Semi di contemplazione
()
Info su questo ebook
“La sola, vera gioia sulla terra consiste nell'evadere dalla prigione del nostro falso io e di unirci, mediante l'amore, alla Vita che dimora e canta nell'essenza di ogni creatura e nell'intimo della nostra stessa anima.
Per me essere santo significa essere me stesso. Quindi il problema della santità e della salvezza è in pratica il problema di trovare chi sono io e di scoprire il mio vero essere.
La nostra scoperta di Dio è, in un certo senso, la scoperta che Dio fa di noi”.
Ecco alcuni, significativi, brani del testo di Thomas Merton, che costituisce un riferimento unico per chi voglia vivere la spiritualità in senso moderno, recuperando tutto il significato di una vera educazione interiore.
Personalità poliedrica e vivissima, Merton ci ha donato la possibilità di uno sguardo diverso sulla contemplazione del mistero dell’amore di Dio per gli uomini, facendo vivere attraverso i suoi testi la sua stessa esperienza di vicinanza con il divino.
Leggi altro di Thomas Merton
I doni della Chiesa
Correlato a Semi di contemplazione
Titoli di questa serie (39)
La nube della non conoscenza Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSermoni Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNotte oscura Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPensieri in disordine sull'amore di Dio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniScritti mistici Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTao Te Ching Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCastello interiore Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl libro del Natale del Bambino Gesù Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMemoriale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniThe Cloud of Unknowing Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRacconti di un pellegrino russo: Candidi racconti di un pellegrino al suo padre spirituale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI fioretti di San Francesco Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPensieri nella solitudine Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPensieri Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPopol Vuh Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniFilotea: Introduzione alla vita devota Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSemi di contemplazione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTesti delle origini - Il Pastore di Erma, A Diogneto, Didaché Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniResistenza e resa Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSequela Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'Imitazione di Cristo Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniStoria di un'anima Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLibro della Divina Dottrina Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCanone Pali - Discorsi medi del Buddha Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniUdana - Canone Pali Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDinamica del provvisorio Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVita comune Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniHagakure - Il libro segreto del samurai Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCanone Pali - Discorsi lunghi del Buddha Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPensées sans ordre concernant l'amour de Dieu Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Ebook correlati
Pacchetti d'amore: Essere nella leggerezza dell’essere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl libro del Dio vivente - Prefazione di Gustav Meyrink Valutazione: 2 su 5 stelle2/5Gesù Beve Red Bull Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Lo Spirito delle Upanishad o Aforismi dei Saggi Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Soglia del Mondo Spirituale Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl risveglio di un indaco Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI 5 sensi esistenziali Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa mente che respira: L'esperienza della meditazione in oriente e occidente Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl libro massonico dell'Amore Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTaccuini postmoderni: Dialoghi e pensieri Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniPrendila con filosofia Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa potenza del corpo: Risveglia l’opera d’arte che è in te e fai del mondo un capolavoro Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniSvegliati. Un viaggio alla scoperta dell'illuminazione spirituale. Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniDiólia - lume della profonda esistenza Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl Piano astrale La vita che ci attende: alla luce dell’Insegnamento del Cerchio Firenze 77 Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazionila via del sole Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Via del Reale: Yoga tantrico - Ritorno al Sé Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI Misteri Della Creazione Messaggi Arcangelici Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniIl mio incontro col male: Testimonianze inedite di sacerdoti e sacerdoti esorcisti italiani Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniALDILA’ – la vita dopo la morte - IL PURGATORIO: Con le più belle preghiere per le anime dei defunti Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Meditazioni, attraverso l'Oriente e l'Occidente Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniCanale sacro Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniTrilogia dell'Io Sono: A cura di Arcangelo Miranda Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa Religione Massonica Universale: Dio Altissimo, l'Ente Supremo Ideatore, il Grande Architetto Creatore; l'uomo. Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa strada per la conoscenza di sé (tradotto) Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniLa tua vita nell'aldiquà è la tua vita nell'aldilà Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMeditazioni da fare mentre fai la cacca Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
Crescita personale per voi
Porta del mago: La magia come via di liberazione Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniMappe Mentali in Pratica: Quello che non ti aspetti dalle mappe mentali Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniL'Arte di Comunicare Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Dizionario del sesso e dell'erotismo Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Migliorare l'autostima. 12 esercizi pratici Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Creatività - Istruzioni per l'uso Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Memoria illimitata: Impara più velocemente e ricorda tutto con tecniche di memoria pratiche e potenti Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Apprendimento Accelerato: Una Guida Per Principianti Per Imparare Più Velocemente E Meglio Senza Stress Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniNuovo manuale di auto-ipnosi Valutazione: 4 su 5 stelle4/5La Morte negli Arcani Maggiori dei Tarocchi Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Gli specchi esseni: Il codice per interpretare la mappa della tua vita Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni65 abitudini quotidiane per la tua crescita personale Valutazione: 3 su 5 stelle3/5Meditazione Trascendentale: Lo yoga della mente Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniRisveglio: Con esercizi delle antiche scuole esoteriche Valutazione: 4 su 5 stelle4/5EFT Teoria e Pratica: base scientifica ed infiniti campi di applicazione. Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniVocabolario: Le parole dei mondi più grandi Valutazione: 4 su 5 stelle4/5Officina Alkemica: L'alchimia come via per la felicità incondizionata Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Tarocchi Guida Completa Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Corso pratico di memoria - metodologie di studio e apprendimento rapido Valutazione: 2 su 5 stelle2/5Guida alle abitudini intelligenti: 36 piccoli cambiamenti nella vostra vita di cui vi sarà grato il cervello Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniAlchimisti della nuova generazione: Evolvere nella gioia Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Guerrieri metropolitani: Combattere fuori per vincere dentro - La filosofia degli sport da combattimento Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Musica a 432 Hz integrale: Consapevolezza, musica e meditazione Valutazione: 5 su 5 stelle5/5La Via della Ricchezza: La Via della Ricchezza Valutazione: 5 su 5 stelle5/5Gestione del tempo e produttività: Abbandona le abitudini che autosabotano il raggiungimento dei tuoi obiettivi Valutazione: 5 su 5 stelle5/5
Recensioni su Semi di contemplazione
0 valutazioni0 recensioni
Anteprima del libro
Semi di contemplazione - Thomas Merton
Thomas Merton
Semi di contemplazione
L’educazione interiore
KKIEN Publishing International
www.kkienpublishing.it
Seconda edizione digitale: 2021
Titolo originale: Seeds of contemplation (1949)
Traduzione dall’inglese di Bruno Valli
ISBN 978-88-99214-814
Seguici su Facebook
Seguici su Twitter @kpiebook
img1.pngQuesto ebook è concesso in licenza solo per il vostro uso personale. Questo ebook non è trasferibile, non può essere rivenduto, scambiato o ceduto ad altre persone, o copiato in quanto è una violazione delle leggi sul copyright. Se si desidera condividere questo libro con un'altra persona, si prega di acquistarne una copia aggiuntiva per ogni destinatario. Se state leggendo questo libro e non lo avete acquistato direttamente, o non è stato acquistato solo per il vostro uso personale, si prega di ritornare la copia a KKIEN Publishing International ([email protected]) e acquistare la propria copia. Grazie per rispettare il nostro lavoro.
