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Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita

antiqui aevi grammaticae artis studiorum consensus aagasc series maior 1 anatolistica indoeuropeistica e oltre nelle memorie dei seminarî offerti da onofrio carruba (anni 1997-2002) al Medesimo presentate M. Barbera, G. Borghi, M. Mariani, A. Rizza, R. Ronzitti, V. S. Tomelleri, M. Vai Tomo I Qu.a.s.a.r. s.r.l. milano mmxi Antiqui Aevi Grammaticae Artis Studiorum Consensus (AAGASC) Salò - Italy AAGASC was founded by Alfredo Rizza and Guido Borghi in 2010 to promote studies in the antiquities connected to grammatology, philology and linguistics. ISBN-10: 88-87193-19-3 ISBN-13: 978-88-87193-19-0 Anatolistica, indoeuropeistica e oltre nelle memorie dei seminarî oferti da Onofrio Carruba (anni 1997-2002) al Medesimo presentate. (AAGASC series maior, 1). 2 tomi. Layout: Alfredo Rizza (tomo I), Guido Borghi (tomo II). (C) 2011. Complete work Qu.A.S.A.R., s.r.l., via Santa Soia, 27. 20122 Milano - Italy (C) 2011. All rights reserved by the single authors for the respective contributions. Printed in August 2011 Series “AAGASC series maior” founded and directed by Guido Borghi and Alfredo Rizza The present volume may be distributed and reproduced fully or partially provided that: 1- the content and the layout is not modiied; 2- the distribution is nonproit; 3- the names of the authors and the editors are always explicitly cited. Modiied or commercial versions, including translations, may be produced only under explicit authorization of the copyrights holders (Qu.A.S.A.R. and the single authors). Cover and inner image: R. Koldewey, Das wieder erstehende Babylon. Vierte, erweiterte Aulage, Leipzig: J. C. Hinrichs’sche Buchhandlung, 1925, Abb. 80. Sommario Tomo I. Prefazione, di Guido Borghi, Massimo Vai p. 7 The ritual for the Royal Couple CTH 416. Syntax of non verbal predicates and numerals, di Alfredo Rizza p. 13 Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita, di Massimo Vai p. 39 A Still Undeciphered Text? Il recente dibattito sulle nuove basi interpretative del R̥ gveda - JIES 37/1-2 (2009), di Rosa Ronzitti p. 57 Sulla categoria dell’aspetto verbale in Osseto, di Vittorio Springield Tomelleri p. 67 “Partes Orationis”, “Parts of Speech”, “Tagset” e dintorni. Un prospetto storico-linguistico, di Manuel Barbera p. 113 La comprensione del linguaggio igurato: nuovi spunti dalle neuroscienze cognitive, di Manuela Mariani p. 147 Tomo II. Milano, Indoeuropa – ossieno Ricostruzioni indoeuropee per toponimi milanesi di sostrato celtico, di Guido Borghi p. 7 Indoeuropeo *Gṅ̥ ‑gu̯ ‑ŏpl(ă/ŏ)h₂tŏ- „pianura dei corsi d’acqua“ > lomellino Gambolò, indoeuropeo *Gṅ̥ ‑gu̯‑ŏlŏgʱĭtăh₂₄ „ottenuta dai corsi d’acqua“ > milanese Gambolo(eu) ita: toponimi a primo elemento idronimico equabile di *gŏṅgu̯‑ă‧h₂₄ > găṅgā „iume“ (Gange)?, di Guido Borghi p. 331 Massimo Vai Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita1. Con questo lavoro intendo dare una descrizione di alcuni fenomeni che caratterizzano la periferia sinistra della frase in ittita. Gli studi condotti negli ultimi anni sulla periferia sinistra della frase hanno mostrato l’esistenza di una correlazione fra la sintassi e la funzione pragmatica dei costituenti che possono precedere il verbo lesso e il soggetto eventualmente presente. È facile veriicare ad es. che in molte lingue la disposizione meno marcata fra costituenti che svolgono funzione di tema e i pronomi interrogativi non è casuale. Per ciò che riguarda le lingue indoeuropee di più antica attestazione, Hale (1987) ha fatto ricorso ad un modello di periferia sinistra articolata in più proiezioni allo scopo di giustiicare alcune apparenti eccezioni alla collocazione dei clitici Wackernagel in vedico e in ittita. L’approccio di Hale (1987) è alquanto diferente da quelli di cui si parlerà qui di seguito,2 tuttavia può rappresentare già un primo passo verso una periferia sinistra più articolata; il suo risultato può essere così schematizzato: [TOP [wh…]. In seguito ai lavori di Rizzi (1997), Benincà (2001), Benincà-Poletto (2004), è stato proposto un modello di periferia sinistra articolato in “campi”, cioè insiemi di proiezioni che condividono speciiche caratteristiche semantiche e pragmatiche, secondo lo schema seguente, che mostra i campi racchiusi in parentesi grafe e le proiezioni in parentesi quadre: {Frame ..[HT]..}{Topic ...[LD][LI]...}{Focus...[Focus contrastivo]..[Focus non contrastivo]..