Books by Emanuele Antonelli
Meltemi, 2021
Il tema del merito ha vissuto molte vite, in tradizioni e culture diverse, trovando di recente ri... more Il tema del merito ha vissuto molte vite, in tradizioni e culture diverse, trovando di recente rinnovata centralità su entrambi i lati dell’Atlantico. Il saggio si prefigge l’obiettivo di analizzare le ragioni della meritocrazia, indagarne le condizioni di possibilità, valutarne limiti e problemi. La meritocrazia, ne emergerà, non solo genera contraddizioni profonde e insolubili se messa in rapporto a valori centrali del nostro tempo quali l’uguaglianza e il riconoscimento ma, a fronte di un’analisi fenomenologica ispirata all’estetica sociale, risulta strutturalmente incompa- tibile persino con la sintassi dell’utile puro. In virtù di queste analisi, e a valle di un resoconto ipotetico e schematico delle strutture logiche fondamentali della cultura italiana, il saggio si inserisce nell’acceso dibattito in corso nel nostro paese e nel mondo, fornendo un argomento originale per provare a compia- cerci, invece che autodenigrarci, del fatto che in Italia la merito- crazia sembri trovare più di qualche ostacolo.
La riflessione elaborata in queste pagine, fuggendo ogni sottomissione alle retoriche ormai abusa... more La riflessione elaborata in queste pagine, fuggendo ogni sottomissione alle retoriche ormai abusate dell’economicismo imperante, rintraccia nelle opere di René Girard – il più serio pretendente all’eredità dei maestri del sospetto – e di Jacques Derrida – l’ultimo grande filosofo del Novecento – gli elementi costitutivi di un paradigma critico con cui interpretare il tempo presente. Il volume indaga le molteplici corrispondenze tra i diversi retaggi della decostruzione e i più recenti sviluppi della teoria mimetica attraverso la ricostruzione articolata delle riflessioni, ancora poco note in Italia, di alcuni dei più brillanti esponenti contemporanei di quelle tradizioni. Formulando i lineamenti di un’ontologia dell’attualità incardinata sulle nozioni di mimesi e traccia, l’autore propone una diagnosi filosofica che riconosce nel nostro tempo un’epoca in preda al panico.
La presente opera ricostruisce alcune delle fasi e delle tematiche del dibattito − mai compiutame... more La presente opera ricostruisce alcune delle fasi e delle tematiche del dibattito − mai compiutamente celebrato − tra René Girard e Jacques Derrida.
Rifiutandosi di ridurre un autore all'altro, il volume ricapitola gli aspetti essenziali della teoria mimetica e ripercorre lo sviluppo degli strumenti teoretici alla base del pensiero della decostruzione per allestire il confronto e l'incontro tra due grandi pensatori francesi del XX secolo. (978-88-7892-198-6)
Edited Books by Emanuele Antonelli
Aracne editrice, 2014, 2014
Formatosi alla scuola filosofico-ermeneutica di Torino, Roberto Salizzoni ha tenuto per circa qua... more Formatosi alla scuola filosofico-ermeneutica di Torino, Roberto Salizzoni ha tenuto per circa quarant’anni l’insegnamento di Estetica presso quella università. Ugualmente interessato alle questioni schiettamente estetiche e ai temi che ne tracciano i confini, Salizzoni ha dedicato il proprio lavoro a ricerche di frontiera per la tradizione filosofica italiana: il ruolo dell’immagine nella cultura moderna e postmoderna, la questione della tecnica e la “crisi della rappresentazione”, di cui ha seguito le tracce tra avanguardie novecentesche e antropologie, cultural studies e russistica. Nel corso della sua riflessione, un posto speciale è stato dedicato alle varie figure del dialogismo, il plesso semantico nel quale ha infine individuato la possibilità più attuale di un autentico riconoscimento reciproco.
In questo volume sono riuniti interventi di maestri, colleghi e allievi che hanno voluto corrispondere, con un affresco ampio e meditato, alle questioni e ai problemi che la riflessione di Roberto Salizzoni apre.
