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martedì 6 agosto 2024

Tutto buono o tutto cattivo

 

Questo è un fenomeno di cui abbiamo discusso con alcuni miei collaboratori: anche all’interno dell’ambiente della spiritualità le persone sviluppano pareri estremisti sia sulle situazioni che, soprattutto, sui personaggi. Lo fanno con i guru della spiritualità, con i personaggi politici, con gli imprenditori... e pure con me, che non sono nessuno.

 

Per loro, un personaggio o è buono o è cattivo, e fanno i salti mortali per farlo rientrare in una categoria o nell’altra, perché, e qui veniamo al punto, non riescono ancora a concepire l’essere umano come una galassia, con al suo interno tante stelle diverse fra loro, alcune ancora da scoprire, ma tuttavia sempre appartenenti a quell’unica galassia.

 


 

Quando ho parlato bene di Elon Musk, perché secondo me è sia un inventore, che un imprenditore, che uno dei pochi intellettuali con le idee chiare su questo pianeta, il cervello di molti di voi è andato il tilt: «Ma Brizzi, che cacchio dici! Elon Musk ci vuole trasformare tutti in macchine! È a favore del transumanesimo!»

 

Per chi si trova infognato nella mente duale, gestire un personaggio come Elon Musk è impossibile. Se riconosci il suo livello sia mentale che animico, non puoi odiarlo, ma a lui piace fare esperimenti con le nuove tecnologie sui terricoli sottosviluppati. Lui gode così. Quindi come lo classifichi? Non vorrei essere nei vostri panni (beh... questo sempre, a prescindere da Elon Musk!).

 

Anche quando ho parlato bene di Donald Trump molti miei lettori sono andati in blocco cerebrale: «Brizzi, hai visto che il tuo amico Trump ha dichiarato di sostenere Israele? Fa parte anche lui della lobby sionista. Adesso cosa mi rispondi, eh!»

 

E che dire del putiferio che si scatena quando parlo bene o male del vostro guru spirituale preferito? A voi la “non identificazione” di cui parlava Gurdjieff vi fa un baffo!

 

Tanti anni fa, mi sono permesso di dichiarare che Rudolf Steiner – che peraltro io ho sempre considerato un grande iniziato e filosofo, che ha affermato cose importanti nel campo dell’educazione – ha detto alcune cazzate riguardo la cosmogonia e ho aggiunto che la maggior parte delle odierne scuole steineriane non sono all’altezza del loro ispiratore. Rabbia e insulti da parte dei fan di Steiner.

 

Una volta ho detto che Aivanhov – altro gigante della spiritualità che ho sempre ammirato tantissimo – in realtà non è stato un maestro, se vogliamo utilizzare questo termine nel suo significato più tecnico, ma un grande iniziato. Lo stesso ho affermato di Gurdjieff, al quale devo gran parte di ciò che ho conquistato interiormente nel corso della mia esistenza. Ma per i fan di Aivanhov e Gurdjieff loro sono dei maestri, punto e basta. Affermare il contrario è una bestemmia, significa che non sei informato o sei in malafede.

 

Ho anche detto che questa affermazione di Gurdjieff non è vera: “Solo la sofferenza volontaria permette di evolvere. La sofferenza involontaria non serve a niente”. E l’ho detto perché io ho esperito sulla mia pelle che invece ogni genere di sofferenza permette a un essere di evolvere. Non l’avessi mai detto. Per i fan sfegatati di Gurdjieff – che di norma non hanno realizzato NIENTE di quanto ha insegnato il loro maestro – ciò che lui ha detto non può essere messo in dubbio, altrimenti collassa tutto il loro universo di certezze mentali.

