UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALERMO
FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE
Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria
__________________________
Indirizzo scuola primaria
Tesi di laurea di:
Giuliana Croce
Relatore:
Ch.mo Prof. Claudio Fazio
ANNO ACCADEMICO 2005/2006
INDICE
INTRODUZIONE……………………………………………………….pag.5
Cap.1 I riferimenti teorici
1.1 Una riflessione pedagogica:insegnare………………………………….pag.8
1.2 L’aspetto psicologico: insegnamento / apprendimento…………………pag.9
1.3 Bruner: come agevolare l’apprendimento.………………………….....pag.11
1.4 Lo sviluppo dell’intelligenza: modello Binet – Guilford……………...pag.12
1.5 Apprendimento spontaneo e indotto…………………………………...pag.12
1.6 Ostacoli ai processi di apprendimento………………………………....pag.13
1.7 Il rapporto docente discente ………………………………………….. pag.15
1.8 Conoscenza comune e conoscenza scientifica………………………... pag.16
1.9 Il problema del cambiamento concettuale…………………………..... pag.17
1.10 Come stimolare l’apprendimento come cambiamento concettuale... pag.19
1.11 Il concetto di risorsa……………………………………………….... pag.19
1.12 Concetti di ancoraggio e analogie ponte………………………….… pag.20
1.13 Importanza del laboratorio di scienze………………………………. pag.22
1.14 La zona di sviluppo prossimale……………………………………...pag.23
1.15 Esperire e sperimentare…………………………………………….. pag.24
1.16 L’importanza dello studio della scienza…………………………… .pag.24
1.17 L’organizzazione e lo sviluppo della conoscenza scientifica ……….pag.25
1.18 Definizione del concetto di modello……………………………….. .pag.27
Cap 2 Contenuti di termologia
2.1 La temperatura……………………………………………………......pag.30
2.2 Punto di vista microscopico e macroscopico………………………... pag.30
2.3 Interpretazione microscopica della dilatazione………………………. pag.32
2.4 Costruzione di un termometro……………………………………….. pag.33
2.5 L’equilibrio termico………………………………………………… pag.34
2.6 Calore e trasmissione di calore……………………………………… pag.34
2
2.7 Equazione fondamentale della calorimetria…………………………. pag.35
2.8 Gli stati della materia e i cambiamenti di stato…………………….... pag.36
Cap 3 Progettazione del modulo
3.1 Premessa al modulo: “ Il percorso Calore e Temperatura”…………. pag.38
3.2 Il modulo e riferimenti teorici……………………………………….. pag.41
3.3 La progettazione didattica… il modulo……………………………... pag.42
3.4 Gli esperimenti fatti con materiali poveri…………………………… pag.44
3.5 Struttura generale di ogni situazione di apprendimento…………….. pag.45
3.6 Modalità di Svolgimento della situazione di apprendimento……….. pag.46
3.7 Obiettivi Generali……………………………………………………. pag.47
3.8 Relazione situazioni/concetti……………………………………….. .pag.48
Situazione N° 1 “Le sensazioni termiche”…………………………….. .pag.51
Quaderno di laboratorio…………………………………………………. pag.52
Situazione N° 2 “Un modello microscopico per la temperatura”..……... pag.55
Quaderno di laboratorio………………………………………………….. pag.60
Situazione N° 3“La dilatazione termica ”………..…………………….... pag.61
Quaderno di laboratorio………………………………………………….. pag.64
Situazione n° 4“Come si costruisce un termometro”………..………...… pag.65
Quaderno di laboratorio…………………………………………………... pag.71
Situazione N° 5 “L’equilibrio termico”………..……………………….... pag.72
Quaderno di laboratorio…………………………………………………... pag.75
Situazione N°6 “Il calore”…………...…………………………………... pag.76
Quaderno di laboratorio ………………………………………………..….pag.80
Situazione N°7 “Le diverse forme dell’acqua”…………………………... pag.81
Quaderno di laboratorio…………………………………………………... pag.85
Situazione n°8 “Calore specifico”…..………………………………….... pag.86
Quaderno di laboratorio…………………………………………………... pag.90
Esiti formativi…………………………………………………………… pag.93
3
Cap 4 La sperimentazione
Sperimentazione IIC
4.1 Introduzione………………………………………………………..…. pag.95
4.2 Diario di bordo……………………………………………………..…. pag.95
4.2.1 “21 MARZO 2006”La somministrazione del pre-test...………….… pag.95
4.2.2 Trascrizione della registrazione del pre- test effettuato in IIC…..…. pag.96
4.2.3 “29 MARZO 2006”La sperimentazione….....………………….…. pag.102
4.2.4 Trascrizione del momento della sperimentazione………………… pag.104
4.2.5 “9 Aprile 2006” La verifica tramite il compito in situazione.……. pag.113
4.2.6 “10 Aprile 2006” Realizzazione cartellone…..…………………... pag.115
4.3 Sperimentazione IV C ………………………………………………..pag.117
4.3.1 Introduzione ………………………………………………………..pag.117
4.3.2 Il giorno della sperimentazione…………………………………… pag.121
4.3.3 Materiale prodotto dagli alunni di IV C…………………………... pag.126
4.3.4 Le frasi significative………………………………………………. pag.130
4.4 Considerazioni sull’esperienza svolta in IVC……………………….. pag.133
Cap 5 la tabulazione dei dati………………………………………….. pag.134
CONCLUSIONI………………………………………………………… pag.152
BIBLIOGRAFIA………………………………………………………... pag.154
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INTRODUZIONE
Per poter realizzare questo lavoro, ho seguito un percorso che mi ha portato a mettere
realmente in pratica i fondamenti degli studi seguiti durante la mia carriera universitaria,
riflettendo sui principi cardini della pedagogia studiata e su aspetti di psicologia, che mi
hanno aiutato a capire meglio i meccanismi del pensiero del bambino.
Per poter costruire il modulo e riuscire a pormi nel modo più adeguato ai miei alunni, di
fondamentale importanza è stato il percorso effettuato nelle discipline scientifiche, quali : la
didattica della fisica, la didattica della matematica, e infine il laboratorio di preparazione di
esperienze didattiche, nel quale il professore ci ha fatto riflettere e vivere un insegnamento
delle discipline scientifiche tramite modalità che implichino l’ apprendere attraverso
l’esperire.
L’ipotesi sulla quale si basa questo lavoro di sperimentazione, è che
i riferimenti
all’esperienza di vita comune e un uso “forte” della didattica laboratoriale possono agevolare,
in bambini della scuola primaria, il passaggio dalla conoscenza comune alla conoscenza
scientifica.
La tesi consta di cinque capitoli.
Nel I capitolo sono discussi i riferimenti teorici che mi hanno sostenuto ad affrontare in modo
adeguato la parte che riguarda la didattica delle discipline scientifiche.
Nel II capitolo faccio riferimento a tutti i contenuti dell’argomento scientifico che ho deciso
di sviluppare (dal punto di vista didattico), e sperimentare in classi di scuola primaria. Gli
argomenti sono: gli stati della materia e i fenomeni termici.
Nel III capitolo è sviluppato il modulo didattico vero e proprio, che si articola in otto
situazioni di apprendimento, quali :
1
Le sensazioni termiche
2
Un modello microscopico per la temperatura
3
La dilatazione termica
4
Come si costruisce un termometro
5
L’equilibrio termico
6
Il calore
7
Le diverse forme dell’acqua
8
La capacità termica
Ogni situazione di apprendimento è supportata da un quaderno di laboratorio, dal quale
l’insegnante può prendere spunto per rilevare i pre-requisiti di ogni bambino e rilevare i
risultati di apprendimento ottenuti , dopo aver effettuato gli esperimenti di laboratorio.
5
Il IV capitolo riguarda la sperimentazione del modulo, che ho scelto di destinare ad alunni di
una classe seconda e quarta della scuola primaria dell’ “Istituto Comprensivo Mantegna
Borsellino” di Palermo.
Per svolgere la mia sperimentazione ho trovato utile utilizzare il diario di bordo, strumento
impiegato durante gli anni di tirocinio nelle scuole, nel quale registro le mie impressioni, i
miei stati d’animo e quelli dei bambini durante la fase di sperimentazione. Il diario di bordo è
integrato da una trascrizione sulle conversazioni più rilevanti registrate con i bambini, e dai
lavori più significativi prodotti dagli stessi.
Nel V ed ultimo capitolo vi è la tabulazione dei dati raccolti nella quarta classe, nella quale ho
potuto fare un’analisi quantitativa dei dati.
Nei capitoli che seguono sono dunque riassunti i punti fondamentali di quel sapere che mi ha
portato oggi a presentarmi con questo lavoro, nel quale cerco e spero di esprimere non solo le
mie conoscenze, ma anche il saperle mettere in pratica con i bambini, e ottenere che esse
diventino parte integrante del loro sapere nel senso più ampio del termine.
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1.1 Una riflessione pedagogica:insegnare.
La prima riflessione dalla quale ho iniziato il mio percorso didattico, è di natura pedagogica e
pone l’attenzione sul ruolo dell’ insegnante nella relazione didattico - educativa che si istaura
in ambito scolastico.
Affinché il bambino apprenda, l’insegnante non solo deve sapere le adeguate conoscenze, ma
deve anche sapere come proporle ai propri alunni.
È una modalità di relazione che implica il genio educativo, in quanto un insegnante deve
favorire l’apprendimento, conoscendo e gestendo adeguatamente gli strumenti che egli ha
nelle proprie mani.
Infatti non si è solo detentori di un sapere che deve essere partecipato in qualsiasi maniera, ma
si insegna sapendo che ci si relaziona con alunni che hanno delle proprie conoscenze, abilità e
competenze sulle quali bisogna costruire il nuovo sapere.
Nel rapporto docente discente si istaura una comunicazione interpersonale nel senso più
ampio del termine, dove si stabilisce un processo interattivo, circolare, dinamico, evolutivo e
irreversibile.
Il comunicare favorisce lo scambio di idee e l’arricchimento di entrambe le parti, si mette così
in atto una crescita interpersonale.
Quando la trasmissione del sapere è adeguata, non si svilisce come atto puramente meccanico,
ma diventa un atto personale veramente creativo, sia per chi comunica il sapere sia per riceve
tale sapere. L’esito pedagogico di una trasmissione meccanica è quasi nullo: l’esperienza
inautentica dell’insegnamento produce piuttosto un processo di depressione intellettuale.
Il docente deve essere un mediatore fra i processi di apprendimento e i contenuti della
conoscenza.
Concludo con questa frase di Dewey che esprime ciò che credo debba essere l’essenza
dell’insegnamento:
‘ per insegnare bene l’inglese a John,
è necessario amare l’inglese,
amare insegnare l’inglese,
e amare John.’
Da tutto questo parte il mio cammino.
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1.2 L’aspetto psicologico: insegnamento / apprendimento
Lo studio dell’aspetto psicologico di ciò che avviene durante il processo di insegnamento
apprendimento è fondamentale per un insegnante, perché gli permette di non lasciare al caso
la sua azione e di fornire i giusti input affinché il discente impari nel migliore dei modi, modi
che possono essere diversi, partendo da stimoli diversi.
I più recenti orientamenti teorici in ambito psicologico vedono il processo di apprendimento
come un processo attivo vissuto dall’uomo. Secondo queste teorie l’uomo è un soggetto che
fa cadere la scelta su determinate informazioni, le conserva, le elabora, le modifica,
diventando parte di sé.
I modelli psicologici ai quali mi sono riferita mi hanno aiutato ad organizzare meglio il mio
lavoro, e l’ approccio ai miei alunni è stato mosso da quelle teorie che più ho creduto potermi
aiutare a superare gli ostacoli che mi si sarebbero posti innanzi.
Tra i primi modelli ho analizzato quello di Piaget, uno dei maggiori teorizzatori dell’idea che
l’essere umano è un soggetto attivo nella costruzione della propria conoscenza secondo il
modello di adattamento che avviene attraverso la fase di assimilazione e accomodamento.
Si ha assimilazione quando un organismo adopera qualcosa del suo ambiente per un'attività
che fa già parte del suo repertorio e che non viene modificata (l’esempio è il caso di un
bambino di pochi mesi che afferra un oggetto nuovo e lo porta alla bocca, l’afferrare e il
portare alla bocca sono movimenti già acquisiti che vengono però applicati ad un nuovo
oggetto). Questo processo predomina nella I fase di sviluppo.
Nell’assimilazione, dunque, il soggetto immette nei propri schemi concettuali, nuove
informazioni che siano compatibili con gli schemi stessi.
Nella II fase invece prevale l'accomodamento, allorché il bambino può svolgere
un'osservazione attiva sull'ambiente tentando altresì di dominarlo. Le vecchie risposte si
modificano al contatto con eventi ambientali mutevoli (nel caso del bambino precedente se
l’oggetto è difficile da afferrare dovrà per esempio modificare la modalità di presa).
Un buon adattamento all'ambiente si realizza quando assimilazione e accomodamento sono
ben integrati tra loro.
Con l’accomodamento, il soggetto sistema nuove informazioni non compatibili con le
precedenti.
Questo modello cognitivo viene successivamente ripreso da Glasersfeld nel 1989 in un
momento in cui l’interesse è volto alla conoscenza dei motivi per cui ci siano, da parte degli
studenti, determinati errori che persistono proprio in ambito delle scienze sperimentali.
Glasersfeld sviluppa quindi a partire dalle teorie piagettiane il modello costruttivista
dell’apprendimento. Secondo questo modello un essere umano costruisce il proprio sapere fin
9
dalla nascita attraverso un processo spontaneo che raccoglie dal mondo esterno informazioni,
che organizza in schemi.
Il mondo esterno è rappresentato dal mondo naturale e dalla comunità sociale.
Nel corso della propria vita, si passa attraverso diversi livelli di conoscenza nei differenti
campi del sapere. Così un fisico potrà avere livelli di conoscenza alti nella fisica e bassi nel
campo umanistico. Il livello di saturazione del sapere in una persona può essere raggiunto nel
caso in cui nulla più di quanto appreso possa essere immagazzinato dal soggetto (ma noi
riteniamo
che la capacità di apprendimento di un individuo sia sempre in continua
evoluzione!), oppure un livello di saturazione può essere raggiunto nel caso in cui il soggetto
viva in situazioni di deprivazione culturale, quindi uno studente si trova lontano da un livello
di saturazione del sapere purché non si trovi in una situazione di deprivazione ambientale e
culturale.
L’acquisizione di nuovi elementi del sapere avviene principalmente attraverso due modi: il
primo è che nuove conoscenze si inseriscono naturalmente negli spazi vuoti degli schemi di
conoscenza che un individuo ha; nel caso in cui i nuovi elementi di conoscenza non riescono
però a trovare sistemazione negli schemi di conoscenza preesistenti, allora vi è una modifica
della rete. In questo caso può avvenire il problema dell’incomprensione perché non riusciamo
a far conciliare le vecchie conoscenze con le nuove. Si potrebbe allora avere bisogno di più
tempo per riorganizzare gli schemi alla luce del nuovo sapere. Avviene così la modifica della
rete.
L’uomo riesce a esternare il proprio sapere quando prende coscienza della rete di conoscenza
già stabilizzata, non quella in fase di modificazione.
Pensare con la propria testa, significa proprio essere capaci di prendere consapevolezza della
rete di conoscenza relativo ad un dato argomento. Se non si riesce a far mente locale a ciò che
si conosce su determinati aspetti affrontati, c’è il rischio che si inseriscano nuove conoscenze
nei nostri schemi mentali, che diventano slegati e incomprensibili perché ancorati a nulla di
quanto già sappiamo. È proprio il caso in cui l’alunno impara qualcosa che rimane a lui
incomprensibile.
Ciascuno di noi ha reti di conoscenza proprie, diverse l’uno dall’altro. L’unicità di ognuno è
anche legata a questo aspetto, ma ciò che accomuna tutti gli esseri umani, è proprio il modo di
appropriarsi di tali conoscenze.
10
1.3 Bruner: come agevolare l’apprendimento.
Jerome Seymour Bruner nei suoi studi, individua i modi per favorire e accelerare il processo
di apprendimento e individua i caratteri principali che deve possedere una teoria
dell’istruzione.
Anche se in psicologia esistono già delle teorie dell’apprendimento e dello sviluppo, una
teoria dell’istruzione è di maggiore utilità in quanto le teorie sono descrittive anziché
prescrittive, ci mostrano quindi ciò che è avvenuto, dopo che l’evento si è già verificato: per
esempio, il fatto che la maggior parte dei bambini di 6 anni ancora non possieda la nozione di
reversibilità. Una teoria dell’istruzione, viceversa, può cercare di stabilire i mezzi migliori per
guidare il bambino al raggiungimento di tale nozione. Una teoria dell’istruzione, in breve,
riguarda il modo con cui si apprende meglio ciò che si vuole insegnare, mira cioè a migliorare
piuttosto che a descrivere l’apprendimento.
Una teoria dell’istruzione ha quattro principali caratteristiche.
Innanzitutto, deve stabilire quali esperienze siano più adatte a generare nell’individuo una
predisposizione ad apprendere. Ad esempio: Quale tipo di relazioni con persone e cose
nell’ambiente prescolastico tenderà a rendere il bambino disposto e capace di apprendere,
allorché inizierà la scuola?
In secondo luogo, una teoria dell’istruzione deve specificare il modo in cui un insieme di
cognizioni deve essere strutturato perché sia prontamente compreso dal discente.
L’efficacia di una struttura dipende dalla sua capacità di semplificare l’informazione, di
generare nuove proposizioni e di rendere più maneggevole un insieme di cognizioni. La
struttura deve sempre riferirsi alla situazione ed alle doti del discente.
In terzo luogo, una teoria dell’istruzione deve specificare la progressione ottimale, con cui va
presentato il materiale che deve essere appreso. Supposto, per esempio, che si desideri
insegnare la struttura della fisica moderna, come dovremo regolarci? Dovremo cominciare col
presentare esperienze concrete in maniera tale da provocare domande sulla regolarità di certi
fenomeni o piuttosto cominciare con dei simboli matematici che rendano piú facile la
raffigurazione della regolarità dei fenomeni che si incontreranno successivamente? Quali
risultati saranno in effetti raggiunti da ciascun metodo, e come descrivere la loro
combinazione ideale?
Infine una teoria dell’istruzione dovrebbe specificare la natura e il ritmo delle ricompense e
delle punizioni nel processo dell’apprendimento e dell’insegnamento. Intuitivamente appare
chiaro che, man mano che l’apprendimento progredisce, esista un momento in cui è senz’altro
consigliabile allontanare dalle ricompense estrinseche, quali ad esempio una lode
dell’insegnante, passando a ricompense intrinseche, in cui l’alunno scopri il piacere di fare e
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imparare per sé, per un puro atto intellettuale intimamente personale.
1.4 Lo sviluppo dell’intelligenza: modello Binet – Guilford
L’impostazione dell’azione didattica deve mirare allo sviluppo dell’intelligenza.
Tra i tanti modelli proposti sulle fasi importanti dello sviluppo dell’intelligenza, c’è quello di
BINET – GUILFORD che è il più adatto alle attività di tipo scientifico, secondo il quale le
fasi principali dello sviluppo dell’intelligenza sono quattro:
1) Conoscenza e memoria: è la fase in cui il docente indaga sulle conoscenze, i pre-requisiti,
perché il nuovo sapere non sia avulso e astratto rispetto al bagaglio già posseduto dagli allievi.
I pre-requisiti sono il punto dal quale partire
2) Pensiero divergente: la fase del cambiamento di regole del gioco, in cui il bambino scopre
nuove cose e nuove strategie. È il pensiero creativo, alternativo e originale. E' sollecitato da
situazioni aperte, come quelle sociali, e che ammettono più soluzioni alternative.
Secondo Guilford il pensiero divergente è misurato da 3 indici:
-
Fluidità: parametro quantitativo basato sull'abbondanza delle idee prodotte
-
Flessibilità:capacità di cambiare strategia ed elasticità nel passare da un compito ad un
altro che richiede un diverso approccio
-
Originalità:capacità di formulare soluzioni uniche e personali che si discostano dalla
maggioranza
3) Pensiero convergente: momento dell’analisi e della sistematizzazione delle nuove
conoscenze. È il ragionamento logico e razionale. Consiste in un procedimento sequenziale e
deduttivo, nell'applicazione meccanica di regole apprese, nell'analisi metodica di dati. Si
adatta a problemi chiusi che prevedono un'unica soluzione. E' il pensiero sollecitato anche
dalla scuola.
4) Pensiero critico: confronto tra ciò che si sa, con ciò che si sapeva. Rappresenta il momento
della riflessione
1.5 Apprendimento spontaneo e indotto
All’azione didattica corrisponde una risposta da parte dell’allievo che viene coinvolto
nell’apprendimento del sapere.
Esistono due diverse modalità di
apprendimento: l’apprendimento spontaneo e
l’apprendimento indotto.
L’apprendimento spontaneo è quello caratteristico dei primi anni di vita del bambino, è quello
che avviene grazie alla convivenza con gli altri. È un sapere che si assimila implicitamente, è
la base della formazione della cosiddetta conoscenza comune, è un sapere intuitivo.
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L’apprendimento indotto è quello connesso all’istruzione scolastica, legato proprio alla
trasposizione del sapere da una persona ad un’altra.
Il comportamentismo fa riferimento all’apprendimento indotto.
La teoria piagettiana fa invece riferimento all’apprendimento spontaneo. Nella realtà è
comunque quasi impossibile distinguere in maniera forte i due tipi di apprendimento, in
quanto l’uno presuppone spesso anche l’altro.
Il modello di apprendimento cognitivista mette in risalto alcuni problemi che sorgono nel
processo di apprendimento per l’intersecarsi di processi interni al soggetto con processi di
interazione col mondo naturale e con la comunità scientifica.
1.6 Ostacoli ai processi di apprendimento
Sono stati individuati alcuni fattori che possono costituire un ostacolo ai processi di
apprendimento. Questi fattori sono:
-
Il linguaggio
-
Le strategie adottate per acquisire, connettere, elaborare informazioni e per la
soluzione di problemi
-
L’organizzazione delle conoscenze, nonché le caratteristiche degli schemi di
conoscenza.
Il linguaggio è il primo strumento con il quale l’uomo trasmette il sapere, lo manipola, lo
elabora… il linguaggio è la fonte principale per la comunicazione tra gli esseri umani.
Esso può essere di ostacolo in campo scientifico quando le parole di senso comune non sono
compatibile con il sapere scientifico.
Nel caso dei fenomeni legati alla temperatura e al calore è di uso comune dire ad esempio:
“il ferro è freddo”
“la lana è calda”
In cui le percezioni tattili sono in disaccordo con il principio zero della termodinamica per cui
due corpi in equilibrio termico con un terzo corpo si trovano in equilibrio termico anche fra di
loro.
Spesso il linguaggio comune si appropria di termini scientifici cambiandone il senso,
svuotandoli del significato originale, come ad esempio nel caso in cui il concetto di
temperatura è confuso con quello di calore.
L’insegnante deve essere un abile l’arbitro, un esperto mediatore dei significati affinché i
modelli spontanei diventino modelli più scientifici, ovvero condivisi da una comunità e
rispondenti a una realtà naturale.