A cura di Emanuele Antonelli, Alberto Martinengo
Alessandro Bertinetto, Nadia Caprioglio, Gaetano Chiurazzi, Claudio Ciancio, Gianluca Cuozzo, Paolo D’Angelo, Elio Franzini, Gianluca Garelli, Carlo Gentili, Sergio Givone, Tonino Griffero, Enrico Guglielminetti, Jean-Claude Lévêque, Ana María Leyra, Graziano Lingua, Federico Luisetti, Roberto Mastroianni, Giuseppe Riconda, Ettore Rocca, Fulvio Salza, Daniela Steila, Gianni Vattimo, Federico Vercellone
Sensibilia. Colloquium on Perception and Experience, 2012
Che tipo di sentimento è la vergogna? Perché ci si vergogna e quali sono le conseguenze che tale ... more Che tipo di sentimento è la vergogna? Perché ci si vergogna e quali sono le conseguenze che tale emozione lascia nel soggetto? Si tratta di un’emozione privata o “sociale”? Quanti tipi di vergogna esistono? La vergogna vicaria è sempre vergogna? Quali sono i modi in cui l’arte ha rappresentato la vergogna? Quali i rapporti tra vergogna, senso di colpa, imbarazzo e censura? È possibile essere immuni alla vergogna? “Non vergognarsi” può rientrare nelle virtù di una persona o è un atteggiamento moralmente condannabile? Sensibilia. Colloquium on Perception and Experience ha indagato i diversi modi in cui la vergogna può essere descritta e messa in scena, presupposta e compresa. Le proposte e i punti di vista raccolti in questo volume mettono in relazione in modo originale e interdisciplinare aree di ricerca diverse, ma egualmente interessate alla rifl essione su un sentimento complesso e stratifi cato quale è la vergogna e la categoria di emozioni che lo accompagnano (fi losofi a, ontologia, letteratura, fenomenologia, storia dell’arte, antropologia, estetica, politologia, media studies, ecc.). Ne è scaturito un acceso dibattito su questioni (antiche e contemporanee) scomode, spinose e “vergognose”.
Saggi di: Alessandro Alfi eri, Montserrat Algarabel, Emanuele Antonelli, Luca Bortolotti, Antonio Carnevale, Filippo Ceccarelli, Simona Chiodo, Felice Cimatti, Maria Giuseppina Di Monte, Michele Di Monte, Lorenzo Donghi, Tonino Griffero, Alessandro Ialenti, Micaela Latini, Jerrold Levinson, Michelle Mason, Marco Mazzeo, Claudio Neri, Silvia Pedone, Raffaella Perna, Manrica Rotili, Francesco Sorce, Marco Tedeschini, Federico Vercellone, Piero Vereni.
Papers in Journals by Emanuele Antonelli
Forum Philosophicum, 2018
One might well wonder about the source of Girard's knowledge. Where is it thought to have come fr... more One might well wonder about the source of Girard's knowledge. Where is it thought to have come from in the first place? From what vantage point are we supposed to be surveying the events he claims are originary? And what, then, is the condition for the very possibility of his Christian wisdom? In this paper, I argue that we can put forward a tentative solution by looking at one particular aspect of all the texts that Girard has interpreted: they are all written texts. Analyzing this in detail with the assistance of the proposals of Bernard Stiegler, I will claim that it is writing itself that has afforded us the possibility of paying attention. Moreover, in the second section, I shall also put forward an analysis of the gnoseological condition of the possibility of Christian wisdom. To do so, I expand on Stiegler's reading of Kant's notion of schema focusing on its relation with the hermeneutical notion of figura, as presented by Erich Auerbach. Commenting on the common rhetorical setting of both the Critique of Pure Reason and the Bible, I then show that these two written texts address a very similar problem-a critique of the way people judge-and also put forward, surprisingly, much the same solution: to properly judge, it would be better to take into account past examples of judgments and consider that, no matter whether we critique them or not, they will schematize our own experiences and influence our intentionality.
Lexia. Rivista di semiotica, 2017
English Title: Schematism and Figure: The Text as Intentional Mediator of Judgement
Abstract: T... more English Title: Schematism and Figure: The Text as Intentional Mediator of Judgement
Abstract: The article comments on the critique of Franz Brentano, Ed-mund Husserl, and Immanuel Kant proposed by Bernard Stiegler. It describes its implications for a theory of intentionality. It focuses, in particular, on the notion of "tertiary retention". Thanks to this notion, Stiegler rehabilitates the first version of Kant's Transcendental Deduction. The article concentrates on the relation between the notion of exter-nalized retention and the Kantian notion of schema. It underlines its consequences on how the role of imagination is conceived in the Critique of Pure Reason. Hence, a parallelism emerges with Erich Auerbach's hermeneutical notion of figura as found in biblical and later on also in non-biblical hermeneutics. Kant's notion of schema and the notion of figura, indeed, share some common functions and features. They both refer to intermediate entities whose role is to bridge two incommen-surable realms: the former connects sensibility and concepts; the latter, umbrae and veritas. Thanks to Stiegler's lesson on tertiary retentions and schema, it can be argued that schema and figura share not only the same essence and function, but also the same formal genesis. The article concludes with a focus on the rhetorical setting of both the Critique of Pure Reason and the Bible, showing that they put on stage a common scenario.
