GIANDOMENICO SPINOLA
Gli scavi archeologici
e la loro musealizzazione
nella pagina a fronte:
1. Città del Vaticano,
Tombe a camera al di sotto
della nuova strada verso
la fontana della Galea.
GLI SCAVI ARCHEOLOGICI E LA LORO MUSEALIZZAZIONE
Il Trattato fra Santa Sede e Italia del 1929 sancì, tra gli altri accordi, anche le diverse competenze sul patrimonio storico, artistico e culturale dello Stato Città del Vaticano e delle varie aree di pertinenza della
Santa Sede. Il Vaticano e le aree extraterritoriali di competenza della Santa Sede sono situate all’interno
di un territorio fortemente antropizzato nell’antichità, in parte all’interno del tessuto urbano di Roma,
in parte nel suo suburbio e in parte sul sito di ville o necropoli romane poco al di fuori dell’antica città1.
Di conseguenza tutti i lavori edili – dalla costruzione di nuovi edifici, alla realizzazione di infrastrutture,
al restauro delle architetture già esistenti – hanno fornito l’occasione di importanti rinvenimenti, un’intensa attività archeologica che qui si cercherà di sintetizzare.
Ad immediato seguito del Trattato Lateranense vi fu una grande quantità di lavori edili all’interno
della Città del Vaticano, per ristrutturare e riorganizzare il piccolo territorio come un vero e proprio
Stato. In particolare gli sterri sulle pendici nord-orientali del Colle Vaticano hanno portato alla luce alcune parti di una grande necropoli gravitante sull’antica via Triumphalis, che passava nel fondovalle2.
L’area era già stata interessata da rinvenimenti sporadici, ma la realizzazione di un percorso viario – che
dalla zona dei Giardini passava di fianco ai Musei e scendeva verso valle – portò al ritrovamento di alcune
tombe a camera (prima metà del II-metà del III secolo d.C.), poco oltre la piazzola di fronte alla fontana
della Galea, scavate da Enrico Josi negli anni 1930-1931 [fig. 1]3. Parte di tre tombe a camera vennero
inglobate e lasciate visibili al di sotto di due arconi di un grande muro di terrazzamento moderno
(Tombe 1a, 1b e 2), mentre altre tre tombe vennero rasate e parte della loro struttura rimane ora sotto
il selciato stradale (Tombe 3, 4, 5).
Contemporaneamente, qualche decina di metri a monte di Porta Sant’Anna, si praticarono gli sterri
per vari edifici, tra cui quello dell’Annona. Durante l’estate del 1930, al di sotto dell’area poi occupata
dai magazzini dell’Annona (circa 630 mq.) – tra le attuali via della Tipografia e via del Pellegrino, in prossimità dell’antica via Triumphalis – si rinvennero 23 edifici sepolcrali e numerose sepolture minori (metà
del I-prima metà del III secolo d.C.) [fig. 2]. Lo scavo avvenne sotto la guida di Enrico Josi, che lasciò alcuni appunti e un buon numero di fotografie4; da esse si è ricavato uno schizzo planimetrico, realizzato
per il volume di Paolo Liverani sulla topografia antica del Vaticano5. I lavori degli anni Trenta del Novecento hanno in gran parte distrutto e, comunque, del tutto coperto quest’area sepolcrale: rimane inalterata solo la struttura delle Tombe 2 e 3, le Tombe 1, 4, 5, 10 e 22 sono invece in parte inglobate nelle
fondazioni moderne, mentre delle altre tombe non si conserva più nulla [fig. 3]. Attualmente l’accesso
alla parte conservata è consentito solo tramite una botola nei magazzini dell’Annona. Durante questi lavori vennero alla luce altre strutture minori, interpretabili come resti di edifici sepolcrali, al di sotto
delle Poste Vaticane6 e dell’Officina elettrica7.
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3. Città del Vaticano, Panoramica
della Necropoli dell’Annona.
GIANDOMENCO SPINOLA
4. Castel Gandolfo,
Criptoportico della Villa
di Domiziano.
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Lo Josi seguì anche i lavori di sistemazione del parco della Villa Barberini a Castel Gandolfo, negli anni
1930-1932. Durante questi lavori vennero portati nuovamente alla luce i resti del teatro, delle sostruzioni,
dei ninfei e del criptoportico della Villa di Domiziano – insieme a molte sculture – in parte già noti e documentati da secoli e in parte emersi ex novo in seguito ai lavori di bonifica dei terrazzamenti [fig. 4]8. Con
l’occasione vi fu un primo riordino e riallestimento delle opere provenienti dalla Villa domizianea e dalla
Villa Barberini; altre sculture vennero acquistate negli anni successivi per integrare la decorazione del parco9.
Nell’area lateranense i lavori dell’architetto Andrea Busiri Vici per la costruzione della nuova abside
di San Giovanni in Laterano, negli anni 1876-1878, avevano già portato alla luce alcuni resti di strutture
e sculture di età romana10. Il “rinnovamento” della Basilica lateranense proseguì, nei primi anni Trenta,
con il rifacimento della pavimentazione marmorea medievale, costituita da un gran numero di lastre
iscritte provenienti soprattutto dalle catacombe romane11, e con la bonifica del sottosuolo, da cui si attendevano nuove scoperte archeologiche. Questa aspettativa non rimase delusa e in questa occasione si
esposero le strutture della Basilica costantiniana con, al di sotto, i resti dell’impianto severiano dei Castra Nova Equitum Singularium e di alcune domus precedenti (metà del I-seconda metà del II secolo d.C.)12.
Le domus – di cui rimangono ambienti di rappresentanza, corridoi, cubicola, un forno e alcune cantine
– si presentano decorate da rivestimenti marmorei (tra cui una pregevole serie di capitelli di lesena), pavimenti a mosaico e affreschi di buona fattura (seconda metà del I-metà del II secolo d.C.) [fig. 5]13. Dei
Castra rimangono alcune strigae e i percorsi fra esse; di grande interesse sono soprattutto una serie di dediche a diversi imperatori, provenienti da un Augusteum del corpo militare14. Questo sito archeologico
di eccezionale importanza ebbe una sua prima musealizzazione e da allora rimase conservato e visitabile.
Nuovi interventi edilizi – a metà degli anni Sessanta e in anni ancor più recenti (cfr. infra) – hanno permesso di conoscere più estesamente la topografia antica dell’area lateranense.
Una serie di interventi di scavo minori interessarono altre aree extraterritoriali. Da ricordare sono
gli sterri per la costruzione della chiesa dei Santi Francesco e Caterina, del 1936, lungo la Circonvallazione Gianicolense, che restituirono alcuni ambienti di un edificio romano, con una pregevole decorazione pavimentale a mosaico15.