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Dal punto di vista didattico è importante capire il tipo di strategie che l’uomo usa
nell’acquisizione del sapere, e proprio in relazione al sapere scientifico, vecchie teorie
sostenevano che lo scienziato adottava strategie sue proprie, diverse da quelle che può
adottare un uomo qualsiasi. Ma questa teoria è stata soppiantata da nuove idee a riguardo, che
tendono a considerare l’uomo come uno scienziato. Malgrado la peculiarità dello scienziato
sia una probabile particolare predisposizione innata, sembra più plausibile dare un valore di
scientificità anche al pensiero di qualsiasi essere umano, che adotta il metodo di confrontare
somiglianze e differenze o di fare ipotesi e verifiche a prescindere dall’istruzione scolastica.
C’è comunque un forte intreccio tra contenuti e strategie di conoscenza, ed è proprio sulle
strategie di conoscenza che la psicologia dell’istruzione ha focalizzato la sua attenzione,
distinguendo tre tipi di conoscenza:
-
la conoscenza dichiarativa
-
la conoscenza procedurale
-
la metaconoscenza
La conoscenza dichiarativa rappresenta ciò che effettivamente si sa.
La conoscenza procedurale è costituita dai processi adottati per la risoluzione di problemi.
La metaconoscenza non sono altro che la presa di coscienza delle strategie metacognitive,
nonché è la capacità di ragionare sul proprio ragionamento, sulle strategie che si utilizzano
nell’acquisizione del sapere.
È ampiamente sostenuto che la metaconoscenza sia un aspetto favorito dalla scolarizzazione e
che i tre tipi di conoscenza siano aspetti legati l’un con l’altro.
Più si è esperti, più si possiedono conoscenze ben organizzate e migliori strategie
metacognitive.
Per quanto riguarda l’organizzazione della conoscenza dichiarativa, si considera che l’uomo
organizzi il sapere per reti di conoscenza, nonché usa di schemi mentali che possono
trasformarsi secondo diverse possibilità:
-
per accrescimento, con l’inserimento nello schema di nuovi elementi
-
per modulazione con parziali modifiche
-
per ristrutturazione, quando si ha una modifica sostanziale dei precedenti schemi.
Avendo visto una sintesi sugli studi sull’apprendimento, appare abbastanza chiaro il fatto che
l’apprendimento non sia un semplice compito passivo vissuto dallo studente, ma è una
esperienza che coinvolge in prima persona.
Ma è pur vero che si può apprendere in modo più o meno autentico.
Non si apprende in modo autentico, quando ad esempio gli studenti utilizzano formule, seppur
corrette, di cui non conoscono il senso.
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È importante che lo studente riesca a cogliere il cuore del sapere, riesca a scavare il senso più
recondito di quanto la cultura gli offre, ma è importante che l’insegnante adotti le giuste
strategie perché ciò avvenga.
1.7 Il rapporto docente discente
Tra docente e discente si instaura un legame rappresentato dalla conoscenza che deve essere
trasposta dall’uno all’altro.
Il docente e il discente sono dunque legati da una relazione, e la responsabilità per un efficace
apprendimento non è solo il discente, ma anche l’educatore, che deve decidere che tipo di
significato vuol dare all’apprendimento.
Ci sono due possibili significati:
-
uno di uso connesso alla comprensione
-
uno di uso puro nel secondo caso l’apprendimento si riduce ad un puro addestramento,
in cui si verifica una relazione di causa-effetto.
Lo scopo in questo caso è quello di stimolare determinate risposte. Malgrado sia riconosciuta
l’importanza dell’addestramento in determinati campi, in ambito scientifico ciò che
l’insegnamento dovrebbe produrre è una comprensione della conoscenza stessa.
In questo caso il compito dell’insegnante non è più quello di produrre l’apprendimento, ma
quello, ancora più importante, di favorirlo. In questo modo si incoraggiano quegli strumenti di
pensiero che possono rendere l’essere pensante autosufficiente.
Perché si stabilisca questo tipo di relazione è necessario che l’insegnante tenga presente che:
-
deve avere ben chiaro il livello di padronanza dei contenuti che si accinge ad
insegnare, deve compiere perciò in questo modo una metariflessione sulle conoscenze
possedute. La metacognizione dell’insegnante deve mirare a riflettere su se stesso,
sulle proprie conoscenze e a capire per prevenire gli errori in cui incorrono gli alunni.
-
deve inoltre mettere in conto che lo studente potrebbe utilizzare schemi di conoscenza
che possono essere in contrasto con lo schema scientifico propostogli.
Di conseguenza la comunicazione della conoscenza non deve compiersi in maniera
unidirezionale dall’insegnante all’alunno. All’ insegnante spetta il compito di partecipare il
suo sapere, ma anche l’alunno deve partecipare il suo, rivelando i suoi schemi di conoscenza
in modo tale che il docente possa essere un buon mediatore tra il sapere scientifico e quello
comune di ciascun alunno. La trasmissione del sapere deve diventare un dialogo tra i soggetti
coinvolti. La comunicazione dei contenuti va intesa in senso ampio, non come mera
trasmissione di conoscenze.
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Quindi nella sua azione didattica, l’insegnante deve fare in modo che l’alunno possa
esplicitare le proprie rappresentazioni mentali e deve favorire il confronto tra gli alunni
programmando dei lavori di gruppo perché l’incontro può essere occasione di arricchimento
Nasce da qui l’importanza di utilizzare anche strategie di organizzazione didattica, come ad
esempio il cooperative learning.
Il cooperative learning è un metodo di insegnamento a mediazione sociale di tipo orizzontale
in cui vengono strutturati i compiti perché siano gli alunni a lavorare autonomamente tra loro.
L’apprendimento è sicuramente un processo attivo individuale ma perché questo possa
avvenire è importante che il processo sia anche condiviso e vissuto socialmente.
1.8 Conoscenza comune e conoscenza scientifica
Per definizione, si può affermare che l’insegnante comunica la conoscenza scientifica e per
capire bene il processo di insegnamento apprendimento dobbiamo poter individuare
somiglianze / differenze tra la conoscenza comune e la conoscenza scientifica.
Per fare questo è necessario capire quali sono gli schemi di conoscenza comune e quali sono
le differenze con gli schemi della comunità scientifica.
Infine è opportuno vedere se il processo di costruzione della conoscenza comune è simile a
quello della conoscenza scientifica.
Un fattore importante che influenza il modo di costruire la nostra conoscenza è l’azione che la
realtà socio culturale agisce su noi. Il vivere in una data realtà, con determinati input culturali
ci rende diversi rispetto a ciascun altro essere umano. Il linguaggio è ancor più determinante
nell’agevolare o comunque influire nella costruzione di determinati schemi per l’acquisizione
della conoscenza.
È comunque innegabile che in tutti gli esseri umani possiamo rilevare degli isomorfismi sui
processi di costruzione della conoscenza.
E uno scienziato? È indubbiamente un esperto che si è specializzato in un determinato campo
del sapere ma che ha usato uno strumento, il cervello, in grado di conoscere attraverso schemi
di conoscenza, strategie cognitive che qualsiasi essere umano può avere.
Così le nuove teorie cognitiviste escludono un’assoluta unicità della mente dello scienziato, e
allargano la loro veduta accogliendo l’idea dell’ uomo scienziato, capace
anch’egli di
utilizzare strategie cognitive fondamentalmente uguali a quelle utilizzate dagli scienziati,
quali confrontare e classificare dei fatti o degli eventi, ricercare somiglianze o differenze, e
ricercare ipotesi o inferenze che permettono la previsione o la verifica.
Quindi si consolida l’idea di un sapere comune costruito alla stessa stregua del sapere
scientifico.
16
Però spesso la conoscenza comune si pone come ostacolo alla conoscenza scientifica proprio
perché spesso il senso comune fornisce significati poco corretti scientificamente ad alcuni
termini.
1.9 Il problema del cambiamento concettuale
L’apprendimento in visione costruttivista viene visto come un adeguamento o modificazione
dei vecchi schemi concettuali per dare spazio a nuove informazioni.
Ma alcuni schemi di conoscenza spontanea possono essere diversi dagli schemi scientifici, e
per questo provocare errori di comprensione.
La conoscenza spontanea e quella formale hanno origini diverse, l’una nasce dall’individuo,
l’altra è imposta dalla scuola, ed è quella istruzione finalizzata all’acquisizione di determinate
conoscenze, programmate e controllate. Mentre, la conoscenza spontanea è quasi
incontrollabile perché è l’apprendimento nato dallo stimolo di tutto il mondo esterno che una
persona vive e respira continuamente.
Nella visione costruttivista si tende all’integrazione dei due tipi di conoscenza, affinché la
conoscenza scientifica diventi parte integrante dell’essere e la conoscenza comune si adegui
correttamente alla conoscenza scientifica e si rivesti di esattezza.
Vygotskij usa la metafora delle viti per rendere meglio il senso del rapporto dei due saperi con
l’uomo. Egli identifica il sapere comune (o spontaneo) e quello scientifico con le viti. Il
sapere spontaneo è rappresentato da una vite che parte dal basso e cresce verso l’alto,
sottolineando che è parte dello sviluppo organico dell’individuo.
La conoscenza scientifica è una vite che cresce verso il basso, e rappresenta così
l’imposizione agita sull’individuo.
Nell’apprendimento scientifico le due viti devono intrecciarsi e perdere la loro specificità.
È quindi importante che si trovi il modo affinché la conoscenza scientifica si intrecci
validamente con la conoscenza comune, operando dove necessario delle correzioni.
È in questo caso che si verifica cambiamento concettuale.
Il concetto di cambiamento è prospettato da Watzlawich secondo una scala gerarchica di due
livelli di cambiamento, in cui il primo livello di cambiamento si ha quando all’interno di un
sistema di regole si aggiungono nuove conoscenze che comunque non portano ad una
modificazione delle regole stesse; il secondo livello di cambiamento riguarda il cambiamento
delle regole del sistema, perché avvenga ciò e necessario uscire dallo schema, raggiungendo
così un livello superiore.
17
Un esempio del secondo livello è dato dalla risoluzione di un problema legato al quadrato
gestaltico (da Vicentini Mayer, “DIDATTICA DELLA FISICA” ed.La Nuova Italia, pag 5859)
Su questa figura si chiede di tracciare quattro linee che tocchino tutti i punti, senza mai
sollevare la matita dal foglio.
A primo impatto sembra impossibile, perché la disposizione dei punti ci fa vedere un quadrato
che inconsciamente ci suggerisce di non poter uscire dai confini.
L’abbandono della regola ci fa però trovare la soluzione.
Per trovare la soluzione abbiamo dovuto cambiare il punto di vista, abbiamo utilizzato il
pensiero divergente: creativo, alternativo e originale. Abbiamo utilizzato una strategie che
esce fuori dagli schemi che il gioco sembra volerci imporre.
18
1.10 Come stimolare l’apprendimento come cambiamento concettuale.
Per stimolare l’apprendimento, è necessario che le conoscenze siano intelligibili, plausibili e
utili.
È intelligibile nel momento in cui chi deve apprendere, cioè il soggetto, ne capisce il senso e
ne appura la coerenza.
I contenuti devono essere anche plausibili, quindi il soggetto deve riconoscerne la validità
esplicativa e predittiva.
Infine è necessario che il sapere sia utile, per permettergli di risolvere problemi
precedentemente non risolvibili.
Nel caso della fisica il senso di cambiamento concettuale si ha attuando il passaggio dalla
conoscenza spontanea, spesso resistente al cambiamento, a quella scientifica che a volte
sembra contro-intuitiva.
Non è necessario comunque operare uno sradicamento della conoscenza comune, bisogna
tuttavia riconoscere il contesto appropriato di utilizzo della conoscenza comune e di quella
scientifica.
Il bambino deve capire ad esempio in che contesto sia giusto dire “la lana è più calda del
cotone” oppure “ misuro la febbre”.
La ricerca sull’insegnamento della fisica è stata dominata dagli studi sui preconcetti e sulle
difficoltà degli studenti che aiutano a capire il ragionamento degli studenti e gli ostacoli che
essi causano nell’apprendimento. Per questo motivo è necessario che l’insegnante non pensi
di operare sul so alunno come se egli fosse tabula rasa, ma deve operare con l’alunno perché i
pre concetti si trasformino con il nuovo sapere. I preconcetti dunque, devono rappresentare
per l’insegnante il punto di partenza
1.11 Il concetto di risorsa
Quando si presenta un problema poco comune, i fisici generalmente cercano di risolverlo
utilizzando strategie imparate tramite le conoscenze acquisite nel corso degli anni.
Se lo stesso problema è posto ad una persona comune, sicuramente anch’egli svilupperà delle
strategie e utilizzerà una serie di risorse che possiede, per venire a capo del problema. Se però
il problema è semplice e familiare, simile a qualche altro problema trattato precedentemente,
allora la persona comune, così come lo scienziato, sa già quale strada percorrere per
risolverlo. Altrimenti il percorso sarà più difficile e si cercherà così tra le svariate risorse
cognitive possedute, quelle che potrebbero aiutare a risolvere il problema. A volte però si può
incorrere nell’errore dell’applicazione di una risorsa sbagliata pensando che sia giusta, ciò non
19
vuol dire però che la risorsa stessa sia errata, può essere errata la sua applicazione in quel
contesto
Gli errori che spesso fa un insegnante dell’ambito scientifico, è quella di avere delle
congetture errate riguardo alle risorse disponibili da parte degli studenti. Lo studio sulle
difficoltà e sugli errori degli studenti mira proprio a far ridimensionare queste congetture
spesso errate.
È noto che gli studenti spesso non possiedono il corretto significato di alcuni concetti di
scienze, come ad esempio il concetto di temperatura e calore, né però, sono tabula rasa sulle
quali gli insegnanti possono inserire delle idee corrette.
Al contrario gli studenti hanno una vasta conoscenza sviluppata dalla loro esperienza
giornaliera. Spesso l’errore degli insegnanti è l’essere portati a sottovalutare in che modo
quella conoscenza differisca nella sostanza e nella struttura da quella che essi stessi sperano di
impartire. Se degli studenti hanno delle risorse scarsamente efficaci in certi contesti, non vuol
dire che essi abbiano scarse risorse in qualsiasi contesto. Ciò implica che gli studenti hanno
nella loro conoscenza precedente la materia prima per acquisire la nuova conoscenza ed è
importante focalizzare l’attenzione su questa materia prima.
1.12 Concetti di ancoraggio e analogie ponte
Dunque esistono risorse produttive nella comprensione degli studenti, e non tutti i preconcetti
sono errori. La comprensione degli studenti si allinea bene con quella dei fisici attraverso i
concetti di ancoraggio ed essi possono servire come analogie ponte per aiutare gli studenti ad
applicare quelle conoscenze in altri contesti.
È un esempio la strategia utilizzata per aiutare gli studenti a capire il concetto newtoniano di
“Forza passiva”.
Se si chiede agli studenti di indicare le forze che entrano in gioco tra un tavolo e un libro
poggiato su di essa, prontamente gli studenti indicheranno due forze verso il basso esercitata
rispettivamente dal libro e dalla forza gravitazionale, ma probabilmente avranno difficoltà a
individuare quella verso l’alto esercitata dal tavolo. In altre parole gli studenti hanno difficoltà
a capire che il tavolo ha un ruolo causale nell’interazione con il libro, e non passivo.
Allo stesso modo, gli studenti non presentano questa difficoltà se pensano ad una molla
piuttosto che al tavolo, perché intuiscono la forza esercitata dalla molla contro la sua
compressione, quindi individuano la forza diretta verso l’alto. Così è opportuno utilizzare la
conoscenza che gli studenti hanno sulle molle per capire il concetto newtoniano di forza
passiva.
20
In questo modo si è attivato un percorso che stimola l’apprendimento attraverso proprie
risorse possedute dallo studente.
Emerge un modello ancora più preciso parlando di concetti primitivi presenti nella struttura
cognitiva di ognuno. I concetti primitivi rappresentano la più piccola parte della struttura
cognitiva.
Per esempio se si chiede a un bambino di spiegare perché ci sia più caldo in estate che in
inverno, molti studenti potrebbero rispondere che esso è causa della vicinanza maggiore della
terra al sole proprio nei mesi estivi.
La motivazione più prevedibile per cui gli studenti danno questa risposta è per via di una
deduzione errata fatta dalla conoscenza che la terra ruota attorno al sole lungo un’ ellissi, e
che il momento di maggiore vicinanza al sole corrisponde all’estate.
Non considerando, invece, che la temperatura della terra, durante l’anno, dipende dalla
inclinazione dell’asse terrestre.
Ma un’interpretazione alternativa e meno superficiale spiega l’errore commesso dagli alunni
in un altro modo.
Dato che essi non hanno alcuna conoscenza pregressa sull’argomento, cercano di trovare le
risposte sforzandosi di individuarle nella loro rete cognitiva, utilizzando strategie adottate in
altri contesti.
Una delle prime risorse che loro identificano è la nozione che spesso “più vicino vuol dire più
forte”. Così più mi avvicino a un odore maggiore sarà la sua percezione, più mi avvicino a un
rumore, maggiore saranno i suoi effetti nei miei timpani, più mi avvicino a una fonte di
calore, più il mio corpo si riscalderà…tirate le somme di questo ragionamento intuitivo, più la
terra è vicino al sole e più caldo ci sarà.
21
Nel caso dell’odore, del rumore, del corpo che si riscalda vicino a una fonte di calore, i
concetti primitivi sono stati adeguati per una corretta comprensione dei fenomeni.
Ma nel caso in cui gli studenti spiegano le stagioni in termini di prossimità al sole, può essere
considerata come un’attivazione non corretta di questa risorsa, piuttosto che pensare che
quello che non è corretta sia la pre-conoscenza.
Da quanto detto si può dedurre che è importante capire le strategie adottate dagli studenti e
interpretare il loro modo di ragionare.
Bisogna attivare quelle conoscenze adatte alle situazioni che ad essi si pongono.
L’istruzione può dunque essere progettata per aiutare gli studenti ad usare più
produttivamente le proprie risorse.
1.13 Importanza del laboratorio di scienze
Le motivazioni che inducono all’insegnamento delle scienze in laboratorio sono dovute al
fatto che all’allievo interessa capire come funzionano le cose, spiegare perché funzionano in
un certo modo, e mettere in relazione le diverse conoscenze. Inoltre la fisica è una scienza
sperimentale che ha per oggetto il mondo esterno, nella quale si suppongono dei postulati che
devono essere confrontati attraverso il riscontro che deve essere fatto tra teoria e dati
sperimentali. Le scienze inoltre sono composte da una struttura logico-formale di leggi,
modelli e teorie.
Gli obiettivi sono addestrativi e comportamentali. Addestrativi perché in laboratorio allievo
impara a fare, manipolare, misurare; usare strumenti di misura; registrare le misure,
rappresentarle
graficamente,
lavorare
sul
quaderno
di
laboratorio.
Gli
obiettivi
comportamentali sono anch’essi di grande importanza, in quanto in laboratorio il bambino
impara a lavorare in gruppo, a rispettare le consegne, si impegna a eseguire gli esperimenti in
modo attivo e con coinvolgimento personale, si confronta con i compagni, accetta le “regole
del gioco”.
La metodologia con la quale si deve seguire il lavoro in laboratorio per agevolare
l’apprendimento da parte degli allievi, deve seguire il modello di sviluppo dell’intelligenza
(vedi paragrafo 1.4) che secondo Guilford è composto da quattro fasi:
1. fase della conoscenza e della memoria.
2. fase del pensiero divergente.
3. fase del pensiero convergente.
4. fase del pensiero critico.
22
Partendo dunque sempre da oggetti concreti e sulla base delle proprie conoscenze, l’allievo
osserva, scopre e indaga, formula dunque delle ipotesi.
Dopodichè egli dà forma alle proprie idee identificando e separando variabili, misurando,
analizzando, confrontando con le proprie conoscenze.
Nel laboratorio, il momento in cui si riflette su esperienze di vita quotidiana abituati a
descrivere attraverso il linguaggio comune, aiuta a sviluppare il pensiero critico e il passaggio
dal linguaggio quotidiano a quello scientifico. L’aspetto del laboratorio pratico, in cui il
bambino fa, misura, e utilizza gli attrezzi messi a sua disposizione, aiuta alla formalizzazione
del sapere e stimola il pensiero convergente. Inoltre attraverso esperimenti stimolanti e
curiosi, si spinge l’allievo a trovare spiegazioni e potenziando il pensiero divergente.
Non bisogna però solo pensare ad un fare pratico, è importante che ci sia operatività anche da
parte della mente. Il laboratorio permette di agire sia con le mani che con la mente. Con il
laboratorio il bambino vede, tocca, scopre e fa in prima persona. Si passa dalla teoria alla
pratica.
Il bambino però non viene lasciato da solo, non diventa autodidatta, anche in questo caso il
docente ha funzioni di mediatore del sapere, indirizza al lavoro di scoperta, stimola il sapere
degli allievi, adotta gli strumenti più adeguati.
1.14 La zona di sviluppo prossimale
L’ambito entro cui si muovono le nuove nozioni apprese è quello definito da Vygotskij zona
di sviluppo prossimale, definita come la distanza fra il livello di sviluppo attuale, definito dal
tipo di abilità mostrata da un soggetto che affronta individualmente un compito e il livello di
sviluppo di cui un soggetto dà prova quando affronta un compito del medesimo tipo con
l’assistenza di un adulto o di un coetaneo più abile. In altre parole si tratta della differenza fra
due prestazioni di un bambino:senza o con l’assenza di un partner. La zona di sviluppo
prossimale definisce i limiti cognitivi superiori e inferiori entro i quali l’insegnamento può
avere efficacia. Secondo V. l’insegnamento è utile solo quando si colloca oltre il livello di
sviluppo attuale, conducendo il bambino a intraprendere attività che lo spingono a superare se
stesso. Egli parla inoltre di mediazione riferendosi alle concrete attività fra due partner,
interazione che avviene attraverso il linguaggio.
L’attività di mediazione presenta due caratteristiche: la prima è costituita dallo sviluppo della
consapevolezza e del controllo volontario della conoscenza, che si concretizza nella
costruzione di concetti scientifici che V. distingue nettamente dai concetti di vita quotidiana.
E secondo quanto suggeritomi da V. le mie attività con i bambini promuovono un sapere
mosso dall’aiuto dell’insegnante durante le attività laboratoriali.
23
1.15 Esperire e sperimentare.
Altro aspetto importante che coinvolge la conoscenza scientifica è che non solo l’uomo fa
esperienza (la stessa che fa l’uomo comune nella vita di ogni giorno), ma anche sperimenta.
Nello sperimentare l’uomo predispone la realtà in un certo modo per poterla studiare secondo
un certo piano. L’esperire è un’attività spontanea , lo sperimentare prevede a priori l’utilizzo
di determinate strategie. Lo sperimentare è il modo di agire in laboratorio.
Nel mondo naturale l’uomo è coinvolto in una realtà più complessa, anche semplici fenomeni
sono interessati dall’interazione di tanti altri aspetti della realtà, nel laboratorio c’è il
vantaggio per lo studioso di poter isolare quegli aspetti della realtà che sono oggetto del suo
studio.
Dopo aver studiato i fenomeni in laboratorio, però i risultati devono poter essere raccordati al
mondo reale. Lo studio dello scienziato non deve essere avulso dal resto del mondo.