 

Scrivere ben due post su Osho è stato divertentissimo. Considero quei due post un capolavoro di sperimentazione in ambito di lavoro su di sé, perché l’apparato mentale dei lettori è andato letteralmente in corto circuito: non riuscivano a capire se ne stavo parlando bene o male. Il risultato è stato che mi hanno insultato e mi hanno detto che non sono per niente informato... sia i suoi detrattori che i suoi sostenitori! Ho riso per giorni (in questo caso i commenti li ho letti eccome, non me li sarei persi per niente al mondo!).

 

Sono sempre stato – e ovviamente sono tuttora – un grande fan di Checco Zalone. Ma anche su questo avete avuto da ridire: «Brizzi, Zalone è un personaggio ambiguo, che non si espone mai, non prende mai posizione. Inoltre nel film Tolo tolo si vede che difende l’immigrazione».

Se un comico diventa preda della vostra mente duale, non vi fa più ridere. Questo è un meccanismo psicologico.

 

Che si tratti d’un politico, d’un grande imprenditore o d’un guru spirituale... la frase che mi ripetete più spesso è: «Brizzi, ti devi informare meglio!».

La vostra incomprensione del concetto di INCLUSIVITÀ raggiunge livelli tali per cui se l’altra persona non la pensa come voi... vuol dire che non è ben informata. Non siete in grado voi per primi di essere inclusivi e non potete nemmeno immaginare che lo sia qualcun altro.

 

Questo è grave, perché io posso non possedere una qualità... ma magari riconosco che qualcun altro più avanti di me sul cammino la possiede. E questo, personalmente, mi rende curioso. Ma quando il mio ego mi fa negare l’esistenza in assoluto di una qualità che io non possiedo... perché in questo caso dovrei ammettere che è un mio problema e che sono io a doverci lavorare... allora mi trovo a un punto di arresto nel mio cammino evolutivo.

 

Per la mente duale, un personaggio o è buono o è cattivo; o lavora per il bene o lavora per le forze oscure.

Per la mente duale la vera INCLUSIVITÀ non è solo difficile, è impossibile.

Per la mente duale NON CI SONO VIE DI MEZZO, NON CI SONO SFUMATURE.

La mente duale NON SA ACCOGLIERE LE SFACCETTATURE DI UN ESSERE UMANO.

La mente duale non concepisce che nel tempo si possa cambiare idea, verso il bene o verso il male, ma questo non significa dover buttare nel cesso quel personaggio e tutto quello che ha fatto. 

Per la mente duale un personaggio non può commettere errori. Non perdona né gli altri né se stessa.

L’inclusività, infatti, non può appartenere alla mente. Per poterla esperire dobbiamo entrare in UNO STATO NON ORDINARIO DI COSCIENZA, cioè UNO STATO CARDIACO.

Buon lavoro.

 

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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sabato 20 aprile 2024

Osho Rajneesh - approfondimento

 

Approfondimento del precedente articolo: Osho Rajneesh e la sua avventura americana.

Risponderò ad alcune domande che mi avete posto dal vivo - giusto al corso di qualche sera fa - e ad alcune che sono giunte alla redazione della casa editrice (dove comunque, in linea di massima, non dovete scrivere!).

Alcune domande sono di chi pensa che io abbia parlato male di Osho, senza conoscere le sue “qualità di grande maestro”. Altre domande sono di chi pensa che io abbia difeso Osho a tutti i costi, senza conoscere “le nefandezze che commetteva”.

Ancora una volta... siete magnifici!

Io vi vedo belli così... nella vostra bestiale ignoranza... e non è mia intenzione essere sarcastico. So di essere un po’ stronzo, ma questa volta non sono sarcastico!

D’altronde devo aiutarvi a svegliarvi, non vi devo insegnare tecniche di meditazione, quindi un po’ stronzo devo esserlo.

