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Il ducato dipinto di Francesco Zavanella20190509 58957 qqxdjp

Ricordare, rintracciare, vedere, partecipare, costruire": sono queste le parole chiave che caratterizzano i capitoli in cui si articola il volume dedicato a Daniela Ferrari per ringraziarla e riconoscerle i meriti di una lunga e intensa attività di studiosa e di direttrice dell'Archivio di Stato di Mantova. Le charte non solo si ereditano, si conservano e si custodiscono, ma parlano, si legano ad altre charte, creano itinerari, indicano strade, antiche e inedite. I quarantotto saggi che compongono questo volume elaborano le fonti storicoartistiche conservate nell'Archivio di Stato di Mantova, che festeggia i 150 anni dalla sua istituzione (1868-2018), e intrecciano fili rossi tra ambiti disciplinari diversi: dalla storia alla storia dell'arte, dalla musica alla letteratura, dal teatro all'archivistica.

Itinera chartarum 150 anni dell’Archivio di Stato di Mantova Itinera chartarum 150 anni dell’Archivio di Stato di Mantova Itinera chartarum 150 anni dell’Archivio di Stato di Mantova a cura di Roberta Piccinelli, Deanna Shemek, Luisa Onesta Tamassia Saggi in onore di Daniela Ferrari € 30,00 9 788836 643431 www.silvanaeditoriale.it Saggi in onore di Daniela Ferrari “Ricordare, rintracciare, vedere, partecipare, costruire”: sono queste le parole chiave che caratterizzano i capitoli in cui si articola il volume dedicato a Daniela Ferrari per ringraziarla e riconoscerle i meriti di una lunga e intensa attività di studiosa e di direttrice dell’Archivio di Stato di Mantova. Le charte non solo si ereditano, si conservano e si custodiscono, ma parlano, si legano ad altre charte, creano itinerari, indicano strade, antiche e inedite. I quarantotto saggi che compongono questo volume elaborano le fonti storicoartistiche conservate nell’Archivio di Stato di Mantova, che festeggia i 150 anni dalla sua istituzione (1868-2018), e intrecciano fili rossi tra ambiti disciplinari diversi: dalla storia alla storia dell’arte, dalla musica alla letteratura, dal teatro all’archivistica. Itinera chartarum 150 anni dell’Archivio di Stato di Mantova a cura di Roberta Piccinelli, Deanna Shemek, Luisa Onesta Tamassia Saggi in onore di Daniela Ferrari Sommario 13 Roberta Piccinelli, Deanna Shemek, Luisa Onesta Tamassia L’Archivio di Stato di Mantova nella ricorrenza dei 150 anni dalla sua istituzione (1868-2018) Ricordare: l’Archivio di Stato di Mantova, laboratorio moderno e tesoro storico 17 Luisa Onesta Tamassia Dall’Archivio Gonzaga all’Archivio di Stato di Mantova. Sette secoli di custodia ininterrotta 37 Franca Maestrini Il Portale Antenati e l’esperienza dell’Archivio di Stato di Mantova 46 Gilberto Zacchè Le fonti per la storia di Mantova e dei Gonzaga nell’Archivio segreto estense Rintracciare: personaggi e poteri fra le carte d’archivio 63 68 Christina Antenhofer Paula Gonzaga’s Cassoni as Sources for Italian Renaissance Female Education Axel Behne Un “figliolo del duca de Saxonia” a Mantova. La sconosciuta biografia di un principe ecclesiastico tedesco all’alba della Riforma 77 Molly Bourne How to Survive a Nightmare: Caterina de’ Medici Gonzaga at the Mantuan Court 84 Chiara Continisio Lettere del cardinale Federico Borromeo da Roma nell’Archivio di Stato di Mantova 91 97 Giuseppe Gardoni “Ho pigliato scrivere questa mia pocha literina”. Voci di donne dai chiostri mantovani alla fine del Medioevo Giulio Girondi “L’oggetto principale di tutte le mie operazioni è stato li tenere sempre riunita l’eredità paterna”. Le Istruzioni degl’interessi della casa di Pirro Maria II Gonzaga di Vescovato 107 Carolyn James Isabella d’Este and