Di questi tempi, gli altri
anni, erano già partiti. Avevano già riempito le loro rigide valigie nere e raggiunto
il luogo in cui per oltre trent’anni hanno trascorso parte della loro vita: il
Kenya. L’unica volta in cui vi ho raccontato della mia esperienza in questo Paese,
dovuta principalmente al fatto che i miei nonni vivevano lì, è stata qualche
tempo fa in questo post sul blog di Vero. Nel 2010, però, la morte di
mio nonno li ha divisi, mettendo un punto alla loro vita insieme fatta di
quell’amore e di quella voglia di vivere accanto che ha sempre fatto credere a
chi li osservava dall’esterno che l’amore davvero può non tramontare. La sua
scomparsa ha immediatamente sotterrato quell’irrefrenabile e contagioso desiderio di vita
che mia nonna ha sempre avuto e che nemmeno l’età era riuscita a placare. Ma
mio nonno la amava e l’ultima dimostrazione è stata proprio quando si è reso
conto che da quel letto non si sarebbe più alzato: lui in Kenya sarebbe voluto
ritornare. Viveva per lei e per lei ha fatto questa scelta. Sapeva
perfettamente che nonna senza di lui non sarebbe più tornata in Kenya, in quel luogo
in cui hanno vissuto insieme momenti bellissimi ma non voleva che lei si
fermasse, per questo decise di accompagnarla. Il suo desiderio fu chiaro,
voleva essere cremato e, soprattutto, voleva che metà delle sue ceneri fossero
portate là, in quel giardino tropicale che lui tanto curava. Qualche mese dopo
la sua scomparsa mia nonna è ripartita per il Kenya, con l’unico obiettivo di
accompagnare mio nonno.
L’ultima volta che sono
stata in Kenya è stata nel 2012 e, passeggiando per il giardino, mi sono
avvicinata a una pianta bellissima, colorata da un sacco di fiori rossi che immediatamente hanno catturato la mia attenzione. Mi sono soffermata e non ho avuto dubbi, nonno
era lì, mia nonna ha scelto per lui l’angolo più bello di quel giardino che anche
quest’anno è tornata ad innaffiare.