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Aspetti linguistici del romanzo italiano del Seicento

Vincenzo D’Angelo Aspetti linguistici del romanzo italiano del Seicento Prefazione di Luca Serianni Copyright © MMXV Aracne editrice int.le S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Quarto Negroni,   Ariccia (RM) ()   ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: ottobre  Indice 9 Prefazione di Luca Serianni 13 Abbreviazioni dei romanzi 17 Capitolo I Introduzione 1.1. Una cattiva reputazione, 17 – 1.2. Gli scrittori, il pubblico, il mercato, 21 – 1.3. La scelta del corpus, 31 – 1.4. Presentazione del corpus, 45 – 1.5. Premesse all’analisi linguistica, 53 – 1.5.1. L’autocoscienza linguistica, 53 – 1.5.2. Gli studi linguistici sull’argomento e l’impostazione del lavoro, 57 61 Capitolo II Note di morfologia 2.1. Il pronome personale soggetto di terza e sesta persona, 64 – 2.2. Il tipo cosa? / che cosa?, 70 – 2.3. Il tipo nessuno / niuno, 71 – 2.4. Il tipo il di lui amico, 73 – 2.5. Ora, adesso e mo, 79 – 2.6. Ponno e possono, 82 – 2.7. Il condizionale in -ia, 83 – 2.8. Il tipo fora, 88 – 2.9. Il tipo saressimo, 89 – 2.10. Visto e veduto, 89 – 2.11. Conclusione, 91 6 Aspetti linguistici del romanzo italiano del Seicento 95 Capitolo III L’ordine delle parole 3.1. Verbo e soggetto in posizione iniziale, 96 – 3.2. Verbo e oggetto - Verbo in clausola, 101 – 3.3. Inversione nel sintagma verbale, 105 – 3.4. Iperbato nel sintagma verbale, 109 – 3.5. Separazione del dimostrativo dalla relativa, 118 – 3.6. Conclusione, 119 121 Capitolo IV Il periodo 4.1. Premessa, 121 – 4.2. Questioni interpuntive, 126 – 4.3. Estensione e struttura del periodo, 132 – 4.3.1. Il Romulo e il laconismo, 137 – 4.3.2. Fra laconismo e tradizione: il Cretideo, 147 – 4.3.3. Ritmo binario e semplificazione sintattica nel Cappuccino scozzese, 155 – 4.3.4. Un’ampia e articolata area mezzana 1: la Stratonica e la Maria Maddalena, 160 – 4.3.5. Un’ampia e articolata area mezzana 2: il Principe ermafrodito e il Calloandro fedele, 167 – 4.3.6. I periodi lunghi dell’Eromena, del Demetrio moscovita e della Gondola a tre remi, 173 – 4.4. L’apertura del periodo, 185 – 4.4.1. Apertura in subordinata, 187 – 4.4.2. Apertura in principale, 197 – 4.4.3. Interposizioni in frasi non incipitarie, 209 – 4.5. Conclusione, 213 219 Capitolo V Narratori e personaggi 5.1. Premessa, 219 – 5. 2. L’atrofia dialogica del romanzo storico-politico, 225 – 5.2.1. Romulo, ovvero l’antirealismo, 226 – 5.2.2. Diegesi e mimesi nel Demetrio Moscovita, 231 – 5.3. Nel cuore del romanzo barocco: la linea Biondi-Marini, 237 – 5.3.1. Indice Come parlano i personaggi, 238 – 5.3.2. Come parla il narratore, 255 – 5.4. Un cauto sperimentalismo, 267 – 5.4.1. Tracce di discorso diretto libero nel Cretideo, 267 – 5.4.2. (Presunte) tracce di discorso indiretto libero nel Cappuccino scozzese, 272 – 5.5. Alla ricerca di una colloquialità: il romanzo di costume, 284 – 5.5.1. L’allestimento dialogico della Gondola a tre remi, 287 – 5.5.2. Aspetti lessicali della Gondola a tre remi, 300 319 Capitolo VI Considerazioni conclusive 6.1. Profili e peculiarità, 319 – 6.2. Verso una lingua media, 321 – 6.3. Le ragioni di un ritardo, 331 337 Appendice. Tabelle 347 Riferimenti bibliografici 369 Indice delle cose notevoli 373 Indice dei nomi 7 Prefazione L’interesse linguistico della prosa secentesca non è una novità. Forse il primo a segnalarlo è stato il glottologo Marcello Durante, in un libro che al suo apparire (1981) passò