BULLETIN
DU
MUSÉE D’ANTHROPOLOGIE
PRÉHISTORIQUE DE MONACO
*
SUPPLÉMENT N° 4
Archéologie du pAssAge
échanges scientifiques en souvenir de livio Mano
ISSN : 0544-7631
ARCHÉOLOGIE DU PASSAGE / ARCHEOLOGIA DEL PASSAGGIO
BULLETIN DU MUSÉE D’ANTHROPOLOGIE PRÉHISTORIQUE DE MONACO
Actes du colloque transfrontalier de Tende - Cuneo
3-4 août 2012
ArcheologiA del pAssAggio
scambi scientifici in ricordo di livio Mano
Atti del convegno transfrontaliero di Tende - Cuneo
3-4 agosto 2012
ÉDITIONS DU MUSÉE D’ANTHROPOLOGIE PRÉHISTORIQUE DE MONACO
2013
PREISTORIA E PROTOSTORIA
TRA TANARO E STURA
Marica VENTURINO GAMBARI* e Luisa FERRERO*
Parole chiave.- Insediamenti, occupazione del territorio, metallurgia, scambi commerciali e circolazione di oggetti di prestigio, necropoli.
Riassunto.-@ ' E
# +
Stura di Demonte tra il Neolitico e l’età del Ferro sulla base di rinvenimenti sporadici e dei risultati di indagini archeologiche e studi sistematici.
Préhistoire et protohistoire entre Tanaro et Stura
Mots-clés.- Habitats, occupation du territoire, métallurgie, échanges et circulation d’objets de prestige, nécropoles.
Résumé.- La contribution présente essentiellement le cadre du peuplement du territoire entre les rivières Tanaro et Stura di Demonte du
Néolithique à l’âge du Fer, sur la base des découvertes sporadiques, des résultats des fouilles archéologiques et des études systématiques.
Prehistory and protohistory from Tanaro to Stura
Keywords.- Settlements, land’s occupation, metallurgy, trade and exchanges of prestigious objects, necropolis.
Abstract.- This paper presents the peopling of the land between the Tanaro and Stura di Demonte, from the Neolithic to the Iron Age, based on
sporadic discoveries, archaeological investigations and systematic studies.
Nel corso degli ultimi anni, grazie alla quotidiana
attività di tutela svolta dalla Soprintendenza per i Beni
)+ grammi di ricerca mirati allo studio della preistoria e protostoria di parti del territorio del Cuneese, è stato possibile
acquisire nuovi dati che, arricchendo e integrando la documentazione archeologica disponibile, costituita in gran
parte di rinvenimenti sporadici, ha consentito di delineare
in modo più puntuale le dinamiche del più antico popolamento dell’area montana e pedemontana tra il Tanaro e la
Stura di Demonte1.
1. In particolare, per la valle Pesio, a seguito del recupero del ripostiglio
del Monte Cavanero, nel corso di un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Cuneo nel 2004, è stato avviato un ampio progetto
di analisi, studio e valorizzazione dell’eccezionale contesto che ha
portato alla realizzazione di una mostra temporanea presso il Complesso
Museale e Centro Studi “Cav. Giuseppe Avena” di Chiusa di Pesio e
alla pubblicazione esaustiva del ripostiglio e dei contesti preistorici e
protostorici della valle Pesio (Il ripostiglio del Monte Cavanero, 2009).
Per la valle Gesso il percorso di collaborazione, avviato partire dal 2005
dalla Soprintendenza, dal Comune di Valdieri e dal Parco Naturale delle
Alpi Marittime, oltre alla realizzazione della mostra sulla necropoli di
6 '' +
' % ($%) &' % (%
I.- IL NEOLITICO E L’ETÀ DEL RAME
Nel Neolitico (6.000-3.500 a.C.) in particolare dalla
metà del V millennio a.C., si assiste all’occupazione stabile
del territorio piemontese, con la frequentazione di ambiti
+ : %;
gruppi di agricoltori/allevatori è infatti ben documentata in
diverse vallate dell’arco alpino piemontese: in valle Tanaro
alla Grotta dei Saraceni di Ormea, in valle Stura di Demonte
ad Aisone, in valle Grana a Tetto Chiappello di Valgrana
(Venturino Gambari, Mancusi, in stampa), in valle di Susa
a Chiomonte e in valle Sesia al Monfenera2.