Tutti questi lavori di scavo erano stati condotti sotto la guida di Enrico Josi (1885-1975), che aveva
alle spalle una lunga esperienza di cantieri, formatasi nel corso del tempo attraverso i suoi prestigiosi incarichi di Presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, di cattedratico di Topografia
Romana nel Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana e di funzionario dei Musei Vaticani. A lui si devono appunto molti scavi nelle catacombe romane e al di sotto delle Basiliche di San Giovanni in Laterano e di San Pietro; fondò anche il “Collegium Cultorum Martyrum”, di cui fu Curator e Magister16.
Negli anni 1937-1940 i grandi lavori di ristrutturazione del Palazzo della Cancelleria Apostolica – rimasto di proprietà della Santa Sede, in particolare dell’APSA (Amministrazione del Patrimonio della
Sede Apostolica) – portarono al rinvenimento di importanti strutture archeologiche, a seguito di un attento scavo condotto dal giovane archeologo Filippo Magi. Si tratta del sepolcro di Aulus Hirtius [fig. 6]
5. San Giovanni in Laterano,
Scavi sotto la Basilica, affresco
sulla parete di una domus.
6. Palazzo della Cancelleria,
Angolo del Sepolcro del console
Aulus Hirtius.
7. Palazzo della Cancelleria,
Estrazione di alcune lastre
dei rilievi domizianei.
GLI SCAVI ARCHEOLOGICI E LA LORO MUSEALIZZAZIONE
2. Città del Vaticano, Panoramica
della Necropoli dell’Annona.
– il console romano del 43 a.C., morto con il collega Caius Vibius Pansa nella battaglia contro i cesaricidi
a Modena – su cui erano appoggiate le famose lastre marmoree di età flavia, con i bassorilievi raffiguranti
l’adventus e la profectio dell’imperatore Domiziano [fig. 7]. A fianco si rinvennero due tratti dell’Euripus,
il canale artificiale e monumentale che presumibilmente fuoriusciva dallo Stagnum di Agrippa, un mitreo e altre strutture minori17. Anche quest’area archeologica è stata recentemente musealizzata ed è in
corso un progetto di allestimento del materiale proveniente dagli scavi della fine degli anni Trenta e di
quelli effettuati negli anni 1988-1993 e 1998-2000 (cfr. infra).
Nell’agosto del 1938, durante i lavori di consolidamento del Seminario Maggiore, fu ritrovato un
bel busto marmoreo, attribuito a Geta ma che in realtà sembra raffigurare Alessandro Severo; l’anno successivo venne esposto nel Museo Profano Lateranense18.
La Seconda Guerra Mondiale produsse una notevole contrazione dei lavori edili, di conseguenza
anche gli scavi e gli sterri, da cui derivavano la maggior parte delle scoperte archeologiche, vennero
meno. Un caso a parte, che però riguarda specificamente la Fabbrica di San Pietro, sono i lavori sotto la
Basilica Vaticana, iniziati nel 1939 per ricavare lo spazio per la sepoltura di papa Pio XI Ratti (19221939). Già nell’agosto del 1936, in prossimità dell’obelisco in piazza San Pietro era venuto alla luce parte
di un sepolcro, nove metri al di sotto del livello della piazza [fig. 8]. Tra il 1940 e il 1941 avvennero le
prime scoperte di mausolei sotto il pavimento di San Pietro (tra cui la Tomba F o dei Cetenni); ad esse seguirono quelle di molte altre sepolture, soprattutto nel 1944 con il rinvenimento della Tomba H o dei Valeri, tutte pertinenti a una grande necropoli gravitante verso la via Cornelia. Pochi anni dopo la fine della
guerra, nel 1948, gli scavi erano già stati isolati dal piano della Basilica con una soletta di cemento armato
e si poté procedere a uno studio più sistematico dei rinvenimenti, che portò all’individuazione e al riconoscimento della Memoria Apostolica di Pietro19.
L’anno successivo – con i lavori per le fondazioni del corpo meridionale dei Propilei di piazza San
Pietro – si ritrovò un grande muro di terrazzamento in laterizio, che il Magi lesse come le fondazioni dei
carceres del Circus Gai et Neronis, ma che invece sembra riferibile a una sostruzione del Colle Vaticano di
età adrianea20. Dopo venticinque anni dalle prime scoperte il Magi tornò sull’argomento, confermando
l’ipotesi dei carceres in una conferenza alla Pontificia Accademia Romana di Archeologia Classica21.
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GIANDOMENCO SPINOLA
9. Città del Vaticano,
Panoramica della
Necropoli dell’Autoparco.
(Foto G. Lattanzi, per gentile
concessione dei Musei Vaticani).
462
A partire dalla fine degli anni Trenta molti degli scavi vaticani vennero seguiti dall’archeologo fiorentino Filippo Magi (1905-1986), allievo di Bartolomeo Nogara, che inizialmente ebbe l’incarico di bibliotecario della Direzione Generale dei Musei, quindi passò al Reparto delle Antichità Classiche,
divenendone poi Direttore, e infine, nel 1954, Reggente della Direzione Generale dei Musei; tra il 1964
e il 1975 il Magi ricoprì anche la carica di Direttore dell’Istituto d’Archeologia dell’Università di Perugia. Nel 1960 ebbe l’incarico di Direttore degli Studi e Ricerche Archeologiche della Città del Vaticano:
si tratta di una direzione creata in parte per svolgere meglio il controllo e la tutela delle numerose aree
archeologiche della Santa Sede e in parte per compensare le aspettative del Magi, dopo esser stato Reggente. Tale incarico, concretamente operativo solo a partire dalla fine del 196222, venne ricoperto fino
all’anno del suo pensionamento, il 1975, dopo il quale tale Direzione passò ad interim sotto il controllo
diretto della Direzione dei Musei Vaticani23. La Direzione degli Studi e Ricerche Archeologiche scompare poi ufficialmente solo con l’ultima legge di Tutela dei Beni Culturali dello Stato Città del Vaticano
del luglio 2001, venendo, di fatto, completamente annessa ai compiti di sovrintendenza della Direzione
dei Musei Vaticani.
Nei primi anni Cinquanta e nei due decenni successivi si verificarono numerosi rinvenimenti minori – in relazione alle necropoli sulla via Triumphalis e sulla via Cornelia o al grande Santuario vaticano
di Cibele – avvenuti in concomitanza con alcuni lavori edili all’interno della Città del Vaticano24. Nel 1953
durante i lavori di demolizione di un muro del Sancta Sanctorum vengono rinvenuti un frammento di Sarcofago con orante, un frammento di capitello ionico e una decorazione architettonica medievale, subito
inseriti nell’allestimento del Museo Pio Cristiano25.
Tra gli scavi condotti o seguiti dal Magi, dopo l’esperienza prebellica maturata con le indagini sotto
il Palazzo della Cancelleria Apostolica, si dovrà ricordare il ritrovamento di un’area sepolcrale in occasione dei lavori edili per la costruzione dell’Autoparco Vaticano, un’altra area anticamente prossima alla
via Triumphalis. Tra il 1956 e il 1958 venne appunto scavata la cosiddetta Necropoli dell’Autoparco, parte
del medesimo sepolcreto esposto agli inizi degli anni Trenta presso la Fontana della Galea e al di sotto
dell’Annona Vaticana, con una quindicina di tombe a camera e numerose sepolture individuali che coprono un arco cronologico compreso tra la metà del I e la metà del III secolo d.C. [fig. 9; TAV. LXXVIII]26.