Indice
Nota dell’autore
1. Che cosa è la contemplazione
2. Che cosa non è la contemplazione
3. Semi di contemplazione
4. Tutto ciò che esiste è santo
5. Le cose nella loro identità
6. Prega per trovare te stesso
7. Unione e divisione
8. La solitudine non è separazione
9. Noi siamo un uomo solo
10. Un corpo di ossa spezzate
11. Impara ad essere solo
12. Il cuore puro
13. La teologia morale del diavolo
14. Integrità
15. Massime
16. La radice della guerra è la paura
17. L’inferno come odio
18. Fede
19. Dalla fede alla sapienza
20. Tradizione e rivoluzione
21. Il mistero di Cristo
22. La vita in Cristo
23. Mulier amicta sole
24. Qui non est mecum
25. Umiltà contro disperazione
26. Libertà nell’obbedienza
27. Che cos’è la liberta
28. Distacco
29. Preghiera mentale
30. Distrazioni
31. Il dono dell’intelletto
32. La notte dei sensi
33. Viaggio nel deserto
34. La falsa fiamma
35. Rinuncia
36. Abbandono interno
37. Contemplata aliis tradere
38. Puro amore
39. Danza cosmica
L’autore
Tu qui sedes in tenebris
spe tua gaude:
orta stella matutina
sol non tardabit
Nota dell’autore
Un libro di questo genere si scrive da sé, quasi automaticamente, in monastero. Ma forse questa è la ragione per cui tali libri vengono scritti in numero relativamente esiguo. C’è troppa passione, troppa violenza fisica nel mondo perché gli uomini riflettano a lungo sulla vita interiore e sul suo significato. E poiché abbiamo soprattutto bisogno di vita interiore e di contemplazione — parlo della contemplazione che nasce dall’amore di Dio — nella nostra epoca tutti, e non soltanto i monaci, dovrebbero aver sete di considerazioni quali quelle contenute nelle pagine che seguono. Ecco perché credo che un volume di pensieri, idee e aforismi più o meno slegati sulla vita interiore, non abbia bisogno di scuse o giustificazioni particolari, anche se possa riuscire oggi poco familiare.
Il lettore, se vuole ricollegarsi alla lunga tradizione di simili scritti, può consultare le Pensées di Pascal, le Cautelas e gli Avisos di San Giovanni della Croce, le Meditationes di Guigo il Certosino o l’Imitazione di Cristo. Ma poiché la menzione di tali nomi potrebbe in un certo senso suggerire un paragone con l’opera di grandi uomini che egli non oserebbe mai imitare, l’autore si limita a ricordarli per giustificare la pubblicazione di quello che è un semplice compendio di note e di riflessioni personali.
Sono pensieri che potrebbero essersi presentati a ogni monaco cistercense{1}; nacquero nella mente nei momenti più disparati e vennero messi sulla carta quando se ne presentava l’opportunità, senza ordine e senza una determinata successione. Essi non abbracciano tutto il campo della vita interiore. Al contrario, molto è sottinteso, o presupposto. Tutto ciò che viene insegnato nel Vangelo di Cristo e nella Regola di San Benedetto, tutto ciò che viene accettato dalla tradizione cattolica sull’autodisciplina dell’ascetismo cristiano è qui senz’altro ammesso, senza tentativi di apologia su questo e su altri punti. Molto di ciò che vien detto ha origine e giustificazione negli scritti dei Cistercensi del dodicesimo secolo, specie in quelli di San Bernardo di Chiaravalle, che tanto fece per formare la spiritualità dell’Ordine contemplativo cui l’autore appartiene. Ma coloro i quali conoscono San Giovanni della Croce troveranno che tutto ciò che si dice della preghiera contemplativa segue le vie aperte dal carmelitano spagnolo. Così questo libro non pretende di essere rivoluzionario o anche particolarmente originale. Speriamo sinceramente che esso non contenga neppure una riga che sia nuova per la tradizione cattolica.
Ecco perché il libro avrebbe potuto essere scritto da qualsiasi monaco. Esso esprime le preoccupazioni che, più o meno, esistono nell’animo di tutti i contemplativi, tenuto conto delle differenze di temperamento e di personalità. Suo solo scopo ed ideale è l’ordinario sviluppo della vita cristiana nella grazia; e quindi tutto ciò che è detto può applicarsi a chiunque, non solo nel monastero ma anche nel mondo.
E il libro non pretende neppure di essere un’opera d’arte. Chiunque, avendo gli stessi interessi, avrebbe potuto scriverlo molto meglio. Il fatto che l’abbia scritto l’autore non comporta differenza alcuna in nessun senso, né in meglio, né, speriamo, in peggio. Perché i libri di questo genere conseguono effetti che non sono, né possono essere controllati da autore umano. Se in qualche modo riuscirete a leggerlo in comunione con Dio, alla Cui presenza fu scritto, esso vi interesserà, e probabilmente riuscirete a ricavarne qualche frutto, più per grazia di Dio che per gli sforzi dell’autore. Ma se non lo leggerete in queste condizioni, senza dubbio il libro rappresenterà per voi almeno una novità.
