgent, une peine plus vive. Dans ses relations familiales, professionnelles ou d'amiti, elle apportera la note distinctive qui caractrise son apostolat : le tmoignage de sa fidlit une mmoire chre, et celui d'avoir trouv, dans cette fidlit et dans les renonce?

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ments qu'elle impose, un bonheur plus profond, plus stable, plus lumineux, que celui auquel elle a d renoncer. Aux heures plus austres et dans les tentations de dcouragement, elle voquera la chaste hrone Judith, qui n'hsita pas courir les plus graves prils pour sauver son peuple de la ruine et mit en Dieu toute sa confiance. Elle pensera surtout la Vierge Marie, veuve elle aussi, qui aprs le dpart de son fils, resta dans l'Eglise primitive celle, dont la prire, la vie intrieure, le dvoment cach attiraient sans cesse les bndictions divines sur la communaut. Lorsqu'elle prouvera davantage le dclin de ses forces physiques, sa pauvret, son impuissance travailler beaucoup, prendre encore part aux activits de charit ou d'apostolat, qu'elle se rappelle la parole de Jsus regardant les riches dposer leurs offrandes dans le trsor, et, aprs eux, une pauvre veuve qui y mettait deux menues pices de monnaie : Vraiment, je vous le dis, cette pauvre veuve a mis plus qu'eux tous . Ce que le Seigneur disait de cette modeste obole s'applique aussi aux moindres services qu'une veuve peut rendre, pourvu qu'ils partent d'un cur appartenant davantage Dieu, d'un cur grandi par l'preuve, plus proche aussi de ceux qu'il aime, et capable de rpandre autour de lui les reflets les plus purs de l'amour qui le possde. En gage des faveurs divines, que Nous appelons sur vous-mmes, sur vos familles et ceux qui vous sont chers, et sur toutes celles qui dans le monde entier dcouvrent dans le veuvage une voie qui tend vers la dcouverte plnire de l'amour divin, Nous vous accordons de tout cur Notre paternelle Bndiction Apostolique.
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Ad Excmam Dominant M'a Ntsebo Seeiso Griffth Ameliam, Nationis Basutoland Regentem. * Your Excellency! The satisfaction and pleasure with which We greet you, honoured and illustrious Chiefs of Basutoland in the company of the Paramount Chief Regent, may be gauged by the letter We but recently addressed to Our Venerable Brother-Bishops throughout the world concerning Our belo ved Africa. It was Our affectionate interest in your vast continent
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Luo. 21, 2-3.

* Habita die 27 Septembris mensis a. 1957.

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that prompted that letter ; every line of it was dictated by Our paternal solicitude for the true progress of the African peoples in their seeking human prosperity and spiritual peace in possession of the truth. It told of Our pride and Joy in the expansion of the Church over the last decades especially, and how We are witnessing the flowering of the seed planted gnrations ago and nurtured over the years by the arduous toil and hidden sacrifices of hundreds of missionaries, priests, Religious men and women, catechists and devoted lay-leaders, whose names add a respondent glory to the pages of African history. Yet for all Our deep consolation at the magnificent task accomplished, We are acutely conscious of the magnitude and urgency of the work yet to be done and Our heart is not without anxiety. The social, economic and politicai volution, which with quickened pace is stirring the lives of so many peoples of Africa, inevitably exposes them to unhealthy influences, that may well have serious consquences for their future. It were sheerest folly for civil Society to act as if there were no God, or as if He cared nothing for the cratures of His omnipotent love. Leave out God and justice is as a word written in the waters of the sea. Henee with reason We alerted the African peoples to the deadly poison of atheis tic materialism, followed as it is without f ail by death,death to human rights, to freedom and genuine happiness, and also to the need of discerning accurately where the fullness of God's rvlation is to be found. Because that rvlation, confided by Christ to the Church He founded on Peter, the Church of the living God, pillar and foundation upon which Truth rests ,
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was given for ail peoples and every individual,

and it is meant to light the way for leaders in a State and guide them in their noble function of assisting its Citizens towards the harmonious development of their naturai powers and to the attainment of the perfection which is due to their nature. Now that perfection, that ultimate destiny of man, as you know, carries him beyond the narr o w and fading horizon of this visible cration into a life that will know no ending with the Creator. When reflecting on thse truths We turn Our eyes to your country, most welcome guest, Our consolation increases, Our anxiety is allayed. An intelligent people, you reeeived a special blessing f rom God in a saintly missionary of heroic stature, Fr. Gerard, and in a Paramount Chief, ISTathaniel Griffith Lerotholi, who for a quarter of a Century ruled
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1 Tim. 3, 15.

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by word and example according to the lof ty principies of Christian justice and charity. Those same principies guide your prsent Paramount Chief Regent, who has introduced you into Our prsence, and one is then not surprised to bear the story of your progress, steady and orderly. May it continue along the way that leads to enduring peace and authentic prosperity. We know that in your capital city you have established a School of University Studies that carries Our name. We wish it all success, and We like to hope that it will have a long life to remind students of gnrations yet unborn, that the Pope, Christ's Vicar, in far-of Rome, loves them, prays for them and expects great things f rom them in the very best interests of their people and ali Africa. Our Apostolic Blessing accompanies Our good wishes. May it draw down upon your people, upon you, illustrious and honoured Chiefs and ail those near and dear to you at home, abundant grces f rom God.

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Iis quae interfuerunt Conventui XIV Internationali ex Union Mondiale des Organisations fminines catholiques , Romae habito. * Pousses par le dsir d'offrir au Pre commun, en hommage de respect et d'affectueuse dvotion, le fruit; de cinq ans d'apostolat et de gnreux dvouement au service de l'Eglise, vous vous pressez autour de Nous, chres filles de l'<( Union Mondiale des Organisations fminines catholiques , et Nous sommes profondment touch de ce tmoignage d'attachement filial. En vous disant Notre joie et Notre satisfaction, Nous flicitons travers vous les trente-six millions de femmes catholiques inscrites dans les organisations nationales, qui font partie de votre Union, et que vous reprsentez ici. Nous nous plaisons d'abord souligner l'importance de votre association et l'ampleur de l'influence qu'elle a su acqurir, puisque vous avez maintenant statut consultatif auprs du Conseil conomique et social des Nations-Unies, de l'UNESCO, de la F A O , de l'OIT de l'UNICEF, du Conseil de l'Europe et d l'Organisation des Etats Amricains. Il vous est possible, de la sorte, de faire connatre dans les secteurs d'opinion les plus diffrents la pense de l'Eglise sur le dveloppement de la personnalit de la femme et sur sa mission dans le monde moderne.
* Die 29 Septembris mensis a. 1957.

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Le problme de la Promotion de la femme)) Ce problme que l'on dsigne d'habitude sous la formule (( Promotion de la femme , n'est-il pas en effet au premier plan des proccupations de nombreuses associations fminines internationales de tendances diverses, protestantes, neutres, ou marxistes, comme aussi des organisations internationales officielles? Or la socit contemporaine subit, en particulier dans les pays de formation rcente, de profonds bouleversements ; une multitude de problmes nouveaux se posent que vous dsirez aborder avec le maximum de scurit dans un esprit de pleine fidlit la doctrine chrtienne ; vous voulez tre sres d'interprter par votre action la volont de l'Eglise, qui vous fait confiance et attend de vos efforts la rnovation chrtienne d'une civilisation entache de lcisme, de marxisme ou dsoriente par des mouvements religieux aberrants. C'est pourquoi vous Nous priez de vous donner des directives qui claireront votre conduite et vous stimuleront au travail. Vous pouvez et vous devez faire vtre, sans restrictions, le programme de promotion de la femme, qui soulve d'un immense espoir la foule innombrable de vos surs encore soumises des coutumes dgradantes, ou victimes de la misre, de l'ignorance de leur milieu, du manque total de moyens de culture et de formation. Mais cette promotion de la femme vous la voulez conue en termes chrtiens, dans la lumire de la foi, la perspective de la Rdemption et de votre vocation surnaturelle. Vos enqutes, menes en diffrents pays d'Amrique latine, d'Asie et d'Afrique, vous ont dvoil trop clairement l'appel urgent qui monte de ces rgions et qui attend une rponse vraiment comprhensive et satisfaisante, valable sur tous les plans de la vie individuelle et sociale, et surtout qui aille la rencontre des vrais besoins spirituels. Pour vous aider dans cette lourde tche Nous voudrions vous parler de la mission et de l'apostolat de la femme catholique sous ses trois aspects : l'apostolat de la vrit, l'apostolat de l'amour, l'apostolat de l'action. TROIS ASPECTS DE L'APOSTOLAT DE LA FEMME CATHOLIQUE

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L'apostolat de la vrit Trois points essentiels Pour remettre sur le droit chemin une civilisation gravement dsoriente, il faut commencer par rectifier les principes et les ides errones qui commandent ses prises de position pratiques. D'ailleurs tout

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apostolat bien conu commence par la rflexion, par la considration intellectuelle des vrits de bas, sur lesquelles s'appuient toutes les dmarches ultrieures. Nous nous limiterons ici trois points essentiels, qui doivent former vos convictions personnelles et diriger vos interventions apostoliques, savoir : la relation de la femme Dieu, son appartenance au Christ, sa dpendance envers l'Eglise.

Relation de la femme Dieu La vrit la plus mconnue des hommes d'aujourd'hui, au moins dans leurs attitudes courantes, et cependant la plus fondamentale pour vous, est la relation de la femme Dieu. La femme vient de Dieu ; elle lui doit son existence, les caractristiques de son tre, de sa tche terrestre, et la destine ternelle qui couronnera l'accomplissement fidle de sa mission. Cette vrit, que dj la raison fait connatre, acquiert dans la lumire de la foi sa pleine signification et une certitude absolue, qui vous prtera un appui indispensable, lorsque vous serez exposes au flux et reflux des ides, que le roman, le cinma, le thtre, diffusent sans cesse dans les masses et qui leur donnent de la femme une conception profondment vicie. Vous connaissez suffisamment l'enseignement de la foi catholique sur l'origine de l'homme et de la femme, pour qu'il soit inutile de l'exposer en dtail. Dieu les cra tous deux, son image et sa ressemblance, c'est--dire comme des tres intelligents et libres, capables de le connatre, de l'aimer, capables aussi de se perptuer, de dominer la cration et de l'utiliser, pour leur bien propre et pour son service. Cette origine divine de la crature humaine ne s'impose pas seulement comme un fait pass depuis des millnaires, mais comme un fait actuel, une ralit de tous les instants, car aucun moment Dieu ne cesse de donner l'existence chaque tre humain, d'imprimer dans son intelligence le signe de sa prsence, de mettre dans son cur une attirance invincible vers le bien, vers l'absolu, vers la batitude parfaite. Aussi le sens de la vie humaine peut-il se rsumer d'un mot : chercher Dieu , chercher celui qui incessamment appelle lui sa crature, pour la combler toujours davantage de la plnitude de sa vie et de son amour. Quelle attitude adopte le monde moderne l'gard de cette vrit fondamentale de l'origine divine de l'homme et de la femme? Vous le savez par l'exprience directe que vous avez de votre milieu et par les diverses enqutes que les organisations fminines ont entreprises en

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diffrentes rgions du monde sur la condition de la femme. L'ide de Dieu apparat comme superflue dans un monde tomb aux mains de l'homme, au pouvoir de la science et de la technique, et d'o on a limin les croyances encombrantes et les superstitions. Cette atmosphre d'athisme combatif ou latent menace plus gravement la femme que l'homme, tant dans sa vie personnelle que dans son rle social : car, Nous le soulignerons encore plus loin, par ses dispositions innes et la fonction laquelle sa nature la destine, la femme est davantage en harmonie avec les ralits spirituelles; elle les peroit plus consciemment, elle les interprte et les rend sensibles aux autres, en particulier ceux dont elle a la charge comme pouse et comme mre. Sa dignit personnelle, le respect qu'on lui doit, sont motivs d'abord par la sauvegarde de cette mission spirituelle et donc, en dernire analyse, par sa proximit de Dieu. Le respect de la femme et la reconnaissance de son rle vritable ont troitement lis aux conceptions religieuses du groupe social, auquel elle appartient. Vous voyez ainsi quel sera le premier objectif de votre apostolat au service de la vrit : restaurer dans toute son intgrit la foi en Dieu, parce que Dieu est la source de votre tre et la fin dernire que vous poursuivez, et parce que le relvement de la condition de la femme suppose comme premire tape l'affermissement du principe qui l'assure. Non seulement Dieu a donn la femme d'exister, mais la personnalit fminine dans sa structure physique et psychique rpond un dessein particulier du Crateur. L'homme et la femme sont les images de personnes gales en dignit et possdant les mmes droits, sans qu'on puisse soutenir en aucune manire que la femme soit infrieure. Elle est appele en effet collaborer avec l'homme la propagation et au dveloppement de la race humaine et assume en cela le rle dlicat et sublime de la maternit : celle-ci comporte des joies et des peines d'une intensit peu communes, parce qu'elle implique l'immense responsabilit de mettre l'enfant au monde, de veiller sa croissance, son ducation premire, de le suivre avec sollicitude pendant la priode difficile de l'adolescence et de le prparer ainsi ses responsabilits d'adulte. Aussi Dieu a-t-il dispens la femme des dons inestimables, qui lui permettent de transmettre non seulement la vie physique, mais aussi les dispositions les plus intimes de l'me et les qualits d'ordre spirituel et moral, qui dterminent le caractre. Les tudes modernes de psychologie mettent assez en vidence la complexit et l'originalit de la nature fminine, pour qu'il ne soit pas ncessaire de Nous y attarder. Remarquons encore que

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ces mmes qualits se dploient aussi avec bonheur dans tous les autres domaines de la vie sociale et culturelle; elles en constituent mme un apport indispensable, et les civilisations qui les mconnaissent ou cartent leur influence, subissent inluctablement des dformations plus ou moins graves, qui entravent leur panouissement et les condamnent tt ou tard la strilit et au dclin. Si la femme exprime communment le don d'elle-mme dans le mariage et par la maternit, elle peut aussi rpondre aux intentions divines d'une manire plus directe et faire fructifier ses richesses spiri ^ fuelles par la virginit consacre qui, loin d'tre un repliement sur soi ou un recul en face des tches de l'existence, rpond au dsir d'un don plus total, plus pur, plus gnreux. En pays chrtien, comme en terre de mission, la femme qui renonce au mariage pour s'adonner sans obstacles au soulagement des malades et des malheureux, l'ducation de enfants, l'amlioration du sort des familles, manifeste ainsi aux esprits non prvenus la prsence et l'action divines. Elle s'acquitte par l d sa vocation propre avec la plus haute fidlit et le maximum d'efficacit. Vous comprenez aisment, chres filles, les consquences qui dcoulent pour votre apostolat des principes et des faits, que Nous venons de rappeler. En vous proposant de travailler de toutes vos forces au relvement de la femme, l'expansion de son influence dans la vie sociale, vous vous engagez aussi ne dvelopper ses dons que dans une perspective chrtienne, seule capable de leur confrer leur vraie et pleine valeur; Quel progrs merveilleux sur tous les continents, quelle lvation radicale du niveau social et culturel des peuples, si toutes les femmes prenaient conscience de l'emprise de Dieu sur leur personne et consacraient leur influence le faire connatre et aimer ! Appartenance de la femme au Christ La seconde vrit, que Nous voudrions souligner comme l'une des bases de l'apostolat de la femme catholique, est celle de son appartenance au Christ. Ce fait est clairement exprim dans l'Ecriture en maints endroits ; il dcoule d'ailleurs de la nature mme de l'uvre de la R r demption. Comment pourrez-vous sauver les autres, si vous ne leur portez pas le Christ? Et comment pourrez-vous le leur porter, si vous ne le possdez pas vous-mmes? Tout est vous , dit l'Aptre des Nations, mais vous, vous tes au Christ - Telle est la conviction profonde, qui
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1 Cor. 3, 23.

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pntre toute me chrtienne, gouverne sa vie, dirige son apostolat. Vous transmettez aux autres la vrit et la grce du Christ; l'Evangile, les sacrements, la liturgie, les promesses de la rsurrection et de la vie ternelle, s'adressent vous dans toute leur plnitude, et s'il ne parat pas indispensable de dmontrer une telle vrit dans les pays chrtiens, il faut qu'elle apparaisse avec clat dans les pays d'Asie et d'Afrique, partout o les cultes paens maintiennent encore vivaces des conceptions de la femme, qui la diminuent ou la relguent un plan infrieur. II suffit d'ailleurs de lire l'Evangile et l'histoire de l'Eglise, pour se rendre compte aussitt qu'aucune forme d'hrosme et de saintet n'est inaccessible aux femmes et que, dans tous les champs d'apostolat, elles ont occup et occupent des charges multiples et irremplaables. L'appartenance de la femme au Christ prend dans le mariage un relief spcial, que l'Aptre saint Paul a vigoureusement fait ressortir. Il crit en effet aux Ephsiens : (( Maris, aimez vos femmes, comme le Christ a aim l'Eglise et s'est livr lui-mme pour elle .
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Que les

femmes-soient soumises leurs maris, comme au Seigneur... De mme que l'Eglise est soumise au Christ, que les femmes le soient aussi en tout leur mari . En levant la dignit de sacrement le mariage des baptiss, le Christ confrait aux poux une dignit incomparable et assignait une fonction rdemptrice leur union. Quand il affirme que les femmes doivent tre soumises leur mari comme l'Eglise au Christ, saint Paul tablit entre les poux une diffrence bien nette, mais, par l mme, il illustre la force, qui les associe l'un l'autre et maintient l'indissolubilit du lien qui les unit. Les Etats modernes et les peuples jeunes, qui, depuis la dernire guerre sont arrivs l'indpendance ou y aspirent, tendent de plus en plus, dans leur lgislation et leurs moeurs, mettre sur un pied d'galit l'homme et la femme dans la famille, comme sur le plan social, politique, professionnel. Cette volution prsente des aspects lgitimes, et d'autres qui le sont moins, surtout quand elle s'inspire de principes matrialistes; Nous ne voulons pas ici discuter cette question trop vaste, mais seulement vous rappeler que votre apostolat doit maintenir fermement la conception chrtienne de l'pouse et du rle de la femme dans la famille : cette conception seule inspire, entre les conjoints, le vrai respect, l'estime mutuelle, le dvouement
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Eph. 5, 25. Ibid. 5, 22. 24.

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sans rserves, la fidlit totale et, par dessus tout, l'amour prt tous les sacrifices et tous les pardons. L'union du Christ et de la femme a trouv son plus grand clat et son parfait accomplissement dans la Vierge Marie. Le Verbe s'est fait chair et il a habit parmi nous . C'est par la Vierge Marie que Dieu a pris la nature humaine et qu'il s'est insr dans la race des fils d'Adam. La dignit de Mre de Dieu a appel sur Marie des grces insignes et d'extraordinaires privilges, la prservation du pch originel et de toute faute personnelle, la splendeur des vertus et des dons de l'EspritSaint, la participation intime tous les mystres de la vie du Christ, ses souffrances, sa mort et sa rsurrection, la continuation de son uvre dans l'Eglise et sa Royaut sur toutes les cratures : tout cela lui fut donn parce qu'elle tait Mre de Dieu et parce qu'ainsi elle avait remplir un rle unique dans la Rdemption du monde. Quelles sont les consquences de tout cela pour vous-mmes et pour votre apostolat? Tout d'abord, vous devez en concevoir la fiert de votre sexe. C'est d'une femme que la puissance du Trs-Haut a couverte de son ombre, que la deuxime personne de la Trinit prit sa chair et son sang, sans la collaboration de l'homme. Si la vie rvle jusqu' quelles profondeurs du vice et de l'abjection la femme descend parfois, Marie montre jusqu'o la femme peut monter, dans le Christ et par le Christ, jusqu' s'lever au dessus de toutes les cratures. Quelle civilisation, quelle religion a jamais pouss l'idal fminin de telles hauteurs, l'a exalt jusqu' cette perfection? L'humanisme moderne, le lacisme, la propagande marxiste, les cultes non chrtiens les plus volus et le plus rpandus, n'offrent rien qui puisse mme tre compar cette vision, la fois si glorieuse et si humble, si transcendante et pourtant si aisment accessible. Nous voulions vous esquisser l'idal de la femme tel que la foi vous le prsente : vous le trouvez en Marie et il s'explique par l'intimit des liens qui la rattachent au Christ. Dans la conduite de votre vie personnelle, dans tout votre apostolat ne perdez jamais de vue cet exemple : qu'il inspire vos paroles, vos attitudes, vos dmarches, quand vous vous emploierez mettre en lumire la dignit de la femme et la noblesse de sa mission. Il ne suffit pas cependant de connatre Marie et ses grandeurs ; il faut aussi s'approcher d'elle et vivre dans le rayonnement de sa prsence.
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* io.

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Qu'une femme catholique engage dans l'apostolat n'entretienne pas une dvotion fervente la Mre de Dieu, ce serait presque une contradiction. La dvotion mariale favorisera en vous une meilleure comprhension du Christ et une union plus intense ses mystres. Vous recevrez, pour ainsi dire, le Christ des bras de sa Mre et elle vous apprendra l'aimer et l'imiter. Priez-la, pour qu'elle vous donne la force de le suivre jusqu'au bout dans la foi et l'amour ardent ! Priez-la, pour qu'elle vous aide conduire les femmes d'aujourd'hui sur le chemin que mne lui !

Dpendance de la femme envers VEglise Ds qu'elle s'engage dans une tche apostolique, la femme catholique se trouve prise aussitt dans un fourmillement d'ides, d'opinions, de tendances, de systmes, qui la sollicitent de toute part ; il importe donc qu'elle sache s'orienter avec facilit suivant les circonstances et, pour cela, qu'elle possde des normes sres, lui permettant de se tracer une ligne de conduite, ainsi que la force morale indispensable pour y rester fidle et pour dceler et redresser les erreurs ventuelles. O trouverat-elle cette rgle ferme de pense et d'action, sinon au sein de la communaut chrtienne, dans l'Eglise catholique? Par la volont de son divin Fondateur, l'Eglise est dpositaire de la Rvlation surnaturelle, elle en est la gardienne et l'unique interprte autorise; le magistre qu'elle exerce l'gard du dpt sacr suppose le pouvoir de juger de toute vrit, puisque la destine ternelle de l'homme est unique et que rien dans sa vie n'chappe cette finalit. Les ralits culturelles, politiques, sociales et morales influencent toutes l'orientation de sa conduite ; charge de le conduire Dieu et possdant les moyens infaillibles de discerner le vrai du faux, l'Eglise est capable d'apprcier la valeur exacte des principes intellectuels et moraux, ainsi que les comportements qui rpondent aux exigences de la vrit dans les situations concrtes de la vie individuelle et sociale. Ds lors dans sa conduite personnelle, comme dans son apostolat, la femme catholique doit se proccuper de rester en contact troit avec la source vive de lumire, que le Seigneur a mise en son Eglise : aussi longtemps qu'elle reste sous sa direction, qu'elle accepte son enseignement, et observe ses directives, elle jouit d'un scurit infiniment prcieuse, qui confre toutes ses entreprises une autorit et une stabilit empruntes celles de l'Eglise mme. D'aucuns ont voulu limiter l'objet de la comptence du magistre
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ecclsiastique au domaine des principes, et en exclure celui des faits, de la vie concrte. On prtend que celui-ci relve du lac, que le lac se trouve l sur son terrain propre, o il dploie une comptence qui manque l'autorit ecclsiastique. Qu'il Nous suffise de rpter ici que cette affirmation est insoutenable : dans la mesure o il s'agit non de constater simplement l'existence d'un fait matriel, mais d'apprcier les implications religieuses et morales qu'il comporte, la destine surnaturelle de l'homme est en jeu, et par consquent la responsabilit de l'Eglise est engage ; elle peut et elle doit, en vertu de sa mission divine et des garanties reues cet effet, prciser la mesure de vrit et d'erreur, que contient telle ou telle ligne de conduite, telle ou telle manire d'agir. Bien que l'Eglise refuse de voir limiter indment le champ de son autorit, elle ne supprime ni ne diminue de ce fait la libert et l'initiative de ses enfants. La hirarchie ecclsiastique n'est pas toute l'Eglise, et elle n'exerce pas son pouvoir de l'extrieur la manire d'un pouvoir civil, par exemple, qui traite avec ses subordonns sur le seul plan juridique. Vous tes des membres du Corps mystique du Christ, insrs en lui comme dans un organisme anim par un seul Esprit, vivant d'une seule et mme vie. L'union des membres avec la tte n'implique nullement qu'ils renoncent exercer leurs fonctions ; bien au contraire, c'est de la tte qu'ils reoivent sans cesse l'impulsion, qui leur permet d'agir avec force et prcision, en parfaite coordination avec tous les antres membres, pour le profit du corps entier. Que les femmes catholiques entretiennent avec joie le sentiment d'appartenir jusqu'au plus profond de leur tre au corps de l'Eglise, comme des personnes libres et responsables, et d'assurer pour leur part les tches qui leur sont rserves et qui contribuent sa croissance et son expansion!

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L'apostolat de l'amour L'apostolat de la vrit, dont Nous venons de vous tracer quelques directives, resterait en grande partie inefficace, s'il ne se prolongeait dans celui de l'amour et celui de l'action. Ces deux apostolats ne constituent en fait que deux aspects d'une mme ralit, car l'amour authentique aspire se traduire dans les uvres, tandis que les actes en apparence les plus hroques restent dpourvus de valeur, s'ils ne sont aussi les messagers d'un amour sincre. Toutefois, comme la femme est ap-

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pele par nature manifester davantage la prsence et le rle de l'lment affectif, il convient que Nous prcisions quelle place il occupe dans Jes activits apostoliques de vos associations.

La charit inspiratrice des uvres Rappelons d'abord ce qu'est l'apostolat catholique et ses moyens d'action. "Vous savez bien qu'il n'est pas la simple transmission d'une doctrine, d'un ensemble d'exposs dogmatiques et de rgles de conduite. Pour ncessaire que soit un tel enseignement, il ne fait que poser un fondement : l'essentiel est dans la pratique de ces vrits, dans la charit vivante, inspiratrice des uvres et requise absolument pour la plnitude de la foi. Cette charit doit videmment remplir celui qui exerce l'apostolat : c'est elle qu'il communique, en mme temps qu'il annonce l'Evangile et mme dj avant de l'annoncer. C'est elle aussi qu'il verra natre et s'panouir au cur de ses protgs, comme une fleur issue de la semence qu'il a jete. Aussi le premier gage de succs de votre apostolat sera-t-il de possder vous-mmes en abondance ce trsor de l'amour de Dieu, qui pntre l'amour humain, le dilate, le divinise et le rend capable, travers les plus humbles signes, d'atteindre ces rgions de l'me o la personne libre et responsable renonce son orgueil, son gosme, ses attachements drgls, pour s'abandonner l'amour divin qui vient l'envahir et veut la conduire selon ses propres desseins. Pour que votre charit atteigne ce rsultat, elle devra probablement emprunter des chemins longs et parsems d'obstacles, car n'esprez pas, sans les y avoir patiemment prpars, faire comprendre et accepter les richesses du don de Dieu par des hommes pcheurs, que leurs passions aveuglent. L'conomie de la Rdemption dispose les ralits humaines recevoir et porter le divin ; elle les accepte telles qu'elles sont dans leur misre et leur impuissance et entreprend de les modeler, de les purer, de les corriger sans relche, comme une mre accueille l'enfant que Dieu lui donne, l'aime, lui consacre son temps et ses forces pour qu'il devienne un jour un homme prt affronter la vie. Ce qui mesure gnralement la grandeur de l'amour et son hrosme c'est sa fidlit pourvoir, jusque dans les dtails minimes et avec une dlicatesse infinie, toutes les ncessits de ceux qu'il prend en charge.

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Aide en faveur des populations besogneuses Vous avez relev vous-mmes dans vos enqutes que Fon attend votre aide en faveur des populations besogneuses sur les trois plans spirituel, culturel et matriel; seule une action mene de faon simultane ces trois niveaux peut enrayer efficacement l'avance du matrialisme, du communisme et des sectes. Le travail d'vanglisation trahirait donc l'Evangile, s'il s'arrtait la simple proclamation clu message chrtien et ngligeait ses implications pratiques, en particulier celles que la doctrine sociale de l'Eglise a mises en vidence. La charit vritable vous demande d'aimer les hommes comme le Christ les a aims, lui qui ne pouvait renvoyer chez eux ses auditeurs avant de les avoir fait manger pour qu'ils ne dfaillent pas en route. Mais il faut qu'on aperoive sans quivoque que votre dvouement est anim par l'amour de Dieu, et pas seulement par un sentiment naturel de piti ou de sympathie. Peu importe d'ailleurs que vous russissiez toujours veiller en autrui un cho qui rponde vos efforts de service; vous ne travaillez pas pour mriter la reconnaissance ou l'affection qu'on vous accordera en retour. Mais que votre dsintressement soit l'indice de la puret de vos intentions, comme le suggre l'Aptre saint Paul dans son hymne fameux la charit: ((La charit est patiente; la charit est bonne. La charit n'est pas envieuse, elle n'est pas infatue ni hautaine. La charit ne fait rien de messant, elle ne cherche pas son intrt, elle ne s'emporte pas, elle ne tient pas compte du mal. Elle ne prend pas plaisir l'injustice, mais elle trouve sa joie dans la vrit. Elle excuse tout, elle croit tout, elle espre tout, elle endure tout .
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La charit vous aidera aussi deviner d'instinct les besoins des autres ; elle vous fera sentir les appels du Rgne de Dieu, vous montrera en quels points plus menacs votre intervention est requise. Elle vous permettra de triompher des apprhensions et de l'indolence qui s'en remet d'autres pour le travail plus pnible ou les initiatives difficiles. Elle vous suggrera les moyens les plus adquats pour arriver vos fins. Le dvoment le plus sincre ne peut en effet cder sans discernement toutes les impulsions spontanes : il doit accepter une rgle, s'imposer des limites. On rencontre parfois des mes trs gnreuses, mais incapables de modrer leur lan, d'accepter les conseils de discr5

Cfr. Marc. 8, 3. 1 Cor. 13, 4-7.

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tion et de prudence, de laisser aux autres la libert d'action ncessaire, de supporter les contraintes qu'impose toute collaboration. Il n'est pas toujours ais de se dgager d'un bien particulier, qui attire et comble la sensibilit pour se soumettre aux impratifs austres du bien gnral. Bref, que votre cbarit soit judicieuse et ordonne. Et vous apercevez ici l'importance de ce que Nous disions tantt au sujet de la soumission l'Eglise et ses directives; cette soumission est d'autant plus ncessaire que la nature fminine subit plus largement l'influence des facteurs affectifs. Epanouissement de la charit Une des consquences normales de l'apostolat de la charit sera de la faire crotre et de la purifier aussi en vous-mmes. Parmi les conclusions du premier stage latino-amricain de l'Union Mondiale des Organisations fminines catholiques, vous avez relev qu'on trouve dans le patrimoine spirituel, familial et social de l'Amrique Latine un profond sentiment religieux de base, une forte abngation dans la vie de la femme, une vidente gnrosit, et un dsir vhment de s'panouir. Nous sommes certain que des constatations quivalentes pourraient tre faites en beaucoup d'autres rgions ; en gnral les femmes, auxquelles vous vous adresserez, possdent dj des ressources spirituelles incontestables, mais demeures souvent caches et incultes cause de leurs conditions de vie. N'allez pas elles avec un sentiment de suffisance, comme si vous aviez tout leur donner et rien recevoir. Bien au contraire, la vraie charit s'efface devant la personne qu'elle aborde, elle veut recevoir d'elle le plus possible, elle met en valeur les dons d'autrui et les cultive. Ainsi trouve-t-elle s'difier mme auprs des plus pauvres et des plus dmunis. Car telle est la loi profonde de l'amour qu'il dsire le bonheur de l'tre aim et son panouissement; son principe de croissance li pousse se dtacher de lui-mme : au lieu de se croire capable de satisfaire pleinement autrui par lui seul, il se persuade de son impuissance et laisse agir de plus en plus celui qui seul possde les eomrs, Dieu. Parvenue son panouissement, la charit divine maintiendra aisment l'unit et l'harmonie parmi toutes les tches et les affections, qui se partagent votre cur; sans ngliger aucun des devoirs qui vous incombent au sein de la famille et dans votre milieu social, vous trouverez encore en surabondance le temps et la possibilit de vons livrer aux activits apostoliques que requiert le service de l'Eglise.

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III L'apostolat de l'action Ainsi Nous en arrivons la troisime partie de cette allocution : l'apostolat de l'action. Eclaires par les vrits de la foi, entranes par l'ardeur d'un amour de Dieu brlant et prt tous les sacrifices, vous allez communiquer autour de vous ces biens surnaturels et, par vos conseils, vos exemples, vos interventions, devenir pour d'autres une lumire qui guide, une force qui soutient et encourage. Ici encore, la doctrine catholique et l'exprience sculaire de l'Eglise vous fournissent de prcieuses indications, susceptibles d'orienter votre apostolat et de lui confrer une efficacit accrue. Nous considrerons donc d'abord quelques caractres gnraux de votre action, puis Nous noncerons quelques directives pratiques. Ncessit de l'action Le premier point qu'il faut se rappeler, Nous semble-t-il, est celui de la ncessit de l'action, d'une action clairement conue et voulue avec fermet. Toute attitude d'acceptation passive des vnements, de laisser-aller, toute forme de quitisme inerte est rejeter. Vous ne pouvez en aucune manire vous exposer aux reproches du Matre, qui morigne son serviteur, parce qu'au lieu de faire fructifier son talent, il s'est content de l'enfouir dans le sol. Imitez plutt le bon Samaritain de la parabole, qui avait compris ses devoirs envers le prochain et que le Seigneur propose en modle son interlocuteur : Va et fais de mme . Initiative de l'action Mais votre intention n'est pas seulement d'accorder votre aide, quand le besoin immdiat s'en prsente; vous prtendez l'initiative de l'action, la spontanit du dvoment, et vous suivez la trace du Seigneur, que rien ne forait venir sur terre et qui n'obit en cela qu'au penchant de sa misricordieuse bont. Que vos dmarches rpondent constamment l'impulsion d'une gnrosit inspire par un amour entirement dsintress! D'ailleurs, le Christ, avant de monter au ciel, a confi ses Aptres, et par eux toute son Eglise, la charge d'vangliser le monde
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Cfr. Matth. 25, 24-25.

* Cfr. Luc. 10, 30-37.

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en son nom. Chaque chrtien doit donc se persuader qu'une partie de cette charge repose sur ses paules et que personne ne peut s'en acquitter sa place ! Universalit de l'action Un troisime caractre de votre action sera son universalit. Vous avez secourir les autres dans toute la mesure de vos possibilits et des besoins qui se manifestent. Cette universalit s'exprime pour une part dans le travail de chacune d'entre vous, mais bien davantage, comme il est vident, dans votre Union considre dans son ensemble. Lorsque trente-six millions de femmes catholiques rpandues sur toute la terre s'emploient raliser un programme commun issu des exigences de la foi et de la vie chrtienne, leur association porte certainement l'empreinte de cette catholicit, qui marque dj son origine mme. Pourquoi en effet runir un Congrs international, changer les ides et les expriences conduites en diffrents pays pendant ces cinq dernires annes, sinon prcisment pour affirmer l'universalit de votre action? Ajoutons encore une note typique, qui distingue votre Union des autres groupements fminins internationaux. Celui de qui en dfinitive relvent toutes vos entreprises, celui qui leur confre efficacit et succs, c'est Dieu lui-mme, dont la Providence aux voies imprvisibles s'entoure toujours d'un halo de mystre. Si parfois les rsultats ne rpondent pas votre attente, si des obstacles insurmontables arrtent votre avance dans tel ou tel secteur, si l'on interprte mal vos intentions les plus pures, vous n'avez encore aucune raison de vous abandonner au dcouragement. Aucun de vos efforts n'est perdu, soyez-en sres, car le Seigneur les voit et en tient compte ; mais il a aussi ses plans ; il considre l'ensemble de son uvre et dispose comme il l'entend ses divers lments. Laissez-lui donc les dcisions dernires, sans ralentir votre lan, ni manquer en rien ce qu'il attend de vous. De la sorte vous viterez aussi plus facilement que l'amertume ou l'envie ne vienne troubler la cordialit et l'harmonie de vos rapports avec d'autres qui partagent le mme champ d'apostolat. Quant votre champ d'apostolat lui-mme et au travail que vous y dployez, Nous constatons que, depuis quelques dcades, il s'tend constamment dans presque tous les pays. Les causes les plus diverses comme l'industrialisation, les bouleversements sociaux, l'lvation des niveaux de vie et de culture, la cration de nouvelles branches de la technique y ont contribu et continuent encore agir. Actuellement la femme trouve

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place dans presque toutes les professions et institutions culturelles, sociales, politiques, ainsi que dans les organismes internationaux. Comme les autres, la femme catholique participe ce mouvement ; elle ne pourrait ni d'ailleurs ne veut s'y soustraire; bien au contraire, elle doit assumer ses responsabilits dans tous les domaines et faire face aux exigences d'un apostolat effectif. Dans chacun des secteurs o elle travaille, dans la famille comme pouse et mre, dans l'ducation, dans la vie sociale, dans les organismes lgislatifs, administratifs, judiciaires et dans les relations internationales, elle doit suivre des normes religieuses et morales particulires sur lesquelles l'Eglise, et les Papes tout spcialement, ont fourni des claircissements utiles. Lorsque les circonstances n'taient pas encore suffisamment dfinies, ils ont d'habitude trac les limites ne pas franchir. Exhortation l'apostolat

Le Sige Apostolique ne tolre pas seulement votre action ; il vous exhorte l'apostolat, vous dpenser pour raliser le grand devoir missionnaire des chrtiens, afin de rassembler toutes les brebis gares en un seul troupeau et sous un seul Pasteur. L'initiative individuelle y a sa fonction ct d'une action d'ensemble organise et mene par le moyen des diverses associations. Cette initiative de l'apostolat lac se justifie parfaitement, mme sans mission pralable explicite de la hirarchie. La mre de famille qui s'occupe de la formation religieuse de ses enfants, la femme qui s'adonne aux services d'assistance charitable, celle qui montre une fidlit courageuse pour sauvegarder sa dignit ou le climat moral de son milieu, exercent un apostolat vritable. Spcialement dans les pays o les contacts avec la hirarchie sont difficiles ou pratiquement impossibles, une part trs large revient l'initiative personnelle pour le maintien de la foi et de la vie catholique ; les chrtiens sur qui retombe cette charge doivent dans ce cas, avec la grce de Dieu, prendre toutes leurs responsabilits. Il est clair toutefois qu'on ne peut, mme alors, rien entreprendre qui aille contre la volont explicite ou implicite de l'Eglise ou soit contraire en quelque manire aux rgles de la foi, de la morale ou de la discipline ecclsiastique. Nous sommes heureux de distinguer parmi vous les membres des Cfr.
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jeunes associations d'Afrique et d'Asie. Elles se trouvent maintenant places devant des tches ardues et considrables, pour lesquelles elles ont besoin de l'aide de leurs surs plus exprimentes. Nous ne doutons nullement que ce Congrs ne renforce les liens de solidarit et l'assurance d'appui efficace au sein de votre Union. En ce qui concerne l'Amrique Latine, il apparat qu'un travail pressant s'impose dans deux directions. D'abord, pour protger contre la propagande des confessions non-catholiques une foi devenue souvent superficielle et prive de soutien d'un sacerdoce suffisamment nombreux. Vous vous proposez donc de dvelopper les convictions religieuses personnelles et de veiller l'approfondissement de la vie chrtienne. En second lieu, vous envisagez une action sociale tendue pour amliorer la situation gravement dficiente d'une bonne partie de la population rurale, comme aussi d'importantes fractions du proltariat urbain. Il est urgent d'inciter les classes dirigeantes prendre conscience des exigences de la justice sociale et de la ncessit d'un dvoment personnel dans l'assistance charitable, mais surtout il faut entreprendre sans dlai la formation d'lites populaires dans le milieu rural et urbain, pour qu'elles soient comme le levain ml la pte et qui la travaille du dedans ; ces lites sont irremplaables dans l'uvre du relvement religieux et social des populations dlaisses. Nous avons soulign au dbut de cette allocution que l'Union Mondiale des Organisations fminines catholiques a statut consultatif auprs de plusieurs organisations internationales. Elle peut ainsi prsenter et faire valoir dans les milieux neutres la pense catholique sur le dveloppement de la personnalit fminine et sur sa mission dans le monde moderne. Nous souhaitons que vous puissiez mettre profit ces relations et exercer par l votre influence sur des cercles de plus en plus entendus. C'est une forme d'apostolat indirect sans doute, mais de la plus haute importance. Mme si l'on n'obtient pas tous les rsultats positifs que l'on souhaitait, il est possible souvent d'empcher certaines dviations ou des orientations dangereuses. Au terme de cet expos, en remerciant le Seigneur de tout ce qu'il a dj accompli par vos associations, Nous pouvons jeter un regard de confiance sur l'avenir. Certes, les menaces les plus graves ne cessent de peser sur une humanit divise en blocs hostiles, aux prises avec la tentation envahissante d'un matrialisme impitoyable qui, tantt sous l'aspect d'une jouissance goste des biens de cette terre, tantt sous celui plus repoussant encore de l'oppression collective de peuples et de

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nations entires, prtend rendre l'homme lui-mme, en l'arrachant totalement Dieu. Vous voulez au contraire apporter aux individus, aux familles, aux socits, le message de Rdemption sur le plan temporel et spirituel la fois, par une action concerte de toutes les femmes catholiques qui, grce votre Union, prennent maintenant davantage conscience de leur mission commune, de l'effort qui les appelle solidairement, comme membres vivants d'une mme Eglise, faire pntrer partout le rgne du Christ. Le triomphe dfinitif de la foi chrtienne peut vous apparatre encore lointain, mais vous savez qu'il faut apporter une une les pierres de la cit sainte, qui rassemblera un jour tous les enfants du Pre dans la joie et l'amour. Lentement, mais srement, la construction s'lve ; loin de vous abandonner au doute ou au pessimisme, rappelez-vous les promesses du Seigneur, celle de son assistance indfectible, celle aussi de son avnement glorieux. V o u s aurez des tribulations dans le monde ! disait-il aux siens mais courage ! j'ai vaincu le monde .
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Comme gage de la protection divine et de Notre paternelle affection, Nous vous accordons pour vous-mmes, pour tous les membres de votre Union et ceux qui leur sont chers, Notre Bndiction Apostolique.

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lis qui interfuerunt Conventui alteri catholicorum ex universo orbe, pro Laicorum Apostolatu, Romae habito. * Six ans se sont couls, chers fils et chres filles, depuis que, parlant au premier Congrs Mondial pour l'Apostolat des lacs, Nous disions en terminant Notre discours: S ' i l est une puissance au monde capable... de disposer les mes une franche rconciliation et une fraternelle union entre les peuples, c'est bien l'Eglise catholique. Vous pouvez vous en rjouir avec fiert. A vous d'y contribuer de toutes vos forces y).
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Aujourd'hui Nous contemplons avec joie l'assemble choisie qui runit, pour ce deuxime Congrs Mondial, deux mille reprsentants venus de plus de quatre-vingts nations, et parmi lesquels on compte des Cardinaux, des Evques, des prtres, des lacs minents. Nous vous adressons
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Io. 16, 33. Discorsi e Radiomessaggi, vol. XIII, pag. 301.

* Die 5 Octobris mensis a. 1957.


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Notre salut paternel et cordial et vous flicitons du travail considrable accompli en quelques annes pour raliser les objectifs qu'on vous avait fixs. La documentation, rassemble par le Comit Permanent des Congrs Internationaux pour l'Apostolat des lacs , rvle d'abord qu'un grand nombre d'Evques ont consacr ce sujet des lettres pastorales ; elle rappelle ensuite la srie des congrs nationaux et internationaux provoqus par celui de 1951 et destins prolonger son action : en Inde, au Soudan, en Suisse, en Belgique (o plus de trois mille dirigeants lacs se rencontrrent Louvain), au Mexique, en Espagne, au Portugal; Kisubi (Ouganda) pour toute l'Afrique, Manille pour l'Asie, Santiago et Montevideo pour treize pays de l'Amrique centrale et mridionale. Ajoutons-y encore les rencontres destines prparer le deuxime Congrs Mondial, et qui se sont tenues Gazzada, Castel Gandolfo, Rome, Wrzburg et Paris. Sans aucun doute, le premier Congrs Mondial pour l'Apostolat des lacs fut comme un puissant appel, qui provoqua partout de multiples chos. Il a incit les catholiques considrer non seulement leurs devoirs envers eux-mmes, mais aussi ceux qu'ils ont envers l'Eglise, envers la socit civile et toute l'humanit. Il a soulign avec force l'importance de l'engagement personnel des lacs pour assumer et mener bien de nombreuses tches dans le domaine religieux, social et culturel. Il a ainsi fortifi en eux le sens de leurs responsabilits dans la socit moderne et le courage de les affronter, et il a contribu notablement promouvoir la collaboration et la coordination entre les diffrentes formes d'apostolat des lacs. Comme thme du prsent Congrs, qui fut soigneusement prpar par des thologiens et des spcialistes des questions sociales et internationales, vous avez choisi : Les lacs dans la crise du monde moderne : responsabilits et formation . Si, pour rpondre votre souhait, Nous vous adressons la parole au commencement de votre Congrs, c'est dans l'intention de complter ce que Nous disions, il y a six ans, par quelques remarques sur les principes directeurs de l'apostolat des lacs et sur certains points pratiques, concernant la formation et l'action de l'aptre lac.

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Quelques aspects fondamentaux de l'apostolat des lacs

Hirarchie et Apostolat Nous prendrons comme point de dpart de ces considrations l'une des questions destines prciser la nature de l'apostolat des lacs : L e lac charg d'enseigner la religion avec "missio canonica ", avec le mandat ecclsiastique d'enseigner, et dont cet enseignement constitue peut-tre mme l'unique activit professionnelle, ne passe-t-il pas, par l mme, de l'apostolat lac "l'apostolat hirarchique " ? . Pour rpondre cette question, il faut se rappeler que le Christ a confi ses Aptres eux-mmes un double pouvoir : d'abord le pouvoir sacerdotal de consacrer qui fut accord en plnitude tous les Aptres ; en second lieu, celui d'enseigner et de gouverner, c'est--dire, de communiquer aux hommes, au nom de Dieu, la vrit infaillible qui les engage et de fixer les normes qui rglent la vie chrtienne. Ces pouvoirs des Aptres passrent au Pape et aux Evques. Ceux-ci par l'ordination sacerdotale, transmettent d'autres, dans une mesure dtermine, le pouvoir de consacrer, tandis que celui d'enseigner et de gouverner est le propre du Pape et des Evques. Quand on parle d' apostolat hirarchique et d' apostolat des lacs , il faut donc tenir compte d'une double distinction : d'abord, entre le Pape, les Evques et les prtres d'une part, et l'ensemble du p;acat d'autre part; puis, dans le clerg lui-mme, entre ceux qui dtiennent dans sa plnitude le pouvoir de consacrer et de gouverner, et les autres clercs. Les premiers (Pape, Evques et prtres) appartiennent ncessairement au clerg; si un lac tait lu Pape, il ne pourrait accepter l'lection qu' condition d'tre apte recevoir l'ordination et dispos se faire ordonner ; le pouvoir d'enseigner et de gouverner, ainsi que le charisme de l'infaillibilit, lui seraient accords ds l'instant de son acceptation, mme avant son ordination. Maintenant, pour rpondre la question pose, il importe de considrer les deux distinctions proposes. Il s'agit, dans le cas prsent, non du pouvoir d'ordre, mais de celui d'enseigner. De celui-ci, seuls les dtenteurs de l'autorit ecclsiastique sont dpositaires. Les autres, prtres ou lacs, collaborent avec eux dans la mesure o ils leur font confiance

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pour enseigner fidlement et diriger les fidles. Les prtres (qui agissent vi muneris sacerdotalis) et les lacs aussi peuvent en recevoir le mandat qui, suivant les cas, peut tre le mme pour tous les deux. Ils se distinguent cependant par le fait que l'un est prtre, l'autre lac, et que, par consquent, l'apostolat de l'un est sacerdotal, celui de l'autre est lac. Quant l valeur et l'efficacit de l'apostolat exerc par l'enseignant de religion, elles dpendent de la capacit de chacun et de ses dons surnaturels. Les enseignants lacs, les religieuses, les catchistes en pays de mission, tous ceux qui sont chargs par l'Eglise d'enseigner les vrits de la foi, peuvent eux aussi s'appliquer bon droit la parole du Seigneur : Vous tes le sel de la terre ; vous tes la lumire du monde .
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Il est clair que le simple fidle peut se proposer et il est hautement souhaitable qu'il se propose de collaborer d'une manire plus organise avec les autorits ecclsiastiques, de les aider plus efficacement dans leur labeur apostolique. Il se mettra alors plus troitement sous la dpendance de la Hirarchie, seule responsable devant Dieu du gouvernement de l'Eglise. L'acceptation par le lac d'une mission particulire, d'un mandat de la Hirarchie, si elle l'associe de plus prs la conqute spirituelle du monde, que mne l'Eglise sous la direction de ses Pasteurs, ne suffit pas en faire un membre de la Hirarchie, lui donner les pouvoirs d'ordre et de juridiction qui restent troitement lis la rception du sacrement de l'ordre, ses divers degrs. Nous n'avons pas considr jusqu'ici les ordinations qui prcdent la prtrise et qui, dans la pratique actuelle de l'Eglise, ne sont confres que comme prparation l'ordination sacerdotale. L'office attach aux ordres mineurs est depuis longtemps exerc par des lacs. Nous savons qu'on pense actuellement introduire un ordre du diaconat conu comme fonction ecclsiastique indpendante du sacerdoce. L'ide, aujourd'hui du moins, n'est pas encore mre. Si elle le devenait un jour, rien ne changerait ce que Nous venons de dire sinon que ce diaconat prendrait place avec le sacerdoce dans les distinctions que Nous avons indiques. Responsabilit des lacs Ce serait mconnatre la nature relle de l'Eglise et son caractre social que de distinguer en elle un lment purement actif, les autorits ecclsiastiques, et d'autre part, un lment purement passif, les lacs.
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Cfr. can. 1327 et 1328. Matth. 5, 13-14.

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Sedis - Commentarium

Officiale

Tous les membres de l'Eglise, comme Nous l'avons dit Nous-mme dans l'Encyclique Mystici Corporis Christi, son appels collaborer l'dification et au perfectionnement du Corps mystique du Christ.
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Tous

sont des personnes libres et doivent donc tre actifs. On abuse parfois du terme mancipation des lacs , quand on l'utilise avec un sens, qui dforme le caractre vritable des relations existant entre l'Eglise enseignante et l'Eglise enseigne, entre prtres et lacs. Au sujet de ces dernires relations, constatons simplement que les tches de l'Eglise sont aujourd'hui trop vastes pour permettre qu'on se livre des disputes mesquines. Pour garder la sphre d'action de chacun, il suffit que tous aient assez d'esprit de foi, de dsintressement, d'estime et de confiance rciproques. Le respect de la dignit du prtre fut toujours un des traits les plus typiques de la communaut chrtienne. Par contre, mme le lac a des droits, et le prtre, de son ct doit les reconnatre. Le lac a droit recevoir des prtres tous les biens spirituels, afin de raliser le salut de son me et de parvenir , la perfection chrtienne :
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quand il s'agit des droits fondamentaux du chrtien, il peut faire valoir ses exigences ; c'est le sens et le but mme de toute la vie de l'Eglise qui est ici en jeu. ainsi que la responsabilit devant Dieu du prtre comme du lac. On provoque invitablement un malaise, quand on ne regarde que la fonction sociale. Celle-ci n'est une fin en soi ni en gnral ni dans l'Eglise, car la communaut est en dfinitive au service des individus, et non inversement. Si l'histoire montre que, ds les origines de l'Eglise, les lacs avaient part l'activit que le prtre dploie au service de l'Eglise, il est vrai qu'aujourd'hui plus que jamais, ils doivent prter cette collaboration avec d'autant plus de ferveur, pour l'dification du Corps du Christ , dans toutes les formes d'apostolat, en particulier quand il s'agit de faire pntrer l'asprit chrtien dans toute la vie familiale, sociale, conomique et politique. Un des motifs de cet appel au lacat est sans doute le manque actuel de prtres, mais mme dans le pass le prtre attendait la collaboration des lacs. Mentionnons seulement la contribution considrable que les matre et matresses catholiques, ainsi que les religieuses, ont apporte dans l'enseignement de la religion, et en gnral dans l'ducation chri

Cfr. Acta Ap. Sedis, vol. XXXV a. 1943, pag. 241 Can. 87, 682.

* Can. 467, 1; 892, 1. ' Eph. 4, 12.,

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tienne et la formation de la jeunesse qu'on songe, par exemple, aux coles catholiques des Etats-Unis. L'Eglise leur en est reconnaissante : n'tait-ce pas l un complment ncessaire du travail sacerdotal? Il reste que le manque de prtres est aujourd'hui particulirement sensible et menace de le devenir encore davantage ; Nous pensons en particulier aux immenses territoires de l'Amrique Latine, dont les peuples et les Etats connaissent l'poque prsente un dveloppement rapide. Le travail des lacs n'y est que plus ncessaire. Par ailleurs, mme indpendamment du petit nombre des prtres, les relations entre l'Eglise et le monde exigent l'intervention des aptres lacs. La consecratio mundi est, pour l'essentiel, l'uvre des lacs eux-mmes, d'hommes qui sont mls intimement la vie conomique et sociale, participent au gouvernement et aux assembles lgislatives. De mme, les cellules catholiques, qui doivent se crer parmi les travailleurs, dans chaque usine et dans chaque milieu de travail, pour ramener l'Eglise ceux qui en sont spars, ne peuvent tre constitues que par les travailleurs eux-mmes. Que l'autorit ecclsiastique applique ici aussi le principe gnral de l'aide subsidiaire et complmentaire; que l'on confie au lac les taches, qu'il peut accomplir, aussi bien ou mme mieux que le prtre, et que, dans les limites de sa fonction ou celles que trace le bien commun de l'Eglise, il puisse agir librement et exercer sa responsabilit. En outre, on se souviendra que la parole du Seigneur : Dignus est... operarius mercede s u a
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s'applique aussi lui. Nous avons sou-

vent t frapp de voir rappeler dans les Congrs missionnaires pour l'apostolat des lacs l'obligation de donner ces collaborateurs le salaire qui leur est d ; le catchiste est souvent occup compltement par sa tche missionnaire, et par consquent lui-mme et sa famille dpendent pour vivre de ce que l'Eglise leur donne. Par ailleurs, l'aptre lac ne doit pas s'offenser, si on lui demande de ne pas poser la mission qui l'entretient des exigences exagres. Nous avons, dans une prcdente occasion, voqu la figure de ces lacs, qui savent assumer toutes leurs responsabilits. Ce sont, disionsNous, (( des hommes constitus dans leur intgrit inviolable comme images de Dieu ; des hommes fiers de leur dignit personnelle et de leur saine libert; des hommes justement jaloux d'tre les gaux de leurs semblables en tout ce qui concerne le fonds le plus intime de la dignit

* Luc. 10, 7

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humaine ; des hommes attachs de faon stable leur terre et leur tradition .
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Un tel ensemble de qualits suppose qu'on a appris se

matriser, se sacrifier, et qu'on puise sans cesse lumire et force aux sources du salut qu'offre l'Eglise. Le matrialisme et l'athisme d'un monde, dans lequel des millions de croyants doivent vivre isols, oblige former en eux tous des personnalits solides. Sinon, comment rsisteront-ils aux entranements de la masse qui les entoure? Ce qui est vrai pour tous, l'est d'abord pour l'aptre lac, tenu non seulement se dfendre, mais aussi conqurir. Cela n'enlve rien la valeur des mesures de prcautions, comme les lois de protection de la jeunesse, la censure des films, et toutes les dispositions, que prennent l'Eglise et l'Etat pour prserver de la corruption le climat moral de la socit. Pour duquer le jeune homme ses responsabilits de chtien, il importe de garder son esprit et son cur dans une atmosphre saine. On pourrait dire que les institutions doivent tre tellement parfaites, qu'elles puissent par elles seules assurer la sauvegarde de l'individu, tandis que l'individu doit tre form l'autonomie du catholique adulte, comme s'il n'avait compter que sur luimme pour triompher de toutes les difficults.

L'apostolat des laies Nous laborons ici le concept d'apostolat des lacs au sens strict d'aprs ce que Nous avons expliqu plus haut de l'apostolat hirarchique : il consiste en la prise en charge per des lacs de tches, qui dcoulent de la mission confie par le Christ son Eglise. Nous avons vu que cet apostolat reste toujours apostolat de lacs, et ne devient pas <( apostolat hirarchique , mme quand il s'exerce par mandat de la Hirarchie. Il s'ensuit qu'il est prfrable de dsigner l'apostolat de la prire et de l'exemple personnel comme apostolat au sens plus large ou impropre du mot. A cet gard, Nous ne pouvons que confirmer les remarques que Nous faisions dans Notre lettre au I I I
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Congrs Mondial de l'Union

mondiale des enseignants chrtiens Vienne : Que l'activit professionnelle des matres et matresses catholiques appartienne ou non l'apostolat des lacs au sens propre, soyez persuads, chers fils et filles, que le matre chrtien, qui par sa formation et son dvoment est la
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Allocution aux nouveaux Cardinaux, 20 fvrier 1946 - A. A. S., vol. XXXVIII

a. 1946, pag. 141 ss.

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hauteur de sa tche, et, profondment convaincu de sa foi catholique, en donne l'exemple la jeunesse qui lui est confie, comme une chose allant de soi et devenue en lui une seconde nature, exerce au service du Christ et de son Eglise une activit semblable au meilleur apostolat des lacs .
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On peut rpter cette affirmation de toutes les professions, et

notamment de celles des mdecins ou ingnieurs catholiques, surtout l'heure actuelle, o ils sont appels dans les pays sous-dvelopps et dans les territoires de mission, au service des gouvernements locaux ou de

rUNESCO et des autres Organisations internationales, et donnent

par leur vie et l'exercice de leur profession l'exemple d'une vie chrtienne pleinement panouie. L'Action catholique porte toujours le caractre d'un apostolat officiel des lacs. Deux remarques s'imposent ici: le mandat, surtout celui d'enseigner, n'est pas donn l'Action catholique dans son ensemble, mais ses membres organiss en particulier, suivant la volont et le choix de la Hirarchie. L'Action catholique ne peut pas non plus revendiquer le monopole de l'apostolat des lacs, car, ct d'elle, subsiste l'apostolat lac libre. Des individus ou des groupes peuvent se mettre la disposition de la Hirarchie et se voir confier par elle, pour une dure fixe ou indtermine, certaines tches, pour lesquelles ils reoivent mandat. On peut certes se demander alors, s'ils ne deviennent pas aussi membres de l'Action catholique. Le point important, c'est que l'Eglise hirarchique, les Evques et les prtres, peuvent se choisir des collaborateurs lacs, quand ils trouvent des personnes capables et disposes les aider. Il semble ncessaire ici de faire connatre, au moins dans ses grandes lignes, une suggestion qui Nous a t communique tout rcemment. On signale qu'il rgne actuellement un malaise regrettable, assez largement rpandu, qui trouverait son origine surtout dans l'usage du vocable d'(( Action Catholique . Ce terme en effet serait rserv certains types dtermins d'apostolat lac organis, pour lesquels il cre, devant l'opinion, une sorte de monopole : toutes les organisations, qui n'entrent pas dans le cadre de l'Action catholique ainsi conue, affirme-t-on , apparaissent de moindre authenticit, d'importance secondaire, semblent moins appuyes par la Hirarchie et restent comme en marge de l'effort apostolique essentiel du lacat. Il en rsulterait qu'une forme particulire d'apostolat lac, c'est--dire l'Action catholique, triomphe au d-

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Die 5 Augusti mensis a. 1957.


ACTA, vol. X X I V , n. 15 22-11-1957.

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triment des autres et que Fon assiste la main-mise de Fespce sur le genre. Bien plus, on en viendrait en pratique jeter l'exclusive et fermer le diocse aux mouvements apostoliques, qui ne portent pas l'tiquette de l'Action Catholique. Pour rsoudre cette difficult, on envisage deux rformes pratiques : une de terminologie, et comme corollaire, une autre de structure. D'abord il faudrait restituer au terme d' Action Catholique son sens gnral et l'appliquer uniquement l'ensemble des mouvements apostoliques lacs organiss et reconnus comme tels, nationalement ou internationalement, soit par les Evques sur le plan national, soit par le Saint-Sige pour les mouvements qui visent tre internationaux. Il suffirait donc que chaque mouvement particulier soit dsign par son nom et caractris dans sa forme spcifique, et non selon le genre commun. La rforme de structure suivrait celle de la fixation du sens des termes. Tous les groupes appartiendraient l'Action catholique et conserveraient leur nom propre et leur autonomie, mais ils formeraient tous ensemble, comme Action Catholique, une unit

federative. Chaque v-

que resterait libre d'admettre ou de refuser tel mouvement, de le mandater ou non, mais il ne lui appartiendrait pas de le refuser comme n'tant pas d'Action catholique par sa nature mme. La ralisation ventuelle d'un tel projet requiert naturellement une rflexion attentive et prolonge. Votre Congrs peut offrir une occasion favorable de discuter et d'examiner ce problme, en mme temps que d'autres questions similaires. Il reste encore un mot dire pour achever ces considrations de principe, sur les relations de l'apostolat des lacs avec l'autorit ecclsiastique. Il suffit de rpter ce que, en 1951 dj, Nous posions comme rgle gnrale : que l'apostolat des lacs doit, dans ses formes les plus varies, (( se tenir toujours dans les limites de l'orthodoxie et ne pas s'opposer aux lgitimes prescriptions des autorits ecclsiastiques comptentes .
X 1

Entretemps Nous Nous sommes vu forc de refuser une opinion errone sur la thologie laque , opinion qui drivait d'une conception inexacte de la responsabilit du lac.
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Le terme de thologie laque

est priv de tout sens. La norme, qui s'applique en gnral l'apostolat des lacs et que Nous venons de rappeler, vaut aussi naturellement, et davantage encore, pour le thologien lac ; mais s'il veut publier des

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Discorsi e Radiomessaggi, vol. X I I I , pag. 298. Alloc. Si diligis , 31 mai 1954 - A. A. S., vol. X X X X V I , pag. 313.

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crits sur des matires thologiques, il a besoin lui aussi de l'approbation explicite du

Magistre ecclsiastique.

L'activit du lac catholique est particulirement opportune dans les domaines, o la recherche thologique ctoie celle des sciences profanes. Rcemment, l'initiative de la Grres-Gesellschaft , un groupe de thologiens et de naturalistes se sont mis d'accord pour discuter en des rencontres rgulires sur les questions communes qui les intressent. Nous ne pouvons que les fliciter d'une telle initiative.

II
Formation des aptres lacs - Exercice de l'apostolat des lacs Quelques remarques suffiront au sujet de la formation des aptres lacs. Tous les chrtiens ne sont pas appels l'apostolat lac au sens strict. Nous avons dj dit que l'Evque devrait pouvoir prendre des collaborateurs parmi ceux qu'il trouve disposs et capables, car la disposition seule ne suffit pas. Les aptres lacs formeront donc toujours une lite, non qu'ils se tiennent l'cart des autres, mais bien au contraire, parce qu'ils sont capables d'attirer les autres et d'agir sur eux. Ainsi Comprend-on qu'ils doivent possder, outre l'esprit apostolique qui les anime, une qualit, sans laquelle ils feraient plus de mal que de bien : le tact. Pour acqurir, d'autre part, la comptence requise, il faut videmment accepter l'effort d'une srieuse formation : celle-ci, dont personne ne met en doute la ncessit pour les enseignants, s'impose galement pour tout aptre lac, et Nous avons appris avec plaisir que la rencontre de Kisubi a mis fortement l'accent sur la formation intellectuelle. Quant aux lacs qui s'occupent de l'administration des biens ecclsiastiques, qu'on les choisisse avec prudence et en connaissance de cause. Lorsque des incapables occupent ces charges, non sans dommage pour les biens ecclsiastiques, la faute en retombe moins sur eux-mmes, que sur les autorits qui les ont appels leur service. A l'heure actuelle, mme l'aptre lac, qui travaille parmi les ouvriers dans les usines et les entreprises, a besoin d'un savoir solide en matire conomique, sociale et politique, et connatra donc aussi la doctrine sociale de l'Eglise. On connat une uvre d'apostolat pour les hommes qui forme ses membres dans un Sminaire social, qui reoit 300 participants pendant chaque semestre d'hiver et dispose des services de vingt confrenciers : professeurs d'Universit, juges, co-

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nomistes, juristes, mdecins, ingnieurs, connaisseurs des langues et de sciences. Cet exemple mrite, Nous semble-t-il, d'tre suivi. La formation des aptres lacs sera prise en main par les uvres d'apostolat lac elles-mmes, qui trouveront de l'aide auprs du clerg sculier et des Ordres religieux apostoliques. Les Instituts sculiers leur apporteront aussi, Nous en sommes sr, une collaboration apprcie. Pour la formation des femmes l'apostolat lac, les religieuses ont dj leur actif de belles ralisations, en pays de mission et ailleurs. Nous voudrions attirer spcialement votre attention sur un aspect de l'ducation des jeunes catholiques : la formation de leur esprit apostolique. Au lieu de cder une tendance un peu goste, en songeant seulement au salut de leur me, qu'ils prennent aussi conscience de leur responsabilit envers les autres et des moyens de les aider. Nul doute, d'ailleurs, que la prire, le sacrifice, l'action courageuse pour gagner les autres Dieu, ne soient des gages trs srs du salut personnel. Nous n'entendons nullement par l blmer ce qu'on a fait dans le pass, car les ralisations nombreuses et remarquables cet gard n'y manquent pas. Nous pensons, entre autres, aux hebdomadaires catholiques, qui ont entretenu le zle de beaucoup pour les uvres charitables et l'apostolat. Des mouvements comme l'uvre de la Sainte-Enfance eurent en ce sens de fcondes initiatives. Toutefois l'esprit apostolique s'implante au cur de l'enfant non seulement l'cole, mais bien avant l'ge scolaire, par les soins de la mre elle-mme. Il apprendra comment prier la Messe, comment l'offrir avec une intention qui embrasse le monde entier et surtout les grands intrts de l'Eglise. En s'examinant sur les devoirs envers le prochain, il ne se demandera pas seulement : Aije fait du tort au prochain? , mais encore Lui ai-je montr le chemin, qui conduit Dieu, au Christ, l'Eglise, au salut? . Quant l'exercice de l'apostolat lac, puisque les rflexions mises plus haut sur les questions de principe en ont dj touch plusieurs points, Nous ne traiterons ici que de certains champs d'apostolat, d'o monte pour l'instant un appel plus urgent. La paroisse N'est-ce pas un signe rconfortant qu'aujourd'hui mme des adultes considrent comme un honneur le fait de servir l'autel? Et ceux qui, par la musique et le chant, contribuent la louange de Dieu et l'dification des fidles exercent sans aucun doute un apostolat lac digne d'loges.

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L'aptre lac engag dans l'apostolat de quartier, et qui se voit confier un des groupes de maisons de la paroisse, doit tcher de s'informer avec exactitude de la situation religieuse des habitants. Les conditions d'habitation sont-elles mauvaises ou insuffisantes? Qui aurait besoin du secours des uvres charitables? Y a-t-il des mariages rgulariser? des enfants baptiser? Que valent les kiosques journaux, les librairies, les bibliothques circulantes du quartier? Que lisent les jeunes et les adultes? La complexit et parfois le caractre dlicat des problmes rsoudre dans ce type d'apostolat invitent n'y appliquer qu'une lite choisie doue de tact et de vraie charit.

Presse, radio, film, tlvision Les entreprises d'ditions et de librairie sont pour l'apostolat lac un domaine de choix. Nous sommes heureux d'apprendre que la grande majorit des diteurs et libraires catholiques considrent leur profession comme un service de l'Eglise. La bibliothque paroissiale peut tre tenue convenablement par des lacs, qui seront d'habitude des lecteurs et lectrices expriments. Dans les bibliothques circulantes, de bons catholiques trouveront aussi l'occasion de faire du bien. Le journaliste catholique, qui exerce son mtier en esprit de foi, est tout naturellement un aptre lac. Le Congrs de Manille a demand pour l'Asie des journalistes catholiques et une presse catholique. Il est d'ailleurs normal que les catholiques collaborent avec la presse, mme celle d'intrt local. Pour ce qui touche la radio, au cinma, la tlvision, Nous renvoyons ce que Nous avons dit dans l'Encyclique Miranda prorsus du 8 septembre de cette anne. Une double tche est accomplir : viter tout lment de corruption et promouvoir les valeurs chrtiennes. On Compte actuellement dans le monde entier douze miliards de personnes, qui frquentent chaque anne les salles locales de spectacle. Or trop de spectacles, parmi ceux qui leur sont offerts, n'atteignent pas le niveau culturel et moral qu'on serait en droit d'attendre. Le fait le plus regrettable est que le film prsente le plus souvent un monde, o les hommes vivent et meurent comme si Dieu n'existait pas. U s'agit donc d'viter ici des prils mortels pour la foi et la vie chrtienne. Jamais on ne pourrait porter devant Dieu la responsabilit de tolrer pareille situation, et l'on doit essayer de toutes ses forces de la modifier. Aussi sommes-Nous

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reconnaissant tous ceux qui entreprennent dans le domaine de la radio, du film et de la tlvision un travail courageux, intelligent et systmatique, rcompens dj par des rsultats qui autorisent de srieux espoirs. Nous recommandons en particulier les associations et ligues qui se proposent de faire prvaloir les principes chrtiens dans l'usage du cinma. Dans les paroisses ou du moins dans les doyenns, des groupes de travail formeront leurs membres et leurs collaborateurs, mais aussi le public leurs devoirs envers la radio, le cinma et la tlvision et les aideront les remplir. En ce qui concerne la tlvision, il est indispensable que l'Eglise soit reprsente dans les comits chargs d'laborer les programmes et que des spcialistes catholiques prennent rang parmi les producteurs. Les prtres ainsi que les lacs sont invits cette tche le prtre peut possder en cela une comptence gale celle du lac , mais dans tous les cas l'intervention des lacs est requise.

Le monde du travail Vingt millions de jeunes entrent chaque anne au travail dans le monde entier. Parmi eux, on trouve des catholiques, mais aussi des millions d'autres, qui sont bien ouverts une formation religieuse. D'eux tous, vous devez vous sentir responsables. Combien l'Eglise en conservet-elle? combien en regagne-t-elle? Puisque le climat de l'entreprise est nfaste au jeune homme, la cellule catholique doit intervenir dans les ateliers, mais aussi dans les trains, les autobus, les familles, les quartiers; partout elle agira, donnera le ton, exercera une influence bienfaisante, rpandra une vie nouvelle. Ainsi un contrematre catholique s'occupera le premier des nouveaux venus, par exemple, pour leur trouver une maison convenable, leur procurer de bonnes amitis, les mettre en rapport avec la vie ecclsiastique locale, et veillera ce qu'ils s'acclimatent facilement leur situation. L'appel que Nous lancions l'anne dernire aux catholiques allemands s'adresse aussi aux aptres lacs du monde entier, partout o rgnent la technique et l'industrie : Une tche importante vous incombe, leur disions-Nous celle de donner ce monde de l'industrie une forme et une structure chrtiennes... Le Christ, par qui tout a t cr, le Matre du monde, demeure Matre aussi du monde actuel, car celui-ci galement est appel tre un monde chrtien. Il vous appartient de lui confrer

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l'empreinte du Christ .

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Telle est bien la plus lourde, mais aussi la plus

grande tche de l'apostolat du lacat catholique. La C. E. G. A. Rcemment s'est tenu Luxembourg un Congrs sur les problmes sociaux dans la Communaut europenne du charbon et de l'acier. Le rapport que P I C A R E S (Institut International Catholique de Recherches Socio-ecclsiales) en a donn, contenait trois points, qui Nous paraissent d'une importance particulire pour la question ici traite. D'abord, la population minire du territoire de la Communaut qui s'tend de la Ruhr la Belgique et aux Pyrnes, se compose pour la plus grande partie d'migrants appartenant aux divers pays d'Europe. En second lieu : pour la pratique religieuse, les mineurs, en comparaison du milieu social environnant, ne reprsentent que la plus faible minorit, parce qu'ils sont plus facilement dracins que les autres catgories de travailleurs. Ils ont donc besoin d'une rintgration sociale. En troisime lieu, et ceci s'applique la vie de la communaut catholique, la conduite religieuse du mineur migr dpend troitement de la situation de sa famille, des conditions d'habitation, de l'intgration plus ou moins rapide dans le milieu qui le reoit. Le rapport dit mme que l'apostolat lac doit se proposer d'appliquer concrtement aux migrs les normes de la Constitution apostolique Esul familia. Il faut absolument viter que les mineurs de la C E . O . A . soient la proie de mouvements athes et mettre tout en uvre afin qu'ils soient sauvs et viennent Dieu et au Christ. I/Amrique Latine

La situation de l'Eglise en Amrique Latine est caractrise par un accroissement rapide de la population : celle-ci qui, en 1920, comptait 92 millions de personnes, en comptera bientt 200. Dans les grandes villes la population s'accumule en masses normes : le progrs technique et industriel avance rapidement ; par contre, les prtres sont en nombre insuffisant : au lieu des 160.000 qui seraient strictement ncessaires, on en trouve peine 30.000. Enfin quatre dangers mortels y menacent l'Eglise : l'invasion des sectes protestantes, la scularisation de toute la vie, le marxisme qui se rvle dans les universits l'lment le plus
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Message radiophonique au Klner Katholikentag, 2 sept. 1956 - A. A. S. vol.

X X X X V I I I , pag. 622.