Altri rinvenimenti minori della stessa necropoli romana lungo la via Triumphalis si susseguirono occasionalmente negli anni successivi sotto il Cortile di San Damaso (nell’agosto 1965)27, sotto la chiesetta
di San Pellegrino degli Svizzeri (nel 1967)28 e subito al di fuori della Città del Vaticano, in via Leone
IV29. Relativa, invece, alle sepolture vaticane sulla via Cornelia – in pratica pertinente alla stessa necropoli
sotto la Basilica di San Pietro – è la scoperta nel 1962 (in occasione della realizzazione di un cunicolo
per un impianto televisivo) di una camera sepolcrale in prossimità dell’Arco delle Campane30.
Sempre nel 1962, in occasione della costruzione della nuova Curia dei RR. Padri Passionisti al Celio,
si mise in luce un nuovo tratto delle imponenti sostruzioni del Templum Claudii31; durante quei lavori fu-
rono anche rinvenute alcune murature relative ad ambienti siti al di sotto del podio dello stesso monumento, il Claudianum, il grande tempio costruito da Nerone in memoria del suo predecessore32.
I lavori per la realizzazione dell’edificio destinato ad accogliere gli Archivi del Vicariato furono l’occasione per ampliare la conoscenza delle strutture antiche nel sottosuolo del Laterano. Si aprì così una
campagna di scavi che durerà dal 1963 ai primi mesi del 1967 [fig. 10], che interessò anche il piazzale
antistante gli uffici in costruzione, fino ai pressi della Pontificia Università Lateranense, la vecchia Canonica e l’area al di sotto del Battistero33. L’area archeologica venne in parte musealizzata [fig. 11], esponendo le opere rinvenute e creando un percorso che si dirama da un lato verso le strutture di alcune
domus e dei Castra Nova Equitum Singularium, al di sotto della Basilica, mentre dall’altro prosegue al di
sotto del Battistero Lateranense, ove si rinvenne un impianto termale romano (cfr. supra note 12-14)
[figg. 12-13]34. Gli scavi al di sotto del piazzale furono invece ricoperti da un selciato moderno, dopo essere stati solo parzialmente documentati.
Nel 1964 i Servizi Tecnici progettarono dei complessi lavori di sterro per eliminare l’umidità presente
nel sottosuolo della Basilica di Santa Maria Maggiore: la creazione di intercapedini e lo svuotamento e
l’areazione dei vani sotterranei destinati a ossuari (in corrispondenza delle Cappelle delle navate laterali e circa 6 metri al di sotto) sembrò poter fornire la soluzione al problema. Da questi grandi scavi –
iniziati nel 1966 e conclusi nel 1971-1972, con la creazione di un’area archeologica e con il suo isolamento dal piano pavimentale della Basilica – emersero delle strutture romane di età imperiale pertinenti a un edificio di controversa identificazione35. Inizialmente, come riportato nella lapide
commemorativa del 1971 all’ingresso degli scavi, si interpretò il complesso come il Macellum Liviae, un
grande mercato alimentare noto dalle fonti antiche36; i successivi studi hanno però portato a identificare
il macellum in un’altra vicina “Regio” di Roma e a riconoscere nel grande edificio sotto la Basilica una residenza privata, in uso dal I al IV secolo d.C. Questa estesa residenza si articolava intorno a una grande
area porticata, su cui gravitavano una serie di ambienti domestici, un vano di servizio con numerosi graffiti e un piccolo impianto termale, con una preziosa decorazione in opus sectile, pavimenti a mosaico e rivestimenti marmorei parietali37. La parete di fondo del lungo portico sud-occidentale era affrescata con
un calendario (della fine del II secolo d.C.), che presentava singoli riquadri con soggetti relativi ai dodici mesi dell’anno (di cui si conserva completo il mese di Settembre e solo parti di altri mesi) [fig. 14];
questi erano espressi mediante grandi scene di lavori agricoli e di cerimonie urbane, inframezzati da pannelli con iscritte le festività nei diversi giorni, sempre dipinti38. Una seconda fase previde l’obliterazione
del calendario, con un’alta zoccolatura marmorea e una nuova decorazione pittorica, e l’avanzamento
di alcuni ambienti nell’area aperta del peristilio.
Nel 1970 a Santa Maria di Galeria, sulla via Braccianese, si effettuarono dei lavori agricoli all’interno
della tenuta extraterritoriale della Radio Vaticana. In questa circostanza venne alla luce un tratto basolato della via Clodia, con una serie di sepolcri a camera che vi si affacciavano39. Nel giugno del 1994 un
10. San Giovanni in Laterano,
Trincea con antico “scarico”
di anfore nel piazzale presso
il Battistero.
11. San Giovanni in Laterano,
Antiquarium con opere scultoree
da allestire.
12. S. Giovanni in Laterano,
Scavi nell’area del Battistero.
13. San Giovanni in Laterano,
Panoramica dei lavori
nell’area del Battistero.
GLI SCAVI ARCHEOLOGICI E LA LORO MUSEALIZZAZIONE
8. Città del Vaticano,
Scavo di una strada romana
sul fianco meridionale
della Basilica di San Pietro.
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Tra il 1998 e il 2000 ripresero le indagini nel Palazzo della Cancelleria Apostolica, con alcuni sondaggi
negli ambienti sotterranei, indirizzati alla conoscenza degli edifici romani intorno all’Euripus prima della
ristrutturazione e musealizzazione del sito. Si tratta di un ampliamento degli scavi effettuati tra il 1988
e il 1993 nel cortile del palazzo – realizzati in collaborazione tra i Musei Vaticani, la Fondazione G. Henkel di Düsseldorf e la Bibliotheca Hertziana – che hanno portato al ritrovamento della primitiva Basilica
di San Lorenzo in Damaso e di alcune strutture romane precedenti50.
Nel 1999 si intraprese la realizzazione del nuovo ingresso della Pontificia Università Lateranense.
Un breve intervento archeologico di emergenza – a sterri già ampiamente intrapresi – permise di individuare i resti di un ambiente residenziale e di alcune cantine (di cui una conservava parte di una piccola fullonica) di una grande domus romana, in uso tra il II e il IV secolo d.C.; l’antica residenza privata
doveva proseguire verso l’area delle grandi terme lateranensi (presso il gabbiotto della Gendarmeria) e
degli scavi del 1873-1874 del Corvisieri51.
