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The second volume in The Copenhagen Trilogy, the searing portrait of a woman's journey through love, friendship, ambition and addiction, from one of Denmark's most celebrated twentieth-century writers

Forced to leave school early, Tove embarks on a chequered career in a string of low-paid, menial jobs. But she is hungry: for poetry, for love, for real life to begin. As Europe slides into war, she must navigate exploitative bosses, a Nazi landlady and unwelcome sexual encounters on the road to hard-won independence. Yet she remains ruthlessly determined in the pursuit of her poetic vocation - until at last the miracle she has always dreamed of appears to be within reach.

Youth, the second volume in The Copenhagen Trilogy, is a strikingly honest and immersive portrait of adolescence, filled with biting humour, vulnerability and poeticism.

132 pages, Paperback

First published January 1, 1967

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About the author

Tove Ditlevsen

111 books859 followers
Tove Ditlevsen var en dansk forfatter, som hentede inspiration i sit eget liv som kvinde. I sin digtning og som yndet brevkasseredaktør i Familie Journalen udfoldede hun en dyb psykologisk indsigt i moderne kvinders splittede liv. Hendes evne til at udtrykke sammensatte følelser i et enkelt og smukt sprog fik betydning for flere generationer af læsere.

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Profile Image for Orsodimondo [in pausa].
2,351 reviews2,287 followers
February 1, 2024
ALL’OMBRA DELLA FANCIULLA IN FIORE



… mentre sto in mezzo alla mia famiglia, a questi volti che mi circondano fin dall’infanzia, e li trovo stanchi, invecchiati, come se gli anni che io ho impiegato a diventare adulta li avessero totalmente consumati. Perfino le mie cugine, che non hanno poi tanti anni più di me, hanno un’aria affaticata, logorata.

La prima cosa che salta agli occhi aprendo questo secondo capitolo dell’autobiografia di Tove Ditlevsen è che sembra proprio scritta in continuità, e pensata come corpo unico: gli stessi personaggi ritornano, senza descrizioni o spiegazioni, meglio che la memoria del lettore sia fresca del capitolo precedente, Infanzia.
Nel frattempo io ho sviluppato un amore per questo memoir che leggo a puntate, prima l’infanzia, ora la gioventù, in attesa del prossimo “da grande” (Dipendenza, titolo alquanto esplicito). Mi colpisce e mi avvolge l’ironia, che in certi momenti regala sorrisi, quando non vere e proprie risate, la freschezza, lo sguardo, la lingua semplice che non cerca di complicare le cose ma di raccontarle nel modo più diretto e piano possibile, la prospettiva che verrebbe da definire poggiata sull’ingenuità.
Ma poi, ogni tanto, spesso, arrivano frecce, aculei, tagli: che vanno tutti al centro del bersaglio. E parte del bersaglio sono io, la mia anima.



A parte questo, i miei anni verdi non sono altro che una carenza, un impedimento, del quale non sarà mai troppo presto per sbarazzarmi.

L’adolescente Tove ha dovuto abbandonare lo studio alla fine della scuola media: niente ginnasio per lei. Non abbastanza soldi in casa per qualcosa che non è considerato indispensabile. Si sente comune, per certi versi si sente insipida: ma compone poesie, e i libri su di lei hanno un effetto rigenerante. Non lo dice, ma lo comunica in qualche modo: il suo riscatto – dalla povertà, dall’ignoranza, dalla monotonia, dalla banalità, dalla noia – deve passare attraverso la scrittura, la pagina, scritta stampata e letta. Sembra di sentire l’odore di tipografia, di rilegatura, della carta e dell’inchiostro.
Tutto e tutti la spingono a prendere marito: sarà l’uomo che sposerà e si prenderà cura di lei a rappresentare la sua redenzione, il suo vero ingresso nella società degli uomini, il suo morso di felicità.
E Tove sembra crederci: insegue balli, accompagnatori, baci nell’androne, palpate, la perdita della verginità, il rischio d’essere rimasta incinta che perfortuna presto svanisce – un figlio sì, ma non così, non ora.
Ma dentro Tove sa che la sua strada è altrove, il suo percorso è diverso dalla gente che la circonda, il suo obiettivo è più alto.



È questa la cosa strana, in me: scrivo poesie, ma al tempo stesso sono una persona molto comune. Come tutte le altre giovani donne, vorrei sposarmi, fare figli e avere una casa tutta mia. C’è una certa pena, una certa fragilità, nell’essere una ragazza che si guadagna il pane da sola. Non si vede alcuna luce in fondo a questa strada. E vorrei tanto godermi il tempo che ho, anziché dover sempre venderlo.

Dietro questa apparente semplicità di racconto, questa narrazione che sembra sgorgare di getto, percepisco invece cura lima lavoro, risultato di una struttura complessa con ogni volume che senza svelare l’esito del successivo, già ne fa risuonare l’inizio.
Tove ci risparmia il flagello dell’autoanalisi, del ripiegamento, del proprio dolore sopra ogni altro: ma non è così difficile percepire che questa donna ha avuto una vita difficile, breve, conclusa tragicamente. Non è affatto difficile palpare la fragilità della condizione umana.
Condizione resa ancora più precaria dagli echi di guerra, dal diffondersi del nazismo oltre i confini nazionali, dai discorsi urlati di Hitler trasmessi alla radio. Brrr…

Ho sempre l’impressione di dover dire addio a tutti gli uomini e di dover stare lì a fissare la loro schiena che si allontana e sentire i loro passi che si perdono nel buio. Ed è raro che si girino a farmi un cenno di saluto.

Profile Image for Bart Moeyaert.
Author 101 books1,736 followers
December 1, 2020
Over drie boeken ga ik drie keer met ongeveer dezelfde woorden beginnen, en het is niet omdat ik lui ben. Ik ben gewoon met hetzelfde vuur enthousiast over drie verschillende titels van een en dezelfde Deense auteur: Tove Ditlevsen. Lees ‘Kindertijd’, lees ‘Jeugd’ en lees ‘Afhankelijkheid’.

