"Attore italiano. Dopo gli anni di formazione all’Accademia d’arte drammatica e un esordio nel teatro di prosa, sceglie la strada della comicità e dello sketch verbale. Lavora in radio e negli spettacoli teatrali di Garinei e Giovannini e, dagli anni ’60, conduce in televisione Canzonissima, programma per il quale dà vita a macchiette della piccola borghesia romana, o a testardi, cinici, vigliacchi personaggi del popolino. La sua carriera cinematografica conta una quarantina di titoli, ma solo in ruoli di secondo piano in commediole trascurabili (Il conte Tacchia, 1982, di S. Corbucci; Grandi magazzini, 1986, di Castellano & Pipolo). Caratterista estroso ed efficace, abile soprattutto nel disegnare la figura del romano invadente e spocchioso, ha lavorato tuttavia anche con autori come E. Scola (Splendor, 1989) e F. Archibugi (Verso sera, 1990). La prova migliore è certamente quella di Parenti serpenti (1992) di M. Monicelli, nel ruolo del goffo e svampito pensionato che, con le sue richieste, smaschera l’ipocrita solidarietà familiare."