Letteratura cristiana antica; Letteratura latina tardoantica

Sant'Agostino (354-430) è stato definito il «doctor gratiae», per il grande spazio che egli dedica nelle sue opere dottrinali ed omiletiche al tema della grazia. Sant'Agostino entrò nelle discussioni relative alla grazia dopo che per 30 anni aveva speso energie umane ed intellettuali a risolvere la controversia donatista.

THE THESIS PROPOSES THE OBJECTIVE OF TRACKING THE ORIGIN OF THE IDEA OF THE TWO CITIES, ANALYZING A SERIES OF TEXTS TAKEN FROM THE COMPLEX OF AUGUSTINE'S WORK, THEN TO IDENTIFY ITS SPECIFIC CHARACTER THROUGH THE DE CIVITATE DEI, AS WELL AS THE ROLE OF WHICH AGOSTINO INVESTS THE TWO MYSTICAL REALITIES IN THE SOCIO-POLITICAL AND INTERNAL DIMENSION OF THE INDIVIDUAL.

Among the numerous musical works on Judith, the A. has selected some of the most representative oratorios of the 18th century to represent the variety of meanings attributed to the biblical heroine. Depending on the historical, political and religious context, Judith is a symbol of the divine justice, of the Church, of the Virgin, and her triumph is both the victory over an allegorical enemy and over a real enemy of Christianity and of the Roman Church.

*ALESSANDRA DI PILLA, La rondine nella letteratura cristiana greca e latina di epoca patristica, in: A. Isola, E Menestò, A. Di Pilla (ed.), Curiositas. Studi di cultura classica e medievale in onore di Ubaldo Pizzani, Napoli, ESI 2002, pp. 423-459.

Dopo aver ripercorso i tratti salienti della fortuna della rondine nella cultura letteraria greca e latina e nel testo biblico, la ricerca ricostruisce le valenze che tale uccello assume nella letteratura cristiana di epoca patristica. L’antichità (§ 1: ‘Gli antichi e la rondine: ombre e luci’) considera la rondine a livello sia descrittivo che allegorico: il suo comportamento è annotato dai naturalisti, cantato dai poeti, trasposto nel mito, nel sentimento religioso, nella riflessione filosofica. Dal punto di vista simbolico, accanto al significato positivo (abbinamento alla primavera, alla vita che rinasce), troviamo assai sviluppato quello negativo (canto di dolore, lutto, colpa, incertezza) a motivo del legame con il sanguinoso mito della fanciulla trasformata in rondine nella saga di Tereo, Procne e Filomela. Nella Bibbia (§ 2: ‘La rondine nella Scrittura’) la presenza della rondine è di valutazione non del tutto certa, a motivo della traduzione non univoca, prima in greco e poi in latino, dei termini ebraici che la designano. Con la Vulgata di S. Gerolamo, alle occorrenze in Isaia, Geremia e Baruc si aggiunge quella nel libro di Tobia e si amplia così la base scritturistica per l’allegorizzazione. Nella letteratura cristiana (§ 3: ‘I cristiani e la rondine’) l’uccello appare a vario titolo legato al tema del pentimento e della penitenza, con ricchi e articolati  agganci alla tematica ascetica, battesimale, quaresimale e pasquale (§ 3.1: ‘Tra mortificazione e resurrezione’); ampio è l’allegorismo sul comportamento della rondine-madre: libertà, povertà, fiducia nelle prove; rapporto con i piccoli assunto a immagine del rapporto tra Dio e l’uomo, tra Cristo e i suoi (§ 3.2: ‘Una madre esemplare’); si riscontra una rilettura dei topoi sulla irrazionalità degli animali ereditati dalle discussioni filosofiche antiche (§ 3.3: ‘Tra gli aloga zoa’); sulla base del libro di Tobia, letto in chiave moraleggiante soprattutto a partire da Beda, si sviluppa una simbologia ambivalente destinata a durare per tutto il Medioevo (§ 3.4: ‘Le rondini di Tobit’). La ricerca mostra l’importanza, nel formarsi dell’allegorismo cristiano della rondine, del concetto scritturistico di dolore penitenziale, che incide profondamente sulla connotazione piangente e luttuosa che la rondine eredita dalla cultura classica. Icona penosa e inquietante del cuore senza pace, attanagliato dal dolore e dal rimorso, nei testi cristiani l’uccello del mito si trasforma infatti in una direzione soprattutto positiva: il suo lamento diviene domanda di perdono, monito a ricordare che cambiamento e ritorno sono sempre possibili, che il sacrificio è strada a un possesso più vero. Il simbolo si arricchisce di sfumature nuove e inedite, che consistono in primo luogo nella valorizzazione, all’interno della dinamica di movimento e alternanza che da sempre identifica questo uccello messaggero della primavera, delle componenti del distacco e della mortificazione, del versante cioè più ‘buio’ e invernale della polarità, scarsamente focalizzato nella cultura classica, e in secondo luogo nella fioritura delle potenzialità simboliche del rapporto madre-piccoli, immagine del legame tra creatore e creatura, còlto in ambedue i suoi versanti, laddove il mondo greco-latino, affascinato dall’intelligenza e dall’industria della rondine-madre, non valorizza affatto la dipendenza del figlio dal genitore.