Ik tip je Ditlevsen als je wel eens over je schouder kijkt en nadenkt over je roots, je verdiensten, je tekortkomingen, je onzekerheden, je persoonlijke inzichten (die natuurlijk te laat kwamen, dat doen inzichten altijd).

Ik raad je Ditlevsen in het bijzonder aan als je dichterlijke aspiraties hebt of ervan droomt om met een roman in de boekhandel te liggen. Laaf je aan de woorden van deze schrijfster, monkel om haar humor, let op haar beelden en vergelijkingen, onthou hoe mooi het is als je zinnen ongedwongen en natuurlijk stromen, en geniet, geniet, geniet.

Die laatste woorden herhaal ik alweer niet omdat ik lui ben. Ik herhaal ze gewoon om uit te drukken hoe graag en gretig ik deze trilogie heb gelezen.

‘Jeugd’ is uit het Deens vertaald door Lammie Post-Oostenbrink.
Profile Image for Peter.
359 reviews202 followers
May 16, 2021
Achtung: Spoiler!
Der zweite Teil der „Kopenhagen Trilogie“ von Tove Ditlevsen hat mir deutlich besser gefallen als Teil 1 „Kindheit“. Vielleicht deshalb, weil er trotz aller Entbehrungen und Fehltritte optimistisch ist. Nur zu Beginn ihres Arbeitslebens unterbricht sie ihre literarischen Versuche, weil sie einfach zu erschöpft nach Hause kommt. Sie träumt von Einsamkeit und einem totalen Mangel an Familie und Verwandtschaft, von einer Dachkammer mit einem Talglicht und einer übers Papier kratzenden Feder. Wie schon in ihrer Kindheit wünscht sie nichts sehnlicher, als dass auch dieser Lebensabschnitt mit ihrem 18. Geburtstag zu Ende geht, an dem sie von Zuhause ausziehen darf: Ich bin froh über meine Jugend und meine Gesundheit. Davon abgesehen ist meine Jugend aber nichts als ein Mangel und Hindernis, das ich nicht schnell genug überwinden kann.

Mit der Zeit arbeitet sie sich von einer Küchenhilfe zu einer Bürokraft und Stenotypistin hoch, die sich die ersehnte eigene Wohnung leisten kann. Dadurch wird das Verhältnis zu ihren Eltern etwas entspannter, aber auch beim Tod ihrer geliebten Tante schafft Tove es nicht ihre Mutter in den Arm zu nehmen. Zu viel ist während der frühen Jahre zwischen ihnen kaputt gegangen.

Tove zieht mir ihrer neuen Freundin Nina durch die Bars, ist kurzzeitig verlobt, und lernt schließlich Viggo F. kennen, den Verleger einer kleinen Literaturzeitschrift. Er ist deutlich älter und ein beleibter Genussmensch. Trotzdem fühlt Tove sich zu ihm hingezogen. Viggo veröffentlicht nicht nur eines ihrer Gedichte, sondern hilft ihr bei der Publikation eines ganzen Gedichtbandes unter dem Titel „Mädchenseele“. Unterdessen ziehen sich die politischen Wolken zusammen. In Deutschland ist Hitler an die Macht gekommen, hat die Nazi-Diktatur errichtete und Österreich vereinnahmt. Auch in Dänemark hat er begeisterte Anhänger. Durch das proletarisch sozialdemokratische Elternhaus sensibilisiert fühlt Tove instinktiv, wohin das führt: Krieg. Und dann? Wird der Alltag überhaupt weitergehen? Wird Viggo F. mich heiraten, wenn die ganze Welt in Flammen steht? Wird Hitlers böser Schatten auch auf Dänemark fallen?
Profile Image for Henk.
1,023 reviews41 followers
February 2, 2023
Slices of life growing up in Copenhagen pre-WWII. Being young involves a lot of miscellaneous jobs, dodgy friends, smooching and the windy road to being published

Its fun to see how little people have changed in the nearly century since Tove Ditlevsen was young in Denmark.
She is a 15 year old, navigating the world with Hitler his rise. Despite all the geopolitics, precarious jobs, sexual intimidation and obsession with virginity take precedence while growing up.
Knowing each other 14 days before being engaged, anxiety for not being timely enough with life milestones, Youth covers a lot of familiar topics.

It does become more clear that the book is a fictionalized account of growing up, how does someone buy a poetry magazine accidentally and why does her salary grows faster than current day inflation.
Even Virginia Woolf A Room of One's Own is being referenced multiple times, showing a clear coming of age vibe.

Overall an interesting view on life in the interbellum and the universality of being young and growing up.

Dutch Quotes:
Terwijl ik de trap van het achterhuis oploop bekruipt me de angst dat ik nooit zal ontkomen aan de plek waar ik ben geboren.

Het is lastig jezelf te blijven als de dingen om je heen constant van vorm veranderen
Profile Image for Marc.
3,285 reviews1,649 followers
April 5, 2021
"Furthermore, my childhood is nothing more than a defect and an obstacle that I want to get rid of as soon as possible"
Second part of Ditlevsen's autobiographical Copenhagen trilogy, a chronicle that spans the period from her 14th birthday, when she was forced to go to work, to the age of 18, when she left home and experienced her first literary successes. Again - how could it be otherwise - 'coming-of-age' is central: she gazes into the big world with the same open-mindedness and curiosity, the desire to be recognized and to receive attention, as in her childhood. This part focuses on the emancipation from her proletarian roots and her introduction into the "beau monde" of Danish literature. Very recognizable (perhaps deliberately) is the Woolfian reference: “I would love to have a place where I can practice writing real poems. I would love a room with four walls and a closed door”. And in that, she more or less succeeds. Even more than Childhood, this book is a chronicle, in which Ditlevsen records what happens to her, in the same undercooled style. For me it had a little less appeal than the first book because it's more of a chronicle, with less musings on herself and the world. It also gradually is becoming clear that this is a constructed story, an attempt by Ditlevsen at a much older age (she wrote this when she was almost 50) to map and re-interpret her own life path. (rating 2.5 stars)
Profile Image for Manny.
Author 38 books15.4k followers
March 10, 2022
Eighteen-year-old Tove, a shy, gawky girl who can't really believe that anyone would find her attractive, wants immortality. She thinks she's found the man who can give it to her. It's a question of sneaking up on him.

