1-2_frontespizio_colophone:sitar 13/05/2013 21.40 Pagina 1
Soprintendenza Speciale
per i Beni Archeologici di Roma
SITAR
Sistema Informativo Territoriale
Archeologico di Roma
Atti del II Convegno, Roma 9 novembre 2011
VOLUME A CURA DI
Mirella Serlorenzi
e
Ilaria Jovine
1-2_frontespizio_colophone:sitar 13/05/2013 21.40 Pagina 2
Edizioni IUNO
Coordinamento editoriale
Marco Arizza
Grafica e impaginazione
Fabio Filonardi
Stampa
LB Pubblicità di Bianca Liccardo
[email protected]
E’ vietata la riproduzione, con qualsiasi procedimento, della presente opera o di parti di
essa senza espressa autorizzazione dell’editore.
Per l’acquisto dei diritti contattare:
[email protected]
© 2013 Iuno s.r.l.
Via Anastasio II, 325
00165 – Roma
[email protected]
3-4_INDICE_:sitar 13/05/2013 21.58 Pagina 1
INDICE
PARTE I: LA RAPPRESENTAZIONE PUBBLICA DEI DATI
M. Serlorenzi
Il SITAR in rete. Rappresentare, tutelare, diffondere
17
E. Valente
La rete GARR a supporto della Ricerca e dell’Istruzione:
filosofia e prospettive per il futuro
31
G. Azzena, S. Campana, P. Carafa, A. Gottarelli
Il Sistema Informativo Territoriale Archeologico Nazionale - SITAN
41
M. Ciurcina, P. Grossi
Open Data: alcune considerazioni sulla pubblica amministrazione
e sui beni culturali e paesaggistici in Italia
47
P. Procaccini, S. Patella
Regione Lazio: verso l’Infrastruttura dei Dati Territoriali
conforme ad INSPIRE ed alle specifiche tecniche promosse dal DigitPA
69
A. De Tommasi, A. Varavallo, M. Loche, M. Santamaria
Lo sviluppo tecnologico del Sistema Informativo Territoriale
Archeologico di Roma
77
S. Bertoldi, V. Fronza, M. Valenti
Web 2.0 e gestione integrale dei dati di scavo
97
A. Scianna
Modelli innovativi di cartografia numerica e sistemi di fruizione
multimediale dei beni culturali
109
S. Piro
Integrazione di metodi geofisici ad alta risoluzione per l’individuazione
di corpi anomali superficiali. Rappresentazioni 3D in archeo-geofisica
121
PARTE II: LA TUTELA E LA DIFFUSIONE DEL DATO ARCHEOLOGICO
S. Keay, G. Earl
Portali di archeologia 1: Progetto Porto e le sue connessioni
131
C. Panella, M. Fano, E. Brienza
Dallo scavo alla valorizzazione. L’esempio della valle del Colosseo
e delle pendici del Palatino
145
A. Ancona, A. Contino, R. Sebastiani, A. Capodiferro, P. Quaranta,
L. Rustico, L. Capodiferro, C. Delogu, E. Pallotti
Archeologia e Multimedialità: i siti dell’Aventino e del Testaccio
157
3-4_INDICE_:sitar 13/05/2013 21.58 Pagina 2
A. Rotondi
Il SITAR a supporto della gestione del patrimonio
163
A. Tomasello
SITAR, un approccio nuovo per rilevare, documentare
e gestire il patrimonio storico – naturalistico
165
G. Strano
Parchi archeologici della SSBAR: il SITAR come strumento
di rilevamento e gestione del paesaggio storico vegetazionale
169
Bibliografia
175
97-108_BERTOLDI FRONZA VALENTI:sitar 13/05/2013 20.14 Pagina 1
Web 2.0 e gestione integrale dei dati di scavo
S.Bertoldi[S.B.]
(Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali - Università degli Studi di Siena)
V. Fronza[V.F.]
(Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali - Università degli Studi di Siena)
M.Valenti[M.V.]
(Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali - Università degli Studi di Siena)
Filosofia di lavoro
L’informazione archeologica, come qualsiasi forma culturale, é un bene comune e
come tale dovrebbe essere trattata, nella tutela e nella divulgazione, sposando il
concetto di democratizzazione del dato. Rendere pubblica la propria ricerca è un
dovere imprescindibile; per questo motivo il gruppo di lavoro del LIAAM, dopo
aver spinto molto sulla gestione informatizzata dello scavo archeologico fin dalla
metà degli anni ‘90 del secolo scorso, oggi si sta cimentando con una sola parola
d’ordine: live excavation.
La ricerca esasperata della trasparenza significa per noi fare un’operazione di Archeologia Pubblica alla massima potenza ideologica e politica, trovando peraltro
una sponda perfetta in quell’uso massiccio di tecnologia nella pratica archeologica
che negli ultimi vent’anni ha progressivamente mutato le metodologie di lavoro;
dall’immagazzinamento dei dati (si pensi ai grandi sistemi di database e GIS) sino
alla loro analisi, la costruzione di conoscenza è legata a doppio filo all’informatica.
La questione metodologica si pone in primo piano, nella consapevolezza di come
le scelte fatte di documentazione-informazione cambino (in bene o in male non sta
a noi dirlo) la natura dello scavo archeologico, indirizzando verso modi diversi di
ragionare e di interpretare (perché impostiamo routine di documentazione che obbligano a pensare in determinate modalità e direzioni). Quindi una fase, volenti o
nolenti, di trasformazione e di travaglio teorico e metodologico che non possiamo
eludere.
Qualità, trasparenza, uso delle tecnologie attuali della comunicazione significa per
noi raffinare continuamente quanto stiamo facendo, traendone regole fluide e dinamiche che arricchiscono la nostra posizione teorica di partenza e la sviluppano.
I mezzi ora disponibili per migliorare la qualità del dato e della sua comunicazione
possono e devono essere esplorati e percorsi per raggiungere tali obiettivi.
Tutto ciò nel solco di alcuni principi base ai quali noi, per formazione, origini, esperienze di gruppo fatte e razionalizzate, non possiamo e non vogliamo rinunciare:
- documentare tutto (non lo consideriamo overflow, tutt’altro);
- costruire gli strumenti di processamento;
97
97-108_BERTOLDI FRONZA VALENTI:sitar 13/05/2013 20.14 Pagina 2
Web 2.0 e gestione integrale dei dati di scavo
- processare i dati usando la tecnologia come strumento di elaborazione;
- rendere pubblici i passi che svolgiamo quotidianamente, la documentazione che
realizziamo, ciò che ipotizziamo;
- democratizzare il dato e l’informazione ricercando una costruzione partecipata
della conoscenza.
Nell’ultima decade le “interconnessioni” tra persone sono esponenzialmente accresciute, sia attraverso canali sempre più diffusi - basti pensare alle reti wi-fi o alla
banda larga per i cellulari – sia per la creazione di nuovi metodi di comunicazione
e socializzazione dell’informazione, tra cui i modelli di riferimento non possono che
essere Facebook (d’ora in poi FB) e Wikipedia sino ad Academia.edu.