Osho Bhagwan Rajneesh

Coloro che credono io abbia parlato male di Osho sono tutti sannyasin (non lo so perché sono un grande maestro o un grande mago, ma semplicemente perché lo si capisce dai nomi e, soprattutto, dal fatto che me lo hanno detto loro stessi!). Non hanno capito il senso di ciò che ho scritto, poiché sono tutti, senza esclusione, infognati nella mente duale (dalla quale negli ultimi 20 o 30 anni hanno inutilmente provato ad uscire!): per loro, se scrivi di Osho... o sei contro o sei a favore... non hanno la capacità di stare nel mezzo. Ovviamente, non li sto in alcun modo criticando, ma so per certo che loro andranno in giro a dire che Brizzi parla male dei sannyasin!

Altro aspetto che ho rilevato in coloro che credono io abbia parlato male di Osho, è che si pongono sempre in maniera aggressiva. Sono tutti incazzosi. Eppure Osho ha insegnato così tante tecniche per lavorare sull’emotivo e per uscire dalla mente duale... magari nei prossimi giorni iniziano a praticarle anche loro. Io vi consiglio di cominciare a segnarvele in agenda.

Coloro che, invece,  credono che Osho sia stato un farabutto e che io ne abbia parlato troppo bene, talvolta sono ex sannyasin e talvolta semplicemente “curiosi di passaggio”, cioè persone che hanno letto qualche libro e hanno costruito la loro cultura principalmente su informazioni trovate in rete. Sono quelli a cui non piace il rapporto maestro/allievo e ripetono a pappagallo le frasi che diceva la loro nonna: «Stai lontano da quella gente. Sono tutti imbroglioni. Guarda che sono sette. Sono tutti venditori di fuffa. Mettiti a tavola che ti ho fatto i passatelli!»

Queste due categorie, pro e contro Osho, sono sempre esistite, ma la cosa che mi ha “fatto più senso” è che siano riemerse entrambe dopo la lettura del medesimo articolo!

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Passiamo ad alcune domande poste da chi crede che nel precedente articolo io abbia parlato male di Osho:

«Ma Brizzi, non dire stupidaggini, Osho era un grande maestro, insegnava molte tecniche e faceva anche lavorare molto sul piano emotivo!»

Conosco molte delle tecniche che insegnava Osho. So benissimo che utilizzava gli insegnamenti di Gurdjieff così come quelli di Gesù. Potrei dirvi, di ogni tecnica, quali centri va a stimolare nel praticante e quali sono i relativi rischi della tecnica. Poiché io sono un divulgatore che parla in maniera semplice, voi pensate che io sia anche un fesso, in quanto nessuno, né Osho né altri, vi ha insegnato la Legge dello Specchio!

Osho Bhagwan Rajneesh

Giusto per fare un esempio, alcune tecniche si focalizzavano sul rilascio emotivo. Le persone piangevano, urlavano e si dimenavano sul pavimento. Dopo stavano meglio. Beh... queste tecniche “non guariscono una minchia di niente” come già affermava il famoso filosofo greco Prepuzio di Mileto, indimenticato maestro di Clitoride di Elea (in lat.: nihil minchiam sanat).

Il corpo emotivo viene scaricato, perciò il praticante prova un senso di leggerezza e di apertura verso il mondo, ma se non c’è stata una trasformazione permanente sul piano alchemico, il corpo emotivo si ricarica e dopo qualche giorno tutto torna come prima.

«Brizzi, come fai a dire che quella comunità si limitava al piano emotivo e a quello sessuale? tu ci sei mai stato? hai mai vissuto nel concreto quell’esperienza?»

Se guardando delle immagini in tv non siete in grado di vedere se una persona è centrata in se stessa oppure si trova nel corpo emotivo... il problema è squisitamente vostro, non certo mio. Come sa bene chi si occupa degli interrogatori di polizia giudiziaria, non è poi così difficile capire se una persona sta mentendo, se è emotiva, ecc. ecc.