Con l’età del Rame (3500-2200 a.C.), si attua, da parte
dei gruppi umani, un’organizzazione stabile della transumanza stagionale, con lo sfruttamento dei pascoli e lo spoalle ricerche e agli studi condotti sul sito e alla pre-protostoria della valle
(Ai piedi delle montagne, 2008).
2. Per i contesti di Ormea e Aisone manca ancora un’edizione esaustiva;
per il quadro generale sul Neolitico in Piemonte cfr. Venturino Gambari,
1998a; Venturino Gambari, 1998b; per una sintesi recente della problematica connessa alla neolitizzazione dell’arco alpino, cfr Pionieri delle
Alpi, in stampa.
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Bull. Mus. Anthropol. préhist. Monaco, suppl. n° 4, 2013
64
Marica VENTURINO GAMBARI e Luisa FERRERO
stamento delle greggi in altura; in questa fase le aree d’alta
quota, in grado di offrire ripari occasionali sfruttando piccole falesie o sporgenze della roccia, hanno costituito punti
di sosta e di insediamento temporaneo per le popolazioni
che praticavano forme di transumanza o che percorrevano i
valichi. In questo quadro ben si inseriscono alcuni siti di alta
quota, come il Lago del Vej del Bouc (Entracque) nell’alta
valle Gesso della Barra e il Gias del Ciari nella Valle delle
Meraviglie sul Monte Bego.
Nel primo sito, le ricerche effettuate dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e dal Museo
Civico di Cuneo (1989-1990) hanno individuato rocce isto )+ K' Q
e corniformi realizzate a martellina con strumenti litici
e metallici. Lo stile e la tipologia delle figure indicano
una datazione nella seconda metà del IV millennio a.C.
(Immagini dalla preistoria, 1995, pp. 65-75). Un limitato
sondaggio archeologico nell’area a sud del lago ha messo in
luce un piccolo riparo sotto roccia, con frammenti di ceramica d’impasto e un grossolano strumento in selce, riferibili
allo stesso ambito cronologico. Il sito, ubicato ai piedi della
Cima del Toro, costituisce l’estrema propaggine verso l’Italia del complesso del Monte Bego (Alpi Marittime, Francia),
assimilabile sia per le caratteristiche litologiche del supporto
su cui sono state realizzate le incisioni (la pelite, una roccia
di origine sedimentaria levigata dall’azione dei ghiacciai),
)+
+ )K'!XXY'%!XZQ%
Questa area nell’età del Rame ha certamente costituito un
punto di sosta e di riparo per le popolazioni che praticavano
forme di transumanza stagionale, con lo spostamento delle
greggi sui pascoli alti, o che transitavano verso il valico del
Colle del Vej del Bouc e il Colle del Sabbione, importante
punto di passaggio dalla valle Gesso al comprensorio del
Monte Bego.
Le ricerche effettuate al Gias del Ciari, a quota circa
2155 m s.l.m., hanno portato al recupero di frammenti ceramici, elementi di industria litica e resti di pasto (ovicaprini,
cervo, lepre, marmotta e uccelli) databili al Neolitico antico
e medio (ceramica con impressioni cardiali; lame ed elementi di falcetto in selce, ceramica con cordoni multiforati
di ambito chasseano), all’età del Rame (ceramica campaniforme) e soprattutto all’antica età del Bronzo (Mano, 1998;
de Lumley et al., 1991; de Lumley, 1996, pp. 311-312)3. In
particolare, si segnala la presenza di vasi ovoidi con cordoni lisci e ad impressioni digitali con piccole prese che
3. I primi sondaggi sul pianoro dove si affaccia il riparo furono effettuati
dallo scultore valsesiano C. Conti nell’estate 1942, in concomitanza
+
incaricato dall’allora Soprintendenza Archeologica del Piemonte
(P. Barocelli); dopo il passaggio della valle Roja alla Francia (1947),
ulteriori ricerche furono effettuate nel 1951 (M. Louis e J. Segui) e a
partire dal 1990 dall’equipe di H. de Lumley nell’ambito della ripresa
delle ricerche a Monte Bego (de Lumley, 2011).