Studi di estetica, 2018
Is money a veil smoothening the exchange of values though covering them up? Does value exist as a... more Is money a veil smoothening the exchange of values though covering them up? Does value exist as a present substance? Following the tenets of deconstruction, we argue that just as writing is not the superfluous supplement of ideas but their condition of possibility, so is money to value. Through an analysis of the relation between subject, money, and value, we gain the possibility to question the white mythology of mainstream economics with regard to gnoseology and ontology of value. In a coda, we flesh out the reasons why it might not be amiss to speak of mainstream economics as metaphysical.
Proceedings of the Society for Phenomenology and Media, 2018
Abstract: The notion of Anthropocene refers to a relevant change in our relation to the world. Ac... more Abstract: The notion of Anthropocene refers to a relevant change in our relation to the world. According to Wikipedia, it would – whether approved by the ICS and IUGS – define an epoch “when human activities have a significant global impact on Earth’s geology and ecosystems”. Yet, Anthropocene is above all the epoch when man can destroy its world. The somehow apocalyptic reception of this theme implies – and at the same time fosters – an understanding of our relation to the world as if it was – or had been – something external to us, and independent from us. Yet, if philosophy teaches us anything, is that our world mainly is (about) our interdividual relations. On the other hand, though, reflecting on such recent Wirkungsgeschichte gives us the opportunity to learn again what some theoreticians of that very special kind of medium that is mimesis showed us (Girard et al., 1987), which is that what is at stake with our quarrels and disputes is, as it has always been since our archaic past (Girard, 1977), the world itself. In the second place, we will argue that also when taking technology into consideration we need to switch to this second meaning of the word ‘world’. In fact, technology, which seems to be leading with its spectacular innovations the opening of this new epoch, impinges more on our relations with ourselves and with each other (Stiegler, 1998), than it does on the world, which appears, in this tragic equation, more as a casualty than as the central target. Besides, man has thrived in every ecosystem, from arctic tundra to burning deserts; but it has never survived stranded – weltlos.
- Keywords: world, technology, mimesis, myth, apocalypse.
Tropos. Rivista di Ermeneutica e Critica Filosofica, 2017
Tropos. Rivista di Ermeneutica e Critica Filosofica, 2017
In this paper we argue that Pareyson's notion of formativity is germane to the notion of self–tra... more In this paper we argue that Pareyson's notion of formativity is germane to the notion of self–transcendence recently put forward in the vast domain of the sciences of the self–organization of complex systems. Following Jean–Pierre Dupuy's approach, we will not apply this notion to the analysis of Pareyson's theory; we will, instead, show — by referring to the numerous topoi where often surprisingly precise parallelisms, convergences and semantic identities are to be found — that, though being largely independent in their genesis, the logics of the two notions are already consistent with each–other. As a result, we will claim that Pareyson's theory of the work of art is best understood as a study on the integration of diVerent layers of organizational closures.
Bollettino Filosofico, 2015
Abstract: In this paper we offer an interpretation of the inner relationship between nihilism and... more Abstract: In this paper we offer an interpretation of the inner relationship between nihilism and the tragic. With reference to the work of Heinz von Foester and to the sciences of complexity, we will argue that the essential feature of the tragic is “autoreferentiality”. Furthermore, arguing in favor of the use of the theological notion of kenōsis as the most precise description of the “history of nihilism”, we will show that the latter is to be understood in terms of the “weakening”, or loweringof all the reference points generated by autotranscendent, etheronomous, social phenomena. The consequence of nihilism is therefore autoreferentiality. This result will offer the opportunity to see both to what extent we are now, at the end of modernity, living a tragicsituation and, eventually, to claim – by recalling that autoreferentiality is also the inner logic of freedom – that the tragic is the outcome of modernity, but not a necessary one.
Keywords: autoreferenzialità, kenōsis, nichilismo, complessità,post-strutturalismo
Mimesis, kenosis, autoreferenzialità, in «Bollettino Filosofico», Vol. 30, 2015, pp. 225-246, ISSN 1593-7178 | © 1978 | E-ISSN 2035-2670.
