Edited Books by Elisabetta Scirocco
OPEN ACCESS. DOI: https://doi.org/10.48431/hsah.02 , 2023
Digital models help to visualize complexities heretofore unapproachable through more conventional... more Digital models help to visualize complexities heretofore unapproachable through more conventional methods of art history. The seductive qualities of these models—which tend to transcend those of words—are increasingly untempered by their digital and thus potentially alien nature. Modeling technologies—including, but not limited to, GIS, photogrammetry, laser scanning, VR, AR, or BIM—can assist not only in visualizing, but also in measuring, reconstructing and, thus, analyzing works of art and architecture. With the use of these tools come both challenges and opportunities. Furthermore, the interdisciplinarity of digital approaches invites diverse conventions, and as the media used for digital visualizations are adopted across disciplines and their hermeneutics contested, the resulting epistemes are naturally hybrid. The authors of this volume present and discuss their ongoing projects in art and architectural history involving 3D-modeling. The aim of this collection, stemming from a workshop held in December 2020 at the Bibliotheca Hertziana, is to pose some of the most pressing questions about the process of visualizing artistic complexities.
Can words alone help us grasp the material and phenomenological complexity of a space from the pa... more Can words alone help us grasp the material and phenomenological complexity of a space from the past? The most likely answer is no. It is undeniable, however, that texts are nonetheless a fundamental resource in attempts to reconstruct medieval sacred spaces that have either disappeared or whose architectural, aesthetic, and ritual aspects have been altered. The essays collected in this volume, written by specialists in the history of art, architecture, and liturgy, demonstrate this in many ways. They discuss various categories of textual sources related or linkable to sacred, ritual, and liturgical spaces in the Middle Ages, and although the geographical focus is on Southern Italy, other Italian and European cases are also included. The textual sources drawn upon span those of a narrative character (chronicles, gesta, hagiographies) to early modern records about medieval buildings and their decoration; from ekphrasis to ritual instructions and musical notations. The aim is to (re)consider both well- and less-known written sources and to explore some of the hermeneutical questions posed by their relationships to monuments, landscapes, and artistic products.
Dissertationes et Monographiae 19, 2023
Convivium - Supplementum, 2022
Le catastrofi naturali sono eventi ricorrenti nella storia delle città
e del paesaggio italiani: ... more Le catastrofi naturali sono eventi ricorrenti nella storia delle città
e del paesaggio italiani: ai frequenti terremoti si aggiungono altre
calamità con effetti altamente distruttivi, come frane
e alluvioni. Nell’ultimo decennio, i terremoti che hanno colpito
l’Aquila (2009), l’Emilia (2012) e il Centro Italia (2016-2017)
hanno nuovamente mostrato l’urgenza e l’attualità del problema,
imponendo agli storici dell’arte di prendere parte attiva
a un dibattito pubblico che li richiama all’impegno civile.
Nelle complesse dinamiche che coinvolgono il patrimonio culturale
dopo la catastrofe, la storia dell’arte deve necessariamente aprirsi
al dialogo con altre discipline e intensificare la collaborazione
con le istituzioni di tutela. Il libro coniuga gli studi sul patrimonio
culturale con l’analisi delle dinamiche socioantropologiche
innescate dalla catastrofe e presenta i risultati delle indagini
sperimentali condotte da un gruppo internazionale di ricercatori
del Kunsthistorisches Institut in Florenz, in cui l’osservazione
sul campo si è avvalsa di un’indagine fotografica sui paesaggi
sismici. Studiosi e professionisti di diverse discipline si confrontano
in questo volume intorno alle questioni della ricostruzione,
del restauro e della gestione dei beni culturali negli scenari
post-catastrofe, in un dialogo che lega gli studi storici alla
prospettiva contemporanea.
[2020] Recensione a: Storia dell’Arte e catastrofi. Spazio, tempi, società, a cura di C. Belmonte, E. Scirocco, G. Wolf, Collana Studi e Ricerche del Kunsthistorisches Institut in Florenz, Max-Planck-Institut, Marsilio Editori, Venezia 2019, pp. 432. ABside. Rivista di Storia dell’Arte [https://ojs.unica.it/index.php/abside/article/view/4099/3679], 2020
Il volume Storia dell'Arte e catastrofi. Spazio, tempi, società, curato da Carmen Belmonte, Elisa... more Il volume Storia dell'Arte e catastrofi. Spazio, tempi, società, curato da Carmen Belmonte, Elisabetta Scirocco e Gerhard Wolf, dato alle stampe nel 2019 per le Edizioni Marsilio di Venezia, si inserisce nella collana "Studi e Ricerche" del Kunsthistorisches Institut in Florenz, Max-Planck-Institut, che ospita numerosi volumi collettanei di argomenti diversificati, che spaziano dall'esame della figura di Leonardo da Vinci a quella di Giorgio Vasari. Il testo è l'atto finale di un articolato progetto pluriennale, Storia dell'arte e catastrofi: l'Italia sismica, che a partire dal 2014 ha messo in campo differenti azioni volte a indagare il complesso rapporto tra la storia dell'arte e i terremoti, a partire dal caso di studio del sisma che, nel 2009, ha colpito la città de L'Aquila.