Bull. Mus. Anthropol. préhist. Monaco, suppl. n° 4, 2013
) ]
Rodano, caratteristica costante nel Piemonte occidentale
+ %@ :
)+ )%
All’età del Rame si data anche la lama di pugnale
in selce, conservata al British Museum di Londra e proveniente da località Bagni di Valdieri4. Il pugnale, a base
semplice e a peduncolo semplice, dal punto di vista morfologico è attribuibile al tipo a foglia di salice, caratterizzato
da una forma lanceolata ed oblunga con larghezza massima
verso la base e la parte distale tendente ad essere acuminata,
caratteristico del periodo più antico dell’età del Rame (circa
3400-2900 a.C.).
II.- L’ETÀ DEL BRONZO E L’ETÀ DEL FERRO
Tra il 2.200 e il 900 a.C. il forte sviluppo dell’attività metallurgica comporta la necessità della ricerca e dello
sfruttamento dei giacimenti minerari (in particolare rame)
presenti nell’area alpina, che viene percorsa da prospettori
di metallo e minatori. Continuano le pratiche di semi-nomadismo stagionale, con le zone a bassa quota destinate
all’agricoltura e all’insediamento stabile e quelle a media ed
alta quota riservate al pascolo estivo del bestiame e all’inse + @@
quando, tra il 1550 e il 1050 a.C., in tutto l’arco alpino occidentale una lunga fase caratterizzata da un clima più freddo e
secco segna un netto regresso delle attività umane in altura,
con il probabile abbassamento del limite altimetrico della
foresta e dei pascoli. Si instaurano rapporti anche a lunga
distanza tra le comunità protostoriche piemontesi e quelle
transalpine, con l’importazione di prodotti di grande pregio,
probabilmente destinati a persone di rango o capi locali.
## + ) '
ad una frequentazione dell’area montana e pedemontana
nelle prime fasi dell’età del Bronzo (2200-1700 a.C.), mentre a partire dalla media età del Bronzo (1700-1350 a.C.) si
registra un incremento della documentazione archeologica,
costituita sia da manufatti metallici isolati che da reperti provenienti da contesti funerari e di abitato, probabile indizio di
+ %
Esempio emblematico dei contatti con comunità di
aree molto lontane, certamente non ostacolati dalla catena
alpina e facilitati dallo sfruttamento delle vie di navigazione
] ^
ruolo fondamentale nella preistoria piemontese (Gambari,
1998a; Gambari, 1998c), è la lancia di produzione carpatica
da Cuneo, databile alla fase centrale della media età del
Bronzo (1600-1500 a.C.) (Ferrero et al%""Y%!X+%Z
''+
Q%
4. Per le vicende legate al ritrovamento del reperto, la sua descrizione e la
discussione della cronologia si veda Ferrero et al%""Y%!_ !Y+%`%
65
PREISTORIA E PROTOSTORIA TRA TANARO E STURA
Fig. 1
Valdieri. Corredo della tomba 2/01
(1350-1300 a.C.).
Valdieri. Mobilier funéraire de la
tombe 2/01 (1350 à 1300 avant J.-C.).
Grave goods from the Valdieri’s
necropolis. Grave 2/01 (1350-1300 BC).
Il ritrovamento di uno scheletro quasi completo di una
femmina di orso colpita da una punta di freccia in bronzo,
nel Pozzo degli Orsi del Colle dei Termini di Ormea, in
alta valle Tanaro, mostra che le popolazioni della media
età del Bronzo (intorno al 1600 a.C.), accanto all’agricoltura e all’allevamento praticavano la caccia all’orso bruno
(Dai Bagienni a Bredulum, 2001, pp. 31-32; Venturino
Gambari, 2006, p. 61; Venturino Gambari, 2010).