Contagion: Journal of Violence, Mimesis, and Culture, 2015
Abstract: In this paper we attempt to interpret Little Red Riding Hood most famous variants in th... more Abstract: In this paper we attempt to interpret Little Red Riding Hood most famous variants in the light shed by its recent film adaptations. With reference to René Girard’s theory of sacrifice, we will argue that the last one of these, the 2011 Catherine Hardwicke’s adaption, despite its low artistic merits offers the chance to see in Perrault’s Little Red Riding Hood the late result of a diachronical evolution in four steps of the misrecognizing narration of a collective lynching, a full-fledged scapegoating of an anonymous villager accused and persecuted as werewolf. We will find in Vladimir Propp’s and Alan Dundes’ contributions a further support.
Keywords: Little Red Riding Hood, René Girard, Vladimir Propp, Alan Dundes, werewolves, scapegoating.
Contagion: Journal of Violence, Mimesis, and Culture, 2013
In this paper, we will sketch out a simple scheme to evaluate different ways in which Western soc... more In this paper, we will sketch out a simple scheme to evaluate different ways in which Western society has coped with the momentous and hidden problem of envy; afterward, we will consider the consequences for the constitution of the social space that these changes entail. We will argue that envy, when considered as a primal feeling, can shed light on René Girard’s notion of metaphysical desire and on diasparagmos rituals. Then, taking into account Jean-Pierre Dupuy’s endogenous fixed point thesis—concerning the constitution of autotranscendent social structures that configure themselves around an attractor, a fixed point, revealed to be a product of the process of constitution, an effect and not a cause—we will consider envy as the main feedback in the system. Starting from this theoretical scenario, we will envisage three steps—on a line sketched according to mimetic theory—marked by the particular conditions and role of the feedback. We will show what kind of balance was guaranteed to Athens (taken as an exemplar archaic society, starting from its self-representation as given by Sophocles in Oedipus the King) by the complementary rituals of pharmakos and ostrakos; what equilibrium was offered to Christian medieval social structures by the doctrine of the deadly sins; and, finally, we will take a look at our own secularized society. Our aim is to apply René Girard’s theory [End Page 117] systematically, to show how the philosophy of history that we can infer from his works can help us to detect a curious and at the same time quite dramatic change as far as the homeostatic equilibrium of our society is concerned. Thanks to this exercise, we will be able to show how the transcendental social space—by which we mean the region of possible outcomes, in terms of constraints and possibilities, of a human life in a social context—is constituted through the victimage mechanism as defined by Girard and how this constitution is affected by the performative unveiling of the mechanism itself.
“Oedipus is the child of Fortune, the man of spectacular highs and lows.”
—René Girard, Oedipus Unbound
Trópos. Rivista di ermeneutica e critica filosofica - Mimesis e Anerkennung. La teoria mimetica in lotta per il riconoscimento, 2013
Abstract: Girard has an ambiguous debt toward the atmosphere spread in France by the Hegel Renais... more Abstract: Girard has an ambiguous debt toward the atmosphere spread in France by the Hegel Renaissance that marked many of those who grew up in the thirties and forties. Yet, as far as the theory of recognition is concerned, I will claim that mimetic theory takes a step forward. Inasmuch as it makes up a morphogenetic theory, Girard’s work allows me to put forward a hypothesis to solve the problem of the origin of the Hegelian desire for recognition. This desire is not a natural drive that immediately induces a consciousness to desire the desire of the other, but a mimetic desire inspired by a determinate and specific condition. Using René Girard’s and Jean–Pierre Dupuy’s work on the mimetic logic of social phenomena, I will mantain that this specific condition is itself created by the mimetic interaction and then spread around, once again by mimesis.
Keywords: Desire, Mimesis, Recognition, Origin, Endogenous Fixed Point.
