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Dopo trentadue (32) anni di poesia con pubblicazioni disperse, tanto
quelle individuali quanto quelle collettive, su riviste, blog e altre
poesie inedite, è arrivato il momento in cui bisogna fare un riesame di
quanto si è seminato.D qui è nata questa Antologia aperta (1983-2015),
perché come recita il titolo resta con la porta aperta, dal momento che
il poeta ha intenzione di continuare a comporre altre poesie, perché la
poesia è per lui una necessità, un’esalazione o respiro indescrivibile
dell’anima e della stessa vita.Per questo motivo, questa prima antologia
del poeta Ramón Fernández Palmeral resta aperta per altre eventuali
antologie.Ramón Palmeral, così come anche si fa chiamare, è un poeta
dell’esperienza, di difficile catalogazione, un poeta dai stili molto
dissimili tra loro, guidato dal proprio istinto, dove accoglie la poesia
dal verso libero e la conduce oltre ogni possibilità e conoscenza.È
stato diverse volte premiato, sebbene i premi non sono, forse, il suo
principale anelito. Si trova nell'antologia: “Cántiga. Poeti della
provincia di Ciudad Real. Primo quarto del XX secolo " Lendoria,
(2016).È stato direttore delle riviste Palmeral e Perito
(letterario-artistico) ad Alicante, città nella quale risiede
attualmente.In questa quinta edizione si sono riunite le poesie dedicate
a Miguel Hernández e, inoltre: Tutti i fiori sono morti, finalmente
uniti.Lavoro poetico:-Desolación sin nombre (1983)-Homero en Tarsis
(2004)-Antologia abierta (2016)-Bocadillo de balas(2017)-La cólero de
Aquiles (2017)-Lagrimaa ebrias de melancolía (2019)Traduzione italiana
di Vincenzo Paglione & Roberto Sapienza.
Epílogo o postprefaze
Correspondencias
de Vincenzo Paglione
¿Cómo se puede clasificar a un poeta que escapa a
cualquier forma de clasificación? Fueron los cubistas quienes alrededor de 1911
comenzaron a pegar trozos de papel en sus lienzos, dando lugar al collage, una
forma de expresión utilizada por todos los artistas del siglo XX. Técnica que
alcanzó su punto más alto con los surrealistas, quienes dieron libre expresión
a la asociación de imágenes, el onirismo, el componente lúdico, el automatismo.
La obra poética de Ramón Palmeral sin duda podría incluirse en la categoría de
este tipo de artistas, ya que la complejidad e infinidad de las
interpretaciones a las que dan lugar sus versos, muchas veces remiten a los
pioneros de esa temporada artística.
El suyo es un proceso que se ocupa de la aparente
distancia que existe entre la realidad de cada cosa, de cada experiencia y la
impresión como posibilidad no menos distante y comprensible de esa realidad. La
unión de estos elementos sugiere al lector una sucesión de imágenes contradictorias
que se superponen hasta transformarse en una representación simbólica de la
experiencia individual y social del autor. Él es crítico, a veces
sutilmente, del comportamiento humano, la irracionalidad, la violencia y la
locura que lo invaden. En otras circunstancias se expresa sin ningún tipo de
autocensura, evitando ceñirse a lo políticamente correcto, para hacer evidente
su abandono a las transfiguraciones que ofrece la palabra. Lo prosaico
corresponde a la necesidad de incorporar diferentes sujetos y tiempos en el
discurso poético, de coordinar la urdimbre poética en un orden sintácticamente
complejo. En las composiciones, por tanto, emerge la inspiración más personal
del autor, que es la que se nutre de la experiencia para convertirse en creación
intelectual, donde se definen las características de la precaria aventura del
hombre, marcada por la duda y el dolor cotidiano.
La poesía española de los primeros cuarenta años del
siglo XX había llamado la atención de todos sobre el tema del conflicto entre
el individuo y la sociedad, entre la razón y el sueño, entre la coherencia y la
revuelta creativa, caracterizándose por ser diferente a la europea. Ramón
Palmeral es un verdadero continuador de esta “tradición” que no deja de
sorprender a quienes entran en contacto con ella. Sin embargo, en sus versos se
observa, a diferencia de las generaciones anteriores, la falta de
correspondencia con la figura del autor poeta que se valora a sí mismo como
ideólogo y moralista y que había prevalecido a partir de 1939 hasta bien
entrados los años sesenta. Los mejores representantes de esta época tuvieron
que afrontar la muerte, el exilio y el ostracismo interno como precio a pagar
contra un régimen que quiso adornarse con una literatura más acorde a su
naturaleza, ávido de no rendirse hacía aquella otra que había florecido en la
época de la República.