the Mysteries of Being with Child 112 Jürgen Herold Löwen für den Herzog. Über Tierhandel und Tiertausch der Gonzaga mit ihren nordalpinen Verwandten im 15. Jahrhundert 123 Isabella Lazzarini “Quia virtus laudata crescat”: una lettera di Ludovico Gonzaga al figlio Francesco (Goito, 27 aprile 1462) 130 Giancarlo Malacarne Simbologie comuni nel ‘transito’ di Massimiliano I d’Asburgo e Ferrante I Gonzaga 135 Annamaria Mortari Incise memorie. Pagine di storia nel Palazzo comunale di Mantova 165 Blythe Alice Raviola “Le carte disperse”. Gli studi pionieri sul Monferrato gonzaghesco 169 174 184 Marina Romani Oggetti, monete e cultura materiale del debito tra basso Medioevo e prima età moderna. Brevi riflessioni Marzio Achille Romani Di alcuni principi dell’economia politica delle corti Peter Rückert Von Frau zu Frau: Mechthild von der Pfalz und ihre Schwiegertochter Barbara Gonzaga 195 Deanna Shemek Isabella d’Este’s Employee Relations 201 Raffaele Tamalio La torre della Gabbia in Mantova. Da torre comunale a torre della città? Vedere: oggetti, luoghi e protagonisti attraverso i documenti 209 212 Gianluigi Arcari Un disegno di piazza delle Erbe a Mantova di Filippo Luigi Montini Ugo Bazzotti Alberi con lingue di serpente, pietre di rospo e altri amuleti negli inventari gonzagheschi del XIV secolo 233 Heraclio Astudillo-Pombo Algunos aspectos históricos, paleontológicos y etnopaleontológicos relativos a las piedras de santa Catalina (Micraster coranginum) de Badaya 245 Renato Berzaghi Il “Leone Vermiglio”. Un frammento della mantovana porta Leona 250 Renata Casarin La simbologia della natura nella Camera degli Sposi di Andrea Mantegna 257 Barbara Furlotti Santi Ghetti, Orazio Grassi e il primo altare di san Luigi Gonzaga nella chiesa della Nunziata presso il Collegio romano 262 Dirk Jacob Jansen, Gudula Metze After the Antique and “all’Antica”: Recently Identified Drawings from Jacopo Strada’s Workshop 270 Stefano L’Occaso Fonti archivistiche per la scultura a Mantova nella seconda metà del Quattrocento (1460-1506) 282 Sergio Marinelli Lettere di Sironi a Ca’ Foscari 291 Francesca Mattei Ercole Gonzaga, Adamo Scultori e le pitture nella torre di Paolo III in Araceli 296 Raffaella Morselli La questione della titolazione di un quadro di Sebastian Vrancx a Rouen. Ancora un indizio sul mecenatismo di Vincenzo I Gonzaga 303 Mariarosa Palvarini Gobio Casali La coppa istoriata di Palazzo d’Arco 308 Roberta Piccinelli I gioielli della duchessa Margherita Gonzaga di Lorena 320 Apparato iconografico 338 Amedeo Quondam Piccoli oggetti di virtù 343 348 Guido Rebecchini Un’amica di Isabella d’Este: Margherita Cantelmi, il suo studiolo e il monastero di Santa Maria della Presentazione al Tempio Valerie Taylor Gonzaga Plate in Motion: Stories from the Silver Vaults 360 Paola Venturelli Zanino Corradi e Domenico de Medici tra cofani “picti”, “cantinelle” e informazioni archivistiche Partecipare: letteratura, musica, spettacolo e teatro 367 Paola Besutti Scelte editoriali monteverdiane 379 Cristina Grazioli La scenotecnica della tradizione italiana vista dal primo Novecento: lo sguardo mobile di Anton Giulio Bragaglia dalle pagine di “Comoedia” 386 Anne MacNeil “I’ve Said Too Much”: Canon Antonio Ceruto’s Descriptions of Music and Theater in Mantua, 1567 394 Licia Mari Celebrazioni religiose e momenti devozionali per il soggiorno a Mantova di Margherita d’Asburgo 402 Carlo Togliani Le feste del 1608 per le nozze del principe Francesco Gonzaga. I luoghi della rappresentazione 412 418 Paola Tosetti Grandi Un florilegio dedicato alle dame del poeta Bartolomeo Pendaglia Roberto Vetrugno Corrispondenze europee di Isabella: il carteggio con Beatrice