Per lo scienziato, il laboratorio è il referente diretto, mentre il mondo naturale funge da
sfondo.
Per l’uomo comune, al contrario, è il mondo naturale che costituisce il referente diretto.
1.16 L’importanza dello studio della scienza
La scienza descrive e spiega il mondo.
I tre aspetti di contenuto che caratterizzano la scienza, sono:
descrizione
spiegazion
fenomeni
Essi rappresentano i tre punti di vista con i quali possiamo vedere il mondo, e
l’interconnessione di questi tre aspetti, ci dà una visione globale di esso.
L’educazione scientifica permette al bambino di imparare a pensare e ad agire su aspetti che
quotidianamente si presentano ai suoi occhi.
Inoltre grazie all’educazione scientifica si entra in possesso di quelle conoscenze abilità che
forniscono quelle competenze fondamentali perché il bambino impari ad acquisire
autonomamente le proprie conoscenze.
È importante dunque che l’azione didattica evolva nella direzione scientifica.
24
Ma per studiare un fenomeno scientifico si devono seguire delle tappe precise, quali:
•
Individuare le grandezze rilevanti per la sua descrizione
•
Determinare le relazioni tra esse, a livello qualitativo e quantitativo
•
Spiegare il perché di tali relazioni
Grazie a questo percorso si passa dall’oggetto concreto, all’oggetto astratto.
L’associazione oggetto - concetto favorisce l’apprendimento.
Compito dell’allievo è quello di vedere con gli occhi per imparare anche a vedere con la
mente.
1.17 L’organizzazione e lo sviluppo della conoscenza scientifica
A differenza di un uomo comune, lo scienziato sviluppa i propri schemi di conoscenza
mettendo in relazione le informazioni provenienti dal mondo naturale e dal mondo del
laboratorio, con le conoscenze provenienti dalla comunità sociale della quale fa parte anche la
sotto-comunità scientifica. Con questa ultima si instaura un rapporto di scambio e di
confronto.
È grazie a questo scambio che il sapere assume l’importanza di conoscenza scientifica, perché
è una conoscenza che deve essere universalmente condivisa.
L’uomo comune, invece, tende a dare spiegazioni sui fatti del mondo in una maniera più
semplicistica e intuitiva, e tende ,dunque, a considerare esatte le spiegazioni più semplici che
vengono da una immediata deduzione di quello che i nostri sensi percepiscono. La
conoscenza comune perde questa caratteristica di scambio e di condivisione del sapere.
Dallo schema che segue appare chiaramente sintetizzato il processo con il quale l’uomo
comune
raccoglie dati sperimentali dal mondo naturale e raccoglie informazioni dalla
comunità sociale per costruire suoi modelli della realtà con i quali capisce la realtà. L’uomo
comune riceve informazione dalla comunità sociale in maniera unidirezionale e modifica in
alcuni casi i suoi schemi di conoscenza.
25
Mondo naturale
Comunità sociale
Raccoglie dati
sperimentali
dal
INDIVIDUO
Riceve
informazioni
dalla
costruisce
Schemi di
conoscenza
che sono
Modelli di realtà
che gli permettono di
Prevedere/controllare/ricercare nuove
informazioni/immaginare esperienze diverse
ed eventualmente
modificare
Lo scienziato, a differenza dell’uomo comune, rileva dati sperimentali sia dal mondo naturale
che dal mondo del laboratorio, e oltre che ricevere egli dà informazioni alla comunità sociale
e a quella scientifica che gli permettono di costruire nuovi schemi di conoscenza che
assurgono a “conoscenze universalmente condivise”. Nella condivisione del sapere si
riconosce il peso della scientificità
26
Mondo
naturale/mondo del
laboratorio
Comunità
sociale/comunità
scientifica
Produce artefatti
Raccoglie dati
sperimentali
dal
Riceve /dà
informazioni
dalla/alla
scienziato
costruisce
Schemi di
conoscenza
che sono
Modelli di realtà
che gli permettono di
Prevedere/controllare/ricercare nuove
informazioni/immaginare esperienze diverse
ed eventualmente
modificare
1.18 Definizione del concetto di modello.
Un modello è una rappresentazione semplificata della realtà, che può inizialmente tener conto
soltanto di alcune caratteristiche di questa, al fine di descrivere e interpretare i fenomeni
naturali. Il modello è di tipo descrittivo, quando è finalizzato alla individuazione delle
grandezze fisiche che si ritengono rilevanti per descrivere un dato aspetto della realtà. Si
parla, invece, di modello interpretativo, quando si cerca di mettere in luce i “meccanismi
interni di funzionamento” che permettono di comprendere il perché dell’evoluzione di un dato
fenomeno osservato in natura.
27
In letteratura di ricerca in didattica della matematica e della fisica è facile trovare definizioni
diverse del processo di costruzione di un modello (Gilbert et al., 1998). Noi intendiamo per
“modellizzazione” di un fenomeno il processo che porta a:
a) individuare le variabili che possono essere rilevanti nella descrizione del fenomeno
stesso;
b) dare una descrizione verbale e schematica del fenomeno;
c) determinare le relazioni esistenti tra le variabili;
d) esprimere tali relazioni tramite equazioni e/o regole che danno al modello una valenza
predittiva.
e)
trovare meccanismi che possano spiegare la descrizione del fenomeno data nei punti
precedenti
I diversi passi del processo di modellizzazione portano ad una comprensione più
completa di un fenomeno e sono sostanzialmente più profondi e formativi della semplice
risoluzione di equazioni o dell’adattamento ai dati sperimentali di funzioni matematiche.
È opportuno notare che i cinque punti sopra indicati non devono necessariamente
essere tutti sviluppati a qualsiasi livello didattico: essi indicano la sequenza completa dei passi
che il discente dovrebbe imparare a compiere per poter acquisire la capacità di procedere alla
modellizzazione di fenomeni osservati ma il docente accorto selezionerà e dimensionerà
opportunamente la loro trattazione adattandola alle proprie finalità didattiche e al livello a cui
vuole sviluppare i discorsi relativi alla modellizzazione.
28
29
I paragrafi che seguono, sintetizzano i contenuti sulla temperatura e il calore che sono alla
base della progettazione del modulo.
2.1 La temperatura
Se versiamo in una pentola dell’acqua appena
uscita dal frigorifero e la riscaldiamo mettendo
la pentola a diretto contatto di un fornello
elettrico, con le mani possiamo rilevare un
cambiamento di sensazione termica sulla
nostra pelle che possiamo definire via via:
gelido, freddo, tiepido, caldo, bollente.
Ma se vogliamo indicare in maniera oggettiva quanto l’acqua sia calda, o fredda,o bollente
dobbiamo fare riferimento al concetto di stato termico di un corpo o di una sostanza.
Per quantificare lo stato termico di un corpo dobbiamo utilizzare una grandezza fisica detta
temperatura. una grandezza scalare associata allo stato termico di un corpo
2.2 Punto di vista microscopico e macroscopico
Per capire perché varia lo stato termico di
un corpo dobbiamo osservare le nostre
sostanze cambiando il punto di vista,
infatti di primo acchito i nostri sensi non
ci possono spiegare come e perché le
sostanze variano la loro temperatura,
dobbiamo
microscopio
fare
che
uso
di
ci
un
potente
faccia
vedere
“dentro” la materia.(fig.1)
Figura 1, uomo al microscopio
I fenomeni così come i nostri sensi li percepiscono, in cui i corpi sono presi nella loro
globalità, sono considerati su scala macroscopica.
30
Quando invece ci soffermiamo a esaminare i complessi comportamenti delle singole particelle
che costituiscono il corpo, non rilevabili dai sensi umani, allora studiamo ciò che accade su
scala microscopica.
Tramite prove sperimentali si è arrivati, dapprima indirettamente, poi tramite l’uso di
strumenti a microscopia avanzata, a concludere che tutti i corpi sono formati da molecole .
Da altre prove indirette si è, inoltre, desunto che anche le molecole sono composte da
particelle più piccole: gli atomi (fig.2).
Figura 2, atomo di ossigeno
In natura esistono 92 tipi diversi di atomi che costituiscono l’unità strutturale più piccola della
materia.
Un modello molto semplice ma ragionevolmente corretto, almeno da un punto di vista della
visualizzazione immediata, rappresenta gli atomi come costituiti da un nucleo, nel quale si
trovano i protoni (particelle dotate di carica elettrica positiva) e i neutroni ( che sono senza
carica), attorno al quale in varie posizioni orbitano gli elettroni (particelle molto più piccole
delle precedenti e cariche negativamente).
Dato che, normalmente, il numero delle cariche negative è uguale a quello delle cariche
positive, gli atomi risultano elettricamente neutri.
La caratteristica che distingue un atomo dagli altri è proprio il numero degli elettroni e dei
protoni, diverso per ciascun tipo di atomo.
Più atomi costituiscono una molecola. La molecola è la più piccola unità di sostanza che
possa esistere conservando invariate tutte le proprietà chimiche della sostanza stessa.
31
Le molecole vengono comparate a delle minuscole sfere rigide che compiono dei movimenti
continui e casuali, che per questo motivo sono dotati di energia cinetica ed energia potenziale.
La somma delle varie forme di energia possedute da tutte le molecole, considerate appunto
come piccole sfere rigide, che compongono un determinato sistema, costituisce quella che
prende il nome di energia interna del sistema.
Il lavoro necessario per separare due molecole può essere maggiore o minore a seconda
dell’energia, detta energia di legame, che le tiene insieme.
L’energia di legame esprime il lavoro che una forza deve compiere per sottrarre una molecola
all’attrazione della molecola vicina.
Le molecole di un sistema non stanno ferme nelle loro posizioni ma si muovono, oscillando in
modo disordinato attorno alle loro posizioni di equilibrio con una ben definita energia media.
La temperatura di un sistema è una grandezza fisica che tiene conto dello stato di agitazione
termica molecolare, ovvero dell’ energia cinetica media delle molecole che costituiscono il
sistema.
Per semplificare molto, potremmo, inoltre dire che l’agitazione delle molecole non si
rispecchia solo in un innalzamento della temperatura, ma anche in una dilatazione del corpo
che prende il nome di dilatazione termica.
Infatti, quando misuriamo la temperatura si utilizza
il termometro, ma in realtà la temperatura non si può
misurare direttamente. Non esiste uno strumento che
mi rilevi quanto movimento fa ciascuna molecola
all’aumentare della sua temperatura, e allora per
rilevare una temperatura, effettivamente misuriamo
la variazione della dilatazione di un metallo che
normalmente in natura si trova allo stato liquido e
che è molto sensibile alle variazioni di temperatura :
Figura 3, il termometro
il mercurio.
2.3 Interpretazione microscopica della dilatazione.
In natura non è solo il mercurio contenuto nel termometro che subisce dilatazione se posto a
contatto di una fonte di calore che ne fa variare la temperatura. Tutte le sostanze si dilatano se
sottoposte a variazioni di temperatura.
32
L’aumento della temperatura si rispecchia in un aumento dell’energia cinetica media delle
molecole. Tale aumento di energia determina, a causa della maggiore agitazione molecolare,
provoca un allontanamento delle molecole le une dalle altre le quali, perciò, finiscono per
occupare più spazio.
2.4 Costruzione di un termometro.
Per costruire un termometro basta prendere un tubicino trasparente collegato ad un bulbo
contenente la sostanza che deve dilatarsi al variare della temperatura.. All’estremità superiore
del tubo viene fatto il vuoto per evitare che la pressione influenzi il comportamento del
mercurio. Si è realizzato quello che si chiama un “termoscopio” , ovvero uno strumento che
permette di rilevare le variazioni della temperatura tramite la dilatazione della sostanza
contenuta nel bulbo.
Dopodichè si procede con la taratura dello strumento. Essa si baserà sul fatto che sostanze
come l’acqua sono dotate, in termini di temperatura dei cosiddetti “punti fissi”, ovvero di
situazioni specifiche nelle quali la temperatura si mantiene costante. Tali situazioni di
riferiscono, in particolare, alle fasi di cambiamento di stato, ad esempio da solido a liquido e
da liquido ad aeriforme.
Si pone il termoscopio in una vaschetta contenente del ghiaccio fondente. Il mercurio tenderà
a scendere (se, chiaramente, nell’ambiente la temperatura è a valori superiori allo 0°C) e a
stabilizzarsi in un punto, rispetto al quale tracceremo un segno, che chiameremo, per
convenzione, punto a 0°C.
Poi immergeremo il bulbo del termoscopio in una pentola piena di acqua che bolle.
Aspetteremo che il mercurio si stabilizzi in un altro punto che, per convenzione, chiameremo
100°C. Dopo aver segnato i punti estremi del nostro termometro possiamo procedere alla
ripartizione in cento parti del termometro, nell’ipotesi che la dilatazione termica sia lineare al
variare della temperatura (ipotesi poi verificabile a posteriori).
Figura 4, il termoscopio
33
2.5 L’equilibrio termico
Il concetto di equilibrio termico è facilmente osservabile nell’esperienza di vita quotidiana.
Quando prepariamo dell’acqua calda e la poniamo in un ambiente a temperatura inferiore,
essa tenderà a raffreddarsi. La tazza di acqua tende a cedere calore all’ambiente circostante,
fino a quando acqua e ambiente possiedono la stessa temperatura, cioè lo stesso stato termico,
per cui non è più possibile che venga ceduto del calore
Due corpi si dicono in equilibrio termico quando si trovano nello stesso stato termico, cioè
quando hanno la stessa temperatura
Per questo motivo, dunque, se mettiamo a contatto due corpi aventi la stessa temperatura non
avverrà nulla, perché essi si trovano già nello stesso stato termico, e dunque sono in equilibrio
termico. Se invece si mettono a contatto due corpi aventi temperature differenti, quello più
caldo cederà calore a quello più freddo fino ad arrivare nella situazione di equilibrio termico.
E secondo il Principio zero della termodinamica:
Due corpi in equilibrio termico con un terzo corpo si trovano in equilibrio termico anche fra
di loro.
Quindi la temperatura è la manifestazione a livello macroscopico del movimento molecolare
che avviene a livello microscopico ed è un indice dell’energia cinetica media delle molecole.
2.6 Calore e trasmissione di calore
Così come si analizza il concetto di temperatura dal punto di vista microscopico, allo stesso
modo risulta più completo studiare il concetto di calore dal punto di vista microscopico.
Supponiamo di avere due corpi: A e B a diverse temperature. TA > TB. Vediamo un semplice
modello microscopico che spiega il passaggio di energia da A a B.
Il corpo A possiede una temperatura più elevata di B, ciò significa che le molecole di A in
media si muovono più velocemente delle molecole di B. Se mettiamo a contatto i due corpi,
sulla superficie che li separa, si verificano degli urti fra le molecole più veloci di A e quelle
più lente di B. Di conseguenza le molecole di A rallenteranno in media il loro movimento
mentre le molecole di B lo aumenteranno, fino a quando tutte le molecole in media si
muoveranno allo stesso modo raggiungendo così l’equilibrio termico, nonché la stessa
temperatura.
Ciò che si sposta dal corpo A al corpo B non sono le molecole, ma il movimento di vibrazione
che permette di trasmettere energia di tipo cinetico.
Si può sostanzialmente affermare che ciò che avviene è un passaggio di energia dal corpo
caldo al corpo freddo: è questo il fenomeno fisico a cui si dà il nome di calore.
34
Quindi possiamo definire il calore è una forma di energia in transito che si trasmette da un
corpo a temperatura maggiore a uno a temperatura minore.
In genere, il calore entra in azione in presenza di uno sbalzo termico, cioè di una differenza di
temperatura (praticamente sempre, tranne quando ci si trova in una fase di passaggio di stato).
Quando due corpi a contatto raggiungono la stessa temperatura, non avviene più alcun
passaggio di energia e dunque non ha più alcun senso parlare di calore (si potrebbe anche dire
che passa tanto calore da A a B quanto ne passa da B ad A …).
Temperatura e calore non sono, dunque, la stessa cosa: il calore è la causa delle variazioni di
temperatura, che costituiscono un effetto conseguente alla trasmissione del calore.
2.7 Equazione fondamentale della calorimetria
Supponiamo di mettere su due fornelli assolutamente identici, rispettivamente 1 kg di acqua e
4 kg di acqua. È facilmente intuibile che si riscalderà prima 1kg di acqua rispetto a 4kg di
acqua.
Questo perché laddove c’è una massa quattro volte maggiore, un analogo ammontare di
energia deve essere suddiviso tra un numero quadruplo di molecole e, di conseguenza,
l’energia cinetica media risulterà minore. Da questo si evince che:
Il calore necessario per provocare un prefissato aumento della temperatura di una sostanza
dipende dalla sua massa.
Analogamente è chiaro che avendo due masse di acqua alla stessa temperatura, ci vorrà più
tempo per portare una delle due masse di acqua all’ebollizione, piuttosto che portarla al valore
di 50°C. dunque:
Il calore necessario per incrementare la temperatura di una sostanza di massa prestabilita,
dipende dalla temperatura finale e da quella iniziale; esso dipende, cioè, dalla variazione di
temperatura.
A parità di quantità d’energia fornita, vale a dire con la medesima quantità di calore
trasmessa, l’aumento della temperatura non procede nello stesso modo, ma dipende dal tipo di
sostanza.
Quindi la quantità di energia o calore che una sostanza deve assorbire per riscaldarsi è:
-
direttamente proporzionale alla massa
-
direttamente proporzionale all’aumento di temperatura
-
legata alle particolari caratteristiche della sostanza.
Queste informazioni possono essere sintetizzate nell’equazione fondamentale della
calorimetria:
35
Q=c ·m ·∆t
Dove Q è la quantità di calore trasmessa al corpo, m la sua massa, ∆T la variazione di
temperatura T-T0 (con T0 temperatura iniziale e T quella finale) e la grandezza c, detta calore
specifico, viene introdotta per tenere conto del tipo di sostanza.
Di conseguenza
c=
Q
∆t
m
se a partire dall’equazione fondamentale della calorimetria divido primo e secondo membro
per delta T, avremo:
Q
= c⋅m
∆t
Il prodotto c · m ci fornisce una nuova informazione: quanto calore occorre fornire ( o
sottrarre) a un corpo per ottenere una determinata variazione della sua temperatura. Questa
grandezza è la capacità termica.
La capacità termica di un corpo indica se esso assorbe molto o poco calore per aumentare la
propria temperatura di 1 °C.
La capacità termica è il rapporto fra il calore assorbito (o ceduto) da un corpo e la sua
corrispondente variazione di temperatura.
Capacità termica =
Calore
Variazione di temperatura
2.8 Gli stati della materia e i cambiamenti di stato.
A livello macroscopico le sostanze possono assumere tre stati: solido, liquido, aeriforme.
Lo stato solido ha una forma e un volume propri.
Lo stato liquido ha un volume proprio ma non forma propri.
Lo stato aeriforme non ha né forma né volume propri.
Questi tre stati sono il risultato, a livello microscopico, delle interazioni reciproche fra le
molecole.
Applicando energie molto elevate si possono ridurre o spezzare del tutto tali legami, dando
luogo a un cambiamento di stato.
Il passaggio da uno stato all’altro della materia si chiama appunto cambiamento di stato.
36
37
3.1 Premessa al modulo: “ Il percorso Calore e Temperatura”
La scelta di un percorso sul calore e la temperatura è stata opportunamente fatta in quanto
analizza concetti con i quali spesso il bambino si trova a scontrarsi e dal quale più facilmente
egli trae le sue congetture, ipotesi, riflessioni che si discostano dalla realtà scientifica.
Promuovere questo ambito della conoscenza non è sicuramente facile, basti pensare ai
concetti chiave, come calore e temperatura, che si rivelano di difficile comprensione e
richiedono un notevole sforzo didattico, sia da parte dell’insegnante che da parte del “piccolo
apprendista”.
Non è un caso che diverse ricerche e sperimentazioni didattiche riguardano proprio le
difficoltà di apprendimento e di insegnamento dei processi termici. (vedi Vicentini Mayer,
“DIDATTICA DELLA FISICA” ed. La Nuova Italia, capIV). Le ricerche svolte mostrano
che i concetti di calore e temperatura, i fenomeni di riscaldamento e di raffreddamento,
l'equilibrio termico, i passaggi di stato, ecc. sono affrontati e interpretati, anche alla fine degli
studi, con errori ricorrenti, e una visione alternativa a quella disciplinare. Ciò che si riscontra
è che, anche dopo lo studio della termodinamica, gli studenti ricorrono a strategie di
ragionamento tipiche, fortemente ancorate a idee di partenza, precedenti allo studio, e a una
visione ingenua della fisica che si forma fin dai primi anni di vita.
Le difficoltà di apprendimento e di insegnamento dei processi termici
Alcune delle difficoltà ricorrenti riguardano:
-
il non riconoscere che gli oggetti presenti in una stanza, indipendentemente dal
materiale di cui sono costituiti (plastica, ferro, ecc.), sono alla stessa temperatura (se
non a contatto con sorgenti di calore);
-
il non saper prevedere la diversa rapidità con cui si scioglie un cubetto di ghiaccio
appoggiato su un foglio di polistirolo o su una lastra di alluminio;
-
la confusione tra i termini calore e temperatura a volte usati come sinonimi;
-
il credere che calore e temperatura siano sempre direttamente proporzionale; il ritenere
che il calore è contenuto negli oggetti e che oggetti aventi massa maggiore contengono
più calore e quindi hanno una temperatura maggiore;
-
il ruolo svolto dalle caratteristiche dei materiali (calore specifico, conducibilità
termica) nell'interazione tra sistemi;
-
il legame tra energia interna, calore, capacità termica, temperatura, lavoro, nei processi
termici e nelle trasformazioni più comuni.
Un modo per affrontare le difficoltà di apprendimento e insegnamento in questo specifico
ambito, è quello di raccordare il più possibile la conoscenza comune della fenomenologia
38
termica a quella scientifica utilizzando gli strumenti didattici ed anche le nuove tecnologie in
una sequenza graduale legata al raggiungimento di obiettivi specifici.
Partendo dalla considerazione di tutti questi elementi ho cercato di strutturare un percorso che
favorisse il superamento degli ostacoli imposti dalla conoscenza comune, e allo stesso tempo
fare in modo che altre conoscenze potessero essere recuperate dalla conoscenza comune per
agevolare il passaggio alla conoscenza scientifica.
I contenuti scelti nel modulo della termologia prendono inoltre spunto dagli Obiettivi
Specifici di Apprendimento previsti dalla Nuova Riforma per la classe seconda e quarta della
Scuola Primaria.
Obiettivi Specifici di Apprendimento
sulla termologia (seconda classe)
Conoscenze:
Abilità:
solidi liquidi e gas nell’esperienza di
- trasformazione di oggetti e materiali
ogni giorno
- illustrare con esempi pratici alcune
trasformazioni elementari dei materiali
Già negli obiettivi specifici di apprendimento della classe seconda e terza della scuola
primaria si indica tra le abilità da far raggiungere, quella di “Acquisire la consapevolezza
della diversità di significato tra termini usati nel linguaggio comune e quelli del linguaggio
specifico”.