}[IP Sogg V.flesso] Nel campo denominato Frame si trova HT (Hanging Topic), “tema sospeso”, generalmente ripreso da una copia nominale o pronominale nella frase, tramite la quale viene esplicitata la funzione grammaticale dell'elemento stesso; il campo dei Topic contiene elementi dislocati in LD (Left Dislocated) “dislocati a sinistra”, contrassegnati da accordo morfologico, talvolta anche ripresi da un elemento-copia nel corpo della frase; contiene inoltre gli elementi dislocati in LI (List Interpretation) o contrastive topic; il campo Focus contiene elementi focalizzati e pronomi interrogativi. In quanto segue si adotterà questo modello come riferimento per spiegare alcuni dei fenomeni che caratterizzano la sintassi ittita. Tema sospeso (Hanging topic). Garret (1990: 266), Sideltsev (in stampa) e altri che si sono occupati del fenomeno in questione in ambito anatolistico parlano di Left-Dislocation3. Qui tuttavia si seguirà la distinzione presente in Benincà (2001) secondo cui nella dislocazione a sinistra, ma non nel tema 1 Ringrazio Alfredo Rizza per frequenti discussioni e per utili indicazioni bibliograiche; Andrej Sideltsev per avermi permesso la lettura del suo manoscritto; Paola Benincà per aver letto e commentato il mio lavoro. 2 Secondo Hale (1987: 42) in un caso come ukthé ká u svid ántamaḥ “Nell’inno, chi è il più vicino?”, i clitici Wackernagel u svid sarebbero regolarmente collocati in seconda posizione dopo l’interrogativo kás; il movimento di ukthé in TOP avverrebbe dopo la regolare collocazione dei clitici in seconda posizione. Si tratta di un approccio per molti aspetti diverso da quello cartograico, tuttavia il risultato è quello di aver stabilito un ordine nella collocazione reciproca degli elementi TOP e wh. 3 Secondo Hofner-Melchert (2008: 408): “By left-dislocation a subject or object is moved outside its clause to the left. Its extra-clausal position is shown by its appearance before a clause-initial conjunction or another clause-initial constituent to which sentential clitics are attached”. Io mi discosto per la distinzione fra hanging topic e left-dislocation. Resta inoltre la possibilità, anche in senso ittitologico, di considerare il tema sospeso in posizione “iniziale” di frase. 40 Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre sospeso, c’è accordo di caso fra la ripresa pronominale e il costituente dislocato. Quindi per i casi in cui un costituente al nominativo viene ripreso da elementi pronominali in caso diverso, parlerò di tema sospeso, HT, Nominativus Pendens. Nei casi qui analizzati il costituente a tema sospeso appare in posizione iniziale (in questo caso anche nel senso di Luraghi 1990)4 in caso nominativo (dove questo sia morfologicamente espresso5) e viene ripreso da pronomi clitici6. Va osservato che i clitici pronominali dell’ittita sono clitici Wackernagel7; fra i clitici soggetto, esistono solo clitici soggetto di terza persona; i clitici soggetto compaiono soltanto in frasi con verbi inaccusativi8. È da notare che i clitici devono avere come host un elemento diverso dal costituente in HT, spesso costituito dalla congiunzione nu: [HT XP] nu/V/Avv=cl Esempi: 1) m Ḫuidudduwalliš m n=an Ḫuidudduwalli-NOM Šallašna URU Šallašna nu=clACC “Ḫuidudduwalli, lo collocarono a Šallašna” Hofner-Melchert (2008: 408) HKM 113: 14-15 2) auštat=an Kammarušepaš d vide=clACC Kamrušepa-NOM ala-ACC mosse nu=clACC partaw[ar…] arnut n=an karpiš ira-NOM n=an nu=clACC arāet nu=za nu=RIFL arāet 9 ašašer collocarono ḫaranašMUŠEN aquila-GEN fermò fermò “Kamrušepa lo vide e mosse per sé l’ala dell’aquila; allora lo fermò; l’ira, la fermò”. hethiter.net/: CTH 324.1 TX 2009-08-26, TRde 2009-08-26 3) nu 1 kurdāli išnāš nu 1 kurdali-ACC nu nu pasta-GEN kiššan memai così dice [ ]ešiyanteš EME. [ ]-NOM lingue HI.A QADU EMEHI.A con ke=wa lingue queste-NOM=wa iššišta=ma=aš fece=ma=clACC.PL dāi prende idālaweš cattive-NOM f Ziplantawiaš Ziplantawia-NOM “Allora prende un contenitore kurdali di pasta contenente le lingue e dice così: «Queste cattive […] lingue, le ha fatte Ziplantawia»”. 4 Luraghi (1990: 12-13) distingue fra “Initial position: the position of the irst accented word, including connectives of all kinds” e “First Position: the position of the irst accented word which is preceded only by an accented connective and possible clitics”. Questa distinzione è presente anche in Hofner-Melchert (2008). 5 Con la complementazione fonetica ittita aggiunta ai sumerogrammi e agli accadogrammi. 6 Sideltsev (in stampa), da cui ho tratto una parte degli esempi di HT, sia pure con una diferente analisi, cita anche un caso di ripresa pronominale del costituente per mezzo del dimostrativo tonico kā. 7 Hofner-Melchert (2008: 410). 8 Garrett (1996: 90). Per i clitici soggetto/oggetto/indiretti dell’ittita va tenuta presente questa fondamentale distinzione di Garrett (1996: 102): “Wackernagel’s Law in Hittite targets direct objects, certain oblique elements, and unaccusative subjects, but not unergative or transitive subjects”. Nella serie dei verbi che Garret, per il comportamento rispetto ai clitici soggetto, assimila agli inaccusativi, c’è anche eš- “essere”. 9 Kloekhorst (2008: 199). Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita 41 Kassian (2000: 22-25); Goodegebuure (2003: 212). In questi esempi mḪuidudduwalliš, karpiš, ke… idālaweš [ ]ešiyanteš sono nominativi ripresi dai clitici -an, -aš in caso accusativo; i clitici hanno come host il connettivo nu o il verbo inito iššišta “fece”. 