Le Opere e I Temi Di D'Annunzio

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Le opere e i temi

La raccolta poetica desordio Primo Vere (1879), Canto Novo del 1882 e le
novelle di Terra Vergine dello stesso anno sono le prime opere di DAnnunzio:
influenzate dagli scritti contemporanei di Carducci e Verga, mostrano
unattenzione per la realt concreta, per la natura solare e per un interesse di
tipo quasi panistico, ma presentano visioni cupe e mortuarie in perfetta ottica
decadente. Il libro delle Vergini (1884), San Pantaleone (1886) e Novelle
della Pescara (1902) si distaccano dallinteresse sociale e documentario del
Verismo per inserirsi in una cornice irrazionalista dichiaratamente decadente.
Ben presto DAnnunzio si sposta verso un estetismo che lo porta ad affermare
che Il Verso tutto e a vivere come un difensore della bellezza, della pura
arte e della sensibilit. Ma con il suo romanzo pi famoso, Il piacere (1889),
questa fiducia nella capacit di giudizio dellesteta viene decisamente meno.
Il vate si rende conto dellintima debolezza di questa figura che non ha nessuna
forza di opposizione contro la borghesia in ascesa e che, abituato allisolamento
sdegnoso contro le masse, non potr mai cambiare nulla.
Il piacere ha per protagonista Andrea Sperelli, un esteta che altri non che
il corrispettivo di DAnnunzio stesso: un giovane aristocratico, colto,
sostenitore dellarte, che come ogni buon esteta vuole costruire la propria vita
come si fa con un quadro o una statua. Ma tale intento diviene una forza
autodistruttrice per Andrea, che finisce per rimanere triste e solo nella sua
sconfitta.
A Il piacere segue una fase di incerte sperimentazioni che cercano di
distaccarsi il pi possibile dallestetismo.
E per solo con il Trionfo della morte (1894) che lartista inizia a proporre
una nuova figura mitica, seppur ancora non completamente definita: il
superuomo. Il concetto parte da alcuni aspetti del pensiero di Nietzsche, che
vengono per semplificati e forzati entro un diverso sistema di concezioni:
anzitutto ci si scaglia contro il conformismo borghese e i principi egualitari
colpevoli di livellare e banalizzare la personalit; in secondo luogo si esalta lo
spirito vitalistico, ovvero gioioso, energico, pieno, capace di andare contro le
convenzioni, i pregiudizi e gli scandali; infine si rifiuta la piet, la compassione,
laltruismo, che sono visti come retaggio della tradizione cristiana e giudicati
ostacolo alla gioia del vivere. La voglia di affermarsi, di celebrare la propria
individualit e di creare qualcosa di nuovo si impongono come le caratteristiche
di un nuovo uomo, superiore all me masse: il superuomo. Nel Trionfo della
morte viene abbozzata una figura umana che ricerca un nuovo senso della
vita, ma che cede infine alla morte: la vera svolta ideologica si registra solo con
Le vergini delle rocce del 1895, dove si descrive un eroe sicuro, che procede
senza esitazione verso la meta. E questo il manifesto politico del Superuomo
dannunziano.
Tale nuova linea di personaggi confermata da Fuoco( 1900), Forse che s
forse che no (1910) e soprattutto nella produzione teatrale ( una tra tutti,
Citt morta del 1986).

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