Books by Marco Manfredi
Firenze- Milano, Le Monnier - Mondadori education, 2017
Pisa, Pacini (collana del BSP) , 2016
Al «Bollettino Storico Pisano», organo periodico della Società Storica Pisana dal 1932, si è affi... more Al «Bollettino Storico Pisano», organo periodico della Società Storica Pisana dal 1932, si è affiancata, dal 1955, una 'Collana storica' nella quale, ad oggi, sono stati pubblicati oltre sessanta volumi. Vi figurano monografie, raccolte di studi di uno o più autori, atti di convegni, tutti mirati alla finalità «di promuovere gli studi comunque attinenti alla storia di Pisa, di dare opera alla ricerca, conservazione, pubblicazione e illustrazione del materiale storico relativo, di diffondere la conoscenza della storia pisana» (Statuto della Società Storica Pisana, art. 1). Dal 1990 alla 'Collana storica' si sono aggiunte le sezioni 'Fonti' e 'Strumenti' e dal 2003 la sezione 'Arte'.
Pisa, ETS (collana Istoreco), 2019
Il 1917 è stato un anno di svolta fondamentale nella storia della prima guerra mondiale e più in ... more Il 1917 è stato un anno di svolta fondamentale nella storia della prima guerra mondiale e più in generale nella storia del Novecento. Eventi eccezionali come la rivoluzione russa, l'ingresso degli Stati Uniti nel conflitto, la gravissima crisi alimentare e la rotta di Caporetto sottoposero a molteplici tensioni e a notevoli sfide i "fronti interni", intensificando il senso di stanchezza verso le condizioni sempre più dure imposte dal conflitto.
Pontedera, Tagete (collana Libri Tagetici), 2019
Book chapters by Marco Manfredi
in R. Bianchi, A. Ventura (a cura di), Il 1917 in Toscana. Proteste e conflitti sociali, Pisa, Pacini (collana Le ragioni di Clio), 2019
La collana È possibile restituire alla storia la dimensione che le è propria, in una fase di prof... more La collana È possibile restituire alla storia la dimensione che le è propria, in una fase di profondi cambiamenti che non hanno lasciato indenni la ricerca storiografica, i suoi metodi, le "ragioni" della sua funzione sociale? Il lavoro sul campo, in una tensione rinnovata con l'uso critico delle fonti e con le nuove direzioni di ricerca, rappresenta il filo conduttore dei volumi ospitati nella collana. In un arco cronologico che copre la "lunga" contemporaneità, dalla fine del Settecento ai giorni nostri, essa accoglie contributi (dalle monografie ai volumi collettanei) che aspirano ad essere rigorosi e innovativi, con una predilezione per la storia culturale e sociale del "politico".
in I. Favretto, X. Itcaina (edited by), Popular culture, folk traditions and protest in 19th and 20th c. Europe, London, Palgrave Macmillan,, 2016
in P. Morris, F. Ricatti, M. Seymour (a cura di), Politica ed emozioni nella storia d’Italia dal 1848 a oggi, Roma, Viella, 2012
Una cultura politica fortemente emotiva. L'anarchismo italiano agli inizi del Novecento
M. Bossi (a cura di), Giovan Pietro Vieusseux. Pensare l’Italia guardando all’Europa, Atti dgiugno 2011), Firenze, Olschki, 2013
in F. Sofia, L. Pagliai (a cura di), Sismondi e la nuova Italia , Polistampa, (Studi sismondiani), 2012
1 È questo il caso di lavori più e meno recenti, come testimoniano fra gli altri L. ZANETTI CAVAL... more 1 È questo il caso di lavori più e meno recenti, come testimoniano fra gli altri L. ZANETTI CAVALIERI, Il Sismondi e gli scrittori italiani del suo tempo, Firenze, La Poligrafica, 1919; C. PELLE-GRINI, Il Sismondi e la storia delle letterature dell 'Europa meridionale, Firenze, Olschki, 1926, pp. 109 ss.; P. SCHIERA, Presentazione a J. C. L. SIMONDE DE SISMONDI, Storia delle Repubbliche italiane [1832], Torino, Bollati Boringhieri, 1996, pp. XLIX ss.; M. MORETTI, Note di storiografia sismondiana, in Sismondi e la civiltà toscana, Atti del Convegno internazionale di studi (Pescia, 13-15 aprile 2000), a cura di F. Sofia, Firenze, Olschki, 2001, pp. 231-265; C. PAZZAGLI, Sismondi e la Toscana del suo tempo (1759-1838), Firenze, Protagon, 2003, pp. 91 ss.