4) Ḫapíeš karū=ma=aš tarkuanzi LÚ.MEŠ Ḫapi-NOM.PL già=ma=clNOM.PL tarku-3PL “Gli Ḫapi, (essi) stanno già danzando”. Groddek (2005: 22-23), Garrett (1990: 268), KBo 20.26+ obv. 18’ (CTH 649; Neu 1980) 5) d IŠTAR DINGIRLIM=aš=mu Ištar divinità=clNOM=a-me “(Quanto a) Ištar, lei (è) la mia dea”. Apology Hattušili III, CTH 80, Otten 1981: 28, StBoT24, iv 74 In questi esempi i clitici di ripresa -aš (plur.), -aš (sing.) sono in caso nominativo; nel secondo caso si tratta di una frase nominale. 6) m Eḫalteš LÚ Eḫalte-NOM Išmiriga URU uomo di-Išmiriga Kizzuwatni=ma=šši URU INA in EGIR-an Kizzuwatna-LOC=ma=clDAT inoltre ēšta=ma=aš INA fu=ma=clNOM [ -i]š LÚ in KUR KUR terra KUR terra Zazlippa-NOM città-NOM Waššuqqanni URU Waššuqqanna-LOC Išmiriga URU [ ]-NOM uomo di-terra in Kizzuwatna-LOC=ma=clDAT INA URU terra Waššuganna-NOM m Warlawa-LÚ LÚ Warlawaziti URU-aš città-NOM KUR uomo di-terra URU=aš=ma=šši INA KUR Ziyaziya-NOM Kizzuwatna-LOC=ma=clDAT Waššuqqanaš URU di-Išmiriga Kizzuwatni=ma=šši URU terra Išmiriga URU Ziyaziyaš URU città-NOM=ma=clDAT in di-Išmiriga Kizzuwatni=ma=šši KUR Waššugannaš URU Zazlippaš URU-aš URU Waššuqqana-NOM URU-aš città-NOM “(Quanto a ) Eḫalte, uomo di Išmiriga, nella terra di Kizzuwatna, secondariamente la sua città è Zazlippa. Tuttavia è stato a Waššuqqanna. [ ], uomo della terra di Išmiriga, nella terra di Kizzuwatna la sua città è Waššuganna. Warlawaziti, uomo della terra di Išmiriga, la sua città è Ziyaziya, ma nella terra di Kizzuwatna la sua città è Waššuqqana”. Kempinski-Košak (1969-70: 196-197)10, Garrett (1990: 268) KUB 23.68+ rev 11-14 In questa frase il nominativo mEḫalteš e altri nomi con la stessa funzione sono ripresi anaforicamente da clitici -ši in caso dativo i cui host sono costituiti da sintagmi locativi seguiti 10 Per la traduzione cfr. anche Beckman (1999: 16). 42 Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre dalla particella clitica –ma. Collocazione di nu. Va osservato che nu è una delle congiunzioni non subordinanti dell’ittita con le seguenti caratteristiche11. Può congiungere frasi non subordinate: 7) ug=a arḫari io=a sto in piedi nu nu ḫurtiyallan bacino-ACC ḫarmi tengo “Io sto in piedi e tengo un bacino”. StBoT8 Vs. i 7’ Può congiungere due subordinate: 8) d UTU-ŠI=ma maḫḫan Mio-Sole=ma nu nu maḫḫan quando quando iyaḫḫat marciai Šallapa ANA URU a Šallapa [arḫu]n arrivai “(Io,) Mio Sole, quando marciai e quando arrivai a Šallapa…”. Hofner-Melchert (2008: 391) KUB 14.15 ii 7 Può congiungere le subordinate preposte alla principale; questa caratteristica si estende dall’antico ittita per le temporali e le relative, all’ittita recenziore anche per altri tipi di subordinate (per le temporali preposte questo vale anche per i connettivi ta e šu)12: 9) m[ā]n quando lukkatta=ma albeggia=ma nu nu A.ZU LÚ medico “Quando fa giorno, allora il medico e io andiamo”. KBo 17.1 iv 7, Hofner-Melchert (2008: 391) 10) LUGAL-uš re-NOM nu nu mān nūwa URUKatapi ancora Katapa-LOC quando ta LUGAL-i ta re-DAT LUGAL-un re-ACC kiššan tēmi così ūgg=a io=CONG MUNUS.LUGAL-ann=a regina-ACC=CONG paiwani andiamo aniemi tratto dico “Il re è ancora nella città di Katapa. E quando tratto (magicamente) il re e la regina, allora così dico al re”. StBoT 8 ii 15-16 Con riferimento agli ultimi ess., va osservato che in antico ittita mān regolarmente introduce le proposizioni temporali, più raramente proposizioni condizionali, che sono invece introdotte regolarmente da takku “se”; tuttavia in ittita recente l’introduttore delle propo11 Cfr. Luraghi (1990: 47); Hofner-Melchert (2008: 390-395). 12 Luraghi (1990: 47; 59) osserva che la tendenza a marcare la transizione fra subordinata preposta e principale con il connettivo nu diventa sempre più netta fra antico ittita, medioittita e ittita recente. Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita 43 sizioni condizionali è regolarmente mān13. Il signiicato di mān può oscillare dunque tra “quando” e “se”14. Il connettivo nu (come anche ta e šu) può essere frequentemente15 host di clitici: 11) mān quando ḫaranan ḫušuwandan appanzi MUŠEN aquila-ACC viva-ACC prendono n=an nu=clACC udanzi portano “Quando prendono un’aquila viva, (allora) la portano”. StBoT 8 ii 19-20 Confronti indoeuropei. Tema sospeso in vedico. Per l’ampia difusione del Nominativus pendens fra le lingue indoeuropee rinvio al classico lavoro di Havers (1926)16. Qui riporto alcuni casi di nominativus pendens presenti nella prosa dei Brāhmaṇa dalla raccolta di Oertel (1926: 10 sgg.). È da notare che il vedico per la ripresa pronominale usa sempre il pronome tonico tá-. Il pronome è nel caso richiesto della proposizione in cui compare, quindi si tratta di tema sospeso: 12) manur Manu-NOM vaivasvatas Vaivasvata-NOM tasya manuṣyā tá-GEN uomini-NOM viśas popolo-NOM “Manu iglio di Vivasvat, il suo popolo sono gli uomini”. ĀŚ 10.7.117 13) rathantaráṃ rathantará-NOM agniṣṭomó agniṣṭomá-NOM téna tá-STRUM _imáṃ pr̥ṣṭháṃ pr̥ṣṭhá-NOM yajñás rāt́ hantaraṃ śastrám rāt́ hantara-NOM śastrá-NOM sacriicio-NOM questo-ACC lokáṃ mondo-ACC r̥dhnoti r̥dh-3SG “L’inno Pr̥ṣṭha Rathantara, la preghiera Śastra contenente il Rathantara, il sacriicio Agniṣṭoma, con questo lui ha successo riguardo a questo mondo”. In questo esempio i primi due sostantivi pr̥ṣṭháṃ, śastrám sono neutri, quindi presentano identità morfologica formale fra nominativo e accusativo; tuttavia concordano per asindeto al terzo, yajñás, quindi sono sicuramente nominativi. 