L’INCASTELLAMENTO:
STORIA E ARCHEOLOGIA
A 40 anni da Les structures di Pierre Toubert
a cura di
ANDREA AUGENTI e PAOLA GALETTI
FONDAZ ION E
CENTR O I TA LI ANO DI S TUDI
S U LL’ALTO M E DIOE VO
SPOLE TO
2018
ISBN: 978-88-6809-175-0
prima edizione: dicembre 2018
Copyright 2018 by « Fondazione Centro italiano di studi sull’alto medioevo » Spoleto.
L’immagine di copertina è tratta da: F. CANTINI, Il castello di Montarrenti. Lo scavo
archeologico (1982-1987), Firenze 2003, p. 237.
SOMMARIO
Prefazione ...............................................................
pag.
IX
ANDREA AUGENTI - PAOLA GALETTI, Introduzione .........
»
XI
ALDO A. SETTIA, Castelli, incastellamento e fonti scritte ...
»
3
ANDREA AUGENTI, Castelli, incastellamento e archeologia ..
»
17
GIANFRANCO PASQUALI, Incastellamento e sistema curtense
»
39
LUIGI PROVERO, Dall’incastellamento alle signorie: risorse,
società e poteri .....................................................
»
51
PAOLA GALETTI, Edilizia residenziale e incastellamento ....
»
65
MARIA ELENA CORTESE, Una convivenza difficile: castelli e
città nell’Italia centro-settentrionale (secc. X-XIII) ...........
»
81
FABIO SAGGIORO, ‘Villaggi’ e castelli. Dinamiche dell’abitato rurale tra VII e XI secolo ................................
»
99
NICOLA MANCASSOLA, Castelli e chiese in Italia centro-settentrionale tra IX e XIII secolo ...............................
»
119
FEDERICO CANTINI - ENRICO CIRELLI, Mercati, economia
e incastellamento ..................................................
»
143
I. QUARANT’ANNI DOPO:
STORIA E ARCHEOLOGIA
II. TEMI DI RICERCA
VI
SOMMARIO
FEDERICO ZONI, L’archeologia dell’architettura e lo studio
dei castelli. Un bilancio critico ................................. pag. 175
III. UN FENOMENO GLOBALE:
L’INCASTELLAMENTO IN EUROPA
GIUSEPPE ALBERTONI, L’incastellamento di Pierre Toubert e la
burgenkunde tedesca: una comparazione impossibile? ....
»
197
JUAN ANTONIO QUIRÓS - IGOR SANTOS SALAZAR, A cosa
serve l’incastellamento nel nord della Spagna? .........
»
211
OLIVER CREIGHTON, Fortification, settlement and lordship:
re-shaping and re-thinking medieval rural landscapes ...
»
233
EGLE MICHELETTO, Castelli in Piemonte: per un quadro
archeologico .........................................................
»
259
FRANCESCO PANERO, L’incastellamento in Piemonte: problemi
interpretativi e dibattito storiografico .........................
»
281
MAURO CORTELAZZO, Forme d’incastellamento in Valle
d’Aosta .............................................................
»
291
PAOLO GRILLO, Una difficile ricezione: l’‘incastellamento’
nella storiografia lombarda ......................................
»
301
FABRIZIO BENENTE, L’incastellamento in Liguria ............
»
311
FABIO SAGGIORO - GIAN MARIA VARANINI, Le ricerche sui
castelli veneti tra storia e archeologia (1975-2015) ........
»
335
NICOLA MANCASSOLA, L’incastellamento in Emilia centro
orientale .............................................................
»
355
ANDREA AUGENTI, L’incastellamento in Umbria: una prospettiva archeologica ..............................................
»
367
ANGELA LANCONELLI - GIUSEPPE ROMAGNOLI, L’incastellamento nel Lazio ..................................................
»
379
IV. QUADRI REGIONALI
VII
SOMMARIO
ALESSANDRO DI MURO - VITO LORÉ, L’incastellamento in
Campania .......................................................... pag. 391
LAURENT FELLER, Abruzzes adriatiques. L’apport de la documentation écrite ...................................................
»
405
PASQUALE FAVIA, Luoghi, tempi, protagonisti, contesti e declinazioni dell’incastellamento nella Puglia centrosettentrionale ..............................................................
»
413
PAUL ARTHUR, Incastellamento (or not) in Southern Apulia
»
435
LUCIA ARCIFA - FERDINANDO MAURICI, Castelli e incastellamenti in Sicilia .............................................
»
447
FRANCO G.R. CAMPUS, L’incastellamento in Sardegna:
quarant’anni dopo Les structures du Latium médiéval
di Pierre Toubert .................................................
»
479
»
499
»
513
V. VALORIZZAZIONE
DANILO MORINI, Conoscere per valorizzare: il progetto castelli
medievali e neomedievali in Emilia Romagna ............
VI. CONCLUSIONI
SANDRO CAROCCI, I tanti incastellamenti italiani ............