La rete globale ci ha fornito il mezzo per iniziare una vera e propria rivoluzione
nella diffusione, discussione e pubblicazione dei dati archeologici; forse non avremo
il sistema perfetto che tenacemente desideriamo, ma in realtà abbiamo a disposizione un colosso informatico che potenzialmente ci mette in comunicazione con
centinaia di milioni di utenti, abbattendo i limiti geografici, linguistici e politici.
Abbiamo per le mani uno straordinario mezzo di glasnost (letteralmente dal russo:
“pubblicità” nel senso di “dominio pubblico”), termine che ha caratterizzato molti
dei nostri scritti informatici in cui si rivendicava la trasparenza come fede assoluta
per usare le tecnologie alla stregua di strumento di produzione di sapere e non come
fini a se stesse.
Non abbiamo paura a farci giudicare; il re può e deve essere nudo e per non “rivestirlo” abbiamo deciso di perseguire un sistema di registrazione-documentazionediffusione che definiamo il doppio binario. Questo, in poche parole, passa dall’uso
della rete a tutto tondo combinando, speriamo intelligentemente, pagine web e social network. Il doppio binario costituisce un sistema e non “edonismo e protervia”
come vediamo fare in alcuni dei pochi esperimenti presenti in rete. Lavorare sul
doppio binario continuativamente non significa togliere tempo, o perdere di vista
l’archeologia tout cour, ma piuttosto stare nel processo archeologico a 360 gradi.
La democratizzazione del dato archeologico implica un’azione tesa alla condivisione
partecipata (e non partecipativa), dove si deve cercare appunto di “far partecipare”
e rendere partecipi quanti più soggetti possibili.
Quindi due binari percorsi in contemporanea: durante lo scavo, social network (FB)
e gestione in rete della documentazione; dopo lo scavo, sito web dedicato con archivi
on line e web GIS. Questi due binari non vanno letti come una duplicazione, ma
sono da intendersi in termini di complementarietà; il loro uso deve svolgersi sincronicamente.
FB e la gestione in rete costituiscono il grande quaderno telematico su cui si annotano riflessioni e si fa dibattito o ci si completa a vicenda; è l’agenda nella quale si
mostra il divenire dello scavo e della riflessione in corso: un’operazione di pubblicizzazione della costruzione del dato e dell’informazione che ne mostra apertamente
le tappe.
Il sito internet che gestiamo dal 2001, in cui trovano posto le pagine dedicate agli
scavi, nei suoi dieci anni di storia ha cambiato necessariamente obiettivi; solo chiu98
97-108_BERTOLDI FRONZA VALENTI:sitar 13/05/2013 20.14 Pagina 3
SITAR 2011
dendo gli occhi si può accettare che questo cambiamento non sia avvenuto. Lo
stesso Internet dal 2001 è incredibilmente cambiato e con esso il modo di fare informazione. Non basta più, anche in archeologia, una news sul proprio indirizzo
concernente il proprio scavo o la propria ricerca, ma è indispensabile entrare direttamente nei computer degli utenti; e, al tempo stesso, far entrare gli utenti all’interno delle proprie banche dati e delle interpretazioni che ne derivano. Nelle
pagine dedicate ad uno scavo si consulta e si interagisce oggi con la massa critica
delle informazioni prodotte e poi lette secondo la propria sensibilità di ricercatore.
Si è in errore se si è capito che la filosofia fin qui esposta si basa sull’uso di FB per
diffondere e del sito web solo per immagazzinare dati. I siti web nascono innanzitutto per diffondere e ciò vale anche per il nostro; magari si dà la preminenza proprio a ciò che è immagazzinato nei database del sito stesso, ma comunque serve
per diffondere (archivi, dati, interpretazioni, pensieri e chi più ne ha più ne metta).
I social network vanno usati come tali, sfruttando quello che è il loro principale
punto di forza, ovvero la visibilità pressoché illimitata e dunque la possibilità di
coinvolgere nelle nostre idee, spunti, osservazioni gente che altrimenti non sarebbe
tentata a “dialogare” con noi.
[M.V.]
Sito web e Facebook
Come già anticipato precedentemente i risultati dello scavo del Castello di Miranduolo, sin dalla prima campagna del 2001, vengono quotidianamente immessi in
rete nel sito web dedicato al progetto1.
La seconda fase di innovazione del modo di concepire e proporre online la documentazione archeologica direttamente dai cantieri di scavo è iniziata tra il 2009 e
il 2010, anni in cui è stato introdotto FB nel nostro sistema divulgativo e, al contempo, il sito web è stato rivoluzionato adottando un CMS (Content Management
System)2.
Le nostre pagine web (fig. 1), oltre ad ospitare il giornaliero diario di scavo, sono
al momento capaci di contenere tutti gli archivi alfanumerici delle unità stratigrafiche e dei reperti (dalla ceramica con relativi disegni fino ai carporesti), le fotografie di scavo (ogni giorno viene costruita una fotogallery con circa 40 immagini),
vari articoli di approfondimento, video, pagine dedicate alle prime ipotesi interpretative, gli elenchi dei rilievi e delle scansioni 3D, i diagrammi stratigrafici, ecc.
Il dato geografico è invece gestito mediante un apposito webGIS3 (fig. 2). L’appli1
2
3
http://archeologiamedievale.unisi.it/miranduolo/
I CMS sono web application che consentono di gestire l'immissione in rete di contenuti (articoli,
schede, elenchi, link, immagini, filmati, ecc.) attraverso un front-end di semplice uso; nel nostro
caso la scelta è ricaduta su Drupal. Per un'introduzione all'uso dei CMS presso il LIAAM si veda
ISABELLA 2009, mentre per una descrizione approfondita del nuovo sito web di Miranduolo rimandiamo a ISABELLA 2012.
http://archeogis.archeo.unisi.it:8080/pmapper/map.phtml. Per la sua realizzazione abbiamo utilizzato Mapserver con p.Mapper come front end (per una puntuale panoramica sulle potenzialità di
Mapserver si veda KROPLA 2005).
99
97-108_BERTOLDI FRONZA VALENTI:sitar 13/05/2013 20.14 Pagina 4
Web 2.0 e gestione integrale dei dati di scavo
cazione è un contenitore per tutte le evidenze archeologiche dello scavo, interrogabili e connesse alle schede US del sito e tramite queste ai reperti, offrendo così una
più ampia profondità di informazione; oltre alle unità stratigrafiche, all’interno
della piattaforma è possibile attivare una serie di viste tematiche per fasi, con le
strutture interpretate che facilitano la lettura. Nel complesso, allo stato attuale,
siamo di fronte ad un colosso di circa 50.000 singole pagine web, in costante aumento.
Fig. 1 - Home Page del sito web dello scavo del Castello di Miranduolo
Come detto, il modello del doppio binario4 è il concetto che sta alla base del modo
di divulgare i dati archeologici prodotti sul cantiere di Miranduolo; all’uso del sito
web viene affiancato un social network di ampio respiro come FB5, con l’intento di
bussare direttamente alla porta degli utenti.