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actif et tient en mains presque toutes les organisations de travailleurs ; enfin un spiritisme inquitant. Dans ces circonstances, l'apostolat lac Nous parat charg de trois responsabilits principales : d'abord la formation d'aptres lacs pour suppler au manque de prtres dans l'action pastorale. Dans certains pays o le communisme est au pouvoir, on dit que la vie religieuse a pu continuer aprs l'arrestation des prtres, de faon cache, grce l'intervention des aptres lacs. Ce qui est possible en temps de perscution, doit l'tre aussi en priode de relations pacifiques. Qu'on s'applique donc d'abord former systmatiquement et mettre l'uvre les aptres lacs dans les paroisses gantes de cinquante cent mille fidles, aussi longtemps du moins que durera le manque de prtres. Puis, qu'on introduise dans l'enseignement, de l'cole primaire l'universit, des hommes et des femmes catholiques exemplaires comme enseignants et comme ducateurs. En troisime lieu, qu'on les engage dans la direction de la vie conomique, sociale et politique. On se plaint de ce qu'en Amrique Latine la doctrine sociale de l'Eglise soit trop peu connue. On y prouve donc le besoin d'une formation sociale approfondie et de l'action d'une lite ouvrire catholique pour disputer patiemment les organisations de travailleurs l'influence du marxisme. Dj maintenant des associations ouvrires catholiques travaillent de faon remarquable en plusieurs endroits. Nous leur en sommes trs reconnaissants. Il ne faudrait pas que ce soit l'exception, mais plutt la rgle dans un continent catholique comme l'Amrique Latine.

Dans les missions d'Asie et d'Afrique Parmi les nombreux problmes que Nous pourrions traiter ici, Nous en retiendrons quelques-uns, qui Nous paraissent plus importants. Lors du Congrs des Lacs Manille, une voix autorise a mis en vidence une tch, dont la Hirarchie ecclsiastique peut avoir fixer la nature prcise et l'exacte conception, mais qui, sous ses mille formes, doit tre accomplie par des lacs. Il s'agit de l'utilisation des forces catholiques et celles-ci peuvent tre trs considrables pour que la vie nationale se dveloppe harmonieusement, libre du nationalisme extrmiste et de la haine nationale, en dpit de toutes les amertumes que des poques rvolues peuvent avoir accumules, unissant les valeurs de la culture occidentale celles de la culture nationale, adaptant les usages

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de P Eglise aux coutumes et aux habitudes du pays qui n'ont rien de reprehensible. Sauf aux Philippines, les catholiques d'Asie, comme pour la plus grande partie ceux d'Afrique, constituent parmi leur peuple des minorits. Qu'ils se distinguent donc d'autant mieux par leur exemple! Ils s'intresseront davantage, en particulier, la vie publique, conomique, sociale et politique. L en effet o ils le font, ils se sont acquis l'estime des non-catholiques, mais ils n'entreront dans la vie publique qu'aprs s'y tre bien prpars. La doctrine sociale catholique est encore trop peu connue en Asie. Aussi les universits catholiques d'Amrique et d'Europe prteront volontiers leur aide aux chrtiens d'Asie et d'Afrique, qui dsirent se preparer aux charges publiques. On formera des enseignants de valeur pour les coles de tout degr. En Asie comme en Afrique, les coles catholiques sont trs estimes des non-catholiques. Nous souhaitons pour Notre part que l'enseignement de la religion veille davantage ne point sparer la doctrine de la vie. Un mot de l'emploi des catchistes. L'Asie et l'Afrique comptent, pour un miliard et demi d'habitants, quelques 25 millions de cathoques, avec 20 25.000 prtres et 74.000 catchistes. Si l'on ajoute ce nombre les enseignants, qui sont souvent les meilleurs catchistes, on arrive 160.000. Le catchiste reprsente peut-tre le cas le plus classique de l'apostolat lac par la nature mme de sa profession et parce qu'il supple au manque de prtres. On estime parmi les missionnaires d'Afrique du moins, qu'un missionnaire accompagn de 6 catchistes obtient plus que 7 missionnaires; le catchiste comptent travaille en effet dans un milieu familier, dont il connat bien la langue et les murs ; il entre en contact avec les individus bien plus facilement qu'un missionnaire venu de loin. Les catchistes sont donc des aptres lacs autochtones ; mais il existe aussi un apostolat de lacs et d'aides-lacs missionnaires trangers. Des mdecins, des ingnieurs, des travailleurs manuels de diverses professions veulent appuyer dans les missions le travail des prtres par leur exemple et leur activit professionnelle, surtout par la formation des indignes. En mme temps que leur formation professionnelle, ou aprs celle-ci, ils reoivent une formation spirituelle en vue de leur activit missionnaire. Il existe prsent douze de ces mouvements ou uvres, coordonnes par un secrtariat gnral Milan. Mais le lacat missionnaire en est encore au dbut de son expansion, et du reste il ne peut accepter qu'une lite.

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Par son conomie, l'Asie demeure raison de 70% une rgion d'agriculture, et l'on a dit bon droit que, si l'agriculteur est l'homme le plus important d'Asie, il est aussi le plus nglig. A cet gard, les catholiques ont conscience d'avoir s'examiner. Aux Philippines, les lacs catholiques, qui avec le prtre, s'occupent du relvement social et religieux des agriculteurs, sont les aptres lacs les plus apprcis. Les femmes d'Asie et d'Afrique offrent l'apostolat lac fminin d'innombrables occasions de s'employer : dans les coles de tout genre, dans la lutte contre les mariages d'enfants, les mariages forcs, le divorce, la polygamie. De mme pour la prparation des jeunes filles au mariage qui se fait avec fruit par des religieuses, par exemple Hong-Kong, au Congo Belge et en Ouganda, et pour la formation de groupes de femmes catholiques, qui s'aident mutuellement et apportent leur appui charitable aux femmes non-catholiques de leur quartier. Apostolat diificile sans doute que celui des femmes, mais aussi plein d'espoir. Car dans tous les territoires de mission o le catholicisme s'est dvelopp, l'exprience montre que la dignit fminine est mieux respecte. En Afrique spcialement, Nous voyons avec joie et reconnaissance le dynamisme extraordinaire des jeunes gnrations de catholiques dans les tches culturelles, sociales et politiques. Qu'ils cooprent donc aux mouvements syndicaux d'inspiration chrtienne, comme au Vietnam et en Afrique equatoriale et occidentale, et forment des coopratives de vente et de consommation ; qu'ils participent la reprsentation nationale et aux affaires communales : l'Eglise ne pousse pas seulement la pit, mais elle rpond toutes les questions de vie. Porteur de richesses spirituelles de son continent, le jeune lacat africain en sera le tmoin et les cultivera dans sa vie et son action. Pour finir, Nous vous donnons deux directives : d'abord collaborer avec les mouvements et organisations neutres et non-catholiques, si et dans la mesure o, par l, vous servez le bien commun et la cause de Dieu. En second lieu, participez davantage aux organisations internationales. Cette recommandation s'adresse tous, mais concerne particulirement les techniciens de l'agriculture. Conclusion Il y a toujours eu dans l'Eglise du Christ un apostolat des lacs. Des saints, comme l'Empereur Henri I I , Etienne, le crateur de la Hongrie catholique, Louis IX de France, taient des aptres lacs, bien que, au

Acta PU Pp. XII

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dbut, on n'en ait pas t conscient et que le terme d'aptre lac n'existt pas encore l'poque. Des femmes aussi, comme sainte Pulchrie, sur de l'empereur Thodose I I , ou Mary Ward, taient des aptres laques. Si aujourd'hui cette conscience est veille et si le terme d'apostolat lac est l'un des plus employs, quand on parle de l'activit de l'Eglise, c'est parce que la collaboration des lacs avec la Hirarchie ne fut jamais ce point ncessaire, ni pratique de manire aussi systmatique. Cette collaboration se traduit en mille formes diverses, depuis le sacrifice silencieux offert pour le salut des mes, jusqu' la bonne parole et l'exemple, qui force l'estime des ennemis de l'Eglise eux-mmes, jusqu' la coopration dans les activits propres de la Hirarchie, communicables aux simples fidles, et jusqu'aux audaces que l'on paie de sa vie, mais que Dieu seul connat et qui n'entrent dans aucune statis.tique. Peut-tre cet apostolat lac cach est-il le plus prcieux et le plus fcond de tous. L'apostolat lac a, comme tout autre apostolat d'ailleurs, deux fonctions: celle de conserver et celle de conqurir, qui toutes deux s'imposent d'urgence l'Eglise actuelle. Et, pour le dire bien clairement, l'Eglise du Christ ne songe pas abandonner sans lutte le terrain son ennemi dclar, le communisme athe. Ce combat sera poursuivi jusqu'au bout, mais avec les armes du Christ ! Mettez-vous l'uvre avec une foi plus forte encore que celle de saint Pierre, lorsqu' l'appel de Jsus il quitta sa barque et marcha sur les flots pour aller la rencontre de son Seigneur.
14

Durant ces annes si agites, Marie, la Reine glorieuse et puissante du ciel, a fait sentir dans les plus diverses rgions de la terre, son assistance de manire tellement tangible et merveilleuse, que Nous lui recommandons avec une confiance illimite toutes les formes de l'apostolat lac. En gage de la force et de l'amour de Jsus-Christ, qui se rpandent aussi dans l'apostolat lac, Nous accordons Nos Vnrables Frres dans l'Episcopat ici prsents, aux prtres qui participent votre Congrs et vous tous, hommes et femmes de l'apostolat lac, tous ceux qui sont venus ici et ceux qui travaillent dans le monde entier, Notre paternelle Bndiction Apostolique.
14

Cfr.

Matth.

14, 30-31.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

ACTA SS. CONGREGATIONUM


SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS

i
BELGII
DECRETUM
DE ERECTIONE VICARIATUS CASTRENSIS

Lectissimis militum turmis Romani Pontifices paterna semper cura consulure, harumque spirituali bono iugiter invigilantes, ex Suprema, qua pollent, auctoritate, inspectis rerum, temporum ac locorum momentis, ea sanxerunt quae in eorundem militum animarum salutem cessura in Domino iudicarunt. Hac sane mente adducti, felicis recordationis, tum Pius PP. IX, tum S. Pius PP. X, tum tandem Benedictus PP. XV peculiaribus facultatibus militum cappellanos Exercitus Belgici in Belgicarum copiarum commodum ditarunt. Equidem Ssmus Dominus Noster Pius Divina Providentia PP. X I I , omnium, qui adsunt et qui futuri sunt, Belgicorum militum maiori spirituali utilitati prospiciens, precibus ab Emo P. D. Iosepho Ernesto S. R. E. Cardinali van Roey, Archiepiscopo Mechliniensi, consultis Episcopis suffraganeis, porrectis, erectionem Vicariatus Castrensis Belgii enixe postulante, praehabito favorabili voto Exc. P. D. Ephrem Forni, Archiepiscopi titularis Darnitani et in Belgio Nuntii Apostolici, benigne dignatus est annuere. Quapropter, de consilio infrascripti Cardinalis S. Congregationis Consistorialis Secretarii, suppleto, quatenus opus sit, eorum interesse habentium vel habere praesumentium consensu, de plenitudine Apostolicae potestatis, praesenti Consistoriali Decreto, Vicariatum Castrensem Belgii erigit ac constituit.

Sacra Congregatio Consistorialis

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Hac ratione erectus Vicariatus Castrensis constabit : Vicario Castrensi, pro-Vicario seu Cappellano Maiore, et Cappellanis militum seu minoribus. Sedes Vicariatus Castrensis eiusque Curiae ad instar dioecesanae constitutae Bruxellis erit. Vicarii Castrensis munus et officium Archiepiscopo pro tempore Mechliniensi, nunc et in posterum, per peculiare S. Congregationis Consistorialis Decretum deferetur, qui utramque proinde cumulabit iurisdictionem. Vicarius Castrensis iurisdictionem habebit personalem, ordinariam tum fori interni tum fori externi, specialem et cumulativam cum iurisdictione Ordinariorum locorum ad normam Instructionis De Vicariis Castrensibus Sollemne semper a S. Congregatione Consistoriali die 23 mensis Aprilis anni 1951 editae. In stativis autem castris et in locis militibus reservatis primo et principaliter Vicarius Castrensis iurisdictionem exercebit, secundario, quoties, scilicet, Vicarius Castrensis eiusque cappellani absint vel desint, semper autem iure proprio, Ordinarius loci atque parochus, initis quatenus fas erit consiliis cum Vicario Castrensi. Iurisdictioni Vicarii Castrensis obnoxii erunt : 1. Sacerdotes utriusque cleri qui muneri cappellani militum pro copiis Belgicis habitualiter deputantur, vel non habitualiter sed tempore quo opem praestant; 2. Universi Christifideles qui in copiis terrestribus, aeris, maritimis et a publica tutela, faciunt; 3. Fideles pariter, sive alicui Religioni adscripti sive non, qui ob contractum aut famulatum copiis habitualiter addicti sunt; 4. Familiae eorum qui sub nn. 2 et 3 recensentur, liberi scilicet, uxores, famuli, propinqui et necessarii, quae extra patrium territorium ipsos comitantur. Pro-Vicarium et cappellanos servatis servandis Vicarius Castrensis nominat, cuius ordinariae potestati, durante munere, omnino subiacebunt. Quoad ecclesiasticam disciplinam tamen, militum cappellani potestati quoque Ordinarii loci in quo versari contingat obnoxii erunt, cui, in casibus urgentioribus et quoties Vicarius Castrensis providere non poterit, fas erit in eos animadvertere etiam canonicis sanctionibus, si casus ferat, et monito confestim Vicario Castrensi. vulgo gendarmes-rijkswachters, stipendia

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Quod ad militum cappellanos religiosos attinet, adamussim servetur Instructio De Cappellanis militum religiosis a S. Congregatione negotiis Religiosorum sodalium praeposita die 2 mensis Februarii anni 1955 edita. Pro-Vicarius seu Cappellanus Maior muneribus adstringetur et officiis quae congrua congruis referendo Codex Iuris Canonici officio Vicarii Generalis adnectit. Militum vero cappellani animarum sibi commissarum curam gerent muneribus et obligationibus parochorum ad normam memoratae Instructionis De Vicariis Castrensibus. Militum cappellani valide et licite audire possunt confessiones quorumlibet ad se accedentium in locis militibus reservatis. Ad matrimonium quod attinet subditorum Vicariatus Castrensis, districte servetur praescriptum canonis 1097, 2 C. I. C, id est pro regula habeatur ut matrimonium coram sponsae parocho celebretur, nisi iusta causa excuset et accurate expleantur actus qui, ad normam iuris communis, celebrationem matrimonii praecedere et subsequi debent. Causas subditorum Vicariatus Castrensis Belgii, sive contentiosas inter ipsos, sive criminales, tribunal metropolitanum archidioecesis Mechliniensis in prima instantia, dioecesanum Gandavense in altera instantia pertractabit. Vicarius Castrensis Relationem de statu Vicariatus Castrensis singulis trienniis Apostolicae Sedi exhibebit, quaesitis respondens iuxta ea quae in Formula Servanda praescribuntur a S. Congregatione Consistoriali die 20 mensis Octobris anni 1956 statuta. Vacante officio Vicarii Castrensis, nisi Sancta Sedes aliter providerit, regimen Vicariatus Castrensis, usque dum novus Archiepiscopus Mechliniensis sedis possessionem ceperit, penes pro-Vicarium esto. Qui autem Vicariatus Castrensis regimen tunc susceperit omnes et solas facultates habebit quae congrua congruis referendo Vicario Capitulari competunt, eiusdemque obligationibus obnoxius erit. Ipsius praesertim erit de assumpto munere S. Congregationem Consistorialem monere ab eaque instructiones impetrare. Ad haec exsecutioni mandanda Sanctitas Sua memoratum Exc. P. D. Ephrem Forni deputare dignata est, necessarias et opportunas ei tribuens facultates etiam subdelegandi ad effectum de quo agitur quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, onere imposito ad

Sacra Congregatio

Consistorialis

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S. Congregationem Consistorialem quam primum transmittendi authenticum exemplar actus peractae exsecutionis. Quibus super rebus praesens edi iussit Consistoria^ Decretum perinde valiturum ac si Apostolicae sub plumbo Litterae expeditae fuissent. Datum Romae, ex Aedibus S. Congregationis Consistorialis, die 7 mensis Septembris, anno 1957. Fr. A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. S. Iosephus Ferretto, Adsessor

II
NOMINATIO Decreto die 7 Septembris a. 1957 dato, Sacra Congregatio Consistorialis nominavit Emum P. D. Iosephum Ernestum S. R. E. Cardinalem van Roey, Archiepiscopum Mechliniensem, Vicarium Castrensem Belgii.

SACRA CONGREGATIO DE DISCIPLINA SACRAMENTORUM

DECRETUM
RELATIO DE CONFIRMATIONE NON A M P L I U S MITTENDA

Equidem sat cognitum est de praescripto n. 9 Decreti Spiritus Sancti munera , quod inscribitur De confirmatione administranda iis, qui ex gravi morbo in mortis periculo sunt constituti , die 14 m. Septembris anni 1946 editi ab hac S. Congregatione (A. A. S. a. et vol. X X X V I I I , pag. 349 seq.), locorum Ordinarios officio teneri quolibet anno Relationem mittendi ad eandem S. Congregationem de numero confirmatorum, necnon de ratione a ministris extraordinariis suae dioecesis in tam praeclaro munere perfungendo adhibita. Porro exacto iam decennio a prodito Decreto, huic S. Dicasterio visum est, facto verbo cum Sanctissimo, eosdem Ordinarios, inde a la-

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

bente anno 1957 et iugiter deinceps, liberare obligatione praefatam. Relationem mittendi, quum ex relationibus intra decursum decennium heic receptis satis compertum fuerit sacramentum Confirmationis fuisse rite collatum diligenter servatis eiusdem Decreti praescriptionibus. Ceterum iidem locorum Ordinarii enixe curare pergant ut in sua cuiusque dioecesi ministri extraordinarii huius sacramenti, sollertia pari cum navitate eius collationi incumbant praecavendo ne Confirmatio periculo nullitatis exponatur neve probro et irreverentia quomodolibet afficiatur. Quodsi abusus aliquis irrepat, ad eum illico convellendum, quatenus opus sit, hanc S. Congregationem adire ne omittant. Datum Romae, ex aedibus eiusdem S. Congregationis, die 1 m. Iulii anni 1957. B. Card. ALOISI MASELLA, Ep. Praenestinus, Praefectus L. rB S. F. Bracci, Secretarius

An. et vol. X X X X I X

25 Novembris 1957

(Ser. II, v. X X I Y ) - N. 16

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


CONSTITUTIONES APOSTOLICAE
i

I ARCIS DELPHINI
(TULEARENSIS)
EX DIOECESI ARCIS DELPHINI, IN INSULA MADAGASCARIA, QUAEDAM OCCIDENTALIS TERRITORII PARS DISTRAHITUR, QUA NOVA EFFICITUR DIOECESIS (( T U LEARENSIS )) NUNCUPANDA.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Cum id ob temporum rerumque adiuncta ad fidelium utilitatem conferre videtur, apostolicae Nostrae sollicitudinis est ecclesiasticas circumscriptiones dismembrare novasque exinde condere dioeceses. Quae cum ita sint, cum venerabiles Fratres Nostri S. R. E. Cardinales S. Congregationi Fidei Propagandae praepositi, censuerint ex perampla dioecesi Arcis Delphini, finibus immutatis, novam dioecesim constitui posse, Nos, hanc sententiam probantes et consensum eorum supplentes, qui hac de re aliquod habeant ius, omnibus bene perpensis, suprema Nostra potestate haec, quae sequuntur, statuimus ac decernimus. A dioecesis territorio Arcis Delphini, in Insula Madagascaria, distrahimus civilem regionem vulgato nomine de Tulear cum locis de Manombo et Sakaraha ; territorium de Betioky cum locis de Tongobory et de Benenitra; et regionem
61 - ACTA, v o l . X X I V , n. 1 6 . 25-11-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

de Ampanihy cum locis Ejeda et de Androka ; e quibus novam condimus dioecesim, ab urbe Tulear, Tulearensem appellandam. Qua in civitate sacrorum Antistes sedem ac domicilium habebit, atque episcopalem cathedram collocabit in templo Deo in honorem Sancti Vincentii a Paulo dicato, quod ad dignitatem cathedralis aedis evehimus, datis huius gradus privilegiis. Volumus autem ut haec nova erecta dioecesis, quam metropoli Tananarivensi suffraganeam facimus, curis Sodalium Augustinianorum ab Assumptione concredatur, ad Nostrum tamen et huius Apostolicae Sedis nutum. Sacer ergo Praesul Tananarivensi Archiepiscopo obnoxius erit ; ipse tamen, uti congruum est, iuribus gaudebit oneribusque tenebitur, quae omnium Episcoporum propria sunt. Regiones insuper de Morombe et de Ankazoabo, quae adhuc ad dioecesim Arcis Delphini pertinuerunt, dioecesi Morondavensi erunt posthac de iure annexae. Episcopalem mensam, quae dicitur, nova dioecesis habebit, quae efficietur et regetur sive iuxta praescripta C.I.C., sive iuxta normas a S. Congregatione Fidei Propagandae impertiendas. Quod autem ad Collegium Canonicorum itemque ad Seminarium attinet, si ad praesens constitui nequeant, concedimus ut tunc condantur, cum amplior dabitur facultas. Quod vero ad regimen, administrationem respicit, electionem Vicarii Capitularis, Sede vacante, aliaque huiusmodi, haec omnia iure communi regantur. Documenta et acta, quae ad conditam episcopalem Sedem spectant, ad eiusdem Curiam cito mittantur, in tabulario diligenter asservanda. Ceterum, ad ea quae per praesentes Litteras exsequenda iussimus, venerabilem Fratrem Marcellum Lefebvre, Archiepiscopum Dakarensem et Apostolicum in Africa Gallica Delegatum deligimus, cui omnes facultates agendae rei facimus, quas poterit cuilibet viro delegare, dummodo in ecclesiastica dignitate constituto. Re vero peracta, idem venerabilis Frater documenta exaranda curabit, et sincera exempla ad S. Congregationem Fidei Propagandae quam primum mittenda. Quodsi eo tempore quo negotium hoc ad exitum deducatur, alius Apostolicae Delegationi in Africa Gallica praesit, hic omnia faciat mandata Nostra. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea

Acta Pii Pp. XII

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haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat ; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die octavo mensis Aprilis, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri undevicesimo. OELSUS Card, COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

PETRUS Card. FUMASONI BIONDI


8. Congr. de Propaganda Fide Praefectus

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis, Proton. Apost. Caesar Federici, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Cane, tat., vol. LXXXXV, n. 90.

II ARCIS DELPHINI
(FARAFANGANENSIS)
DETRACTIS ALIQUOT TERRITORIIS A DIOECESI ARCIS DELPHINI, NOVA DIOECESIS CONSTITUITUR FARAFANGANENSIS )) APPELLANDA.

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Sacratissima verba, quae Christus ad Apostolos fecit : Euntes in mundum universum, praedicate Evangelium omni creaturae (Mr. 16, 15), non modo Nos, qui summum rei christianae moderamen habemus, impense movent ut missis divinae veritatis praeconibus omnes nationes disciplina sancta imbuantur, verum etiam ut quam apte dispositis uniuscuiusque Ecclesiae rebus, christiana fides commode alatur, atque in vitae

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

instituta prospero exitu permanet. Quam ob rem, cum huic Apostolicae Sedi preces adhibitae sint ut detractis aliquot territoriis ab amplissima Sede Arcis Delphihi in insula Madagascaria, nova conderetur dioecesis, Nos auditis venerabilibus Fratribus Nostris S . R . E. Cardinalibus S. Congregationi Christiano Nomini Propagando praepositis, censentes id esse ei populo valde profuturum, huiusmodi expostulationi concedendum esse arbitramur. Quapropter, eorum consensum supplentes qui aliquod ius in hac re habeant, de Nostra summa et apostolica auctoritate haec, quae sequuntur, decernimus, et iubemus. A territorio Arcis Delphini regiones distrahimus quarum sunt nomina vulgo : Farafangana cum locis de Ivohibe, Vondrozo et Karianga ; de Ihosy cum locis de Ranohira et lakora; de Vangaindrano cum Amparihy; de Midongy meridionali cum Befotaka ; de Vohipeno ; et territoria de Fort Carnot et de Manakara quae sunt sub linea vicesimi secundi gradus latitudinis meridionalis, ut dici consuevit; quibus terris novam dioecesim constituimus Farafanganensem cognominandam, atque curis Patrum Sodalitatis a Missionibus concredendam. Censemus praeterea ut eam partem territorii de Arbala vao, quod adhuc ad dioecesim Arcis Delphini pertinebat, in dicionem dioecesis Fianarantsoansis transeat. Caput novae Sedis atque Episcopi domicilium urbs Farafangana erit ; cathedram vero episcopalis potestatis in templo collocari volumus quod Sacratissimo Cordi Iesu dicabitur, quodque ad gradum cathedralis evehimus. Farafanganensis Ecclesia, archidioecesi Tananarivensi tamquam suffraganea subicietur, omnibusque honoribus, iuribus, privilegiis frui iubemus, ac ceterae per orbem dioeceses. Episcopus vero etiam onera sustinebit, quae sacros Antistites eiusdem dignitatis translaticio instituto tenent. Mensam autem Episcopi, quae dicitur, nova dioecesis habebit, quae efficietur et regetur sive iuxta praescripta C. I. C, sive iuxta normas a S. Congregatione Fidei Propagandae datas. Quod ad Collegium Canonicorum attinet, item ad Seminarium, sinimus ut, si ad praesens constitui nequeant, tunc condantur cum facultas dabitur. Regimen, administratio dioecesis, electio Vicarii Capitularis, Sede vacante, aliaque id genus, iure Canonico omnino temperentur. Documenta denique et acta quae ad novam circumscriptionem ecclesiasticam respiciant, ad eius Curiam mittantur, ibique religiose custodiantur. Ceterum, haec omnia quae mandavimus, venerabilis Frater Marcellus Lefebvre, Archiepiscopus Dakarensis idemque in vel eius legatus, Africa Gallica Apostolicus Delegatus exsequetur,

cui omnes potestates agendae rei facimus, dummodo in ecclesiastica dignitate constitutus sit. Praecipimus autem ut qui negotium perfecerit

Acta Pii Pp. XII

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ille documenta exarari studeat, eademque sinceris exemplis ad S. Congregationem Fidei Propagandae quam cito mitti. Quod si tempore exsecutionis harum Litterarum alius Delegationi in Africa Gallica praesit, hic Nostra iussa faciet. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat ; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die octavo mensis Aprilis, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri undevicesimo. CELSUS Card. COSTANTINI
8. R. E. Cancellarius

PETRUS Card. FUMASONI BIONDI


8. Congr. de Propaganda Fide Praefectus

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis, Proton. Apost. Caesar Federici, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXV, n. 89.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

LITTERAE APOSTOLICAE I
AD DIGNITATEM ET H O N O R E M BASILICAE MINORIS EVEHITUR PAROECIALIS ECCLESIA B. MARIAE V. MATRIS D O L O R O SAE, IN L O C O VULGO (( DREIEICHEN )), I N T R A FINES DIOECESIS SANCTI HIPPOLYTI. P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Catholici populi Austriae concursibus frequentatur Templum Beatae Mariae Virgini Matri Dolorosae sacrum, quod in loco, qui ad Tres Quercus appellatur, intra fines dioecesis Sancti Hippolyti, est positum. Hoc pietatis studium a vetere aetate repetitur : tribus enim saeculis ante Simulacrum Perdolentis Deiparae ibidem constitutum est, cuius fama tantopere percrebruit, ut non solum Christifideles singulos sed turmas etiam eorumdem, peregrinatorum more accedentium, ad se converteret. Caelorum autem Regina supplicibus praesens saepe adiumentum praebuit, prodigio etiam interdum, uti narrant, patrato. Cum haec Marialis religio incolarum animos pervadere coepisset, parva Aedes sacra exstructa est ; ac deinde Monachi Altenburgenses ex Ordine Sancti Benedicti, quibus pius hic locus creditus est, amplum Templum, tholis ac turribus insigne, exaedificandum curaverunt. Quod anno MDCCL sollemni Ecclesiae ritu consecratum est. Habent ibi admirationem, praeter egregium structurae genus, quod Barocum audit, manus praeclarorum artificum, veluti Pauli Troger, qui in sublimi tholi camera Beatam Mariam Virginem in caelo constitutam cum Angelis, de Passione Filii commemorantibus, eximia colorum udo initorum venustate expressit. Omnia praeterea habentur, quae ad rituum decorem et ad Christifidelium spiritualem utilitatem pertinent. Templo igitur hoc plane reiecto atque tertio expleto saeculo a quo pii peregrinatores hoc Marianae religionis domicilium adire coeperant, dilectus filius Abbas Monasterii Altenburgensis preces submissas Nobis adhibuit, ut Templum, cuius laudes perstrinximus, Basilicae Minoris nomine ac iure donaremus. Quibus supplicationibus, ad quas Ordinarii Sancti Hippolyti accesserat commendatio, libenter auditis, Nos ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Ecclesiam paroecialem Deo in honorem Beatae Mariae Virginis Matris

Acta PU Pp. XII

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Dolorosae in loco ad Tres Quercus , seu vulgo Dreieichen , intra fines dioecesis Sancti Hippolyti, consecratam, ad honorem ac dignitatem.. Basilicae Minoris evehimus, omnibus adiectis iuribus ac privilegiis liturgicis, quae Templis hoc nomine insignibus rite competunt. Contrariis quibusvis non obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas, atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die x x i x mensis Martii, anno MDCCCCLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRTJGNOLA a Brevibus Apostolicis

II
TITULO AC PRIVILEGIIS BASILICAE MINORIS DITATUR SANCTUARIUM B. MARIAE V. DE O R O P A ,I N T R A FINES BUGELLENSIS DIOECESIS. P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Reginam ac Dominam montis Oropae totiusque continentis vallis in Pedemontana regione Deiparam Virginem Mariam ab omnibus haberi, nemo est qui ignoret itemque omnibus compertum est quanta celebritate quantaque religione pervetustum Mariale Sacellum, ibi conditum atque in amplius Sanctuarium postea inclusum, praefulgeat idemque praemineat cetera. Etenim Sanctum Eusebium, Vercellensem Episcopum, tria Beatae Virginis Mariae cedrina et nigra Simulacra ex Oriente in Italiam, saeculo iv, tulisse; quorum unum, ad Christianum cultum contra ethnicos fovendum, in montibus Oropae collocasse traditur. Flagrans exinde in Mariam Virginem, nigram prorsus, sed f ormosam , excitata est pietas : innumeri fideles, cum ex Italiae regionibus tum ab exteris etiam finibus, illuc, peregrinantium more, turmatim conveniunt, adeo ut novum idemque permagnum perque pulchrum Sanctuarium, polycromis ornatum marmoribus altoque tholo auctum, excitandum opus fuerit. Attamen prima sacra Aedes, in qua laudatum Virginis Simulacrum pie asservatur, aliquo modo dici potest

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Domus Mariae : ipsam enim Summi Pontifices multis privilegiis locupletaverunt eamque Duces Regesque ex Sabaudica Domo non solum gemmis sacraque ditaverunt supellectile, sed etiam, una cum Canonicorum Collegio Bugellensis Cathedralis Ecclesiae, ad adiuvandos advenas fideles eosque reficiendus, ita magnis pulchrisque circumsaeperunt xenodochiis, ut tota Oropae vallis Civitas Mariae iure meritoque esset appellata. Primo denique exeunte saeculo a peculiari Missae celebratione nec non Divini Officii recitatione, die xi mensis Iulii anno MDCCCLVii, a Decessore Nostro, fel. r e c , Pio PP. IX, in die anniversaria Coronationis Imaginis B. M. V. de Oropa , concessa, eiusdem Ecclesiae Cathedralis Canonicorum Collegium dioeceseos Bugellensis, intra cuius fines celeberrimum illud Sanctuarium nnnc exstat, a Nobis submisse enixeque eflflagitavit ut prima sacra Aedes ad dignitatem Basilicae Minoris cum omnibus privilegiis benigne evehere dignaremur. Nos autem, pro Nostra in Beatissimam Virginem Mariam pietate atque vetustum non minus quam celebrem eidem Deiparae ibidem praestitum cultum probe considerantes, huiusmodi precibus, amplissima Venerabilis Fratris Caroli Rossi, Episcopi Bugellensis, commendatione suffultis, annuendum perlibenter censuimus. Quapropter, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae Nostrae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum, memoratam Ecclesiam, in qua perventustum Beatae Mariae Virginis de Oropa sacellum exstat, titulo ac dignitate Basilicae Minoris, omnibus adiectis iuribus ac privilegiis rite competentibus, afficimus atque decoramus. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque ad quos pertinent seu pertinere poterunt, nunc et in posterum, plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus super his a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter contigerit attentari. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die x x i x mensis Martii, anno MCMLVII, Pontificatus Nostri undevicesimo. De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis GILDO BRUGNOLA a Brevibus Apostolicis

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ALLOCUTIONES I
Ad Excmum Virum amon De Volera, Primum Ministrum Hiberniae Gubernii. * With the special affection Our paternal heart has reserved thse many years, as well you know, for your Emerald Isle, We welcome you this morning, Taoiseach, along with the officiai party come to bear you such distinguished and gracious company. Let the warmth and depth of its sincerity afford you, one and all, the best token of Our interest in the festive mission which brings you once more home to Rome ; let them be a pledge renewed of abiding confidence in Our Venerable Brothers of the Irish Hierarchy, in priests and people; and a further mark of high esteem for your illustrious President and for the Government, that has now for the third time entrusted to your practiced and comptent hand the responsible post of Prime Minister. The eventful years of grace which have passed since an Irish Government came into being have provided a confused and sorely stricken world with the heartening vidence of the capacity of a staunch, militantly Oatholic people to govern itself wisely and efficiently, while respecting its fraternal obligations to the other nations of the human family. Your Constitution (Bunreact na vEireann) is intended to be an instrument of (( Prudence, Justice and Charity at the service of a community, which has never, through its long Christian history, had any doubt about the eternai, as well as the temporal implications of that common good, which it professes to seek through the conjoined prayer, toil and of ten times heroic sacrifice of its children. Grounded on the bedrock of the natural law, those fundamental human prrogatives which your Constitution undertakes to assure to every citizen of Ireland, within the limits of order and morality, could find no ampler, no safer guarantee against the godless forces of subversion, the spirit of faction and violence, than mutual trust between the authorities of Church and State, independent each in its own sphre, but as it were allied for the common welfare in accordance with the principies of Catholic faith and doctrine.
* Habita die 4 Octobris mensis a. 1957.

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Acta Apostolicae Sedis -

Commentarium

Officiale

At the instance of this Apostolic See that faith in the living God Shield, Support and Saviour of nations as of menwas bronght to Ireland by your incomparable Saint Patrick. It has been nourished and fanned to full missionary flame by thousands of saintly compatriots in his wake. It has been made an organic part of your culture by such prodigious scholars and churchmen as that glory of the Order of Friars Minor, Luke Wadding, whose centenary clbrations you are bringing to a close thse days in the Eternai City. Happy indeed, even on any reasonable human standard, is the people that has the Lord for its God. During this period of spiritual crisis and revolutionary anguish, through every phase of her gallant struggle for survival, for peace and prosperity with her honour unimpaired, Ireland has never forgotten that her Redeemer liveth,
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and in her heart

of hearts Ireland has known that He will not f ail her in the hour of trial 'or of triumph. It was the soundest of her many refined instincts, guided by divine grce, which prompted her to enact her Constitution in the Name of the Most Holy Trinity, from Whom is all authority and to Whom, as our final end, all actions both of men and States must be referred . While We rejoice, Taoiseach, in the happy results for family, faith and fatherland that bave attended thus far your people's loyalty to the Christian spirit, from that same ever-Blessed and Undivided Trinity Our fondest Apostolic Blessing would invoke upon you all here prsent, as upon your dear ones at home or beyond the seas, further abundance of light and strength again st the inevitable challenge of the years the Triune Lord of love has still in store for you. God bless Ireland always !

II
Consociationi Italicae Centro dei Volontari della Sofferenza aegrotisque eidem adscriptis, Romae coadunatis. * Davanti a questa moltitudine di malati multitudo magna languentium ,* che si offre al Nostro sguardo, Noi sentiamo vivo il rammarico di non poter trovarci pi intimamente in mezzo a cos diletti figli e figlie. Vorremmo, cio, ascoltare ciascuno di voi, asciugare ogni vostra
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Cfr. Ps. 143, 15. Cfr. Job 19, 25. Io. 5, 3.

* Habita die 7 Octobris mensis a. 1957.


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lagrima, partecipare alle vostre ansie e ai vostri dolori, rasserenare il vostro spirito, posando sul vostro capo la Nostra mano paternamente benedicente. Siamo lieti, tuttavia, che le onde della Radio rendano possibili alla Nostra voce di penetrare in ogni casa, passare fra le corsie degli ospedali, sostare accanto a ogni letto, dove i pazienti soffrono e gemono : forse smarriti per la inesplicabilit del loro male, o inquieti perch sembra loro che non tutte le cure necessarie ed utili vengano apprestate ; ovvero stanchi per l'attesa di un miglioramento che tarda a venire ; forse anche Dio non voglia disperati, perch hanno creduto di compren:

dere che l scienza ha ormai quasi rinunciato nei loro riguardi ad ogni tentativo di soccorso, non dando pi consigli, non suggerendo pi rimedi. A tutti voi rivolgiamo la Nostra parola, porgiamo il Nostro affettuoso saluto. E per contribxvire a confortarvi, a sostenervi nelle vostre pene, vi invitiamo a una breve meditazione : in primo luogo su quello che in voi l'apparenza, e poi su ci che invece l consolante realt. 1. Sulla vostra apparenza si indugia il mondo, col suo sguardo miope, e quindi superficiale e necessariamente incompleto. a) Agli occhi del mondo vi apparite anzitutto come soli. Estranei alla festa della natura, forse appena qualche raggio di sole penetra nella vostra stanzetta. Voi rimanete cos quasi assenti a tutto ci che brilla nell'aria, che freme ed esulta nei campi. La chiarezza dell'alba, lo splendore degli infocati meriggi, l'incanto dei tramonti sereni : tutto vi appare lontano. Lontano il complesso e stupendo mondo dell'arte con le sue fantasie e le sue geniali intuizioni : di esse solo qualche immagine o qualche eco giunge sino a voi. Anche nel mondo del lavoro si opera, si produce, si lotta senza di voi : assistete, infatti, da lungi o rimanendo spettatori passivi, al continuo progresso del dominio degli uomini sulla terra. Mentre essi impegnano tutte le loro energie fisiche e usano le loro facolt intellettuali, rischiando talvolta i loro beni e la stessa vita, voi rimanete fuori dell'immane cimento. Siete soli in una stanza, immobili in un letto, le braccia inerti e la mente incapace di lunga e seria applicazione. Il mondo dell'affetto sembra anche esso chiuso alla maggior parte di voi ; non solo l'amore che legato alla attivit legittima delle sorgenti della vita donate da Dio a tutte le creature umane, ma lo stesso amore fraterno, l'amore di coloro che sono uniti a voi coi vincoli del sangue. Non raro, infatti, il caso di chi si vede affidato a mani estranee, specialmente se la malattia troppo lunga e se i sussidi della scienza medica appaiono incapaci a mutare il corso del

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male. Allora sovente le visite si diradano o si riducono a semplici atti di pietati) Ma vi qualche cosa di pi penoso per voi : sembrate soli e siete afflitti di apparire inutili. Nel mondo, infatti, come in un'immensa macchina, tutto, anche la pi piccola parte, serve al funzionamento generale. Ecco il lavorio incessante delle radici nelle viscere della terra; ecco le acque che scendono dal cielo e dai monti come arterie vitali che portano fecondit ai campi ; ecco la vita e l'attivit degli animali : un intreccio di funzioni varie e complesse, ma tutte, finalmente, rivolte al bene dell'umanit intera. Ecco questa stessa umanit lavorare come in un gigantesco cantiere, dove nessuno inutile : dallo scienziato al sacerdote, dal fabbro alla madre di famiglia, dalla maestra all'operaio. In questa grande fucina che il mondo, dove molti sono necessari e tutti sono o possono essere in qualche modo giovevoli, voi sembrate inutili, perch siete malati. Se poi sospettate di essere non soltanto soli e inetti, ma anche fastidiosi, o perfino dannosi alla vostra famiglia e alla societ; se vi sembrasse di essere di ostacolo ai fremiti della giovent e alla sua gioia di vivere; se vi si facesse intendere che molto si ferma, per causa vostra, in ci che costituiva l'attivit di coloro che sono costretti ad assistervi di giorno e a vegliarvi di notte; se tutto questo accadesse, nascerebbe nel vostro cuore una tristezza desolata e desolante. E dalle vostre labbra uscirebbe un gemito, un lamento : l'umanit ci sopporta appena. Noi siamo soli, noi non serviamo a nulla, noi impediamo agli altri di operare, e di produrre. 2. Eppure veramente la vostra realt ben altra, e su di essa si posalo sguardo penetrante di Ges. a) Voi non siete soli. Infatti pu essere presente in voi, vivente ed operante, lo stesso Ges, il quale si impegn ad abitare, come nella sua propria dimora, in ogni anima che osserva la sua parola. Fate dunque la volont di Dio, diletti figli e figlie. Chi pi di voi pu compierla tutta e con la massima semplicit? A voi, infatti, non si domanda di agire; a voi si chiede di accettare : serenamente sempre, gioiosamente, se possibile. In questa accettazione del vostro stato il compimento della volont di Dio in voi. Allora il frutto promesso gi assicurato : Ges con voi, Ges in voi. Anche quando foste lasciati del tutto soli, anche quando nella notte voi non poteste dormire e aveste timore di disturbare il riposo degli altri, Ges presso di voi. Imparate ad ascoltare la sua
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Cfr To, 14,

2.3..

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voce, tanto pi percettibile, quanto maggiore il silenzio. Imparate a parlare con Lui. Gusterete e vedrete quanto buono il Signore : Gustate et videte, quam bonus sit Dominus . E vi accorgerete sempre pi di essere misteriosi, ma viventi tabernacoli di Lui ; a poco a poco si confonderanno e si fonderanno i palpiti del vostro cuore coi palpiti del Suo. E gi sulla terra nella solitudine apparentemente squallida della vostra stanzetta voi pregusterete alquanto la gioia del cielo. b) Voi non siete inutili. Accanto alla materia vi il mondo dello spirito ; nei corpi degli uomini sono le loro anime, forme sostanziali dei corpi, ed esse, per effetto dell'amore di Dio, sono fatte partecipi della sua stessa vita. Chi potrebbe dire le misteriose relazioni fra le anime? Chi penetrer pienamente il mistero ineffabile della Comunione dei Santi? Voi non potete parlare molto; eppure quale apostolato eserciterete, e quindi quali frutti di salvezza e di santificazione farete nascere e maturare nelle anime altrui, col vostro esempio ! Chi viene a visitarvi, ascolter poche parole da voi, ma vedr: vedr il vostro sforzo tenace per restare sottomessi alla volont di Dio ; vedr la vostra serenit e la vostra pace, e si accorger che esse sono acque sgorgate dalle fonti del Salvatore Ges. Vedr il sorriso sulle vostre labbra : sorriso cosciente e perenne. E le lagrime, spesso inevitabili, sgorgheranno dai vostri occhi e sembreranno perle ; sembreranno rugiada che cade sul deserto del mondo e lo fa fiorire. E che dire della vostra sofferenza? Ges, venuto al mondo per redimere gli uomini cio per dar loro la vita e darla in abbondanza. volle che ci avvenisse per mezzo della sua Passione. Ma la sua Passione e quindi la Redenzione deve essere completata ) )
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dalla

nostra sofferenza. Voi dunque non siete inutili, diletti figli e figlie. Col vostro dolore soprannaturale offerto voi potete conservare tante innocenze, richiamare sul retto cammino tanti traviati, illuminare tanti dubbiosi, ridare serenit a tanti angosciati. I sacerdoti si stupiranno talvolta di non rimanere nei travagli dei loro ardui ministeri con le mani vuote : in cielo vedranno a chi si doveva la imprevista efficacia delle loro parole. Abbiamo letto alcune lettere giunte al benemerito Centro Volontari della Sofferenza. Un sacerdote, per esempio, scrive: S o n o ancora vivo... per aiutare il divin Maestro e la buona Mamma celeste a salvare qualche anima . Una donna egualmente osserva : In questi
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Ps. 33, 9. Coloss. 1, 24.

* Cfr. Io. 10, 10.


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giorni, in cui tanti pveri muoiono per la libert del Regno di Cristo Nostro Signre, pi che mai noi malati ci dobbiamo sentire uniti per implorare la sospirata pace . E un'altra lettera cos si esprime : Posso dire che le pi belle gioie le ho gustate nella sofferenza; quindi ringrazio il buon Dio che me ne ha fatto largo dono, e ci sia a vantaggio delle anime. E ancora: H o offerto tutta la vita per le vocazioni sacerdotali ; perch anche qui nella mia parrocchia ce ne sono poche. Sono 2(> anni che sono in una poltrona a ruote, e starei altri 50 anni pur di aiutare i Sacerdoti a salvare anime . Ancora un'altra : Dopo essere stato sottoposto a tutte le prove necessarie per l'intervento, dopodomani sar il mio turno per l'operazione... Sento che la Mamma celeste mi vicina col suo potente aiuto e questo per me la migliore ricompensa alla mia sofferenza, che al buon Dio offro con gioia per il bene dell'anima mia e per tutti i bisogni della Chiesa . Finalmente un operaio delle acciaierie di Terni, colpito da artrite deformante, che lo aveva reso immobile per 18 anni, morto in concetto di santit, cos notava in una delle sue lettere : Gli ammalati non siano mai disoccupati, ma strappino sempre anime al nemico delle nostre anime, fino alla salvezza totale di tutte le anime che popolano il mondo . Voi ri on siete inutili, diletti figli e figlie. Quando i sofferenti pregano, fanno quasi violenza al cielo, costringono, per cos dire, il Cuore di Ges ad esaudire le loro richieste. E scendono le grazie sul mondo ; torna la luce, torna l'amore, rinasce la vita. Non vogliamo concludere questa esortazione senza aver prima benedetto con tutto l'ardore dell'animo Nostro paterno quei volonterosi, che seguendo l'esempio di un generoso sacerdote della Curia romana, hanno raccolto in pacifica schiera i sofferenti d'Italia. La Nostra presenza al. Convegno indetto per il primo decennale del vostro Centro sta a dirvi coli quanta premura Noi seguiamo gli sviluppi della vostra silenziosa e preziosissima opera. E voi, diletti figli e figlie malati, continuate con ardimento e fiducia nell'intrapreso cammino di perfezione. Maria, la Vergine di Lourdes e di Fatima, sotto il cui patrocinio moveste i primi passi, vi accompagni, vi protegga e vi conduca verso mte sempre pi luminose, verso vette sempre pi alte, fino a sublimarvi nel gaudio della conquista gloriosa del cielo. Ed ora, in pegno dei pi abbondanti conforti divini, scenda su tutti con l'effusione del Nostro cuore l'Apostolica Benedizione.

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XII

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III
Emo P. D. Ioanni S. R. E. Excmis .Episcopis Romae advenerant Cardinali D'Alton, Archiepiscopo Armaceterisque Wadding praeclaris celebraturi, peregrinis, tertio qui chano, Exmo Viro amon De V alera. Hiberniae Primo Ministro, Hiberniae Lucam exeunte

saeculo ab eius obitu* A thousand welcomes to all, - to Our Venerable Brotbers in the Episcopate, to you, Taoiseach, to ali the children of St. Patrick. You have come f rom the far North, f rom the isle set like an emerald in the ring of the sea, to the tomb of the Galilean Fisherman, and here to the home of his successor. Three hundred years ago the brave, intrepid soul of Fr. Luke Wadding took flight for his true, his heavenly country, leaving his frail and worn body to Rome. Here his dear Franciscan brethren gave it a worthy resting-place in the monastery he had founded. A year ago, at the beginning of the centennial anniversary, We wrote a letter to Our beloved Son, your reverea Cardinal Archbishop of Armagh, assuring him of Our blessing on your festivities and extolling the undying merits of the saintly Friar; today, as the year draws to a close, you have come, pilgrims, to honour the memory of your compatriot in the city where he laboured and died, and We are happy to address you briefly and simply as a fther to his children. The memory of Luke Wadding must bring to your mind a keen sense of gratitude for a double legacy, that during a thousand years and longer has enriched the lives of the Irish people both at home and over seas. You recali that he first came to Rome from Lisbon in 1618, member of a royal commission to ptition the Pope to declare that Mary, the Mother of God, was immaculately conceived. That was indeed a ptition dear to every Franciscan heart; and what could be more appealing, more stirring for the soul of an Irishman than to assist in revealing to his fellowmen another jewel in the beauteous crown of the Queen of Heaven? Was not the land of St. Patrick studded with shrines to Mary Mother, Light of Nazareth, Glory of Jerusalem, Queen of the World? Did not every Irish heart beat f aster with love at the mention of her name? W a s it not the thought of her powerful intercession with her Son that gave
* Habita die 8 Octobris mensis a. 1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

them solace in their trials, hope when dark shadows would envelope them? This Virgin most pure was always before the mind of Luke Wadding, always his heart's love, during all the years of his exile. That legacy, dearly beloved, is also yours. Dfend it ; let it increase. Let the child-like love of your Mother Mary be a fame, strong and inextinguishable that will give light and warmth and cheer even on the drabbest days that come at times to all. Let her name be on the lips of your children, rvrence and love for her grow apace with their vears, and though they be in foreign lands, she will not fail them in the hour of need. Though Luke Wadding lef t Ireland as a young student never again to see her sea-beatem shore, her glad V a l l e y s and the greenness of her pastures, he never ceased to be the devoted son of Erin. For forty years, more than half his life, he li ved in Rome, and the solemn admonition of your glorious Patriarch came home to him more vividly than ever : as you are Christians, so are you to be Romans. To be Christian one must be Roman; one must recognize the oneness of Christ's Church, that is governed by one successor of the Prince of the Apostles, who is the Bishop of Rome, Christ's Vicar on earth. To train Irish priests in the very centre of this Roman unity, close to the strong, pulsing heart of Christ's Mystical Body, Luke Wadding founded St. Isidore's for his own religious brethren. Dring thirty years he governed the College Europe, and under his guidance and inspiration profound scholars were formed, Professors prepared to occupy university chairs throughout and, what was a primary pian and hope for him, missionaries were sent forth equipped with learning, courage and selfless zeal to sustain and strengthen the faith of their fathers among the hardpressed people of seventeenth Century Ireland. To increase this number of Roman-trained missionaries Fr. Luke persuaded Cardinal Ludo visi to found a College for Irish seminarians, who catching up the torch of heroism lighted by the Martyrs and Confessors, whose memories had been their daily comparions, would carry it full aflame to brighten the days of perscution and lead their fellow countrymen to a defence of the faith that would never surrender. What a treasure St. Patrick had confded to his people ! It is yours, dearly beloved children, - the true faith, that down through the long centuries has never suffered the blight of heresy. Go to St. Isidore's; there in the monastery you will find a wee-bit of Ireland transplanted here in Rome. The old country has been the better for its planting. Kneel in the Church before your sacramentai God ; sing your praises of Mary

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and her divine Son ; pour ont your heart's gratitude for the faith that is yours, sweetened as it is and confirmed by your dvotion to Mother Mary ; and may Fr. Luke Wadding by his intercession before the throne of God continue to be a blessing to Ireland. To you, Venerable Brothers and to ali the members of your flocks, to the honourable Head of Government here prsent, to you. dearest sons and daughters of Our dear Ireland, and to ail your loved ones, from a heart filled with joy and affection We impart the Apostolic Blessing.

IV
Summus Pontifex, postquam Stationem Radiophoniam Vaticanam, ad S. Mariam de Galeria nova sede auctam, sacro ritu lustravit, coram Emis Patribus Cardinalibus et Exemis Nationum Legatis ceterisque adstantibus (( Attendite tione quibus excelsa haec verba fecit.* populi atque de longe , hoc Crux
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audite est ex super

omnes ; hac stat,


2

ex

nova

Stasilva,

Radiophonica

Vaticana, invicta

antemnarum veritatis

caritatis-

que signum, os Nostrum patet ad vos .

Imprimisque cupimus

immortales ex animo grates agere Deo Optimo Maximo, qui non modo caelum et terram mirabili prorsus rerum cohaerentia atque concordia condidit, sed arcanas etiam vires elementis omnibus indidit, quas hominum mens pervestigando exquirit, laboriose detegit, atque in suam ipsorum servitutem redigit. Ita fit ut humana vox, machinamentis captata ingeniosissime exstructis, elctricas undas eliciat, quae cum immensa terrae marisque spatia transvolaverint, aliis instrumentis excipiuntur, iterumque eandem referunt vocem, perinde ac si qui verba ex longinquo faciunt, praesentes colloquantur. Hoc est radiophonicum inventum, unum certe ex maximis, quae hominum ingenium hac nostra aetate feliciter invexit. Sed alia, non minus miranda, in usum hodie inducta sunt et cotidie magis perficiuntur. Haec, quae progredienti saeculo nostro summae gloriae vertunt, nemo profecto est qui una Nobiscum non dilaudet ; verumtamen asseverare oportet a, quae technicae omne genus disciplinae dant munera, commoda, utilitates, minime posse ad hominum prosperitatem verique
* Die 27 Octobris mensis a. 1957.
1

Is. 49, 1.
2

Oor 6, 11.
ACTA, vol. XXIV, n. 16 25-11-1957.

62 _

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

nominis felicitatem conferre, nisi bona animi, quae potiora sunt, provehant, nisi naturae normis obtemprent, nisi denique aeterni Dei lelegibus omnino oboediant. Ad eum enim - ut S. Albertus Magnus sunt, qui fons est sapientiae et naturae
3

scribit, qui rerum etiam physicarum studiosissimus fuit pervestigatur - omnia referenda sator et institutor et rector .* Ut rebus creatis omnibus, ita iis etiam viribus, quas hodie docti viri suo subiciunt imperio, utique utendum est ; recte tamen, atque ita moderante ratione, ut homines ne iisdem tam penitus adhaereant, ut animum quisque suum ad immortalia natum paene obliviscantur ; sed res omnes quasi gradus in adscensum pateant, per quos iidem ad caelestia intelligenda ac potiunda evehantur. Cernant omnes in naturae rebus ac viribus praesens Dei Numen, eiusque incorruptos splendoris radios venerabundi mirentur. Ut in caduca fragilique florum specie, et in concordibus mirandisque astrorum choris, quae infinita caelorum spatia, divino nutui obtemperando, transvolant, ita in secretis atomorum latebris, quas armata introspicit oculorum acies, et ingeniosa ars novam eliciendo vim discindit, creatricem aeternamque Dei sapientiam potentiamque adorent ac venerentur. Si hac cogitandi agendique ratione utantur homines, inventa omnia, quae mirabili modo nostra invexit et invenit aetas, non ad corporum, non ad animorum ruinam conducente sed ad prosperiorem, ornatiorem, felicioremque reddendam cum singulorum, tum domesticae civilisque societatis vitam. Haec enim inventa - quod in comperto omnino est - ut multa bona, ita multa etiam mala parere possunt. Ad radiophonicam rem quod attinet, quisnam ignorat eam posse veritates vel errores, virtutes vel flagitia, concordiam vel discordiam, fraternam caritatem vel exitiale odium usquequaque propagare ac disseminare? Quantum igitur interest - quod ceteroquin in Encyclicis Litteris scripsimus recens datis, quibus a verbis initium est Miranda prorsus - quantum interest, dicimus, ut qui christiano ac vel solummodo probo sint animo, eiusmodi causam summa diligentia curent ; idque imprimis efficere pro viribus cordi habeant ut undsona scrinia, quae hodie in multis domibus sunt, non a veritate, per fucatam erroris speciem, avertant mentes, non ad vitia, fallacis artis illecebris ornata, animos alliciant, sed virtutem potius suadeant, sed rectam doctrinam propagent, sed sanis quoque oblectamentis auditores reficiant, atque
3

Cfr. A. A. 8., vol. X X X X V I , a. 1954, pag. 6-7. Phusic. lib. I, tract. I, cap. 1. Cfr. A. A. S., vol. X X X X V I , a. 1954, pag. 6-9. A. A. S., vol. XXXXIX, a. 1957, pag. 765 sqq.

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etiam iis curis relvent, quae hodie praesertim tam acriter exagitant et angunt homines. Ac praeterea - idque peculiari modo ad Nos, ad sacrorum Antistites et ad catholicos omnes pertinet - radiophonicum inventum novas opes novasque vires suppeditat ac praebet ad id latius faciliusque efficiendum, quod Jesus Christus Apostolis iisque, qui in eorum locum successerunt, praecepit : Praedicate Evangelium omni creaturae .
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Cur igitur Ecclesia potentissimo hoc adiumento non utatur ad munus suum expeditius obeundum, melius profecto, quod, cum, a Deo acceptum sit, potest ad singulorum ciquam aliud quidquam,

vium, ad domestici convictus et ad civilis etiam societatis bonum conferre? Doctrinae, quas humana mens parit, perfectae numquam esse queunt; quamobrem contigit saepe ut aliae ex aliis oriantur, succrescant, atque iis, quae subinde effiorescunt, locum cedentes, pedetemptim dilabantur; quae a attamen verbum... Domini manet in a e t e r n u m Deo proficiscitur, nescit occasum; eiusque
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Veritas,

prae-

cepta, si recte in usum deducantur, illa vi pollent, quae non modo singulos, sed universam etiam hominum consortionem ad meliorem felicioremque statum perducat. Per Iesu Christi enim Evangelium tales excitantur virtutes, quales ne suspicari quidem ulla veterum ethnicorum philosophia potuit. Per illud - ut historia docet - mentis cogitata et consilia, voluntatis proposita, actio vitae et mores in alium abiere cursum ; cumque late fluxissent Divini Redemptoris cognitio eiusque doctrina, et in intimas etiam civitatum venas vis eius, vitiorum expultrix virtutumque altrix, permanasset, tum ea est conversio rerum consecuta, quae, christiana gentium humanitate parta, faciem orbis terrarum funditus commutavit .
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Iamvero quod olim evenit,

hodie

quoque

uberibus

cum fructibus fieri necesse est. Propagetur igitur cotidie magis Jesu Christi religio ; regiones omnes, longinquas etiam ac difficilioribus itineribus aliisve causis praepeditas, pervadat ; intra domesticos parietes animorunque penetralia efficax morum moderatrix ingrediatur et dominetur ; ac Iesu Christi vox, suaviter alliciens, per eius sacros administros ubique gentium salutifera resonet. Non tantum suetis ac tralaticiis modis, necessariis quidem, Divini Redemptoris Evangelium propaganduni est, sed opibus etiam recens in usum inductis, si volumus, quod reapse omnes

Marc. 16, 15. 1 Petr. 1, 25.

' Leo X I I I , Epist. Enc. Tametsi; Acta Leonis XIII t. XX, a. 1901, pag. 299.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

velle debemus, ut cotidie impensius eius Regnum, Regnum veritatis et vitae, Regnum sanctitatis et gratiae, Regnum iustitiae, amoris et pacis tamdem aliquando ubique vigeat atque triumphet. Quemadmodum autem Nos cupimus ut haec nova ac pacifica veritatis arma a catholicis usurpentur, ita Nobis mens fuit potentiorem perfectioremque excitare Radiophonicam Stationem, qua Nobis fas esset cum universo terrarum orbe vocem Nostram communicare, Nostraque praecepta, hortamenta et vota christianorum communitati impertire. Ita fit ut mystici Iesu Christi Corporis membra, cuius Divinus Redemptor est caput, novis vinculis inter se coniugantur ; fitque etiam - quod catholicos omnes excupere novimus - ut iidem voci verbisque Romani Pontificis ex extremis quoque mundi regionibus auscultare queant; ii etiam, qui, ob impedimenta et repagula opposita, eius vocem audire non possunt. Quamobrem vehementer optamus gratam profiteri voluntatem Nostram non modo iis omnibus, qui ex catholico terrarum orbe vel corrogatam stipem, vel Opportuna machinamenta ad ingens hoc opus extruendum perficiendumque contulerunt, sed iis etiam singulis, qui, technicae id genus disciplinae peritissimi, operam industriamque liberaliter Nobis libenterque navarunt. Iidem procul dubio animadvertent idque singulis solacio erit se opes, vires, ingenium ad causam contulisse, quae non modo ad mentium culturam, ad animorumque ornamenta ac delectamenta procuranda conducit, sed ad christianam etiam veritatem virtutemque suadendam provehendamque, et ad catholicam religionem ubique gentium pro viribus magis cotidie ac validius constabiliendam. Nolumus autem brevi huic alloquio Nostro finem facere, quin etiam atque etiam gentes, populos hominesque universos ad pacem fraternamque concordiam adhortentur. Ex bellis - quod recentes eventus nimium quantum testantur ! - caedes, ruinae et cuiusvis generis miseriae gignuntur. Idem fit quoque - quod omnes norunt - ex civium simultatibus, odiis discordiisque, quae nec privatam, nec publicam mae dilabuntur .
u 10

prosperitatem

parere

possunt, quandoquidem concordia parvae res crescunt : discordia maxuNos igitur, qui nullo terreni imperii studio movemur, cum munus Nobis creditum imprimis ad immortales animos pertineat et ad aeternam assequendam felicitatem, sed potentia Deo ,
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Nos, quibus a r m a . . .

non carnalia sunt,

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et quibus nihil magis est cordi, quam cuius-

Praef. Missae in Festo Jesu Christi Regis. Sallust. Iug. 10. 2 Cor. 10, 4

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1 8

Acta Pii Pp. XII

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vis stirpis homines ac populos caritate complecti, paternam iterum attollimus vocem, fraternam omnibus pacem suadentes. Ii praesertim, quorum in manibus Nationum sortes sunt positae, gravissimum officium suum secum et coram Deo recogitent. Mutua rerum rationumque aestimatione considerationeque, quae iustitia ac veritate innitantur, invicem contineantur ; omnique ope curent ut quae habeantur inimicitiae conten tionisque causae quam primum non modo minuantur, sed aequa etiam lance componantur ac deleantur prorsus ; ita quidem ut singuli cives ac multitudines et a bellorum metu formidineque respirare queant, et in spem meliorum temporum erigi, et ea, quae futurae dimicationes absumere ac dissipare possunt, in frugifera potius pacis opera communemque prosperitatem con vertere. Quae quidem vota et hortamenta eo impensius ex animo proficiscuntur Nostro, quod in praesens, ut omnes norunt, turbidae nubes caelum obscurare videntur proximarum orientis regionum, haud longe a locis illis, ubi super Divini Redemptoris cunabula, Angelorum agmina pacis nuntium cecinere hominibus bonae voluntatis. ficatu
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Nos, qui inde ab inito Pontiiustam dicimus pacem, etiam in re1 5

pacem semper suasimus

omnibus,

Dei munus pulcherrimum quo,

ut Augustinus ait,

bus terrenis atque mortalibus nihil gratius soleat audiri, nihil desiderabilius concupisci, nihil postremo possit melius inveniri , nes. Probum ac prudens eorum consilium ingens atque praevaleat, qui iterum atque iterum ad eam solidandam confirmandamque invitamus omhomines bonae voluntatis reapse dici queunt; atque omnes animadvertant quam irreparabilis ruinarum cumulus non modo civibus, non modo Nationibus, sed universo etiam humano generi ex nova belli conflagratione oriri possit. Quamobrem ii praesertim, quos habemus in Christo filios, supplices ad Deum admoveant preces ut quam primum haec nubila discutiantur, ac pacatis animis compositisque rebus ac legitimis iuribus recognitis, caelum feliciter disserenascat. Hoc faxit utinam Deus; eiusque pax..., quae exsuperat omnem sensum, custodiat corda vestra et intelligentias vestras in Christo Jesu . Amen.
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Cfr. Luc. 2, 14. Cfr. Acta Ap. Sedis, vol. X X X I , 1939, pp. 80-87. PMl. 4, 7.

14

" De Oiv. Dei, lib. X I X , cap. X I .


,fl

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Acta

Apostolicae

Sedis.-

Commentarium

Officiale

Ad Legatos populares legibus ferendis, Romae coadunatos, ob Conventum Coetus, qui Communaut Europenne du Charbon et de l'Acier appellatur, (C.E.C.A.). *

C'est avec plaisir que Nous vous accueillons, Messieurs, et que Nous saluons en vous la premire, et jusqu'ici l'unique, institution parlementaire europenne rgulirement constitue de reprsentants d'Etats diffrents. N u l n'ignore avec quel intrt Nous avons suivi les efforts de fdration, qui se poursuivent depuis la fin du dernier conflit mondial, et en particulier le projet qui devait aboutir la constitution de cette Communaut Europenne du Charbon et de l'Acier, munie de vritables pouvoirs gouvernementaux dans son propre domaine. L'ide en fut lance au mois de mai 1950 dans un esprit la fois audacieux et ralisateur, et ds l'anne suivante un trait sign par les six pays, que vous reprsentez, lui donnait son expression ; ce trait entrait en vigueur le 25 juillet 1952, et bientt les premiers rsultats conomiques s'en faisaient sentir de faon favorable. Un vnement, comme la runion de votre parlement Rome, contribuera, Nous en sommes sr, dvelopper l'intrt public pour les bienfaits d'une unit plus large que celle de la nation au sens traditionnel, et les esprits ne manqueront pas d'tre frapps par l'augmentation de la production du charbon et de l'acier, par les prix plus justes ds la suppression des barrires douanires et des mesures restrictives; par la radaptation professionnelle des travailleurs, ' la libre circulation de la main d'uvre, dont les premires formes viennent si heureusement d'entrer en vigueur. Une ncessit conomique vitale impose aux Etats modernes de moyenne puissance de s'associer troitement, s'ils veulent poursuivre les activits scientifiques, industrielles et commerciales, qui conditionnent leur prosprit, leur vritable libert et leur rayonnement culturel. Mais il est tout un ensemble de raisons, qui invitent aujourd'hui les nations d'Europe se fdrer rellement. Les ruines matrielles et morales causes par le dernier conflit mondial ont mieux fait percevoir l'inanit des politiques troitement nationalistes : l'Europe meurtrie et amoindrie sent le besoin de s'unir et de mettre fin aux rivalits sculaires; elle voit les territoires jadis en tutelle arriver rapidement l'ge de
* Habita die 4 Novembris mensis a. 1957.

Acta Pii Pp. XII

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l'autonomie ; elle constate que le march des matires premires est pass de l'chelle nationale l'chelle continentale ; elle sent enfin, et le monde entier avec elle, que tous les hommes sont frres et appels s'unir dans le travail, pour prendre en charge toute la misre de l'humanit, pour faire cesser le scandale de la famine et de l'ignorance. Comment oser encore se retrancher dans un protectionnisme courte vue, quand l'exprience a prouv que de semblables mesures entravent finalement l'expansion conomique et diminuent les ressources disponibles pour amliorer le sort de l'humanit? Il serait erron de croire que l'ordre nouveau natra de lui-mme sous la pression des seuls facteurs conomiques. La nature humaine, alourdie par le pch, n'engendre que le dsordre, si on la livre ses seuls apptits. Il faut un droit reconnu, il faut un pouvoir capable de le faire observer. C'est un des avantages de la Communaut Europenne du Charbon et de l'Acier d'avoir prouv son utilit par des rsultats tangibles. La plus grande stabilit des prix a fait prendre aux acheteurs et aux vendeurs l'habitude de commercer sur toute l'tendue du march, et le climat de confiance qui a t cr donne l'espoir que le trait sera bientt largi des secteurs de plus en plus vastes. Actuellement en effet il ne peut assurer qu'un quilibre partiel, car une partie trop importante des changes conomiques lui chappe encore. Un autre bienfait de la CECA, sur lequel Nous voulons insister, c'est le progrs social qu'elle amorce dans les Etats intresss, en veillant l'amlioration des conditions de vie des travailleurs, en assurant l'occupation des ouvriers licencis par suite d'une mcanisation plus pousse, en maintenant le niveau des salaires, en procurant aux intresss des indemnits d'attente, de transfert et d'adaptation technique, en fournissant des investissements destins crer de nouveaux postes de travail, ou construire des habitations pour les familles ouvrires. Nous aimons en particulier souligner la cration rcente d'une carte de travail de la Communaut Europenne du Charbon et de l'Acier, permettant une premire catgorie d'ouvriers qualifis la libre circulation d'un pays l'autre. Ce rsultat, qui peut sembler tout simple au grand public, est en ralit le fruit de tractations laborieuses ncessites par la diversit des lgislations du travail dans les pays de la Communaut, mais sa valeur symbolique et son importance pratique n'chappent personne. L'galit des conditions sociales, qu'elle doit tablir progressivement entre ouvriers de la mme catgorie travers l'Europe nouvelle, aura certainement de profondes rpercussion humaines, et Nous formons le

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

vu qu'elle contribue rapprocher les esprits et les curs dans une vritable fraternit. Outre son profit d'ordre surtout matriel, l'uvre de la Communaut mrite encore de retenir l'attention dans le domaine de l'information sociale. En effet, la publication rgulire des renseignements de premire main obtenus sur la situation du march et de la production, la possibilit offerte des syndicats de travailleurs de participer des enqutes sur les salaires l'intrieur des entreprises, le financement de recherches sur la scurit du travail ou sur les maladies spcifiques, comme la silicose des mineurs, constituent de trs notables services rendus au monde du travail et un titre de plus Notre bienveillance. Ce n'est pas que tout soit parfait encore, ni que tous les progrs rcemment raliss puissent tre attribus la CECA ; mais les initiatives prises dans l'esprit du trait par les organismes qu'elle anime suscitent des expriences fructueuses et provoquent des changements qui, sans elle, auraient tard davantage. Certains checs mme, par exemple dans le transfert de la main d'uvre de rgions conomiquement moins favorises vers d'autres plus favorises, ont fait apparatre aux yeux d'experts dsintresss la ncessit d'une politique conomique plus hardie, plus comprhensive et plus longue chance en faveur des rgions sousd veloppes d'Europe. Une leon morale d'nergie et de patience se dgage de la situation actuelle de la CECA, car elle n'a pu aboutir aux rsultats substantiels dj acquis que grce une longue prparation juridique et technique, faute de quoi jamais elle n'aurait triomph des difficults de tous ordres, qui se dressaient en face d'elle durant les premiers mois. Aujourd'hui bien des apprhensions sont calmes, qui pouvaient paratre irrductibles, et l'on entrevoit que le mouvement cr ne peut plus s'arrter, qu'il faut donc y entrer fond et consentir les sacrifices temporaires, sans lesquels il ne saurait russir. Aussi est-ce une joie pour Nous de penser aux fruits d'ordre spirituel et humain, qui peuvent rsulter de la mise en commun du patrimoine si riche de l'Europe. Quand Nous parlons de patrimoine, Nous employons dessein une parole de sens trs large, qui comprend avant tout des valeurs intellectuelles et morales. Il est ncessaire sans doute de baser l'entreprise d'union politique sur des donnes conomiques certaines; mais il faut compter encore davantage sur l'enrichissement et la stimulation, que provoqueront certainement le brassage de cultures anciennes et profondes, la rencontre de tempraments et de traditions complmentaires,

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l'exploitation commune d'un capital d'nergies personnelles et sociales accumul par de longs sicles de conqutes pacifiques : conqutes sur les forces de la nature, qui ont amnag, enrichi et embelli le territoire, conqutes sur l'ignorance et l'erreur, qui ont donn naissance la culture, la science et la vie spirituelle de l'Occident. Il ne s'agit pas d'abolir les patries, ni de fondre arbitrairement les races. L'amour de la patrie dcoule directement des lois de la nature, rsumes dans le texte traditionnel des commandements de Dieu : Honore ton pre et ta mre, afin que tes jours se prolongent sur le sol que te donne le Seigneur, ton Dieu ; toutefois, le devoir de reconnaissance pour les mrites et les travaux des aeux engendre le plus souvent une prfrence instinctive pour certaines formes de vie et de pense, un attachement des privilges, qui n'ont pas toujours, ou qui n'ont plus leur raison d'tre en face des obligations nouvelles cres par l'volution rapide et profonde du monde moderne. Entrer dans une communaut plus vaste ne va jamais sans sacrifices, mais il est ncessaire et urgent d'en comprendre le caractre inluctable et finalement bienfaisant. On constate d'ailleurs cet gard un heureux changement dans l'opinion publique, mieux, informe dsormais grce la facilit des voyages, l'abondance de la documentation crite et audiovisuelle, dont chacun peut profiter moindres frais. Pour favoriser cette ouverture, l'apport d'un long atavisme chrtien assurera, Dieu aidant, la part de dsintressement sans laquelle il n'est pas d'union profonde et durable. De mme qu'on n'est arriv aux accords actuellement en vigueur qu'au prix de longs efforts et d'une persvrance souple et tenace, on ne pourra franchir de nouvelles tapes sans dployer une grande nergie. Les rsultats obtenus Nous font bien augurer de l'avenir, et Nous formons pour les travaux de votre assemble les vux les plus sincres. Les pays d'Europe, qui ont admis le principe de dlguer une partie de leur souverainet un organisme supranational, entrent, croyons-Nous, dans une voie salutaire, d'o peut sortir pour eux-mmes et pour l'Europe une vie nouvelle dans tous les domaines, un enrichissement non seulement conomique et culturel, mais aussi spirituel et religieux. Aussi appelonsNous sur votre assemble la lumire et la force d'en-haut, en gage desquelles Nous accordons de grand cur, vous-mmes ici prsents, tous ceux qui vous sont chers et que vous dsirez recommander Nos prires, Notre Bndiction Apostolique.
x

Ex. 20, 12.