IV.
QUADRI REGIONALI
bianca
EGLE MICHELETTO
CASTELLI IN PIEMONTE:
PER UN QUADRO ARCHEOLOGICO
A chi rilegga ad oltre un trentennio di distanza gli atti del Convegno ‘Castelli: storia e archeologia’, svoltosi a Cuneo nel 1981 1,
che vide una foltissima rappresentanza di specialisti di entrambi gli
ambiti di studio, balza agli occhi l’assenza di contributi dedicati a interventi archeologici in Piemonte, fatta eccezione per una sintetica
comunicazione sulle indagini avviate nel castello degli Acaja a Fossano, in concomitanza con un ampio programma di restauro e rifunzionalizzazione dell’edificio, al quale erano già stati dedicati studi
preliminari oggetto di apprezzamento, pur con la velata critica per il
« lavoro di un architetto che cerca di appropriarsi di tecniche di ricerca storica » 2.
Da allora, in concomitanza con il definitivo affermarsi dell’archeologia medievale in Italia, e sulla scia dell’interesse destato dai lavori sui castelli toscani, che mostravano una precoce risalita di abitati
in altura nel VII secolo e una continuità e gerarchizzazione dell’insediamento sino alla fondazione dei castelli di X-XI secolo, anche nella
nostra regione presero slancio i primi scavi di contesti fortificati 3.
Imposti da esigenze di tutela e di conseguenza disorganici rispetto a
1. R. COMBA, A.A. SETTIA (a cura di), Castelli. Storia e archeologia, Atti del Convegno (Cuneo, 6-8 dicembre 1981), Torino, 1984.
2. A.A. SETTIA, Castelli e villaggi nell’Italia padana. Popolamento, potere e sicurezza fra
IX e XIII secolo, Napoli, 1984, p. 29. Al castello sarebbe poi stato dedicato un volume
miscellaneo, con fondamentali contributi storici: G. CARITÀ (a cura di), Il castello e le fortificazioni nella storia di Fossano, Fossano, 1985.
3. Sintesi in E. MICHELETTO, La struttura materiale del castello: profilo archeologico per il
Piemonte sud-occidentale, in Architettura castellana: storia, tutela, riuso, a cura di M.C. VISCONTI, CHERASCO, Farigliano, 1992, pp. 15-29.
260
EGLE MICHELETTO
un vero progetto di studi, questi interventi puntiformi non potevano
avere l’ambizione di testare archeologicamente il modello da tempo
delineato dagli storici subalpini su una solida base documentaria: la
grande proliferazione di castelli che a partire dalla fine del IX secolo
interessò anche il Piemonte, non sembrava aver determinato vistosi
cambiamenti nell’organizzazione dell’insediamento, poiché le forme
di habitat accentrato non furono esclusive, continuando a sopravvivere villaggi aperti e case sparse nella pianura 4.
Erano tuttavia anni nei quali si poteva programmare con ben
maggior agio rispetto a oggi l’attività di scavo, grazie ai pur esigui finanziamenti erogati dal Ministero dei beni culturali, da tempo non
più disponibili. Poteva così prendere corpo l’indagine in estensione
del castello di Montaldo di Mondovì, sorto nei primi anni del XII
secolo sulla sommità della rocca incombente sull’abitato (interessata
da significative testimonianze protostoriche) e manifestazione della
territorializzazione del potere del vescovo di Asti 5, come pure gli
ampi sondaggi a Manzano e a S. Stefano Belbo, tutti in provincia di
Cuneo; il primo con labili indizi di una fase altomedievale lignea antecedente alla costruzione del castello, la cui vita si svolse tra la fine
del X secolo e il 1243, anno di fondazione della villanova che ne
sancì l’abbandono e la successiva, completa distruzione 6, il secondo
con la sicura presenza di una cinta in tecnica mista di legno e pietre
risalente al VI secolo 7; o ancora l’intervento della Scuola Francese
di Roma a Frugarolo, nell’Alessandrino, dove si localizza la curtis
d’Orba, sorta nel IX secolo e difesa nell’XI da un poderoso muro 8.
In altri casi si poté verificare che la fortificazione si era giustapposta
4. R. COMBA, Il primo incastellamento e le strutture economiche e territoriali del Piemonte
sud-occidentale fra X e XI secolo, in Structures de l’habitat et occupation du sol dans les pays méditerranéens: les méthodes et l’apport de l’archéologie extensive, Actes de la Rencontre (Parigi,
12-15 novembre 1984), Roma-Madrid, 1988, pp. 479-488 (483).
5. E. MICHELETTO, M. VENTURINO GAMBARI (a cura di), Montaldo di Mondovì. Un insediamento protostorico. Un castello (Quaderni della Soprintendenza archeologica del Piemonte.
Monografie, 1), Roma, 1991.
6. E. MICHELETTO, Il castello di Manzano, in Cherasco. Origine e sviluppo di una villanova, a cura di F. PANERO, Cuneo, 1994, pp. 45-56.
