Lavoro Intermittente
Lavoro Intermittente
Lavoro Intermittente
1.0 - Introduzione.
Le origini del lavoro intermittente risalgono alle ricerche compiute dal fisio-
mica, nella colorazione rossa e nella funzione principale, che quella di tra-
guirsi di alcune fasi di esercizio, che possono essere di intensit costante (Fi-
media durata, la cui alternanza fra le fasi di lavoro e quelle di riposo fre-
gura 1A) o variabile (Figura 1B), intervallate da fasi di riposo oppure da fasi
sigeno dalla periferia della cellula fino ai mitocondri. Una seconda funzione
Questo tipo di lavoro corrisponde allo sforzo fatto in partita dal calciatore e
incide sia sulla potenza aerobica che sulle qualit muscolari, offrendo mag-
alle fibre muscolari non sono ancora del tutto attivati e le fibre dovrebbero
di trasporto e di utilizzazione
1990).
Nel corso dei momenti dimpegno del lavoro intermittente lossigeno utiliz-
la durata di ciascun blocco di lavoro, con una differenza fra il valore massimo
infatti ceduto ai muscoli stessi dalla mioglobina. Nel corso della successiva
cardiaca e poter cos sollecitare una forte percentuale della massima po-
tenza aerobica senza fare ricorso al sistema lattacido, perch i tassi di acido
pre la medesima;
Non si arriva mai, o quasi mai ad avere un accumulo di lattato, tanto che nel
altri, 2001).
dalla mioglobina ai mitocondri impegnati nello sforzo e nel momento del re-
Esso si differisce dal lavoro intervallato per il fatto che questultimo com-
ossigeno.
i cui ritardi dintervento, non sono compatibili con una risposta immediata.
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SCUOLA ALLENATORI
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(Gacon, 1993).
Inoltre nel corso delle fasi di recupero, non si ha soltanto una ricarica dellos-
coll., 2000).
anche probabile che nelle fasi di recupero, grazie alla minore richiesta di
una parte del lattato non uscito dalle fibre produttrici, ma rimasto dentro ad
differenti da quelli che lo hanno prodotto, oltre che dal fegato e dai reni. In
Gli intermittenti che potremmo definire come "classici" sono il 10-10, il 20-
virt di tali meccanismi, il lattato che finisce nel sangue rappresenta una
cherty, 1995).
intensit di lavoro, pari al 100, 105, 110 e 115 % della loro VAM, per 12 minuti
di tempo (8 per il 115 %), con prelievo di sangue per determinare la con-
pleto, che si verifica durante la fase di corsa svolta a VRA, ossia a bassa inten-
Gli aumenti del VO2max sono dovuti allaumento della gittata cardiaca, in
Tutti questi motivi, sia di ordine centrale (ossia legati allaspetto della resi-
2002).
2) degli enzimi ossidativi, questo sembra causato dalla necessit delle fibre
per questi motivi che, quando si alternano brevi momenti di lavoro a fasi
calcio.
SIT ED UTILIZZO.
tico.
modo pi cospicuo di quanto non si riesca a fare con il lavoro continuo (Go-
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SCUOLA ALLENATORI
Ad intensit pari al 100 % della VAM tutti i tre tipi di modalit di frazionato ef-
Se adottiamo questo
Distanze lunghe rettilinee possono essere utilizzata nelle prime fasi di alle-
criterio di classificazione
Intensit pari al 105 % della VAM costituiscono se vogliamo una sorta di "trait
zioni ad alta intensit su brevi distanze per ottenere effetti ancora migliori in
considerati, possiamo
differenza di produ-
Con intensit uguali al 110 % della VAM siamo in pieno regime anaerobico
110% della VAM, per un atleta che abbia un valore di Velocit Aerobica Mas-
alcuni studiosi (Colli, 1997) hanno elaborato una tabella interattiva che tiene
simale uguale a 17 km/h, significa percorrere tratti di 104 metri. Queste eser-
citazioni quindi devono essere inserite in modo razionale nel piano di lavoro
robico lattacido, mentre nel caso in cui questa fosse maggiore di 3 mmol/l
pare pertanto logico ricorrere anche a metodi dove sia presente la palla e
intensit (soprattutto dal 105 % della VAM in poi) comporta una forte produ-
tazione del meccanismo anaerobico lattacido, ragione per cui per questo
termittente 10"-10" al 100% della VAM non sono certamente gli stessi che ven-
aerobico sino ad intensit pari al 100 % della VAM. Lintensit "soglia" oltre
una forma diversa di lavoro aerobico, che si deve potenziare per risintetizzare
bico lattacido quella che corrisponde al 105 % della VAM. Inoltre, possiamo
muscolare totale.
