L'archivio di Ugo Spirito
Quando si ha la possibilità di consultare l'archivio di un personaggio importante
ormai scomparso ci si avventura con una sorta di timore reverenziale tra le carte e gli
oggetti, talvolta apparentemente insignificanti, che possono aiutare a ricomporre nella
memoria l'immagine e lo spessore di un uomo e di ciò che ha fatto.
Osservando l'archivio di Ugo Spirito si resta colpiti da quanti segni questi abbia
lasciato del suo complesso percorso di ricerca. Sembra quasi che il medesimo fascino
che il filosofia esercitava, con la sua vivacità e apertura intellettuale, sugli studenti e
su quanti vi furono in contatto, continui a caratterizzare le carte che ne conservano
memoria riflettendone fedelmente la varietà di interessi. Questo anche grazie all'attenzione con cui Spirito e i suoi familiari hanno provveduto a conservare questi documenti.
La prima testimonianza del periodo giovanile è costituita da un album di disegni a
matita eseguiti intorno al 1914. Sono esercitazioni che si ispirano a ritratti di famosi
pittori, nature morte, paesaggi nonchè suoi autoritratti, che attestano la passione che
Spirito aveva per le arti figurative. Questi, infatti, si interessò di arte e dipinse, nel
periodo universitario, diversi quadri che poi bruciò quando le critiche di Mario Praz
e di altri compagni di Facoltà gli diedero la prova della sua "incoscienza" 1•
Il giudizio negativo sulle attitudini pittoriche del filosofo viene confermato dallo
stesso Praz in un volume autobiografico, dove, parlando del suo rapporto con Croce,
ricorda:
"Forse ero stato crociano solo quando ero studente di legge a Roma prima del
1920; in quei tempi io e Vittorio Moschini, ora sopraintendente alle Gallerie di
Venezia, ci divertivamo a confutare con argomenti crociani il compagno di studi Ugo
Spirito, che allora era positivista e ammiratore di Ardigò. Spirito in quegli anni copiava su grandi tele a olio, cartoline illustrate di celebri capolavori, e s'illudeva che una
copia della Casta Susanna di Guido Reni condotta con tecnica da pittore da marciapiede, potesse tener luogo all'originale. La sua filosofia positivista non era più robusta di quella sua arte da dilettante; poi Spirito si converti alla filosofia dello spirito e
cessò di dipingere, e in tutti e due i casi fu un bene, perchè divenne il formidabile
dialettico che tutti sanno" 2•
La produzione giovanile del filosofo è documentata dettagliatamente nella serie dei
manoscritti, oltre 30 buste contenenti lavori pubblicati o rimasti inediti, che vanno
dagli anni Dieci fino all'anno della sua morte, nel1979, attraverso i quali si può seguire anche l'iter dei suoi studi. Vi sono alcuni taccuini di note bibliografiche suddivisi
per materia - Filosofia e Storia della Filosofia, Socialismo, Religione, Pedagogia,
Psicologia, Letteratura e Critica letteraria - utili per capire i percorsi di ricerca compiuti
durante il corso universitario in Filosofia. Seguono, infatti, i lavori preparatori e il testo
integrale del suo primo libro, Il Pragmatismo nella filosofia contemporanea, pubbli187
cato a Firenze nel 1921, che era stato l'anno precedente argomento della sua tesi di
laurea3•
Sono presenti numerosi articoli che testimoniano la collaborazione di Spirito, a partire dal 1920 fino alla fine egli anni Trenta, ad importanti riviste come il "Giornale critico della filosofia italiana", "La Cultura", "Rivista di Pedagogia", "Vita Nova", "Critica
fascista", "Archivio di studi corporativi" e "Nuovi studi di diritto, economia e politica"
da lui stesso fondata, nel 1927, insieme con Arnaldo Volpicelli.
