Propr. C.?García M., attrice spagnola. Esordisce sul grande schermo alla fine degli anni ’60, ma i primi successi li ottiene con la commedia Tigres de papel (Tigri di carta, 1977) di F. Colomo, che le apre le porte anche del teatro e della televisione. Bruna, affascinante, ironica e grintosa, si afferma in breve tempo come una delle migliori attrici della Spagna contemporanea grazie alla collaborazione con registi maestri della commedia rocambolesca quali P. Almodóvar e F. Trueba. Fra i film diretti da Almodóvar, la si ricorda improbabile suora amante della musica in L’indiscreto fascino del peccato (1983), casalinga frustrata in Che ho fatto io per meritare questo? (1984), abbandonata dal suo compagno in Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988), forse la sua migliore interpretazione. In Sé infiel y non mires con quién (Sii infedele non importa con chi, 1985) di F. Trueba è invece una moglie fedifraga. Con il passare degli anni accetta ruoli meno grotteschi come la protagonista del dramma a sfondo sociale Ay, Carmela! (1990) di C. Saura, la stressata moglie di Come essere donna senza lasciarci la pelle (1991) di A. Belén e l’invadente madre del drammatico Alice e Martin (1998) di A. Téchiné. Dalla fine degli anni ’90 lavora molto anche per la televisione, ma senza dimenticare il cinema. Fra le altre sue più convincenti interpretazioni, l’efficace caratterizzazione di Julia nel grottesco La comunidad (2000) di A. de La Iglesia, con cui collabora anche per 800 balas (2002). Nello stesso anno interpreta l’affettuosa nonna del piccolo protagonista di Valentin, diretto da A.?Agresti. Nel 2005 si offre in Reinas - Il matrimonio che mancava (2005) di M.G. Pereira e nel 2006 ritorna con l’aspetto glorioso di un fantasma nel coro al femminile di Volver - Tornare (2006) di Almodóvar, il cui cast si aggiudica un premio al Festival di Cannes.