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L'immaginario della pandemia

2020, L’immaginario della pandemia. In: C. Chiurco, L. Napolitano (Eds.), Senza corona. A più voci sulla pandemia, Verona: QuiEdit

Indagare sull'immaginario della pandemia che ci ha colpiti nel 2020 significa indagare non solo sulle forme con cui abbiamo cercato di venire a patti, elaborandolo, con qualcosa molto più grande di noi, ma anche sui rimossi che ci accompagnavano accompagnano e accompagneranno prima, durante e dopo questo periodo decisivo per le nostre sorti come specie.

Carlo Chiurco — Linda Napolitano (a cura di) Senza corona A più voci sulla pandemia Sommario Introduzione: perché e come “senza corona” 7 C C L’immaginario della pandemia 1) Una zona tranquilla a Brescia 2) Capire l’immaginario della pandemia: considerazioni preliminari 3) L’immaginario della guerra 4) L’immaginario della tecno-scienza 5) Conclusioni 18 23 30 41 M D V Non chiamateci eroi 1) I 29 anni prima 2) Un ruolo che viene da lontano 3) Il valore di un infermiere 4) Infermieri al tempo del Covid-19 5) Fare l’infermiere è una missione? 6) Che fare oggi per valorizzare gli infermieri 47 47 49 53 57 61 64 15 15 A D R Il dilemma del triage. La deliberazione medica tra apriorismo e giudizio clinico 1) La giustizia, nuovo paradigma della bioetica? 2) Dalla giustizia alla solidarietà 3) Le Raccomandazioni SIAARTI: luci e ombre 4) Le Raccomandazioni SIAARTI: i limiti del criterio aprioristico 5) Al di là della logica utilitaristica 6) Il Parere del CNB e il giudizio clinico F D N Potenza del contagio e sofferenza psichica dei curanti. Cronaca vissuta di un’epidemia in corso 1) Infezione virale 2) Angoscia per un nemico invisibile 3) Il contagio della mente 4) Cecità 5) La fragilità come valore e come risorsa 6) Caducità 7) La sofferenza emotiva dei curanti e la solidarietà come terapia 8) Verso una trasformazione delle relazioni di cura? G M Spunti di bioetica da storie di Covid- 1) Decidere nell’incertezza 69 69 73 75 78 82 85 97 97 99 101 102 104 108 111 115 121 121 2) … non solo in Terapia Intensiva 3)… e nel Territorio così fragile 4) Continuare a prendersi cura 5) Il Comitato Nazionale per la Bioetica 6) Considerazioni per il dopo emergenza L N Il virus delle solitudini 1) Come Euridice 2) Solitudine da lockdown 3) Il salto mortale 4) L’altro che non c’è 5) Morire soli 6) Un’altra solitudine 7) Ri-educarsi a morire 8) Diritti diversi, solitudini diverse 127 129 130 133 135 145 145 147 149 152 157 160 162 165 L S SARS-CoV-. Perché la bioetica è una questione globale 173 1) Premessa 173 2) SARS-CoV-2 e i diversi significati di bioetica globale 176 3) L’emergenza pandemica e i princìpi bioetici 182 4) Post-bioetica o bioetica preventiva? Snodi antropologici e biopolitici 185 C C* L’immaginario della pandemia 1) Una zona tranquilla a Brescia L’inizio della pandemia ha coinciso con un avvenimento di grande importanza nella mia vita. Nell’autunno del 2019 avevo acquistato un appartamento a Brescia, con l’intenzione di trasferirmi là non appena fossero terminati i lavori di ristrutturazione – che immaginavo sarebbero stati pochi, celeri ed economici, per quell’effetto di distorsione prospettica imputabile alla subdola astuzia della natura che va sotto il nome di ottimismo della volontà. Nessuna delle tre condizioni sperate essendosi ovviamente realizzata, l’ingresso nella mia casa nuova è avvenuto in realtà a marzo, a chiusura del Paese già iniziata. Il quartiere dove sono venuto ad abitare conserva un suo tessuto di negozi, e possiede tutti i servizi che si possano immaginare; nonostante questi indubbi segni di vivacità, resta una zona di Brescia molto tranquilla, ricchissima di verde pubblico e privato, non intaccata dalla presenza né della grande distribuzione, né di fabbriche, cosa quest’ultima abbastanza rara per una città in cui è tutt’altro che inusuale trovare strutture industriali anche molto grandi incuneate nel tessuto urbano perfino a ridosso nel centro, retaggio di una storia economica ricca ma tumultuosa, e fino a pochi anni fa non governata. 15 Senza Corona La chiusura ha però dato alla zona un tocco surreale, specie alla sera, quando la tranquillità abituale del giorno, ravvivata dall’incessante cantare degli uccelli, mutava in qualcosa di diverso, più denso e carico di una sua chiaramente percettibile artificialità. Sulle vie regnava non più solo la calma, ma la condizione sospesa di un innaturale deserto; e al calar della sera, con l’intensificarsi della corsa frenetica delle ambulanze, l’epidemia ricordava a tutti il suo potere: come la Fortuna nella Consolazione di Boezio, era lei l’artefice di quel silenzio greve, e sempre lei lo toglieva a suo capriccioso piacimento1. L’immaginario della pandemia, quale si origina nella città capoluogo di una provincia tra le più colpite, è legato soprattutto alle ambulanze, unici mezzi davvero liberi di muoversi come e più di prima, e al suono lugubre delle loro sirene. Liberi, eppure invisibili, dal momento che, nonostante la loro presenza chiaramente percepita, non mi è mai capitato di vederne una nel mio pur popoloso quartiere. Le vedevo invece in lontananza, o meglio, vedevo la luce azzurra dei loro lampeggianti, che faceva capolino tra le ville del colle della Maddalena, posto in linea d’aria proprio di fronte alla mia casa e ben visibile dalla finestra del mio studio. In quei momenti, non potevo fare a meno di chiedermi chi fossero le persone che i monatti del terzo millennio andavano a prendere: ricche sicuramente, vista la zona, ma quale sarà stata la loro vita? Saranno state persone colte, capaci di sfruttare il vantaggio che la fortuna aveva posto nelle loro mani per dedicare la loro vita a quegli studi che soli, per la loro manifesta inutilità, le possono forse dare un senso? E quale sarà stato il loro orientamento politico: 1 V. Boezio 2014, II, 1.1-19, 125-29, e soprattutto 2.1-14, 129-33. 16