In questi tre anni di esperienza l’uso di FB è progredito notevolmente, fino ad arrivare all’attuale documentazione minuto per minuto; registriamo ogni singolo passaggio del faticoso processo di costruzione ‘artigianale’ del dato che avviene e il
lungo travaglio attraverso il quale si arriva a produrre quella conoscenza storica
che costituisce il fine ultimo della nostra disciplina.
Prendendo ancora una volta spunto dalla recente campagna di Miranduolo, per
chiarire maggiormente il nostro uso dei social network e cercare di razionalizzare
a posteriori il flusso informativo live che viene immesso sul binario FB durante lo
svolgimento dello scavo, possiamo suddividere i messaggi in 6 categorie:
- post descrittivi: resoconto aggiornato dei contesti che via via emergono o si modificano durante la giornata;
4
5
100
Per una completa descrizione del concetto di doppio binario si veda VALENTI 2012.
http://www.facebook.com/miranduolo. Il link si riferisce alla Pagina FB che, seguendo le politiche
adottate dal social network, dal 2012 ha sostituito il precedente Gruppo dedicato allo scavo; quest'ultimo, al momento in cui scriviamo, risulta comunque ancora reperibile all'indirizzo
http://www.facebook.com/groups/136449023512/.
97-108_BERTOLDI FRONZA VALENTI:sitar 13/05/2013 20.14 Pagina 5
SITAR 2011
Fig. 2 - WebGIS del Castello di Miranduolo; vista tematica con le evidenze di VIII
secolo d.C.
- post interpretativi: se lo stato di avanzamento dell’indagine lo permette, i post
evidenziano spesso anche un’interpretazione, chiaramente provvisoria e, in molti
casi, modificata se non del tutto superata dall’emergere di nuovi dati e idee;
- post interpretativi con discussione condivisa: in moltissimi casi si genera un meccanismo virtuoso di discussione attraverso i commenti FB che costituiscono un
valore aggiunto notevole;
- post di identificazione reperti: collocazione cronologica e funzionale di reperti
particolari e/o datanti da parte degli specialisti del nostro gruppo di lavoro (non
sempre presenti sullo scavo) e della comunità scientifica più in generale;
- post sullo stato della documentazione: segnalano gli aggiornamenti di schede US,
inventario e schede reperti, rilievo, scansioni 3D, ecc.;
- post con comunicazioni di servizio.
Uno dei punti di forza del sistema deve essere visto nelle aree di discussione del
gruppo6, luogo dove, parallelamente ai post che fotografano le situazioni istantanee,
si possono trovare una serie di dibattiti incentrati sia sulle questioni interpretative
più complesse e sulla sintesi dei dati di scavo, sia sull’approccio metodologico della
live excavation.
[S.B.]
L’uso del tablet iPad sullo scavo
L’ulteriore passo in direzione di una completa documentazione digitale dell’infor6
Nel corso del 2012 FB ha modificato la gestione delle aree di discussioni, eliminandole da gruppi e
pagine; abbiamo comunque salvato i testi reperibili all'indirizzo
http://www.facebook.com/groups/136449023512/docs/ del vecchio “Gruppo” e, in parte, anche nella
sezione “Documenti” della nuova pagina (http://www.facebook.com/miranduolo/notes_tagged).
101
97-108_BERTOLDI FRONZA VALENTI:sitar 13/05/2013 20.14 Pagina 6
Web 2.0 e gestione integrale dei dati di scavo
102
Fig. 3 - Uso dell’iPad sul cantiere di Miranduolo per la gestione della documentazione di scavo
97-108_BERTOLDI FRONZA VALENTI:sitar 13/05/2013 20.14 Pagina 7
SITAR 2011
mazione archeologica è quello rappresentato dall’utilizzo sul cantiere di tablet PC7,
(fig. 3) una sperimentazione che vuole innanzitutto portare al superamento del diario di scavo, l’ultimo “foglio di carta” ancora universalmente diffuso in archeologia.
In effetti il diario (o quaderno) di scavo costituisce, tradizionalmente, uno strumento molto soggettivo e personalizzato sul quale ciascun responsabile di settore
annota, a modo suo, le informazioni rilevanti per governare le indagini in corso. Vi
possono trovare posto l’elenco delle unità stratigrafiche, un riassunto delle indagini
svolte in giornata (eventualmente specificando anche quali scavatori hanno operato
su quali contesti), gli schizzi a mano delle situazioni stratigrafiche (planimetrie e
sezioni), le cose fatte e quelle da fare, le idee e le suggestioni interpretative, lo stato
della documentazione per ciascuna US (schede, overlay, quote, foto, scansione 3D,
ecc.), gli abbozzi di matrix più o meno parziali, e così via.
Questa documentazione “per direttissima” continua generalmente ad essere prerogativa del cartaceo, forse perché si ritiene che gli appunti di prima mano e le riflessioni grezze e preliminari fatte sullo scavo debbano essere scritte di pugno sui
quaderni, inserendo la produzione digitale solo ad un secondo livello, a ragionamento già effettuato. Da qui nasce l’idea di provare, utilizzando strumenti agili, a
digitalizzare e condividere anche questo tipo di informazioni.
L’uso di tablet PC non è un concetto del tutto nuovo in archeologia8, ma le recenti
e forti innovazioni di cui sono stati oggetto li rendono ora maggiormente appetibili
per l’uso che intendiamo farne; ci riferiamo soprattutto alla maturazione acquisita
a livello hardware e software e, di riflesso, all’enorme fetta di mercato che questa
tipologia di prodotti (e, più in generale, il mobile computing) sta acquisendo a scapito di notebook e netbook.
La continua e repentina evoluzione dei dispositivi e delle relative applicazioni, rende
difficile, se non impossibile, configurare un set di software statico e immutabile nel
tempo, in grado di assolvere alle nostre esigenze; nel periodo di sperimentazione
sono state perciò scelte (e spesso cambiate) una serie di applicazioni utili per la redazione della documentazione di scavo attraverso appunti, disegni/schizzi e fotografie.
Dopo diverse tappe intermedie, il cantiere di scavo (ancora una volta l’unico banco
di prova per misurare la validità delle scelte metodologiche effettuate), ci ha portato
finalmente a scartare le app costruite ad hoc per iPad. Al loro posto abbiamo deciso
di puntare sulle sempre più diffuse web-application; queste rispondono maggiormente alla nostra urgenza pratica e teorica di indipendenza dal dispositivo hardware, trovando una precisa corrispondenza con i principi del cloud computing che
caratterizza il web 2.0 e, per quanto riguarda il nostro specifico utilizzo, con l’esigenza di condividere in rete i quaderni digitali.
L’unica vera e propria applicazione per iPad che abbiamo deciso di mantenere all’interno della nostra suite di software è stata iDraw, al momento l’avanguardia
7
8
Per quanto riguarda le ragioni tecniche della scelta di un tablet PC ed in particolare di iPad si rimanda a FRONZA 2012
Si veda ad esempio CIANCIARULO-GUERRA 2007
103
97-108_BERTOLDI FRONZA VALENTI:sitar 13/05/2013 20.14 Pagina 8
Web 2.0 e gestione integrale dei dati di scavo
nell’ambito della app dedicate alla grafica vettoriale. Nel nostro caso, si è rivelata
di estrema utilità per il ritocco e la caratterizzazione delle fotografie, il disegno di
appunti grafici e schizzi delle situazioni in corso di scavo, la costruzione di matrix;
tutte queste potenzialità sono state sfruttate, a seconda dei casi, sia per la documentazione, sia per la divulgazione su FB.