Layout design / Monika Kučerová Cover design / Petr M. Vronský Publisher / Masarykova univerzita,... more Layout design / Monika Kučerová Cover design / Petr M. Vronský Publisher / Masarykova univerzita, Žerotínovo nám. 9, 601 77 Brno, IČO 00216224 Editorial Office / Seminář dějin umění, Filozofická fakulta Masarykovy univerzity, Arna Nováka 1, 602 00 Brno Print / Tiskárna Didot, spol s r.o.,
488 pagine, illustrazioni BN, tavole a colori
Nel testo (pagina 139) il titolo della chiesa è Santa Maria di Gierusalemme. 2 Nel testo (pagina ... more Nel testo (pagina 139) il titolo della chiesa è Santa Maria di Gierusalemme. 2 Nel testo (pagina 333) il titolo della chiesa è San Francesco della Limosina.
et epitafii, reliquie e corpi di santi, et altre opere pie che vi si fanno, e con altre cose nota... more et epitafii, reliquie e corpi di santi, et altre opere pie che vi si fanno, e con altre cose notabili. In Napoli, per Roberto Mollo, MDCLIV. Con licenza de' superiori. * * * [a2r] All'illustrissimo et eccellentissimo signore don Giuseppe Caracciolo, marchese di Brienza, principe d'Atena, signor di Pietrafesa e del Sacco e de' feudi delle Braide, Santa Domenica e delli Schiavi. Non dovevo d'altro nome che di quello di Vostra Eccellenza fregiar questo mio libro, per renderlo raguardevole; né d'altro protettore provedergli, mentre comparisce alla luce del mondo, che di quello di Vostra Eccellenza: poiché se in esso altro non si contiene ch'un breve racconto delle cose sacre della nostra città, in Lei eminentemente riluce fra l'altre sue singolarissime virtù quella della christiana pietà, con la quale e l'operet[a2v]ta che le dedico non isdegnerà, et i suoi difetti compatirà e scuserà insieme. E questa virtù anche tramandatale da' suoi chiarissimi progenitori si scorge, non vedendosi tempio, chiesa, spedale o altro luogo sacro o pio in Napoli et in molte parti del Regno, e fuori ancora, che da essi non sia stato magnificamente da' fondamenti eretto, o ampiamente di grossi poderi aumentato, o d'annue rendite arricchito, o nobilitato d'opere di straordinaria pietà e divotione, o ingrandito di superbi edifici, o abbellito d'artificiosi ornamenti, o proveduto di ricche suppellettili; tali saranno particolarmente la chiesa et il monasterio della Santissima Annuntiata de' testificando a Vostra Eccellenza per hora con questo picciolo dono, pieno però di grande affetto, l'antica servitù professatale, le resto facendo profondissima riverenza, e le bacio le mani. Napoli, il primo d'aprile 1654. Di Vostra Eccellenza affettionatissimo et divotissimo servidore Carlo de Lellis * * * [b1r]
Articles & Book Chapters by Elisabetta Scirocco
La scultura di San Simpliciano a Milano, dalla fondazione del monastero ai restauri di età romani... more La scultura di San Simpliciano a Milano, dalla fondazione del monastero ai restauri di età romanica della basilica .
1. Il riuso delle tombe trecentesche nel Quattrocento: specificità del caso napoletano
2. I palin... more 1. Il riuso delle tombe trecentesche nel Quattrocento: specificità del caso napoletano
2. I palinsesti di scrittura e l'estetica della tomba-palinsesto
3. Lo slittamento dal soggetto all'oggetto
4. Il riuso, la riscrittura e la perdita del corpo
5. Equivoci storico-artistici
6. Dal riuso funzionale delle tombe familiari (XV-XVI sec.) alle tombe-reliquia per la storia familiare (XVII sec.)
The pulpit and the candelabrum in the Benedictine abbey of the Holy Trinity in Cava de' Tirreni (... more The pulpit and the candelabrum in the Benedictine abbey of the Holy Trinity in Cava de' Tirreni (Salerno) have received only marginal attention in scholarship because they are the result of a restoration palimpsest (ca. 1880-1950). Little consideration has been given to their sculptural elements, either because they do not fit into the established interpretative scheme of local artistic production, or because they have been considered forgeries. Thanks to new archival data and to the analytical re-examination of what is primarily preserved in the church and cloister of the abbey, this article focuses on the sculptures belonging to the medieval liturgical furnishings (12th-13th c.) made for this preeminent center in Southern Italy.
1. Il ms. Lit. 24 del Museo Leone di Vercelli: nuove prospettive di ricerca per gli amboni di Sal... more 1. Il ms. Lit. 24 del Museo Leone di Vercelli: nuove prospettive di ricerca per gli amboni di Salerno; 2. Dopo Salerno: tracce materiali e testuali per la presenza di due amboni negli allestimenti di XII e XIII secolo; 3. La funzione del "doppio ambone" in Campania: indizi dalle fonti d'età moderna.
