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La bambinaia francese
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Si sconsiglia vivamente la lettura alle fans di Mr Edward Rochester
Questo romanzo viene spesso presentato come lo spin-off di Jane Eyre di Charlotte Brontë, ma in realtà è molto di più.
Abituata come sono a leggere gli spin-off dei romanzi di Jane Austen, scritti spesso da persone che non sono all’altezza del compito che si sono accollato (ma non sempre, Aidan, Grange e Bebris e senz’altro tanti altri scrittori sono adeguatamente preparati sul contesto storico e sulla grandissima scrittrice inglese), non mi pareva vero che un’autrice del livello di Pitzorno si fosse abbassata a scrivere fan-fiction! E infatti La Bambinaia va considerato solo ed esclusivamente come un Romanzo Storico bellissimo, pieno di riferimenti a personaggi del tempo e ricco di omaggi a scrittori, musicisti e filosofi, in cui, casualmente, i personaggi e i luoghi di Jane Eyre compaiono per presentarci la contrapposizione fra le diverse società del tempo, la Francese, più illuminata e flessibile contro l’Inglese, più rigida, moralista e intransigente.
L’idea per questo romanzo nasce dal libro (già spin-off di Jane Eyre) scritto da Jeanne Rhys nel 1966, Il Grande Mare dei Sargassi, in cui si parla della vera storia di Bertha Mason, la moglie pazza di Rochester. Inoltre Pitzorno nella postfazione scrive:
Il primo doveroso omaggio va a tutte le opere di Charlotte Bronte, e in particolare a Jane Eyre e a Villette, dove l'autrice esprime senza mezzi termini la sua opinione sul carattere 'falso, frivolo e superficiale' delle donne francesi, e sugli adulti che si inteneriscono eccessivamente sull'infanzia. A questa doppia dichiarazione di disistima io, che ho un debole per i bambini e una grande ammirazione per il carattere e la cultura dei francesi, specie quelli dell'Ottocento, cerco di dare la mia risposta.
E così Rochester è presentato malissimo, un libertino impenitente, che fa il moralista quando gli conviene (cioè quando si tratta di donne, mentre agli uomini - soprattutto ricchi e aristocratici - tutto è concesso, infatti più di una volta ha rischiato la bigamia).
Jane Eyre è piuttosto fredda e rigida, ma anche molto ingenua, e casca tra le maglie della rete tesale da Rochester.
Fra l’altro Pitzorno si rivela una estimatrice di Jane Austen come me: più volte nel corso del libro viene omaggiata la scrittrice inglese, il cui romanzo L’Abbazia di Northanger è il preferito della protagonista. (E, fra parentesi, le atmosfere gotiche di Jane Eyre sono proprio ciò che viene maggiormente messo alla berlina nell’Abbazia, e questo crea un intreccio fra le trame dei tre libri – e anche di Udolpho di Radcliffe – come se Jane Austen fosse riuscita, da morta, a prendersi gioco di Charlotte Brontë).
E questa potrebbe essere una specie di vendetta su Charlotte Brontë, che era una grande detrattrice di Jane Austen… non voglio attribuire a Pitzorno dei sentimenti così meschini, ma io leggendo questo romanzo ho pensato (e l’ho anche commentato fra le note a margine): Jane Austen: 1 – Charlotte Brontë: 0!
Quindi: sconsigliato vivamente alle fan innamorate di Rochester, altrimenti, più che consigliato a chi è aperto a vedere la storia sotto altri punti di vista: per me un Grande Romanzo Storico da *****!
Il 26-08-2012 sul blog La città dei libri sognanti abbiamo celebrato i 70 anni di Bianca Pitzorno parlando di questo romanzo: https://librisognanti.wordpress.com/2...
Questo romanzo viene spesso presentato come lo spin-off di Jane Eyre di Charlotte Brontë, ma in realtà è molto di più.
Abituata come sono a leggere gli spin-off dei romanzi di Jane Austen, scritti spesso da persone che non sono all’altezza del compito che si sono accollato (ma non sempre, Aidan, Grange e Bebris e senz’altro tanti altri scrittori sono adeguatamente preparati sul contesto storico e sulla grandissima scrittrice inglese), non mi pareva vero che un’autrice del livello di Pitzorno si fosse abbassata a scrivere fan-fiction! E infatti La Bambinaia va considerato solo ed esclusivamente come un Romanzo Storico bellissimo, pieno di riferimenti a personaggi del tempo e ricco di omaggi a scrittori, musicisti e filosofi, in cui, casualmente, i personaggi e i luoghi di Jane Eyre compaiono per presentarci la contrapposizione fra le diverse società del tempo, la Francese, più illuminata e flessibile contro l’Inglese, più rigida, moralista e intransigente.
L’idea per questo romanzo nasce dal libro (già spin-off di Jane Eyre) scritto da Jeanne Rhys nel 1966, Il Grande Mare dei Sargassi, in cui si parla della vera storia di Bertha Mason, la moglie pazza di Rochester. Inoltre Pitzorno nella postfazione scrive:
Il primo doveroso omaggio va a tutte le opere di Charlotte Bronte, e in particolare a Jane Eyre e a Villette, dove l'autrice esprime senza mezzi termini la sua opinione sul carattere 'falso, frivolo e superficiale' delle donne francesi, e sugli adulti che si inteneriscono eccessivamente sull'infanzia. A questa doppia dichiarazione di disistima io, che ho un debole per i bambini e una grande ammirazione per il carattere e la cultura dei francesi, specie quelli dell'Ottocento, cerco di dare la mia risposta.
E così Rochester è presentato malissimo, un libertino impenitente, che fa il moralista quando gli conviene (cioè quando si tratta di donne, mentre agli uomini - soprattutto ricchi e aristocratici - tutto è concesso, infatti più di una volta ha rischiato la bigamia).
Jane Eyre è piuttosto fredda e rigida, ma anche molto ingenua, e casca tra le maglie della rete tesale da Rochester.
Fra l’altro Pitzorno si rivela una estimatrice di Jane Austen come me: più volte nel corso del libro viene omaggiata la scrittrice inglese, il cui romanzo L’Abbazia di Northanger è il preferito della protagonista. (E, fra parentesi, le atmosfere gotiche di Jane Eyre sono proprio ciò che viene maggiormente messo alla berlina nell’Abbazia, e questo crea un intreccio fra le trame dei tre libri – e anche di Udolpho di Radcliffe – come se Jane Austen fosse riuscita, da morta, a prendersi gioco di Charlotte Brontë).
E questa potrebbe essere una specie di vendetta su Charlotte Brontë, che era una grande detrattrice di Jane Austen… non voglio attribuire a Pitzorno dei sentimenti così meschini, ma io leggendo questo romanzo ho pensato (e l’ho anche commentato fra le note a margine): Jane Austen: 1 – Charlotte Brontë: 0!
Quindi: sconsigliato vivamente alle fan innamorate di Rochester, altrimenti, più che consigliato a chi è aperto a vedere la storia sotto altri punti di vista: per me un Grande Romanzo Storico da *****!
Il 26-08-2012 sul blog La città dei libri sognanti abbiamo celebrato i 70 anni di Bianca Pitzorno parlando di questo romanzo: https://librisognanti.wordpress.com/2...
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La bambinaia francese.
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Reading Progress
Started Reading
October 27, 2010
–
Finished Reading
April 3, 2011
– Shelved
September 1, 2012
– Shelved as:
old-friends-new-fancies