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Esiste un'altra vita?
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Esiste un'altra vita?
E-book83 pagine1 ora

Esiste un'altra vita?

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Info su questo ebook

Alfred Russel Wallace nacque l’8 gennaio 1823 ed è stato un naturalista, geografo, biologo, esploratore e antropologo gallese. Formulò una teoria dell'evoluzione per selezione naturale, simile a quella che nello stesso periodo stava elaborando Charles Darwin. Fu uno spiritualista e uno spiritista convinto. Infatti, nonostante fosse sicuro che la selezione naturale avesse giocato, e giocasse ancora un ruolo chiave nell'evoluzione degli organismi viventi, non si sentì mai di estendere tale meccanismo materialistico allo sviluppo delle facoltà intellettive e morali dell'uomo. In tale ambito avrebbero agito, secondo lui, nuove forze spirituali ancora ignote, quantunque non invisibili, come "testimoniavano" le apparizioni degli spiriti e certi fenomeni arcani che avvenivano durante le sedute spiritiche. In questo testo affronta esattamente questo argomento.
LinguaItaliano
Data di uscita13 mar 2018
ISBN9788894965100
Esiste un'altra vita?

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    Esiste un'altra vita? - Alfred Russel Wallace

    Opere

    Esiste un'altra vita?

    Fede vecchia e fede nuova - Dubbii e incertezze - Scienza e religione in conflitto - Felicità o miseria del genere umano - Necessità etiche di un'altra vita - Fantasmi, visioni, avvertimenti, previsioni ecc. - La credenza in Satana e le manifestazioni diaboliche, - Fenomeni di magia - I miracoli non sono fatti scientifici - Lo spiritualismo moderno - Materialismo e spiritualismo - Non c'è morte - La realtà di una vita futura - Certezza delle prove scientifiche inoppugnabili nel campo fisico ed in quello intellettuale - La levitazione del corpo umano - Fenomeni musicali, chimici, fotografici, di chiaroveggenza o auditivi, di trasfigurazione ecc. solennemente dimostrati ed affermati dalla scienza in merito alle apparizioni degli spiriti - I morti sono vivi!... A che serve lo Spiritismo e che fanno gli spiriti nell'altra vita - Insegnamenti e filosofia del vero Spiritualismo.

    In tutti i tempi questo problema ha conturbato lo spirito umano.

    I profeti e i sapienti dell'antichità dubitarono, la filosofia ne discusse come di un enigma insolubile, e la scienza moderna, invece di chiarire le difficoltà e di fortificare le nostre speranze, l'ignora del tutto e ci offre degli argomenti invece di una risposta affermativa.

    Nondimeno le ultime conclusioni cui si è giunti, in senso negativo o affermativo, non hanno soltanto un interesse capitale per ciascun di noi, ma debbono determinare, secondo me, la felicità o la miseria futura del genere umano.

    Se la risposta fosse definitivamente negativa; se tutti gli uomini si persuadessero che non esiste altra vita all'infuori della terrena; se i fanciulli fossero educati alla credenza che l'unica felicità di cui si possa godere si trova in terra, allora la condizione dell'uomo sarebbe affatto disperata, poichè non vi sarebbe più ragione di agire conforme alla giustizia, alla lealtà, al disinteresse, nè l'indigente, l'egoista o il malvagio avrebbero più motivo sufficiente per non cercare sistematicamente il proprio benessere a scapito dell' altrui.

    La felicità della specie, in un remoto avvenire, adombrato da alcuni filosofi, non farebbe colpo sulla maggioranza degli uomini, visto che la scienza insegna la fine immancabile del pianeta e dei suoi abitanti.

    Il maggior bene per il maggior numero, nobile ideale di tanti filosofi, non sarebbe mai ammesso come movente di azione da coloro che cercano il loro godimento personale. La ironica domanda: Che fecero per noi gli antenati? parrebbe giustificare l'egoismo universale, incurante più che mai della sorte che potrà toccare alle generazioni avvenire.