13 Cfr. la tabella in Hofner-Melchert (2008: 415). 14 Cfr. Hahn (1944). Otten-Souček (1969: 92) e Luraghi (1990: 62) osservano che nel rituale antico-ittita per la coppia regale, mān può valere sia “quando” che “se”, e in alcuni casi la proposizione principale sembrerebbe essere introdotta da nu o ta in relazione al valore condizionale o temporale della subordinata preposta. 15 Secondo Weitenberg (1992: 307): “The particle is necessary when the sentence contains an enclitic pronoun and a verb only”. 16 Havers (1926: 228-229) riporta numerosi esempi grazie ai quali si può osservare che già in latino arcaico è presente il costrutto con pronome di ripresa: Plaut. Men. 57: Epidamniensis ille, quem dudum dixeram, / Geminum illum puerum qui surrupuit alterum,/Ei liberorum, nisi divitiae, nil erat; Plaut. Asin. 436: Sed vina quae heri vendidi vinario Exaerambo,/iam pro is satis fecit Sticho? Il fenomeno sembra dunque antico anche nella storia del latino. 17 In ŚB 13.4.3.3: manur vaivasvato rājā ity āha tasya manuṣyā viśas “«Re Manu iglio di Vivasvat» egli dice «il suo popolo sono gli uomini»”. 44 Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre 14) áthaitác PTC questo-NOM chárīraṃ corpo-NOM ná tásmin tá-LOC “Ora questo corpo, in esso non c’è luido”. ŚB 4.4.5.1 NEG ráso luido-NOM ʼsti è In altri casi (Oertel 1926: 74 sgg.) un accusativo all’inizio della frase è ripreso dal pronome tá- all’accusativo. Dato l’accordo di caso fra costituente anteposto e pronome, potrebbe essere interpretato come dislocazione a sinistra (LD) secondo la deinizione di Benincà (2001). Tuttavia non è escluso che qui l’accusativo costituisca il caso di default di un HT: 15) ́ trīṇy atmáne ʼkurute tré-ACC.N sé-DAT kr̥-IMPF.M mente-ACC parola-ACC respiro-ACC tá-ACC.PL sé-DAT máno tā́ny vā́caṃ atmáne prāṇáṃ ʼti iti ʼkuruta kr̥-IMPF.M ŚB 14.4.3.8. “«Tre (generi di cibo) ha preparato per sé»; mente, parola, respiro – questi ha preparato per sé”. 16) ́ a āp acque-ACC ekadhā́ insieme óṣadhīḥ piante-ACC paśū́n tā́n evá animali-ACC tá-ACC.PL.M evá unendo dolci-ACC sam̐ s�́jya mádhumataḥ karoti asmā lui-DAT kr̥-3SG “Acque, piante, animali - QUESTI unendo insieme rende dolci per lui”. TB 3.2.8.2. In questo caso il pronome tá- è focalizzato dalla particella evá posposta. Topic contrastivi (List interpretation). Si tratta di elementi da collocarsi nel campo di TOP della forma: “il primo…il secondo…”. In greco la LI viene segnalata dalle particelle μέν…δέ18. In ittita le particelle –ma e –a19 sono considerate da alcuni anni allomori a partire da Melchert (1984)20. Meacham (2000: 75) segnala alcuni casi dove, a parità di contesto, l’alternanza delle due particelle sembra determinata soltanto da fatti fonologici, come i seguenti:21 17) takku GIŠTUKUL-li=ma mimmai 17’) takku šaḫḫan=a mimmai GIŠ “Se tuttavia riiuta il TUKUL-li/šaḫḫan”. 18 Dal Lago (2010: 22). 19 Quella che non raddoppia la consonante precedente. L’altra, che invece raddoppia la consonante precedente, è allomorfo di –ya. 20 Per la bibliograia rinvio a Melchert (2009). 21 Cfr. anche Meacham (2000: 82-83). Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita 45 A queste particelle viene generalmente attribuito valore avversativo: sono quindi tradotte con “but”, “aber”, e il loro signiicato è stato spesso comparato a quello di δέ in contesti come il seguente: 18) mān quando LUGAL-uš re-NOM ta DUMUMEŠ-an parna SAL.LUGAL-ašš=a taranzi regina-NOM=CONG dicono paimi ta ragazzi-GENPL casa-DIR vado se dicono nu takku natta=ma taranzi NEG=ma nu natta paimi NEG vado StBoT 8 Rs. iv 11-12 “Quando il re e la regina parlano, allora vado alla casa dei ragazzi. Se però (=ma) non parlano, allora non (ci) vado)”. Tuttavia a volte il signiicato non sembra essere avversativo, come nel seguente caso: 19) ta namma ta poi ḫāranan nēpiša MUŠEN aquila-ACC cielo-DIR āppananda=ma=šše dopo-ciò=ma=gli kē tarnaḫḫi lascio mēmaḫḫi questi-ACC.N dico “Poi lascio l’aquila verso il cielo, e (=ma) dopo ciò le dico queste cose”. StBoT 8 Rs. iii 3-4 Melchert-Hofmann (2008: 396) osserva che in alcuni casi la particella segnala la correlazione di singoli elementi in frasi adiacenti: karū… kinun=a “prima…ma adesso”; šarāzzi… kattirra=ma “sopra…sotto”: 20) karū=ma [ŠÀ?] É kinun=a natta kuwāpikki prima=ma ora=a DUMUMEŠ-an in casa ragazzi-GENPL NEG qualche-volta22 paun paišgaḫat pai+šk-1SGPRET pai-1SGPRET “Prima (karū=ma) andavo alla casa dei ragazzi; recentemente (kinun=a) non (ci) sono più andato”. StBoT 8 Rs. iv 11-13; Meacham (2000: 58) ritiene che in questo caso non si debba pensare a una correlazione (karū)=ma… (kinun)=a, dal momento che sono frequenti altrove i casi di karū… kinun=a senza la presenza di –ma. Nel brano seguente, in due frasi caratterizzate dalla stessa struttura, il sintagma locativo iniziale è accompagnato in entrambi i casi da –ma, quindi in questo caso sembrerebbe comparire la correlazione LOC=ma…LOC=ma:23 22 Kloekhorst (2008: 488). 