Amalfi e la Sicilia nel Medioevo. Uomini, Commerci, Culture, 2022
1. Il complesso episcopale amalfitano e i suoi arredi
2. Filologia dei materiali dell'arredo litu... more 1. Il complesso episcopale amalfitano e i suoi arredi
2. Filologia dei materiali dell'arredo liturgico medievale della cattedrale di Amalfi
3. "Due letterini sopra colonnati di marmo, per la meglior parte musiati": gli amboni della cattedrale di Amalfi tra Campania e Sicilia
4. Sopravvivenze e restauri: le colonne intarsiate nel presbiterio e il candelabro medievale
5. I frammenti di recinzione della cattedrale di Sant'Andrea e le transenne in Santa Maria Maggiore
Appendice: Analisi mineralogiche e petrografiche su campioni lapidei
1. Le colonne portacandelabro nel santuario della cattedrale amalfitana; 2. I fusti delle colonne... more 1. Le colonne portacandelabro nel santuario della cattedrale amalfitana; 2. I fusti delle colonne: motivi ornamentali, materiali, tecniche e componenti; 3. Il ritrovato candelabro medievali di Amalfi: una proposta di ricomposizione; 4. Il candelabro pasquale amalfitano nel contesto dell'arredo liturgico italomeridionale.
by Fabio Coden, Giulia Arcidiacono, Ivan Basić, Vlad Bedros, Alberto Crosetto, Zaruhi Hakobyan, Wilfried E. Keil, Justin E A Kroesen, Elisabetta Scirocco, Angeliki Mexia, Silvia Muzzin, Luca Palozzi, Antonino Tranchina, Αντιγόνη Τζιτζιμπάση / Antigoni Tzitzibassi, and Maddalena Vaccaro Cinisello Balsamo, Silvana editoriale, 2021 (Minima medievalia), pp. 1-560. (isbn 9788836649211), 2021
Uploads
Edited Books by Elisabetta Scirocco
e del paesaggio italiani: ai frequenti terremoti si aggiungono altre
calamità con effetti altamente distruttivi, come frane
e alluvioni. Nell’ultimo decennio, i terremoti che hanno colpito
l’Aquila (2009), l’Emilia (2012) e il Centro Italia (2016-2017)
hanno nuovamente mostrato l’urgenza e l’attualità del problema,
imponendo agli storici dell’arte di prendere parte attiva
a un dibattito pubblico che li richiama all’impegno civile.
Nelle complesse dinamiche che coinvolgono il patrimonio culturale
dopo la catastrofe, la storia dell’arte deve necessariamente aprirsi
al dialogo con altre discipline e intensificare la collaborazione
con le istituzioni di tutela. Il libro coniuga gli studi sul patrimonio
culturale con l’analisi delle dinamiche socioantropologiche
innescate dalla catastrofe e presenta i risultati delle indagini
sperimentali condotte da un gruppo internazionale di ricercatori
del Kunsthistorisches Institut in Florenz, in cui l’osservazione
sul campo si è avvalsa di un’indagine fotografica sui paesaggi
sismici. Studiosi e professionisti di diverse discipline si confrontano
in questo volume intorno alle questioni della ricostruzione,
del restauro e della gestione dei beni culturali negli scenari
post-catastrofe, in un dialogo che lega gli studi storici alla
prospettiva contemporanea.
Articles & Book Chapters by Elisabetta Scirocco
2. I palinsesti di scrittura e l'estetica della tomba-palinsesto
3. Lo slittamento dal soggetto all'oggetto
4. Il riuso, la riscrittura e la perdita del corpo
5. Equivoci storico-artistici
6. Dal riuso funzionale delle tombe familiari (XV-XVI sec.) alle tombe-reliquia per la storia familiare (XVII sec.)
2. Filologia dei materiali dell'arredo liturgico medievale della cattedrale di Amalfi
3. "Due letterini sopra colonnati di marmo, per la meglior parte musiati": gli amboni della cattedrale di Amalfi tra Campania e Sicilia
4. Sopravvivenze e restauri: le colonne intarsiate nel presbiterio e il candelabro medievale
5. I frammenti di recinzione della cattedrale di Sant'Andrea e le transenne in Santa Maria Maggiore
Appendice: Analisi mineralogiche e petrografiche su campioni lapidei
e del paesaggio italiani: ai frequenti terremoti si aggiungono altre
calamità con effetti altamente distruttivi, come frane
e alluvioni. Nell’ultimo decennio, i terremoti che hanno colpito
l’Aquila (2009), l’Emilia (2012) e il Centro Italia (2016-2017)
hanno nuovamente mostrato l’urgenza e l’attualità del problema,
imponendo agli storici dell’arte di prendere parte attiva
a un dibattito pubblico che li richiama all’impegno civile.
Nelle complesse dinamiche che coinvolgono il patrimonio culturale
dopo la catastrofe, la storia dell’arte deve necessariamente aprirsi
al dialogo con altre discipline e intensificare la collaborazione
con le istituzioni di tutela. Il libro coniuga gli studi sul patrimonio
culturale con l’analisi delle dinamiche socioantropologiche
innescate dalla catastrofe e presenta i risultati delle indagini
sperimentali condotte da un gruppo internazionale di ricercatori
del Kunsthistorisches Institut in Florenz, in cui l’osservazione
sul campo si è avvalsa di un’indagine fotografica sui paesaggi
sismici. Studiosi e professionisti di diverse discipline si confrontano
in questo volume intorno alle questioni della ricostruzione,
del restauro e della gestione dei beni culturali negli scenari
post-catastrofe, in un dialogo che lega gli studi storici alla
prospettiva contemporanea.