Lebenswelt. Aesthetics and philosophy of experience, 2011
EMANUELE ANTONELLI: Le noyau thématique de la revue dans lequel cette contribution apparaîtra est... more EMANUELE ANTONELLI: Le noyau thématique de la revue dans lequel cette contribution apparaîtra est une réflexion sur le mythe de la transparence, c'est-à-dire un éloge de l'opacité. Votre anthropologie transcendantale, à mon avis, constitue la dernière et la plus radicale des révolutions, après celle Copernic, de Darwin et de Freud; votre contribution permet d'en finir définitivement avec l'idéologie libérale de l'individualisme dominant. Ou plutôt, si vous me permettez de nuancer,: votre anthropologie transcendantale génétique démontre la fausseté d'une quelconque prétention d'authenticité et de spontanéité, c'est-à-dire de transparence à soi-même, en introduisant un facteur inébranlable et irréductible d'opacité dans la constitution de la subjectivité, ou, dans votre langage, dans le processus d'individuation. Comment est-ce que vous expliquez la 'sensibilité' de l'homme (ou hominidé) aux rétentions tertiaires? à la trace? BERNARD STIEGLER: Il est évident que des traces extériorisées, il y en a avant l'hominisation. On pourrait même dire que tout animal, dans la mesure où il contribue à la transformation de son milieu, produit des traces. J'ai étudié les fourmis par exemple à l'université de Compiegne, avec un laboratoire d'informatique de l'université de Paris VI: nous avons travaillé avec deux entomologistes spécialistes des fourmis pour modéliser le comportement de ces insecte. De nos jours beaucoup de monde s'intéresse à ce qu'on appelle les phéromones des fourmis, qui sont des traces chimiques.
Lebenswelt. Aesthetics and philosophy of experience, 2011
Abstract: In Voyous, Jacques Derrida develops his argument starting from the presupposition that ... more Abstract: In Voyous, Jacques Derrida develops his argument starting from the presupposition that democracy as such is the entity whose integrity and immunity are at stake and, therefore, under investigation. This gesture reflects the setting in which ten years before, in Foi et savoir, he had cast his reasoning about the logic of immunity. There, it was one of the sources of religion, the immunity of the sacred, that operated according to this logic. The hyphen between these two essays, beside Derrida’s own crossed references, is the genealogical reasoning on the meaning and essence of the concept of democracy: contrary to what Derrida claims, it will be maintained that Athenian democracy had a clear immune matrix, whose constant exercise is clearly defined, in spite of himself, by Vernant, and it will be shown how modern democracy has been forced to change policy. Modern democracy is an entity characterized by an immune deficiency. In order to save Derrida’s intuition from both the collapse of different vantage points and from a quite bizarre reticence in taking into account of the immune value of rituals, our starting point will be René Girard’s œuvre and his reading of the role of immune logic in sacred systems and, more generally, in modernity. The threshold between the auto-immune reaction, immune deficiency and auto-immune disease, between the sacrifice who delimits and constitutes the self and the holocauste du peuple en détail, is the space where, constantly exposed to the risk of auto-denial, democracy lives.
Trickster - Rivista del Master in Studi Interculturali, 2011
Re di Tebe lo fece una sommossa.
Enthymema. Rivista internazionale di critica, teoria e filosofia della letteratura, 2010
Abstract: Si affronta una revisione della categoria psicanalitica del perturbante, con attenzione... more Abstract: Si affronta una revisione della categoria psicanalitica del perturbante, con attenzione alla genesi della nozione nell’opera di Freud. Si propone quindi un’ipotesi di lettura, mediante applicazione del paradigma offerto dalla teoria mimetica di René Girard, al fine di rivedere le fondamenta antropologiche dell’esperienza codificata nel testo freudiano. Attraverso un’analisi etimologica del lemma italiano, si discute l’opportunità delle critiche rivolte alla traduzione originale, mettendo anzi in luce la complessità semantica di tale soluzione e le potenzialità esplicative che essa aggiunge alla già ampia, e nota, estensione del lemma tedesco. Con riferimento alla filosofia della storia di matrice girardiana, si mette a fuoco il ruolo della temporalità sia dal punto di vista della genesi della determinazione analitica, sia dal punto di vista delle condizioni di possibilità storiche dell’esperienza in esame.
Parole chiave
Unheimlich; perturbante; teoria mimetica; crisi differenziale; temporalità; Girard; Freud
Dialegesthai, 2010
Il vischioso è l'agonia dell'acqua --Jean-Paul Sartre, L'essere e il nulla.
Uploads
Books by Emanuele Antonelli
Rifiutandosi di ridurre un autore all'altro, il volume ricapitola gli aspetti essenziali della teoria mimetica e ripercorre lo sviluppo degli strumenti teoretici alla base del pensiero della decostruzione per allestire il confronto e l'incontro tra due grandi pensatori francesi del XX secolo. (978-88-7892-198-6)
Edited Books by Emanuele Antonelli
In questo volume sono riuniti interventi di maestri, colleghi e allievi che hanno voluto corrispondere, con un affresco ampio e meditato, alle questioni e ai problemi che la riflessione di Roberto Salizzoni apre.
