Ho incominciato a lavorare il soutache dopo che qualche anno fa ho visto i lavori di
Dori Csengeri.
Ho adorato da subito il suo stile, e mi sono scervellata per capire come dare a un semplice nastro di seta la forma che desideravo.
Ho faticato un pò ma una volta padronata la tecnica non mi sono più fermata e anzi, la uso spesso anche mescola ad altre tecniche. Quando avevo la mia piccola boutique ("Il Mercante di Stelle") sono stata anche la prima in Italia a creare delle schede- tutorial per far imparare questo favoloso ricamo.
Parlando o ricevendo email e messaggi da molte "beaders" sparse nel globo, la domanda su che tipo di soutache io utilizzi nei miei progetti è stata espressa molte volte.
Ho un soutache che considero "soft" e uno che chiamo "hard":
il primo lo utilizzo quando devo circondare pietre o perle di piccole dimensioni, in modo che il soutache non inglobi il pezzo ma lo sottolinei, oppure quando voglio fare una gradazione di colore, le fettucce essendo fini, mi permettono di accostare tanti colori senza occupare uno spazio enorme.
il secondo lo utilizzo quando voglio un lavoro più compatto, quando la pietra o il pezzo da ingabbiare è di grandi dimensioni o pesa parecchio oppure come finitura dopo aver utilizzato il soutache soft.
In commercio se ne trovano di tanti tipi e di tantissimi colori. Per non sbagliare è sempre meglio avere a portata di mano la pietra o la perla che si vuole ingabbiare in modo da scegliere l'altezza corretta della fettuccia. Magari farò qualche foto alla mia collezione di soutache e lo posterò più avanti così da essere ancora più di aiuto,ok?
a presto,
Alessandra