antiqui aevi grammaticae artis
studiorum consensus
aagasc series maior
1
anatolistica
indoeuropeistica
e oltre
nelle memorie dei seminarî
offerti da onofrio carruba
(anni 1997-2002)
al Medesimo presentate
M. Barbera, G. Borghi, M. Mariani,
A. Rizza, R. Ronzitti, V. S. Tomelleri, M. Vai
Tomo I
Qu.a.s.a.r. s.r.l.
milano
mmxi
Antiqui Aevi Grammaticae Artis Studiorum Consensus (AAGASC)
Salò - Italy
AAGASC was founded by Alfredo Rizza and Guido Borghi in 2010 to promote studies in the antiquities connected to grammatology,
philology and linguistics.
ISBN-10: 88-87193-19-3
ISBN-13: 978-88-87193-19-0
Anatolistica, indoeuropeistica e oltre nelle memorie dei seminarî oferti da Onofrio Carruba (anni 1997-2002) al Medesimo presentate.
(AAGASC series maior, 1). 2 tomi.
Layout: Alfredo Rizza (tomo I), Guido Borghi (tomo II).
(C) 2011. Complete work Qu.A.S.A.R., s.r.l., via Santa Soia, 27. 20122 Milano - Italy
(C) 2011. All rights reserved by the single authors for the respective contributions.
Printed in August 2011
Series “AAGASC series maior” founded and directed by Guido Borghi and Alfredo Rizza
The present volume may be distributed and reproduced fully or partially provided that:
1- the content and the layout is not modiied;
2- the distribution is nonproit;
3- the names of the authors and the editors are always explicitly cited.
Modiied or commercial versions, including translations, may be produced only under explicit authorization of the copyrights holders
(Qu.A.S.A.R. and the single authors).
Cover and inner image:
R. Koldewey, Das wieder erstehende Babylon. Vierte, erweiterte Aulage, Leipzig: J. C. Hinrichs’sche Buchhandlung, 1925, Abb. 80.
Sommario
Tomo I.
Prefazione, di Guido Borghi, Massimo Vai
p. 7
The ritual for the Royal Couple CTH 416. Syntax of non verbal predicates and numerals,
di Alfredo Rizza
p. 13
Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita, di Massimo Vai
p. 39
A Still Undeciphered Text? Il recente dibattito sulle nuove basi interpretative del R̥ gveda
- JIES 37/1-2 (2009), di Rosa Ronzitti
p. 57
Sulla categoria dell’aspetto verbale in Osseto, di Vittorio Springield Tomelleri
p. 67
“Partes Orationis”, “Parts of Speech”, “Tagset” e dintorni. Un prospetto storico-linguistico, di
Manuel Barbera
p. 113
La comprensione del linguaggio igurato: nuovi spunti dalle neuroscienze cognitive, di
Manuela Mariani
p. 147
Tomo II.
Milano, Indoeuropa – ossieno Ricostruzioni indoeuropee per toponimi milanesi di
sostrato celtico, di Guido Borghi
p. 7
Indoeuropeo *Gṅ̥ ‑gu̯ ‑ŏpl(ă/ŏ)h₂tŏ- „pianura dei corsi d’acqua“ > lomellino Gambolò,
indoeuropeo *Gṅ̥ ‑gu̯‑ŏlŏgʱĭtăh₂₄ „ottenuta dai corsi d’acqua“ > milanese Gambolo(eu)
ita: toponimi a primo elemento idronimico equabile di *gŏṅgu̯‑ă‧h₂₄ > găṅgā „iume“
(Gange)?, di Guido Borghi
p. 331
Massimo Vai
Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita1.
Con questo lavoro intendo dare una descrizione di alcuni fenomeni che caratterizzano la
periferia sinistra della frase in ittita.
Gli studi condotti negli ultimi anni sulla periferia sinistra della frase hanno mostrato
l’esistenza di una correlazione fra la sintassi e la funzione pragmatica dei costituenti che
possono precedere il verbo lesso e il soggetto eventualmente presente. È facile veriicare ad
es. che in molte lingue la disposizione meno marcata fra costituenti che svolgono funzione
di tema e i pronomi interrogativi non è casuale. Per ciò che riguarda le lingue indoeuropee
di più antica attestazione, Hale (1987) ha fatto ricorso ad un modello di periferia sinistra
articolata in più proiezioni allo scopo di giustiicare alcune apparenti eccezioni alla collocazione dei clitici Wackernagel in vedico e in ittita. L’approccio di Hale (1987) è alquanto
diferente da quelli di cui si parlerà qui di seguito,2 tuttavia può rappresentare già un primo
passo verso una periferia sinistra più articolata; il suo risultato può essere così schematizzato: [TOP [wh…].
In seguito ai lavori di Rizzi (1997), Benincà (2001), Benincà-Poletto (2004), è stato proposto un modello di periferia sinistra articolato in “campi”, cioè insiemi di proiezioni che
condividono speciiche caratteristiche semantiche e pragmatiche, secondo lo schema seguente, che mostra i campi racchiusi in parentesi grafe e le proiezioni in parentesi quadre:
{Frame ..[HT]..}{Topic ...[LD][LI]...}{Focus...[Focus contrastivo]..[Focus non contrastivo]..}[IP
Sogg V.flesso]
Nel campo denominato Frame si trova HT (Hanging Topic), “tema sospeso”, generalmente
ripreso da una copia nominale o pronominale nella frase, tramite la quale viene esplicitata
la funzione grammaticale dell'elemento stesso; il campo dei Topic contiene elementi dislocati in LD (Left Dislocated) “dislocati a sinistra”, contrassegnati da accordo morfologico,
talvolta anche ripresi da un elemento-copia nel corpo della frase; contiene inoltre gli elementi dislocati in LI (List Interpretation) o contrastive topic; il campo Focus contiene elementi
focalizzati e pronomi interrogativi.
In quanto segue si adotterà questo modello come riferimento per spiegare alcuni dei fenomeni che caratterizzano la sintassi ittita.
Tema sospeso (Hanging topic).
Garret (1990: 266), Sideltsev (in stampa) e altri che si sono occupati del fenomeno in
questione in ambito anatolistico parlano di Left-Dislocation3. Qui tuttavia si seguirà la distinzione presente in Benincà (2001) secondo cui nella dislocazione a sinistra, ma non nel tema
1 Ringrazio Alfredo Rizza per frequenti discussioni e per utili indicazioni bibliograiche; Andrej Sideltsev per
avermi permesso la lettura del suo manoscritto; Paola Benincà per aver letto e commentato il mio lavoro.