1. Che cosa è la contemplazione
La contemplazione è l’espressione più alta della vita intellettuale e spirituale dell’uomo. È quella vita stessa, pienamente cosciente, pienamente attiva, pienamente consapevole di essere vita. È prodigio spirituale. È timore riverente, spontaneo, di fronte al carattere sacro della vita, dell’essere. È gratitudine per il dono della vita, della consapevolezza, dell’essere. È chiaro intendimento che la vita e l’essere, in noi, derivano da una Fonte invisibile, trascendente e infinitamente ricca. La contemplazione è soprattutto consapevolezza della realtà di questa Fonte. Essa conosce questa Fonte in modo oscuro, inesplicabile, ma con una certezza che trascende sia la ragione, sia la semplice fede. La contemplazione infatti è un genere di visione spirituale alla quale aspirano, per la loro stessa natura, la ragione e la fede, poiché senza di essa sono destinate a restare sempre incomplete. Tuttavia la contemplazione non è visione, perché vede «senza vedere» e conosce «senza conoscere». È fede che penetra più in profondità, conoscenza troppo profonda per poter essere afferrata in immagini, in parole, o anche in concetti chiari. Essa può venire suggerita da parole, da simboli; ma nel momento stesso in cui tenta di descrivere ciò che conosce, la mente contemplativa ritratta ciò che ha detto e nega ciò che ha affermato. Perché nella contemplazione noi conosciamo, per mezzo della «non conoscenza», o meglio conosciamo al di là di ogni conoscenza o «non conoscenza».
La poesia, la musica e l’arte hanno qualcosa in comune con l’esperienza contemplativa. Ma la contemplazione va oltre l’intuizione estetica, l’arte e la poesia. Anzi, va anche oltre la filosofia e la teologia speculativa. Essa le riassume, le trascende e le completa tutte, eppure, nel medesimo tempo, sembra in un certo senso, soppiantarle e negarle tutte. La contemplazione va sempre oltre la nostra conoscenza, i nostri lumi, oltre ogni sistema, ogni spiegazione, ogni discorso, ogni dialogo, oltre il nostro stesso essere. Per entrare nel regno della contemplazione è necessario, in un certo senso, morire; ma questa morte è, in realtà, l’accesso a una vita più alta. È un morire per vivere; un morire che lascia dietro di sé tutto ciò che conosciamo e che teniamo in gran conto, come il vivere, il pensare, l’esperimentare, il gioire, l’essere.
E così la contemplazione sembra soppiantare e scartare ogni altra forma di intuizione e di esperienza, sia nell’arte, sia nella filosofia, nella teologia, nella liturgia, sia anche nella fede e nell’amore a livello ordinario. Questo ripudio, però, non è che apparente. La contemplazione è e dev’essere compatibile con tutte queste cose poiché ne è il compimento più alto. Ma, nell’esperienza effettiva della contemplazione, tutte le altre esperienze vengono momentaneamente perdute. Esse «muoiono», per rinascere ad un livello di vita più elevato.
In altre parole, la contemplazione si estende dovunque fino alla conoscenza e persino all’esperienza del Dio trascendente e inesprimibile. Essa. conosce Dio quasi venisse a contatto con Lui. O meglio, Lo conosce come se avesse ricevuto il Suo tocco invisibile... il tocco di Colui che non ha mani, ma che è pura Realtà ed è la fonte di tutto ciò che è reale! Perciò la contemplazione è dono improvviso di consapevolezza, è un risveglio al Reale entro tutto ciò che è reale. È un prender viva coscienza dell’Essere infinito che sta alla radice del nostro essere limitato. Una consapevolezza della nostra realtà contingente come. ricevuta, come dono di Dio, come un gratuito dono d’amore. Proprio questo è quel contatto vitale di cui parliamo quando usiamo la metafora «toccato da Dio».