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Acta Apostolicae Sedis Commentarium Officiale

ACTA SS. CONGREGATIONUM


SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS

CIVITATUM FOEDERATARUM AMERICAE SEPTENTRIONALIS DECRETUM


DE ERECTIONE VICARIATUS CASTRENSIS

Mysticam Petri naviculam tantis undique procellis agitatam, firmiter tamen iugiterque stantem, de plenitudine Apostolicae potestatis moderantes, Romani Pontifices nihil praetermittunt quominus Christifideles per salutis semitam tuto ambulantes confirmentur. Siquidem in Civitatibus Foederatis Americae Septentrionalis fideles, qui militiam capessunt atque illos qui copiis quomodolibet addicuntur;, sacrorum Antistitum et sacerdotum ope, multis abhinc annis, Catholica Ecclesia sedulo, vigili, paterno prosequitur obtutu. Hoc vero ministerium, quo normis sacrorum canonum aptius aptiusque componatur et quo iidem fideles privilegiis ac solaciis, Vicariatuum Castrensium propriis, uberius ditentur, SSmus Dominus Noster Pius Divina Providentia PP. XIIj praehabito favorabili voto Exc. P. D. Ioannis Hamleti Cicognani, Archiepiscopi titularis Laodicensis in Phrygia et in Civitatibus Foederatis Americae Septentrionalis Delegati Apostolici, preces Emi P. D. Francisci S. R. E. Cardinalis Spellman, Archiep piscopi Neo-Eboracensis et Vicarii Castrensis, erectionem Vicariatus Castrensis enixe postulantis, benigne dignatus est excipere. Quapropter, de consilio infrascripti Cardinalis Sacrae Congregationis Consistorialis Secretarii, suppleto quatenus opus sit eorum interesse habentium vel habere praesumentium consensu, praesenti Consistoriali Decreto, Vicariatum Castrensem Civitatum Foederatarum Americae Septentrionalis erigit atque constituit. Hac ratione erectus Vicariatus Castrensis constabit: Vicario Castrensi, Auxiliaribus Episcopis quos Apostolica Sedes constituere de-

Suora Congregatio Consistorialis

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creverit, cappellanis delegatis seu maioribus, ubi necesse constitutis, necnon militum cappellanis, seu minoribus. Sedes huius Vicariatus Castrensis eiusque Curiae dioecesanae instar constitutae Neo-Ebraci ponetur. Vicarii Castrensis munus Archiepiscopo pro tempore Neo-Eboracensi nunc et in futurum per peculiare S. Congregationis Consistorialis Decretum deferetur, qui utramque proinde cumulabit iurisdictionem. Vicarius Castrensis iurisdictione pollebit personali, ordinaria tum fori interni tum fori externi, speciali et cumulativa cum iurisdictione Ordinariorum locorum ad normam Instructionis De Vicariis Castrensibus Sollemne semper & S. Congregatione Consistoriali die 23 mensis Aprilis anni 1951 editae. In stativis autem castris et in locis militibus reservatis primo et principaliter Vicarius Castrensis iurisdictionem exercebit, secundario, quoties, scilicet, Vicarius Castrensis eiusque cappellani absint vel de quatenus fas erit consiliis cum Vicario Castrensi.
:

sint, semper vero iure proprio, Ordinarius loci atque parochus, initis Iurisdictioni Vicarii Castrensis subdentur : 1. Sacerdotes saeculares et regulares qui ad munus cappellani militum pro copiis Civitatum Foederatarum Americae Septentrionalis habitualiter vocantur, vel etiam non habitualiter, sed tempore quo opem praestant; 2. Sacerdotes cappellani valetudinariorum vulgo Vtrans Administration Hospitals and Domiciliaries )) ; 3. universi Christifideles : qui in copiis terrestribus, aeris et maritimis actu stipendia faciunt; qui, modo militari instructi, ad easdem copias quomodolibet pertinent; qui, tandem, legibus pro ipsis copiis latis adstringuntur; 4. Fideles qui sub vexillis copiarum vulgo : Coast Guard , (( National Guard , Air National Guard , Civil Air Patrol militant, dummodo vitam communem, modo militari, agant; 5. Familiae eorum qui sub n. 3 recensentur, id est: uxores, liberi, famuli, propinqui et necessarii, qui in patrio territorio cum iisdem habitualiter cohabitant vel extra patriam ipsos quomodolibet comitantur; familia pariter catholica militis etsi acatholici, quae in iisdem versatur adiunctis; 6. Omnes utriusque sexus fideles, sive alicui Religioni adscripti sive non, qui nosocomiis, scholis militaribus, memoratis valetudinariis

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

seu Vtrans Administration Hospitals and Domiciliaries addicuntur, ibique commorantur; 7. Omnes utriusque sexus fideles qui in copiarum stationibus vel in domibus a Gubernio civili copiis militumque familiis reservatis cohabitant ; Cum vero in Dicione Civitatum Foederatarum Americae Septentrionalis, praesertim in dissitis locis, militum quaedam stationes ad instar pagorum efformatae sint, ubi domus, quas cum sua quisque familia milites inhabitant, cumque Ordinarius loci spirituali animarum curae per parochum aut missionarium aut quemlibet alium sacerdotem providere ibi non possit et illuc sine gravi incommodo accedere nequeat, indulget Sanctitas Sua ut iurisdictioni personali Vicarii Castrensis omnes et singuli in praedictis pagis commorantes subiiciantur usque dum praedicta adiuncta perseverent, certiore facto Ordinario loci in peculiaribus casibus. Cappellanos omnes sive maiores sive minores, servatis servandis, Vicarius Castrensis nominat, cuius ordinariae potestati durante munere omnino subiacebunt. Quoad ecclesiasticam disciplinam tamen, militum cappellani potestati quoque Ordinarii loci in quo versari contingat obnoxii erunt, cui, in casibus urgentioribus et quoties Vicarius Castrensis providere non poterit, fas erit in eos animadvertere etiam canonicis sanctionibus, si casus ferat, et monito confestim Vicario Castrensi. Quod ad militum cappellanos religiosos attinet, adamussim servetur Instructio De cappellanis militum religiosis a S. Congregatione negotiis Religiosorum sodalium praeposita die 2 mensis Februarii anni 1955 edita. Auxiliares Vicariatus Castrensis muneribus et officiis adstringuntur quibus Auxiliares Episcoporum Codice I. C. ligantur. Cappellanis delegatis seu maioribus, ad subditos rite regendos ipsorum curae concreditos, munia conferuntur quae congrua congruis referendo officio Vicarii Generalis Codex I. C. adnectit. Militum vero cappellani animarum sibi commissarum curam gerent muneribus et obligationibus parochorum ad normam Instructionis De Vicariis Castrensibus quam supra memoravimus. Episcopi Auxiliares atque cappellani maiores et minores, valide et licite, audire possunt confessiones quorumlibet ad se accedentium in locis militibus reservatis.

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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Ad matrimonium quod attinet subditorum Vicariatus Castrensis, districte servetur praescriptum canonis 1097, 2 C. I. C, id est pro regula habeatur ut matrimonium coram sponsae parocho celebretur, nisi iusta causa excuset et accurate expleantur actus qui, ad normam iuris communis, celebrationem matrimonii praecedere et subsequi debent. Causas subditorum Vicariatus Castrensis Civitatum Foederatarum Americae Septentrionalis, sive contentiosas inter ipsos, sive criminales Tribunal metropolitanum archidioecesis Neo-Eboracensis in prima instantia, metropolitanum archidioecesis Philadelphiensis in altera instantia pertractabit. Vicarius Castrensis Relationem de statu Vicariatus Castrensis singulis trienniis Apostolicae Sedi exhibebit, quaesitis respondens iuxta ea quae in Formula Servanda praescribuntur a S. Congregatione Consistoriali die 20 mensis Octobris anni 1956 statuta. Vacante officio Vicarii Castrensis, nisi Sancta Sedes aliter providerit, regimen Vicariatus Castrensis usque dum novus Archiepiscopus NeoEboracensis sedis possessionem ceperit penes Auxiliarem, aut si defuerit penes cappellanum maiorem seu delegatum, ad normam canonis 106, 3 C. I. C, seniorem esto. Qui autem Vicariatus Castrensis regimen tunc susceperit omnes et solas facultates habebit quae congrua congruis referendo Vicario Capitulari competunt, eiusdemque obligationibus obnoxius erit. Ipsius praesertim erit de assumpto munere S. Congregationem Consistorialem monere ab eaque instructiones impetrare. Ad haec exsecutioni mandanda Sanctitas Sua memoratum Exc. P. D. Ioannem Hamletum Cicognani deputare dignata est, necessarias et opportunas ei tribuens facultates etiam subdelegandi ad effectum de quo agitur quemlibet virum in ecclesiastica dignitate constitutum, et onere imposito ad S. Congregationem Consistorialem quamprimum transmittendi authenticum exemplar actus peractae exsecutionis. Quibus super rebus praesens edi iussit Consistoriale Decretum, perinde valiturum ac si Apostolicae sub plumbo Litterae expeditae fuisset. Datum Romae, ex Aedibus S. Congregationis Consistorialis die VIII Septembris MCMLVII in Nativitate Beatae Mariae Virginis.

g Fr. A. I. Card. PIAZZA, Ep. Sabinen, et Mandelen., a Secretis L. rB S. Iosephus Ferretto, Adsessor

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

S. CONGREGATIO DE PROPAGANDA FIDE

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CONFINIORIS CALIFORNIAE
(TIGIUANANSIS) DECRETUM VICARIATUS APOSTOLICUS CONFINIORIS CALIFORNIAS DEINCEPS <( TIGIUANANSIS )) APPELLABITUR. Cum propter erectionem Praefecturae Apostolicae Pacensis in California Inferiori, quae per Decretum Quo efficacius , die hodierna datum, facta est, nomen Vicariatus Apostolici Confinioris California non amplius rerum conditionibus responderet, preces ad hanc Sacram Congregationem de Propaganda Fide porrectae sunt ut Vicariatus Apostolici Confinioris Calif orniae ab urbe Ti juana nomen duceret. Quas preces benigne excipiens, haec eadem Sacra Congregatio de Propaganda Fide, vigore specialium facultatum a Sanctissimo Domino Nostro Pio Divina Providentia Papa X I I sibi tributarum, per praesens Decretum Vicariatum Apostolicum Confinioris Californiae, in futurum, Vicariatum Apostolicum Tigiuanansem appellandum decrevit. Datum ex Aedibus Sacrae Congregationis de Propaganda Fide, die 13 mensis Iulii a. d. 1957. P. Card. FUMASONI BIONDI, Praefectus L. S. C. Corvo, Subsecretarius

II
PROVISIO ECCLESIARUM Sanctissimus Dominus Noster Pius, Divina Providentia Papa X I I , singulas quae sequuntur Ecclesias de novo Pastore dignatus est providere, nimirum : die 5 Iulii 1957. Cathedrali Ecclesiae Musomaensi praefecit R. P. Ioannem Iacobum Rudin, e Societate de Maryknoll pro Missionibus Exteris.

Sacra

Congregatio

de

Seminariis

et

studiorum

Universitatibus

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-r- Cathedrali Ecclesiae Dualansi, Exc. D. Thomam Mongo, hactenus Episcopum titularem Botrianensem. Titulari episcopali Ecclesiae Eleutheropolitanae in Palaestina, R. P. Alafridum Mathaeum Stemper, e Missionariis Sacratissimi Cordis Iesu, quem constituit Vicarium Apostolicum Vicariatus Apostolici Kaviengensis, nuper erecti. die IS Iulii. Titulari episcopali Ecclesiae Abilenae in Palaestina, R. P. Herculanum ab Overasselt (in saeculo Joannem Marinum van der Brgt), ex Ordine Fratrum Minorum Capuccinorum, quem constituit Vicarium Apostolicum Pontianakensem.

III
NOMINATIO Decreto ut infra, dato die 5 Iulii mensis a. 1957, Sacra Congregatio de Propaganda Fide constituit Excmum P. D. Marcellum Piquet, Episcopum titularem Erizenum, hactenus Vicarium Apostolicum Quinhonensem, Vicarium Apostolicum nuper erecti Vicariatus Apostolici Nhatrangensis.

SACRA CONGREGATIO DE SEMINARIIS ET STUDIORUM UNIVERSITATIBUS

DECRETUM
STUDIORUM UNIVERSITAS (( DE PAUL )) CHICAGII, IN FOEDERATIS STATIBUS

AMERICAE SEPTENTRIONALIS, CANONICE ERIGITUR, EIUSQUE FACULTAS M U SICAE PONTIFICIO ROMANO INSTITUTO MUSICAE SACRAE AFFILIATUR.

Impensissimam Catholica Ecclesia semper adhibuit curam ut rectam adolescentium institutionem sartam tectam efficeret, non religionis dumtaxat sed et humanarum scientiarum ac liber alium artium praeceptoribus prospiciendo qui sanam doctrinam tradant ab inani commentitiae scientiae apparatu prorsus alienam. Inter Dei viros qui summe solliciti fue-

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

runt de iuventa recte instruenda, in bonum religiosi civilisque consortii, praefulget industrius ille eruditissimusque Sanctus Vincentius a Paulo, cui nihil antiquius erat quam pueros iuvenesque e fluxarum rerum desiderio mentisque tenebris in veritatis cultum ducere, scholis plane constitutis quibus ad pietatem et ad sanam solidamque doctrinam ngeretur iuventus. Filiique Vincentii a Paulo ab hoc assequendo fine nunquam destiterunt, cui immo se totos dederunt quo gravior fiebat necessitas eorum qui pueris frangrent verorum verborum panem, quo diuturnius impietas animos a toto supernalium rerum ordine avocabat tum perniciosissimos errores vulgando tum cuilibet cupididati f renos detrahendo. Magnarum regionum Foederatorum Statuum Americae Septentrionalis tot bonae voluntatis hominum desiderio obsequentes, academicas scholas inchoaverunt, quas inter eminet superiorum scholarum Institutum quod De Paul nuncupatur in civitate Chicagiensi, quod minimum semen anno Domini MDCCCXCVIII plantatum, in excelsam arborem celerrime (( crevit, ita ut volucres coeli veniant et habitent in ramis eius . Quinque etenim nunc complectitur studiorum Facultates (Artium liberalium Scientiarumque, Commercii, Iurisprudentiae, Musicae, Educationis physicae), praeter tria Instituta (ad dramticos auctores et actores, actuarios, oeconomiae domesticae peritos, informandos), atque lauream doctoralem Iurisprudentiae, necnon nonnulla diplomata magisterii (Artium, Praxeos Administrativae, Educationis, Musicae, Educationis Musicae, Scientiae), plura vero diplomata baccalaureatus a civili magistratu agnita, alumnis confert, qui plures in dies, academicis gradibus ornati, tum temporali tum spirituali patriae societatis emolumento et tuta doctrina et impigro labore prospiciunt. Cum sexagesimum vitae incrementique annum hoc optimum Athenaeum mox celebraturum sit, Superiores Maiores Congregationis Missionis atque academici Moderatores, favente in primis Emo P. Domino Samuele Alphonso S. R. E. Cardinali Stritch, Archiepiscopo Chicagiensi, qui summa benevolentia laudatum bonorum studiorum domicilium iamdudum prosequitur, ut florens Athenaeum canonica erectione stabiliter firmaretur ac in aevum probaretur supplices postulaverunt. Iteratae petitioni benigne obsecundans, Sacra Congregatio de Seminariis et studiorum Universitatibus de tanto negotio certiorem deligentissime fecit Augustum Pontificem gloriose regnantem. Quum autem Ssmus D. N. Pius div. Prov. Pp. X I I , omnibus perpensis quae ad amplissimum Chicagiense Athenaeum pertinent, libenter annuere dignatus sit, Sacra Congregatio de Seminariis et studiorum Universitatibus, post perspecta approbataque peculiaria Statuta, Athenaeum cano-

Sacra Congregatio de Seminariis et studiorum Universitatibus

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nice erigendum ad normam can. 1376 C. I. C. sollemniter deliberavit. Quapropter idem Sacrum Dicasterium, potestate a Sanctitate Sua sibi spe cialiter facta, ad gloriam Dei O. M . , ad Sanctae Ecclesiae dignitatem et decus atque ad animarum salutem Catholicam Studiorum Universitatem <( De Paul in Chicagiensi metropoli prospere vigentem, cum Facultatibus ac Institutis quibus nunc constat, constituit erigit atque in perpetuum erectam declarat, agnitis prorsus iuribus honoribus privilegiis quae ad huiusmodi Athenaea in universo Catholico Orbe de more pertinent, ac insuper iubet ut omnia ad effectum traducantur quae memorata Statuta tum de coetu curatorum praefectorumque definiunt cum de magistrorum auditorumque officiis praecipiunt. Votis praeterea Athenaei Moderatorum prorsus favens, Musicae Facultatem adnexaque musicae artis Instituta Universitatis De Paul ad Pontificium Institutum Mu sicae Sacrae in Urbe affilit atque affiliatum declarat, ea tamen lege ut disciplinae tradendae examinumque ratio rite fiant ad mentem Statutorum eiusdem Pontificii Instituti Urbis, cuius erit quotannis de magistris ac de scholis cognoscere, antequam Baccalaureatus gradum ad normam Constitutionis Apostolicae Deus scientiarum Dominus alumnis eiusdem Facultatis impertiat. Sacra denique eadem Congregatio laudatum Archiepiscopum metropolitanum Chicagiensem Ordinarium loci, Catholicae studiorum Universitatis De Paul Magnum Cancellarium de iure constituit edicitque, qui nomine Sanctae Sedis rite praesit invigiletque. Ceteris servatis de iure servandis; contrariisque quibuslibet nullatenus obstantibus. Datum Romae, ex aedibus Sancti Callisti, d. xxvin in. Iulii, in festo SS. Cordis Iesu, a. D. MCMLVII.

g I. Card. PIZZARDO, Ep. Albanen., Praefectus - L. B S. f C. Gonfalonieri, Archiep. Mcopolitan., a Secretis

63 - A C T A , v o l .

X X I V . n.

1 6 . - 25-11-1957

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium; Officiale

DIARIUM ROMANAE CURIAE


Luned, 18 novembre 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza D. Luis E. LANATA COUDY, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario del Per, per la presentazione delle Lettere Credenziali. Mercoled, 20 novembre 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza il Dott. D. CARLOS ARANGO VELEZ, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Colombia, per la presentazione delle Lettere Credenziali.

SEGRETERIA DI STATO NOMINE Con Brevi Apostolici, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, Si degnato di nominare : 1957. L'Emo e Revmo Signor Cardinale Cicognani Gaetano, Protettore delle Suore della Carit di S. Anna, (Saragozza, Spagna). 19 agosto L'Emo e Revmo Signor Cardinale Canali Nicola, Protettore della Congregazione delle Suore Mantellaie Serve di Maria (Londra). 24 L'Illmo e Revmo Mons. Zanini Lino, Internuncio Apostolico nell'Iran. 14 settembre L'Emo e Revmo Signor Cardinale Tisserant Eugenio, Bibliotecario di Santa Romana Chiesa. L'Emo e Revmo Signor Cardinale Tisserant Eugenio, Archivista di Santa Romana Chiesa. Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di nominare: Assistenti al Soglio Pontifcio : 8 11 marzo giugno 1953. S. E. Revma Monsig. del Rosario Luigi, Vescovo di Zamboanga. 1957. S. E. Revma Monsig. Soares Idilio Giuseppe, Vescovo di Santos. 30 luglio

Diarium Romanae Curiae

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1957. S. E. Revma Monsig, Alves de Pinho Mose, Arcivescovo di Loanda. 11 luglio ' S. E. Revma Monsig. Garcia y Garcia de Castro Raffaele, Arcivescovo di Granata. 19 agosto S. E. Revma Monsig. McVinney Russell Giuseppe, Vescovo di Providence. 2 settembre S. E. Revma Monsig. Bonnabel Augusto, Vescovo di Gap. 15 ottobre S. E. Revia Monsig. Dearden Giovanni F . , Vescovo di Pittsburgh. 17 S. E. Revma Monsig. Squintani Ambrogio, Arcivescovo titolare di Amorio. Protonotari Apostolici ad instar participantium : 30 aprile 1956. Monsig. Faurie Giuseppe, della diocesi di Le-Puy-en-Velay. 2 gennaio 1957. Monsig. Marquardt Luigi, dell'arcidiocesi di Colonia. 5 giugno Monsig. Garcia Giuseppe, dell'arcidiocesi di Santa F (U.S.A.). 12 agosto Monsig Bandera Giovanni, dell'arcidiocesi di Milano. Monsig Kelly Guglielmo, dell'arcidiocesi di Nuova York. 13 Monsig Kerwin Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Monsig Loehr Edoardo, della medesima arcidiocesi. 27 Monsii Martin Giovanni N., dell'arcidiocesi di Guadalajara. 31 Monsig. Mastino Felice, dell'arcidiocesi di Oristano. 2 settembre Monsig. Pellecchia Raffaele, della diocesi di Avellino. 18 Monsig. Denis Giacomo, dell'arcidiocesi di Sens. 7 ottobre Monsig. Reidy Donai A., della diocesi di Kerry. Prelati Domestici di Sua Santit: 16 4 7 1955. Monsig. Gonzalez Valderrabano Giuseppe, della diocesi di Astorga. marzo 1957. Monsig. Geller Giuseppe, dell'arcidiocesi di Colonia. maggio Monsig. O'Doherty Giacomo, della diocesi di MontereyFresno. Monsig. Power Giovanni F., della medesima diocesi. Monsig. Gagion Giuseppe A., della diocesi di Scranton. Monsig. Madden Giuseppe S., della medesima diocesi. Monsig. McHugh Tommaso J., della medesima diocesi. Monsig. Molino Francesco F., della medesima diocesi. Monsig. Staib Ciriaco A., della medesima diocesi. Monsig. Duffy Giacomo, della diocesi di Cleveland. Monsig. Gallagher Giovanni A., della medesima diocesi. Monsig. Hannon Edoardo S., della medesima diocesi. Monsig. Hoot Carlo A., della medesima diocesi. Monsig. Kickel Edoardo A., della medesima diocesi. Monsig. Podbielski Stanislao B., della medesima diocesi. Monsig. Thorpe Guglielmo P., della medesima diocesi. Monsig. Zwisler Ilario A., della medesima diocesi. aprile

24

giugno

17

980

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

25 4 5 8 11 12 14

maggio giugno

1957.

Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig.

Brock Edmondo S., della diocesi di Providence. Kenny Giovanni S., della medesima diocesi. McGuire Giovanni P., della medesima diocesi. Sullivan Arturo A., della medesima diocesi. Boudreaux Warren, della diocesi di Lafayette. Dreher Giorgio, dell'arcidiocesi di San Luigi. Esswein Antonio, della medesima arcidiocesi. Martin Giovanni J., della medesima arcidiocesi. Westhoff Alfonso, della medesima arcidiocesi. Suren Vittorio T., della medesima arcidiocesi. Hill Pietro, dell'arcidiocesi di Santa F (U.S.A.). Stadtmueller Federico, della medesima arcidiocesi. Monsig. Regan Carlo F., della diocesi di Burlington. Monsig. Bilczewski Casimiro, dell'arcidiocesi di Leopoli dei Latini. Monsig. Jelinski Francesco, della diocesi di Lodz. Monsig. Sobczynski Antonio, della medesima diocesi. Monsig. Zukowski Boleslao, della medesima diocesi. Monsig. Gieryszewski Vincenzo, della diocesi di Plock. Monsig. Lissowski Ludovico Vincenzo, della medesima diocesi. Monsig. Tenderenda Stanislao, della medesima diocesi. Monsig. Piotrowski Stanislao, della diocesi di Wladisla. via. Monsig. Bujalski Alessandro, dell'arcidiocesi di Varsavia. Monsig. Chrcicki Emiliano, della medesima arcidiocesi. Monsig. Duczynski Francesco, della medesima arcidiocesi. Monsig. Kossakowski Marcello, della medesima arcidiocesi. Monsig. Marcinowski Giuseppe, dell'arcidiocesi di Vilna. Monsig. Albs Guglielmo, della diocesi di Berlino. Monsig. Zinke Giovanni, della medesima diocesi. Monsig. Camerman Giuseppe Eugenio, dell'arcidiocesi di Seattle. Monsig. Baskfeld Geraldo Tomm., dell'arcidiocesi di S. Paolo di Minnesota. Monsig. Brand Guglielmo Ant., della medesima arcidiocesi. Monsig. Busch Guglielmo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Cecka Giacomo Francesco, della medesima arcidiocesi. Monsig. Doherty Riccardo W . , della medesima arcidiocesi. Monsig. Durand Arturo Ilario, della medesima arcidiocesi. Monsig. Ettel Giuseppe Ant., della medesima arcidiocesi. Monsig. Foley Giovanni P., della medesima arcidiocesi.

Diarium Romanae Curiae

981

14 18 19 25 4 10 11 13

giugno

1957. Monsig. Foran Giacomo Enrico, della medesima arcidiocesi. Monsig. Gillen Mattia Giuseppe, della medesima arcidio cesi. Monsig. Gilligan Francesco Giac, della medesima arcidiocesi. Monsig. Keefe Giorgio Willard, della medesima arcidiocesi. Monsig. Koller Andrea Gius., della medesima arcidiocesi. Monsig. McCarty Ludovico Gius., della medesima arcidiocesi. Monsig. Neudecker Rodolfo Luigi, della medesima arcicidiocesi. Monsig. O'Keefe Geraldo Francesco, della medesima arcidiocesi. Monsig. Pioletti Ludovico, della medesima arcidiocesi. Monsig. Popelka Cirillo N., della medesima arcidiocesi. Monsig. Rowan Owen Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Monsig. Rutkowski Raimondo Ant., della medesima arcidiocesi. Monsig. Ryan Giacomo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Ryan Giorgio Edoardo, della medesima arcidiocesi. Monsig, Ryan Lorenzo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Schladweiler Alfonso G., della medesima arcidiocesi. Monsig. Shanahan Tommaso Giacomo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Siegienski Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Monsig. Wolf Lorenzo Oscar, della medesima arcidiocesi. Monsig. Ziskovski Giorgio Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Monsig. Achorner Sebastiano, dell'arcidiocesi di Salisburgo. Monsig. Feichtner Giorgio, della medesima arcidiocesi. Monsig. O'Brien Giovanni J., della diocesi di Wheeling. Monsig. O'Reilly Giov. Battista, della medesima diocesi. Monsig. Weiskircher Roberto, della medesima diocesi. Monsig. Coogan Giovanni, della diocesi di Dunkeld. luglio Monsig. Draxler Carlo, della diocesi di Dunkeld. Monsig. Socorro Lantigua Antonio, della diocesi delle Isole Canarie. Monsig. Carranza Lopez Clemente, dell'arcidiocesi di Managua. Monsig. Matamoros Giovanni Battista, della medesima arcidiocesi. Monsig. Chartier Vilfrido, della diocesi di Manchester. Moig. Crowley T. Giacomo T., della medesima diocesi.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

13 17 20 27 4 13 27

luglio agosto

1957. . .

Monsig. Happny Giacomo F., della medesima diocesi. Monsig. Cambrn Gerardo, dell'arcidiocesi di Sherbrooke. Monsig. Gravel Alberto, della medesima arcidiocesi. Monsig. Letendre Gerardo, della medesima arcidiocesi. Monsig. O'Bready Maurizio, della medesima arcidiocesi. Monsig. Vel Origene, della medesima arcidiocesi. Monsig. Hebert Eugenio, della diocesi di Fort William. Monsig. Hogan Alberto, della medesima diocesi. Monsig. Kiely James P., dell'arcidiocesi di Chicago. Monsig. Koenig Harry C, della medesima arcidiocesi. Monsig. Leiser Edward O., della medesima arcidiocesi. Monsig. Magner James, della medesima arcidiocesi. Monsig. Molloy Patrick J., della medesima arcidiocesi. Monsig. Moran Vincent J., della medesima arcidiocesi. Monsig. O'Donnel Cletus F., della medesima arcidiocesi. Monsig. Paskus George A., della medesima arcidiocesi. Monsig. Piwowar Stanley J., della medesima arcidiocesi. Monsig. Stoeckel Robert E., della medesima arcidiocesi. Monsig. Szczerkowski Aloysius P., della medesima arcidiocesi. Monsig. Trainor Harold S., della medesima arcidiocesi. Monsig. Zock Raymond J., della medesima arcidiocesi. Monsig. Zwierzchowski John N., della medesima arcidiocesi. Monsig. Alonso Vega Giovanni, della diocesi delle Isole Canarie. Monsig. Hidalgo Navarro Francesco, della medesima diocesi. Monsig. Man-ero Diaz Giovanni, della medesima diocesi. Monsig. Gillon Luca, dell'arcidiocesi di Malines. Monsig. Mackin Patrizio, dell'arcidiocesi di Nuova York. Monsig. Nash Giacomo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Stuhr Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Monsig. Viso Nicasio, della medesima arcidiocesi. Monsig. Desmond Francesco Giacomo, dell'arcidiocesi di Boston. Monsig. Desmond Guglielmo Giov., della medesima arcidiocesi. Monsig. Dziok Giovanni Stan., della medesima arcidiocesi. Monsig. Flanigan Carlo R., della medesima arcidiocesi. Monsig. Hyder Raimondo Luigi, della medesima arcidiocesi. Monsig. Keenan Guglielmo Dom., della medesima arcidiocesi. Monsig. Leonard Giuseppe Giov., della medesima arcidiocesi. Monsig. McCarthy Fiorenzo Gugl., della medesima arcidiocesi.

Diarium Romanae Curiae

983

1957. Monsig. Sherry Giacomo Luigi, della medesima arcidiocesi. Monsig. Sweeney Edoardo Franc, della medesima arcidiocesi. . Monsig. Wall Giovanni Roberto, della medesima arcidiocesi. Monsig. Doyle Edwin L., della diocesi di Calgary. Monsig. Anderson Ne ville R., della medesima diocesi . Monsig. Killen Giacomo Q., della medesima diocesi. Monsig. Vidal Leira Mariano, della diocesi di Orense. 29 Monsig. Hannon Giacomo J., della diocesi di Natchez-Jackson. Monsig. Ngabo Pietro, dell'arcidiocesi di Rubaga. Monsig. Rabe Bernardo, dell'arcidiocesi di Tananarive. Monsig. Tagliaferro Girolamo, della diocesi di Vicenza. Monsig. Nolin Pietro, della diocesi di Burlington. 11 settembre Monsig. Tenien Guglielmo, della medesima diocesi. Monsig. Mouezy Giovanni Maria, dell'arcidiocesi di Ren17 nes. Monsig. Gole Giovanni Battista, della diocesi di Cuneo. 18 Monsig. Boutron Andrea Giacomo, dell'arcidiocesi di Sens. Monsig. Joubert Marco, della medesima arcidiocesi. Monsig. Canzolino Enrico, della diocesi di Nocera dei 23 Pagani. Monsig. Brenan Martin, della diocesi di Kildare e Lei25 ghlin. 5 ottobre Monsig. Ottaviani Vittorio, dell'arcidiocesi di L'Aquila. Monsig. Gazzoni Primo, della diocesi di Cesena. Monsig. Lane Giovanni, della diocesi di Kerry. 7 Monsig. Andrews Paolo, dell'arcidiocesi di Nuova York. 13 Monsig. Coogan Luigi, della medesima arcidiocesi. Monsig. Doyle Ugo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Kraus Rodolfo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Cicioni Gaetano, della diocesi di Teramo. 16 Monsig. Romita Fiorenzo, dell'arcidiocesi di Bari. 17 Monsig. Novarese Luigi, della diocesi di Casale Monfer rato. 27 Monsig. Campbell Edoardo, della diocesi di Dromore. Monsig. Fitzpatrick Giacomo, della medesima diocesi. 27 agosto Camerieri 30 12 10 12 3 4 segreti soprannumerari di Sua Santit:

ottobre 1956. Monsig. Afanador Salgar Antonio, dell'arcidiocesi di Bogota. dicembre Monsig. Blanke Pietro, dell'arcidiocesi di Colonia. febbraio 1957. Monsig. De Sanctis Michele, della diocesi di Spirito Santo. Monsig. Walterscheid Giovanni, dell'arcidiocesi di Colonia. marzo Monsig. Lutz Enrico, dell'arcidiocesi di Paderborna. Monsig. Reinold Ludovico, della medesima arcidiocesi.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

29 18 23 8

marzo aprile

maggio


12 17


25

29 5 giugno

11

1957. Monsig. Schfer Francesco, dell'arcidiocesi di Colonia. Monsig. Horion Adolfo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Papp Ladislao, dell'arcidiocesi di San Luigi del Maragnano. Antons Massimiliano, dell'arcidiocesi di Colonia. Monsig. Monsig. Herdegen Antonio G., della diocesi di MontereyFresno. Monsig. Bilock Giovanni, dell'esarcato apostolico di Pittsburgh. Kostival Giuseppe, del medesimo esarcato. Monsig. Maczkov Daniele, del medesimo esarcato. Monsig. Lowry Giacomo M., della diocesi di Scranton. Monsig. Monsig. Vieira Coelho Torres Antonio, della diocesi di Caratinga. Feghali Giuseppe, della diocesi di Cleveland. Monsig. Hallinan Paolo J., della medesima diocesi. Monsig. Monsig. Kelly Tommaso J., della medesima diocesi. Monsig. Trivisonno Michele J., della medesima diocesi. Monsig. Koenig Luigi, dell'arcidiocesi di Colonia. Monsig. Beguiristain Santos, dell'arcidiocesi di Pamplona. Monsig. Magrin Fiora vante, della diocesi di Passo Fundo. Monsig. Carey Guglielmo J., della diocesi di Providence. Monsig. Dunn Luigi G., della medesima diocesi. Monsig. Struck Giovanni G., della medesima diocesi. Monsig. Ayres De Almeida Freitas Francesco, dell'arcidiocesi di S. Salvatore della Bahia. Monsig. Lodes Giorgio A., dell'arcidiocesi di San Luigi. Monsig. Michalski Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Monsig. O'Meara Edoardo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Geldner Ignazio, dell'arcidiocesi di Gnesna. Monsig. Gierczynski Edmondo, della medesima arcidiocesi. Monsig. Kowalewicz Ippolito, della medesima arcidiocesi. Monsig. Szymanski Alessandro, della medesima arcidio-

cesi. Monsig. Szymanski Stanislao, della medesima arcidiocesi. Monsig. Sowiiiski Stanislao, della diocesi di Culma. Monsig. Kostial Domenico, dell'arcidiocesi di Leopoli dei Latini. Monsig. Bielicki Edmondo, della diocesi di Lodz. Monsig. Heidrich Zdzislao Severino, della medesima dioMonsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. cesi. Klimm Stanislao, della medesima diocesi. Baran Dionisio, della medesima diocesi. Geneja Sigismondo, della diocesi di Luceoria. Skrzypkowski Antonio, della medesima diocesi. Pozwa Luigi, della diocesi di Plock. Rutkowski Anastasio, della medesima diocesi. Kokoszka Felice, della diocesi di Tarnovia. Rynkiewicz Pietro, dell'arcidiocesi di Vilna.

Diarium Romanae Curiae

985

11 12 19 4 10
11

giugno

1957. M o n s i g . Antosjewicz Stefano, dell'arcidiocesi d i V a r s a v i a . M o n s i g . A r a n o w s k i T e o f i l o , della medesima arcidiocesi. M o n s i g . B i e l a w s k i Venceslao, della medesima arcidiocesi. M o n s i g . Haase A n t o n i o , della medesima arcidiocesi. M o n s i g . K u e z y n s k i Giovanni, della medesima arcidiocesi. M o n s i g . L i p i n s k i Venceslao, della medesima arcidiocesi. M o n s i g . M a r k o w s k i S t a n i s l a o , della medesima arcidiocesi. M o n s i g . Mietek Ceslao, della medesima arcidiocesi. M o n s i g . P u t z e r Giuseppe, della diocesi di L i m b u r g o . M o n s i g . S t e i n A l e s s a n d r o , della medesima diocesi. M o n s i g . F e r r e i r a Giuseppe, dell'arcidiocesi d i B r a g a . M o n s i g . M i e l i n s k i Romano, dell'arcidiocesi d i P o s n a n i a . M o n s i g . F o r s t l e h n e r Giovanni, della diocesi d i S . I p p o l i t o . M o n s i g . P r i t z Giuseppe, della medesima diocesi. M o n s i g . T a m p i e r L u i g i , della medesima diocesi. M o n s i g . W i l l i n g e r Francesco, della medesima diocesi. M o n s i g . Lecaras Maldonado Raimondo, Rancagua. M o n s i g . Gomes M a t a r i n A l b e r t o , dell'arcidiocesi di Granata. M o n s i g Vimercat|, L n i g i ) dell'aiEcidiocesi d i M i l a n o .
v


luglio

della diocesi di

3 12

agosto

M o n s i g . De Almeida Giovanni Gualtiero, dell'arcidiocesi di Diamantina. M o n s i g . P e r e i r a Do A m a r a i Giuseppe, della medesima arcidiocesi. M o n s i g . Oooke T e r e n z i o , dell'arcidiocesi di Nuova Y o r k . M o n s i g . H u r l e y Daniele, della medesima arcidiocesi. M o n s i g . K e l l y Giovanni, della medesima arcidiocesi. M o n s i g . Me D e r m o t t Giovanni, della medesima arcidiocesi. M o n s i g . W i l s o n Giacomo, della medesima arcidiocesi. M o n s i g . L e f o r t Giuseppe E . , della diocesi d i Calgary. M o n s i g . Fernandes De S o u s a A n t e r o , della, diocesi di L a mego. M o n s i g . N o i r o t Marcello, della diocesi d i S t . Claude. M o n s i g . B o s c a r i n o Giovanni, della diocesi di Ragusa. M o n s i g . D i Quattro Vincenzo, della medesima diocesi. M o n s i g . G u r r i e r i Salvatore, della medesima diocesi. M o n s i g . L i s s a n d r e l l o Giuseppe, della medesima diocesi. M o n s i g . R i z z a Giovanni, della medesima diocesi. M o n s i g . D o r h A l f r e d o , della diocesi d i Aterrado. M o n s i g . D r a i s c i Giovanni, dell'arcidiocesi d i Manfredonia. M o n s i g . Giovannelli Carmine, della medesima arcidiocesi. M o n s i g . F a l c o n i o Francesco, dell'abbazia n u l l i u s di Montecassino. M o n s i g . R u s c o n i Francesco, della diocesi d i T i v o l i .

13


27 29 4 settembre
5


18 23

24

M o n s i g . F i o r i l l o A n t o n i o , della diocesi di Nocera dei P a gani.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

5 17 18 21 11

ottobre giugno

1957. Monsig. Berardi Antonio, della diocesi di Nocera Umbra e Gualdo Tadino. Monsig. Peri Ivan, della medesima diocesi. Monsig. Bovone Alberto, della diocesi di Alessandria. Monsig. Baudaz Vladislao, dell'arcidiocesi di Gorizia. Monsig. Sarto Guido, della diocesi di Ohioggia. Monsig. Santucci Bernardino, dell'arcidiocesi di L'Aquila. Comereri d'onore in abito paonazzo di Sua Santit :

11 12 17

giugno luglio agosto ottobre

1957.

Monsig. Monsig. Monsig. Mnsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig. Monsig.

Glwczewski Leone, della diocesi di Danzica. Mirinowski Casimiro, della medesima diocesi. Michalski Giuseppe, dell'arcidiocesi di Gnesna. Mikulski Paolo, dell'arcidiocesi di Leopoli dei Latini. Sygnatowicz Ladislao, della medesima arcidiocesi. Haller Antonio, della diocesi di S. Ippolito. Pragerstorfer Giovanni, della medesima diocesi. Mylanyk Giorgio, della diocesi di Premislia dei Ruteni. Mester Stefano, dell'arcidiocesi di Agria.

Cameriere d'onore soprannumerario di spada e cappa di Sua Santit : 17 novembre 1956. Il sig. Struth Giovanni, dell'arcidiocesi di Colonia.

ONORIFICENZE Con Biglietti della Segreteria di Stato, il Santo Padre Pio XII, felice mente regnante, si degnato di conferire: La Gran Croce dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe militare: 11 luglio 1957. Al Gen. Alvarez Serrano Granata. Raffaele, dell'arcidiocesi di

La Commenda con Placca dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile: 1957. Al sig. Altmeier Pietro, della diocesi di Treviri. Al sig. Falla Bonet Eutimio, della diocesi di Cienfuegos. Al sig. Lopez Nebrera Fernando, dell'arcidiocesi di Granata. 16 settembre Al sig. Sola Rodrguez Bolivar Emanuele, della medesima arcidiocesi. 17 ottobre Al sig. du Bus de Warnaffe Carlo, dell'arcidiocesi di Malines. Al sig. Uribe Cualla Luigi Enrico (Colombia). 12 21 11 maggio

Diarium Romanae Curiae

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La Commenda dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 10 gennaio 1957. Al sig; Frings Alfonso, dell'arcidiocesi di Colonia. Al sig. Vermeulen Raimondo, della diocesi di Tournai. 19 febbraio Al sig. Klingler Giorgio, della diocesi di Limburgo. maggio .7Al sig. Meeus Armando, dell'arcidiocesi di Malines. 29 Al sig. Van Praet d'Amerloo Roger, della medesima ar cidiocesi. Al sig. Walliser Francesco, dell'arcidiocesi di Vienna. 12 giugno Al sig. Klein Clarence, della diocesi di Wheeling. 19 Al sig. Dolle Guglielmo L., Sr., dell'arcidiocesi di Cin16 luglio cinnati. Al sig. Gilligan Enrico J., della medesima arcidiocesi. Al sig. Nolli Paride, della diocesi di Bergamo. 19 agosto sig. Luperi Amleto Aldo, dell'arcidiocesi di Pisa. Al Al sig. Folle Martnez Adolfo (Uruguay). 28 Al sig. Padellaro Giuseppe (Roma). 29 Al sig. Pozzi Mario (Roma). Al sig. Vallardi Antonio (Roma). Al sig. Lorenzi Angelo, della diocesi di Padova. 31 Al sig. Del Pino Paolo Michele (Argentina). 3 settembre sig. Rossello Flavio, dell'arcidiocesi di Torino. Al 8 Al sig. Himmer Renato, dell'arcidiocesi di Malines. 16 Al sig. Abete Antonio (Roma). 18 Al sig. Caron Uberto Adolfo, dell'arcidiocesi di Cambrai. 24 Al sig. Carn Uberto Adolfo, della diocesi di Lilla. Al sig. Santos da Gunha Antonio Maria, dell'arcidiocesi 4 ottobre di Braga. Al sig. Durantini Ernesto (Roma). 16 Al sig. Jacovoni Alberto (Roma). Al sig. Benati Dante, della diocesi di Guastalla. 22 Al sig. Benati Mario, della medesima diocesi. Al sig. Risso Mario, della diocesi di Pinerolo. 24 Al sig. Trogolo Carlo Alberto (Roma). Al sig. Viesi Italo (Roma). Il Cavalierato dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe civile : 27 gennaio 1955. Al sig. Peinado Espino Firmino, dell'arcidiocesi di Santiago di Cuba. 4 febbraio 1957. Al sig. Cuellar Duran Emanuele Antonio, dell'arcidiocesi di Bogot. Zenetti Ludovico, della diocesi di Limburgo. Al sig. 19 Hagan Giorgio, della diocesi di Accra. Al sig. 15 aprile Stolich Lloyd R., della diocesi di MontereyAl sig. maggio 7 Fresno. Al sig. Carneglia Vito, della diocesi di Providence. 25 Al sig. Di Saia Oreste, della medesima diocesi. Al sig. Fleurant Pietro, della medesima diocesi.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

25 29 4 5 11 15 19 21 26 5 11 19 20

maggio giugno luglio

1957. Al Al Al Al Al Al Al Al

Gammino Francesco A., della medesima diocesi. Gill Giovanni, della medesima diocesi. Morrissey Daniele M., della medesima diocesi. Pastore Giovanni O., della medesima diocesi. Eoberts Dionisio I., della medesima diocesi. Leclef Luciano, dell'arcidiocesi di Malines. Jeanmard Rodolfo J., della diocesi di Lafayette. Apodaca Marcellino, dell'arcidiocesi di Santa F (U.S.A.). Al sig. Al sig. Barela Eugenio, della medesima arcidiocesi. Al sig. Tipton Bowmer Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Al sig. Blythe Dee Clark, della medesima arcidiocesi. Al sig. Burwinkle Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Al sig. Conway Roberto P., della medesima arcidiocesi. Al sig. Corcoran Enrico, della medesima arcidiocesi. Al sig. Duran Pietro, della medesima arcidiocesi. Al sig. Gormley Francesco, della medesima arcidiocesi. Al sig. Horgan Paolo, della medesima arcidiocesi. Al sig. Keleher Guglielmo, della medesima arcidiocesi. Al sig. Lujan Ludovico, della medesima arcidiocesi. Al sig, O'Rourke Francesco T., della medesima arcidiocesi. Al sig. Pawol Stanley, della medesima arcidiocesi. Al sig. Vigil Vincenzo, della medesima arcidiocesi. Al sig. Delecroix Marcello Agostino, della diocesi di Lilla. Al sig. MaklakofiP Giorgio, della medesima diocesi. Al sig. Sainsaulieu Ludovico, dell'arcidiocesi di Parigi. Al sig. Corcoran Howard, della diocesi di Wheeling. Al sig. Flood Bernardo, della medesima diocesi. Al sig. Kohlbecker Leone, della medesima diocesi. Al sig. Ronzello Edmondo (Roma). Al sig. Brochard Giovanni, dell'arcidiocesi di Cambrai. Al sig. Boulle Renato, dell'arcidiocesi di Parigi. Al sig. Rimboud Renato, della medesima arcidiocesi. Al sig. Roman Giovanni, dell'arcidiocesi di Aix. Al sig. Guillot Giorgio, dell'arcidiocesi di Marsiglia. Al sig. Limouzin Lamothe Raimondo, dell'arcidiocesi di Parigi. Al sig. Cipriani Alberto, della diocesi di Livorno. Al sig. Thiefry Enrico, della diocesi di Tournai. Al sig. Beacom Thomas H., dell'arcidiocesi di Chicago. Al sig. Bremner John B., della medesima arcidiocesi. Al sig. Caestecker Julien J., della medesima arcidiocesi. Al sig. Cahill William, della medesima arcidiocesi. Al sig. Callahan Frank C, della medesima arcidiocesi. Al sig. Costn James E., della medesima arcidiocesi. Al sig. Doyle Leo J., della medesima arcidiocesi.

sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig.

Diarium Romanae Curiae

989

20

luglio


1 5

))

1 )


agosto

20

1957. Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al

sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig. sig.


29 30

3 settembre 11

25 21 16 29

Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al Al

ottobre

Al sig. Al sig. Al sig.

Fitzgerald John, della medesima arcidiocesi. Furey Warren W . , della medesima arcidiocesi. Gerty Francis J., della medesima arcidiocesi. Gobreski Matt, della medesima arcidiocesi. Harbrecht James S., della medesima arcidiocesi. Hay es John J., della medesima arcidiocesi. Immerfall Eobert J., della medesima arcidiocesi. Jacobs Howard, della medesima arcidiocesi. Kedwin Edward M., della medesima arcidiocesi. Laibe Joseph E. F., della medesima arcidiocesi. Lawler Paul E., della medesima arcidiocesi. Madden John J., della medesima arcidiocesi. Morgan Charles J., della medesima arcidiocesi. Mullaney Paul L., della medesima arcidiocesi. Murphy Morgan F., della medesima arcidiocesi. O'Haire Harry J., della medesima arcidiocesi. O'Keefe James J., della medesima arcidiocesi. Rigali John E., della medesima arcidiocesi. Sheridan Leo J., della medesima arcidiocesi. Slaughter Wayne, della medesima arcidiocesi. Trabucco Vincent R., della medesima arcidiocesi. Zegers Harry, della medesima arcidiocesi. Salem Hassan (Egitto). Cauley Luigi A., della diocesi di Hamilton. Poncelet Maurizio M. Clemente, della diocesi di Liegi. Le Blan Giuliano, della diocesi di Lilla. Semakula Paolo, dell'arcidiocesi di Rubaga. Fieux Andrea, della diocesi di Saint-Claude. Halloran Gualtiero H., della diocesi di Winona. Colette Leone, dell'arcidiocesi di Malines. Avondoglio Silvio, della diocesi di Ivrea. Grandgeorge Renato, dell'arcidiocesi di Parigi. Cicotero Amilcare, dell'arcidiocesi di Torino. Brianza Italo, dell'arcidiocesi di Milano. De Santis Nicola, della medesima arcidiocesi. Janniello Francesco, della diocesi di Nocera dei Pagani. Bertoli Aldo, della diocesi di Novara. d Hemptinne Roberto, del vicariato apostolico di Bukavu. Van der Weide Pietro Teodoro, dell'arcidiocesi di Malines.

Il Cavalierato dell'Ordine di san Gregorio Magno, classe militare : 23 marzo 1957. Al Gen. Walsh Giacomo, della diocesi di Scranton. 21 settembre Al Ten. Centi Vincenzo (Roma).

990

Acta Apostolicae Seis - Commentarium Officiale

La Gran Croce dell'Ordine di san Silvestro Papa: 10 maggio 11 luglio 1957. Al sig. Schaud Lamberto (Lussemburgo). Al sig. Summers Iseru Francesco, dell'arcidiocesi di Granata.

La Commenda con Placca dell'Ordine di san Silvestro Papa: 11 1957. Al sig. Garcia Codes Emanuele, dell'arcidiocesi di Granata. 1 agosto Al sig. Mohammad Jan ja daeng Nompo (Indonesia). Al sig. Dahdah Nagib (Libano). La Placca dell'Ordine di san Silvestro Papa : 14 9 giugno luglio 1957. Al sig. Tamburrano Luciano, della diocesi suburbicaria di Frascati. Al sig. Pawlik Enrico, dell'arcidiocesi di Vienna. La Commenda dell'Ordine di san Silvestro Papa: 27 gennaio 1955. Al sig. Canto Bory Enrico, dell'arcidiocesi di Santiago di Cuba. 20 novembre 1956. Al sig. Dias Edoardo, della diocesi di Limoeirp. 8 gennaio 1957. Al sig. Charlet Giovanni Luigi, dell'arcidiocesi di Avignone. Al sig. Girard Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Al sig. Souza Figueiredo Enrico, della diocesi di Kam14 pala. Fernandez Domenico, dell'arcidiocesi di Palermo. 23 marzo Al 29 maggio Al sig. Begasse De Dhaem Pietro, della diocesi di Liegi. giugno Al 11 sig. Bestman Giacomo (Liberia). Al sig. Brumskine Filippo (Liberia). Al sig. Motta Giovanni (Liberia). Al sig. Townsend Reginaldo (Liberia). Al sig. Utchiness Guglielmo (Liberia). 14 Al sig. Renzo Luigi, della diocesi suburbicaria di Frascati. 19 Al sig. Rampini Bruno, dell'arcidiocesi di Firenze. Al siff. Bianchi Luigi, della diocesi di Mantova. Al Soares Francesco d'Assisi, dell'arcidiocesi di S. Paolo del Brasile. Al sig. Cardazzo Riccardo, della diocesi di Treviso. 21 Al sig. Degan Attilio, del patriarcato di Venezia. 10 luglio Al sig. Vidotti Gino, del medesimo patriarcato. Al sig. Della Vecchia Duilio, dell'arcidiocesi di Torino. 11 )) Al sig. Versini Luigi, dell'arcidiocesi di Milano. 16 )) Al sig. Paci Francesco, della diocesi di Narrii. 17 Al sig. Carusi Filippo (Roma). Al sig. Audet Luigi N., dell'arcidiocesi di Sherbrooke. Al sig. Blanger Luciano, della medesima arcidiocesi. Al sig. Ct Giovanni C., della medesima arcidiocesi. luglio

Diarium Romanae Curiae

991

1957. Al sig. Maugeri Mariano, della diocesi di Acireale. Al sig. Ca vina Pratesi Giovanni,-della diocesi di Brescia. Al sig. Coardi di Carpenetto Paolo, della diocesi di Casale Monferrato. Al sig. Diaz Vacas Giuliano, della diocesi di Palencia. Al sig. Baviera Vittorio, della diocesi di Pesaro. Al s i g ; Ferri Plinio, della medesima diocesi. Al sig. Panichi Silvio, dell'arcidiocesi di Pisa. Al sig. Manna Augusto, della diocesi di Fano. 20 Al sig. Michel Enrico, della diocesi di Liegi. 29 Al sig. Ballerio Carlo (Monaco). Al sig. Biancheri Raoul (Monaco). Al sig. Delavenne Maurizio (Monaco). Al sig. Huet Ivo (Monaco). Al sig. Kreichgauer Augusto (Monaco). Al sig. Pez Raoul (Monaco). Al sig. Moro Visconti Giancarlo (Roma). Al sig. Palmisano Francesco (Roma). Al sig. Hamaide Giuseppe, della diocesi di Tournai. Al sig. Michel Enrico, della diocesi di Liegi. Al sig. Stuccoli Ervino Pietro Giovanni (Roma). 30 2 settembre Al sig. Rozera Bruno (Roma). Al s i g - Cirinei Ernesto (Roma). Al sig. Ascolani Oreste (Roma). Al sig. Maggiora Benevolo Ermenegildo, dell'arcidiocesi di Torino. Al sig. Debaisieux Paolo, dell'arcidiocesi di Malines. 16 Al sig. de Visscher Ferdinando, della medesima arcidio19 agosto

co

20 7 12 15 16

ottobre

! ))

cesi. Al sig. Moortgat Vittore, della medesima arcidiocesi. Al sig. Tnoreau Giacomo, della medesima arcidiocesi. Al sig. Van der Haeghen Giuseppe, della medesima arcidiocesi. Al Giay Luigi, della diocesi di Pinerolo. sig. ; Al Sg< Lianza Carlo, della diocesi di Sessa Aurunca. Al sig. Posano Giovanni, dell'arcidiocesi di Torino. Al sig. Kisvarday Carlo, dell'arcidiocesi di Manfredonia. Al sig. Di Paola Arcangelo, della diocesi di Teramo. Al sig. Giuliani Ercole, della diocesi di Reggio Emilia. Al sig. Ferrari Alfredo, della medesima diocesi. Al sig. Morelli Mario, della medesima diocesi. Il Cavalierato dell'Ordine di san Silvestro Papa:

13 dicembre 1955. Al sig. Deutzmann Federico, della diocesi di Aquisgrana. 17 aprile 1956. AI sig. Breuer Giuseppe, della medesima diocesi. 7 settembre Al sig. Francis Filippo Abele, della prefettura apostolica di Sant'Andrea e Provvidenza. 29 maggio 1957. Al sig. Azevedo Thaes, dell'arcidiocesi di S. Salvatore della Bahia.

992

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

10 luglio 1957. Al sig. Valour Pietro, dell'arcidiocesi di Parigi. 16 A l s i g . Bosisio Felice, dell'arcidiocesi di Milano. Al sig. Sss Federico, dell'arcidiocesi di Vienna. 20 agosto Al sig. Delobel Ilario, della diocesi di Bruges. 29 Al sig. Lisimachio Alberto (Monaco). Al sig. Merlino Battistino Leopoldo (Monaco). Al sig. Lahou Giuseppe, dell'arcidiocesi di Malines. Al sig. Somville Wilfried, della medesima arcidiocesi. Al sig. Staes Cornelio, della medesima arcidiocesi. Al sig. Condry Giovanni, della diocesi di Tournai. 30 Al sig. Melchiorre Biagio, della diocesi di Molfetta. 2 settembre Al sig. Barbieri Domenico, della diocesi di Avellino. Al sig. Stramacci Silvio, della diocesi di Norcia. 6 Al sig. Braccia Alfredo, della diocesi di S. Severo. Al sig. Mascia Francesco, della medesima diocesi. 16 Al sig. d'Udekem de Guertechin Roberto, dell'arcidiocesi di Malines. Al sig. van Bossuyt Francesco, della medesima arcidiocesi. Al sig. Van Roye Emilio, della medesima arcidiocesi. 20 Al sig. Danesy Carlo, della diocesi di Pinerolo. Al sig. Giolitti Stefano, della medesima diocesi. Al sig. Valletti Domenico, della medesima diocesi. 24 Al sig. Dandria Gino, della diocesi di Alessandria. 7 ottobre Al sig. Fantappi Bruno, dell'arcidiocesi di Firenze. Al sig. Massone Egidio, della diocesi di Tortona. 16 Al sig. Baldrighi Giovanni, della diocesi di Lodi. 18 Al sig. Zofi Terenzio, dell'arcidiocesi della Ssma Assunzione.

NECROLOGIO 21 25 27 30 31 2 7 20 ottobre 1957. Monsig. Godoy Marco Sergio, Vescovo di Maracaibo. Monsig. Duperray Giovanni, Vescovo di Montpellier. Monsig. Fiedler Stefano, Vescovo tit. di Mulia. Monsig. Tinajero y Estrada Marciano, Vescovo di Quertaro. Monsig. Bostani Agostino, Vescovo di Sidone dei Maroniti. Monsig. D'Errico Francesco, Arcivescovo tit. di Samosata. novembre Monsig. Hebb Hanna, Vescovo tit, di Urima dei Siri. Monsig. Kierkels Leone Pietro, Arcivescovo tit. di Salamina. Monsig. Calavassy Giorgio, Vescovo tit. di Teodoropoli, Esarca di rito bizantino nella Grecia. Monsig. Bennet Giovanni G., Vescovo di Lafayette in Indiana.

An. et vol. X X X X I X

28 Decembris 1957

(Ser. II, v. X X I V ) - N. 17

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

ACTA PII PP. XII


CONSTITUTIONES APOSTOLICAE

I COLONIENSIS - PADERBORNENSIS - MONASTERIENSIS


(ESSENDIENSIS)
E TRIBUS ECCLESIIS COLONIENSI, PADERBORNENSI ET MONASTERIENSI, DETRACTIS QUIBUSDAM TERRITORIIS, NOVA DIOECESIS EFFICITUR, CUIUS NOMEN ERIT (( ESSENDIENSIS )).

PIUS

E P I S C O P U S

SERVUS SERVORUM DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Germanicae gentis fidem et relligionem, quam vivacissimam fuisse per saecula tot tempia, tot opera, tot maiorum instituta testantur, hodie, post lugenda discidia et vicissitudines superiorum saeculorum, fiante Dei numine, nova cepisse incrementa omnibus apertum atque manifestum est. Hac de re, qui altissimi Dei voluntate universae Ecclesiae summam habemus in eamque administrandam omni studio incumbimus, censemus Nos optime esse acturos si in christiani populi commodum ibi novam dioecesim condiderimus, detractis a quibusdam Ecclesiis certis territoriis et urbibus. Quae cum ita sint, inita inter S. Sedem et Civitatem vulgo Nordrhein-Westfalen die undevicesimo mensis Decembris anno millesimo nongentesimo quinquagesimo sexto pactione iuxta normam articuli 2, 9 conventus Prussici; de consilio venerabilis Fratris Aloisi Iosephi Muench, Archiepiscopi Fargensis atque in Germania Apostolici
6 4 - ACTA, vol. XXIV, n. 17 28-12-1957.

994

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Nuntii; de sententia dilecti Filii Nostri Iosephi S. R. E. Cardinalis Frings, Archiepiscopi Coloniensis, atque venerabiliuni Fratrum Laurentii Jaeger, Archiepiscopi Paderbornensis et Michaelis Keller, Episcopi Monasteriensis; post rem bene consideratam, consensumque suppletum eorum qui in hac re aliquid iuris habeant, de Nostra summa et apostolica auctoritate ea quae sequuntur decernimus et iubemus. A territoriis quae Ecclesias Coloniensem, Paderbornensem, et Monasteriensem efficiunt, urbes seiungimus quorum sunt nomina apud populum : Bochum, Bottrop, Duisburg, Essen, Gelsenkirchen, Gladbeck, Ldenscheid, Mlhein, quae est in regione Ruhr, Oberhausen, Wattenscheid; item rurales circumscriptiones vulgari lingua Altena ac Ennepe-Ruhrkreis, exceptis tamen oppido Her decke et urbe Wetter in regione Ruhr. Ex his autem terris novam dioecesim condimus, quae ab urbe Essen EssenMensis appellabitur; in qua civitate Episcopus sedem ac domicilium habebit, cathedra episcopalis magisterii in templo S. Ioannis Baptistae, in eadem urbe, collocata, quod templum populus Munsterkirche nominare consuevit. Novam Sedem Essendiensem metropolitanae Ecclesiae Coloniensi suffraganeam facimus, eique omnia iura, honores, privilegia concedimus, quae solent omnibus dari Sedibus eiusdem dignitatis ; sive vero primo Episcopo cui credetur regenda, sive eius successoribus, etiam onera imponimus quae excelsam atque egregiam horum Praesulum dignitatem comitantur. Qui sacrorum Antistes magna cura et diligentia Seminarium exstruat, pueris excipiendis atque educandis, qui sacerdotalia munia olim obire cupiant : sunt enim spes Ecclesiae quorum opera Evangelii lumen hominibus illucescit. Quod scilicet iuxta leges iuris communis fiet iuxtaque normas S. Congregationis de Seminariis et Studiorum Universitatibus. Canonicorum quoque Collegium constituatur; quod si statim fieri non possit, consultores dioecesani interea deligantur, qui Episcopo assint sive sacris operanti, sive de rebus dioecesis gravioribus deliberanti. Quod ad regimen, administrationem, electionem Vicarii Capitularis, Sede vacante, aliaque huiusmodi, in his omnibus iuris Canonici iussa efficiantur. Ea vero cleri pars quae, divisione peracta, in nova Sede legitimum habeat domicilium, eidem tamquam proprius clerus putetur adscripta. Documenta et acta quae ad Essendiensem circumscriptionem quovis modo respiciant, ad eius Curiam episcopalem quam cito mittantur, in tabulario religiosarum rerum magna cura asservanda. Quae tandem per has Litteras mandavimus exsequenda studebit venerabilis Frater Aloisius Iosephus Muench, cuius meminimus, vel quem ille delegaverit, factis potestatibus ad id necessariis factoque

Acta, Pii Pp. XII

995

onere fines eins dioecesis enucleate subtiliterque statuendi, quantum fieri potest iuxta terminos natura definitos. Cum vero negotium perfecerit, exactae rei documenta exarabit, quibus descriptio imagoque contineatur tabularum, eaque sinceris exemplis ad S. Congregationem Consistorialem cito mittet. Has vero Litteras nunc et in posterum, efficaces esse et fore volumus | ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religioseserventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ae Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea haec voluntatis Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die tertio et vicesimo mensis Februarii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo,. Pontificatus Nostri duodevicesimo.

CELSUS Card. COSTANTINI


8. R. E. Cancellarius

* Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


8. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Albertus Serafini, Proton. Apost.. Caesar


Loco Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXV, n. U,.

Federici,

Proton.

Apost.

996

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

II EMERITENSIS IN VENEZUELA
(TRUXILLENSIS IN V E N E Z U E L A ) AB ARCHIDIOECESI EMERITENSI IN VENEZUELA C E R T AQ U A E D A M REGIO SEPARATUR^ Q U AN O V A DIOECESIS EFFICITUR, (( TRUXILLENSIS IN VENEZUELA )) C O G N O MINAMI. PIUS E P I S C O P U S

SERVUS S E R V O R U M DEI AD PERPETUAM REI MEMORIAM In maximis officii Nostri muneribus illud habendum esse censemus, quo non solum, delectis Pastoribus, Ecclesiis providemus, sed etiam aptissimam earum descriptionem constituimus, cum optima finium dispositio efficiat ut sive Episcoporum labores maiore cum fructu suscipiantur, sive populi necessitatibus satius mederi possimus. Quam ob rem, cum venerabilis Prater Raphal Forni, Archiepiscopus titulo Aeginensis, idemque in Venetiolana Republica Apostolicus Nuntius, una cum civili auctoritate eiusdem Reipublicae ab hac Apostolica Sede petierit ut perampla archidioecesis Emeritensis in Venezuela partiretur, novaque ex ea dioecesis conderetur, censuimus bonum esse si admotis precibus concederemus, persuasum habentes id eius regionis populo valde esse profuturum. Quae cum ita sint, audito consilio venerabilis Fratris Acacii Chacn, Archiepiscopi eius Sedis, quam diximus, eorumque consensu suppleto qui in hac re aliquod ius habeant, de Nostra summa et apostolica potestate haec, quae sequuntur, statuimus et iubemus. Regionem, quae vulgo Trujillo cognominatur, ab archidioecesi Emeritensi in Venezuela separamus, ex eiusque territorio aliam dioecesim constituimus,Truillensem in Venezuela appellandam, iisdemque finibus terminandam ac civilis provincia ex qua oritur. Eius autem limites hi erunt : ad septemtriones, Barquisimetensem et Maracaibensem dioeceses confines habebit ; ad orientem solem, Guanarensem et Barquisimetensem ; ad occidentalem vero plagam, Maracaibensem et Emeritensem in Venezuela; quam Ecclesiam attinget etiam in meridionali parte. Novam hanc Ecclesiam suffraganeam facimus metropolitanae Sedi Emeritensi, cuius Archiepiscopo Truxillensis Episcopus oboediet. Sedem dioecesis ac summi Antistitis domicilium in urbe vulgo Trujillo collocari iubemus, cathedram vero in templo B. M. V. a Pace, ibidem exstanti, quod cathedralium aedium honore insignimus.

Acta Pii Pp. XII

997

Episcopus autem, cui administratio dabitur, praeter debita iura et privilegia, etiam obligationes habebit, ad hos sacrorum Antistites iure Canonico spectantia. Mensam Episcopi, quae dicitur, ea bona efficient, quae vel Curiae provenient, vel a christiano populo sponte offerentur, vel denique novae dioecesi ex divisione bonorum obtingent, iuxta canonem 1500 codicis iuris canonici. Collegium Canonicorum constituatur : sunt enim Canonici Episcopi ornamentum eiusque senatus. Quodsi statim fieri non possit, concedimus ut ad tempus consultores dioecesani eligantur, qui suo Praesuli consilio, prudentia assint. Item volumus ut Seminarium, saltem elementarium, quam primum construatur, pueris excipiendis qui, Deo suavissime invitante, sacerdotio initiari cupiant. Quae constitutio ad normas iuris communis fiat et iuxta leges S. Congregationis de Seminariis et Studiorum Universitatibus. Cum vero iuvenes philosophiae atque sacrae theologiae studere debebunt, qui ex iis meliores fuerint Romam mittantur, in Pontificium Collegium Pianum Latinum Americanum. Quo vero ad regimen, administrationem dioecesis, ad electionem Vicarii Capitularis, Sede vacante, attinet, aliaque id genus, in his omnibus ea quae codice Iuris Canonici praecipiuntur rite serventur. De clero autem id statuimus, ut simul ac hae Litterae ad effectum deductae fuerint, eo ipso qui clerici in novae dioecesis territorio officium aut beneficium ecclesiasticum legitime habeant, eidem censeantur adscripti; ceteri vero ei Ecclesiae in qua optimo iure domicilium habent. Acta denique et documenta quae ad Sedem Truxillensem in Venezuela quoquo modo respiciant, ad eius Curiam episcopalem cito mittantur, ibidem diligenti cura custodienda. Ceterum, haec omnia quae auctoritate Nostra mandavimus, venerabilis Frater Raphael Forni, quem memoravimus, exsequi studebit, cui omnes potestates facimus agendae rei, alii quoque viro dandas, si visum fuerit, dummodo ecclesiastica dignitate insigni. Acta vero re, documenta exarentur, quorum exemplum sincere scriptum, ad S. Congregationem Consistorialem mittatur. Quodsi tempore exsecutionis alius Apostolicae Nuntiaturae in Venetiola praesit, hic iussa Nostra faciet. Has vero Litteras nunc et in posterum efficaces esse et fore volumus ; ita quidem ut quae per eas decreta sunt ab iis quorum res est religiose serventur, atque igitur vim suam obtineant. Quarum Litterarum efficacitati nulla, cuiusvis generis, contraria praescripta officere poterunt, cum per has Litteras iisdem derogemus omnibus. Quapropter si quis, quavis praeditus auctoritate, sive sciens sive insciens contra egerit ac Nos ediximus, id prorsus irritum atque inane haberi iubemus. Nemini praeterea

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Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

"haec voluntatis'Nostrae documenta vel scindere vel corrumpere liceat; .quin immo harum Litterarum exemplis et locis, sive typis impressis sive manu exaratis, quae sigillum viri praeferant in ecclesiastica dignitate constituti simulque ab aliquo publico tabellione sint subscripta, eadem -omnino habenda erit fides, quae hisce haberetur, si ostenderentur. Quae Nostra decreta in universum si quis vel spreverit vel quoquo modo detrectaverit, sciat se poenas esse subiturum iis iure statutas, qui Summorum Pontificum iussa non fecerint. Datum Romae, apud S. Petrum, die quarto mensis Iunii, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri undevicesimo. OELSUS Card. COSTANTINI
S. R. E. Cancellarius

Fr. ADEODATUS I. Card. PIAZZA


S. Congr. Consistorialis a Secretis

Hamletus Tondini
Apostolicam Cancellariam Regens

Bernardus De Felicis, Proton. Apost. Caesar Federici, Proton. Apost.


Loco Plumbi In Ap. Cane, tab., vol. LXXXXV, n. 88.

LITTERAE

APOSTOLICAE I

SANCTUS IOSEPH, DEIPARAE SPONSUS, CAELESTIS PRAECIPUUS PATRONUS UNIVERSAE NATIONIS PERUVIANAE CONSTITUITUR.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Debitum in Iesum Christum eiusque Matrem Mariam cultum multis abhinc saeculis cum religione erga Patriarcham Ioseph, Deiparae Sponsum ac Pueri Iesu nutricium, rite coniungi, christianae pietatis institutum est atque gloria. Nobismet Ipsis quidem obtigit, ut, postquam Annum Marialem tam sollemniter indixerimus feliciusque perfecerimus, novos Sancto Ioseph tribueremus honores cum in opifices eius validum Patrocinium illi concrederemus diemque festum, eundemque novum, rite institueremus. Ecclesiae spiritu flucti ac roborati, multi sacri Pastores pietatem in eundem Deiparae

Acta Pii Pp. XII

999

Sponsum apud fideles foverunt, haud inscii se ad Iesum Dominum eiusque Matrem eorum corda attrahere atque allicere. Haud aliter, prout Nobis relatum est, facere sibi proposuerunt Ordinarii omnes Peruvianae Dicionis, qui, in annuo Conventu diebus x x i - x x v i mensis Ianuarii hoc ipso anno habito, Pontificiae auctoritati voluerunt subiicere quod, inde ab anno
MCMXXVIII,

Supremus Reipublicae Peruvianae Conven-

tus sollemniter decreverat. Tunc quidem Sanctus Patriarcha Ioseph totius memoratae Nationis Patronus seu Protector, summo cum animorum studio Optimatibus civibusque plaudentibus, fuit renuntiatus. Nunc vero iidem Ordinarii, Venerabili Fratre Ioanne Landazuri Ricketts, ex Ordine Fratrum Minorum, Archiepiscopo Limano, praeeunte, a Nobis enixe postulaverunt, ut ipsum Sanctum Ioseph laudatae Nationis Patronum benigne confirmare auctoritate Nostra dignaremur. Nos autem, omnibus rei momentis attente perpensis, huiusmodi votis annuendum perlibenter censuimus. Quapropter, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, praesentium Litterarum vi perpetuumque in modum Sanctum Patriarcham Joseph, Deiparae Virginis Mariae Sponsum, totius Peruvianae Nationis praecipuum apud Deum Patronum, omnibus adiectis honoribus et privilegiis liturgicis, quae Patronis principalibus locorum rite competunt, declaramus seu denuo confirmamus. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum, plenissime suffragari ; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter contigerit attentari. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die x i x mensis Martii, anno
MCMLVII,

Pontificatus Nostri undevicesimo.

De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis


GILDO BBUGNOLA

a Brevibus Apostolicis

1000

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

II
BEATA M A R I A V I R G O (( DE M O N T E L A E T O )) APUD ET DEUM PATRONA IN PAROECIARUM DIOECESI (MONTALLEGRO) (( SAN ELIGITUR PRAECIPUA DELLA COSTA )) VULGO LORENZO

(( CANEVALE ,

CLAVARENSI.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Ex quo in vertice Montis Laeti, unde latissimus habetur conspectus ad eam Ligustici maris partem, quae Tigullii sinus nomine venit et illustre necnon amoenissimum oppidum v. Rapallo nuncupatum alluit, Sanctissima Dei Parens, pio cuidem agricolae Ioanni Chichizola mirabiliter apparuit, finitimarum urbium, oppidorum atque pagorum incolae studiosa et in dies maiore aemulatione certati quodammodo sunt ut seipsos suaque omnia maternae eiusdem Deiparae tutelae committerent. Ita factum est ut Magnifica Communitas Rapallensis in suo conventu die vi m. Octobris anno
MDCCXXXVI

habito, paene innumera recolens beneficia et gratias a Deo, Ipsa deprecante, accepta, et miracula, Ipsa intercedente, patrata, Beatissimam Virginem Mariam Montis Laeti totius veteris ditionis Rapallensis, vulgo (( Capitanetto nuncupatae, praecipuam caelestem Patronam eligendam decrevit. Quam electionem Sacra Rituum Congregatio suo decreto die
X X X I

mensis Ianuarii anno

MDCCXXXIX,

ratam habuit atque confirmavit.