23 In questo caso le due frasi non sono immediatamente successive, tuttavia concordo con Dardano (1997: 76) nel ritenere che qui l’enclitica –ma metta in evidenza la correlazione fra i due toponimi in cui sono ambientati entrambi gli episodi di cui è protagonista Pappaš, e in cui compare lo stesso verbo marakta. 46 Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre 21) m Pappaš Pappa-NOM URU urianniš LÚ ēšta urianni-NOM eš-3SGPRET Tarukki=ma Tarukka-LOC=ma […] URU Ḫattuši=ma Ḫattuša-LOC=ma NINDA.ERÍNMEŠ pane-truppe ERINMEŠ-aš marnuan=na birra-ACC=CONG walḫi truppe-DATPL walḫi-ACC marakta mark-3PRET marakta mark-3SGPRET “Pappa era urianni. A tarukka (URUTarukki=ma) sottrasse il pane delle truppe e la birra marnuan […] A Ḫattuša (URUḪattuši=ma) sottrasse la bevanda walḫi alle truppe […]”. KBo iii 34 Ro i 5-6; 9-10; Dardano (1997: 31) Anche nel brano seguente due sintagmi nominali, rispettivamente soggetto e oggetto di due frasi successive, sono accompagnati da –a, sembrerebbe quindi comparire la correlazione NP=a…NP=a: 22) LUGAL-š=a IŠME š=aš re-NOM=a udì Ḫaraḫšu=aš URU Ḫaraḫšu=clNOM šu=clNOM ārša ār-3SGPRET Zalpa Ù ERÍNMEŠ URU e truppe Zalpa š=an LUGAL-uš yanniš yanna-3SGPRET ḫullit menaḫḫanda uit contro uwa-3SGPRET šu=lo re-NOM ḫullai-3SGPRET Ḫappi-NOM=a išpart-3SGPRET Tamnaššu-ACC=a vivo-ACC Ḫappiš=a m Tamnaššun=a m š=an Ḫattuša URU šu=lo Ḫattuša-DIR išparzašta ḫušuwantan IṢBATU uwatet presero uwate-3SGPRET “Il re però (=a) (lo) venne a sapere e si mise in marcia; giunse a Ḫaraḫšu. Le truppe di Zalpa andarono contro e il re le sconisse. Ḫappi (=a) fuggì, Tamnaššu invece (=a) lo presero vivo e lo condusse a Ḫattuša”. Zalpa A Rs 7’-9’; Sembra quindi possibile per questi due ultimi casi pensare a sintagmi contrapposti mediante predicati diversi: si tratterebbe dunque di topic contrastivi o elementi della List Interpretation di Benincà-Poletto (2004: 67-70). In ogni caso qui è la struttura sintattica, non l’interpretazione derivante dal contesto, a dire che si tratta di un tipo di topic. Se la mia interpretazione è corretta, l’ultimo brano in particolare permette di confrontare il contrasto degli elementi mḪappiš=a… mTamnaššun=a, e forse la correlazione –ma/a…ma/a, con quanto avviene in greco attraverso la correlazione di μέν…δέ . A diferenza di ciò che accade per gli elementi con la funzione di tema sospeso, questo esempio mostra che in questo caso di tematizzazione in ittita non c’è ripresa clitica: 24 24 Tuttavia in una frase come τὸν μὲν ἵππον ὁ παῖς προάγει εἰς ἀγρόν ἐγὼ δὲ…(tratta da Dal Lago 2010:23) l’oggetto τὸν μὲν ἵππον si trova chiaramente in una collocazione precedente al resto della frase, che inizia con il soggetto ὁ παῖς; in ittita invece nelle due frasi citate, soltanto le particelle possono segnalare la collocazione sintattica entro la struttura della periferia sinistra. Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita 47 Tamnaššun=a ḫušuwantan IṢBATU (Ḫappi fuggì), Tamnaššu invece (lo) presero vivo. m Altri casi con –ma Sebbene esistano altri casi non facilmente riconducibili alla stessa funzione e alla stessa collocazione25, anche altrove –ma è associato alla periferia sinistra della frase con sintagmi apparentemente collocabili in TOP. In questi casi –ma ricorre all’inizio di frasi con sintagmi che, eventualmente con altro caso, ricorrono anche nella frase precedente26: 23) ug=a arḫari nu ḫurtiyallan ḫarmi io=a ar-1SGM nu bacino-LOC=ma ferro-GEN ḫurtiyali=ma bacino-ACC AN.BAR-aš nēpiš ḫar(k)-1SG cielo-NOM IEN 1 kitta ki-3SGM StBoT8 Vs. i 7’-8’ “Io sto in piedi e tengo un bacino (ḫurtiyallan); nel bacino (ḫurtiyali=ma) giace un cielo di ferro”. 24) nu=mu nu=mi šallai grande-LOC pedi ANA KUR posizione-LOC a terra LUGAL-iznani tittanut regno-DAT tittanu-3SGPRET ammuk=ma ANA d GAŠAN-YA a IŠTAR signora-mia io=ma É SIN. U m.d d casa-di-Arma-Tarḫunta IŠTAR Ḫatti URU Ḫatti ADDIN diedi “(Ištar)Mi (=mu) ha collocato in un’alta posizione, il regno della terra di Ḫatti; io (ammuk=ma) (a mia volta?) ho dato a Ištar la casa di Arma-Tarḫunta”. StBoT 24, iv 65-66. 25) nu=za nu=RIFL GAL GAL MEŠEDI capo-delle-guardie MEŠEDI=ma=za capo-delle-guardie=ma=RIFL kišḫaḫat divenni LUGAL re KUR terra Ḫakpišša Ḫakpišša kišḫaḫat divenni “Divenni capo delle guardie. (Come) capo delle guardie, divenni re di Ḫakpišša”. StBoT 24 iv 41-42 In queste frasi un elemento nuovo viene introdotto in posizione canonica e ripreso come elemento tematizzato nella periferia sinistra della frase successiva con la particella –ma27. 25 Si veda Melchert (2009). 26 Cfr. Rieken (2000: 414-415). Melchert (2009) attribuisce inoltre a –ma la funzione di segnalare il change of topic, cioè l’introduzione di un new subtopic nella narrazione. 