La gestione dei dati alfanumerici e fotografici è invece stata interamente affidata a
due webapp, nella loro versione base e gratuita: Evernote e Flickr.
La prima (fig. 4) è una note-taking app che permette di creare taccuini, ciascuno
dei quali è costituito da singoli appunti; questi appunti possono ospitare varie tipologie di contenuti: testo (per il quale viene messo a disposizione anche di un discreto editor), immagini, file allegati, link a siti internet, clip (ritagli) di pagine
web, tabelle, to-do-lists, ecc. Dispone inoltre di una serie di strumenti potenti per
l’organizzazione e il reperimento delle informazioni: i taccuini possono essere nidificati (organizzati in maniera gerarchica), gli appunti “taggati” e le tag (etichette)
a loro volta disposte in maniera gerarchica; infine, l’applicazione implementa una
motore di ricerca testuale che consente anche di salvare le query. Come anticipato,
i singoli taccuini possono essere resi disponibili online; attraverso un sistema di privilegi e inviti è possibile specificare gli utenti con i quali effettuare la condivisione
Fig. 4 - I diari di scavo e gli appunti annotati direttamente sullo scavo, su Evernote, tramite iPad
104
97-108_BERTOLDI FRONZA VALENTI:sitar 13/05/2013 20.14 Pagina 9
SITAR 2011
oppure rendere i documenti di dominio pubblico e quindi accessibili per chiunque9.
A Evernote abbiamo affiancato Flickr (fig. 5), il noto servizio web per la gestione
e la condivisione di immagini. L’applicazione si caratterizza per la facilità d’uso:
ogni utente dispone di un album all’interno del quale possono essere creati dei set
di immagini; inoltre, è implementato un sistema di “taggatura” molto efficace, che
permette di organizzare liberamente i contenuti. La webapp (che, come Evernote
dispone di client per iOS) si è rivelato uno strumento ottimale nella gestione immediata degli schizzi di scavo e delle foto maggiormente rappresentative o, comunque, di più frequente utilizzo. Ad esempio, è possibile creare raccolte di foto per i
singoli contesti o le strutture che via via lo scavo propone e ciascuna foto può essere
“taggata” con i riferimenti stratigrafici (area/saggio di scavo, US visibili, periodizzazione, ecc.); è possibile annotare appunti direttamente sulle immagini e le query
Fig. 5 - Gestione tramite iPad delle fotografie di scavo, importate, taggate e divise
in gallerie su Flickr
9
I diari pubblicati sul web tramite evernote possono essere consultati alle pagine:
Area 1: https://www.evernote.com/pub/sasha-80/archivious
Area 11: https://www.evernote.com/pub/a11miranduolo/taccuinodia11miranduolo#b=ced6dbd5b22c-46ed-b1f3-9d01e573ed84&n=1b1f583a-a34f-4a66-b744-e68ca57ce7fd
Area 14: https://www.evernote.com/pub/scarpazi/md_quaderno_area14#b=075ac0af-ca9b-4a149ac9-1f31098f3159&n=6e9e3aab-67dd-477c-afe0-d3ad7625fc4d
Area 15: https://www.evernote.com/pub/miranduolo/taccuinodimiranduolo#b=4b47cf85-c84d4310-b1d3-dda00cb7c899&n=ee86c3f6-8b72-4fad-9d61-2718e6947209
Area 17: https://www.evernote.com/pub/falcelli/MD11A17.
105
97-108_BERTOLDI FRONZA VALENTI:sitar 13/05/2013 20.14 Pagina 10
Web 2.0 e gestione integrale dei dati di scavo
permettono di isolare facilmente gruppi di documenti sulla base delle tag. Una potenzialità che per ora non abbiamo utilizzato, ma che sarà oggetto di sperimentazioni in futuro, riguarda il cosiddetto geotagging, cioè l’attribuzione automatica di
una georeferenziazione alle foto scattate attraverso dispositivi dotati di GPS; sebbene solitamente non si raggiunga la precisione centimetrica richiesta per la documentazione di scavo, il dato permetterebbe comunque di avere una collocazione
spaziale indicativa con un’approssimazione sufficiente (soprattutto per gli strati di
maggiore estensione). Infine, come accade per Evernote, la caratteristica essenziale
di Flickr riguarda la sua possibilità di condivisione dei documenti in un’ottica social10.
[V.F.]
Conclusioni
La scelta di campo, che fin dalle origini ha caratterizzato il metodo di lavoro del
LIAAM, è stata quella di stare al passo con i mezzi di comunicazione; in parte piegandoli alle nostre necessità ed in parte adattandoci alle loro possibilità.
Riassumendo, il sistema proposto si suddivide in tre fasi gerarchiche: partendo dalla
prima documentazione sul cantiere dei dati di scavo tramite iPad, passa per la divulgazione via social network per arrivare infine al grande contenitore conoscitivo
di documentazione-divulgazione rappresentato dal sito web. L’insieme degli strumenti e delle procedure descritte vuole costituire un’applicazione sistematica della
filosofia web 2.0 al mondo della ricerca archeologica; in quest’ottica i rigidi standard che in passato formavano la coerenza del dato non vengono abbandonati e
rinnegati, ma piuttosto integrati con un metodo anarchico, lo stesso che pragmaticamente si insinua in tutte le realtà della rete globale, potenziandone in ultima analisi l’efficacia.
I tentacoli di questo sistema, astrattamente incoerenti e almeno in apparenza di
difficile integrazione reciproca, possono essere riassunti in step conoscitivi che da
una parte aiutano l’archeologo ad avere in mano una documentazione ordinata, logica e facilmente analizzabile in modo integrale, dall’altra forniscono al cittadino
interessato alla ricerca archeologica gli strumenti per districarsi in un ambiente
spesso ostile e incomprensibile com’è quello della nostra documentazione sul campo
e in laboratorio, scendendo progressivamente i gradini dell’apprendimento (a partire dalle interpretazioni globali di un periodo storico si può arrivare, passo dopo
passo, fino alle più basilari unità concettuali raccolte nel diario di scavo).
In definitiva, un processo bilaterale e opposto, che muove dal particolare al generale
10
106
Per quanto riguarda le pagine delle aree di scavo su Flickr si veda:
Area 1: http://www.flickr.com/photos/68384730@N05/?saved=1
Area 11: http://www.flickr.com/photos/68479150@N04/
Area 14: http://www.flickr.com/photos/8283408@N02/
Area 15: http://www.flickr.com/photos/67992774@N07/with/6209980741/
Area 17: http://www.flickr.com/photos/68550509@N08/
97-108_BERTOLDI FRONZA VALENTI:sitar 13/05/2013 20.14 Pagina 11
SITAR 2011
per gli archeologi impegnati nello scavo e che dal generale arriva al particolare per
tutti gli altri fruitori.