At non omnes quae tunc ad Capitaneatum Rapallensem pertinebant Paroeciae electionem, quam diximus, variis de causis, probarunt, quas inter Paroecia ad S. Laurentii Martyris, in pago v. San Lorenzo della Costa et Paroecia ad S. Iacobi in loco v. anevale . Tamen, ut Nobis relatum est, apprime constat ex historicis documentis incolas memoratae Paroeciae ad S. Laurentii iam ipso anno
MDCCXXXVI

ad Ma-

rianum Sanctuarium Montis Laeti peregrinorum more convenire consuevisse et in curiali templo inde a saeculo x v n decorum ex marmore erectum altare fuisse in honorem B. M. V. d i Montallegro vulgari sermone nuncupatae, cuius apparitionis memoria quotannis die n Iulii solemni ritu recolitur. Ad Paroeciam ad S. Iacobi, in vico Canevale , quod attinet, memorari sufficiat in ea natum fuisse illum Ioannem Chichizola, cui Sancta Dei Genetrix se conspiciendam benignissime dedit. Quae cum ita sint, memoratarum Paroeciarum v. S. Lorenzo della Costa et (( Canevale , Rectores sive Curiones, preces, quas iteratim suo suorumque curialium nomine fecerunt, nunc, ab apparitione Beatis-

Acta Pii Pp. XII

1001

simae Virginis Mariae in Monte Laeto quater revoluto saeculo, Sanctuarii Rectori denuo obtulerunt ut ab hac ^Apostolica Sede gratiani obtineant ut et ipsae Paroeciae, sicut aliae omnes, olim veteri Capitaneatui Rapallensi subiectae, Dominam Nostram a Monte Laeto praecipuam caelestem Patronam venerari et invocare possint. Simulque a Nobis expostulatum est ut privilegio propriae Missae celebrandae et Officii proprii recitandi in honorem eiusdem Beatae Virginis Dioecesi Clavarensi iam concesso, etiam Paroeciae, quas supra diximus, uti et frui possint. Nos autem, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, attentis expositis, attentisque in primis Venerabilis Fratris Nostri Friderici S. R. E. Cardinalis Tedeschini, Episcopi Tusculani, Nostrique Datarii et Sanctuarii B. M. V. Montis Laeti Protectoris, simulque Ven. Fratris Francisci Marchesani, Episcopi Clavarensis, amplissimis commendationibus et suffragiis, oblatis Nobis precibus benigne annuere decrevimus. Quare, certa scientia ac matura deliberatione Nostra, deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum Beatam Mariam Virginem titulo de Monte Laeto , v. di Montallegro invocatam, Paroeciarum S. Laurentii Martyris in loco v. d. San Lorenzo della Costa et S. Iacobi Apostoli, loci v. d. Canevale , intra fines dioecesis Clavarensis, praecipuam apud Deum Patronam constituimus et declaramus, omnibus adiectis iuribus ac privilegiis liturgicis, quae principalibus Paroeciarum Patronis rite competunt, facta quoque facultate in festo eiusdem Patronae adhibendi Officium et Missam propria et adprobata pro Diocesi Clavarensi. Contrariis quibusvis non obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces, iugiter exstare ac permanere ; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere; illisque ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari; sicque rite iudicandum esse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die
X X I X

mensis Martii, anno

MCMLVII,

Pontificatus Nostri undevicesimo.

De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis


GILDO BBUGNOLA

Brevibus

Apostolicis

1002

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

III
B. MARIAE V. IN URBE SANCTAE FIDEI DE GUANAJUATO, INTRA DIOECESIS LENENSIS FINES, BASILICAE MINORIS TITULO AC DIGNITATE AFFICITUR.

P I U S PP. X I I Ad perpetuam rei memoriam. Eximiis laudibus praedicatur Templum paroeciale, Almae Deiparae sacrum,, quo urbi Mexicanae, quae Sancta Fides de Guanajuato appellatur, non modicum accrescit decoris aique ornamenti. Est enim antiquitate, articiosis operibus ac praesertim religione tam insigne, ut praeclarissimis pietatis sedibus Mexicanis merito annumeretur. Libet igitur commemorare hanc aulam Dei, anno
MDCLXXI

dedicatam, radiante auro coruscare, quod urbs pretioso

eo metallo abundat, unde evectum est olim ut, munificentia huiusce civitatis et Hispaniae Regis, Liberiana Basilica Romae decoraretur. Nec est quin altaria marmoribus concinne exstructa, imagines colorum venustate expressas, sacram supellectilem specie illustrem, Templi frontem, germano architectandi genere, quod Barocum audit, conspicuam, miretur. Tamquam nobilissima vero gemma refulget Simulacrum Beatae Mariae Virginis primae labis nesciae, quae Nuestra Seora de Guanajuato vulgo appellatur. Antiqua aetate in Hispania efficta, eximia haec Imago, quo tempore Arabes dominabantur, in quodam specu recondita servata esse fertur atque ibidem a Ferdinando et Elisabetha, regiis coniugibus, inventa. Quae, in urbe Sanctae Fidei collocata, praecipua deinde religione coepta est excoli, unde peregre profecti cives hanc in Mexico sedem constituerunt. Huic eadem sacra Imago a Carolo V Imperatore benigne tributa esse traditur ibique anno
MDLVH

recepta

veluti munus omnium praeclarissimum. Ad hoc igitur Simulacrum Christifideles non modo e tota dioecesi sed ex aliis etiam regionibus gregatim accedere solent, Dominam Guanajuatensem in vota vocaturi. Eam rebus suis praeesse merito credunt, eam singularem habent tutricem ac Matrem opiferam. Qua pia animorum alacritate adductus, Sanctus Pius PP. X, Decessor Noster, imm. me., concessit ut Simulacrum aurea corona redimiretur, Almamque Deiparam, eo expressam una cum Sancto Ignatio de Loyola praecipuam eiusdem urbis Patronam renuntiavit. Ob tot ergo tantasque laudes, quibus sacra haec Aedes et Marialis Imago ornantur, atque propterea etiam quod mense Augusto, hoc anno, quartum explebitur saeculum a religiosissimo Simulacro eodem in urbem Sanctae Fidei de Guanajuato advecto, Venerabilis Frater Emmanuel

Acta Pii Pp. XII

1003

Martin del Campo y Padilla, Leonensis Episcopus, Nos rogavit ut Templum, quod lauda vimus, Basilicae Minoris nomine ac iure donar emus. Nos autem fore confisi, ut Marianae religionis studium vel maioribus augeatur incrementis, votis huiusmodi libenti animo annuendum esse censuimus. Quae cum ita sint, Nos, ex Sacrae Rituum Congregationis consulto, certa scientia ac matura deliberatione Nostra deque Apostolicae potestatis plenitudine, harum Litterarum vi perpetuumque in modum paroecialem Ecclesiam Deo in honorem Beatae Mariae Virginis in urbe Sanctae Fidei de Guanajuato, intra Leonensis dioecesis fines, consecratam, ad honorem ac dignitatem Basilicae Minoris evehimus, omnibus adiectis iuribus ac privilegiis, quae Templis eodem nomine insignibus rite competunt. Contrariis quibusvis non obstantibus. Haec edicimus, statuimus, decernentes praesentes Litteras firmas, validas atque efficaces iugiter exstare ac permanere; suosque plenos atque integros effectus sortiri et obtinere ; illisque ad quos spectant seu spectare poterunt, nunc et in posterum plenissime suffragari, sicque rite iudicandum sse ac definiendum ; irritumque ex nunc et inane fieri, si quidquam secus, super his, a quovis, auctoritate qualibet, scienter sive ignoranter attentari contigerit. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die x x i x mensis Martii, anno
MDCCCCLVII,

Pontificatus Nostri undevicesimo.

De speciali mandato Sanctissimi Pro Domino Cardinali a publicis Ecclesiae negotiis


GILDO BRUGNOLA

a Brevibus Apostolicis

ALLOCUTIONES I
Iis qui interfuerunt Conventui primo ex addictis Archivis ecclesiasticis Italiae, Romae coadunatis. * Quanto gradita ci riesca la vostra visita, Venerabile Fratello e diletti figli, venuti nella eterna Citt per celebrare il primo Convegno degli Archivisti Ecclesiastici d'Italia, promosso dalla benemerita Associazione Archivistica Ecclesiastica , sotto l'alto patronato del degnissimo e
* Habita die 5 Novembris mensis a. 1957.

I 004

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

dottissimo Signor Cardinale Eugenio Tisserant, Bibliotecario ed Archivista di S.R.C., potrete agevolmente arguire dalla costante sollecitudine da Noi nutrita per il buon ordinamento, la conservazione ed amministrazione di quegl'inestimabili tesori, che sono gli archivi ecclesiastici. Come avemmo il conforto, fin dai primi anni del Nostro Pontificato, di ottenere dagli Ordinari d'Italia il primo loro regolare censimento e la raccolta dei loro inventari-sommari, cos vivamente trepidammo per la loro sorte a cagione degli eventi bellici, e Ci adoperammo con ogni cura presso le Autorit civili e di occupazione, affine di preservare gli archivi ecclesiastici e di altro genere da distruzioni e danni, quantunque non si pot impedire che un certo numero di essi, con Nostra profonda amarezza, andassero dispersi. Nel vedervi pertanto alla Nostra presenza, numerosi ed animati da fervidi propositi nel cercar di perfezionare la vostra opera, mediante il comune studio e il fraterno scambio di notizie, di esperienze e di norme,, il Nostro cuore si allieta e vi esprime compiacimento e riconoscenza, Nel primo annunzio il vostro Convegno era presentato ancora come posto sotto Palto Patronato dell'Eminentissimo Signor Cardinale Giovanni Mercati ; ma la Divina Provvidenza ha disposto, nel frattempo, di chiamare al premio dei giusti la elettissima anima dell'umile ed operoso vegliardo, dopo un'intiera vita dedicata agli studi. giusto e doveroso di ricordare in questa circostanza il suo nome e la sua opera, unitamente al fratello Angelo, mancato ai vivi due anni or sono, come lui appassionato cultore dei tesori del passato. Il grande merito di AngeloMercati, durante i trent'anni che resse la prefettura dell'Archivio Segreto Vaticano, pu commisurarsi dall'immenso lavoro di conservazione e di ordinamento in quel (( mare magnum di atti e documenti di ogni genere, che stato detto il centro di ricerche storiche pi importante del mondo , non solo per la cospicua mole delle sue raccolte e per la importanza di esse, ma anche perch sostegno di ogni seria ricerca, miniera inesauribile di scoperte e quasi polo d'attrazione di ogni studioso, nel campo dell'archivistica ecclesiastica. ben noto che in tali benemerenze a vantaggio dell'Archivio e della Biblioteca Vaticana si distinse sommamente il fratello di lui, Cardinale Giovanni Mercati, specialmente dall'anno 1936 in poi, quando fu designato all'ufficio di Bibliotecario ed Archivista di S. R. C. A buon diritto si pu dire di lui che fosse nato per ricoprire l'uno e l'altro incarico, dotato, com'era, in grado insigne di tutti i requisiti, che quegli alti unici richiedono. Egli fu uno scienziato nel senso pieno della parola e con-

Acta Pii Pp. XII

1005

forme alla gloriosa tradizione di questa Sede Apostolica. Con l'innata propensione alla erudizione si accompagnava in lui la passione della ricerca, il felice intuito della scoperta, il senso severo della critica, la pazienza nell'accertare, l'ordine nel documentare, l'acume nel coordinare. La sua scrupolosit di scienziato, che coltiva in sommo grado il rispetto verso la verit storica, lo manteneva immune d quegli errori, spesso cagionati dalla fretta, dalle lusinghe o dalla polemica. Una eloquente testimonianza di tutte queste doti offerta dal famoso palinsesto degli (( Esapla , da lui scoperto nel 1893 all'Ambrosiana, ma che, dopo oltre 60 anni, tre giorni prima della sua morte, era ancora sul tavolo di lavoro, sottoposto al vaglio della sua critica incontentabile . Quest'opera, tuttavia, non gli aveva impedito di attendere ad arricchire sempre pi il suo ingente patrimonio di erudizione e di pubblicare oltre 420 monografe od articoli intorno ai pi svariati argomenti. Il Cardinale Mercati si dimostrato, in una parola, degno successore di quegli insigni luminari, che lo avevano preceduto, compreso e formato, e con cui aveva collaborato, con amichevole intesa di mente e di cuore, quali il Cardinale Francesco Ehrle, Achille Ratti, che fu poi Nostro glorioso Predecessore nel Pontificato, il Beato Con tardo Ferrini, Antonio Ceriani ed altri. Ma, quantunque dedito agli studi, egli attese con pari diligenza e fervore agli obblighi pratici che gli derivavano dai predetti utfici, curando in modo speciale il buon andamento ed il felice sviluppo dei Corsi di Paleografa e Diplomatica, come anche di quelli di Archivistica e di Biblioteconomia. A lui inoltre Noi stessi siamo debitori, se il Nostro desiderio di censire gli archivi ecclesiastici d'Italia ebbe un felice risultato. Egli attese all'incarico, a lui affidato nel 1942, con ogni diligenza e con paziente fermezza nel superare gli ostacoli frapposti dagli eventi bellici. Lo schedario di questo censimento, depositato nell'Archivio Vaticano, non d soltanto informazioni preziose sul contenuto dei singoli archivi vescovili, capitolari, parrocchiali, di santuari, monasteri, conventi ed istituti religiosi, ma parla altres dell'alacre diligenza e della seriet di metodo del Cardinale Mercati, ed insieme della valida cooperazione cos dei suoi egregi collaboratori, come dei Vescovi, Superiori religiosi e loro Archivisti, trascinati dall'esempio di Lui. In tal modo giusto che la .dedizione dei due fratelli Mercati, Giovanni ed Angelo^ alla Biblioteca e all'Archivio della Sede Apostolica sia perennemente ricordata negli annali di questi insigni Istituti Pontifici. poich le recenti benemerenze non sono che i pi vicini anelli del-

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

l'aurea catena nella tradizione archivistica della Santa Sede, Ci sembra opportuno nella presente circostanza di spingere lo sguardo pi addietro, per commemorare, sia pure con rapidi cenni, quei Nostri Predecessori, che maggiormente si adoperarono nel promuovere la conservazione e l'ordinamento degli archivi ecclesiastici, specialmente italiani. Innanzi tutto merita di essere menzionato Pio V, il Santo tra i Papi del cinquecento. Alle brevi disposizioni del Concilio di Trento, sull'obbligo di conservare i documenti ecclesiastici S. Carlo Borromeo aveva dato per tutta la Provincia milanese una esecuzione assai minuta, riguardante gli argomenti da notare, i registri da tenere, gli inventari da fare in tre copie, di cui una sempre per l'archivio vescovile, anche per ci che riguardava i monasteri femminili, ove, fra l'altro, s'imponeva alla Superiora l'obbligo di ricordare ai genitori della postulante la scomunica sancita dal Concilio di Trento
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contro coloro che costringono


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una fanciulla riluttante ad abbracciare lo Stato religioso.

Al quale

proposito si potrebbe essere tentati di pensare alla celebre narrazione, in cui Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi ha messo in luce alcuni lati, in verit ben tristi, della civilt del seicento. Pio V conferm quei regolamenti e statuti del santo Arcivescovo di Milano. Il suo, sebbene non immediato, successore Sisto V con la idea di un Archivio ecclesiastico generale o centrale per tutta l'Italia d l'impressione di essere, per cos dire, del tempo nostro. In ogni modo egli rester nella storia dell'archivistica e biblioteconomia come riformatore della conservazione degli archivi ecclesiastici in Italia, e degli archivi notarili nei territori dello Stato Pontificio. Alle sapienti e lungimiranti prescrizioni di ambedue questi Sommi Pontefici si debbono attribuire la ricchezza e il valore relativamente alto degli archivi ecclesiastici in Italia, che fanno di questa terra quasi uno scrigno di tesori storici a vantaggio della religione e della coltura. Due Papi, che per il nostro argomento conviene siano nominati insieme, sono Clemente V I I I e Paolo V, i quali ressero la Chiesa tra la fine del cinquecento e l'inizio del seicento. Al primo spetta il merito di aver
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Cfr. Sess. XXIV de reform, matrim, cap. 1 e 2. Acta Ecclesiae Mediolanensis ab eius initiis usque ad nostram aetatem, opera et

studio presb. Achillis Ratti, vol. I I , Mediolani 1890, col. 112-113, 263-265, 275-276, 1710 e segg.
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Sess. XXV de reform, cap. 18. Col Breve Inter omnes dei 6 giugno 1566 - Bullar. Rom. t. IV, p. 2, Romae 1745,

* Acta Eccl. Medici, ecc., col. 133.


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pag. 299-301.

Acta PU Pp. XII

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tentato la fondazione di un Archivio segreto pontificio; al secondo di averla attuata. Gi dall'inizio del quattrocento documenti di speciale importanza vennero custoditi in Castel Sant'Angelo. Sisto IV vi fece trasportare i pi preziosi privilegi della Chiesa Romana . Clemente V I I I mise a disposizione di quella raccolta di documenti una bella sala nel piano superiore del Castello. Pens di collocarvi tutti i tesori di archivio della Santa Sede, ed noto che egli per l'incremento della Biblioteca Vaticana, cme per i suoi tentativi archivistici, ebbe collaboratori di primo ordine, quali il Baronio e Domenico Rainaldi. Quello che Clemente V I I I aveva ideato, la fusione cio dei tesori archivistici della Santa Sede in un solo Archivio segreto, Paolo V condusse a compimento, per non a Castel Sant'Angelo, ma accanto alla Biblioteca Vaticana, nella lunga ala parallela ai giardini vaticani. Numerosi volumi dei famosi <( Registri , grandi fondi dell'archivio della Camera Apostolica e la maggior parte di quel materiale archivistico che si trovava nella guardaroba papale, vale a dire l dove poi fu collocato l'archivio della Segreteria di Stato, infine una parte dell'archivio di Castel Sant'Angelo : tutto ci formava il contenuto dell'Archivio Segreto Vaticano. Ma la sua vera grandezza apparve con quell'atto generoso e di larga veduta, col quale Leone X I I I apr nel 1881 l'Archivio Segreto Vaticano alla ricerca scientifica. Prima per di parlare, sia pur brevemente, di questo memorabile evento storico, desideriamo di attirare la vostra attenzione sopra un altro Nostro Predecessore, Pontefice piissimo e di santa vita, la cui azione proprio per quello che interessa il vostro Convegno, specialmente di esempio e di sprone : intendiamo dire Benedetto X I I I . Il suo pontificato, del resto relativamente breve, non lasci in verit larghe o profonde tracce ; egli fu per fervido fautore e promotore esemplare degli archivi ecclesiastici. Gi come Vescovo di Manfredonia (Siponto) e di Cesena, e come Arcivescovo di Benevento, Vincenzo Maria Orsini, il futuro Benedetto X I I I , aveva messo grande sollecitudine nella fondazione, nell'ordinamento e nella visita regolare di archivi vescovili o della diocesi, dei capitoli e delle parrocchie. Egli stesso li esegu con ottimo risultato r raccolse nell'archivio arcivescovile di Benevento non meno di 13.837 pergamene in 908 volumi. L'attenzione dello studioso viene destata dal fatto, che a Benevento (e certamente anche altrove), gi nel trecento, era comminata la scomunica contro coloro che avessero sottratto documenti dalle curie vescovili; pi tardi, sotto l'Arcivescovo Orsini, il 15 Concilio

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Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

Provinciale dei 1698 lamentava non defuisse qui, cathedrali suo viduata pastore, in episcopale archivium, conniventibus qui custodire tenebantur, manus iniecisse [nt] ; et ne delictorum cognitio vel vindicta uspiam consequatur, processus surripuisse [nt] et occultasse[nt] e stabiliva di procedere contro i colpevoli, applicando le pene gi previste per simili casi dal precedente Concilio Provinciale del 1693.
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A ci corrisponde una serie di disposizioni, altrettanto minuziose quanto sagg, emanate da Benedetto X I I I , con la Costituzione Maxima vigilantia del 14 Giugno 1727, la quale mirava alla salvaguardia degli archivi vescovili anche durante la vacanza della Sede. Prescriveva essa infatti (n. 6) un catalogo, inventario e sommario delle scritture chiuse in archivio , anche (n. 8) per le chiese conventuali, collegi, seminari, convitti, congregazioni, confraternite, ospedali, monti di piet e altri luoghi pii . Nei monasteri femminili , cos disponeva nel n. 7, ((e nei conservatori l'inventario e il catalogo saranno composti e firmati da persona deputata dal Vescovo od Ordinario, davanti al confessore e alPabbadessa o priora, superiora e vicaria del monastero . Degli inventari e dei cataloghi proseguiva si debbono fare due copie uguali di cui una sar conservata nell'archivio vescovile, l'altra presso il relativo prelato o superiore o superiora (n. 9). Per prevenire abusi e truffe, gli archivi saranno chiusi con due chiavi diverse che sono conservate da due persone diverse (n. 10). La Costituzione dava inoltre regole esatte, fra l'altro, sulla visita degli archivi (n. 13-15), la elezione di archivisti {n. 16), e sui documenti o libri da conservarsi negli archivi stessi (n. 17-18). Questo importante Documento, per esplicito riconoscimento degli storici, ebbe assai buon effetto sugli archivi ecclesiastici, ed anche in tempi recenti lo stesso Stato Italiano si dimostr riconoscente per le indicazioni contenute nei libri parrocchiali, e in quelli sullo stato delle anime, perch assai utili all'avanzamento dei moderni studi demografici.
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Abbiamo gi accennato all'atto dell'immortale Pontefice Leone X I I I , con cui apr l'Archivio Vaticano alle indagini degli studiosi. Fu quello un atto coraggioso, ispirato dalla tranquilla coscienza della Chiesa circa il passato, dalla certezza che la storia, studiata nelle sue vere fonti con animo sgombro di passione e di pregiudizi, riesce spontaneamente
6

Constit. I, c. 2 - Synodicon Dioecesanum S. Beneventanae Ecclesiae, I I , BeneBullar. Rom. t. X I I , Romae 1736, pag. 221-225. Cfr. Lettera del Card. Mercati del I novembre 1942, capov. L'uno che preo

venti 1723, pag. 48.


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sentemente .

Acta Pii Pp.

XII
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per s stessa la pi splendida apologia della Chiesa e del Papato . Nessuno invero, umanamente parlando, sapeva, e, considerata la vastit dei fondi dell'Archivio, non solo nel loro insieme, ma anche per i singoli Pontificati, specialmente per i pi lunghi, nessuno poteva, n pu ancora sapere in precedenza, se mai forse vi si trovasse o vi si trovi alcunch di non confacente alla dignit e all'onore della Chiesa. I fatti per hanno del tutto giustificato la magnanimit e la fiduciosa sicurezza di quel grande Pontefice. Le ricerche nell'Archivio e le pubblicazioni consecutive non hanno diminuito, ma invece aumentato, e non poco, il rispetto e l'autorit morale dei Sommi Pontefici, della Santa Sede e della Chiesa. Spesso quelle pubblicazioni hanno provocato una gradevole sorpresa, specialmente presso non-cattolici. Anche questo Archivio quindi riecheggia la parola del Signore : Et ecce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad consummationem saeculi)).
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Occorre qui aggiungere una osservazione di principio : I Sommi Pontefici, anche dopo l'apertura del loro Archivio, sono stati sempre consapevoli di poterne disporre da Sovrani. L'Archivio Segreto Vaticano ha primariamente uno scopo espresso
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con le note parole : ...serve prima

di tutto e principalmente al Romano Pontefice e alla sua Curia, ossia alla Santa Sede nell'amministrare la Chiesa universale. N si pu parlare di un obbligo di rendere conto di questa amministrazione al pubblico o alle generazioni future. La suprema ratio, che vale anche qui, sar il bonum commune , quello della Chiesa, ed anche quello degli Stati e delle Autorit civili, con cui la Chiesa era od in rapporti. In questo bonum commune pu entrare ed entrer spesso l'intenzione dei Sommi Pontefici di spiegare dinanzi alla posterit il loro modo di pensare e di agire. Quell'atto di Leone X I I I aveva anche un altro effetto : per lo studio e le indagini, e del resto anche per l'uso amministrativo, era raccomandabile di riunire tutti i fondi archivistici pontifici in un Archivio centrale. Cos nei decenni che hanno susseguito l'apertura dell'Archivio Segreto Vaticano, quasi tutti quei vari fondi, del Laterano, delle Congregazioni Romane, degli Ufiici e Tribunali Pontifici, delle Nunziature, di fondi particolari e archivi aggiunti, come quelli delle famiglie pontifcie Borghese, Rospigliosi, Boncompagni ed altre, acquistati nel frattempo dalla
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Lettera di Leone XIII del 1 8 Agosto 1883. Ep. ad Principes. Registro 1882-83.
MATTH. 28, 20.

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Nel Regolamento del 1 9 2 7 [n. 1] approvato dal S. P. Pio X I .

65 - ACTA, vol. XXIV, n. 17 28-12-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Santa Sede, sono stati inseriti nel gi esistente Archivio Segreto Vaticano. In tal guisa, Ci sia permessa una semplice similitudine come i ruscelli scaturiti da balze montane, ignari Puno dell'altro, se abbandonati al loro corso, spesso si disperdono inutilmente in aridi deserti, se invece sono raccolti e condotti con perizia l ove ne sia il bisogno, apportano fecondit e refrigerio ad intiere regioni ; cos i singoli archivi, dopo secoli di premure e d'indefesso lavoro da parte dei Sommi Pontefici e di valenti archivisti, preservati prima da manomissioni e fatti quindi confluire nell'alveo dell'Archivio Segreto Vaticano, sono ora fonti di universale erudizione. Questo, infatti, per la immensit e il valore delle sue raccolte, mentre sostegno degli altri archivi ecclesiastici, pu essere anche additato come loro modello, e tale sar ogni giorno pi, poich dalla Sede Apostolica si fatto e si fa di tutto, da una parte, per conservare e ordinare i suoi fondi, dall'altra, per rendere il loro uso,, quanto possibile, agevole e comodo. Il medesimo scopo si prefssero le istruzioni emanate dalla S. Sede per l'incremento degli altri archivi ecclesiastici, particolarmente con la Lettera Circolare del Cardinale Segretario di Stato ai Vescovi d'Italia del 15 Aprile 1923. Secondo lo spirito di queste prescrizioni e raccomandazioni, vi esortiamo anche a pubblicare, ove sia opportuno e possibile, per mezzo vostro o di altri, quanto nei vostri archivi vi dato trovare di vero interesse storico o di utilit, specialmente per la Teologia pastorale e per la cura delle anime. Lasciatevi pure muovere ad indagare nei vostri archivi non solo dal nobile impulso, vorremmo dire, di esploratori della erudizione, ma anche dallo zelo della gloria di Dio e dell'onore della Sposa di Cristo, poich lecito supporre che molto del vero, del bello, del pio resta ancora nascosto tra i fogli ingialliti dal tempo, che, se interrogati, saprebbero anche oggi dare fulgida testimonianza a Colei che vive e vivr perennemente nella storia del mondo, la Santa Chiesa. Affinch il vostro primo Convegno sia in tal modo ricco e fecondo di frutti anche spirituali, impartiamo di cuore a voi qui presenti e ai vostri studi la Nostra paterna Apostolica Benedizione.

Acta PU Pp. XII

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II
Iis qui interfuerunt Conventui internationali, Romae habito, ab ne Latina Alta Moda indicto. * Di gran cuore vi diamo il paterno benvenuto, diletti figli e figlie, promotori ed associati della Unione Latina Alta Moda , che avete desiderato venire alla Nostra presenza per renderci testimonianza della vostra filiale devozione e, allo stesso tempo, per implorare i celesti favori sopra la vostra Unione, ponendola, fin dal suo nascere, sotto gli auspici di Colui, alla cui gloria deve indirizzarsi ogni umana attivit, anche quelle in apparenza profane, secondo il precetto dell'Apostolo delle Genti : Sia che mangiate, sia che beviate, sia che facciate altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio .
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Unio-

Voi vi proponete di affrontare con vedute ed intenti cristiani un problema, altrettanto delicato che complesso, i cui imprescindibili riflessi morali furono in ogni tempo oggetto di attenzione e di ansiet in coloro cui spetta per ufficio, nella famiglia, nella societ e nella Chiesa, di adoperarsi per preservare le anime dalle insidie della corruzione e la comunit intiera dalla decadenza dei costumi : il problema, cio, della moda, specialmente femminile. giusto che ai vostri generosi propositi corrispondano la gratitudine Nostra e della Chiesa ed il fervido voto che la vostra Unione, nata ed ispirata da una sana coscienza religiosa e civile, ottenga, mediante l'il luminata autodisciplina degli stessi artefici della moda, il duplice scopo dichiarato nei vostri statuti : moralizzare questo importante settore della vita pubblica, e contribuire ad elevare la moda a strumento ed espressione di benintesa civilt. Bramosi d'incoraggiare cos lodevole intrapresa, consentiamo volentieri al desiderio espressoci, di esporvi qualche pensiero, in particolare su la retta impostazione del problema e sopra i suoi aspetti morali, indicandovi altres alcuni pratici suggerimenti, atti ad assicurare all'Unione una bene accetta autorit in un campo spesso cos contrastato.
* Die 8 Novembris mensis a. .1957.
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1 Cor. 10, 31.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Alcuni aspetti generali della moda Seguendo il consiglio dell'antica saggezza che addita nella finalit delle cose il supremo criterio di ogni valutazione teorica e la sicurezza delle norme morali, sar utile di ricordare quali scopi l'uomo si sia sempre prefssi, ricorrendo al vestito. Senza dubbio egli obbedisce alle tre ben note esigenze dell'igiene, del pudore e del decoro. Sono tre necessit, cos profondamente radicate nella natura, che non possono disconoscersi, n contrariarsi, senza provocare ripulsione e pregiudizio. Conservano il loro carattere di necessit oggi come ieri ; si riscontrano quasi presso ogni stirpe ; si ravvisano sotto ogni forma della vasta gamma, in cui la necessit naturale del vestito si storicamente ed etnologicamente concretata. importante di notare la stretta e solidale interdipendenza fra le tre esigenze, nonostante che scaturiscano da sorgenti diverse : Puna dal lato fisico, l'altra dallo spirituale, la terza dal complesso psicologico-artistico. *

L'esigenza igienica del vestito riguarda massimamente il clima, le sue variazioni ed altri agenti esterni, quali possibili cause di disagio o di v infermit. Dalla sopraccennata interdipendenza deriva che la ragione, o meglio, il pretesto igienico non vale a giustificare la deplorevole licenza, particolarmente in pubblico e fuori dei casi eccezionali di provata necessit, anche nei quali, peraltro, ogni animo bennato non sapr sottrarsi all'angustia di uno spontaneo turbamento, espresso all'esterno dal naturale rossore. Allo stesso modo, una maniera di vestire nociva alla sanit, di cui non pochi esempi sono citati dalla storia della moda, non pu essere legittimata dal pretesto estetico; come anche, le comuni norme del pudore debbono cedere al bisogno di una cura medica, che, sebbene sembri infrangerle, le rispetta invece con adoperare le debite cautele morali. Altrettanto palese, quale origine e scopo del vestito, l'esigenza naturale del pudore, inteso sia nel significato pi largo, che comprende anche la dovuta considerazione per l'altrui sensibilit verso oggetti ripugnanti alla vista ; sia soprattutto come tutela della onest morale e scudo alla disordinata sensualit. La singolare opinione che attribuisce alla relativit di questa o quella educazione il senso del pudore; che, anzi, lo considera quasi una deformazione concettuale della innocente realt, un falso prodotto della civilt, e perfino uno stimolo alla disonest e

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una fonte di ipocrisia, non suffragata da nessuna seria ragione ; al contrario, essa incontra una esplicita condanna nella sopravveniente ripugnanza in coloro che talvolta ardirono di adottarla come sistema di vita, confermando in tal modo la rettitudine del senso comune, manifesto nelle usanze universali. Il pudore, atteso il suo significato strettamente morale, qualunque sia la sua origine, si fonda sulla innata e pi o meno cosciente tendenza di ciascuno a difendere dalla indiscriminata cupidigia altrui un proprio bene fisico, affine di riservarlo, con prudente scelta di circostanze, ai sapienti scopi del Creatore, da Lui stesso posti sotto l'usbergo della castit e della pudicizia. Questa seconda virt, la pudicizia, il cui sinonimo modestia (da modus, misura, limite) esprime forse meglio la funzione di governare e signoreggiare le passioni, particolarmente sensuali, il naturale baluardo della castit, il suo valido antemurale, poich modera gli atti prossimamente connessi con l'oggetto proprio della castit. Quale sua scolta avanzata, la pudicizia fa sentire all'uomo il suo monito fin da quando acquista l'uso della ragione, anche prima che egli apprenda la nozione di castit e del suo oggetto, e l'accompagna per l'intiera vita esigendo che determinati atti, in se onesti, perch divinamente disposti, siano protetti dal discreto velo dell'ombra e dal riserbo del silenzio, quasi per conciliare loro il rispetto dovuto alla dignit del loro grande scopo. quindi giusto che la pudicizia, quasi depositaria di beni cos preziosi, rivendichi a s una autorit prevalente sopra ogni altra tendenza o capriccio, e presieda alla determinazione delle fogge di vestire. Ed ecco la terza finalit del vestito, donde pi direttamente trae origine la moda, e che risponde alla esigenza innata, dalla donna maggiormente sentita, di dar risalto alla bellezza e dignit della persona, coi medesimi mezzi che provvedono a sodisfare le altre due. Per evitare di restringere l'ampiezza di questa terza esigenza alla sola bellezza fisica, e molto pi per sottrarre il fenomeno della moda alla bramosia di seduzione quale prima ed unica sua causa, il termine decoro preferibile a quello di abbellimento. L'inclinazione al decoro della propria persona procede manifestamente dalla natura, ed pertanto legittima. Prescindendo dal ricorso al vestito per celare le imperfezioni fsiche, ad esso la giovent chiede quel risalto di splendore, che canta il lieto tema della primavera della vita ed agevola, in armonia coi dettami della pudicizia, le premesse psicologiche necessarie alla formazione di nuove famiglie; mentre l'et matura dall'appropriato vestito intende ottenere un'aura di dignit, di seriet e di serena letizia. In ogni caso in cui si

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miri ad accentuare la bellezza morale della persona, la foggia del vestito sar tale da quasi ecclissare quella fsica nell'ombra austera del nascondimento, per stornarla dall'attenzione dei sensi, e concentrare invece la riflessione sullo spirito. Il vestito, considerato da questo lato pi ampio, ha un suo proprio linguaggio multiforme ed efficace, talora spontaneo, e quindi fedele interprete di sentimenti e di costumi, tal'altra convenzionale e artefatto, e per conseguenza scarsamente sincero. In ogni modo al vestito dato di esprimere la gioia ed il lutto, l'autorit e la potenza, l'orgoglio e la semplicit, la ricchezza e la povert, il sacro ed il profano. La concretezza delle forme espressive dipende dalle tradizioni e dalla coltura di questo o quel popolo, mentre la loro mutevolezza tanto pi lenta, quanto pi stabili sono le istituzioni, i caratteri e i sentimenti, che quelle fogge interpretano. A dare risalto alla bellezza fsica accudisce espressamente la moda, arte antica, dalle origini incerte, complessa per i fattori psicologici e sociali che vi si mescolano, e che al presente ha raggiunto una indiscutibile importanza nella vita pubblica, sia come espressione estetica del costume, sia come desiderio del pubblico e convergenza di rilevanti interessi economici. Dalla osservazione approfondita del fenomeno risulta che la moda non solo bizzarria di forme, ma punto di incontro di diversi fattori psicologici e morali quali il gusto del bello, la sete di novit, l'affermazione della personalit, l'insofferenza per la monotonia, non meno che il lusso, l'ambizione, la vanit. La moda bens eleganza, condizionata per da un continuo mutarsi, in tal guisa che la sua stessa instabilit le conferisce il contrassegno pi evidente. La ragione del perpetuo suo mutarsi, pi lento nelle linee fondamentali, rapidissimo invece nelle variazioni secondarie, al presente divenute stagionali, sembra da ricercarsi nell'ansia di superamento del passato, facilitata dall'indole frenetica dell'epoca contemporanea, che ha il tremendo potere di bruciare in breve tempo tutto ci che destinato alla sodisfazione della fantasia e dei sensi. comprensibile che le nuove generazioni, protese verso il loro proprio avvenire, sognato diverso e migliore di quello dei loro padri, sentano il bisogno di staccarsi da quelle forme non solo di vestito, ma di oggetti e di arredamento, che pi palesemente ricordano un modo di vivere che si vuole sorpassare. Ma l'estrema instabilit della presente moda soprattutto determinata dalla volont dei suoi artefici e guide, che hanno dalla loro parte mezzi sconosciuti nel passato, come l'enorme e svariata produzione tessile, la fertilit inventiva dei (( model-

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listi , la facilit dei mezzi di informazione e di lancio nella stampa, nel cinema, nella televisione e nelle mostre e sfilate . La rapidit dei mutamenti inoltre favorita da una specie di muta gara, in verit non nuova, tra le lites , desiderose di affermare la propria personalit con forme originali di abbigliamento, e il pubblico, che immediatamente e le appropria, con imitazioni pi o meno felici. N deve trascurarsi l'altro sottile e decadente motivo : lo studio dei modellisti che, per assicurare successo alle loro creazioni , puntano sul fattore della eduzione, consapevoli dell'effetto che provocano la sorpresa e il capriccio continuamente rinnovati. Un'altra caratteristica della moda odierna che essa, pur restando principalmente un fatto estetico, ha assunto altres le propriet di un elemento economico di grandi proporzioni. Alle poche antiche sartorie di alta moda, che da questa o quella metropoli dettavano incontrastate le leggi dell'eleganza al mondo di coltura europea, si sono sostituite numerose organizzazioni, potenti per mezzi finanziari, che mentre sodisfano il fabbisogno dell'abbigliamento, formano il gusto delle popolazioni, ne stimolano i desideri allo scopo di costituirsi mercati sempre pi vasti. Le cause di tale trasformazione sono da ricercarsi, da una parte, nella -cos detta democratizzazione della moda, per cui un sempre pi largo numero d'individui soggiace al fascino dell'eleganza, dall'altra, nel progresso tecnico, che consente la produzione in serie di modelli, altrimenti costosi, ma ora resi facilmente acquistabili sul mercato delle cosiddette confezioni . sorto in questo modo il mondo della moda, che abbraccia artisti e artigiani, industriali e commercianti, editori e critici, e inoltre, un'intiera classe di umili lavoratori e lavoratrici, che dalla moda ritraggono i proventi per vivere. Bench il fattore economico sia la forza motrice di questa attivit, l'anima ne sempre il modellista , colui, cio, che con geniale scelta dei tessuti, dei colori, del taglio, della linea e degli ornamenti accessori, d vita a un nuovo modello espressivo e gradito al grande pubblico. Non a dire quanto sia difficile quest'arte, frutto di genialit e di perizia, e molto pi, di sensibilit riguardo al gusto del momento. Un modello, del cui felice successo si sia certi, acquista l'importanza di una invenzione ; si circonda del segreto, in attesa del (( lancio ; quindi, posto in vendita, riscuote alti prezzi, mentre i mezzi di informazione ne danno larga diffusione, parlandone come se si trattasse di un avvenimento d'interesse nazionale. L'influsso dei (( modellisti tanto risolutivo, che la stessa industria tessile si fa da essi guidare nella determinazione della

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propria produzione, sia come qualit che come quantit. Egualmente grande il loro influsso sociale nella parte che ad essi spetta nell'interpretare il pubblico costume ; poich, se la moda stata sempre l'espressione esteriore delle usanze di un popolo, oggi tale anche pi di quando il fenomeno si svolgeva come frutto di riflessione e di studio. Ma la formazione del gusto e delle preferenze nel popolo e la direzione stessa della societ verso costumi seri oppure decadenti non dipendono solo dai modellisti, bens da tutto il complesso organizzato della moda, specialmente dalle case produttrici e dalla critica, in quel settore pi raffinato che ha per clienti le classi sociali pi elevate, assumendo il nome di Alta Moda , quasi per designare la scaturigine delle correnti che poi il popolo seguir, pressoch ciecamente e come per magica imposizione. Ora, di fronte a tanti e cos elevati valori, chiamati in causa dalla moda e talora messi a repentaglio, quanti ne abbiamo qui enumerati con rapidi cenni, appare provvidenziale l'opera di persone, tecnicamente e cristianamente preparate, che si propongono di contribuire all'affrancamento della moda da tendenze non commendevoli ; di persone che vedono in essa anzitutto l'arte del saper vestire, il cui scopo bens, quantunque parzialmente, quello di mettere in moderato risalto la bellezza del corpo umano, capolavoro della creazione divina, per in modo che non resti offuscato, ma, al contrario, sia esaltato come si esprime il Principe degli Apostoli, l'ornamento incorruttibile di uno spirito* tranquillo e modesto, che tanto prezioso agli occhi di Dio .
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II

Impostazione del problema morale della moda e sue soluzioni Se non che, conciliare in equilibrata armonia l'ornamento esteriore della persona con quello interiore di uno spirito tranquillo e modesto costituisce il problema della moda. Ma esiste davvero si domandano alcuni un problema morale intorno ad un fatto tanto esteriore, contingente e relativo, qual la moda? E, ci concesso, in che termini va posto il problema, e con quali principi deve essere risolto? Non qui il caso di deplorare estesamente la insistenza di non pochi contemporanei nello sforzo di sottrarre al dominio morale le attivit esteriori dell'uomo, quasi appartenessero ad un altro universo, e Pu/ Petr. 3, 4.

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oir

mo stesso non ne fosse il soggetto, il termine e, quindi, il responsabile davanti al Sommo Ordinatore di tutte le cose. ben vero che la moda, come l'arte, la scienza, la politica e simili attivit, cosiddette profane, hanno norme proprie per raggiungere le immediate finalit cui sono destinate ; tuttavia il loro soggetto invariabilmente l'uomo, il quale non pu prescindere dal volgere quelle attivit all'ultimo e supremo fine, cui egli stesso essenzialmente e totalmente ordinato. Esiste dunque il problema morale della moda, non solo in quanto attivit genericamente umana, mapi specificamente, in quanto essa si esplica in un campo comune, o almeno molto prossimo, ad evidenti valori morali, e, anche pi, in quanto gli scopi, per s onesti della moda, sono pi esposti ad essere confusi dalle prave inclinazioni della natura umana decaduta per la colpa originale, e tramutati in occasioni di peccato e di scandalo. Tale propensione della natura corrotta ad abusare della moda condusse la tradizione ecclesiastica a trattarla non di rado con sospetto e con severi giudizi, espressi da insigni oratori sacri con vivace fermezza, e da zelanti missionari, perfino coi bruciamenti delle vanit , che, conformemente alle usanze ed alla austerit di quei tempi, erano stimati di efficace eloquenza presso il popolo. Da tali manifestazioni di severit, che in fondo mostravano la materna sollecitudine della Chiesa verso il bene delle anime ed i valori morali della civilt, non lecito per di arguire che il cristianesimo esiga quasi un'abiura assoluta del culto o cura della persona fsica e del suo esterno decoro. Chiunque concludesse in questo senso, dimostrerebbe di aver dimenticato quanto scriveva l'Apostolo delle Genti : Le donne si ornino di abito decente con verecondia e modestia .
3

La Chiesa, pertanto, non biasima n condanna la moda, quando destinata al giusto decoro e ornamento del corpo ; tuttavia non manca mai di mettere in guardia i fedeli dai suoi facili traviamenti. Quest'attitudine positiva della Chiesa deriva da motivi ben pi alti di quelli meramente estetici o edonistici assunti da un rinverdito paganesimo. Ella sa ed insegna che il corpo umano, capolavoro di Dio nel mondo visibile al servizio dell'anima, fu elevato dal divino Redentore a tempio e a strumento dello Spirito Santo, e come tale dev'essere rispettato. La sua bellezza non dovr quindi essere esaltata come fine a s stessa, tanto meno in guisa da avvilire quella acquisita dignit. Sul terreno concreto innegabile che accanto ad una moda onesta se ne d un'altra invereconda, causa di turbamento negli spiriti ordinati,

1 Tim. 2, 9.

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se non anche incentivo al male. 3 sempre arduo indicare con norm universali le frontiere tra l'onest e la inverecondia, poich la valutazione morale di una acconciatura dipende da molti fattori; tuttavia la cosiddetta relativit della moda rispetto ai tempi, ai luoghi, alle persone, alla educazione non una valida ragione per rinunziare (( a priori a un giudizio morale su questa o quella moda che nel momento oltrepassa i limiti della normale pudicizia. Questa, quasi senza esserne interrogata, avverte immediatamente ove si annidi la procacit e la seduzione, l'idolatria della materia ed il lusso, o soltanto la frivolezza ; e se abili sono gli artefici della moda invereconda nel contrabbando del pervertimento, mescolandolo in un insieme di elementi estetici in s onesti, pi destra purtroppo la umana sensualit a scoprirlo e pronta a risentirne il fascino. La maggiore sensibilit nell'avvertire l'insidia del male, qui come altrove, ben lungi dal costituire un titolo di biasimo per chi ne fornito, quasi fosse soltanto effetto d'interiore depravazione, , al contrario, il contrassegno della illibatezza d'animo e della vigilanza sulle passioni. Ma per quanto vasta ed instabile possa essere la relativit morale della moda, esiste sempre un assoluto da salvare, dopo avere ascoltato il monito della coscienza, nell'avvertire il pericolo : la moda non deve mai fornire un'occasione prossima di peccato. Tra gli elementi oggettivi che concorrono a formare una moda invereconda sta in primo luogo la cattiva intenzione dei suoi artefici. Ove questi si propongano di suscitare coi loro modelli fantasmi e sensazioni non caste, non manca loro, anche senza giungere all'estremo, una tecnica di larvata malizia. Essi sanno, tra l'altro, che l'ardimento in tale materia non pu essere spinto oltre certi limiti, ma sanno altres che l'effetto cercato si trova a breve distanza da questi, e che un'abile mescolanza di elementi artistici e seri con altri pi scadenti sono maggiormente atti a sorprendere la fantasia ed i sensi, mentre rendono il modello accettabile alle persone che il medesimo effetto desiderano, senza per compromettere, almeno a parer loro, il buon nome di persone oneste. Ogni risanamento della moda deve pertanto cominciare dalla intenzione sia di chi modella come di chi indossa : nell'uno e nell'altro deve essere ridestata la coscienza di responsabilit per le conseguenze nefaste che possono derivare da un abbigliamento troppo ardito, specialmente se portato nelle pubbliche vie. Pi dappresso, l'immoralit di talune mode dipende, in massima parte, dagli eccessi, sia d'immodestia che di lusso. Quanto ai primi, che praticamente chiamano in causa il taglio, questi debbono essere valutati non

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secondo l'estimazione di una societ in decadenza o gi corrotta ; ma secondo le aspirazioni di una societ che pregia la dignit e la seriet del pubblico costume. Si suol dire sovente, e quasi con inerte rassegnazione, che la moda esprime il costume di un popolo; ma sarebbe pi esatto e maggiormente utile dire che esprime la volont e la direzione morale che una nazione intende prendere, cio, se naufragare nella sfrenatezza, oppure mantenersi al livello, cui l'hanno innalzata la religione e la civilt. Non meno nefasti, bench in campo diverso, sono gli eccessi della moda, quando le si assegna l'ufficio di sodisfare la sete di lusso. L'esiguo merito del lusso, come fonte di lavoro, quasi sempre annullato dai gravi disordini che ne derivano alla vita privata e pubblica. Prescindendo dello sperpero di ricchezze che il lusso eccessivo esige dai suoi adoratori, destinati per lo pi ad esserne divorati, esso suona sempre offesa all'onest di chi vive del proprio lavoro, mentre rivela cinismo di animo verso la povert, sia col denunciare troppo facili guadagni, sia seminando sospetti sulla condotta di vita di chi se ne circonda. L, dove la coscienza morale non riesce a moderare l'uso delle ricchezze, sia pure onestamente guadagnate, o si elevano paurose barriere tra classe e classe, oppure l'intiera societ andr alla deriva, snervata dalla corsa verso l'utopia della materiale felicit. L'avere accennato ai danni che la sfrenatezza della moda pu cagionare agli individui ed alla societ, non significa voler comprimerne la forza espansiva, n coartare l'estro creativo dei suoi autori, e neppure ridurla alla immobilit delle fogge, alla monotonia o a tetra severit; bens indicarle il retto sentiero, affinch raggiunga lo scopo di esser fedele interprete della tradizione civile e cristiana. Per ottenere ci, varranno pochi principi, quasi capisaldi nella soluzione del problema morale della moda, dai quali facile dedurre norme pi concrete. Il primo di non dare troppo poca importanza all'influsso della moda stessa sia nel bene che nel male. Il linguaggio dell'abbigliamento, come gi abbiamo accennato, tanto pi efficace, quanto pi frequente e compreso da ognuno. La societ, per cos dire, parla col vestito che indossa ; col vestito rivela le segrete sue aspirazioni, e di esso si serve, almeno in parte, per edificare o distruggere il proprio avvenire. Ma il cristiano, autore o cliente che sia, si guarder dal far poco caso dei pericoli e delle rovine spirituali, seminate dalle mode immodeste, specialmente pubbliche, per quella coerenza che deve esistere tra la dottrina professata e la condotta anche esterna. Egli ricorder l'elevata purezza che il Redentore esige dai suoi discepoli, anche negli sguardi e nei pensieri ; e ricor-

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der altres la severit dimostrata da Dio coi seminatori di scandali. Pu essere, a proposito, richiamata alla mente la forte pagina del profeta Isaia, ove si vaticina l'obbrobrio destinato alla citt santa di Sion per l'impudicizia delle sue figlie; e l'altra in cui il sommo Poeta italiano esprimeva, con parole roventi, la propria indignazione per la inverecondia serpeggiante nella sua citt.
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Il secondo principio che la moda dev'essere signoreggiata, anzich abbandonata al capriccio, e supinamente servita. Ci vale per gli artefici della moda modellisti e critici >, ai quali la coscienza chiede di non assoggettarsi ciecamente al depravato gusto, che la societ, o meglio una sua parte, non sempre la pi ragguardevole per saggezza, pu manifestare. Ma ha valore anche per gli individui, dai quali la dignit esige che si affranchino, con libera e illuminata coscienza, dalla imposizione di determinati gusti, discutibili specialmente in sede morale. Signoreggiare la moda vuol dire anche reagire con fermezza alle correnti avverse alle migliori tradizioni. La padronanza sulla moda non infirma, bens convalida il detto la moda non nasce fuori e contro la societ , purch a questa si attribuisca, come si deve, consapevolezza ed autonomia nel dirigere se stessa. Il terzo principio, anche pi concreto, il rispetto della (( misura , ossia della moderazione in tutto il campo della moda. Come gli eccessi sono le cause principali della sua deformazione, cos la moderazione conserver il suo pregio. Essa dovr agire innanzi tutto sugli animi, regolando la bramosia del lusso, dell'ambizione, del capriccio ad ogni costo. Dal senso della moderazione si lasceranno guidare gli artefici della moda, specialmente i modellisti , nel disegnare la linea o il taglio, e nello scegliere gli ornamenti di un abito, persuasi che la sobriet la dote migliore dell'arte. Ben lungi dall'idea di volerli ricondurre a forme superate dal tempo del resto non di rado ricorrenti come novit nella moda , ma solo per confermare il valore perenne della sobriet, vorremmo invitare gli odierni artisti a soffermarsi, nei capolavori dell'arte classica, su talune figure muliebri d'indiscusso valore estetico, dove il vestito, improntato alla cristiana pudicizia, degno ornamento della persona, con la cui bellezza si fonde come in un unico trionfo di mirabile dignit.
* CfrJs. 3, 16-24.
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Cfr. Purg. 23, 94-108.

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III Particolari suggerimenti ai promotori ed associati dell' Unione Ed ora qualche particolare suggerimento a voi, diletti figli e figlie, in quanto siete promotori ed associati della Unione Latina Alta Moda . Ci pare che la parola stessa (( latina , con cui avete voluto designare la vostra Associazione, esprima, non soltanto una sfera geografica, ma soprattutto l'indirizzo ideale della vostra azione. Infatti questo termine latino , cos ricco di alti significati, sembra esprimere, tra l'altro, la viva sensibilit ed il rispetto per i valori di civilt, e al tempo stesso il senso della misura , dell'equilibrio e della concretezza, qualit tutte necessarie ai componenti la vostra Unione. Con Nostro gradimento abbiamo notato che questi caratteri hanno ispirato gli scopi statutari, da voi cortesemente sottoposti alla Nostra conoscenza, scaturiti da una compiuta visione del complesso problema della moda, ma specialmente, dalla vostra ferma persuasione della sua responsabilit morale. Il vostro programma pertanto ampio quanto il problema stesso, contemplando tutti i settori determinanti la moda : il ceto femminile direttamente, col proposito di guidarlo nella formazione del gusto e nella scelta dell'abbigliamento ; le case creatrici della moda e l'industria tessile, affinch, in mutua intesa, adeguino la loro produzione ai sani principi professati dall'Unione; e poich la vostra unione si compone di organismi, non semplicemente spettatori, bens operanti e, quasi diremmo, protagonisti nel teatro della moda, il suo programma si occupa opportunamente anche dell'aspetto economico, al presente reso pi arduo dalle previste trasformazioni della produzione ed unificazione dei mercati europei. Una delle condizioni indispensabili per ottenere gli scopi della vostra Unione la formazione di un sano gusto nel pubblico. Impresa, per verit, ardua, contrastata talora con premeditato disegno, essa esige da voi molta intelligenza, molto tatto e molta pazienza. Nonostante tutto, affrontatela con animo impavido, certi delle buone alleanze che incontrerete, in primo luogo, nelle ottime famiglie cristiane, che in gran numero conta ancora la vostra patria. chiaro che la vostra sollecitudine in questo senso, deve essere rivolta massimamente a conquistare alla vostra causa coloro che con la stampa ed altri mezzi d'informazione, dirigono la pubblica opinione. Nella moda, pi che in qualsiasi altra attivit, il popolo vuol essere guidato. Non che sia sprovvisto di spirito critico in fatto di estetica e di onest, ma, talora troppo docile, tal altra pigro ad impiegare

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questa facolt, accoglie a tutta prima ci che gli si offre, salvo a rendersi conto pi tardi della mediocrit o della sconvenienza di certi modelli. Occorre, perci, che la vostra azione sia tempestiva. Trg, coloro, inoltre, che al presente guidano con maggiore efficacia il gusto del pubblico, occupano un posto preminente le persone che godono celebrit, particolarmente nel mondo del teatro e del cinema. Com' grave la loro responsabilit, cos sar feconda la vostra azione, ove riusciste a guadagnarne almeno alcune alla buona causa. Un contrassegno proprio della vostra Unione sembra essere lo studio premuroso dei problemi estetici e morali della moda in incontri periodici, come il presente Congresso, a tendenza sempre pi internazionale, persuasi, come siete, che la moda dell'avvenire avr un carattere unitario nei singoli continenti. Adoperatevi dunque di arrecare in cotesti convegni il cristiano contributo della vostra intelligenza e perizia, con tale suadente saggezza che nessuno debba sospettare in voi n pregiudizi di parte, n debolezza di compromessi. La salda coerenza ai vostri principi sar messa alla prova dallo spirito cosiddetto moderno, insofferente di freno e dalla stessa indifferenza di molti verso il lato morale della moda. I sofismi pi insidiosi, che sogliono ripetersi per giustificare l'inverecondia, sembrano essere i medesimi dappertutto. Uno di questi fa leva sull'antico detto ad assuetis non fit passio , allo scopo di dare per superata la sana ribellione degli onesti contro fogge troppo ardite. Occorre forse dimostrare quanto sia fuor di luogo l'antico detto in tale questione? Gi abbiamo accennato, parlando dei limiti assoluti da salvare nel relativissimo della moda, alla infondatezza anche di un'altra fallace opinione, secondo cui la modestia non si conf pi all'epoca contemporanea, ormai affrancata da scrupoli inutili e dannosi. Certo si danno gradi differenti di pubblica moralit secondo i tempi, le indoli e le condizioni di civilt dei singoli popoli ; ma questo stato di fatto non invalida l'obbligo di tendere all'ideale della perfezione, n un motivo sufficiente per rinunziare alle altezze morali conseguite, le quali si manifestano appunto nella maggiore sensibilit che le coscienze hanno riguardo al male ed ai suoi agguati. S'impegni, dunque, la vostra Unione con alacre animo in questa lotta,, che mira ad assicurare al pubblico costume della vostra patria un grado sempre pi elevato di moralit, degno delle sue tradizioni cristianeNon a caso nominiamo lotta l'opera vostra intesa a moralizzare la moda, come lotta ogni altra intrapresa, che intenda restituire allo spirito il predominio sulla materia. Considerate ciascuna in particolare, esse sono episodi singoli e significativi dell'aspro e perenne combattimento,

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che deve sostenere quaggi chiunque sia chiamato a libert dallo Spirito di D i o ; combattimento, di cui l'Apostolo delle Genti descrive con ispirata esattezza il fronte e le opposte milizie. La carne ha desideri contrari allo spirito, e lo spirito li ha contrari alla carne ; son cose opposte tra loro, s che voi non dovete fare tutto quel che vorreste . Enumerando quindi le opere della carne, quasi tetro inventario della eredit della colpa originale, egli allinea tra di esse anche l'impurit, cui oppone, quale frutto dello Spirito, la modestia. Impegnatevi generosamente e con fiducia, senza lasciarvi giammai sorprendere dalla timidezza, che fece dire alle milizie, poche di numero ma eroiche, del grande Giuda Maccabeo : (( Come potremo noi in cos pochi combattere contro una moltitudine cos grande? . V'incoraggi la stessa risposta del medesimo grande combattente di Dio e della patria : Il vincere una battaglia non sta nel numero dei soldati, ma dal Cielo viene la forza .
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Con questa celeste sicurezza nell'animo, Ci congediamo da voi, diletti figli e figlie, ed eleviamo le Nostre suppliche all'Onnipotente, aftinch si degni di prodigare la sua assistenza sopra la vostra Unione, e le sue grazie a ciascuno di voi, alle vostre famiglie ed, in particolare, agli umili lavoratori e lavoratrici della moda. Come pegno degli auspicati favori, v'impartiamo di tutto cuore la Nostra paterna Apostolica Benedizione.

III
Iis qui interfuerunt IX Conventui Consilii, vulgo F.A.O. Agriculture Organisation), Romae habito. * Nous avons aujourd'hui le plaisir de vous recevoir, Messieurs, l'occasion de la IX Confrence de la F . A . O . qui se tient maintenant Rome. Vous avez considrer plusieurs questions concernant le fonctionnement de cette organisation, ainsi que les difficults actuelles de l'agriculture et le programme d'action que vous vous proposez pour y remdier. En examinant la situation prsente, vous avez constat un fait inquitant et qui requiert une solution urgente : le phnomne d'appauvrissement de l'agriculture dans l'conomie mondiale. Vous remarquez qu, dans les changes intrieurs, comme sur le plan international, le march
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(Food and

Gai. 5, 17. 1 Mac. 8, 17. Ibid. 19.

* Die 9 Novembris mensis a. 1957.

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manifeste partout une tendance dfavorable aux intrts des agriculteurs. ^Tandis que les prix des produits manufacturs continuent s'lever, ceux des produits agricoles diminuent progressivement depuis 1952. Ainsi le pouvoir d'achat de l'agriculteur se resserre peu peu, sa situation devient plus prcaire et, consquence malheureuse, le dpeuplement des campagnes s'accentue, en Europe surtout, provoquant une nouvelle srie de problme sociaux et religieux. Cet tat de choses Nous proccupe vivement, Nous aussi, parce qu'il menace une population nombreuse, courageuse et mritante, dont les qualits de stabilit et de fidlit aux meilleures traditions sont plus que jamais ncessaires pour quilibrer une socit en volution rapide. Il est certain que les donnes de la question sont trs complexes et les remdes d'application difficiles. Mais vous rendrez un service eminent aux agriculteurs, si vous russissez contrarier la marche de ce phnomne de dtrioration et amorcer un mouvement de redressement. Nous souhaitons de tout cur que votre organisation unisse toujours davantage les nations participantes dans un effort gnreux, libre de proccupations d'ordre divers, qui viendraient en contrarier l'action et mme parfois la rendre inefficace. Trop d'hommes souffrent encore de la faim, pour que l'on puisse retarder, pour des motifs d'intrt particulier, le travail qui vise les secourir. En gage de l'appui du Trs-Haut, que Nous invoquons sur votre prsente Confrence et sur vos activits ultrieures, Nous vons accordons bien volontiers pour vous-mmes et tous les vtres, Notre Bndiction Apostolique. IV lis qui interfuerunt Conventui internationali pro scholis privatis in Europa , Romae habito. * Nous saluons avec plaisir votre premire assemble, Messieurs, qui tes venus discuter Borne les problmes communs aux coles prives europennes. Initiative heureuse, dont l'ide naquit lors d'une excursion Vienne de quelques lves italiens. L'accueil sympathique qu'ils y trouvrent mit en vidence une similitude d'intentions et de proccupations, toute naturelle entre ceux qui donnent l'cole prive ou qui en reoivent le meilleur de leurs ressources humaines, spirituelles et intellectuelles.
* Die 10 Novembris mensis a. 1957.

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La rencontre actuelle a pour but de souligner quelques aspects caractristiques de l'cole prive et de la mission qu'elle se propose dans une socit aux prises avec des transformations rapides et profondes, qui la portent dpasser les frontires nationales pour tablir une communaut europenne culturelle, conomique, sociale et mme politique. On peut l'affirmer sans crainte : le statut qu'un pays rserve l'cole prive Nous prenons ce terme au sens o vous l'entendez vous-mmes, c'est--dire l'cole qui n'est pas gre par l'Etat reflte assez exactement le niveau de vie spirituelle et culturelle de ce pays. Un Etat qui s'attribue exclusivement la tche de l'ducation et interdit aux particuliers u aux groupes indpendants d'assumer en ce domaine aucune responsabilit propre, manifeste une prtention incompatible avec les exigences fondamentales de la personne humaine. Aussi l'ide de la libert scolaire estelle admise par tous les rgimes politiques, qui reconnaissent les droits de l'individu et de la famille. Dans la pratique, cependant, tous les degrs -de libert sont possibles. Tantt l'Etat se dsintresse plus ou moins des efforts de l'initiative prive, ne les soutient pas financirement, se rserve le droit d'accorder tous les titres acadmiques ; tantt, par contre, il reconnat sous certaines conditions la valeur de l'ensignement priv et lui accorde des subsides ; mais plus encore que la concession d'un appui matriel ou la reconnaissance lgale des diplmes, importe tre, il reconnat sous certaines conditions la valeur de l'enseignement priv. Souvent, en effet, la libert admise en thorie reste, en fait, limite, et mme combattue ; elle est tout au plus tolre, lorsque l'Etat s'estime dtenteur, en matire d'enseignement, d'un vritable monopole. Or une analyse srieuse des fondements historiques et philosophiques -de l'ducation dmontre clairement que la mission de l'cole lui vient non de l'tat seul, mais de la famille d'abord, puis de la communaut sociale laquelle elle appartient. La formation de la personnalit humaine relve, en effet, avant tout de la famille, et comme, dans une large mesure, l'cole tend au mme but, elle ne fait que prolonger son action et recevoir d'elle l'autorit ncessaire cette fin. La primaut du milieu familial dans l'ducation se manifeste d'ailleurs par l'impuissance frquente du cadre scolaire remdier seul aux carences familiales graves. D'autre part, dans la mesure o l'cole communique un savoir, un ensemble de connaissances ordonnes l'activit extrieure des individus, et surtout l'exercice de leur profession, elle dpend aussi de la communaut, de ses traditions, de ses besoins, de son niveau de culture, de l'orientation de ses tendances. Les exigences de la communaut seront
66 ACTA, vol. X X I V , n. 17 28-12-1957.

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interprtes, au niveau de l'cole, par des individus, des groupes organiss, des institutions culturelles ou religieuses, qui se proposent prcisment, comme fin propre, la formation des jeunes gens leurs tches futures. L'Etat, le pouvoir politique comme tel n'interviendra que pour exercer un rle de supplance, pour assurer l'action des particuliers l'extension et l'intensit requises. Loin donc de considrer l'cole prive comme entirement subordonne au pouvoir politique, il faut lui reconnatre une relle indpendance dans sa fonction propre et le droit de s'ispirer des principes familiaux, qui commandent la croissance et le dveloppement des personnes humaines, sans oublier assurment les ncessits poses par le milieu social. L'organisme administratif des Etats modernes s'est en effet amplifi dmesurment, en absorbant des secteurs toujours plus tendus de la vie publique, celui de l'cole en particulier. Autant cette intervention reste lgitime, lorsque l'action des individus est impuissante satisfaire aux besoins de l'ensemble, autant elle s'avre nuisible, lorsqu'elle supplante dlibrment l'initiative prive comptente. Vous avez donc raison de souligner la priorit de l'cole prive, sur celle dont la gestion dpend des pouvoirs publics, et les services minents qu'elle a rendus partout o on lui a laiss une libert d'action suffisante. Vous vous proposiez dans ce congrs de constituer un centre europen pour la dfense des biens spirituels de l'cole prive : cet objectif requiert aujourd'hui une attention soutenue et une intervention ferme de la parte de tous ceux qui croient sa fonction irremplaable. Dans la plupart des nations modernes, elle doit encore malheureusement livrer une lutte serre pour maintenir les droits acquis et assurer sa subsistance sur le plan conomique, Mais, parce qu'elle n'est pas assujettie aux servitudes qui psent sur tous les organismes d'Etat, elle dispose d'une plus grande facilit d'adaptation aux conditions nouvelles de la vie internationale. Aussi avez-vous raison d'esprer que l'entente entre les coles prives facilitera la formation des jeunes gnrations, avides de se librer des troitesses d'un nationalisme souvent exagr et dpass par les faits, et de faire face aux responsabilits accrues qu'elles devront assumer dans une Europe aux structures plus vastes. Dans les discussions o les responsables des coles prives confrontent leurs points de vue, il est normal que les problmes d'organisation et de mthodes occupent une large part, s'ils veulent rester parfaitement la hauteur des progrs actuels de la pdagogie; mais il importe qu'on respecte avant tout l'esprit de l'cole libre, sa conception de l'homme et de l'ducation,

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l'idal dsintress de ceux qui s'y consacrent; parfois, cdant une mulation mal comprise, les dirigeants de l'cole prive ont suivi dans leurs mthodes et la composition de leurs programmes, l'exemple d'un systme l'enseignement obissant d'autres proccupations, et moins soucieux de sauvegarder les vraies valeurs de la personne. Vous aurez a cur, Nous n'en doutons pas, d'viter cet cueil, plus dangereux pour vous que les attaques venues de l'extrieur. Ceux qui joueront demain un rle de premier plan dans la vie publique sortiront, Nous en sommes convaincu, des coles qui honorent davantage l'idal de libert et d'initiative personnelle, et n'hsitent pas mettre au coeur de leur enseignement de solides convictions morales et religieuses, celles sortout de la foi chrtienne qui, travers les sicles, n'a cess de modeler l'me des peuples de l'Occident. La socit europenne, qui s'labore maintenant, ne trouvera son quilibre intrieur et ne pourra tenir sa place parmi les autres puissances mondiales, que si elle dispose d'une lite imprgne des meilleures traditions humaines et chrtiennes, et convaincue surtout de la primaut du spirituel sur les formes les plus labores de l'organisation technique. Il vous appartient, Messieurs, de travailler la prparation et a l'panouissement de cette lite, et de donner ainsi aux peuples d'Occident les forces vives qui les aideront raliser un destin commun dans la paix et la collaboration fraternelle. En gage des faveurs divines et de succs pour les efforts que vous avez dj consentis et que vous continuerez dployer pour une si noble cause, Nous vous accordons vous-mmes et tous ceux qui se dpensent dans la vrit et la justice au service de l'enseignement priv, Notre Bndiction Apostolique.

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Adstantibus multis honorabilibus Viris ac praeclaris Medicis et Studiosis, quorum plerique Nosocomiis praesunt vel in magnis Lyceis docent, qui Romam convenerant invitatu et arcessitu Instituti Genetici Gregorio Mendel , Summus Pontifex propositis quaesitis de reanimatione respondit. * Le Dr Bruno Haidj chef de la section d'anesthsie la clinique chirurgicale universitaire d'Innsbruck, Nous a soumis trois questions de morale mdicale au sujet de ce qu'on appelle l a ranimation. Il Nous
* Die 24 Novembris mensis a. 1957.

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est agrable, Messieurs, de rpondre ce dsir, qui manifeste la haute conscience que vous avez de vos devoirs professionnels et la volont de rsoudre les problmes dlicats, qui se posent vous la lumire des principes de l'Evangile. D'aprs l'expos du Dr Haid, l'anesthsiologie moderne s'occupe non seulement des problmes d'analgsie et d'anesthsie proprement dite, mais aussi de la ranimation . On dsigne ainsi en mdecine, et particulirement en anesthsiologie, la technique susceptible de remdier certains incidents menaant gravement la vie humaine, en particulier les asphyxies qui, auparavant, lorsqu'on ne disposait pas de l'quipement anesthsiologique moderne, conduisaient en quelques minutes l'arrt du cur et la mort. La tche de l'anastsiologue s'tend ainsi aux difficults respiratoires aigus, provoques par la strangulation ou conditionnes par des blessures thoraco-pulmonaires ouvertes; il intervient pour empcher l'asphyxie due l'obstruction interne des voies respiratoires par le contenu stomacal ou par noyade, pour remdier la paralysie respiratoire totale au partielle en cas de ttanos grave, de paralysie infantile, d'empoisonnement par le gaz, les hypnotiques on l'ivresse, ou mme en cas de paralysie respiratoire centrale provoque par des traumatismes crniens graves. Lorsqu'on pratique la ranimation et le traitement de ces blesss du crne, et parfois des oprs au cerveau, ou de ceux qui ont subi des traumatismes cervicaux par anoxie et restent plongs dans une profonde inconscience, surgissent des questions, qui intressent la morale mdicale et mettent en jeu les principes de la philosophie de la nature plus encore que celles de l'analgsie. Ainsi il arrive que l'anesthsiologue puisse, comme dans les accidents et maladies indiqus plus haut, et dont le traitement offre des chances suffisantes de succs, amliorer l'tat gnral de patients souffrant de lsion grave du cerveau et dont le cas, ds le dbut, apparaissait dsespr : il rtablit la respiration, soit par intervention manuelle, soit l'aide d'appareils spciaux, libre les voies respiratoires et pourvoit l'alimentation artificielle du patient. Grce cette thrapeutique, en particulier par l'administration d'oxygne au moyen de la respiration artificielle, la circulation dfaillante reprend et l'aspect du patient s'amliore, souvent trs vite, au point que l'anesthsiologue lui-mme, ou tout autre mdecin qui, se fiant son exprience, aurait abandonn la partie, continue caresser un lger espoir de voir se rtablir la respiration spontane. La famille considre d'habitude cette amlioration comme un rsultat tonnant, dont elle sait gr au mdecin.