27 Questo tipo di schema è noto altrimenti come tail-head linking: cfr. Melchert (2009: 190). 48 Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre Oggetto anteposto al soggetto. Talvolta in ittita l’oggetto può precedere il soggetto, cosicché l’ordine della frase si presenta come OSV. Per questi casi Hofner-Melchert (2008: 406-408) parla genericamente di fronting, ed efettivamente non sembra univoco il valore pragmatico da attribuire all’ordine marcato. A diferenza dei costituenti in HT, l’oggetto anteposto non ha ripresa pronominale: (nu) [XP]… 26) TÚG-SUNU išḫial-šmet-a TÚG veste-loro cintura-loro-CONG così guardie LÚ.MEŠ -uš ḪI.A nu TÚG nu vesti-ACCPL nu natta ešḫaškanta MEŠEDI šeknuš =šmet UMMA nu kuit perché non ešḫar sangue-ACC arḫa via 28 mantello=loro nair nai- PRET3PL LUGAL-uš re-NOM insanguinate-NPL anda nēan dentro nai-PART.SG.N aušta au-3SGPRET Dardano (1997: 35); KBo III 34 Ro I 20-22 “«La loro veste e la loro cintura, perché non sono insanguinate?» Così (dissero) le guardie: «Il loro mantello è ripiegato». Allora dispiegarono le vesti, cosicché il sangue il re vide”. Per questo caso in particolare Luraghi parla di new topic a proposito di ešḫar “sangue”, che qui precede chiaramente il resto della frase, che inizia a partire da LUGAL-uš “il re”: ešḫar non è stato ancora esplicitamente menzionato nel testo, ma richiama il già menzionato ešḫaškanta “insanguinate”. Nel caso seguente un nome sembra svolgere la funzione di elemento coesivo testuale: 27) d IŠTAR DINGIRLIM=aš=mu Ištar divinità=clNOM=a-me nu=šmaš=an d IŠTAR šarlaimmin šipanzakánzi n=at ANA DINGIRLIM nu=clDAT=clACC Ištar ammuq=za kuit io=RIFL quale-ACC nu=clACC a lodata-ACC ḫaštiyaš osso-GEN divinità DUMU-YA=ya=ta mDutḫaliyan Figlio-mio=e=ti nu nu É casa Dutḫaliya-ACC IŠTAR d Ištar m Dutḫaliyaš išpand+šk-3SG É-ir DÙ-nun casa-ACC iya-PRET1SG para píḫḫun29 para+pai-PRET1SG ÌR-anni para píḫḫun servizio-DAT para+pai-PRET1SG Dutḫaliya-NOM DUMU-YA iglio-mio tapárdu tapár-IMP3SG StBoT24,iv74-78 “Ištar è la mia dea, cosicché la venerano come la santissima Ištar; il mausoleo che mi sono fatto, l’ho consegnato alla dea; anche mio iglio Dutḫaliya ti ho consegnato al (tuo) servizio, e la casa (il tempio) di Ištar Dutḫaliya mio iglio amministri”. In questo caso il nome Ištar sembra costituire il legame anaforico fra É dIŠTAR “il tempio di Ištar” anteposto al resto della frase e il testo precedente, in cui il nome della dea ricorre più volte. Se va così interpretato, il contesto è quello dell’anteposizione anaforica (o una sua 28 Kloekhorst (2008: 743). 29 Held (1957:13). Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita 49 variante: non è il nome stesso a essere anteposto, ma un sintagma che lo contiene), quindi un tipo di focus30. Se questa analisi è corretta, potrebbe costituire un’ulteriore interpretazione anche per l’oggetto anteposto della frase precedente. Nei casi seguenti gli oggetti anteposti (ÌR-an našma GEME-an; LÚ.ULÙLU-an) sembrano casi di (new) topic della frase; va osservato che il pronome kuiški compare sempre vicino al verbo inito31: 28) takku ÌR-an se našma našma schiavo-ACC o KA×UD o ŠU dente-suo GEME-an laki schiava-ACC kuiški qualcuno-NOM dašuaḫḫi dašuaḫḫ-3SG lak-3SG HG § 8, Friedrich (1959: 18) “Se qualcuno acceca uno schiavo o una schiava o gli rompe un dente…”. 29) takku LÚ.ULÙLU-an se t=an kuiški uomo-ACC ta=clACC ištarnikzi qualcuno-NOM ištarni(n)k-3SG nu nu HG § 10, Friedrich (1959: 18) apūn ḫūnikzi ḫūni(n)k-3SG quello-ACC šāktāizzi šāktāi-3SG “Se qualcuno ferisce un uomo e lo rende infermo, allora si prende cura di quello”. Anteposizione dell’oggetto in vedico. Anche in vedico l’oggetto può precedere il soggetto. Anche per il vedico non sembra univoco il valore pragmatico dell’oggetto anteposto. Il modello esplicativo proposto da Delbrück (1878) e nei lavori successivi per il vedico consiste in un ordine di base (traditionelle Wortstellung; habituelle Folge) SOV e in una legge (Grundgesetz) del movimento (Verschiebung) che sposta elementi all’inizio della frase, producendo un ordine “occasionale”32. Questi sono alcuni dei casi che Delbrück analizza a proposito dell’oggetto anteposto: 30) máno mente-ACC ha PTC vaí PTC devā́ dèi-NOM “Gli dèi conoscono la mente dell’uomo”. manuṣyàsyā́ jānanti uomo-GEN ā+jñā-IND3PL Secondo Delbrück qui l’ordine “tradizionale” sarebbe devā ́ manuṣyàsya mánas ā́ jānanti: mánas viene spostato all’inizio della frase («nun wird mánas an die Spitze [scil. des Satzes] geschoben»33); il resto rimane invariato: mánas devā ́ manuṣyàsya ā ́ jānanti. 30 Benincà-Poletto (2004: 62). Per una ulteriore possibilità di riconoscere una posizione Focus nella periferia sinistra ittita, vedi anche l’articolo di A. Rizza nel presente volume, specialmente il §5. 31 Hofner-Melchert (2008: 286). 32 Cfr. Vai (1998) per un rinvio puntuale ai passi di Delbrück in questione. In particolare, okkasionelle Wortstellung non va inteso in senso individuale e arbitrario, ma come l’esito dell’applicazione della regola di movimento all’ordine di base. 33 Delbrück (1878: 28). 