quasi inosservato, ma del quale un capitolo in particolare, Aspetti moderni dell’italiano cinque- e secentesco, ha generato diversi frutti a distanza di tempo. Durante faceva emergere aspetti semantici e soprattutto sintattici che si colgono nella varia costellazione post-bembiana ed ebbe il merito di attingere anche a filoni letterari trascurati, tra i quali anche il romanzo d’età barocca, naturalmente attraverso gli strumenti più facilmente disponibili (soprattutto il GDLI di Battaglia, per i volumi allora usciti, e le antologie di prosatori del Seicento). Da allora è passata molta acqua sotto i ponti. Sono stati scritti contributi linguistici decisivi che hanno illustrato la sintassi del periodo (meritoria, in particolare, l’attività di Sergio Bozzola); sul versante letterario si sono messi a fuoco alcuni aspetti (“storia e geografia” della fioritura dei romanzi; ricezione e tipologia del pubblico di lettori) e si è provveduto a pubblicare alcune opere, talvolta anche munendole di commento1.  1 Ma, in generale, servirebbero commenti più analitici. Anni fa, svolgendo un corso sulla prosa narrativa, mi imbattei in un passo della Stratonica di Luca Assarino di cui non sapevo dar conto: vi si parlava di un uccello «c’ha forza di covar l’ova con lo sguardo», lasciato senza glossa dalla curatrice (Str 27). Invece di fare qualche ricerca io, preferii coinvolgere gli studenti, invitandoli ad affrontare la questione; due di loro, Luca De Curtis e Davide Massimo, risolsero brillantemente il problema (si tratta dello struzzo) e un mio giovane collega, Emiliano Picchiorri, individuò poco dopo la più che probabi- 10 Aspetti linguistici del romanzo italiano del Seicento Mancava una monografia d’insieme dedicata alla lingua dei romanzieri secenteschi: vi ha provveduto ora Vincenzo D’Angelo. Il lavoro si fonda su un corpus di dieci romanzi e isola opportunamente gli aspetti salienti. Avrebbe avuto poco interesse (e anche poco fondamento) occuparsi qui di grafia e di fonetica; e in effetti i quattro capitoli centrali toccano in sequenza Note di morfologia (un settore in cui si possono sorprendere indicatori sensibili del rapporto degli scrittori con la norma grammaticale: pensiamo a un poetismo come fora o a un regionalismo come saressimo); L’ordine delle parole; Il periodo; Narratori e personaggi. La macrosintassi è il luogo in cui più si percepisce la distanza dei romanzieri dal modello boccacciano-bembiano: non tanto per una teorizzazione esplicita quanto per un naturale orientamento sul gusto contemporaneo, nella consapevolezza che il loro è il «gran secolo de’ romanzi», senza dichiarati precedenti a cui rifarsi. Di qui un tratto che accomuna in misura diversa i vari testi convocati: la prevalenza di un periodo breve, discendente, a progressione tendenzialmente lineare. Ma D’Angelo è molto attento a non sacrificare la personalità dei singoli scriventi al mero dato linguistico, che pure è puntualmente sondato anche in termini quantitativi, e dà il giusto spazio alle varie fisionomie degli scrittori, a partire da quella, spiccatissima, di Virgilio Malvezzi e del suo “laconismo”. Altrettanto sensibile è l’attenzione, che emerge nel quinto capitolo, alle caratteristiche proprie del genere. Qui la distanza rispetto alla nostra idea di romanzo è abissale2. Quasi nessuna mimesi dell’oralità, visto che i personaggi «parlano tutti e in  le fonte di Assarino in Paolo Giovio (Ragionamento sopra i motti ecc., Venezia, Ziletti, 1556, pp. 62-63): «alcuni scrivono che lo Struzzo non cova le sue ove, sedendovi sopra come gli altri uccelli, ma guardandoli con raggi efficacissimi del lume de gli occhi». 