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Pisa. Archeologia urbana: Corso Italia, vicolo Scardigli, I Passi

2011, Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, 6/2010

344 NOTIZ IE Pisa. Archeologia urbana: Corso Italia, vicolo Scardigli, I Passi Corso Italia (fig. 14, 1) Nell'ambito dei progetti dei Piani Integrati di Sviluppo Urbano Sostenibile (PIUSS) a partire dal mese di luglio 201 o sono stati effettuati alcuni interventi sulla rete idrica e la rete gas in Co rso Italia (sostituzione dei sottoservizi e realizzazione di nuovi allacci), preliminari alla posa di una nuova pavimentazione; le opere, realizzate da Acque spa-Servizi idrici, hanno comportato l'escavazione di una trincea, larga circa 1,10 m e profonda mediamente -0,90 m dal piano asfaltato, lungo l'i ntero tracciato del Corso, in prossimità del suo margine occidentale, procedendo per tratti di circa 20 m di volta in volta ricoperti al termine della posa delle nuove tubazioni. Cass istenza archeologica alle fasi di movimentazione terra, effettuata dalla G iano snc di Pisa sotto la direzione scientifica della dott.ssa S. Dueci della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ha consentito di intercettare e documentare alcuni lacerti pavimentali, pertinenti probabilmente all'asse viario di epoca medievale noto dai documenti come carraria Pontis Veteris o carrarùz Sancti Egidii. Nel settore di intervento compreso approssimativamente tra il civico 14 e l'incrocio con via La Nunziatina, al di sotto di livelli moderni, è stato messo in luce un piano regol are in laterizi, parzialmente obliterato dalle soprastanti tubazioni, che si estende con piccole lacu ne per una lunghezza di circa 7 m (fig. 15); nella parte orientale della trincea esso presenta un' orditura a spina di pesce, alternata ad una disposizione differente degli elementi, posti di taglio e paralleli fra di loro lungo una direttrice est-ovest, mentre in quella occidentale il piano, maggiormente frammentar io e sconvolto, mostra nelle porzioni integre la messa in opera a spina di pesce dei laterizi. Delle lacune presenti soltanto una, risarcita con ciottoli di diversa pezzatura, risulta contestuale all a fase di utilizzo della pavimentazione, mentre le altre sono probabilmente successive alla sua defunzionalizzazione ed hanno consentito di saggiare i livelli sottostanti di preparazione del piano, che non hanno tuttavia restituito materiale archeologico. Un ridotto lacerto della pavimentazione, delle dimensioni di circa o,8ox I m, è venuto alla luce anche tra i civici u8 e I 20, alla quota di -0 ,9 5 m dal piano asfaltato (fig. r6); composto da laterizi dello stesso modulo (3oxrox6 cm) in opera a spina di pesce senza leganti , esso (a differenza del precedente) è stato rimosso per consentire il raggiungimento della quota di progetto, evidenziando un letto di posa a matrice argillo-sabbiosa di spessore es iguo, totalm ente privo di materiale archeologico. Numerosi ulteriori lacerti -spesso conservati quasi a livello di traccia- sono stati identificati in vari punti lungo entrambe le sezioni della trincea, ad una quota compresa fra -0,85 e -1,00 m dal piano asfaltato; di essi - asportati probabilmente in occasione della messa in opera dei vecchi sottoservizi fig. 14- Pianta di Pisa con l'ubicazione dci rinvenimenti . laddove questi hanno inciso ad una quota inferiore al piano di posa dell'ammattonato - non è stato possibile determinare l' orditura. Il piano pavimentale individuato nel corso dell'assistenza archeologica alle opere sopra descritte presenta alcuni elementi che consentono di ascriverlo genericamente al xm secolo. Pur in assenza di indicatori cronologici precisi (laddove indagati, gli strati sottostanti al piano, infatti, non hanno restituito materiale archeologico, né gli scarsissimi frammenti ceramici recuperati al di sopra di esso offrono sicuri agganci cronologici), la disposizione dei late rizi, le loro dimensioni e la quota di posa del piano permettono di istituire un raffronto con i lacerri pavimentali portati alla luce in anni recenti in Borgo Stretto (Al berti, Baldassarri 2004) ed in piazza delle Vettovaglie (Baldassarri, Milanese 2004), datati tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo, mentre gli elementi noti riguardo allo svi luppo urbanistico del settore meridionale di Pisa in epoca medieval e, oltre a confermare