d’Aragona regina di Ungheria Costruire: urbanistica, architettura e cartografia 425 431 441 Claudia Bonora Previdi La scomparsa della fortezza. Appunti per la storia urbana di Mantova Irma Pagliari Imago Italiae 1462. Un’antica rappresentazione cartografica della penisola italiana in un manoscritto polironiano del 1462 Andrea Torelli Il ducato dipinto di Francesco Zavanella Raffaele Tamalio Andrea Torelli Il ducato dipinto di Francesco Zavanella P resso la Bibliothèque nationale de France, nel fondo Cartes et Plans è conservata una mappa manoscritta e acquerellata del ducato di Mantova, datata 1703 e firmata dall’agrimensore mantovano Francesco Zavanella1 (fig. 33). Francesco Zavanella è autore di diverse mappe presenti presso il fondo Mappe e disegni di acque e risaie dell’Archivio di Stato di Mantova tra gli anni 1739 e 1754, redatte talvolta in occasione di contenziosi o controversie tra confinanti, in cui si qualifica perito agrimensore senatorio. La distanza di oltre cinquant’anni tra la mappa di Parigi e la più tarda delle mappe mantovane tiene aperta la duplice possibilità di un’attività straordinariamente longeva, o di due autori omonimi della stessa famiglia. Un altro Zavanella, Carlo, è presente con una mappa del 1693 nell’Archivio di Stato e una del 1712 presso la Biblioteca Teresiana2. Sembra quindi trattarsi di una professione di famiglia che rende plausibile l’omonimia anche con una cronologia parzialmente sovrapposta. La descrizione seguente si avvale della versione digitale ad alta definizione resa disponibile al sito in nota. La carta riporta, nel nastro a volute del cartiglio centrale, il titolo “DUCATO DI MANTOVA E SUOI CONFINI 1703”. In alto a sinistra, all’interno di una semplice cornice, è manoscritto un testo poetico che recita MANTOVA Preggiasi forte per l’Acque, che la circondano, e per hauere nel mezo di se il SANGUE DI CHRISTO Un picolo Oceano Ch’è sempre borascoso à chi m’assale Mura, che rendon vano Ogni valor, ogni poter marciale: E la profonda fossa IL DUC ATO D IPIN TO D I FR AN CESCO ZAVAN ELLA 441 Tragica tomba à l’Inimico rio Mostran quanto, ch’io possa, Con il Zelo fedel del Duce mio Per mia forza maggiore, Odi ò Istro inuman ? rendermi esangue Mai creda il tuo furore, Nelle viscere mie di Christo ho l’Sangue. La composizione, che vanta l’inespugnabilità di Mantova a ragione delle difese idrauliche, dello zelo del duca e della protezione del ‘lateral sangue’, quattro anni prima del tramonto indecoroso del primato gonzaghesco e settantatré anni dopo che il sacco ha definitivamente archiviato la fama di imprendibilità, suona vanagloriosa. Eppure i versi sono ispirati e convincenti, molto più di quanto la prosa di Zavanella nelle lettere autografe renda plausibile. È probabile quindi che l’autore dei versi non coincida con il cartografo. Subito sotto la targa compare lo stemma Gonzaga-Nevers di Ferdinando Carlo, che qualifica lo sfortunato ultimo duca come committente dell’opera. Nell’angolo inferiore sinistro è presente una decorazione con armi, trombe e tamburi, e a seguire è riportata la scala di riferimento in miglia mantovane e la rosa dei venti che segnala l’orientamento del Nord nell’angolo superiore sinistro. La scala utilizzata corrisponde approssimativamente al rapporto 1:90.000. Tutti questi ornamenti sono disegnati con un tratteggio delle ombreggiature e una resa dei contorni che suggerisce la predisposizione dell’opera per l’incisione. Dal punto di vista cartografico, l’impostazione generale della mappa è derivata dalla carta geografica realizzata e stampata nel 1690 da Vincenzo Coronelli intitolata Il Ducato di Mantova nella Lombardia3 con la quale condivide l’orientamento con