2 Secondo Hale (1987: 42) in un caso come ukthé ká u svid ántamaḥ “Nell’inno, chi è il più vicino?”, i clitici
Wackernagel u svid sarebbero regolarmente collocati in seconda posizione dopo l’interrogativo kás; il movimento di ukthé in TOP avverrebbe dopo la regolare collocazione dei clitici in seconda posizione. Si tratta di
un approccio per molti aspetti diverso da quello cartograico, tuttavia il risultato è quello di aver stabilito un
ordine nella collocazione reciproca degli elementi TOP e wh.
3 Secondo Hofner-Melchert (2008: 408): “By left-dislocation a subject or object is moved outside its clause
to the left. Its extra-clausal position is shown by its appearance before a clause-initial conjunction or another
clause-initial constituent to which sentential clitics are attached”. Io mi discosto per la distinzione fra hanging
topic e left-dislocation. Resta inoltre la possibilità, anche in senso ittitologico, di considerare il tema sospeso in
posizione “iniziale” di frase.
40
Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre
sospeso, c’è accordo di caso fra la ripresa pronominale e il costituente dislocato. Quindi
per i casi in cui un costituente al nominativo viene ripreso da elementi pronominali in caso
diverso, parlerò di tema sospeso, HT, Nominativus Pendens.
Nei casi qui analizzati il costituente a tema sospeso appare in posizione iniziale (in questo caso anche nel senso di Luraghi 1990)4 in caso nominativo (dove questo sia morfologicamente espresso5) e viene ripreso da pronomi clitici6. Va osservato che i clitici pronominali
dell’ittita sono clitici Wackernagel7; fra i clitici soggetto, esistono solo clitici soggetto di
terza persona; i clitici soggetto compaiono soltanto in frasi con verbi inaccusativi8. È da notare che i clitici devono avere come host un elemento diverso dal costituente in HT, spesso
costituito dalla congiunzione nu:
[HT XP] nu/V/Avv=cl
Esempi:
1)
m
Ḫuidudduwalliš
m
n=an
Ḫuidudduwalli-NOM
Šallašna
URU
Šallašna
nu=clACC
“Ḫuidudduwalli, lo collocarono a Šallašna”
Hofner-Melchert (2008: 408) HKM 113: 14-15
2)
auštat=an
Kammarušepaš
d
vide=clACC
Kamrušepa-NOM
ala-ACC
mosse nu=clACC
partaw[ar…] arnut n=an
karpiš
ira-NOM
n=an
nu=clACC
arāet
nu=za
nu=RIFL
arāet
9
ašašer
collocarono
ḫaranašMUŠEN
aquila-GEN
fermò
fermò
“Kamrušepa lo vide e mosse per sé l’ala dell’aquila; allora lo fermò; l’ira, la fermò”.
hethiter.net/: CTH 324.1 TX 2009-08-26, TRde 2009-08-26
3)
nu 1 kurdāli
išnāš
nu 1 kurdali-ACC
nu
nu
pasta-GEN
kiššan memai
così
dice
[ ]ešiyanteš EME.
[ ]-NOM
lingue
HI.A
QADU EMEHI.A
con
ke=wa
lingue
queste-NOM=wa
iššišta=ma=aš
fece=ma=clACC.PL
dāi
prende
idālaweš
cattive-NOM
f
Ziplantawiaš
Ziplantawia-NOM
“Allora prende un contenitore kurdali di pasta contenente le lingue e dice così: «Queste cattive […] lingue, le ha fatte Ziplantawia»”.
4 Luraghi (1990: 12-13) distingue fra “Initial position: the position of the irst accented word, including connectives of all kinds” e “First Position: the position of the irst accented word which is preceded only by an
accented connective and possible clitics”. Questa distinzione è presente anche in Hofner-Melchert (2008).
5 Con la complementazione fonetica ittita aggiunta ai sumerogrammi e agli accadogrammi.
6 Sideltsev (in stampa), da cui ho tratto una parte degli esempi di HT, sia pure con una diferente analisi, cita
anche un caso di ripresa pronominale del costituente per mezzo del dimostrativo tonico kā.
7 Hofner-Melchert (2008: 410).
8 Garrett (1996: 90). Per i clitici soggetto/oggetto/indiretti dell’ittita va tenuta presente questa fondamentale
distinzione di Garrett (1996: 102): “Wackernagel’s Law in Hittite targets direct objects, certain oblique elements, and unaccusative subjects, but not unergative or transitive subjects”. Nella serie dei verbi che Garret,
per il comportamento rispetto ai clitici soggetto, assimila agli inaccusativi, c’è anche eš- “essere”.
9 Kloekhorst (2008: 199).
Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita
41
Kassian (2000: 22-25); Goodegebuure (2003: 212).
In questi esempi mḪuidudduwalliš, karpiš, ke… idālaweš [ ]ešiyanteš sono nominativi
ripresi dai clitici -an, -aš in caso accusativo; i clitici hanno come host il connettivo nu o il
verbo inito iššišta “fece”.
4)
Ḫapíeš karū=ma=aš
tarkuanzi
LÚ.MEŠ
Ḫapi-NOM.PL già=ma=clNOM.PL tarku-3PL
“Gli Ḫapi, (essi) stanno già danzando”.
Groddek (2005: 22-23), Garrett (1990: 268), KBo 20.26+ obv. 18’ (CTH 649; Neu 1980)
5)
d
IŠTAR
DINGIRLIM=aš=mu
Ištar
divinità=clNOM=a-me
“(Quanto a) Ištar, lei (è) la mia dea”.
Apology Hattušili III, CTH 80, Otten 1981: 28, StBoT24, iv 74
In questi esempi i clitici di ripresa -aš (plur.), -aš (sing.) sono in caso nominativo; nel
secondo caso si tratta di una frase nominale.