2. I palinsesti di scrittura e l'estetica della tomba-palinsesto
3. Lo slittamento dal soggetto all'oggetto
4. Il riuso, la riscrittura e la perdita del corpo
5. Equivoci storico-artistici
6. Dal riuso funzionale delle tombe familiari (XV-XVI sec.) alle tombe-reliquia per la storia familiare (XVII sec.)
2. Filologia dei materiali dell'arredo liturgico medievale della cattedrale di Amalfi
3. "Due letterini sopra colonnati di marmo, per la meglior parte musiati": gli amboni della cattedrale di Amalfi tra Campania e Sicilia
4. Sopravvivenze e restauri: le colonne intarsiate nel presbiterio e il candelabro medievale
5. I frammenti di recinzione della cattedrale di Sant'Andrea e le transenne in Santa Maria Maggiore
Appendice: Analisi mineralogiche e petrografiche su campioni lapidei
2. Il mito delle origini della Chiesa locale attraverso le vicende dell’arredo medievale nelle diocesi della Campania in età post-tridentina
3. Dopo il Concilio Vaticano II: l’arredo ecclesiastico medievale nella dialettica tra i nuovi ideali della Chiesa cattolica e la tutela dei beni culturali
Il patrimonio artistico in Italia centrale dopo il sisma del 2016, a cura di Gerardo de Simone ed Emanuele Pellegrini con la collaborazione di Alessandro Delpriori e Fabio Marcelli. Numero monografico della rivista “Predella” (www.predella.it), dedicato ai danni drammatici prodotti dal terremoto che ha colpito Lazio, Marche e Umbria nei mesi scorsi, è stato realizzato a tempo di record grazie alla generosa collaborazione di tanti autorevoli studiosi, di generazioni e formazioni diverse.
Il volume accoglie reportage di prima mano dal corpo ferito di quei luoghi, dove si lavora per salvare le opere in pericolo pur nella penuria di mezzi e uomini (e con l’inverno ormai giunto); ricordi ancora vibranti di sgomento ed impegno per un pronto riscatto; riflessioni di più ampio respiro politico e culturale, volte a sensibilizzare alla tutela di un patrimonio, quello italiano, tanto ricco quanto fragile e bisognoso di cure continue; saggi storico-artistici su artisti, monumenti, contesti oggi terribilmente (e talora irrimediabilmente) sfigurati; contributi tecnico-scientifici sulla sicurezza e sulla sismologia storica, per informare su come fronteggiare le calamità purtroppo frequenti in un territorio geologicamente turbolento come il nostro.
In occasioni così tragiche si percepisce con chiarezza il profondo significato dell’identità di luoghi e monumenti, trasmessa dalla devastante forza iconica di immagini, che resteranno indelebili nella memoria collettiva del nostro paese: valga per tutte la facciata della cattedrale di Norcia ritorta come la vela mezzo strappata di un veliero in naufragio. Ma è evidente anche il senso emblematico di eventi drammatici, come la morte sotto le macerie della direttrice del museo di Amatrice, che ha dedicato la propria vita alla tutela di un patrimonio ‘periferico’, ma null’affatto marginale.
La catena appenninica è la spina dorsale d’Italia: l’Appennino centrale, in particolare, ne è il centro nevralgico, che custodisce il midollo, la linfa più remota, sorgiva ed autentica della nostra identità storica e geografica. Ciò aiuta a comprendere meglio la tenacia con cui si vuole ricostruire, la forza con cui si tende a non abbandonare quei luoghi, la vita quotidiana che vuole continuare, l’amorevole cura che si deve prestare ai monumenti e agli spazi che li accolgono. Perché quell’ambiente respira la stratificata sedimentazione dei secoli, delle generazioni; e ogni danno è percepito come una frattura che può e deve essere risanata. È il ben noto continuum tra paesaggio e opere d’arte che, se interrotto, strappato, martoriato, rivela con forza quanto quel ‘patrimonio diffuso’ sia importante per la vita consapevole di ognuno di noi.
D’accordo con l’editore ETS di Pisa, il ricavato delle vendite sarà devoluto per il restauro di opere danneggiate dal terremoto. A tal fine è in programma nei prossimi mesi una serie di presentazioni nelle principali città e regioni italiane.
18 dicembre 2016
The call is open for articles for the next miscellaneous issue (to be published in November 2025).
Articles in English, French, Italian, or German, between 40,000 and 50,000 characters in length, with a maximum of 15 color illustrations, may be submitted by April 30, 2025.
- material, installation, or object-oriented holistic approaches to reconstruction,
- innovative approaches to modeling or reconstructing embodied experience, visually and aurally induced imaginaries, and sensorial interactions with sacred space through, for example, agent-based modeling.
We foresee three possible thematic sessions:
Session 1: Spatial Voids: Modeling the Gray Zones
Advancements in 3D modeling have significantly improved the understanding of complex architectures. However, ensuring academic accuracy in these visualizations remains a subject of debate. This session invites papers addressing the challenges of digitally reconstructing lost or significantly altered buildings, proposing methods to compensate for limited historical data, and transparently conveying interpretative decisions to viewers.
Session 2: Digitally Reconstructing the Ephemeral: Music, Sound and Textile Architectures
In light of recent interdisciplinary progress in the emergent field of sound studies, this session seeks papers addressing the incorporation of acoustic data into spatial models. A special focus on textiles is desired but not required for this session, as such virtual soundscape modeling is uniquely impacted by ephemeral materials, like veils, curtains, or other architectural installations.
Session 3: Simulating Sensoriums: Virtual Experiences and the Problem of Sensory Archiving
Sensory studies open new questions for spatial modeling even beyond auralization processes. This session seeks papers taking new approaches to the integration of sensation into virtual models, for example, through agent-based modeling which might simulate historical performance practices.
The decidedly interdisciplinary workshop addresses art and architecture historians, musicologists and musicians, digital engineers, 3D environmental artists, (archeo)acousticians and sound engineers.