7. E. MICHELETTO, Un insediamento tardoromano e altomedievale nell’area della torre di S.
Stefano Belbo, in Alba Pompeia 13 (1992), pp. 27-43.
8. F. BOUGARD, La torre (Frugarolo, prov. di Alessandria). Relazione preliminare delle
campagne di scavo 1989-1990, in Archeologia medievale, XVIII (1991), pp. 369-379.
CASTELLI IN PIEMONTE: PER UN QUADRO ARCHEOLOGICO
261
all’abitato, come forse a Bredulum, sede curtense dipendente dal vescovo di Asti e centro eponimo del comitato altomedievale, da situarsi nell’attuale frazione Breolungi di Mondovì, a strapiombo sul
torrente Pesio, oggetto di un ampio scavo che mise in luce parte di
un abitato pre-protostorico con fasi comprese tra l’età del Bronzo finale e quella del Ferro, escludendo definitivamente la consolidata
convinzione che il sito fosse stata sede di un castrum tardoantico,
mentre un nucleo di materiali di età carolingia da una fossa di scarico
e alcune murature in ciottoli antecedenti la pieve romanica (attestata
insieme al castrum dal 1041) potrebbero di contro indiziare una fase
di avanzato IX-X secolo 9, analogamente a quanto l’indagine archeologica aveva suggerito per Manzano, Ponzone, Nucetto, Pecetto, Rivalta Torinese, Domodossola, Trino e – recentemente, anche
se in termini più incerti – a Condove.
La tabella (Tab. 1) tenta di rispondere alle puntali richieste degli
organizzatori del Convegno: ambito territoriale della ricognizione (il
Piemonte), quadro cronologico di riferimento (articolato nel nostro
caso in quattro campi: preesistenze pre-protostoriche, fase tardoantica, IX-X secolo, XI secolo e successivi), sintesi bibliografica. Essa
rappresenta di fatto una didascalia ragionata della carta del Piemonte
(Fig. 1), raccogliendo i dati essenziali di questi e di tutti gli altri castelli oggetto di interventi realizzati – mediante scavo estensivo o
con sondaggi – a partire dai primi anni ottanta del secolo scorso,
quando entrarono nei ruoli della Soprintendenza piemontese archeologi medievisti e la tutela territoriale fu riorganizzata valorizzando le
competenze specialistiche afferenti alla preistoria, all’età classica e al
Medioevo.
Gli interventi censiti raggiungono il numero ragguardevole di 108 e
coprono omogeneamente l’intera regione, con più episodiche e rarefatte
presenze nella pianura vercellese, uno scontato addensamento lungo assi
viari e fluviali e una percentuale maggiore nella provincia di Cuneo
(33% del totale: Figg. 2-3), che fa emergere la precocità di interesse anche da parte delle amministrazioni locali per il recupero e la valorizzazione di siti e complessi monumentali, e nella valle di Susa dove da al9. E. MICHELETTO, Santa Maria di Bredulo: prime ricerche archeologiche, in Dai Bagienni
a Bredulum. Il pianoro di Breolungi tra archeologia e storia, a cura di M. VENTURINO GAMBARI
(Quaderni della Soprintendenza archeologica del Piemonte. Monografie, 9), Torino, 2001, pp.
53-64.
262
EGLE MICHELETTO
cuni anni è stato avviato il progetto Valle di Susa-Arte e Storia, riferito al
patrimonio culturale lungo l’antico tracciato verso la Francia, che comprende significative emergenze archeologiche. Se l’intera provincia di
Torino raggiunge il 22% del totale, una forte concentrazione si evidenzia proprio nel solco vallivo della Dora Riparia, con i castelli di Rivalta,
Avigliana, Caprie-Condove, Bardonecchia, Sant’Ambrogio e Susa. Tre
delle località compaiono tra quelle che l’Anonimo Ravennate 10 elenca
‘presso le Alpi’ (Armesis-Avigliana, Diovia-presso Bardonecchia, CaprisCaprie) come parte di una più estesa linea fortificata di età longobarda
posta a protezione della Liguria bizantina, che si sviluppava da est verso
ovest, dall’attuale prov. di Alessandria con le città di Libarna e Tortona
e proseguiva attraverso Ororiatis (Auriate, non localizzata, ma presso Cuneo) Albis (Alba) item Polentia, Pollentino (Pollenzo e il ridotto fortificato
del VI secolo messo in luce dallo scavo archeologico) 11, Agodano (che
recentemente si è proposto di identificare con il castrum individuato a S.