Nel 2002, a seguito della necessità della costruzione di un nuovo parcheggio all’interno della Città
del Vaticano, si scelse di sfruttare l’area del piazzale di Santa Rosa, poco a nord dell’Autoparco; durante
gli enormi sterri necessari ai diversi piani del parcheggio emerse una grande quantità di materiale archeologico, inizialmente non ben individuato. A questo punto, tra il febbraio e il giugno del 2003, si rese
necessario un altro urgente scavo archeologico di emergenza, che portò alla luce un’area sepolcrale di
grandi dimensioni e di enorme interesse: si rinvennero una quarantina di edifici sepolcrali, di piccole e
medie dimensioni, e circa duecento sepolture individuali, che coprono un arco cronologico compreso
tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del IV secolo d.C. Le tombe hanno restituito preziose decorazioni –
in pittura, mosaico e stucco – insieme a numerosi sarcofagi, urne e suppellettili; una grande quantità di
iscrizioni ha permesso il riconoscimento delle provenienze, dei mestieri e delle classi sociali dei defunti:
un’enorme messe di dati storico-sociali destinata ad essere approfondita nei prossimi studi. L’area, di
quasi 500 mq., appartiene alla stessa necropoli lungo la via Triumphalis individuata nei settori della Galea,
dell’Annona e dell’Autoparco e si presentò in uno stato di conservazione unico, se non per quanto causato dagli interventi di sterro dei mesi precedenti52. Una lunga campagna di restauri e di allestimenti e
i primi studi hanno permesso, dall’ottobre 2006, di musealizzare l’area e di aprirla al pubblico, insieme
al vicino settore dell’Autoparco; un recente progetto prevede uno scavo che permetta l’unificazione
delle due aree sepolcrali adiacenti: si verrebbe così a creare un grande sito archeologico sotterraneo,
unico a Roma nel suo genere per la conservazione, per la specificità e per la possibilità di nuovi approfondimenti sul rituale funerario romano [figg. 16-17]53.
Nel marzo del 2005 si è intrapreso uno scavo archeologico nell’area del vecchio ingresso e della Cappella della Pontificia Università Lateranense, preliminare all’esecuzione del progetto concernente l’erezione della nuova ala dell’Università stessa. Lo scavo ha messo in luce parte di una domus di età romana
imperiale con numerose fasi edilizie, che vanno dalla metà del I al IV secolo d.C., a cui segue una fase di
abbandono con sepolture a cappuccina del VI secolo. La domus, già individuata negli scavi del 1999 (cfr.
14. Santa Maria Maggiore,
Area archeologica,
portico di una grande domus
con l’affresco del calendario
(mese di Settembre).
16. Città del Vaticano,
Panoramica della
Necropoli di Santa Rosa.
(Foto G. Lattanzi, per gentile
concessione dei Musei Vaticani).
15. Città del Vaticano,
Necropoli della Galea,
ambiente ipogeo della
Tomba 2 con affreschi.
17. Città del Vaticano,
Panoramica della
Necropoli di Santa Rosa.
GLI SCAVI ARCHEOLOGICI E LA LORO MUSEALIZZAZIONE
GIANDOMENCO SPINOLA
secondo intervento di pulizia e scavo parziale di alcune tombe, condotto dallo scrivente, ha permesso di
ampliare le conoscenze sulla piccola area sepolcrale.
Sempre nel 1970 si dà l’avvio a una serie di cantieri nell’area della Basilica di San Paolo fuori le Mura,
durante i quali si riordina il materiale archeologico in prospettiva della realizzazione di un antiquarium
e si rinvengono, al di sotto della navata destra, un sarcofago e alcune iscrizioni paleocristiane40.
Il teatro della Villa di Domiziano, all’interno del parco della Villa Barberini a Castel Gandolfo, era
già stato individuato nel 1657 e in parte era stato scavato dal Lanciani negli anni Ottanta dell’Ottocento
e dal Lugli pochi decenni dopo41. Tra il 1971 e il 1973 Filippo Magi ultimò gli scavi di questo monumento, esponendo gran parte della cavea, la scena e l’intera orchestra42. L’occasione dello scavo incentivò anche gli studi, le analisi e le ricostruzioni sul materiale architettonico e scultoreo dell’intero
complesso domizianeo, che si susseguirono negli anni successivi43. In particolare, nel 1989 si inaugurò
l’Antiquarium di Villa Barberini, un allestimento di opere, provenienti dai vari scavi che si erano susseguiti nel tempo, curato da Paolo Liverani, che – con l’occasione – riprese anche gli studi e le pubblicazioni sul complesso residenziale domizianeo, insieme a un periodico ciclo di restauri44.
Il 1975 fu l’anno della morte dello Josi e del pensionamento del Magi, che da allora collaborò come
consulente. Nel periodo immediatamente successivo le ricerche archeologiche nello Stato di Città del
Vaticano e nelle aree extraterritoriali subirono una lunga battuta d’arresto45.
Da ricordare, comunque, nell’agosto 1977, durante il restauro del pavimento di Sant’Anna dei Palafrenieri, il ritrovamento di due grandi frammenti di un sarcofago di elevata qualità, con la raffigurazione della
musa Thalia e di un satiro, e di due iscrizioni sepolcrali, una pagana e una cristiana46. Una nuova serie di
campagne di scavo – per lo più sempre in occasione di lavori edili – iniziò solo a partire dagli anni Novanta
e interessò sia l’area vaticana sia alcune zone extraterritoriali; le indagini vennero condotte da Giorgio Filippi, Paolo Liverani e Giandomenico Spinola, con l’aiuto di Leonardo di Blasi e la supervisione – in diversi
momenti – di Carlo Pietrangeli, Francesco Buranelli e Antonio Paolucci, nel ruolo di Direttore dei Musei.
Nella primavera del 1994 si effettuò il diserbo e un piccolo scavo nell’area di una Necropoli lungo
la via Clodia a Santa Maria di Galeria (Radio Vaticana). In Vaticano, negli ultimi mesi dell’anno, iniziarono gli sterri per la realizzazione di un magazzino destinato all’Ufficio Vendita Pubblicazioni e Riproduzioni dei Musei Vaticani, tra la Fontana della Galea e Porta Giulia. Alle spalle delle tombe rinvenute
negli anni Trenta (cfr. supra) si ritrovarono altre quattro tombe a camera (Tombe 6, 7, 8 e 11), decorate
da affreschi e da mosaici, parti di altre strutture sepolcrali e numerose tombe individuali; gli scavi portarono a una lunga campagna di restauri e di studi [fig. 15]47.
Nel 1998 si iniziarono le indagini archeologiche nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, proseguite
poi anche l’anno successivo. Le ispezioni in seguito si concentrarono nell’area della Confessione, ritrovando il sarcofago ritenuto dell’Apostolo, l’abside costantiniano e alcune strutture pertinenti alla fase
detta dei Tre Imperatori e ad interventi successivi48. I lavori vennero sospesi per le attività del Giubileo, per
poi riprendere negli anni 2002-2003 e 2006-2008 (cfr. infra)49.
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GIANDOMENCO SPINOLA
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supra), comprende un’area aperta e un cortile con fontana separati da un’aula di forma allungata. L’aula
– dotata di un impianto di riscaldamento di un tipo assai raro, caratterizzato da un’intercapedine sottopavimentale divisa da setti murari – presentava tracce di una ricchissima decorazione in tarsie marmoree, che doveva interessare il pavimento e le pareti [fig. 18]. L’area archeologica è stata parzialmente
preservata al di sotto del piano pavimentale dell’Università54.