We are particularly interested in receiving proposals for 20-minute papers presenting results from collaborative endeavors and incorporating problems, methodological challenges, open questions, and potential next steps in the field.
Modeling technologies (GIS, photogrammetry, laser scanning, VR, AR, or BIM) can assist not only in visualizing, but also in measuring, reconstructing and, thus, analyzing works of art and architecture. The interdisciplinarity of digital approaches invites diverse conventions, and as the media used for digital visualizations are adopted across disciplines and their hermeneutics contested, the resulting epistemes are naturally hybrid.
This two-day workshop addresses some of the following questions: How to balance the allure of realism and the desire for aesthetic appeal against scholarly demands for restrained truth? How can digital models disclose both fact and uncertainty? What strategies can assess the validity and reliability of digital models in a peer-reviewed fashion? What are the benefits of adopting an ontology that drives workflows and standardizes methods?
TEXTUAL SOURCES FOR RECONSTRUCTING AND UNDERSTANDING MEDIEVAL SACRED SPACES
/
Workshop, Bibliotheca Hertziana, 27-28 March 2019
/
concept and organization: Sible de Blaauw and Elisabetta Scirocco
//
The workshop aims to analyze and discuss various categories of texts related or linkable to sacred, ritual and liturgical spaces in the Middle Ages, with a geographical focus on Southern Italy. Conceived as a forum for methodological discussion, it will explore hermeneutical questions posed by the relationships between the textual sources and the monuments, urban landscapes, and artistic products under investigation. It will also consider words and music performed in ritual contexts, and their power to create or suggest imaginary or ephemeral sacred spaces. The discussion will be mainly focused on medieval sources of a historical character (chronicles, hagiographies), on ritual instructions and texts for para-liturgical actions (such as liturgical dramas), as well as liturgical books and scrolls in their multifaceted nature of text, image, and performative objects. Moreover, it will include a critical reflection on the gaze of early modern writers on medieval buildings and their decoration.
Introduced by a keynote lecture from Sible de Blaauw, Krautheimer-Gastprofessor 2018/2019 at the Bibliotheca Hertziana, the workshop brings together art historians and historians who have been experimenting with different approaches to written sources in connection to the study and interpretation of medieval sacred spaces, their furnishing and decoration, and the related liturgical performances. The invited scholars have been asked to present short talks, offering to the discussion a sample of their methodology. Through different case studies converging around shared questions or monuments, the group will thus examine textual sources in combination with art historical research, and in light of the latest developments in the discipline, involving multisensorial approaches, scientific analyses, and digital technologies.
PLEASE NOTE: Due to the nature of the meeting and the scheduled format, researchers with a strong interest in the topic who want to participate in the works of March 28 are invited to REGISTER writing to: [email protected]
NO REGISTRATION required for the KEYNOTE LECTURE by Sible de Blaauw on March 27.
This Workshop is part of the activities of the project Mapping Sacred Spaces: Forms, Functions, and Aesthetics in Medieval Southern Italy
Late Medieval and the Early Modern Period (Progetto STAR 2013, Università degli Studi di Napoli Federico II), composto da filologi, storici della lingua, storici del medioevo e dell’età moderna, studiosi della letteratura italiana e spagnola. Il progetto, incentrato sul rapporto
tra disastri e comunicazione nel Regno di Napoli tra il XV e il XVIII secolo, mira a ricostruire la rappresentazione di questi eventi attraverso le fonti testuali. Le ricerche presentate offriranno una panoramica sulla diversa natura di questi testi, sulla loro complessità e sui possibili livelli di lettura delle trame della storia: dalle strategie di raccolta e di presentazione delle informazioni all’analisi delle forme di narrazione adottate; dalle diverse categorie di attori coinvolti al ruolo da essi giocato per l’ideazione e la circolazione dei testi; dall’interpretazione e percezione degli eventi disastrosi alla loro ricaduta nella vita quotidiana e nelle pratiche sociali e culturali.
In tale contesto si inseriscono le proposte d’indagine storico-artistica ospitate nel workshop, che intendono mostrare con casi di studio esemplari il ruolo svolto dalle
immagini e il potere delle opere di culto in connessione con il verificarsi o il ricorrere di eventi disastrosi, guardando all’area centro-meridionale della penisola italiana tra il tardo-medioevo e l’età moderna. Un gruppo internazionale di discussants, composto da specialisti afferenti a diversi ambiti disciplinari, seguirà e accompagnerà i lavori.
A partire dagli studi offerti alla discussione, l’incontro si propone così di sondare i punti di contatto e le possibili piste di ricerca condivise tra la Storia dell’arte e le altre discipline storiche attorno al tema dei disastri.
Convegno
a cura di Carmen Belmonte, Elisabetta Scirocco e Gerhard Wolf
La conservazione dell’eredità culturale, dei monumenti e degli oggetti che ne formano il patrimonio costituisce una delle principali responsabilità degli storici dell’arte nei confronti delle generazioni future. Il dibattito intorno a questioni metodologiche, prassi di intervento, scelte progettuali, responsabilità etiche legate alla prevenzione e alla tutela si intensifica quando il patrimonio culturale è colpito dagli eventi disastrosi che si abbattono sul territorio. Ma quali sono stati nel passato, e quali possono essere oggi, i principi e le linee guida da adottare in questi casi? Quale è il ruolo della storia dell’arte nelle dinamiche del restauro e della conservazione programmata? E quanto la ricerca scientifica è in grado di dialogare con la politica e con la società civile?