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Si la lsion du cerveau est tellement grave, qu'il est trs probable, et mme pratiquement certain, que le patient ne survivra pas, l'anesthsiologue en vient se poser la question angoissante de la valeur et du sens des manuvres de ranimation. Pour gagner du temps et prendre avec plus de sret les dcisions ultrieures, il appliquera immdiatement la respiration artificielle avec intubation et nettoyage des voies respiratoires. Mais il peut alors se trouver dans une situation dlicate, si la famille considre ces efforts comme inconvenants et vient s'y opposer. La plupart du temps, cela se produit non au dbut des tentatives de ranimation, mais lorsque l'tat du patient, aprs une lgre amlioration, ne progresse plus, et quand il est clair que seule la respiration artificielle automatique le maintient en vie. On se demande alors, si l'on doit, ou si l'on peut, poursuivre la tentative de ranimation, bien que l'me ait peut-tre dj quitt le corps. La solution de ce problme, dj difficile en soi, le devient encore plus, lorsque la famille catholique elle-mme peut-tre contraint le mdecin traitant, et particulirement Panesthsiologue, enlever l'appareil de respiration artificielle, afin de permettre au patient, dj virtuellement mort, de s'en aller en paix. De l, dcoule une question fondamentale au point de vue religieux et pour la philosophie de la nature : selon la foi chrtienne, quand la mort est-elle survenue chez les patients, pour lesquels on a utilis les procds modernes de ranimation? L'ExtrmeOnction est-elle valide, du moins aussi longtemps que l'on peut constater une action cardiaque, mme si les fonctions vitales proprement dites ont disparu dj, et si la vie ne dpend plus que du fonctionnement d'un appareil respiratoire? Les problmes qui se posent dans la pratique moderne de la ranimation peuvent donc se formuler en trois questions : d'abord a-t-on le droit, ou mme l'obligation, d'utiliser les appareils modernes de respiration artificielle dans tous les cas, mme dans ceux qui, au jugement du mdecin, sont considrs comme compltement dsesprs? En second lieu, a-t-on le droit ou l'obligation d'enlever l'appareil respiratoire, quand, aprs plusieurs jours, l'tat d'inconscience profonde ne s'amliore pas, tandis que, si on l'enlve, la circulation s'arrtera en quelques minutes? Que faut-il faire, dans ce cas, si la famille du patient, qui a reu les derniers sacrements, pousse le mdecin enlever l'appareil? L'ExtrmeOnction est-elle encore valide ce moment? Troisimement, un patient plong dans l'inconscience par paralysie centrale, mais dont la vie <i'est--dire la circulation sanguine se maintient grce la respiration

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artificielle, et chez lequel aucune amlioration n'intervient aprs plusieurs jours, doit-il tre considr comme mort de facto , ou mme de iure ? Ne faut-il pas attendre, pour le considrer comme mort, que la circulation sanguine s'arrte en dpit de la respiration artificielle? Nous rpondrons bien volontiers ces trois questions, mais, avant de les examiner. Nous voudrions exposer les principes, qui permettront de formuler la rponse. La raison naturelle et la morale chrtienne disent que l'homme (et quiconque est charg de prendre soin de son semblable) a le droit et le devoir, en cas de maladie grave, de prendre les soins ncessaires pour conserver la vie et la sant. Ce devoir, qu'il a envers lui-mme, envers Dieu, envers la communaut humaine, et le plus souvent envers certaines personnes dtermines, dcoule de la charit bien ordonne, de la soumission au Crateur, de la justice sociale et mme de la justice stricte, ainsi que de la pit envers sa famille. Mais il n'oblige habituellement qu' l'emploi des moyens ordinaires (suivant les circonstances de personnes, de lieux, d'poques, de culture), c'est--dire des moyens qui n'imposent aucune charge extraordinaire pour soi-mme ou pour un autre. Une obligation plus svre serait trop lourde pour la plupart des hommes, et rendrait trop difficile l'acquisition de biens suprieurs plus importants. La vie, la sant, toute l'activit temporelle, sont en effet subordonnes des fins spirituelles. Par ailleurs, il n'est pas interdit de faire plus que le strict ncessaire pour conserver la vie et la sant, condition de ne pas manquer des devoirs plus graves. Quand au fait d'administrer les sacrements un homme plong dans l'inconscience, la rponse dcoule de la doctrine et de la pratique de l'Eglise, qui, pour sa part, suit comme rgle d'action la volont du Seigneur. Les sacrements sont destins, en vertu de l'institution divine, aux hommes de ce monde, pendant le dure de leur vie terrestre et, l'exception du baptme lui-mme, prsupposent le baptme chez celui qui les reoit. Celui, qui n'est pas un homme, que ne l'est pas encore, ou ne l'est plus, ne peut recevoir les sacrements. Par ailleurs, si quelqu'un manifeste son refus, on ne peut les lui administrer contre son gr. Dieu ne force personne accepter la grce sacramentelle. Quand on ignore, si quelqu'un remplit les conditions requises pour recevoir validement le sacrement, il faut tcher de rsoudre le doute. En cas d'chec, on confrera le sacrement sous condition, au moins tacite (avec la clause, Si capax e s , qui est la plus large). Les sacrements sont institus par le Christ pour les hommes, afin de sauver leur me ; aussi, en cas d'extrme

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ncessit, l'Eglise tente les solutions extrmes pour communiquer un homme la grce et les secours sacramentels. La question du fait de la mort, et celle de la constatation, soit du fait lui-mme ((( de facto ) , soit de son authenticit juridique ((( de iure ) , ont par leurs consquences, mme sur le terrain de la morale et de la religion, une porte encore plus large. Ce que Nous venons de dire sur les prsupposs essentiels de la rception valide d'un sacrement, l'a montr; mais l'importance de la chose s'tend aussi aux effets en matire d'hritage, aux affaires de mariage et aux procs matrimoniaux, aux questions de bnfices (vacance d'un bnfice) et beaucoup d'autres questions de la vie prive et sociale. Il appartient au mdecin, et particulirement l'anesthsiologue, de donner une dfinition claire et prcise de la mort et du (( moment de la mort d'un patient, qui dcde en tat d'inconscience. Pour cela, on peut reprendre le concept usuel de sparation complte et dfinitive de l'me et du corps ; mais en pratique on tiendra compte de l'imprcision des termes de corps et de sparation . On peut ngliger la possibilit qu'un homme soit enterr vivant, puisque l'enlvement de l'appareil respiratoire doit aprs quelques minutes provoquer l'arrt de la circulation et donc la mort. En cas de doute insoluble, on peut aussi recourir aux prsomptions de droit et de fait. En gnral, on s'arrtera celle de la permanence de la vie, parce qu'il s'agit d'un droit fondamental reu du Crateur et dont il faut prouver avec certitude qu'il est perdu. Nous passons maintenant la solution des questions particulires. 1. L'anesthsiologue a-t-il le droit, ou mme est-il oblig dans tous les cas d'inconscience profonde, mme dans ceux qui sont compltement dsesprs au jugement d'un mdecin comptent, d'utiliser les appareils modernes de respiration artificielle, mme contre la volont de la famille? Dans les cas ordinaires, on concdera que l'anesthsiologue a le droit d'agir ainsi, mais il n'en a pas l'obligation, moins que ce soit l'unique moyen de satisfaire un autre devoir moral certain. Les droits et les devoirs du mrecin sont corrlatifs ceux du patient. Le mdecin, en effet, n'a pas l'gard du patient de droit spar ou indpendant ; en gnral, il ne peut agir, que si le patient l'y autorise explicitement ou implicitement (directement ou indirectement). La technique de ranimation, dont il s'agit ici, ne contient en soi rien d'immoral; aussi le patient s'il tait capable de dcision personnelle pourrait-il l'utiliser licitement et, par consquent, en donner l'autorisation au mdecin. Par ailleurs, com-

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me ces formes de traitement dpassent les moyens ordinaires, auxquels on est oblig de recourir, on ne peut soutenir qu'il soit obligatoire de les employer et, par consquent, d'y autoriser le mdecin. Les droits et les devoirs de la famille, en gnral, dpendent de la volont prsume du patient inconscient, s'il est majeur et sui juris . Quant au devoir propre et indpendant de la famille, il n'oblige habituellement qu' l'emploi des moyens ordinaires. Par consquent, s'il apparat que la tentative de ranimation constitue en ralit pour la famille une telle charge qu'on ne puisse pas en conscience la lui imposer, elle peut licitement insister pour que le mdecin interrompe ses tentatives, et le mdecin peut licitement lui obtemprer. Il n'y a en ce cas aucune disposition directe de la vie du patient, ni euthanasie, ce qui ne serait jamais licite; mme quand elle entrane la cessation de la circulation sanguine, l'interruption des tentatives de ranimation n'est jamais qu'indirectement cause de la cessation de la vie, et il faut appliquer dans ce cas le principe du double effet et celui du voluntarium in causa . 2. Ainsi avons-Nous dj rpondu pour l'essentiel la deuxime question : Le mdecin peut-il enlever l'appareil respiratoire avant que ne se produise l'arrt dfinitif de la circulation? Le peut -il du moins lorsque le patient a dj reu PExtrme-Onction? Celle-ci est-elle valide, quand on l'administre au moment o la circulation s'arrte, ou mme aprs? . Il faut rpondre affirmativement la premire partie de cette question, comme Nous l'avons dj expliqu. Si l'on n'a pas encore administr PExtrme-Onction, que l'on tche de prolonger encore la respiration jusqu' ce que ce soit fait. Quant savoir si PExtrme-Onction est valide au moment de l'arrt dfinitif de la circulation, au mme aprs celuici, il est impossible de rpondre par oui ou non . Si cet arrt dfinitif signifiait, de l'avis des mdecins, la sparation certaine de Pme et du corps, mme si certains organes particuliers continuaient fonctionner, P Extrme-Onction serait certainement invalide, car celui qui la reoit ne serait certainement plus un homme. Or c'est l une condition indispensable la rception des sacrements. Si par contre les mdecins estiment que la sparation du corps et de l'me est douteuse et que ce doute est insoluble, la validit de l'Extrme-Onction est douteuse elle aussi. Mais appliquant ses rgles habituelles : Les sacrements sont pour les hommes et En cas d'extrme ncessit, on tente les mesures extrmes , P Eglise permet d'administrer le sacrement, sous condition toutefois, par respect pour le signe sacramentel.

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3. (( Quand la circulation sanguine et la vie d'un patient profondment inconscient cause d'une paralysie centrale ne sont maintenues que par la respiration artificielle, sans qu'aucune amlioration se manifeste aprs quelques jours, quel moment l'Eglise catholique considre-t-elle ce patient comme mort ou doit-on, selon les lois naturelles, le dclarer mort (question de facto et de iure )? . (La mort est-elle dj intervenue aprs le traumatisme crnien grave, qui a provoqu l'inconscience profonde et la paralysie respiratoire centrale, dont les consquences immdiatement mortelles ont pu toutefois tre retardes par le moyen de la respiration artificielle? ou se produit-elle, selon l'opinion actuelle des mdecins, seulement lors de l'arrt dfinitif de la circulation, en dpit de la respiration artificielle prolonge?). En ce qui concerne la constatation du fait dans les cas particuliers, la rponse ne peut se dduire d'aucun principe religieux et moral et, sous cet aspect, n'appartient pas la comptence de l'Eglise. En attendant, elle restera donc ouverte. Mais des considrations d'ordre gnral permettent de croire que la vie humaine continue aussi longtemps que ses fonctions vitales la diffrence de la simple vie des organes se manifestent spontanment ou mme l'aide de procds artificiels. Un bon nombre de ces cas font l'objet d'un doute insoluble, et doivent tre traits d'aprs les prsomptions de droit et de fait, dont Nous avons parl. Puissent ces explications vous guider et vous clairer, lorsque vous tenterez de rsoudre les questions dlicates qui se posent dans la pratique de votre profession. En gage des faveurs divines que Nous appelons sur vous-mmes, et sur tous ceux qui vous sont chers, Nous vous accordons de tout cur Notre Bndiction Apostolique.

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niae Praesidem. *

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Ad Excmum Virum Theodorum Heuss, Reipublicae Foederalis Germa-

W i r entbieten Ihnen Unseren Gruss, geehrte Herren : Herrn Aussenminister von Brentano, Herrn Botschafter Graf Strachwitz wie den anderen Herren, die Sie dem Herrn Bundesprsidenten das Geleit zu Uns gegeben haben. Ihr Besuch, hochgeehrter Herr Bundesprsident, bietet Uns eine
* Die 27 Novembris mensis a. 1957.

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willkommene Gelegenheit, um Ihnen selbst und in Ihrer Person dem deutschen Volk Unseren Glckwunsch auszusprechen. Der verlorene Krieg hatte die Zusammenbrche, die seine Folge waren, geradezu gehuft. Er hatte einen wirtschaftlichen Trmmerhaufen hinterlassen. Zu den vielfltigen wirtschaftlichen Katastrophen gesellte sich eine fast noch bengstigendere politische, nach innen und nach aussen. Das restliche Deutschland musste zudem in krzester Zeit Millionen von Ostvertriebenen Lebensraum schaffen und sie sich eingliedern. Schliesslich hatte Ihr Volk von einem Tag auf den anderen eine rcksichtslos drosselnde Geldentwertung hinzunehmen. Deutschland hat jene, wie es damals schien, hoffnungslose Lage gemeistert . Der Ausdruck ist hier am Platz. Es sind Ihrem Volk in der Stunde der Not Meister der Politik und Wirtschaft geschenkt worden, deren Namen es immer mit hohen Ehren nennen wird. Das Volk hat der Fhrung entsprochen. Es ist Uns gesagt worden, wenn Deutschland seine wirtschaftliche Katastrophe so schnell berwunden habe, verdanke es dies an erster Stelle dem unbndigen Fleiss und Wagemut seiner Unternehmer und, so drfen W i r sicher beifgen, in nicht geringerem Mass der Einsicht, dem harten Willen und der Fhigkeit seiner Arbeiterschaft. Ihr Volk hat auch gleich von den ersten Nachkriegsjahren an unter gefahrdrohenden Umstnden und in den entscheidenden Stunden in bemerkenswertem Mass gesunden politischen Sinn bewiesen. W i r drfen aber wiederholen, worauf W i r schon einmal hinwiesen : mge Geduld und (( Wartenknnen immer ein stark bestimmendes Element seiner politischen Reife sein ! W i r k e n n e n die Sorge des deutschen Volkes um die Zone . Es tut jedoch wohl daran, die Bekundung, die es dieser Sorge verleiht, immer am Allgemeinwohl auszurichten und so zu bemessen, dass sie die Staatsfhrung nicht erschwert, sondern erleichtert. Das alte Deutschland ist bis tief ins 19. Jahrhundert hinein Bindeglied durch Mitteleuropa gewesen. W i r kennen nicht nur durch Unseren langjhrigen Aufenthalt in Mnchen und Berlin Deutschlands Verhltnisse und seine Lage in Europa zu gut, als dass W i r Uns nicht darber freuten, dass das neue Deutschland, unmittelbar nach seiner verhngnisvollsten Periode eines bersteigerten Nationalismus, unter neuen Verhltnissen und in anderer Form an einer Einigung Europas, die strker werden soll, als sie je zuvor war, in vorderster Linie und mit Erfolg teilnimmt. Unsere Freude ist besonders gross darber, dass nunmehr aus echtem und ehrlichem Wollen verantwortlicher Staatsmnner

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auf beiden Seiten, der Hoffnung und dem Wunsch der berwiegenden Mehrheit der Vlker entsprechend, das Kernstck und Rckgrat eines geeinten Europas geschaffen worden ist, die Annherung, das gute Verhltnis und der beiderseitige Wille zur Zusammenarbeit zwischen Deutschland und Frankreich, ein Ergebnis, auf das Jahrhunderte warten mussten und das wir nur Gottes Schutz empfehlen knnen. Die ussere und innere berwindung der Kriegsfolgen, das Emporsteigen eines neuen Deutschlands und die Grundlegung des geeinten Europas dies alles hat sich vollzogen unter Ihrer persnlichen Mitwirkung, hochgeehrter Herr Bundesprsident, schon in den Jahren, bevor Sie das deutsche Volk durch seine Vertreter zum Staatshaupt erkor, wie in den Jahren Ihrer Prsidentschaft. Sie haben Elemente, die den Rechtsstaat als solchen kennzeichnen und strken, zum Grundgesetz beigesteuert und in Ihrem hohen Amt deren Verwirklichung immer im Auge behalten. Sie haben den relativen Primat der sozialen Gesetzgebung und Sicherung betont, und Sie waren ein Frderer alles dessen, was dem europischen Zusammenschluss dienen konnte. W i r wissen auch, dass Ihr hohes Amt und die vielen Beziehungen, die es Ihnen zur Verfgung stellte, Ihrem Denken und Wollen in jenen Richtungen Nachdruck und Wirksamkeit verliehen haben. Deutschland und ganz Europa haben noch schwere Fragen und Aufgaben zu lsen. Wenn es dabei gilt, die wahre Freiheit zu sichern und die Kultur zu retten, denen Europa seine Grsse verdankte, so geht es nicht nur und nicht in erster Linie um materielle Werte, sondern vor allem um jene geistig-sittlichen Krfte, die einer Kultur berhaupt innewohnen mssen, wenn sie den Anspruch erheben will, die Wrde des Menschen und seine Freiheit wohlgemerkt zum Guten, zu gewhrleisten und zu frdern. Auch die Mchte, von denen Europa seine Kultur und Freiheit bedroht sieht, haben eine Weltanschauung, einen geistigen Unterbau, und nur auf jene, die dieser anderen Weltanschauung ein entschiedenes Nein entgegensetzen und aus diesem Nein die Folgerungen fr ihr eigenes Denken und Handeln ziehen, wird Verlass sein im Ringen um die Freiheit des noch freien und um die Befreiung des der Freiheit beraubten Europas. W i r sprechen dies aus, weil W i r um Deutschland und Europa bangen wrden, sollten sie sich ganz im Materiellen verlieren, und weil W i r glauben dessen sicher sein zu knnen, dass Unser Wort in Ihren berzeugungen, hochgeehrter Herr Bundesprsident, Widerhall findet.

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In diesem Zusammenhang mchten W i r auf ein fr die guten Beziehungen zwischen dem H l . Stuhl und Deutschland glckliches Ereignis des laufenden Jahres hinweisen : 1933 ist, und zwar auf Ersuchen der damaligen deutschen Regierung, von Unserem Vorgnger mit dem Deutschen Reich ein Konkordat abgeschlossen worden. Der Hl. Stuhl hat Gewicht darauf gelegt, sich genau an dessen Bestimmungen zu halten auch seit Kriegsende, in der klaren Einsicht, dass, wenn berhaupt ein Vertrag, das Konkordat zur Kategorie jener nicht innerdeutschen Vertrge zu rechnen sei, deren Fortbestand 1945 ausdrcklich besttigt wurde. Es hat Uns angenehm berhrt, dass Sie, hochgeehrter Herr Bundesprsident, und die Bundesregierung schon vor Jahren derselben berzeugung ihre Stimme liehen. Nunmehr hat der in Bundesdeutschland fr Verfassungsfragen zustndige oberste Gerichtshof gleichfalls in bejahendem Sinn entschieden, sodass zu Unserer Befriedigung zwischen dem Hl. Stuhl und Ihrem Land wieder volle Rechtssicherheit geschaffen ist. Konkordate sind Rechtsinstrumente. Allein, unter der Rcksicht de& wahren Besten von Volk und Staat gesehen, wollen sie den Raum bereit stellen, in dem die katholische Kirche oder die Katholiken des. betreffenden Landes ihre Weltanschauung frei und ruhig zur Entfaltung und Wirkung bringen knnen. W i r denken, dass der Hinweis auf die Geschichte und Gegenwart Uns berechtigt zu sagen : Die katholische Weltanschauung, verstanden als berzeugung und Tat, hat starke Werte beizutragen, wo es sich um die Erhaltung des geistig-seelischen Unterbaus echter und bester europischer Kultur handelt, eines Unterbaus, ohne den der Kampf um die Freiheit mit einem Gegner wie jener ganz, anderen Macht gewordenen Weltanschaung von vornherein verloren wre. Dem deutschen Volk erhoffen W i r daher, dass es seine wirtschaftliche Blte immer berstrahlen lasse von seiner religissittlichen Kraft. In dieser Hoffnung senden W i r ihm durch Sie, hochgeehrter Herr Bundesprsident, innigsten Gruss und rufen Gottes Huld und Gnade in reichster Flle auf es herab.

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NUNTIUS
CHRISTIFIDELIBUS MEDIOLANENSIS

RADIOPHONICUS
URBIS IN CONCLUSIONE IN OMNIBUS SACRAE PRAEDICA-

TIONIS EXTRA ORDINEM PER HEBDOMADAS ARCHIEPISCOPO INDICTAE. *

PAROECIIS AB E X C M O

In quest'ora di religioso fervore, acceso e ravvivato dalla straordinaria Missione, che vi accingete a suggellare con la unanime preghiera al (( Padre d'immensa Maest , vi giunga, diletti figli e figlie Milanesi, come conforto e sostegno dei vostri santi propositi, il Nostro affettuoso saluto; il medesimo, che il Principe degli Apostoli e primo Vicario di Cristo in terra, S. Pietro, rivolgeva ai fedeli delle nascenti comunit cristiane, al pari di voi, eletti, secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, ad obbedire e a ricevere l'aspersione del sangue di Ges Cristo. Grazia a voi e pace abbondi ! Stretta come un cuor solo ed un'anima sola
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intorno al proprio

Pastore ed ai Parroci cos Ci pare di vedere la vostra citt in questa ora , al cospetto dei sacri altari, sotto le volte del mirabile suo Duomo, nelle Basiliche onuste di gloriose memorie, nelle numerose chiese parrocchiali, sparse tra la distesa crescente dei moderni ed industriosi quartieri quasi oasi di spirituale refrigerio, Milano, cuore pulsante della economia nazionale, promotrice volitiva di ogni sorta di attivit nei campi della coltura e dell'arte, raccolta, com' ora, in preghiera, Ci suggerisce l'immagine di quella Citt di Dio , illustrata ed auspicata da S. Agostino : dedita, bens, ad attuare il proprio destino terreno, ma in conformit ai supremi disegni dell'Onnipotente, in libera soggezione al suo dominio, in costante rapporto di amore verso di Lui. Elevare la citt terrena a Citt di Dio : non forse questo il termine della divina missione della

Chiesa nel mondo? Tale anche lo scopo che

si proposto la straordinaria Missione, che, come onda salutifera di grazia, passata sulla vostra citt, ed alla quale voi, Milanesi, avete corrisposto con edificante docilit. Gl'intimi ravvedimenti, le ardenti ascensioni, i propositi di santit, i ritorni ai sentieri della giustizia, i segreti prodigi che hanno mutato i cuori freddi o distratti in tabernacoli viventi
* Datus die 24 Novembris mensis a. 1957.
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Petr. 1, 1-2. Act. 4, 32.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

dello Spirito Santo, se sfuggono agli occhi degli uomini, resteranno per sempre scritti nel libro della vita. Fra pochi momenti pertanto eromper dai vostri petti l'inno dell'adorazione e del ringraziamento il Te Deum , con cui professerete publicamente la vostra fede in Dio, Uno e Trino, fondando nella misericordia di Lui quella speranza, che non andr delusa in eterno. Come vorremmo che all'immenso coro, che sta per innalzarsi dalle sacre navate delle chiese e dalla intimit delle vostre dimore, non mancasse neppure una sola voce di quanti soggiornano nella vostra citt, amorevolmente vegliati dalla leggiadra Madonnina , sotto il cielo di Lombardia, cos bello..., cos splendido, cos in pace . Vorremmo, anzi, che si unissero al pio coro le voci della natura circostante, come gi le ascolt, benedicenti il Signore, il Profeta, e quelle sonanti e fragorose dei vostri cantieri e delle vostre officine, delle macchine e degli strumnti del vostro febbrile lavoro, poich tutta la terra, o Eterno Padre, ti venera... I cieli e la terra sono pieni della maest della tua gloria .
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Il (( Te Deum avr per giusto titolo il significato della riconoscenza per l'abbondanza delle grazie immediate, prodigatevi da Dio in questi giorni di salute ; ma non sar, non deve essere il segnale della fine, quasi sia gi compiuta l'opera che la straordinaria Missione si proposta come scopo. Una citt terrena non si tramuta in pochi giorni in una (( Citt di Dio . Milano dovr perfezionare ci che ha iniziato, approfondire ci che ha intravisto, maturare ci che ha seminato. La grande Missione non dovr passare agli annali come un episodio, splendido, ma passeggero, di fervore religioso ; bens segnare la data storica della rinascita spirituale dell'intiera citt, rimanere come documento dell'impegno che ciascuno di voi ha assunto davanti a Dio ed alla Chiesa. La misericordiosa e sapiente Provvidenza di Dio Padre vi ha chiamati a quest'opera al momento opportuno. Gli avvenimenti umani di questi ultimi anni e mesi, che s'incalzano con celere ritmo, ammoniscono che le nazioni si approssimano sempre pi rapidamente al bivio della salvezza o della rovina. L'umanit si trova al punto di dover scegliere tra le garanzie di salvezza e di prosperit offerte dalla tecnica esclusivamente materialistica, e quelle, pi sicure e pi degne dell'uomo, presentate da una rinnovata supremazia dello spirito. Milano, come tutte le moderne e grandi metropoli, la cui vita s'impernia sul lavoro produttivo della
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MANZONI,

I Promessi Sposi, cap. 17. Cfr. Dan. 3, 57 e segg.

Hymn. Ambros. Te Deum.

Acta Pii Pp. XII

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grande industria, risente anch'essa i pericoli di tale alternativa, dell'adescamento di miraggi materialistici, e forse pure del pregiudizio che vorrebbe opporre, come valori inconciliabili, progresso e religione. No, diletti figli. La supremazia dello spirito non esige la rinunzia alla prosperit, n la costrizione dell'impulso tecnico verso un sempre maggiore progresso ; ma, da un lato, suggerisce saggiamente di non affidare all'abbondanza dei beni materiali la felicit della presente vita ; mentre, dall'altro, avverte di non lasciar signoreggiare le leggi e il corso del progresso tecnico in modo da trasformarsi in tiranno irragionevole e disumano. Mantenete indenne da ogni palese o sottile insidia la vera libert e la dignit dello spirito, come quelle che sole potranno salvare il comune patrimonio di civilt gi acquisito e garantire sicurezza al benessere futuro. Ci riesce perci d'intimo conforto l'apprendere che Milano, nella porzione pi eletta del suo ottimo popolo, ha dato negli scorsi giorni la prova di volere restar fedele alla sua grande tradizione di religione e di civilt. Essa non ha dimenticato, e siamo certi che non dimenticher, l'insegnamento del suo incomparabile Vescovo S. Ambrogio, dal quale derivano le sue pi alte tradizioni, e che oggi risuona come monito agli adoratori della materia : (( Humanis enim divina praestare non dubium est,, et corporalibus spiritalia)): Non v' dubbio che le cose divine debbano prevalere sulle umane, e quelle spirituali sulle corporali ; n l'altro rivolto a ciascuno dei vostri antenati, come fonte di una esistenza feconda e sicura : (( Vita tua Christus est, ipse est vita quae mori nescit : la tua vita Cristo, Esso la vita che non conosce morte. La supremazia dello spirito, come garanzia dell'avvenire, e l'adesione a Cristo, come scaturigine di vita : ecco i capisaldi, sui quali dovr fondarsi la Citt di Dio . Accingetevi dunque prontamente alla sua edificazione, voi cos inclini a sentire il fascino dell'elevare dal nudo suolo imponenti edifici, dell'aprire ampie strade, del gettare arditi ponti, dell'innalzare potenti dighe, in una parola, del costruire . Nessuno pu disconoscere alla vostra citt la presente mirabile fioritura delle istituzioni religiose, culturali, educative e di pubblica assistenza; altrettanto encomiabile ed efficace il lavoro dei chierici e dei religiosi ; alacre l'intraprendenza delle organizzazioni cattoliche nelle scienze, nelle arti, nella stampa ; tuttavia resta ancora molto campo aperto a chi vuole costruire , particolarmente per
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8. Ambros., Expos, in Lue, lib. 4, n. 20 - Migne PL, t. XV, col. 17C2. Ib. lib. 7, n. 1 - Ib. col. 1786.

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Acta, Apostolicae Sedis - Commentarium, Officiale

estendere a tutti i ceti l'istruzione religiosa, per render pi intenso l'influsso cristiano nel mondo del lavoro, per attrarre la giovent sui sentieri della necessaria austerit di vita, per rinsaldare le tradizioni cristiane della famiglia, per suscitare in tutto il popolo la coscienza degli inderogabili doveri verso Dio. Impiegate quei particolari talenti, che vi contraddistinguono e vi conciliano la universale stima : l'instancabile operosit, la seriet negli impegni, la larghezza nel disporre i mezzi necessari allo scopo, la rapidit e l'esattezza nell'esecuzione. Seguite pure, in quest'opera di spirituale edificazione, l'impulso della vostra indole di essere eccellenti in tutto ci che intraprendete, poich grande sar il vantaggio che deriver dal vostro esempio alla intiera nazione, certamente maggiore e pi alto di quello, gi cos pregevole, che ad essa procurano i prodotti delle vostre bene ordinate industrie. Non occorre, del resto, che cerchiate lontano quale sia il disegno della Citt di Dio che vi proponete di costruire : vi stato illustrato ampia mente nel corso della straordinaria Missione, mentre la Chiesa, cui Dio ha affidato la guida nell'esecuzione dell'opera, presente ad ogni istante in mezzo a voi, nei vostri pastori, sempre disposta ad illuminarvi, sorreggervi, difendervi. Riconoscete nei suoi rappresentanti Cristo stesso, e siate docili e fedeli ai loro ammaestramenti. Ed ora, nel congedarci da voi, vi benediciamo tutti con effusione di cuore. In primo luogo il vostro amato Arcivescovo, il venerabile clero, gli zelanti religiosi e le piissime religiose, gl'infaticabili e numerosissimi predicatori, e tutti quelli che si sono adoperati per il buon esito della Missione ; le Autorit, che intendiamo di ringraziare per le benevole disposizioni manifestate; i cittadini e i fedeli tutti della diletta Arcidiocesi dei Santi Ambrogio e Carlo. A Maria Nascente, vostra celeste Patrona, affidiamo la continuit di questa rinascita spirituale, affinch la pace di Cristo esulti perennemente nei vostri cuori.
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Deo autem et Patri nostro gloria in saecula saeculorum. Amen t .


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Cfr. Col. 3, 15. Phil. 4, 20.

Sacra

Congregatio

Consistorialis

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ACTA SS." CONGREGATIONUM


SACRA CONGREGATIO CONSISTORIALIS
PROVISIO E C C L E S I A R U M Sanctissimus Dominus Noster Pius Divina Providentia Papa X I I , sucsuccessivis decretis Sacrae Congregationis Consistorialis, singulas quae sequuntur Ecclesias de novo Pastore dignatus est providere, nimirum : die 3 Iunii 1957. Titulari episcopali Ecclesiae Doberitanae praefecit R. D. Ioannem Fondalinski, parochum ecclesiae Sancti Adalberti in urbe Lodzensi, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Michaelis Klepacz, Episcopi Lodzensis. Titulari episcopali Ecclesiae Panitanae R. D. Petrum Goliebowski, canonicum Cathedralis ecclesiae Sandomirensis, doctorem theologiae moralis in seminario maiore Sandomirensi, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Ioannis Cantu Lorek, Episcopi Sandomirensis. die 19 Iulii. Titulari archiepiscopali Ecclesiae Martyropolitanae Exc. P. D. Ioannem Rezende Costa, hactenus Episcopum Ilheosensem, quem constituit Coadiutorem cum iure successionis Exc. P. D. Antonii dos Santos Cabrai, Archiepiscopi Belohorizontini. die 5 Septembris. Titulari episcopali Ecclesiae Rhaedestenae R. D. Vilsonium Laus Schmidt, canonicum Capituli metropolitani Florianopolitani et parochum vici vulgo Estreito , quem deputavit Auxiliarem Emi P. D. Iacobi S.R.E. Cardinalis de Barros Cmara, Archiepiscopi S. Sebastiani Fluminis Ianuarii. die 12 Septembris. Praelaturae nullius Obidensi, noviter erectae, Exc. P. D. Ioannem Florianum Loewenau, Episcopum titularem Drivastensem, hactenus Praelatum nullius Santaremensem. die 23 Septembris. Cathedrali Ecclesiae Funchalensi R. P. Davidem de Sousa, sodalem Ordinis Fratrum Minorum. die 3 Octobris. Cathedrali Ecclesiae Calabocensi Revmum P. D. Dominicum Roa, Vicarium Generalem dioecesis Sancti Christophori in Venezuela. die 4 Octobris. Titulari episcopali Ecclesiae Botrianensi R. D. Ioannem Baptistam Musty, Vicarium Generalem dioecesis Namurcensis,
67 - ACTA, vol. XXIV, n. 17 28-12-1957.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Andreae Mariae Charue, Episcopi Namurcensis. die 10 Octobris. Cathedrali Ecclesiae Salinensi E. P. D. Fridericum Freking, ex dioecesi Vinonansi, directorem spiritus in Pontificio Collegio Civitatum Foederatarum Americae Septentrionalis. die SI Octobris. Titulari episcopali Ecclesiae Araditanae, R. D. Ioannem Vonderach, Vicarium Generalem atque canonicum ecclesiae cathedralis Curiensis, quem constituit Coadiutorem cum iure successionis Exc. P. D. Christiani Caminada, Episcopi eiusdem dioecesis Curiensis. die 4 Novembris. Titulari episcopali Ecclesiae Geritanae R.P.D. Ioannem M. Fearns, Protonotarium Apostolicum ad instar, parochum S. Francisci Salesii in civitate Neo-Eboracensi, quem deputavit Auxiliarem Emi P. D. Francisci S.R.E. Card. Spellman, Archiepiscopi NeoEboracensis. die 9 Novembris. Cathedrali Ecclesiae Penedensi Exc. P. D. Iosephum Terceiro de Souza, hactenus Episcopum titularem Letopolitanum. Titulari episcopali Ecclesiae Uzalensi Exc. P. D. Raymundum de Castro et Silva, hactenus Episcopum Oeirensem. Coadiutorem cum iure successionis Exc. P. D. Iustini Iosephi de Sant'Ana, Episcopi Iudiciforensis, Exc. P. D. Geraldum Mariam de Moris Penido, Episcopum titularem Avissensem. die 18 Novembris. Cathedrali Episcopali Ecclesiae Essendiensi, nuper erectae, Excihum P. D. Franciscum Hengsbach, hactenus Episcopum titularem Cantanensem. die 28 Novembris. Cathedrali Ecclesiae Novae Ulmae, nuper erectae, R . P . D . Alphonsum J. Schladweiler, Antistitem Urbanum, parochum S. Agnetis Virg. et Mart., ex dioecesi S. Pauli de Minnesota. Titulari episcopali Ecclesiae Pertusensi R. D. Leonardum P. Cowley, parochum S. Olafi in civitate vulgo Minneapolis , ex dioecesi S. Pauli de Minnesota, quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Gulielmi O. Brady, Archiepiscopi S. Pauli de Minnesota. die 5 Decembris. Cathedrali Ecclesiae Columbensi Exc. P. D. Clarentium Issenmann, hactenus Episcopum titularem Phyteanum. Cathedrali Ecclesiae Altunensi-Johnstoniensi R. P. D. Howard J. Carroll, Secretarium Generalem Conventus Episcoporum Civitatum Foederatarum Americae Septentrionalis, ex dioecesi Pittsburgensi. Titulari episcopali Ecclesiae Limisensi R. D. Victorem Reed, parochum concathedralis Tulsensis, ex dioecesi Oklahomensi et Tulsensi quem deputavit Auxiliarem Exc. P. D. Eugenii Iosephi Me Guinness, Episcopi Oklahomensis et Tulsensis.

Sacra Congregatio Rituum

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SACRA CONGREGATIO RITUUM

BENEDICTIO STATIONIS RADIOPHONICAE

Clerus, vel a proximiori Ecclesia, vel ab aliquo alio loco ad hoc parato, procedit iisque ad stationem radiophoniam, canendo vel recitando : Canticum Zachariae (Luc. 1, 68-79). (Dan. 3,-57-88 et 56).

Benedictus Dominus, Deus Israel... vel Canticum trium puerorum Benedicite omnia pera Domini Dmino... Ibi Sacerdos delegatus intonat Antiphonam : In omnem terram exivit onus eorum, et in fines orbis terrae verba eorum. Postea dicitur Psalmus 8: Caeli enrrant gloriam Dei * et opus manuum eius annuntiat firmamentum. Dies diei effundit verbum, * et nox noeti tradit notitiam. Non est verbum et non sunt sermones, * quorum vox non percipiatur. In omnem terram exit sonus eorum, * et usque ad fines orbis eloquia eorum. Ibi posuit soli tabernaculum suum, qui procedit ut sponsus de thlamo suo, * exultt ut gigas percurrens viam. A trmino caeli fit egressus ejus, et circuitus ejus usque ad terminum caeli, * nec quidquam subtrahitur ardri eius. Lex Domini perfecta, rcreans animam, * praescriptum Domini firmum, instituens rudem : praecepta Domini recta, delectntia cor, * mandatum Domini mundum, illustrans oculos ; timor Domini purus, permanens in aeternum, * judicia Domini vera, justa omnia simul, desiderabilia super aurum et obryzum multum, * et duleira melle et liqure favi. Etsi servus tuus attendit illis, * in iis custodiendis sedulus est valde.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

Errata tamen quis animadvertit? * a mihi occultis munda me. A suprbia quoque prohibe servum tuum, * ne domintur in me. Tunc integer ero et mundus, * a delicto grandi. Accepta sint eloquia oris mei et meditatio cordis mei * coram te, Domine, Petra mea et Redemptor meus. Gloria Patri, etc. Et repetitur Antiphona : In omnem terram exivit sonus eorum, et in fines orbis terrae verba eorum. Deinde Sacerdos dicit : f. Adiutorium nostrum in nomine Domini. RJ. Qui fecit caelum et terram, f. Dominus vobiscum. Et cum spiritu tuo. Oremus Oratio

Deus, qui dispositione mirabili omnia in mensura et numero et pondere constituisti, atque ad detegndas et subiciendas quas in rerum universitate indidisti vires, hominem tuse mentis participem effecisti, dignare, quaesumus, has machinas earundemque peras ad vocales undas, perathera diffsilem fulgurntis lucis ictu quocumque transmittndas, ben e d i c e r e , ut afferant in discrimine salutem, in aerumnis solatium, in

dubiis consilium, in tenebris lucem, atque ita tui nominis gloria latius
innotescat in orbe, et populi cuncti tuo consocientur amre. Per Christum Dominum nostrum. Amen. Oremus Oratio

Omnipotens sempiterne Deus, qui per Verbum tuum mundum condidisti, atque in Eodem incarnato et passo omnia instaurare decrevisti, concede propitius : ut per Ipsum voclibus undis omni creaturae praedicatum, intercedente Beata semper Virgine Dei Genitrice Mara, et Sancto Gabriele Archngelo, caelestis mysterii nuntio, gentes omnes in unum coeant Christi corpus, et pacis munere fruantur. Per eundem Christum Dominum nostrum. R> Amen.

Sacra Congregatio Rituum

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Et aspergit stationem radiophoniam aqua benedicta. Finita Benedictione cantatur vel recitatur Hymnus : Te Deum laudamus, cum f. Benedicmus, et Oratione : Deus cuius misericordiae, etc.

URBIS E T ORBIS
Sacra Rituum Congregatio, vigore peculiarium facultatum sibi a Sanctissimo Domino nostro Pio Divina Providentia Papa X I I tributarum, formulam benedictionis stationis radiophonicae, prouti in adiecto prostat exemplari, adprobavit, eamque in Rituali Romano inserendam mandavit. Contrariis quibuslibet non obstantibus. Die 24 Octobris anno 1957.

C. Card. L. $ S-

CICOGNANI,

Praefectus

H. Dante, Substitutus

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Acta. Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

ACTA TRIBUNALIUM
SACRA PAENITENTIARIA APOSTOLICA
(OFFICIUM DE INDULGENTIIS)

ORATIO AD SACERDOTALES IMPETRANDAS VOCATIONES, A S U M M O PONTIFICE PIO X I I EXARATA ET INDULGENTIIS DITATA.

Signore Ges, Sacerdote sommo e Pastore universale, che c'insegnasti a pregare dicendo : Pregate il padrone della messe che mandi operai alla sua messe ,
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ascolta benevolo le nostre suppliche e suscita molte

anime generose, che, animate dal tuo esempio e sostenute dalla tua grazia, bramino di essere i ministri e continuatori del tuo vero ed unico sacerdozio. Fa che le insidie e le calunnie del nemico maligno, secondato dallo spirito indifferente e materialista del secolo, non offuschino tra i fedeli quell'eccelso splendore e quella profonda stima dovuta alla missione di coloro che, senza essere del mondo, vivono nel mondo per essere dispensatori dei divini misteri. Fa che per preparare buone vocazioni, si continui sempre a promuovere nella giovent l'istruzione religiosa, la piet sincera, la purezza della vita e il culto dei pi alti ideali. Fa che per secondarle, la famiglia cristiana non cessi mai di essere semenzaio di anime candide e fervorose, cosciente dell'onore di dare al Signore alcuni dei suoi abbondanti rampolli. Fa che alla tua Chiesa stessa, in tutte le parti del mondo, non manchino i mezzi necessari per accogliere, favorire, formare e portare a maturit le buone vocazioni che le si offrono. E affinch tutto ci divenga realt, o Ges amantissimo del bene e della salvezza di tutti, fa che la potenza irresistibile della tua grazia non cessi di scendere dal cielo sino ad essere in molti spiriti ; prima, chiamata silenziosa, poi, generosa corrispondenza, e infine, perseveranza nel santo servizio. Non ti affligge, o Signore, il vedere tante moltitudini come greggi senza pastore, senza chi spezzi loro il pane della tua parola, chi porga loro
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MATT.

9,

88.

Sacra

Paenitentiaria

Apostolica

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l'acqua della tua grazia, col pericolo che rimangano alla merc dei lupi rapaci che continuamente le insidiano? Non ti duole il contemplare tanti campi, ove non ancora entrato il vomere dell'aratro, ove crescono, senza che alcuno disputi loro il terreno, i cardi e i pruni? Non ti d pena il mirare tanti orti tuoi, ieri verdi e frondosi, prossimi a divenire gialli ed incolti? Permetterai che tante messi gi mature si sgranellino e si perdano per mancanza di braccia che le raccolgano? O Madre purissima Maria, dalle cui mani pietose ricevemmo il pi santo di tutti i sacerdoti; o glorioso Patriarca S. Giuseppe, esempio perfetto di corrispondenza alle chiamate divine ; o santi sacerdoti che in cielo formate intorno all'Agnello di Dio un coro prediletto; otteneteci molte e buone vocazioni, affinch il gregge del Signore, da vigili pastori sorretto e guidato, possa giungere ai pascoli dolcissimi della eterna felicit. Cos sia !

Die 6 Novembris 1957 Ssmus D. N. Pius Div. Prov. Pp. XII christifidelibus, supra relatam orationem devote recitantibus, benigne tribuere dignatus est Indulgentiam decem annorum singulis vicibus, necnon Indulgentiam plenariam, suetis conditionibus lucrandam, dummodo quotidiana orationis recitatio in integrum mensem producta fuerit. Contrariis non obstantibus quibuslibet.

N. Card. L. S.

CANALI,

Paenitentiarius Maior

S. Luzio, Regens

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Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

TRIBUNAL PRIMAE INSTANTIAE

V I C A R I A T U SU R B I S
Citatio edictalis

ROMANA
(NULLITATIS MATRIMONII L A M B I K I - ZANNBTOS)

Cum ignoretur locus actualis commorationis Domini Petri Zannetos, in causa conventi, eundem citamus ad comparendum, sive per se sive per procuratorem legitime constitutum, in sede Sacri Tribunalis Vicariatus Urbis (Roma, Via della Pigna, 13a) die 28 Februarii 1958 bora decima, ad disputandum de dubio concordando, vel ad infrascriptum subscribenum et ad diem designandam pro emissione sententiae. An constet de nullitate matrimonii in casu. Ordinarii locorum, parochi, sacerdotes et fideles quicumque notitiam habentes de loco commorationis praedicti Domini Petri Zannetos, curare debent ut de hac edictali citatione ipse moneatur. * Petrus Santini, Officialis Ex Cancellaria Tribunalis Vicariatus Urbis, die 6 Decembris 1957. Vincentius Frazzano, Cancellarius * Etant inconnu le lieu de la demeure actuelle de Mr Pierre Zannetos, dfendeur en cette cause, nous le citons comparatre ; par propre personne ou par un procureur lgitimement constitu, au sige du Tribunal du Vicariat (Roma, Via della Pigna, 13a) le 28 fvrier 1957, a 10 heures, pour concorder ou souscrire le doute ci-dessous rapport, et fixer le jour de la dcision de la cause devant le Tribunal. Conste-t-il de la nullit du mariage dans le cas? Les Ordinaires des lieux, les curs, les prtres, les fidles ayant connaissance du lieu de la rsidence du dit Mr Pierre Zannetos devront, dans la mesure du possible, l'avertir de la prsente citation.

Diarium Romanae Curiae

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DIARIUM ROMANAE CURIAE


Luned, 25 novembre 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza il Dott. CSAR CHARLES SOLAMITO, Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario del Principato di Monaco, per la Presentazione delle Lettere Credenziali. Mercoled, 27 novembre 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza l'Onorevole Dott. THEOD O R HEUSS, Presidente della Repubblica Federale di Germania. Luned, 23 dicembre 1957, il Santo Padre Pio XII ha ricevuto in solenne Udienza Sua Eccellenza il Conte DE MARCHANT ET D'ANSEMBOURG FRANCESCO, dal 3 maggio 1956 Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario dei Paesi Bassi presso la Santa Sede, che ha presentato all'Augusto Pontefice le Lettere Credenziali, con le quali, essendo stata la Legazione elevata al rango di Ambasciata, Sua Maest la Regina Giuliana lo ha accreditato come Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario presso Sua Santit.
SACRA CONGREGAZIONE DEI RITI

Marted, 16 ottobre 1957, nel Palazzo delle Congregazioni a San Callisto, si adunata la S. Congregazione dei Riti antepreparatoria, nella quale i Revmi Prelati Officiali ed i Revmi Consultori teologi, alla presenza di Sua Eminenza Revma il Signor Cardinale Benedetto Aloisi Masella, vescovo di Palestrina, Ponente o Relatore della Causa del Servo di Dio Giacomo Desiderato Lavai, sacerdote missionario della Congregazione dello Spirito Santo, hanno discusso sulla eroicit delle virt dello stesso Servo di Dio. Marted, 19 novembre 1957, nel Palazzo delle Congregazioni a San Callisto, alla presenza di Sua Em.za Ema il Sig. Card. Benedetto Aloisi Masella, Vescovo di Palestrina, Ponente o Real tore della Causa della Serva di Dio Giovanna Francesca della Visitazione (Anna Michelotti), fondatrice dell'Istituto delle Piccole Serve dei Poveri malati, si adunata la S. Congregazione dei Riti antepreparatoria, nella quale i Revii Prelati officiali ed i Revmi Consultori teologi hanno discusso sulla eroicit delle virt della stessa Serva di Dio. Marted 17 dicembre 1957, nel Palazzo Apostolico Vaticano si adunata la S. Congregazione dei Riti preparatoria, nella quale gli Emi e Revmi Signori Cardinali, i Revmi Prelati Officiali ed i Revii Consultori teologi hanno, discusso sulla eroicit delle virt della Serva di Dio Maria del Divin Cuore (Droste zu Vischering), Suora professa della Congregazione delle Suore della Carit del Buon Pastore. Gli stessi Emi e Revmi Signori Cardinali e Revmi Prelati Officiali hanno inoltre, in Congregazione ordinaria, esaminato la relazione dei revisori teologi degli scritti dei Servi di Dio : 1. Giovanni Huguet y Cardona, sacerdote. 2. Maria Angela Truszkowska, fondatrice della Congregazione delle Suore di S. Felice da Cantalice del Terzo Ordine di S. Francesco.

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

SEGRETERIA DI
NOMINE

STATO

Con Brevi Apostolici, il Santo Padre Pio XII, felicemente regnante, si degnato di nominare : 26 giugno 1957. S. E. Revma Monsig. Mojaisky-Perrelli Gastone, Delegato Apostolico nell'Africa Orientale e Occidentale Britannica. L'Emo e Revmo Signor Cardinale Valeri Valerio, Protettore dei Religiosi e delle Religiose della Congregazione dei SS. Cuori di Ges e Maria e dell'Adorazione Perpetua del SS. Sacramento dell'Altare (Roma). L'Emo e Revmo Signor Cardinale Cicognani Gaetano, Protettore delle Suore della Dottrina Cristiana (Mislata, Siviglia). L'Emo e Revmo Signor Cardinale Cicognani Gaetano, Protettore delle Suore Serve di Ges della Carit (Bilbao). L'Emo e Revmo Signor Cardinale Cicognani Gaetano, Protettore delle Esclavas Conceptionistas del Divino Corazn (Siviglia). L'Emo e Revmo Signor Cardinale Cicognani Gaetano, Protettore delle Religiosas de la Reunion al S. Corazn de Jesus (Guadalajara, Spagna). L'Emo e Revmo Signor Cardinale Cicognani Gaetano, Protettore delle Figlie di S. Giuseppe (Gerona, Spagna). L'Illmo e Revio Monsig. Damizia Giuseppe, Prelato Refendano del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.

29

luglio

30

19

agosto

17 settembre

21

ottobre

25 novembre

4 dicembre

NECROLOGIO 27 novembre 1957. Monsig. Sonik Francesco, Vescovo tit. di Margo. 30 Emo Sig. Card. Piazza Adeodato Giovanni, Vescovo di Sabina e Poggio Mirteto, Segretario della S. Congregazione Concistoriale. 4 dicembre Monsig. Alves Correia da Silva Giuseppe, Vesc. di Leiria. 7 Monsig. Sigismondo Giovanni, Arciv. tit. di Marcianopoli. 25 Monsig. Santos Santiago Francesco, Vescovo tit. di Tebe di Ftiotide, Vicario Apost, di San Jorge. 26 Monsig. Whyte Giacomo, Vescovo di Dunedin. 27 Monsig. McGuinness Eugenio Giuseppe, Vescovo di Oklahoma e Tulsa.

An. et vol. X X X X I X

31 Decembris 1957

(Ser. II, y. X X I Y ) - N. 18

ACTA APOSTOLICAE SEDIS


COMMENTARIUM OFFICIALE

CONSTITUTIO APOSTOLICA
IUBILARIS INDULGENTIA IIS CONCEDITUR QUI MASSABIELENSEM SPECUM PROPE LAPURDUM, A DIE XI MENSIS FEBRUARII ANNI M C M L V I I I GRUM XI EIUSDEM MENSIS CONDICIONIBUS INVISERINT. INSEQUENTIS ANNI M C M L X , AD DIEM INTEPIE STATISQUE

PIUS PP. XII


SERVUS SERVORUM D E I
A D P E R P E T U A M REI M E M O R I A M

Primo exacto saeculo, ex quo Deipara Virgo Maria, omnis labis ab origine expers, in Lapurdensi specu se conspiciendam dedit, pro Nostra erga eam studiosissima pietate cupimus, ut quotquot ubique gentium catholico censentur nomine hunc eventum digne concelebrent. Nulla autem magis frugifera ratione id fieri posse ducimus, quam si excelsas Summae Dei Parentis virtutes in exemplum intueri ac pro viribus imitari omnes enitantur. Ad hoc conferent piae peregrinationes, quibus procul dubio undique terrarum christifideles, vel singuli, vel turmatim, per proximum iubilarem annum Lapurdum petent; ibique, nullo habito stirpis Nationisve discrimine, sed illo christiano foedere coniuncti, quod eadem impensa fide eademque actuosa caritate foveatur, incens as supplicationes ad Deum fundent, validissimo interposito Immaculatae Vir-

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale

ginis patrocinio; ad hoc itidem conferet quod pro certo habemus peculiare Consilium iam constitutum, cui praeest Venerabilis Frater Noster Eugenius Tisserant, Episcopus Ostiensis, Portuensis et Sanctae Rufinae, Sacrique Collegii Decanus; conferent Conventus duo, Mariologicus alter, alter vero Marianus, qui proximo Septembri mense, ut Nobis perlatum est, celebrabuntur; et conferent denique quae in singulis etiam catholici orbis partibus hac de causa habebuntur celebrationes et ad Deum Divinique Redemptoris Genetricem piae admovebuntur preces. Cupimus enim vehementer quod ceteroquin in Encyclica Epistula, die II superioris mensis Iulii data attigimus, cui a verbis initium est Le plerinage de Lourdes (A.A.S., vol. XXXXIX, 1957, pp. 606, 614, 617) ut non solum Lapurdi, ad venerandae imaginis Immaculatae Virginis pedes, saeculares commemorationes celebrentur, sed ubicumque etiam caelestis Mater nostra amantissima colitur, ac praesertim ubicumque, vel in urbibus, vel in oppidis, vel in remotissimis pagis et viculis, tempia ad eius honorem Deo Optimo Maximo dicata sunt. Ita siquidem eveniet quod sperandum implorandumque est ut excelsa Beatae Virginis Mariae dignitas ob oculos omnium in sua luce ponatur, ut pietas erga eam foveatur cotidie magis, et ut christianorum mores, quibus tam acriter hodie insidiantur maiorum discrimina, privatim et publice reflorescant, sintque ceteris, qui a veritate et a virtute aberraverint, exemplo et incitamento. Quemadmodum autem quinque et viginti ante annos, cum eiusdem generis celebrationes haberentur, Decessor Noster fel. rec. Pius XI ad Tarbiensem et Lapurdensem Episcopum scribens asseveravit (cfr. Epist. Quod tam alacri; A. A. S., vol. XXVII, 1935, pag. 5) nullo aptiore modo, nullo digniore posse christifideles sollemnia eiusmodi agere, quam si, Paenitentiae Sacramento rite expiati, ad Divinam Eucharistiam incensa pietate accederent, et Calvariae Sacrificium, incruento modo cotidie perennatum, salutariter participarent, ita Nos

Acta Pii Pp. XII

1053

quoque eadem hortamenta paterna, voluntate impertimus. Eucharistia enim est christianae vitae quasi centrum et ratio maxima, quippe cum ex ea uberius supernae vires divinaeque gratiae in animos profluant nostros, quibus adiuti possimus et praesentis saeculi pericula evincere, et futuri aevi gaudiis aliquando potiri. Eucharistiae Sacramentum et Augustum Altaris Sacrificium, cum eiusmodi sint munera, quibus non solum maius quidquam humana cogitatione effingi non possit, sed quae etiam infinitam ipsius Christi videantur explevisse caritatem, exhausisse misericordiam (cfr. ibidem), actuosum efncientemque amorem nostrum postulant; talem dicimus amorem, qui voluntatem, qui agendi rationem, qui totum vitae nostrae cursum sustineat atque conformet. Ac praeterea nihil acceptius dulcissimae Matri nostrae Mariae per saecularem horum sollemnium annum agere possumus, quam si hos Divinae Redemptionis thesauros participantes, cotidie artius cum Unigena Filio suo coniungamur, qui unus mortalibus omnibus via, veritas et vita (Io. XIV, 6) est. Quandoquidem autem Beata Virgo Maria, cum in Lapurdensi specu innocentissimae candidaeque puellae se conspiciendam dedit, non modo ad pias fundendas preces eam et per eam omnes adhortata est, sed ad christianae etiam paenitentiae incommoda ultro libenterque ferenda, idcirco cupimus, ut ad propria ceterorumque peccata expianda, per saecularis huius anni decursum, christiani omnes non solum animos intendant suos ad debitam suarum cupiditatum refrenationem dominationemque, sed ad aliquas etiam quantum fieri possit vitae austeritates asperitatesque voluntarie suscipiendas. Ceterum meminerint omnes haec prima et necessaria paenitentiae opera omnibus toleranda esse: labores videlicet, dolores, atque molestias, quae mortalium omnium vitam comitantur. Sed hos labores, has rerum angustias aegritudinesque ita christiani patiantur, ut ea omnia, quae operosa, quae incommoda ac vel tristissima sint, quasi mystici sacrificii hostias. Deo offerant.

1054

Acta Apostolicae

Sedis - Commentarium

Officiale

Hae agendi ratione non modo Eum, ob sua ceterorumque admissa offensum, recte propitiabunt, non modo caelestia ab Eo impetrabunt munera ac solacia, sed ea etiam, quae animum angunt, leviora fient secundum suavissimam illam Divini Redemptoris sententiam : Venite ad me omnes qui laboratis et onerati estis, et ego reficiam vos ... et invenietis requiem animabus vestris (Matth. XI, 28-29). Placet autem peculiaria munera ac privilegia iis impertire, qui per proximum iubilarem annum ad Lapurdensem specum pie se conferent, ibique normis, quae infra daturi sumus, volentes ob temperabunt. Hoc est, Apostolica auctoritate Nostra indulgemus et concedimus, ut omnes et singuli utriusque sexus christifideles, qui rite per Paenitentiae Sacramentum expiati et sacra Synaxi refecti Massabielensem specum prope Lapurdum, anno qui decurret a die anniversaria manifestationis Deiparae Virginis Mariae, id est undecima mensis Februarii proximi anni M D C C C C L V I I I usque ad integram diem undecimam eiusdem mensis insequentis anni M D C C C C L I X , pie visitaverint ibique preces ad mentem Nostram effuderint, Plenariam Indulgentiam Iubilarem semel tantum lucrari valeant, die ab iisdem christifidelibus ad libitum eligendo. Mens autem Nostra haec est: a Deo nempe misericordissimo imploretur ut qui a christiana veritate aberraverint, quae una potest lucem mentibus, pacem animis impertire, quam primum ad eam red eant eamque volentes amplectantur; ut qui peccatis onerati sub daemonis servitute miserrime iaceant, suas labes abluant et ad frugem rectam restituantur; ut boni omnes ad perfectiorem usque sanctitatem perveniant; ut concordia et pax inter cives, inter populos plena redintegretur ac vigeat quam maxime; ut denique Catholica Ecclesia ubique gentium debita suo muneri obeundo libertate fruatur, quo aptius et expeditius possit et sempiternae hominum saluti prospicere, et operam suam ad communem verique nominis prosperitatem conciliandam provehendamque conferre.

Acta Pii Pp. XII

105&

Quo autem facilius christifideles caelestium horum munerum participes fieri queant, Episcopo Tarbiensi et Lapurdensi facultatem facimus aliquos in propria dioecesi presbyteros saeculares vel cuiusvis Ordinis, Congregationis, Instituti Religiosi, ad Sacramentales Confessiones christifidelium excipiendas deputandi, qui eosdem christifideles, rite dispositos, a censuris et casibus Sedi Apostolicae reservatis absolvere valeant, in foro tamen conscientiae et in Sacramentali Confessione tantum; imposita praeterea cuilibet, pro prudenti consilio, congrua et salutari paenitentia. Huiusmodi vero censurarum absolutio in foro externo iisdem christifidelibus non suffragabitur. Excipiuntur tamen ex his amplissimis facultatibus censurae sive Romano Pontifici personaliter, sive specialissimo modo Sedi Apostolicae reservatae, quae solum ad praescriptum can. 2254 Codicis Iuris Canonici absolvi possunt; sive etiam censura, de qua in can. 2388, 1, Sanctae Sedi reservata ad normam Decreti Lex sacri coelibatus per Sacram Paenitentiariam editi die xvin mensis Aprilis anni M D C C C C X X X V I (.4. A. vol. XXVIII, 1936, pp. 242-243); itemque ad normam Declarationis ab eadem Sacra Paenitentiaria datae die iv mensis Maii anni M D C C C C X X X V I I (.4. A. S., vol. XXIX, 1937, pp. 283-284); vi cuius Decreti et Declarationis haec censura in casu speciali, de quo agitur, ita Sacrae Paenitentiariae reservatur ut nemo umquam excepto mortis periculo, ab ea absolvere possit ne vi quidem can. 2254. Praeterea christifideles, qui aliqua censura nominatim fuerint affecti, vel ut tales publice renuntiati, tamdiu nequeunt hoc beneficio frui, quamdiu in foro externo non satisfecerint, prout ex iure requiritur. Si tamen contumaciam in foro interno sincere deposuerint, et rite dispositos sese ostenderint, poterunt, remoto scandalo, in foro Sacramentali interim absolvi ad finem dumtaxat lucrandi Iubilarem Indulgentiam, de qua supra, cum onere se subicendi quamprimum etiam in foro externo ad tramitem iuris.

1056

Acta Apostolicae Sedis - Commentarium

Officiale

Quae autem hisce Litteris Apostolica auctoritate a Nobis decreta sunt, ea omnia rata et valida esse volumus et iubemus, contrariis quibuslibet non obstantibus, etiam peculiari mentione dignis. Earum vero exemplis aut excerptis, etiamsi prelo impressis, manu tamen alicuius tabellionis publici subscriptis ac sigillo alicuius in ecclesiastica auctoritate constituti munitis, eandem volumus haberi fidem, quae haberetur praesentibus, si essent exhibitae vel ostensae. Datum Romae, apud Sanctus Petrum, die prima mensis Novembris, in Eesto omnium Sanctorum, anno Domini millesimo nongentesimo quinquagesimo septimo, Pontificatus Nostri undevicesimo.

PIUS PP. XII

I
INDEX GENERALIS ACTORUM
( A N . ET VOL. X X X X I X SER. I I , v. X X I V )

I - A C T A P I I PP. X I I
LITTERAE EPISTULA ENCYCLICAE, ENCYCLICA, 225, 605. 321, 765.

SACRA

CONGREGATIO

DE

DISCIPLINA

SA-

CRAMENTORUM :

Decreta, 163, 943.


SACRA CONGREGATIO,CONCILII : 113,

CONSTITUTIONES

APOSTOLICAE,

49,

179, 257, 331, 385, 653, 701, 813, 881, 915, 993, 1051.
MOTU PROPRIO, 117, 433. 28, 56, 123, 196,

Decreta, 38, 637.


SACRA CONGREGATIO DE PROPAGANDA FIDE :

LITTERAE

APOSTOLICAE,

268, 33-9, 399, 717, 823, 950, 998.


EPISTULAE, 62, 128, 206, 29, 344, 402,

Decreta, 371, 752, 974. Provisiones Ecclesiarum, 79, 974. Nominationes, 82, 374, 975.
SACRA CONGREGATIO DE R E L I G I O S I S :

372,

620, 726, 824.


ALLOCUTIONES,

25, 63,129, 208, 281, 351, 403, 621, 730, 837, 898, 953, 1003.
RADIOPHONICI, 5, 68, 215, 276,

Decreta, 749, 869.


S .ACRA CONGREGATIO RITUUM :

NUNTII

414, 854, 1037.


NUNTII SCRIPTO 201. DATI, 23, 368, 737, 857.

CONVENTIO,

Decreta in re liturgica, 91, 425, 762, 1043. Decreta in causis pro beatificatione et canonizatione Servorum Dei, 40, 82, 169, 374, 424, 756.
SACRA CONGREGATIO DE 'SEMINARIIS ET

II - A C T A
SUPREMA FICII :

SS.

CONGREGATIONUM
CONGREGATIO S. OFSTUDIORUM UNIVERSITATIBUS :

SACRA

Decreta, 172, 219, 307, 638, 753, 975. 77.


III
SACRA

Notificatio, 34. Proscriptio librorum, Decretum, 77. Dubium, 370.


SACRA CONGREGATIO

- ACTA TRIBUNALIUM
APOSTOLICA:

PAENITENTIARIA

CONSISTORIALIS :

Decreta, So, 78, 218, 422, 634, 740, 864, 940, 970. Provisiones Ecclesiarum, 36, 148, 304, 635, 862, 1041. Nominationes, 3-8, 749, 869, 943. Designatio pro Tribunali secundae instantiae, 423.
8 ACTA, vol. XXIV. n. 18 31-12-1957.

Praeces a Summo Pontifice exaratae, sacris Indulgentiis ditatae, 43, 100, 427, 1046. Pium exercitium Indulgentiis ditatum, 429.
TRIBUNAL SUPREMUM SIGNATURAE APO-

STOLICAE :

Citatio

edictalis,

827.

1058

SACRA

ROMANA

ROTA:

Sacra Congregatio Rituum, 2 2 2 ,


763, 1049.

Sententiae. 6 6 3 . Citationes edictales, 4 4 , 1 7 5 , 2 2 1 ,


309, 4 3 1 , 641, 690.
TRIBUNAL VICARIATUS URBIS :

Sacra Congregatio de Propaganda Fide, 1 0 2 , 3 7 7 . Officium Praefecti Cubiculi Secreti Pontificis, Nominationes, 384.
SECRETARIA STATUS:

Citatio edictalis, 1048.


DIARIUM ROMANAE CURIAE :

Nominatione * 4 6 , 1 0 3 , 1 7 6 , 2 2 4 ,
310, 378, 432, 691, 764, 876, 978, 1050.

Audientiae solemniores, 1 7 6 , 2 2 2 ,
3 1 0 , 3 7 7 , 43-2, 6 4 4 , 7 6 3 , 8 7 6 , 9 7 8 , 1 0 4 9 .

Necrologia, 112, 2 2 4 , 3 2 0 8 8 0 , 9 9 2 ,
1050.

* Ad maius inquirentium commodum haec ponitur distincta recensio: PP. Cardinalibus concreditae Protectoriae : 176, 224, 432, 764, 978, 1050. Consultores deputati: 103, 310, 432, 876. Officiales renuntiati : In S. C. de Religiosis, 46; In S. C. de Propaganda Fide, 102,. 377, 432; In S. C. Cerimoniali, 103; In S. C. de Seminariis et Stud. Universitt., 432; In Trib. Sign. Apost., 106,1050; In Trib. S. R. Rotae, 103,176; In Nuntiaturis Apost., 176, 310, 432, 978; In Delegat. Apost., 176, 224, 1050; In Bibliotheca et Tabulario S. R. E . , 978. Episcopi adsistentes Solio : 103, 311, 876, 978. Protonotarii Apost, de numero particip. : 224 ; ad instar particip. : 104, 311, 876, 979. Praefectus nobilis cohortis profectorum sacri lateris Pontificis, 432. Praelati domestici: 104, 311, 877, 979. Cubicularii secreti supra numerum: 106, 315, 877, 983. Cubicularii secreti ab esse et lacerna s. n. : 107, 318, 879. Cubicularii honoris in habitu : 107, 318, 879, 986. Cubicularii honoris ab ense et lacerna s. n. : 107, 318, 879, 986. Cappellani secreti honoris : 879. Ostiarii honorarii s. n. Pontificiae Domus, 384. Ex ordine Militiae D.N.I.C, 318. Eae ordine Militiae Auratae, 318. Ex ordine Piano : Gran Croce, 46, .107, 318, 691. Comm. con Placca, 107, 319, 691. Placca, 319, 691. Cav. 319. Ex ordine S. Gregorii Magni : Gran Croce ci. civ. 46, 108, 691, 879. Gran Croce cl. mil. 986. Comm. con Placca ci. civ., 46 108, 319, 691, 879, 986. Comm. con Placca cl. mil., 46, 692, 880. Placca ci. civ., 46, 108, 319, 692, 880. Comm. cl. civ., 47, 108, 319, 378, 692, 880, 986. Comm. cl. mil., 47, 320, 378, 693. Cav cl. civ., 47, 108, 378, 693,986, Cav. cl. mil., 381, 696, 989. Ex ordine S. Silvestri Papae : Gran Croce, 109, 696, 990. Comm. con Placca, 381, 696, 990. Placca, 109. 381, 696, 990. Comm., 48, 109, 381, 696, 990. Cav., 48, 111, 383, 698, 991.

II INDEX DOCUMENTORUM CHRONOLOGICO ORDINE DIGESTUS


I - ACTA P I I P P . X I I

LITTERAE

ENCYCLICAE

1957

Apr.

21

Maii

Sept.

Fidei donum. - Ad Venerabiles F r a t r e s Patriarchas, Primates, Archiepiscopos, Episcopos aliosque locorum Ordinarios, pacem et communionem cum Apostolica Sede habentes: De Catholicarum Missionum condicionibus praesertim in Africa 2 2 5 16 Invidi athletae. - Ad Venerabiles F r a t r e s Patriarchas, Primates, Archiepiscopos, Episcopos aliosque locorum Ordinarios, pacem et communionem cum Apostolica Sede habentes: Saeculo exacto tertio a glorioso S. Andreae Bobolae martyrio . . 321 8 Miranda prorsus. - Ad Venerabiles F r a t r e s Patriarchas, P r i m a tes, Archiepiscopos, Episcopos aliosque locorum Ordinarios pacem et communionem cum Apostolica Sede habentes: de r e Cinematographica, Radiophonica a c Televisifica . . . . 765

II

EPISTULA

ENCYCLICA

1957

Iulii

Le plerinage de Lourdes. - A Nos trs chers F i l s le Cardinal Achille Linart, Evque de L i l l e , le Cardinal Pierre Gerlier, Archevque de L y o n , le Cardinal Clment Eoques, Archevque de Rennes, le Cardinal Maurice F e l t i n , Archevque de P a r i s , le Cardinal Georges G rente, Archevque-Evque du Mans, et tous nos vnrables Frres les Archevque et le Evques de France, en paix et communion avec le Sige Apostolique P r i m o exeunte saeculo ex quo Immaculata Virgo Maria in L a purdensi specu se conspiciendam dedit

605

III

CONSTITUTIONES

APOSTOLICAE

1956

Mar.

26

'

(Goiasensis). Quo gaudio. - Distractis quibusdam t e r r i t o r i i s ab archidioecesi Goiasensi et a praelatura nullius Bananalensi, nova dioecesis constituitur Goiasensis cognominanda 179 I A T A I E N S I S . Quo aptiori. Praelatura nullius Iataiensis ad dioecesis gradum et dignitatem evehitur 182
GOIASENSIS-BANANALENSIS

1060

Index documentorum

chronologico ordine

digestus

1956

Mar.

26

(Goianiensis). Sanctissima Christi. - Exstincta Goiasensi Metropoli, nova efficitur archidioecesis, Goianiensis appellanda, quae caput erit novae eiusdem nominis provinciae ecclesiasticae 184 G O I A S E N S I S - S . I O S E P H I D E A L T O T O C A N T I N S (Uruassuensis). Cum territorium. - E x s t i n c t i s Goiasensi archidioecesi et praelatura n u l l i u s S. Iosephi de Alto Tocantins, nova quaedam dioecesis efficitur Uruassuensis appellanda 188
GOIASENSIS B A N A N A L E N S I S - P O R T U S N A T I O N A L I S - S. I O S E P H I DE A L T O CANTINS TO-

(Cristalandiensis). Ne quid filiis. - Bananalensis praelatura n u l l i u s ad nihilum redigitur, ex eiusque, et aliar u m Ecclesiarum territorio nova efficitur praelatura null i u s Cristalandiensis S . I O S E P H I D E A L T O T O C A N T I N S - G O I A S E N S I S (Formosensis). Ad f acilius. - Distractis quibusdam territoriis ab archidioecesi Goiasensi et a praelatura n u l l i u s S. Iosephi de Alto T o cantins, nova praelatura n u l l i u s constituitur Formosens i s appellanda Maii 29 BOGOTENSIS (Girardotensis). Quandocumque amplo. - Ab Archidioecesi Bogotensi quaedam distrahantur territoria, ex quibus nova dioecesis efficitur, Girardotensis nuncupanda Iunii 25 DALOAENSIS (Gagnoaensis). Sanctissimum. - E dioecesi Daloaensi quaedam regiones detrahuntur, quibus nova quaedam dioecesis constituitur, Gagnoaensis appellanda . . Iulii 2 S . L U D O V I C I E T A L I A R U M (Civitatis Ieffersoniensis, Campifontis Capitis Girardeauensis, Kansanopolitanae - S. Iosephi). Ex quo die. - Ab archidioecesi S. Ludovici ab aliisque Ecclesiis quaedam territoria distrahuntur, quibus duae novae dioeceses constituuntur: Civitatis Ieffersoniensis et Campifontis - Capitis Girardeauensis . Kansanopolitana vero dioecesis in posterum Kansanopolitana - S. Iosephi appellabitur 20 PHILADELPHIENSIS (Stanfordensis). Optatissimo unitatis. - D i viso Apostolico Philadelphiae exarcatu, novus conditur, Stanfordensis appellandus Aug. 3 P A T N E N S I S (De Bhagalpur). Etsi hoc tempore. - A Patnensi dioecesi, in India, quaedam separantur territoria e, quibus nova efficitur apostolica praefectura de Bhagalpur H PAMPILONENSIS. Decessorum Nostrorum. - Dioecesis Pampilonensis ad gradum et dignitatem metropolitanae Ecclesiae elevatur; nova insuper provincia ecclesiastica constituitur, Pampilonensis nuncupanda 15 GRONINGENSIS. Oroningensi Ecclesia. - I n Ecclesia Cathedrali Groningensi Canonicorum Collegium constituitur R O T E R O D A M E N S I S . EX vetusto. - I n Roterodamensi dioecesi Canonicorum Collegium conditur Sept. 16 Z A C A P E N S I S ( S S . Domini N o s t r i Iesu Christi de Esquipulas). Cum Christus. - Curia seu municipium de Esquipulas a dioecesi Zacapensi distrahitur atque nova praelatura nullius cons t i t u i t u r , S S . Domini N o s t r i Iesu Christi de Esquipulas cognominanda Oct. 23 D E S A N T O S . Qui Dei consilio. - I n Cathedrali templo dioecesis de Santos Canonicorum Collegium constituitur Nov. 3 W I N N I P E G E N S I S . Hanc Apostolicam Sedem. - I n regione Canadia

191

194

49

113

52

116.

119

121 257 260

331 334

Index

documentorum

chronologico

ordine

digestus

1061

provincia ecclesiastica conditur pro Ruthenis B y z a n t i n i r i t u s . Exarchatus Apostolicus Winnipegensis, praeterea, ad gradum et dignitatem Sedis metropolitanae evehitur; Edmontonensis vero, Torontinus, et Saskatoonensis ad gradum et dignitatem Eparchiae extolluntur 1956 Nov. 11 S A M A R A I E N S I S . Summo gaudio. Apostolica Praefectura Samaraiensis ad gradum Apostolici Vicariatus perducitur, nomine ac finibus immutatis D E A I T A P E (Aitapensis). Laetissime semper. - Apostolica Praefectura de Aitape ad gradum evehitur Apostolici Vicariatus, Aitapensis nomine 14 M A R O Q U I E N S I S (Tingitanae). Qui, Beo disponente. - Apostolicus Vicariatus Maroquiensis ad gradum Archidioecesis evehitur, Tingitanae appellandae Dec. 10 W A Y K E C ASTRENSIS (Gariensis). Postulant quandoque. - A dioecesi Wayne Castrensi quaedam territoria distrahantur, quibus dioecesis constituitur, Gariensis cognominanda . . 17 T R U X I L L E N S I S - C A I A M A R C E N S I S (Chiclayensis). Stetti materfamiKas. - Dismembratis e T r u x i l l e n s i et Caiamarcensi Ecclesiis t e r r i t o r i i s , nova conditur dioecesis, Chiclayensis appellanda 19 G -ARUENSIS (Palansis). Qui Christo. - A G-aruensi dioecesi, i n Africa Aequatoriali Gallica, quoddam distrahitur territor i u m , ex quo nova conditur Apostolica Praefectura Palansis 1957 Ian. 18 V A C C A R I E N S I S . Qui vicaria. - Praelatura n u l l i u s Vaccariensis ad gradum et dignitatem dioecesis evehitur 19 S S . A S S U M P T I O N I S - V I L L A R I C E N S I S ( S . Ioannis Baptistae a Missionibus). Qui mandatum. - Ab archidioecesi S S . Assumption i s et a dioecesi Villaricensr quaedam territoria separantur, e quibus nova dioecesis conditur, S. Ioannis Baptistae a Missionibus appellanda 21 C H O N G I U E N S I S . In apostolica. - Apostolica Praefectura Chon^ giuensis in Corea, ad dignitatem perducitur Apostolici V i cariatus V I L L A R I C E N S I S - S S . C ONCEPTIONIS I N P A R A G U A Y ( S S . Incarnationis et Paranensis Superioris). Dum insano - Separatis quibusdam regionibus a dioecesibus Villaricensi et S S . Conceptionis, in Paraguay, nova formatur praelatura n u l l i u s S S . Incarnationis et Paranensis Superioris K V A N G I U E N S I S . Nil gratius. - Apostolica Praefectura Kvangiuensis ad gradum perducitur Vicariatus Apostolici, servatis nomine finibusque DAKARENSIS ZIGUINCHORENSIS (Kaolackensis), Firmissima ubertatis. - Quaedam e Dakarensi Archidioecesi Dioecesique Ziguinchorensi distracta territoria in novae formam rediguntur Apostolicae Praefecturae, Kaolackensis nuncupandae T A I K U E N S I S (Pusanensis). Quandoquidem novas. - Ab Apostolico Vicariatu Taikuensi, in Corea Meridionali, quaedam territoria detrahuntur, quibus novus Vicariatus constituitur, Pusanensis appellandus Febr. 11 D E A R G E N T I N A . Quandoquidem adoranda. - I n Republica Argentina duodecim novae dioeceses constituuntur provinciarumque dispositio varie immutatur

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70!

704

706

708

653

1062

Index

documentorum chronologico ordine

digestus

1957

Febr.

15

UMTALIENSIS.

Quod Christus Iesus. Apostolica Praefectura Umtaliensis ad gradum dioecesis extollitur eodem nomine iisdemque finibus servatis

710

23

COLONIENSIS

(Essendiens i s ) . Germanicae gentis. - E tribus Ecclesiis Coloniensi, Paderbornensi et Monasteriensi, detractis quibusdam t e r r i t o r i i s , nova dioecesis efficitur, cuius nomen erit Essendiensis
PADERBORNENSIS MONASTERIENSIS

993

Mart.

18

IBAGUENSIS

(Espinalensis). Qui supremum imperium. - A dioecesi Ibaguensi quaedam territoria detrahuntur, quibus nova dioecesis efficitur, E s p i n a l e n s i s cognominanda (Sonsonensis). I n apostolici muneris. - Ab archidioecesi Medellensi quaedam territoria detrahuntur, quibus dicesis conditur, Sonsonensis appellanda

712

MEDELLENSIS

715

Apr.