6)
m
Eḫalteš
LÚ
Eḫalte-NOM
Išmiriga
URU
uomo di-Išmiriga
Kizzuwatni=ma=šši
URU
INA
in
EGIR-an
Kizzuwatna-LOC=ma=clDAT inoltre
ēšta=ma=aš
INA
fu=ma=clNOM
[ -i]š
LÚ
in
KUR
KUR
terra
KUR
terra
Zazlippa-NOM città-NOM
Waššuqqanni
URU
Waššuqqanna-LOC
Išmiriga
URU
[ ]-NOM
uomo di-terra
in
Kizzuwatna-LOC=ma=clDAT
INA
URU
terra
Waššuganna-NOM
m
Warlawa-LÚ LÚ
Warlawaziti
URU-aš
città-NOM
KUR
uomo di-terra
URU=aš=ma=šši
INA
KUR
Ziyaziya-NOM
Kizzuwatna-LOC=ma=clDAT
Waššuqqanaš
URU
di-Išmiriga
Kizzuwatni=ma=šši
URU
terra
Išmiriga
URU
Ziyaziyaš
URU
città-NOM=ma=clDAT
in
di-Išmiriga
Kizzuwatni=ma=šši
KUR
Waššugannaš
URU
Zazlippaš URU-aš
URU
Waššuqqana-NOM
URU-aš
città-NOM
“(Quanto a ) Eḫalte, uomo di Išmiriga, nella terra di Kizzuwatna, secondariamente la
sua città è Zazlippa. Tuttavia è stato a Waššuqqanna. [ ], uomo della terra di Išmiriga,
nella terra di Kizzuwatna la sua città è Waššuganna. Warlawaziti, uomo della terra di
Išmiriga, la sua città è Ziyaziya, ma nella terra di Kizzuwatna la sua città è Waššuqqana”.
Kempinski-Košak (1969-70: 196-197)10, Garrett (1990: 268) KUB 23.68+ rev 11-14
In questa frase il nominativo mEḫalteš e altri nomi con la stessa funzione sono ripresi anaforicamente da clitici -ši in caso dativo i cui host sono costituiti da sintagmi locativi seguiti
10 Per la traduzione cfr. anche Beckman (1999: 16).
42
Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre
dalla particella clitica –ma.
Collocazione di nu.
Va osservato che nu è una delle congiunzioni non subordinanti dell’ittita con le seguenti
caratteristiche11.
Può congiungere frasi non subordinate:
7)
ug=a arḫari
io=a sto in piedi
nu
nu
ḫurtiyallan
bacino-ACC
ḫarmi
tengo
“Io sto in piedi e tengo un bacino”.
StBoT8 Vs. i 7’
Può congiungere due subordinate:
8)
d
UTU-ŠI=ma
maḫḫan
Mio-Sole=ma
nu
nu
maḫḫan
quando
quando
iyaḫḫat
marciai
Šallapa
ANA
URU
a
Šallapa
[arḫu]n
arrivai
“(Io,) Mio Sole, quando marciai e quando arrivai a Šallapa…”.
Hofner-Melchert (2008: 391) KUB 14.15 ii 7
Può congiungere le subordinate preposte alla principale; questa caratteristica si estende
dall’antico ittita per le temporali e le relative, all’ittita recenziore anche per altri tipi di subordinate (per le temporali preposte questo vale anche per i connettivi ta e šu)12:
9)
m[ā]n
quando
lukkatta=ma
albeggia=ma
nu
nu
A.ZU
LÚ
medico
“Quando fa giorno, allora il medico e io andiamo”.
KBo 17.1 iv 7, Hofner-Melchert (2008: 391)
10)
LUGAL-uš
re-NOM
nu
nu
mān
nūwa URUKatapi
ancora Katapa-LOC
quando
ta LUGAL-i
ta re-DAT
LUGAL-un
re-ACC
kiššan tēmi
così
ūgg=a
io=CONG
MUNUS.LUGAL-ann=a
regina-ACC=CONG
paiwani
andiamo
aniemi
tratto
dico
“Il re è ancora nella città di Katapa. E quando tratto (magicamente) il re e la regina, allora
così dico al re”.
StBoT 8 ii 15-16
Con riferimento agli ultimi ess., va osservato che in antico ittita mān regolarmente introduce le proposizioni temporali, più raramente proposizioni condizionali, che sono invece
introdotte regolarmente da takku “se”; tuttavia in ittita recente l’introduttore delle propo11 Cfr. Luraghi (1990: 47); Hofner-Melchert (2008: 390-395).
12 Luraghi (1990: 47; 59) osserva che la tendenza a marcare la transizione fra subordinata preposta e principale con il connettivo nu diventa sempre più netta fra antico ittita, medioittita e ittita recente.
Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita
43
sizioni condizionali è regolarmente mān13. Il signiicato di mān può oscillare dunque tra
“quando” e “se”14.
Il connettivo nu (come anche ta e šu) può essere frequentemente15 host di clitici:
11)
mān
quando
ḫaranan ḫušuwandan appanzi
MUŠEN
aquila-ACC
viva-ACC
prendono
n=an
nu=clACC
udanzi
portano
“Quando prendono un’aquila viva, (allora) la portano”.
StBoT 8 ii 19-20
Confronti indoeuropei. Tema sospeso in vedico.
Per l’ampia difusione del Nominativus pendens fra le lingue indoeuropee rinvio al classico
lavoro di Havers (1926)16. Qui riporto alcuni casi di nominativus pendens presenti nella prosa dei Brāhmaṇa dalla raccolta di Oertel (1926: 10 sgg.). È da notare che il vedico per la
ripresa pronominale usa sempre il pronome tonico tá-. Il pronome è nel caso richiesto della
proposizione in cui compare, quindi si tratta di tema sospeso:
12)
manur
Manu-NOM
vaivasvatas
Vaivasvata-NOM
tasya manuṣyā
tá-GEN uomini-NOM
viśas
popolo-NOM
“Manu iglio di Vivasvat, il suo popolo sono gli uomini”.
ĀŚ 10.7.117
13)
rathantaráṃ
rathantará-NOM
agniṣṭomó
agniṣṭomá-NOM
téna
tá-STRUM
_imáṃ
pr̥ṣṭháṃ
pr̥ṣṭhá-NOM
yajñás
rāt́ hantaraṃ śastrám
rāt́ hantara-NOM śastrá-NOM
sacriicio-NOM
questo-ACC
lokáṃ
mondo-ACC
r̥dhnoti
r̥dh-3SG
“L’inno Pr̥ṣṭha Rathantara, la preghiera Śastra contenente il Rathantara, il sacriicio Agniṣṭoma,
con questo lui ha successo riguardo a questo mondo”.