2 Non casualmente il recentissimo DARDANO 2014 esordisce dal primo Ottocento, quando si stila il vero e proprio atto di nascita del romanzo italiano moderno. Prefazione 11 tutte le circostanze allo stesso modo» (p. 243)3; alquanto incerti possibili esempi di indiretto libero, mentre non si manca di cogliere l’occasionale rinuncia alle didascalie che scandiscono il dialogo (“discorso diretto libero”), ciò che può essere considerato come un ritirarsi del narratore dalla scena occupata, a somiglianza del teatro, dai suoi personaggi. Nessuno oggi – nemmeno tra gli storici della letteratura più sensibili ai giudizi di valore – si accosterebbe a questo tipo di testi con l’idea di scoprire tesori artistici fin qui misconosciuti. Ma ciò non toglie che il romanzo del Seicento abbia molto da dirci in termini di fissazione dell’italiano scritto. Intanto, colpisce il fatto che la patina regionale sia molto debole. L’unico autore in cui la si può cogliere come portato preterintenzionale del parlato nativo è il bolognese Manzini col suo Cretideo; diverso, per il differente prestigio della soggiacente varietà locale4, il caso della Gondola a tre remi del Brusoni, in cui compare un isolato dialogo in dialetto veneziano tra popolani e in cui, specialmente nelle sezioni diegetiche, figurano alcuni venezianismi lessicali (cfr. §§ 5.5.1 e 5.5.2). In sostanza, si deve constatare che la svolta di primo Cinquecento e poi la fissazione normativa del Vocabolario della Crusca, anche grazie all’effetto livellatore delle tipografie, hanno avuto un effetto decisivo di là dai generi letterari (e, più in generale, di là dai testi d’invenzione). Poi, se è indubbio che il pubblico è socialmente più ristretto rispetto alla vera e propria “letteratura di consumo” che nascerà solo nel secolo XVIII5, è rilevante la quantità di ristampe che conoscono alcune opere, «un rudimentale termometro della fortuna editoriale dei singoli testi» (p. 38). Si può anche annotare  3 Solo nel Brusoni c’è una maggiore attenzione verso la dimensione dialogica e una certa apertura nelle battute dei personaggi ai fenomeni di sintassi parlata (cfr. § 5.5.1). 4 Com’è ben noto, Venezia rappresenta un caso a sé «per la ininterrotta e robusta filiera della sua tradizione volgare e dialettale locale» (TOMASIN 2010, p. 9). 5 Si vedano pp. 23, n. 23 e 30-31 con la bibliografia ivi indicata. 12 Aspetti linguistici del romanzo italiano del Seicento che alcuni lacerti della bizzarra onomastica dei vari personaggi potrebbero essere confluiti, attraverso esili filoni popolari, fino ai nostri giorni. Nel repertorio di Alda Rossebastiano ed Elena Papa6 si registrano esempi di Arlindo e di Celinda: senza escludere altre trafile, terrei conto, per il primo, anche del Principe Ermafrodito del Pallavicino7 e per il secondo, della Gondola a tre remi del Brusoni. È interessante altresì rilevare come lo “spirito del secolo” si declini diversamente tra poeti e narratori. Ma lasciamo qui la parola all’autore, anche per far emergere attraverso un esempio puntuale la lucidità e la duttilità del suo argomentare: Spinto dall’obiettivo di delectare e insieme di docere lettori aperti alle novità, ma probabilmente poco avvezzi e pronti allo sperimentalismo formale più oltranzista, il grosso dei romanzieri sembra fare in modo che l’ingegno e la ricerca della meraviglia trovino sfogo non solo e non tanto negli aspetti strettamente