Si riteneva il successore di quegli ecclesiastici del diciottesimo secolo che per diventare massoni avevano motivi più seri di quanto non supponesse Beauséant. Roger Peyrefitte, Il Grande Oriente, 1961, p. 95. opera più «distinta» 1...
moreSi riteneva il successore di quegli ecclesiastici del diciottesimo secolo che per diventare massoni avevano motivi più seri di quanto non supponesse Beauséant. Roger Peyrefitte, Il Grande Oriente, 1961, p. 95. opera più «distinta» 1 dell'architetto Tommaso Temanza, la rotonda chiesa della Maddalena a Venezia 2 (Figg. 1-3), ha acquisito nel Abbreviazioni Si fornisce l'abbreviazione dei documenti citati più frequentemente nel testo, conservati presso l'Archivio Storico del Patriarcato di Venezia (d'ora innanzi aspve). Minuta aspve: Parrocchia dei SS. Ermagora e Fortunato, Fabbriceria, Atti generali, b. 27, fasc. ii, «Rifabbrica della chiesa di S. Maria Maddalena, anno 1763», [minuta della Descrizione], pp.n.n. Descrizione aspve: Parrocchia dei SS. Ermagora e Fortunato, Fabbriceria, Atti generali, b. 27, fasc. ii, «Descrizione della riffabrica della parte e colleggiata chiesa di S. Maria Maddalena», pp.n.n. Registro aspve: Parrocchia dei SS. Ermagora e Fortunato, Fabbriceria, Atti generali, b. 27, fasc. ii, «Registro di tutto lo scosso e speso per conto della riffabbrica della chiesa parrocchiale e colleggiata di S. Maria Maddalena di Venezia, o sia Cassa contanti scossi e spesi, 1757-1774», pp.n. All'interno del saggio è stato adottato un criterio conservativo dei testi citati (sia manoscritti che a stampa), salvo per l'uso atipico della punteggiatura, delle maiuscole, degli accenti, della lettera 'j' e del segno di congiunzione '&', che sono stati uniformati all'uso corrente. Nella trascrizione dei documenti le parole barrate sono così nell'originale; i tre punti all'interno di parentesi quadrate corrispondono a omissis; le tre stelle a parole cancellate. 1 G. Moschini, Della letteratura veneziana del secolo xviii fino a' giorni nostri, iii, Venezia, 1836, p. 114. 2 Con il decreto napoleonico del 1807 la parrocchia di S. Maria Maddalena fu soppressa e accorpata a quella di S. Fosca. Soppressa anche questa nel 1810, la circoscrizione parrocchiale venne inglobata in quella di S. Marcuola. La chiesa della Maddalena fu dapprima retrocessa a oratorio, poi chiusa al culto e infine, nel 1820, riaperta come succursale di S. Marcuola. L'archivio subì le stesse vicissitudini. Su Tommaso Temanza e sulla Maddalena «studi veneziani» · lv · 2008 L ' 6 Cfr. qui la tavola delle Abbreviazioni. 7 Romanelli, in Venezia nell'età di Canova, cit., p. 21, n. 16. Fig. 3. T. Temanza, Chiesa della Maddalena, Venezia, facciata. tommaso temanza e la chiesa della maddalena 207 glianza paganeggiante al pantheon», 8 le parole, crediamo sincere, di Temanza testimoniano altresì che questa incontrò fin da subito «moltissimo nel genio dell'universale», in una città dove «ordinariamente si dice male di tutto». 9 Un «universale compatimento» 10 che rimarrà costante durante tutto il lungo svolgersi dei lavori, laddove persino i seguaci di Bartolomeo Ferracina, 11 acerrimi dissacratori del nostro, la rispettavano, consapevoli «che in Venezia non vi ha chi nell'architettura la eguagli». 12 Il reverendo Giovanni Marchioni, 13 poi, parroco della Maddalena 8 Così per Brusatin, Venezia nel Settecento, cit., p. 224. 9 Il primo passaggio è tratto da una lettera di Temanza all'abate Gasparo Patriarchi a Padova, nel luglio del 1767; bspve: ms. 318.7. Inoltre, l'architetto scriveva, nel giugno del 1770, al fisico Giovanni Antonio Dalla Bella in quel di Lisbona, a fronte di una vicenda iniziata quasi quindici anni prima: «La mia chiesa della Maddalena è innalzata sino alle cornici. La cappella maggiore è interamente compiuta. Di quest'opera ho la consolazione che tutta la città le fa applauso, cosa insolita, perché ordinariamente si dice male di tutto […]. I miei nemici non hanno coraggio di sparlare perché temono di essere tassati di troppa malignità» (bspve: ms. 318.7). Sulla figura di Giovanni Antonio Dalla Bella si veda U. Baldini, Dalla Bella, Giovanni Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani, xxxi, Roma, 1985, pp. 773-775; e per ultimo V. Giormani, Domenico Vandelli e Giovanni Antonio Dalla Bella, ovvero le smanie per la cattedra e le tartarughe dei papi, «Atti dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti», Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, 166, 2007-2008, pp. 85-138. 10 bspve: ms. 318.7: «Al signor Giovanni Antonio Dalla Bella Lisbona. La mia chiesa della Maddalena tira innanzi assai bene e con universale compatimento. Qualche altra opera ho per le mani, nobile sì, ma non grandiosa. Il mio costume di non cacciarmi innanzi mi tiene addietro, e un giovinastro architettuccio alla moda fa tutto ed è per tutto. Io vidi dei suoi spropositi e del poco senno di quelli che gli donano una appassionata sregolatissima smodata probazione. Compiango poi le disgrazie di Venezia nella quale si profondano, per così dire, tesori nell'erezione di nuove fabbriche le quali che infine non onore ma disprezzo vergogna le arrecano. Anche Vitruvio a suoi dì vedeva di cotali cose in Roma; eppure allora regnava Augusto, la di cui età si reputa così felice per le bell'arti. […] Venezia 12 ottobre 1771».