What? No, of course he isn't a vampire. She's trying to get her first book published. That actually works.
Profile Image for Eylül Görmüş.
618 reviews3,503 followers
August 17, 2023
"Kahvemi içiyorum ve annem 'amma sessizsin, bir şey mi oldu yoksa?' diyor. Keskin bir şekilde söylüyor bunu çünkü ancak ruhum tümüyle onun ruhunda barındığında ve içimde gizli bir köşeyi ondan saklamadığım zaman seviyor beni."

Sırf şu cümledeki muazzam içgörü için bile okunur bence bu kitap, ki zaten bundan çok daha fazlasını da sunuyor. Tove Ditlevsen, otobiyografik üçlemesinin ikincisi olan Gençlik'te yine o mesafeli, yer yer acımasız ama çok gerçek diliyle gençlik yıllarına dönüp bakıyor. İlk kitaba kıyasla siyasete, özellikle sınıf meselesine çok daha fazla eğilmiş ki başka birçok açıdan olduğu gibi bu açıdan da Annie Ernaux'yu anımsattı bana. (Bence Ernaux kadar kuvvetli değil ama onu seven bunu da sever diye düşünüyorum.)

Yazar, 14-18 yaşları arasında özellikle Nazizm yükselir ve dünya büyük bir çöküşe doğru ilerlerken hayatta kalma, bir kadın olarak "ben de varım" diyebilme, şair olma hayallerini kovalama mücadelesini anlatıyor kitapta. Ne anlattığından çok nasıl anlattığı ama sanki mesele. Ditlevsen'in görme ve yazma biçiminde insanın içine işleyen bir hüzün var. Ben bunu çok ama çok sevdim.
Profile Image for Max.
244 reviews428 followers
November 20, 2022
Mit dem Besuch eines ihrer Wohnhäuser im westlichen Kopenhagener Viertel Vesterbro endet der zweite Teil für mich. Nun trinke ich ums Eck einen dänischen Kaffee (ok, es ist ein ziemlich normaler Kaffee...), denke über das Leben früher und heute nach und verschütte ihr zu Ehren ein wenig Nervengift auf dem Tresen. Gift heißt auf Dänisch übrigens auch Ehe 😉

Zum Buch:
Tove wird älter, im Hintergrund rumpelt Hitler von 1933 bis 1939 herum.
Tove wird ihr erstes Mal erleben, häufig ihre Stellung wechseln (höhö) und jedes Mal mehr Geld verdienen. Ihre Eltern sind kein großes Problem mehr, vor allem die Dichtkunst beschäftigt sie. Am Ende wird sie einen Lyrikband veröffentlichen.

Jugend ist rascher als Kindheit im Bespielen der verschiedenen Themenfelder. Soziologisch ist das noch immer sehr informativ und erhellend, das Aufwachsen des Mädchens zur jungen Frau zu begleiten. Gelderwerb, Dichtkunst, das erwünschte eigene Zimmer zum Schreiben, einige Männer, mal forsch, mal schüchtern - eigentlich sind das sehr vielversprechende Themen. Dennoch ging mir hier die Dichte des ersten Teils flöten.

Die Beziehung zur Mutter, für mich ein Höhepunkt des ersten Bands, ist völlig umgekehrt worden und dadurch recht belanglos. Die Mutter ist nett, der Vater schläft auf der Couch. Das Potential dieses Themas wird für mein Empfinden verschenkt.
Auch die Dichtkunst und ihre Faszination für Tove wird uns Lesern nicht nähergebracht. Einmal schreibt Tove ein Gedicht, das sie gleich als wirklich gutes im Gegensatz zu ihren bisherigen Kindergedichten betrachtet. Gleichzeitig schreibt sie, sie habe nun begriffen, was ein gutes Gedicht ausmache. Leider schreibt sie aber kein Sterbenswörtchen dazu, was das denn ist.

Für mich wirkt das wie ein rasch heruntergeschriebener und seine Themen eher oberflächlich behandelnder Roman. Vielleicht besteht für manche Leser gerade hierin die Kunst: Dass sie eher unbeteiligt von ihrem Leben berichtet, aber für mich klingt vieles davon soziologisch/gesellschaftlich interessant, aber in seiner literarischen Umsetzung und Durchdringungstiefe belanglos.

Den ersten Teil empfand ich als wesentlich besser aufgebaut und verdichtet.
Profile Image for Anastasiia Mozghova.
422 reviews638 followers
September 7, 2021
как же хорошо! хочется гулять с Тове по Копенгагену, читать её стихи и говорить обо всём на свете, кроме повседневного и посредственного.
Profile Image for Paul Fulcher.
Author 2 books1,684 followers
January 13, 2020
The next day I start my job at the Currency Exchange typing pool and Hitler invades Austria.

Ungdom (1967) by Tove Ditlevsen is the second in her wonderful trilogy of memoirs, which started with Barndom (Childhood) - my review here: https://www.goodreads.com/review/show...

This 2nd volume was also translated by Tiina Nunnally and originally published in the mid 1980s, but re-released in 2019.