Tesi di laurea, compilativa, inerente l'opera del Padre della Chiesa Giustino (m. 165 d.C.), dal titolo "Dialogo con Trifone". Si affrontano gli aspetti relativi alla tripartizione della società nel periodo romano, tra pagani, ebrei e cristiani, e conseguenti sviluppi come attestati in campo letterario. Settore Scientifico - Disciplinare L-FIL-LET/06 Letteratura Cristiana Antica.

Via Dalmazia 22/b 70127 Bari-S. Spirito Tel. +39 080 5333 056 Fax +39 080 5333 057 www.edipuglia.it eDipuglia caSa eDitrice catalogo Delle puBBlicazioni settembre 2017 Il catalogo è aggiornato a quanto pubblicato entro il mese di settembre 2017 Di molti volumi è disponibile la versione in PDF Edipuglia srl, via Dalmazia 22/b -70127 Bari-S. Spirito tel. 080 5333056-5333057 (fax) -http://www.edipuglia.it -e-mail: [email protected] seguici su

As point of departure of this dissertation I take three characteristics of the Evangeliorum libri of Iuvencus that have been alerted to in the secondary literature. First, in Iuvencus, Christian poetry may constitute a continuation of the translation of Holy Scripture. Iuvencus claims in his poetry different levels of senses, analogously to the practice of biblical exegesis, in particular by the Greek fathers. Second, throughout, his poetry is implicitly lectio divina which interprets the biblical text. In agreement with some interpreters I contend that his poem offers cross-references which consist of linguistic allusions, by which he intends to connect different parts of Scripture. Third, his poetry contains allusions to the Latin liturgy of the Mass. This suggests that Iuvencus’s poem claims to be a poetic version of liturgical readings. As I argue, his poem is written in such a way that its parts can be seen as small units, in analogy to the biblical pericopes that are read in the liturgy.
In addition, there is a linguistic characteristic of the EL which, although it has been commonly acknowledged in the secondary literature, has not yet been fully examined in its methodological implication. This linguistic characteristic, which I am investigating in this dissertation, consists in the centonic relation with the great pagan poetry, particularly that of Virgil. I am focusing on its meaning in the interpretation of the text, both from the philological and the hermeneutical points of view. The overall hypothesis of my dissertation is this: Iuvencus uses the technique of allusions, which is a commonly used tool in classical poetry, in an exaggerated way, in order to build up a “poetry of contrast” with pagan literature. This can be verified at least from two perspectives: on the one hand, he posits the new (true) world view, which derives from the biblical message, as a contraposition to the religious, mythological, and philosophical views of his time. On the other hand, he puts forth a typological interpretation of
these views as they are found in pagan poetry; in this sense, Iuvencus claims that if these views are understood prophetically, they find their definitive accomplishment in the Gospel message. This dissertation also attempts to prove that Iuvencus’s work is an early Christian witness of the exegesis practiced by the classic pagan authors, which was probably already consolidated at that time.
The philological investigation of the dissertation is restricted to a few text passages containing the word fĭdēs (occasionally in connection with its cognates), following the order of the narration itself. In the EL, the word fĭdēs and its cognates play a role that cannot be overlooked. On the one hand, it is significant from the statistical point of view. On the other hand, this word is found in the principal places which are fundamental for the literary self-consciousness of the poet, namely the preface and the final verses of book IV. At the end of the dissertation, I examine the connections between these two parts of the poem.

