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Radici ideologiche ed esiti socioculturali del '68
Radici ideologiche ed esiti socioculturali del '68
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E-book61 pagine38 minuti

Radici ideologiche ed esiti socioculturali del '68

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«La risposta più adeguata al ritorno del mito – specie da parte di formatori e insegnanti  - è quella di una compiuta “storicizzazione”, anche perché quel tornare resta decisivo per la comprensione del tempo in cui viviamo e delle sue sfide. È quanto si propongono di fare i saggi che qui si pubblicano. Comune a tutti è la convinzione che le vicende di quell’anno abbiano una lunga incubazione e che quindi non possano essere ridotte a una storia meramente politica.  Si fa riferimento al Sessantotto per brevità: si dovrebbe parlare con più precisione del nuovo “pensiero socializzato” (…) che emerge negli anni Sessanta e che è ancora largamente operante nelle società dell’inizio del XXI secolo. Questo mutamento è un fenomeno – come oggi si dice – “transnazionale”, lambisce anche paesi apparentemente periferici come la Spagna franchista e il Messico, come pure quelli dell’est europeo, come la Cecoslovacchia. Richiede quindi una trattazione di questo tipo, attenta alle copiose “suggestioni del mondo” che ha alle spalle (…) e ai complessi percorsi dei suoi temi.»
LinguaItaliano
Data di uscita16 mag 2018
ISBN9788838246937
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    Radici ideologiche ed esiti socioculturali del '68 - Roberto Pertici

    a cura di Roberto Pertici

    Radici ideologiche ed esiti socioculturali del '68

    ISBN: 9788838246937

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Presentazione - Radici ideologiche ed esiti socioculturali del '68

    Underground, controcultura e nuovo libertarismo

    Dalla beat generation alla cultura underground negli Stati Uniti

    Gli hippie e la massificazione della controcultura

    Controcultura e ideologia dei diritti biopolitici: dal mondo anglosassone all’Europa continentale

    Immaginario pop, società radicale e post-materialismo

    Bibliografia

    Prima della rivoluzione: le origini del Sessantotto nel sistema politico italiano e nelle sue culture politiche

    I movimenti del Sessantotto, figli delle culture politiche dei padri

    Il centrosinistra apre la strada al Sessantotto

    Il Psi, partito di lotta e di governo

    La Dc per una «nuova società»

    Il Sessantotto comincia (nel 1966) con la morte di un…socialista

    Bibliografia

    Alle origini del «non governo»: il «lungo ’68» nelle storie dell’Italia repubblicana

    La «storiografia della crisi»

    Il ’68, manifesto di una mutazione culturale e antropologica

    Una riflessione ancora in corso

    Bibliografia

    Il Sessantotto e la democrazia

    La democrazia limitata del secondo dopoguerra

    Il Sessantotto e la critica alla democrazia

    Le conseguenze del Sessantotto e la crisi della politica

    Presentazione - Radici ideologiche ed esiti socioculturali del '68

    Roberto Pertici

    L’ultimo giorno del 2017, in un commento comparso sul quotidiano romano « Il Messaggero», un acuto giornalista come Mario Ajello ha rivolto una preghiera semiseria ai «protagonisti eterni» del Sessantotto, «in preda ad ebrezza da rievocazione», specie ora che siamo arrivati al mezzo secolo da quegli eventi: «Lasciateci in pace. Il regalo più gradito, per il cinquantenario della rivoluzione mancata, sarebbe che il ’68 non tediasse i posteri con l’auto-mitologia della meglio gioventù . Naturalmente, – aggiungeva – la preghiera non sarà esaudita. Il narcisismo generazionale, sprezzante dei danni che quella generazione ha provocato, riempirà la scena con l’amarcord degli eterni post-adolescenti incanutiti. Che si attarderanno nella celebrazione dell’estetica del come eravamo , che diventerà invasivo bla bla e si salvi chi può».

    Temo che questa previsione sarà confermata dai fatti, ma la risposta più adeguata al ritorno del mito – specie da parte di formatori e insegnanti – è quella di una compiuta storicizzazione, anche perché quel tornante resta decisivo per la comprensione del tempo in cui viviamo e delle sue sfide.È quanto si propongono di fare i saggi che qui si pubblicano. Comune a tutti è la convinzione che le vicende di quell’annoabbiano una lunga incubazione e che quindi non possano essere ridotte a una storia meramente politica. Si fa riferimento al Sessantotto per brevità: si dovrebbe parlare con più precisione del nuovo pensiero socializzato (adottando il termine che AugustinCochin coniò per descrivere il formarsi della mentalità rivoluzionaria nei decenni immediatamente precedenti la rivoluzione francese) che emerge negli anni Sessanta e che è ancora largamente operante nelle società dell’inizio del XXI secolo.

    Questo mutamento è un fenomeno – come oggi si dice – transnazionale, lambisce anche paesi apparentemente periferici come la Spagna franchista e il Messico, come pure quelli dell’est europeo, come la Cecoslovacchia. Richiede quindi una trattazione di questo tipo, attenta alle copiose suggestioni del mondo che ha alle spalle (dalla rivoluzione culturale cinese all’esperienza cubana) e ai

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