The first volume ended with Tove's graduation from school, aged 14, and in this volume she is able to escape her childhood and finally enters the world of adulthood. The focus is on her emergence into adulthood and the need to settle down with a family and a job. But for Tove the office jobs her family find for her don’t appeal and nor do the young men she meets as dances:

I think about my childhood ghost: the stable skilled worker. I don’t have anything against a skilled worker; it’s the word ‘stable’ that blocks out all my bright future dreams.

The different thing about me is that I write poetry, but at the same time there’s a lot that’s ordinary about me. Like all young girls, I want to get married and have children and have a home of my own.


Towards the novel’s end a potential win-win arrives when an editor of a literary journal agrees to publish one of her poems. On the way to meet him she thinks:

If he’s single, I have nothing against marrying him. Entirely sight unseen.

The editor, Viggo F., transpires to be 53, older than her parents, but they are keen she settles down and she approaches the potential relationship with her eyes open, telling him:

I once knew someone who said that all people want to use each other for something. I want to use you to get my poems published.

As she ages, world events start to intrude more, in part as she is more aware of them and in part as the word slides inevitably to war. This volume ends in September 1939 with England declaring war on Germany:

Will my poetry collection come out now?
Will daily life continue at all?
Will Viggo F. marry me when the whole world is burning.
Will Hitler’s evil shadow fall over Denmark?


Another excellent and compact read.
Profile Image for Banu Yıldıran Genç.
Author 1 book1,196 followers
April 12, 2024
“çocukluk” kadar etkileyici değil. ama sürekliliği ve karakterleri artık tanımamızla hop diye kitabın içine çekiliyoruz. 15 yaşındaki tove ditlevsen artık okula gönderilmiyor ve ilk olarak bir evde hizmetçilik (ki çok komik bir macera), sonra bir pansiyonda temizlikçilik, sonra ise ofislerde daktilo vs işlerinde çalışıyor.
bu görünen kısım tabii. arka tarafta bizim duygusal tove o çocukluk hezeyanlarını biraz atlatmış ama hâlâ arayış içinde. sanattan edebiyattan anlayan baba figürü yerine koyduğu bay krogh olsun, ölünce dünyaları yıkılan editör olsun, hayatında ona bir şeyler öğretecek birilerinin peşinde çünkü artık sınıfsal olarak nerede olduğunu ve ana babasından hayır olmadığını en azından biliyor.
hep özendiği kız arkadaşlarının gaza getirmesiyle duygusal ve cinsel arayışa giriyor ve adım adım emeklediği bu yolda çok da ilerlediği söylenemez. politik olarak babasından gelen alt yapısı ve onca okuduğu kitaplardan öğrendikleriyle pek çok erkekten daha çok şey biliyor ve bu her zaman dezavantaj. (demek ki bu hep böyleydi yav, yazık)
bu ataerkil aileden kurtulmanın yolu evlenmek ya da 18’inde evden ayrılmak. çok ilginç mesela bu ikinci seçenek bizde çok büyük problem. kitaptaki anne babanın bunu böylece kabullenmesi ciddi bir kültürel fark aramızda.
sonuç olarak “gençlik”e iyi şiiri kötü şiirden ayırt etmeyi öğrenmiş, dergilere şiir gönderebilen, ayakları yere basan, editörüne aşık 19 yaşında bir tove ditlevsen’le veda ediyoruz. arka planda hitler’in yükselişi, danimarkalı naziler (pansiyon sahibi çok net bir figür, müthiş bence), işgal edilen avusturya var.
monokl bu kez de bazı bölümlerde puntoyu büyütmüş, bi öyle bi böyle okuyorsunuz :)
Profile Image for Maxwell.
1,319 reviews10.8k followers
March 29, 2022
"But I want so badly to have a place where I can practice writing real poems. I'd like to have a room with four walls and a closed door."

Continuing the story of her life after Childhood, Tove Ditlevsen looks at the years after leaving education and beginning to work. While still living with her parents, Tove aspires to move out at eighteen like her brother. Meanwhile, she surreptitiously writes poetry and dreams of being a professional writer.

We accompany Tove on her many exploits in the workforce, from various jobs that last from a single day to many months and years, as well as on her outings with potential romantic partners, mostly boys she meets at dances and kisses once but never sees again.

Ditlevsen writes with such honesty and clarity, it's remarkable. It's an interesting sort of time capsule into the social expectations of early 20th century Denmark, through the lens of a girl who wants more out of life than she's been apportioned.

"There's something painful and fragile about being a young girl who makes her own living. You can't see any light ahead on that road. And I want so badly to own my own time instead of always having to sell it."
Profile Image for leynes.
1,241 reviews3,316 followers
September 20, 2023
Der zweite Band von Tove Ditlevsens "Kopenhagen-Trilogie" spielt ebenfalls im engen Milieu des Kopenhagener Arbeiterbezirks Vesterbro, dieses Mal jedoch in den 30er-Jahren. Tove ist nun 14 Jahre alt, macht eine Art Mittlere Reife und geht von der Schule ab, den Besuch des Gymnasiums erlauben die bescheidenen Verhältnisse nicht. Und so muss sich die junge Tove von einer ungeliebten Arbeitsstelle zur nächsten hangeln. Ihr erster Job, als eine Art Babysitter, beginnt ("Du musst alles machen, was ich dir sage, sonst erschieße ich dich.") und endet (Tove ruiniert das teure Piano der Familie gleich am ersten Arbeitstag) im Desaster. Es soll der Vorbote sein für Jahre, die sie nicht befriedigen werden.

So wie auch im ersten Band "Kindheit" ist es daher nicht verwunderlich, dass Ditlevsen eine sehr ernüchternde Bilanz über ihre Jugendjahre zieht: "Being young is itself temporary, fragile, and ephemeral. You have to get through it – it has no other meaning." Während viele Menschen ihre Jugend als eine aufregende, vielleicht auch wilde Zeit in Erinnerung behalten, als eine Zeit, in der vieles vielleicht auch Scheiße war, aber grundsätzlich auch unbeschwert und lebensbejahend, schreibt Ditlevsen: "I'm withering in this existence, and I've got to figure out something."