NAMPULENSIS

(Portus Ameliae). Quandoquidem Nobis. - Nampulensis dioecesis dividitur, novaque ex ea dioecesis constituitur, P o r t u s Ameliae appellanda
- NORVICENSIS

813

BRUKLYNIENSI

(Petropolitana i n Insula Longa). Dum hodierni. - A B r u k l y n i e n s i dioecesi quaedam territoria separantur, ex quibus nova efficitur dioecesis Petropolitana in I n s u l a Longa ; quaedam vero pars Norvicensi dioecesi adiungitur (Tulearensis). Gum id ob temporum. - E x dioecesi Arcis Delphini, in Insula Madagascaria, quaedam occidentalis t e r r i t o r i i pars distrahitur, qua nova efficitur dioecesis Tulearensis nuncupanda
DELPHINI DELPHINI

816

ARCIS

945

10

12

28

Iunii

(Farafanganensis). Sacratissima verba. - Detractis aliquot t e r r i t o r i i s a dioecesi Arcis Delphini, nova dioecesis constituitur Farafanganensis appellanda 947 QUITENSIS (Conchensis in Aequatore). Quasi mater dulcissima. Dioecesis Conchensis in Aequatore, a Quitensi provincia distracta, ad gradum perducitur Metropolitanae Ecclesiae, atque caput novae ecclesiasticae provinciae efficitur . . . 818 CAURIENSIS (Cauriensis - Castrorum Caeciliorum). Cum eae. Templum Castrorum Caeciliorum ad gradum et dignitatem Concathedralis evehitur, cuius t i t u l u s dioecesi Cauriensi adnectitur, quae ideo, mutato nomine, in posterum Cauriens i s - Castrorum Caeciliorum nuncupabitur 821 CHIHUAHUENSIS (Civitatis Iuarezensis). In similitudinem. - D i v i s i s a Chihuahuensi dioecesi quibusdam t e r r i t o r i i s , f i t ex i p s i s nova Ecclesia Civitatis Iuarezensis 885 LIMANAE (Yauyosensis). Expostulanti venerabili. - Ab archidioecesi Limana quaedam territoria detrahuntur, quibus nova praelatura nullius constituitur, Yauyosensis appellanda 881 FOROIULIENSI (Foroiuliensis - Tolonensis). Qui arcana Dei. Sedes Cathedralis Foroiuliensis Tolonem transfertur, dato sive Cathedrali Templo sive Episcopo titulo Foroiuliensi Tolonensi ; aedes vero quae fuit adhuc Cathedralis, in posterum Concathedralis titulo decorabitur 883 EMERITENSIS IN VENEZUELA ( T r u x i l l e n s i s i n Venezuela). I n maximis o-cii. - Ab archidioecesi Emeritensi i n Venezuela certa quaedam regio separatur, qua nova dioecesis efficitur, T r u x i l l e n s i s in Venezuela cognominanda 996
ARCIS

Index documentorum chronologico ordine digestus

1063

1957

Nov.

Primo exacto saeculo. - Iubilaris Indulgentia i i s conceditur qui Massabielensem specum prope Lapurdum, a die xi mensis Februarii anni M C M L V I I I ad diem integrum x i eiusdem mensis insequentis anni M C M L I X , pie statisque condicionibus inviserint 1051

IV

MOTU

PROPRIO

1957

Mar. Iunii

19 2

Sacram Communionem. - Indulta a Constitutione Apostolica C h r i s t u s Dominus extenduntur Cleri sanctitati. - De ritibus orientalibus, de personis pro Ecclesiis Orientalibus

117 433

LITTERAE

APOSTOLICAE

1956

Ian.

Mar.

Apr.

>

Maii

>

>

Iunii

Germaniae urbs. Basilicae M i n o r i s honoribus privilegiisque decoratur Templum Paroeciale Sanctorum Casu, F l o rentii et Sociorum in urbe Bonna, Archidioecesis Coloniensis, exstans 1.6 Vinea Domini. - Templum S . Martini, E p . et Conf. i n oppido Weingarten , dioecesis Eottenburgensis, Basilicis Minoribus accensetur 6 Augustae Trinitati. - Paroeciale Templum i n urbe Berna, dioecesis Basileensis et Luganensis, Sanctissimae T r i n i t a t i dicatum Basilicae Minoris titulo ac privilegiis cohonestatur . . 20 Honesta"quaelibet. - Sancti Martyres Claudius, Nicostratus, S y m phorianus, et Simplicius Patroni Caelestes Lapicidarum et Marmorariorum declarantur 4 Si quocumque. - Sanctus Bonifatius, E p . et M., i n praecipuum apud Deum Caelestem Patronum totius dioecesis Groningensis eligitur 5 Beata Maria Virgo Immaculata Caelestis Patrona aeque principalis cum Sancto Ioseph eiusdem Sponso, Opificum Patrono, totius Resistentiae dioecesis proclamatur . . . . . . . . . Beata Maria Virgo Immaculata praecipua Patrona Caelestis Ketansis dioecesis et sanctus Michael Archangelus eiusdem dioecesis Patronus aeque principalis declarantur Guastallensis dioeceseos. - Ad dignitatem et honorem Basilicae Minoris evehitur Ecclesia paroecialis Sancti Marci Evangelistae oppidi vulgo Boretto , in G-uastallensi dioecesi . . . 11 Beligione sanctum. - Ecclesia Sancti Francisci Xaverii i n Urbe Dyersville , archidioecesis Dubuquensis, Basilicae Minoris titulo honoribusque augetur 25 Basilicae Minoris honoribus ac privilegiis afficitur abbatialis Ecclesia B. Mariae V. in Caelum Assumptae sacra, in pago Novacella B r i x i n e n s i s dioecesis Veneranda Christi Domini. - Basilicae Minoris honoribus decoratur ecclesia Christo patienti dicata et vulgo El Seor de Monserrate nuncupata, in Bogotensi archidioecesi exstans 8 Sideribus recepta. - Beata Maria V . i n Caelum Assumpta, vtdgo Nossa Senhora de Lapa appellata, praecipua Patrona dioecesis Arassuahyensis constituitur Bonna,

14

56

57

59

61

123

28

29

125

196

30

198

127

1064 1957 Iunii 22

Index

documentorum

chronologico ordine

digestus

Iulii

Aug.

Oct.

Nov.

Dec.

1957

Ian.

Febr.

Mart.

Memorandus erit. - Beata Maria V. Regina in praecipuam Patronam atque Sanctus P i u s X , Papa et Confessor, i n Patronum secundarium pro tota Desmoinensi dioecesi eliguntur 24 Urbs Blesae. - Templum in honorem Nostrae Dominae a S sma Trinitate, in urbe ac dioeces i B lesensi exstans, privilegiis Basilicae Minoris honestatur 2 Quo satius novae. Sanctus Laurent us, Martyr, praecipuus caelestis Patronu s totius Roterodamensis dioecesis declaratur 6 Mutinam addictam. - Abbatiale Templum, Sancto Petro Apostolo sacrum, Mutinensi in Urbe, honoribus Basilicae minor i s insignitur 8 Carmina sacra. - Sanctus Dominicus Savio, Conf., Caelestis Puerorum Cantorum Patronus eligitur. 20 Arcanas terrae. - Spelaeologorum Italicorum Patronus Caelestis constituitur Sanctus Benedictus Abbas 30 Antiquis laudibus. - Sanctus Alfonsus Maria De Ligorio, E p . Conf. et Eccl. Doctor, Caelestis Patronus aeque Principalis cum Sancto Prisco, E p . , totius dioecesis Nucerinae Paganorum eligitur 19 Laudativa nuntia. Sanctus Bernardinus Senensis omnium ex Italia nuntii laudativi vulgatorum, vulgo Publicitari , Patronus Caelestis eligitur 25 Pauper et humilis. - Sanctus P i u s P p . X Patronus Caelestis, aeque principalis cum Sancto Liberale, dioecesis Tarvisinae constituitur 10 Arctis in rebus. - Atlantensis Dioecesis B. Maria V. ab Immaculato Corde i n Patronam praecipuam et S . P i u s P P . X in Patronum minus principalem eliguntur , . 27 Providentis Dei. - Unio utriusque partis Ordinis F i l i a r u m Mariae Dominae Nostrae, sub appellatione Ordinis Societatis Mariae Dominae Nostrae , confirmatur 16 Opere nobilissimum. - T i t u l o ac privilegiis Basilicae Minoris ditatur Templum Sancti Francisci Asisinatis Ferrariae exstans 25 Regnum Mariae. - Beata Virgo Maria, Domina Nostra Arabiae appellata, caelestis apud Deum Patrona declaratur Vicariatus Apostolic i Kuvaitensis 8 Turrita moles. - Ecclesia Cathedralis Durangensis titulo B a s i l i cae Minoris exornatur 16 Quae a Christianis. - Beata Maria V. sub nomine Nuestra Seora de la Misericordia in Ecclesia Paroeciali loci Canet de Mar venerata, Patrona Caelestis declaratur universae regionis, quae Comarca del Maresma appellatur, intra fines Gerundensis dioecesis 22 Salutiferae Crucis. - Ad titulum et dignitatem Basilicae Minoris evehitur Ecclesia paroecialis S. Crucis in oppido, vulgo T o r r e del Greco appellato, exstans, Neapolitanae Archidioecesis 19 Debitum in Iesum Christum. - Sanctus Ioseph, Deiparae Sponsus, caelestis praecipuas patronus universae nationis Peruvianae constituitur . . 29 Catholici populi. Ad dignitatem et honorem Basilicae Minoris evehitur paroecialis Ecclesia B. Mariae V. Matris Dolorosae, in loco vulgo Dreieichen , intra fines dioecesis Sancti Hippolyti

268

270 271

399 199 401

717

718

720

888

889 721

894 723

896

724

998

950

Index

documentorum

chronologico

ordine

digeetus

1065

1957

Reginam ac Dominam. - T i t u l o ac privilegiis Basilicae Minoris ditatur Sanctuarium B. Mariae V. de Oropa, intra fines B u gellensis dioecesis . 951 29 Ex quo in vertice. - Beata Maria Virgo De Monte Laeto (Montallegro) eligitur praecipua apud Deum patrona paroeciarum vulgo San Lorenzo della Costa et Canevale , in dioecesi Clavarensi 1000 29 Eximiis laudibus. Templum paroeciale B . Mariae V . i n urbe Sanctae Fidei de G-uanajuato, intra dioecesis Leonensis fines, Basilicae Minoris titulo ac dignitate afficitur 1002 Maii 9 Laeta fructuum copia. - Internuntiatur a Apostolica i n Imperio Aethiopico erigitur 825 26 ' Amictu variegato induta . - Venerabilis Dei Famula Maria a Providentia, in saeculo appellata Eugenia S m s t , virgo, I n s t i t u t i Sororum A uxiliatricum Animatum in Purgatorio degent i u m fundatrix, Beata renuntiatur 339 Aug. 24 Expedit et Romanorum. - Apostolica Delegatio nomine Thailandensis erigitur, eiusdem territorio et iurisdictione ab Apostolica Delegatione Indosinensi seiunctis 897

Mart.

29

VI

EPISTULAE

1956

1957

- Ad E m u m P . D. Antonium t i t . S . L a u rentii i n Panisperna S . R . E . Presb. Card. G-aggiano, E p i scopum Rosariensem, qui Legatus m i t t i t u r Congressui E u charistico Bolivariano i n Caracensi urbe celebrando . . . Ian. 15 Cum exeat. - Ad Revmum P . Franciscum M. Savarese, Sacri Ordinis Minimorum Correctorem Generalem: quadrigentesimo et quinquagesimo anno exeunte ab obitu S. Francisci a Paula eiusdem Ordinis conditoris 31 Quemadmodum Mariali. - Ad Revmum D . Renatum Ziggiotti, Societatis S. Francisci Salesii Moderatorem Generalem: saeculo exeunte ab obitu S. Dominici Savio Febr. 2 Nuntiatum est. - Ad Excmum P . D . Aloisium Centoz, Archiepiscopum t i t . Edessenum in Osrhone, Nuntium Apostolicum in Cubana Republica, dena lustra sacerdotii et quina episcopatus celebraturum Mart. 12 Abbiamo avuto. - Ad Rev. P . Lombardi Richardum, Societatis Iesu > Cum, tria ante saecula. - Ad Revmum D. Petrum Girard, Socie; atis Presbyterorum a S. Sulpitio Moderatorem Generalem: tribus elapsis saeculis a primo appulsu sodalium ipsius Societatis in Canad am 25 Le tricentenaire. - Ad E u m P . D . Mauritium t i t . S . Mariae de Pace S. R. E. Presb. Cardinalem F e l t i n , Archiepiscopum Parisiensem: saeculo in exeunte ab obitu pii sacerdotis Ioann i s Iacobi Olier, Societatis Presbyterorum a S. S u l p i t i o conditoris . Apr. 3 Ex obsequentissimis. - Ad Revmum P . K i l i a n u m Lynch, Ordin i s F r a t r u m B. Mariae V. de Monte Carmelo Moderatorem Generalem: ob Conventum T e r t i i Ordinis Carmelitarum ex omnibus Nationibus prope Fatimae Sanctuarium indictum, atque ob asceterium ibidem auspicandum
In tanta difficultate.

Nov.

10

62

249

20fr

128207

344

272'

346.

1068 .1957 Apr. 16

Index- documentorum chronologico ordine digestus Inter insignia monumenta. - Ad E m u m P. D. Adeodatum Ioannem, Episcopum Sabinensem et Mandelensem S. R. E. Cardinalem Piazza, Sacrae Congregationis Consistorialis a secretis, quem Legatum m i t t i t ad sacra sollemnia, ob repositionem exuviarum Sancti Nicolai Episcopi Myrensis, B a r i i celebranda 12 Memoriam suavissimam. - Ad E m u m P. D. Carolum Mariam t i t . Sanctae Mariae in Aquiro S. R. E. Presb. Cardinalem de la T o r r e , archiepiscopum Quitensem, duodena l u s t r a ab inito sacerdotio implentem L'annunzio delle solenni. - Ad Excmum P. D. Ioannem Bapt. Montini, Archiepiscopum Mediolanensem: saeculo exeunte a b ortu P i i P P . X I 20 Ea considerans. - Ad Revmum D. Iacobum Alberione, Piae Societatis a S. Paulo Moderatorem Generalem, quinquagesimum annum a suscepto sacerdotio implentem 11 Novimus libenter. - Ad Revmum P. Michaelem Browne, Ordinis F r a t r u m Praedicatorum Magistrum Generalem, de incremento christianae pietatis in Deiparam Virginem per Mariale Rosarium provecto 18 Haud sine suavi. - Ad E m u m P. D. Franciscum S. R. E. Cardinalem Spellman, Archiepiscopum Neo-Eboracensem, quina lustra episcopatus celebraturum 19 Si caritatis ratio. - Ad E m u m P. D. Eugenium S. R. E. Card. Tisserant, Episcopum Ostiensem, Portuensem et S. Rufinae, annos L ab inito sacerdotio implentem 28 Perlibenter didicimus. - Ad E m u m P. D. Carolum Mariam t i t . Sanctae Mariae in Aquino S. R. E. Presb. Cardinalem de La T o r r e , Archiepiscopum Quitensem, quem Legatum deligit ad primum Concilium Plenarium Episcopatus universi Aequatoris 1 Adiutum est. - Ad E m u m P . D. Iosephum Ernestum T i t . S . Mariae de Aracoeli S. R. E. Card. van Roey, Archiepiscopum Meehliniensem, duodena lustra sacerdotii implentem . . . Expostulat militantis. - Ad Revmum P. Michaelem Browne, Ordinis F r a t r u m Praedicatorum Magistrum Generalem: septimo revoluto saeculo ab obitu Sancti Hyacinthi . . . 18 Al vivo compiacimento. - Ad E m u m P. D. Iosephum Cardinalem S i r i , Archiepiscopum Ianuensem, Praesidem Italici Cons i l i i Catholicorum ad studia rerum socialium per hebdomadam ducenda (Settimane Sociali)

348

Maii

349

402

Iunii

620

Iulii

726

824

727

729

Aug.

825

827

Sept.

830

VII

ALLOCUTIONES

1956 1.957

Dec. Ian. Febr.

I i s qui interfuerunt Consilio Foederationis internationalis Catholicorum Virorum, Romae habito 31 Docentibus Sodalitatum pro Schola Catholica in Bavaria . . 16 Docentibus atque alumnis Universitatis studiorum Ibero-Americanae in Mexico 19 Ad Excmum V i r u m Selwyn L l o y d , C. B. E . , T. D., Q. C, M. P . , M i n i s t r u m ab E x t e r i s Negotiis Magnae Britanniae . . 24 Summus Pontifex, coram praeclaris medicis, chirurgis atque studiosis, quaesitis respondit de catholica doctrina quoad

25 63 65 67

Index documentorum chronologico ordine digestus naesthesiam, a Societate Italica de anaesthesiologia propositis Mart. 5 Ad Parochos U r b i s et Concionatores sacri temporis quadragesimalis 24 Alumnis e scholis publicis medii gradus U r b i s , in Basilica Vaticana coadunatis. . . 28 Ad Sodales iuvenes Berolinenses ex Christlich-Demokratische Union Apr. 23 Ad Advocatos e Foro iudiciario Parisiensi 24 Ad Moniales, ob Conventum nationalem Italicum e Moderatricibus atque Religiosis, nosocomiis addictis, Romae coadunatas 25 I i s qui interfuerunt Conventui XI plenario Coetus Pax Romana , in Urbe coadunatis . . . . 28 I i s qui interfuerunt Conventui XI Internationali e Coetu qui Nouvelles Equipes Internationales appellatur, Aretii habito 30 Celsitudini Serenissimae Rainerio I I I , Principi Portus Hercolis Monoeci atque Celsitudini Serenissimae Principi Gratiae . Maii 3 Patronis atque alumnis Operis, quae Stations de plein air appellatur, in Belgio abhinc x x v annos ortae 13 Ad Excmum V i r u m Renatum Coty, Praesidem Galliae Reipublicae D 20 Ad eos habita qui studiosis commentationibus per hebdomadam actis interfuerunt, auspice Pontificia Academia Scientiarum, de siderum multitudine quae caelorum spatia incolunt . . 26 Sodalibus Consociationis ex i u r i s peritis catholicis Italiae, agens de christiano auxilio praestando carceribus retentis . . . . 27 Ad Sorores Auxiliatrices Animarum in Purgatorio degentium quae Romae convenerant ad beatificationem Ven. Servae Dei Mariae a Providentia, eiusdem Congregationis fundatricis Iunii 7 I i s qui interfuerint Conventui, a Sodalitate Operariorum catholicorum Italica (A.C.L.I.) indicto ac Romae habito, de argumento L'Automazione e il mondo del lavoro 13 I i s qui interfuerunt Conventui, Romae habito, de constituenda Unione Europaea 27 I i s qui interfuerunt Conventui tertio Coetuum, quibus T h e Atlantic Treaty Association constituitur Iulii 23 I i s qui interfuerunt Conventui primo ex Delegatis ab Italiae dioecesibus pro Emigrantibus Aug. 25 I i s , qui interfuerunt Conventui Romae habito Sodalitatis universae Juvenum Operariorum Catholicorum (J.O.C.), in Foro Sancti P e t r i coadunatis Sept 5 Alumnis e Seminariis Minoribus Galliae peregrinationis causa Romae coadunatis 8 I i s qui interfuerunt Conventui duodecimo internationali de Odontostomatologia , Romae habito 10 Sodalibus delegatis ab universa Societate Iesu, Romae congregatis 16 I i s qui interfuerunt Conventui Journes familiales internationales , ab Union internationale des Organismes familiaux Romae indicto

1067

129 208 281 287 289

1957

291 296

)) *

300 301 351 302

o o)

355 403

361

621 629 632 730

837 845 849 806

>>

898

1068 1957 Sept. 27

Index

documentorum

chronologico

ordine

digestus

Ad Excmam Dominam 'M'a Ntsebo Seeiso Griffth Ameliam, Nationis Basutoland Regentem 904 29 I i s quae interfuerunt Conventui X I V Internationali ex Union Mondiale des Organisations fminines catholiques , Romae habito 906 Oct. 4 Ad Excmum V i r u m Eamon De Valera, P r i m u m M i n i s t r u m H i berniae Gubernii 95& 5 I i s qui interfuerunt Conventui alteri catholicorum ex universo Orbe, pro Laicorum Apostolatu, Romae habito 922 7 Consociationi Italicae Centro dei Volontari della Sofferenza aegrotisque eidem adscriptis, Romae coadunatis . . . . . 954 8 E m o P. D. Ioanni S. R. E. Cardinali D'Alton, Archiepiscopo Armachano, Excmo Viro Eamon De Valera, Hiberniae P r i m o Ministro, E x c m i s Episcopis Hiberniae ceterisque praeclaris peregrinis, qui Romae advenerant Lucam Wadding celebraturi, tertio exeunte saeculo ab eius obitu 959' 27 Summus Pontifex, postquam Stationem Radiophonicam Vaticanam, ad S. Mariam de Galena nova sede auctam, sacro r i t u lustravit, coram E m i s Patribus Cardinalibus et E x c m i s Nationum Legatis ceterisque adstantibus verba fecit . . . . 961 Nov. 4 Ad Legatos populares legibus ferendis, Romae coadunatos, ob Conventum Coetus, qui Communaut Europenne du Charbon et de l'Acier appellatur (C.E.CA.) 966 5 I i s qui interfuerunt Conventui primo ex addictis Archivis ecclesiasticis Italiae, Romae coadunatis 1003 8 I i s qui interfuerunt Conventui internationali, Romae habito, ab Unione latina Alta Moda indicto 1011 ' 9 I i s qui interfuerunt IX Conventui Consilii, vulgo P.A.O. (Food and Agriculture Organisation), Romae habito . . . . . . 1023 >> 10 I i s qui interfuerunt Conventui internationali pro scholis privatis in E u r o p a , Romae habito 1024 24 Adstantibus m u l t i s honorabilibus V i r i s ac praeclaris Medicis et Studiosis, quorum plerique Nosocomiis praesunt vel in magnis Lyceis docent, qui Romam convenerant invitatu et arcessitu I n s t i t u t i Genetici Gregorio Mendel , Summus Pontifex propositis quaesitis de reanimatione respondit. 1027 27 Ad Excmum V i r u m Theodorum Heuss, Reipublicae Foederalis Germaniae Praesidem 1033 VIII

NUNTII

RADIOPHONICI

1956 Dec. 1957 Ian.

16 23 6

Mart.

Apr.

21

Christifidelibus ob Conventum alterum Eucharisticum Bolivarianum, in urbe Caracensi coadunatis U n i v e r s i s Orbis Episcopis et Christifidelibus datus, pridie pervigilium Nativitatis D. N. Iesu Christi In Festo Epiphaniae D. N. Iesu Christi a. 1957 datus, die Pro Matre et Puero , ab Opere Nationali Italico pro Maternitate et Infantia indicto Alumnis scholarum catholicarum Statuum foederatorum Americae Septemtrionalis, ad sollicitandam caritatem erga pueros indigentes aliarum nationum Ad christifideles, die Paschatis Resurrectionis D. N. I. C, devota omina Summo Pontifici ac Veneratissimo P a t r i in foro Sancti Petri proclamantes

68 5

7J

215

276

Index

documentorum

clironologico

ordine

digestus

1069

1957

Christifidelibus datus, ob quartum Conventum Eucharisticum e tota Hispania, in urbe Granata coadunatis 364 I i s qui interfuerunt Couveatui tertio de Apostolatu orationis in Urbe Bracharensi habito 414 Iunii 16 I i s qui interfuerunt sacris sollemnibus ob quadringentesimum et quinquagesimum expletum annum ab obitu S. Francisci a Paula, maritimae gentis et naviculariorum Italicorum Patroni 417 Sept. 15 Christifidelibus datus ad Sanctuarium Marianum in Mariazell coadunatis, octavum revolutum saeculum ab eodem condito sacris sollemnibus celebrantibus 854 Nov. 24 Christifidelibus Mediolanensis urbis in conclusione sacrae praedicationis extra ordinem per hebdomadas in omnibus paroeciis ab Excmo Archiepiscopo indictae 1037

Maii

19

IX

NUNTII

SCRIPTO

DATI

1956 Dec. 1957 Maii Iulii

Aug.

I i s qui interfuerunt coetui tertio ex universa Foederatione Internationali Iuvenum ab Actione Catholica, Romae habito . . 23 7 Christifidelibus, ob sacra sollemnia in repositione exuviarum Sancti Nicolai Episcopi Myrensis, B a r i i coadunatis . . . 368 1 Ad E x m u m P. D. Gerardum P a t r i t i u m 0 ' H a r a , Archiepiscopum-Episcopum Savannensem, in Magna Britannia Delegatum Apostolicum, ob Conventum (Jambore-Moot-Indara) in Sutton P a r k indictum, quinquagesimo vertente anno ab inita institutione de Scouts 737 5 I i s qui interfuerunt conventui T e r t i o Internationali Docentium Catholicorum, auspice Union Mondiale des Enseignants Catholiques , Vindobonae habito 857

CONVENTIO

1956

Dec.

19

Inter S. Sedem et Rhenaniam Septemtrionalem atque Vestphaliam

201

II - A C T A SS.

CONGREGATIONUM

SUPREMA

S.

CONGREGATIO

S.

OFFICII

1956 Dec. 1957 Ian. Maii

15 30 31 23

Comunicato Decretum. Proscriptio librorum Decretum. De affinitate Dubium. De valida concelebratione

34 77 77 370

II

SACRA

CONGREGATIO

CONSISTORIALIS

1956 Sept. 14 Lisbonensis - Eborensis. - Decretum de finium immutatione . 422 Oct. 20 Formula servanda in relatione de Statu Vicariatus Castrensis conficienda 150 Nov. 23 Terracinensis, Privernensis et Setinae. - Decretum de mutatione finium dioecesium 78

1070 1956 1957 ' I Dec. Ian. Mart. Apr. Maii Iunii Iulii Sept. 18 7 10 25 16 16 6 15 8

Index

documentorum

chronologico

ordine

digestus

Natchetensis (Natchetensis-Jacksoniensis). - Decretum de concathedralis erectione et nominis mutatione Monacensis et Frisingensis-Ratisbonensis. - Decretum de mutatione finium dioecesium Brittinoriensis et Sarsinatensis. - Decretum de mutatione finium dioecesium Lisbonensis - Leiriensis. - Decretum de finium immutatione . Hollandiae. - Decretum erectionis Vicariatus Castrensis . . . . Marianopolitanae - Sancti Hieronymi Terrebonae. Decretum de finium dioecesium mutatione. Tarraeonensis - Valentinae et aliarum. Decretum de mutatione finium dioecesium Corumbensis - Chapadensis. - Decretum de mutatione finium . Reipublicae Argentinae. Decretum de erectione Vicariatus

218 634 740 741 742 745 864 746 866 748 35 940 970

Castrensis 9 Puteolanae et Aversanae. - Decretum de finium determinatione 18 Portalegrensis (Portalegrensis - Castri Albi). - Decretum de Concathedralis erectione et nominis mutatione 7 Belgii. - Decretum de erectione vicariatus Castrensis 8 Civitatum Foederatarum Americae Septentrionalis. - Decretum de erectione Vicariatus Castrensis

III

SACRA

CONGREGATIO

DE

DISCIPLINA

SACRAMENTORUM

1956

Dec.

31

Decretum. De ordinandis Tribunalibus Ecclesiasticis Insularum Philippinarum pro causis nullitatis matrimonii decidendis in primo et secundo gradu Normae pro exsequendo Decreto diei x x x i Decembris M C M L V I de ordinandis Tribunalibus ecclesiasticis Insularum Philippinarum Decretum. Relatio de confirmatione non amplius m i t t e n d a . .

163

165 943

1957

Iulii

IV

SACRA

CONGREGATIO

CONCILII

1957

Ian. Iulii

21 16 25

Decretum Decretum. Participatio activa rebus politicis in Hungaria sacerdotibus prohibetur Decretum. Obligatio legis ieiunii et abstinentiae, pervigilio Festi Deiparae in Caelum Assumptae statuta, deinceps ubique ad pervigilium F e s t i Immaculatae Conceptionis B. Mariae V. transfertur

38 637

638

Y r;

SACRA

CONGREGATIO

DE

RELIGIOSIS

1957

Mart.

12

Decretum. Normae adprobantur, quae moderantur aggregationem ad Pontificium Institutum Regina Mundi atque ab eodem Instituto recognitionem Decretum. Schola titulo Mater Divinae Gratiae pro Magistris Praefectisque institutioni alumnarum in StatibusTperfectionis addictis, in U r b e instituitur Decretum. Institutum Pontificium Iesus Magister in Urbe erigitur Decretum. De Religiosis servitio militari adstrictis 869

15

749 751 871

Iulii

1 30

Index

documentorum chronologico ordine

digestus

107 i

VI

S.

CONGREGATIO

DE

PROPAGANDA

FIDE

1956 Aug. 1957 Mart. Apr. Iulii

- Maswan. (Shinyangan). - Decretum de finium et nominis mutatione 22 Insularum Tonga et Niue. - Decretum de novo Vicariatus Apostolici titulo 4 De Kontum - Thakhekensis. - Decretum de finium immutatione 13 Confinioris Californiae (Tigiuanansis). - Decretum. Vicariatus Apostolicus Confinioris Californiae deinceps Tigiuanansis appellabitur Mwanzan

371 752 752

974

VII

SACRA

CONGREGATIO

RITUUM

1956

Iulii Oct.

19

Nov.

25

1957

Ian.

22

Febr. Mart.

Apr.

Apr.

21

Iun.

Aug. Ocfc.

20 24

- Decretum introductionis causae pro beatificatione S. D. Mariae Lichtenegger, iuvenis saecularis Pampilonen. seu Hispalen. - Decretum introductionis causae pro beatificatione S. D. Stephani ab Adoain, Sacerdotis Professi Ordinis minorum Capuccinorum Barcinonen. Decretum introductionis causae pro beatificatione S. D. Franciscae a Vulneribus Iesu Barcinonen. - Decretum introductionis causae pro beatificatione S. D. Iosephi Maanet y Vives, Sacerdotis, fundatoris Congregationis F i l i o r u m S. Familiae et Congregationis Missionalium F i l i a r u m a S. Familia de Nazareth P A R I S I E N . - Decretum de miraculis pro beatificatione Ven. S . D. Mariae a Providentia, in saeculo Eugeniae Smet, fundatricis Sororum Auxiliatricum Animarum in Purgatorio degentium Burdigalen. - Decretum de v i r t u t i b u s pro beatificatione Ven. S. D. Mariae Caelinae a Praesentatione, monialis professae I I Ordinis S . Francisci Valentina. - Decretum de v i r t u t i b u s pro beatificatione Ven. S . D. Teresiae a Iesu, Jornet Ibars, religiosae professae, fundatricis et antistitae generalis Congregationis Parvarum Soror u m Senum Derelictorum Ordinationes et Declarationes circa Ordinem hebdomadae sanctae instauratum Romana seu Viedmen. Decretum introductionis causae pro beatificatione Servi Dei Zephyrini Numuncur, iuvenis laici, alumni Societatis S. Francisci Salesii Decretum. De modo servando in iudicio ferendo super revisione scriptorum in Congregatione Ordinaria S. R i t u u m Congregationis Perusin. seu Trecen. - Decretum introductionis causae pro "beatificatione Franciscae Salesiae Aviat, fundatricis Congregationis sororum oblatarum S. Francisci Salesii Parisien. - Decretum de Tuto pro beatificatione Ven. S . D. Mariae a Providentia, in saeculo Eugeniae Smet, fundatricis Sororum Auxiliatricum Animarum in Purgatorio degentium Decretum. De Tabernaculo ad Ssmam Eucharistiam adservandam Declaratio circa dubium de forma paramentorum Benedictio Stationis Radiophonicae
Socovien.

40

82" 85

88-

169

251

253 91

756

424

759'

374 425 762" 104&

1072

Index

documentorum

chronologico

ordine

digestus

VIII 1956 Iulii

SACRA CONGREGATIO D E SEMINARIIS ET STUDIORUM

UNIVERSITATIBUS

25

Sept. Oct.

8 2

Nov.

1957

Dec. Apr.

20 25

Maii

Iulii

12 28

Decretum. A l t i u s de scientiis Paedagogicis I n s t i t u t u m penes Philosophicam Pontificii Salesiani Athenaei Facultatem canonice erigitur eidemque potestas t r i b u i t u r academicos gradus conferendi Decretum. I n s t i t u t u m Philosophicum in Theologica Facultate Universitatis Catholicae Andegavensis erigitur iureque i n s t r u i t u r gradum academicum Baccalaureatus Philosophiae conferendi Decretum. Facultas Philosophiae in Pontificia Universitate Salmanticensi erigitur iure instructa gradus academicos conferendi Decreta Decretum. Catholica Studiorum Universitas Campinensis in B r a s i l i a canonice erigitur Decretum. Facultas Medicinae erigitur in Catholica Studiorum Universitate Peruviana Decreta Decretum. Facultas Sacrae Theologiae in Catholica Universitate Tokyensi, Sophia nuncupata, canonice erigitur iureque augetur academicos gradus conferendi Decretum. Facultas Philosophiae erigitur in Catholica Quitensi studiorum Universitate Decretum. Catholica Studiorum Universitas Lovanium in Urbe Leopoldopolitana (Lopoldville) Africanae Congolensis ditionis canonice erigitur, inclusa Sacrae Theologiae Facultate Decretum. Catholica Studiorum Universitas a Sancto Thoma de Villanova canonice erigitur in Urbe Habanensi, ditionis Cubanae Decretum. De ratione qua dimissi e Seminariis denuo admitti possint Decretum. Studiorum Universitas De Paul Chicagii, in Foederatis Statibus Americae Septentrionalis, canonice erigitur, eiusque Facultas Musicae Pontificio Romano I n s t i t u t o Musicae Sacrae affiliatur

95

97

97 98 172 173 174

219 307

638

753 640

975

III - ACTA

TRIBUNALIUM

SACRA

PAENITENTIARIA

APOSTOLICA

1957

Ian. Febr. Maii

13

Oratio pro christianis familiis a Summo Pontifice Pio X I I exarata atque Indulgentia ditata 43 9 Oratio ad religiosas vocationes impetrandas a Summo Pontifice P i o X I I exarata et Indulgentiis ditata . . 100 10 Oratio ad Beatam Mariam Virginem Immaculatam Lapurdensem a Summo Pontifice P i o X I I exarata et Indulgentiis ditata 427

Index documentorum chronologico ordine digestus Iunii Nov. 4 6 Pium exercitium in honorem Mysteriorum Infantiae Domini Nostri Iesu Christi Indulgentiis ditatur

1073

429

Oratio ad sacerdotales impetrandas vocationes, a Summo Pontifice Pio X I I exarata et Indulgentiis ditata 1046

II - T R I B U N A L SUPREMUM S I G N A T U R A E APOSTOLICAE

1957

Sept.

27

Citatio edictalis: Burdigalen. - Nullitatis matrimonii (D'Alium Barincou)

875

III

SACRA

ROMANA

ROTA

Causae per definitivam sententiam actae anno Citationes edictales:


1956 Dec. 11 Vic. Apost. De Cape

1956

. . . .
-

663

Town. - Nullitatis matrimonii (0'Sullivan

1957

Mart. Apr. Maii Iunii Iulii

2 15 22 31 8 6 17

Davis) Chicagien. Nullitatis matrimonii (Hruska - Card) Goana et Damanen. - Nullitatis matrimonii (Fernandos - Fernandes) Romana. - Nullitatis Matrimonii (Mannozzi - Baratelli) . . . 3 Birminghamien. - Nullitatis matrimonii (Walker - Trevena) . Chicagien. - Nullitatis matrimonii (Lazowska - Nadziejko) . . Casertana. - Nullitatis matrimonii (Fusco - Ring) Goritien, seu Venetiarum. Nullitatis matrimonii (Cappello Podorieszach) Carthaginen. - Nullitatis matrimonii (Tikhy - Ermolenko) . . Basileen. - Nullitatis matrimonii (Haefeli - Huber) Lacus Salsi. - Nullitatis matrimonii (Brady - Limbach) . . .

44 45 175 221 309 430 431 641 642 643 690

IV

TRIBUNAL

VICARIATUS

URBIS

1957

Dec.

Citatio edictalis: Romana. Zannetos)

Nullitatis

matrimonii (Lambiki1048

69 -

ACTA,

v o l . X X I V , n . 18 31-12-1957..

INDICES NOMINUM
I - INDEX N O M I N U M P E R S O N A R U M
(OMITTUNTUR NOMINA ACTIS SUBSCRIPTA)

A
Abad Saiz F., 104. Abbriata R., 880. Abellan P. M., 432. Abete A . , 978. Acerbi A . , 879. Achorner S., 981. Acqua vva G., 110. t Addeo F. A . , 112. Afanador S. A., 983. f Afanador y Cadena R., 224. Agbien., 37. Agnes! F., 112. Agostini E . , 876. Agostini E . , 876. Aguilar A. F., 693. Aguirre A. M., 305. Ahern G., 306. Ahlert R., 651. Aiazzi D., 316. Alayza G. G., 111. Albayez G., 696. Alberione G., 620. Albers E. I., 314. Alberti D., 700. Alberzoni P. F., 383. Albs G., 980. Aldei Desmarais G., 863. Alexandri A . , 382. Alfrink B. G., 102, 742, 749. Allart T., 48. Allegro L., 650. Allewaert E . , 112. Aloisi Masella Card. B., 42, 223, 256, 759, 761, 763, 862, 1049. Alonso V. G., 982. Altmeier P., 986. Alvarez-Pereira (B.) N., 346. Alvarez S. R., 986. t Al ves Correia da Silva G., 645, 1050. Alves de Pinho M . , 979. Alves De Siquiera A. M . , 862. Amarante R., 698. Amatulli A., 107. Ambrosi A . , 378. Amiei G., 37.

Amissah G. K . , 373. Ammirati A., 649. Amusu Aggey G. K . , 372. Anderson G., 879. Anderson N. R., 983. Andr A . , 312. Andr G., 699. Andreu G. F., 121. Andrews P., 983. Angeloni A . , 700. Angelozzi E . , 108. Anglani A., 878. Antamoro P., 320. Anten G., 378. Antinori L . , 111. Antoniol A., 111. Antoniutti H . , 121, 821, 861. Antons M . , 984. Antosiewicz S., 985. Aoun A., 699. Apodaea M., 988. Applegate B., 650. Aquilino M . , 649. Aquilone M. F., 384. Aramburu G. C, 305. Arambur M. A . , 111. Arango A. T., 307. Arango Vlez C, 978. Aranowski T., 985. Araujo G. M., 650. Araullo P., 646. Arce A., 36. Archambault V., 313. Argaya Goicoecha G., 863. Argon Chuan-Tsai K . , 382. Argy C. I., 313. Arias Blanco R. I., 377. Armani A., 107. f Armstrong R. G., 112. Arpaia G., 315. Arquett R. I., 316. Arroyo L. V . , 373. Arteaga y Betancourt Card. E., 754. Artmann L., 696. Artufel G., 311. Ascani A., 107. Ascolani F., 693. Ascolani O., 991.

Asgeirsson A. Praeses., 310, Asplan R., 312. Asselman P., 383. Assembourg V., 46. Astri A . , 699. Astuti G., 382. Atonna S., 876. Atzori A., 106. Audet L., 990. Auernig G., 313. Avellin (S.) A., 290. Aviat (S. D.) F. S., 759. Aviat T . , 760. Avice G., 48. Avandoglio S., 989. Ayala E . , 110. Ayres de Almeida F. F., 984. Azevedo T., 991. Aziz A. F., 48.

R
Bacchiani A., 106. Bacchiocchi A., 878. Bacchion E . , 318. Bachiesl F., 316. Badart E., I I I . Baginski L. M . , 383. Bakos G., 698. Baldini C , 110. Baldrighi G., 992. Balducelli D . , 761. Baliva F., 318. Ballerio C , 991. Baloire G., 649. Bandera G., 979. Bandini C , 740. Baez D., 98. Banning C, 693. Baran D., 984. Baraniak A., 635. Baratelli L., 221. Barberi D., 696. Barbieri D., 992. Barbieri R., 876. Barbosa C. G., 647. Barcena A., 121. Barda F., 636.

1076

Index nominum personarum


Bernier P., 863. Berni V . , 317. Bertoli A., 989. Berteli P., 49. 712, 715. Bertone E., 648. Bertrand G., 373. Bestmn G., 990. Beuchel O., 104. Bevers M., 694. Biaggini G-, 700. Biancheri R., 991. Bianchi A . , 47. Bianchi C., 47. Bianchini G., 759. Bianchi S., 11. Bianco A., 170. Bianco G., 111. Bielawski V., 985. Bielicki E., 984. Biermann E., 878. Bigagli G., 696. Bilczewski C., 980. Biloek G., 984. Bilodeau G. M . , 648. Binz L . , 197, 304. Birchall T., 693. Bisgood B., 47. Biskup G. G., 304. Bituin O., 646. Blanke P., 983. Blatz V., 380. Bloem T. F., 694. Blondaz-Gerardo C, 695. Blml R., 313. Blythe Dee O., 988. Bobola (S.) A., 321. Bocca A., 383. Boccoleri O., 400. Boffa C, 312. Boganelli E . , 319. Boggio A., 111. Boghaert A., 80. Bohacevsky O., 116. Boissier O., 47. Bokeloh G. A., 646. Boland T. A . , 636. Bolatti G., 149. Boldrini A., 384. Bombas L . , 315. Bona L . , 381. Bona S. V., 645. Bonatti L., 382. Bonatto G., 877. Bondini M . , 740. f Bonefacic Q. C, 112. Bonelli S., 382. Bones A., 649. Bonezzi G., 697. Bonfanti M., 109. Bonifatius (S.), 123. Bonnabel A . , 979. Bonnarens G., 48. f Bonneau P., 112. Bonnet C., 312. Bono A., 316. Bonomi N., 382. Bonomi S., 382. Bonomi T . , 382. Booth G., 313. Borachia M., 109. Bordeneuve G., 691. Borella P., 650. Borges G., 311. Borghesi C, 106., Borghi N., 110. Borgia Valenzuela Rios F., 863. Borgiotti (S. D.) L . , 222. Bosa G., 106. Boscarino G., 985. Bosco (S.) G., 96, 199, 756 Bosisio F., 992. Bosso G. B., 651. f Bostani A., 992. Boudon R . , 635. Boudreaux W . , 980. Bouille P., 650. Boulle R., 988. Boulongne A., 48. Bourgeois C. E . , 645. Bourget P., 647. Boutin G., 648. Boutron A. G., 983. Bouvier L . , 47. Boverio E., 108. Bovone A., 986. Braccia A., 992. Brady G., 1042. Braguglia G., 697. j Brambilla A., 382. j Branche M., 111. Brand G. A., 980. Braunwarth G., 312. Breitenbeck G., 105. Bremner J., 988. I Brenan M . , 983. Brennan P., 694. Breuer G., 991. Brianza I . , 989. Brighenti R., 315. Brisbois M., 692. Brisson G. H . , 313. Brisson (S. D.) L . , 760. Brisson M., 381. Brito F., 316. Brochard G., 988. Brock E. S., 980. Brogan B., 878. Brouillet R., 692. Brown O. A., 36. Browne M., 726, 827. Brown F., 316. Brown R., 648. Brugre A., 695. Brulliard G., 47. Brumskine F., 990. Bruno F., 105. Bruno F., 699. Bruno P:, 320. Brunori V., 105. Brustia F., 305. Brustia N . 699. Buchberger M., 634. Buckley G., 649. Budanovic L., 645. Buening E., 381.
t

Barela E., 988. Barincou L., 875. Baroncelli E . , 645. Barone G., 107. Baron G., 647. Barriocanal R. M., 104. Barthlmy G., 380. Bartman G. G., 699. Bartoletti D . , 649. Baskfield G. T., 980. Bastiaansen C. L., 694. Battisi P., 649. Bauchard C., 691. Baudaz V., 986. Bauer E. G., 697 Baumann F., 42. Baviera V., 991. Bayard M., 651. Bazan D. R., 46. Beacom T., 988. Bech F., 696. Bechtel S., 384. Becker G., 317. Beck G. B., 80. Beeler A., 650. Begard M., 697. Begasse De Dhaem G., 382. Begasse De Dhaem P., 990. Beguiristain S., 984. Behlok O., 109. Beil A. M., 316. Bejan O., 176. Bekedam O., 698. Belanger L . , 990. Belard da Fonseca G., 383. Bellagamba A., 699. Belleau A., 650. Belli G., 380. Bellini F., 320. Belliza A. Z . , 37. Belloni A., 382. Beltrami S., 103. Beltritti G., 106 Bemelmans G. E. U., 316. Benassi F., 125. Benati D . , 987. Benati M . , 987. Bendi G., 111. Benedetto Abbate (S.), 401. Benedetto Pp. X I I , 1007. Benedetto Pp. X I V , 424. Benedetto Pp. XV, 610, 890, 940. Beneikt O., 697. t Bennet G., 992. Benoist D'azy D., 381. Benait A . , 876. Bensdorp L. F. M., 692. Benzinger R . , 107. eovich M., 373. Berardi A., 986. Bergamini L., 697. Bergin G., 313. Bergonzini M., 148. Bernab P., 646. Bernardi G., 880. Bernardi L . , 110. Bernard M., 611.

Index noninum personarum


Bui G.. 112. Bujalki A . , 980. Bullo F., 382. Buono E . , 878. Buratti L . , 697. Burgos R., 757. Burke E . , 876. Burke T . , 877; Burns E., 649. Burns E. G., 1313. Burwinkie G., 988. Busch O., 111. Busch G., 980. Busch G., 695. Buschmeier E., 315. Butkowki A., 105. Butler E. G., 372. Butler G. B., 108. f Bydolek G., 880. Byrne C. M., 37. Byrne F., 878. Capovilla L . , 106. Caprile P., 112. Caprio G., 753. Caprio G., 753. Carabellese D., 106. Carabellese M . , 106. Caramel A., 697. Carbone A., 317. Carboni R., 265, 266. Cardazzo R., 990. Cardellini C, 699. Cardinale M., 700. Cardinali F., 317. Card R., 45. Carey G., 984. Carichon G., 111. Carletti R., 314. Carli A., 862. Carli C, 112. Oarneglia V., 987. Carney E. P., 697. Caroli G., 877. Caron U. A., 987. Caron U. A., 987. Carranza L. C, 981. Carrera F. P., 148. Carrire M., 380. Carrol H., 1042. Carroll G. F., 649. Cartaa Ingls G., 896. Cartier P., 651. Cartoni P., 110. Carty A., 692. Carusi F., 990. Carvalho a Silva G., 699. Carzino M., 699. Casali M., 696. Casey G. V., 306, 636. Casoni A., 380. Cassata G., 104. Cassidy G., 645. Cassin G., 105. Cassino G., 378. Castaldo A., 748. Castang-G., 251. Casta P., 312. Castellano F., 305. Castelli S., 110. Castri A., 383. Casula P., 110. Catellani A., 380. Cattelani A., 693. Cauley L., 989. Cavalla C , 878. Cavina P. G., 991. Cazzuffi C, 317. Ceeha G. F., 980. Celauro S., 312. Celina (S. D.) M . , 222. Celoro F., 697. Centi V., 989. Cento F., 422, 813. Centro F., 422, 813. Centoz A., 128. Ceresa G., 693. Cerreto M., 651. Cerretti A., 378. Cerutti R., 110.

1077

I I I

C
Cadoux T. A., 374. Caestecker J., 988.

OaggianO Card. A., 62, 653.


Oagliero G., 756. Canili G., 312. Cahill W . , 988. f Caillot A., 112. Caillot R. E., 760. Cairoli O., 314. Calamoneri G., 317. Calandra A., 880, f Calavassy G., 992. Caldarla G., 312. Coldrari G., 103. Calderari G., 314. Oldwell G., 105. Callahan F., 988. Callanan.R., 312. Calliari I. A., 316. Cal L . , 110. Calsamiglia S. R., 652. Calvetti G., 697. Camader R. Z . , 38. Camandari E. T., 635. Camargo A. I., 863. Cambrn G., 982. Camele A. R., 148. Camerman G. E . , 980. Cameron G., 104. Cameron G., 646. Caminada C, 1042. Campanini P., 697. Campbell E., 983. Campelo de Arago A., 37. Canale G., 317.

Chacn A., 996. Chadar F., 108. Chader G., 108. Chalup G., 305. Chambrillon S., 693. Champagnat (B.) M. G., 763. Champagne G., 373. Champagne R., 380. Chappuis (V.) M. S., 760. Charette P., 692. Charlebos C , 694. Charles R., 110. Charlet G. L . , 990. Charrat A., 311. Charron E. E . , 314. Charron F., 692. Chartier V., 981. Chartrand A., 694. Charue A. M., 1042. Chauvel A., 48. Chaves O., 37. Cheke M., 377. Chella G., 107. Chmery G. B., 270, Chevrier L., 691. Chiappuella B., 700. Chiavelli V., 318. Chichester A., 81. Chichizola G,, 1000. Chihak A. G-, 104. ."V> Chimini V.* 380. Chinappi L . , 651. Choi G., 372. Cholette A., 698. Chopard-Lallier R., 82. Christopher G., 105. Chroscicki E., 980. Cianciola E., 651. Cicionj G., 983.

Cicognani Card. A. G., 53,


116, 218, 385, 720, 764, 816, 970, 978, 1050. Cicotero A . , 989. Cinense y Abera E., 306. Cingolani F., 384. Cintra G. A., 38.1. Cioffi S., 651. Cipriani A., 988.

Ciriaci Card. P., 176.


Cirinei E., 991. Ciserani A;, 699. Citsulo C , 80. Claffey G. F., 105. Claret (S.) A. M., 84. Cleary G., 105. Clmente Pp. V I I I , 722, 1006. Clemente Pp. X I I I , 811. Coad A. L . , 695. Coardi di Carpenetto P., 991. Cobo G. P., 104. Codechvre P., 695. Codevilla C , 651. Cody G. P., 52. Cody N., 649. Coelho G. A., 36. Coelho G. L . , 315. Coffano G., 106. Goignerai R., 380.

Canali Card. N., 764, 978,,


Cano M., 98. Cantagalli G 314. Canto Bory E . , 990. Cantwell D . , 878. Canzolino E., 983. Canzonieri C, 304. Capol A . , 109.

1078

Index

nominum

personarum

Colao V . , 879. Colautti A., 693. Coleman G., 318. Colette L i . , 989. Colleoni A., 693. Collin F., 380. Colling P., 878. Collin M . , 34. Collins B., 104. Collins B., 646. Collins G., 645. Collins G. G., 313. Compagnoni E . , 646. Conehia A., 307. Condry G., 992. Connaughton E . , 316. Connerton j . , 878. Connolly G. G., 691. Conran F., 105. Contestabile G., 650. Conti A . , 700. Conti N., 697. Conway R., 988. Coogan G., 981. Coogan L . , 983. Cook G. A . , 646. Cooke T . , 985. Cooney G., 694. Cootjans F., 111. Corcoran E . , 988. Corcoran G., 646. Corcoran H . , 988. Corcoran L., 650. Cordido R. G., 319. Cordiaco L., 651. Cornejo A. A., 316. Cornet E . , 693. Correa G. E., 863. Correia Da Silva G. A., 741. Correla de Olneira A., 47. Correia L. E., 310. Corridori G., 108. Corsanego C, 696. Cortes D., 311. Cosiins L. G., 109. Cossali C, 693. Costa C , 651. Costa G. P . , 635. Costa G. R., 1041. Costa M., 700. Costello L. A., 314. Costn J., 988. Cfit G., 990. Coty R. Praeses. 302, 310, 318. Couturier G., 37. Cowley L., 1042. Craven A. G., 700. Cremin D . , 105. Cressaty G., 692. Crensen L . , 104. Crisanti V., 878. Crowley G., 981. Csert A., 316. Cuellar Duran E. A . , 987. Cunningham A. A., 313. Cunningham G., 694, 863. Curado A. F., 697.

Curci A., 659. Curis C , 879. Curran G., 105. Curtis G. G., 636. Custers G. G., 383. Cybart G., 648. Czapelski S., 877.

D
Da Adoain S., 83. da Cmara C. L., 47. Da Cruce Anyogu G., 373. t da Cunha G. G. A., 652. da Cunha Vasconcellos F. C, 306. D'Addario V., 111. Daelen E . , 383. Dahdah N., 990. D'Alessio F. P., 699. Dalla Fiore G., 696. Dall'Oro C, 380. Dall'Orso A . , 109. D'Alton Card. G., 959. Daly E . C , 269. Daly G., 647. Damiano C. G., 710. Damiano L., 700. Damizia G., 877. Damizia G., 1050. Da Motta et Albuquerque G. B., 635. Danaher C , 694. Dandria G., 992. Danesy C , 992. D'Anversa E . , 318. d'Arneville C, 47. da Sezze (B.) C, 222. Da Siena (S.) B., 718. Da Silva F. M., 37. da Silva T. G., 646. Daubin V., 107. Dauchez P., 47. David G., 647. Davis C. R., 44. De Abreu G. L . , 317. de Aguiar S. M., 36. de Alaren R., 66. De Almeida Amazonas G. I., 692. De Almeida G. G., 985. De Almeida T. E., 315. Deane R., 305. t De Angelis T., 320. de Araujo Correia L. A., 47. Dearden G. F., 979. de Avila J., 365. de Baecque F., 691. Debaere D . , 111. Debaisieux P., 991. de Barros Cmara Card. G., 1041. de Bordes G., 890. de Boulloche G., 693. de Cdiz D., 365. De Camillis L., 652. De Capua G., 311.

De Capua M . , 697. de Carvalho M. S., 48. De Castro B. C, 879. de Castro et Silva R., 1042. de Castro G. F., 646. De Castro P. G. A., 316. de Chopitea Vilota Serra (S. D.) D., 223. de Dios J., 366. Deery P. A . , 313. De Ferraris P., 697. de Fez G., 319. Defos du Rau L . , 48. Defregger M . , 315. Degan A., 990. de Gradon E . , 109. De Girolamo A . , 879. De Graaff A., 698. de Groof G. P. C, 378. Deguire L., 647. de Haas G., 127. De Haas G. C, 694. de Hemptinne R., 989. De Hosson F. C, 384. Deibold L., 877. de Idiaquez E. L., 109. de Jong E . , 381. * de Jonghe D'Ardoye G., 103. De Kleyn G. G., 378. de la Chauvinre E . , 691. De Lagaria Goni F., 223; Delaney R., 647. De Lange P. N., 383. de la Puente C G., 108. de la Torre Card. O., 308,
v

349, 729, 819. Delavenne M., 991. De La Torre T. A., 649. de la Vera Cruz A., 66. t Dei Bene S., 224. dei Campo y Padilla M." E . , 1003. del Drago M., 432. Delecroix M., A . , 988. De Leonardi G., 107. De Leoni U., 47. de Lestonnac (S.) G., 889. Del Fabbro L., 317. Delgado et Gmez E . , 121. Delgato J. M., 763. Delgado P. G., 647. Delhougne G. E . , 319. De Ligorio (S.) A. M . , 717. Dellach A . , 382. Della Rocca De Candal G., 692. Della Rossa S., 110. Della Vecchia D., 990. Delleani G., 699. t de Llobet G., 320. f Delmotte L., 880. Del Nero A., 700. Delobel I., 992. de Loyola (S.) I . , 1002. Del Pino P. M., 987. Del Pozzo C, 111. del Rosario L., 978. del Valle J. R . , 877.

f
Del Vecchio V. B,, 882. Dmange P., 48. de Marchant et d'Ansemburg F., 1049. de Margerie R., 691. De Marinis F., 311, 699. De Martino R . , 651. de Medeiros Delgado G., 305. De Medeiros Guerreiro E . , 814. de Mees d'Argenteuil L . , 47. de Mees d'Argenteuil R . , 47. de Mendoza A., 66. de Mota et Albuquerque G., 148. de Moura A., 35. De Negreiros E. D . , 650. Denis G., 979. Denora R., 877. De Oliveira C, 698. de Oliveira G. D . , 306. de Orbegozo Goiocoechea I. M., 307. De Palma V. A . , 110. De Paola (S.) V., 607. de Pfyffer D'Altishofen E., 319. de Pinedo y de Larrea L . , 108. D'Ercole G., 877. Deriu F., 697. De Robertis R., 382. De Rooy L. W . , 694. t D'Errico F., 992. Deryckere E . , 380. De Sanctis O . , 646. De Sanctis M., 983. de Sant'Ana G. G., 1042. De Santis S., 989. Descamps M., 311. De Schuyffeleer G., 109. Desgagn G., 647. Deshaires P., 312. De Smet E. M . , 380. De Smedt G., 382. Desmond F. G., 982. Desmond G. G., 982. de Sousa D . , 1041. De Sousa G. F., 696. de Souza D. A., 48. de Souza T . , 1042. de Spee S., 319. Dessauer F., 381. de Streng F., 60. Desurmont R., 320. De Toledo B. B., 698. de Unamuno M . , 78. Deutzmann F., 991. De Valera V. E., 953, 959. de Vasconcelos Mota Card. O. O., 172, 862. Devaux M . , 48. de Vedruna de Mas (B,) G., 223. t de Vienne G., 880. De Villanova (S.) T., 753.

Index

nominum

personarum

1079

Devine E. F., 692. de Visscher F., 991. de Vitoria F., 98/ de Vittinghoff-Schell F., 318. Dewan M . , 693. de Wrede G. M . , 318. de Zumrraga J., 66. D'Hauwers F., 699. Dias E . , 990. Diaz Vacas G., 991. Dickerson G., 880. Di Costanzo F., 106. Didero B., 649. Diederieh D . , 877. Diez y Diez B., 104. Di Fabio G., .104. di Francia (S. D.) An. M . , 223. Difranco A., 317. Dignan E. F., 698. Di Lentini C, 378. Di Lorenzo A . , 877. Dimajo G., 650. Dimarno G., 877. Di Paola A . , 991. di Paola (S.) F., 417. D Quattro V., 985. Di Saia O., 987. Di Sales Aviat (S. D.) F., 223. Discacciati P., 317. Di Valerio A . , 104. Diviney F. P.,' 313. Doat E . , 382. Dodds P., 706. Dogget I., 80. Dogliotti A. M . , 696. Doherty R. W . , 980. Dolle G., 987. Domingo y Sabugal T., 307. Dominicis A., 700. Donati V., 382. Dondlinger M . , 695. Donnelly G., 647. Donoso I. A., 381. Dpfner G., 148. Doran A. G., 314. Dorh A., 985. Dorma F., 111. Dor R., 693. Dorrego F. A., 80, 337. dos Santos Cabrai A., 1041. dos Santos Garcia G., 307. D'Oultremont (S.D.) M., 763. Downes G. P., 700. Doyle E . , 983. Doyle F. G., 80. Doyle L . , 988. Doyle R., 648. Doyle U., 983. Dozolme G., 649. Draisci G., 985. Draxler C , 981. Dreher G., 980. Driscoll M., 105. Dubois E . , 697.

du Bus de Warnaffe C, 986. Duczynski F., 980. d'Udekem de Guertechin R., 992. Duellette A . , 647. Duesberg U., 108. Duffy G., 979. Dufour R., 696. Dukuli M . , 879. Dullard P., 649. Dumas G. C, 648. Dunne G., 82. Dunn L . , 984. f Duperray G., 992. Dupoux N., 319. Duquaire C, 312. Duque Villegas A., 306, 712. Durand A. I., 980. Durand R., 380. Duran P., 988. Durantini E . , 987. Duron F. J., 222. Dussault A . , 313. Duvas A., 48. Dwyer G. P., 636. Dzok G. S., 982.

E
Eagear R., 105. Sbranati P., 110. Echeverra P., 108. Egan J., 878. Egger C , 32. Ehret G., 381. Elf gen G., 320. Elizalde G. F., 648. Elsenburg A., 319. Elsenburg E . , 378. Eltrop E . , 315. Emblem B., 47. Emmenegger G., 106. Engelbertink B. A. A., 694. Engelke L, 645. Engeln P., 877. Engels G., 111. English M. F., 313. Enriquez M. C. F., 107. Erasmy M., 877. Erftemeijer G., 383. Ermolenko V . , 642. Escorel Rodrigues de Moraes L . , 378. Escribano G. V., 693. Escriv de Balaguer G. M., 644. Esorto G., 305. Esswein A . , 980. Estellita Lins A. E . , 692. Estevez C. R., 301. Etges A. F., 317. Etrillard G. M . , 113. Ettel G. A . , 980. Eugenin T., 862. Eugenius Pp. IV, 722. Evansville, 313.

Index

nominum

personarum

F
Fagiolo B., 877. Falarz B., 650. Falchi B., 47. Falcinelli E . , 877. Falcn A . . 312. Falconio F., 985. Falla Bonet E . , 986. Fallani G., 106. Fallucchi S., 111. Falsey G., 694. Fantappi B., 992. Fantola E., 47. Farina A., 317. Farmer R. A., 313. Farrell L. G., 695. Farricker G., 105. Faso G., 648. Fassy G., 312. Fattal G., 109. Faurie G., 979. Fay O., 314. Fazzalaro F., 650. Fearns G. M., 1042. Fedders E . , 863. Federici F., 879. Feeney G., 646. Feghali G., 984. Feichtner G., 981. Feldhoff O. G., 381. Fellini N., 697

Feltin Card. M., 200, 272,


605. Feola M . , 317. Fernandes de Sonsa A., 985. Fernandes M. D . , 175. Fernandez D., 990. Fernndez Galilea L., 224. Fernique B., 318. Feroce M., 697. Ferraioli T., 314. Ferrante L., 699. Ferrari A., 991. Ferrari F., 693. Ferrari N., 878. Ferrari P., 381. Ferraris D . , 651. Ferrata G. B., 880. Ferreira A., 694. Ferreira A. M . , 307. Ferreira G., 985. Ferreira P. F., 316. Ferreira R. G., 315. Ferreira S. A . 315. Ferrer L . , 112. Ferri P., 99.1. Fersini V., 384. Fey (S. D.) C.., 223. Ficarra A., 863. f Fiedler S., 992. Field G., 81. Fieux A., 989. Filipiak B., 644. Filippa R., 378. Filzer G., 645. Fini G., 382. Finizio F., 382.
T

Finocchiaro G., 879. Fiore E . , 103 Fiore N., 384 Fiorillo A., 985. Fischetti F. P., 697. Fittkau G., 312. Fitzgerald I., 989. Fitzpatrick G., 983. Fitzgerald J., 878. Flanigan L . , 982. Flannery W. T . , 646. Flavin G. P., 307, 313. Flechler P., 315. Fleitas A. M., 149. Fleurant P., 987. Flood B.. 988. Florack A. F., 314 Flueler M., 109. Flynn F., 105. Fogarty T., 649. Folegot A., 650. Foley C , 698. Foley G. P., 980. Foley M., 876. Foley P. G., 380. Folle M. A., 987. Folsom F., 107. Fondalinski G., 1041. Fong M. G., 170. Fontana A., 317. Fontana L., 651. t Fontenelle R., 224. For an C., 647. Foran G. E . , 981. Forattini U., 110. Formosa L. M., 102. Fornara D . , 880. Fornara L., 317. Forni E., 940. Forni R., 996. Forrester E., 105. Forstlehner G., 985. Forte C., 878. Fortini L., 697. Foschini G., 224. Foscolo U., 319. Fossati C. 110. Fourcroy A., 112. Fox A. F., 79. Fox G. G., 313. Fraccalvieri L., 3S3. Fragoso A., 305. Fraiese A . , 320. Franca L . , 646. Franchi F., 316. Franchi G., 108. Franchi O., 320. Franchin A . , 110. Franciolini G., 311. Francioni R., 699. Francis F. A., 991. Franco et Bahamonde F., 122. Frantz G., 47. Franssen F., 48. Frare G., 110. Frati A., 316. Freeman G., 81.

Freking F., 1042. Frenette E . , 745. Fr esta S., 112. Frias Hurtado E . , 862. Friedl F. P., 106. Frings A . , 987. Frings Card. G., 56, 993. Friol E . , 691. Froelich G., 695. Frvns G., 373. Fuchs G., 312. Fuerth A., 647. Fller G., 695. Fumasoni Biondi Card. P., 898. Funke E . A . , 695. Furey W . , 989.

a
Gabriel A., 311. Gabriel G., 310. Gabrielli A., 700. Gachet O., 372. Gagion G. A., 979. Gagnon E . , 314. Galeawi E. P., 108. Galeotti G., 110. Gallagher G., 979. Galli A., 649. Galligani R., 879. Gallina E . , 651. Galowitsh L., 105. Galvo F. N., 1.11. Gamba U., 651. Gambier F., 320. Gammino F., 988. Ganassi O., 110. Ganeval G., 696. Gangl M., 648. Gannas M . , 105. Ganot G., 695. Gantin B., 81. Gaoso P., 380. Gar bermi P., 699. Garca Benitez G., 715. Garcia Codes E . , 990. Gargia G., 979. Garcia G. C, 317. Garcia S. G. G., 111. Garcia y Garcia de Castro R., 979. Gard E., 47. Garofalo S., 877. Gar of oli A., 693. Garros M. B., 48. Garse P., 692. Gatton J., 104. Gaudel A. G., 883. Gaudenzi P., 106. Gaudet P., 647. Gauthier G. E . , 314. Gavotti G., 651. Gazzoli L., 319. Gazzoni P., 983. Geerdink E . , 384. Geldner I., 984.

Index nominum personarum


Gelier G., 979. Gelpi L., 697. Gemmeke P. G., 383. Geneja S., 984. Gennuso A., 317. t Godoy M. S., 992. Goebel M. P., 699. Gol G. B., 983. Goliebouski P., 1041. Gomes dos Santos F., 304. Gomes Matarin A., 985. Gomes de Llano F., 432. Gmez G., 646. Gmez M., 650. Gmez y Tamayo M., 38. Gonalves A. A., 646. Gonalves Cerejeira Card. E . , 422, 741. Gonalves C. G., 313. Gonalves G. G., 306. Gonsalves T. G., 646. Gonzales C. M., 121. Gonzalez et Valencia G. M., 723. Gonzales Vaklerrabano G., 979. Gormley F., 988. Garski V., 313. Gospodarek S. M., 313. Gosselin L . , 649. Gottardi A., 106. Gottardi A., 649. Gotthardt G., 373. Gouveia Card. T. O., 814. Gouzes L . , 381. Governatori L., 014. Graat S., 693. Grady T., 105. Grafi G., 652. Graham E . , 316. Graham J., 105. Grandgeorge R., 989. Grandi A., 382. Grandin (S. D.) V. G., 703. Gravaldi S., 319. Gravel A., 982. Greco G., 694. Green A., 102. Greene G., 648. Green T. G., 314. Grgoire A., I I I . Grgoire O , 320. Gregorius II (B.), 124. Greissa F., 380.

10

Gerlier Card. P., 605.


Geronazzo M., 317. Gerow R. O., 218. Gerstenkorn G., 650. Gerty F., 989. Geyer F., 46. Ghezzi A., 651. f Ghezzi P., 320. Ghizzoni P., 107. Giaccone E., 108. Gianfranceschi A., 149. Gianico B., 878. Giannattasio N., 645. t Giannico E., 652. Gianni D.., 110. Giannini G., 878. Giannini G. A., 319. Giannini R., 699. Gianotti L., 878. Giay L . , 991. Gibboni A., 650. Gibbons T., 47. Gielis F., 320. Gierczynski E., 984. Gieryszewski V., 980. Gii A. E. 312. Gilfillan P., 659. Gillen M. G., 981. Gill G., 988. Gilligan E., 987. Gilligan F. G., 981. Gillon L., 982. Gillon L., 432.

Guerriero A., 650. Guilfoyle G. H . , 314. t Guilfoyle R. T . , 652. Guillamn C. A., 109. Guillot G., 988. GuimarSes O. A., 647. Guizar Barragn L . , 103. Gui zar Valencia A., 886.. Gunning E., 649. Gurk, 313. Gurrieri S., 985. Guzman A., 699. Guzmn G. P., 111.

H
Haase A., 985. Haberkorn C. A., 316. Habraken G. O. M., 112 Hacker I. B., 38. Hadengue P., 48. f Haezaert G. G., 880. Hagan G., 987. Hagarty R., 878. Hgen R., 384. Hagertv E., 318. Haid B., 1027. Hainschink G., 384. H a j C. M., 48. Haller A., 986. Hall F., 81. Halligan J., 877. Hallinan P. J., 984. Halloran G., 105. Halloran G., 989. . Halpin G., 878. Hamaide G., 991. Hammer A., 40. Hammer W . , 40. Haneberg B., 312. Hannon E., 979. Hannon G. J., 983. Hannotin E., 880. Hansen F., 384. Happny G., 982. Harbrecht .1., 989. Hardiman .L, 877. Hare G., 693. Harnett G., 104. Harrington G. L., 320... Harris V., 104. Hart C. A., 314. Hartke L., 877. Hartl O., 80. Hartmannus B., 31. Hascer G., 307. Hatton D., 102. Haug G., 105. Hauser R., 316. Hayes J., 9S9. Healey F., 695. t Hebb H., 992. Hebert E., 982. Heenan G. O., 307. Heerey C, 373. Heidrich Z. S., 984. Heimick W. B., 699..-

Giroy Card. N. T., SO, 81.


Giner A., 32. Gingras G., 648. Giobbe P., 258, 260, 742. Gioja G., 697. Giolitti S., 992. Giordano E . , 317. Giorgino F . , 879. Giorgi U., 700. Giovannelli O., 985. Giovannetti F., 382. Girad E. S., 314. Girad G., 990. Girad P., 344. Gif bes (S. D.) G. N., 763. Giroux A., 650. Giscard d'Estaing E., 698. Giuliani E . , 991. Giuins G. V., 698. Gleason J., 878. Gleen P. G., 646. Gleeson G., 373. Gleijseses M. R., S79. Glowczewski L . , 986. Gnisci U., 697. Gnutti B., 382. Gnutti M., 382. Gnutti U., 110. Gobreski M., 989. Godfrey G., 377.

Grente Card. G., 605.


Greylish T., 648. Grieco O., 383. Grigolon B., 109. Grijalba C. G. A., 382. Grillot P., 47. Grimes G. R., 879. Grolier M. L. R., 683. Gros L., 311. Grutka A., 38. Gruyters G., 110. Gualandi F., 682. Guanlao G., 646. Guarini M., 317. Guerard G. M., 692. t Guerra F. A., 112. Guerrero A. M., 388, 635. Guerrero C, 645. Guerrero C. M., 306.

1082 Henderson C., 697. Hendriks G., 698. Hengabach F., 1042. Henry A., 372. Herbosch M . , 384. Herbosch O., 112. Herdegen A. G., 984. Hermes G., 105. Hermosa et Sarmiento F. G., 37, 38. Hernndez G. A., 877. Herraiz M. F., 105. Herrera A., 305. Heslin G., 313. Heuss T. Praeses., 1033, 1049. Heu vers L., 46. Hevia R., 381. Heyman G., 384. Hickey R., 647. Hidalgo N. F., 982. Hieronymus (S.), 745. Hillen L. G., 698. Hill P., 980. Himmer R., 987. Hindmarsh V., 384. Hines V . , 648. Hinterdorfer G., 699. Hishen J., 877. Hoen B.,- 110. Hoffmann B., 373. Hogan A . , 982. Hogan F., 695. Holley J., 877. Holterman G. M. M., 81. Holub E . , 105. Hoogeweegen R. E. M., 694. Hoot O. A., 979. Horckmans G., 380. Horgan P., 988. Horion A., 984. Horkin P. G., 700. Hornbck G., 652. Horst O., 699. Horten (S. D.) T., 223. Hopfgartner E . , 313. Hdrvth R . , 38. f Hospital G., 880. Hoster G., 315. Houlihan J., 877. Hovermann V. T., 104. Howard M., 106. Howard M. O., 695. Huber A., 312. Huber V., 643. Hudovernig A., 652. Huet I . , 991. t Hughes T., 320. Huguet y Cardona (S. D.) G., 1042. Hurley D., 985. Hrtgen R., 315. Hyder R. L., 982. Hyland F., 889.

Index

nominum

personarum Keefe G. W . , 981. Keeley R. G-, 694. Keenan G. D . , 982. Kees G. M . , 647. Keleher G., 988. Kellenberg G. F., 307. Keller M . , 993. Kelly D. M., 313. Kelly G., 985. Kelly G., 979. Kelly I., 878. Kelly M., 313. Kelly T., 984. Kmerer G., 305. Kennally V., 81. Kennedy F., 316 Kenny G. S., 980. Kertz P., 650. Kerwan G., 648. Kerwin G., 979. Ketchen G. R., 647. Khalil G., 378. Kickel E . , 979. Kiely J. P., 982. t Kierkels L. P., 992. Killen G. Q., 983. Kim B., 372. Kimbondo P., 79. Kirchner F., 316. Kisvarday C , 991. Klein C , 987. Klein E . , 381. Klepacz M., 1041. Klimm S., 984. Klingler G., 987. Kloss R., 692. Klub G., 311. Knox G. R., 224. Knox G. R., 371. Kock P., 47. Kodatsch G., 648. Koenig H . , 982. Koenig L., 984. Koesling G., 646. Kohlberker L., 988. Kokoszka F., 984. Koller A. G., 981. Knig F., 102. Konings A . , 29. Konsbruck G., 46. Koopmans F. E., 699. Koppman R., 373. Korsten G. U. W. T., 698. Kortmann E. M., 378. Kossakowski M., 980. Kostial D., 984. Kostival G., 984. Kovacevich G., 48. Kowalewiez I . , 984. Kozelka L., 312. Krmer C. F., 316. Kramreiter R., 692. Kraus R., 983. Kreichgauer A., 991. Kreiger F., 693. Krug E . C , 693. Kucera A. B., 307. t Kucera B., 320.

Iannello G., 383. Ibars A., 254. Intreccalagli (S. D.) A. A., 223. Ibez A. H . , 121. Iglesias L. L., 698. Illwitzer F., 652. Imbeau T. L . , 648. Immerfall R., 989. Iakamp A. M . , 383. Innamorato L.., 107. Innocente L., 700. Invernizzi V . , 699. Ioseph (S.), 28, 999. zzo A . , 382.