Una vez aclarada esta valoración, cuando se afirma
que Fernández Palmeral sigue los pasos de las generaciones pasadas de poetas,
es porque éstos supieron descubrir la forma de expresar su experiencia poblada
de nostalgia, cadencias modernistas, tedio combinado con elegante lirismo, el
mundo de los afectos privados, la amarga ironía del amor, la amistad, un cierto
patetismo, la muerte, el surrealismo simbolista (que en el autor pretende
colmar los huecos que deja el desenlace poético de una generación) y,
finalmente, la sutil presencia en la vida de un Dios invisible, pero claramente
personal, con el que se dialoga afablemente.
En la trayectoria poética de este poeta se observa
un recorrido coherente y sólido hacia lo que podría definirse como los meandros
de la cotidianidad onírica, muchas veces desagradable, pero que en todo caso
marca la variedad de temas y tópicos, como prueba de un enriquecimiento de casi
cuarenta años de labor.
El tono, el
ritmo, el léxico y la sintaxis de los temas tratados en esta colección están,
por tanto, imbuidos de una cotidianidad vivencial subjetiva que exige
participar en el devenir universal del arte poético, sin desesperación, pero
con la conciencia del límite del vivir. Un hilo conductor en el que el autor ha
mantenido su fe a lo largo de este tiempo, ligado a la experiencia del mundo y a
las constantes referencias y correspondencias entre la realidad y la práctica del
lenguaje.
23 de noviembre 2020
Vincenz0 Paglione
Postfazione
Corrispondenze
di Vincenzo Paglione
In che modo si
può classificare un poeta che sfugge a ogni forma di classificazione? Sono
stati i cubisti che intorno al 1911 cominciarono a incollare pezzi di carta
nelle loro tele dando origine al collage, una forma di espressione di
cui fecero ricorso tutti gli artisti del XX secolo. Tecnica che raggiunse il
suo punto più elevato con i surrealisti, i quali diedero libera espressione
all’associazione delle immagini, l’onirismo, la componente ludica,
l’automatismo. L’opera poetica di Ramón Palmeral senza dubbi potrebbe rientrare
nel novero di questa tipologia di artisti, poiché la complessità e l’infinità
delle interpretazioni cui danno luogo i suoi versi, spesso si richiamano ai
pionieri di quella stagione artistica.
Il suo è un processo che affronta la distanza apparente che
intercorre tra la realtà di ogni cosa, di ogni esperienza e l’impressione come
possibilità non meno distante e comprensibile di quella realtà. L’accoppiamento
di questi elementi suggerisce al lettore una successione d’immagini
contraddittorie che si sovrappongono fino a trasformarle in rappresentazione
simbolica dell’esperienza individuale e sociale dell’autore. Egli si mostra
critico, a volte in maniera sottile, nei confronti del comportamento umano,
l’irrazionalità, la violenza e la follia che lo pervadono. In altre circostanze
si esprime senza alcuna autocensura, evitando di attenersi al politicamente
corretto, in modo da rendere evidente il proprio abbandono alle trasfigurazioni
offerte dalla parola. Il prosaico corrisponde alla necessità di conglobare nel
discorso poetico diversi soggetti e tempi, di concertare in un ordine
sintatticamente complesso l’ordito poematico. Nei suoi componimenti affiora
dunque l’estro più personale dell’autore, ovvero quello che si nutre
dell’esperienza per tramutarsi in creazione intellettuale, dove si definiscono
i connotati della precaria avventura dell’uomo, segnata dal dubbio e dal dolore
quotidiano.
La poesia spagnola dei primi quarant’anni del Novecento aveva
sottoposto all’attenzione di tutti il tema del conflitto tra individuo e
società, tra ragione e sogno, tra coerenza e rivolta creativa, nei confronti di
una cultura che si è sempre contraddistinta per il suo essere altra a quella
dell’Europa. Ramón Palmeral rientra a pieno titolo come- continuatore di questa
“tradizione” che non ha mai smesso di stupire a chi ne entra in contatto.
Tuttavia nei suoi versi si osserva, diversamente da quelli delle generazioni
precedenti, la mancanza di corrispondenza con la figura del poeta artefice che
valuta se stesso come ideologo e moralista e che era prevalsa a partire dal
1939 sino a ben inoltrati gli anni Sessanta. I migliori rappresentanti di
questa stagione dovettero affrontare la morte, l’esilio e l’ostracismo interno come
prezzo da pagare nei confronti di un regime che voleva ornarsi di una
letteratura più confacente alla sua indole, desiderosa di non demeritare al
confronto con quella fiorita al tempo della Repubblica.
Fatta questa valutazione, quando si afferma che Fernández
Palmeral segue le tracce delle passate generazioni di poeti, è perché essi
seppero scoprire il modo di esprimere la loro esperienza popolata di nostalgie,
di cadenze moderniste, il tedio unito a un lirismo elegante, il mondo degli
affetti privati, l’amara ironia dell’amore, l’amicizia, il patetismo vago, la
morte, il surrealismo simbolista (che nell’autore è destinato a supplire i
vuoti lasciati dalla fine poetica di una generazione) e, infine, la sottile
presenza nella vita di un Dio invisibile, ma chiaramente personale con il quale
si conversa in maniera bonaria.