Nel 2006 il cedimento di un breve tratto delle sostruzioni del Claudianum sul Celio (cfr. supra) ha motivato un progetto congiunto – tra la Casa Generalizia dei Passionisti, il Governatorato di Città del Vaticano, le Soprintendenze ai Beni Culturali del Comune di Roma e le Soprintendenze dello Stato Italiano
– per affrontare il restauro della parte danneggiata e degli altri settori in pericolo di crollo. I lavori di risanamento – che prevedono anche nuove indagini archeologiche – sono tuttora in corso55 e proprio al
mese di novembre 2008 risale l’ultimo rinvenimento di notevole importanza. Si tratta di un sondaggio
effettuato dalla Soprintendenza Archeologica di Roma56 – finalizzato a motivi conservativi – nel giardino
dei Padri Passionisti al Celio, all’esterno del muro del cosiddetto Ninfeo di Proserpina, nell’area delle
domus sotto la Basilica dei Santi Giovanni e Paolo. In questa occasione si è ritrovato un tesoretto di notevole interesse, composto da circa 680 monete di bronzo – di età tardo imperiale – che dovevano essere
conservate in una cassetta lignea, di cui rimangono alcuni elementi bronzei – un piedino a zampa di
leone, una chiave e varie laminette –, con accanto una bottiglia bronzea.
Tornando al 2006, nella Basilica di San Paolo si provvide alla rimozione dell’altare di San Timoteo
per rendere visibile e accessibile, per la venerazione, la Tomba dell’Apostolo57. In funzione di un progetto
edilizio esterno alla Basilica, nel 2007 si effettuarono alcuni saggi nell’orto del monastero, che hanno portato all’individuazione di cospicui resti appartenenti ai due monasteri altomedievali di Santo Stefano e
di San Cesario, con fasi dal VI al XV secolo58. Nel 2008 le indagini proseguono, estendendosi e approfondendosi nella stessa area, con una campagna di scavi in collaborazione con il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana59. In questo stesso anno (e nel 2009) altre esplorazioni si sono concentrate in un’area,
poco a sud-ovest, interessata dal progetto di costruzione di un nuovo complesso ospedaliero del Bambino
Gesù, riportando alla luce i resti di una villa romana suburbana della prima età imperiale, in uso fino
agli inizi del III secolo d.C., quando venne occupata da un sepolcreto di singole tombe ad inumazione.
Dopo i Patti Lateranensi, i criteri moderni che hanno governato gli scavi archeologici condotti nel
territorio dello Stato di Città del Vaticano e nelle aree extraterritoriali della Santa Sede si possono riassumere in pochi concetti ed una semplice dinamica: prevalentemente si è partiti da necessità edilizie, in
1
All’interno della Città del Vaticano si possono ricordare numerose aree archeologiche sotto la tutela dei Musei Vaticani:
le necropoli lungo la via Triumphalis (dell’Autoparco, di Santa Rosa, dell’Annona, della Galea); le sepolture sotto Santo Stefano degli Abissini; le fondazioni dell’obelisco del Circo di Caligola in piazza dei Protomartiri. Al di fuori della Città del Vaticano sono: i resti del Circo di Caligola sotto il Palazzo dei Propilei; gli scavi sotto la Basilica e il Battistero di San Giovanni in
Laterano; i resti delle Terme severiane all’angolo di via dell’Amba Aradam; il Ninfeo di via dell’Amba Aradam sotto l’Archivio
del Vicariato; i resti del Claudianum presso il Convento dei Passionisti e altri rinvenimenti nell’orto della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo al Celio; gli scavi sotto la Basilica di Santa Maria Maggiore; l’area di San Paolo fuori le Mura; gli scavi sotto il Palazzo della Cancelleria; i resti della Villa di Domiziano nell’area di Villa Barberini a Castel Gandolfo; i resti della via Clodia
nell’area di Radio Vaticana a Santa Maria di Galeria; i resti romani nell’area di Santa Maria Bambina; il tratto dell’acquedotto
claudio-neroniano adiacente la Scala Santa. A queste aree si dovranno aggiungere i resti archeologici in aree extraterritoriali
al di sotto delle Università Pontificie e di vari altri edifici (per esempio i Palazzi di Propaganda Fide e della Dataria).
2
E. JOSI, Scoperta d’un tratto dell’antica via Trionfale in Vaticano, in “L’Illustrazione Vaticana”, 3, 17, 1932, p. 842; CAR, D
13; E. M. STEINBY, La necropoli della via Triumphalis. Pianificazione generale e tipologia dei monumenti funerari, in Römischen Gräberstraßen, AbhMünchen, 96, 1987, p. 86; F. CASTAGNOLI, Il Vaticano nell’antichità classica, Studi e Documenti per la Storia del
Palazzo Apostolico Vaticano pubblicati a cura della Biblioteca Apostolica Vaticana, vol. VI, Città del Vaticano 1992, pp. 30
e 115; P. LIVERANI, La topografia antica del Vaticano, Città del Vaticano 1999, pp. 45 n. 1, p 52-53, 57 n. 6, p 92 n. 14, 155 n.
80, 157 n. 83; E. M. STEINBY, La Necropoli della “via Triumphalis”. Il Tratto sotto l’Autoparco vaticano, Roma 2003 [Memorie
PARA, XVII], pp. 16-17 e 94.
3
Nei Rapporti mensili si menziona la consegna alla Direzione dei Musei Vaticani di materiali (iscrizioni, frammenti marmorei e fittili) rinvenuti nei giardini in occasione di lavori (ASMV, Rapporti mensili, 1920-1930, 11/4/1928, p. 734; ASMV,
Rapporti mensili, 1931-1934, 21/4/1931, p. 986 e 18/7/1931, pp. 998-999; LIVERANI 1999, p. 46). Cfr. in generale CASTAGNOLI 1992, pp. 114-115; P. LIVERANI - G. SPINOLA, Mosaici in bianco e nero dal tratto vaticano della necropoli della via Trionfale,
in Aiscom. Atti del V Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Roma, 3-6 novembre 1997), Ravenna 1999, pp. 219-230; LIVERANI 1999, pp. 46-52; P. LIVERANI - G. SPINOLA, La necropoli vaticana lungo la
via Trionfale, Roma 2006, pp. 12-29.
4
E. JOSI, Scoperta di un sepolcreto romano nel territorio della Città del Vaticano, in “L’Illustrazione Vaticana”, 2, 3, 1931, pp.