Da ricordare che gi Bosco (Bosco 1991) nella sua proposta di lavoro per il
ideale: 70-80% della FCmax con un rapporto sprint: recupero di 1:10-15) fa-
mmol/l ( 2.99 1) nel caso di VAM pari al 110 %, per attestarsi infine
giochi sportivi (Colli et al, 1997). Attraverso unopportuna scelta e una cor-
da solo una grande ricchezza di metodi di lavoro per quanto riguarda la pre-
fibre muscolari FTF ad elevata attivit glicolitica (durante la fase attiva dellal-
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SCUOLA ALLENATORI
noro emesso da un
bolico, nello Yo-Yo IRC1 presente una componente di forza muscolare non
indifferente.
Sempre secondo il mio parere, potrebbe essere utile nel corso della stagione
Occorre quindi conoscere la VAM di tutti i nostri atleti per pianificare in ma-
quel momento.
Considerando un valore di
I test da campo che possiamo utilizzare per per la valutazione indiretta della
potenza aerobica sono diversi, quelli che preferisco utilizzare per una cor-
di 17 Km/h, si procede in
questo modo:
1) Test di Gacon;
Questo test prevede una alternanza di tratti di corsa della durata di 45 se-
percorrere in 15 al 115%
km/h, che corrisponde a un tratto di 125 metri. Dopo una pausa di 15 si percorrono 6,25 metri in pi (totale 131,25 metri, pari a 10,5 Km/h) e cos
fare il seguente:
via fino a che latleta non riesce a coprire la distanza prevista in 45.
metri.
Esempio di un 30-30 al
zione al contesto reale del calcio, inserendo una pausa di 10 secondi dopo
Test di Gacon
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una navetta e laltra e quindi il test stato battezzato come Yo-Yo Inter-
Ben inteso che entrambi i test ci danno come risultato la VAM (indiretta) del-
quale latleta deve percorrere 30 al 105% della VAM e 30 al 65% della VAM
il test di Gacon non prevede cambi del verso di corsa ed preferibile quindi,
Considerando sempre una VAM di 17 Km/h, questa volta calcolata per con
pero attivo.
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SCUOLA ALLENATORI
gettata cardiaca, ossia sulla capacit del cuore di pompare sangue nellunit
cio da fare s che la frequenza cardiaca scenda ogni volta a valori assai pi
nel quale nella valutazione degli atleti del mezzofondo e del fondo si fa
di tempo.
bassi, in tal modo creando le premesse per una maggiore risalita di essa ad
spesso riferimento alla massima velocit aerobica. In Italia, invece, per valu-
Latleta quindi correr 30 forti, nei quali dovr percorrere 148 metri e 30
tare gli specialisti delle corse medie e lunghe e per scegliere le loro andature
poche decine di secondi, una crescita rapidissima dei battiti, come quando
Note.
si percorrono con impegno massimo o quasi dei tratti in salita di almeno 50-
vuoi con il test di Conconi, vuoi con i test che stabiliscono la velocit alla
canismo aerobico e della densit mitocondriale, ossia del numero e del vo-
valore di VAM.
et altri, 2001)
In questo caso allora utile suddividere i giocatori in 2-3 gruppi che abbiano
Nel lavoro intermittente, il lungo mantenimento per alcuni minuti del lavoro
Bisogna ricordare infatti che la VAM non corrisponde alla soglia anaerobica,
diaca allinizio di ogni fase di lavoro, rappresentano due fattori che portano
attorno o poco sopra a quella delle 4 mmol, rappresenta uno dei fattori che
CONCLUSIONI
4.1 - Conclusioni
sono quelli che durano piuttosto a lungo (almeno qualche minuto) e che
bili frequenze cardiache ancora pi vicine a quelle massime (vale a dire pari
sono compiuti a velocit costanti e vicine alla soglia anaerobica, in altre pa-
role quelle nei quali vi una concentrazione di lattato nei muscoli attorno
alle 4 millimoli per chilogrammo o poco sopra.
In definitiva Arcelli afferma che il lavoro intermittente: pur non essendo
forse il pi efficace per ottenere certi tipi di adattamento (nel senso che, per
quello che riguarda sia laerobico centrale, sia soprattutto laerobico periferico, altri mezzi possono permettere miglioramenti di entit superiore), in
grado di determinare miglioramenti di vario tipo e pu, in certi periodi, essere utilizzato proficuamente.
Gacon afferma: Dopo aver dimostrato la qualit e i numerosi vantaggi forniti dallintermittente, non bisogna concludere troppo prematuramente che
esso deve sostituire il lavoro continuo. Non si tratta di opporre queste due
forme di lavoro, linteresse sta semplicemente nel conoscere le rispettive caratteristiche per meglio utilizzarle e combinarle nello allenamento Dalle
parole di Gacon si evince che le due forme di lavoro hanno la loro utilit, ed
lallenatore che deve utilizzarle nelle giuste proporzioni essendo pi
complementari che concorrenziali.
Ricapitolando lintermittente un metodo che permette di sollecitare ad
alto regime il sistema aerobico senza provocare un affaticamento eccessivo,
inoltre consente di lavorare anche a debole potenza al fine di recuperare al
meglio dopo una competizione (Gacon, 1998).
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