linguistici, quanto piuttosto in aspetti esterni e paralleli alla lingua: le vicende amorose e guerresche, gli intrecci complicatissimi o viceversa l’introspezione psicologica, le atmosfere esotiche o anticheggianti, le descrizioni di uomini, donne, animali e oggetti che richiamano l’attenzione per la loro singolarità o per il loro fascino, l’esemplarità di un personaggio o dell’intera storia e non ultimo, anzi presupposto di tutti gli altri aspetti, l’approdo stesso al romanzo (pp. 323-324). Luca Serianni  6 I nomi di persona in Italia. Dizionario storico ed etimologico, Torino, UTET, 2005, s. vv. 7 Il Pallavicino, come ricorda D’Angelo a p. 39, è l’autore che conta il più alto numero di edizioni complessive fino al 1699, detenendo quasi il 13% dell’intera produzione romanzesca del XVII secolo. Abbreviazioni dei romanzi Riporto qui le sigle che identificano i dieci romanzi del corpus; la dicitura per esteso contiene l’edizione da cui si cita e, nel caso in cui si tratti di un’edizione moderna, la data di prima pubblicazione dell’opera. A seguire do le abbreviazioni delle stampe d’epoca che sono state usate nel corso del lavoro per verificare la corrispondenza con le edizioni moderne che su esse si basano. Infine, fornisco le abbreviazioni di romanzi secenteschi esclusi dal corpus di cui mi sono servito occasionalmente. a) Romanzi del corpus Cal = Giovan Ambrogio Marini, Il Calloandro fedele, a cura di Anna Maria Pedullà, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2011-12, 2 voll. [tutte le citazioni si riferiscono al vol. I] [I ed. 1640-41; redazione definitiva 1653]. Cap = Giovan Battista Rinuccini, Il Cappuccino scozzese, edizione criticamente riveduta a cura di Clizia Carminati, in Storie inglesi 2011, pp. 215-296 [I ed. 1644]. Cre = [Giovan Battista Manzini,] Il Cretideo, Bologna, Monti, 1637 (esemplare della Biblioteca Angelica di Roma ANT.N B 2). Dem = Maiolino Bisaccioni, Il Demetrio moscovita. Istoria tragica, a cura di Edoardo Taddeo, Firenze, Olschki, 1992 [I ed. 1639]. 14 Aspetti linguistici del romanzo italiano del Seicento  Ero = [Giovan Francesco Biondi,] L’Eromena, Venezia, Pinelli, 1624 (esemplare della Biblioteca Oliveriana di Pesaro B 18 - 05 - 13 Ril. 01). Gon = Girolamo Brusoni, La gondola a tre remi, a cura di Franco Lanza, Milano, Marzorati, 1971 [I ed. 1657]. Mar = Anton Giulio Brignole Sale, Maria Maddalena peccatrice e convertita, a cura di Delia Eusebio, Parma, Fondazione Pietro Bembo-Ugo Guanda Editore, 1994 [I ed. 1636]. Pri = Ferrante Pallavicino, Il Principe ermafrodito, a cura di Roberta Colombi, Roma, Salerno Editrice, 2005 [I ed. 1640]. Rom = Virgilio Malvezzi, Il Romulo, in ID., Opere, a cura di Edoardo Ripari, Bologna, Persiani, 2013, pp. 70-120 [I ed. 1629]. Str = Luca Assarino, La Stratonica, a cura di Roberta Colombi, Lecce, Pensa MultiMedia, 2003 [I ed. 1635; I ed. completa 1637]. b) Stampe d’epoca dei romanzi del corpus ASSARINO 1637 = [Luca Assarino,] La Stratonica, Venezia, Pinelli (esemplare della biblioteca comunale di Citerna FA. XVII. G. 2). BISACCIONI 1639 = [Maiolino Bisaccioni,] Il Demetrio moscovita. Historia tragica, Venezia, Michiel Viest. (esemplare della Biblioteca Oliveriana di Pesaro DEPOSITO C - 12 - A - 13). BRIGNOLE 1636 = [Anton Giulio Brignole Sale,] Maria Maddalena peccatrice e convertita, Genova, Calenzano-Ferroni (esemplare della Biblioteca comunale “Giosue Carducci” di Città di Castello FA Sex.N.209). BRUSONI 1657 = [Girolamo Brusoni,] La gondola a tre remi, Venezia, Storti (esemplare della Biblioteca Comunale “Giosue Carducci” di Città di Castello FA Sex.N.281). Abbreviazioni dei romanzi 15 MALVEZZI 1629 = [Virgilio Malvezzi,] Il Romulo, Bologna, Ferroni (esemplare della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze CFMAGL. 