l' inquadramento cronologico proposto, consentono di ipotizzare che possa trattarsi della pavimentazione antica della strada nota come carraria Pontis Veteris o carraria Sancti Egidii (o S. Gi lio) . Essa prese il nome dalla chiesa di S. Egidio, ubicata presso l'attuale incrocio tra Corso Italia e via Cottolengo e donata dalla fondatrice alla chiesa di S. Paolo in Ripa d'Arno tra ilu66 ed il 1191, ed il suo sviluppo è da legarsi al recupero dell'insediamenro urbano verso est, che determinò, a partire dalla seconda metà dell'xr secolo, lo spostamento in questa direzione della bisettrice della città. Tale fenomeno venne sottolineato dalla costruzione del nuovo ponte sull'Arno, in corrispondenza dell'attuale Ponte di Mezzo, che rimpiazzò il precedente attraversamento Auviale, situato tra la chiesa di S. Cristina a sud e quella di S. Salvatore di Porta Aurea (attuale chiesa della Madonna dei Galletti) a nord del fiume, non più utilizzabile o comunque non p iLI funzionale in relazione al nuovo assetto urbano. Nel settore a sud dell'Arno, pertanto, in corrispondenza dell'imbocco del nuovo ponte si venne a sviluppare un nuovo asse viario ad esso affe rente, ovverosia la via PROV IN CIA D I PISA fig. r 5 -Corso Italia: lacerto pavimentate tra il civico 345 14 e l' incrocio con via La Nunziatina. pubblica del ponte de Arno (attuale via di Banchi) ed il suo proseguimento verso sud, corrispondente all'attuale tracciato di Corso Italia. Vicolo Scardigli (jìg. 14, 2) Lassistenza archeologica, effettuata nel mese di luglio del 2010 allo scavo degli alloggiamenti delle fosse biologiche all'interno del resede di un condominio privato ha consentito di intercettare una sequenza stratigrafica ricca di materiale ceramico che abbraccia un orizzonte cronologico esteso dal Xlii al XVII secolo (maiolica arcaica e graffita policroma a punta di produzione pisana; maiolica blu e italo-moresca, graffita a fondo ribassato e a stecca monocroma verde e bianca di produzione montelupina). Essa è venuta alla luce nel corso della realizzazione della trincea pitt orientale fra le due scavate nell'area (entrambe delle dimensioni di r,30xi,30 m e profonde -2,20 m dal piano di campagna) e si articola nel taglio di una fossa, impiegata come discarica nel corso del XVll secolo, che ha intaccato e distrutto stratigrafie più antiche, risalenti al XIII secolo, nonché la sottostante sedimentazione alluvionale, pertinente ad una zona umida o al fondo di un canale. Tra i materiali fittili rinvenuti nel riempimento spiccano numerosi frammenti di coppe e bacini in maiolica arcaica di produzione pisana, databili tra gli inizi del XIII e la metà del XIV secolo, ed alcuni frammenti fittili riconducibili ad attività di lavorazione della ceramica. Si tratta di due distanziatori a zampa di gallo e di tre frammenti di biscotto, riconducibili a forme di maiolica arcaica, che potrebbero indicare la presenza di vasai in una zona vicina a quella di intervento, come sembrano attestare anche gli indicatori di produzione emersi in giacitura secondaria durante le indagini nel vicino cantiere degli ex Laboratori Gentili (Ducci et aL. nel presente volume, pp. 336-340) . Si segnalano infine due framment i di fig. 16 - Corso Italia: lacerto pavimcntale tra i civici II8 e 120 . fig. 17- Vicolo Scardigli: contenitore ceramico forato (lanterna?) . 346 NOTIZ IE ceramica depurata pertinenti ad una forma chiusa con bordo estroflesso dentato, tesa decorata con graffiti ad onda eseguiti a crudo e delle aperture, praticate lungo le pareti, conformate a triangoli alternati (fig. 17); questa particolare forma ceramica potrebbe essere identificata come una lanterna. Località I Passi (fig. q, 3) Le indagini nella località in oggetto sono state avviate nel 2008 in occasione della realizzazione, da parte del Comune di Pisa, di una serie di opere volte alla sistemazione idraulica di Pisa Nord al servizio dell 'abitato di Porta a Lucca; tali opere, suddivise in lotti funzionali, sono state precedute nel 2006-2007 da alcuni accertamenti finalizzati alla valutazione previsionale di impatto archeologico che hanno rilevato la presenza nell'area di evidenze relative al periodo romano, quali fattorie e tracce di centuriazione (Paribeni , Pasini, Carrera 2008). Sulla base dei dati emersi è stata dunque prescritta dalla competente Soprintendenza l'assistenza archeologica durante i lavori di movimentazione