39
Obiettivi Specifici di Apprendimento
sulla termologia (classe quarta e quinta)
Conoscenze:
Abilità:
energia termica nella vita quotidiana
- illustrare la differenza tra temperatura
e calore con riferimento all’esperienza
ordinaria
- Effettuare esperimenti su fenomeni
legati al cambiamento di temperatura
(evaporazione fusione ecc).
Il modulo è articolato in otto situazioni di apprendimento così strutturate:
Sit. : 7
Sit : 1
LE DIVERSE FORME DELL’ACQUA
LE SENSAZIONI TERMICHE
Sit. : 8
Sit. : 2
LA CAPACITÀ TERMICA
UN MODELLO MICROSCOPICO PER LA
TEMPERATURA
Sit: 3
LA DILATAZIONE TERMICA
Sit. : 4
COME SI COSTRUISCE UN TERMOMETRO
Sit. : 5
L’EQUILIBRIO TERMICO
Sit. : 6
IL CALORE
40
3.2 Il modulo e riferimenti teorici
Il lavoro di progettazione del modulo è stato ampiamente articolato sulla base dei contenuti
pedagogici espressi nella prima parte di questo lavoro.
Riferendomi al modello costruttivista dell’apprendimento ho preso coscienza che non sarei
dovuto partire da conoscenze lontane dalla loro realtà, sarebbero dovuto essere conoscenze da
far integrare ai loro pre-requisiti, e così il mio percorso è stato progettato affinché tutte il
nuovo sapere fosse integrato con il loro, nel migliore dei modi.
Devo ammettere che mi sono più resa conto della necessità di tenere in considerazione il
modello costruttivista dell’apprendimento, più che altro durante la fase di sperimentazione
che di progettazione del modulo. All’inizio della mia progettazione ho creduto più logico
partire dagli aspetti microscopici della realtà per giungere agli aspetti macroscopici che i
bambini già possedevano, e procedere così dal particolare al generale.
Ma nel momento in cui la mia idea si è dovuta concretizzare, ho costatato che sarebbe stato
più facile (sia per me spiegare, che per i bambini apprendere) se fossi partita da concetti a loro
familiari.
Così durante la fase di sperimentazione ho condotto le mie situazioni di apprendimento,
procedendo dal macroscopico (a loro noto) al microscopico, fino ad allora sconosciuto. In
termini pratici, per spiegare ai bambini cosa fosse la temperatura, sono partita da ciò che loro
sapevano sulla temperatura, sulle sensazioni termiche, sul ghiaccio, sull’acqua… e da quello
ci siamo pian piano diretti insieme verso la scoperta di un nuovo mondo, quello microscopico.
Seguendo poi la teoria dell’istruzione di Bruner ho organizzato ancora meglio il mio
percorso didattico.
Ho stabilito quali esperienze fossero più atte a generare nei bambini una predisposizione ad
apprendere.
Poi ho specificato il modo in cui strutturare l’ insieme delle situazioni di apprendimento per
poter essere meglio apprese, ho cercato dunque di semplificare l’informazione, riferendomi
sempre alle preconoscenze dei bambini.
In fase di realizzazione mi sono resa conto della progressione ottimale, con cui dovevo
presentare il materiale che deve essere appreso.
Infine ho cercato di motivare i bambini incuriosendoli e ho fatto capire loro l’importanza delle
cose nuove che stavano imparando.
Per quanto riguarda la strutturazione del laboratorio ho utilizzato il modello sullo sviluppo
dell’intelligenza di Binet-Guilford.
41
Nella fase di conoscenza e memoria, ho indagato sulle loro pre-conoscenze, nella fase del
pensiero divergente i bambini hanno scoperto cose nuove ed hanno cercato di dare delle
risposte ai perché che di volta in volta presentavo loro, poi siamo passati alla fase del pensiero
convergente nella quale abbiamo sistemato le nuove conoscenze, abbiamo dato una risposta
razionale ai fenomeni a noi presentati, per ultimo il momento conclusivo rappresentato dalla
riflessione.
3.3 La progettazione didattica… il modulo
La progettazione didattica è una costruzione delle attività da svolgere in classe, ed è una
fissazione in modo rigoroso delle prestazioni divise in:
PRESTAZIONI
COMPETENZE
e
CAPACITÀ
CONOSCENZE
La competenza è un insieme di conoscenze teoriche, pratiche e di abilità che assicurano
l'attitudine a svolgere una ampia serie di funzioni
Una competenza è, però, spesso troppo “ampia” per poterne verificare l’acquisizione durante
le normali attività didattiche, allora conviene introdurre gli “obiettivi specifici”, ovvero delle
abilità di più semplice verifica, che concorrono all’acquisizione delle competenze
42
Il modulo ha
una struttura
Che divide il
percorso didattico
situazioni
operative o di
apprendimento
strutturate
in
Percorsi di
laboratorio
esempi introduttivi
Individuate da
Esiti di formazione
ovvero
competenze in fieri
Il cuore dell’ argomento è impostato secondo la strategia della ricerca da parte dell’insegnante
delle concezioni dei bambini, e a sua volta della scoperta da parte degli allievi di nuove
conoscenze che partono da un sapere esperito nella vita di ogni giorno attraverso i sensi e
arrivano alla mente, rivestendosi di rigore scientifico.
Imparare è, in questo caso più che mai, vedere con gli occhi per capire con la mente, non
fermarsi solo alla intuizione dei sensi, ma dare a ciò che i sensi colgono, una logica
concettuale.
Il modulo è stato costruito e pensato come guida all’insegnante che deve ben contestualizzare
il sapere scientifico in modo che possa essere adatto il più possibile ai bambini con i quali si
trova ad affrontare gli esperimenti di laboratorio.
Il lavoro non è stato sempre facile, perché per sviluppare i contenuti ho dovuto supporre e
anticipare il pensiero dei bambini, ho dovuto precedere la loro mente, ho dovuto per prima
capire fino in fondo l’argomento che stavo per affrontare, e ho dovuto poi usare le parole più
facili, ma che allo stesso tempo dovevano essere le più corrette. Ho dovuto usare esempi e
metafore, stando attenta a far immaginare le cose giuste.
Nel modulo, partendo da esempi di vita reale, vengono forniti nuovi input per far riflettere sul
perché di alcuni fenomeni fisici legati alla temperatura.
43
Ogni situazione di apprendimento è supportata da semplici esperimenti di laboratorio che il
bambino effettua in prima persona con l’aiuto dell’insegnante.
Nel modulo sono date alcune idee per l’utilizzo di strumenti, disegni, cartelloni che possono
essere di aiuto in questo processo di scoperta da parte dei bambini. Per poter lavorare con
maggiore criterio, al modulo si aggiunge il quaderno di laboratorio che rendiconta, attraverso
le risposte date dai bambini, il passaggio graduale dalla conoscenza comune alla conoscenza
scientifica passando attraverso la fase dell’esperimento. Il quaderno di laboratorio è un
quaderno operativo, con il quale il bambino “interagisce” riflettendo e traendo conclusioni
grazie alle domande che fanno emergere la conoscenza prima e dopo la fase della
sperimentazione. L’utilizzo del quaderno di laboratorio, è stato fatto solo nella classe quarta
della scuola primaria, nella classe seconda ho preferito condurre una discussione libera
affinché i bambini non si stancassero troppo, considerando che hanno ancora poca
dimestichezza con la scrittura.
3.4 Gli esperimenti fatti con materiali poveri.
Gli esperimenti che ho proposto per l’insegnamento dei concetti legati alla termologia, sono
sviluppati con materiali che per la maggior parte sono riuscita a recuperare facilmente.
J. C. Maxwell, nel 1871, in occasione del discorso inaugurale del corso di fisica sperimentale,
(primo corso in Inghilterra a poter disporre di un laboratorio di fisica per esercitazioni) disse:
"Quanto più i materiali usati in un esperimento illustrativo sono semplici, quanto più essi sono
familiari allo studente, tanto più sarà possibile che egli acquisisca completamente il concetto
così presentato. Il valore educativo degli esperimenti di questo tipo è inversamente
proporzionale alla complessità dell'attrezzatura. Lo studente che adopera un'attrezzatura "fatta
in casa", che funziona sempre male, spesso impara di più di quello che ha a disposizione
strumenti accuratamente calibrati, di cui può fidarsi, e che egli non osa smontare."
Certamente Maxwell muove la sua considerazione in un periodo della storia della scienza in
cui la tecnologia non era assolutamente arrivata ai livelli odierni altamente all’avanguardia
come oggi. È vero infatti che esistono strumenti ad alta tecnologia che permettono agli
studenti di scoprire cose che altrimenti non sarebbe possibile, lontani dunque dal condannare
l’utilizzo di nuove strumentazioni per l’ esecuzione di semplici esperimenti, i motivi per cui si
procede all’utilizzo dei materiali poveri sono diversi. Innanzi tutto molti docenti non hanno la
possibilità di avere a disposizione le apparecchiature tipiche di un laboratorio di fisica. Inoltre
l'uso di semplici esperimenti di fisica permette al docente di sfruttare una sorta di effettosorpresa: i fenomeni della fisica sono presenti non solo a livello tecnico-scientifico, essi ci
circondano quotidianamente, anche negli oggetti familiari agli studenti e di uso più comune.
44
In più i semplici esperimenti di fisica possono essere inseriti a livello didattico con diverse
modalità. Ad esempio: essere assegnati agli studenti come compiti a casa. Il più delle volte
non avranno grosse difficoltà a recuperare i materiali necessari e ad eseguire l'esperimento. O
si può creare un coinvolgimento degli alunni, incuriosendoli ancora prima di fare gli
esperimenti, chiedendo l’oro il recupero dei vari materiali utili per la realizzazione delle
attività.
Ma bisogna stare attenti, perché non sempre i semplici esperimenti di fisica sono sempre così
semplici da inserire nelle situazioni di apprendimento in modo adeguato, per cui è importante
che da parte dell’insegnante non si perdano di vista alcune cose:
-
I semplici esperimenti di fisica, si possono utilizzare in qualsiasi momento della
situazione di apprendimento, sia essa la fase di previsione o di valutazione o di
consolidamento delle attività affrontate precedentemente.
-
Non sempre spiegare gli esperimenti è semplice come eseguirli, infatti a volte entrano
in gioco fenomeni molto complessi.. E se gli studenti non capiscono in pieno il senso
dell’esperimento, allora parte della sua efficacia viene perduta.
-
Non sempre gli esperimenti riescono, in quanto l’ambiente circostante a volte ne
inficia la riuscita. Quindi è bene che ci si prepari perché non accada poi che si debba
improvvisare per salvare il salvabile.
-
Un esperimento è tanto più efficace quanto più riesce ad intrigare l’alunno. Per cui
quegli esperimenti che negano a volte la previsione più logica, sono spesso quelli che
più interessano ai ragazzi. Su questa base si possono costruire le nuove conoscenze,
che mettono d’accorso le preconoscenze, con le nuove. E bisogna soprattutto far
capire che non esistono trucchi, ma che a tutto c’è una spiegazione che la scienza si
preoccupa sempre di fornire.
-
Spesso un facile esperimento è possibile che l’alunno lo provi da solo , in questo caso
è importante che gli si assegnino esperimenti di certa riuscita perché non debba
frustrarsi nel caso contrario. E inoltre è importante proporgli esperimenti nei quali sia
facile il recupero dei materiali.
3.5 Struttura generale di ogni situazione di apprendimento.
-
Tabelle su relazione situazione/concetti
-
Obiettivo
-
Contesto
-
Modalità di conduzione
-
Materiali utilizzati
45
-
Esiti formativi da raggiungere.
-
Vocabolario
Il calore e la temperatura vengono trattate dal punto di vista macroscopico e dal punto di
vista microscopico:
macroscopico
La
temperatura
e il
calore
vengono
trattati dal
punto di
vista
microscopico
Modello
descrittivo
Modello
interpretativo
Quando ci soffermiamo a
esaminare i complessi
Quando i fenomeni vengono
comportamenti delle singole
osservati per come i nostri sensi li
particelle che costituiscono il
percepiscono, quindi nella loro
corpo, non osservabili
globalità
direttamente dai sensi umani
3.6 Modalità di Svolgimento della situazione di apprendimento
♦ Brainstorming sulle preconoscenze:
Fase fondamentale per l’insegnante in cui si attestano le conoscenze pregresse
sull’argomento, e dalle quali partire per lo sviluppo della situazione di apprendimento
♦ La sperimentazione:
Svolta con materiali poveri, e nella quale l’alunno verifica di persona gli effetti di un dato
fenomeno e li confronta con la sua previsione
♦ Argomentazione sulle nuove conoscenza apprese:
46
Studio del fenomeno, degli effetti, delle cause, in collaborazione con l’insegnante e attraverso
il cooperative learning si enunciano i dati certi che l’esperimento ha dimostrato.
♦ Attività per il consolidamento dei concetti appresi:
possono essere attività di qualsiasi genere, dal disegno all’elaborato scritto.
♦ Definizioni:
sono la conclusione formale delle attività svolte, sono i contenuti affrontati negli esperimenti
♦ Fase della verifica :
che non deve servire per giudicare l’alunno, ma per monitorare i suoi processi di
apprendimento.
Al termine di tutte le situazioni di apprendimento si trova una mappa generale di riferimento
sulla relazione tra le varie situazioni di apprendimento e gli esiti formativi sviluppati volta per
volta.
3.7 Obiettivi Generali
Fase della conoscenza e memoria: fare emergere ciò che i bambini sanno, per esperienza
diretta, su calore e temperatura.
Fase del pensiero divergente: stimolare la capacità di scoperta di modi nuovi per risolvere
problemi
Fase del pensiero convergente: stimolare l’attività di analisi delle grandezze importanti, di
rappresentazione corretta del fenomeno (nello scambio di calore tra oggetti, il calore passa
sempre dall’oggetto di temperatura più alta verso quello a temperatura più bassa)
Fase del pensiero critico: sviluppare la capacità di riflettere sugli aspetti importanti.
Questi obiettivi generali riguardano i livelli:
Cognitivo:
descrivere con gli appropriati aggettivi ed avverbi ( freddo, caldo, assorbito, ceduto)
capire, ad esempio, che la temperatura misura la capacità degli oggetti di cedere o assorbire
calore dal mondo esterno.
Operativo:
osservare i fenomeni per individuare le proprietà dei materiali che compongono gli oggetti
saper eseguire in tutte le sue fasi un piccolo esperimento sullo scambio di calore
Espressivo grafico:
saper descrivere a parole quanto osservato in una delle attività.
Saper rappresentare in un disegno , simbolicamente, il verso del trasferimento di energia tra
un corpo caldo e uno freddo.
47
3.8 Relazione situazioni/concetti
Situazione reale
concetti
Fenomeno
Concetti base
riprodotto
Concetti
in
organizzatori
laboratorio
Sit : 1
Le
sensazioni
termiche
Indicazione di oggetti che
Varie
nella vita reale possono
portate
essere
temperature
percezione”
differenti.
temperatura
di
varie
temperature.
vaschette
La soggettività nella
a
Metafora
Sit. : 2
Caldo freddo
delle
stima
Le molecole
Energia
biglie
Un
modello
di
movimento
Nella situazione reale non
la
nudo
la
struttura
temperatura
molecolare
Visione di filmati
Sit: 3
Indicazione di oggetti che
Anello
nella vita reale possono
gravesande.
la
della
si visualizza ad occhio
microscopico
per
“tramite
dilatazione
termica
di
variare la struttura fisica a
Variazione
della
La
struttura
delle
termica
dilatazione
molecole
causa della variazione di
Dilatazione
temperatura
mercurio.
del
all’interno
dei
corpi.
Esperimento
dei
bicchieri.
I
Sit. : 4
termometri
che
i
bambini conoscono
Come
costruisce
si
Costruzione di un
Lunghezza,
termometro
deformazione
e
Il termometro
taratura.
un
termometro
Sit. :5
Temperatura dei corpi che
Temperatura
L’equilibrio
si trovano in uno stesso
corpi
termico
ambiente
trovano
dei
che
si
in
uno
stesso ambiente
48
Calore
passaggio
energia
come
di
l’equilibrio termico
Sit. : 6
Esempi di corpi caldi che
Bicchiere d’acqua
Le
riscaldano corpi freddi
su
delle molecole
Il calore
un
fornello
vibrazioni
Calore
elettrico.
Metafora
delle
biglie
Situazioni
Sit. : 7
Le
diverse
forme
della
vita
Realizzazione
Ghiaccio, liquido,
Cambiamenti
quotidiana in cui l’acqua
dell’acqua
aeriforme,
stato,
si presenta in svariate
sue svariate forme
nelle
cambiamento
dell’acqua
dell’aumento
Il
specifico
calore
di
stato
Comportamento
Sit. : 8
temperatura
costante durante il
temperature
forme.
di
della
I fase:
Aumento
T°
temperatura.
nell’acqua e nell’olio in
aumento
casi diversi.
sostanze
T°
di
con
masse diverse.
II fase aumento
della
T°
di
sostanze diverse
III fase aumento
della
T°
di
sostanze con T°
iniziale diversa
49
della
Equazione
fondamentale della
calorimetria
50
Situazione N° 1
“LE SENSAZIONI TERMICHE”
Obiettivo: acquisizione del concetto di
temperatura partendo dalle sensazioni termiche
Contesto: aula, laboratorio
Modalità di conduzione: argomentare,
sperimentare, verificare.
Materiali utilizzati: acqua, vaschette di plastica.
Esiti formativi da raggiungere: descrivere la
realtà sulla base di modelli spontanei; comunicare
le proprie idee in un contesto di pari.
Vocabolario: caldo, bollente, freddo, ghiacciato,
tiepido, temperatura
Fase 1
Il primo incontro con i bambini deve spiegare in maniera generale quello che si affronterà
durante le ore di laboratorio. Si parlerà di calore e temperatura, di oggetti che aumentano la
temperatura.
Sicuramente i bambini hanno già sentito parlare di queste cose e spesso i termini quali calore,
temperatura, caldo, freddo ecc. sono a loro abbastanza familiari.
L’insegnante deve capire come questi termini facciano parte del loro bagaglio culturale e si
inizia, quindi, con un’attività di brainstorming nella quale si pongono domande su esperienze
di vita quotidiana dove vengano fuori parole legate alla temperatura.
Fase 2
Dopo aver indicato più aggettivi possibili legati alla temperatura si spiega che gli aggettivi
caldo,
freddo,
tiepido,
ghiacciato,
bollente…
sono
aggettivi
che
ci
descrivono
qualitativamente la temperatura in un corpo Ci descrivono cioè la sensazione che ci indica lo
stato termico della sostanza.. Essi non danno indicazioni oggettive, in quanto il nostro corpo
può percepire delle sensazioni diverse da quelle percepite da altre persone.
51
Dopo questa importante introduzione si procede a degli esperimenti in classe per far capire ai
bambini la soggettività delle sensazioni termiche della temperatura nei nostri corpi.
Esperimento
¬ Prendiamo dell’acqua a diverse temperature
Chiedere ai bambini che sensazione hanno.
Non tutti avranno le stesse sensazioni. Non tutti avranno dato la stessa risposta.
Argomentare insieme a loro.
E ancora…
ogni bambino sperimenta che i nostri stessi sensi non sono sempre d’accordo tra loro.
Esperimento
Si preparano tre contenitori, il primo con acqua fredda (intorno ai 0°C), uno con acqua calda
(intorno ai 50°C), il terzo con acqua ad una temperatura intermedia (intorno ai 15°C). Si
immerge un dito nell’acqua calda e un altro nell’acqua fredda, poi entrambi nell’acqua
tiepida. Le sensazioni termiche delle due dita, che pure si trovano immerse in uno stesso
liquido a temperatura uniforme, sono differenti. Che sensazioni di temperatura hanno ogni
volta?
Fase 3
La sensazione di freddo o di caldo è infatti essenzialmente dovuta al fatto che l’oggetto
toccato sottrae o cede energia termica alla mano. Dagli esperimenti fatti arriviamo ad una
conclusione, che i nostri sensi da soli, non ci aiutano sempre e non riescono a farci mettere
d’accordo con i nostri compagni. Nelle situazioni di apprendimento successive i bambini
scopriranno che esiste uno strumento che è più preciso e oggettivo dei nostri sensi: il
termometro.
52
Quaderno di laboratorio
LE SENSAZIONI TERMICHE
Tocca il piano del tavolo, la gamba di metallo del tavolo, lo schienale della sedia, il bricco di
vetro, il bicchiere di plastica. Descrivi le tue sensazioni termiche.
Supponi di versare dell’acqua appena uscita dal frigorifero in una pentola che metti sopra il
fuoco.
Appena versi l’acqua che sensazione provi? Puoi toccare l’acqua?
Appena passa il tempo necessario per mangiarti tre biscottini puoi toccare ancora l’acqua?
Appena passa tanto tempo, l’acqua come è diventata?
Dentro una stanza ci sono:
-
un pezzo di ferro,
-
un maglione di lana,
-
una cassetta di legno,
-
un maglietta di cotone,
-
una bacinella di plastica,
-
una mattone di marmo.
Secondo te ci sono tra questi elementi alcuni che sono più freddi di altri? Quali?
Quando la mamma prepara la vasca di acqua per il bagnetto, l’acqua com’è?
L’acqua che bolle in pentola?
Il gelato?
L’acqua della bottiglia posta in frigorifero?
Sai spiegare con parole tue, cosa è secondo te la temperatura?
(dopo aver posto delle vaschette a varie temperature)
Descrivi le sensazioni percepite toccando la vaschetta rossa.
Conclusioni:
l’acqua contenente la vaschetta rossa è ……………………
Descrivi le sensazioni percepite toccando la vaschetta gialla.
Conclusioni:
l’acqua contenente la vaschetta gialla è ……………………
53
Descrivi le sensazioni percepite toccando la vaschetta verde.
Conclusioni:
l’acqua contenente la vaschetta verde è ……………………
Descrivi le sensazioni percepite toccando la vaschetta blu
Conclusioni:
l’acqua contenente la vaschetta blu è ……………………
Ordina le vaschette dalla più calda alla più fredda:
Vaschetta ……
Vaschetta ……
Vaschetta ……
Vaschetta ……
Ti è sembrato facile capire la sensazione termica che ti ha dato l’acqua di ogni vaschetta?
Confronta le sensazioni che hanno avuto i tuoi compagni.
Hanno avuto le stesse sensazioni tue?
54
Secondo te se appena arrivi a casa chiedi alla mamma di metterti dell’acqua in una vaschetta
alla stessa temperatura di quella che c’era nella rossa, pensi che la mamma potrà essere
precisa?
Adesso metti la mano destra nella vaschetta con l’acqua più fredda, e la mano sinistra nella
vaschetta con l’acqua più calda e aspetta 5 secondi.
Immergi ora tutte e due le mani nella vaschetta con l’acqua a temperatura ambiente.
La temperatura dell’acqua ti sembra uguale con entrambe le mani?
A cosa pensi se dico la parola “calore”
A cosa pensi se dico la parola "temperatura".
Cosa hai imparato oggi?
55
56
Situazione N° 2
“UN MODELLO MICROSCOPICO PER LA TEMPERATURA”
Obiettivo: comprensione della struttura interna
delle sostanze
Contesto: aula
Modalità di conduzione: presentazione di
disegni esplicativi
Materiali utilizzati: biglie, cartelloni, filmati.