Il convegno, connesso alle attività del gruppo di ricerca interdisciplinare del KHI L’Aquila as a Post-Catastrophic City, vuole essere un forum di confronto sui temi legati alla tutela e alla conservazione dei beni culturali tra studiosi e professionisti afferenti a diverse discipline. Al centro della discussione saranno la città storica nella sua dimensione contemporanea e le complesse relazioni che intercorrono tra i suoi valori materiali e immateriali, tra spazio urbano e paesaggio, tra patrimonio culturale e cittadinanza. Il territorio italiano, con la sua ricchezza e la sua vulnerabilità, sarà il punto di partenza per un’analisi a confronto con altre aree geografiche. Una casistica diversificata di città e siti colpiti da catastrofi – con un focus su L’Aquila a sei anni dal sisma del 2009 –, colta da prospettive metodologiche differenti, porrà le basi per una riflessione sull’opportunità e le possibilità di una gestione condivisa del patrimonio, in grado di proiettare la città nel futuro senza privarla delle sue stratificazioni storiche.
27-28/09/2016;
Organization: Department Tanja Michalsky (with Christiane Elster, Elisabetta Scirocco) & Anne Scheinhardt;
Scientific guests: Dr. Nicoletta Di Blasi (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), Prof. Dr. Ing. Vittorio Magnago Lampugnani (ETH Zürich), Dr. Luigi Monzo and Dr. Paola Salvatori
(Scuola Normale Superiore di Pisa);
Content (IT):
"Con questo workshop all’EUR, organizzato dall’Abteilung Michalsky con Anne Scheinhardt, si propongono alcune passeggiate di studio e discussione nel quartiere dell’EUR, in forma di escursione giornaliera. Si intende svolgere un percorso di conoscenza del progetto e delle motivazioni ad esso sottese, la sua effettiva riuscita come azione politica, ma anche ripercorrerne le vicende di uso e riuso attraverso il Novecento, fino ai giorni nostri. Nato negli anni ‘30 e ‘40 come area per l’Esposizione Universale di Roma del 1942 (E42) – già allora con una duplice natura (effimera/permanente) e con la futura funzione di nucleo
urbanistico – ma mai portato pienamente a termine, l’EUR rappresenta non solo l’impresa progettuale più significativa delle proiezioni del regime fascista nell’eternità, ma anche una difficile eredità e una sfida per l’urbanistica contemporanea. Ieri come oggi, l’EUR può essere letto come un laboratorio artistico, nel quale si sovrappongono molteplici livelli storici, visivi e immaginativi.
Il programma di visite on-site sarà accompagnato una lezione serale di Prof. Dr. Ing. Vittorio Magnago Lampugnani (ETH Zürich). Le passeggiate saranno organizzate attorno ad edifici scelti e prevedono interventi introduttivi di tre studiosi ospiti, Dr. des. Luigi Monzo (Universität Karlsruhe) per l’architettura, Dr. Nicoletta Di Blasi (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) per la storia dell’arte, e Dr. Paola Salvatori (Scuola Normale Superiore di Pisa) per la storia del Fascismo. Spazio primario sarà però lasciato alla discussione di tematiche trasversali. Ai partecipanti (max. 15 persone) sarà fornito un readercon materiale per una preparazione di base. Lo scopo di questa attività, che si rivolge in particolare ai giovani studiosi (wissenschaftlicher Nachwuchs) della Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck per la storia dell’arte, è di avviare una riflessione (probabilmente da articolare in più appuntamenti) sugli interventi urbanistici, architettonici e artistici del Fascismo nel tessuto di Roma e sulla loro afterlife."
A cura di Stefano D’Ovidio
Nel terzo appuntamento Elisabetta Scirocco ci guiderà alla comprensione dell'uso e dell'allestimeno dell'arredo liturgico in Campania tra XI e XIII secolo
The conference is organized by dr. Maddalena Vaccaro (DISPAC – Università degli Studi di Salerno) and dr. Gionata Brusa (Universität Würzburg).
Please write to [email protected] in order to get the meeting link.
L'Aquila (2009), the Emilia region (2012) and a vast area of Central Italy (2016-2017). These events have dramatically and significantly affected the Italian cultural heritage. Each time crucial issues about recovery, reconstruction, and preservation are publicly raised. Art History as a discipline must necessarily engage with those questions and try to overgo its disciplinary and academic boundaries towards a more active participation in the public debate. Relying on a transdisciplinary approach and on the interaction among academic research, artistic practice, preservation theory, and conservation techniques, the project Storia dell’arte e catastrofi: l’Italia sismica at the Kunsthistorisches Institut in Florenz– Max-Planck-Institut has been exploring new models of research dedicated to post-catastrophe scenarios in Italy since 2014. On-site research and photographic projects have investigated the relationships between space, memory, and identity, focusing on the meanings acquired by sites, monuments and works of art in the socio-spatial (re)configurations that followed the traumatic destruction. Starting from this unique experience and its results, this paper will aim to frame the study of the cultural heritage of the post-catastrophe city and its landscape within the socio-anthropological dynamics provoked by natural catastrophes.
Since 2015, the traditional sections of the collection have grown in line with a programme of systematic acquisitions, in response also to the Institute’s new directions of research. For example, in agreement with the research department headed by Tanja Michalsky, there has been a focus on antique publications devoted to topics such as Naples and southern Italy, while also opening up the field to ‘natural disasters’ such as earthquakes, floods and volcanic eruptions. Vesuvius constitutes, so to speak, the point of intersection between these interests. This led to the idea of presenting part of the book holdings already present in the ‘rare’ collection, together with numerous more recent acquisitions, through a digital exhibition – ‘Eruzioni di carta’ (‘Paper eruptions’) – for which this material was selected, studied and catalogued by a study group set up for the occasion.