Und dieser Satz beschreibt sie sehr gut. Ihre Umstände lassen sie verdorren, doch Ditlevsen hat Ambitionen und findet somit die Kraft und den Willen, sich aus diesem Grau herauszukämpfen. Als sie mit 18 Viggo F. Møller, den Herausgeber der Literaturzeitschrift "Wilder Weizen", einen rundlichen, alleinstehenden Mann von Mitte fünfzig, kennenlernt, wittert sie ihre Chance. Nicht aus Liebe oder sexueller Neugier heiratet sie ihn, nein, sondern weil er ihr nützt. Dies ist eine Lektion, die Ditlevsen schon früh in ihrem unliebsamen Job als Sekretärin gelernt hat. Der Chef fasst den jungen Mitarbeiterinnen gerne mal an den Hintern "But afterwards I don't feel very bad about it. He is the first man who has shown interest in my body, and I've gotten it into my head that without that, I will never get ahead in the world."

Und Tove braucht Viggo, um in der Welt voranzukommen. Viggo veröffentlicht ihre Gedichte und verschafft ihr den Zugang zum "Club junger Künstler", voller Autoren, die später berühmt werden sollten. Nur deshalb heiratet sie ihn. Und man kann es ihr nicht verdenken. Ihre Möglichkeiten als Frau im Dänemark der 30er-Jahre sind eingeschränkt.

Obwohl ich den zweiten Band der "Kopenhagen-Trilogie" etwas langatmiger als den ersten fand, war auch hier Toves toxisches Verhältnis zu ihrer Mutter für mich am spannendsten und auch am eindrücklichsten beschrieben.
I drink my coffee and my mother says, 'You're so quiet, there's nothing the matter, is there?' She says it sharply, because she only likes me if my soul is resting completely in hers and I don't keep any secret part of it to myself.
Tove wird von ihrer Mutter nahezu erstickt. Ihre Mutter möchte alles kontrollieren – "Edvin doesn't want to come up with me because then my mother will suspect that we walked home together and she doesn't like us to have anything together that she's not part of." – sie lässt den Kindern keine Luft zum Atmen. Es ist nicht verwunderlich, dass sowohl Sohn und Tochter fliehen, sobald sie die Möglichkeit dazu haben ("She only has us, and we deserted her as soon as she and the law would permit it.").

Durch verschiedene Szenen wird deutlich, wie abhängig Tove von ihrer Mutter ist, und welcher Hirnwäsche sie teilweise unterzogen wurde: "'When you're not naturally pretty, you have to help things out a bit.' My mother doesn't say such things to hurt me; she's just completely ignorant of what goes on inside other people." Denn natürlich weiß die Mutter, was diese Worte mit ihrer Tochter anrichten. Man trichtert jemanden nicht jahrelang ohne Grund ein, hässlich zu sein. Es ist ein Mittel der Kontrolle, ein Mittel, jemanden klein zu halten. Ein unsicheres Kind ist leichter fertig zu machen, als eins mit einem hohen Selbstwertgefühl. "I can't even cry when she's looking at me, although I know that someday she'll say that I didn't even cry when my aunt died."

1939, im Alter von 22, kann Tove, mit der Hilfe von Viggo, ihr erstes Werk veröffentlichen: "Mädchenseele", ein Gedichtband, der bis heute nicht ins Deutsche übersetzt wurde. Die Veröffentlichung dieses Bandes und die große Bedeutung, die die Publikation für Tove hatte, haben mich beim Lesen total emotional gemacht. Man hat einfach gespürt, was für ein Befreiungs- und Emanzipationsschlag dieses Werk für Tove darstellte. Zwei Dekaden Abhängigkeit von ihrer toxischen Mutter fanden mit der Publikation, und dem damit einhergehenden neuen Selbstwertgefühl und der finanziellen Unabhängigkeit, endlich ein Ende.
Profile Image for Hakan.
761 reviews592 followers
October 31, 2022
Tove Ditlevsen’in Kopenhag Üçlemesinin ilk kitabı Çocukluk’u geçen sene okumuş ve çok beğenmiştim. Serinin diğer iki kitabını da bu hafta peşpeşe hayranlıkla okudum.

Gençlik’te 14 yaşından itibaren, yani 1930’ların Kopenhag’ında girmek zorunda kaldığı iş hayatındaki tecrübeleri, ilk duygusal ilişkilerini, edebiyat tutkusunu, yazarlığa giriş sürecini anlatıyor. Fonda zor hayat koşulları ve kısa ama etki uyandıran değinmelerle Avrupa’da yükselen Nazizim’in Danimarka’ya da düşen gölgesi.

Ditlevsen’in bu üçlemesi, şimdilerde “Auto-Fiction” olarak adlandırılan, otobiyografik anlatı türünün (aklıma hemen Knausgaard, Ernaux, Bernhard gibi isimler geliyor) sade, vurucu ve de öncü örneklerinden. Ditlevsen, kolay dramatize edilecek birçok şeyi, hayatın olağan akışıymış gibi anlatıyor. Kalbini kıranlara da kalbini kırdıklarına da bu tonda değiniyor. Varoluş meselesini dert ediyor ama mesafeli yaklaşımını koruyor. Kaderci denilebilecek tavrına ve karşılaştığı tüm engellere karşın yazarlık tutkusundan vazgeçmiyor. Tüm bunları da laf ebeliği yapmadan, kendini acındırmadan anlatıyor.