Inoltre, quando vedi persone armate di AK-47 che dicono di voler cambiare il mondo con la pace e la meditazione... e che sono vegetariane perché non vogliono fare del male agli animali... come fai a non capire che qualcosa è andato storto? Qualunque tecnica stessero usando, è evidente che NON GUARIVA UNA MINCHIA DI NIENTE (cit. Prepuzio di Mileto). Se sei uno normale lo capisci subito, ma se sei un sannyasin devi fare un corso di rieducazione per riuscire ad arrivare almeno al livello di coscienza di una  persona comune (beh... in effetti, qui un po’ sarcastico lo sono stato, lo ammetto, ma i sannyasin sicuramente mi perdoneranno e non mi porteranno rancore).

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Ora passiamo alle domande poste da chi pensa che nel precedente articolo io abbia parlato bene di Osho:

«Ma secondo te lui era ignaro oppure no? è possibile che non si sia accorto di ciò che stava succedendo? può essere che non si sia accorto dei sotterfugi di Sheela, ma i suoi seguaci armati di AK-47 non li vedeva? la pistola che Sheela teneva sempre alla cintola non l’ha mai notata?»

Per capire un iniziato o un maestro, bisogna entrare – almeno una volta nella vita – nel suo stato di coscienza. Chi pone queste domande – e non ne sto parlando male – è evidente che non ha mai trascorso un pomeriggio in giro per il centro della sua città in uno stato di “illuminazione”, cioè percependo la PERFEZIONE DI QUANTO ACCADE.

Io immagino che Sheela gli chiedesse l’autorizzazione per mettere in pratica le sue idee... e lui le rispondesse sempre di sì. La guardava dal Vuoto Cosmico in cui si trovava e la autorizzava a procedere. Nessuno è mai nato e nessuno è mai morto su questo pianeta, quale differenza avrebbe potuto fare una decisione di Sheela?

Osho Bhagwan Rajneesh

Si vede perfettamente dai suoi occhi che Osho era come un bambino. Non può essere paragonato a un Gurdjieff, il quale possedeva anche la malizia tipica della Quarta Via. Ve lo vedete Osho che fa il trasformista come Gurdjieff, uno che da giovane sapeva cavarsela in qualunque situazione? Osho non se la cavava nemmeno nella SUA situazione!

Invece di criticare e di schierarvi, sarebbe un esercizio interessante per voi analizzare le differenze e le affinità tra questi due grandi personaggi.

Una cosa è l’evoluzione ottenuta attraversando le varie tappe del percorso iniziatico, altra cosa è la realizzazione del sé avvenuta spontaneamente, come è sempre accaduto e come continua ad accadere anche oggi all’interno della linea evolutiva della non-dualità.

Vi posso garantire che nello sguardo di Osho non è presente alcun attaccamento – in quanto non è presente “qualcuno” che può provare attaccamento. Proprio per questo motivo, come un bambino, si circondava di cose belle, sfarzose e luccicanti, comprese le famose Rolls Royce.

Quando si rende conto che Sheela si è spinta troppo oltre, interrompe il suo silenzio, condanna il suo operato e la denuncia. Diventa consapevole del fatto che certe azioni di Sheela hanno danneggiato anche la sua missione, ciò a cui teneva di più. Si accorge che Sheela aveva creato una religione sfruttando l’insegnamento di uno che metteva in guardia dalle religioni! Prende subito provvedimenti, ma è troppo tardi.

Inoltre, da totale inesperto del mondo della materia quale è sempre stato, fa una cazzata dopo l’altra: denunciandola alle autorità permette alle forze dell’ordine di entrare nella comunità e iniziare le indagini anche su di lui. Questa era l’occasione che cercavano per rispedirlo a casa.

 

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«Brizzi, guarda che Osho ipnotizzava le persone. Secondo le testimonianze di alcuni ex-sannyasin era abile a creare una “bolla” che rendeva le persone succubi della sua energia. Hai mai ascoltato la testimonianza della sua ex collaboratrice Ma Anand Deeksha?».