Stefano Belbo 12), sino alla valle di Susa. Se anche i recenti interventi archeologici condotti nel castello di Caprie non hanno restituito materiali
datanti, la stratificazione delle murature e alcune incongruenze di pianta
lascerebbero aperta l’ipotesi dell’esistenza di una fase altomedievale 13,
mentre a un arco cronologico compatibile con quello della Cosmographia
sono ascrivibili i materiali di corredo della piccola necropoli affiorata in
un’area prossima al Castel d’Amun di Bardonecchia (la non coincidenza
con il castello ha impedito di indicarle nella tabella), testimonianza della
presenza nel sito di una comunità del VI-VII secolo, analoga a quella
documentata più in alto nella stessa valle, con il modesto abitato non
fortificato e un gruppo di tombe nella località Pariol di Cesana 14.
10. Anon. Ravenn., Cosmogr. (ed. J. Schnetz, Itineraria Romana, II, Lipsiae 1940),
cap. 33, pp. 1-7.
11. E. MICHELETTO, Pollentiam, locum dignum...quia fuit civitas prisco in tempore. I nuovi
dati archeologici (V-XI secolo), in Le città italiane tra la tarda antichità e l’alto medioevo, Atti
del Convegno (Ravenna, 26-28 febbraio 2004), a cura di A. AUGENTI, Firenze, 2006, pp.
99-124.
12. A.A. SETTIA, L’alto Medioevo ad Alba: problemi e ipotesi, in Alba medievale. Dall’alto
Medioevo alla fine della dominazione angioina: VI-XIV secolo, a cura di R. COMBA (Studi per
una storia d’Alba, V), Alba, 2010, p. 25.
13. L. PEJRANI BARICCO, L’intervento archeologico per il recupero del castello, in Il « Castrum Capriarum » e Condove. Fortificazione e poteri nel Medioevo valsusino, Atti del Convegno (Condove, 18 gennaio 2014), in Segusium 51 (2014), pp. 17-38.
14. E. MICHELETTO, Villaggi nel Piemonte altomedievale: un aggiornamento archeologico, in
CASTELLI IN PIEMONTE: PER UN QUADRO ARCHEOLOGICO
263
Le attestazioni archeologiche di castra tardoantichi sono diffuse in
tutta la regione, con un picco di presenze in provincia di Torino,
dove murature e materiali del V-VI secolo compaiono nel 30% circa
dei casi: ai castelli urbani di Torino e Susa, la cui vita prosegue ininterrotta dalla fase romana della porta urbica orientale (Augusta Taurinorum) e del probabile palazzo del governatore (Segusium), si aggiungono nelle immediate adiacenze del capoluogo il Castelvecchio di
Testona e il Bric S. Vito di Pecetto, quest’ultimo oggetto di indagini
in estensione.
La tipologia di scavo (saggi limitati o maggior copertura dell’area
esplorata) non pare aver influito in modo determinante sull’identificazione delle diverse fasi degli insediamenti fortificati, anche se ha
inciso ovviamente sulle possibilità di una loro restituzione planimetrica: come per la preistoria, così anche per il periodo tardoromano e
altomedievale l’esistenza di un abitato è indiziata da buche di palo e
strati di vita contenenti scarsissimi materiali diagnostici, con cronologie spesso confermate solo da analisi archeometriche. Ma rari sono
gli esempi nei quali lo scavo è riuscito a identificare puntualmente,
oltre al muro di cinta, anche le tipologie delle abitazioni, come avvenuto invece nel Castelvecchio di Peveragno e a Belmonte 15, con
capanne in legno su zoccolatura in pietra, nel primo caso dopo cospicui interventi di taglio della roccia; entrambi i siti sono accomunati anche dal ritrovamento di notevoli quantità di reperti metallici,
da riconnettere ad attività estrattive locali e di forgiatura, oltre a
complete attrezzature anche per lavori agricoli e per carpenteria 16, a
conferma del fatto che la scelta della sede protetta fu dettata anche
da interessi per lo sfruttamento delle risorse minerarie e forestali.
L’inerpicamento, l’accentramento e la fortificazione mediante la
costruzione di poderose cinte murarie di questi e di altri abitati tra il
V e il VI secolo, su alture spesso defilate rispetto alle principali artePaesaggi, comunità, villaggi medievali, Atti del Convegno internazionale di studio (Bologna,
14-16 gennaio 2010), a cura di P. GALETTI, Spoleto, 2011, pp. 293-308.
15. E. MICHELETTO-L. PEJRANI BARICCO, Archeologia funeraria e insediativa in Piemonte
tra V e VII secolo, in L’Italia centro-settentrionale in età longobarda, Atti del Convegno
(Ascoli Piceno, 6-7 ottobre 1995), a cura di L. PAROLI, Firenze, 1997, pp. 295-344.