Bahsettiğim bu özellikler kitabı bence çok değerli kılıyor. Çeviri (Danca’dan Leyla Tamer) aslında iyi, arada bir bazı cümle yapıları daha iyi kurulabilirdi dedirtse de. Çeviride beni asıl rahatsız eden ise birçok yerde “kadın” yerine “bayan” teriminin kullanılması, hem de bir kadın çevirmen tarafından! Monokl gibi sağlam bir yayınevinin bunu atlamaması gerekirdi düşüncesindeyim.

Edebiyata, hayata, şu garip dünyadaki varoluşumuza meraklıysanız bu küçük ama değerli üçlemeyi ihmal etmeyin derim.
Profile Image for Steffi.
1,021 reviews256 followers
March 14, 2021
Statt mit 14 Jahren das Gymnasium besuchen zu dürfen, muss Tove sich einen Job suchen. Doch bei keiner der Stellen hält sie es lange aus. Während Freundinnen und Eltern nur von Ehe und Verlust der Jungfräulichkeit reden, sehnt sich Tove in Woolf‘scher Manier nach einem Zimmer, in dem sie in Ruhe Gedichte schreiben kann. Der einzige Mann, der sie fasziniert, aber leider schnell aus ihrem Leben wieder verschwindet, ist alt, krank und teilt ihre Faszination für Literatur.
Zudem befinden wir uns den 1930er Jahren und Hitler spielt auch in Dänemarks Gesellschaft eine immer wichtigere Rolle.

Auch der zweite Band der Kopenhagen-Trilogie begeistert mich sehr.
Profile Image for Baz.
297 reviews377 followers
May 22, 2023
The Copenhagen Trilogy is beginning to feel monumental.

The simmering tension is sustained in this excellent follow up to the exquisite first book, Childhood.

Aloneness, poverty, repressed desires and oppressive parents, and underlying all of it, her undying ambition and willpower – these books are a crazygood portrait of an artist as a young girl and woman.

There’s incredible sensitivity in everything Ditlevsen relates. Her disappointments and yearnings crush her and it was agonizing to read, in a great way. Ditlevsen was an unusual, passionate individual but totally naive; she was trapped by her circumstances, every part of her small suffocating world put up enormous stone walls around her, and any opportunity she saw she clung to for dear life, though she continually slipped and fell back into the airless desolation of her home and nothing existence. And yet somehow she was possessed of an almost feral mental fortitude that never seemed to waver. Her endurance was mighty, and her dogged will to succeed as a poet is what gives this memoir its light.

A stunning read. I want books to pierce my skin, and these two works have done that. I have a feeling Dependency, the third book in the trilogy, is going to break my heart.
Profile Image for Ellinor.
647 reviews320 followers
February 15, 2021
Jugend ist der zweite Band in Tove Ditlevsens Kopenhagen-Trilogie.
Ich fand ihn nicht weniger beeindruckend als Teil eins. Tove wird in diesem Teil erwachsen. Eigentlich wollte sie das Gymnasium besuchen, kann dies aber aufgrund der begrenzten finanziellen Mittel ihrer Eltern nicht. Sie beginnt daher zu arbeiten, zunächst als Hausangestellte. Dies hält jedoch nicht lange und mit Unterstützung ihrer Mutter findet sie eine Bürotätigkeit. Auch hier wechselt Tove häufig den Arbeitgeber, da sie aus sehr unterschiedlichen Gründen immer wieder gekündigt wird. Schließlich lernt sie Viggo F. Møller kennen, der eine Literaturzeitschrift herausgibt und ihr schließlich bei der Veröffentlichung ihres ersten Gedichtbands hilft..
Ich habe oben geschrieben, dass Tove erwachsen wird. Während des ganzen Buches hatte ich aber das Gefühl, dass sie das eigentlich schon war. Wenn ich mich zur gleichen Zeit betrachte, liegt darin ein himmelweiter Unterschied. Interessant fand ich auch Toves großes politisches Interesse und die Beziehung zu ihrer Mutter.
Profile Image for Laura.
707 reviews391 followers
December 28, 2021
Olipa upea. Ditlevsenin Kööpenhamina-trilogian toinen osa on hieno kasvukertomus nuoruudesta, köyhyydestä, luokista ja runoilijuuteen kasvamisesta toisen maailmansodan kynnyksellä.

Ihana, että nämä on viimein suomennettu.
Profile Image for Claire Fuller.
Author 10 books2,372 followers
December 27, 2020
Second in Tove Ditlevsen’s Copenhagen trilogy and a contender for my top ten reads of the year. Tove is a teenager moving from job to job, longing for love and to have her poems published. The writing is so fresh despite it being first published in 1967 and being set in 1930s. I’m not sure I’m ready to say goodbye to 20 (or so) year old Tove.
Profile Image for iva°.
685 reviews107 followers
March 25, 2023
drugi dio trilogije, pisan u istom tonu kao i izvrstan prvi dio ("djetinjstvo"), dakle nema nekih iznenađenja - ni što se tiče samog teksta, a, na žalost, ni linije kojom tovin život ide.
jednom nogom ona je sad zakoračila u punoljetnost i majka i otac od nje očekuju da se čim čim prije zaposli kako bi ih uzdržavala i da se čim čim prije uda, po mogućnosti za dobrostojećega muškarca kako bi mogla zauzeti svoju ulogu u društvu: biti nezaposlena i neobrazovana, i, logično, nezadovoljna.

i eto je, počinje minglati. uz pomoć prijateljice nine susreće mladiće. nalazi i gubi poslove. odlazi od roditeljskoga doma u podstanarstvo. drugi svjetski rat je na pragu, hitler divlja, ona živi u tihom strahu od vijesti iz svijeta u i bijegu od svoje skromne garderobe, svojih trulih zuba, od svog neuglednog izgleda - u pisanje pjesama. mašta o njihovom objavljivanju i o ljubavi, iako pojma nema što bi ta riječ značila. pada prvi poljubac, prvi seks, prva objavljena pjesma.
kroz cijeli tekst i dalje je u fokusu njena majka, isto kao i u "djetinjstvu", a i sve da nije tolike misli i stranice posvetila njoj, već samo napisala: "sjedimo jedna uz drugu, no naše su ruke udaljene miljama." - svima bi sve bilo jasno o tom tužnom odnosu.