A cura di Emanuele Antonelli, Alberto Martinengo
Alessandro Bertinetto, Nadia Caprioglio, Gaetano Chiurazzi, Claudio Ciancio, Gianluca Cuozzo, Paolo D’Angelo, Elio Franzini, Gianluca Garelli, Carlo Gentili, Sergio Givone, Tonino Griffero, Enrico Guglielminetti, Jean-Claude Lévêque, Ana María Leyra, Graziano Lingua, Federico Luisetti, Roberto Mastroianni, Giuseppe Riconda, Ettore Rocca, Fulvio Salza, Daniela Steila, Gianni Vattimo, Federico Vercellone
Saggi di: Alessandro Alfi eri, Montserrat Algarabel, Emanuele Antonelli, Luca Bortolotti, Antonio Carnevale, Filippo Ceccarelli, Simona Chiodo, Felice Cimatti, Maria Giuseppina Di Monte, Michele Di Monte, Lorenzo Donghi, Tonino Griffero, Alessandro Ialenti, Micaela Latini, Jerrold Levinson, Michelle Mason, Marco Mazzeo, Claudio Neri, Silvia Pedone, Raffaella Perna, Manrica Rotili, Francesco Sorce, Marco Tedeschini, Federico Vercellone, Piero Vereni.
Papers in Journals by Emanuele Antonelli
Abstract: The article comments on the critique of Franz Brentano, Ed-mund Husserl, and Immanuel Kant proposed by Bernard Stiegler. It describes its implications for a theory of intentionality. It focuses, in particular, on the notion of "tertiary retention". Thanks to this notion, Stiegler rehabilitates the first version of Kant's Transcendental Deduction. The article concentrates on the relation between the notion of exter-nalized retention and the Kantian notion of schema. It underlines its consequences on how the role of imagination is conceived in the Critique of Pure Reason. Hence, a parallelism emerges with Erich Auerbach's hermeneutical notion of figura as found in biblical and later on also in non-biblical hermeneutics. Kant's notion of schema and the notion of figura, indeed, share some common functions and features. They both refer to intermediate entities whose role is to bridge two incommen-surable realms: the former connects sensibility and concepts; the latter, umbrae and veritas. Thanks to Stiegler's lesson on tertiary retentions and schema, it can be argued that schema and figura share not only the same essence and function, but also the same formal genesis. The article concludes with a focus on the rhetorical setting of both the Critique of Pure Reason and the Bible, showing that they put on stage a common scenario.
- Keywords: world, technology, mimesis, myth, apocalypse.
Keywords: autoreferenzialità, kenōsis, nichilismo, complessità,post-strutturalismo
Mimesis, kenosis, autoreferenzialità, in «Bollettino Filosofico», Vol. 30, 2015, pp. 225-246, ISSN 1593-7178 | © 1978 | E-ISSN 2035-2670.
Keywords: Little Red Riding Hood, René Girard, Vladimir Propp, Alan Dundes, werewolves, scapegoating.
“Oedipus is the child of Fortune, the man of spectacular highs and lows.”
—René Girard, Oedipus Unbound
Keywords: Desire, Mimesis, Recognition, Origin, Endogenous Fixed Point.
Parole chiave
Unheimlich; perturbante; teoria mimetica; crisi differenziale; temporalità; Girard; Freud
Rifiutandosi di ridurre un autore all'altro, il volume ricapitola gli aspetti essenziali della teoria mimetica e ripercorre lo sviluppo degli strumenti teoretici alla base del pensiero della decostruzione per allestire il confronto e l'incontro tra due grandi pensatori francesi del XX secolo. (978-88-7892-198-6)
In questo volume sono riuniti interventi di maestri, colleghi e allievi che hanno voluto corrispondere, con un affresco ampio e meditato, alle questioni e ai problemi che la riflessione di Roberto Salizzoni apre.
