Come Musica's Reviews > Baumgartner

Per tutta la lettura della storia di Seymour Baumgartner, una vita ordinaria, tanti gli echi che ho colto: da Oblomov a Martin Eden a Stoner, sebbene questi personaggi siano distanti da Baumgartner.

La vita ordinaria di Baumgartner, professore di filosofia, sembra chiusa tra il già stato e il sarà, in quell'interregno in cui il presente è quasi privo di rilevanza:

“sa soltanto che tra i vivi e i morti c’è un legame, e che un legame profondo come quello che c’era tra loro quando lei era in vita può proseguire anche dopo la morte, perché se uno muore prima dell’altro, il vivo può mantenere il morto in una specie di limbo provvisorio tra la vita e la non-vita, ma quando muore anche il vivo, allora è la fine, e la coscienza del morto si spegne per sempre. ”

Nonostante il dolore per la perdita della moglie e la possibilità di ritornare a essere felice, Baumgartner ha il pregio di aver conservato la capacità di meravigliarsi. Ha tenuto lontani da sé il disincanto e il disamore. E proprio questa sua capacità di rendere grazie alla vita per quello che gli ha dato

“e [...] mentre stendevano la coperta sul terreno sabbioso e lui si voltava verso il viso bellissimo e radioso di Anna, era stato travolto da un’ondata di felicità cosí potente che gli erano venute le lacrime agli occhi e si era detto: Ricorda questo momento, piccolo uomo, ricordalo finché campi, perché non ti accadrà mai nulla di piú importante di quello che ti sta accadendo in questo momento.”

Paul Auster, in “Baumgartner” ci lascia un insegnamento: quello di gioire di ciò che la vita ci ha donato, senza inquinare le nostre esistenze con paure e ansie

“Il 3 gennaio si scambiano una lunga telefonata. Baumgartner ce la mette tutta per soffocare le paure e controllare il tono di voce, ma quel pomeriggio Bebe è di ottimo umore, ha fatto le valigie ed è pronta a partire l’indomani mattina, e l’ultima cosa che vuole Baumgartner è inquinare la sua felicità con foschi presagi.”