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Gino Friedmann e le cantine sociali

L' avvocato Gino Friedmann, uno dei principali esponenti della comunità ebraica modenese della prima metà del Novecento, dopo essersi per breve tempo dedicato alla professione forense, decise di occuparsi dell'amministrazione delle grandi proprietà terriere della famiglia materna, i Sacerdoti, il che gli permise di progettare innovative soluzioni agronomiche e tecniche. Ben presto però divenne sostenitore dell'idea che bisognava industrializzare l'agricoltura nelle mani degli stessi agricoltori attraverso la di usione della cooperazione. Promosse perciò la fondazione della Cantina Sociale di Nonantola nel 1913, di cui a più riprese ebbe la presidenza per alcuni decenni, della Cremeria Sociale di Nonantola nel 1926 e di varie altre cantine nel Modenese, no a sostenere nel 1922 la costituzione della Federazione Nazionale delle Cantine Sociali, di cui divenne presidente. Dietro suo impulso l' esperienza della Cantina Sociale di Nonantola, di cui fu presidente per vari decenni, fu ampliata progressivamente ad altri settori produttivi: la lavorazione del pomodoro dal 1919 e la produzione di marmellate dalla ne degli anni Trenta, attività che permisero l' occupazione anche di molta manodopera femminile. Nominato durante la Prima guerra mondiale commissario agricolo provinciale, si impegnò poi per la costituzione della Federazione provinciale degli agricoltori, di cui fu presidente no al 1921. Accanto all'impegno di imprenditore, Gino Friedmann pose quello di amministratore locale. Dal 1922 al 1926 fu sindaco di Nonantola, alla guida di una giunta conservatrice moderata che ri utò di aderire al Partito Fascista. Come sindaco si impegnò per il risanamento infrastrutturale e sanitario del paese, per poi occuparsi, negli anni Trenta, del Consorzio della Boni ca Nonantolana, di cui divenne presidente. Nei di cilissimi anni della Seconda guerra mondiale, come rappresentante a Modena della Delasem (Delegazione per l'assistenza agli emigranti ebrei), fu difensore dei rifugiati ebrei divenendo uno dei principali protagonisti della famosa vicenda dei ragazzi di Villa Emma a Nonantola, nché dopo l'8 settembre 1943 fu costretto a trovare rifugio in Svizzera. Ritornato in Italia al termine del con itto, riprese il suo impegno a favore della cooperazione che portò avanti con tenacia per il resto della propria vita.

GRAN PREMIO NAZIONALE VINO DELLA COOPERAZIONE “GINO FRIEDMANN” a cura di PARTECIPANZA AGRARIA DI NONANTOLA COMUNE DI NONANTOLA Gino Friedmann durante il Convegno Nazionale delle Cantine Sociali, Asti 1952. Archivio Partecipanza Agraria di Nonantola. Gino Friedmann nel cortile della Cantina Sociale di Nonantola (particolare), 1927. Raccolta Andrea Guerra. GINO FRIEDMANN L’ avvocato Gino Friedmann, uno dei principali esponenti della comunità ebraica modenese della prima metà del Novecento, dopo essersi per breve tempo dedicato alla professione forense, decise di occuparsi dell’amministrazione delle grandi proprietà terriere della famiglia materna, i Sacerdoti, il che gli permise di progettare innovative soluzioni agronomiche e tecniche. Ben presto però divenne sostenitore dell’idea che bisognava industrializzare l’agricoltura nelle mani degli stessi agricoltori attraverso la diffusione della cooperazione. Promosse perciò la fondazione della Cantina Sociale di Nonantola nel 1913, di cui a più riprese ebbe la presidenza per alcuni decenni, della Cremeria Sociale di Nonantola nel 1926 e di varie altre cantine nel Modenese, fino a sostenere nel 1922 la costituzione della Federazione Nazionale delle Cantine Sociali, di cui divenne presidente. Dietro suo impulso l’esperienza della Cantina Sociale di Nonantola, di cui fu presidente per vari decenni, fu ampliata progressivamente ad altri settori produttivi: la lavorazione del pomodoro dal 1919 e la produzione di marmellate dalla fine degli anni Trenta, attività che permisero l’occupazione anche di molta manodopera femminile. Nominato durante la Prima guerra mondiale commissario agricolo provinciale, si impegnò poi per la costituzione della Federazione provinciale degli agricoltori, di cui fu presidente fino al 1921. Accanto all’impegno di imprenditore, Gino Friedmann pose quello di amministratore locale. Dal 1922 al 1926 fu sindaco di Nonantola, alla guida di una giunta conservatrice moderata che rifiutò di aderire al Partito Fascista. Come sindaco si impegnò per il risanamento infrastrutturale e sanitario del paese, per poi occuparsi, negli anni Trenta, del Consorzio della Bonifica Nonantolana, di cui divenne presidente. Nei difficilissimi anni della Seconda guerra mondiale, come rappresentante a Modena della Delasem (Delegazione per l’assistenza agli emigranti ebrei), fu difensore dei rifugiati ebrei divenendo uno dei principali protagonisti della famosa vicenda dei ragazzi di Villa Emma a Nonantola, finché dopo l’8 settembre 1943 fu costretto a trovare rifugio in Svizzera. Ritornato in Italia al termine del conflitto, riprese il suo impegno a favore della cooperazione che portò avanti con tenacia per il resto della propria vita. Testo e didascalie: Pamela Tavernari e Massimo Baldini. Stampa digitale: www.quidsolutions.com GRAN PREMIO NAZIONALE VINO DELLA COOPERAZIONE “GINO FRIEDMANN” a cura di PARTECIPANZA AGRARIA DI NONANTOLA COMUNE DI NONANTOLA