In questo esempio i primi due sostantivi pr̥ṣṭháṃ, śastrám sono neutri, quindi presentano
identità morfologica formale fra nominativo e accusativo; tuttavia concordano per asindeto
al terzo, yajñás, quindi sono sicuramente nominativi.
13 Cfr. la tabella in Hofner-Melchert (2008: 415).
14 Cfr. Hahn (1944). Otten-Souček (1969: 92) e Luraghi (1990: 62) osservano che nel rituale antico-ittita per
la coppia regale, mān può valere sia “quando” che “se”, e in alcuni casi la proposizione principale sembrerebbe essere introdotta da nu o ta in relazione al valore condizionale o temporale della subordinata preposta.
15 Secondo Weitenberg (1992: 307): “The particle is necessary when the sentence contains an enclitic pronoun and a verb only”.
16 Havers (1926: 228-229) riporta numerosi esempi grazie ai quali si può osservare che già in latino arcaico
è presente il costrutto con pronome di ripresa: Plaut. Men. 57: Epidamniensis ille, quem dudum dixeram, /
Geminum illum puerum qui surrupuit alterum,/Ei liberorum, nisi divitiae, nil erat; Plaut. Asin. 436: Sed vina quae
heri vendidi vinario Exaerambo,/iam pro is satis fecit Sticho? Il fenomeno sembra dunque antico anche nella
storia del latino.
17 In ŚB 13.4.3.3: manur vaivasvato rājā ity āha tasya manuṣyā viśas “«Re Manu iglio di Vivasvat» egli dice
«il suo popolo sono gli uomini»”.
44
Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre
14)
áthaitác
PTC questo-NOM
chárīraṃ
corpo-NOM
ná
tásmin
tá-LOC
“Ora questo corpo, in esso non c’è luido”.
ŚB 4.4.5.1
NEG
ráso
luido-NOM
ʼsti
è
In altri casi (Oertel 1926: 74 sgg.) un accusativo all’inizio della frase è ripreso dal pronome tá- all’accusativo. Dato l’accordo di caso fra costituente anteposto e pronome, potrebbe
essere interpretato come dislocazione a sinistra (LD) secondo la deinizione di Benincà
(2001). Tuttavia non è escluso che qui l’accusativo costituisca il caso di default di un HT:
15)
́
trīṇy
atmáne
ʼkurute
tré-ACC.N
sé-DAT
kr̥-IMPF.M
mente-ACC
parola-ACC
respiro-ACC
tá-ACC.PL
sé-DAT
máno
tā́ny
vā́caṃ
atmáne
prāṇáṃ
ʼti
iti
ʼkuruta
kr̥-IMPF.M
ŚB 14.4.3.8.
“«Tre (generi di cibo) ha preparato per sé»; mente, parola, respiro – questi ha preparato per
sé”.
16)
́ a
āp
acque-ACC
ekadhā́
insieme
óṣadhīḥ
piante-ACC
paśū́n
tā́n
evá
animali-ACC tá-ACC.PL.M evá
unendo
dolci-ACC
sam̐ s�́jya
mádhumataḥ karoti
asmā
lui-DAT
kr̥-3SG
“Acque, piante, animali - QUESTI unendo insieme rende dolci per lui”.
TB 3.2.8.2.
In questo caso il pronome tá- è focalizzato dalla particella evá posposta.
Topic contrastivi (List interpretation).
Si tratta di elementi da collocarsi nel campo di TOP della forma: “il primo…il secondo…”.
In greco la LI viene segnalata dalle particelle μέν…δέ18.
In ittita le particelle –ma e –a19 sono considerate da alcuni anni allomori a partire da
Melchert (1984)20. Meacham (2000: 75) segnala alcuni casi dove, a parità di contesto,
l’alternanza delle due particelle sembra determinata soltanto da fatti fonologici, come i
seguenti:21
17)
takku GIŠTUKUL-li=ma
mimmai
17’)
takku šaḫḫan=a
mimmai
GIŠ
“Se tuttavia riiuta il TUKUL-li/šaḫḫan”.
18 Dal Lago (2010: 22).
19 Quella che non raddoppia la consonante precedente. L’altra, che invece raddoppia la consonante precedente, è allomorfo di –ya.
20 Per la bibliograia rinvio a Melchert (2009).
21 Cfr. anche Meacham (2000: 82-83).
Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita
45
A queste particelle viene generalmente attribuito valore avversativo: sono quindi tradotte con “but”, “aber”, e il loro signiicato è stato spesso comparato a quello di δέ in contesti
come il seguente:
18)
mān
quando
LUGAL-uš
re-NOM
ta DUMUMEŠ-an
parna
SAL.LUGAL-ašš=a taranzi
regina-NOM=CONG dicono
paimi
ta ragazzi-GENPL
casa-DIR
vado
se
dicono
nu
takku natta=ma
taranzi
NEG=ma
nu
natta paimi
NEG
vado
StBoT 8 Rs. iv 11-12
“Quando il re e la regina parlano, allora vado alla casa dei ragazzi. Se però (=ma) non
parlano, allora non (ci) vado)”.
Tuttavia a volte il signiicato non sembra essere avversativo, come nel seguente caso:
19)
ta namma
ta poi
ḫāranan nēpiša
MUŠEN
aquila-ACC cielo-DIR
āppananda=ma=šše
dopo-ciò=ma=gli
kē
tarnaḫḫi
lascio
mēmaḫḫi
questi-ACC.N dico
“Poi lascio l’aquila verso il cielo, e (=ma) dopo ciò le dico queste cose”.
StBoT 8 Rs. iii 3-4
Melchert-Hofmann (2008: 396) osserva che in alcuni casi la particella segnala la correlazione di singoli elementi in frasi adiacenti: karū… kinun=a “prima…ma adesso”; šarāzzi…
kattirra=ma “sopra…sotto”:
20)
karū=ma
[ŠÀ?] É
kinun=a
natta kuwāpikki
prima=ma
ora=a
DUMUMEŠ-an
in
casa
ragazzi-GENPL
NEG
qualche-volta22
paun
paišgaḫat
pai+šk-1SGPRET
pai-1SGPRET
“Prima (karū=ma) andavo alla casa dei ragazzi; recentemente (kinun=a) non (ci) sono più
andato”.
