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20 settembre, 2010

Siamo Diversi

Cari,
vi aggiorno sulla mia condizione gastro intestinale.
(fortunelli).
Bene, bando alle ciancie, ve lo dico senza mezzi termini, così, “damblè”.
C’è il rischio che io sia celiaca.
Prima di convincermi ad andare a fare il test le ho tentate tutte: ho evitato il pane, poi la pasta, poi i biscotti, poi di rispondere al telefono a quelli che mi stanno antipatici e, insomma, tutto va in quella direzione ed essendomi stati anche prescritti gli esami da un medico che “non lo esclude” beh, capirete che.
Morale, dopo aver sperimentato nausea/vomito per aver assunto un innocente piatto di pasta e cavolfiore a pranzo, oggi, sono tornata in studio dopo il triste epilogo prandiale ed ho pensato di documentarmi.
Trovo un interessante sito con una descrizione completa della diagnosi.
Sintomi
Non esistono sintomi tipici della celiachia.
Ottimo.
I sintomi della celiachia possono simulare quelli di altre malattie come colon irritabile (ma guarda, è stata la prima cosa che ho pensato di avere)
ulcere gastriche (questa ce l’ho a prescindere, giuro)
morbo di Crohn (non so cos’è, ma sono certa che se lo sapessi ce l’avrei),
infezioni parassitarie (ehhhh?)
anemia (ce l’ho)
disturbi nervosi (ce l’ho!).
La celiachia si può manifestare anche in modi meno ovvi, includendo cambiamenti del comportamento come irritabilità o depressione (ce l’ho), disturbi allo stomaco (ce l’ho), dolori alle giunture (ce l’ho), crampi muscolari (talvolta), eczemi cutanei (eh? Ma che c’entra?), ferite alla bocca (...), peli superflui e doppie punte (ora indovinate quali sono i sintomi veri).
Cause
Le cause esatte della celiachia sono sconosciute (Ecco, appunto. Potevo mai avere una malattina normale? Almeno il gusto di farlo apposta, godersela, ammalarsi facendo i fighi che la vita è una eccetera eccetera, alla Fonzie). Quello che si sa per certo è che si tratta di un difetto ereditario (grazie, eh? No grazie. Dico sul serio, cari familiari, sono contenta di poter condividere gioie e sventure, fortune e dolori con la mia amata famiglia. Vi odio.). Se un individuo ce l'ha, normalmente si manifesta anche nel 10 % dei parenti prossimi (mo non è che due cugine siano parenti prossimi. A parte che non ci vediamo mai se non ad improbabili matrimoni ai quali in passato ho partecipato con il Cattivo, che tra l’altro adesso non mi parla più, quindi abbiamo anche risolto il problema degli incontri di parenti ai matrimoni. Ma poi parenti. Allora parliamone, per favore...Chi sono i parenti? Chi ci ha cresciuti, chi ci ha amati, curati…cazz.).
Alchè ho pensato, ti stai suggestionando cara CD, la celiachia viene ai bambini, non esiste che uno a 26 anni suonati scopre una cosa del genere: “può verificarsi a qualsiasi età.” E, infine, la ciliegina, “spesso, per motivi non molto chiari”. (Cioè, vi prego però, cari esperti del sito celiachia.it, siate meno tecnici che se no noi utenti non vi seguiamo).
Insomma, la morale è che sto morendo.
Quindi, dopo questo triste riscontro sul sito celiachia.it, vado a cercare qualche testimonianza di morte per celiachia, e indovinate in cosa mi imbatto?
In un forum di celiaci, dove si legge, tra le altre, la seguente testimonianza, in risposta ad un tizio che si sente discriminato perché celiaco. L’Amico Arturo.
(a proposito: ciao a tutti, mi chiamo CD, e probabilmente sono Celiaca.
Tutti: ciao Cheeeeeeeerryy. Benvenuuuuuta.)
Si diceva. Ecco di seguito la testimonianza della nostra amica che, per motivi di privacy chiameremo "Sconcerto" per il sentimento che immediatamente suscita all'utente di intelligenza media la lettura della sua testimonianza.
Nota: gli orrori grammaticali e di battitura della nostra amica Sconcerto non sono stati modificati, ogni variazione avrebbe destituito la testimonianza della drammaticità che vuole trasmettere.