J
Jacobs H . , 989. Jacovoni A., 987. Jacquier G. M., 311. Jaeger L., 993. Jagogsinski H . , 877. Jakiel S., 635. Jalabert G., 876. Jambers G., 48. Janele L . , 698. Janer Anglarill (S. D.) A. M., 223. Janniello F., 989. Jansen M. A . , 260. Janssen E . , 149. Janssens E . , 314. Jantoschi P., 112. f Jauregui y Goiri A. C, 880. t Jeanmard G. B., 224. Jeanraard R., 988. Jelinski F., 980. Jobs T., 105. Joinville E. V., 698. Joos D . , 105. Jornet y Ibars (S. D.) T., 222, 253, 764. Joubert M . , 983. Jouneaux D . , 374. Jousset M., 380. Joyce R. F., 37. Jssenmann C., 1042. Juergens S., 315. Julien D., 647. Julien E. 647. Jrgens M . , 698.

K
Kadras G., 313. Kanduth G., 652. Kannappa L . , 108. Kassis F., 695. Kattus F., 111. Kattus G., 111. Kattus G., 111. Kaup E., 648. Kaupeny L., 698. t Kedigian P., 880. Kedwin E . , 989.

I
Iacobelli G., 110. f Iacono G., 652.

Index

nominum

personarum

1083

Kuczynski G., 985. Khn A., 47. Kulp G., 650. Kunze A . , 378. Kwinten E. P. G., 698. Kyte L . , 380.

L
Labb A., 694. Labrecque G., 694. La Brie N. A., 377. Labro G. M . , 48. Laca S. A . , 650. Laeombe A . , 381. Lafage M.; 251. Lafayette L., 306. Lafitte F., 149, 869. Lafleur G. L. P., 314; Lafortune E., 314. Lafranee C. E . , 694. Lagegren G.. 651. Lahart J., 878. Lahou G., 992. Laibe J., 989. Laloy G., 691. Lambert C G . , 384. Lambert D . , 650. Lamont E. D . , 373; Lamote G., 698. Lamprecht G., 316. Lamsens G., 110. Lanata Coudy L . , 978. Landazahal U. G., 105. Lane G., 983. Lanfry G., 48. Lang L., 695. Langlais G., 47. Langlebert A., 48. Lang L. L . , 693. Langlois G. F. E . , 314. Langlois R., 647. Langmead A., 104. Langmead A., 646. La Pietra M., 697. Lapointe E. G., 314. La Pointe M . , 698. Lardone F., 388, 881. La Riccia G., 879. Larrea R. L., 176. Lauzuriea y Torralba F. S., 103. Laval (S. D.) G. D., 1049. Lavorano L., 878. Lawler P., 989. Lawrence D., 879. Lawry L. P., 647. Layne A. P., 649. Leahy B., 648. Le Barazer G., 649. f Leblanc A., 320. Leblanc G. B., 692. Le Blan G., 989. Le Blond C. H . , 53. f Lebouille E . , 652. Le Brun G., 312. Lecaras M. R., 985.

Leclef E . , 314. Leclef L . , 108. Leclef L., 988. Leclef U., 108. Ledere C , 314. Leduc E., 698. Ledune E. L. E . , 694. Leech G. L., 645. Lefebvre M., 113, 391, 706, 946, 948. Lefebvre G. C, 698. Lefort G., 985. Leger Card. P. E., 176, 745. Lger E., 47. Legifer L, 806. Legrand G :, 699. Lehmann E., 320. Lehoux G., 648. Leiprecht C. G., 58. Leiser E., 982. Le Mevel G., 693. Lemmns F., 319. Lempers E. A., 694. Leonard G. G., 982. Leonardi A., 879. Leonardo F., 862. Leone G., 107. Leone R., 110. Leone Pp. X, 724. Leone Pp. X I I I , 35, 345, 609, 726, 890, 1007. Lepitre L., 47. Le Pot E . , 692. Lequarre R., 48. Lercaro Card. G., 401, 719. Le Roy H . , 695. Lesage L., 647. Letendre G., 982. Leutgeb M., 647. Levesque J. L., 320. Levy E . , 109. Lex G., 652. Lianza C., 991. Libotte L., 112. Licht A., 651. Lichtenegger M., (S. D.) 40. Linart Card. A., 605. Ligi B., 878. Limoges R., 647. Limonciello G., 700. Limouzin Lamothe R., 988. Limpens M. G., 383. Limper G., 381. Linglin M., 695. Lipinski V . , 985. Lira G. A., 317. Lisimachio A., 992. Lissandrello G., 985. Lissoni P., 693. Lissowski L. V., 980. Litoma L., 104. Livi A., 878. Llopis et Y vorr E . , 821. Lloyd S., 67. Locatelli V., 317. Locco F., 317. Lodes G., 984. Lodigiani L., 317.

Loehr E . , 979. Loeseh A., 46. Loewenau G. F., 1041. Lombardi A., 179, 182, 184, 188, 191, 194, 334, 393, 746. Lombardi L., 318. Lombardi R.. 207. Lommel L., 377. Lonati N. 695. Long A., 380. Longehambon E . , 696. Loosdrigt S., 102. Lopez da Cruz E., 646. Lopez de Arriba F., 879.
Topez N. F., 986.

Lopez Novoa S., 254; T,orek G. C, 1041.

Torenz A., 987.


Lorenz P. E., 104. Losano G., 991. Longhlin E. I., 698. Loupart O. M., 109. ^orecchio S., 317. Loveriti G., 700. Lowrv G;. 984. Lubrano G., 46. Lucas M., 103, 119. Lucchini P., 696. uchtenberg P., 201. Luciano G.. 697. Luddv F, W . , 314. Lugli M., 112. Luisi R., 877. Luan L., 988. Lnlli A., 109. Luna C. C, 332. Lunghi E., 320. Luns G., 691. Luperi A. A., 987. Luque Card. C., 49, 198. Lurz G., 315. Lutz E., 983. Luykx G. G., 383. Luzzi F., 112. Lynch G., 107. Lynch K . , 3^6. Lynch L., 878. Lyng G. T., 313. Lyons F., 80.
r

M
Maassen G., 698. Macacek E . , 646. Maccarrone M., 877. Macedo Soares E . , 47. Mac Gowan G. C, 383. Me Hugh T. J., 979. Mackenzie A. S., 877. Mackinnon M. G., 877. Mackin P., 982. Maclellan G. A., 647. Maclellan M. A., 877. Macri G., 314. Maczkov D., 984. Madden G. S., 979. Madden J., 989.

1084

Index'

nominum

personarum

Maes O., 47. Maffei F., 700. Maggia G., 381. Maggi G., 317. Maggini A., 382. Maggiora Benevolo E., 991. Maginn E. G., 636. Magionesi D., 700. Magner J., 982. Magrin F., 984. Maieli O., 699. Mainardi S., 317. Maino U., 105. Maklakoff G., 988. Malatesta L., 110. Malfatti L., 110. Mallet P., 312. Malloy C., .106. Malone G., 647. Malzone Hugo E . , 149. Mananet y Vives (S. D.) G., 88. Manca A . , 696. Mancini N., 695. Manganelli E., 110. Mangan G-, 695. Manjn A., 365. Manna A., 991. Mannaerts E. L., 319. Manning B., 105. Mannix G. F., 649. Mantiero A., 720. 'M'a Ntsebo Seeiso Griffth A., 904. Marabini A., 697. Marano R., 879. Marbach G., 650. Marcante L . , 645. Marcato G., 651. Marchand G., 312. Marchesani F., 1001. Marchetti E . , 315. Marciano V., 316. Marcinowski G., 980. Marcoux A., 64S. Marcus (S.) Evangelista, 125. Mar A . , 382. Marella P., 884. Marini A., 111. Mariotti E . , 878. Markey A., 105. Markowski S., 985. Marozzi G., 636. Marquardt L., 979. Marqus E . , .148. Marques T. F., 647. Marrero D. G., 982. Narrni G., 876. Marti (S. D.) F., 86. Marti G., 86. Martineau E . , 649. Martineau P., 695. Martnez R. G., 109. Martin G., 979. Martin G. .T., 980. Martin Inior A. B., 37. Martin P., 80. Martin R. J., 636.

Martin S., 646. Martins de Moris E., 312. Marzoli I., 47. Mascarenhas R., 104. Mascia F., 992. Masas C, A. A., 37. Massari G., 107. Massone E., 992. Masterson D . . 878. Mastino F., 979. Matamoros G. R., 981., Materazzi G-, 318. Mathieu O., 311. Mathieu G., 650. Mattei-Lota G. N., 311. Matteucci B., 877. Matteucci M., 107. Maugeri M., 991. Mauro A., 176. Mayer A., 322. Mayer G., 109, 305. MaMayerhofer G., 109. Mazioux G., 312. Mazza A., 877. Mazzarella B., 862. Mazzarone A., 877. Mazzarotto T., 651. Mazzarotto H . , 635. Mazzleni E., 382. Mazzoni P., 129. Me Call G. W . , 313. Me Oarthy E., 312. McCarthy E. G., 982. Me Carthy G., 646. Me Carthy G. G., 148. Me Carty L. G., 981. Me Cormack G., 863. Me Cormack G. W . , 319. Me Cormick E. J., 648. Me Dermott G., 985. Me Dermott I., 878. Me Donald A., 106. Me Donald G. F., 313. Me Donald G. G., 380. Me Elderry G. H . , 700. Me Entegart B. G., 307. Me Gedugh G., 310. Me Guire D. A., 315. Me Guire G. P., 980. Me Hardy G., 545. Me Intyre B. G., 694. Me Mahon T., 650. Me Manus B., 692. McNabb A . , 646. McNichols W . , 878. Me Nicoli P., 694. Me Phillips F., 105. Me Pherson D . , 313. Me Quillan G., 647. Me Rea G., 880. Me Vinney Rossell G'., 979. Meaney D., 695. Meeus A., 987. Meeus L., 111. Meier G., 646. t Meile G., 112. Meile G., 319. Meindl G., 312.

Mejia U. L., 636. Melandri I., 381. Melani O., 878. Melchiorre B., 992. Meies D . , 879. Mellerio B., 693. Meloni F., 110. Mena Porta G. G. A., 149, 395. Mendel G., 1027. Mendoza Guerrero G., 104. t Menna D., 880. Mennini L., 107. t Mercati Card. G., 652. Mercier A., 48. Merey M., 695. Meriggi V., 108. Merlino B. L., 992. Merola R., 651. Mersich M., 652. Merveilleux du Vignaux C . 696. Mester S., 986. Meunch A. G., 634. Meyer O. F., 649. Meyer P., 880. Mezzacapo P., 651. Micara Card. C, 84, 90, 171, 252. Michalski G., 984. Michalski G., 986. Michaud E . , 650. Michaud M., 311. Michel E . , 991. Michel E . , 991. Micheletti (S. D.) A., 1049. Micheli E . , 878. Mieliwski R., 985. Mietek C, 985. Migliorini B. L., 311. Mikulski P., 986. Milanesio D., 757. Milauskas C, 316. Mimmi Card. M., 725. Minelli D . , 697. Minervini L., 106. Minniti G., 316. Minuti G., 698. Mirinowski C, 986. Mislivecek P., 697. Mistrello O., 384. Mitterer A., 106. Mize G. G., 694. Mohammad Jahja N., 990. Mojajsky-Perrelli G., 1050. Moleux P., 48. Molinelli E., 648. Molino F., 979. Molloy P., 982. Molloy T., 695. Monaghan G. P., 649. Monen D. I., 695. Mongilardi F. T., 102. Mongo T., 975. Monnikendam M., 694. Monni R., 879. Montane D. F., 316. Montefusco G., 110.
P

Index nominum -personarum


Monti M. G., 110. Monti N. D . , 110. Montini G. B., 402. Moore G. G., 648. Moortgat A., 112. Moortgat V . , 991. Moris Penido G. M., 10' Morales Gmez G., 109. Moran G., 649. Moran S., 105. Moran V . , 982. Morando V., 648. Moratto E . , 112. Moreau M . , 384. Morelle P., 48. Morelli M., 991. Morel M., 48. Morera M., 90. Morgan C , 989. Morgante M., 149. f Moris G., 80, 652. Morisset N., 648. Moroni A . , 11. Morosini M . , 106. Moro Visconti G. C, 991. Morrissey D., 988. Morthorst F., 315. Mosconi N., 722. Motta G., 990. Motylewski J., 877. Mouezy G. M., 983. Mouro M . , 698. Mousset G. G., 103. Muccio A . , 314. Mcker G. V. G., 383. Mueller E. I., 317. Muench A. G., 993. Muench L . , 201. Mhlenbrock W . , 315. Mullaney P., 989. Muoz B. G., 313. Muoz Pomar V . , 108. Mura A., 3S2. Murdoch G., 647. Murphy A. A . , 692. Murphy G. P., 311. Murphy M., 989. Murphy T., 649. Murray G. M . , 313. Musger A . , 696. Mussi L . , 107. Musty G. B., 1041. Mutsaers G, A . , 383. Mutsaerts G. F., 694. Mylanyk G., 986. Negromonte A. 315. Nesi M., 317. Neubauer F. R . , 318. Neudecker R. L . , 981. Neuenzeit F., 381. Neves M. B., 696. Neyens A . , 378. Ngabo P., 983. Nicastro R., 880. Nicodemo E., 311. Nicolini (S. D.) G., 764. Niebler G., 105. Niekel G. E . , 646.. Nierman A., 257. Nio Azcona L., 104. Novhs P., 691. Nogueira L. G 878 Noirot M., 985. Nolin P., 983. Nolli P., 987. Nossent C. G., 696. Notorangeo G., 107. Novarese L . , 983. Novelli L., 381. Novello F., 378. Nowak W. F., 700. Numuncur (S. D.) Z . , Tfi.
;

1085

Osgualdo V., 112. O'shaughnessy ' G. F., .380. Osso y Cervello (S. D.) E . , 223. Osterrath F., 80. O'Sullivan M., 647. Oswald C , 320. O'Toole G. G., 700. Ottaviani Card. A., 432. Ottaviani F., 382. Ottaviani V.. 983. Otunga M.., 81. Oudin R., 699. Dusset F., 693. Owczarek .T., 878. Owens S. P., 647.

N
Nadziejko E., 430. Napolitano R., 649. Nash G., 982. f Naslian G., 880. Nassaux S., 106. Natoni E . , 697. Navagh G. C, 307. Navarro I., 108. Negrin E . , 720.

Pacatang F.., 312. Pacelli C , 107. Pacetti G., 110. Paci F., 990. Pacini O., 651. Paciotti G., 700. Paddock E., 105. Padellaro G., 987. Tadmiotti M . , 880. t Pafundi D., 652. O Pagani G., 692.. O'Bready M., 982. Pagliari G., 698. Palazzini P., 46. O'Brien G., 648. O'Brien G. J., 981. Palestini C , 651. J Paino A., 304. O'Ceallaigh S. T., 176. I Palacardo V., 692. O'Connell E. G., 320. Palandri E., 880. O'Connor E- A., 313. Paleczny M., 695. j O'Connor L . , 694. Pallacio-Morin E., 699. i O'Connor M., 313. Palm G. G. M., 700. I O ' D a y M., 878. Palmisano F., 991. Oddi S., 176. Pambianchi P., 879. t Odendahl G. P., 112. Panichi S., 991. O'Doherty G., 979. Panico G., 745. O'Donnel C , 982. Pantalena A . , 382. O'Donnell M., 650. Fanzini L . , 112. O'Donoghue P., 813. Paolella F., 695. Oesch A., 104. Papasogli-Pizzotti G., 692. Ogez G. M., 81. Pappacoda G., 697. VGrady G., 697. Papp L., 984. O'Haire H . , 989. Paquette C , 698. O'Hara E. V., 52. Parisot L . , 81. O'Hara G. P., 737. Parmegiani A . , 318. O'Keefe G. F., 981. Pasca D., 700. O'Keefe .T., 989. Pascolini G., 317. O'Kelly G. Praeses., 318. Paskus G., 982. Oldmixon E . , 700. Passama E., 47. O'Leary G., 313. Passarelli F., 693. Olier G. G., 272, 244. Pastore A., 696. Olivaint (S. D.) P., 342, 375. Pastore G., 988. Oliver Trottier L., 682. Paternostro A., 646. Olivotti G., 149. Patru O., 290. Oison R. I., 695. Paulus Pp. V, 892, 1006. O'Meara E . , 984. Paupini G., 432. Oativia G. Z . , 104. Pausillo U., 106. Oa y Ribot G., 381. Pautrie E . , 320. O'Reilly G. B., 981. Pavani A . , 880. O'Rourke F., 988. ! Pawlik E . , 990. Osculati E . , 697.

1036

Index

nominum

personarum
1

303, 606, 720, 758, 888, Pawol S., 988. 1002. Payette E. G., 692. Pius Pp. X I , 376, 402, 605, ' Pazheparambil T., 106. Piwowar S., 982. Paz L., 747. Pizzoni E . , 78. Pea L . , 383. Platero L. P., 121. Pedicini G., 645. Plaza G., 636. Pedone A., 107. Plourde A . , 648. Peinado Espino F., 987. Plumey I., 391. Pellanda L . , 877. Pluta F., 647. Peleeehia R . , 979. Podbielski S., 979. Penso C., 148. Podorieszach A. M., 641. Perani V., 110. Poggiali R . , 697. Pereira da Silva G., 646. Poisa A., 112. Poisson P., 694. Peranzoni C., 110. Poli O., 878. Pereira Do Amaral G., 985. Poloni G., 106. Pereira G. A., 316. PoDcelet M., 989. f Pereira Ribero A. E., 224. Ponzi D . , 110. Prez C. M . , 305. Popelka O. N., 981. Peri T., 986. Porcheddu L., 315. Perini P. R., 110. Porter G. T., 373. Perrot G., 693. Pospisil F., 696. Peruzzo V., 692. Post G. G., 383. Pesenti G., 329. Poswick P., 222. Pessina A., 878. Pothier G., 694. Peters G., 46. Pourbaix H . , I I I . Petix S., 317. Pourcelot G., 381. Petrella M., 649. Povoa T. F., 317. Petrelli G., 103. Power G. F., 979. Petricone F., 695. Pazwa L., 984. Petrn F. A., 695. Pozzetti G., 878. Petsehowitsch P., 652. Pozzi M., 9S7. Petti E . , Pozzuoli A . , 316. Peutz P. L. E . , 698. Prado G. G., 310. Pewel Ring A. V., 431. Pragerstorfer G., 986. Pez R . , 991. Prandelli G., 693. Pezzali R . , 384. Pregenser E . , 650. Phaneuf G. M . , 647. Prejet A., 700. Philippe A., 109. Prendergast M. V., 311. Philippe M., 312. Prever G., 378. Phillippart A., 112. Prvost G. R . , 80. f Piazza Card. A. G., 22?.. Prvost L . , 312. 348, 644, 1050. Primatesta R., 636. Piceo (S. D.) E . , 769. Primault M., 383. Piek M., 650. Prisco (S.), 717. Pierry G., 649. Pritz G., 985. Pigeon G. A., 314. Profeta L . , 315. Pigott G- M., 692. Pronadl A . , 312. Pigott R., 311. Prou A., 384. Pilato B., 317. f Prunier E. A., 224. Pillan A., 381. I Prussen N., 47. Pilles G., 652. Pruvost G., 111. Pilon V. E . , 647. Pulcini G., 108. Pinardi V., 697. Pulito G., 317. Pineau C . , 691. Pullano G., 863. Pinto F. D . , 315. Fullens C. G., 698. Pinto G. M., 311. Puno P., 646. Pioletti L . , 981. Punzlo A., 395, 701. Piotrowski S., 980. Pursley L. A . , 37, 386. Piquet M., 975, Putzer G., 985. Pirelli A., 38. Pye G. B., 107. Pires F., 645. Pires G. M . , 635. Pirolley E . , 304. Pirotto A . , 315. Q Pirrone E . , 697. Quaglia E . , 106. Pius Pp. IX, 609, 940, 952. Quinlan T., 398, 704, 708. Pius (S.) Pp. X, 262, 268, Quinn G., 648.

Quinn J., 878. Quinn M., 648. Quinn W . , 878. Quiones M., 107. Quintana T. M . , 37.

R
Raballand A . , 102. Rabe B., 983. Racine E . , 695. Reckinger G., 877. Ragonesi R . , 651. Raimondi A . , 886. Raimondi G., 649. Raimondi L . , 224. Ramboz O., 312. Ramondini P., 699. Ramondot P., 649. Ramos A. G., 635. Rampini B., 990. Rangoni-Machiavelli P. S. G. 693. Ranieri I I I , 310, 318. Rashid A. I., 695. Raspanti M., 305. Rau E . , 28, 305. Ravagnan C., 696. t Readv M. G., 320. Re C., 311. Recinos D . , 863. Reed V., 1042. Regan C. F., 980. Reggio dei Marchesi V., 651. Reidy D., 979. Reignard P., 695. Reina L . , 697. Reinold L . . 983. Reishofer G., 48. Rem (S. O.) G., 224. Remmerswaal T., 378. Renzo L . , 990. Rettagliata G. B., 314. Rettani G., 700. Reynal G., 696. Reyntjens C., 109. Ricceri F., 306. Ricci C, 382. Richard A., 47. Richter P. L . , 649. Ricketts G. L . , 881. Ridola M., 105. Riegr O. F., 649. Rientjes A., 647. Rigali J., 989. Rigo G., 105. Rigot R . , 111. Rimboud R., 988. Rinaldi A., 108. Risso M . , 987. Ritter G., 103. Ritter G. E . , 52, 307, 385. Riva F., 381. Riveron A . , 695. Rizza G., 985. Rizza G. C., 880. Rizzo G., 103.

I I i

Index

nominum

personarum

1 0 8 7
Schladweiler A., 1042. Schladweiler A. G., 981. Schmid C, 432. Schmidt G., 650. Schmidt V. L . , 1041. Sshmitt E. G., 312. Schneeweiss G., 315. Schnell U., 111. Schoffelmeer E . , 694. Schorr G., 650. Schroeder M. V., 109. Schrder R., 316. Schulte P., 385. Schwarz L . , 105. Scozzina P., 635. Scully F., 380. Scully G. A., 636. Sgaut M . , 319. t Segura y Saenz Card. P . 224.

Roaeh G., 105. Roa D . , 1041. Roa D . , 1041. Roberts D . , 988. Roberts G., 105. Robin L., 270. Roca C M . , 104. Rocchi A . , 400. Roche E., 878. Rodofili G., 48. Rodrguez A., 395. Rodrguez A., 701. Rodrguez Andrade P. M., 306. Rodrguez M. F., 311. Rodrguez R., 384. Rollin D . , 647. Roman G., 988. Romani A., 106. Romani S., 42, 85, 87, 90, 256, 759, 762. Romano A., 878. Rombach G., 383. Rombai C, 700. Rombout F.,-110. Romero y Guerrero F., 312. Romita F., 983. Roncalli Card. A. G., 149. Ronzello E . , 988. Rooney G. I., 319. Roques Card. C, 605. Roriz G., 694. Rosa M., 106. Rossell et Arllano M., 382. Rossello F., 987. Rossetti B., 721. Rossetti V., 650. Rossi C , 311, 952. Rossi De Gasperis L . , 380. Rossi L. G., 110. Rossi N., 314. Rossini A., 384. Rossini A., 645. Rossini L . , 384. Rossi O., 819. t Rosso G., 880. Rosso G., 38. Rosso G., 648. Rota M . , I I I . Rota P., 311. Roumagnac C , 693. Rousseau A., 692. Roux 6, 47. Rowan O. G., 981. Roy A . , 648. Roy F., 46. Roy O., 648. Rozendaal G. T. L., 694. Rozera B., 991. Rubies F. L . , 109. Rudin G. G., 974. Ruiz y Castillo A., 315. Rusconi F., 985. Russo G., 317. Rustichelli G., 112. Ruskowski A . , 984. Ruskowski R. A., 981. Ryan G., 981.

Ryan G. E . , 981. Ryan G. T . , 649. Ryan L., 981. Ryan R., 80. t Ryan R., 652. Ryan T., 314. Rynkiewicz P., 984.

S
Sabbadin L . , 112. Sacchetti C, 698. Sacco Q., 699. Saed M., 644. Sagarminaga A., 649. Sainsaulieu L . , 988. Sainte-Marie Soruco O., 691. Saint Uubin D., 647. Salem H . , 989. Saleri P., 382. Salesio (S.) F., 759. Salgueiro E. T., 422. Salmn E . , 692. Salvade" G., 699. Salvaggi G., 380. Salvatori G. B., 880. Salvetti G. M., 48. Salvini P., 382. Samidorai A., 646. Samitz G., 384. Sampaio A., 876. Snchez C, 106. Sanschagrin A., 863. Santoli F., 382. Santoni P., 878. Santaro C, 317. Santoro S., 697. Santos Da Cunha M. A., 987. Santos E . , 646. Santucci B., 986. Santuccione D . , 378 Sanyoun S., 102. Saraceni G., 696. Sarcelet G., 381. Sardone F., 106. Sargenti O., 318. Sarto G., 986. Sarto M. G., 315. Sartori D., 110. Sarullo M., 317. Saudeiii D., 878. Savarese F. M., 349. Savelberg (S. D.) P. G., 763. Savio (S.) D., 199, 206. Scaldarella D . , 649. Scalognini S., 106. Scarelli L., 110. Schfer F., 984. Schaller E., 104. Schapman G., 378. Sehaud L., 990. Schebesta C, 694. Scherer T., 104. Schettini D., 106. Schettini F., 692. Schiavo A . , 378. Schiavoni G., 106.

Seiferman G., 648. Semakula P., 989. Semeraro O., 306. Sena De Oliveira E . , 645. Senis B., 84. Sensi G., 176. Serrano Abad E . , 819. Severae R., 692. Severi P., 876. Severi P., 862. Sgubbi C, 110. Shaik F., 880. Shanahan T. G., 981. Shea E . , 648. Shea M . , 695. Sheehan T . , 648. Sherry G. L., 983. Sheridan L., 989. Shouvlin G., 380. Siegienski G., 981. Sigfried A. G., 380. Signora A . , 304. Silva E . , 111. Silva E. A., 381. Silva F. P., 635. Silvestrini F., 696. Simoni B., 699. Sioli A . , 106. Siri Card. G., 176, 830. t Sismondo G., 1050. Sisto Pp. IV, 1007. Skrzypkowski A., 984. Slager F. F., 383. Slakey R. L . , 695. Slaughter W . , 989. Sluiter U. T., 384. Smalarz G., 105. Smet (B.) E . , 169, 22, 339,. 361, 374. Smet E . , 339. Smorti E . , 651. Smyth M. G., 48. Soares F., 384. Soares F., 990. Soares I., 334. Soares I. G., 978. Sobezynski A., 980. Sobieski I I I G., 854.

1088 Socorro L. A., 981. Solamito O., 696. Solamito O. O., 1049. Sola Rodrguez B. E., 986. Solis G., 700. Solitta A. G., 695. Sollazzo S., 111. Sommerrock G., 320. Somville W . , 992. t Sonik F., 1050. Soracco A., 110. Sormanti G., 104. Sosa Gaona E., 701. Soto D . , 98.

Index

nominum

personarum Thiefry E . , 988. t Thill F. A., 320. Thoby P., 380. Thomas F. S., 645. Thomas G., 382. Thoreau G., 991. Thorndike R . , 109. Thorpe G., 979. Tiberghien E . , 691. Tighe E. F., 380. Tinajero y Estrada M., 103, 992. Tipton Bowmer G., 988. Tisserant Card. E . , 224, 482, 606, 644, 727, 978. Todarello G., 316. Togneri B., 878. Tobert G., 879. Tornasi S., 104. Tomassini D . , 649. Tornei C, 699. Tondelli M., 380. Tonetti G., 149. Tornet F., 254. Tortora G., 651. Toscano P., 314. Toti A., 112. Toulemonde L . , 320. Toussaint R., 695. i Townsend R., 990. j Trabucco V., 989. Trainof H . , 982. Tranquilli L. E . , 880. Trebbi M., 697. Tremblay A. E . , 647. Tremblay V . , 648. Tremblot De La Croix E . , 695. Tremmel M., 650. ^remolieres G., 48. Trepanier G., 693. Trevena G., 309. Tricase V., 106. Tridico A., 317. Trincineri L, 698. Trivisonno M . , 984. Trogolo C. A., 987. Trottier A. E . , 695. Truszkowska (S. D.) M. A,., ' 1049. Tscherrig G. A., 81. Tumino G. P., 650. Tupini U., 108. Torcios y Barahona G., S03. Turner A., 47. Tuzzi O., 697.

Stritck Card. A., 385, 976 Struck G., 984. Struth G., 986. Stuccoli E . , 991. Studer O., 319. Stuhr G., 982. Stuth E. P., 655. Stutz O., 104. Stuyt L . , 380. Fuarez F., 98. Furez F., 365. Pullivan A. A., 980. Sullivan E . , 104. Sullivan E . , 646. Sullivan G. A., 695. Soto-Auguilar C. D . , 320. Sullivan G. G., 696. Soto G. S., 636. Sullivan H . , 695. Soubirous (S.) B., 611. Summers Iseru F., 990. Souza F. E . , 990. I Suneg G. A., 648. Sowinski S., 984. I Suren V. T., 980. Spada A., 110. Spada F., 108. Surprenant A. G., 313. Spada M., 107. Sss F., 992. Spagnoletti M., 112. Swarowiski A . , 692. 'Spanedda F., 37. Swarttouw E . , 380. Spavento G., 106. Sweeney E. F., 983. Spellman Card. F., 816, 824. Sygnatowicz L., 986. Ssczerkowski A., 982. 970, 1042. Sxymanski A., 984. Spezzato G., 697. Szymanski G. R., 695. Spina A. S., 313. Szymanski S.. 984. Spiotta G., 382. Spitaels E . , 109. Squintan A., 37. Squintani A., 37, 979. T Stablo R., 693. Staekler R., 48. Taboada R. P., 388. Stachnik R., 315. Tacconi R., 318. Stadtmueller F., 980. Tagliabue P., 700. Staes C , 992. Tagliabue S., 149. Staffa D., 310. Tagliaferro G., 983. Staib C, 979. Talleur V., 747. Stalder G., 104. Tambur r ano L., 990. _ Stamer L., 312 Tampier L., 985. Tancredi G., 318. Stangelberger A., 109. Taormina F., 382. Stangl G., 636. "'"irdlf A., 650. Stanton M. W . , 636. Turin (S. D.) F., 223. "Stara S., 47. Tarsen P., 172. Starr G., 105. Tuber A., 111. Staunton G., 316. Tavass. La Greca F., 880. Steffen A. O. M., 314. Taverne de Mont-d'Hiver P., -Stegmueller F., 312. 330. Stein A . , 985. Steinberger G., 383. Taylor G. L, 700. Steinhoff F., 201. Taylor L., 372. Stella L . , 317. Tedescumi Card. F., 87, 90, Stella U. T., 894. 644, 761, 1001. Stemper A. M., 975. Teeuwen S. G. G., 316. Stirati G., 108. Tenca E., 697. Staeckel R. E . , 982. Tenderenda S., 980. Stolidi Lloyd R., 987. Tenien G., 983. Stoppa G., 384. Terrani G. L . , 383. Storm G., 313. Terreni A., 700. Strachwitz R., 377. t Terrier L. A., 320. Stramacci S., 992. Testa G., 60. Strter M., 329. Teutonico A., 748. Strazzacappa L, 651. Trekkekara F., 651. Strecker L, 314. Thelly G. M., 48. Stremel A. G., 105. Thelly M., 109. ^Striekland F., 694. Them E., 381.

Ubaldi B., 645. Uchino P. S., 876. Ugalde O. F., 104. Ujci G., 645. ' Urbani G., 61. Urbano Pp. V I I I , 256. Uribe Cualla L. E., 986. ribe J. A., 107.

Index

nominum

personarum

1 0 8 9
Waterhouse G., 316. Watson G. E . , 47. Weemaes L., 109. Weier G., 106. Weigel G., 697. Weigl F., 384. Weiskirched R., 981. Weiskopf M., 648. Weis O., 315. Weisweiler G., 381. Wendel Card. G., 224, 634. West D. W . , 700. Westhoff A . , 980. Weyres G., 320. Whalen C., 316. White G. G., 647. Whitney L. G., 693. Whitworth G. W . , 700. Wienken E., 863. Wiesehebrink T., 312. Wiesen G., 148. Wildermuth O., 119. Willaerts E., 382. Willems G., 48. Williams R. S. O., 698. Willinger F., 985. Wilmsen T., 311. Wilson G., 985. Wilson M. G., 646. Windsor E . , 109. Windsor E . , 694. Wintermeyer A. C., 693. Wintermeyer G. .1., 700. Wirtz G., 315. Wittler H . , 636. Wittmann A., 381. Wodarski G., 648. Wolf L. O., 981. Wstenberg B., 877. Wstenberg T., 380. Wynne E . , 311. Wyszynski Card. S., 224, 257.

Uribe Urdaneta A . , 306. Urraiza D. R . , 82. Utchiness G., 990.

V
Vaccari V., 378. Vachot P., 312. Valds Izaguirre P., 319. Valdivia et ortiz M. G., 37. Valente R., 651. Valenti F., 383. Valentini V., 876. Valeri Card. V., 644, 1050. Vallardi A., 987. Valletti D., 992. Valls M. D., 86. Valour P., 992. Van Asten G., 319. Van Bossuyt E . , 992. Van Den Boogaert S., 380. Van De Put D., 111. Van Der Beken G., 384. Van Der Budgt G. M . , 975. Van der Haeghen G., 991. Van der Loo G., 378. Van Der veen Zeppenfeldt A . , 876.
%

Ventura V., 650. Berbruggen G., 693. Verhagen A. P., 383. Verkamp R., 380. Vermeulen R., 987. Verolino G., 176. Versini L . , 990. Vervimp A . , 79. Verwaest A., 380, Verwaest L., 384. Vetta P. E., 316. Vetter F., 312. Vianello A., 651. Vianney G. M . , 341, 363. Viaud G., 312. Vidal L. M . , 983. Vidotti G., 990. Vieira C. T. A., 984. Viesi L, 987. Vigil V., 988. Vignancour P., 649. Vigorito F., 692. Vigotti G., 650. Villasmil G., 319. Villn D. F., 37. Vimercati L., 985. Vincent A . , 650. Vincent G., 691. Vinci A., 112. Vinci M., 651. Vischering (S. D.) D., 1049. Visconti G., 317. Viso N., 982 Visser S. T., 316. Vitale S., 176. Vitelli A., 879. Vitiello A., 382. Vitola V., 650. Vivanco V., 381. Vivien M . , 384. Vogepolpohl E . , 312. Vogel W . , 383. Vogelweid G. A., 645. Volk E . , 311. Vlker M. G., 378. Volpini N " , 109. Volpino F., 652. Vona O,, 877. Vonderach G., 1042. Von Der Ahe C. T., 320. Vonesh R.,878. Von Hospenthal U., 649. Vossen. G., 108. Vulcano T . , 317.

Van Der Weide P. T : , 989. Vandewalle E . , 312. Van Dijk E . , 378. Van Dijk G. G., 380. Van Dyck L . , 382. Van Hammee E . , 696. Van Haren C , 378. Vanhee G., 382. Vanhove G., 382. Van Keulen E, 378. Von Koetsem G., 384. Vanlaer G., 595. Van Lanschot G., 696. Van Mierloo G., 696. Vanni P. G., 876. Van Parys F., 382. Van Praet d'Amerloo R., 987. Van Rengen E., 82. Van Roey Card. G. E . , 639, 825, 940. f Van Roosmalen., 652. Van Roye E . , 992. Van Rymenant L. G., 108. Van Veen O., 378. Van Vaarst Tit Voorst E . , 319. Van Wijck R. S., 383. t Varouhas D. L., 112. Vastapane E . , 381. Vecchi V., 106. Vega F., 104. f Vega M. M . , 320. Vegno M., 319. Veit G., 315. Vel O., 9S2. Venderveeren G., 697. Vendramini (S. D.) M. E., 764.
v

Y
Yonk G. I., 650.

X
Xaverius 197. (S.) Franciscus,

z
W
Wchters L. H. L, 699. Wadding L., 959. Wagner G., 315. Wall G. R., 983. Walliser F.,-987 . Walsh G., 989. Walterscheid G., 983. Warland E . , 692. Warmeling G., 306.
31-12-1957.

Zabala B., 646. Zabalza F 83. Zaffrani G., 126. Zahlen, 48. Zamboni M., 697. Zanchi A., 315. Zanini L., 978. Zanin M . , 653, 868. Zannetos P., 1048. Zantman B. G., 699. Zapata y Guerrero P., 315.

70

ACTA,

vol.

XXIV.

n.

18

K)9 Zedda A., 380. Zegarra O. G., 647. Zegers H . , 989. Zenetti L., 987, t Zeppenfeld! Van der Veena L., 652. Ziggotti E . , 206. Zilie- G., 48. Ziminsky V., 318.

ndex

nominum

personarum

Zimmermann B., 315. Zimolin G., 652. Zinke G., 980. Ziskovski G. G., 981. Zocchia L . , 112. Zock R., 982. Zoetmulder G., 383. Zoffi T., 992 Zanfrilli (S. D.) M. T . , 764.

Zoppas F., 718. Zotta D., 650. Zuber G., 696. Zukowski B., 980. Zulian G., 693. Zunino G., 110. Zwierzchowski .T., 982. Zwisler I. A., 979.

II

- INDEX N O M I N U M D I O E C E S I U M VICARIATUUM, ETC.

A
Abbien., 372. Aberdeen., 647. Abidianen., 114. Abila di Lisania, 880. Abilen. in Palaestina, 306, 975. Abora, 880. Accra, 987. Acerenza, 650. Acireale, 112, 879, 991. Acolla, 652, 863, 876. Acqui, 315. Adamantin., 635. Addis Abeba, 823. Adelaiden., 373, 651. Adria, 317. Aduli, 103. Aegeaen., 863. Aeginen., 996. Afogaden. de Ingzeira, 148. Africa Or. e Oec. Britannica, 371, 1050. Agria, 986. Agrigento, 316, 382. Ahmadi, 894. Aiaecio, 311, 312. Aire, 311. Aitapen., 80, 266. Aix, 312, 378, 988. Alba, 878. Albany, 313, 636, 686. Albasiten., 864. Albenga, 110, 112, 650, 652. Alberdi, 396. Albien., 148, 432, 679, 876. Albinganen., 665, 684. Ales, 104, 106. Alessandria, 700, 986, 992. Alessandria D'Egitto, 669. Alessandria dei Copti, 380. Algeri, 311, 677. Altamura, 877. Altena, 202, 636. Altoona, 652. Altussen-Johnstofsien., 1042. Amalfi, 645.

Amaura, 102. Ambianen., 687. Amboina, I I I . Amiens, 48, 606, 649. Ammaedaren, 80 Amorian., 37, 979. Amosen., 863. Ampurias, 311, 879, Anagni, 317. Anastasiopoli, 320. Ancyran., 819. Ancona, 418. Andegaven., 97. Andrien., 38, 305. Angelorum in California, 664. Angers, 174, 692, 695. Angloen.-Tursien., 148. Angra, 646, 652. Annecy, 48. Antigona, 652. Antigonish, 313, S77. Antiochia dei Siri, 109. Antofagasten., 862, 863. Aparri, 307. Apollonien., 53. Apuania, 666, 700, 878. Aquisgrana, 311, 378, 651, 668, 991. Aracajuen., 304. Araditan., 307, 1042. Arassuahven., 127, 635. Araucan., 80. Arcis Delphini, 945, 947. Arezzo, 112, 675. Argensola, 254. Argentina (respublica), 28, 305, 653, 757, 866, 987. Ariasso, 224, 373. Arindelen., 307. Armachan., 959. Arras, 111, 379, 695. Arsinoitan. in Arcadia, 635. Arycanden., 862. Ascoli Piceno, 37, 149, 678. Ascoli Satriano, 651, 652, 697. Assisi, 674. Asti, 669, 878. Astorga, 979.

Aterrado, 985. Atlanta, 645, 648, 888. Attopeu, 752. Austin, 47. Australia (respublica). 265, 266. Autun, 47, 812. Avellaneda, 654. Avellino, 382, 645, 979, 992. Aversa, 314, 748, 879. Avignone, 111, 320, 990. Avissen., 1042. Aytona, 254. Azulen., 054.

B.
Backa Iugoslava, 645. Badalon., 86. Bad Godesberg, 201. B agen., 148. Bagnoregio, 111. Balcarce, 655. Bamberga, 320, 379. Bananalen., 179, 191 Bangalore, 879. Bararo, 645. Barcinonen., 84 85, 88, 254, 864. Bareta, 224, 862. Bari, 848, 368, 418, 692, 983. Barquisimeto, 319, 996. Basilen., 59, 104, 319, 643, 646, 649, 670, 672, 680. Bastoland, 904. Bathurst nel Canada, 47. Bavaria, 63. Bayonne, 320. Begenae, 863. Beja, 647. Beiern Do Para, 316, 635. Belgio, 351, 940. Belgrado, 645. Belohorizontin., 141. Beneennen., 373. Benevento, 111, 663. Bergamo, 651, 987

Index

nominum

dioecesium,

vicariatuum,

etc.

1091

Berlino, 980. Berna, 59. Beroeen., 37, 38, 116. Berolinen., 148. Beryten. Maronitarum, 697. Betulonen., 86. Beyrouth, 98. Bhagalpur, 119. Biella, 311, 699. Bilbao, 105, 319. Birminghamien., 309, 314. Bisicen., 148, 636. Bismarckien., 38, 105. Bituricen., 675, 681. Biesen., 270. Blois, 311. Bobbio, l , 877. Bochum, 202, 993. Bogoten., 49, 198, 317, 718, 983, 987. Bolivia (respublica), 128. Bonaren., 149, 305, 654, 757, 867, 869. Bonfimen., 304. Bontzen., 80. Bonna, 56. Bononien., 108, 110, 401, 668, 677, 679, 692, 696, 697, 699, 729, 880. Bordeaux, 48, 649. Boretto, 125. Bosa, 110. Bosanen., 37. Boston, 105, 667, 671, 673, 680, 982. Botrianen., 975, 1041. Bottrop, 202, 993. Botucat, 48. Bracharen., 37, 414. Braga, 47, 311, 985, 987. Brasile (respublica), 179, 182, 184, 188, 194, 334, 378, 893, 746. Breda, 378, 694. Brennero, 32. Brentwood, 646. Bressanone, 106. Brindisi, 82, 306, 697. Brisbane, 105, 109, 694. Briviseca, 254. Brixien., 47, 110, 112, 380, 382, 383, 669, 671, 699, 991. Brixien., 669, 671. Brixinen., 30. Brooklyn, 319, 666, 685. Bruges, 112, 380, 692, 992. Brugnaten., 678. Bruklynien., 307, 816. Bryisien., 306. Bubastitan., 747. Budapest, 39. Buenos Aires, 48, 866. Bugllen., 951. Bukavu, 989. Burdigalen., 48, 251, 432, 649, 685, 875. Burgen., 121.

Burgenland, 648, 652. Burgos, 104. Burlingtonen., 37, 980, 983.

C
Cabasitan., 80. Caesarien. in Mauretania, 304. Caesarien. Philippi, 179, 182, 184, 188, 181, 194, 334, 393, 746. Caesar augustan., 121. Caesenaten., 37, 106, 149, 983. Caetiten., 635. Cagliari, 47, 418, 688. Caiamarcen., 388. Calabocen., 863, 1041, 1042. Calaguritan., 121. Calama, 652. Calceaten., 121. Calgary, 983, 985. Cali, 104, 713. California, 974. Caltagirone, 378. Caltanissetta, 314, 317, 666. Calven., 862. Cambrai, 987, 988. Camden., 148. Camerino, 47. Campagna, 650. Campanha, 48, 111, 645, 699. Campinen., 36, 172, 880. Campos, 647. Canada, 262, 244, 377, 745. Canevale, 1000. Cantanen., 1042. Cauelas, 654. Cape Town, 44, 102, 694. Captanetto, 1000. Capua, 317, 646, 649, 651, Caracen., 62, 68, 319, 377, 699. Caratngen., 863, 984. Cariaten., 306. Carolinen., 81. Carpi, 110, 112. Cartagena, 109. Carthaginen., 642, 677, 688. Casale Monferrato, 108, 112, 699, 983, 991, Casertan., 431, 650, 651. Cashel, 314. Casinen., 80. Cassano Ionio, 105, 876. Castellammare di Stabia, 651, 697, 699. Castelo Branco, 35. Castri Albi, 35. Castriesen., 372. Catacen., 688. Catalaunen., 760. Catamareen., 305. Catania, 674. Canno, 880. Caurien., 821. Caurien. - Castrorum Caeciliorum, 821,

Cava dei Tirreni, 317, 882, 699. Caxias, 646. Cefal, 692. Celsonen., 864. Cerignola, 651, 652, 697, 700. Cerreto Sannita, 224. Cervien., 149. Chachapoyasen., 388. Chalcedonen., 149. Chalciden. in Syria, 862. Chamberien., 678. Chantaburi, 102. Ghapaden., 746. Chartres, 380. Chavagnes - en - Paillers, 174. Chiavari, 110, 382. Chicagien., 45, 105, 106, 384, 385, 430, 678, 688, 689, 876, 877, 878, 975, 982, 988. Chiclayen., 37, 388. Chicoutimi, 647, 648. Chieti, 311, 382. Chihuahuda, 107, 635, 885. Chioggia, 382, 986. Chiusi, 109, 382. Chongiuen., 398. Chota, 388. Cienfuegos, 986. Cile (respublica), 46, 862. Cilicia degli Armeni, 108. Cincinnati, 312, 316, 379, 987. Cipro, 176, 667, 669. Cisamo, 645. Citien., 37, 806, 636. Citt della Pieve, 106, 879. Civitas Iuarezen., 885. Civitas Mariae, 654. Civitavecchia, 384. Clavaren., 1000. Clermont, 649, 692. Clevelanden., 674, 979, 984. Clivi Zamoren., 654. Clodoaldo, 47. Clonfert, 312. Cloynen., 306. Coelen., 148, 306. Coimbra, 315, 645. Coir, 104, 109. Colle di Val D'Elsa, 651. Colonien., 46, 56, 202, 312, 315, 319, 320, 379, 381, 383, 384, 877, 979, 983, 984, 986, 987, 993. Columbia (respublica), 49, 7.12, 715, 978, 986, 1042. Columbus, 320, 646, 649, 650. Comaclen., 862. Como, 314, 384, 697. Concepcin del Uruguay, 658. Conchen, in Aequatore, 818, 864. Concordien.i 672. Conversano, 106, 107. Copiap, 311. Corduben. in Argentina, 305, 658, 869. Corea, 398, 704, 708.

1092

Index

nominum

dioecesium,

vicariatuum,

etc.

Corinto, 176. Corpus Christi, 695, 699. Corrienten., 305. Cortona, 311, 317, 318, 383. Corumben., 37, 746. Corydlen., 372. Costantinopoli, 112. Costarica (respublica), 12S, 176, 693. Gotonuen., 81. Crato, 645. Crema, 649. Cremona, 380, 677. Cristalandien., 191. Cuba (respublica), 128, 753. Cuiaben., 37. Culna, 984. Cuneo, 38, 149, 176, 983. Curacen., 81, 700. Curien., 148, 636, 1042. Curitiben., 635, 650. Crvelo, 635. Cuschen., 36, 37. Cutervo, 3S8. Czestochowa, 224.

E
Eboren., 37, 422. Edessen. in Osrhone, 128. Edimburgo, 647, 669, 684. Edmontonen., 262, 647. Egitto (respublica), 664, 989. Eguga, 102. Eleutheropolitan., 975. Einen., 679. El Paso, 649, 886. Eliopoli dei Melchiti, 48. EI Salvador (respublica), 432. El Seor de Monserrate, 198. Emeriten. in Venezuela, 996. Encarnacin, 702. Ennere - Ruhkreis, 203. Enoanda, 102. Equador (respublica), 819. Eritrea, 111, 668. Erizenum, 975. Espinalen., 306 712. Esquipulas, 331. Essen, 202, 993, 1042. Esteban Echeverrt, 654. Estreito, 1041.

( 3
Gabula, 320, 635. Gaeta, 651, 652. Gaggiolo, 740. Gagnoan., 113. Gallia, 691, 692, 693, 695, 696, 697. Gallo-way, 645, 647. Galway, 379. Galveston, 104. Gand, 48, 109. Gap, 979. Garien., 38, 385. Garen., 391. Garzonen., 306, 713. Gasp, 320, 863. Gelsenkirchen, 202, 993. General Alvarado, 655. General Lavalle, 655. General Madariaga, 655. General San Martin, 654. General Sarmiento, 655. Georgia, 8 8 8 . Gerace - Locri, 316. Gerardi Monten., 82. Geritanum, 863, 1042. Germania (respublica), 1049. Gerunden., 864, 896. Gerusalemme, 106.. Goianien., 184, 192, 194. Gibuten., 373. Giordania, 176. Givinazzo, 106. Girardeauen., 52. Girardoten., 49, 50, 713. Gladbeck, 202, 993. Gnesnen., 257, 984, 986. Goa e Damo, 317. Goana, 175. Goianien., 304. Goiasen., 148, 179, 184, 188, 194, 315, 694, 696, 698. Gomphen., 373. Gorizia, 109, 641, 986. Goudury, 706. Graecen., 41. Granada, 104, 312, 364, 393, 579, 985, 986, 990. Gran Bretagna (regnum) 737. Gratianopolitan., 252. Grazianopoli, 112. Green Bay, 645. Grenada, 81. Grenoble, 112. Groningen., 123, 157, 694, 698, 699. Grosseto, 319, 320, 700. Guadalajara, 109, 979. Guadalupe, 305. Gualdo Tadino, 649, 986. Gualeguaychen., 305, 654. Guanaren., 996. Guastallen., 125, 987. Guatemala (respublica), 332, 432.

D
Dagupanen., 306. Dakaren., 113, 391, 706, 946, 948. Dalisanderi. in Pamphylia, 372. Daloan., 113. Damanen., 175. Danzica, 986. Darnitan., 940. Dedzan., 80. De Alto Paran, 702. De Itapua, 702. De Kontum, 752. De Santos, 334. Desio, 402. De Smoienen., 269. Detroit, 105, 106, 648, 668, 685. Diamantina, 985. Diano - Teggiano, 382. Digione, 647, 695. Diocletianopolitan. in Palaestina, 149. Divionen., 677. Doberitan., 148, 104. Dockomio, 123. Douala, 112. Dreieichen, 950. Dri vasten., 1041. Dromore, 983. Dualan., 975. Dubuque, 104, 106, 196, 304, 306. Duisburg, 202, 993. Dumaguete, 312. Dunkeld, 981. Durangen., 723, 886. Dsseldorf, 201. Dyersville, 196.

F
Faenza, 314. Fano, 878, 991. Farafanganen., 947. Fargo, 201, 634, 993. Fermo, 697. Fernando Po, 111, 224. Ferrara, 721. Ferrenafe, 388. Fianarantsoan., 948. Fidenza, 311. Filadelfia, 104, 116, 686, 688. Florentin., 666, 671, 672, 674, 676, 682, 685, 686, 687, 697, 699, 878, 990, 992. Florianopolitan., 306. Fodian., 649, 679, 877. Fogarasien., 679. Formigais, 741. Formosa, 28, 194, 635, 654. Foroiulien., 883. Forolivien., 664, 681, 877. Fort William, 982. Fissano, 317. FoUrnel F., 312. Frjus, 48. Friburgo in Brisgovia, 312, 316, 381, 383. Frisinga, 111, 312, 315, 634. Frosinone, 318, 651, 876. Fulden., 124. Fulginaten., 649, 668, 685, 877, 878. Funchal, 224, 1041. Furnitanus Maior, 704, 708. Furzol, 48. Fussalen., 80, 372.

Index Gnaxupen., 149, 515, 650, 698, 878. Guayaquilen., 350. Gubbio, 645. Gurk, 316, 384, 652.

nominum

dioecesium,

vicariatuum,

etc

1093

J
Jacen., 668. Jacksonien., 218. Janina, 112. Januen., 418, 651, 673, 676, 678, 689. Jefferson-City 645, 650. Joinvillen., 306.

H
Haarlem, 319, 378, 379, 380, ,383, 692, 694, 698, 699. Haiti (respublica), 876. Hadrianopolitan. in Pisidia, 37, 386, 862. Hagulstaden., 863. Haiti, 876. Haifaxien., 676. Hamilton, 692, 693, 695, 697, 700, 989. Harrisburg, 645. Hartford, 645, 647, 650, 694. Heliopolitan. in Aegvpto, 663, 676. Hemerien., 149. Herbipolen., 148, 636. Herdecke, 203, 994. Hermopolitan., 81. Hibernia, 953, 959. Hierissen., 862. Hildesheien., 149, 315. Hispalen., 82. Huaneayen., 37. Huaraz., 37. Huanucen., 37.

K
Kampala, 990. Kansanopolitani 52, 316. Kaolacken, 374, 706. Kaviengen., 975. Kedougou, 706. Kerry, 979, 983. Kejan., 29. Kevelaer, 149. Kildare, 983. Kinduen., 373. Kisantu, 79. Kisumuen., 81. Kitui, 82. Kothamangalam, 651. Kuwait, 880. 894. Kvangiuen., 372, 704. Kyeng-Sang-Do, 708.

L
Lafayette, 980, 988, 992. Lagosen., 372. Laguna, 306. La jen., 350. Lake, 385. Lambayeque, 388. Lamego, 985. Lanciano, 311, 384. Land Nordrhein - Westfailen, 201. Langres, 47, 692. Lans, 654. Laodicen. in Phrygia, 53, 116, 218, 385, 816, 970. Laodicen, in Syria, 863. Laotian., 752. La Porte, 385. Lapurden., 427, 605, 663. L'Aquila, .104, 378, 983, 986. La Serena, 381. Las Mercedes, 149. La Spezia, 107, 109, 110. Latopoli, 112, 320. Lausannen., 683. Leighlin, 983. Leiria, 645, 741, 1050. Lemovcen., 252, 697. Lon, 315, 1002. Leontopol d Augustamnica, 652, 863. Lopoldville, 48, 111, 638, 698. Leopolitan., 263, 315, 980, 984, Le Puy. 606. 986. Le-Puy-En-Velay, 979.

I
lacen., 121. lataien., 148, 182. Ibaguen., 306, 712. Ieffersonien., 52. Iesi, 699. Herden., 254. Ilhos, 647, 1041. Uta, 377. Imola, 105. India (respublica), 119, 224. Indianapolitan., 385. Indocina, 753, 897. Indonesia (respublica), 990. Innsbruck, 648, 692, 1027. Interamnen., 666. Ioanninen., 307. Iotanae, 863. Iran, 978. Irenopol di Isauria, 103. Irsina, 315. Ischia, 879. Isernia, 697. Islanda (regnum), 310. Isole Canarie, 981, 982. Isole Filippine, 163, 763. Isole Tonga e Niue, 752. Israele (respublica), .176. Iuarezen., 635. Iudiciforen., 863, 1042. Iustianen., 263, 745. Ivrea, 108, 11, 989.

Letopoltan., 1042. Libano (respublica), 990. Liberia, 879, 990. Liburnen., 665, 682. Liegi, 104, 109, 111, 112, 382, 649, 989, 990, 991. Ligug, 174. Likunien., 80. Lilla, 312, 320, 379, 380, 605, 987, 988, 989. Lima, 102, 104, 108, 109, 111, 149, 173, 646, 698, 881. Limburgo, 381, 383, 985, 987. Limisa, 880, 1042. Limoeiro, 990. Limn, 112. Linares, 320, 381. Lincolnen., 307, 313, 320, 636. Lngayen., 306. Lione, 47, 311, 312, 379, 605. Lisbonen., 383, 422, 646, 741. Lithuania, 128. Liverpolitan., 307. Livorno, 988. Loanda, 383, 979. Lodi, 106, 382, 699, 992. Lodz, 980, 984, 1041. Loian., 819. Loiden., 307, 636. Lomas de Zamora, 654. London, 646, 692, 693, 698, 978. Loos, 339. Los Angeles, 320> 649. Los Altos, 102. Louren-o Marques, 814. Lucca, 878. Luceoira, 984. Lugon, .174. Ldenscheid, 202, 993. Lugano, 59, 104, 319, 380, 646, 649, 878. Lulua Bourg, 111. Lusitania (respublica), 35, 422, 813. Lussemburgo, 46, 47, 377, 877, 878, 990. Lysiaden., 38.

M
Madagascar, 945. Magnesien., 373. Magonza, 312, 315. Magyden., 747. Maipu, 655. Malacitana, 84. Manan., 635. Managua, 981. Manchester, 981. Mandelen., 348. Manfredonia, 985, 991. Mangalore, 104, 108. Manizalen., 307, 313. Manila, 164. Mans, 605. Mantova, 651, 990.

1094

Index

nominum

dioecesium,

vicariatuum,

etc.

Maracaibo, 319, 992, 996. Mar Chiquita, 655. Marcianopoli, 1050. Mare Pialen., 305, 654. Margarethenried, 534. Margo, 1050. Marianopolitana, 680, 745, 863. Mariazell, 854. Marilia, 381. Maringan., 36. Maroquien., 336. Marsiglia, 48, 311, 695 , 988. Martinica, 688. Martyropolitan., 1041. Massana, 678. Maswan., 371. Matanza., 654. Matriten., 671, 75. Mazamet, 644. Mazarien., 683. Mbararan., 81. Mechlinien., 47, 48, 108, 109, 110, I I I , 112, 314, 320, 380, 381, 382, 384, 393, 639, 673, 697, 699, 825, 940, 982, 986, 988, 989, 991, 992. Medelitan., 148. Medellin., 107, 715. Mediolanum, 110, 317, 319, 320, 380, 381, 382, 384, 402, 650, 665, 670, 672, 680, 688, 693, 696, 697, 700, 979, 985, 989, 990, 992, 1037. Melburne, 80. Melitene, 224, 371, 684. Mendona Montero A., 304. Merceden., 654. Merlo, 654. Mesembria, 176. Messanen., 304, Messico, 224, 666. Messina, 378, 418. Metz, 224. Middlesbrough, 647. Milazzo, 418. Milwaukee, 106. Mimaten., 304, 635. Mindonien., 863, 880. Minneapolis, 1042. Minnesota, 38. Mislata, 1050. Misnen., 863. Mississippi, 218. Mistia, 103. Mitzerl, 40. Mocisso, 652, 863. Molfetta, 106, 112, 992. Molinen., 686. Mombasan., 372. Monacen., I l i , 312, 315, 634. Monasterien., 149, 993. Mondofedo, 320. Mondov, 106. Monoecen., 47, 383, 691, 692, 693, 696, 879, 991, 992, 1049. Monreale, 109, 223. Montallegro, 1000.

Monte Albano, 670. Montecassino, 985. Montepulciano, 107. Montere-Fresno, 48, 979, 984, 987. Montevideo, 648. Montpellier,, 992. Montral, 47, 99, 176, 314, 320, 380, 745. Moreno, 654. Morondaven., 946. Moronen., 305, 654. Mossina, 880. Muenster, 315. Mlheim, 202, 993. Mulia, 992. Mundinitzen., 80. Mnster, 202, 311. Musomaen., 974. Mutnen., 37, 399, 674, 697. Mwanzan., 371. Mwekaen., 82. Myndien., 38. Myren., 348, 368.

Nossa Senhora de Uapa, 127. Nottingham, 47. Novacella, 40. Novara, 103, 106, 111, 305, 317, 381, 684, 693, 699, 700, 877, 989. Nocareen., 636, 679. Nova Ulma, 1042. Novocastren., 863. Nucerin. Paganorum, 106, 317, 983, 985, 989. Nuova Aurelia, 676. Nuova Caledonia, 80. Nuova Norcia, 104, 646. Nuova Segovia, 311. Nuova York, 105, 106, 311, 312, 314, 315, 318, 382, 646, 648, 649, 650, 651, 979, 982, 983, 985. Nuova Zelanda, 265, 266.

0
Oberhausen, 202. Obiden., 1041. Oceania, 265 266. Oeiren., 1042. Ogdensbrgen., 307, 313, 316 Olancho. 862. Olinda e Recife, 692, 696. Omaha, 648, 692, 695. Ombitan., 307. Ondon., 373. Onitshan., 373. Onuphitan., 80. Orano, 681. Orense, 312, 983. Orolen., 865. Oristano, 382, 384, 979. Orlans, 380. Ortona, 311. Orvieto, 384. Osimo, 320, 380, 693. Osnabrck, 379, 636. Ostien., 727. Ostunen., 306, 878. Ottawa, 314,, 647, 691, 694, 673. Oveten., 103, 682.

N
Nairongen., 373. Nampulen., 813. Namur, 320, 1042. Nanceien., 304. Nan-King, 376. Nantes, 379, 380, 384, 693. Narni, 990. Natal, 47, 650. Natchez, 48, 218, 983. Navarra, 121. Nazaden. in Brasilia, 148. Neapolitan., 46, 111, 418, 668, 671, 678, 680, 681, 682, 697, 724, 877, 878, 880. Neederland (regnum), 258, 260, 271, 693, 742, 749, 1049. Neembuc, 396. Neo-Eboracen., 664, 675, 816, 816, 824, 970, 1042. Neopatrasso, 880. Nepheliden., 81. Nepi, 879. Nevers, 379. New Jersey, 117. Nhatrangen., 975. Nicaragua, 315. Nicen., 687. Nicomedien., 49, 712, 715. Nicopolitan. in Epiro, 710. Nicosen., 304. Nisibi, 103. Nisyrien., 37, 307. Niteri, 47. Nocera Umbra, 649, 986. Nojali, 251. Nola, 649. Monantulan., 37 400. Norcia, 992. Norvicen., 816. Nossa Senhora da Gloria, 635.

P
Pacten., 863. Paderborna, 46, 202, 311, 312, 315, 318, 319, 381, 981, 983, 993. Palan., 374, 391. Palai, 48, 109. Falencia, 991. Palestrina, 223 314, 1049. Pampilanen., 82, 121, 984. Panitan., 1041. Panormitan., 315, 817, 418, 665, 681, 686, 878, 990. Paraguai (respublica), 657, 701. Parahyben., 305.

Index

nominum

dioecesium,

vicariatuum,

etc.

Parakou, 82. Paranen., 657, 701. Parisien., 46, 47, 48, 49, 111, 169, 200, 272, 289, 311, 318, 319, 374, 379, 382, 605, 649, 650, 664, 666, 668, 669, 675, 6S3, 686, 637, 693, 695, 700, 761, 988, 989, 992. Passavia, 320, 647, 650. Passo Fundo, 984. Patagonia, 756. Patavina, 110, 317, 381, 382, 651, 676, 696, 879, 987. Patnen., 119. Pavia, 110, 112, 693, 698. Pembroke, 647. Peneden., 306, 1042. Pennsylvania, 117. Peoria, 314. Pergamen., 862, 876. Perpignano, 47. Perth, 104, 646. Pertusa, 880, 1042. Per (respublica), 38, 173, 388, 881, 978, 998. Perugia, 666, 697, 684, 759. Pesaro, 106, 991. Pescia, 106. Pesqueiren., 36. Pessionte, 645. Petrocoricen., 251. Petroinen., 37, 876. Petropolitan. in insula Longa, 657, 816. Phnom Penh, 102. Piacenza, 107. Pickebach, 40. Pilar, 655. Pinerolo, 686, 877, 987, 991, 992. Piraccaba, 692. Pisa, 987, 991. Pistoia, 877, 878, Pistorien., 665. Pittsburgh, 979, 984. Piuren., 635. Platen., 636. Pleszew, 224. Plock., 9S0, 984. Plymouth, 47. Poitiers, 174. Policastro, 878. Pompeopoli di Cilicia, 224. Pontianaken., 975. Pontremoli, 879. Popayanen., 38, 713. Portalegren., 25, 317, 393. Port Elizabeth, 102, 311. Porter, 385. Portlanden, in Oregon, 688. Portuen., 47, 727. Portus Ameliae, 307, 813. Portus Hispaniae, 372. Portus Nationalis, 191. Posaden., 305, 654. Posnanien., 635, 985. Pozzuoli, 748.

Praenestin., 42, 256, 759, 761, 763. Prato, 316, 696. Premislien. Latinorum, 636, 988. Prince-Albert, 648. Privernen., 78. Providence, 979, 980, 984, 987. Ptolemaiden., 258, 742. Pucallpan., 80. Pueyrredon, 655. Pusanen., 372, 708. Puteolan., 748.

Q
Qubec, 80, 99, 648, 649, 650, 584, 692. Quertaro, 103, 992. Quezaltenango, 102, 636. Quimper, 379. Quinhonen., 975. Quiten., 308, 349, 729, 818.

R
Ragusien., 304, 650, 985. Kancagua, 316, 985. Rapallo, 1000. Ratisbona, 312, 634. Ravenna, 149. Recanati-Loreto, 111, 382, 645. Reconquisten., 654. Reggio Emilia, 697, 991. Reims, 606, 880. Rennes, 380, 605, 699, 683. Requenan., 373. Resistencia, 28, 636, 656. Reyes, 81. Rhaedestan., 1041. Rheginen., 674. Rhinocoruritan., 79. Rhizaean., 388, 881. Ribeiro Preto, 315. Rimini, 110, 418. Rio de .Janeiro, 47, 48, 313, 315, 316, 320, 646. Riopreten., 306, 863. Ripatransone, 109, 651, 693. Risinitan., 38. Rivadavia, 305, 654. Rivibamben., 350. Rivus Niger, 36. Rochester, 314. Rodez, 48. Rosarien., 62, 658, 658. Rosen., 80, 652. Rossano, 103, 311, 317. Roterodamen., 260, 271. Rottenburgen., 57. Rotterdam, 378, 379, 380, 384, 646, 694, 698, 699. Rouen, 111. Rubaga, 983, 989. Rupellen., 682. Ruremonda, 316, 319, 383, 384, 698.

Sabanagrande, 863. Sabina e Poggio Mirteto, 222, 348, 1050. Sacramento, 112, 692, 695. Saigon, 686. Saint-Claude, 312, 989. Saint -Die, 48, 319. Saint-Eustache-Sur-Le-Lac, 745. Saint Jrme, 745. Salamina, 992. Sale, 652. Salerni F., 109. Salerno, 696, 697, 700. Salforden., 636, 692, 863. Salina, 320, 1042. Salisburien., 81, 693, 710, 981. Salmanticen., 97. Salonitan., 373. Salten., 656. Saltillo, 103. Salt Lake City, 105. Salutiarum, 680. Saluzzo, 382. Samaraien., 264. Samarien., 80. Samien., 149. Samosata, 992. San Cristoforo dell'Avana, 109, 381, 754, 877. San Cristoforo in Venezuela, 1041. Sandhurst, 645, 649. San Diego, 313, 380. Sandomiren., 322, 1041. San Fernando, 646, 655. San Francisco, 384. San Gallo, 104, 107, 112. San Gil, 811. San Giuseppe di Maggio, 106. San Lorenzo della Costa, 1000. San Luigi, 313, 980, 984. San Luigi del Maragnano, 984. San Miniato, 692, 697. San Paolo del Brasile, 378, 381, 384. San Salvatore della Bahia, 646. San Severo, 112, 879. Santa Colonna de Farnes, 89. Santa Cruz 388. San F de Guanajuato, 1002. Santa F in Argentina, 636, 657. Santa F (U.S.A.), 979, 980, 988. Sant'Agostino, 313. Santa Lucia, 372. Sant'Andrea del Brasile, 316. Sant'Anna De-La-Pocatier, 314. Santaremen., 1041. Santa Rosa de Copan, 106.

I96

Index

nominum

dioecesium,

vicariatuum,

etc.

Santa Rosa in Argentina, 654, 656. Santiago del Chile, 381, 384. Santiago di Cuba, 877, 987, Santiago di Venezuela, 377. Sant'Ippolito, 950. Sant'Isidoro in Argentina, 654. S. Antonio nel Texas, 644. Santos, 978. Saragozza, 978. Sarandi, 654. Sardi, 176. Sarno, 876. Sarsinaten., 740. Saskatoonen., 262. Sassuritan., 81. Savannah, 106, 737. Sciamhaeven., 171. Scaranton, 979, 984, 989. S. Croce de Sierra, 36. Seattle, 980. Sebastenus in Armenia, 395. Sebastopoli di Abasgia, 432. Sebelien., 79. Secovien., 40. Sedunen., 679. Segobricen., 74, 865. Seleucien., 35, 422, 813. Selinusien., 80. Semarang., 112. Senen., 666. Senigallia, 314, 383. Sens, 979, 983. Sesmoinen., 268. Sessa Aurunca, 991. Sesten., 37, 373. S. Giovanni Battista dalle Missioni, 395. Sherbooke, 694, 982, 990. 's-Hertogenbosch, 109, 319, 378, 379, 383, 694, 696, 698. Shinyangan., 371. Sidonien., 265, 992. Signinae, 862, 877. Siguitan., 148, 372. Sinus Albi, 305, 655, 867. S. Ioannis de Cuyo, 661. S. Ioseph de Alto Tosantins, 188, 191, 194. Sipontina, 682. S. Ippolito, 699, 985, 986. Siracusa, 673. S. Isidoro de Peges 422. Siviglia, 224. S. Ludovico, 386. S. Ludovico in Marignano, 305. S. Nicolai de los Arroyos, 655. Sobralen., 667. Socorro, 311. Sololen., 636. Sonoren., 886. Sonsonen., 306, 715. Sora, 316, 319. Southwark, 47, 689. Sovana-Pitibliano, 876. Sozusenum in Palestina, 304.

S. Paolo del Minnesota, 685, 980, 1042. S. Paolo in Brasile, 172, 862, 990. Spira, 312. Spirito Santo, 983. Spoleto, 432. Springfield, 104. Springfield 111., 105. S. Rufina, 47, 727. S. Salvatore della Bahia, 984 991. SS. Assunzione, 395, 992. SS. Conceptionis in Paraguay, 701. S. Sebastiano, 104, 108, 121, 635, 1041. S. Severo, 992. St Aedan, 636. Stanforden., 116. Starke, 385. St. Claude, 985. Steubenville, 649, 650. Stoccolma, 651. Stratonicen. in Caria, SO. Strigonia, 316. Sufetulen., 80. Sulmona, 404, 645, 699. Sutrien., 31, 879. Sydney, 80, 81, 107. Syedren., 80. Sunnaden. in Phrygia, 121. Synnaden. in Phrygia, 821, 864.

T
Tacapitan., 80. Tacnen., 37, 647. Taikuen., 708. Tamalen., 373. Tambacounda, 706. Tanagra, 224, 635. Tanaitan., 636. Tananarive, 99, 946, 948, Tanitan, 306. Tarahumaren., 886. Taranto, 105, 110, 111, 674, 877, 879. Tarazona, 649. Tarbien., 663. Tarnovia, 984. Tarquinia, 381, 692. Tarraconen., 864. Tarso, 224, 880, 886. Tarvisin., 720. Taubengrub, 634. Taurinen., 171, 378, 381, 651, 665, 668, 669, 671, 678, 681, 683, 685, 687, 697, 699, 758, 987, 989, 991. Tegueigalpen., 863. Tellicherry, 106. Telmissen., 37. Tempio, 311, 879. Tenerife, 105.

983.

317,

Teodoropoli, 992. Teramen., 674, 983, 991. Termoli, 316. Terracinen., 78. Teudali, 224. Thailanden., 897. Thakheken., 752. Theanen., 862. Thelesin., 862. Theodosiopolitan. in Armenia, 635. Thessalonicen., 748. Tierradentron., 713. Tigiuanan., 974. Tigre, 655. Tingitan., 80, 336. Tipastan. in Mauritania, 81. Tiruchrapally, 646. Tivoli, 318, 699, 985. Tokyen., 219. Tolonen., 883. Tordillo, 655. Tornacen., 252. Toronto, 99, 262. Torre del Greco, 724. Tortona, 110, 111, 382, 651, 700, 992. Tournai, 105, 107, 108, 109, 112, 987, 988, 991, 992. Traianapoli di Frigia, 112, 636. Traianopoltan. in Rhodope, 653, 868. Trapani, 107. Trecen., 759. Tremp, 88. Treviri, 315, 381, 647, 650, 986. Treviso, 110, 697, 990. Tricarico, 314, 877. Tridentina, 670, 683. Trivento, 652, 878. Trois-Rivires, 645 , 647, 692. Troyes, 695. Truxillen., 388, 635, 863. Truxillen. in Venezuela, 996. Tubaradn., 306. Tuburbo, 645. Tucumanen., 305, 660. Tudelen., 121. Tuguegaraoan., 307. Tulacingo, 317. Tulearen., 946. Turritan., 37, 47, 315, 697, 700. Tusculan., 700, 761, 990, 1001.

649, 673, 696, 990, Uberaben., 307. Ucculen., 79. Ucren., 305. Udine, 317. Ultraiecten., 124, 742,, 749. Umtalien., 373, 710. Ungheria, 38, 637. Urawa, 876. Urbino, 672, 876, 878, 879.

Indem

nominum

dioecesium,

vicariatuum,

etc.

1097

Urgellen., 88, 109. Urima dei Siri, 992. Uruassuen., 148, 188. Uruguay (respublica), 659, 987. Utrecht, 102, 316, 380, 381, 383, 384, 647, 694, 698, 699. Uzalen., 863, 1042.

T Vaccarien., 393. Vacien., 675. Vagaden., 81. Valadaren., 149. Valdinoce, 740. Valencia nel Venezuela, 311. Valentina, 84, 255, 864. Valenza, 108. Valle Pompeia, 304. Valleyfeld, 647, 92, 698, 699. Vallitan., 36. Vallo di Lucania, 314. Valva, 645. Varsavien., 257, 980, 985. Vasquez y Ochoa G., 306. Vatarben., 306. Velebusdien., 81. Velitefn., 84, 90, 171, 252. Venezia, 106, .110, 112, 149, 318, 320, 378, 384, 641, 646," 649, 651, 990.

Venezuela, 128. Venosa, 878. Ventimiglia, 649, 666. Vera Pax, 636. Verissa, 112, 306. Veroli, 318, 651, 876. Verona, 61, 644. Versailles, 312, 682. Vicen., 865. Vicente Lpez, 655. Vicenza, 983. Viedmen., 660, 756. Viennen., 47, 48, 102, 109, 111, 224, 381, 384, 692, 693, 694, 696, 697, 698, 699, 987, 990, 992. Vientiane, 102. Vietnamen., 752. Vigevano, 110, 112, 317, 383. Villa Franca, 396. Villa Oliva, 396. Villa Reale, 311. Villaricen., 383, 395, 701. Vilna, 9S0, 984. Vinian., 1042. Viterbo, 108, 110, 698. Vitoria, 99, 649, 692. Vittoria, 104. Vittorio Veneto, 648, 650. Volaterran., 148, 666. Volkenschwand, 634. Voltre, 740.