50 Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre 31) átha PTC ́ yády asāv se quello-NOM ́ asmān noi-ACC ́ rājanyàbandhur brāhmaṇān bramani-ACC laico-NOM íti PTC no ci brūyuḥ ajaiṣīd jáyed ji-3SG.OTT ji-3SG.AOR brū-3PL.OTT “Se quello ci vincesse «Un laico ha vinto i bramani!» ci direbbero”. In questo caso secondo Delbrück l’ordine brāhmaṇāń rājanyàbandhur ajaiṣīd con l’oggetto brāhmaṇā́n anteposto esprime la sensazionalità dell’evento. Secondo l’analisi qui adottata, brāhmaṇā́n potrebbe occupare la posizione di focus (informativo)34; i costituenti del resto della frase allora occuperebbero la posizione di base. Nei due casi seguenti gli oggetti anteposti sono i protagonisti di due racconti: 32) ́ atiṃ vaí Prajāp ́ ati-ACC PTC Prajāp ́ y bhūtān úpāsīdan creature-NOM upa+sad-3PL.IMPF ́ ati si avvicinarono le creature”. “(Una volta) a Prajāp 33) ́ devān vā́ ́ t ūrdhvān dèi-ACC PTC celeste-ACC mondo-ACC svargáṃ ʼsurās lokáṃ Asura-NOM.PL diretti-ACC yató i-PART.PR.ACCPL támasā tenebra-STRUM _antár adadhus35 dentro dhā-3PL.IMPF “Mentre gli dèi erano diretti verso il mondo celeste, gli Asura li avvolsero nelle tenebre”. Nei due casi citati, Prajā́pati e devā ́ sembrano costituire i (new) topic delle due frasi. 34) prókṣanīr adhvaryúr acque-aspersorie-ACC adhvaryú-NOM “L’adhvaryú prende l’acqua aspersoria”. ā́ datte PREV dā-3SGM In questo caso secondo Delbrück l’oggetto prókṣanīs esprime ciò che è nuovo, mentre il sacerdote adhvaryús è dato (essendo già nominato e presente in tutto il sacriicio descritto); per questo motivo l’oggetto prókṣanīs si trova anteposto. Dal punto di vista qui adottato, prókṣanīs potrebbe occupare una posizione di (new) topic o di focus (informativo). Interrogative. Mascheroni (1980) e Hofner (1995) hanno raccolto un ampio corpus di interrogative ittite, da cui in gran parte sono tratti gli esempi seguenti. Nel caso di pronome interrogativo oggetto la frase può presentarsi secondo due tipologie che possono essere illustrate dai due seguenti casi: 34 Un’altra possibilità prevederebbe brāhmaṇā́n in TOP e rājanyàbandhur in focus, chiaramente con una diversa interpretazione: “I bramani, un laico li ha vinti!”. 35 Grassmann (1999: 662). Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita 35) kwid=wa cosa-ACC=PTC 51 eššatti fai “Cosa stai facendo?” Mascheroni (1980: 56); Hofner (1995: 95) KBo 2.11 rev. 6 36) nu=wa=šmaš nu=PTC=ci kuit cosa-ACC tezzi dice “Cosa ci dirà?” Mascheroni (1980: 56) KBo iii 9 iv 13 Dalle due frasi precedenti si osserva che il pronome interrogativo kuit, oggetto in entrambi i casi, può trovarsi all’inizio della frase ed essere host di clitici; alternativamente, all’inizio della frase può comparire un altro elemento. Hofner (1995: 101) osserva che l’elemento interrogativo talvolta precede il verbo inito quanto più vicino possibile e, dal momento che il verbo inito è generalmente collocato alla ine della frase, l’elemento interrogativo gravita verso la ine della frase. Questo è particolarmente evidente in frasi suicientemente lunghe, cosicché recentemente è stata avanzata l’ipotesi che gli interrogativi dell’ittita siano wh in situ. Esistono tuttavia alcuni casi che possono essere interpretati ricorrendo al movimento wh. 37) [mān dUTU]-un epmi n=an se Dio-Sole-ACC prendo nu=clACC nu iezzi kuit cosa-ACC nu fa IM-aš muntami nascondo d Dio-Tempesta-NOM “Se prendo il Dio Sole e lo nascondo, allora cosa fa il Dio Tempesta?” KUB 36.44 i(!)5-6 In questo caso nell’interrogativa, oltre al verbo inito iezzi e all’oggetto kuit compare anche il soggetto dIM-aš. Secondo il modello di periferia sinistra qui adottato, l’elemento interrogativo e il verbo inito possono essere entrambi nel campo di focus, dove si trovano gli elementi interrogativi, mentre il soggetto sembra rimasto nella sua posizione iniziale. Un caso come il seguente è facilmente analizzabile secondo il modello di periferia sinistra qui adottato: 38) [tue]ll=a DUMU.MEŠ=KA di-te=CONG igli=tuoi VBoT 58 i 7 “I tuoi igli che miracolo fanno?” kuin che-ACC šagain iyanzi miracolo-ACC fanno Nel caso in cui [tue]ll=a DUMU.MEŠ=KA “i tuoi igli” sia in TOP, non c’è problema per ritenere che vi sia stato movimento wh per kuin šagain. Più problematico è il seguente caso: 52 Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre 39) man luktat kūš arḫa quando questi-ACC luk-PRET3SG.M via kuiš chi-NOM nu nu ABI LUGAL padre re peḫutet ḫalzaiš ḫalzai-PRET3SG peḫute- PRET3SG Dardano (1997: 35); KBo III 34 Ro I 19 “Quando rischiarò, allora il padre del re gridò: «Questi, chi (li) ha portati via?»” Come nella frase precedente, l’oggetto kūš può essere interpretato come in TOP. Tuttavia in questo caso diventa cruciale la collocazione dell’avverbio locale arḫa rispetto a casi come: 40) š=an šu=clACC ašta PTC arḫa via pēḫuter peḫute- PRET3PL Dardano (1997: 45); KBo III 34 II 6-7 “e lo portarono via”. Se il