Ma Anand Deeksha collabora con Osho in India dal 1971 al 1981. Poco dopo il loro trasferimento in Oregon fa le valige e abbandona la comunità, lasciando il posto a Ma Anand Sheela. Chiamata anche Dragon Lady, Deeksha era la classica “lady di ferro”, capace di impartire ordini e gestire uomini e mezzi con estrema efficienza. In pratica, una Sheela, ma senza la sua innata predisposizione al crimine (nessuno è perfetto!).

Deeksha entrerà a far parte della schiera di ex-sannyasin che ancora oggi parlano male di Osho e della comunità. Talvolta lo fanno per soldi, talvolta per acquisire notorietà, ma soprattutto perché questo è il meccanismo che scatta in automatico in quasi tutti gli ex appartenenti a un gruppo, una comunità o una setta. Il giorno prima avresti dato la vita per il tuo guru, il giorno dopo scopri che è la persona peggiore del mondo, che ti ha soggiogato, sfruttato, usato, ecc. ecc.

La Legge di Compensazione regna sovrana. Questo significa che ripensi a tutto ciò che ha detto e fatto il guru negli anni, ma adesso leggi ogni cosa secondo il tuo meccanismo di compensazione.

Osho Bhagwan Rajneesh

Come ho già detto, so perfettamente che la comunità era diventata una setta e che al suo interno c’erano lotte per il potere, intimidazioni, minacce e tentati omicidi, ma so anche che Osho si trovava in uno stato superiore di coscienza che per il “popolino” è impossibile da comprendere.

Ogni tentativo di giudicare qualcosa che non comprendi non può che essere fallimentare. Potete riconoscere la quarta dimensione pur restando nella terza? Potete riconoscere l’Uno continuando a stazionare nella dualità? L’orgoglio e l’arroganza vi fanno credere di sì, ma non è vero.

Georges Gurdjieff magnetismo

Le persone appartenenti al popolino non possono che interpretare tutto secondo il loro livello di coscienza, cioè all’OTTAVA BASSA: i guru creano delle sette che tengono le persone soggiogate, i guru ti riempiono la testa di stupidaggini, i guru hanno l’unico obiettivo di accumulare soldi e fare sesso, ecc. ecc.

Anche degli allievi di Gurdjieff si diceva che fossero totalmente soggiogati dal maestro e che si muovevano come burattini. Anche in quel caso si diceva che lavorassero come schiavi per molte ore al giorno, senza lamentarsi. Ma sia Osho che Gurdjieff possedevano un magnetismo eccezionale. Hanno entrambi rivoluzionato il mondo della crescita interiore. È difficile non essere influenzati dal loro magnetismo e non desiderare di passare più tempo possibile nelle loro vicinanze. Per le donne è difficile non innamorarsi di loro. Talvolta lo è persino per gli uomini, perché il maestro lo senti nel Cuore. Credete che per Gesù e Buddha non fosse lo stesso? Credete che gli allievi non facessero di tutto per stargli intorno e le donne non li desiderassero anche fisicamente?

Paramhansa Yogananda magnetismo

Mi state forse dicendo che è più corretto innamorarsi di un attore o di un cantante piuttosto che di un guru spirituale? Mi state dicendo che è più sano dare i soldi allo Stato invece che alla comunità di Osho (perché la comunità è una setta, mentre lo Stato no)?

Le persone si fanno ipnotizzare perché SONO FACILMENTE IPNOTIZZABILI. Ricordate che centinaia di migliaia di persone seguivano Wanna Marchi, la quale era arrivata a guadagnare un miliardo al mese!

Questo non implica automaticamente che in Osho, in Gurdjieff e in Yogananda ci fossero gli stessi intenti e la stessa malafede che c’era in Wanna Marchi. Proiettare sugli altri il nostro livello di coscienza ci preclude di cogliere la realtà oltre le apparenze.