tove ditlevsen ima fantastičan talent da s malo jednostavnih riječi kaže sve. njeno pismo mekano je, emotivno, toplo i blisko, jednostavno je i lakorazumljivo... pripovijeda ti priču svog života bez drame i nepotrebnih začkuljica. čudesnom lakoćom slaže riječi u nizove koji teku poput bogate, ali mirne rijeke.
preostaje mi još treći dio trilogije, "ovisnost". čim, čim prije.
Profile Image for Inga Pizāne.
Author 6 books244 followers
October 24, 2022
Izcili. Ārkārtīgi fascinējoša sajūta, lasot šos memuārus. Tik daudz kopīga ar autori. Mīlestība pret dzeju. Skumjas, ka tik maz cilvēku to novērtē. Kvēlums sirdī no tā, ka dzeja šai pasaulē ir. Sapnis izdot savu grāmatu. Vienlaikus daudz atšķirīga. Sen tik ļoti nebiju saaugusi ar kādu grāmatas varoni.
Profile Image for Federica Rampi.
644 reviews208 followers
January 20, 2023
“È difficile restare tutti d’un pezzo, quando le cose che si hanno intorno cambiano faccia.”

Gioventù è il bisogno di emancipazione, l'audacia e l'insicurezza della giovinezza ma è anche un ritratto della Danimarca prima della seconda guerra mondiale.
Il secondo libro della Trilogia di Copenaghen si concentra decisamente più sul mondo esterno che su quello interiore della giovane Tove, segnando un notevole cambio di prospettiva: da uno sguardo infantile e innocente, a quello di chi sta passando all'età adulta, anche se non ha ancora una piena consapevolezza di cosa sia davvero la vita.
La cosa certa è che Tove, qui quattordicenne , vuole scrivere ma il suo talento è ignorato dai genitori che preferiscono mandarla a lavorare anziché al liceo perché tanto una ragazza non può diventare una poetessa.
Passa da un lavoretto all’altro, esperienze brevi modeste e malpagate, ( “La povertà è temporanea, basta stringere i denti"), quel poco che guadagna finisce nelle tasche del padre e nemmeno la madre prova a capirla, perché gli equilibri in casa sono cambiati da quando il figlio maggiore vive per conto suo.
Ma a cosa potrebbe aspirare una giovane il cui unico interesse è la poesia?
Aspettare di compiere diciotto anni e andarsene per vivere finalmente in una stanza tutta per sé dove scrivere
Solo l’incontro con il redattore di una rivista letteraria, Viggo Fr. Møller, 30 anni più anziano di lei, le regalerà l’illusione di non essere invisibile agli occhi altrui, incoraggiandola a credere in quello che scrive e pubblicandola
L’entusiasmo però è destinato a spegnersi presto
Tove, che è sempre fuggita dai ruoli femminili tradizionali, dalla realtà pesante del quotidiano e dalla sua stessa infanzia, in realtà è intollerante ai mutamenti, imprigionata dalle contraddizioni e dal passato “Tutto è in continuo mutamento, l’unico mondo che permane è quello della mia infanzia.”

Spietatamente realistico e malinconico, Gioventù è l’immagine della fragilità umana, della vita come somma di fatti, esperienze e osservazioni effimere e banali, in bilico tra il disperato bisogno di esprimersi e di arrendersi.
Profile Image for emre.
359 reviews269 followers
October 21, 2022
3.5

çocukluk çok daha duygulu ve dokunaklıydı bence. ditlevsen, kitabın birkaç yerinde vurguladığı üzere gençliği bir an evvel geçip gitmesini beklediği bir dönem olarak gördüğünden midir bilmem, bazı yerler çok aceleye gelmiş, "böyle bir şey de oldu işte" demek için yazmış gibi hissettim okurken.

ezginin günlüğü de ditlevsen'in şiirlerinden birini türkçeye çevirerek şarkılaştırmış, kitabın ardından dinlemek çok hoş geldi: https://www.youtube.com/watch?v=y0tI2...
Profile Image for Aurora.
74 reviews7 followers
December 6, 2024
La giovinezza è provvisoria, fragile e incostante. È fatta per lasciarsela alle spalle, non ha altro scopo che questo.
Profile Image for Buchdoktor.
2,136 reviews167 followers
February 13, 2021
Die 1917 geborene Tove Ditlevsen wuchs mit der Forderung auf, dass Jungen später Ernährer einer Familie sein, Frauen heiraten und den Haushalt führen werden. Obwohl Tove eine sehr gute Schülerin war und sich wünschte, später einmal Dichterin von Beruf zu werden, konnten ihre Eltern sich nur schwer einen anderen Lebensweg für ihre Tochter vorstellen. Die Suche nach einer Arbeitsstelle wird für Tove zum Irrweg, weil sie keine Vorstellung davon hat, was sie – außer Dichten – interessiert und vor allem, mit welcher Arbeit sie ein unabhängiges Leben finanzieren will. Ihren Eltern ist der Widerspruch nicht bewusst, dass eine berufstätige Tochter für ihren eigenen Lebensunterhalt arbeitet und den Haushalt der Eltern nicht mehr unterstützen wird. Tove erledigt in einigen ihrer wechselnden Jobs Büroarbeiten. Ihr ist jedoch nicht klar, dass Stenografieren und Maschineschreiben messbare Leistungen sind und beruflicher Aufstieg durch Leistung möglich ist. Mit entsprechenden Zeugnissen könnte sie sich für interessantere, sicherere und besser bezahlte Stellen bewerben. Stets auf der Suche danach, ihre Gedichte zu veröffentlichen, lernt sie jedoch Mentoren kennen, die ihr einen kurzen Blick in ein völlig anderes Leben ermöglichen. Dass sie dabei das Idealbild eines wohlhabenden älteren Mäzens entwickelt, der sie berät und finanziert, kann sie nur ins Unglück führen …