All’età del Bronzo recente (1300-1200 a.C.) si data
la spada a codolo con apice a mazzuolo a sezione circolare
in bronzo, variante occidentale del tipo Arco, rinvenuta a
Borgo S. Dalmazzo, lungo la strada per Vignolo, nella prima
metà del secolo scorso e conservata al Museo Civico di
Cuneo (Gambari et al., 1994, pp. 28-29, tav. VI, 2; Ferrero
et al%""Y%!X "+%kQ%
Allo stesso periodo risale anche la prima fase di frequentazione della necropoli di Valdieri utilizzata per un
:
+
(1350-900 a.C.) e la media età del Ferro (700-500 a.C.)
(Ai piedi delle montagne, 2008), di cui purtroppo si è conservato solo un piccolo nucleo di tombe ubicate in prossi ] %@
presenza di sepolture infantili e l’assenza all’interno dei
corredi funerari di oggetti collegati al ruolo rivestito in
vita, come le armi o le fusaiole, oltre all’impianto “monumentale” del sepolcreto durante l’età del Ferro, hanno fatto
ipotizzare che la piccola necropoli fosse destinata ad accogliere personaggi che avevano rivestito un ruolo particolare
all’interno delle comunità, forse legato alla sfera del sacro.
; ) { K+%!Q mazione con deposizione dell’urna, contenente i resti ossei
cremati e gli elementi del corredo, secondo il rito dei Campi
d’Urne, all’interno di un pozzetto
scavato nel terreno; si conferma il
rituale della copertura del cinerario
con una lastra in pietra o in materiale deperibile, come nella coeva
necropoli di Alba, dove questo rito
è attestato già a partire dalla fine
della media età del Bronzo (BM 3,
1450-1350 a.C.) (Gambari, 2004,
con bibliografia precedente). La
tipologia dei cinerari, eccezionalmente costituiti anche da
larghe scodelle e la decorazione a fascia a doppio motivo di
+ mettono di inquadrare il sito nell’ambito della facies Alba
- Solero (in diretta evoluzione dall’aspetto culturale Alba Scamozzina II, 1350-1300 a.C.), caratteristica del Piemonte
+ |
Canegrate (Venturino Gambari et al., 2004; Gambari, 2004).
}@@ %|% :
+ K!"" X""%|%Q)
ramento climatico (Gambari,!XXY+%!!kQ
{
agevole il passaggio dei valichi ad alta quota e gli insediamenti nelle zone montane, la documentazione archeologica
registra un aumento, ad indicare un ulteriore incremento
della popolazione e l’organizzarsi di centri di popolamento
stabile nelle valli alpine cuneesi.
L’intensità del popolamento del basso Cuneese in
questo periodo, forse anche in relazione allo sfruttamento
di risorse metallurgiche in collegamento con l’importante
comprensorio di Saint-Véran nelle Hautes-Alpes, già noto
a partire dall’antica età del Bronzo (Rostan et al., 1997), è
chiaramente percepibile dall’elevato numero degli insediamenti, in diversi casi anche di ampia durata.
La scelta dei siti sembra privilegiare luoghi elevati,
dotati di buone possibilità difensive e di ampia visibilità
sul territorio circostante, come il Monte Cavanero di Chiusa
}@ }
a.C., era probabilmente ancora vitale agli inizi dell’età del
~ K@} 6@@@ %|%Q :
recupero del ripostiglio di reperti in bronzo (cfr. infra; Rubat
Borel, 2009, pp. 13-19; Il ripostiglio del Monte Cavanero,
2009). Questo abitato era in contatto visivo con quello del
Bull. Mus. Anthropol. préhist. Monaco, suppl. n° 4, 2013
66
Marica VENTURINO GAMBARI e Luisa FERRERO
Fig. 2
Chiusa di Pesio. Urne cinerarie
(950-900 a.C.).
Chiusa di Pesio. Urnes cinéraires
(950 à 900 avant J.-C.).
Chiusa di Pesio. Funerary urns
(950-900 BC).
Fig. 3
Chiusa di Pesio. Ripostiglio di oggetti
in metallo deposto intorno all’800 a.C.
Chiusa di Pesio. Dépôt de pièces
archéologiques en bronze (vers 800
avant J.-C.).
Chiusa di Pesio. Depot of bronze finds
(about 800 BC).
