Simon Mayr mal drei - Bericht über die Symposien, München, Ingolstadt, Bergamo 2017 (Mayr-Studien Neue Reihe I), Allitera, München, , 2017
In occasione del 250° anniversario della nascita di Johann Simon Mayr, il "Trio Böhm" 2 ha preso ... more In occasione del 250° anniversario della nascita di Johann Simon Mayr, il "Trio Böhm" 2 ha preso parte alle celebrazioni organizzate dalla Comune di Ingolstadt presentando una relazione durante il convegno di studi, corredata dall'esecuzione di alcune delle Dodici bagatelle a tre. Come spesso accade, il Trio Böhm si è dedicato allo studio di questi brani partendo dall'affrontarne la partitura allo scopo di esecuzioni in concerto. Il presente testo riprende e integra la relazione proposta da Michela Berti, Claudio Cavallaro e Daniele Veroli nell'ambito del convegno "Simon Mayr, seine Vorbilder, seine Zeitgenossen und seine Nachfolger", svoltosi a Inglostadt dal 13 al 15 giugno 2013. -Revisione dell'articolo: "Considerazioni preliminari e Considerazione conclusive" a cura di Michela Berti; paragrafo "La presenza del corno di bassetto nella musica di Mayr" a cura di Daniele Veroli; paragrafo "Per un'analisi formale delle Dodici bagatelle" a cura di Claudio Cavallaro. 2 Il Trio Böhm nasce nella primavera del 2004 dall'idea dei tre giovani componenti di presentare un particolare repertorio di musica da camera in una veste nuova e forse mai sperimentata prima. L'unione di flauto, clarinetto e corno di bassetto, rappresenta infatti una novità nel panorama degli ensemble cameristici classici. Il nome del trio è un omaggio a Theobald Böhm, che nel 1846 definì scientificamente l'esatta divisione del tubo del flauto ai fini dell'intonazione, applicando allo strumento un congegno di chiavi e di anelli di grande praticità per l'esecutore, impiegato in seguito per altri strumenti a fiato, quali il clarinetto e il corno di bassetto. L'esordio del Trio avviene nell'aprile del 2004 presso Palazzo Mancini a via del Corso (Roma), in occasione dell'evento "Musica a Palazzo Mancini". Il riscontro da parte del pubblico è felice ed immediato e i tre musicisti vengono insigniti, nel giugno del 2004, del "Premio Europeo Tindari Terzomillennio" per meriti artistici. Negli anni il Trio Böhm si è esibito in prestigiose sedi quali l'Istituto Italiano di Cultura di Lubiana (Slovenia), la Basilica di Santa Maria in Via Lata, il Teatro Greco e il Teatro di Marcello a Roma e ha collaborato con il Banco di Sicilia, le Associazioni Culturali "Il Tempietto", "Eufonia -la cittadella musicale", con "L'Upter" di Roma in occasione della presentazione del film-documentario Haendel in Rom di Olaf Brühl presso Palazzo Englefield nel maggio 2008. In occasione del primo lustro di attività concertistica, il M. Alessio Elia ha dedicato al Trio Böhm la composizione L'Ora Azzurra, eseguita in prima assoluta nel febbraio 2010 ad Oslo, dove il Trio ha tenuto un concerto su invito dell'Accademia Musicale Norvegese.
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Papers by Michela Berti
This collective work is the fruit of several years of largely unpublished research on the musical life of these institutions, considered for the first time as a whole.
What it primarily brings to light is the common model which emerged from the interactions between the national churches, as well as between these and other Roman churches, in musical matters – eloquent example of a unifying cultural paradigm. The repertories used by these churches, the ceremonies and celebrations they orchestrated in the teatro del mondo that Rome was then, and their role in the placing of musicians within the city’s professional networks are just some of the themes explored in this work. The cultural exchanges between the national churches and the "nations" that they represented in the pontifical city form another important area of investigation: whether musical or devotional, connecting places of worship and private palaces or extending from one side of the Alps to the other, these exchanges reveal the permeability that characterised many national traditions.
At the heart of this richly illustrated study are two fundamental lines of inquiry: the first concerns the processes of identity construction developed by communities installed in foreign lands, the second line of inquiry is cultural hybridity. In pursuing these, we aim to further understanding of the dialectics of exchange at work in Rome during the modern period.