il Nord in alto a sinistra, la descrizione del reticolo viario e la mancanza dei gradi di latitudine. Vi sono però differenze macroscopiche nell’andamento idrografico e le due rappresentazioni non risultano sovrapponibili. Non è quindi possibile che la griglia sfumata che si può intravedere nel disegno di Zavanella e che lo spartisce in ottocentocinquanta quadretti regolari dal lato equivalente a due miglia mantovane sia servito per trasferire il disegno di Coronelli, ma più probabilmente per definire un reticolo di riferimento che doveva poi essere cancellato. Anche se adotta l’orientamento e l’impostazione del predecessore veneziano, Zavanella effettua sicuramente un rilevamento ex novo sul territorio, perseguendo un’accuratezza, una ricchezza e un dettaglio che nessuna mappa precedente aveva mai registrato. Procede anche a censire tipologie di edifici e manufatti quali osterie, fornaci, mulini fissi o natanti, sabbioni e isole boschive che rappresentano una novità nella cartografia mantovana precedente e suggeriscono ipotesi a cui tornerò tra breve. I confini del ducato, dichiarati nel titolo, sono evidenziati in arancione chiaro e delineano anche diverse enclave amministrative quali lo stato di Bozzolo e le sue frammentate pertinenze (Pomponesco, Ostiano e San Gaudenzio, Isola Gonzaga, Santa Maria) e lo stato di Gazoldo o realtà confinanti come lo stato di Sabbioneta e di Castiglione. Considerando che il ducato di Sabbioneta viene aggregato a quello di Guastalla il 24 aprile 1703 e il 28 luglio dello stesso anno viene decretato l’accorpamento del principato di Bozzolo al ducato mantovano, la carta doveva essere già definita nei primi mesi dell’anno. 44 2 A N D R E A T O R ELLI I limiti del ducato corrono sempre su un tracciato viario, anche nei tratti frequenti in cui corrispondono al corso del Po, dell’Oglio, del Tartaro o della più esplicita Fossa de Confine, come se fossero le strade arginali a decretare l’appartenenza dell’intero corso d’acqua all’uno o all’altro dei confinanti. La rete viaria, a tratteggio, è estesa e articolata, e ogni pur minuscolo borgo o agglomerato di case è collegato a essa. La rete idrografica, capillare, porta la nomenclatura di ogni più piccolo rivo e disvela, per diversi corsi d’acqua, la polla sorgiva (principio dell’Osone, principio del Tione). Sono centinaia gli scoli anonimi e ramificati che concorrono a formare i corsi d’acqua, qualificati per portata o natura in fiumi, seriole, fosse, cavi, canali, fontanili, navigli. In molti casi si tratta di dettagli che non compaiono in altri esemplari di cartografia del territorio, come per il canale Crostolina, tuttora presente nella toponomastica locale, utilizzato quale transito navigabile tra Crostolo e Po. Anche le piccole isole lungo il corso del Po sono delineate con cura ed etichettate in base alla capacità produttiva come da bosco, da ghiaia o mezzane. Accurata è anche la descrizione dei singoli manufatti: ponti, chiuse e sostegni, botti passanti, i numerosi mulini, le fornaci e le osterie. Viene esplicitata la toponomastica non solo dei paesi, ma anche delle corti, delle fortificazioni e delle ville padronali come il Palazzo di Madama, la Favorita, Poggio Reale o l’Imperiala. Per comprendere le finalità di una simile impostazione nella mappatura del territorio, bisogna ricondurla alla particolare situazione del duca Ferdinando Carlo in quegli anni. Non è certo questa la sede per ripercorrere la biografia dell’ultimo duca, o riproporre le ben documentate spese per cantanti e musici, feste e viaggi, privilegi ai cortigiani e tutto ciò che nella trattatistica gonzaghesca passa sotto la dizione di sfarzo e sperpero4. Ma il bisogno di