StBoT 8 Rs. iv 11-13;
Meacham (2000: 58) ritiene che in questo caso non si debba pensare a una correlazione
(karū)=ma… (kinun)=a, dal momento che sono frequenti altrove i casi di karū… kinun=a
senza la presenza di –ma.
Nel brano seguente, in due frasi caratterizzate dalla stessa struttura, il sintagma locativo
iniziale è accompagnato in entrambi i casi da –ma, quindi in questo caso sembrerebbe comparire la correlazione LOC=ma…LOC=ma:23
22 Kloekhorst (2008: 488).
23 In questo caso le due frasi non sono immediatamente successive, tuttavia concordo con Dardano (1997: 76)
nel ritenere che qui l’enclitica –ma metta in evidenza la correlazione fra i due toponimi in cui sono ambientati
entrambi gli episodi di cui è protagonista Pappaš, e in cui compare lo stesso verbo marakta.
46
Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre
21)
m
Pappaš
Pappa-NOM
URU
urianniš
LÚ
ēšta
urianni-NOM eš-3SGPRET
Tarukki=ma
Tarukka-LOC=ma
[…]
URU
Ḫattuši=ma
Ḫattuša-LOC=ma
NINDA.ERÍNMEŠ
pane-truppe
ERINMEŠ-aš
marnuan=na
birra-ACC=CONG
walḫi
truppe-DATPL walḫi-ACC
marakta
mark-3PRET
marakta
mark-3SGPRET
“Pappa era urianni. A tarukka (URUTarukki=ma) sottrasse il pane delle truppe e la birra marnuan […] A Ḫattuša (URUḪattuši=ma) sottrasse la bevanda walḫi alle truppe […]”.
KBo iii 34 Ro i 5-6; 9-10; Dardano (1997: 31)
Anche nel brano seguente due sintagmi nominali, rispettivamente soggetto e oggetto di
due frasi successive, sono accompagnati da –a, sembrerebbe quindi comparire la correlazione NP=a…NP=a:
22)
LUGAL-š=a IŠME š=aš
re-NOM=a
udì
Ḫaraḫšu=aš
URU
Ḫaraḫšu=clNOM
šu=clNOM
ārša
ār-3SGPRET
Zalpa
Ù ERÍNMEŠ
URU
e truppe
Zalpa
š=an LUGAL-uš
yanniš
yanna-3SGPRET
ḫullit
menaḫḫanda uit
contro
uwa-3SGPRET
šu=lo re-NOM
ḫullai-3SGPRET
Ḫappi-NOM=a
išpart-3SGPRET
Tamnaššu-ACC=a
vivo-ACC
Ḫappiš=a
m
Tamnaššun=a
m
š=an
Ḫattuša
URU
šu=lo Ḫattuša-DIR
išparzašta
ḫušuwantan IṢBATU
uwatet
presero
uwate-3SGPRET
“Il re però (=a) (lo) venne a sapere e si mise in marcia; giunse a Ḫaraḫšu. Le truppe di Zalpa andarono contro e il re le sconisse. Ḫappi (=a) fuggì, Tamnaššu invece (=a) lo presero
vivo e lo condusse a Ḫattuša”.
Zalpa A Rs 7’-9’;
Sembra quindi possibile per questi due ultimi casi pensare a sintagmi contrapposti mediante predicati diversi: si tratterebbe dunque di topic contrastivi o elementi della List Interpretation di Benincà-Poletto (2004: 67-70). In ogni caso qui è la struttura sintattica, non
l’interpretazione derivante dal contesto, a dire che si tratta di un tipo di topic.
Se la mia interpretazione è corretta, l’ultimo brano in particolare permette di confrontare
il contrasto degli elementi mḪappiš=a… mTamnaššun=a, e forse la correlazione –ma/a…ma/a, con quanto avviene in greco attraverso la correlazione di μέν…δέ .
A diferenza di ciò che accade per gli elementi con la funzione di tema sospeso, questo
esempio mostra che in questo caso di tematizzazione in ittita non c’è ripresa clitica: 24
24 Tuttavia in una frase come τὸν μὲν ἵππον ὁ παῖς προάγει εἰς ἀγρόν ἐγὼ δὲ…(tratta da Dal Lago 2010:23)
l’oggetto τὸν μὲν ἵππον si trova chiaramente in una collocazione precedente al resto della frase, che inizia con
il soggetto ὁ παῖς; in ittita invece nelle due frasi citate, soltanto le particelle possono segnalare la collocazione
sintattica entro la struttura della periferia sinistra.
Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita
47
Tamnaššun=a
ḫušuwantan IṢBATU
(Ḫappi fuggì), Tamnaššu invece (lo) presero vivo.
m
Altri casi con –ma
Sebbene esistano altri casi non facilmente riconducibili alla stessa funzione e alla stessa
collocazione25, anche altrove –ma è associato alla periferia sinistra della frase con sintagmi
apparentemente collocabili in TOP. In questi casi –ma ricorre all’inizio di frasi con sintagmi
che, eventualmente con altro caso, ricorrono anche nella frase precedente26:
23)
ug=a arḫari
nu
ḫurtiyallan ḫarmi
io=a ar-1SGM
nu
bacino-LOC=ma
ferro-GEN
ḫurtiyali=ma
bacino-ACC
AN.BAR-aš
nēpiš
ḫar(k)-1SG
cielo-NOM
IEN
1
kitta
ki-3SGM
StBoT8 Vs. i 7’-8’
“Io sto in piedi e tengo un bacino (ḫurtiyallan); nel bacino (ḫurtiyali=ma) giace un cielo di
ferro”.
24)
nu=mu
nu=mi
šallai
grande-LOC
pedi
ANA KUR
posizione-LOC a
terra
LUGAL-iznani
tittanut
regno-DAT
tittanu-3SGPRET
ammuk=ma
ANA
d
GAŠAN-YA
a
IŠTAR
signora-mia
io=ma
É SIN. U
m.d
d
casa-di-Arma-Tarḫunta
IŠTAR
Ḫatti
URU
Ḫatti
ADDIN
diedi
“(Ištar)Mi (=mu) ha collocato in un’alta posizione, il regno della terra di Ḫatti; io
(ammuk=ma) (a mia volta?) ho dato a Ištar la casa di Arma-Tarḫunta”.
StBoT 24, iv 65-66.