La contemplazione è pure risposta a un appello: un appello di Colui che non ha voce, ma che tuttavia parla in ogni cosa che esiste e che, soprattutto, parla nel profondo del nostro essere, poiché noi stessi siamo Sue parole. Siamo parole intese a corrisponderGli, a risponderGli, ad echeggiarLo e anche, in un certo modo, a contenerLo e a manifestarLo. La contemplazione è questa eco. È una profonda risonanza nel nucleo più intimo del nostro spirito, dove la nostra stessa vita perde la sua voce individuale per vibrare della maestà e della misericordia del Nascosto e del Vivente. Egli risponde a Se stesso in noi, e questa risposta è vita divina, è potenza creatrice divina che rinnova ogni cosa. E noi diventiamo Sua eco, Sua risposta. È come se, creandoci, Dio avesse posto una domanda; e, ridestandoci alla contemplazione, Egli rispondesse a questa domanda. Così l’anima contemplativa è al tempo stesso domanda e risposta.
La vita contemplativa implica due gradi di consapevolezza: primo, consapevolezza della domanda; secondo, consapevolezza della risposta. Benché questi due gradi siano distinti e immensamente diversi tra loro, pure sono coscienza di un’identica realtà. La domanda è, essa stessa, la risposta. E noi siamo ambedue le cose. Ma non possiamo saperlo finché non ci siamo portati al grado superiore; ci ridestiamo non per trovare una risposta nettamente diversa dalla domanda, ma per renderci conto che la domanda è risposta a se stessa. E tutto ciò si riassume in un’unica consapevolezza: non un’affermazione, ma una esperienza: «Io sono».
La contemplazione di cui sto parlando non è filosofica. Non è la conoscenza statica di essenze metafisiche percepite come oggetti spirituali, immutabili ed eterni. Non è la contemplazione di idee astratte. È la percezione religiosa di Dio, attraverso la nostra vita in Dio, o attraverso la nostra condizione di figli di Dio, come dice il Nuovo Testamento. «Poiché coloro che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio... lo Spirito stesso rende testimonianza al nostro stesso spirito che noi siamo figli di Dio». «Ma a quanti Lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio…». E così la contemplazione di cui parlo è un dono religioso e trascendente. Non è qualche cosa che possiamo raggiungere da soli mediante uno sforzo intellettuale o perfezionando i nostri poteri naturali. Non è una forma di autoipnosi che scaturisce dal concentrarsi sul nostro intimo essere spirituale. Non è frutto dei nostri sforzi. È dono di Dio che, nella sua misericordia, completa in noi l’opera nascosta e misteriosa della creazione, illuminando le nostre menti e i nostri cuori, destando in noi la consapevolezza che siamo parole dette nel Suo Unico Verbo, e che lo Spirito Creatore (Creator Spiritus) abita in noi e noi in Lui; che noi siamo «in Cristo» e che Cristo vive in noi; che la vita naturale in noi è stata completata, elevata, trasformata e portata a compimento in Cristo per mezzo dello Spirito Santo. La contemplazione è consapevolezza, è coscienza e, in un certo senso, esperienza di ciò che ogni cristiano oscuramente crede: «Ora non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me».
Perciò la contemplazione è qualcosa di più che una semplice considerazione di verità astratte che riguardano Dio, è qualcosa di più della meditazione affettiva sulle cose che crediamo. È un risveglio, un’illuminazione, è comprensione meravigliosamente intuitiva, per mezzo della quale l’amore acquista la certezza dell’intervento creativo e dinamico di Dio nella nostra vita quotidiana. La contemplazione quindi non «scopre» soltanto un’idea chiara di Dio, per confinarlo entro i limiti di questa idea e trattenervelo come un prigioniero al quale essa può sempre tornare. Al contrario, la contemplazione è da Dio trasportata nel Suo regno, nel Suo mistero, nella Sua libertà. È una conoscenza pura, verginale, povera di concetti, più povera ancora di ragionamenti ma capace, proprio in virtù della sua povertà e della sua purezza, di seguire il Verbo «ovunque Egli vada».