The entire library holdings are currently being digitised in line with the highest technical standards, and are being made available to the public in open source mode. The digitised volumes of this exhibition can be consulted in the DLIB digital library, where they form a special collection (links can be found in the respective files). All texts are undergoing neural transcription with the help of Transkribus, providing additional research tools for those who want to try their hand at this material in the future.
The result of close cooperation between the Library department and the Michalsky research department with the technical support of the Photographic Collection, this digital exhibition has been personally curated by Elisabetta Scirocco, Philine Helas and Hanna Sophie Stegemann, building on the work carried out over the years by librarians Beate Thomas and Barbara Dinsing. The study and cataloguing of the works in the exhibition have been enriched by the contribution of the research group of the ERC project Disasters, Communication and Politics in Southwestern Europe: The Making of Emergency Response Policies in the Early Modern Age (DisComPoSE), directed by Domenico Cecere at the Department of Humanistic Studies of the University of Naples “Federico II”, and dedicated to the links between the circulation of news about natural disasters, the processing of information and memories of the events and the development of emergency management policies in the European and non-European territories of the Hispanic Monarchy between the sixteenth and eighteenth centuries.
While it is true to some extent that “the bibliography of Vesuvius begins with the great eruption of 1631” (Furchheim 1897, Preface, p. V), the volcanic phenomena of Roman Campania Felix continued to attract the interest of travellers and ‘health tourists’ throughout the Middle Ages and the modern age, gaining a prominent place in guidebooks and works aimed at lovers of antiquities who travelled south of Rome. It is no coincidence that these ‘natural monuments’ are included in various picture cycles dedicated to antiquities or the wonders of Italy, alongside architectural monuments built by human hands. However, it is difficult to underestimate the cultural impact of the eruptive event of 1631, which constitutes a real watershed in the history of Naples and its territory and marks the start of the volcano’s continuous activity over the following two centuries. Writers, historians, artists and travellers were continuously interested in the mountain, and during the eighteenth century were joined by naturalists who laid the foundations for the birth of modern geology and volcanology. In the nineteenth century, the latter was to establish itself as a discipline on an international scale, placing the volcanoes of Campania and those of the rest of the world on a similar level of investigation. Visiting Vesuvius and/or the Solfatara as a natural spectacle and historical site of tragic events was throughout the late modern age an integral part of the tour programme of travellers and subsequently of travelogues, while the numerous gouaches depicting Vesuvius during an eruption indicate a flourishing market for such souvenirs.
The six sections of the exhibition retrace this important thematic trail in European publishing and visual culture from the sixteenth to the nineteenth century. The enormous production of texts with accounts, chronological series and catalogues of eruptions, theological discourses, mineralogical and volcanological investigations, printed by Neapolitan publishers and others, was accompanied from the outset by an equally flourishing production of images, linked closely intrinsically and extrinsically with the source texts. The diffusion and transmigration of visual topoi and codes of representation linked to ‘volcanic landscapes’ and catastrophes is in fact another possible key to understanding the volumes on display.
Some of the volumes on display entered the Institute’s collection very early on; others belonged to internationally renowned scholars who have long animated the intellectual life of the Institute, such as Richard Krautheimer. The success of the theme and the rich production of books and pictures on the subject of the eruptions of Vesuvius have recently been matched by the interest of the underground market and unscrupulous collectors. Proof of this is the systematic defacement of many of the volumes on display, with engravings depicting the volcano (represented as a force of nature in activity or as a landscape element) being cut out from them, often in a targeted and selective manner. In these cases, wherever possible, the exhibition cards refer to these missing engravings found in other examples available on the web, to allow a virtual recomposition of the works in their relationship between texts and images, albeit with the awareness of the impossibility of recovering the uniqueness of the book-object that characterised every single example of the same print run. For this reason, the work of scientific analysis for the exhibition was accompanied by the updating of the files concerning these same volumes in the library catalogue.
‘Eruzioni di carta’ is only the first exhibition of its kind. Other exhibitions will follow at regular intervals, with the aim always of combining the library’s scientific and research expertise and presenting some of the treasures of the Institute’s book heritage to the specialist public.
a cura di Carmen Belmonte, Elisabetta Scirocco e Gerhard Wolf.
//
La mostra presenta il risultato di una ricerca condotta dai Curatori con il fotografo Antonio Di Cecco, in collaborazione con la Fototeca del KHI. Il punto di partenza è costituito da materiale fotografico d’archivio relativo a monumenti, opere d’arte, paesaggi, centri abitati, la cui storia è stata segnata da catastrofi naturali, quali terremoti, alluvioni, frane ed eruzioni vulcaniche: “Lo stimolo prodotto da ogni immagine storica ha portato a estrapolare dal mio archivio una o più immagini che contengono un punto di contatto con la prima: punto di contatto tradotto in richiami visivi, di forme, codici di rappresentazione, atmosfere, segni e stratificazioni” (A. Di Cecco).