25)
nu=za
nu=RIFL
GAL
GAL
MEŠEDI
capo-delle-guardie
MEŠEDI=ma=za
capo-delle-guardie=ma=RIFL
kišḫaḫat
divenni
LUGAL
re
KUR
terra
Ḫakpišša
Ḫakpišša
kišḫaḫat
divenni
“Divenni capo delle guardie. (Come) capo delle guardie, divenni re di Ḫakpišša”.
StBoT 24 iv 41-42
In queste frasi un elemento nuovo viene introdotto in posizione canonica e ripreso come
elemento tematizzato nella periferia sinistra della frase successiva con la particella –ma27.
25 Si veda Melchert (2009).
26 Cfr. Rieken (2000: 414-415). Melchert (2009) attribuisce inoltre a –ma la funzione di segnalare il change
of topic, cioè l’introduzione di un new subtopic nella narrazione.
27 Questo tipo di schema è noto altrimenti come tail-head linking: cfr. Melchert (2009: 190).
48
Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre
Oggetto anteposto al soggetto.
Talvolta in ittita l’oggetto può precedere il soggetto, cosicché l’ordine della frase si presenta come OSV. Per questi casi Hofner-Melchert (2008: 406-408) parla genericamente di
fronting, ed efettivamente non sembra univoco il valore pragmatico da attribuire all’ordine
marcato. A diferenza dei costituenti in HT, l’oggetto anteposto non ha ripresa pronominale:
(nu) [XP]…
26)
TÚG-SUNU
išḫial-šmet-a
TÚG
veste-loro
cintura-loro-CONG
così
guardie
LÚ.MEŠ
-uš
ḪI.A
nu
TÚG
nu
vesti-ACCPL
nu
natta ešḫaškanta
MEŠEDI šeknuš =šmet
UMMA
nu
kuit
perché non
ešḫar
sangue-ACC
arḫa
via
28
mantello=loro
nair
nai- PRET3PL
LUGAL-uš
re-NOM
insanguinate-NPL
anda nēan
dentro nai-PART.SG.N
aušta
au-3SGPRET
Dardano (1997: 35); KBo III 34 Ro I 20-22
“«La loro veste e la loro cintura, perché non sono insanguinate?» Così (dissero) le guardie:
«Il loro mantello è ripiegato». Allora dispiegarono le vesti, cosicché il sangue il re vide”.
Per questo caso in particolare Luraghi parla di new topic a proposito di ešḫar “sangue”,
che qui precede chiaramente il resto della frase, che inizia a partire da LUGAL-uš “il re”:
ešḫar non è stato ancora esplicitamente menzionato nel testo, ma richiama il già menzionato ešḫaškanta “insanguinate”.
Nel caso seguente un nome sembra svolgere la funzione di elemento coesivo testuale:
27)
d
IŠTAR
DINGIRLIM=aš=mu
Ištar
divinità=clNOM=a-me
nu=šmaš=an
d
IŠTAR šarlaimmin šipanzakánzi
n=at ANA
DINGIRLIM
nu=clDAT=clACC Ištar
ammuq=za kuit
io=RIFL
quale-ACC
nu=clACC a
lodata-ACC
ḫaštiyaš
osso-GEN
divinità
DUMU-YA=ya=ta mDutḫaliyan
Figlio-mio=e=ti
nu
nu
É
casa
Dutḫaliya-ACC
IŠTAR
d
Ištar
m
Dutḫaliyaš
išpand+šk-3SG
É-ir
DÙ-nun
casa-ACC
iya-PRET1SG
para
píḫḫun29
para+pai-PRET1SG
ÌR-anni
para píḫḫun
servizio-DAT para+pai-PRET1SG
Dutḫaliya-NOM
DUMU-YA
iglio-mio
tapárdu
tapár-IMP3SG
StBoT24,iv74-78
“Ištar è la mia dea, cosicché la venerano come la santissima Ištar; il mausoleo che mi sono
fatto, l’ho consegnato alla dea; anche mio iglio Dutḫaliya ti ho consegnato al (tuo) servizio,
e la casa (il tempio) di Ištar Dutḫaliya mio iglio amministri”.
In questo caso il nome Ištar sembra costituire il legame anaforico fra É dIŠTAR “il tempio
di Ištar” anteposto al resto della frase e il testo precedente, in cui il nome della dea ricorre
più volte. Se va così interpretato, il contesto è quello dell’anteposizione anaforica (o una sua
28 Kloekhorst (2008: 743).
29 Held (1957:13).
Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita
49
variante: non è il nome stesso a essere anteposto, ma un sintagma che lo contiene), quindi
un tipo di focus30. Se questa analisi è corretta, potrebbe costituire un’ulteriore interpretazione anche per l’oggetto anteposto della frase precedente.
Nei casi seguenti gli oggetti anteposti (ÌR-an našma GEME-an; LÚ.ULÙLU-an) sembrano casi
di (new) topic della frase; va osservato che il pronome kuiški compare sempre vicino al verbo
inito31:
28)
takku ÌR-an
se
našma
našma
schiavo-ACC o
KA×UD
o
ŠU
dente-suo
GEME-an
laki
schiava-ACC
kuiški
qualcuno-NOM
dašuaḫḫi
dašuaḫḫ-3SG
lak-3SG
HG § 8, Friedrich (1959: 18)
“Se qualcuno acceca uno schiavo o una schiava o gli rompe un dente…”.
29)
takku LÚ.ULÙLU-an
se
t=an
kuiški
uomo-ACC
ta=clACC
ištarnikzi
qualcuno-NOM
ištarni(n)k-3SG
nu
nu
HG § 10, Friedrich (1959: 18)
apūn
ḫūnikzi
ḫūni(n)k-3SG
quello-ACC
šāktāizzi
šāktāi-3SG
“Se qualcuno ferisce un uomo e lo rende infermo, allora si prende cura di quello”.
Anteposizione dell’oggetto in vedico.
Anche in vedico l’oggetto può precedere il soggetto. Anche per il vedico non sembra univoco il valore pragmatico dell’oggetto anteposto.
Il modello esplicativo proposto da Delbrück (1878) e nei lavori successivi per il vedico
consiste in un ordine di base (traditionelle Wortstellung; habituelle Folge) SOV e in una legge
(Grundgesetz) del movimento (Verschiebung) che sposta elementi all’inizio della frase, producendo un ordine “occasionale”32.