2. Che cosa non è la contemplazione
L’unico modo di liberarsi da concezioni erronee riguardo alla contemplazione è di sperimentarla. Colui che non conosce per esperienza diretta la natura di questo aprirsi, di questo ridestarsi a un nuovo livello di realtà, non può non essere tratta in inganno dalla maggior parte delle cose che se ne dicono Perché la contemplazione non si può insegnare. Non si può neppure spiegare chiaramente. Può essere solo accennata, suggerita, indicata, simboleggiata. Più si tenta di analizzarla obiettivamente e scientificamente, più la si svuota del suo vero contenuto, poiché è un’esperienza che va oltre i confini delle parole della ragione. Nulla è più ripugnante di una definizione pseudoscientifica dell’esperienza contemplativa, anche perché ch cerca di dare una simile definizione è tentato di procedere psicologicamente, mentre in realtà non esiste una psicologia adeguata della contemplazione. Voler descrivere «reazioni» e «sensazioni» equivale a situare la contemplazione là dove essa non può trovarsi, ossia al livello superficiale della coscienza, dove essa può costituire oggetto di osservazione. Ma questa osservazione e questa coscienza fanno precisamente parte di quell’«io esteriore che «muore» e che viene gettato in disparte come un abito sudicio, al risveglio genuino della vita contemplativa.
La contemplazione non è, non può essere, un’attività di questo «io» esteriore. Vi è opposizione irriducibile tra l’«io» profondo, trascendente che si ridesta solo nella contemplazione l’«io» superficiale, esteriore, che noi identifichiamo abitualmente con la prima persona singolare. Dobbiamo ricordare chi quest’«io» superficiale non è la nostra vera essenza; è semplicemente la nostra individualità e il nostro «io» empirico, ma non è in verità quella persona nascosta e misteriosa in cui no sussistiamo agli occhi di Dio. L’«io» che opera nel mondo, che pensa a se stesso, che osserva le proprie reazioni, che parla di se stesso, non è il «vero io» che è stato unito a Dio in Cristo. È tutt’al più l’abito, la maschera, il travestimento di quell’io misterioso e sconosciuto che la maggior parte di noi non arriva mai a conoscere veramente se non dopo la morte. La nostra personalità esteriore non è né eterna né spirituale; è ben lungi dall’esserlo. Questo «io» è destinato a sparire come fumo. È del tutto fragile ed evanescente. La contemplazione è precisamente la consapevolezza che questo «io» è in effetti il «nonio»; è il risveglio dell’«io» sconosciuto, che non può essere oggetto di osservazione e di riflessione ed è incapace di commentare se stesso. Quell’«io» sconosciuto non può nemmeno dire «io» con la sicurezza e l’impertinenza dell’altro, perché per natura è nascosto, senza nome, non identificato in quella società dove gli uomini parlano di se stessi e degli altri. In un mondo simile, il vero «io» rimane indefinito ed inespresso, perché ha troppe cose da dire in una volta, nessuna delle quali si riferisce a se stesso.
Nulla è più contrario alla contemplazione del cogito ergo sum di Cartesio. «Penso, quindi sono». Questa è la dichiarazione di un essere alienato, esiliato dalle sue profondità spirituali, costretto a cercar conforto nella prova della sua esistenza (!) basata sulla osservazione che egli «pensa». Se il suo pensiero è necessario come mezzo per giungere al concetto della propria esistenza, allora, di fatto, egli non fa che allontanarsi ulteriormente dal suo vero essere. Egli si riduce a un mero concetto e si preclude la possibilità di esperimentare direttamente e immediatamente il mistero del proprio essere. Contemporaneamente, riducendo anche Dio a un concetto, egli si preclude la possibilità di intuire la realtà divina che è inesprimibile. Egli giunge al suo essere come se fosse una realtà oggettiva, ossia si sforza di diventare consapevole di se stesso come lo sarebbe di qualcosa al di fuori di se stesso. E dimostra che la tal «cosa» esiste. E si convince: «Io sono quindi qualche cosa». Poi prosegue a convincersi che anche Dio, l’infinito, il trascendente, è una «cosa», un «oggetto» come altri oggetti finiti e limitati del nostro pensiero!
L’inferno può essere definito come l’alienazione perpetua dal nostro vero essere, dal nostro vero «io» che è in Dio.