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

 

 

 

Mercoledì 24

WESAK  2024

conducono Anna Silvano e Salvatore Brizzi

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PROSSIMA USCITA

LA SCONFITTA DI CRONOS

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DOPO IL LIBRO

L’ATTENZIONE

di Salvatore Brizzi

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giovedì 3 agosto 2023

Cos’è il ricordo di sé di cui parla Gurdjieff

Approfondimento di un post pubblicato su Twitter.

Intanto non dobbiamo confondere l’autentico »ricordo di sé« con lo “sforzo di ricordarsi di sé”, che viene messo in atto quando si fanno gli esercizi di presenza. Gli esercizi servono proprio affinché un giorno si attivi lo stato di vero ricordo, ma lo sforzo di restare presenti a sé stessi non è ancora quello stato. Il »ricordo di sé« è uno “stato emotivo superiore”, secondo la definizione di Gurdjieff. Quando lo provate, comprendete perché lui lo ha definito proprio in questo modo.

 


Cosa posso dirvi? Vivere in questo stato, significa finalmente VIVERE. Solo quando ci si sveglia a questo stato di coscienza si comprende davvero cosa vuol dire "essere addormentati”, fino a quel momento il “sonno della coscienza” resta unicamente un’espressione letta sui libri del baffone.

Il »ricordo di sé« è uno stato di meraviglia, nel quale la mente tace. Ti commuovi perché sei vivo, non perché ti è successo qualcosa di particolare. Finalmente, TI SENTI VIVO. Senti di possedere il corpo interamente. Non è così semplice da spiegare. Sei QUALCOSA DI VIVO, mentre prima, per quanto ti dessi da fare, eri un corpo inerte. Il movimento meccanico, infatti, non è MOVIMENTO VIVO, perché non implica la VERA VOLONTÀ. Adesso, un piacevole calore ti pervade sempre.

Ecco cosa significa avere un vero io, o meglio, ESSERE UN VERO IO. Quando lo provi, ti diventa subito chiara la frase di Gurdjieff: «l’uomo non possiede un vero io, deve costruirsi un io attraverso lo sforzo cosciente». Ti diventa chiaro anche ciò che dice la Bailey quando parla di Ego con la E maiuscola, e usa questo termine come sinonimo di anima.

Quando il tuo stato di coscienza cambia, gli insegnamenti non sono più in contrasto l’uno con l’altro, ma si compongono magicamente davanti a te come le tessere d’un puzzle. Nel ricordo di te stesso – e solo in quello stato – improvvisamente comprendi che Gesù invita a una “veglia” continua, in attesa dell’arrivo del “padrone” o del "signore":

«Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, affinché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!» (Mc 13,35).
«Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà» (Mt 24,42).

Le frasi di Gesù sono interpretabili a varie “ottave”, per cui alcuni significati restano nascosti finché tu non entri in uno stato di coscienza differente.

Allora comprendi anche cosa si intende con l’espressione “apertura del Cuore”, e realizzi che lo “stato emotivo superiore” di Gurdjieff non è altro che il Cuore aperto di cui parla Gesù.

Nel ricordo di te stesso senti di occupare tutto il corpo, non più solo la testa. Inoltre ti muovi a partire dal petto. Quando guidi, per esempio, la coscienza ha il suo centro di comando nel mezzo del petto, e da qui dirige i movimenti delle braccia e delle gambe. La testa diventa la periferia, non più il centro di ciò che sei. A raccontarlo appare strano... eppure è così.

E poi c’è quella rilassante sensazione che in realtà è tutto a posto, che non c’è bisogno di preoccuparsi, che i buoni e i cattivi del pianeta stanno solo giocando a un gioco da tavolo. E infine c’è la certezza che l’espressione da telegiornale “ha perso la vita in un incidente stradale” non ha alcun senso, in quanto senti di essere tu la vita, e quindi ciò che sei non può andare perduto.

Spero di avervi fatto innamorare di questo stato.

Continua in Il mondo non va aggiustato.

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

 

 

 

 

 

 

 

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