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Maestro Libero Muratore. Manuale ad uso degli iniziati
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E-book277 pagine3 ore

Maestro Libero Muratore. Manuale ad uso degli iniziati

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Info su questo ebook

"Il saggio, in particolare, s'incentra sul tema dell'elevazione al Grado di Maestro proponendo, come già accennato, una serie di contenuti e di riflessioni che sono fondamentali per il percorso della Maestria. Tra questi, l'autore si sofferma, oltre che sulla leggenda di Hiram, sul potere della Spada e quindi sul suo significato per il Terzo Grado, e ancor più sul Grande Architetto dell'Universo. Rispetto a quest'ultimo, centrale e fondamentale per ogni istituzione massonica, l'autore fa riferimento a diversi modi d'intrepretarlo e, oltre alla significazione strettamente teologica, ne rileva quella simbolica e rituale. [...] il saggio di Gianmichele Galassi è un valido strumento per poter acquisire nuove conoscenze e riflettere in modo diverso su altre che già si possiedono.[...] Il saggio di Gianmichele Galassi offre queste opportunità e al contempo permette di avere una maggiore conoscenza di molti aspetti e in generale del significato esoterico-iniziatico del grado di Maestro e delle sue valenze culturali anche con riferimento al mondo umano." (dalla Prefazione di Mariano Bianca)
LinguaItaliano
Data di uscita12 lug 2016
ISBN9786050478211
Maestro Libero Muratore. Manuale ad uso degli iniziati

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    Anteprima del libro

    Maestro Libero Muratore. Manuale ad uso degli iniziati - Gianmichele Galassi

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    Prefazione

    Il Grado di Maestro porta a compimento il percorso massonico che ha preso avvio con l’iniziazione al primo grado. Tale compimento non è un termine, al contrario, è ancora una volta un inizio di un nuovo stato che solitamente si può racchiudere nell’arco di tre anni e dopo questo periodo si aprono le porte di un maturo percorso iniziatico che potrà durare l’intero arco dell’esistenza.

    L’iniziazione al Terzo Grado è indubbiamente quella che racchiude gli aspetti più profondi del percorso iniziatico perché in essa è presente in forme simboliche il passaggio dalla morte alla vita: la morte di quello che si era sino a un certo stato iniziatico e la nascita proiettata in una dimensione esoterica che è rivolta verso la conoscenza dei fondamenti dell’essere, di ciò che può esserci oltre a quello che si può percepire e pensare e ancora il senso non solo di sé stessi ma dell’intero cosmo. Fondamenti, oltre e senso sono i pilastri del grado di Maestro e anche i fini che si possono raggiungere dopo aver oltrepassato i primi tre gradi, vissuto una morte iniziatica e una rinascita che permettono di uscire da se stessi e rivolgersi verso l’ignoto e il mistero.

    La leggenda di Hiram, inclusa nella tradizione massonica, che è al centro dell’iniziazione al Terzo Grado enuclea i diversi aspetti dell’iniziato prima, durante e in seguito dopo che si è concluso il rito. Su questa leggenda si sofferma a fondo Gianmichele Galassi rilevando la sua centralità nel Grado di Maestro con riferimento non solo al rito d’iniziazione, bensì all’intero percorso del Terzo Grado.

    Il Grado di Maestro è quello che più degli altri due è stato oggetto di analisi per la sua ampiezza di contenuti e significati esoterici e iniziatici, alcuni dei quali sono condivisi da diverse istituzioni iniziatiche dell’antichità. L’analisi di questo grado può essere svolta da diversi punti di vista tra cui, quello più noto, si sofferma a elencare i diversi simboli del grado, i comportamenti e le azioni rituali nonché alcune delle conoscenze che si devono apprendere. Il punto di vista dell’analisi dell’Autore, invece, si presenta differente e per molti versi più articolato superando quello di elencare solo i diversi aspetti del Grado. Oltre a questi ultimi, in effetti, la Maestria prevede l’acquisizione di saperi, conoscenze e significati che possono anche non essere espressi nelle forme rituali del Grado. In questa prospettiva, il saggio di Gianmichele Galassi si propone di presentare un’ampia gamma di contenuti che, pur in modi diversi, sono costitutivi del Grado e come tali devono essere propri degli iniziati che ne fanno parte.