Questi sono alcuni dei casi che Delbrück analizza a proposito dell’oggetto anteposto:
30)
máno
mente-ACC
ha
PTC
vaí
PTC
devā́
dèi-NOM
“Gli dèi conoscono la mente dell’uomo”.
manuṣyàsyā́ jānanti
uomo-GEN
ā+jñā-IND3PL
Secondo Delbrück qui l’ordine “tradizionale” sarebbe devā ́ manuṣyàsya mánas ā́ jānanti:
mánas viene spostato all’inizio della frase («nun wird mánas an die Spitze [scil. des Satzes]
geschoben»33); il resto rimane invariato: mánas devā ́ manuṣyàsya ā ́ jānanti.
30 Benincà-Poletto (2004: 62). Per una ulteriore possibilità di riconoscere una posizione Focus nella periferia
sinistra ittita, vedi anche l’articolo di A. Rizza nel presente volume, specialmente il §5.
31 Hofner-Melchert (2008: 286).
32 Cfr. Vai (1998) per un rinvio puntuale ai passi di Delbrück in questione. In particolare, okkasionelle
Wortstellung non va inteso in senso individuale e arbitrario, ma come l’esito dell’applicazione della regola di
movimento all’ordine di base.
33 Delbrück (1878: 28).
50
Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre
31)
átha
PTC
́
yády asāv
se
quello-NOM
́
asmān
noi-ACC
́ rājanyàbandhur
brāhmaṇān
bramani-ACC laico-NOM
íti
PTC
no
ci
brūyuḥ
ajaiṣīd
jáyed
ji-3SG.OTT
ji-3SG.AOR
brū-3PL.OTT
“Se quello ci vincesse «Un laico ha vinto i bramani!» ci direbbero”.
In questo caso secondo Delbrück l’ordine brāhmaṇāń rājanyàbandhur ajaiṣīd con l’oggetto
brāhmaṇā́n anteposto esprime la sensazionalità dell’evento. Secondo l’analisi qui adottata,
brāhmaṇā́n potrebbe occupare la posizione di focus (informativo)34; i costituenti del resto
della frase allora occuperebbero la posizione di base.
Nei due casi seguenti gli oggetti anteposti sono i protagonisti di due racconti:
32)
́ atiṃ vaí
Prajāp
́ ati-ACC PTC
Prajāp
́ y
bhūtān
úpāsīdan
creature-NOM upa+sad-3PL.IMPF
́ ati si avvicinarono le creature”.
“(Una volta) a Prajāp
33)
́
devān
vā́
́ t
ūrdhvān
dèi-ACC
PTC
celeste-ACC
mondo-ACC
svargáṃ
ʼsurās
lokáṃ
Asura-NOM.PL
diretti-ACC
yató
i-PART.PR.ACCPL
támasā
tenebra-STRUM
_antár adadhus35
dentro dhā-3PL.IMPF
“Mentre gli dèi erano diretti verso il mondo celeste, gli Asura li avvolsero nelle tenebre”.
Nei due casi citati, Prajā́pati e devā ́ sembrano costituire i (new) topic delle due frasi.
34)
prókṣanīr
adhvaryúr
acque-aspersorie-ACC adhvaryú-NOM
“L’adhvaryú prende l’acqua aspersoria”.
ā́
datte
PREV dā-3SGM
In questo caso secondo Delbrück l’oggetto prókṣanīs esprime ciò che è nuovo, mentre il
sacerdote adhvaryús è dato (essendo già nominato e presente in tutto il sacriicio descritto);
per questo motivo l’oggetto prókṣanīs si trova anteposto. Dal punto di vista qui adottato,
prókṣanīs potrebbe occupare una posizione di (new) topic o di focus (informativo).
Interrogative.
Mascheroni (1980) e Hofner (1995) hanno raccolto un ampio corpus di interrogative
ittite, da cui in gran parte sono tratti gli esempi seguenti.
Nel caso di pronome interrogativo oggetto la frase può presentarsi secondo due tipologie
che possono essere illustrate dai due seguenti casi:
34 Un’altra possibilità prevederebbe brāhmaṇā́n in TOP e rājanyàbandhur in focus, chiaramente con una diversa interpretazione: “I bramani, un laico li ha vinti!”.
35 Grassmann (1999: 662).
Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita
35)
kwid=wa
cosa-ACC=PTC
51
eššatti
fai
“Cosa stai facendo?”
Mascheroni (1980: 56); Hofner (1995: 95) KBo 2.11 rev. 6
36)
nu=wa=šmaš
nu=PTC=ci
kuit
cosa-ACC
tezzi
dice
“Cosa ci dirà?”
Mascheroni (1980: 56) KBo iii 9 iv 13
Dalle due frasi precedenti si osserva che il pronome interrogativo kuit, oggetto in entrambi i casi, può trovarsi all’inizio della frase ed essere host di clitici; alternativamente, all’inizio della frase può comparire un altro elemento. Hofner (1995: 101) osserva che l’elemento
interrogativo talvolta precede il verbo inito quanto più vicino possibile e, dal momento che
il verbo inito è generalmente collocato alla ine della frase, l’elemento interrogativo gravita
verso la ine della frase. Questo è particolarmente evidente in frasi suicientemente lunghe,
cosicché recentemente è stata avanzata l’ipotesi che gli interrogativi dell’ittita siano wh in
situ.
Esistono tuttavia alcuni casi che possono essere interpretati ricorrendo al movimento wh.
37)
[mān dUTU]-un
epmi n=an
se Dio-Sole-ACC
prendo nu=clACC
nu
iezzi
kuit
cosa-ACC
nu
fa
IM-aš
muntami
nascondo
d
Dio-Tempesta-NOM
“Se prendo il Dio Sole e lo nascondo, allora cosa fa il Dio Tempesta?”
KUB 36.44 i(!)5-6
In questo caso nell’interrogativa, oltre al verbo inito iezzi e all’oggetto kuit compare
anche il soggetto dIM-aš. Secondo il modello di periferia sinistra qui adottato, l’elemento
interrogativo e il verbo inito possono essere entrambi nel campo di focus, dove si trovano
gli elementi interrogativi, mentre il soggetto sembra rimasto nella sua posizione iniziale.
Un caso come il seguente è facilmente analizzabile secondo il modello di periferia sinistra qui adottato:
38)
[tue]ll=a
DUMU.MEŠ=KA
di-te=CONG igli=tuoi
VBoT 58 i 7
“I tuoi igli che miracolo fanno?”
kuin
che-ACC
šagain
iyanzi
miracolo-ACC fanno
Nel caso in cui [tue]ll=a DUMU.MEŠ=KA “i tuoi igli” sia in TOP, non c’è problema per
ritenere che vi sia stato movimento wh per kuin šagain.