in P. Gheda-M.T. Guerini-S. Negruzzo-S. Salustri (a cura di), La storia delle università alle soglie del XXI secolo. La ricerca dei giovani studiosi tra fonti e nuovi percorsi d’indagine, Atti del convegno internazionale di studi (Aosta, 18-20 dicembre 2006), Bologna, Clueb, 2008
in Pellegrino Rossi giurista, economista e uomo politico 1787-1848, a cura di M. Finelli, Soveria Mannelli, Rubettino, 2011
Appendice fotografica 26 3 Indice dei nomi 275 I3 Note per una biografia intellettuale. Pellegrin... more Appendice fotografica 26 3 Indice dei nomi 275 I3 Note per una biografia intellettuale. Pellegrino Rossi nella cultura del suo tempo di Marco Manfredi QUESTO CONTRIBUTO, PUR SEGUENDO
in C. D’Elia (a cura di), Stato e Chiesa nel Mezzogiorno napoleonico, Napoli, Giannini, 2011
Fra la fine del 1807 e l'inizio del 1808, con l'avvio del rafforzamento del potere napoleonico an... more Fra la fine del 1807 e l'inizio del 1808, con l'avvio del rafforzamento del potere napoleonico anche in una regione di confine del sistema imperiale come la Toscana, i Francesi, intenzionati a stabilirvi come altrove le proprie ferree logiche di governo, dovettero giocoforza confrontarsi con l'ingombrante eredità del recente passato. Un passato che in materia religiosa era stato particolarmente burrascoso per il rapido alternarsi di riforme assai incisive come quelle leopoldine, di diffuse reazioni a esse e alla prima venuta degli stessi Francesi, con lo scoppio delle insorgenze del "Viva Maria" e infine di tentativi di restaurazione che sotto il reazionario e non brevissimo Regno borbonico d'Etruria avevano lasciato più di una traccia di sé 1 . Passaggi e mutamenti delicati di cui è necessario tenere conto, come si vedrà, nel momento in cui anche nell'ex Granducato lorenese si stava per dare più compiuta attuazione ad alcuni di quei tentativi, inaugurati con l'esperienza rivoluzionaria e oggetto di crescente e multiforme interesse storiografico 2 , di "sacralizzazione della politica", ossia di costruzione di una religione politica e civile autonoma da parte del potere secolare, e destinati a creare una crescente competizione per il controllo della ritualità e della simbologia con la Chiesa, tradizionale depositaria di questi aspetti e potente mediatrice di legittimità. Infatti con l'età napoleonica, pur incontrando il fenomeno notevoli elementi di irregimentazione e di convenzionalismo, conseguenti al cesarismo bonapartista, il ricorso alla simbologia politica e la promozione dei caratteri rituali del potere restarono non solo centrali ma trovarono persino forme di accentuazione e di ulteriore investimento 3 . Sugli sviluppi rituali di questo periodo del lungo ciclo rivoluzionario, qualche attenzione è stata rivolta in particolare alla nuove feste napoleoniche, istituite ufficialmente in tutti i territori dell'Impero, e a uno studio
in A. Gibelli, G. L. Fruci, C. Stiaccini (a cura di), I segni della guerra. Pisa 1915-1918: una città nel primo conflitto mondiale, Pisa, ETS, 2016
in F. Cammarano (a cura di), Abbasso la guerra ! Neutralisti in piazza alla vigilia della Prima guerra mondiale in Italia, Firenze-Milano, Le Monnier-Mondadori Education, 2015
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o... more I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/ fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi. org e sito web www.clearedi.org.
Journal articles by Marco Manfredi
Ricerche di Storia Politica, 2, 2017
Ricerche di storia politica (ISSN 1120-9526) Fascicolo 2, agosto 2017 Ente di afferenza: Universi... more Ricerche di storia politica (ISSN 1120-9526) Fascicolo 2, agosto 2017 Ente di afferenza: Università degli studi di Pisa (Unipi) Copyright c by Società editrice il Mulino, Bologna. Tutti i diritti sono riservati. Per altre informazioni si veda https://www.rivisteweb.it Licenza d'uso L'articoloè messo a disposizione dell'utente in licenza per uso esclusivamente privato e personale, senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali. Salvo quanto espressamente previsto dalla licenza d'uso Rivisteweb,è fatto divieto di riprodurre, trasmettere, distribuire o altrimenti utilizzare l'articolo, per qualsiasi scopo o fine. Tutti i diritti sono riservati. The article examines the last twenty years of political historiography on liberal Italy. While studies on the Risorgimento have been renewed in both topics and methods in the last two decades, scholars have not devoted comparable attention to the second half of the Italian XIX century. Research on the post-Risorgimento era is fragmentary and carried out with rather traditional methodological tools and approaches. At the same time, the scholarly perception of this period is often unclear. Historians mention frequently but seldom truly use the notion of the «Long Nineteenth Century», and by and large they confront the liberal period as either an anti-heroic addendum to the Risorgimento, or a prelude to fascism. The article suggests new themes and research paths which could relaunch the historiography on liberal Italy by opening it up to a new kind of political history connected to recent trends in international scholarship, with the aim to re-evaluate the relevance of the XIX century for an understanding of the origins of several contemporary phenomena.