L’obiettivo di tale sforzo è quello di dare la possibilità a chi segue il nostro lavoro
di informarsi e arricchire la propria conoscenza anche e soprattutto attraverso la
collaborazione diretta, le critiche costruttive, l’apporto di nuove idee e intuizioni;
tutti contributi che, in un quadro di costruzione partecipata del dato, possono migliorare la qualità della ricerca.
[S.B.]
107
97-108_BERTOLDI FRONZA VALENTI:sitar 13/05/2013 20.14 Pagina 12
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 1
SITAR 2011
Bibliografia
ADABALA et al. 2010
N. ADABALA, N. DATHA, J. JOY, C. KULKARNI,
A. MANCHEPALLI, A. SAKAR, R. WALTON, An
Interactive Multimedia Framework for Digital Heritage Narratives, Proc. MM’10, October 25–29, 2010, Firenze 2010.
AGUILERA MARTIN 2002
A. AGUILERA MARTIN, El Monte Testaccio y
la llanura subaventina, Roma 2002.
ANCONA – CONTINO 2007
A. ANCONA - A. CONTINO, Progetto di musealizzazione e fruizione del quartiere di
Testaccio: una riqualificazione urbana attraverso il recupero dell’identita’ storicoculturale, in BLÁZQUEZ MARTÍNEZ REMESAL RODRÍGUEZ, Estudios sobre el
Monte Testaccio (Roma) IV, Instrumenta,
Barcellona 2007, pp. 401- 426.
ANCONA et al. 2010
A. ANCONA, A. CONTINO, L. D’ALESSANDRO, F.
RICCIO, R. SEBASTIANI, A. CAPODIFERRO, G.
CICCARELLO, E. DI CARLO, P. QUARANTA, L.
CAPODIFERRO, C. DELOGU, E. PALLOTTI, P.
SITÀ, Il museo diffuso del Rione Testaccio e il
Colle Aventino a Roma: la comunicazione dei
beni culturali tra realtà e multimedialità, VI
Congreso Internacional de Musealizaciòn de
Yacimientos Arqueològicos y Patrimonio,
Toledo, Spain, November 22-25, 2010.
ANCONA et al. cds
A. ANCONA, A. CONTINO, L. D’ALESSANDRO,
F. RICCIO, R. SEBASTIANI, Il museo diffuso
del Rione Testaccio, in Archeologia e città,
Convegno internazionale, Roma, 11-12
febbraio 2009 (cds).
ARMELLIN - QUARANTA 2004
P. ARMELLIN - P. QUARANTA, Il Tempio di
Diana sull’Aventino. Nuove acquisizioni, in
BCom, CV, 2004, pp. 279-298.
175
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 2
Bibliografia
176
AUSTIN et al. 2007
T. AUSTIN, J. MITCHAM, Preservation
and Management Strategies for Exceptionally Large Data Formats: ‘Big Data’ (EH
Project No: 3984). Available from:
http://ads.ahds.ac.uk/project/bigdata/final
_report/bigdata_final_report_1.3.pdf (Last
Accessed 1 February 2009), 2007.
AZZENA 2008
G. AZZENA, Proposte per un glossario:
quattro lemmi e un neologismo per l’ambito
storico.
http://eddyburg.it/article/articleview/9885/1/280
BARCEL et al. 2000
J.A. BARCEL, M. FORTE, D.H. SANDERS, Virtual Reality in Archaeology, B.A.R. I.S.
843, Oxford 2000.
BERNABINI et al. 1988
M. BERNABINI, E. BRIZZOLARI, S. PIRO, Improvement of signal to noise ratio in resistivity profiles. Geophysical Prospecting,
1988, vol. 36, n.5, pp. 559-570.
BOLDRIGHINI 2003
F. BOLDRIGHINI, Domus Picta. Le decorazioni di Casa Bellezza sull’Aventino, Milano 2003.
BRIENZA 1998
E. BRIENZA, Cartografia storica e cartografia numerica, in M. Bevilacqua, Roma nel
secolo dei Lumi, Napoli 1998, pp. 190202.
BRIENZA 2006
E. BRIENZA, Un GIS intra site per la valle
del Colosseo: concetti, metodi, applicazioni, in ScAnt, 13, 2006, pp. 123-140.
BRIZZOLARI et al. 1992b
E. BRIZZOLARI, S. PIRO, L. VERSINO, Monograph on the Geophysical Exploration of
the Selinunte Archaeological Park. Foreword. Bollettino di Geofisica Teorica ed
Applicata, London 1992b, 34.
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 3
SITAR 2011
BROGIOLO 2010
G. BROGIOLO, L’impostazione metodologica, in Roma Archaeologia, Milano 2010,
pp. 4-11.
CAMMARANO et al. 1998
F. CAMMARANO, P. MAURIELLO, D. PATELLA,
S. PIRO, F. ROSSO, L. VERSINO, Integration
of high resolution geophysical methods.
Detection of shallow depth bodies of archaeological interest. Annali di Geofisica,
1998, Vol. 41, n. 3, 359-368.
CAMPANA - PIRO 2009a
S. CAMPANA - S. PIRO (a cura di), Seeing the
Unseen. Geophysics and Landscape Archaeology, Oxon UK 2009.
CAMPANA - PIRO 2009b
S. CAMPANA - S. PIRO, Putting everything
together: GIS-based data integration and
interpretation, in CAMPANA - PIRO (a cura
di) “Seeing the Unseen. Geophysics and
Landscape Archaeology”. Oxon UK 2009,
pp. 325-330.
CAPODIFERRO – QUARANTA 2009
A. CAPODIFERRO - P. QUARANTA, Il mitreo
di S. Prisca all’Aventino, Milano 2009.
CAPODIFERRO – QUARANTA 2009a
A. CAPODIFERRO - P. QUARANTA, Domus
Pactumeiorum. Vecchi e nuovi pavimenti
dallo scavo nel chiostro del monastero di S.
Anselmo a Roma, in Atti dell’Associazione
Italiana per lo studio e la conservazione del
mosaico, XIV, Tivoli 2009, pp. 521-532.
CAPODIFERRO et al. cds
A. CAPODIFERRO, P. QUARANTA, L. CAPODIFERRO, C. DELOGU, Percorsi multimediali
all’Aventino a Roma, in Archeologia e città,
Convegno internazionale, Roma, 11-12
febbraio 2009 (cds).
CARANDINI 2008
A. CARANDINI, Archeologia classica: Vedere
il tempo antico con gli occhi del 2000, Torino 2008.
177
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 4
Bibliografia
CARBONARA 2006
V. CARBONARA, Domus e tabernae sulla via
verso il Foro, in ScAnt, 13, 2006, pp. 1536.
CAVINATO et al. 2010
G.P. CAVINATO, M. MOSCATELLI, F. STIM. MANCINI, L. BIANCHI, G. CAVUOTO, A. CECILI, A. CICOGNA, A.
CINNIRELLA, A. CORAZZA, E. DI LUZIO, C. DI
SALVO, A. LACCHINI, F. MARCONI, M.I. MORETTI, A. PAGLIAROLI, S. PIRO, F. PENNICA,
R. VALLONE, D. VERRECCHIA, D. ZAMUNER,
Assetto geologico e idrogeologico del Colle
Palatino – valutazione delle pericolosità
geologiche, in CECCHI R., “Roma Archeologica”. Interventi per la tutela e la fruizione
del patrimonio archeologico, secondo rapporto, Roma 2010 pp. 84-137.