rimpinguare le casse esangui del ducato, e forse il sogno di risollevare la sua capitale ad antichi splendori, erano stati due decenni prima la ragione della vendita mascherata di Casale al re di Francia, che porterà, quattro anni dopo la redazione della mappa di Zavanella, alla privazione del titolo per fellonia da parte dell’imperatore tradito. È possibile considerare il lavoro dell’agrimensore mantovano come il tentativo per il duca di disporre di un quadro chiaro delle risorse fruibili, in mancanza di un vero catasto che vedrà la luce solo cinquant’anni dopo. Non va sottovalutato il potenziale economico delle tipologie censite se, come ci ricorda Romani5, nel 1709 il solo mulino di Marmirolo fruttava 1.260 lire annue, un sessantesimo dell’intero debito del duca al momento della morte l’anno precedente. E di mulini nella carta se ne contano una dozzina, compresi quelli natanti che pagavano il palatico in funzione del numero degli ormeggi. Altre imposte erano legate all’esercizio delle osterie e alla vendita del vino al minuto (dazio della spina), al passaggio dei ponti (va sottolineato che nella mappa manca, tra quelli per cui il pontatico veniva registrato, il ponte sull’Oglio tra San Martino e Marcaria, forse per dimenticanza, o coperto nell’acquerellatura del fiume), le traversie per l’attraversamento fluviale delle merci, i diritti per le peschiere6. Forse la mappa di Zavanella può essere stata l’ultima risorsa che il Gonzaga metteva in campo, nell’illusione di poter dare stimolo alla ripresa di Mantova. Eventi di ben più ampia portata, politica oltre che geografica, hanno azzerato quella speranza. A noi rimane uno strumento prezioso e ricco per gli studi più di quanto non sia stato per le finanze del duca. Jean-Baptiste Nolin, un cartografo per due sovrani IL DUC ATO D IPIN TO D I FR AN CESCO ZAVAN ELLA 443 Negli stessi anni in cui l’agrimensore mantovano attende alla sua opera manoscritta, numerose edizioni a stampa del territorio ducale vedono la luce a Parigi, Amsterdam, Bruxelles7, ma si tratta di una committenza diversa, che si rivolgeva a un pubblico e a una clientela specifici. Le carte descrivono i movimenti di truppe nel mantovano e nei territori confinanti durante la guerra di successione spagnola e sono destinate a testimonianza e studio di tattica militare di una vicenda di portata europea che permetteva agli stampatori una vendita diffusa. È invece di grande interesse e poco nota un’altra mappa manoscritta riferibile agli stessi anni, realizzata da Jean-Baptiste Nolin e conservata alla Biblioteca Nacional de Portugal8. Prima di porla a confronto con l’opera mantovana di Zavanella, va registrata l’importanza per la biografia dell’autore francese di un suo lavoro manoscritto. Nolin infatti è descritto nella saggistica più recente come uno stampatore ed editore che usurpa il titolo di cartografo, anche perché nel 1706 soccombe in un famoso processo per plagio intentato contro di lui da Guillaume Delisle dopo una disputa pubblica iniziata nel 17009. La carta manoscritta di Lisbona va datata sicuramente a partire dal 170210 e probabilmente non oltre il medesimo anno, in cui vede la stampa la carta Le Duché de Mantoue edita a Parigi dallo stesso Nolin all’interno dell’opera Nouvelle édition du theatre de la guerre en Italie o al massimo l’anno successivo. Mentre attendeva all’estensione della mappa, il francese era appena stato coinvolto dalle prime accuse pubbliche di Delisle. In questo quadro diventa significativo il cartiglio che recita Le Duché de Mantoue dressé sur des memoires comunique a l’auteur ou sont marqué exactemant les mouvements des Armées confederées de France et d’Espagne et de celle de