Esiti formativi da raggiungere:
Costruire la mappa concettuale di un argomento
cogliere relazioni di tipo causa effetto
Vocabolario: elettroni, protoni, neutroni, atomi,
molecole, energia di legame
Attività brainstorming:
Porre alcune domande per evidenziare le idee che i bambini hanno sulla materia
Per dare una visione più completa sulla
temperatura e sul calore è bene spiegare,
prima
di
ogni
altra
situazione
di
apprendimento, il concetto che sta alla base
delle variazioni di temperatura e di passaggio
di calore: la struttura atomica delle sostanze.
Essa può essere osservata non ad occhio
nudo, ma attraverso il microscopio.
57
Per fare questo si utilizzano dei disegni, delle biglie, e dei filmati che mostrano la struttura
interna delle sostanze.
Acqua vista al microscopio
L'acqua, in particolare, avrebbe tutto un altro aspetto, molto diverso da come la vediamo in
modo macroscopico. Se esaminiamo con una lente una goccia d'acqua su un vetrino, vediamo
che ha la forma di una mezza sfera. Mentre a livello macroscopico un liquido si espande ad
occupare tutta la superficie di un piano, a livello microscopico si presenta come un'enorme
bolla. L'acqua è infatti dotata di una notevole forza di coesione che è quella che fa sì che si
formi una goccia
Le molecole
Con un microscopio molto potente si possono vedere le più piccole particella di una sostanza
che mantiene invariate tutte le proprietà chimiche della sostanza stessa : la molecola.
Schema di una molecola d'acqua H2O
58
La molecola a sua volta è costituita da atomi, che in natura è l’unità strutturale più piccola
esistente.
Gli atomi sono formati da particelle ancora più piccole: protoni, neutroni disposti nel nucleo e
gli elettroni.
In realtà un atomo è fatto per lo più di spazi vuoti: per renderci conto intuitivamente delle
proporzioni bisogna immaginare che se il nucleo di un atomo fosse come il nostro Sole, le
dimensioni dell'atomo intero corrisponderebbero a quelle del nostro sistema solare, con gli
elettroni più esterni che si troverebbero in una zona corrispondente all'orbita di Plutone e
anche più!
Gli atomi si distinguono da altri tipi di atomi per il numero di protoni, che coincide sempre
con il numero di elettroni.
Esempio dell’atomo di elio
protoni
neutroni
elettroni
Tutti gli atomi di elio sono dunque fatti da 2 protoni e 2 neutroni nel nucleo, e due elettroni
che orbitano intorno al nucleo.
59
Ora vediamo la composizione dell’acqua.
Gli atomi che costituiscono la molecola dell’acqua sono l’idrogeno e l’ossigeno legate in
questo modo:
Molecola di acqua
Tante molecole di acqua sono legate tra di loro da legami elettromagnetici, che potremmo
raffigurare così, con una analogia di tipo meccanico:
molecola
molecola
legame
Per spezzare questo legame è necessario compiere del lavoro fornendo energia termica.
L’energia termica fa muovere le molecole che creano energia di movimento (o cinetica) e che
muovendosi dunque fanno riscaldare la sostanza, facendo aumentare così la temperatura.
60
A questo punto posso spiegare ai bambini la struttura interna delle sostanze facendo
riferimento alla “ metafora dei bambini”.
Carlo e Piero sono due molecole e si tengono stretti stretti, per gioco. Ma essendo stretti stretti
non possono muoversi molto, non possono saltare liberamente, correre, muovere le braccia.
Poi la mamma dice ai bambini di liberarsi. Per far ciò deve “spendere” dell’energia: Carlo e
Piero non vorrebbero farlo: stanno così bene insieme!
Adesso Carlo e Piero sono liberi di andare dove vogliono e finalmente possono correre e
giocare per tutta la stanza. Ma correndo e giocando si riscaldano e sudano.
Allo stesso modo le molecole di acqua sono come tanti bambini minuscoli, più minuscoli di
una formica, di un granello di sabbia. Sono così minuscoli che il nostro occhio non può
vederle se non con l’aiuto di un microscopio. Questi “bambini”, sono legati tra di loro da
legami che si spezzano a causa dell’afflusso di energia termica, che fa muovere gli atomi che
si muovono e fanno quindi “riscaldare” la materia.
Altro esempio:
a questo punto, dopo aver immaginato tanto, possiamo vedere il filmato.
Attività:
visione del filmato sull’atomo
61
Quaderno di laboratorio
“UN MODELLO MICROSCOPICO PER LA TEMPERATURA”
Fase della previsione
Secondo da cosa è composto un pezzo di plastica?
Da cosa è composto un pezzo di ferro?
Secondo te esistono pezzetti di plastica così piccoli che non puoi vedere?
Qual è l’oggetto di plastica più piccolo che conosci?
Qual è l’oggetto di ferro più piccolo che conosci?
In un bicchiere di acqua, la parte più piccola contenuta, quanto è grande?
Secondo te, la materia come si comporta all’aumentare della temperatura? Si dilata, o si
restringe?
Fase di controllo
Sai dirmi qual è la cosa più piccola di cui sono formate le sostanze?
Con i soli nostri occhi possiamo vedere la parte più piccola di cui sono formate le sostanze?
Tanti atomi compongono la _ _ _ _ _ _ _ _ .
Le molecole sono unite tra di loro da un’ energia di _ _ _ _ _ _ .
Se aumento la temperatura di una sostanza, cosa succede al legame che tiene uniti gli atomi?
Se gli atomi iniziano a muoversi la temperatura della sostanza aumenta o diminuisce?
Fai un disegno dell’atomo.
62
Situazione N° 3
“LA DILATAZIONE TERMICA ”
Obiettivo:
Contesto:aula laboratorio
Modalità di conduzione: cooperative
learning, argomentare
Materiali utilizzati: anello di Gravesande,
bicchieri di vetro, termometro a mercurio
Esiti formativi da raggiungere: descrivere
la realtà sulla base di modelli spontanei
Vocabolario; dilatazione termica
Attività:
Porre domande per vedere quali sono i modelli spontanei sulla dilatazione dei corpi.
63
Dopo aver appreso quali siano le preconoscenze sulla dilatazione dei corpi; si procede
all’esperimento sulla dilatazione termica: anello di Gravesande.
Un supporto metallico a forma di J
sorregge, tramite un tratto di catena,
una sfera piena d'ottone. Allo stante
verticale del supporto a J è collegato
un anello metallico. Il diametro
dell'anello è appena sufficiente per far
passare la sfera. Una base lignea o
metallica sorregge infine il tutto.
Per dimostrare la dilatazione termica
cubica della sfera è sufficiente
scaldarla fortemente per mezzo di una
lampada ad alcol…
64
Dopo circa tre - quattro minuti di
trattamento termico, la sfera, ormai rovente,
è incapace di passare attraverso l'anello. Non
c'è trucco né inganno: la sfera si è
semplicemente dilatata a tal punto che il suo
diametro è maggiore di quello dell'anello.
Lasciandola incastrata nell'anello per un po',
il raffreddamento operato dall'aria farà sì
che ad un certo punto la sfera sia in grado di
passare nuovamente attraverso l'anello.
Immagini tratte dal sito:
www.liceofoscarini.it/fisica94/index.html
Così come la pallina di ottone, tutti i corpi subiscono una variazione di volume se subiscono
una variazione di temperatura. Ad esempio due bicchieri di vetro si possono incastrare li
metto l’uno dentro l’altro e su quello superiore introduco dell’acqua a temperatura molto
elevata.
Dopo gli esperimenti è importante far riferimento alla situazione di apprendimento precedente
e alla struttura molecolare delle sostanze che variando causa la variazione di volume.
65
Quaderno di laboratorio
“LA DILATAZIONE TERMICA”
Fase di previsione
Perché secondo te il mercurio che si trova dentro un termometro aumenta se hai la febbre?
Quando riscaldo un pezzo una pallina di ferro, secondo te la grandezza rimane sempre la
stessa?
Quando aumenta la temperatura di una sostanza il legame che tiene unite gli atomi cosa fa?
Dopo che i legami si spezzano gli atomi sono più liberi di muoversi?
Se tu sei legato molto stretto a un tuo compagno, riesci a ballare muovendoti tanto?
Se balli, occupi poco spazio o tanto spazio?
Gli atomi muovendosi tanto, occupano poco spazio o tanto spazio?
Dopo aver riflettuto riesci a rispondere se la pallina di ferro aumenta il suo volume se
aumento la sua temperatura?
Fase di controllo
Cosa è successo alla pallina dopo che è stata riscaldata?
Perché la pallina non è passata attraverso l’anello, appena l’abbiamo riscaldata?
Dopo che abbiamo riscaldato la pallina, abbiamo aspettato un po’ e la pallina è passata
attraverso l’anello? Perché?
Se dovessi disegnare la disposizione degli atomi mentre la pallina è stata riscaldata con un
accendino, li disegneresti vicini o lontani?Disegna
66
67
Situazione n° 4
“COME SI COSTRUISCE UN TERMOMETRO”
Obiettivo: costruzione di un termometro, rilevazione della
temperatura, unità di misura della temperatura: il grado Celsius .
Contesto: laboratorio
Modalità di conduzione: cooperative learning, argomentare.
Materiali utilizzati. termoscopio, ghiaccio tritato, acqua che bolle.
Esiti formativi da raggiungere:
confrontare proprietà di oggetti;
ordinare proprietà di oggetti;
utilizzare unità di misure appropriate;
usare strumenti adeguati alle misure da effettuare;
organizzare dati sotto forma di tabelle;
rappresentare una situazione tramite disegni
descrivere la realtà sulla base di modelli spontanei;
Vocabolario: grado Celsius o centigrado, mercurio.
Per misurare la temperatura di qualcosa dobbiamo utilizzare uno strumento che tutti conoscete
bene, ed è lo stesso, che si usa per misurare la nostra temperatura quando abbiamo la febbre: il
termometro
Attività di brainstorming:
i bambini indicano tutti i termometri che
conoscono.
Da parete, per “misurare la febbre”…
68
Il termometro
La temperatura di un oggetto o di un ambiente si misura con il termometro
Esso è uno strumento tarato
L’unità di misura è il grado Celsius.
Basa il suo funzionamento su di una sostanza molto sensibile alle variazioni di
temperatura in quanto subisce delle sensibili variazioni di volume al variare della
temperatura.
Quando è posto a contatto con un oggetto o un ambiente di temperatura diversa dalla
sua, esso assorbe calore o cede calore fino a portarsi alla stessa temperatura
dell’ambiente i dell’oggetto.
Il calore assorbito o ceduto provoca la variazione della proprietà fisica della sostanza
contenuta nel termometro e , di conseguenza, l’indice della scala indica il valore della
temperatura raggiunto.
La sostanza che per motivi di praticità si costruisce per costruire il più diffuso tipo di
termometro è il mercurio. Esso è un metallo che di solito si trova allo stato liquido e che
rimane tale in una grande varietà di situazioni climatiche presenti sul nostro pianeta.
Con i bambini costruiamo un termometro.
Si pone del mercurio in un termoscopio, costituito da un capillare e un bulbo.
capillare
termoscopio
bulbo
Dobbiamo poi procedere alla taratura del termoscopio perché esso diventi un vero e proprio
termometro, nonché un misuratore della temperatura.
69
MATERIALI OCCORRENTI:
¬ asta di supporto e morsetti
¬ nastro adesivo colorato
¬ fornello
¬ ghiaccio
¬ matraccio dotato di tappo con foro per il termometro
¬ termoscopio
¬ asta millimetrata
matraccio
Matraccio con
ghiaccio
fondente
Matraccio con
acqua che bolle
FASE OPERATIVA:
-
Monta il dispositivo di supporto per il termoscopio, fissando questo ultimo con una
guarnizione di protezione.
-
Prepara la miscela di ghiaccio e acqua, mescolando con cura e aspettando alcuni
minuti, affinché il ghiaccio e il liquido raggiungano l’equilibrio termico. Immergi il
bulbo del termoscopio nella miscela e attendi alcuni minuti, sino a quando il livello
del mercurio, che intanto sarà sceso non si stabilizza.
70
-
Estrai il termoscopio e segna il livello relativo al primo punto con una striscia di
nastro adesivo, scrivendoci sopra 0°C. dopodichè rimettilo nel matraccio.
-
Accendi il fornello sotto il contenitore e aspetta che tutto il ghiaccio si sia sciolto e
che, alla fine, l’acqua cominci la fase di ebollizione. Bisogna sistemare il bulbo
appena sopra la superficie dell’acqua bollente.
-
Dopo aver aspettato un paio di minuti, quando il livello del mercurio si è stabilizzato,
marcalo con il nastro adesivo, indicando il valore di 100°C.
-
Spento il fornello e tolto il termoscopio dall’acqua, misurare la distanza tra i due segni
con l’asta millimetrata.
Il termometro è fatto!
Attività
Per imparare a utilizzare il termometro, rileviamo le temperature di varie vaschette.
Disegna le fasi principali per realizzare la taratura del termometro
71
Attività
Rileva in questa tabella le temperature dell’acqua contenuta nelle varie vaschette .
Vaschetta
Temperatura
N° 1
N° 2
N° 3
N° 4
N° 5
N° 6
Attività
ordina le vaschette sulle quali hai rilevato la temperatura, dalla temperatura più fredda a
quella più calda.
Definizione:
La temperatura è una grandezza che si misura mediante il termometro e che serve a
valutare lo stato termico di un corpo.
72
Quaderno di laboratorio
IL TERMOMETRO
Fase di previsione
Con cosa misuri la temperatura del tuo corpo quando hai la febbre?
Hai mai visto altri termometri? Quali?
Sai spiegare come è fatto un termometro?
Conosci la sostanza che c’è all’interno del termometro con il quale la mamma misura la tua
temperatura quando hai la febbre?
Perché quando hai la febbre, la sostanza che c’è dentro il termometro si allunga? Se pensi alla
dilatazione termica riesci a darti una spiegazione?
Fase di controllo
Spiega come si costruisce un termometro
Quali sono le situazioni di riferimento per costruire un termometro?
Disegna il termometro costruito in laboratorio.
Insieme ai tuoi compagni rilevate le temperature dell’acqua nelle vaschette e segnale nella
tabella.
Vaschetta
Temperatura
Rossa
Gialla
Verde
Blu
Arancio
Rosa
Ordina le vaschette da quella con acqua a temperatura più fredda a quella con acqua a
temperatura più calda.
Dopo quanto hai imparato sul termometro, secondo te è più corretto rilevare le temperatura
con un termometro, o si è più precisi se utilizzo le manine?
73
Situazione N° 5
“L’EQUILIBRIO TERMICO”
Obiettivo: acquisizione del concetto di equilibrio termico
Contesto: laboratorio
Modalità di conduzione: brainstorming, attività svolte
singolarmente, cooperative learning, sperimentazione di laboratorio,
utilizzo di disegni esplicativi del punto di vista microscopico
Materiali utilizzati: acqua, termometro a mercurio,
Esiti formativi da raggiungere:
organizzare dati sotto forma di tabelle;
organizzare dati sotto forma di grafici;
cogliere relazioni di tipo causa effetto;
argomentare le proprie idee in un contesto di pari;
osservare fenomeni e riprodurli tramite semplici esperimenti;
descrivere la realtà sulla base di modelli spontanei;
realizzare lavori di gruppo;
Vocabolario: equilibrio termico, calore
Se avviciniamo due corpi di temperatura differente, il corpo più freddo si riscalderà e quello
più caldo si raffredderà, fino a quando non avranno raggiunto la stessa temperatura, cioè
l’equilibrio termico.
Equilibrio termico.
Definizione
Due corpi si dicono in equilibrio termico quando si trovano nello stesso stato termico, cioè
quando hanno la stessa temperatura.
Infatti se mettiamo dell’acqua bollente a temperatura ambiente, essa presto tenderà a cedere
calore e assumere la stessa temperatura dell’ambiente circostante.
Adesso si mostra ai bambini una rappresentazione grafica sull’equilibrio termico
74
Prima fase: i due corpi sono distanti
A
B
Temperatura maggiore
Temperatura minore
Seconda fase: i due corpi sono messi a stretto contatto. A si raffredda e B si riscalda. C’è un
passaggio di calore tra i due corpi
Praticamente l’oggetto A ha ceduto calore all’oggetto B. c’è stato dunque un passaggio di
energia termica.
L’oggetto B ha assorbito calore e la sua temperatura è aumentata.
Terza fase: i due corpi hanno raggiunto l’equilibrio termico
A
B
75
Per questo l’acqua non continua raffreddarsi, perché si trova in equilibrio termico con
l’ambiente.
Sperimentazione.
prendiamo dei cubetti di ghiaccio e immergiamoli in dell’acqua tiepida .
Cosa succede secondo voi?
Attività
I bambini argomentano le loro ipotesi.
L’acqua più calda cede calore al ghiaccio. Mentre il ghiaccio si scioglie perchè si riscalda,
l’acqua si raffredda per via del calore ceduto.
Un esempio pratico:
quando stringo le manine fredde del compagno per riscaldarle con le mie, cosa succede?
Le manine del compagno si riscaldano ma le mie un po’ si raffreddano.
NOTE:
per ogni attività ricordare far riferimento al concetto di equilibrio termico.
76
Quaderno di laboratorio
L’EQUILIBRIO TERMICO.
Fase di previsione
Perché quando la mamma ci prepara il tè caldo dopo un po’ si raffredda ?
Si raffredda prima in estate quando fuori c’è caldo, o in inverno, quando fuori fa molto
freddo?
Se mescolo in una ciotola grande un piatto di pastina bollente con un piatto di pastina fredda
che la mamma ha cucinato a pranzo, cosa succede? La pastina bollente rimane bollente? La
pastina fredda rimane fredda? Sai spiegare come pensi che sarà la pastina nella ciotola?
Se mescolo invece due piatti di pastina bollente alla stessa temperatura, come sarà la pastina
nella ciotola?
Se mescolo due piatti di pastina fredda, come sarà la pastina nella ciotola?
Se prendiamo dei cubetti di ghiaccio e immergiamoli in dell’acqua a temperatura ambiente,
cosa succede secondo voi?
Fase di controllo
Due corpi si dicono in equilibrio termico quando hanno la stessa _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _.
Se si mettono a contatto due corpi che si trovano in stati termici diversi, la loro temperatura
cambia sino a quando non si raggiunge l’_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ .
77
Situazione N°6
“IL CALORE”
Obiettivo: differenza tra temperatura e calore
Contesto: aula, laboratorio
Modalita’ di conduzione: brainstorming.
Materiali utilizzati: cartelloni, materiali poveri.
Esiti formativi da raggiungere:
cogliere relazioni di tipo causa effetto;
confrontare proprietà di oggetti;
descrivere la realtà sulla base di modelli
spontanei;
Vocabolario: calore, vibrazione molecole, energia
di movimento
Parliamo di calore dopo aver capito come i corpi a livello microscopico aumentano la loro
temperatura.
Da quanto già appreso possiamo capire come avviene il passaggio di calore da un corpo ad un
altro.
Il concetto di calore è stato introdotto parlando di equilibrio termico.
Riprendendo gli esperimenti facciamo delle constatazioni:
-
-
un oggetto a temperatura più alta messo a contatto con un oggetto a temperatura
meno alta, cosa fa?
Diminuisce la sua temperatura
e l’oggetto meno caldo?
Aumenta la sua temperatura
Quindi possiamo dire che l’oggetto caldo trasferisce calore agli oggetti più freddi con cui
viene in contatto.
Ricorda:
il calore è sempre trasferito dagli oggetti a temperatura più alta a quelli a
temperatura più bassa.
78
A livello microscopico cosa succede?
Gli oggetti per il fatto di essere più o meno caldi, possiedono più o meno energia interna, detta
energia termica. Il calore è energia termica sta passando da un oggetto all’altro per effetto
della differenza di temperatura (cioè della differenza di livello di energia termica tra i due
oggetti).
Ma l’energia termica è dovuta all’energia cinetica interna delle molecole, che noi abbiamo
chiamato energia di movimento.
Quindi prediamo in considerazione questo corpo:
esso è molto caldo ed al suo interno ha quindi le molecole che si muovono dentro il corpo
molto velocemente, in media.
Potremmo immaginare le molecole come se fossero delle palline minuscole.
A
Questo corpo invece è più freddo le sue molecole sono molto più stabili e ordinate (ma non
sono del tutto immobili).
B
79
Le molecole del corpo A sono dotate di un piccolo ma sensibile moto di vibrazione.
Le molecole del corpo B molto meno.
A
B
Ma se metto a stretto contatto i due corpi, parte dell’energia di A passa in B
B
A
… a questo punto tutte le molecole si muovono allo stesso modo.
E anche B sarà caldo quanto A.
Ecco come è avvenuto il passaggio di calore.
Riepilogando
Ciò che si propaga dal corpo A al corpo B non sono le molecole, bensì il movimento di
vibrazione. Ciò permette di trasmettere energia di tipo cinetico.
Il calore è una forma di energia in transito che si trasmette da un corpo a temperatura
maggiore a uno a temperatura minore.
Il calore entra in azione soltanto in presenza di uno sbalzo termico, vale a dire di una
differenza di temperatura (salvo che nei passaggi di stato).
Quando i due corpi, dopo un certo tempo, raggiungono l’equilibrio termico, e quindi la stessa
temperatura, non si ha più passaggio di energia e non ha più quindi nessun senso parlare di
calore.
80
Il calore si riferisce esclusivamente all’energia che si trasferisce da un corpo caldo a uno
meno caldo.
Temperatura e calore non sono la stessa cosa: il calore è semmai la causa delle variazioni
di temperatura, che costituiscono un effetto conseguente alla trasmissione del calore.
81
Quaderno di laboratorio
IL CALORE
Fase di previsione
Un oggetto a temperatura più alta messo a contatto con un oggetto a temperatura meno alta,
cosa fa?
E l’oggetto meno caldo?
Sai spiegare con parole tue cosa è secondo te il calore?
Secondo te si sviluppa calore tra un cubetto di ghiaccio e un bicchiere di acqua uscita dal
frigorifero?
Fase di controllo
Si ha passaggio di calore tra due corpi se i corpi hanno la stessa temperatura?
Tra un corpo con temperatura di 10°C e un corpo con temperatura di 2°C, si ha passaggio di
calore?
Si sviluppa calore tra un cubetto di ghiaccio e un bicchiere di acqua uscita dal frigorifero?
Cosa è secondo te il calore?
82
Situazione N°7
“LE DIVERSE FORME DELL’ACQUA”
Obiettivo: distinzione e riconoscimento delle
caratteristiche degli stati della materia
Contesto: laboratorio
Modalita’ di conduzione: brainstorming,
cooperative learning
Materiali utilizzati: acqua
Esiti formativi da raggiungere:
rappresentare una situazione tramite disegni o altri
strumenti
descrivere la realtà sulla base di modelli spontanei.
Vocabolario: le forme della materia: solido liquido
aeriforme, passaggio di stato
Riscaldiamo dell’acqua, e faccio notare ai bambini cosa succede alla temperatura che faccio
misurare a intervalli di tempo regolari.
Attività di gruppo:
rileva ogni 5 minuti la temperatura dell’acqua riscaldata per 60 minuti.
Riporta i dati in tabella.