Bull. Mus. Anthropol. préhist. Monaco, suppl. n° 4, 2013
PREISTORIA E PROTOSTORIA TRA TANARO E STURA
| K}@ } %|%Q
continuità di vita nel corso dell’età del Ferro ed una signi+ K@6 6@
secolo) (Venturino Gambari, 2001, pp. 23-24, fig. 16).
Alla stessa cronologia rimandano anche le più antiche
tracce di frequentazione a carattere insediativo del rilievo
di Mondovì, a controllo dell’Ellero (Venturino Gambari,
2006, p. 62), quelle di Cima Varengo di Montemale, posto
in posizione dominante a controllo della piana di Cuneo
allo sbocco in pianura delle principali vallate alpine (Gesso,
Stura Grana e Maira) (Venturino Gambari et al., 2008), e la
prima fase dell’insediamento, anch’esso su altura, del Bec
] 6
nel Gesso, sicuramente allo stato attuale delle conoscenze
il sito di maggiore importanza e continuità nel territorio
| K : + +
soglie della romanizzazione), con una documentazione particolarmente abbondante soprattutto tra il IV ed il II secolo
a.C. (Ferrero et al., 2008).
@ +
anche le aree pianeggianti naturalmente difese da valli
])
logica di controllo dei percorsi e di gestione del territorio
(Dai Bagienni a Bredulum, 2001).
In questo periodo sembra comunque documentata
anche una sporadica frequentazione delle cavità, legata a
motivazioni rituali o a pratiche di sussistenza (forse la caccia all’orso bruno, cfr. supra), come nel caso della Grotta
del Bandito di Roaschia nella bassa valle del Gesso (Ferrero
et al.""Y%" !+%Q%
Non di tutti gli insediamenti sono ancora state indivi E + K!"" !!""
a.C.) (Venturino Gambari, 2006, p. 62 con bibliografia
precedente), Chiusa di Pesio (1100-900 a.C.) (Venturino
Gambari, 2006, p. 63; Rubat Borel, 2009) e Valdieri
(Ai piedi delle montagne, 2008), oltre a documentare
l’evoluzione della tipologia dei cinerari durante tutta l’età
+ K+%Q)
per la comprensione del rituale funerario, a cremazione con
deposizione dell’urna all’interno di un pozzetto scavato nel
terreno con protezione in ciottoli e lastra di copertura, a
formare una sorta di cassetta litica, forse ricoperto da un
basso tumulo.
Le tipologie ceramiche, sia per le forme (scodelle,
bicchieri, vasi biconici e ovoidi) che per i motivi e le sintassi decorative (solcature, motivi geometrici lineari e a zig
zag, solitamente nella parte del vaso in corrispondenza del
massimo diametro, motivi incisi a zig zag sugli orli a tesa
interna), trovano ampie analogie con i contesti transalpini
della Cultura dei Campi d’Urne del Gruppo Reno-SvizzeraFrancia orientale.
A questo quadro, gli studi effettuati in occasione
| K+%`Q
] :
67
metallurgica che, pur mostrando analogie sul piano tipologico con i ripostigli delle Hautes-Alpes, sembra espressione di una produzione locale che utilizza come materia
prima mineralizzazioni di rame della bassa valle di Susa.
Il ripostiglio, deposto intorno all’800 a.C., composto da
319 elementi, del peso complessivo di 2.607,83 g, consiste
nella quasi totalità di elementi di parure (pendagli, torques,
armille, anelli, bottoni e borchiette, placchette, spiraline,
spilloni, oltre a ambra e pasta vitrea), con alcuni oggetti
comunemente utilizzati nell’attività metallurgica (martello, cuneo/incudine, scalpello e lesina), scarti conservati
per la rifusione (rottami, scorie e frammenti di lingotto) e
una tazza in lamina. La maggior parte degli ornamenti e
degli attrezzi mostra segni di un utilizzo precedente alla
loro deposizione. Il rame utilizzato per la lega proviene
dalle mineralizzazioni a calcopirite-blenda del settore centrale delle Alpi Graie, localizzabili dalla Valle d’Aosta alla
Valsusa. Il ripostiglio rientra in un’area compresa tra il Pesio
: +
nella valle del Tanaro il suo raccordo principale; questo territorio è caratterizzato, analogamente a quanto rilevato sul
versante ligure, da un’alta frequenza di insediamenti, ripostigli (oltre a Chiusa di Pesio, Sassello e Cairo Montenotte),
manufatti collegati all’attività metallurgica, come l’ugello
di Breolungi (1100-900 a.C.: Venturino Gambari, 2006,
%! ''+
Q lici isolati, in prossimità di fonti di approvvigionamento di
minerali di rame (Sassello, Murialdo, valle del Corsaglia).