16. E. MICHELETTO, Edilizia in legno nel Piemonte altomedievale, in Actes du XIIIe colloque sur les Alpes dans l’Antiquité, (Brusson-Vallée d’Aoste 12-14 octobre 2012), a cura di
D. DAUDRY, Bulletin d’études préhistoriques et archéologiques alpines, 24 (2013), pp. 345-362.
264
EGLE MICHELETTO
rie viarie, è fenomeno indubbiamente correlato in tutto il territorio a
sud del Po con la crisi di numerose città romane che, prive di difese,
videro declinare inesorabilmente il proprio ruolo amministrativo; tale
fenomeno, che solo l’archeologia ha consentito di censire, il più delle volte non riconducibile a iniziative programmate dell’autorità centrale, bensì a movimenti spontanei della popolazione alla ricerca di
luoghi facilmente difendibili, non ha ottenuto conferme utili a stabilire se vi fu una generalizzata continuità dei nuovi insediamenti sino
all’incastellamento della fine IX-X secolo, sempre più intrecciato con
processi di territorializzazione del potere a livello locale.
Se l’assenza di cesure è confermata su base archeologica per i castelli urbani di Torino, Susa, Acqui, Asti e per S. Giulio d’Orta, l’isola nella quale trovò rifugio il vescovo di Novara Onorato, che vi
costruì un palazzo fortificato (ma che non tutti gli studiosi identificano come sede del ducato longobardo), e anche per Pombia (solo su
base documentaria), percentualmente ridotti e con margini di incertezza derivati dalla pressoché totale assenza di reperti databili con sicurezza, sono i casi in ambito rurale, come il Bric S. Vito di Pecetto
o il castello di Cervere. Incombente sul Tanaro e contrapposto a
quello di Monfalcone, posto sull’altra riva, quest’ultimo nacque nei
primi anni del V secolo nel sito di un villaggio preromano, dopo la
lunga cesura dell’età romana-imperiale – una costante per i nostri siti
d’altura pre e protostorici, abbandonati nell’ambito di un generalizzato e programmato riassetto dell’insediamento seguito alla pacificazione augustea, ma nei quali si tornò a vivere nel quadro di nuova precarietà e insicurezza che caratterizzò l’età gota – ospitò agli inizi del
V secolo un abitato di capanne lignee, protetto da un poderoso muro di cinta in muratura. Più difficile, in assenza di materiali diagnostici quali la ceramica, come è noto largamente sostituita dopo il VI secolo dal legno e dalla pietra ollare, accertare una continuità di vita
nel sito sino agli inizi del X secolo, quando è edificata una nuova
cinta muraria, questa volta in filari di ciottoli disposti a spina di pesce, legati da una malta consistente, che rimase in uso sino a tutto il
XIII secolo, in chiara sintonia con la documentazione scritta che attesta la distruzione del castello proprio in quel torno di tempo.
Non numerosi come si sarebbe potuto immaginare (49 su 108)
sono i castelli per i quali l’archeologia non ha fornito indizi di preesistenze, anche se tale percentuale è falsata dal fatto che la tabella, al
fine di restituire un quadro esaustivo, comprende anche alcuni lavori
CASTELLI IN PIEMONTE: PER UN QUADRO ARCHEOLOGICO
265
effettuati su complessi sorti nel XIV secolo e oltre: con risultati diversi, derivati anche da estensione e caratteristiche dello scavo, ciascun intervento ha comunque contribuito a documentare la molteplicità di destinazioni d’uso e la varietà di tecniche edilizie, fornendo
nel contempo una straordinaria mole di reperti organici e di manufatti, dai quali sono scaturite alcune fondamentali datazioni per la
produzione e diffusione, tra le altre, delle classi ceramiche tardomedievali in territorio subalpino, unitamente a cronotipologie dei reperti metallici, ancora oggi indispensabili per chi voglia affrontare su
solide basi lo studio della cultura materiale in Piemonte.
Per la stragrande maggioranza di questi castelli l’indagine archeologica conferma la nascita e lo sviluppo di impianti compatti, ormai
identificabili con una dimora fortificata, ben diversi quindi non solo
dai castelli tardoromani sui quali ci si è soffermati poco sopra, ma anche da quelli sorti tra il IX e X secolo secolo, per i quali il termine
castrum, pur in modo non sempre lineare, indicava la semplice fortificazione dell’insediamento. Lo possono agevolmente mostrare due casi, da citare anche per le modalità con le quali si sono sviluppati i relativi progetti di valorizzazione e musealizzazione dei ruderi: Montaldo di Mondovì e la Tour d’Amun a Bardonecchia.
Nel primo sito pochi ruderi erano affioranti sull’altura che incombe sulla chiesa e sul borgo medievale: un poderoso muro di cinta ad andamento poligonale, dotato di camminamento di ronda, racchiudeva un’area di circa 1000 m2, l’ampiezza massima consentita
dalla sommità rocciosa, regolarizzata con azioni di taglio per ricavare
vani a quote diverse. Lo spazio era organizzato in due nuclei distinti:
il primo, in posizione emergente, comprendeva la torre, la domus del
signore, la cucina e un altro corpo di fabbrica, con le stalle e altri locali di servizio; il secondo era invece un ampio spazio libero da
strutture, fatta eccezione per la cisterna e altre modeste tettoie in legno, nel quale la popolazione poteva trovare rifugio in caso di pericolo. Qui l’indagine archeologica, dopo un avvio casuale determinato da lavori sull’acquedotto e grazie a un’amministrazione comunale
consapevole, si è potuta estendere all’intero castello e ad essa è seguito il restauro dei resti; ma un percorso archeologico attrezzato per la
visita è stato completato solo nel 2012 17, e manca ad oggi una rete
17. MICHELETTO - VENTURINO GAMBARI, Montaldo di Mondovì cit. (nota 5).
266
EGLE MICHELETTO
organizzata e sostenuta da un adeguato progetto di comunicazione,
tale da consentire almeno una manutenzione programmata dei resti.