83
Tempo(minuti) temperatura
0’
5’
10’
15’
20’
25’
30’
35’
40’
45’
50’
55’
60’
Attività individuale:
Adesso rappresenta in un grafico di assi cartesiani i dati che hai raccolto in tabella
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
0'
5'
10'
15'
20'
25'
Attività:
Rispondi a queste domande.
La temperatura dell’acqua è aumentata o è diminuita con il passare del tempo?
La temperatura ha continuato a diminuire o si è stabilizzata?
84
Attività:
far argomentare ai bambini il perché la temperatura dell’acqua ad un certo punto si è
fermata ad una certa temperatura.
Ora vediamo cosa succede all’acqua quando noi forniamo o togliamo energia termica.
Non solo aumenta la temperatura dell’acqua o diminuisce, ma l’acqua si trasforma. Come?
Prendiamo un contenitore con acqua congelata.
Una brocca con dell’acqua a temperatura ambiente
E una pentola con dell’acqua che bolle
Domande:
I fase: Cosa c’è nel primo contenitore?
Ghiaccio
Che forma ha?
Di cubetti
Potremmo misurare il volume?
Sì
II fase: Cosa c’è nel secondo contenitore?
Acqua
È solido?
No liquido
Possiamo misurare il volume?
Sì
Possiamo dire che forma ha?
Della brocca
E se la metto in una bottiglia?
Assume la forma della bottiglia
Quindi ha una forma propria?
No
III fase: Ora facciamo bollire l’acqua
Cosa è questo fumo?
L’acqua che diventa vapore
Definizione
Questi che abbiamo appena osservato sono
i tre stati della materia :
Solido liquido aeriforme
1) lo stato solido ha una forma e un volume propri. I legami sono molto forti e ci vuole
molta energia termica per spezzare questi legami
2) lo stato liquido ha volume propri ma non forma propri ma del recipiente che lo
contiene. I legami sono deboli e le molecole riescono a scivolare l’una con l’altre
3) lo stato aeriforme non ha né forma né volume proprio. Non ci sono più legami e le
molecole si muovono liberamente
85
Domande:
Posso trasformare un cubetto di ghiaccio in acqua?
Sì
Come?
Fornendo calore
E posso poi farlo evaporare?
Sì
Come?
Continuando a fornire calore
Il passaggio da uno stato all’altro prende il nome di cambiamento di stato.
Le due masse per passare dallo stato iniziale allo stato finale si sono trasferite "qualcosa": il
calore
Provoca i
passaggi di stato
C
A
L
O
R
E
Quaderno di laboratorio.
86
Fa variare la
temperatura dei
corpi
“LE DIVERSE FORME DELL’ACQUA”
Fase di previsione.
Riscaldiamo dell’acqua fino all’ebollizione. Rileviamo la temperatura ogni 5 minuti.
Procediamo a rilevare la temperatura fino a 20 minuti dopo l’ebollizione.
TEMPO
TEMPERATURA
0’
5
10
15
20
25
30
35
40
Cosa è successo alla temperatura?è aumentata o è diminuita con il passare del tempo?
La temperatura ha continuato ad aumentare o si è stabilizzata?
Secondo te perché c’è stata questa variazione di temperatura?
Come posso trasformare un cubetto di ghiaccio in acqua?
Come posso trasformare l’acqua in vapore?
Fase di controllo
Quali sono i tre stati dell’acqua?
Come si presenta il ghiaccio?
Come si presenta l’acqua?
Come si presenta il vapore?
Che temperatura hanno il ghiaccio e il vapore?
Situazione n°8
“CALORE SPECIFICO”
87
Obiettivo: aumento della temperatura di una sostanza
dipende dal tipo di sostanza , e dalla temperatura iniziale,
dalla sua massa e dal tempo.
Contesto: aula
Modalità di conduzione: brainstorming, esperimenti di
laboratorio
Materiali utilizzati: acqua, olio.
Esiti formativi da raggiungere:
descrivere verbalmente un fenomeno osservato o un
esperimento riprodotto;
descrivere la realtà sulla base di modelli spontanei;
usare strumenti adeguati alle misure da effettuare;
raccogliere dati sperimentali;
organizzare dati sotto forma di tabelle;
organizzare dati sotto forma di grafici;
realizzare lavori di gruppo.
Vocabolario: massa, caratteristiche delle sostanza.
Domande:
si riscalda più velocemente un litro di acqua o una vasca di acqua?
Si riscaldano più velocemente 100 gr di olio, o 100 gr di acqua?
Un litro di acqua calda del rubinetto, arriva all’ebollizione prima o dopo un litro di acqua
presa dal frigorifero?
Dopo aver fatte diverse domande sulle pre-conoscenze dei bambini, l’insegnante potrebbe
riscontrare qualche dubbio sulle risposte alla seconda domanda, ma tutto comunque verrà
sperimentato con semplicissime attività di laboratorio.
Le esperienze di laboratorio consta di tre fasi.
I fase
Mettiamo su due fornelli elettrici identici, e regolati in modo che eroghino la stessa quantità di
calore nel tempo, due contenitori in cui abbiamo versato rispettivamente 1 Kg di acqua e 4 Kg
di acqua, che inizialmente si trovino alla stessa temperatura.
Con delle aste di supporto con morsetti colloca due termometri nei due recipienti
Attività di gruppo.
I bambini in gruppi da 5 rilevano in tabella ogni minuto la temperatura dei due contenitori
fino all’ebollizione di entrambi.
minuti temperatura temperatura
1 Kg
4 Kg
1’
88
2’
3’
4’
5’
6’
7’
8’
9’
10’
11’
12’
13’
14’
15’
Attività.
Ognuno realizza un grafico cartesiano nel quale vengono rappresentate le temperature dei
due contenitori
Conclusioni:
il calore necessario per provocare un prefissato aumento della temperatura dipende
dalla quantità di sostanza da riscaldare.
Il calore e la temperatura sono effettivamente entità diverse
II fase
Mettiamo su due fornelli elettrici identici, e regolati in modo che eroghino la stessa quantità di
calore nel tempo, due contenitori in cui abbiamo versato rispettivamente 1 Kg di acqua e 1 Kg
di olio, che inizialmente si trovino alla stessa temperatura.
Con delle aste di supporto con morsetti colloca due termometri nei due recipienti.
Attività di gruppo.
I bambini in gruppi da 5 rilevano in tabella ogni minuto la temperatura dei due contenitori
per 10 minuti
minuti acqua Olio
1’
2’
89
3’
4’
5’
6’
7’
8’
9’
10’
Attività.
Ognuno realizza un grafico cartesiano nel quale vengono rappresentate le temperature
dell’acqua e dell’olio
Conclusioni:
a parità di quantità di energia fornita, quindi con la stessa medesima quantità di calore
trasmessa, l’aumento della temperatura non procede nello stesso modo, ma dipende dal
tipo di sostanza. C’è, quindi, una proprietà distintiva delle sostanze (il calore specifico)
che tiene conto di tale differenza
III fase
Mettiamo su due fornelli elettrici identici, e regolati in modo che eroghino la stessa quantità di
calore nel tempo, due contenitori in cui abbiamo versato rispettivamente 1 litro di acqua presa
dal frigorifero e 1 litro di acqua calda del rubinetto.
Con delle aste di supporto con morsetti colloca due termometri nei due recipienti.
Attività di gruppo.
I bambini osservano i due recipienti e rilevano quale per primo arriva all’ebollizione
Minuti
all’ebollizione
1’ Acqua
frigorifero
2’ Acqua
calda
rubinetto
90
Conclusioni:
a parità di quantità di energia fornita, quindi con la stessa medesima quantità di calore
trasmessa, l’aumento della temperatura non procede nello stesso modo, ma dipende dalla
temperatura iniziale della sostanza.
E ancora…
Una sostanza per raggiungere 50°C impiega meno tempo per raggiungere 100°C.
… scopriranno più in là di conoscere l’equazione fondamentale della calorimetria.
Q= c · m · ∆ t
Dove Q è la quantità di calore trasmessa al corpo, m la sua massa, delta t la variazione della
temperatura (t finale – t iniziale) e la grandezza c, detta calore specifico, tiene conto del tipo
di sostanza.
Da qui si estrarrà il concetto di calore specifico e capacità termica.
91
Quaderno di laboratorio
“CALORE SPECIFICO”
Si riscalda più velocemente un litro di acqua o una vasca di acqua?
Si riscaldano più velocemente 100 gr di olio, o 100 gr di acqua?
Un litro di acqua calda del rubinetto, arriva all’ebollizione prima o dopo un litro di acqua
presa dal frigorifero?
ESPERIMENTI
Mettiamo su due fornelli elettrici identici, e regolati in modo che eroghino la stessa quantità di
calore nel tempo, due contenitori in cui abbiamo versato rispettivamente 1 Kg di acqua e 4 Kg
di acqua, che inizialmente si trovino alla stessa temperatura.
Con delle aste di supporto con morsetti colloca due termometri nei due recipienti
minuti temperatura temperatura
1 Kg acqua
1’
2’
3’
4’
5’
6’
7’
8’
9’
10’
11’
12’
13’
14’
15’
Conclusioni:
Traiamo le conclusioni
92
4 Kg acqua
Mettiamo su due fornelli elettrici identici, e regolati in modo che eroghino la stessa quantità di
calore nel tempo, due contenitori in cui abbiamo versato rispettivamente 1 Kg di acqua e 1 Kg
di olio, che inizialmente si trovino alla stessa temperatura.
Con delle aste di supporto con morsetti colloca due termometri nei due recipienti.
I bambini in gruppi da 5 rilevano in tabella ogni minuto la temperatura dei due contenitori per
10 minuti
minuti acqua Olio
1’
2’
3’
4’
5’
6’
7’
8’
9’
10’
Traiamo le conclusioni
Mettiamo su due fornelli elettrici identici, e regolati in modo che eroghino la stessa quantità di
calore nel tempo, due contenitori in cui abbiamo versato rispettivamente 1 Kg di acqua presa
dal frigorifero e 1 Kg di acqua calda del rubinetto.
Con delle aste di supporto con morsetti colloca due termometri nei due recipienti.
I bambini osservano i due recipienti e rilevano quale per primo arriva all’ebollizione
Minuti
all’ebollizione
Acqua frigorifero
93
Acqua calda rubinetto
94
Quaderno di laboratorio
IL CALORE SPECIFICO
Fase della previsione
Posti su di un fornello, cosa arriva prima alla temperatura di 100°C:
Un bicchiere di acqua o un bicchiere di olio?
Un bicchiere di acqua uscita dal frigorifero, o un bicchiere di acqua a temperatura ambiente?
Un bicchiere di acqua o una bottiglia di acqua?
Fase di controllo:
Posti su di un fornello, cosa arriva prima alla temperatura di 100°C:
Un bicchiere di acqua o un bicchiere di olio?
Un bicchiere di acqua uscita dal frigorifero, o un bicchiere di acqua a temperatura ambiente?
Un bicchiere di acqua o una bottiglia di acqua?
95
ESITI FORMATIVI
A ……Cogliere relazioni di tipo causa-effetto
B …….Confrontare proprietà di oggetti
C ……Ordinare proprietà di oggetti
D ……Utilizzare unità di misura appropriate
E ……Osservare fenomeni e riprodurli tramite semplici esperimenti
F …….Rappresentare una situazione tramite disegni o altri strumenti
G ……Comunicare le proprie idee in un contesto di pari
H ……Descrivere verbalmente un fenomeno osservato o un esperimento riprodotto
I …….Descrivere la realtà sulla base di modelli spontanei
L ……Usare strumenti adeguati alle misure da effettuare
M …...Raccogliere dati sperimentali
N ……Organizzare dati sotto forma di tabelle
O ……Organizzare dati sotto forma di grafici
P ……Argomentare le proprie idee in un contesto di pari
Q ……Realizzare lavori di gruppo
R ……Costruire la mappa concettuale di un argomento
ESITI
A
B
C
X
X
D
E
F
G
H
I
L
M
N
O
P
Q
R
Situazioni
N°1
N°2
X
N°3
X
N°4
X
N°5
X
N°6
X
X
N°7
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
N°8
96
X
X
X
X
X
X
97
Sperimentazione IIC
4.1 Introduzione
La prima parte della sperimentazione è stata svolta nella seconda classe, ho deciso di
iniziare dal loro, in quanto con loro ho passato tutto quest’anno le mie opre di tirocinio.
Iniziare gestendo una classe con bambini che conoscevo, è stato un punto a mio favore per
intraprendere un percorso che non sembrava semplicissimo.
4.2 DIARIO DI BORDO
4.2.1 21 MARZO 2006
La somministrazione del pre-test
Prima di iniziare il mio lavoro di sperimentazione, oggi ho riunito i bambini intorno a un
grande tavolo per far loro delle domande in modo che potessi capire quali fossero le loro
conoscenze riguardo l’acqua, la temperatura, il calore. Prima di iniziare con le domande ho
cercato di coinvolgerli rendendoli partecipi di quello che avevo in mente di fare con loro. Ho
cercato anche di creare delle aspettative e di stimolare il loro interesse riguardo a quello che
faremo la prossima volta, che sarà il momento della sperimentazione.
Ho potuto costatare che molte cose le conoscono e soprattutto le intuiscono, specialmente
riguardo alla capacità termica, benché siano solo bambini di seconda classe. Mi hanno
prontamente risposto quando ho chiesto loro di dirmi cosa si riscaldasse più velocemente tra
un bicchiere di acqua e una bottiglia di acqua, tra un bicchiere di olio e un bicchiere di acqua,
tra una bicchiere di acqua calda e un bicchiere di acqua fredda. Hanno avuto confusione nel
momento in cui ho chiesto se si riscaldasse prima un bicchiere con del ghiaccio o un bicchiere
con dell’acqua. Ho capito pure da cosa sono stati tratti in inganno, hanno pensato al ghiaccio
che si scioglie e hanno associato questo evento alla velocità di riscaldamento.
Le difficoltà che hanno trovato, come prevedevano, riguardano la definizione di
temperatura e calore. Alcune risposte sono state anche divertenti e originali, come quelle di un
bambino che mi ha detto che la temperatura serve per temperare, poi hanno associato il calore
al caldo e hanno confuso il calore con la temperatura, ma questo l’avevo previsto, dato che
nella conoscenza comune è ricorrente confondere le due cose. Oggi mi sono fatta un’idea
della situazione.
Mi sono messa d’accordo con la maestra Celeste per la sperimentazione della prossima
volta, la quale mi ha dato piena disposizione della classe.
98
4.2.2 Trascrizione della registrazione del pre- test effettuato in IIC
(i dialoghi sono in corsivo, quelle in neretto sono le risposte dei bambini, tra parentesi vi sono
le mie osservazioni)
Allora bambini , questa settimana, ho chiesto alla maestra se potevo parlarvi di acqua e
temperatura. Però prima devo sapere da voi alcune cose. Devo sapere quello che conoscete
voi sull’acqua, quindi adesso vi faccio delle domande, e chi vuole mi può rispondere. Se
sapete qualcosa non importa, non vi preoccupate. Appena vi faccio le domande, però,
riflettete e dopo aver pensato bene rispondete quello che credete meglio.
(Ho iniziato con il presentare l’attività che avremmo fatto insieme, li ho resi partecipi creando
in loro delle aspettative, ho spiegato loro che non avrei misurato in alcun modo la loro bravura
nel dare le risposte e che invece mi sarebbe piaciuto scoprire con loro alcune cose e abbiamo
iniziato una tranquilla chiacchierata.
Le prime domande poste mi sono servite per capire quali fossero le loro conoscenze riguardo
alle sensazioni termiche.)
Se noi entriamo in questa stanza e vi dico di toccare il maglione di lana, o la lavagna o il
gessetto, tra questi tre oggetti secondo voi c’è un oggetto che è più freddo di un altro?
Sì
Quale?
la lavagna
la lana è calda
come sono le gambe del tavolo?
Fredde
e il maglione?
caldo
E il piano del tavolo?
freddo
99
(Le loro risposte dimostrano come, secondo la conoscenza comune, considerino oggetti
diversi, posti nello stesso ambiente, come se fossero a temperature diverse.)
Quando la mamma vi prepara il bagnetto l’acqua come è?
calda
Quando prepara la pasta l’acqua in pentola come è?
calda
L’acqua calda della pentola è calda allo stesso modo del bagnetto?
no
Com’è il gelato invece?
freddo
E l’acqua che prendiamo dal frigorifero che beviamo ?
Fredda
E cosa è più freddo, il gelato o l’acqua?
il gelato
Tutte queste paroline che abbiamo detto: freddo caldo sono delle sensazioni termiche, e sono
le sensazioni che abbiamo quando tocchiamo gli oggetti.
(Ho costatato che distinguono abbastanza bene le sensazioni termiche.)
E se vi dico la parola temperatura? Cosa è secondo voi la temperatura?
il tempo
per temperare i colori
l’aria che riscalda o che raffredda
l’ambiente
la temperatura è tipo quando hai la febbre
100
(Qualcuno dà delle risposte alquanto strane sulla temperatura, qualcun altro risponde
avvicinandosi alla conoscenza comune, altri non sanno proprio come rispondere. Considerano
la temperatura come qualcosa legata all’ambiente o alla febbre, quindi legano il concetto di
temperatura a quello della sensazione del caldo.
Uno di loro associa la temperatura sia al caldo che al freddo, intuitivamente sono vicini al
concetto di temperatura, colgono le giuste relazioni).
E come si misura la temperatura?
con il termometro
Sapete come è fatto il termometro?
di vetro
di dentro c’è una carta dove ci sono scritti i numeri
E quando abbiamo la febbre? Che succede al termometro? Cosa c’è dentro il termometro?
un liquido che sale quando abbiamo la febbre alta.
(Hanno colto il fenomeno della dilatazione termica, partendo da questo mi sarà più facile
spiegare loro cosa avviene effettivamente quando il mercurio si dilata).
Voi avete visto un bicchiere di acqua, secondo voi cosa c’è dentro una gocciolina piccola di
acqua?
Secondo voi questa gocciolina di acqua da cosa è composta?
da Sali minerali
Se prendo un pezzo di ferro secondo voi da cosa è fatto?
di metallo
di legno
Avete mai sentito parlare di atomi?
no
Se prendo una pallina di ferro e la riscaldo con un accendino, secondo voi la pallina di ferro
diventa più grande?
si
101
no
(mi rendo conto che rispondono a caso. Oltre all’esperienza del mercurio, non hanno mai fatto
esperienza di altre situazioni in cui è avvenuta la dilatazione termica. Sarà compito mio la
prossima volta far vedere loro quali altre sostanze si dilatano per la variazione di
temperatura).
La sostanza dentro al termometro cosa fa quando abbiamo la febbre?
Sale
Perché?
Perché quando abbiamo la febbre alta sale
E per quale motivo lo sapete?
Per dirci quanto abbiamo la febbre
E perchè sale?
Perché abbiamo la febbre
(Cerco di farmi spiegare il fenomeno della dilatazione termica, ma non riescono a immaginare
il perché il mercurio si dilati.
Nelle risposte mi dicono effettivamente cosa succede al mercurio, ma non il perché).
Quando la mamma prepara il tè caldo lo possiamo bere subito?
No
Dobbiamo aspettare che si raffreddi
E secondo voi si raffredda prima in inverno che c’è freddo o in estate che c’è caldo?
In inverno
E perché?
Perché in inverno c’è più freddo
Se metto insieme due piatti di pastina fredda, come sarà la pasta?
Fredda
Se metto insieme due piatti di pastina bollente, come sarà la pastina?
102
Calda
E se metto insieme un piatto di pasta fredda e uno di pasta bollente, come sarà la pasta?
Tiepida
Se prendo un cubetto di ghiaccio e lo metto nell’acqua bollente, che succede?
Si scioglie
(Colgono gli effetti di sostanze che si toccano avendo temperature differenti).
Secondo voi cosa è il calore?
Caldo
Quando sudi
Il calore è quando ci metti una cosa e si scioglie
Il calore è quando una sostanza calda e metti un’altra sostanza si riscalda
Il calore quando ci metti un pezzo di carta si brucia
Quando ci riscaldiamo
Quando il calore ci viene in faccia dici <che caldo>
(Considerano il calore solo come una fonte di energia termica. Non tengono assolutamente in
considerazione che anche una data quantità di acqua a temperatura ambiente può
rappresentare una fonte di calore per un cubetto di ghiaccio. Non considerano il calore come
passaggio di energia termica).
Ora un bambino ha in mano una bottiglietta di acqua…
Abbiamo parlata di acqua, com’è l’acqua che ha Giuseppe? Solida o liquida?
Solida
Liquida
Sapete che significa solida?
Non rispondono
Significa che è dura. Quindi com’ è l’acqua nella bottiglia?
Liquida
E se la voglio fare diventare solida?
103
Ci metto il ghiaccio
E se ghiaccio non ne ho?
La metto nel freezer
E sapete che l’acqua può diventare anche un gas. Quando? L’avete vista mai l’acqua che
bolle? Cosa fa?
le bollicine
E cosa si vede?
Il fumo
Ma sapete come si chiama quello che chiamate fumo?
No
Si chiama vapore e ve lo farò vedere appena facciamo gli esperimenti
L’acqua secondo voi ha una forma propria? Se metto l’acqua in una bottiglia che forma ha ?
di bottiglia
E se la metto nel bicchiere rimane con la forma della bottiglia?
no
Il ghiaccio ha una sua forma?cioè se metto un cubetto di ghiaccio in un bicchiere, prende la
forma del bicchiere?
no rimane a forma di rettangolo.
(Conoscono gli stati dell’acqua e le principali caratteristiche degli stati dell’acqua. Hanno
maggior difficoltà a considerare il vapore come uno degli stati dell’acqua. Usano un termine
non appropriato per definire il vapore).
Se prendo due fornelli elettrici e se metto due pentolini con poca acqua e nell’altro fornello
tanta acqua, cosa si riscalda prima?
quella piccola
Se prendo due bicchieri di acqua uguale?
104
si riscaldano insieme
se un fornello è più potente, si riscalda prima il fornello più potente
Secondo voi si riscalda prima l’olio o l’acqua?
l’olio
Se prendo un bicchiere di acqua dal ghiaccio e un bicchiere di acqua dal frigorifero cosa si
riscalda prima?
Il ghiaccio
(Hanno spesso fatto esperienza sulla capacità termica, corrispondono correttamente quasi a
tutto, tranne su cosa si riscaldi prima tra ghiaccio ed acqua. D’istinto rispondono il ghiaccio,
in quanto è il primo ad avere una risposta ben visibile al contatto con una fonte di calore, si
scioglie).
Se prendo un bicchiere di acqua calda e uno freddo, cosa si riscalda prima?
Quella calda
Perché?
Perché è già bollente
no, è tiepida, quindi si riscalda subito.
(Considerano correttamente il fatto che l’acqua temperatura più elevata di un’altra, raggiunge
prima lo stato di ebollizione.
Questo pre test, mi è servito per pianificare il lavoro di sperimentazione, ho capito da cosa
partire, ho visto quali sono i pre concetti che i bambini hanno sulla temperatura e il calore).
4.2.3
29 MARZO 2006
La sperimentazione
Oggi ho iniziato la sperimentazione, sono arrivata in classe con una grande valigia rossa e
i bambini hanno mostrato subito interesse e curiosità, non hanno visto l’ora di iniziare per fare
gli esperimenti… ho detto loro che avrebbero fatto gli scienziati, sono stati contenti anche
senza sapere effettivamente quello che significava la parola scienziato.