È documentata altresì, a partire dal 1926, la sua collaborazione all'Enciclopedia
Italiana quale redattore per le discipline filosofiche, giuridiche ed economiche, con la
stesura di numerose voci - per citarne solo alcune: Gentile Giovanni, Liberalismo,
Sociologia criminale, Smith Adam4•
Sempre per gli anni venti, sono conservati i lavori preparatori con il testo integrale dei saggi su Gaetano Filangieri (1923-24) e la Storia del diritto penale (1923-1925).
Negli anni Trenta Spirito si dedica con particolare attenzione ai problemi economici e
alla teorizzazione del sistema corporativo, in linea con il suo orientamento filosofico,
che sarà sempre rivolta, anche dopo il distacco dall'attualismo, alla risoluzione di problemi concreti, in un processo dialettico tra scienza e filosofia che si risolve nella identità dei due termini. La critica dell'economia liberale, volume pubblicato nel 1930 e
frutto di precedenti lavori, riceve le lodi di Mussolini tramite una lettera del Capo
Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio, conservata insieme con il capitolo
manoscritto su Vilfredo Pareto.
Nel 1932 Spirito inizia ad insegnare Economia corporativa a Pisa, come si può
vedere dagli appunti preparatori per il corso di Economia politica 0930-33) e da quelli delle lezioni tenute negli anni accademici 193(33 e 1934-35) scritti probabilmente
dall'allievo Achille Corona5•
Sempre nel 1932 Spirito interviene al II Convegno di studi sindacali e corporativi
a Ferrara con la relazione che susciterà numerose polemiche, Individuo e Stato nella
concezione corporativa, il cui testo manoscritto è conservato in archivio.
Prima e dopo il Convegno egli si incontra con Mussolini e di quei due colloqui
(25/3/32 e 17/5/33) ha lasciato tra le sue carte un resoconto dettagliato. L'archivio
conserva anche le bozze degli atti del Convegno Itala-francese di studi corporativi che
si svolse a Roma nel maggio 1935, organizzato dall'Istituto nazionale fascista di cultura, al quale Spirito intervenne con una relazione sul tema Corporativismo e libenèf.
Dai manoscritti è possibile seguire l'intera produzione spiritiana, dall'adesione al
problematicismo, con il testo e gli appunti preparatori de La vita come ricerca (193637) nonché la lettera del filosofo in risposta alla nota pubblicata da Gentile sul
"Giornale critico"7, attraverso le tappe segnate dai volumi: La vita come ane e La vita
come amore, fino a lavori più recenti come, ad esempio, La riforma della scuola
(1938-1956), Storia della mia ricerca, Nuovo umanesimo, Cattolicesimo e comunismo, Dall'attualismo al problematicismo, La fine del comunismo, Ho trovato Dio, La
rivoluzione dell1ran.
188
Per quanto riguarda l'attività di docente sono presenti anche le relazioni inviate al
Ministero dell'Educazione Nazionale, quale commissario degli esami di maturità 09311937) e diversi studi sui programmi di insegnamento della filosofia 0940-41).
Durante il periodo bellico Spirito continua ad impegnarsi nel dibattito politico,
considerando la guerra una occasione rivoluzionaria per completare la costruzione del
nuovo Stato fascista. Tale riflessione si concretizza nel volume Guerra rivoluzionaria
che l'autore sottopone al giudizio di Mussolini il quale, però, non ne ritiene opportuna la pubblicazione, per alcune contraddizioni rilevate nella valutazione del ruolo del
proletariato e della posizione dell'Italia nei confronti della Germania8•
Accanto a questo lavoro Spirito affronta in una serie di saggi, il problema del dopoguerra e del ruolo che avrebbero dovuto avere gli intellettuali nella teorizzazione di
un "ordine nuovo". Si tratta di proposte maturate anche dalla collaborazione con
Giuseppe Bottai, non solo nelle riviste e nelle pubblicazioni curate dall'Osservatorio