Diverso l’esempio di Bardonecchia, dove lo scavo ha rimesso in
luce una porzione consistente del primitivo castello della famiglia dei
de Bardonisca, articolato in più fasi costruttive a partire dal XII secolo,
periodo al quale è da attribuire la grande torre quadrata di quasi 10
m di lato, che costituisce il nucleo generatore dell’intero complesso e
che ancor oggi incombe con la sua mole sull’abitato e sulla chiesa di
Santa Maria, malgrado il crollo subito nel secondo dopoguerra. L’indagine archeologica, prevista sin dalla fase progettuale del restauro
nell’ambito di una pianificazione territoriale e paesaggistica a più ampio raggio sull’intera valle di Susa, è divenuta coprotagonista di ‘una
strategia di sistema’ utile ad affrontare i principali problemi per chi
voglia oggi proseguire lo studio dei castelli con un adeguato progetto
archeologico. La consapevolezza di quanto sia difficile e oneroso uno
scavo è ormai diffusa anche presso gli amministratori locali, che tuttavia vedono nei ruderi un volano per il turismo, riuscendo spesso a
reperire risorse per studi di fattibilità e progetti di valorizzazione, ma
sottovalutando una delle più importanti voci di costo, quella dello
scavo archeologico, a cui deve seguire una presentazione di resti il
più delle volte frammentari e di difficile comprensione, che devono
essere adeguatamente spiegati anche a un pubblico di non specialisti 18. Forse è proprio questa una delle grandi sfide, e insieme un’opportunità, per proseguire nella ricerca sui castelli, sino ad oggi troppo
episodica perché dettata dall’emergenza: convincere gli amministratori dell’utilità di una programmazione a scala più ampia rispetto al singolo sito, estesa ad ambiti territoriali che comprendano almeno una
valle, o più comprensori, legati da una struttura gestionale integrata,
la sola che potrebbe consentire anche una costante attività manutentiva ed evitare così, dopo la conoscenza, la perdita del bene.
18. L. PEJRANI BARICCO, A. LONGHI, Archeologia e storia di castelli alpini: esperienze d’indagine in Val Susa, in Anciens vestiges en ruine, Atti del Convegno (Aosta, 29 novembre-1
dicembre 2012), Sarre, 2012, p. 317.
CASTELLI IN PIEMONTE: PER UN QUADRO ARCHEOLOGICO
267
Tab. 1. Elenco dei castelli oggetto di indagine archeologica.
N.
CASTELLI
pre-protostoria
IV-VI sec.
IX-X sec.
XI sec. e successivi
BIBLIOGRAFIA
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ASAP: AL⁄20, 22a, 25b (2004; 2005-2007).
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MONTECASTELLO
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MONTECHIARO D’ACQUI
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fine XII sec.
11
PONZONE
12
TERZO
13
VISONE
14
Asti, Castel Berengario
15
ASTI, Castelvecchio
* (?)
16
CASTELLO DI ANNONE
*
17
LOAZZOLO
18
MONCUCCO TORINESE
19
MONTIGLIO MONFERRATO
20
OLMO GENTILE
21
SAN PAOLO SOLBRITO
*
CROSETTO 2001.
22
VESIME
*
CROSETTO 1999c.
23
BENNA
*
ASAP.
24
BIOGLIO, PETTINENGO, VEGLIO
MOSSO
25
CASTELLETTO CERVO
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CAVAGLIÀ
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SANDIGLIANO
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*
*
CROSETTO 1999b.
*
ASAP: AT⁄3b, 1989.
XII sec.
CROSETTO 1999a.
Prov. di BIELLA
XIV sec. - fort. dolci- PANTÒ 1995.
niane
*
ASAP.
ASAP.
*
XII sec.
PANTÒ 2001.
268
EGLE MICHELETTO
pre-protostoria
IV-VI sec.
IX-X sec.
XI sec. e successivi
BIBLIOGRAFIA
N.
CASTELLI
28
TRIVERO
29
VERRONE
30
ARGUELLO
31
BAGNASCO
32
BEINETTE
33
CARRÙ
34
CASTELLINO TANARO
35
CERVASCA
*
36
CERVERE
*
37
CHERASCO, c. di Manzano
*
38
CHERASCO, S. Leodegario (c.
di Monfalcone)
39
CHIUSA DI PESIO, Monte Cavanero, c. di Mirabello
40
CORTEMILIA
41
COSTIGLIOLE SALUZZO, c. Rosso
*
*
VENTURINO GAMBARI et al. 1996; MICHELETTO
1998; 2009.