La contemplazione, al contrario, è la comprensione sperimentale della realtà come soggettiva, non tanto «mia» (che significherebbe «appartenente all’io esteriore») ma «di me stesso» nel mistero esistenziale. La contemplazione non giunge al reale attraverso un processo deduttivo, ma per mezzo di un risveglio intuitivo nel quale la nostra realtà libera e personale acquista piena coscienza delle proprie profondità esistenziali che sfociano nel mistero di Dio.
Per il contemplativo non vi è nessun cogito («io penso») e nessun ergo («quindi»), ma soltanto il sum («io sono»); non nel senso di una futile asserzione della propria individualità come ultima realtà, ma nell’umile riconoscimento del proprio misterioso essere una persona in cui Dio risiede con infinita dolcezza e inalienabile potenza.
È chiaro che la contemplazione non riguarda solamente i temperamenti tranquilli e passivi. Non è semplice inerzia o tendenza all’inattività o alla pace psichica. Il contemplativo non è semplicemente un uomo a cui piace starsene seduto a pensare, o tanto meno uno che se ne sta seduto con lo sguardo assente. La contemplazione è qualcosa di più della pensosità o della tendenza alla riflessione. Indubbiamente un’indole pensosa e riflessiva non è certo da disprezzarsi in questa nostra era di vacuità e di automatismo, e può effettivamente condurre l’uomo alla contemplazione.
La contemplazione non è devozione e neppure inclinazione a trovar pace e soddisfazione nei riti liturgici. Anche questi sono cosa ottima, anzi sono una preparazione quasi necessaria per raggiungere l’esperienza contemplativa. Non possono mai, però, costituire quell’esperienza. L’intuizione contemplativa non ha niente a che vedere con il temperamento naturale di una persona. Benché possa capitare che un uomo di temperamento tranquillo diventi un contemplativo, può anche avvenire che la stessa passività del suo carattere gli impedisca di sopportare quella lotta interiore e quella crisi, necessarie in genere per raggiungere un più profondo risveglio spirituale.
D’altra parte, può darsi che un uomo attivo e dal carattere appassionato si risvegli alla contemplazione, e può darsi pure che questo avvenga all’improvviso e senza troppa lotta. Bisogna dire però che, in linea di massima, certi tipi attivi non sono portati alla contemplazione e non la raggiungono che a prezzo di grandi difficoltà. Anzi, forse, non dovrebbero neppure pensarvi, né tentare di raggiungerla, perché così facendo rischierebbero di deformare il loro carattere e di danneggiare se stessi compiendo sforzi assurdi privi di senso e di utilità alcuna. Queste persone dal carattere fantasioso e appassionato, dotate per la vita attiva, si esauriscono tentando di pervenire allo stato contemplativo, come se questo fosse un obiettivo, da raggiungere analogo alla ricchezza materiale, a una posizione eminente nella vita politica, ad un’alta carica nell’insegnamento, o a una dignità prelatizia. Ma la contemplazione non potrà mai essere l’oggetto di ambizione calcolata. Non è qualcosa che noi possiamo proporci di ottenere per mezzo della ragione pratica, ma è l’acqua viva dello spirito della quale siamo assetati, come cervi inseguiti che cercano l’acqua nel deserto.
Non siamo noi a volerci risvegliare, ma è Dio che ci chiama al risveglio.
La contemplazione non è né rapimento, né estasi, né l’udire improvvise parole inesprimibili, né vedere luci arcane. Non è il calore emotivo né la dolcezza che accompagnano l’esaltazione religiosa. Non è l’entusiasmo, né la sensazione di essere «afferrati» da qualche forza primordiale e trasportati impetuosamente verso la liberazione tramite una frenesia mistica: Tutte queste cose potranno avere una certa somiglianza con il risveglio alla contemplazione, in quanto esse sospendono l’ordinaria consapevolezza e il controllo esercitato dal nostro «io» empirico. Ma non sono opera del nostro «io profondo»; sono solamente frutto di emozioni, del subcosciente somatico; sono un insorgere delle forze dionisiache del subcosciente. Simili manifestazioni possono naturalmente accompagnare un’esperienza religiosa profonda e genuina, ma non sono quella contemplazione di cui io sto parlando qui.
La contemplazione non e neppure il dono della profezia e non implica la capacità di leggere nel cuore