GLIANO,
CECCHI 2011
R. CECCHI (a cura di), Roma Archæologia. Interventi per la Tutela e la Fruizione
del Patrimonio Archeologico. Terzo Rapporto, Roma 2011.
CIANCIARULO - GUERRA 2007
D. CIANCIARULO - F. GUERRA, Digital
recording in archaeological excavation
using tablet pc, in Proceedings XXI CIPA
International Symposium 01-06 October
2007, Athens 2007.
CICCARELLO 2010
G. CICCARELLO, Dimore di età imperiale
sull’Aventino: il caso della domus di via
Marcella, Tesi di laurea in Archeologia,
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, 2010.
CIURCINA-GROSSI cds
M. CIURCINA - P. GROSSI, Beni Culturali:
Brevi note su dati e loro uso pubblico alla
luce delle recenti modifiche legislative,
c.d.s.
DE TOMMASI et al. cds
A. DE TOMMASI, R. GRASSUCCI, M. SERLOA. VISMARA, Il WebGIS del SITAR Sistema Informativo Territoriale ArcheoloRENZI,
178
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 5
SITAR 2011
gico di Roma: riflessioni, approcci e percorsi metodologici per la pubblicazione e la
rappresentazione analitica dei dati territoriali archeologici, in M. SERLORENZI (a cura
di), Atti del VII Workshop ArcheoFOSS
2012. Open Source, Free Software e Open
Format nei processi della ricerca archeologica. Roma, Palazzo Massimo, 11-13 giugno 2012, in Archeologia e Calcolatori,
Suppl. 4, Firenze, cds.
DRAHOR - BERGE 2011
M. DRAHOR
- M.A. BERGE (a cura di), Proceedings of 9th International Conference on
Archaeological Prospection. Extended Abstracts Volume. Archaeological and Art
Publications. Istanbul 2011.
EARL et al. 2008
G. EARL, S. KEAY, G. BEALE, Computer
Graphic Modelling at Portus: Analysis, Reconstruction and Representation of the
Claudian and Trajanic Harbours, In LASAPONARA - MASINI (a cura di) Advances on
Remote Sensing for Archaeology and Cultural Heritage Management. Proceedings
of the 1st International EARSeL Workshop
CNR, Roma, 30 September–4 October:
121–124. 2008.
EARL et al. 2008
G. EARL, L. ISAKSEN, S. KEAY, T. BRUGHD. POTTS Computational Methods on
the Roman Port Networks Project, in KEAY
(a cura di), Rome, Portus and the Mediterranean. Archaeological Monographs of the
British School at Rome. London 2012
(cds).
MANS,
EARL et al. 2011
G. EARL, S. KEAY, G. BEALE, Archaeological
computing for recording and presentation
of Roman Portus. In KEAY - PAROLI (a cura
di), Portus and its Hinterland. Archaeological Monographs of the British School at
Rome 18, Londra 2011.
179
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 6
Bibliografia
180
EVE et al. 2008
S. EVE, G. HUNT, ARK: A Developmental
Framework for Archaeological Recording.
Proceedings of Computer Applications and
Quantitative Methods 2007, Berlin, 2-6th
April 2007. 2008.
FRONZA cds
V. FRONZA, Lo scavo 2.0: tablet e gestione
live dei dati, in Atti del VI Congresso nazionale di Archeologia Medievale, 2012.
GAFFNEY et al. 2004
V. GAFFNEY, H. PATTERSON, S. PIRO, D.
GOODMAN, Y. NISHIMURA, Multimethodological approach to study and characterise
Forum Novum (Vescovio, Central Italy). Archaeological Prospection, 2004, vol. 11,
pp. 201-212.
GATTIGLIA 2009
G. GATTIGLIA, Open Digital archives in Archeologia. Good Practice, in Archeologia e
Calcolatori, 2, 2009, 46-63.
GIORGI cds
C. GIORGI, XXX, in ACalc, 22, 2011, cds.
ISABELLA 2009
L. ISABELLA, Archeologia medievale e web
2.0. Servizi e risorse online del portale di
Siena, in FAVIA - VOLPE (a cura di), Atti
del V Congresso Nazionale di Archeologia
Medievale, Firenze 2009.
ISABELLA cds
L. ISABELLA, Lo scavo web 2.0: il sito Internet dello scavo di Miranduolo, in Atti del
VI Congresso nazionale di Archeologia Medievale, 2012.
KEAY 2012a
S. KEAY (a cura di), Rome, Portus and the
Mediterranean. Archaeological Monographs of the British School at Rome. London, 2012 (cds).
KEAY 2012b
S. KEAY, Trajanic navalia at Portus? in
Journal of Roman Archaeology 25, 2012
(cds).
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 7
SITAR 2011
KEAY et al. 2005
S. KEAY, M. MILLETT, L. PAROLI, K.
STRUTT, Portus. An Archaeological Survey
of the Port of Imperial Rome. Archaeological Monographs of the British School at
Rome 15. London 2005.
KEAY et al. 2009
S. KEAY, G. EARL, S. HAY, J. OGDEN, K.
STRUTT, The role of integrated geophysical
survey methods in the assessment of archaeological landscapes: the case of Portus, in Archaeological Prospection 16,
2009, pp. 154–166.
KEAY et al. 2011
S. KEAY, G. EARL, F. FELICI, Excavation
and Survey at the Palazzo Imperiale 20072009, In S. KEAY, L. PAROLI (a cura di)
Portus and its Hinterland. Archaeological
Monographs of the British School at Rome
18, 67-91. London 2011.
KEAY et al. 2012c
S. KEAY, G. EARL, G. BEALE, N. DAVIS, J.
OGDEN, K. STRUTT, Challenges of Port
Landscapes. Integrating Geophysics,
Open-Area Excavation and Computer
Graphic Visualization at Portus and the
Isola Sacra, in MILLETT - JOHNSON (a cura
di) Archaeological Survey and the City.
The Laurence Seminar. Oxford 2012 (cds).
KROPLA 2005
B. KROPLA, Beginning MapServer: Open
Source GIS development, New York 2005.
KVAMME 2006
K. L. KVAMME, Integrating Multidimensional Geophysical Data, in Archaeological
Prospection 13, 2006, pp. 57-72.
LANCIANI 1868
R. LANCIANI, Ricerche topografiche sulla
città di Porto, Roma 1868.
LA REGINA 1979
A. LA REGINA, La sopravvivenza dell’antico
a Roma, Conferenza tenuta in Campidoglio
nella ricorrenza del MMDCCXXXII Natale
di Roma il 21 aprile 1979, Roma 1979.
181
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 8
Bibliografia
182
LUGLI –FILIBECK 1935
G. LUGLI - G. FILIBECK, Il porto di Roma
imperiale e l’agro portuense, Bergamo
1935.
MANACORDA 2009
D. MANACORDA, Archeologia in città. Funzione, comunicazione, progetto, in
Arch.it.Arch. Dialoghi di archeologia e architettura, Roma 2009, pp. 3-15.