Nel percorso poetico di questo poeta si può osservare un
coerente e solido viaggio verso quelli che si potrebbero definire i meandri
della quotidianità onirica, sovente sgradevole, ma che comunque segna la
varietà di tematiche e argomenti trattati, a riprova di un arricchimento
temporale pressoché quarantennale.
Il tono, il ritmo, il
lessico e la sintassi dei temi trattati nella presente silloge sono, quindi,
intrisi di una quotidianità esperienziale soggettiva che reclama di partecipare
al divenire universale dell’arte poetica, senza disperazione, ma con la
consapevolezza del limite del vivere. Filo conduttore a cui l’autore ha tenuto
fede lungo tutto questo tempo, legato all’esperienza del mondo e dei continui
rimandi e rispondenze tra realtà e pratica del linguaggio.
23 novembre 2020
Curriculum
Vitea
Ramón Fernández «Palmeral» è nato a Piedrabuena (ciudad Real) nel 1947. Malaghegno di adozione, dove ha
trascorso la sua infanzia e la sua gioventù, risiede ad Alicante dal 1990.
Collabora con i mezzi di comunicazione e riviste specializzate dove ha pubblicato
studi monografici su Miguel Hernández, Ramón Sijé e Carlos Fenoll.
Ha realizzato studi di Geografia e di Storia a Castellón de la
Plana, ha seguito studi di Diritto a Granada. Ad Alicante è stato fondatore
delle riviste illustrate PALMERAL (di carattere Poetico-Artistico), PERITO (di
carattere Letterario-Artistico), le riviste digitali NUEVO IMPULSO e Miguel Hernández. Multimedia-centenario. Partner d'onore di specchio di alicante. Parner Adeneo de
Valencia. È direttore dell’editrice Palmeral. Ha collaborato con articoli di
opinione nei quotidiani Información, La Verdad, Noticias de
Alicante e in riviste: Utopía (Axarquía), El Eco Hernandiano
(digital empresa), Estudios Monoveros (illustrazioni). Ha partecipato
anche nella pagina digitale della Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes,
Orihueladigital, Baquiana (Miami), Alicante hoy, Perito, Mundo Cultural Hispano; riviste
stampate quali Anthropos, Auca, Ágora, Letralia, Numen,
Diario de Alicante, El Monárquico, Hoja del lunes.com, Wall Street International Magazin. Ha partecipato nei recital della
provincia di Alicante.
Dirige il blog POESIA PALMERIANA.
http://poesapalmeriana.blogspot.com/
POESIA
·
Desolación sin nombre (1983)
·
Homero en Tarsis (2004)
A Antología a bierta (2016) "en castellano)
·
Antología abierta (2016) (Tradotto in italiano)
·
Bocadillo de balas (2017)
·
La cólera de Aquiles (2017)
·
Lágrimas ebrias de melancolía (2019)
Ha pubblicato i seguenti volumi di
saggistica: Encuentros en el IV Centenario del Quijote (2004), Buscando
a Azorín por la Mancha (2005), Tras los pasos de Juan Goytisolo por los
Campos de Níjar (2005), Singladuras por la comarca de Vinalopó
(2006); Buscando a Anonio en Soria y
Baeza (2006); il romanzo breve El héroe de Nador, El rey de los
moriscos, El cazador del arco iris. Buscando a Antonio Machado en Soria y Baeza
(2006) La princesa Anuati-Matua (2020), La baronesa desnuda (2020); i volumi Monográfico
Lorquiano. Federico García Lorca Poeta en Nueva York (2019). Secretos para
escribir novelas y relatos (Amazon, 2016). De la creación poética, Exégesis de las Elegias de Duino de Rilke,
Glosada de candente horror de Juan Gil-Albert. Glosada de Canto de Teresa de
Espronceda.
È autore di testi su argomenti hernandiani: El hombre acecha como
eje de la poesía de guerra (2004), Simbología secreta de «Perito en
Lunas» (2005), Doce artículos hernandianos y uno más (2005), Simbología
secreta de la decadencia de la flauta y el reinado de los fantasmas de Ramón
Sijé (2006), Monográfico Hernandiano (2010), Simbología secreta
de Viento del Pueblo (2010), Carlos Fenoll: Trayectoria vital y poética
(2012), Ramón Sijé, el Estigmatizado (2013), Miguel Hernández, el
poeta del pueblo en 40 artículos (Editorial ECU, 2019), Miguel
Hernández, el poeta de las tres heridas (Amazon, 2013 e 2019), Herméutica
de Hombre a la deriva de Manuel Molina, Centenario de Vicente Ramos
Elegías de Guadalest.
Ha partecipato a congressi e presentato diverse conferenze
intorno alla tematica hernandiana,
Juan Gil-Albert y Marino Bendetti.
Biografia in Wikipedia:
https://es.wikipedia.org/wiki/Ram%C3%B3n_Fern%C3%A1ndez_Palmeral