105
Con grande piacere ho visto l’interesse mostrato dalla maestra Celeste, che ha continuato
a starmi vicina in silenzio e invitare i bambini a prestare attenzione nel momento in cui
diventavano un po’ irrequieti . È stata la nostra spettatrice e ha scattato le foto durante quasi
tutte le fasi della sperimentazione..
Oggi non ho fatto le sperimentazioni di tutte le situazioni di apprendimento.
Abbiamo affrontato
•
•
•
•
•
•
•
Gli stati dell’acqua
i passaggi di stato dell’acqua
le sensazioni termiche
il termometro
la temperatura
la dilatazione termica
la struttura microscopica dell’acqua.
A differenza dell’impostazione data nel modulo strutturato nella tesi, che procedeva dal
microscopico al macroscopico, oggi, durante la sperimentazione, a diretto contatto con
l’esperienza e trovandomi a dover mettere in atto una spiegazione che fosse la più chiara e la
più semplice possibile (ma allo stesso tempo che fosse esatta scientificamente), ho preferito
procedere dal macroscopico al microscopico.
La scelta è stata mossa dal fatto che mi sono resa conto che sono dovuta partire da cose
tangibili e note ai bambini. Per questo ho iniziato col far osservare l’acqua nei suoi stati:
solido, liquido e gassoso, spiegando tutti i nuovi termini e scrivendoli sempre alla lavagna
facendoglieli ripetere.
Tutto si è svolto nel migliore dei modi. Hanno fatto una pausa per la ricreazione e poi
abbiamo proceduto per un’altra ora. L’ultimo argomento affrontato è stata la struttura
microscopica dell’acqua. È stato l’argomento difficile sul quale ritornerò portando loro dei
disegni per rendergli più chiaro l’argomento.
Prima di procedere con le altre spiegazioni, dietro consiglio della maestra Celeste, faremo
trascrivere la lezione nel loro quaderno. Ho preparato un abbozzo e prima di andare avanti lo
visionerò insieme all’insegnante. Ho accennato all’entusiasmo della maestra Celeste. Ne sono
stata molto contenta, le è piaciuto il mio modo di eseguire la lezione con i bambini. Vuole
documentare il tutto creando un cartellone con le foto e la spiegazione di ciò che abbiamo
fatto con i bambini. Il cartellone verrà messo fuori in corridoio insieme agli altri cartelloni
delle altre classi.
106
Segue la trascrizione delle parti più salienti della sperimentazione e di seguito c’è la
lezione strutturata per i bambini…
4.2.4 Trascrizione del momento della sperimentazione.
(In corsivo sono riportati i dialoghi. Le risposte dei bambini sono in carattere grassetto. In
carattere normale vi è il riassunto di alcuni momenti dei quali la trascrizione dettagliata dei
dialoghi sarebbe stata ininfluente)
Oggi vi ho portato delle cose per fare degli esperimenti, vi faro capire come è fatta l’acqua.
Mostro l’acqua e faccio rilevare le caratteristiche.
è liquido e non ha una sua forma propria
Mostro diverse forme di ghiaccio e faccio rilevare le caratteristiche
ha una sua forma ed è duro
Come lo faccio diventare ghiaccio l’acqua?
lo metto nel freezer
E per farla sciogliere?
La devo mettere nel fuoco
Quindi l’acqua la possiamo trovare in forma?
liquida e solida
107
Lo sapete che lo possiamo trovare anche in forma volatile?
si quando mi lavo con l’acqua calda
Sapete come si chiama?
Fumo
No il fumo è quello che si forma quando si brucia il legno
Quello che vi sembra fumo, si chiama vapore
Ora a tre a tre vanno a vedere il pentolino con l’acqua che bolle e mostro loro il vapore.
Tutti, uno per uno vanno e vedere che l’acqua fa le bolle e produce il vapore. Loro stessi mi
ripetono che si vede il vapore. Un nuovo vocabolo è entrato nel loro vocabolario.
Ricapitolo:
la materia la possiamo trovare nello stato solido liquido e gassoso.
Ora tra il ghiaccio e l’acqua cosa è più freddo?
Il ghiaccio
E tra il ghiaccio e l’acqua che bolle cosa è più caldo?
108
L’acqua che bolle.
Ora faccio l’esperimento nel quale faccio sentire loro l’acqua a varie temperature, dalla più
alta alla più bassa. Le loro sensazioni si eguagliano abbastanza, ma non in modo preciso.
Faccio notare loro che qualcuno utilizza termini diversi. Ora toccano il ghiaccio e dicono che
l’acqua è ghiacciata
Ora nell’altro esperimento faccio mettere la mano destra nel ghiaccio, la mano sinistra
nell’acqua calda e poi tutte e due le mani nell’acqua tiepida.
Cosa sentono?
Temperature diverse, si accorgono che le mani pur toccando la stessa acqua percepiscono
sensazioni diverse.
Quasi tutti si accorgono che la mano che ha toccato il ghiaccio percepisce l’acqua a
temperatura ambiente come calda, mentre la mano che ha toccato l’acqua calda percepisce
l’acqua a temperatura ambiente come fredda.
I bambini in questo esperimento scoprono una cosa strana, sembra che le manine tocchino due
vaschette differenti, ma non è così…si chiedono il perché. Sono tutti meravigliati .
Quindi bimbi, abbiamo cercato di capire con le manine se l’acqua era fredda o era calda, e
con i compagni siamo stati più o meno d’accordo, però è pure successo poco fa che non
siamo stati d’accordo con noi stessi. Ma per essere più precisi che dobbiamo utilizzare?
il termometro.
109
Mostro loro il termometro, faccio vedere il vetro, i numeri all’interno e la punta con una
sostanza grigia che si chiama mercurio, una sostanza liquida che è molto sensibile alla
temperatura. Scrivo la nuova parola alla lavagna. Hanno appreso un altro nuovo vocabolo. Lo
ripetono.
Se si trova a contatto di oggetti a temperature diverse, si allunga in modo differente.
Vediamo insieme che per ora il mercurio è fermo sul numero 20.
Metto il termometro nel ghiaccio e faccio vedere dove si è fermato…nello 0.
Traiamo le conclusioni:
tutti hanno visto che nel ghiaccio il mercurio si ferma nello zero.
Spiego loro che i numeri sono i gradi centigradi, nonché la temperatura che misura un dato
oggetto.
Mostro il simbolo “°C” e dico che si dice <grado centigrado>. Altro nuovo vocabolo.
110
Adesso mettiamo il mercurio nell’acqua bollente e tutti vedono che il mercurio si ferma su
100°C.
Traiamo le conclusioni:
il mercurio del termometro quando tocca l’acqua che bolle si ferma sempre su 100°C.
Spiego loro come venne costruito il primo del termometro.
Un giorno il signor Celsius ha preso un tubicino di vetro con dentro il termometro. Ha
costatato che il mercurio quando toccava il ghiaccio rimaneva sempre fermo in un punto in
cui ha deciso di segnare lo zero. Poi ha visto che se il mercurio toccava l’acqua che bolliva,
il mercurio allungava e si fermava sempre in un punto, in cui ha deciso di segnare il numero
cento, ha così diviso lo spazio tra zero e 100 in cento parti. Ogni parte è un grado centigrado.
Spiego loro che anche altre sostanze, quali più quali meno, si dilatano a contatto con una fonte
di calore.
Di alcuni possiamo fare degli esperimenti per vedere come si dilatano. Spiego loro la parola
dilatazione.
111
Dilatarsi significa diventare più grande, occupare più spazio. Ad esempio per il mercurio
invece di dire che si allunga, possiamo dire che si dilata.
Un'altra nuova parola entra nel loro vocabolario . La scrivo alla lavagna.
Prendo due bicchieri di vetro identici e faccio vedere loro che li posso mettere l’uno dentro
l’altro senza farli incastrare. Ma se in quello di sopra metto l’acqua bollente il bicchiere di
sopra si incastra…con non molta facilità l’esperimento fortunatamente riesce.
I bambini sono sorpresi, ma adesso capiscono che non si tratta di magia, ma è qualcosa che ha
a che fare con la variazione di temperatura. Adesso prendo l’anello di Gravesande e riscaldo
la pallina di ferro con un accendino. Prima di riscaldarlo la pallina entrava ed usciva
tranquillamente dall’anello.
112
Dopo averlo riscaldato la pallina rimane appoggiata sopra l’anello perché riscaldandosi si è
dilatata.
Riassumendo:
riscaldandosi il mercurio, il bicchiere e la pallina…si dilatano. Avviene, dunque, il fenomeno
della dilatazione termica.
Le sostanze a contatto di una fonte di calore si dilatano, quindi si espandono.
Il mercurio a contatto di una fonte di calore si espande. Una fonte di calore non è solo un
fuoco, è una cosa che riscalda. Ad esempio il termosifone è una fonte di calore. L’acqua calda
è una fonte di calore (un altro vocabolo).
Il bicchiere riscaldato si dilata.
La pallina di ferro a contatto del fuoco si dilata.
Ora un altro esperimento. Dimostro che la gamba del tavolo, il maglione di lana, misurano la
stessa temperatura.
113
Loro si aspettano che il mercurio a contatto della gamba del tavolo scenda. E che a contatto
del maglione di lana si dilati…invece il termometro che misura nell’ambiente 20°C, misura lo
stesso nel termometro.
Costatano che la temperatura degli oggetti è uguale a quella dell’ambiente, e che le sensazioni
termiche hanno fatto invece credere che le temperature della lana e della gamba del tavolo
fossero diverse.
Tutti quanti hanno verificato con i propri occhi quale fosse la temperatura della lana e della
gamba di metallo.
Per spiegare il motivo per cui gli oggetti all’interno di uno stesso ambiente abbiano la stessa
temperatura, passo alla spiegazione della struttura interna delle sostanze, e in particolare
dell’acqua.
Ora inizio la parte legata alla visione microscopica. Mostro loro un pezzetto di pane che
vedono da lontano , ma non tanto bene. Notano come avvicinandomi a loro riescano a
cogliere maggiori elementi di questo tozzo di pane, riescono a vedere i semini, la mollica con
i microscopici buchetti. Da vicino abbiamo una visione più completa dell’oggetto.
Ora lo stesso possiamo fare con l’acqua. Faccio vedere una gocciolina di acqua e spiego loro
che dentro la goccia ci sono tante cose piccole, come delle palline piccole piccole, più piccole
del granello di zucchero che faccio loro vedere.
114
Dentro l’acqua ci sono tante molecole. Dentro ogni molecola si trovano il signor ossigeno che
va a braccetto con un signor idrogeno da una parte e un altro signor idrogeno dall’altra. Tutti e
tre formano la molecola. La disegno alla lavagna, ma dentro una goccia di acqua ci vanno una
miriade di molecole.
Ora faccio fare la molecola a gruppi di tre. Dopo che si sono formate le molecole, tutti i
bambini si mettono a braccetto e quindi tutte le molecole sono insieme. Ma appena arriva una
fonte di calore queste molecole iniziano a muoversi…così inizio a muovermi e tutto il gruppo
inizia a muoversi. Quindi cosa è successo? La fonte di calore ha fatto muovere tutte le
molecole.
Ora spiego che se l’acqua è messa sul fuoco, tutte le molecole sono in movimento e se metto
il termometro dentro l’acqua anche le molecole del termometro iniziano a muoversi come
quelle dell’acqua. Mostro loro delle piccole palline e faccio vedere che se l’acqua è calda le
palline si muovo velocemente, mentre le palline di mercurio si muovono di meno. E se metto
le palline che si muovono vicino alle palline che si muovono di meno, succede che le palline
si muovono tutte alla stessa maniera, velocemente.
Questa ultima parte è stata la più difficile da spiegare, la difficoltà è stato passare dal concreto
all’astratto. Come per tutti gli altri fenomeni sono partita da un modello della realtà a loro
noto, quale l’esempio delle palline e dei bambini. Ma quando dai bambini siamo passati agli
atomi e alle molecole, ho visto che il feedback non è stato positivo.
Credo opportuno fermarmi a questa parte e non andare oltre.
4.2.5 9 Aprile 2006
La verifica tramite il compito in situazione
Non potendo fare un re-test, avendo deciso di non occupare i bambini con dei compiti scritti
che potrebbero stancarli, ho deciso di fare una sorta di verifica, per costatare se il mio lavoro
fosse stato efficace. Così prendendo spunto da un argomento che avrebbero dovuto affrontare
con l’insegnante, ho colto l’occasione per farmi spiegare “un paio di cose” dai bambini.
L’argomento che mi è servito da spunto per la verifica è il ciclo dell’acqua, abbiamo preso il
libro di scienze nel quale abbiamo le immagini del ciclo dell’acqua, invito i bambini a
guardare la figura e iniziamo una conversazione. Pongo delle domande e commentiamo
insieme, alla luce di quanto visto con gli esperimenti in laboratorio. Con i bambini a troviamo
dei parallelismi tra il pentolino con l’acqua( posto sul fornello elettrico) e l’immagine nel loro
115
libro. Immaginiamo che il sole sia una grande forellino elettrico che riscalda l’acqua e i
bambini iniziano col dirmi che l’acqua del mare evapora e sale su.
Ma io dico loro che su, nelle nuvole, non c’è lo stesso caldo che c’è a mare, quindi la
temperatura diminuisce, e se la temperatura diminuisce allora loro sanno che il vapore diventa
o acqua o ghiaccio. E appena quest’acqua si accumula tutta nelle nuvole piove.
Nel nostro disegno c’è il mare, il sole, la pioggia e le nuvole. Il sole è la nostra fonte di
calore. Inizio con le domande.
L’acqua del mare in che stato si presenta?
Nello stato liquido
Come evapora l’acqua del mare?
Con il sole
Quando il vapore evapora dove va?
Sale
A mare secondo voi ci sono più o meno di zero gradi?
Di più di zero gradi perché l’acqua è liquida, se ce ne fossero di meno l’acqua sarebbe
solida
116
Appena evapora il vapor,e sale fino alle nuvole, ma sopra le nuvole non c’è lo stesso caldo
che c’è a mare, e più si sale, più la temperatura diminuisce. Cosa succede secondo voi al
vapore?
Diventa di nuovo acqua o ghiaccio.
Sì, e precisamente si formano tante goccioline, e sapete le goccioline di acqua che fanno? Si
depositano nelle nuvole, e quando si raccolgono tante goccioline di acqua inizia a piovere e
l’acqua torna di nuovo sulla terra.
Ma il sole il giorno dopo torna, e l’acqua evapora di nuovo e inizia nuovamente un ciclo.
Questo è il ciclo dell’acqua.
4.2.6 10 Aprile 2006
Realizzazione cartellone
Oggi con i bambini abbiamo visto le foto scattate durante la nostra sperimentazione, abbiamo
ricordato i momenti di ogni foto e abbiamo realizzato insieme alla maestra il cartellone che
verrà esposto fuori dall’aula.
117
4.3 SPERIMENTAZIONE IV C
4.3.1 Introduzione
Anche nella classe quarta il primo giorno mi sono presentata ed ho dpiegato i motivi per i
quali ero lì. Ho detto loro che avrei fatto con loro degli esperimenti di scienze e anche loro ne
hanno gioito. Ma avrebbero prima dovuto compiere un compito: rispondere a delle domande.
Non ne sono stati molto entusiasti di dover fare dei compiti, ma ho spiegato loro l’importanza
che rivestiva rispondere a questo test. Solo così avrei capito quali esperimenti dover fare con
loro. Allora si sono resi disponibili di aiutarmi, tra tutte le domande ne ho scelte alcune e le ho
somministrate a loro.
situazione di apprendimento n° 1
LE SENSAZIONI TERMICHE
Tocca il piano del tavolo, la gamba di metallo del tavolo, lo schienale della sedia. Hai
sensazioni di caldo o di freddo?
piano del tavolo...............................................................................................
gamba di metallo del tavolo.............................................................................
schienale della sedia........................................................................................
Supponi di versare dell’acqua appena uscita dal frigorifero in una pentola che metti sopra il
fuoco.
Appena versi l’acqua che sensazione provi?
Appena passa il tempo necessario per mangiarti tre biscottini puoi toccare ancora l’acqua?
Appena passa tanto tempo, l’acqua come è diventata?
Dentro una stanza ci sono:
- un pezzo di ferro,
- un maglione di lana,
- una cassetta di legno,
- un maglietta di cotone,
- una bacinella di plastica,
- una mattone di marmo.
Segna con una crocetta quali di questi elementi pensi sia più freddo degli altri.
Quando la mamma prepara la vasca di acqua per il bagnetto, l’acqua com’è?
L’acqua che bolle in pentola?
118
Il gelato?
L’acqua della bottiglia posta in frigorifero?
Sai spiegare con parole tue, cosa è secondo te la temperatura?
Scrivi le sensazioni percepite toccando la vaschetta 1.
Conclusioni:
l’acqua contenente la vaschetta 1 è ……………………
Descrivi le sensazioni percepite toccando la vaschetta 2.
Conclusioni:
l’acqua contenente la vaschetta 2 è ……………………
Descrivi le sensazioni percepite toccando la vaschetta 3.
Conclusioni:
l’acqua contenente la vaschetta 3 è ……………………
Ordina le vaschette dalla più calda alla più fredda:
Vaschetta ………
Vaschetta ……
Vaschetta ……
Ti è sembrato facile capire la sensazione termica che ti ha dato l’acqua
di ogni vaschetta?
Secondo te se appena arrivi a casa chiedi alla mamma di metterti dell’acqua in una vaschetta
alla stessa temperatura di quella che c’era nella 1, pensi che la mamma potrà essere precisa?
A cosa pensi se dico la parola "temperatura"?
Scrivi una frase che contenga la parola temperatura.
situazione n° 2
“IL PUNTO DI VISTA MICROSCOPICO DELLA TEMPERATURA”
Sai come è composta una goccia di acqua?
Sai da cosa è composta una minuscola pallina di ferro?
Con i soli nostri occhi possiamo vedere la parte più piccola di cui sono formate le sostanze?
Hai mai sentito parlare di atomi? Sapresti dire cosa sono?
119
situazione n° 3
“LA DILATAZIONE TERMICA”
Quando riscaldo una pallina di ferro, secondo te la grandezza della pallina rimane sempre la
stessa?
situazione di apprendimento n° 4
IL TERMOMETRO
Sai spiegare come è fatto un termometro?
Conosci la sostanza che c’è all’interno del termometro con il quale la mamma misura la tua
temperatura quando hai la febbre?
Perché quando hai la febbre, la sostanza che c’è dentro il termometro si allunga?
Secondo te è più corretto rilevare le temperatura con un termometro, o si è più precisi se
utilizzo le manine?
situazione di apprendimento n° 5
L’EQUILIBRIO TERMICO.
Perché quando la mamma ci prepara il tè caldo dopo un po’ si raffredda ?
Il tè caldo si raffredda prima in estate quando c’è caldo, o in inverno, quando fa molto freddo?
Perché?
Se mescolo due piatti di pastina fredda, come sarà la pastina nella ciotola? Fredda o calda?
Se mescolo invece due piatti di pastina bollente alla stessa temperatura, come sarà la pastina
nella ciotola?
Se mescolo in una ciotola grande un piatto di pastina bollente con un piatto di pastina fredda,
Sai spiegare come pensi che sarà la pastina nella ciotola? Sarà ancora troppo calda o sarà
ancora molto fredda?
120
Se prendiamo dei cubetti di ghiaccio e li immergiamo in dell’acqua calda, cosa succede
secondo voi?
situazione di apprendimento n°6
IL CALORE
Se metto una borsa d’acqua calda a contatto con le mie mani fredde, cosa succede alle mani?
Se aggiungo dell’acqua molto calda in un bicchiere di acqua molto fredda, cosa succede?
Come sarà la temperatura finale dell’acqua secondo te?
Cosa è secondo te il calore?
Scrivi 3 fasi che contengono la parola “calore”
situazione di apprendimento n°7
LE FORME DELL’ACQUA
In natura l’acqua puoi trovarla oltre che in forma liquida anche in altre forme? Sai dirmi
quali?
Come posso trasformare un cubetto di ghiaccio in acqua liquida?
Come posso trasformare un bicchiere di acqua liquida in ghiaccio?
Come fa l’acqua a diventare vapore?
L’acqua liquida ha una sua forma?
121
…Attraverso le loro risposte ho capito come muovermi
4.3.2 Il giorno della sperimentazione
Entro in classe, già i bambini mi conoscono, al mio ingresso sono entusiasti di vedermi.
C’è un grande interesse per quella valigia grande rossa che ho è portato con me, mi chiedono
cosa facciamo oggi. Dico loro che faremo gli esperimenti come fanno gli scienziati, e
rispondono: “che bello!”.
Le loro aspettative sono alte.
I bambini presenti sono:
La maestra richiama all’ordine….
Anche io richiamo all’ordine.
Inizio le mie attività
I bambini rilevano le loro sensazioni termiche
Faccio toccare tre vaschette di acqua a temperature differenti, chiedo loro di scrivere le loro
sensazioni termiche.
Faccio toccare ad uno ad uno tre vaschette
temperature differenti, facendo toccare
contemporaneamente con la mano destra una vaschetta, con la mano sinistra un’altra
vaschetta e poi con entrambe le mani la vaschetta numero tre, rilevano la differenza di
sensazione che hanno toccando la vaschetta numero tre.
Prendo il termometro e faccio rilevare la temperatura della terza vaschetta, dimostrando loro
che l’acqua ha una sua determinata temperatura a differenza di quello che sembra dalle
sensazioni termiche.
122
Gli stati della materia
Chiedo ai bambini di dirmi le caratteristiche dei tre stati in cui possiamo trovare l’acqua in
natura.
Loro stessi mi indicano i tre stati della materia.
Faccio vedere l’acqua nei suoi vari aspetti.
Faccio rilevare la temperatura dell’acqua che bolle…arrivano alla constatazione che l’acqua
che bolle misura cento gradi.
Raccomando loro di non fare questi esperimenti a casa perché il termometro scoppierebbe.
Vediamo quanto misura il ghiaccio. Arrivano alla constatazione che misura 0°C. notano come
scende il mercurio nel termometro.
Continua ad esserci un gran baccano malgrado la presenza dell’insegnante.
Il termometro e le situazioni di riferimento
Faccio notare ai bambini da cosa è composto il termometro. Chiedo loro di spiegarmelo.
Disegno il termometro alla lavagna. Dico loro come si chiama la sostanza all’interno e mi
faccio dire che reazione ha avuto a contatto con l’acqua che bolle e con il ghiaccio.
E secondo voi quanto può misurare la temperatura all’interno della stanza?
La maggior parte ha già in mente la rappresentazione dei gradi e capisce che nella stanza non
ci può essere una temperatura più alta di 100°C e più bassa di 0°C.
La temperatura a livello microscopico
Spiego cosa è la temperatura. Dico loro che la temperatura è una energia detta energia
termica.
Perché il mercurio si allunga aumentando la temperatura?
-
perché aumenta la temperatura
-
perché metto il termometro a contatto con un oggetto caldo
123
e perché si allunga?
- perché quando abbiamo la febbre abbiamo una temperatura nel nostro corpo
No bambini, c’è una spiegazione che non conoscete. Sapete da cosa è composta l’acqua? Da
minuscole parti che si chiamano molecole, la molecola dell’acqua è composta da tre
elementi.