economico di Scienze Corporative a Pisa ma anche presso il Ministero dell'Educazione
Nazionale. Un lavoro, dunque, di intensa cooperazione tra i due intellettuali anche se
su posizioni diverse, diversità che tuttavia non impedisce a Bottai di presentare a suo
nome proposte redatte da Spirito9 •
Il problema del ruolo degli intettuali e il progetto di una trasformazione dell'assetto politico, economico e sociale dello Stato, viene ripreso nei suoi interventi al I
Convegno dei gruppi scientifici dell'Istituto nazionale di cultura fascista nelle due sessioni sul Piano economico e sull'Idea di Europa 10 •
Negli ultimi anni di guerra il filosofo si dedica anche a studi sul Rinascimento, sul
pensiero di Machiavelli e Guicciardini e sul Romanticismo, con un intervento all'inchiesta promossa dalla rivista "Primato" 11 •
Non è possibile illustrare dettagliatamente i numerosi lavori che impegnano Spirito
nel dopoguerra anche per l'ampiezza e versatilità dei suoi interessi. Le carte d'archivio registrano fedelmente la sua presenza costante nel dibattito politico, relativamente ai problemi di più scottante attualità, dalla riforma scolastica, ai mezzi di comunicazione di massa, all'interpretazione del fascismo e del comunismo, al ruolo della
Chiesa nella società contemporanea. Emerge quindi un confronto costante, anche sul
piano filosofico, con i più autorevoli esponenti della cultura italiana, attraverso interventi a convegni e articoli pubblicati in numerose riviste, soprattutto sul "Giornale critico della filosofia italiana", "Il Giornale d'Italia", "Roma", "Il Gazzettino", "Nuovi studi
politici", lavori che in molti casi furono di preparazione ai suoi volumi.
Parallelamente si può seguire il suo impegno di insegnante attraverso gli appunti
preparatori per i corsi tenuti all'Università dal 1949 al 1964, e attraverso la corrispondenza con i vari atenei.
Il confronto del filosofo con altri studiosi e il suo percorso di ricerca è ampiamente
illustrato dal cospicuo carteggio presente in archivio. Si tratta di più di dodicimila lettere in gran parte in arrivo - sono circa un centinaio le minute delle lettere di Spirito
- che, a partire dal 1906, attestano l'intensa attività dello studioso e i suoi contatti con
189
intellettuali, personaggi della politica, riviste, enti di cultura. Questa sezione dell'archivio è stata ordinata dalla Cooperativa "Memoria" su supporto informatico, al fine di
permettere ordinamenti virtuali e ricerche ragionate sui vari carteggi. La scheda del
data base riporta, oltre agli elementi essenziali della lettera - mittente, destinatario,
data cronica, data topica, tipologia del documento - anche i nomi di persone importanti citati nel testo ed eventuali saggi di Spirito citatP 2• Questo lavoro ha reso possibile anche uno studio più approfondito di alcuni importanti carteggi, che ha dato
luogo ad una sede di incontri seminariali, che la Fondazione ha organizzato a partire
dal1994.
Uno strumento prezioso per la ricostruzione della biografia intellettuale e politica
del filosofo può essere la collezione de "L'Eco della stampa", 92 raccoglitori contenenti tutti gli articoli di quotidiani e riviste dove venga citato il nome del filosofo. La
raccolta ebbe inizio alla fine del1921, e il nostro Istituto continua ancora a rinnovare
l'abbonamento per avere un quadro esauriente della attuale situazione degli studi sul
filosofo.
L'archivio conserva inoltre una fitta sezione fotografica: circa 10 album di fotografie, alcune del periodo giovanile con la madre, altre durante il fascismo con Mussolini,
Gentile e Bottai, la maggior parte sono però relative al dopoguerra e documentano,
ad esempio, i viaggi che Spirito fece in Unione Sovietica, in Cina, nel Medio Oriente
e le diverse manifestazioni culturali alle quali partecipò.
