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2009
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This essay is an introduction to a new translation of Shakespeare's "Sonnets", by Prof. Carlo Maria Monti (published by Cleup, Padova, 2016). It serves as a first assessment of the Shakespeare's "case" as seen from a Shakespeare-John Florio perspective.
in "Cento canti per cento anni" Lectura Dantis Romana, a cura di E. Malato e A. Mazzucchi, Roma, Salerno Editrice, 2014, vol. II, pp. 575-613
Who Laughs Last: Parody Satire Humours, Ed. by E. Abignente, F. Cattani, F. de Cristofaro, G. Maffei, U. M. Olivieri
The article means to investigate the formal and metrical parody of the sonnet carried out by many important poets in the second half of the XXth century. The aim is to show how most of these sonnets – as those by Fortini, Zanzotto, Pasolini, Sanguineti – hide a non-parodic constitution due to the wide gradual slackening of the formal rules in contemporary art, whom parody itself took part to with its «dialectical development of forms» (Tynjanov). In these modified aesthetic expectations, the «average metrical consciousness» (Fortini) made acceptable and so to speak normal many formal derogations, thus entailing the impossibility to classify these texts as parodies but, at the same time, suggesting a reading of the flawless sonnets written in the last decades as outdated and parodic (Giovannetti), even though lacking in dialectical development and therefore incomplete as parodies. Concurrently, fulfilled parodies can be still found in the radical experimentations by Nanni Balestrini (Ipocalisse. 49 sonetti. Provenza, 1980-1983, 1986) and Marco Giovenale (Piccoli suoni, in Quasi tutti, 2010). Yet, since they recall lower forms such as the frottola and the “alla Burchia” sonnet, respectively, and since Ipocalisse was created during the exile of his author (following the famous “7 April operation”), we can read the use of the most codified form of poetry in their works as an allegory of the way in which power is able to preserve itself throwing out of its domain the subversive forms which threaten its authority. Questo articolo affronta la parodia formale e metrica del sonetto praticata dai maggiori autori italiani del secondo Novecento, che tuttavia solo in pochi casi può davvero dirsi tale, alla luce del moderno allentamento delle prescrizioni formali, cui la stessa parodia partecipa con la propria capacità di promuovere uno «sviluppo dialettico delle forme» (Tynjanov). Modificato l’orizzonte delle attese estetiche, la «coscienza metrica media» (Fortini) si è ammorbidita rendendo via via accettabili e perfino normali numerose deroghe formali, tanto da suggerire di derubricare molti testi dalla voce “parodie”, e in fin dei conti di riconoscere un rovesciamento tale per cui, viceversa, i sonetti formalmente impeccabili scritti negli ultimi decenni producono «un effetto […] di parodia, di artificio, di falsetto» (Giovannetti), per quanto essi siano privi di carica evolutiva e rappresentino dunque parodie incomplete. A lato del rovesciamento, una simile carica sembra permanere in sperimentazioni radicali quali quella di Nanni Balestrini (Ipocalisse. 49 sonetti. Provenza, 1980-1983, 1986, 1986) e Marco Giovenale (Piccoli suoni, in Quasi tutti, 2010), il cui gioco parodico evoca forme come la frottola e il sonetto alla burchia. Questo dato, tuttavia, unito alle circostanze storico-politiche della stesura di Ipocalisse (l’esilio del suo autore, a seguito dell’“operazione 7 aprile”), che spingono a leggere il tutto nell’ottica del rapporto con l’autorità, fa della forma maggiormente codificata della tradizione poetica l’allegoria di un potere capace di espellere dal proprio dominio, se possibile per abbassamento, le forme che minacciano sovversione, e insomma di conservarsi perfettamente.
Nota di Lunaria: i sonetti di Shakespeare li ho letti diversi anni fa e li preferisco ad altre sue opere. Purtroppo, però, non sono altrettanto famosi e conosciuti. Li riporto qui, con un commento introduttivo "nuovo di zecca" tratto da
Storia del sonetto dalla Scuola Siciliana a William Shakespeare, 2024
In quesato saggio sono incluse 12 traduzioni inedite dei Sonetti di Shakespeare: n. 15, 17, 25, 31,38, 39, 52, 108, 111, 130, 149. Si è ritenuto importante inserire delle immagini, realizzate mediante accurati prompts con un programma di grafica A.I. (Chat GPT, 4 Plus) per restituire visivamente l’enfasi che nei sonetti è posta sulla bellezza e sul suo opposto. Oltre ad elaborare immagini di William Shakespeare sul modello dei ritratti che lo rappresentano, si sono dati dei volti ai personaggi anonimi del Fair Youth e della Dark Lady per agevolare e rendere più piacevole la lettura dei sonetti con la loro componente affabulatoria. Detto questo, bisogna ricordare che la letteratura rende le persone “personaggi”; probabilmente costoro erano individui assolutamente normali per estetica e condotta, i quali, attraverso la penna di Shakespeare, hanno acquisito un’aura immortale.