42
FOSSANO, c. degli Acaja
*
*
GARERI CANIATI 1985; MICHELETTO 2007.
43
GAIOLA
*
*
PREACCO 2007.
44
GARESSIO
*
PREACCO et al. 2007; 2011.
45
GUARENE
46
LAGNASCO, c. Tapparelli d’Azeglio
47
MANTA
48
MOMBASIGLIO
49
MONASTEROLO CASOTTO, torre
XIV sec. - fort. dolci- BENENTE, CERINO BADONE 2002.
niane
XII sec.
PANTÒ 2001.
*
Prov. di CUNEO
XI sec., ristr. nel XIII ASAP.
sec.
da
accertare
*
*
*
COCCOLUTO 2012; DEMEGLIO 2014.
XIII sec.?
ASAP.
XIII sec.
MICHELETTO, CORTELAZZO 1986; MICHELETTO
1989; 1992a.
XI-XII sec.
ASAP.
XII sec.
ASAP: CN⁄24b, 2003.
*
*
MICHELETTO 2010; MICHELETTO et al. 2010.
*
*
MICHELETTO 1988; MICHELETTO, CORTELAZZO
1988; CERRATO et al. 1990; MICHELETTO 1990;
1991a; 1993; 1994a; 2010.
*
*
FILIPPI, MICHELETTO 1987; PANERO 1994.
*
PREACCO 2011.
*
XIV secolo
1726
DELMONTE 2012.
ASAP.
*
MICHELETTO 2004; GRITELLA 2008; ASAP CN⁄30, 2006-2007.
XII sec., ampl. XVI MICHELETTO 2008.
sec.
*
XII sec.
UGGÉ 2013.
ASAP.
CASTELLI IN PIEMONTE: PER UN QUADRO ARCHEOLOGICO
pre-protostoria
IV-VI sec.
IX-X sec.
XI sec. e successivi
BIBLIOGRAFIA
N.
CASTELLI
50
MONDOVÌ, Breolungi
*
51
MONTALDO DI MONDOVÌ
*
52
NIELLA TANARO
53
NUCETTO
54
PAROLDO
55
PEVERAGNO, C. Montefallonio
56
RACCONIGI, torre S-E
57
REVELLO, regione S. Croce
*
58
ROCCASPARVERA
*?
59
SALICETO
XIII sec. e riplas. XVI PREACCO, MANGANELLI 2007.
sec.
60
SALUZZO, La Castiglia
XIII-XIV sec.
61
SANTA VITTORIA D’ALBA
62
SANTO STEFANO BELBO
63
SANTO STEFANO ROERO
64
SINIO
*
*
* (doc.)
*
*
*
Dai Bagienni a Bredulum 2001.
*
Montaldo di Mondovì 1991; 2012.
*
ASAP.
*
MICHELETTO, CORTELAZZO 2000.
XII sec.
269
ASAP: CN⁄20b, 1999.
MICHELETTO et al. 1995; 1996; MICHELETTO, PEJRANI BARICCO 1997.
*
*
VENTURINO GAMBARI et al. 1999.
XV sec.
*
*
XII sec.
*
MICHELETTO, MAFFEIS 2006.
ASAP.
MICHELETTO 2011a.
MICHELETTO 1994b.
MICHELETTO 1991b; 1992b.
*
ASAP.
*
MICHELETTO 2006b.
*
Il Castello di Galliate 1996; PEJRANI BARICCO,
LAMPUGNANI 1998.
*
ASAP.
*
CORTELAZZO 1984; PEJRANI BARICCO, CORTELAZZO 1984; SPAGNOLO GARZOLI 2007.
Prov. di NOVARA
65
FONTANETO D’AGOGNA
66
GALLIATE, c. visconteo
67
GOZZANO, fraz. Buccione
68
NOVARA, c. visconteo sforzesco
69
OLEGGIO
70
ORTA
*
*
*
*
PEJRANI BARICCO 1999; BERTANI 2004.
71
POMBIA, loc. castello
*
*?
* (doc.)
*
VENTURINO 1988; RUBAT BOREL 2012.
72
AVIGLIANA, Monte Pezzulano
*
MICHELETTO, CERRATO 1991; Atlante 2007, pp.
305-306.
73
BARDONECCHIA, Tur d’Amun
74
Caprie - Condove, Castellazzo o c. del Conte Verde
75
CAVOUR, Rocca
SETTIA 2009.
*
*?
*
* (doc.)
PEJRANI BARICCO 1993.
Prov. di TORINO
* (doc.)
* (?)
*
*(?)
XIII sec.
PATRIA 1998; PEJRANI BARICCO, CERRATO 2001;
TOSCO 2000; 2003; Atlante 2007, p. 344.