Più problematico è il seguente caso:
52
Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre
39)
man
luktat
kūš
arḫa
quando
questi-ACC
luk-PRET3SG.M
via
kuiš
chi-NOM
nu
nu
ABI
LUGAL
padre re
peḫutet
ḫalzaiš
ḫalzai-PRET3SG
peḫute- PRET3SG
Dardano (1997: 35); KBo III 34 Ro I 19
“Quando rischiarò, allora il padre del re gridò: «Questi, chi (li) ha portati via?»”
Come nella frase precedente, l’oggetto kūš può essere interpretato come in TOP. Tuttavia in questo caso diventa cruciale la collocazione dell’avverbio locale arḫa rispetto a casi
come:
40)
š=an
šu=clACC
ašta
PTC
arḫa
via
pēḫuter
peḫute- PRET3PL
Dardano (1997: 45); KBo III 34 II 6-7
“e lo portarono via”.
Se il fronting di arḫa fosse dovuto a focalizzazione, si porrebbe il problema di cooccorrenza di un elemento focalizzato con un elemento wh. Hofner (1995: 101) osserva che se se
nell’interrogativa è presente un dimostrativo, come in questo caso, questo prenderà la posizione iniziale al posto dell’interrogativo. Nel caso dei pronomi kuiš/kuit questa restrizione
sembra obbligatoria, mentre kuwat “perché?” può comportarsi anche altrimenti:
41)
nu
nu
kūn
questa-ACC
memiyan
cosa-ACC
kuwat
iyatten
perché
fate
Hofner (1995: 98) KBo III 3 iii 3-4
“Perché fate questa cosa?”
42)
[UMMA
così
ŠI=MA
lei=PTC
kuw]at=mu kī
perché=mi
questo-ACC
Hofner (1995: 101) KUB XL 65 + KUB I 16 iii 10-11
“Lei mi disse «Perché mi hai dato questo poco?»”
tepu
poco-ACC
paitta
pai- 2SGPRET
È interessante a questo proposito il confronto con il vedico, in cui esistono alcuni casi
sicuramente analizzabili in termini di [TOP[wh]], tuttavia il movimento wh degli interrogativi è facilmente dimostrabile:
43)
índraḥ
kím
Índra-NOM
cosa-ACC
44)
kásmai
devā́
asya
sakhyé
cakāra
di-lui amicizia-LOC kr̥-3SGPF
RV 6.27.1b
“Indra, cosa ha fatto nella sua amicizia?”
chi-DAT
dèi-NOM
ā́
vahān
āśú
PREV vah-3PLCONG rapido-ACC
RV 1.84.18c
“A chi gli dèi condurranno rapidamente l’oferta?”
hóma
oferta-ACC
Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita
45)
kím
cosa
mā
abalā́
karann
mi-ACC
kr̥-3PL.AORCONG
RV 5.30.9a
“Cosa mi faranno i suoi deboli eserciti?”
deboli-NOM
asya
53
sénāḥ
di-lui eserciti-NOM
Conclusioni
Utilizzando i casi di tema sospeso, topic contrastivi, oggetto anteposto, interrogative, si
può giungere alle seguenti schematizzazioni:
1) [HT XP] nu/V/Avv/N=cl
2) nu [TOP XP] [FOC XP]
3) [LI XP]=a/ma…[LI XP]=a/ma
4) [TOP XP] ?[FOC XP]/kuiš
In Rizza (2009: 276) è presente uno schema - che modiica quello di Watkins (2004: 570)
- e prevede due posizioni di TOP, la più a sinistra per il casus pendens:
## (N) (E) TOP C X ##
## TOP2# (N) (E) TOP1 C X ##
Watkins (2004: 570)
Rizza (2009: 276)
Dove N è la posizione di nu e degli altri connettivi ta, šu; E è la posizione dei clitici; C è
la posizione di mān/maḫḫan.
Il caso citato da Watkins (2004: 571) per stabilire la posizione reciproca di nu - TOP - C
è il seguente:
n=ašta
nu=PTC
IM-unni=ma
d
Dio-Tempesta-DAT=ma
“E al Dio Tempesta quando fu caro”
mān
quando
aššus
buono-NOM
ešta
eš-3SGPRET
Le mie osservazioni concordano con lo schema di Rizza nel richiedere la presenza di
due posizioni di TOP, ordinate e distinte tra loro, una per gli HT e una per i topic nel senso
inteso qui nella premessa: quella più alta, HT, ha un caso che non corrisponde a quello che
gli competerebbe, ed è seguita dalla dislocazione a sinistra, che ha il caso richiesto dalla
sua funzione; solo i costituenti in HT sono ripresi da pronomi clitici Inoltre, dalle mie osservazioni risulta che la posizione del connettivo iniziale a destra di HT è in distribuzione
complementare con altri elementi (verbo lesso, avverbi). Oltre a TOP esiste una posizione
per il campo FOC, entro cui si collocano probabilmente i pronomi interrogativi.
Riassumendo, lo schema che si può ragionevolmente ipotizzare da queste osservazioni è
il seguente:
[HT XP] (nu) [TOP XP](ma)36 [FOC XP]
All’interno di questo schema, i clitici pronominali possono assumere più di una collocazione: dopo nu o dopo un XP in TOP (o in FOC).
Un modello alternativo, valido per la gran parte degli esempi citati, potrebbe prevedere
36 Qui mi riferisco a –ma associato a TOP; non escludo che –ma, associato ad altre funzioni, non sia soggetto
a fronting, cfr. Melchert (2009: 188-189).
54
Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre
un’unica collocazione per i clitici pronominali, a destra di FOC; questo potrebbe giustiicare
l’alternanza di host di clitici a destra di HT: in assenza di elementi in TOP, i clitici risulterebbero comunque adiacenti a nu.
Uno dei risultati descrittivi di questa analisi è che questa gerarchia rispecchia ciò che si
è ricostruito - nell'ambito del progetto cartograico - per la periferia sinistra di altre lingue
indoeuropee antiche e moderne37.
Massimo Vai
Università degli Studi di Milano
Via Festa del Perdono, 7
I-20122 Milano
[email protected]
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