26-35; E. JOSI, in RendPARA, VII, 1929-1931, p. 195; G. GATTI, in BullCom, 1933, p. 285; P. STYGER, Römische Katakomben, Berlin 1933, pp. 348-349; P. STYGER, Römische Märtyrergrüfte, Berlin 1935, pp. 48 sgg., tavv. 37-40; L. CASTELLI, Quel tanto di territorio, Roma 1940, pp. 78, 80; B. M. APOLLONI GHETTI - A. FERRUA - E. JOSI - E. KIRSCHBAUM, Esplorazioni sotto la confessione di
San Pietro in Vaticano, Città del Vaticano 1951, p. 20, fig. 7; A. VON GERKAN, Von antiker Architektur und Topographie, Stuttgart
1959, p. 361; CAR, G 3; F. MAGI, in EAA, VI (1965), s. v. Roma, p. 868-869; F. MAGI, ActaInstRomFin VI, 1973, pp. 15-16, tav.
III; STEINBY 1987, pp. 87-88; CASTAGNOLI 1992, pp. 108-112; LIVERANI - SPINOLA 1999, pp. 223-225; LIVERANI 1999, pp. 61-90;
Carta I, n. 124; LIVERANI - SPINOLA 2006, pp. 96-115.
5
LIVERANI 1999, p. 66, fig. 47. Nello stesso testo, a p. 65, figg. 43-46, sono state realizzate un’altra pianta e tre sezioni,
relative ai sepolcri ancora visibili.
6
S. P., “L’Illustrazione Vaticana”, III.8, 1932, p. 379; LIVERANI 1999, p. 91 n. 10.
7
JOSI 1932, p. 842; APOLLONI GHETTI - FERRUA - JOSI - KIRSCHBAUM 1951, p. 12; CAR, D 15; MAGI (1965), p. 869; STEINBY
1987, p. 86; CASTAGNOLI 1992, pp. 30, 115; LIVERANI 1999, pp. 52-53 n. 4; Carta I, n. 89.
8
L. CASTELLI, Trovamenti di antichità classica nella Villa Pontificia di Castel Gandolfo, in “L’Illustrazione Vaticana”, 4, 1933,
pp. 578-580.
9
Cfr. P. LIVERANI, in RendPARA, LXI, 1988-1989, pp. 103-130; P. LIVERANI, L’Antiquarium di Villa Barberini a Castel Gandolfo,
Città del Vaticano 1989, pp. 7-8 e 13-14; P. LIVERANI, in BollMonMusPont, XII, 1992, pp. 79-83.
10
E. STEVENSON, in AnnInst, 1877, p. 332 e sgg.; F. MATZ - F. VON DUHN, Antike Bildwerke in Rom mit Ausschluss der grösseeren Sammlungen, I-III, Leipzig 1881-1882, nn. 272, 443, 520, 815, 1607, 3379, 3499, 3533, 4003.
11
G. SPINOLA, Nascita e sviluppo della sezione epigrafica cristiana dei Musei Vaticani, in I. DI STEFANO MANZELLA (a cura di), Le
iscrizioni dei cristiani in Vaticano, [Inscriptiones Sanctae Sedis, 2], Città del Vaticano 1997, pp. 23-24; G. SPINOLA, in P. LIVERANI
(a cura di), Laterano 1. Scavi sotto la Basilica di San Giovanni in Laterano. I materiali, Città del Vaticano 1998, pp. 85-97 e 112-114.
GLI SCAVI ARCHEOLOGICI E LA LORO MUSEALIZZAZIONE
seguito si è colta l’occasione per approfondimenti scientifici, infine, per quanto è stato possibile, si è cercato di musealizzare i rinvenimenti, in modo da offrirli alla pubblica fruizione. Per raggiungere questi
ultimi scopi ci si è basati sui finanziamenti della Santa Sede, non di rado coadiuvati dalla munificenza
di altre istituzioni, di altri enti e di un buon numero di privati patroni. Notevole è sempre stato anche
l’apporto di validi tecnici e di eminenti studiosi – provenienti sia dagli organi della Santa Sede sia dall’estero – che con il loro contributo professionale e scientifico hanno permesso l’alto livello delle ricerche e certamente permetteranno la loro prosecuzione.
18. San Giovanni in Laterano,
Scavo presso l’Università
Lateranense, grande sala
riscaldata.
467
MemPontAcc, XII.1, 1973; G. DALTROP, in BollMonMusPont, I.3, 1979, pp. 15-20 e 34; P. LIVERANI, Le proprietà private nell’area
lateranense fino all’età di Costantino, in MEFRA, 100,2, 1988, pp. 891-915; P. LIVERANI, L’ambiente nell’antichità, in C. PIETRANGELI (a cura di), San Giovanni in Laterano, Firenze 1990, pp. 22-37; P. LIVERANI, in BollMonMusPont, XII, 1992, p. 125; LIVERANI 1998, pp. 7-16.
33
ASS, 1966, p. 1126; Ibidem, 1967, p. 1533; Ibidem, 1968, pp. 1454-1457; Ibidem, 1969, p. 865; Ibidem, 1970, p. 886; Ibidem,
1971, pp. 933-934; Ibidem, 1972, p. 904; Ibidem, 1973, p. 919; Ibidem, 1974, pp. 850-851, figg. 1-2.
34
ASS, 1975, p. 860. Contra: G. PISANI SARTORIO, in LTUR, III, Roma 1996, s. v. Macellum Liviae, pp. 203-204 (con bibliografia precedente).
35
M. STEINBY, in RendPARA, XLVI, 1973-1974, pp. 101-133; F. COARELLI, Roma sepolta, Roma 1984, pp. 181-189; P. LIVERANI, L’ambiente nell’antichità, in C. PIETRANGELI (a cura di), La basilica romana di Santa Maria Maggiore, Firenze 1987, pp. 4453; M. CECCHELLI, in LTUR, III, Roma 1996, s. v. S. Maria Maior, pp. 217-218 (con bibliografia precedente).
36
F. MAGI, Il calendario dipinto sotto Santa Maria Maggiore, in Pontificia Accademia Romana di Archeologia. Memorie, XI, 1972;
ASS, 2001, p. 1265; Ibidem, 2002, p. 1309.
37
ASS, 1970, p. 887. In questa nota si fa anche cenno ad alcuni lavori nel Palazzo della Dataria – in passato di proprietà del
cardinale Antonelli e passato in quegli anni all’extraterritorialità – con il riordino di opere antiche lì rinvenute o lì conservate.
38
ASS, 1970, p. 886; Ibidem, 1971, p. 934; Ibidem, 1972, p. 903; Ibidem, 1974, p. 850. Solo molti anni dopo inizierà una
schedatura scientifica dei materiali del chiostro, ad opera di Giorgio Filippi (cfr. ASS, 1992, p. 1524).
39
R. LANCIANI, in NSc, 1886, p. 236; G. LUGLI, Il teatro della villa albana di Domiziano, in StRom, II, 1914, pp. 89-148; G. LUGLI,
in BullCom, 1918, pp. 40-57.
40
ASS, 1970, pp. 886-887; Ibidem, 1971, p. 934; Ibidem, 1972, pp. 903-904; Ibidem, 1973, p. 919 e p. 220; Ibidem, 1974, p.