l’Empereur Dedié A SA MAJESTE CATHOLIQUE PHILIPPE V: ROY D’ES-PAGNE et des INDES par son tres humble et tres obeissant serviteur I.B. Nolin Geographe ordinaire du roy. A Paris. La scelta di cancellare l’indicazione che le notazioni erano state comunicate all’autore, e non erano quindi di prima mano ma raccolte da altri, testimonia uno scrupolo di sincerità subito represso. Significativa anche la dedica al re spagnolo, la cui nomina era all’origine del conflitto e che in quel momento sembrava prevalere sul campo. L’alleanza tra Francia e Spagna consente a Nolin di dichiararsi contemporaneamente servitore di un re e geografo dell’altro. Nella versione a stampa dello stesso autore la titolazione nel carteggio è abbreviata ma abbastanza simile Le Duché de Mantoue dressé sur des memoires de F. Leandre Alberti, de Magin, et de Cantelli par I.B. Nolin Geographe ordinaire du roy A Paris Rue du Petit Pont a l’Enseigne de la Place des Victoires proche la fontaine St Sevrin11. Il debito dichiarato verso i cartografi italiani, nel caso di Magini in realtà abbastanza evidente, dimostra che negli esemplari a stampa, che dovevano avere grande diffusione, adotta una maggiore modestia. Ai fini commerciali non si tratta di una concessione alla concorrenza, visto che cita tre cartografi non più viventi. Sarebbe fuorviante ancor più che riduttivo però considerare la mappa di Lisbona come il prototipo per l’edizione a stampa dell’opera Nouvelle édition du theatre de la guerre en Italie. La carta manoscritta non presenta i gradi di latitudine, copre un’estensione diversa, più limitata a nord ma più estesa a sud e a ovest. Come ben precisano le differenze tra i cartigli, la rappresentazione manoscritta è ricca di posizionamenti militari delle truppe di entrambi i fronti, del tutto assenti nell’esemplare stampato, che pure è contenuto in un’opera dichiaratamente dedicata al conflitto. Nel confronto tra le due carte manoscritte pur contemporanee di Zavanella e Nolin emergono evidenti le differenze nella genesi delle due imprese. L’agrimensore mantovano dispone di una conoscenza diretta e approfondita del territorio che gli 44 4 A N D R E A T O R ELLI consente di descriverlo a un grado di accuratezza eccellente per le strumentazioni dell’epoca. Traccia una rete viaria che aveva modo di percorrere a più riprese per collocare con notevole precisione i dettagli desiderati. La confidenza con il lessico locale non lo trascina a continui svarioni nella toponomastica. Come ipotizzato, deve rispondere ai dettami di una committenza esigente e pressante. Nolin invece è un commerciante che cerca di costruire un racconto grafico sugli episodi di cronaca militare. Certamente utilizza dei resoconti dal campo, ma non si preoccupa di verificarli o di rendere coerente la collocazione sul territorio. Per lui è più importante la creazione di un prodotto accattivante e commerciale, mentre l’accuratezza cartografica può essere approssimativa. Come spesso succede, i dettagli più stimolanti sono le incongruenze e le difformità, rese stridenti dalla vicinanza temporale o addirittura dalla contemporaneità dei due lavori. 1 Numero d’inventario GE C 4969. La carta misura 61 × 85 cm e da oltre un anno è disponibile online sul sito Gallica delle biblioteche francesi (http://gallica. bnf.fr/ark:/12148/btv1b53064454t) inizialmente con l’errata attribuzione a Franco Lavanella, in seguito prontamente corretta. L’erronea attribuzione permane invece in Europeana. 