    Il saggio, correttamente, pone come fondamento le Costituzioni del 1723, ma esse, com’è noto, si presentano come un ampio quadro di riferimento che intende indicare i caratteri fondamentali di una istituzione massonica, ma non enuclea tutti i contenuti e gli aspetti gnosici, etici e simbolici. In effetti, solo nei periodi successivi alla fondazione della Gran Loggia d’Inghilterra e alla formulazione delle Costituzioni, poco alla volta i massoni iniziarono a indicare e a precisare i ‘contenuti’ della Massoneria e a raccogliere aspetti diversi della Tradizione esoterico-iniziatica presenti nelle epoche antiche, a partire dagli antichi Misteri greci. A seguito di questo impegno la Massoneria accolse al suo interno diversi contenuti esoterico-iniziatici che avevano avuto nel tempo una loro autonomia e un lungo percorso e che solo con la nascita della Massoneria moderna potevano trovare una loro più ampia significazione all’interno della prima Istituzione esoterico-iniziatica che si costituì e si rese palese sin dalla caduta dell’impero romano. Anche verso alcune di queste tradizioni esoteriche si trova una particolare attenzione nel saggio di Galassi, per esempio verso l’alchimia.

    Il saggio, in particolare, s’incentra sul tema dell’elevazione al Grado di Maestro proponendo, come già accennato, una serie di contenuti e di riflessioni che sono fondamentali per il percorso della Maestria. Tra questi, l’Autore si sofferma, oltre che sulla leggenda di Hiram, sul potere della Spada e quindi sul suo significato per il Terzo Grado, e ancor più sul Grande Architetto dell’Universo. Rispetto a quest’ultimo, centrale e fondamentale per ogni istituzione massonica, l’Autore fa riferimento a diversi modi d’intrepretarlo e, oltre alla significazione strettamente teologica, ne rileva quella simbolica e rituale.

    Il Maestro Massone, però, a differenza di altri iniziati del passato e attuali, non è dedito solo al suo perfezionamento etico, conoscitivo e spirituale ma rivolge il suo impegno per il bene dell’uomo (lavorare per il bene e il progresso dell’umanità) e in tale direzione l’ultima parte del saggio di Galassi è dedicata ad affrontare alcuni temi riferiti al rapporto tra Massoneria e società, in senso lato, e in particolare all’impegno di ogni Massone nel mondo sociale. Se ciò vale per ogni Massone, vale ancora di più per ogni Maestro Massone che, a seguito del suo perfezionamento nei tre gradi, possiede strumenti più idonei ed efficaci anche per operare per il bene dell’umanità. In questa prospettiva l’Autore si sofferma sulla nozione di Libero Pensiero che è un aspetto fondativo e rilevante, anche da un punto di vista etico e antropologico, che ha sempre caratterizzato la Massoneria e da cui è derivato quello di tolleranza e di rispetto dei diversi punti di vista e visioni del mondo. Ciò non significa che il Massone accetti qualsiasi punto di vista e valore, al contrario, egli possiede una sua dottrina, una sua visione filosofica, teologica, etica, sociale e antropologica che si propongono sia come fondamento sia come guida del suo essere Massone come iniziato e come uomo all’interno del mondo sociale. Proprio in conformità a questi suoi intendimenti egli si propone di contribuire al miglioramento di sé stesso, della Massoneria e in modo ancora più ampio dell’intera umanità. Da qui deriva l’atteggiamento proprio del Massone di confrontarsi con l’altro, non certo per far prevalere il suo punto di vista, bensì per arricchirsi dal dialogo e al contempo trovare i punti d’incontro utili per operare al fine di migliorare le condizioni dell’intera umanità.

    Se quanto detto vale per il Massone di ogni grado, vale ancor più per il Maestro Massone, per tale ragione egli deve continuamente arricchire se stesso e la sua conoscenza e il saggio di Gianmichele Galassi è un valido strumento per poter acquisire nuove conoscenze e riflettere in modo diverso su altre che già si possiedono.

