PAPERS by Luca Bufarale

Mouvement Social, 2014
At the end of 1962, the Italian government decided to nationalize all its electricity enterprises... more At the end of 1962, the Italian government decided to nationalize all its electricity enterprises following the example of France and the UK, which had created their state-controlled electricity industry after the Second World War. This was one of the most important reforms decided upon by the first centre-left coalition born in 1962 and based on a collaboration between the Socialists, the Christian Democratic Party and two other small parties. The article focuses on Riccardo Lombardi, a Socialist leader who was one of the leading figures of this reform. Lombardi began his struggle in the late 1940s, denouncing the situation of the private electricity monopolies. In 1962, he collaborated towards creating a public enterprise, strongly defending the new law both from opposition on the right and from criticisms from the Communist Party. However, the conservative forces managed to have considerable changes made to the reform as it was originally conceived. Lombardi failed in his opposit...

La nazionalizzazione dell'energia elettrica costituisce una delle riforme piú significative -e pi... more La nazionalizzazione dell'energia elettrica costituisce una delle riforme piú significative -e piú discusse -del governo di centro-sinistra dei primi anni Sessanta in Italia. Tra fautori e nemici della nazionalizzazione si scatena una battaglia durissima conclusasi con la vittoria (sia pure, come vedremo, parziale) dei primi, che porta nel dicembre 1962 alla costituzione dell'Enel. Nelle vicende che conducono alla nazionalizzazione un ruolo di primo piano viene assunto da Riccardo Lombardi. Attivista da giovane, nei primi anni Venti, nel sindacalismo cattolico e nella sinistra del Partito popolare, Lombardi, dopo essere stato uno tra i maggiori leader del Partito d'azione, entra nell'ottobre 1947 nel Partito socialista e vive da protagonista la «svolta» che nel 1956 porta il Psi a distaccarsi dal Partito comunista e ad intraprendere un percorso autonomo. Sin dalla fine degli anni Quaranta Lombardi è uno dei piú convinti fautori della nazionalizzazione, tanto da porre tale provvedimento come punto programmatico fondamentale per la formazione di un governo di centro-sinistra con la Democrazia cristiana, una politica che avrebbe dovuto costituire per lui il primo passo per «sbloccare» il sistema politico italiano e porre le basi per una futura maggioranza delle sinistre. Nella visione lombardiana la nazionalizzazione dell'ente elettrico non deve limitarsi a razionalizzare la gestione di un servizio essenziale per lo sviluppo economico ma costituisce una delle «riforme di struttura» in grado, al tempo stesso, di spezzare un monopolio privato, favorire una gestione piú democratica dell'economia e spingere almeno una parte della Dc a recidere i legami con i settori del mondo imprenditoriale giudicati piú retrivi 1 .