2 ASMn, Mappe Acque e Risaie, n. 615 “Risare Calandre e Gazina, sotto Ostiglia della Contessa Beccaguti”, 1739. ASMn, Mappe Acque e Risaie, n. 617 “Risara Gazina, del signor Sordi Benedetto”, 1739. ASMn, Mappe Acque e Risaie, n. 750 “Risara Parolara dei marchesi Canossa, a Due Castelli”, 6 novembre 1739. ASMn, Archivio del Magistrato Camerale Antico Miscellanea mappe e disegni, n. 27 “Valle Piuda nel territorio di Soave”, 14 marzo 1754, Biblioteca comunale Teresiana St. Alb. C 25, “Disegno di Borgoforte”, 1712. 3 Per gli studi di cartografia a stampa del territorio mantovano restano fondamentali il saggio di Irma Pagliari: P. Carpeggiani, I. Pagliari, Mantova materiali per la storia urbana dalle origini all’Ottocento, Gianluigi Arcari Editore, Mantova 1983, p. 57, e la raccolta, quasi esaustiva, D. Ferrari, Mantova nelle stampe. Trecentottanta carte, piante e vedute del territorio mantovano, Grafo, Brescia 1985. A Irma Pagliari sono anche debitore di numerose e utili indicazioni. 4 Cfr. P. Cirani, Comici, musicisti e artisti di teatro alla corte di Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers, Edizioni Postumia, Mantova 2004. 5 M.A. Romani, Le finanze del Ducato di Mantova dalla caduta di Ferdinando Carlo all’avvento di Maria Teresa, il Mulino, Bologna 1982. 6 A. De Maddalena, Le finanze del ducato di Mantova all’epoca di Guglielmo Gonzaga, Istituto Editoriale Cisalpino, Varese 1961. 7 Ferrari, Mantova nelle stampe cit., numeri 325, 326, 327, 328, 329 332, 333, 334 e 335. Si veda anche I. Pagliari, Due carte per gli itinerari gonzagheschi, in “Archivio”, I, 1989, 5, p. 2. 8 Le Duché de Mantoue[...] ou sont marqués [...] les mouvements des Armées confederées de France et d’Espagne et de l’Empereur. (cota) D-246-A. - 1 carta: tinta bistre e aguadas; 50,3 × 35 cm consultabile al sito http://purl. pt/26027. 9 “Jean-Baptiste Nolin [...] bien qu’il porte le titre de ‘Geographe de S.A. Royale Monsieur’, il n’est pas veritablement cartographe” da N. Broc, Une affaire de plagiat cartographique sous Louis XIV: le procès Delisle-Nolin, in “Revue d’Histoire des Sciences et de leurs Applications”, XXIII, 1970, 2, pp. 141-153. Per la disputa e il processo Delisle-Nolin si veda anche M. Sponberg Pedley, The Commerce of Cartography, The University of Chicago Press Books, Chicago 2005, pp. 105-118. 10 I posizionamenti di truppe sono annotati a settembre 1702, poco dopo la sanguinosa battaglia di Luzzara del 15 agosto; Guastalla è segnata reunit a Mantoue, quindi successivamente al 9 settembre. Cfr L. Mazzoldi, Mantova. La Storia, C.I.T.E.M., Mantova 1963; Storia e luoghi di una battaglia: Luzzara e Riva di Suzzara: 15 agosto 1702, a cura di E. Prandi, atti del convegno (Suzzara, 3 maggio 2002), Comune di Suzzara 2004. 11 Nella trascrizione sono state sottolineate le parole che mutano nell’edizione stampata rispetto alla versione IL DUC ATO D IPIN TO D I FR AN CESCO ZAVAN ELLA 445 In copertina Archivio di Stato di Mantova, Archivi giudiziari. Fotografia di Luca Sironi, aprile 2017. Silvana Editoriale Direzione editoriale Dario Cimorelli Art Director Giacomo Merli Coordinamento editoriale Sergio Di Stefano Redazione Fabiola Beretta Impaginazione Claudia Brambilla Coordinamento di produzione Antonio Micelli Segreteria di redazione Ondina Granato Ufficio iconografico Alessandra Olivari, Silvia Sala Ufficio stampa Lidia Masolini, [email protected] Diritti di riproduzione e traduzione riservati per tutti i paesi © 2019 Silvana Editoriale S.p.A., Cinisello Balsamo, Milano ISBN 9788836643431 A norma della legge sul diritto d’autore e del codice civile, è vietata la riproduzione, totale o parziale, di questo volume in qualsiasi forma, originale o derivata, e con qualsiasi mezzo a stampa, elettronico, digitale, meccanico per mezzo di fotocopie, microfilm, film o altro, senza il permesso scritto dell’editore. 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