La mostra, organizzata in cinque sezioni tematiche precedute da una mappa interattiva, riflette sui diversi livelli di rappresentazione e sedimentazione delle catastrofi naturali, sulla conseguente trasformazione delle forme del paesaggio naturale e del paesaggio urbano, sulle profonde modifiche ai luoghi e ai modi dell’abitare, e non da ultimo sui danni al patrimonio culturale. Attraverso il mezzo fotografico, Di Cecco ricerca i segni della catastrofe nella natura, nelle trasformazioni della materia, nella sorte delle città, indagando con particolare attenzione i processi di mutazione dei ‘vecchi’ luoghi e la quotidianità nei ‘nuovi’ luoghi nati dopo la catastrofe.
Il percorso visivo procede per associazioni formali e rapporti storici, attraverso alcune delle catastrofi che hanno interessato la Penisola Italiana nell’arco dell’ultimo secolo, dal terremoto dello Stretto di Messina (1908) agli eventi sismici che hanno devastato ampie aree dell’Appennino Centrale tra il 2016 e il 2017. La ricorrenza dei disastri naturali nella Penisola Italiana viene così esplicitata attraverso il dialogo tra foto d’archivio e fotografia contemporanea, attraverso cronologie e luoghi differenti: una trama di forme e contenuti creata dalle immagini fotografiche in mostra.
//
La mostra si inserisce nell’ambito delle attività di ricerca del progetto del Kunsthistorisches Institut in Florenz "Storia dell’arte e catastrofi: l’Italia sismica (Sta-sis)".
Carmen Belmonte, Elisabetta Scirocco and Gerhard Wolf
with Giovanna Ceniccola, Antonio Di Cecco, Piero Gilento, Pavla Langer, Luca Pezzuto, Jamie Sanecki, Beth Saunders, Daniel Screpanti
According to the catastrophe theories, a catastrophe occurs when a sudden and brief phenomenon results in a definitive change to a system that is unable to absorb its effects in a relatively short period of time. The earthquake that struck L'Aquila on April 6, 2009, registering 6.3 on the Richter scale, was a catastrophic event that created a rupture in the life of the city and its territory. Six years later, it is possible to observe the effects the disaster had on L'Aquila's monumental and art historical heritage, on the social dynamics, and on the relationships between places and community.
The study of L'Aquila as a post-catastrophic city raises a number of questions that go beyond interventions in specific fields – (re)construction, historic preservation, economic activity, social policy – and provoke a more general reflection on the impact of natural disasters on both the material structures of the city and its inhabitants: In what ways do they change the life and image of the city, as well as citizens' perception of it? Is it still possible to define cultural identities on a geographical basis in a globalized world, or does the catastrophe itself generate the need to recognize a local identity a posteriori? What roles do cultural, art historical, and monumental heritage play in all this? And what is the contribution of art history? What tools can art historians adopt to interpret the event in an interdisciplinary dialogue and to develop a methodology and models for interventions applicable in the present and the future?
These questions are at the center of the investigation conducted by the junior research group, "L'Aquila as a Post-Catastrophic City", established at the KHI from January-March 2015, composed of four art historians with diverse specializations, two architects (one specializing in restoration and the other in urban planning), an archaeologist, and a photographer whose work deals with the urban landscape. Starting from the methods of analysis particular to his or her own discipline, the participants created three sub-groups, which focus (1) on the reconstruction and reconfiguration of urban space, (2) on the politics of the dislocation and management of cultural heritage, and (3) on the representation(s) of the catastrophe's effects on the population and the territory. The issues that cut across these lines of investigation include: relations among territorial scales, different temporalities, and the possible interconnections between scholarly research and civic engagement. The goal of this two months' laboratory is a shared discussion of open questions, involving archaeology, art history, architecture, urban planning, and photography, in order to build models for the management of cultural heritage in a post-catastrophic phase conscious of citizens' needs.
The summer school of the Kunsthistorisches Institut in Florenz invites young art historians and scholars from neighboring disciplines to discuss the future of historic centers, focusing particularly on the critical as well as the ethical roles of Art History. The case of L'Aquila provides an opportunity to reflect broadly upon the effect of natural disasters on civic life and cultural heritage and its management.
Located on site, the summer school will take a diachronic approach to the study of the city of L'Aquila, both inside and outside the walls, beginning with its medieval foundation as a free 'civitas' disputed by popes and emperors, through Spanish rule, up to the urban transformations of the Fascist period. Located in a strategic position on the 'Via degli Abruzzi', L'Aquila has long been a market town; its main raw materials, wool and saffron, reached the markets of northern Italy and beyond the Alps. The city of L'Aquila serves as a shrine that houses the bodies of Pope Celestine V and Bernardino of Siena. Throughout its history, the city has therefore been a place of exchange, a center of culture and artistic patronage, and an important pilgrimage site beginning with the institution of the plenary indulgence in 1294 at Collemaggio.
The close study of the historical city, its urban structure, its works of art, and its dispersed and decontextualized collections, together with an awareness of the dynamics of destruction and reconstruction of its cultural heritage, will call attention to the future of L'Aquila and to the methodological questions related to the preservation of its past.
What techniques and methodologies allow mediation between aesthetic and historical values? Is it possible to find a balance between the protection of heritage and the needs of the citizens of L'Aquila; between the desire for change and the impulse to return to the forms of the past? Issues such as reconstruction, integration, and authenticity versus fake are central topics to be addressed.
The call is open for articles for the next miscellaneous issue (to be published in November 2025).
Articles in English, French, Italian, or German, between 40,000 and 50,000 characters in length, with a maximum of 15 color illustrations, may be submitted by April 30, 2025.