A cura di Emanuele Antonelli, Alberto Martinengo
Alessandro Bertinetto, Nadia Caprioglio, Gaetano Chiurazzi, Claudio Ciancio, Gianluca Cuozzo, Paolo D’Angelo, Elio Franzini, Gianluca Garelli, Carlo Gentili, Sergio Givone, Tonino Griffero, Enrico Guglielminetti, Jean-Claude Lévêque, Ana María Leyra, Graziano Lingua, Federico Luisetti, Roberto Mastroianni, Giuseppe Riconda, Ettore Rocca, Fulvio Salza, Daniela Steila, Gianni Vattimo, Federico Vercellone
Saggi di: Alessandro Alfi eri, Montserrat Algarabel, Emanuele Antonelli, Luca Bortolotti, Antonio Carnevale, Filippo Ceccarelli, Simona Chiodo, Felice Cimatti, Maria Giuseppina Di Monte, Michele Di Monte, Lorenzo Donghi, Tonino Griffero, Alessandro Ialenti, Micaela Latini, Jerrold Levinson, Michelle Mason, Marco Mazzeo, Claudio Neri, Silvia Pedone, Raffaella Perna, Manrica Rotili, Francesco Sorce, Marco Tedeschini, Federico Vercellone, Piero Vereni.
Abstract: The article comments on the critique of Franz Brentano, Ed-mund Husserl, and Immanuel Kant proposed by Bernard Stiegler. It describes its implications for a theory of intentionality. It focuses, in particular, on the notion of "tertiary retention". Thanks to this notion, Stiegler rehabilitates the first version of Kant's Transcendental Deduction. The article concentrates on the relation between the notion of exter-nalized retention and the Kantian notion of schema. It underlines its consequences on how the role of imagination is conceived in the Critique of Pure Reason. Hence, a parallelism emerges with Erich Auerbach's hermeneutical notion of figura as found in biblical and later on also in non-biblical hermeneutics. Kant's notion of schema and the notion of figura, indeed, share some common functions and features. They both refer to intermediate entities whose role is to bridge two incommen-surable realms: the former connects sensibility and concepts; the latter, umbrae and veritas. Thanks to Stiegler's lesson on tertiary retentions and schema, it can be argued that schema and figura share not only the same essence and function, but also the same formal genesis. The article concludes with a focus on the rhetorical setting of both the Critique of Pure Reason and the Bible, showing that they put on stage a common scenario.
- Keywords: world, technology, mimesis, myth, apocalypse.
Keywords: autoreferenzialità, kenōsis, nichilismo, complessità,post-strutturalismo
Mimesis, kenosis, autoreferenzialità, in «Bollettino Filosofico», Vol. 30, 2015, pp. 225-246, ISSN 1593-7178 | © 1978 | E-ISSN 2035-2670.
Keywords: Little Red Riding Hood, René Girard, Vladimir Propp, Alan Dundes, werewolves, scapegoating.
“Oedipus is the child of Fortune, the man of spectacular highs and lows.”
—René Girard, Oedipus Unbound
Keywords: Desire, Mimesis, Recognition, Origin, Endogenous Fixed Point.
Parole chiave
Unheimlich; perturbante; teoria mimetica; crisi differenziale; temporalità; Girard; Freud
Keywords: Emancipatory nihilism, subject, hermeneutical autonomy, systemic perspective, frailty.
Key Words: post-modernity, mimetic intentionality, acceleration, contagion, panic, endogenous fixed point, logic of collective phenomena.
La sua produzione scientifica si sviluppa lungo direttrici di interesse ben definite, apparentemente distanti tra loro, e in qualche modo irriducibili ai poli d’attrazione verso cui si orienta il settore disciplinare in cui Salizzoni esercita lungamente il suo talento didattico. Tali direttrici sono tuttavia legate a un princi- pio comune che potremmo, in un primo momento, individuare in una profonda consapevolezza del limite: tanto dell’ermeneutica filosofica, quanto dell’estetica. È questo il tratto più appariscen- te che, giocando un po’ con la cronologia dei suoi scritti, si può attribuire allo stile filosofico di Roberto Salizzoni e che marca indelebilmente il suo contributo alla sfaccettata parabola dell’ermeneutica torinese. Così, per esempio, quando la filoso- fia italiana e persino continentale si immerge nella persistente vague heideggeriana, Roberto Salizzoni, in collaborazione con il suo compianto collega e amico Gianni Carchia, volge la sua
11
12 Emanuele Antonelli, Alberto Martinengo
vigile attenzione all’indagine dei rapporti di soglia tra l’estetica e l’antropologia. Quando la scuola torinese, guidata da Luigi Pareyson, si interessa allo studio del tragico nel pensiero russo, Salizzoni si lancia nell’impresa, aVrontata non senza ardimento, di portare in Italia una prospettiva interna, filologicamente rigo- rosa e filosoficamente attrezzata, che dia conto non solo delle grandi figure, come Dostoevskij o, per parte sua, Bachtin, ma anche del cuore pulsante della cultura russa. Quando la tempe- rie culturale del tempo si trova a fare i conti con le peripezie del postmoderno, Salizzoni percorre i confini frastagliati che legano l’estetica e l’ermeneutica filosofica al più problematico dei compagni di percorso, i cultural studies, cercando in essi equilibri teorici alternativi alla lignée filosofica a cui appartiene.