Mélanges de l’École française de Rome - Italie et Méditerranée modernes et contemporaines, 2018
Il Centro Romantico del Gabinetto Vieusseux di Firenze conserva un archivio iconografico di migli... more Il Centro Romantico del Gabinetto Vieusseux di Firenze conserva un archivio iconografico di migliaia di immagini provenienti da opere di viaggio e da periodici illustrati che giungevano da tutta Europa, accumulate fin dai decenni in cui il Gabinetto fu diretto dal fondatore Giovan Pietro Vieusseux. Il Gabinetto era dunque un luogo dove alla passione ottocentesca per la lettura e la conversazione si affiancò quella per il guardare e l'osservare. Se è evidente la precoce sensibilità per il tema dell'immagine, restano da approfondire sia l'interesse commerciale di un mercante di cultura come Vieusseux, attento a tutti gli sviluppi del mercato editoriale europeo, sia il dibattito fra gli uomini e nelle riviste del Gabinetto sulle molteplici potenzialità (di mercato, politico-culturali e pedagogiche) delle immagini. Facendo dialogare un ricco patrimonio iconografico con il suo contesto di utilizzo, attraverso l'indagine portata sul Copialettere commerciale di Vieusseux, sui carteggi intercorsi con alcuni dei principali frequentatori del suo istituto e sulle pagine delle sue riviste, il contributo ricostruisce il rapporto fra uno dei principali centri culturali dell'Italia della Restaurazione, il linguaggio visivo e la sua affermazione nel corso del primo Ottocento.
in "Memoria e Ricerca", 2013
Diversi biografi più e meno recenti di Vincenzo Gioberti, e da ultimo Giorgio Rumi nel volume pub... more Diversi biografi più e meno recenti di Vincenzo Gioberti, e da ultimo Giorgio Rumi nel volume pubblicato nella collana l'Identità italiana 1 , non hanno mancato di segnalare una sorta di carattere di fondo del pensiero di Gioberti, ed in particolare della sua opera storicamente più nota. Già nelle parole del primo dei biografi giobertiani, quel Giuseppe Massari che gli fu amico fedele e che sarà in sua compagnia anche per buona parte del viaggio di propaganda oggetto di questo contributo, «Il Primato era un invito alla conciliazione indirizzato a tutti gl'Italiani» 2 ; il giobertismo risultava dunque mosso e attraversato in profondità da una forte tensione di (ri) conciliazione. Un'inclinazione che doveva peraltro esser sufficientemente avvertita dai contemporanei se, come recitava un umile foglio toscano fra i moltissimi fioriti in tutto il territorio italiano nel periodo più travolgente del Quarantotto, l'abate piemontese si era accinto con «quello che di universale e di cosmopolitico» avevano i suoi lavori «a conciliare i discordi elementi della nazione con una dialettica armonizzatrice e potente»; lo stesso articolo puntualizzava poi quanto si rischiasse di immiserirne «di troppo l'opera» circoscrivendone «tutto il merito […] nell'aver conciliato la libertà colla religione […]» «che […] questa conciliazione non (era) che una delle mille armonie le quali emana(va)no da quel suo sistema di dialettica onnipotente, unica al mondo dopo Platone: anzi tanto più vasta, quanto l'idealità cristiana sovrasta alla più alta sapienza paganica» 3 . Una tale ansia conciliativa rispetto alle tante Italie allora esistenti appare effettivamente al centro delle rifles-1. G. Rumi, Gioberti, Bologna, il Mulino, 1999. 2. G. Massari, Ricordi biografici e carteggio di Vincenzo Gioberti, vol. II, Torino, Botta, 1862, p. 325. Di un voluto ricorso ad un «linguaggio conciliativo adoperato da Gioberti» parlava lo stesso Massari nel proemio da lui appositamente steso a presentazione delle Operette politiche di Vincenzo Gioberti, I, Torino, Libreria Patria, 1851, p. 14, una raccolta di scritti politici contenente anche i vari discorsi tenuti dall'illustre filosofo durante il viaggio di propaganda del 1848. Sullo strettissimo rapporto del Massari con il Gioberti e sul suo ruolo di zelante biografo dell'abate piemontese diversi accenni in G. Monsagrati, Massari, Giuseppe, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 71, Roma, Treccani, 2008, ad nomen. 3. «Bullettino della Sera», 11 luglio 1848.
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in Dizionario Biografico degli Italiani, n. 95, 2019
http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-terzaghi_%28Dizionario-Biografico%29/
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