Wankie, 82. Washington, 105, 648. Wattenseheid, 202. Wayne Castren., 37, 385, 672, 674. Weingarten, 57. Westminster, 48, 377. Wetter, 203, 994. Wheeling, 981, 987, 988. Wichita, 105. 311, 314, 380, 649, 650, 695. Wigornien., 669. Wil, 307. Windhoeken., 373. Winnipegen., 262. Winona, 380, 649 , 9S9. Wladislavia, 980.

Y
Yauvosen.., 807. 881.

z
Zaeapen., 331, Zamboanga, 978. Zamoren., 305. Zanzibaren., 372. Ziguinchoren., 706. Zipaquirtf. 650..

III -

INDEX

NOMINUN

RELIGIONUM

C
Carmelitane della Carit, 223. Congregatio : Clericorum excalceatorum SSmae Crucis et Passionis D. N . I. C , 223 , 764. Parvarum Sororum Senum Derelictorum, 253. Sororum Oblatarum Sancti Francisci Salesii, 759. Congregazione : degli Oblati di Maria Immacolata, 763. dell'Adorazione perpetua del SS. Sacramento dell'Altare, 1050. delle Figlie del Divino Zelo, 223. delle Figlie di nostra Signora al Monte Calvario, 764. delle Suore della Carit del Buon Pastore, 1049. delle Suore di S. Felice da Cantalice del Terz'Ordine di S. Francesco, 1049.

delle Suore Mantellate Serve di Maria, 978. dello Spirito Santo, 1049. dei Rogazionisti, 223. dei SS. Cuori di Ges e Maria, 1050. dei Sacri Cuori di Piepus , 223.

- delle Oblate di S. Francesco di Sales, 223. delle Piccole Serve dei Poveri Malati, 1049.

0
Ordine : di San Paolo Primo Eremita, 224. Teutonico, 224. Ordo: Fratrum Carmelitarum discalceatorum, 224. Fratrum Minorum, 222. Fratrum Praedicatorum, 223, 726, 827. Societatis Mariae Dominae Nostrae, 889.

E
Esclavas Conceptionistas del Divino Corazn, 1050.

E
Figlie di S. Giuseppe, 1050. Fratelli del S. Cuore, 644.

P
Piccole Figlie dei Sacri Cuori, 764. Piccole Suore di S. Giuseppe, 763.

Istituto :
dei Piccoli Fratelli di Maria, 763. delle Dame Catchiste, 764.

1098

Index

nominum

religionum

Piccoli Fratelli eli S. Giuseppe, 763. Poveri Servi della Divina Provvidenza, 644.

R
Religiosas de la Reunion al S. Corazn de Jesus, 1050.

S
Societ : delle Suore di S. Teresa di Ges, 223. di Maryknoll per le Missioni Estere, 36. Societas : A S . Paulo, 620. -- Iesu, 207, 223, 224, 806. Presbyterorum a S. Sulpitio, 272, 344.

S. Francisci Salesii, 206, 756. Suore : Ancelle della Immacolata Concezione della B. V. Maria, 224. Ausiliatrici delle Anime Purganti, 222, 339, 361, 374. Cappuccine del Sacro Cuore, 432. Carmelitane della Carit, 764. Clarisse, 251. della Carit di S. Anna, 978. della Dottrina Cristiana, 1050. della Provvidenza di Sant'Andrea, 224. della Sacra Famiglia di Urgel, 223.

' della Santa Agonia di N. S. G. C , 644. dello Spirito Santo e di Maria Immacolata, 644. del Povero Bambino Ges, 223. di Ges Nazareno, 222. di Maria Riparatrice, 763. di Nostra Signora del Buon Consglio, 176. di San Giuseppe, 176. di Santa Chiara, 644. per i Vecchi Abbandonati, 222, 764. Serve di Ges della Carit, 105O.

T
Terziarie Francescane di S. Elisabetta, 764.

IV
INDEX RERUM ANALYTICUS

A
Abstinentia et ieiunium. V. Obligatio legis iei. et abst. Academia Pont. Scientiarum. V. Astronomiae cultores. Actio Catholica : Iuvenes ab a. c, per nuntium scripto datum iis qui coetui tertio interfuerunt ex universa foederatione, B. P. Ecclesiae gloriam et spem huius aetatis appellat. 23; hortatur ut sensum fraternae necessitudinis servent, tamquam membra Corporis Christi, sentiantque cum Ecclesia. 23 s.; monet ne deficiant a firma erga Deum pietate, quae certo uberem inter fratres apostolatum suadebit. 24 ; preces fundit ad Deum ut complures inter eos ad Sacerdotium vocare dignetur. 24. Viros catholicos, qui Internationalis Foederationis Consilio interfuerunt, B. P. alloquitur eorumque propositum laudat, quo adlaborant ut sociatae cuiusque regionis foederationes, fraterna necessitudine astrictae, consilia inter se conferant, rectius se inter se noscant, mutuas operas tradant, quidquid eas docuit usus communicent adiutricemque sibi praestent operam, 25 s.; praestanda tamen est observantia iis etiam qui dissmili agendi ratione militant in Actione Catholica : iuvabit verum labores prudenter componere et ordinare, servata ab omnibus christiana humilitate. 26; virorum ab a. c. foederatio foveat, qua pollet auctoritate inter gentes, christianae pacis adventum. 27. V. Apostolatus laicorum. 029; mulierum, 918. Advocati. B. P., advocatos e Foro Parisiensi alloquens, eorum missionem illustrat eamque esse officium iustitiae et m i & t ricordiae proclamat, 289. Aegroti. Sodalitatem Italicam Centro dei Volontari della Sofferenza eidemque adscriptos B. P. paterne adhortatur; Aegroti, qui interdum sibi videntur Soli et inutiles, neque soli sunt quando ad voluntatem Dei se conformant, neque inutiles quando patientiae exemplo et Deo suas poenas consecrando, animarum saluti opem conferunt, 954 ss. V. Infirmi

Affinitas in infidelitate contracta, impedimentum evadit pro matrimoniis, quae ineantur post baptismum, etsi unius partis tantum, 77. Africa. Maxime cordi est B. P., 25, 321, 921, 936 V. Missiones. Agri cultura cordi fuit ac exstat Ecclesiae, 831, 1023 ss. Alberione Revmus D. Iacobus, Piae Societatis a S. Paulo Moderator Generalis. Ei, L annos a suscepto sacerdotio implenti. B. P. gratulatur ob eius incepta ac praesertim ob scripta typis prodita, 620. America latina et Apostolatus laicorum,' 936. Americae Septentrionalis Statuum Foederatorum alumnos scholarum B. P. hortatur ad sollicitandam caritatem erga pueros indigentes aliarum nationum , 215. Anaesthesia et Analgesia. De ea B. P. agit : Nihil obiciendum contra id quod spectat ad anaesthesiologiam ; illicite utuntur medici anaesthesia invito morituro infirmo, qui sit sui iuris. 144 ; chirurgicam corporis sectionem passuri quieto animo uti possunt subsidiis, auxilio scientiae repertis, ad vitandum seu levandum dolorem, nisi forte rerum adiuncta ad aliud inducant, 137; intra certos fines et debitis servatis cautionibus, soporiferorum medicamentorum usus, vel minuens vel etiam ex toto delens conscientiam, a lege naturae permittitur neque Evangelicae doctrinae repugnat, 143; doloris et conscientiae abolitionem ex narcoticorum usu, qui medicorum fit iussu, tum Religio tum lex moralis permittit, morte etiam instante, quamvis praevideatur eo usu vitae cursum fieri breviorem, dummodo id quod intenditur nullo alio obtineri possit auxilio neve infirmus impediatur alia exsequi officia circa mores et pietatem in Deum. 147. Analgesia. V. Anaesthesia et analgesia. Apostolotus catholicarum mulierum. De eo B. P. agit coram iis qui interfuerunt Conventui internationali ex Union Mondiale des Organisations fminines catholiques . Praesens instantia circa dignitatis accessionem, seu promotionem mulieris triplicem exigit a mulieribus catholicis apostolatum, 907: I. Veritatis, sive circa .ri-

1100

Index

rerum

analyticus satisfaciat, 612; eandem Matrem cupere praecepta a filiis religiosissime servari, quae dedit Ipsa in suis Apparitionibus. 612 ; paenitentiam in primis et pro peccatoribus preces Virgo Immaculata enixe flagitavit 613 ss. ; animarum Pastores hoc anno piaculari omni ope contendant, ut praeviso magno hominum concursu ad Marianam lapurdensem aedem, large salutares capiantur fructus, 614 s.; in primis tamen detur opera renovandae, ut decet Christianos, hominum societati eidemque ab adgredientis materialismi periculo tuendae. 615 s. ; memorat B. P. filios, quos praeter ceteros Caelestis Mater diligit, nempe humiles, pauperes aegrotosque, eosque adhortatur ut ad Mariam recurrant et ab Ipsa auxilium, quo indigent, petant, labores animique aegritudines pro renovanda societate offerentes. 618. Archiva ecclesiastica. B. P. eos alloquitur qui interfuerunt Conventui ex addictis Archivis ecclesiasticis Italiae, 1003; et, revocatis meritis defunctorum Cardinalis Ioannis Mercati et fratris eius Angeli, praesertim quoad Bibliothecam et Archivum secretum vaticanum, 1004; illustrat Sedis Apostolicae curas pro documentorum tutela, 1006 ss. Aditus patens studiosis fontium universalis eruditionis, quae in Vaticano servantur indicat Ecclesiae serenum animum quoad suam historiam, 1008 s. B. P. adstantes hortatur ut suis studiis intense incumbant, 1010. Arma. Ut in universum deponantur ominatur B. P., mutuis acceptis inspectionibus apparatus militaris singulorum, 21. Ars ornatus vestium. V. Moda . Asia. Eius Missiones B. P. commendat, 25 27, 245, 321, 937. Astronomiae Cultores : eos, qui coetui per hebdomadam habito, auspice Academia Pontificia Scientiarum, dissertandi causa interfuerunt, B. P. alloquitur, mentionem faciens de gravioribus quaestionibus, quas caeli siderumque periti tractandas proposuerunt, de ea praesertim quae glomeratam siderum multitudinem ( popolazioni stellari ) spectat, 355 ss. ; de galaxiis externis de orbe lcteo, de siderum progressu, de atomorum in his origine et mutatione, de siderum aetate, de sole. 357 ss. Attamen mens humana aliud exquirit verum, quod ultra cognitionis rerum terminos invenitur. 560. Atlantic Treaty Association . B. P. gratulatur de studio eorum qui fovent etiam scholis unionem nationum in spiritu supernae universalis caritatis, 632, s. Austria. Sanctuarium Marianum in Mariazell , octavo exeunte saeculo ab eo condito, a B. P. celebratur. Austriae populi, recentius duris vicibus probati, auctam Fidem in B. Mariam V. laetus B. P. agnoscit omnesque hortatur, ut, pro vicinioribus populis praepeditis ac pro tota Ecclesia, precibus et piacularibus operibus

ginem mulieris a Deo, cui subiecta esse debet, 908 ss. ; sive circa mulierem catholicam, quae est Christi, 911 s. ; et Ecclesiae, 913 s. I I . Amoris, cum impellat charitas ad agendum, 915; praesertim pro gentibus omni ope destitutis, 916; continua suscipiens incrementa, 917. I I I . Agendi, seu actionis, in universum sese extendentis, 918 s. ; adhortationes et monita ad agendum 920. Apostolatus laicorum : a B. P. commendatur, 328, in Austria, 856. B. P. catholicos laicos ex universo Romae coadunatos allocutus est : Magnos laicorum Apostolatus progressus habitos hisce sex annis post primum universalem Conventum dilaudat B. P., 922-923. Hierarchia potest laicis dare missionem docendi, 925 ; ut adlaborent ad aedificationem Corporis Christi , ad consecrationem mundi , 926-928. Multiplex datur laicorum Apostolatus, qui non est A c t i o Catholica stricto sensu : est legitimus et optabilis, dummodo mandatum habeat a Hierarchia, 928-930. Formula theologia laica , tanquam anceps, est reicienda, 930. Praeparatio mentis et animi ad apostolatum est laicis necessaria, 931-932. Quasdam urgentioris laboris provincias enumerat B. P. : paroeciam, 933 ; ephemerides, radiophoniam artem, cinematographeum, televisionem, 933-934; operarios, 934; O.E.C.A., 935; questiones ac necessitates Americae Latinae, 936; Missionum in Asia et in Africa, 937-938. Animos erigit et ad agendum hortatur B. P., 939, V. 427, 1051. Apostolatus Orationis. Sodalibus eius e Lusitania Bracharensi in urbe coadunatis B. P. gratulatur de studio pro Apost. Orat, propagando; eis commendat quotidianum actum oblationis divino Cordi Iesu prout ab Apostolatu proponitur eosque hortatur ut doctrina ac vita catholica magis magisque omnes possideat, Vicario Christi corde ac prece coniunctos, 414 ss. Apparatio B. M. V. Immacolatae in Lapurdensi specu. B. P. eam, primo exeunte saeculo, commemorat, data Epistula encyclica Le plerinage de Lourdes ad Galliae Antistites. Pauca praefatus de sacris sollemniis, quae mox Lapurdi perag e t u r , B. P. agit de peculiari in Gallia et a maioribus accepto erga Dei Matrem cultu, cuius praeclara exstant monumenta sive sacella B. Mariae Virgini dicata sive magnificentissimae Basilicae pluribus locis exstructae. 605 s. ; affirmari potest saeculum X I X B. V. Mariae fuisse prae ceteris dilectum. 607; post memoratum sacrum numisma, vulgo Mdaille Miraculeuse dictum, B. P. celebrat ea quae, prope centum abhinc annos, in specu Massabille ad Pyrenaeos montes mirum in modum evenerunt. 607 ss. Confidit B. P. fore ut proximo quoque Sacro Anno filiorum voluntati Caelestis Mater largiter

Index

rerum

analyticus

1101

pacem contendant, 854 ss. Automatio : eos, qui Romae conventui adfuerunt indicto ab Italica Operariorum Catholicorum Sodalitate, B. P. alloquitur eisque gratulatur ob allatum in eo pertractando de Automatione permagni momenti argumentum. 621 ; deinde agit de quibusdam praecipuis eiusdem argumenti capitibus, praesertim quod attinet futura generis humani, rerum publicarum administrationem cuiusque nationis et operariorum variis artibus exercendis institutionem. 622 ss. Aviat (S. D.) Francisca Salesia. Decretum introductionis causae pro eius beatificatione, 759. B Basilicae Minores declarantur Templa : B. Mariae V. in caelum assumptae in pago Novacella , Brixinensis dioecesis, 30 ; Ss. Casu, Florentii et Sociorum in urbe Bonna, archid. Coloniensis, 56; S. Martini. Ep. M. in oppido Weingarten, dioec. Rottenburgensis, 57. Ssmae Trinitatis in urbe Berna, dioc. Basileensis et Luganensis, 59; S. Marci Ev. oppidi Boretto , in Guastallensi dioecesi, 125; S. Francisci Xaverii in urbe Dyersville, archid. Dubuquensis, 196 ; Christi Patientis el Seor de Monserrate in Bogotensi archid., 198; Nostrae Dominae a Ssma Trinitate, in urbe Blesensi, 270; S. Petri Apost., Mutinensi in urbe, 399; S. Francisci Assisinatis, Ferrariae urbis, 721 ; Cathedrale Drangensis, 723 ; S. Crucis, in oppido Torre del Greco Neapolitanae archid., 724; B. M. V. Matris Dolorosae in loco Dreieichen , dioecesis S. Hippolyti, 950; B. M. V. de Oropa, dioecesis Bugellensis, 951; Paroeciale B. M. V. in urbe Sanctae Fidei de Guanajuato, 1O02. Bavaria. V. Schola catholica. Bellum a B. P. deprecatur, 965. Bobola (S.) Andreas : per Litteras encyclicas, tertio exeunte saeculo ab eius martyrio, B. P. Christi athletae intactam fidem et invictam fortitudinem laudat, res gestas virtutesque recenset, labores commemorat studiumque dissidentes ad unum Iesu Christi ovile revocandi, 322 ss.; horrendos cruciatus, quos Martyr perpessus est, recolit, 325 s. ; hortatur ut Catholici in eum exemplar ad imitandum propositum habeant. 326 s. ; Poloniae filiis paterna monita, 329 ss. Britannia Magna B. P. eius Ministro ab Exteris Negotiis, Selwyn Lloyd gratulatur ac vota promit erga eius populum, Gubernium, Reginam Eiusque Familiam, 67 s. Browne Revmus P. Michael, Ordinis Fratrum Praedicatorum Magister Generalis. Ei B. P. gratulatur de incremento christianae pietatis in Deiparam V. per Mariale Rosarium provecto, 726; Ei B. P. scribit septimo revoluto saeculo ab obitu S. Hya- f

cinthi, ac gratulatur ob indictum conventum de praedicatione verbi Dei, 827,

C
Caggiano Emus P. D. Card. Antonius, Episcopus Rosariensis Legatus Congressui Eucharistico Bolivariano, 62. Canones iuris canonici pro Ecclesia Orientali promulgantur : de Ritibus orientalibus, 436, et de Personis, 440 ss. Capitulum cathedrale erigitur in dioecesi: Groningensi, 257 ; Roterodamensi, 260 ; de Santos, 334. Captivi. De auxilio eis praestando. V. Iurisperiti. Caritas a B. P. pro indigentibus commendatur, sollicitatur, 215, 351, 903, 916. Catholici, ut operam conferant cunctis institutis quae principia legis ac iuris naturalis colunt, optabile est, 298 ss. Causae actae in Tribunali S. R. Rotae a. 1956 per definitivam sententiam, 663. C.E.C.A., 935. Centoz Excmum P. B. Aloisius, Archiep. tit. Edessenus, Nuntius Apost, in Cubana Republ. Ei B. P. gratulatur dena lustra sacerdotii et quina episcopatus implenti, 128. Centenariae celebrationes : Nono revoluto saeculo a constituto templo S. Martini in oppido Weingarten, 58; Saeculo exeunte ab obitu S. Dominici Savio 206; Saeculo tertio vertente ab obitu sac. Joannis J. Olier, 327; Tertio exeunte saeculo a glorioso martyrio S. Andreae Bobola, 321 ss. ; Tertio elapso saeculo a primo appulsu in Canadiam Sodalium Societatis Presbyterorum S. Sulpitii, 344; Saeculo exeunte ab ortu Pii Pp. X I , 402; Saeculo exeunte ab Apparitione B. M. V. Immaculatae apud Lapurdum, 605, 1051 ; Saeculo VII revoluto ab obitu S. Hyacinthi, 827 ; Octavo exeunte saeculo a Sanctuario Mariano in Mariazell condito, 854 ; Tertio exeunte saeculo ab obitu fr. Lucae Wadding, 954, 959. Centro dei Volontari della sofferenza . V. Aegroti. Cinematographica ars. Litteris Encyclicis : Miranda prorsus , de re cinematographica, radiophonica ac televisifica, B. P. agit: Ex technicae artis inventis, maximum hac aetate incrementum accepisse cinematographicas, radiophonicas ac televisificas artes B. P. memorat: quas quidem, vixdum in usum invectas, non modo summo cum gaudio, sed materna etiam cura et vigilanti sollicitudine excepit Ecclesia, 765 s. Mentio fit de Epistula Encyclica Vigilanti cura , a Decessore Pio XI exarata; de normis, quas saepe ipse B. P., occasione data, hae de re tradidit, 767 ss. ; noscit B. P. ex hodiernis ac mirandis hisce opibus maximas quidem utilitates, sed maxima quoque pericula oriri posse, 769 s.; in primis B. P. agit de iure Ecclesiae utendi technicis inventis, quibus veritatem virtutemque propagare

Index

rerum analyticus rum administratione, sed etiam in commodum humanioris cultiorisque vitae, si Europoe populi perantiqui ac ditissimi sui patrimonii bona mutuo communicaverint. 968 s. Communio Eucharistica frequens a B. P. commendatur, 62. Concathedralis declaratur Ecclesia : S. Michaelis Archangeli in urbe Castro Albo, dioecesis Portalegrensis, 3 5 ; S. Petri Apostoli in urbe Iacksonio, dioecesis Natchetensis-Jacksoniensis, 218; B. Mariae V. sacra, in urbe Castrorum Caeciliorum, dioecesis Cauriensis, 821; S. Leontii Fori Julii, antea Cathedralis, 884. Concelebratio Missae. In ea, ex institutione Christi, Sacerdos ille solus valide celebrat, qui verba consecratoria pronuntiat, 370. Concilium Episcopatus universi Aequatoris, 729. Confirmatio Sacramentum. Relatio de ea, decreto die 14 Septembris a. 1946 praescripta, non amplius mittenda, 943. Conventio inter S. Sedem et Rhenaniam septentrionalem atque Vestphaliam. De erectione novae dioecesis Essendiensis, 201 ss. Conventus Eucharistici : Bolivarianus in urbe Caracensi, 62, 68; E tota Hispania in urbe Granata, 364. Conventus : Tertius ex universa Foederatione internationali iuvenum ab Actione catholica, Romae habitus, 23 ; Consilii Foederationis internationalis Catholicorum Virorum, Romae habitus, 25; Nationalis Italieus e Monialibus nosocomiis addictis, Romae habitus, 291; Pleniarius XI e Coetu Pax Romana , Romae habitus, 296 ; Internationalis XI Coetus Nouvelles Equipes Internationales Aretii habitus, 300 ; universalis Tertii Ordinis Carmelitarum, ad Fatimae Sanctuarium habitus, 346; Apostolatus Orationis, in urbe Bracharensi habitus, 414; Operariorum Catholicorum Italicorum de automatione , 621; De constituenda Unione Eurpaea, Romae habitus, 629 ; Coetuum quibus The Atlantic Treaty Association constituitur, 632 ; delegatis dioecesium Italiae pro Emigrantibus, Romae habitus, 730; Internationalis ex Seouts (Jambore - Moot - Indara), in Sutton-Park habitus, 737 ; Fratrum Praedicatorum de aptiore praedicatione verbi Dei, 827 ; Iuvenum Operariorum Catholicorum (J.O.C.), Romae habitus, 837 ; Internationalis de Odontostomatologia , Romae habitus, 849 ; Ad Sanctuarium Marianum in Mariazell , octavo exeunte saeculo ab eo condito, 854 ; Internationalis docentium catholicorum, Vindobonae habitus, 857 ; Journes familiales internationales , Romae habitus, 898; Internationalis ex Union Mondiale des Organisations fminines catholiques , Romae habitus, 898; Catholicorum ex universo orbe pro Apostolatu laicorum, Romae habitus, 922; Aegrotorum e Centro dei Volontari della Sofferenza , Romae

possit, 773; de gravi eorum, qui publicam rem moderantur, officio novis his artibus consulendi vigilanter, non tantum politicis rationibus, sed publicis quoque respectis moribus, 775; tres praecipuae technicae artes cinematographica, radiophonica ac televisifica quibus facilius homines inter se communicare valent, eo primum spectent oportet, ut veritati virtutique inserviant, 776 s. ; spectaculorum momentum, commoda ac pericula, 779; Catholicorum instituta et incepta, in hac re iam laudabili orta consilio, 780 s.; singula spectacula ad peculiarem cuiusvis aetatem, iuvenilem praesertim, apta sint et accomodata; maxime quod televisifica spectacula intra ipsos domesticos parietes facilius habeantur 781 s. ; Ecclesiae de hac re sollicitudo, 782 s. ; laudat B. P. inspectionis Officia ab Episcopis constituta : optat ut in singulis Nationibus, si eiusmodi Officia nondum habeantur, quam primum constituantur, 783; ea vero ut ab uno eodemque Consilio pendeant, hortatur, vel saltem ut adiutricem invicem praestent operam, 783; perutile erit si haec singula Officia ad magnas ex omnibus Nationibus Consociationes, ab Apostolica Sede iam probatas, pertinebunt, 784. In altera parte B. P. singillatim quaestiones agitt quae cinematographeum, radiophonium ac televisionem spectant, 748 ss. ; munus catholici cinematographicorum ludorum critici, 787; grave eorum officium conscientiae, qui auditoria cinematographica exercent atque pelliCulas distribuunt, 788; vigilantia ab Ordinariis habenda quoad cinematographica auditoria, Ecclesiae auctoritati obnoxia, 788 s.; quantum ad recte instituendos homines possint honestae vocum sonorumque radiophonicae transmissiones, 794 ss. ; de studio et industria augendi catholicas in radiop h o n i a stationibus acroases, 796; quantopere ars radiophonica sacri ministerii causae prodesse queat, 797 ss. Haec monita televisioni etiam accomodantur, 799 ss. ; catholicorum conscientia de televisionis usu ad sana christianae religionis principia est conformanda, 803; quanti momenti sint partes sacerdoti concreditae etiam in his apostolatus campis, 803 s. V. Apostolatus laicorum, 933. Communaut Europenne du Charbon et de VAcier (C.E.C.A.) : eius Legatos, qui in Gonfione adfuerunt Romae habita, B. P. alloquitur. 966 ; commemorat quanta cura animadverterit virorum operam rerum civilium peritorum, qui, foederationibus gentium f avrant, 966 ; commoda et lucra recenset, quae nationes civesque, maxime operarii, ex hac constituta Foederatione (C.E.C.A.) iam perceperunt. 967 s. ; gaudet praesertim de utilitate quae sit, non pro rei familiaris tantum rerumque publica-

Index

rerum

analyticus

1103

habitus, 954 ; Coetus Communaut du Charbon et de l'Acier, Romae habitus, 966; Ex addictis Archivis ecclesiasticis ex Italia, Romae habitus, 1003; Internationalis ab Unione latina Alta Moda Romae habitus, 1011 ; Consilii Food and Agriculture Organisation , v. F . A . O . , Romae habitus, 1023; Internationalis pro scholis privatis in Europa, Romae habitus, 1024. Coty Excmus Renatus, Reipublicae Gallicae Praeses a B. P. Ordine Supremo Christi decoratur, 303. Culpa et paena. V. Iurisperiti.

D
Delegatio Apostolica Thailandensis erigitur e territorio Delegationis Apost. Indosinensis seiuncta, 897. Dimissi e Seminario. Qua ratione denuo admitti possint, 640. de la Torre Emus P. D. Card. Carolus Maria, Archiep. Quitensis. EI B. P. gratulatur duodena lustra ab inito sacerdotio implenti, 349; Legatus a B. P. deligitur ad Con: cilium plenarium Episcopatus universi Aequatoris, 729. Dioeceses : noviter erectae : Girardotensis, 49 ; Jeffersonensis, 53; Campifontis Capitis Girardeanensis, 54; Gagnoaensis, 113; Goiasensis, 179; Iataiensis, 182; Uruassuensis, 188; Essendiensis, 201, 993; Tingitana, 336; Gariensis, 385; Chiclayensis, 388; Vaccariensis, 393; S. Ioannis Baptistae a Missionibus, 395; Clivi Zamorensis, Moronensis, 654 ; S. Isidori in Argentina, Maris Platensis, 655 ; S. Dominici Novem Iulii, Formosa, 656; Reconquistensis, Posadensis, 657 ; Civitatis Mariae, Gualeguaychensis, S. Rosae in Argentina, 658; Rivadaviae, 659; Umtaliensis, 710; Espinalensis, 712; Sonsonensis, 715; Portus Ameliae, 813; Petropolitana in Insula Longa, 816; Civitatis luarezensis, 885; Tulearensis, 945; Farafanganensis, 947; Truxillensis in Venezuela, 996. ad gradum metropolitanae evectae : Pam; pilonensis, 121 ; Conchensis in Aequatore, 818. - suffraganeae: Girardotensis, metroplitanae Bogotensi, 50 ; .Ieffersoniensis et Campifontis-Girandeauensis, metrop, S. Ludovici, 54 ; Gagnoaensis, metrop. Abidianensi, 114; Goiasensis, metrop. Goianiensi, 180, 186 ; .Iataiensis, metrop. Goianiensi, 182, 186 ; Uruassuensis, metrop. Goianiensi, 186, 189; Gariensis, metrop. Indianapolitanae, 386 ; Chiclayensis, metrop. Truxillensi, 388; Vaccariensis, metrop. Portalegrensi, 394; S. Ioannis Bapt. a Missionibus, metrop. Ss. Assumptionis, 696; Clivi Zamorensis, metrop. Platensi, 654 ; Moronensis, S. Isidor! in Argentina, metrop. Bonaerensi, 655; Maris Platensis, metrop. Platensi, 656; S. Dominici Novem Iulii, metrop. Bonaerensi, 656; Formosa, Reconquisten-

sis, metrop. S. Fidei in Argentina, 657; Posadensis, metrop. Paranensi, 657; Civitatis Mariae, metrop. Cordubensi, 658; Gualeguaychensis, metrop. Paranensi, 658 ; S. Rosae in Argentina, Rivadavia, metrop. Sinus Albi, 659 ; Azulensis, metrop Platensi, 661; S. Iacobi de Estero, metrop. Tucumanensi, 661; Viedmensis, metrop. Sinus Albi, 661; Umtaliensis, metrop. Salisburiensi, 710; Espinalensis, metrop. Bogotensi, 713; Sonsonensis, metrop. Medellensi, 715; Portus Ameline, metrop. Loureno Marques, 814; Petropolitana in Insula Longa, metrop. Neo-Eboracensi, 817; Loiana, metrop. Conchensi in Aequatore, 819; Civitatis Juarezensis, metrop. Durangensi, 886; Tulearensis, metrop. Tananarivensi, 946; Farafanganensis, metrop. Tananarivensi, 948; Essendiensis, metrop. Coloniensi, 994; Truxillensis in in Venezuela, metrop. Emeritensi, 996. dismembratae: Bogotensis, 49; S. Ludovici, Kansanopolitana. S. Iosephi in America, 53; Daloaensis, 113; Patensis, 119; Goiasensis, 179, 188; Portus Nationalis, 191; Zacapensis, 831; Wayne Castrensis, 885; Truxillensis, Caiamarcensis, 388; Garuensio, 391; Ss. Assumptionis, Villaricensis, 395; Platensis, 654, 655; S. Nicolai de los Arroyos, 655 ; Sinus Albi, 655, 659; Mercedensis, 656, 659; Orulensis, 656; S. Fidei in Argentina, 657; Corrientensis, 657; Cordubensis in Argentina, 658; Paranensis, 658; Viedmensis, 659, 660; Mendozensis, 660; Villaricensis, et Ss. Conceptionis in Paraguay, 701; Dakarensis et Ziguinchorensis, 706; Ibaguensis, 712; Medellensis, 715; Nampulensis, 813; Bruklyniensis, 816; Limana, 881; Chihuahuensis, S85 ; Arcis Delphini, 945, 947 ; Coloniensis, Paderbornensis et Monasteriensis, 993; Emeritensis in Venezuela, 996. quarum fines mutantur: Privernensis et Terracinensis, 78; Mwanzansis et Maswansis, 371; Lisbonensis et Eborensis, 422; Monacensis et Ratisbonensis, 634; Brittinoriensis et Sarsinatensis, 740; Libonensis et Leiriensis, 741; Marianopolitanae et S. Hieronymi Terrebonae, 745; Corumbensis, 746; Bruklyniensis et Norvicensis, 817; Tarraconensis, Valentinae, Barcinonensis, Celsonensis, Conchensis, Gerundensis, Oriolensis, Segobricensis, Vicensis, 864 s. quarum nomen mutatur : Portalegrensis, cui Castri A l b i additur, 35; Natchetensis, cui Jacksoniensis additur, 218 ; Maswansis, Skinyangansis appellabitur, 371; Cauriensis, cui Castrorum Caeciliorum additur, 821 ; Foroiuliensis, cui Tolonensis additur, 883. quarum fines determinantur: Puteolanae et Aversanae, 748. S. Iosephi in America unitur Kansanopolitanae, quae Kansanopolitana-S. Iosephi appellabitur, 54. Sedes cathedralis Foroiuliensis Telonem transfertur, 883.

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Indetti

rerum

analyticus

Docentes catholici. Eos Vindobonae coadunatos B. P. monet, hortatur, 860. V. Schola catholica. Doctrina socialis catholica cordi est B. P. et prae ceteris aliis tuetur iustam libertatem et humanam dignitatem, 833. Dolor. Utrum et quandonam adsit moralis obligatio phisici doloris ferendi, 134; quae causae iustae censeantur ad dolorem vitandum, 136; utrum moribundi et infirmi, in periculo mortis constituti, narcotieorum usu vitare queant dolorem, 147.

E
Emigrantes : eos, qui interfuerunt conventui, Romae habito, ex Delegatis ab Italiae dioecesibus pro Emigrantibus, B. P. alloquitur : Constitutionem Apostolicam Exsul Familia commemorans, apostolatus pro emigrantibus proprietatem designat : praecipua eius nota amor est flagrans animarum, 730 s.; Sacerdotes emigrantium curatores ab Ecclesia designati, munere fungantur boni pastoris , 731 ; emigrantium animos saepissime afflictos recreare et confirmare studeant, omnibus omnia facti,732. Plurima monet B. P. de eorum munere recte implendo, 735 s. Eparchiae : Edmontonensis Torontina, Saskatoonensis, antea Exarchatus, suffraganeae metropolitanae Winnipegensi, redactae, 263. Eucharistia. De loco, forma et usu in Ea asservanda normae a S. C. Rituum confirbantur et declarantur, 425. Europaea Unio est in votis B. P., 18, sed ad eam assequendam necessaria est integritas moralis populorum et nationum, spiritu religionis suffulta, 288, ss. ; 629 ss. ; 966 s. ; 1027. Exarchatus Apostolicus : noviter erectus, Stanfordensis, 116; Winnipegensis ad gradum metropolitanae sedis evehitur, 263; dismembratus, Philadelfiensis, 116; in Eparchias redacti. V. Eparchiae. Excommunicatio. Eius declaratio vel minatio in sacerdotes quosdam in Hungaria contra legem Ecclesiae agentes, 38 s. ; in sacerdotes, qui active rbus politicis in Hungaria participes erunt, 637. Exploratores y>,seu Scouts . B. P. gratulatur dirigentibus et sodalibus ob Conventum Jambore-Moot-Indaba in Sutten P a r k coadunatis, et catholicos Scouts hortatur ut, spiritu universalis fraternitatis in Deo moti, christianis virtutibus praestantes, veritatis, iustitiae et pacis propugnatores evadant, 737 s.

Philosophiae erigitur : in Pont. Universitate Salmanticensi, 97; in Universitate cath. Quitensi, 308. Musicae in Universitate studiorum De Paul affiliatur Pont. Instituto Romano Musicae sacrae, 975. Fdration Dentaire Internationale . V. Odontostomatologia. Feltin Emus P. D. Card. Mauritius, Archiep. Parisien. Ei B. P. scribit tertio exeunte saeculo ob obitu sacerdotis Ioannis la cobi Olier, Societatis Presbyterorum a S. Sulpitio conditoris, virtutes sacerdotales eommendans, 272. Food and Agriculture Organisation . B. P. salutat eos qui interfuerunt nono Conventui Sodalitatis F. A. O., studentes remedium afferre difficultatibus agricolarum, ne hi cogantur ex agris in urbes emigrare. Vota promit ut Sodalitatis conatus esurientibus populis quam primum levamen praestare valeant, 1023 ss. V. Siri Emus Card. Iosephus. Formula Benedictionis Stationi radiophonicae, 1043. Francisca a Vulneribus Iesu (S. D.). Decretum introductionis causae pro beatificatione, 85. Franciscus (S.) a Paula. Anno CCCCL exeunte ab eius obitu B. P. eius virtutes commemorat, proponit, 249; B. P. maritimam gentem ac navicularios itlicos hortatur ut ipsorum Patroni auxilium postulent, virtutes imitentur, 417.

Oalerum rubrum. Eius impositio Emo P. Card. Stephano Wyszynski, Archiep. Gnesnensi et Varsaviensi, 257. Gallia. Virtutes et gloriam eius gentis B. P. commendat et erga eius Praesidem et populum vota promit, 302; Galliae et Germaniae praesentis necessitudinis vis a B. P. laete agnoscitur, 1034. Germania. Praesidem Foederalis Reipublicae, Excmum Virum Theodorum Heuss, B. P. alloquitur: Res Germaniae, post immane bellum fere desperatae, mirabiliter resarcitae sunt moderatorum prudentia, civium disciplina, operum conductorum animo, operariorum constantia, 1034. Novae Germaniae in nova Europae unitate momen tum, praesentis Galliae ac Germaniae necessitudinis vis, 1034-1035. Excmi Praesidis merita B. P. dilaudat, animum ad bona animi fovenda erigit, 1035; de recognito Concordati vigore gratulatur, unde spes exoritur ut Ecclesia catholica valde conferat ad publicum Germaniae bonum, 1036. Girard Revmus D. Petrus, Societatis Presbyterorum a S. Sulpitio Moderator Generalis. F Tribus elapsis saeculis a primo appulsu Facultas : sodalium ipsius Societatis in Canadiam, Medicinae in Universitate stud. Cathol. B. P. ei gratulatur ob eorum ministePeruviana erigitur, 173; rium, praesertim ad sacrorum alumnos S. Theologiae in Universitate cathol. Torite instituendos, 344. kiensi Sophia canonice erigitur, 219. |

f
H

Index rerum analyticus

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Introductio causae pro .beatificatione Servorum Dei : Mariae Lichtenegger, 40 ; Stephani ab Adoain, 89; Franciscae a Vulneribus Iesu, 85; Iosephi Maanet y Vives, 88; Zephyrini Numuncur, 756; Franciscae Salesiae Aviat, 759.

Hebdmada sancta. Ordinationes et declarationes de ea, 91 ss. De ritu solemni vel simplici adhibendo, 91; De Dominica in palmis, 92; De feria V in Cena Domini, . 93 ; De feria VI in Passione et Morte Domini, 94; De Sabbato Sancto et Vigilia paschali, 94. Hibernia. Primo Ministro eius Gubernii B. P. gratulatur de gloria et bono familiae, fidei ac patriae promanantibus e constanti Hibernensium adhaesione spiritui christiano eisque vota promit, 953 s.

Iubilaris Indulgentia per annum conceditur


iis qui pie inviserint Massabielensem Specum, primo saeculo exacto ab B. Mariae V. Immaculatae apparitione apud Lapurdum, 1051. Iurisperiti.. Revocatis allocutionibus alias de poena et culpa habitis, 403, iurisperitos B. P. alloquitur de auxilio carceribus detentis praestando. In I parte agit de theorice praesumendis in auxilium ferentibus, quoad dependentiam poenae a culpa ; quoad rationem doloris in poena reclusi; quoad fundamentum et finem ipsius paenae, 404 ss. In 2 parte indicat quomodo auxilium porrigendum sit carcere detentis, sive ut personis singulis eos diligendo, sive ut membris humanae familiae curando eos integre restituere societati et Ecclesiae, 408 ss. In 3 parte agit de cura captivorum sicut a Deo ii conspiciuntur, 413.
a a a

V. Wadding Lucas.
Hierarchia et Apostolatus laicorum, 925 ss. Hispania. Eius christifidelium B. P. devotionem commendat erga Christum, qui in Eucharistia Hostia-Amor exstat, 364. Hungaria. Vota B. P. pro ea, 22; In ea rebus politicis participatio activa sacerdotibus prohibetur, 637.

V. Excom municatio.

I
Ieiunium et abstinentia. V. Obligatio legis i. et abst. Ieiunium eucharisticum limitatur ad tres
horas quoad cibum solidum et potum alcoholicum, ad unam horam quoad potum non alcoholicum. Haec servanda etiam ab iis, qui Missam celebrant vel sacram Communionem recipiunt media nocte aut primis diei horis, 178.

Journes Familiales Internationales : eos,


qui huic conventui, adfuerunt, B. P. alloquitur eisdemque gravitatem illustrat argumenti hoc anno propositi : de domo patre familias orbata .S99 s. ; vitae cultum victumque, saepe tenuissimum, viduarum et pupillorum commemorat, quorum angustias opportunis inceptis melius posse levari confidit. 899; laudare pergit inde fidelitatem, quam erga suos viros viduae servare statuerunt, quamquam Ecclesia secundas nuptias haud improbat. 899 ss.

V. Infirmi. J.O.C. V. Iuvenes Operarii Catholici. indulgentiae sacrae conceduntur Pro pio
exercitio in honorem Mysteriorum fantiae D. N. I. Ch., 429. In-

iuvenes Operarii Catholici, qui undique Romam convenerunt ut coetui interessent ex universa Sodalitate (I.O.C.) : eos B. P. salutat et alloquitur. 837 s., laudans praesertim eorum propositum omnes operarios ad Ecclesiam reducendi, cui tres causae favent : quod sint iuvenes, operarii et catholici. 838; iuvenum ratio, magnopere eis proderit ad vincendas difficultates 839 ; beneficia experti institutionis, iuvenes iocistae cum ceteris ea communicare cupiunt. 840; qua operariis, Sodalitas (I.O.C.) auxilium iis fert 841 ss. ; qua catholicorum, officium est iuvenum operariorum omni ope niti, ut societas exsurgat humana iuxta Dei voluntatem et fraterna vigeat inter homines caritas. 842 s.; denique B. P. hortatur audientes ut aequales quam plurimos ad lucem et veritatem .adducant. 844 s.

V. Orationes. V. Iubilaris Indulgentia.


Infantes. Ut hi praeserventur ab omni malo B. P. exoptat, 72 ss, infirmi : qui pati nequeunt chirurgicam sectionem vel quorum salus desperatur : utrum eis liceat, ad maximos vitandos dolores, uti narcosi, cui consequatur ut vitae cursus brevior'fiat, 146. quamvis non decumbant, potum non alcoholicum et veras ac proprias medicinas, sive liquidas sive solidas, ante Missae celebrationem vel Eucharistiae receptionem sine temporis - limite sumere possunt, 178. et Religiosae nosocomiis addictae, 295.

V. Moribundi. V. Aegroti. Institutio christiana puerorum et adulescentium maxime cordi est B. P., 62, 416. Instituta : Paedagogiam! superius erigitur in Philosophica Pont. Salesiani Athenaei Facultate, 95 ; Philosophicum in Theologica Facultate Athenaei Andegavensis erigitur, 97 ; Pontificium Iesus Magister in Urbe erigitur, 751; Normae pro aggregatione ad Pont. Inst. Regina Mundi vel ab eodem recognitione, 869.

L
Lapicidina, 61. Lichtenegger (S. D.) Maria. Decretum introductionis causae pro beatificatione, 40.

Institutum Oeneticum Mendel 1027. Tnternuntiatura Apostlica Neanthopolis erigitur, in Imperio Aethiopico, 823.
71 ACTA, vol.. XXIV, n. 18 31-12-1957.

Lombardi Rev. P. Richardus, S. I., Ei B. P.


scribit commendns restaurationem mundi in Christo per sanctitudinem sacerdotum

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Index

rerum

analyticus

et cristifidelium, qui Apostolatum quovis modo exercent, 207. Lynch Revmus P. Kilianus, Ordinis Fratrum B. M. V. de Monte Carmelo Moderator Generalis. Ei B. P. gratulatur, vota promens, ob Conventum III universi Tertii Ordinis Carmelitarum prope Fatimae Sanctuarium indictum et ob asceterium ibidem auspicandum, 346.,

M
Maanet y Vives (S. D.) Iosephus. Decretum introductionis causae pro beatificathione, 88. Maria B. V.: B. P. Apparitionem Lapurdensem commemorat, 605,1051 ; Pietas per Mariale Rosarium a B. P. commendatur, 726 ; Magna Mater Austriae et Patrona Viennensis , 854 ; B. P. eius Patrocinium invocat pro scholis et docentibus catholicis, 861; Mulieris christianae exemplar, 912. Maria a Providentia (B.), in saec. Eugenia Smet. Decretum de miraculis, 169, et de Tuto , 374, pro eius beatificatione. Recensio vitae, 339, et actorum causae, 343. Beata renuntiatur, 343. B. P. eius virtutes exaltat, 361. Maria Caelina (S. D.) a Praesentatione. Decretum de virtutibus pro eius beatificatione, 251. Mariazell ,. Sanctuarium Marianum. V. Austria. Marmorarii, 6 1 , Materialismus reiciendus, 230, 615, 841, 911, 921, 928. Maternitas et Imfantia. V. Opus nationale italicum pro Mat. et Inf. Matrimonium. V. Affinitas. V. Tribunalia ecclesiastica. Medici, 129, 429, 849, 1027. Mediolanen ses. In conclusione praedicationis sacrae Mediolanensi in urbe per hebdomadas peractae, christifideles B. P. hortatur, ut sicut ii in Cathedrali Domo tunc coadunati laudes Deo canentes Civitatem Dei praesignificant, ita perseverent ac proficiant praeponendo humanis divina id est, fluxis commodis e progrediente tecnica allatis, praestantia ac certa bona spiritus per adhaesionem Christo, quae supernam Civitatem Dei aedificat, 1037 ss. Mercati Revmus Angelus, Archivi secreti Praefectus, a B. P. ob eius praeclara merita commemoratur, 1004. Mercati Card Ioannes, Bibliothecarius et Tabularius S. R. E., ob eius praeclara merita a B, P. commemoratur, 1004Missa vespertina. Eius celebratio quotidiana permitti potest ab Ordinario, sif., 178. V. Ieiunium eucharisticum. V. Paramenta sacra. Missae sacrificium. V. Concelebratio Missae. Missionales pro emigrantibus. V. Emigrantes. Missiones : Per Litteras encyclicas Fidei

donum B. P. agit de catholicarum Missionum statu, praesertim in Africa : maximum Fidei donum postulat ut sine intermissione christifideles grati nitantur illatam a Christo veritatis facem latius inter homines proferre, 225 s. ; habent profecto Ecclesiae filii cur laetentur ex salutiferis in Africa' progressibus : B. P. memorat diciones ecclesiasticas illic valde numero adauctas, latissimum catholicorum hominum incrementum, praesertim vero Ecclesiasticam Hierarchiam non paucis in locis rite constitutam, pluresque Africae sacerdotes ad Episcopalem dignitatem evectos. 227 s.; quod tamen adhuc faciendum superest ingentem exposcit operam innumerosque opifices. 228 ; recolit B. P. innumeras necessitates gravesque difficultates, quibus Evangelii propagatio in quibusdam Africae regionibus praeped i t i : earum gravitatem auget etiam praeproperus eventuum cursus, qui materialismi periculum inducit. 230 s. ; paucorum apostolicorum virorum incommoda in immensum fere semper aggravt externarum rerum necessitas, quae egestatem interdum attingit. 233 ss.; quae vero Ecclesiae Catholicae in Africa contingunt ad alios quoque populos pertinent, 235 ss. ; a catholicis trina auxilia exposcuntur, nempe preces, adiumenta et, a nonnullis, sui etiam ipsorum donum; ab iis scilicet, qui missionalia in statu ecclesiastico vel religioso capessere munia cupiunt. 238 ss. ; operam praestent praesertim eae dioeceses, quibus suppedit sacrorum administrorum copia, 243; in id incumbant locorum Ordinarii, ut spiritualis cura impertiatur Africae et Asiae iuvenibus, a necessitudinibus socialibus patriae suae avulsis, qui prosequendorum studiorum causa ad tempus in variis dioecesibus degunt, 245; Christi Vicarii animus oblivione tamen non capitur eorum filiorum, qui aliis in continentibus terris ad Ecclesiae profectum se conferunt: omnes monet ut, vinculis fraternae caritatis coniuncti, certamen pro Ecclesiae certa victoria sustineant, 247 s. Moda . Ornatus, praesertim muliebris, morumque nexus memorat B. P., 1011. Vestium triplex est ratio: salus, pudor, decus, 1012-1013. Ornatus vestiumque ars (moda) hodie frequentiores habitus mutationes inducit plurimumque in re oeconomica potest, itaque flit res admodum complexa, 1014-1016. Ornatus Vestium artem non damnat Ecclesia, at eius corruptelam, 1017. Huiusmodi inverecundiae causas inquirit B. P., 1018-1019: remedia suggerit, 1019-1020. Quaedam p e t i t o r i a consilia promit B. P. pro auditoribus Unionis Latinae , quatenus promovent eam quae Alta Mod a vocatur, 1021-1023. Moniales nosocomiis addictae a B. P. cohortatione incitantur ut sponsae Christi vere exstent, quo, Eius spiritu motae, apte va-

Index rerum analyticus


leant infirmis opem praestare, Christum in unoquoque eorum videntes, 291 ss.

1107

Montini Exmus P. D. Ioannes Baptista, Archiep. Mediolanensis. Ei B. P., saeculo


exeunte ab ortu Pii Pp. X I , scribit illius Pontificis praeclara gesta ac intimas virtutes exaltans, 402.

dicorum in iis qui ex dentibus laborant, 851 ss. Officia et iura servanda in societate domestica et in civili consortione, 62.

V. Mediolanenses.
Moribundi et infirmi in periculo mortis. Non eis licet narcosim petere a medico, si ob eam nequeunt postea graviora- officia persolvere neque gerere maiora negotia, 145.

O'Rara Gerardus Patritius, Archiep. Ep. Savannensis, in Magna Britannia Delegatus Apost. Ei B. P. scribit ob Conventum Iamboree-Moot-Indaba in Sutton Park indictum, 737.

V. Exploratores. Olier Ioannes Iacobus, sacerdos, Societatis Presbyterorum a S. Sulpitio conditor. B.


P. saeculo I I I exeunte ab eius obitu, virtutes sacerdotales commendat, 272.

N
Narcosis. Quid sentiendum de narcosi chirurgica et analgesia, 138. V. Anaestesia.

Opera degli Apostoli dell'Amore Infinito


reprobatur, 34.

Nicolaus (S.) Ep. Myrensis. Eius exuviarum


repositio per Legatum Pontificium Barii peracta, 848. Eius patrocinium B. P. implorat, 368. Normae : De ordinandis Tribunalibus ecclesiasticis Insularum Philippinarum, 165 ; de loco, forma et usu in Ssia Eucharistia asservanda, a S. Rituum Congregatione confirmantur ac declarantur, 425; de regimine Vicariatus castrensis in Hollandia, 742; de forma paramentorum sacrorum, 762; de regimine Vicariatus castrensis in Argentina, 866; de aggregatane ad Pont. Institutum Regina Mundi atque ab eodem Instituto recognitione, 869; de Religiosis servitio militari adscriptis, 871; de regimine Vicariatus castrensis in Belgio, 940; de regimine Vicariatus castrensis in Civitatibus Foederatis Americae Septentrionalis, 971.

Opera dei Magnificat reprobatur, 34. Operarii, 301, 621 s. 838, 934, 966. Opus nationale italicum pro Maternitate et
Infantia. Die pro maternitate et infantia statuta, B. P. dum deplorat condicionem puerorum, qui ob parentum inopiam vel incuriam, ob morbos vel aliter nequeunt adeo excoli corpore et spiritu, ut sibi ac humanae familiae utiles exstent, gratulatur de studio et inceptis, praesertim ab Opere pro Maternitate et Infantia adhibitis, Tit pueri a malo praeserventur atque recte educentur; deque munere implendo omnes hortatur, 72 ss. Orationes a Summo Pontifice exaratae atque Indulgentiis ditatae: Pro christianis familiis, 43; Ad religiosas vocationes impetrandas, 100; Ad B. M. V. Immaculatam Lapurdensem, 427; A medicis recitanda, 428; Ad sacerdotales impetrandas vocationes, 1046. Ordinarius tantum permittere potest celebrationem Missae vespertinae quotidianae, si..., 178;quoad normas ad Ssmam Eucharistiam asservandam, 425; quoad formam sacrorum paramentorum, 762.

Nouvelles Equipes Internationales B. P.


illius Coetus ominatur ut, vantibus, ad nae naturae Delegatos commendat atque eorum studio et inceptis adiubonum commune iura humaubique colantur, 300 s.

Ordo rerum novus, sola tecnica condendus, a


B. P. refellitur, 13 ss.

Numuncur (S. D.)Zephirinus. Decretum introductionis causae pro eius beatificatione, 756.

Ordo Societatis Mariae Dominae Nostrae.


Unio utriusque - partis Ordinis Filiarum Mariae D. N. sub hac appellatione confirmatur, 889.

O
Obligatio legis ieiunii et abstinentiae, pervigilio festi Deiparae in caelum assumptae statuta, deinceps ubique ad pervigilium festi Immaculatae Conceptionis B. M. V. transfertur, 638.

Ordo Supremus Christi Praesidi Reipublicae


Galliae a B. P. confertur, 303.

Ordo Tertius Carmelitarum. Hortamenta B.


P. erga eius sodales, 346. Orfani cordi sunt B. P., 899.

Odontostomatologi : eos qui interfuerunt


conventui internationali de Odontostomatologia , B. P. alloquitur 849 ss. ; momentumque huius de curandis dentibus artis in lumine collocat, quod attinet hominis sanitatem eiusque animi statum; ita commoda pro singulis hominibus et pro societate in aegrae dentium affectionis cautionibus adhibendis, praesertim in pueris, illustrat, 849 ss. ; mentionem facit de medicorum crediti muneris prudentia et usu, de illorum suscepti officii et recepti periculi ratione, de excitanda fiducia me-

P
Paena et culpa. V. Iurisperiti.
Paramenta sacra pro Missae Sacrificio sacrisque functionibus. De earum forma normae dantur Ordinariis locorum, 762. Pax Romana Missio eius Coetus a B. P. illustratur, commendatur, 296 ss.

Participatio activa rebus politicis in Hungaria sacerdotibus prohibetur, 637.

Patroni caelestes declarantur: B. Maria V.


Immaculata aeque principalis cum S. Ioseph, opificum Patrono, dioecesis Resistenciae, 28; B. M. V. Immaculata aeque prin-

1108

Index rerum analyticus Ep. Salinen, et Mandelen., S. Congr. Consistorialis a Secretis. Legatus mittitur ad
sacra sollemnia ob impositionem exuviarum S. Nicolai Barii celebranda, 348. Pius Pp. XI. Saeculo exeunte ab eius ortu B. P. ipsius praeclara gesta ac intimas virtutes exaltat, 402.

cipalis cum S. Michaele Arcangelo dioecesis Ketansis, 29: Sancti Martyres Claudius, Nicostratus, Symphorianus, Castorius et Simplicius, lapicidinarum et marmorariorum, 61 ; S. Bonifacius E. M. dioecesis Groningensis, 123; B. M. V. in caelum assumpta Nossa Senhora de Lapa dioecesis Arassuahyensis, 127; S. Dominicus Savio, puerorum cantorum, 199; B. M. V. Regina et S. Pius Pp. X, dioecesis Desmoinensis, 268; S. Laurentius M., dicesis Roterodamensis, 271; S. Benedictus Abbas, Spelaeologorum italicorum, 101; S. Alfonsus M. de Ligorio, dioecesis Nucerinae Paganorum, 717 ; S. Bernardinus Senensis, omnium ex Italia vulgatorum nuntii laudativi, 718; S. Pius X, dioecesis Tarvisinae, 720; B. M. V. et S. Pius Pp. X, dioecesis Atlantensis, 888; B. M. V., Domina Nostra Arabiae appellata, Vicariatus Apost. Kuvaitensis, 894; B. M. V., Nuestra Seora de la misericordia , loco Canet de Mar venerata, universae regionis Comarca del Maresma Gerundensis dioecesis, 896; S. Ioseph, nationis universae Peruvianae, 998 ; B. M. V. (c de Monte Laeto , Paroeciarum san Lorenzo della Costa et Canevale in dioecesi Clavarensi, 1000. Pax. Natalicium omen B. P. proferens, quaedam animadversiones exponit : Progredienti technicae disciplinae adversantur luctus, ruinae, desperatio pacis ; causa ex eo est quod homines renuant agnitionem triplicis veritatis, 5 s. : I Dignitas humanae conditionis, per originale peccatum sauciata, eget ope et doctrina Divini Redemptoris, 7; at plurimi hodie non recte iudicant de ratione peccati in re iuridica, sociali ac civili, 10-11; ob naturae humanae finium inconsiderantiam, iidem haud recte sentiunt de moribus, de civium officiis, 12 s. II Genuinam hominum naturam, libertatem, religionem parvipendentes, novum condere rerum ordinem contendunt sola technica ratione freti, 13-14; inde inanes securitatis conatus, 15. E contra, rerum concitatio et mores traditi, hominis libertas et omnium securitas conspirant amice. 16. I I I Vivendi ratio et caput unico est Deus, Veritas et Vita; amoto Deo frustra illi adlaborant, 16-17; neque prodesse possunt proposita colloquia cum catholicis, deficiente commune fundamento, 17 s. Ad pacem in Orbe vere servanda maximi est momenti mutua Europae necessitudo atque unitas, 18 s., armis militiaque iure tegenda, 19, iuxta conscientiae

Pius Pp. XII.


Paschalia populi vota excipiens, ut mundus, tenebris paene obrutus, per lucem Christi, Maria Mediatrice, ad novam vitam revocetur, auspicatur, 276 ss. Anxius de iusta pace, 5 ss. 27, 63, 66, 72, 280, 331, 332, 739, 838, 856, 965, 1054. Preces ac piacularia opera exoptat, 240, 230, 613, 854, 918, 939, 695, 1052. Polonia. Antemurale Christianitatis : Deus ipse videtur arguit B. P. ex historia -p hoc peculiare munus Polonorum genti concredidisse, 329; S. 'Hyacinthus Poloniae ornamentum praeclarum, 827.

Portus Heredis Monoeci. B. P. gratulationes


ac vota promit erga eius Principes et populum, 301.

Praedicatio verdi Dei :


a B. P. illustratur, inculcatur, 211 ss; 827 ss. commendatur etiam durante Missae sacrificio, 213.

Praefecturae Apostolicae :
in dioecesim evecta : Umtaliensis, 710. in vicariatum apostolicum evectae: Samaraiensis, 264; de Aitape, 266; Congiuensis, 398; Kvangiuensis. 704. noviter erectae : de Bhagalpur, 119 ; Palansis, 931; Kaolackensis, 706. ampliata Thakhekensis, 752.

Praelaturae nullius :
noviter erectae : Cristalandiensis, 191 ; Formosensis, 194; Ss. Dfi N. Iesu Ch. de Esquipulas, 331 : Ss. Incarnationis et Paranensis Superior, 701; Yauyosensis, 881. dioeceses effectae: Iataiensis, 182; Vaccariensis, 393. suffraganeae: Jataiensis, metrop. Goianiensi, 182; Tocantinopolitana, Cristalandiensis, Formosensis, metrop. Goianiensi, 186. dismembratae : Bananalensis, 179 Chapadensis, 746. exstinctae : S. Ioseph de Alto Tocantin, 188; Bananalensis, 191.

Proscriptio librorum :
I Del sentimiento trgico de la vida; 2 La agonia del Cristianesimo : scripti a M. de Unamuno, p. 78.

Provinciae ecclesiasticae :
noviter constitutae : Pampilonensis, 121 ; Goianiensis, 185; Winnipegensis pro fidelibus Ruthenis Byzantini ritus, 262; Tucumanensis, Sinus Albi, 660 ; Conchensis in Aequatore, 818. Goiasensis extinguitur, 185. Pubblicitari seu nuntii laudativi vulgatores ex Italia. Eorum Patronus S. Bernardinus Senensis eligitur, 728. Pueri. Eorum vitae sanitas et recta educatio

dictamina, 20. V. Pius Pp. XII.


Persona humana : Dignitas humanae conditionis a B. P. illustratur, 7 ss. ; Deo innixa, est finis veri progressus civilis, 841, 861. Personae. Canones promulgantur de Personis pro Ecclesiis Orientalibus, 440.

Piazza Emus P. D. Card. Adeodatus Ioannes,

Index

rerum

analyticus

1109

Ii. P. maxime cordi est, 62, 72 s., 215 s., 899. Pueri cantores Patronum habent S. Dominicum Savio,C, 199.

R
Radiophonica ars. V. Cinematopraphica ars. Realismus christianus, 11.
Reanimatio : Revoeatis normis, quae manant ex iure naturae et christiana doctrina, propositis quaesitis de reanimatione , pro medicorum recte agendi ratione, B. P. respondit: 1) Utrum medicis ius sit et officium, invitis etiam aegrotorum propinquis, utendi huius aetatis therapeuticis instrumentis ad excitandam vi artificii respirationem in iis, qui sensus plane amiserint, eorum quoque desperata valetudine? 1027 ss.; 2) Utrum medici queant instrumenta illa therapeutica auferre ab aegris corporibus, antequam sanguis circuire omnino desinat per venas arteriasque, saltem si Extrema iam Unctione illiti sint aegroti? Utrum hoc Sacramentum sit validum, si quis ungatur dum desinit sanguinis circuitio, vel etiam postea? 1082; 8) Quo temporis puncto Catholica Ecclesia censeat mortuum hominem, gravi apoplexia ictum ac nullo modo sui compotem, cuius sanguinis per corpus circuitio et vita ope artificiosae respirationis serventur, quin aegri valetudo aliquot post dies in melius inclinet? vel, quo temporis puncto, iuxta leges naturae, idem mortuus est iudicandus? 1033.

scribit, CCCCL exeunte anno ab obitu S. Francisci a Paula, 249. Savio (S.)Dominicus. Saeculo exeunte ab eius obitu, B. P. Societatis S. Francisci Salesii Moderatori Generali scribit illius virtutes eommendans, 206. Schola. B. P. alumnis e scholis publicis medii gradus Urbis gratulatur ob preces et bona opera Deo pro Ipso oblata eosque hortatur ut studio veritatis serio et methodo integra incumbant, quo veritatis possessores sint et apostoli evadant, 281 ss. Schola catholica. Ecclesia iugiter tuetur eam pro alumnis catholicis per magistros catolice institutos. Civilis Potestas hoc parentum catholicorum ius colere tenetur, 63 ss., 288, 857 ss. Status scholae privatae quae scilicet a publica auctoritate non moderatur est humanarum artium atque animi bonorum in civitate index, 1025. Libertas scholarum est hominis et familiae ius : ideoque educandi liberos officium ad familiam potissimum pertinet, cui supplere tantum valet publica potestas, 1025 s. Consensionis scholarum privatarum emolumenta memorat B. P. 1026 s.

Schola Mater Divinae Gratiae pro magistris praefectisque institutioni Religiosarum addictis constituitur, 749.

Scripta typis edita a Pia Societate a S. Paulo a B. P. commendantur, 620. Seminaria : alumnos e minoribus seminariis Galliae, multis comitantibus magistris, Romae coadunatos B. P. magno animi gaudio admittit et alloquitur, 845; laudat eorum peregrinationem ad Petri cathedram atque ad Ecclesiam principalem , unde Sacerdotii unitas exoritur , 846 ; Sacerdotii candidatos alloquens, iure Sacerdotium in laude Catholicae Ecclesiae esse ponendum, 846 s. ; hinc sedula Ecclesiae cura ad recte solideque sacerdotum animos informandos, humanitatis studia, mores et pastorum munera quod attinet, 847 ; gaudeant alumni quod litterarum studiis se tradere queant ac latinum discere graecumque sermonem, ea etiam de causa quo facilius Sacras Litteras, S. Traditionis documenta et christianorum scriptorum opera legere valeant, 847; praeter cetera bona, iuniores alumni in Seminariis viros reperient, consilio et doctrina praeditos, qui gressus eorum per asperum iter dirigere poterunt, 848.

Religiosae nosocomiis addictae. B. P. eas monet, hortatur, 291. Religiosi servitio militari adscripti. Normae pro eis dantur, 871 ss. Respiratio vi artificii a medicis excitata.

V. Reanimation. Revisio scriptorum in , causis beatificationis


Servorum Dei. Decretum de modo servando in iudicio ferendo super ea in Congregatione S. R. ordinaria, 424.

Ritus orientales. Pro Ecclesia Orientali canones de Ritibus promulgantur, 436.

Rosarium Mariale. V. Browne.


Ruricolae. Quanta cura Ecclesia eos afficiat, 832 ss.; 1023 S S .

S
Sacerdotes. B. P. eos hortatur ut sint veri dispensatores mysteriorum Dei 211 ss. ; Prout viri Dei et viri Ecclesiae a B. P. commendantur, 273 ss. ; Minsterium eorum erga ruricolas a B. P. commendatur, 835 s. Sanctitudo sacerdotum et christifidelium, qui Apostolatum quovis modo exercent necessaria est quo mundus in Christo restauretur, scribit B. P., 207.

Settimane sociali . V. Siri Emum Card. Iosephus. Siri Emus Card. Iosephus, Archiep. Ianuensis ac Praeses Italici Consilii Catholicorum ad studia rerum socialium per hebdomadam ducenda ( Settimane Sociali ) : quinquagesimo huius Instituti exeunte anno Emo Praesidi B. P. scribit eique gratulatur de eventu, 830; eundem Institutum laudat; recolit quae ad hoc usque tempus in eo acta sunt, servata obsequenter de re sociali ab Ecclesia tradita doctrina, 830 s. ; argumenti de re agraria

Savarese Revmus P. Franciscus, Ordinis Minimorum Corrector Generalis : Ei B. P

1110

Index rerum analyticus


ubique instaurare, 963. Ideo S. Sedes novam ampliorem Stationem radiophonicam extruere curavit, grates rependens omnibus qui ad id opes, vires, ingenium contulerunt, 964. B. P. fervida hortatione concludit, pacem et concordiam populorum

hoc anno propositi momentum declarat. 831 ; disserit de hodierno discrimine in quo plebs versatur ruricolarum. 832 s. ; munus erit catholicorum novas afferre vitae et operae rationes, quae mutatis agricolarum condicionibus conveniant. 833; necesse est ut ipsi agrorum cultores, ad tutandam suam hominis dignitatem, potissimum ferant auxilium. 833 s.; rei publicae moderatores etiam, intra certos fines, interveniant oportet. 834 s. ; quae tamen humanae dignitatis tuitio parum conferet, nisi animarum pastores proprio munere, ad hoc tempus accommodato, sollicite pro agricolis fungantur. 835 s.

implorans, 965. N.Formula benedictionis st. rad.


Statuta : Facultatis theologicae Universitatis studiorum Berytensis approbantur, 98; Instituti scientiarum socialium in Facultate philosophica Pont. Universitatis Gregorianae approbantur, 99; Instituti scientiarum socialium in Facultate philosophica Pont. Athenaei Angelici approbantur, 174.

V. Food and Agriculture Organisation . Smet (B.) Eugenia. V. Maria a Providentia.


Societas Iesu. Sodales eius Romae congregatos R. P. amanter hortatur, commendans eis : vincula specialis subiectionis quae Societatem ipsam S. Sedi astringunt iuxta specialem tesseram oboedientiae, ad quam quisque vocatione tendere debet; praescriptam eis virtutem religiosae paupertatis; perfectionis religiosae studium, iuxta principia e Spiritualibus Exercitiis Fundatoris deprompta; traditionis cultum hodiernis apostolatus necessitatibus sane accommodatum ; omnesque votis cumulat, 806 ss.

Stephanus ab Adoain (S.D.). Decretum introductionis causae pro beatificatione, 82.

T
Tabernaculum pro Ssma Eucharistia asser-

vanda. V. Eucharistia. Technica disciplina. Contradictio hominum


ex eius progressu, 6 ss. ; ne bonis spiritus praevaleat, B. P. deprecatili-, 279, 840, 1037.

Societas Nationum (O.N.U.). Quid valeat,


quid non, 20.

Televisifica ars. V. Cinematographica ars. Teresia a Iesu (S. D.) Jornet Ibars. Decretum de virtutibus pro eius beatificatione, 253.

Societas Presbyterorum a S. Sulpitio. V. Feltin, Girard, Olier. Sodalitas Operariorum catholicorum Italica (A.C.L.I.). V. Automatio . Spelaeologi italici, 401. Spellman Emus P. D. Card. Franciscus, Archiep. Neo-Eboracensis. Ei B. P. gratulatur quina lustra episcopatus implenti, 824.

Theologia laica est reicienda, 930. Tisserant Emus P. D. Card. Eugenius, Episcopus Ostien. Portuen. et S. Rufinae. Ei
B. P. gratulatur dena lustra sacerdotii implenti, 727.

Tribunalia ecclesiastica. Insularum Philippinarum pro causis nullitatis matrimonii ordinantur, 163, 165.

Station de plein air . Peregrinis ex illo


Opere adstantibus B. P. gratulatur de obsequii signis, ac deplorat indigentium Europae miseram condicionem, quae tot mala corporis et morum gignit. Exoptat ut civilis potestas maiora incepta ac idoneos caritatis administros erga indigentes adhibeat. Omnes hortatur ut Dei Providentia Adeant, 351 ss.

I notio extrema Sacramentum et christifideles, quorum respiratio vi therapeuticorum instrumentorum excitatur, 1032.

Statio radiophonica vaticana, ad S. Mariam


de Galera noviter exstructa. B. P., postquam eam sacro ritu lustravit, Orbi universo locutus est, omnes invitans grates tribuere Deo, qui arcanas vires elementis omnibus indidit, e quibus homo artem thahit ubique suam vocem ferendi, 961. Humanae inventiones utique dilaudandae sunt, sed prosperitati ac felicitati hominum non conferunt nisi bona spiritus promoveant, 961 s. Oportet ideo ut undisona scrinia ad diffusionem virtutis, veritatis et honesti solacii inserviant, 962. Inventum radiophonicum prodesse praesertim valeat praedicationi Evangelii omni creaturae, quae est Ecclesiae missio, Necesse est per lucem Evangelii, etiam hodiernis mediis propagatam, Regnum Dei

Union internationale des Organismes familiaux . V. (i Journes familiales internationales . Union mondiale des enseignants catholiques . B. P. gratulatur de profectu Unionis. Ecclesia semper sustinuit certamen pro educatione catholica iuvenum in scholis, in unitate Fidei in Deo fundatae et ab Ecclesia promulgatae. Exinde necessitas plures docentes catholicos habendi, 857.

<( Union Mondiale des Organisations fminines catholiques . V. Apostolatus catholicarum mulierum. Unitas humanae familiae in Christo a B. P.
exoptata, 24, 27, 66, 71, 280, 297, 301, 632, 842, 920, 965.

Universitates studiorum catholicae:


canonice erectae : Campinensis, 172 ; Lovanium in urbe Leopoldopolitana, 638;

ndex

rerum

analyticus

1111

Cubana a S. Thoma de Villanova , 753; D e P a u l Chica gii, 975. - in Peruviana Facultas medicinae erigitur, 173. Ibero-Americana. Docentibus atque alumnis eius B. P. gratulatur eosque hortatur, 65. Urbs. Adstantibus Parochis, B. P. eis gratulatur de laboribus per quinquennium exantlatis ut populus Christi melior evadat, 209, ac simul quorundam aberrationem et quaedam iura religionis et morum in Urbe violata deplorat, 210; Plures sacerdotales vocationes pro Urbe exoptat, 211; Verba Io. 15, 1 illustrat, omnesque hortatur, 211 ss.

interfuerunt conventui, vulgo Journes familiales internationales , B. P. laudat mulieres, quae in casta viduitate reliquam vitam degunt post obitum viri, pietatem in Deum virtutesque colunt, liberos firmo animo ac sapienti consilio educant, 899 ss. ; munus viduarum extra domum familiamque: varia apostolatus opera, quae pro humana societate fructuose facere possunt, 903 s. Vocationes religiosae impetrandae, 100; fovendae, 216, 347. Vocationes sacerdotales B. P. per cultum eucharisticum fovendas inculcat, 68 ss. ; pro Urbe ut augeantur exoptat, 211, et pro universo Orbe, 24, 216.

V
Van Roey Emus P. D. Card. Iosephus Ernestus, Archiep. Mech}iniensis. Ei B. P. gratulatur duodena lustra sacerdotii implenti, 825. Vicariatus Apostolici : noviter erecti: Samaraiensis, 264; Aitapensis, 266; Chongiuensis, 398; Kvangiuensis, 704; Pusanensis, 708. in dioecesim evectus : Maroquiensis, 336. dismembrati : Taikuensis, 708 ; de Kontum, 752. quorum nomen mutatur: de Tonga, deinceps de Tonga et Niue appellabitur, 752; Confinioris Californiae, deinceps Tigiuanansis appellabitur, 974. Vicariatus Castrensis : Formula servanda in relatione de statu V. C conficienda, 150 ss. - in Regno Hollandiae constituitur, 742; in Republica Argentina constituitur, 866; in Belgio constituitur, 940; in Civitatibus Foederatis Americae Septemtrionalis constituitur, 970. Viduae : in allocutione ad eos, qui Romae

W
Wadding Lucas. Peregrinis, ex Hibernia Romae coadunatis, I I I exeunte saeculo ab obitu L. Wadding, B. P. illius praeclara merita commemorat, exaltans eum, qui auctor Collegiorum et magister fuit strenuorum ex Hibernia Fidei et Ecclesiae defensorum, 959 ss. V. H ib ernia. Wyszynski Emus Card. Stephanus, Archiep Gnesnen, et Varsavien. Ei B. P. galerum rubrum imponit, 257.

Y
Ypnosis qua medici utuntur ad morbos curandos, 141. V. Narcosis.

z
Ziggiotti Revmus Renatus, Societatis S. Francisci Salesii Moderator Generalis. B. P. ei scribit saeculo exeunte ab obitu S. Dominici Savio, 206.

Corrigenda in vol. XXXXIX (1057) Commentarii Acta Apostolicae Sedis.


Pag. 029 in titulo I I , loco Europea legatur : Europaeo. Pag. 854 linea 27, loco Iohann dem II. SobiesM legatur : Iohann dem III. Sobieski. Pag. 1002 linea prima tituli legatur .Templum paroeciale B. Mariae V. ...

QUADRAGESIMUMNONUM VOLUMEN COMMENTARII OFFICIALIS ACTA APOSTOLICAE DECEMBRIS A. SEDIS

A B S O L V I T U R D I E X X X I M. TYPIS

MOMLVII

POLYGLOTTIS V A T I C A N I S

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