851; F. MAGI, in RendPontAcc, XLI, 1968-1969, pp. 69-84 e 137-144; F. MAGI, I marmi del teatro di Domiziano a Castel Gandolfo,
in RendPARA, XLVI, 1973-1974, pp. 63-77; C. PIETRANGELI, in BollMonMusPont, IX.2, 1989, p. 449; LIVERANI 1989, p. 23.
41
M. G. PICOZZI, in RendPARA, XLVI, 1973-1974, pp. 89-100; M. G. PICOZZI, in RendPARA, XLVIII, 1975-1976, pp. 95-125;
F. MAGI, in RendPARA, XLVIII, 1975-76, p. XX; F. MAGI, in RM, LXXXIII, 1976, pp. 157-164; H. VON HESBERG, in RendPARA,
LI-LII, 1978-1980, pp. 305-324; H. VON HESBERG, La scaenae frons del teatro nella villa di Domiziano a Castel Gandolfo, in “Archeologia Laziale”, IV, Roma 1981, pp. 176-180.
42
ASS, 1989, pp. 1545 e 1546; Ibidem, 1990, p. 1510; Ibidem, 1991, p. 1655; Ibidem, 1995, pp. 1253-1254; Ibidem, 1996, pp.
1224-1225; Ibidem, 2002, p. 1308.
43
ASS, 1975, p. 833.
44
Inv. 56378. ASS, 1977, p. 810; G. DALTROP, in BollMonMusPont, II, 1981, pp. 146-148, figg. 20-24.
45
ASS, 1995, p. 1253; Ibidem, 1996, pp. 1224-1225; Ibidem, 1997, p. 1342; Ibidem, 2001, p. 1265; Ibidem, 2002, p. 1309; Ibidem, 2003, p. 1294; Ibidem, 2005, p. 1383; LIVERANI - SPINOLA 1999, pp. 219-230; LIVERANI - SPINOLA 2006, pp. 12-29.
46
ASS, 1999, pp. 1382-1383; Ibidem, 2000, p. 1364; Ibidem, 2001, p. 1267.
47
ASS, 2002, pp. 1310-1311; Ibidem, 2003, p. 1295; Ibidem, 2004, pp. 1310-1311; Ibidem, 2005, p. 1385; G. FILIPPI, La tomba
di San Paolo e le fasi della Basilica tra il IV e VII secolo, in BollMonMusPont, XXIV, 2004, pp. 187-224; G. FILIPPI, in RM, 112, 20052006, pp. 277-292; G. FILIPPI, in G. AZZOPARDI (a cura di), Il culto di San Paolo nelle chiese cristiane e nella tradizione maltese, Malta
2006, pp. 3-12 e 99-106; G. FILIPPI, La tomba di San Paolo. I dati archeologici del 206 e il taccuino Moreschi del 1850, in BollMonMusPont, XXV, 2008, pp. 321-352.
48
R. KRAUTHEIMER - M. PENTIRICCI, in LTUR, III, Roma 1996, s. v. S. Laurentius in Damaso, pp. 179-182. Attualmente è in
corso di stampa il primo di due volumi sugli scavi (antichi e recenti) effettuati all’interno del Palazzo della Cancelleria, a
cura di Massimo Pentiricci e Christoph Liutpold Frommel (CH. L. FROMMEL - M. PENTIRICCI [a cura di], Gli scavi di San Lorenzo in Damaso, Città del Vaticano 2008).
49
ASS, 1999, p. 1379.
50
ASS, 2003, pp. 1294-1295; Ibidem, 2004, pp. 1307-1308; Ibidem, 2005, p. 1383; F. BURANELLI - L. ERMINI PANI, Ponificia
Accademia Romana di Archeologia. Memorie, XVII, 2003, pp. 2-3; STEINBY 2003, pp. 1-3; F. BURANELLI - P. LIVERANI - G. SPINOLA,
I nuovi scavi della necropoli della via Trionfale in Vaticano, in RendPARA, LXXVIII, 2005-2006, pp. 369-390.
51
LIVERANI - SPINOLA 2006, pp. 56-95; ASS, 2006, pp. 1303 e 1309-1311; Ibidem, 2007, p. 1303.
52
ASS, 2005, p. 1383.
53
ASS, 2007, p. 1303.
54
Lo scavo è stato condotto dall’architetto Maria Grazia Filetici e dall’archeologa Rita Santolini.
55
ASS, 2006, p. 1304. Con l’occasione, nel 2006-2007, si praticarono anche alcune indagini e analisi sul Sarcofago del
Principe degli Apostoli.
56
ASS, 2007, pp. 1304-1305.
57
Su queste recenti indagini archeologiche, in attesa delle pubblicazioni scientifiche, si possono ricordare due articoli:
G. FILIPPI - L. SPERA, Porte chiuse in faccia ai Saraceni, in OssRom, 6 aprile 2008, p. 4; G. FILIPPI - L. SPERA, Un monastero in lotta
col fiume, in OssRom, 27 luglio 2008, pp. 4-5.
GLI SCAVI ARCHEOLOGICI E LA LORO MUSEALIZZAZIONE
GIANDOMENCO SPINOLA
468
12
E. JOSI, Scoperte nella Basilica Costantiniana al Laterano, Città del Vaticano 1934; E. JOSI, Scoperte nella Basilica Costantiniana al Laterano, in RAC, XI, 1934, pp. 335-358; E. JOSI, in BullCom, LXII, 1934, pp. 163-164; A. M. COLINI, Storia e topografia del Celio nell’antichità, in MemPontAcc, VII, Roma 1944, pp. 343-377; P. LIVERANI - G. SPINOLA, in LIVERANI 1998, pp. 5-17 e
112-114.
13
S.T.A.M. MOLS - E. M. MOORMANN, in LIVERANI 1998, pp. 115-131.
14
G. SPINOLA, in LIVERANI 1998, pp. 88-92 nn. 440, 441, 442, 443.
15
B. BIAGETTI, in RendPARA, XV, 1939, p. 264, fig. 32; B. NOGARA - F. MAGI, in RendPARA, XXIII-XXIV, 1947-1949, pp.
373-374; F. MAGI, in Triplice omaggio a S.S. Pio XII, II, Città del Vaticano 1958, p. 125; P. LIVERANI, in BollMonMusPont, XII,
1992, pp. 113 e 116, figg. 22-25; G. SPINOLA, in “Kölner Jahrbuch”, 40, 2007, p. 135.
16
PH. PERGOLA, in RAC, LI, 1-2, 1975, pp. 5-23; U. FASOLA, Enrico Josi, in RendPARA, XLVIII, 1975-1976, pp. 3-9; D. REDIG
DE C AMPOS, Enrico Josi, in BollMonMusPont, I.1, 1977, pp. 11-13.