Di notevole importanza è anche la serie dei documenti provenienti dalla
Fondazione Giovanni Gentile, che Spirito ha conservato in qualità di presidente del
Comitato scientifico dell'Istituto. Si tratta di alcune lettere indirizzate a Giovanni
Gentile, quale direttore scientifico dell'Enciclopedia Italiana, a patrtire dagli anni
Trenta. Tra queste abbiamo l'importante corrispondenza con Guido MancinP 3 (194344), che fu nominato commissario straordinario dell'Istituto dal governo della RSI, al
momento della sospensione della pubblicazione dell'Enciclopedia Italiana e del
Dizionario, quando Gentile fu costretto a lasciare la direzione. Questi tentò più volte
di riprendere la guida dell'Enciclopedia, chiedendo anche al ministro dell'educazione
nazionale, Carlo Alberto Biggini, di intervenire in tal senso presso Mussolini, ma senza
esito positivo, infatti l'Istituto fu trasferito a Bergamo. La situazione si complicò ulteriormente dopo la liberazione di Roma, nel giugno del '44, quando anche il governo
italiano nominò un commissario straordinario, al quale, dopo la liberazione, ne fu
affiancato un altro dagli alleatP 4• Solo nel 1948 riprese l'attività del'IEI, come è attestato dalla corrispondenza a Benedetto Gentile e da alcuni ritagli di giornale conservati.
Tra questi documenti è presente anche una copia dattiloscritta delle lettere di
Croce a Gentile (500, dal1896 al1910), che Spirito intendeva pubblicare nel1949, ma
fu impedito, però, dal veto di Croce. Spirito inviò al Croce una lettera aperta accusandolo di non avere mai esplicitato l'influenza che Gentile aveva avuto sul suo orientamento, come, a suo avviso, emergeva dal carteggio. La questione relativa a tale pub-
190
blicazione, si risolse solo nel 1970 con una convenzione tra gli eredi di Croce e
Gentile, come risulta dai documenti presenti in archivio 15 •
Per quanto riguarda l'attività della Fondazione Gentile, si possono consultare i verbali delle assemblee che illustrano i progetti di ricerca e i concorsi banditi dall'Istituto,
durante il primo anno di attività, sotto la presidenza di Pantaleo Carabellese nel 1946,
e dopo il 1955 - quando l'Istituto ottenne il riconoscimento giuridico- fino al 1964.
L'archivio comprende, inoltre, alcune sezioni minori relative alla direzione e consulenza svolta dallo studioso presso la casa editrice Sansoni, alla direzione della terza
serie del "Giornale critico" e alla costituzione e direzione del Gruppo di "Ricerche di
Storia della Storiografia Filosofica" presso il CNR (1966-1968)1 6•
Infine è da sottolineare l'interesse della raccolta di estratti di articoli e relazioni
pubblicate dal filosofo, anche se si tratta di materiale non propriamente di archivio,
come pure gli estratti inviatigli da numerosi esponenti della cultura italiana che contengono dediche degli autori, indicative del rapporto che questi ebbero con Spirito.
La consistenza e la varietà dei documenti illustrati, sottolineano da sole l'importanza
di questo archivio e la sua utilità per gli studiosi. Esso, infatti, permette di ricostruire
l 'attività pratica e speculativa del filosofo, a partire dal primo dopoguerra attraverso il
fascismo e le tappe della ricostruzione e della nascita della Repubblica italiana con i
numerosi problemi che hanno caratterizzato la storia del nostro paese tra gli anni
Sessanta e Settanta. Ma l'analisi delle riflessioni di Ugo Spirito può costituire anche
l'occasione per un più ampio e approfondito studio delle questioni che hanno impegnato la cultura del Novecento di fronte ai maggiori problemi politici, economici e
sociali che hanno segnato l'evoluzione della società italiana.
Annarita LONGO
191
NOTE
l. U. SPIRITO, Memorie di un incosciente, Milano, 1977, p. 29.
2. M. PRAZ, La casa della vita, Milano, 1958, p. 242.
3. Nel 1918 si era già laureato in Giurisprudenza con una tesi su I doveri inerenti al diritto di patria
potestà, una "laurea mortificante", come la defmirà in Memorie di un incosciente sottolineando la sua
pressoché nulla propensione per gli studi di legge, tranne il diritto penale, sotto la guida di Enrico Ferri,
e l'econonùa politica, con Maffeo pantaleoni (cfr. op. cit., p. 33).