L' Ad Demetrianum di Cipriano rappresenta un documento importante, sia dal punto di vista letterario sia dal punto di vista storico, della prima apologetica cristiana di lingua latina. Si tratta di una appassionata difesa del cristianesimo contro le accuse di quei pagani che, mentre attribuivano alla diffusione della religione cristiana la responsabilità del decadimento dello Stato romano a metà del III secolo, aizzavano le masse popolari contro i cristiani, non riconoscendo le loro proprie colpe per la crisi in cui da decenni si dibatteva l'impero.
L'autore, vescovo di Cartagine, mentre si serve abilmente di citazioni bibliche (il che rappresenta una interessante innovazione nella apologetica cristiana), riprende argomentazioni tertullianee, modificandole e adattandole alla mutata situazione storica. Recupera inoltre motivi e temi ampiamente diffusi nella cultura del suo tempo, piegandoli ad esprimere la nuova concezione cristiana della vita.

The first part of the paper describes the life of Priscillian on the basis of the historical and literary sources. In the second part, the consequences of the trial against Priscillian and his supporters are analysed: the death sentence of Treviri did not stop the priscillianistic movement, but exacerbated the indiscriminate persecution against ascetics; peace was not restored within the Church, tensions and divisions kept increasing; the usurper Maximus did not find support either by bishops or in the imperial court. In the final part, after having analysed the ancient and recent definitions of Priscillianism, the Author examines the movement by setting it against its historical background.

La vicenda del martirio di Perpetua, narrata nella relativa Passio, è molto presente nell’immaginario e nella pratica liturgica delle prime comunità cristiane, soprattutto in Africa, e viene trattata da Agostino in serm. 280-282 e serm. 1 Erfurt. Il presente saggio intende illustrare come lo scrittore interpreti la vicenda con una particolare attenzione a presentare il personaggio principale e i compagni non soltanto badando a esigenze pastorali ma con cura stilistica ed efficacia compositiva, e indaga costanti e peculiarità rinvenibili nei diversi testi, cercando di evidenziare la personalità di Agostino scrittore.

Questo libro di Lisania Giordano è una monografia in due parti apparentemente non omogenee. Nella prima si sottopone il Registro di Gregorio Magno, con l’insieme imponente delle sue lettere, ad una griglia di lettura singolare: da essa emerge infatti la figura di un vescovo di Roma che guida la sua Chiesa mediante l’esercizio della giustizia. Nella seconda parte viene colta la presenza di questo stesso Gregorio nelle posizioni della Riforma, di Lutero e di Calvino in particolare, come della Controriforma, nei decreti del Concilio tridentino e nelle opere del Bellarmino.
Il legame delle parti non è tuttavia fittizio, perché la Giordano scopre nel papa giudice una moderazione e una equità che possono sì essere anche il ricordo della giurisprudenza romana ma sono soprattutto ed originalmente l’apporto della consapevolezza cristiana di Gregorio. Una consapevolezza che si esplica in una conduzione della Chiesa insieme severa e dolce, fortemente ispirata alla Bibbia e insieme pronta a leggerla con gli occhi della sperimentazione pneumatica, esigente per la verità e pronta a comprendere l’errore. Ma sono queste le qualità che, scavalcando polemicamente il Medioevo, i riformatori del secolo XVI ritrovano in Gregorio, che considerano come il Padre di una Chiesa ancora unita e fedele a Cristo, come lo considerano del resto anche i cattolici.
Un libro dunque che ha le sue radici e il suo valore in un approccio scientifico a Gregorio in grado di scoprire, nella sua opera più storica e frammentaria, quale è il Registro, una precisa vena spirituale, e dunque letteraria, pur non rinunciando ad esplicitare il contenuto giuridico e giurisprudenziale della sua azione. Un volto sinora sconosciuto o almeno poco noto del grande pontefice riemerge in tal modo con chiara evidenza.

Peer-review. Articoli e note inviati per la pubblicazione alla rivista sono sottoposti -nella forma del doppio anonimato -a peer-review di due esperti, di cui uno almeno esterno al Comitato Scientifico o alla Direzione. Nel secondo fascicolo delle annate pari è pubblicato l'elenco dei revisori.

Cicero is the only classical writer mentioned in the CSEL edition of the works attributed to Priscillian. The quotation of orat. 1,4 is the only one to be accepted, while the de orat. 3,15,58 and senect. 16,58 ones have no relevance to our text. The CSEL index does not include a further quote, made by Ennius in the prologue of the Medea; this prologue was in Antiquity one of the most famous texts of Ennius and played the role of 'Standardbeispiel' in rhetoric textbooks. The quotations form Cicero in 'Liber ad Damasum' and Ennius in 'Tractatus Exodi', showing a different use of classical tradition, could give some further indication about the authorship of the priscillianist texts and keep the interest alive in researching the entire corpus of Wuerzburg.