L’intero comprensorio si caratterizza quindi come un’area
a forte valenza produttiva, verso cui si indirizzano gli inte : +
+ : ~ KIl ripostiglio del Monte
Cavanero, 2009).
Proprio nel corso della prima età del Ferro questa den ) E ')+
) + ]
di Fossano (Venturino Gambari, 2009), forse legate a nuove
modalità di prospezione e di sfruttamento del territorio.
Nell’età del Ferro una serie di ritrovamenti di manufatti di importazione, anche di particolare pregio, il cui
caso più noto è quello dell’elmo villanoviano dal Tanaro,
presso Asti (800-750 a.C.), indica gli stretti contatti tra la
popolazioni del Piemonte sudoccidentale e i centri villanoviani ed etruschi dell’Emilia, che tra VIII e VI secolo
a.C. attivarono un sistema commerciale gestito in loco da
mercanti etruschi e italici d’intesa con i capi locali, che
' ]viali (Po e Tanaro) e indirizzarsi prevalentemente verso
le ricche concentrazioni di minerali di rame del comprensorio del Queyras, facilmente raggiungibile dalla pianura
# +
proseguendo attraverso i passi delle valli del Varaita (colle
dell’Agnello) e del Po (colle delle Traversette). Oltre che
Bull. Mus. Anthropol. préhist. Monaco, suppl. n° 4, 2013
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Marica VENTURINO GAMBARI e Luisa FERRERO
all’approvvigionamento di risorse minerarie è probabile che
i commercianti etruschi e italici ricercassero anche materiali
preziosi, come i granati delle Alpi occidentali, e prodotti
agricolo-pastorali, come tessuti e pelli, senza escludere la
possibilità di un primo reclutamento di schiavi e di mercenari, sicuramente destinato ad incrementarsi nel periodo
successivo. Uno di questi oggetti è il coltello a codolo,
riconducibile al tipo Este e di probabile produzione villanoviana bolognese, databile all’VIII secolo a.C., ritrovato
nella Grotta del Bandito di Roaschia (Ferrero et al. 2008,
% _+%!!Q :{
+' ' K+%ZQ '
al VII secolo a.C., per la quale si ipotizza una produzione
nell’area bolognese (Venturino Gambari et al., 2011, p. 213,
+%kZ ''+
Q%
Per quanto riguarda il rituale funerario, recenti indagini ad Alba indicano che, nella prima e media età del
Ferro (Ligure IB,750-600 a.C., e Ligure II, 600-475 a.C.)
le necropoli liguri sono organizzate con tumuli circolari.
Le due sepolture individuate lungo corso Piave (fig. 5)
: +
lastre di arenaria, con al centro il pozzetto, e la copertura
a tumulo terragno. Interessante è la tomba 2, databile alla
prima metà del VI secolo a.C. con urna decorata a stralucido, bicchiere e scodella carenati, pisside etrusco-corin+' ' )
) ]
golasecchiani accanto ad altri tipicamente liguri, con signi+ |K6
Gambari et al., 2009).
Fig. 4
Alba-corso Piave, fibula in bronzo a cavallino
(700 a.C. circa).
Alba, corso Piave. Fibule en bronze du type
“a cavallino” (vers 700 avant J.-C.).
Alba, corso Piave. Bronze fibula “cavallino”
type (about 700 BC).
Fig. 5
Alba (CN). Tombe liguri a circolo (600500 a.C.).
Alba. Ensemble funéraire composé d’enclos
circulaires (600 à 500 avant J.-C.).
Alba. Ligurian circle graves (600-500 BC).
Fig. 1.