Oggetto, motivazioni della ricerca e contesto storiografico di riferimento "Scrivere storia è un ... more Oggetto, motivazioni della ricerca e contesto storiografico di riferimento "Scrivere storia è un atto di amicizia tra gli uomini; scrivere una biografia ne è forse l'esempio maggiore" 1 . L'incipit del recente libro di Piero Graglia dedicato alla vita di Altiero Spinelli ben si adatta anche al mio lavoro, che consiste in una biografia del dirigente azionista e poi socialista Riccardo Lombardi. Figura tra le più influenti del socialismo del dopoguerraanche se spesso più sul piano culturale che su quello dell'agone politico -Lombardi (Regalbuto 1901 -Roma 1984) è stato spesso descritto come un "irregolare" della sinistra italiana o come la sua "coscienza critica" 2 . Nato in Sicilia da padre di origini toscane e madre siciliana, ingegnere di professione, Lombardi inizia la sua militanza giovanissimo nelle file della sinistra cattolica, prima nel Partito popolare e poi, dal 1921, nel piccolo Partito cristiano del lavoro. Antifascista della prima ora, collabora con la rete clandestina comunista, senza però mai iscriversi ufficialmente al partito, si avvicina successivamente a Giustizia e Libertà. Attivo nella Resistenza, diventa prefetto di Milano dopo il 25 aprile e nel dicembre 1946 entra nel primo governo De Gasperi come ministro dei Trasporti. Tra i fondatori del Partito d'Azione, vi tiene una linea considerata "centrista" (rispetto all'ala liberale di Parri e La Malfa e a quella socialista di Lussu) e ne diventa segretario nella sua ultima fase, dal congresso del febbraio 1946 sino allo scioglimento nell'ottobre 1947. Anziché disperdersi, come molti ex-azionisti, in formazioni minori, aderisce al Partito socialista di cui diventa, specialmente 1 Piero S. Graglia, Altiero Spinelli, Bologna, Il Mulino, 2008, p. 9. 2 Si veda ad es. il giudizio che ne dà Sircana: "per le sue posizioni spesso fuori dagli schemi e comunque mai condizionate dalle convenienze e dalle compatibilità del momento politico, il L. venne rappresentato come un «socialista inquieto» e «coscienza critica della sinistra»". Cfr. Giuseppe Sircana, Lombardi Riccardo, in AA. VV., Dizionario biografico degli italiani, vol. 65°, Roma, Istituto dell'Enciclopedia italiana, 1995, pp. 485 -487. dopo la svolta "autonomista" del 1956, uno dei leader principali. Considerato spesso all'inizio degli anni sessanta un "destro" per la sua linea favorevole al centro-sinistra e per il suo autonomismo rispetto al Partito comunista (ma duramente attaccato anche dalla destra economica per la nazionalizzazione dell'energia elettrica e la riforma urbanistica da lui sostenute), verrà poi etichettato come "sinistro" quando, come animatore della corrente della "sinistra socialista", oppone alla linea del compromesso storico seguita dal PCI di Berlinguer quella di un'alternativa di sinistra nel segno di un socialismo "autogestionario" in risposta alla crisi del capitalismo degli anni settanta.

Diacronie, 2012
Il particolarismo siciliano è il prodotto della volontà politica di gestione del territorio porta... more Il particolarismo siciliano è il prodotto della volontà politica di gestione del territorio portata avanti dalle élites insulari: incentivato da sovrastrutture culturali e da un'efficace propaganda politica, ha assunto i connotati dell'ideologia sicilianista. Diacronie: A partire da quando si può parlare di sicilianismo? Giuseppe Carlo Marino: Si può partire dalla fine del Settecento. Le istanze sicilianistiche emergono dal contesto dell'operazione avviata in Sicilia dal vicerè Caracciolo 1 sulla linea del riformismo attivato da Carlo III di Borbone nel più ampio 1 Domenico Caracciolo fu nominato viceré di Sicilia nel maggio 1780 e abbandonò la carica nel 1786; tentò di avviare, attraverso un frequente riscorso ai provvedimenti, un'azione riformatrice complessiva, senza riuscire nello scopo a causa delle numerose opposizioni -soprattutto del ceto baronale -che incontrò. Cfr. SCIBILIA, Antonello, Dizionario Biografico degli Italiani [online], s.v. «CARACCIOLO, Domenico», URL: <http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=sites/default/BancaD Diacronie Studi di Storia Contemporanea www.studistorici.com N. 3 | 2|2010 | Dossier : Luoghi e non luoghi della Sicilia contemporanea: istituzioni, culture politiche e potere mafioso 9/ Intervista a Giuseppe Carlo Marino A cura di Deborah PACI, Fausto PIETRANCOSTA Redazione del testo dell'intervista a cura di Jacopo BASSI Lo storico Giuseppe Carlo Marino affronta alcuni dei temi più rilevanti della storia siciliana del Novecento. Attraverso una lucida analisi, l'autonomismo, il separatismo, il ruolo dei partiti politici e il fenomeno mafioso sono analizzati alla luce della visione storiografica di Marino. Le domande sono state elaborate da Deborah Paci, Alessandro Petralia e Fausto Pietrancosta L'intervista è stata realizzata da Deborah Paci e Fausto Pietrancosta a Pontassieve (FI) il 24 maggio 2010. Intervista a Giuseppe Carlo Marino Diacronie. Studi di Storia Contemporanea
Durante gli anni compresi fra i primi Quaranta e il 1957, la fedeltà di Lombardi -dirigente azion... more Durante gli anni compresi fra i primi Quaranta e il 1957, la fedeltà di Lombardi -dirigente azionista e poi socialista -agli ideali dell'europeismo non venne mai meno, ma dovette confrontarsi con la costituzione di un'Europa molto diversa da quella inizialmente auspicata. All'opposizione nei confronti delle prime istituzioni comuni (CECA e CED), viste come inevitabilmente legate al Patto atlantico, fece seguito la sua apertura rispetto alla CEE: tale mutamento si spiega, però, più con l'intento di sfruttare l'ingresso nel Mercato comune per sbloccare la situazione politica e favorire alcune riforme nel contesto italiano, che con un'adesione complessiva al progetto europeo per come esso si andava configurando.