Li disegno alla lavagna
Idrogeno, idrogeno, e ossigeno
Disegno l’ossigeno più grande, che si “abbraccia” con due atomi di idrogeno. Così abbiamo
una minuscola gocciolina di acqua, ma talmente piccola che per vederla abbiamo bisogno del
microscopio. Faccio ripetere a loro gli elementi all’interno della molecola di acqua. Dico loro
che in un bicchiere di acqua ce ne sono a migliaia, forse milioni, un milione quanto tutti gli
abitanti di Palermo.
La dilatazione termica
E quando bolle, se non prendessimo un microscopio, vedremmo le molecole che si muovono
come dei “pazzerelli”. Mentre quando l’acqua è a temperatura ambiente le molecole sono
legate da una energia, detta energia di legame. Disegno l’energia di legame come una molla.
Poi spiego che appena si avvicina una fonte di calore l’energia di legame si spezza e le
molecole iniziano a muoversi molto velocemente. Faccio finta di essere una molecola e
chiedo a un bimbo di fare l’altra molecola. Lo tengo stretto dicendo loro che quando l’acqua è
in forma liquida sono legate tra di loro e non si possono muovere più di tanto.
E secondo voi il legame con il ghiaccio come è?
Rigido
Ma appena si spezza il legame, dato che le molecole hanno una energia interna, detta
energia di movimento. Così sbattendo tra di loro aumenta la temperatura perché l’energia
cinetica si trasforma in energia termica, proprio quando sfreghiamo le mani.
124
E secondo voi quando sono stretta al vostro compagno occupo poco spazio o molto?
Poco
E se il mio legame si spezza e mi allontano?
Occupo molto spazio.
E allora quando il mercurio aumenta la sua temperatura le sue molecole sono vicine o
lontane?
Lontane, si espandono
e occupano poco spazio o molto spazio?
Molto e quindi si allunga.
E se la temperatura diminuisce?
Le molecole si mettono vicino e si abbassano.
Ma sapete che come il mercurio si comportano tutti gli altri materiali? Però avvengono delle
trasformazioni così minime che possiamo notarle facendo degli esperimenti.
Prendo l’anello di Gravesande, svolgo l’esperimento e loro stessi mi spiegano come saranno
probabilmente disposte le molecole quando la temperatura sale e quando la temperatura
scende.
Faccio l’esperimento pure con i bicchieri di vetro e chiedo loro di fare una previsione.
Se metto l’acqua bollente nel bicchiere superiore, cosa succede?
Non c’entra.
Si incastra.
Faccio l’esperimento. I bicchieri si sono incastrati, con grande meraviglia.
Finalmente un attimo di silenzio per via della suspense!!!
Ricordatevi che i cambiamenti sono talmente piccoli che ci possiamo arrivare solo per
deduzione, perché con i soli nostri occhi non possiamo vedere come si comportano le
molecole.
125
Adesso che hanno capito bene cosa sono le molecole e come sono fatte, descrivo anche gli
atomi di ossigeno e di idrogeno. Li disegno.
Descrivo cosa cambia tra un elemento e un altro: il numero del peso atomico.
Fanno ancora baccano e cerco di fargli capire che stanno facendo cose importanti che nessun
bambino conosce. Mi dicono che a loro piace fare queste cose e che si sono divertiti più di
quando fanno lezione con l’insegnante.
126
4.3.3 Materiale prodotto dagli alunni di IV C
I disegni che seguono, sono la rappresentazione dell’atomo di idrogeno, di quello di
ossigeno e della molecola di acqua che hanno prodotto i bambini dopo aver eseguito le
attività laboratoriali.
127
In questi altri disegni vi è la rappresentazione dell’energia di legame che tiene unite le
molecole di una sostanza
128
129
Dopo aver visto da vicino il termometro e dopo averlo utilizzato i bambini sono riusciti a
farne una rappresentazione quasi fedele.
130
4.3.4 Le frasi significative
PRE-TEST:
Le sensazioni termiche
-
Il ferro e il marmo sono più freddi della lana
-
La lana è calda
-
I metalli sono molto freddi
Cosa è la temperatura?
-
Se dici la parola temperatura penso al caldo e al freddo
-
Se dici la parola temperatura penso al caldo o al calore
-
Se dici la parola temperatura penso al termometro
-
La temperatura è una fonte di calore
-
La temperatura è un calore che riscalda la pentola
-
La temperatura è una sensazione di caldo o di freddo
-
La temperatura è il calore che ci circonda
-
La temperatura spiega quando c’è caldo o quando c’è freddo
-
Secondo me la temperatura è qualcosa che assume tutto il nostro calore
-
La temperatura è il calore o il freddo contenuto in una stanza
-
La temperatura è il calore della pentola che bolle
Frasi che contengono la parola temperatura
-
La temperatura oggi è tiepida
-
La parola temperatura significa riscaldare la pentola
-
Ho temperatura
-
Ieri mi si è alzata la temperatura
Come è fatto il termometro?
-
Il termometro è fatto da un puntino di ferro
-
Il termometro misura la temperatura del nostro corpo
-
Quando ho la febbre la sostanza che c’è dentro il termometro si allunga perché si
riscalda.
-
Quando ho la febbre la sostanza che c’è dentro il termometro si allunga perché con
il calore la temperatura sale
-
La sostanza dentro il termometro si chiama “MERCHURIO”
-
Quando noi abbiamo la febbre e la mamma ci mette il termometro sotto le ascelle,
il termometro si prende il nostro calore e così il mercurio sale
131
Cosa è il calore?
-
Il calore è la temperatura
-
Il calore secondo me è il caldo
-
Il calore è il sole
-
Il calore è una sensazione di caldo
-
Il calore è un posto caldo
-
Il calore è tutta la temperatura che si accumula
Frasi che contengono la parola calore
-
Il sole il fuoco e la stufa contengono il calore
-
Se accendi la stufa c’è calore
-
Se accendo un fiammifero fa calore
-
Se accendo l’aria condizionata fa calore
-
Con il calore posso trasformare un cubetto di ghiaccio in acqua liquida
-
Il calore è la temperatura, il fuoco, il termometro
-
La stufa, il sole, la coperta, portano calore
-
Hai tanto calore
-
Ieri c’era calore
-
Oggi non c’è molto calore
-
Il calore ha dato vita ai fiori
L’equilibrio termico
-
Il the si raffredda se non è messo più sopra il fuoco
-
Il the si raffredda perchè perde calore
-
Il the si raffredda perché il calore se ne va
Gli stati dell’acqua
-
L’acqua liquida ha una forma liscia
-
L’acqua diventa vapore, mettendola in una pentola: l’acqua fredda scende e
l’acqua calda sale
-
L’acqua che bolle produce fumo
Struttura interna della materia
-
Una goccia è composta da organismi minerali
-
Una pallina di ferro è composta dal ferro
-
Non ho mai sentito le parole: atomi e molecole
132
RE-TEST
-
Il bicchiere che si è riscaldato si è attaccato con l’altro bicchiere perché c’è stata
dilatazione termica
-
Se dovessi disegnare la disposizione delle molecole mentre la pallina è stata
riscaldata con un accendino, le disegnerei lontane.
-
Le situazioni di riferimento per costruire un termometro sono l’acqua che bolle e il
ghiaccio
-
L’acqua che bolle sviluppa il vapore
-
La temperatura dell’acqua che bolle è 100°C
-
La temperatura del ghiaccio è 0°C
-
Il termometro è fatto di vetro con una sostanza di nome mercurio all’interno
-
La pallina non è passata attraverso l’anello dopo che l’abbiamo riscaldata perché
gli atomi si sono sparsi
-
La pallina è passata attraverso l’anello perché gli atomi si sono uniti
-
Quando la temperatura aumenta a contatto con il termometro, il mercurio si dilata
COMMENTI
Tutte queste frasi mettono fortemente in evidenza una transizione da modelli di ragionamento
di tipo spontaneo a dei modelli di tipo più scientifico. È da notare anche l’utilizzo di una
terminologia più adeguata alla descrizione e all’interpretazione dei fenomeni in modo
scientifico.
Nel pre-test le frasi più rappresentative della loro conoscenza, hanno mostrato che per i
bambini ci sono oggetti all’interno di una stanza a temperature differenti; che la temperatura è
spesso confusa con il calore e il calore a sua volta, confuso con il caldo e come qualcosa insita
all’oggetto; che l’acqua è fatta da minuscole gocce di acqua e che le sostanze sono composte a
sua volta da minuscole parti di sostanze, ma nessuno dei bambini ha immaginato che
all’interno delle sostanze ci fossero altri elementi; che spesso i bambini usano termini
impropri che imparano dal loro contesto sociale, e quindi si utilizza la parola fumo per
indicare il vapore, che la temperatura può essere calda ecc.
133
4.4 CONSIDERAZIONI SULL’ESPERIENZA SVOLTA IN IVC
Il lavoro di sperimentazione è stato più difficile da condurre nella quarta classe, in quanto gli
alunni sono stati molto irrequieti. È stato un peccato non aver trovato una situazione più
distesa, perché sono convinta che avrei potuto lavorare molto di più con loro, perché
malgrado tutte le difficoltà ho notato in questi bambini una grande vivacità intellettuale (oltre
che comportamentale!).
Devo proprio ammettere che mi sono trovata in alcuni momenti in difficoltà.
Ho notato che la spiegazione sulla struttura atomica della materia è stata comunque compresa
meglio che in IIC. Hanno avuto più capacità di immaginazione. Gli stessi esempi fatti nella
seconda classe hanno lasciato i bambini un poco incerti e dubbiosi, e sono, dunque, dovuta
tornare sull’argomento.
Dopo i vari esperimenti svolti nella quarta classe, ho visto che i bambini hanno raggiunto con
più facilità la capacità di astrazione e di trovare la regola generale da poter rapportare ad altre
realtà. Dopo aver cercato insieme le risposte sulla dilatazione termica del termometro, sono
via via riusciti a trovare le risposte alla dilatazione termica del ferro e del vetro.
134
135
Dopo aver somministrato sia il test che il re-test, ho potuto fare la tabulazione dei dati, in ogni
tabella vi sono i risultati dei singoli bambini (sia del test che del re- test) sugli otto argomenti
centrali alle situazioni di apprendimento trattate durante le esercitazioni laboratoriali.
Questa la legenda:
NELLA RIGA:
R1: non risponde
R2. risponde in modo errato per tentativi
R3: risponde in modo errato secondo la conoscenza comune
R4: la risposta si avvicina alla risposta corretta secondo la conoscenza scientifica
R5: risponde correttamente secondo la conoscenza scientifica
NELLA COLONNA
S1: discernere le sensazioni termiche
S2: sapere che oggetti posti nello stesso ambiente hanno la stessa temperatura
S3: comprensione della temperatura a livello microscopico
S4: comprensione della composizione della struttura interna dell’acqua
S5: comprensione della struttura atomica
S6: conoscere le parti da cui è composto un termometro
S7: capire il perché avviene la dilatazione termica
S8: conosce i tre stati dell’acqua
Dopo la tabulazione dei dati attraverso la tabella, ho rappresentato con gli istogrammi i
risultati complessivi della classe, distinguendoli per argomento e dai quali appare chiaro come
sia avvenuto il passaggio dalla conoscenza comune alla conoscenza scientifica nella maggior
parte della classe e nella maggior parte degli argomenti.
136
N° 1
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
RETEST
R4
R5
R1
R2
R3
R4
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
N° 2
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
X
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
N° 3
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
X
R4
R5
X
X
X
X
X
X
X
R3
X
X
X
X
X
X
X
X
137
N° 4
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
X
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
N°5
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
X
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
N° 6
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
138
R1
R2
R3
R4
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
N° 7
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
X
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
N° 8
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
X
5
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
N° 9
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
X
X
X
X
X
X
X
X
X
R5
X
X
X
X
139
X
X
X
N° 10
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
X
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
N° 11
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
X
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
N° 12
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
R5
X
X
X
X
X
140
N° 13
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
X
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
N° 14
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
X
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
N° 15
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
X
X
X
X
X
X
X
X
X
R5
X
X
X
X
X
X
X
141
N° 16
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
X
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
N° 17
PRE TEST
R1
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
R2
R3
R4
RETEST
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
142
R1
R2
R3
R4
R5
X
X
X
X
X
X
X
X
Totale delle risposte date dai bambini in ciascun argomento
TOTALE
PRE TEST
R1
R2
R3
R4
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
tot
RETEST
R5
R1
R2
R3
R4
17
17
11
7
17
1
1
10
36
8
1
1
1
11
1
9
38
17
6
2
9
5
6
28
3
2
6
2
5
1
23
143
R5
0
3
0
10
17
17
12
11
15
17
17
123
pre-test: Discernere le sensazioni termiche (S1)
20
15
bambini 10
5
0
1
2
3
4
5
risposte
re-test: Discernere le sensazioni termiche(S1)
20
15
bambini 10
5
0
1
2
3
4
5
risposte
Sulle sensazioni termiche i bambini mostrano di avere adeguate conoscenze sia prima
che dopo la somministrazione del test. Non occorrono dunque attività laboratoriali
sull’argomento considerando che la conoscenza comune in questo caso concorda con la
conoscenza scientifica
144
pre-test: Sapere che oggetti posti nello stesso
ambiente hanno la stessa temperature (S2)
20
15
bambini 10
5
0
1
2
3
4
5
risposte
re-test: Sapere che oggetti posti nello stesso
ambiente hanno la stessa temperature (S2)
20
15
bambini 10
5
0
1
2
3
4
5
risposte
.
Riguardo alla temperatura di oggetti posti nello stesso ambiente, nel pre-test tutti i
bambini rispondono in modo errato secondo la conoscenza comune, in quanto basandosi
sulle sensazioni termiche, credono che, all’interno di uno stesso ambiente, ci siano
oggetti con temperature maggiori o minori rispetto ad altri. Dopo aver misurato però
con il termometro la temperatura degli oggetti, si rendono conto che le temperature
rimangono invariate da un oggetto all’altro
145
pre-test: Comprensione della temperatura a
livello microscopico (S3)
12
10
8
bambini 6
4
2
0
1
2
3
4
5
risposte
re-test: comprensione della temperatura a
livello microscopico (S3)
20
15
bambini 10
5
0
1
2
3
4
5
risposte
Nel pre-test la maggior parte dei bambini mostra di non sapere cosa a livello microscopico
avvenga e come entri questo in relazione con la temperatura. Nel re test tutti hanno
acquisito la comprensione della temperatura secondo il modello interpretativo.
146
pre-test: comprensione della composizione della struttura
interna dell’acqua (S4)
8
6
bambini 4
2
0
1
2
3
4
5
risposte
re-test: comprensione della composizione della struttura
interna dell’acqua (S4)
12
10
8
bambini
6
4
2
0
1
2
3
4
5
risposte
Nel pre- testb soltanto due bambini si avvicinano alla conoscenza scientifica, indicando
la presenza di minerali all’interno dell’acqua, suppongono quindi che ci siano altri
elementi minuscoli che insieme formano l’acqua. Gli altri bambini o non ne hanno
assolutamente idea e non rispondono, oppure danno risposte sbagliate secondo la
conoscenza comune. Nel re-test il risultato è molto positivo, anche se due bambini
continuano a non comprendere quale sia la composizione della struttura interna
dell’acqua.
147
pre-test: comprensione della struttura atomica (S5)
20
15
bambini 10
5
0
1
2
3
4
5
risposte
pre-test: comprensione della struttura atomica (S5)
12
10
8
bambini
6
4
2
0
1
2
3
4
5
risposte
La struttura atomica è stato l’argomento a loro più sconosciuto perché più lontano dalla
conoscenza comune in cui non si parla effettivamente mai di atomi. Nel re-test hanno
tutti dimostrato (chi più chi meno) il passaggio dalla conoscenza comune a quella
scientifica.
148
pre-test: conoscere le parti da cui è composto
un termometro(S6)
10
8
6
bambini
4
2
0
1
2
3
4
5
risposte
re-test: conoscere le parti da cui è composto
un termometro(S6)
15
10
bambini
5
0
1
2
3
4
5
risposte
Il termometro è uno strumento di uso comune, ne hanno vagamente idea di come sia fatto,
e ciò è dimostrato dai risultati del re-test. Ma nel re- test, nel momento in cui sono tornati
a spiegare le parti da cui è composto un termometro, sono stati quasi tutti più corretti.
149
pre-test: capire il perché avviene la dilatazione
termica (S7)
10
8
6
bambini
4
2
0
1
2
3
4
5
risposte
re-test: capire il perché avviene la dilatazione
termica (S7))
140
120
100
80
bambini
60
40
20
0
1
2
3
4
5
risposte
L’unica occasione nella vita reale che mostra ai bambini la dilatazione termica è quella
che avviene nel termometro con il mercurio. I bambini non colgono tutti la relazione tra
aumento di temperatura e dilatazione termica e quando la colgono non riescono a
spiegare il perché ci sia questa relazione. Nel re-test tutti hanno dimostrato di aver
compreso questo concetto…gli esperimenti con l’anello di Gravesande e con i bicchieri
di vetro hanno dato gli esiti sperati
150
pre-test: conosce i tre stati dell’acqua (S8)
10
8
6
bambini
4
2
0
1
2
3
4
5
risposte
re-test: conosce i tre stati dell’acqua (S8)
140
120
100
80
bambini
60
40
20
0
1
2
3
4
5
risposte
Il pre-test non dà buoni risultati in quanto non tutti i bambini si rendono conto di quali
siano in tre stati dell’acqua. Il re-test mostra che dopo la sperimentazione, l’argomento è
stato ben compreso da tutti.
151
tabulazione totale:pre-test
40
30
Numero
risposte
20
10
0
1
2
3
4
5
Tipo di
risposte
tabulazione totale: re-test
Numero
risposte
140
120
100
80
60
40
20
0
1
2
3
4
5
Tipo di
risposte
Raggruppando tutte le risposte date dai bambini durante il pre-test e il re-test, si nota
che mentre nella fase iniziale i le risposte dei bambini si attestano per la maggior parte
nelle prime 4 (quelle non corrette scientificamente), nel re-test la maggior parte di
risposte si attesta sulla quinta, nonché, la risposta scientificamente corretta.
152
CONCLUSIONI
Il lavoro è così concluso, ed è stato un lavoro non facile sia da strutturare che da realizzare.
Ho avuto continuamente mille dubbi, fino a quando non è arrivato il giorno della messa in
opera, e allora mi sono resa conto che tante mie incertezze si sarebbero chiarite strada
facendo.
Il momento più formativo del mio lavoro è stato quello della sperimentazione.
In entrambe le classi ho constatato la stessa confusione sui fenomeni termici, lo stesso
scambio di parole parlando di calore e temperatura, o un concetto di temperatura legato alla
sensazione del caldo. Insomma la conoscenza comune di entrambe le classi mostrava di essere
in forte prevalenza rispetto alla conoscenza scientifica.
Parlando con i bambini, le frasi più ricorrenti sono state del tipo:
-
avere temperatura, per indicare che si ha la febbre;
-
la temperatura è il calore;
-
il calore è il sole;
-
il calore è il caldo.
-
la lana è calda.
-
il metallo è freddo.
-
Il calore è contenuto nei corpi
In entrambe le classi i bambini non hanno risposto per la maggior parte riguardo alla struttura
atomica della materia. Nella seconda classe non sono neanche riusciti ad immaginare che ci
potesse essere “qualcosa” dentro l’acqua, una bambina soltanto ha detto che dentro l’acqua
c’erano i minerali. Nella quarta classe non hanno risposto, dicendomi che erano cose che non
avevano ancora studiato.
E infatti mentre in IIC spesso i bambini davano largo spazio alla loro fantasia riguardo le
risposte (un bambino mi ha detto che la parola temperatura gli faceva ricordare il temperino),
nella quarta classe erano condizionati dalle cose che avevano studiato.
La sperimentazione è stata più difficile da condurre in IV C in quanto la classe non mi
conosceva e sono stati più indisciplinati. Ma in entrambe le classi hanno mostrato grande
entusiasmo e interesse dal momento in cui mi hanno visto entrare con un valigione rosso con
dentro gli strumenti per condurre gli esperimenti.
In II C la sperimentazione ha riscosso molto interesse anche da parte dell’insegnante, che ha
voluto insieme a me e ai bambini realizzare un cartellone con le foto dei momenti più
importanti, in cui fossero contenute le conoscenze circa l’argomento trattato.
Il momento di maggiore appagamento l’ho raggiunto quando dopo circa 20 giorni ho fatto
svolgere ai bambini della seconda classe un compito in situazione sul ciclo dell’acqua. È
153
stato bello vedere come siano riusciti a cogliere dei parallelismi tra il fornello elettrico (la
nostra fonte di calore) e il sole, tra l’acqua del pentolino e il mare…e così, lavorando su quella
che Vygotskij indica come “zona di sviluppo prossimale”, ho visto come i bambini siano
riusciti ad adattare un semplice modello della realtà a un fenomeno fisico di grandi
dimensioni.
E’ da notare che, a differenza dell’impostazione data inizialmente nel modulo strutturato
nella tesi, che procedeva dal microscopico al macroscopico, cercando di passare da concetti
generali a concetti particolari, l’esperienza diretta con i bambini ha messo in evidenza come
l’approccio più corretto alla costruzione delle spiegazioni scientifiche
fosse quello che
partiva dalle esperienze di vita comune (il particolare) per arrivare alle spiegazioni e ai
modelli microscopici (il generale) . Per tale motivo ho invertito l’ordine didattico inizialmente
previsto e ho preferito procedere dal macroscopico al microscopico.
Nella quarta classe, data l’età più matura dei bambini, ho potuto, per raccogliere l’esito dei
risultati, facilmente somministrare dopo gli esperimenti un re-test, e avere considerevoli
evidenze di un avvenuto passaggio dalla conoscenza comune alla conoscenza scientifica nei
bambini. Dall’analisi degli esiti della sperimentazione ho potuto costatare come sia stato
importante il ruolo del laboratorio, che mi ha permesso di far vedere ai bambini e di far loro
toccare con mano, alcuni fenomeni della natura.
Nella seconda classe, i bambini non hanno raggiunto i livelli di comprensione evidenziati
nella quarta classe, in relazione alle idee di atomi e molecole, per via del concetto astratto che
nei più piccolini ha creato confusione.
Credo che sarei potuta riuscire nell’intento di far meglio apprendere come sia composta la
materia, solo se avessi proceduto utilizzando strumenti ottici o filmati in modo da permettere
ai bambini di visualizzare delle rappresentazioni più o meno “reali” di atomi e molecole, ma
questo purtroppo non mi è stato possibile realizzarlo. Nella classe quarta la metafora dei
“bambini-molecole” ha invece ben funzionato ed ha permesso loro di capire la dinamica delle
molecole al variare della temperatura.
Spero che questo mio lavoro possa servire a chi si appresta ad insegnare o a quelli che già
insegnano, come testimonianza del fatto che per insegnare è necessario mettere in atto tutta la
propria inventiva per non rendere sterile il processo di insegnamento-apprendimento, e per
far sì che i bambini siano padroni di un sapere autentico.
Ringrazio quanti hanno acceso in me l’interesse per il sapere.
154
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