Bull. Mus. Anthropol. préhist. Monaco, suppl. n° 4, 2013
PREISTORIA E PROTOSTORIA TRA TANARO E STURA
Fra la fase avanzata delle prima e la media età del
Ferro si data anche l’ultimo momento di frequentazione
della necropoli di Valdieri, caratterizzata da un impianto
monumentale costruito con bassi muri a secco in ciottoli
e pietre di grandi dimensioni, di cui si conservano cinque
tombe, le sole superstiti dal danneggiamento della struttura
a causa di fenomeni naturali e - ma solo in parte - antropici5,
sotto tumulo terragno, collocate prevalentemente all’interno di recinti quadrangolari che si articolano intorno ad
un ambiente rettangolare. Le urne, con probabile copertura
in materiale deperibile e contrassegnate da lastre in arenaria
che si collocano al di sopra della struttura a cassetta litica
in funzione di segnacolo, documentano in diversi casi la
deposizione di individui di elevato livello sociale, come
dimostra la ricchezza e l’articolazione del corredo funerario, composto da oggetti di abbigliamento e di ornamento
in bronzo. Di particolare interesse la tipologia dei cinerari,
che per la forma e l’utilizzo della tecnica a stralucido per la
decorazione, trovano confronto nell’areale golasecchiano,
5. I danni riportati dalle strutture funerarie, a seguito del franamento del
bordo del terrazzo conseguente ad eventi di piena del Gesso non hanno
+ 6
dopo gli inizi del V secolo a.C.
69
Fig. 6
Montaldo di Mondovì. Ricostruzione del villaggio ligure della seconda
età del Ferro (fine IV-inizi del II secolo a.C.).
Montaldo di Mondovì. Vue restituant le village du second âge du Fer
(fin du IVe siècle -début du IIe siècle avant J.-C.).
Montaldo di Mondovi. Reconstruction of the ligurian pre-roman village
as it appeared in the second Iron Age (end of 4th-beginning of 2nd
century BC).
analogamente a quanto si rileva dalle tipologie degli oggetti
K+' '
pettorale), mentre si differenziano sia per la tipologia delle
armille massicce in verga di bronzo, caratteristiche dell’areale della Liguria interna, sia per gli elementi di costume.
Ai contatti con il mondo etrusco vanno invece ricondotte
+
) + loghe forme in bucchero (Ai piedi delle montagne, 2008).
Un altro documento a conferma dei contatti con il
mondo etrusco, purtroppo ora perduto, è una stele, per lungo
tempo murata nel portico accanto alla chiesa parrocchiale
% )+
+ ' -
Bull. Mus. Anthropol. préhist. Monaco, suppl. n° 4, 2013
70
Marica VENTURINO GAMBARI e Luisa FERRERO
Fig. 7
Centallo, Roata Chiusani. Corredo
funerario (II - inizi del I secolo a.C.).
Centallo, Roata Chiusani.Mobilier
funéraire (IIe siècle – début du
Ier siècle avant J.-C.).
Grave goods from Centallo, Roata
Chiusani (2nd – beginning of
1st century BC).
senti nell’Etruria settentrionale e padana dalla seconda metà
6@@+ 6 %|% ''
di un segnacolo funerario di una sepoltura dell’età del Ferro,
poi riutilizzato in età romana quando, negli spazi lasciati
liberi dalle gambe del soldato, venne realizzata un’iscrizione
riferibile alla comunità di Pedona (CIL V, 7854) (Ferrero
et al.""Y%_+%!Q%
Alcuni elementi consentono di ipotizzare il persistere di contatti delle comunità della Liguria interna con il
mondo etrusco e, in particolare con i centri costieri dell’alto
# + + @6 %|%K6
Gambari, 2006, pp. 70-71, con bibliografia precedente;
Ferrero, in stampa). L’elmo a calotta semplice in bronzo
| :)+ :
probabilmente vulcente, fra la fine del V e gli inizi del
IV secolo a.C. (Ferrero et al., 2008, pp. 28-29), lo specchio in bronzo (IV sec. a.C.) nella collezione dell’Istituto
# %)+ venimento ma con indicazione generica di provenienza dal
territorio di Ceva (Rubinich, 2006, pp. 24-25), e la stele di
Mombasiglio, con scena di banchetto coniugale e iscrizione
in lingua etrusca:
+ @6
a.C. (Venturino Gambari, 2006, p. 71), indicherebbero
la persistenza di forme di commercio oppure di limitate
presenze di Liguri etruschizzati nel Piemonte meridionale
anche dopo l’invasione gallica degli inizi del IV secolo a.C.,
presenze che sono state collegate alla ricerca di schiavi e
al reclutamento di mercenari, ben noti dalle fonti letterarie,
da inviare agli imbarchi degli empori costieri della Liguria
(Dai Bagienni a Bredulum, 2001, p. 41).