Storicamente, Dec 31, 2006
Per un socialismo di mercato. Aspetti del dibattito economico in URSS negli anni Sessanta Come ci... more Per un socialismo di mercato. Aspetti del dibattito economico in URSS negli anni Sessanta Come citare questo articolo: Luca Bufarale, Per un socialismo di mercato. Aspetti del dibattito economico in URSS negli anni Sessanta, "Storicamente", 2 (2006), no. 21. Obiettivo di questo contributo è tentare una ricostruzione delle questioni salienti del dibattito svoltosi tra gli studiosi sovietici negli anni Sessanta in occasione delle riforme economiche in URSS, intraprese soprattutto a partire dal 1965 sotto l'egida del neopresidente del Consiglio dei ministri A. Kosygin. Il tema ha trovato un certo spazio negli studi degli anni '60 e '70 dedicati all'economia e alla società sovietiche: nella trattazione ci riferiremo soprattutto alle opere di studiosi quali A. Nove [1], M. Lavigne [2] e R. di Leo [3]. Piuttosto rari sono, invece, i contributi di carattere più prettamente storiografico. Fa eccezione il lavoro, per molti aspetti pionieristico, di M. Lewin, Political Undercurrents in Soviet Economic Debate. From Bukharin to the Modern Reformers [4], uscito nel 1974 e tradotto in italiano tre anni dopo. L'opera di Lewin rimane però un caso abbastanza isolato. La maggior parte delle trattazioni storiche sulle riforme in Unione Sovietica negli anni '60 privilegia infatti il confronto politico tra le differenti posizioni dei leader del partito, mentre gli aspetti del dibattito economico vengono sovente trattati solo a margine. Un motivo di tale sottovalutazione potrebbe essere ritrovato nel progressivo arenarsi delle riforme stesse già alla fine degli anni '60, che portò al fallimento della maggior parte delle istanze sostenute dagli economisti riformatori [5].
SIMposio by Luca Bufarale
by Zapruder / Storie in movimento, Mattia Frapporti, Maurilio Pirone, olga massari, Francesco Pota, Stefano Agnoletto, Luca Bufarale, Vincenza Perilli, Andrea Brazzoduro, Giuseppe Cilenti, Cristofori Silvia, Giulia Pacifici, Lidia Martin, Cristiana Pipitone, Gabriele Proglio, Alfredo Mignini, Roberto Bianchi, Andrea Bellucci, enrico gargiulo, Sheyla Moroni, and Chiara Stagno Storie in movimento, «Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale» & «Zapruder World... more Storie in movimento, «Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale» & «Zapruder World An International Journal for the History of the Social Conflict»
organizzano il tredicesimo
SIMposio di storia della conflittualità sociale
20-23 luglio 2017
ostello “Fattoria Il Poggio” - Isola Polvese, Lago Trasimeno (Perugia)
Article in journal by Luca Bufarale
I riformismi socialisti al tempo del centro-sinistra, 2019
Uploads
PAPERS by Luca Bufarale
SIMposio by Luca Bufarale
organizzano il tredicesimo
SIMposio di storia della conflittualità sociale
20-23 luglio 2017
ostello “Fattoria Il Poggio” - Isola Polvese, Lago Trasimeno (Perugia)
Article in journal by Luca Bufarale
organizzano il tredicesimo
SIMposio di storia della conflittualità sociale
20-23 luglio 2017
ostello “Fattoria Il Poggio” - Isola Polvese, Lago Trasimeno (Perugia)