“Ciao sono Sconcerto, ankio mi sento un extraterrestre, purtroppo il celiaco è poco considerato [uhm. Cioè? in che senso?] e molto penalizzato nela vita di tutti i giorni [ehhh?? Penalizzato?? Già sono donna, ci mancava la celiachia]. Son celiaca da 4 anni e vivo questo disagio [Disagio? Oddio, Sconcerto, non ti sembra di esagerare? ho conosciuto due settimane fa un ragazzo che fa il diplomatico in Afghanistan e lotta per i diritti della popolazione afgana; vive senza finestre in una specie di bunker, dal quale può uscire solo con uno stuolo di militari a fargli da guardie del corpo. Direi che lui vive un disagio, non tu. Tu hai una finestra, Cristo santo] ogni giorno, ti posso capire, è brutto camminare con la merendina in borsa [hai ragione cara Sconcerto, deve essere proprio brutto… poverina, veramente.
Sconcerto, ma che te ne frega di camminare con una merendina in borsa?? Voglio dire, a meno che la merendina non pesi 20 kili e allora lo capirei, ma poi no, neanche, sei tu che te la porti dietro perché vuoi la merendina, io mica mangio la merendina al pomeriggio?? Ma quanti anni hai?? se ti dà fastidio portare 20 grammi di merendina in una borsa probabilmente vuota che conterrà probabilmente solo un lucidalabbra e un pacchetto di fazzolettini, è semplice: non portarla, ma evita di rompere i coglioni al mondo intero che rischia di imbattersi in questi tuoi inutili post disseminati per il web.] e non poter condividere insieme ai tuoi amici una semplice colazione al bar [qui tocchiamo davvero vette liriche di inutilità. Questi si, cara Sconcerto, che sono disagi. No, davvero. Ti capisco. Non puoi condividere con i tuoi amici una colazione al bar. Pensa come sono fortunati quelli che non hanno nemmeno il bar perché gliel’hanno bombardato. Loro sì, che se la godono. Anzi, ti dirò. Meglio che nessuno faccia colazione, se la povera Sconcerto non può nemmeno condividere insieme agli amici una semplice colazione al bar, perché non è giusto, siamo tutti uguali. Che chiudano questi maledetti bar! Sconcerto, cara. Perché nel frattempo non provi a chiudere il computer e non accenderlo mai più?] Sono stanca ankio, ma a quanto pare ci dobbiamo arrangiare da soli xkè nessuno si preoccupa dei nosti disagi [e meno male, se no ci dovremmo preoccupare di quelli che si preoccupano dei vostri disagi] e di ciò ke proviamo quando ci troviamo in un bar, in un ritorante, o a cena a casa di amici [ehhhh? Ma questa è veramente scema.]. Non tutti capiscono e non tutti comprendono ciò ke si prova, ti senti diverso, a volte ti senti malato [a parte che, se non te ne fossi accorta, cara Sconcerto, LO SEI, sei malata, hai una malattia, e quindi sei necessariamente diversa dalle persone sane], e la colpa è proprio xkè mancano i prodotti senza glutine messi in commercio come tutti gli alti prodotti [Sconcerto, tesoro. La colpa è “proprio perché” hai una malattia, cara. Accettalo. Prima lo accetti e meglio sarà per tutti quelli che cercano informazioni su internet e si imbattono in questo tuo inutile commento, all’altrettanto inutile post di Arturo], questo crea un handicap e di conseguenza si vive male in società [qui la nostra amica Sconcerto innalza il livello dell’intervento con una serie di ragionamenti umanistico-filosofici di assoluto prestigio: un'analisi del malessere sociale che nemmeno Giorgio Agamben]. Ankio mi kiedo il xkè di questa situazione, ma cosa si deve fare x sentirsi "normali" e vivere la nostra patologia in maniera più semplice e più naturale posibile? [intendi a parte imparare l’italiano?] Caro Arturo non sei l'unico a sentirti così, ma lo siamo in tanti. Spero ke un giorno queste nostre parole tokkino l'animo di qualuno ke riesca a cambiare la nosta vita [e anche la nostra, eliminando per sempre l’identità virtuale di Sconcerto da questo forum di celiaci depressi].

Ora, voglio dire. Non che la prenderei bene, questa cosa della celiachia, però vi prego, il forum di celiaci depressi perchè si sentono discriminati no. Credo che per una volta dire che c'è sempre chi sta peggio non sia proprio fuori luogo.