    Ma oggi, a dispetto della fede e dell'educazione religiosa che ci han formato il carattere, il culto dell'io prevale infinitamente. Cessata questa potenza, sottentrerà ad essa una totale incredulità, un'assenza di qualsiasi persuasione che sia capace di condurci allo sviluppo di noi stessi come l'unico mezzo di felicità permanente.

    Da quanto precede risulterebbe fatalmente che la forza sola costituirà il diritto, che i piú deboli saranno sempre e inevitabilmente schiacciati e che il mondo sarà dominato dalle passioni sbrigliate dei più forti e dei più egoisti.

    Per buona sorte, un tale inferno non potrebbe esistere poichè sarebbe fondato sopra una menzogna, e poichè delle cause agiscono efficacemente per impedire all'uomo di respingere la credenza nella propria natura spirituale, e nella continuità dell'esistenza dopo la morte. Vediamo dunque la natura di coteste cause ed influenze, e come, se dei serii pensatori e scienziati si facessero avvocati dell'incredulità, e che questa divenisse universale e fosse fondata sulla verità, il fatto sarebbe disastroso pel genere umano.

    Fino all'ultimo secolo, presso le nazioni civili, la massa implicitamente accettava la credenza di una vita futura e di un principio spirituale nell'uomo. Oggigiorno, i più illuminati pensatori respingono cotesta credenza come destituita di prove, e la dicono inammessibile e perfino inconcepibile.

    Ma, se una parte considerevole delle classi intelligenti e laboriose adottò invece la contraria dottrina, a che si deve il successo di coteste idee che diconsi positive?

    La fede in una vita futura ebbe forse origine e fondamento nella fede all'esistenza e all'apparizione sulla terra, in date epoche, di esseri spirituali o di anime di morti; poi ancora in tanti fenomeni ben noti di fantasmi, visioni, avvertimenti, predizioni, ecc.

    Prevalevano queste credenze quasi universalmente due secoli fa, poi di botto si affievolirono. I sapienti odierni, in genere, le tengono per favole o superstizione, e tanto riuscirono a diffondere le loro teorie negative, che molti non tollerano nemmeno che la questione sia discussa! Respingendo la possibilità dei fenomeni, considerano ogni credenza simigliante come un indizio d'ignoranza e di degradante superstizione.

    Questa rivoluzione quasi improvvisa nei sentimenti (poichè solo di sentimenti si tratta, e non già di credenze basate su cognizioni e ricerche), può forse essere attribuita a due motivi potenti: da una parte, la mania per le scienze magiche nel medio evo, dall'altra, lo sviluppo delle scienze fisiche.

    La mania medievale per la stregoneria, progredendo in intensità ed orrore, toccò il parossismo nei secoli XVI e XVII, epoca in cui migliaia e centinaia di migliaia d'innocenti, spesso di molto superiori ai loro accusatori, furono torturati e trucidati sotto l'imputazione di commercio personale col demonio.

    Tutto intero il mondo religioso fu impregnato della credenza in Satana, fino al punto che la prima accusa venuta bastava per farvi arrestare, come reo di stregoneria. Uomini, donne, fanciulli, a migliaia, furono così messi a morte per soddisfare le furiose passioni eccitate dalle manifestazioni diaboliche.

    Quelli che visitavano e guarivano gl'infermi erano accusati di possedere poteri satanici e bruciati come stregoni.

    L'orrore, la crudeltà, l'assurdità di queste persecuzioni provocarono naturalmente una reazione.

    Le persone umane ed intelligenti videro che la maggior parte delle credenze comuni erano certamente false; e da ciò, con troppa precipitazione, inferirono che in quelle idee esaltate non c'era ombra di vero.

    Su quell'orgia di atrocità si leva intanto il sole della scienza moderna con la sua luce abbagliante.

    Galileo e Keplero, Harvey e Bacone, Newton

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