Prassi ecdotiche della modernità letteraria, 2021
Il Centro Studi Interuniversitario Edoardo Sanguineti (www.centrosanguineti.unito.it), sorto presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino in collaborazione con gli atenei di Genova, Milano e Salerno, sta lavorando per costruire un archivio esteso e integralmente navigabile, configurato come uno sviluppo della Sanguineti’s Wunderkammer, un database digitale archivistico che, nell’arco di un quinquennio, ha raccolto un ricco patrimonio di documenti inediti, sconosciuti o dispersi, in parte conservati presso il Centro e in parte presso archivi a lui connessi. Per fornire un esempio del modo in cui l’insieme di queste acquisizioni permette di affrontare su basi nuove lo studio dell’autore, si propone qui l'analisi di una cartellina contenente sei foglietti, tre manoscritti e tre battuti a macchina, reperiti fra le carte del Fondo Eredi Sanguineti: nei tre fogli scritti a biro si trovano il materiale preparatorio e le varie fasi di elaborazione dei 'Tre sonetti verdi'.
Quaderni di Palazzo Serra 19: “I sonetti di Shakespeare dalla pagina al mondo, 1609-2009,” edited by Massimo Bacigalupo, Ida Merello and Stefano Verdino, pp. 26-37, 2009
«Per Leggere», 2021
Lettura e valutazione degli articoli (Open Peer Review) La rivista "Per leggere" riceve e valuta commenti, letture (lectiones) e edizioni critiche di testi della tradizione letteraria. Gli articoli, che devono rispettare le norme redazionali pubblicate sul sito www.rivistaperleggere.it, sono inviati in formato elettronico all'indirizzo della redazione e vengono sottoposti a una prima valutazione da parte della direzione, che provvede a recapitarli in forma anonima a due revisori, i quali sono invitati a fornire un parere scritto accompagnato da eventuali suggerimenti di modifiche o approfondimenti. In caso di parere divergente, la direzione individua un terzo revisore al quale sottoporre l'articolo. Sulla base del parere dei revisori, l'articolo può essere accettato senza riserve, accettato a condizione che l'autore lo sottoponga a modifiche, oppure respinto. I revisori sono individuati dalla direzione tra i membri del comitato scientifico o tra esperti esterni. I nominativi dei revisori sono resi noti alla fine di ciascuna annata. Una volta accettato, l'articolo viene trasmesso alla redazione, che provvede a comunicare all'autore il numero del fascicolo in cui sarà pubblicato. Gli autori degli articoli sono infine invitati a consegnare in allegato al testo definitivo l'elenco dei nomi, l'eventuale indice dei manoscritti citati, l'abstract dell'articolo in lingua italiana e inglese. Classificazione ANVUR: fascia A Per i numeri 40 e 41 sono stati revisori, secondo la formula del 'doppio cieco'
edito in «Per leggere», X, 2006, pp. 89-99
Debole spirito, alito tenace ch'abiti dove più buia è la mente, dove ogni grido scende nella pace e i giorni chiusi, l'erbe e i visi spenti, tu non lasciarmi ora che intendo quanti saranno, e soli, gli anni dei miei giorni. Parte di me già copre l'ombra; e sperde il vero, se le mani tendo, in polvere. Tu appena un fiato sei della mia polvere. Come alle fronde ferme nelle notti d'afa dall'aria sottili parole, parole ancora dal fondo dei sonni so che anzi l'alba mi rechi. Ma il giorno non le ritrova e non le riconosco. 1951 tit. Falso sonetto] DG Sonetto 1 spirito,] DG spirito 4 spenti,] DG spenti 5 lasciarmi ora] BO lasciarmi, ora 6 saranno, e soli, gli anni dei miei giorni] BO DG PE 59 pochi anni ancora ormai andrò nel giorno PE 69 PE pochi anni ancora andrò così nel giorno 8 il vero] BO DG PE 59 le cose 9 polvere.] BO polvere; 11 parole,] BO DG parole 13 so che anzi l'alba mi rechi. Ma il giorno] BO anzi l'alba ad ogni uomo levi eguali. 14 non le ritrova e non le riconosco] BO Non lasciarmi, remoto alito, solo DG non le ritrova, e non ti riconosco PER LEGGERE N. 10 -PRIMAVERA 2006 4 8 11 14 * Le raccolte di Fortini si citano, salvo diversa indicazione, dalle edizioni seguenti e si abbreviano così: DG = I destini generali, Roma-Caltanissetta, Sciascia, 1956; FV = Foglio di via, in Una volta per sempre.
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Focus Ukraine, 2024
Fruit, Vegetable and Cereal Science and Biotechnology, 2010
Zenodo (CERN European Organization for Nuclear Research), 2022
Journal of Engineering Research and Reports
11th International Conference of the Catholic Fraternity of Charismatic Covenant Communities and Fellowships - PalaMilleluci in Fiuggi (Rome), 29 October – 1 November 2004.
The Lancet Infectious Diseases
Scientific Reports, 2019
Computers and Electronics in Agriculture, 1993
American Sociological Review, 2008
BIRDEM Medical Journal, 2020
l’Unità, 1992