03.01.040). MARINI 1653 = [Giovan Ambrogio Marini,] Il Calloandro fedele, Roma, Corvo (esemplare della Biblioteca Sperelliana di Gubbio FA III 34 A 1). PALLAVICINO 1640a = [Ferrante Pallavicino,] Il Principe ermafrodito, Venezia, Sarzina (esemplare della Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma N b 34). RINUCCINI 1644 = [Giovan Battista Rinuccini,] Il Cappuccino scozzese, Macerata, Grisei (copia digitale dell’esemplare della Österreichische Nationalbibliothek di Vienna realizzata da Google books). c) Altri romanzi secenteschi1 ASSARINO 1643 = [Luca Assarino,] Il Demetrio, Bologna, Monti (esemplare della Biblioteca Civica Berio di Genova Be. XVII A 62 8). ASSARINO 1656 = [Luca Assarino,] De’ giuochi di fortuna, Venezia, Giunti, vol. II (esemplare della Biblioteca Comunale “Giosue Carducci” di Spoleto XVII. I. 268). BIONDI 1632 = [Giovan Francesco Biondi,] Il Coralbo, Venezia, Pinelli (copia digitale dell’esemplare della William R. Perkins Library of Duke University di Durham [North Carolina] disponibile all’indirizzo www.archive.org). BRUSONI 1662 = [Girolamo Brusoni,] La peota smarrita, Venezia, Storti (copia digitale dell’esemplare della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma realizzata da Google books). LOREDANO 1635 = [Giovan Francesco Loredano,] La Dianea, Venezia, Sarzina (copia digitale dell’esemplare della  1 A eccezione della Bersabee, per il quale ho usato una stampa veneziana del 1640 pubblicata un anno dopo la prima edizione dallo stesso stampatore, per tutti i romanzi consultati su stampe d’epoca mi sono servito della princeps. 16 Aspetti linguistici del romanzo italiano del Seicento  Österreichische Nationalbibliothek di Vienna realizzata da Google books). LOREDANO 1640 = [Giovan Francesco Loredano,] L’Adamo, Venezia, Sarzina (copia digitale dell’esemplare della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma realizzata da Google books). MANZINI 1631 = [Giovan Battista Manzini,] Della vita di Sant’Eustachio, Bologna, Ferroni (copia digitale dell’esemplare della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma realizzata da Goolge books). MARINI 2012 = Giovan Ambrosio Marini, Le Gare de’ Disperati, in ID., Le Gare de’ Disperati (1644). The desperadoes An Heroick History (1733), a cura di Luca Manini, Lavis, La Finestra Editrice, pp. 31-142 [I ed. 1644]. MORANDO 1650 = [Bernardo Morando,] La Rosalinda, Piacenza, Bazachi (esemplare della Biblioteca del Seminario Vescovile di Ferentino A 5/12, già 6 A-4S4 4T6). PALLAVICINO 1636a = [Ferrante Pallavicino,] La Taliclea, Venezia, Sarzina (esemplare della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma 1. 48.A.71). PALLAVICINO 1636b = [Ferrante Pallavicino,] La Susanna, Venezia, Sarzina (esemplare della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma S. MAC 3b.PALL.2). PALLAVICINO 1640b = [Ferrante Pallavicino,] La Bersabee, Venezia, Bertani (esemplare della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma 6. 18.F.30). PALLAVICINO 2009 = Ferrante Pallavicino, La pudicizia schernita, in ID., Romanzi e parodie, a cura di Anna Maria Pedullà, Torino, UTET, pp. 43-112 [I ed. 1638]. PALLAVICINO 2015 = Ferrante Pallavicino, Il Giuseppe, a cura di Luca Piantoni, Lecce, ARGO [I ed. 1637].