Il dialogo ermetico Asclepius, composto da un anonimo madrelingua greco in uno dei primi secoli dell'era cristiana, è un'opera latina che condivide la stessa tradizione testuale degli opuscoli fi losofi ci di Apuleio (De deo Socratis, De Platone et eius dogmate, De mundo). Essa costituisce, insieme alla silloge del Corpus Hermeticum greco, la più ampia esposizione della teosofi a ermetica in nostro possesso. Nel corso dell'opera, Ermete Trismegisto rivela ad Asclepio alcuni capisaldi della dottrina ermetica come il dualismo ontologico e cosmologico che separa dio e le realtà eterne (come gli astri, i dèmoni e l'intelletto umano) dalla materia e dalle realtà transeunti (come il corpo), e lo statuto mediano dell'essere umano, sospeso tra i due poli, con il duplice compito di custodire il mondo e impegnarsi nel percorso che conduce alla contemplazione intuitiva della divinità. Questa nuova edizione critica dell'opera si basa sulla ricognizione di tutti i testimoni manoscritti oggi noti anteriori al XV sec. Di ciascuno si discute dettagliatamente la collocazione stemmatica e si offre un'ampia messe di dati di collazione, utili a costituire il testo critico qui pubblicato.

Tesi per il baccellierato in teologia discussa a giugno 2013. Lavoro sulla dimensione autobiografica dell'ecclesiologia di Sant'Agostino. Come la vita del vescovo di Ippona abbia influito sulla visione di Chiesa da lui elaborata nelle sue opere.

The Latin version of the Epistula Clementis ad Iacobum is usually attributed to Rufinus on the basis of the preface that introduces his Latin translation of the Recognitiones Ps.Clementinae. The Latin Epistula presents two problems: the first concerns the dating when Rufinus made this translation; the second concerns its attribution: the translation that we read today, is it really the work of Rufinus? About the first question the A. concludes that Rufinus’ translation took place in Rome during his first stay (397-399); about the second, there are many doubts that what we read today is the translation of Rufinus.

Rufino di Aquileia fu tra il iv e il v secolo prolifico traduttore di opere dei Padri greci, che egli consegnò ai cristiani d'Occidente in una veste " romanizzata ". Tra le sue maggiori opere, la versione latina della Storia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, commissionata dal vescovo Cromazio con precisi intenti pastorali, offre anche al lettore moderno una molteplicità di spunti storico-letterari. Questo libro, incentrato sulle tematiche della persecuzione e del martirio, indaga, attraverso il confronto con l'originale greco, le tecniche adottate dal traduttore, che si inserisce nel solco dell'antica tradizione del vertere latino e rivela i gusti e gli interessi dei nuovi destinatari. Riserva altresì particolare attenzione agli aspetti agiografici, individuando innovazioni e riscritture rufiniane.

L'Apocrifo di Giovanni. Lo gnosticismo, il mito e la metafisica.
Tipheret, Acireale 2018.
---
Cristianesimo e Gnosticismo, vangeli e libri segreti, fede rivelata e conoscenza esoterica. L’Apocrifo di Giovanni è uno dei più importanti trattati della grande biblioteca gnostica ritrovata a Nag Hammadi, in Egitto, nel 1947. In esso, il Salvatore insegna al suo discepolo i segreti del regno divino, la creazione del mondo, le tenebrose opere del Demiurgo malvagio e la via per la salvezza. Scopo di questo libro è anzitutto offrire al lettore un quadro degli studi moderni sullo Gnosticismo, per poi analizzare l’Apocrifo di Giovanni e ricostruirne le numerosi fonti religiose, filosofiche e magiche. Ma occorrerà evitare di ridurre il trattato a una serie di elementi inerti da dissezionare; si tratterà, invece, di penetrarne in profondità la materia viva e magmatica, di riscoprire il significato che sottostà alle suggestive immagini del mito gnostico. A tale scopo occorrerà giovarsi non solo dei raffronti con il corpus di Nag Hammadi, ma anche del contributo dei principali trattati antignostici cristiani e pagani, delle grandi opere ermetiche e sapienziali del tardoantico e dei principi universali della metafisica tradizionale.

Seventy years from the demise of Primo Vannutelli (Genazzano, 1885-Rome, 1945) – a Catholic priest and scholar known for his biblical studies, for his engagement in education and for his apostolate in various fields of social marginalization and poverty in Rome of his time – in the course of the reorganization of his papers, conducted by the author in the historical Archives of the Congregation of the Oratory of St. Philip Neri in Rome, where Vannutelli had lived for over thirty years (1909-ca. 1945), some recently found correspondence, dated from the 1940’s, between the scholar and Ernesto Buonaiuti (1881-1946), are published here, preceded by a long biographical profile. The introduction and publication of the letters are situated in the light of the latest historical research on Modernism and particularly on Buonaiuti, and are oriented toward the analysis of the correspondence of the latter, for the most part still unpublished, thus allowing the reconstruction of the dense network of contacts with leading figures of European religious culture of the twentieth century.