terra necessari alle opere di sistemazione idraulica, effettuata dalla Giano snc sotto la direzione scientifica del la dott.ssa S. Ducci. Il primo lotto funzionale ha interessato l'area delimitata dalla linea ferroviaria Pisa-Lucca ad est, dal fosso delle Palazzine a sud, dalla via xxrv Maggio ad ovest e dal Fiume Morto a nord ed ha comportato la realizzazione di una vasca per un impianto idrovoro e di un canale di collegamento tra questo ed il fosso delle Palazzine. Lo scavo è stato preceduto dal la bonifica bellica, resasi necessaria a causa della vicinanza dei binari ferroviari; tale fase ha previsto l'escavazione di numerose trincee per accertare che le anomalie metalliche riscontrate dalle analisi strumentali non costituissero residui bellici inesplosi relativi all'ultimo conflitto. La sorveglianza archeologica a tali operazioni ha permesso di constatare come fino ad una profondità d i circa due metri non sussistano tracce di frequentazione antropica di epoca antica. L analisi stratigrafica, infatti, ha confermato le ipotesi avanzate durante lo scavo delle trincee effettuate per la valutazione previsionale di impatto archeologico: al di sotto di uno strato di terreno arativo di origine sedimentale si evidenzia uno strato a matrice argillosa di colore marrone-rossiccio; tale formazione è da ricondursi alla realizzazione nella zona di rialzamenti artificiali del terreno, testimoniati da alcuni documenti del XII e XIII secolo (Ceccarelli Lemut, Mazzanti, Morelli T 994), volti alla difesa di strade ed insediamenti dalla vasta depressione lagunare qui formatasi in età tardoantica a seguito dell'innalzamento dei letti dell'Arno e dell'Auser, innalzamento conseguente al venir meno del complesso sistema per la regimazione delle acque ed al completo mutamento dell'assetto idraulico, all'indomani del collasso dell'impero romano. l successivi scavi della vasca per l'impianto idrovoro e del relativo canale di collegamento col fosso delle Pa- lazzine hanno raggiunto la profondità rispettivamente di -5 e di -3 m rispetto alla quota del piano di campagna, senza evidenziare alcun elemento significativo dal punto di vista archeologico. l:ulteriore abbassamento di quota del fondo del canale, funzionale al raggiungi mento della pendenza per il corretto deflusso delle acque, ha tuttavia portato alla luce, circa 20 m a sud dell'alloggiamento destinato all'impianto idrovoro, l'interfaccia superiore di uno strato contenente frammenti fittili. I campioni prelevati si ascrivono genericamente all 'età del Bronzo ed appartengono ad olle di fattura grosso lana, ad impasto non depurato di colore rosso-bruno, decorate a costolatura mediana longitudinale o a borchie e modellate ad incavo o a tornio primitivo. Limpossibilità di prosciugare completamente i 50 cm di acqua di falda presenti sul fondo del canale lungo l'intero tracciato ha reso impraticabile l'effettuazione di ulteriori indagini mediante saggi stratigrafici o trincee di approfondimento, avendo peraltro lo scavo già raggiunto la quota di progetto. l:ipotesi avanzata è che si tratti della sommità di una delle isole deltizie tipiche di un'area di confluenza di più corsi d 'acqua, frequentata durante il Bronzo medio o finale ed abbandonata in seguito a favore dell'occupazione di zone più sane e salubri, come avvenuto nel caso del nucleo insedi ati vo scoperto nei terreni in fregio a via di Gello (Bruni 1998, p. 82 sgg., tav. I 5). SILVIA DucCI*, FRANCEsco CARRERA**, DARIA PASINI **, MARCO BoNAiuTo** * Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. ** Giano snc, Pisa. Riferimenti bibliografici ALBERTI A., BALDASSARRI M. 2004, Prima delle Vettovagli!'. Gli scavi archeologici nella piazza, in Architetture Pisane 3, pp. 42-49· BALDASSARRI M., MILANESE M. 2004, Archeologia in Chinzica. insediamento efimti materiali (secoli XI-XIx) dagli scavi nell'area di Santa Cristina in Pisa, Pisa. BRUNI S. 1998, Pisa etrusca. Anatomia di una città scomparsa, Milano. CECCARELLI LEMUT M. L., MAZZANTI R., MORELLI P. 1994. Il contributo delle fimti storiche alla conoscenza della geomorfologia, in R. MAZZANTI (a cura di), La pianura di Pisa ed i rilievi contermini. La natura e la storia, Pisa, pp. 401-429. GARZELLA G. 1990, Pisa com'era: topografia e insediamento dall'impianto tardoantico alla città murata del secolo XII, Napoli. 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