    Il saggio di Gianmichele Galassi offre queste opportunità e al contempo permette di avere una maggiore conoscenza di molti aspetti e in generale del significato esoterico-iniziatico del grado di Maestro e delle sue valenze culturali anche con riferimento al mondo umano.

    Mariano Bianca

    Veritas

    Giovanni Lanfranco, Teil des Kupferstichwerks Die Tugenden, 1600–1625, Universitätsbibliothek Salzburg, G 785 III

    «La vera Maestria è libera da tutti gli inganni; ma essa si conquista a prezzo di sforzi costanti, diretti contro tutte le nostre debolezze intellettuali e morali»

    (Oswald Wirth)

    I Massoni Eroi della Rivoluzione Americana

    Rispettabilissimo Maestro,

    sei giunto, non senza sforzo, ad intravedere l’Oriente dietro un sottile velo, adesso è arrivato il momento di squarciarlo applicando ciò che hai imparato precedentemente, senza timore e senza preoccupazione alcuna, inizia a vivere da vero Uomo: conosci profondamente te stesso, sei in grado di frenare i tuoi impulsi, riconosci ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, Forza e Bellezza non ti sono sconosciute, è venuto il momento di completarle con Sapienza e Saggezza.

    In questo avviamento troverai le istruzioni del tuo grado congiuntamente all’estratto di alcune delle norme basilari del nostro Ordine, cosicché tu possa rammentare i fondamenti necessari alla vita massonica; inoltre le ultime sezioni saranno dedicate a riflessioni e passi celebri che spero siano di aiuto in questa terza parte del cammino iniziatico che è certamente la più ardua ed intangibile.

    Buon Viaggio

    «Non perdiamoci di coraggio. Cerchiamo i resti mortali del maestro. La sapienza che era in lui è eterna, e non può morire con lui. Insieme dobbiamo cercare di farla rivivere in noi.» (Rituali)

    Dipinto di Charles Gabriel Lemonnier rappresentante la lettura della tragedia di Voltaire, al tempo esiliato, L'orfano della Cina (1755), nel salotto di madame Geoffrin a Rue Saint-Honoré. I personaggi più noti riuniti intorno al busto di Voltaire sono Rousseau, Montesquieu, Diderot, d'Alembert, Buffon, Quesnay, Richelieu e Condillac.

    Breve Premessa

    Se fino a questo punto è stato possibile, almeno in parte, basarmi su elementi empirici derivanti dalla personale esperienza massonica, da questo momento dovrò fare principalmente o eslusivamente riferimento alla conoscenza teorica del metodo tradizionale iniziatico, in quanto il cammino percorso sinora non mi ha condotto a tale livello di perfezionamento. Al di là di questa scontata considerazione, è comunque opportuno riflettere, meditare ed iniziare a conoscere i metodi e le vie della maestria che, da un lato, sono certamente utili ad indirizzarci nella giusta direzione durante il completamento del lavoro del Compagno d’Arte e, dall’altro, possono portarci ad avvicinarci alle qualità necessarie per giungere al punto di arrivo della maestria.

    Le qualità della Maestria

    Arrivare alla Maestria significa raggiungere il culmine della vita, ovvero soddisfare in pieno lo scopo della nostra esistenza. Facendo un parallelo con la matematica si direbbe che la maestria è condizione sufficiente al vivere umano.

    Certamente le qualità da sviluppare in modo esaustivo e profondo sono numerose ed è proprio per questo che tale traguardo è tanto ambìto quanto difficilmente raggiungibile.

    Personalmente, dopo una riflessione pluriennale che certamente non posso ritenere esaurita, ho inteso alcune delle caratteristiche indispensabili allo scopo.

    La prima fra tutte credo possa essere individuata nella Piena consapevolezza di sé, ovvero avere coscienza e completo dominio del proprio io: così riusciremo sempre a sopire gli istinti più bassi in favore dei più alti, esaltando le migliori qualità umane.

    Al secondo posto porrei una elevata capacità di comprensione della realtà, dovremo quindi riuscire a distinguere chiaramente la verità, che altrimenti rimane sovente celata dalle tenebre, per dirla platonicamente dobbiamo uscire dalla caverna.

