La Porta d'Oro: psicoattive

Voglio raccontarvi di una realizzazione che ho ottenuto molti anni fa, nella seconda metà degli anni ’90. Abitavo da solo in un piccolo appartamento lungo il controviale di corso Regina Margherita, a Torino, all’altezza del mercato di Porta Palazzo (ufficialmente, Piazza della Repubblica). Ero solito fumare in solitudine alcune sostanze vegetali e al contempo riportare i miei pensieri su un quaderno degli appunti. Era il periodo, per intenderci, in cui avevo da poco conosciuto Victoria Ignis (Il Libro di Draco Daatson: IlGiardino dei Libri oppure Macrolibrarsi).

Vorrei porre l’attenzione su un episodio in particolare. Una notte, dopo aver bevuto un bicchiere di vino e fumato le solite sostanze psicoattive, a un certo punto ho scritto una frase sul mio quaderno: “La mia anima vibra”. L’ho scritta poiché SENTIVO la mia anima vibrare. Ero un tutt’uno con l’anima – ero anima – e quindi sentivo questa vibrazione dentro il mio corpo, che invece percepivo come un involucro collocato all’esterno di me, mente compresa.

Aggiungo che in quel periodo svolgevo già gli esercizi di presenza, nel tentativo di realizzare il »ricordo di sé«, gli stessi esercizi che poi avrei assegnato per anni all’interno dei corsi di risveglio.

Quella frase rappresentava quindi il mio sentire... anzi... di più... rappresentava il mio ESSERE in quel momento. Mentre la scrivevo avevo le lacrime agli occhi, ero sicuro di aver sentito e compreso qualcosa di straordinario.

La mattina seguente, aprii il mio quaderno e rilessi quella stessa frase. Si trattava di una frase di una banalità inaudita. Rileggendola, mi vergognai di aver scritto una cosa così banale. Era come aver scritto “Tutto è amore” oppure “Siamo tutti fratelli”. Mi sembrava incredibile che la sera prima l’avessi percepita come un’intuizione di importanza capitale.

Cosa era successo? Era cambiato il mio stato di coscienza. In uno stato non ordinario di coscienza – in questo caso, provocato dall’uso di sostanze psicotrope – quella frase era stata da me SENTITA, mentre quando sono tornato nel mio stato ordinario, di identificazione con la mente, quella stessa frase era apparsa di una mediocrità disarmante. Questa realizzazione mi sconvolse e allo stesso tempo mi procurò un’intuizione molto potente: AVEVO REALIZZATO “NELLA CARNE” L’IMPORTANZA DELLO STATO DI COSCIENZA NELLA PERCEZIONE DELLA REALTÀ.

Vi ho riportato questo episodio, non per indurvi a utilizzare le stesse sostanze – il cui scopo, peraltro, in passato non fu mai ricreativo, bensì realizzativo di determinati stati di coscienza – ma per farvi comprendere con un esempio concreto che È IL NOSTRO STATO DI COSCIENZA A DETERMINARE LA NOSTRA COMPRENSIONE DELLA REALTÀ.

Mi spiego meglio. Talvolta mi chiedete come è possibile giungere a percepire la bellezza in ogni episodio della propria vita. Mi dite, con accento disperato: «Brizzi, io non riuscirò mai a vedere la bellezza in questa cosa che mi è successa, come insegni tu!»

Il punto è che voi pensate di poter cogliere la bellezza del mondo pur continuando a restare identificati con la vostra parte intellettuale, la quale non potrà mai cogliere la bellezza che si nasconde dietro la dualità, per cui vi sembra un traguardo inarrivabile. Ma il segreto è nello stato di coscienza a partire dal quale osservate questa realtà.

Allora, quando vi dirò “la mia anima vibra” intenderete ciò che vi sto dicendo.

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

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L’ATTENZIONE

di Salvatore Brizzi