fronting di arḫa fosse dovuto a focalizzazione, si porrebbe il problema di cooccorrenza di un elemento focalizzato con un elemento wh. Hofner (1995: 101) osserva che se se nell’interrogativa è presente un dimostrativo, come in questo caso, questo prenderà la posizione iniziale al posto dell’interrogativo. Nel caso dei pronomi kuiš/kuit questa restrizione sembra obbligatoria, mentre kuwat “perché?” può comportarsi anche altrimenti: 41) nu nu kūn questa-ACC memiyan cosa-ACC kuwat iyatten perché fate Hofner (1995: 98) KBo III 3 iii 3-4 “Perché fate questa cosa?” 42) [UMMA così ŠI=MA lei=PTC kuw]at=mu kī perché=mi questo-ACC Hofner (1995: 101) KUB XL 65 + KUB I 16 iii 10-11 “Lei mi disse «Perché mi hai dato questo poco?»” tepu poco-ACC paitta pai- 2SGPRET È interessante a questo proposito il confronto con il vedico, in cui esistono alcuni casi sicuramente analizzabili in termini di [TOP[wh]], tuttavia il movimento wh degli interrogativi è facilmente dimostrabile: 43) índraḥ kím Índra-NOM cosa-ACC 44) kásmai devā́ asya sakhyé cakāra di-lui amicizia-LOC kr̥-3SGPF RV 6.27.1b “Indra, cosa ha fatto nella sua amicizia?” chi-DAT dèi-NOM ā́ vahān āśú PREV vah-3PLCONG rapido-ACC RV 1.84.18c “A chi gli dèi condurranno rapidamente l’oferta?” hóma oferta-ACC Massimo Vai, Osservazioni sulla periferia sinistra della frase in ittita 45) kím cosa mā abalā́ karann mi-ACC kr̥-3PL.AORCONG RV 5.30.9a “Cosa mi faranno i suoi deboli eserciti?” deboli-NOM asya 53 sénāḥ di-lui eserciti-NOM Conclusioni Utilizzando i casi di tema sospeso, topic contrastivi, oggetto anteposto, interrogative, si può giungere alle seguenti schematizzazioni: 1) [HT XP] nu/V/Avv/N=cl 2) nu [TOP XP] [FOC XP] 3) [LI XP]=a/ma…[LI XP]=a/ma 4) [TOP XP] ?[FOC XP]/kuiš In Rizza (2009: 276) è presente uno schema - che modiica quello di Watkins (2004: 570) - e prevede due posizioni di TOP, la più a sinistra per il casus pendens: ## (N) (E) TOP C X ## ## TOP2# (N) (E) TOP1 C X ## Watkins (2004: 570) Rizza (2009: 276) Dove N è la posizione di nu e degli altri connettivi ta, šu; E è la posizione dei clitici; C è la posizione di mān/maḫḫan. Il caso citato da Watkins (2004: 571) per stabilire la posizione reciproca di nu - TOP - C è il seguente: n=ašta nu=PTC IM-unni=ma d Dio-Tempesta-DAT=ma “E al Dio Tempesta quando fu caro” mān quando aššus buono-NOM ešta eš-3SGPRET Le mie osservazioni concordano con lo schema di Rizza nel richiedere la presenza di due posizioni di TOP, ordinate e distinte tra loro, una per gli HT e una per i topic nel senso inteso qui nella premessa: quella più alta, HT, ha un caso che non corrisponde a quello che gli competerebbe, ed è seguita dalla dislocazione a sinistra, che ha il caso richiesto dalla sua funzione; solo i costituenti in HT sono ripresi da pronomi clitici Inoltre, dalle mie osservazioni risulta che la posizione del connettivo iniziale a destra di HT è in distribuzione complementare con altri elementi (verbo lesso, avverbi). Oltre a TOP esiste una posizione per il campo FOC, entro cui si collocano probabilmente i pronomi interrogativi. Riassumendo, lo schema che si può ragionevolmente ipotizzare da queste osservazioni è il seguente: [HT XP] (nu) [TOP XP](ma)36 [FOC XP] All’interno di questo schema, i clitici pronominali possono assumere più di una collocazione: dopo nu o dopo un XP in TOP (o in FOC). Un modello alternativo, valido per la gran parte degli esempi citati, potrebbe prevedere 36 Qui mi riferisco a –ma associato a TOP; non escludo che –ma, associato ad altre funzioni, non sia soggetto a fronting, cfr. Melchert (2009: 188-189). 54 Anatolistica, Indoeuropeistica e oltre un’unica collocazione per i clitici pronominali, a destra di FOC; questo potrebbe giustiicare l’alternanza di host di clitici a destra di HT: in assenza di elementi in TOP, i clitici risulterebbero comunque adiacenti a nu. Uno dei risultati descrittivi di questa analisi è che questa gerarchia rispecchia ciò che si è ricostruito - nell'ambito del progetto cartograico - per la periferia sinistra di altre lingue indoeuropee antiche e moderne37. Massimo Vai Università degli Studi di Milano Via Festa del Perdono, 7 I-20122 Milano [email protected] Riferimenti bibliograici Āśvalāyana-Śrautasūtra based on the edition by Ramanarayana Vidyaratna, Calcutta [1864-] 1874 (Bibliotheca Indica; 49) Input by Muneo Tokunaga, 1995. Beckman, G. (1999) Hittite Diplomatic Texts, Scholar Press, Atlanta, Georgia. Benincà, P. (2001) The Position of Topic and Focus in the left periphery, in Cinque, G.-Salvi, G. (eds.) Current Studies in Italian Syntax ofered to Lorenzo Renzi, Elsevier- North Holland Academic Graphics, Amsterdam. Benincà, P. – Munaro, N. (2011) Mapping the Left Periphery. The Cartography of Syntactic Structures, Oxford University Press. Benincà, P.-Poletto, C. (2004) Topic, Focus and V2: deining the CP sublayers, in: Rizzi, L. (ed.), The Structure of CP and IP, Oxford Univ. Press, New York-Oxford, 52-75. Dal Lago, N. 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