MANUCCI 1992
V. MANUCCI, Il Parco Archeologico Naturalistico del Porto di Traiano: metodo e progetto, Roma 1992.
MANZETTI 2010
M. C. MANZETTI, Mons Aventinus: un’ipotesi ricostruttiva dei paesaggi urbani in eta’
romana, Tesi di laurea in Archeologia dei
paesaggi urbani, Università degli Studi di
Roma “Tor Vergata”, 2010.
MARGIOTTA 2011
U. MARGIOTTA, Prefazione in M. BANZATO,
Digital Literacy. Cultura ed educazione per
la società della conoscenza. Milano 2011.
MARGOUNAKIS 2008
D. MARGOUNAKIS, Virtual reconstructions in
archaeology, in Politis D. (ed.), E-Learning
Methodologies and Computer Applications
in Archaeology, Hershey 2008, pp. 146156.
MAY et al. 2011
K. MAY, C. BINDING, D. TUDHOPE, Semantic
Technologies Enhancing Links and Linked
Data for Archaeological Resources, in Proceedings Computer Applications and
Quantitative Methods in Archaeology
(CAA2011), Beijing 2011.
MAZZOLENI – BALDO 2012
M. MAZZOLENI – Z. BALDO, Libertà di accesso,
ricerca e riserva di pubblicazione nelle scoperte archeologiche, in Open Source, Free
Software e Open Format nei processi di ricerca
archeologica, Atti del III Workshop, Padova,
8-9 maggio 2008, Roma 2012, pp. 95-99.
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 9
SITAR 2011
MIRABILE 2010
F. MIRABILE, Lo studio archeologico dell’Aventino maggiore nell’antichità: per una
restituzione del reticolo viario antico attraverso l’analisi dei dati d’archivio, Tesi di
laurea in Archeologia, Università degli
Studi della Tuscia, 2010.
ORANO 1912
D. ORANO, Come vive il popolo a Roma, Pescara 1912.
PANELLA - BRIENZA 2009
C. PANELLA - E. BRIENZA. Il geodatabase
della Valle del Colosseo e del Palatino
nord-orientale ed il trattamento digitale
del dato archeologico, in Bollettino della
Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia, 3, 2009, p. 8-18.
PANELLA 1996
C. PANELLA ( a cura di), Meta Sudans I,
Roma 1996.
PANELLA 2006
C. PANELLA, Il Palatino nord-orientale:
nuove conoscenze, nuove riflessioni, in
Domus e insulae in Palatio. Scavi e ricerche
sul Palatino nord-orientale, in ScAnt, 13,
2006 (2008), pp. 264-299.
PANELLA 2009
C. PANELLA, Nuovi scavi sulle pendici del
Palatino, in F. Coarelli (a cura di), Divus
Vespasianus. Catalogo della mostra (Roma
2009), Milano 2009, pp. 290-293.
PANELLA 2011
C. PANELLA, I Segni del Potere, Bari 2011.
PANELLA cds
C. PANELLA, Indagini archeologiche e sistemazioni urbane, in R. PANELLA (a cura di),
Roma. La sistemazione dell’area archeologica e monumentale tra Piazza Venezia e il
Colosseo, Roma, cds.
PANELLA et al. 2006
C. PANELLA et al., Piazza del Colosseo.
Scavo dell’area della Meta Sudans in
M.A.TOMEI (a cura di), Roma. Memorie dal
sottosuolo. Ritrovamenti archeologici
183
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 10
Bibliografia
1980/2006. Catalogo della mostra (Roma
2006), Milano 2006, pp. 85-95.
184
PANELLA et al. 2008
C. PANELLA, S. PIRO, E. BRIENZA, S. ZEGGIO,
Indagini geofisiche ed archeologiche in
area urbana. Il caso delle Pendici orientali
del Palatino, in Atti del Convegno “Geofisica per l’Archeologia. Possibilità e limiti”,
2008, pp.117-124.
PANELLA et al. 2008
C. PANELLA - E. BRIENZA - R. CARLANI,, A
3D Web-Gis for the Coliseum Valley and
the Palatine Hill, in Computer Application
and Quantitative Methods in Archaeology.
International Conference, Berlin, 2007,
Berlin, 2008, pp. 215-224, 393 e CD.
PEDELÌ 2009
C. PEDELÌ, Archeotrac: una web application open source per favorire la diffusione
di un modello di gestione ordinaria di tutti
i beni archeologici, in Archeologia e Calcolatori, Suppl. 2, Firenze 2009, pp.107119.
PIRO - GOODMAN 2008
S. PIRO - D. GOODMAN, Integrated GPR
data processing for archaeological surveys
in urban area. The case of Forum (Roma,
Italy). 12th International Conference on
Ground Penetrating Radar, June 16-19,
Birmingham UK 2008 Proceedings Extended Abstract Volume.
PIRO - GOODMAN 2010
S. PIRO - D. GOODMAN, Advances in Imaging
of Subsurface Archaeology using GPR.
Workshop “New Approaches for Efficient
and Cost Effective 3D GPR Investigation“,
XIII International Conference on Ground
Penetrating Radar, Lecce 21-25 June
2010.
PIRO 2000a
S. PIRO, Multimethodological approach
using GPR, Magnetic and Geoelectric
methods to detect archaeological struc-
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 11
SITAR 2011
tures. Filtering, optimisation and modeling
of Geophysical data in Archaeological
Prospecting. Special Issue of Prospezioni
Archeologiche (50th Anniversary of Fondazione Lerici), 2000, pp. 135-148.
PIRO 2005
S. PIRO (a cura di), Proceedings-Extended
Abstracts of 6th International Conference
on Archaeological Prospection, September
14-17, CNR, Roma 2005 pp. 1-459.
PIRO 2009
S. PIRO, Metodologia integrata per la conoscenza dei siti archeologici nel contesto territoriale., in M. MAUTONE - M. RONZA (Ed.),
“Patrimonio Culturale e paesaggio. Un approccio di filiera per la progettualità territoriale”, Roma 2009, pp. 99-104.
PIRO et al. 2003
S. PIRO, D. GOODMAN, Y. NISHIMURA, The
study and characterisation of Emperor
Traiano’s Villa (Altopiani di Arcinazzo –
Roma) using high-resolution integrated
geophysical
surveys.
Archaeological
Prospection, 2003 vol. 10, pp. 1-25.
PIRO et al. 2007
S. PIRO, L. SAMBUELLI, A. GODIO, R.
TAORMINA, Beyond image analysis in processing archaeomagnetic geophysical data:
examples on chamber tombs with dromos.
Near Surface Geophysics Journal (EAGE),
2007, vol. 5, n. 6, pp. 405-414.
PIRO et al. 2000b
S. PIRO, F. CAMMARANO, P. MAURIELLO,
Quantitative integration of geophysical
methods for archaeological prospection.
Archaeological Prospection, 2000, vol. 7,
n. 4, pp. 203-213.
PROIETTI 2011
A. PROIETTI, Ambienti virtuali per la simulazione di beni archeologici, Tesi di laurea
in Ingegneria Elettronica per l’industria e
l’Innovazione, Università di Roma Tre,
2011.