Scorcio da via Fossa Signora del primo stabilimento della Cantina Sociale Cooperativa di Nonantola, 1915 circa. Raccolta Ivan Piccinini. LA CANTINA SOCIALE DI NONANTOLA Il 18 maggio 1913 ventisei soci, davanti al notaio Luigi Alpi, costituirono la Cantina sociale cooperativa di Nonantola scegliendo come sede dello stabilimento un appezzamento di terreno a ridosso della nuova linea ferroviaria e della stazione. Scopi della società, dichiarati nello statuto, dovevano essere la lavorazione in comune delle uve prodotte e conferite dai soci e la vendita in comune del vino e dei sottoprodotti della vinificazione. Questa che è stata la prima e la più importante realtà industriale nonantolana del Novecento, nata da un’idea di Gino Friedmann, già nel 1919 assunse il nome di Lavorazione sociale cooperativa prodotti agricoli di Nonantola per attestare l’ampliamento delle proprie attività. Era stato di nuovo Gino Friedmann a farsi promotore dell’istituzione di una fabbrica per produrre concentrato di pomodoro che prese forma nella primavera del 1919 cambiando l’orizzonte del paese con la sua ciminiera. Negli anni Trenta, continuando a rappresentare per Nonantola una sicura fonte di occupazione con un centinaio di operai impegnati negli stabilimenti durante i mesi di produzione, oltre a quelli per i trasporti, la Lavorazione sociale prodotti agricoli decise di affrontare un nuovo ampliamento: nel 1939 iniziò a trasformare la frutta di scarto per ottenere marmellate, prodotto allora molto richiesto sia dal mercato nazionale che da quello estero. Superati i difficili momenti della fase finale della Seconda guerra mondiale, con i bombardamenti del 5 e 20 novembre 1944 che arrecarono numerosi danni agli stabilimenti, la Lavorazione sociale dovette fare i conti con una serie di fattori economici che portò negli anni Cinquanta alla contrazione delle attività e alla cessazione dei rami frutta e pomodoro. Nel 1956 l’azienda modificò perciò statuto e denominazione divenendo Cantina sociale di Nonantola e limitandosi da allora alla lavorazione dell’uva. Dopo alcuni decenni di alternanza di esperienze positive e vicissitudini negative, per fronteggiare il progressivo ampliamento dei mercati ne è stata decisa la fusione per incorporazione nella Cantina sociale di Sorbara, approvata dal consiglio d’amministrazione del 29 aprile 2005 ed attuata il 30 settembre di quell’anno. Testo e didascalie: Pamela Tavernari e Massimo Baldini. Operai della Lavorazione Sociale Cooperativa Prodotti Agricoli in pausa, 1940 circa. Raccolta Ermanno Zoboli. GRAN PREMIO NAZIONALE VINO DELLA COOPERAZIONE “GINO FRIEDMANN” a cura di PARTECIPANZA AGRARIA DI NONANTOLA COMUNE DI NONANTOLA IL GRAN PREMIO VINO DELLA COOPERAZIONE “GINO FRIEDMANN” Il Gran Premio Vino della Cooperazione “Gino Friedmann”, concorso per i vini delle cantine cooperative italiane, è stato ideato dal giornalista Giorgio Melandri nel 2013. Dopo due edizioni realizzate a Faenza nell’ambito di Tutti pazzi in città, dal 2015 si è trasferito a Nonantola, dove si svolge in occasione della rassegna del mosto cotto Sòghi, Saba, Savòr ed è organizzato da ÆMILIA Storie di territori e di comunità, associazione culturale che, costituitasi ufficialmente a Nonantola all’inizio dell’anno 2013 per riunire le esperienze di studiosi e appassionati di storia locale, ha come scopo la valorizzazione della storia e del patrimonio culturale del territorio e delle comunità emiliano-romagnole. Collaborano all’organizzazione Comune di Nonantola e Partecipanza Agraria di Nonantola. La lungimirante scelta di unire gli sforzi degli uomini e della loro terra con gli ideali di condivisione e coesione sociale per dare vita alle cooperative ha garantito una prospera longevità alla viticoltura italiana, in grado di resistere ai conflitti mondiali, ai periodi di recessione e di difficoltà economiche e sociali di quest’ultimo secolo rafforzando i valori di solidarietà e garantendo la produzione di vino autentico e sempre più di qualità. Per questo il modo migliore di raccontare le tradizioni e i territori della cooperazione, fatti di comunità, di famiglie e di individui, del sapiente governo dei vigneti e della qualità del processo produttivo è attraverso i vini. Quale sede più naturale di Nonantola per un premio dedicato a Gino Friedmann, che ne fu sindaco nel 1925, che alfiere della cooperazione ne promosse la fondazione della Cantina Sociale nel 1913, a cui seguirono quella di Formigine nel 1920 e nel 1923 quelle di Modena, di Sorbara, di Limidi e di Settecani e che nel 1922 incoraggiò la costituzione della Federazione Nazionale delle Cantine Sociali di cui assunse la presidenza? Il concorso ha come obiettivo di alimentare il mondo della comunicazione con un tema nuovo per il mondo del vino: la qualità e l’identità del vino cooperativo. La giuria del concorso, presieduta da Giorgio Melandri, referente per l’Emilia-Romagna di Gambero Rosso, è composta da giornalisti specializzati. I premi sono così suddivisi: - Gran Premio Gino Friedmann ai primi 5 vini classificati; - Gran Premio “tradizione” ai 3 vini più fedeli alla tradizione; - Gran Premio “quotidiano” ai 3 vini più interessanti nel rapporto qualità/prezzo; - Gran Premio “territorio” ai 3 vini più rappresentativi del loro territorio; - Menzione della Giuria ai 10 vini che si sono distinti per la loro qualità in generale.