17
A. M. COLINI, in BullCom, 1938, pp. 269-270; F. MAGI, in BullCom, 1939, pp. 205-206; B. NOGARA, in QuadStRom, 9, 1941,
pp. 10-15; F. MAGI, I rilievi flavi del Palazzo della Cancelleria, Roma 1945; B. NOGARA, Un mitreo nell’area del palazzo della Cancelleria Apostolica, in Homm. À J. Bidez et à F. Cumont, Collection Latomus II, 1949, pp. 229-242; ASS, 1969, p. 865; F. COARELLI,
in MEFRA, 90,2, 1977, pp. 819-837; M. ROYO, in MEFRA, 96, 1984, pp. 847-906; F. COARELLI, in LTUR, II, Roma 1995, s. v.
Euripus, pp. 237-239; J. CALZINI GYSENS, in LTUR, III, Roma 1996, s. v. Mithra, spelaeum (Palazzo della Cancelleria Apostolica; Reg.
IX), p. 266; F. COARELLI, in LTUR, IV, Roma 1999, s. v. Sepulcrum: A. Hirtius, p. 290 e s. v. Stabula IIII factionum, pp. 339-340.
18
Inv. 10135. B. NOGARA, in RendPontAcc, XVIII, 1939-1942, p. 242; A. GIULIANO, Catalogo dei ritratti romani del Museo Profano Lateranense, Città del Vaticano 1957, p. 68 n. 80, tav. 48; W. HELBIG, Führer durch die öffentlichen Sammlungen klassischer
Altertümer in Rom, I, (4a ed.) Tübingen 1963, p. 798, n. 1116; G. SPINOLA, I Musei del Laterano. La formazione ottocentesca delle
raccolte e gli incrementi successivi, in “Kölner Jahrbuch”, 40, 2007, p. 135.
19
A. FERRUA, Le antichità cristiane nelle Grotte di San Pietro, in “La Civiltà Cattolica”, 92, 1941, pp. 358-365 e 424-433; A. FERRUA, Nuove scoperte sotto S. Pietro, in “La Civiltà Cattolica”, 93,4, 1942, pp. 73-86; Ibidem, 94, 1942, pp. 228-241; E. JOSI, Le Sacre
Grotte, in G. FALLANI - M. ESCOBAR (a cura di), Vaticano, Firenze 1946, pp. 28-31; B. M. APOLLONI GHETTI, A. FERRUA, E. JOSI,
E. KIRSCHBAUM, Esplorazioni sotto la confessione di San Pietro in Vaticano, Città del Vaticano 1951; A. PRANDI, La zona archeologica della Confessione Vaticana, Città del Vaticano 1957; M. GUARDUCCI, I graffiti sotto la Confessione di San Pietro in Vaticano, Città
del Vaticano 1965; M. GUARDUCCI, Le reliquie di Pietro sotto la Confessione della Basilica Vaticana: una messa a punto, in “Rivista
di Archeologia Classica”, 19, 1967, pp. 1-97; LIVERANI 1999, pp. 93-99 nn. 16-20, 101 nn. 22-23, 104-105 nn. 29-30, 139-147
nn. 66-67; P. LIVERANI - M. MACCIOCCA, in LTUR, Suburbium, II, Roma 2004, s. v. Cornelia via, pp. 150-153. Da ultimo (con bibliografia precedente) cfr. P. ZANDER, La necropoli sotto la basilica di San Pietro in Vaticano, Roma 2007.
20
LIVERANI 1999, pp. 99-101 n. 21.
21
Relazione del 24 Maggio 1973. Cfr. F. MAGI, in RendPARA, XLV, 1972-1973, pp. 37-73; ASS, 1973, p. 918; Ibidem, 1974, p. 850.
22
ASS, 1964, p. 722.
23
ASS, 1975, p. 860. Su Filippo Magi, cfr. Studi Etruschi, 54, 1986, pp. XIII-XX; C. PIETRANGELI, D. Redig de Campos, H. Speier, F. Magi, in BollMonMusPont, IX,2, 1989, pp. 448-449.
24
F. MAGI, in RendPARA, XLII, 1969-1970, pp. 195-199; ASS, 1964, pp. 728-729; Ibidem, 1966, pp. 1126-1127; Ibidem, 1967,
pp. 1530-1531; Ibidem, 1968, pp. 1445 e 1454; Ibidem, 1969, p. 864; Ibidem, 1970, p. 885; Ibidem, 1973, pp. 918-919; LIVERANI
1999, pp. 91-92 nn. 11-13, 93 n. 15, 104 n. 27, 105-106 n. 33, 110 n. 37, 111-124 nn. 39-45, 149-152 nn. 72-74, 153-155 nn.
76-79, 156-157 nn. 81-82. Molti di questi rinvenimenti, insieme ad altri dell’area vaticana, sono ripresi in A. M. TOMEI - P.
LIVERANI (a cura di), LTUR, Suppl. I.1, Carta Archeologica di Roma, Primo quadrante, Roma 2005, passim.
25
AA.VV., in RendPontAcc, XXVII, 1949-1953, pp. 390-391; F. MAGI, in RendPontAcc, XXX-XXXI, 1954-1958, p. 247; SPINOLA 2007, p. 135.
26
F. MAGI, Relazione preliminare sui ritrovamenti archeologici nell’area dell’Autoparco Vaticano, in Triplice omaggio a Sua Santità Pio XII, II, Città del Vaticano 1958, pp. 87-115; ASS, 1971, p. 933; AA.VV., Le iscrizioni della necropoli dell’Autoparco Vaticano, in ActaInstRomFin, VI, 1973; STEINBY 1987, pp. 85-110; CASTAGNOLI 1992, pp. 112-114, tavv. LXXV-LXXVI, figg. 151-153;
LIVERANI 1999, pp. 54-57; STEINBY 2003; LIVERANI - SPINOLA 2006, pp. 30-55.
25
LIVERANI 1999, p. 92 n. 13.
26
R. KRAUTHEIMER - W. FRANKL, Corpus Basilicarum Christianarum Romae III, Città del Vaticano 1967, p. 177, tav. VII; LIVERANI
1999, p. 61 n. 8.
27
Cfr. P. LIVERANI, L’Agro Vaticano, in PH. PERGOLA - R. SANTANGELI VALENZANI - R. VOLPE (a cura di), Suburbium, Roma 2003,
pp. 399-413.
28
ASS, 1964, p. 725. Nello stesso anno si riconobbero due iscrizioni inedite di Caligola sull’Obelisco Vaticano (ASS,
1964, pp. 724-725).
29
ASS, 1964, pp. 722-724.
30
Cfr. C. BUZZETTI, in LTUR, I, Roma 1993, s. v. Claudius, Divus, Templum (Reg. II), pp. 277-278 (con bibliografia precedente).
31
ASS, 1964, pp. 725-728; Ibidem, 1965, pp. 864-868; Ibidem, 1966, pp. 1124-1126; Ibidem, 1967, pp. 1531-1532; Ibidem, 1968,
p. 1454; Ibidem, 1969, p. 865; Ibidem, 1970, p. 885; Ibidem, 1971, p. 933; Ibidem, 1972, p. 903.
32
L. DE BRUYNE, in RAC, 44, 1968-1969, pp. 81-113; G. PELLICCIONI, Le nuove scoperte sulle origini del Battistero Lateranense,
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