4. Alcuni di questi documenti sono attualmente esposti alla mostra storico-documentaria allestita nella
sede dell'lEI (Roma 22 novembre - 9 gennaio 1996); si veda il catalogo 1925- 1995. La Treccani compie 70 anni, Roma 1995.
5. Achille Corona fu suo assistente e compilò le dispense di econonùa corpomtiva, tale notizia trova
conferma nella lettera che Spirito scrive a Salvatore Valitutti il 21/2/1972, CUS 11222.
6. Gli Atti del Convegno sono stati pubblicati nelle edizioni della Fondazione Ugo Spirito a cura di
Giuseppe Parlato, Roma 1990; si veda anche Micaela Nacci- Albertina Vittoria, Il convegno italo-jrancese di studi corporativi (1935), in "Dimensioni", sett.-dic., 1986.
7. Si tratta della nota premessa alla recensione di Delio Cantirnori, in "Giornale critico della fùosofia
italiana", 5, 1937, pp. 356-370.
8. Il volume è stato pubblicato dalla Fondazione Ugo Spirito, con un saggio introduttivo di Gaetano
Rasi, Roma, 1989.
9. Si veda ad esempio la prefazione firmata da Bottai a AA.W., Nuove esperienze economiche, Firenze
1935, il cui testo manoscritto è tra le carte di Spirito, nonché la lettera-relazione presentata da Bottai a
Mussolini nel luglio 1940, ma redatta da Spirito, circa la necessità di coinvolgere gli intellettuali nel programma di ricostruzione del dopoguerra, citata da R. DE FEUCE, Mussolini l'alleato (1940-1943), I,
Torino, 1990, p. 851.
10. È in corso di stampa la pubblicazione integrale degli atti del convegno, del quale sono state anticipate sugli "Annali della Fondazione Ugo Spirito", 1993 e 1994, rispettivamente alcune relazioni della
sessione sul "Piano econonùco", a cura e con introduzione di Guido Melis, e alcune di quella sulla "Idea
di Europa ", a cura e con introduzione di Gisella Longo.
11. U. SPIRITO, Romanticismo e ordine nuovo, in "Primato", 1/7/1941; cfr. anche A. AIROLDI,
Conclusioni sul romanticismo, ivi, 1/10/1941. Il fùosofo interverrà inoltre, insieme ad Armando CARliNI, su L'esistenzialismo in Italia, in "Primato", 15/1/1943, dove sono pubblicate anche le conclusioni di
Nicola Abbagnano, dal titolo Repliche ai contraddittori.
12. Mi permetto di segnalare L'elenco dei corrispondenti di Ugo Spirito da me curato sugli "Annali
della Fondazione Ugo Spirito" (1994), Roma 1995, pp. 345-429, dal quale si può ricavare la consistenza
dei carteggi presenti in questa serie.
13. Professore di fùosofia e docente di storia delle dottrine politiche, era stato nominato nel '40 direttore del Dizionario di politica curato dal PNF ed edito dall'lEI, e capo dell'Ufficio studi e legislazione del
partito. Cfr. E. GENTILE, La via italtana al totalitarismo, Roma 1995, pp. 257-258.
14. Cfr. 1925- 1995 La Treccani... , op. cit., p. 215 e sgg.
15. U. SPIRITO, Gentile e Croce, in "Giornale critico della fùosofia italiana", l, 1950; B. CROCE,
Postilla alla recensione al volume di M. CIARDO, Natura e storia nell'idealismo attuale, in "Quaderni
della critica", XVI, 1950. Contro la tesi di Spirito si veda G. SASSO, Note e documenti per la storia dell'i-
dealismo italiano; I La polemica epistolare fra Croce e Gentile sul problema dell'unità di filosofia e storia;
II Sulla composizione della "Filosofia pratica" e della "Logica" di Benedetto Croce, in "La Cultura", 3, 1974,
pp. 348-359.
16. Membri del Consiglio direttivo di questo gruppo erano, oltre a Spirito: Guido Calogero, Carmelo
Lacorte, Gennaro Sasso, Gabriele Giannantoni.
192