    Da ciò consegue la successiva, ovvero la comprensione del mondo in cui viviamo e, soprattutto, degli altri: un Maestro Massone non rimane isolato nelle proprie convinzioni, non è quindi un eremita del pensiero. Altresì va in cerca di tutte le contraddizioni in modo da poterle osservare da varie angolature al fine di superarle. Seppur lontane dalle proprie, le altrui opinioni meritano di essere valutate dal punto di vista dell'interlocutore: sarà poi la - di ciascuno - sapienza a condurlo a cambiare il proprio convincimento o a mantenerlo.

    Infine, ma non per ordine di importanza, una inesauribile volontà di ricerca e conoscenza dell'Arte Reale (fare una chiosa sul significato di iniziazione riportata nell’orazione precedente in grado di apprendista). Credendo che le idee siano la vera forza della Libera Muratoria, non posso che derivarne il fatto che un Maestro Massone sia un pensatore di professione. Un pensatore che non si limita affatto nelle forme e nei contenuti, ma al contrario vada alla ricerca dell'«Idea», visto che abbiamo anticipato essere uscito dalla caverna. Platone definì le idee come veri reali, per sé stanti nella loro immutabilità ed universalità, modelli eterni delle cose, apprensibili solo all’occhio della mente, cui si presentano nei loro contorni ideali di forme perfette.

    In ultima analisi, se volessimo tradurre simbolicamente l’essenza della Maestria, potremmo metterla in relazione con la conoscenza (gnosi) delle Tre Grandi Luci della Massoneria stessa: squadra, compasso, e Libro Sacro, ovvero -in estrema sintesi- ciò che distingue il lavoro del Maestro si concretizza nella supremazia di spirito, razionalità, armonia e, soprattutto, amore sulla materialità e l’immobilismo: secondo l’antico adagio uno immoto.

    Vediamo che, ancora una volta, la struttura simbolico-rituale-esoterica della Massoneria mantiene coerenza e direzione, in altre parole tutto riconduce armoniosamente ad un cammino iniziatico ben delineato nel fine e nel metodo, utile a raggiungerlo o, meglio, realizzarlo.

    Tavola Uno immoto. I. n. XCVIII. Tratta da:

    Boschius, Jacobus: Symbolographia sive de arte symbolica sermones septem. - Augsburg u. Dillingen, 1702.

    Fonte: Università di Mannheim, Germania

    Illustrazione The Goose and the Gridiron

    Capitolo 1

    Estratto da Antichi Doveri, Costituzioni, Regolamenti e Rituali

    In questa breve sezione si trovano alcuni estratti che sono state utile base di partenza per il neofita, ma che -non dimentichiamolo- restano i pilastri su cui poggiare il successivo cammino iniziatico. Naturalmente quelle esposte sono solamente alcune delle più significative e fondamentali nozioni che ciascun Massone deve conoscere per muovere fermi passi lungo la via iniziatica.

    Si consiglia comunque caldamente di leggere con attenzione e per esteso le copie ufficiali di Costituzioni, Regolamento e Rituale che sono in vostro possesso.

    James Anderson (Aberdeen, 1679/80 – 1739)

    Scozzese, scrittore e ministro del culto presbiteriano, ordinato nel 1707, Gran Sorvegliante della Gran Loggia di Londra e Westminster, fu incaricato di scrivere una storia della Massoneria da cui derivano le Costituzioni dei Liberi Muratori; il suo nome non appare accanto al titolo, ma ne viene dichiarato autore in appendice. Fra le sue opere troviamo: Royal Genealogies (1732), A Defence of Masonry (1738?), News from Elysium (1739), A Genealogical History of the House of Yvery (1742).

    Le Costituzioni del 1723

    James Anderson

    Gli Antichi Doveri

    dei liberi ed accettati muratori

    pubblicato la prima volta a Londra 1723

    traduzione di E. Baccarini

    Compendio estratto dagli antichi documenti delle Logge di oltremare e di quelle di Inghilterra, Scozia e Irlanda, ad uso delle Logge di Londra. Da leggere quando si accettino nuovi

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