SOMMARIO:
Una nuova lettura di Symp. 67-69 consente di verificare come, grazie al sapiente intarsio di rimandi ad autori pagani (soprattutto il Marziale di apoph. 61-62 e, in subordine, di epigr. 8, 14) e cristiani (Tertulliano, Lattanzio, Ambrogio), il poeta riesca a creare molteplici livelli semantici calibrati sulla doctrina dei diversi tipi di fruitori. Il tema del rapporto fra trasparenza e opacità acquisisce, così, insospettabili valenze gnoseologiche, ermeneutiche e poetologiche.

Parole chiave: Simposio; enigma; trasparenza; opacità; allegoria; allegoresi.

ABSTRACT:
A critical reassessment of Symp. 67-69 shows that, thanks to a skilful interweaving of references to pagan (especially the Martial of apoph. 61-62, but also of epigr. 8, 14) and Christians authors (Tertullian, Lactantius, Ambrose), the poet creates multiple semantic levels calibrated on the doctrina of the different types of readers. The theme of the relationship between transparency and opacity thus acquires unsuspected gnoseological, hermeneutic and poetological values.

Keywords: Symposius; riddle; transparency; opacity; allegory; allegoresis.

in "Materia Cimitile. Memoria di Segno Misura di Storia" a cura di D. Jacazzi, S. Carillo, P. Petillo, Atti della XX Settimana della Cultura scientifica e tecnologica del MIUR, Fabbrica della conoscenza 15, La Scuola di Pitagora editrice, Napoli 2001, pp.  9-18. ISBN: 978 88 65420 58 4.

A description and interpretation of the strange choice of a Langobard saint of the late VI century in his fight against the veneration of Diana. Why would a Langobard monk choose stylitism (in a time in which almost the whole Langobard people was not even catholic), and why the extraordinary life of Wulflaich has been almost completely ignored by historians both ancient and modern.

Realia Christianorum V. Metodologia e fonti per la ricerca storica sul cristianesimo antico I SESSIONE 20 aprile 2021 | h 9.30-12.30 Saluto del Decano della Sezione San Tommaso Introduce e modera GIANCARLO RINALDI Pianificare la città perfetta. Alla scoperta dei grandi monasteri dell'alto medioevo europeo FEDERICO MARAZZI Università degli Studi Suor Orsola Benincasa-Napoli Leggi e canoni. Ecclesiae e governo dell'impero tardoantico ELIO DOVERE Università degli Studi di Napoli Parthenope Il testo come decodificazione dell'immagine: il caso unico de Il Pastore di Erma nella catacomba di San Gennaro a Napoli SERENA SILVESTRI Dottoranda II SESSIONE 27 aprile 2021 | h 10-12.30 Saluto e Introduzione LUIGI LONGOBARDO Modera CHIARA SANMORÌ Fonti letterarie per lo studio della storia della Chiesa antica CARLO DELL'OSSO Augustinianum-PIAC Fonti letterarie e documenti figurativi per la storia del cristianesimo antico GIORGIO OTRANTO Università degli Studi di Bari Conclusioni GIANCARLO RINALDI Il Convegno sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook "Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale-Sez. San Tommaso" @pftimsantommaso Coordinamento: MICHELE GIUSTINIANO

This paper concerns Hieronymus’ Tractatus in psalmum 15. After
a brief summary of debate regarding the dating of this text, the
first part deals with the exegesis of Ps 15,10. Hieronymus’s argument
about Jesus’s resurrected body, which can be traced back to
his recurring themes during the Origenist controversy, allows us to
propose a new date for this piece of writing. The final part focused
on Ps 15,4 highlights Hieronymus’s use of textual criticism of the
scriptures as a polemical device and helps us to understand to what
degree he is autonomous and to what degree he is dependent on
Origen’s interpretations.

Paper presentado en: JORNADES CIENTÍFIQUES
MITE I MIRACLE A LES LITERATURES ANTIGUES I MEDIEVALS
UNIVERSITAT DE VALÈNCIA, 14-15 DE DESEMBRE DEL 2017. Organizado por el Grup d'Investigació en la Recepció de les Literatures Clàssiques (GIRLC)

Llegir més: http://girlc.webnode.com/mite-i-miracle-a-les-literatures-antigues-i-medievals/