185
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 12
Bibliografia
186
QUARANTA – ARMELLIN 2008
P. QUARANTA - P. ARMELLIN, Pavimenti inediti dall’area archeologica della chiesa di
S.Prisca sull’Aventino a Roma, in Atti
dell’Associazione Italiana per lo studio e la
conservazione del mosaico, XII, Tivoli
2008, pp. 253-265.
QUARANTA 2011
P. QUARANTA, Vivere all’Aventino: l’evoluzione dell’edilizia abitativa unifamiliare
del colle dal I al IV sec.d.C., in P. Pergola,
O. Brandt (eds), Marmoribus Vestita. Studi
in onore di Federico Guidobaldi, Studi di
Antichità Cristiana, Città del Vaticano
2011, pp. 1023-1042.
RICHARDS et al. 2008
J. D. RICHARDS, J. C. WINTERS, M. D.
CHARNO, Making the LEAP: Linking Electronic Archives and Publications, in ALT-N
newsletter, Sheffield 2008.
RODRIGUEZ ALMEIDA 1984
E. RODRIGUEZ ALMEIDA, Il Monte Testaccio.
Ambiente, storia, materiali, Roma 1984.
ROTONDI 2010
A. ROTONDI, Reciprocità celebrativa: la Via
Appia e i monumenti funerari…ita in perpetuum servanda…, in M. VALENTI (a cura
di) Monumenta, Atti del Convegno di
Studi (Monte Porzio Catone, 25 ottobre
2008), Tuscolana - Quaderni del Museo di
Monte Porzio Catone, 3, Roma 2010,
pp.147-160.
SAGUÌ 2009
L. SAGUÌ, Pendici nord-orientali del Palatino. Le “terme di Elagabalo”. Indagini archeologiche e prime riflessioni, in ArchCl,
60, 2009, 235-274.
SCIANNA - AMMOSCATO 2010
A. SCIANNA, A. AMMOSCATO, 3d Gis Data
Model using Open Source software, in Core
Spatial Databases - Updating, Maintenance and Services - from Theory to Practice. Haifa, Israel, 15-17 March 2010.
International Archives of Photogrammetry,
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 13
SITAR 2011
Remote Sensing and Spatial Information
Sciences, Vol. XXXVIII, Part 4-8-2-W9.
SCIANNA 2010
A. SCIANNA, Experimental studies for the
definition of 3d geospatial we services, in
M.A. Brovelli, S. Dragicevic, S. Li, B. Veenendaal (eds.), WebMGS 2010 1st International Workshop on Pervasive Web
Mapping, Geoprocessing and Services. International Archives of Photogrammetry,
Remote Sensing and Spatial Information
Sciences, XXXVIII, 4/W13, 2010.
SCIANNA et al. 2008
A. SCIANNA, A. AMMOSCATO, R. CORSALE,
GIANT3D: Experimentations on a New 3D
Data Model for GIS, in International
Archives of Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information Sciences,
XXXVII, B4, 2008, pp. 101-107.
SEBASTIANI - SERLORENZI 2008
R. SEBASTIANI - M. SERLORENZI (a cura di),
Il progetto del Nuovo Mercato di Testaccio,
in WAC 5, Roma 2008, pp. 137-171.
SERLORENZI 2011
M. SERLORENZI (a cura di), SITAR. Sistema
Informativo Territoriale Archeologico di
Roma. Atti del I Convegno. Roma Palazzo
Massimo 26 ottobre 2010. Roma 2011.
SERLORENZI 2011
M. SERLORENZI (a cura di), SITAR - Sistema
Informativo Territoriale Archeologico di
Roma - Atti del I Convegno, Roma - Palazzo Massimo, 26 ottobre 2010, Roma
2011.
SERLORENZI cds
M. SERLORENZI (a cura di), Atti del VII Workshop ArcheoFOSS 2012. Open Source,
Free Software e Open Format nei processi
della ricerca archeologica. Roma, Palazzo
Massimo, 11-13 giugno 2012, in Archeologia e Calcolatori, Suppl. 4, Firenze, cds.
187
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 14
Bibliografia
188
SERLORENZI et al. 2011
M. SERLORENZI, V. FRONZA, A. DE TOMMASI,
A. VARAVALLO, M. LOCHE, M. SANTAMARIA,
Un modello dati per la conoscenza delle architetture di interesse archeologico e la sua
implementazione in SITAR, in R. CECCHI (a
cura di), Roma Archæologia. Interventi per
la tutela e la fruizione del patrimonio archeologico. Terzo rapporto - II, Roma
2011, pp. 514-531.
SERLORENZI et al. cds
M. SERLORENZI, A. DE TOMMASI, S. RUGGERI,
La filosofia e i caratteri Open-Approach
del Progetto SITAR - Sistema Informativo
Territoriale Archeologico di Roma. Percorsi
di riflessione metodologica e di sviluppo
tecnologico, in F. CANTONE (a cura di), ArcheoFOSS 2011. 6º Workshop Open
Source, Free Software e Open Format nei
processi di ricerca archeologica. L’Open
Blended Workshop, in Quaderni del Centro
Studi Magna Grecia, Napoli, cds.
SERLORENZI et al. 2013
M. SERLORENZI, F. LAMONACA, S. PICCIOLA,
C. CORDONE, Il Sistema informativo Territoriale Archeologico di Roma: SITAR, in Archeologia e Calcolatori, 23, 2012,
pp.31-50.
SERLORENZI et al. cds
M. SERLORENZI, I. JOVINE, V. BOI, M. STACCA,
Archeologia e Open Data, stato dell’arte e
proposte sulla pubblicazione dei dati
archeologici, in Atti del VII Workshop
ArcheoFOSS (Roma 12-13-14 giugno
2012), Archeologia e Calcolatori, sup.4, cds
TAKEDA et al. 2010
K. TAKEDA, M. BROWN, S.COLES, L. CARR,
G. EARL, J. FREY, P. HANCOCK, W. WHITE,
F. NICHOLS, M. WHITTON, H. GIBBS, C.
FOWLER, P. WAKE, S. PATTERSON, Data
management for all: the Institutional Data
Management Blueprint Project, in 6th International Digital Curation Conference,
Chicago, US, 12pp, Chicago 2010.
175-189_BIBLIOGRAFIA:sitar 13/05/2013 22.51 Pagina 15
SITAR 2011
TESTAGUZZA 1970
O. TESTAGUZZA, Portus. Roma, 1970.
THE WHITE HOUSE 2002
THE WHITE HOUSE, Office of Management
and Budget (2002) Circular No. A-16 Revised, August 19, 2002, web version at link
http://www.whitehouse.gov/omb/circulars_a016_rev.
VALENTI cds
M. VALENTI, La live excavation, in Atti del
VI Congresso nazionale di Archeologia Medievale, 2012.
ZEGGIO - PARDINI 2007
S. ZEGGIO - G. PARDINI, Roma - Meta Sudans. I monumenti. Lo scavo. La storia, in
FOLD&R FastiOnLine documents & research, 99, 2007, pp. 1-25.
189