XIII sec. (doc.)
Atlante 2007, pp. 317-318; PEJRANI BARICCO 2014.
*
NISBET, SEGLIE 1983; FOZZATI ET AL. 1984; FOZZATI, NISBET 1985.
270
EGLE MICHELETTO
pre-protostoria
IV-VI sec.
N.
CASTELLI
76
CUORGNÉ, c. di Salto
77
DRUENTO, castellaccio di
Rubbianetta
78
FIORANO CANAVESE, colle di
Cordola
79
MONCALIERI, Castello Reale
80
MONCALIERI, Castelvecchio di
Testona
81
MONTALDO TORINESE
82
PECETTO T.SE⁄Bric S. Vito
*
*
PERTUSIO, PRASCORSANO, VALloc. Belmonte
*
*
83
PERGA,
IX-X sec.
XI sec. e successivi
CIMA 1988a; 1988b.
*
PEJRANI BARICCO, LEONARDI 2011.
XIII sec.
*
*
*
*
BIBLIOGRAFIA
PANTÒ 2005; PANTÒ, ZANNONI 2009.
XIII sec.
*
*
XII sec. (doc.)
*
CIMA 1986; FOZZATI et al. 1988a.
*
GAMBARI, DICIOTTI 1999; PANTÒ 2005.
PANTÒ 2007.
PANTÒ 1994; 2008.
CIMA 1984; PEJRANI BARICCO 1984; 1991a; MICHELETTO, PEJRANI BARICCO 1997.
84
RIVALBA
85
RIVALTA TORINESE, c. degli
Orsini
86
SAN MARTINO CANAVESE
87
SANT’AMBROGIO, borgo e c.
XII sec.?
BOSMAN, GENTA 1998; Atlante 2007.
88
SETTIMO TORINESE
XIII sec.
CROSETTO 1994; 1998.
89
SETTIMO VITTONE
XII sec. (doc.)
PEJRANI BARICCO 1991b.
90
SUSA
91
TORINO, c. del Valentino
92
TORINO, Palazzo Madama
93
XIII secolo
*
*
*
*
PANTÒ 2002a.
*
ASAP.
*
CIMA 1985; FOZZATI et al. 1988b.
*
XVI secolo
BARELLO 2007a; 2007b; 2009b; 2011.
GOBBATO 1998; PANTÒ 2004.
*
PEJRANI BARICCO - MAFFEIS 2006; PEJRANI BARICCO 2010.
TROFARELLO, c. Vagnone
*
PANTÒ 2006.
94
VARISELLA, c. di Baratonia
*
PEJRANI BARICCO, SUBBRIZIO 2012.
95
BROVELLO CARPUGNINO, loc.
Castellaccio
96
DOMODOSSOLA, c. di Mattarella
97
GRAVELLONA TOCE, c. del
Motto
*
*
Prov. del VB-CUSIO-OSSOLA
*
*
*
*?
XII-XIII sec.
GAMBARI 1988.
XII sec.
GARANZINI, LAMPUGNANI 2013; GARANZINI c.s.
*
DEL DUCA, POLETTI ECCLESIA 2001.
CASTELLI IN PIEMONTE: PER UN QUADRO ARCHEOLOGICO
N.
CASTELLI
98
VOGOGNA, Rocca
pre-protostoria
IV-VI sec.
IX-X sec.
XI sec. e successivi
BIBLIOGRAFIA
XI-XII sec.
BABBINI 2014.
271
Prov. di VERCELLI
99
BORGOSESIA, loc. Vanzone
100 BURONZO
XIII sec.
PANTÒ 2002b.
XII sec.
GAGNONE et al. 2014.
101 GATTINARA, castello di S. Lorenzo
*
SOMMO 1990, p. 14; FERRETTI 1992.
102 GATTINARA, castrum Radi
*
Castrum Radi 1990; FERRETTI 1992.
103 GATTINARA, fortificazione delle Castelle
XII-XIII se.
104 QUINTO VERCELLESE c. Avogadro
*
105 TRINO VERCELLESE, Pal. Paleologo
106 TRINO VERCELLESE, S. Michele
107 VARALLO, frazione Roccapietra, c. d’Arian o degli Ariani.
108 VILLARBOIT, c. di Monformoso
*
*
ASAP: VC⁄24, 2004-2005.
PANTÒ, MAFFEIS 2006.
XIII sec.
*
REFFO, FERRETTI 1990; FERRETTI 1992.
*
San Michele di Trino 1999.
ASAP.
*
XII sec.
AMBROSINI, PANTÒ 2006.
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TAV. I
Fig. 1 - Carta del Piemonte con la localizzazione dei siti oggetto di indagine archeologica
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TAV. II
E. MICHELETTO
Fig. 2 - Grafico con le percentuali degli interventi archeologici divisi per provincia.
E. MICHELETTO
Fig. 3 - Grafico con le distribuzioni cronologiche dei rinvenimenti nei siti indagati.
TAV. III