InsoVerente alla limitazione dell’estetico al fatto puramente artistico — in questo memore senz’altro dell’insegnamento del capofila dell’estetica torinese —, Salizzoni cerca allora di conso- lidare le fondamenta della porta maestra per la filosofia teoretica, senza, per così dire, varcarne la soglia; anzi, resta ancorato al progetto di fornire una determinazione scientificamente rigo- rosa della specificità dell’estetica, concentrando nei corsi che molti di noi hanno la fortuna di seguire, come colleghi o come allievi, un’ontologia del presente per immagini, giocata sulle letture vastissime che ne arricchiscono la narrazione.
Il pensiero di René Girard ruota attorno a tre diverse intuizioni, correlate e complementari, formulate nei primi grandi saggi: Mensonge romantique et vérité romanesque, il luogo in cui per la prima volta viene definita l’essenziale mediazione del desiderio; La violence et le sacré, il testo in cui, da critico letterario, si misura con testi classici e etnografici per formulare l’ipotesi vittimaria; Des choses cachées depuis la fondation du monde, saggio dialogico in cui inaugura la fase apologetica. La nozione di skandalon, analizzata compiutamente nel terzo dei volumi qui ricordati, si presta a costituire il cardine attorno a cui si muove il sistema girardiano, mettendo in relazione le analisi mimetiche, la decostruzione antivittimaria, la metodologia ermeneutica cristiana.
Come nota Maria Stella Barberi, nell’esordio del dialogo intervista che costituisce la seconda parte de Celui par qui le scandale arrive, il lungo argomento girardiano (cfr. Girard 2000) si presenta come une structure en escargot (cfr. Girard 2001: 85) in cui, per così dire, ontologia ed epistemologia si intrecciano, in cui l’oggetto dell’analisi e la metodologia necessaria a studiarlo si confondono in un gioco di spaventose simmetrie, una sorta di mise-en-abîme che costringe chiunque se ne occupi a destreggiarsi in spirali che tornano ostinatamente a chiudersi su se stesse: un problema legato, crediamo noi, alla combine vischiosa di un côté genetico e di uno decostruttivo.
Abstract: Whereas self–reference is primarily studied in the context of philosophy of language, this volume attempts to show how it encompasses very traditional questionings in the history of continental philosophy from its beginning and all along its most crucial turning points. Every time philosophy has looked for causes, both on an ontological and an epistemological plane, it has ultimately faced the phantom of the infinite regress, the ramification of the supposed linearity, and the loss of the origin. The circularity of self–ref-erence is itself the expression of a fundamental indetermination and seems to sanction an impassable boundary for thought. We tried to challenge this sentence by discussing some very implications of self–reference, some of its occurrences, and, if needed, recasting its definition to the extent of shifting the connected idea of aporetic reflexivity to that of self–transcendence, where the prefix " self " stops to make allusion to the selfhood of an idem and points at the dynamic processuality of a complex system.
Abstract: A dieci anni dalla morte di Jacques Derrida, nel mezzo della più grave crisi economica e fi-nanziaria della storia del capitalismo europeo, Trópos. Rivista di Ermeneutica e Critica Filosofica, propone un numero di commemorazione attiva per provare a riflettere sul fatto economico at-traverso la decostruzione. I saggi qui raccolti offrono una panoramica idiografica e certamente non esaustiva della varietà e ricchezza delle questioni aperte dall'accostamento tra economia e decostruzione, non per fare un bilancio bensì per aprire una più ampia discussione su un as-petto del decostruzionismo che, anche se considerato spesso marginale e di conseguenza an-cora in grande misura inesplorato, costituisce nondimeno uno dei campi in cui più concreta-mente si esplica quel che Derrida chiamava " différance ". La quale è infatti, così scriveva nel testo dedicato a questo concetto, la struttura generale dell'economia.
L’economia in decostruzione. Dieci anni dopo Jacques Derrida, «Trópos. Rivista di ermeneutica e critica filosofica», VII, 2, 2014.
9599,