In schlichter Ichform erzählt Ditlevsen mit rund 50 Jahren während einer Entgiftungskur rückblickend von ihrer Kindheit und Jugend in der Arbeiterschicht. Deutlich wird in ihrer Biografie, dass die starren Rollenzuschreibungen der 30er und das Konzept der Versorgungsehe spätestens in Krisenzeiten unerfüllbar waren. Selbst die Arbeitslosigkeit ihres Vaters führt nicht zur Einsicht, dass ihre Eltern unerfüllbaren Idealen anhängen. Wie Jugendliche in einer Großstadt in den 30ern des vorigen Jahrhunderts so weltfremd aufwachsen konnten, finde ich aus heutiger Sicht schwer begreiflich. In Deutschland wurde zu jener Zeit in Arbeiterfamilien gepredigt: „Lehrjahre sind keine Herrenjahre“, das hieß: halte durch bis zur Prüfung, zeig deiner Gnädigen/deinemChef/deinen Eltern, dass du es schaffst, spare für deine Träume. Danach fahr unsretwegen zur See, werde Opernsängerin; denn falls du scheiterst, hast du vorher etwas gelernt, das dich ernähren kann.

Wegen Ditlevsens mangelnder Reflexion ihrer Ziellosigkeit hat mich der zweite Band der Kopenhagen-Trilogie weniger überzeugen können als der erste. Nachdem ich den dritten Band gelesen habe, ergibt im Gesamtbild ihre glücklose Suche ihre Brötchen zu verdienen, jedoch wieder Sinn. Toves unentschlossenes Job-Hopping ohne zu wissen, was ein eigenständiges Leben rein finanziell kostet, lässt mich mit der Befürchtung zurück, dass es mit ihr kein gutes Ende nehmen kann.
Profile Image for Özgür Balmumcu.
210 reviews67 followers
December 30, 2022
Ditlevsen'in kelimeleri su gibi akıyor, içmeye doyamıyorum. Kopenhag Üçlemesi'nin ilk kitabını da çok beğenmiştim. Buna da bayıldım. Anlatının sadeliği, ritmini bulan cümlelerle güçlü etkiler yaratıyor. Kurgu, zamandaki atlamalara rağmen, kopukluğa meydan vermeyecek ölçüde iyi işliyor. Bir gencin hayalleriyle yoklukları arasındaki gelgitlerini yansıtmak, bunu elle tutulur gözle görülür hâle getirmek, üstelik bunu edebiyat ve duygu sömürüsüne kaçmadan yapmak büyük bir maharet. Aynı zamanda ailenin her bir bireyinin farklı noktalara gidişini ve birbirinden uzaklaşmasını da alttan alta işlemeyi ihmâl etmiyor Ditlevsen. Kadın olmanın zorlukları, bir kadın olarak annesinin yaklaşımıyla evde başlıyor. 124 sayfalık bir metinde bu denli çok katmanlı bir anlatıyı sanki sıradan satırları kaleme alıyormuş gibi yazmak, okuru bunun içine çekmek büyük iş. İki kitaptır beni büyülüyor. Dahası politik metin nasıl olurun da sağlam bir cevabı niteliğinde. Olan bitenin dökümünü vermekten öteye geçiyor. Sınıflar, çalışanlar, sendika ve yükselen Nazizm üzerinden göndermeleri yerini buluyor. Ortaya çıkansa 124 sayfada gerçekleştirilmesi imkânsız bir zenginlik. Lâkin Ditlevsen imkânsızı başarmış.
Profile Image for Елена Суббота.
224 reviews40 followers
September 3, 2021
Не лежит у меня сердце к Тове. НО. Я просто преклоняюсь перед её откровенностью в описании чувств, отношений с родителями/друзьями/мужчинами. А сколько у неё упомянуто деталей быта, ушедших в прошлое! В мемуарах об этом зачастую не пишут из-за кажущейся незначительности или неприглядности, но именно это даёт глубину представления о том, как сто лет назад жили наши (грубо обобщая - европейские) бабушки и прабабушки. А книга, в сущности, не об этом. Она о ярком таланте, который клещами вытаскивает из заурядности существования и уводит от мещанских (ну люблю это слово) взглядов на смысл жизни. А читать о том, как человек стал Человеком, а не тварью дрожащей, всегда приятно.
Profile Image for Lese lust.
482 reviews34 followers
May 12, 2021
Obwohl mich schon Kindheit nicht gepackt hatte, habe ich dann trotzdem noch mit der Jugend weitergemacht, vielleicht in der Hoffnung, noch etwas von dem zu finden, was alle offensichtlich so begeistert.
Ich kann es nur schwer in Worte fassen - aber mich lässt das Geschriebene seltsam kalt. Vielleicht fehlt mir ein echter Einblick in die Seelennöte dieses Mädchens, aber ich empfand die Schilderungen eher als banal.
Da ich auch den 3. Teil noch hier habe (und diese Büchlein ja nur wenige Seiten haben...) werde ich vermutlich trotzdem auch diesen noch lesen...
Profile Image for Ailsa.
197 reviews260 followers
Read
August 26, 2020
"Hitler has come to power in Germany. My father says that it's the reactionaries who've won and that the Germans don't deserve any better since they voted for him themselves." 👀
Profile Image for Jovana De.
258 reviews15 followers
April 20, 2022
Wat kan Tove mooi schrijven. De droeve zoektocht naar liefde en erkenning is ontroerend mooi beschreven. Snel door naar het laatste deel…
Displaying 1 - 30 of 614 reviews

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