Bull. Mus. Anthropol. préhist. Monaco, suppl. n° 4, 2013
Con la seconda età del
Ferro (475-125 a.C.) motivazioni di carattere economico,
sicuramente in parte connesse
anche al clima di insicurezza
venuto a determinarsi a seguito
delle scorrerie e delle invasioni
galliche, portano i gruppi liguri
ad arretrare gli insediamenti più
all’interno delle vallate alpine,
privilegiando luoghi elevati e
aree naturalmente difese, generalmente dotate di possibilità di ampio controllo del territorio e visibilità sul fondovalle. La scelta cade sia su rilievi già
+ : +
ad esempio il Bec Berciassa (Ferrero et al., 2008), che sembra documentare in questo periodo uno sviluppo maggiore
rispetto alle fasi di frequentazione precedenti, e Breolungi
(Dai Bagienni a Bredulum, 2001), sia su alture precedentemente non interessate da forme di stanziamento stabile,
come a Montaldo di Mondovì dove, a partire dal IV secolo
a.C., si insedia una piccola comunità di Liguri Montani
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II secolo a.C. (Montaldo di Mondovì, 1991; Montaldo di
Mondovì, 2012).
+ III e nel corso del II secolo a.C. gli abitati di altura, come Breolungi e Montaldo di Mondovì, sono
progressivamente abbandonati, a causa degli avvenimenti
seguiti alla seconda guerra punica e alle rappresaglie delle
truppe romane contro le popolazioni locali che avevano
appoggiato Annibale (Gambari et al., 2004, pp. 43-44), e
il territorio meglio esposto e più pianeggiante dei Bagienni
Montani ' ]
Tanaro, dopo la conquista viene acquisito dai ricchi coloni
romani6.
Le basse pendici collinari e la pianura vengono ripopolati, con un processo che proseguirà ininterrottamente
+ denziato dai rinvenimenti, riferibili sia a piccoli nuclei di
6. Cfr. il fundus coltivato a viti e uliveti dei Saserna, famiglia di origine
etrusca; cfr. Gambari, 2001, p. 43.
PREISTORIA E PROTOSTORIA TRA TANARO E STURA
abitato, che a necropoli costituite da sepolture ad incinerazione con la collocazione dell’urna entro pozzetto o cassetta
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(Venturino Gambari, 1993; Preacco, 2004), Narzole e
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Nelle sepolture databili tra il III e il II secolo a.C. e
nelle fasi coeve degli abitati del Ligure III C (Ferrero et al.,
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la presenza di piccoli vasi situliformi, caratterizzati dall’applicazione di una sorta di impeciatura di materia organica
grassa e nerastra al di sotto dell’orlo, all’interno e spesso
anche all’esterno del vaso. La resina è un elemento connesso
alla produzione e alla conservazione del vino: serviva infatti
per impermeabilizzare l’interno e facilitare la chiusura del
71
vaso, ma anche per aromatizzarne il contenuto e migliorarne
la conservazione, secondo un uso derivato dalla tradizione
greca e attestato dalle fonti anche a proposito dei Liguri, con
la tradizione della pece nemeturica7. La presenza di questa
tipologia nelle necropoli del Cuneese di area bagienna, per
lo più con la funzione di vasetti accessori, indica una stretta
connessione con il commercio del vino resinato di cui parlano le fonti a proposito dei Liguri (Gambari et al., 2004,
pp. 45-46; Ferrero, 2008; Ferrero, in stampa).
7. COLUM., De re rustica}}" ZPLIN., Naturalis Historia}@6
20, 124; per approfondimenti sul vino nella protostoria del Piemonte,
cfr. Gambari, 1994.
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