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Andrea Caffi e la rivoluzione delle coscienze

a cura di Giovanna Angelini e Arturo ColombolkjihgfedcbaZYX I I I Protagonisti del XIX e XX secolo fra politica e cultura Scritti di Giovanna Angelini, Alberto Castelli Rocco D'Alfonso, Franco Fantoni . V. Paolo Gastaldi, Elena Savino Valeria Sgambati e Arturo Colombo , I lcuor: l'he desiderano inf possou« consultare il nustro sito Int al scrviz.io "Inforlllalcmi" per o scrivere. inviando il loro indirizz rrnarsi sui libri e le riviste da noi pubblicati 'nel:mlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA IV II'II'..fi·(/IIC O O lIg l'li.il e iscriversi nella home page ricevere via e-rnail le segnalazioni delle novità a: "Franco Ange!i. viale Monza 106,20127 Milano" FrancoAngeli Storia Indice Il volume b stato pubblicato con il COI ributo del FAR ne~l'al11bito delle attività di ricerca del Dipartimento di Studi politicilkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA e so iali dellUniversità degli studi di Pavia. srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Presentazione, 1. 2. 3. Antonio di G.A. e A. C. Ghislanzoni, pago una voce del giornalismo milanese,mlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQ di Arturo Colombo » 11 Enrico Bignami e la scelta socialista, di Giovanna Angelini » 28 » 65 » 103 » 130 » 154 » 163 » 184 » 206 » 235 Ugo Guido Mondolfo e il socialismo della volontà, d i Giovanna Angelini 4. Giovanni Borelli tra liberalismo e nazionalismo, di Rocco D'Alfonso 5, Giovanni Bertacchi poeta umanitario, co/lerlil/{/: A ngusto Col", Copyright © 2006 ho. L 'ortistafnt gli ossessi (1960, particolare) Y I'rauco.Angcli s.r.l., Milano, Ital)' 6. Il De Ambris di Missiroli, di Arturo Colombo 7. Guido 6 20!) , Ic. È vi"I'II'\ h riproduzione. anche parzui . {)uesl'ulrinl'l c" , ,,' ite m a è consentita nel lim "", in più volte. e alla condizione che venga Ouui Iotocopiu che eviti ìacqu Chillllqllc'-\'O!Ocllpia 111\ libro, chi meue quexr.r pratica commet Stampa: Tip 2007 200g 2009 l't'euua raa d: qua. 1"'I'i SI, s titolo .. cl 115"' d Il' ' " virginio Paolo De Ruggiero e la prospettiva inglese, di Franco Fantoni Anno --~'!:~~-Il I 2' 4 " di , Gastaldi ln 2010 eccetto 20 Il . quell'I aduso ìellopera < 2012 7 2013 personale, 8. La giovinezza 9. Andrea socialista di Giuliano Pischel, di Elena Savino •• anche se effettuata S U llO c /O e c pd.glne-(. . <,' . ?c\elhleoocvl"cl1tc. o pa~atll"... ~OlllrConsl ~.rnhilui aru I ~ dall'nrt o' 'o.' ~ " < o~~ e sto di un libro è illecita ed ~ seveld~"ente pUillt,\ o', .•• a disposizione i mezzi per tarlo, ~!\1 comunque tavoriscc e un reato e opera al danno, della cultura. nonza. via Merano 18. Milano, Caffi e la rivoluzione delle coscienze, Castelli IO. L'esempio di Leone Ginsburg, di Arturo Colombo 5 d i Alberto 9. Andrea ri oluzione delle coscienze Caffi e la mlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA di Alberto Castelli l. Tra guerre e rivoluzionisrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 19:'\5 muore Andrea Cat i, personaggio dalle doti umane e intellettuali NellkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA straordinarie. La sua vita. semp e povera e incerta, è quella di un personaggio socratico: eli un uomo, cioè, de ito esclusivamente alla ricerca del vero e del giusto, disinteressato alla carriera e al denaro; è la vita di un uomo generoso. socievole e non affatto disposto al più piccolo compromesso in tema di idee e intellettuale di Caffi è dedicata alla causa del di integrità morale. Tutta l'attivi social ismo, inteso come aspiraz one a una società giusta, a una reale comunione con i propri simili, a una COl reta liberazione di tutto ciò che è umano dall'oppressione dei meccanismi p litici, economici e burocratici. Quanti lo hanno ricordato - da Giuseppe Pre zolini a Antonio Banfi, da Alberto Moravia al ~ 1 I0 grande amico e allievo Nic la Chiaromonte - lo hanno descritto come un uomo dalla cultura immensa e alla generosità spensierata. "Parlo di Andrea Caff - scriverà Chiaromonte - ome dell'uomo migliore. e inoltre il più savio e il più giusto che nel mio ternp io abbia conosciuto [...]. Un'uomo che più delicato e nobile è difficile imrn inare [... ] un uomo che tutte le qualità della mente e dell'animo dicevano fa to per essere accolto e onorato nei luoghi più eccelsi di una società ideale e articolarrnente fra gli uomini di pensiero e di cultura: e il quale invece scegli va deliberatamente la solitudine e l'oscurità, incapace comera di fare la più iccola concessione quando si trattava non dico della sua integrità morale o dell sue idee, che sarebbe un parlare solenne, ma semplicemente della sua sensi ilità [... ]. Non si trattava tanto di riluttanza al compromesso. quanto della vol ntà di non inserirsi in alcun modo in una società che gli dispiaceva profond mente'". à Caffi nasce a Pietroburgo il primo maggio 1887 da Giovanni Caffi, italiano, costurnista presso i teatri imperiali, e Emilia Carlini, di origine francese. Frequenta il liceo internazionale di Pietroburgo, dove ha occasione di incontrare giovani di nazionalità e di estrazione sociale differenti, e dove inizia a coltivare l' i?teresse per la storia, la letteratura e la filosofia". La Pietroburgo dei primi anru del Novecento è pervasa da istanze rivoluzionarie ed è il centro di un notevole fermento culturale e politico: si sviluppano, nell' ambito della comune lotta contro l'assolutismo, profondi legami tra il popolo e gli intellettuali, e si prepara negli animi e nei fatti la rivoluzione del 19053. In questo clima politico e culturale, a quattordici anni Caffi è già socialista: un'adesione seguita a una visita alle officine Putilov in cui può constatare le drammatiche condizioni degli operai". Non è possibile conoscere con sicurezza le suggestioni culturali e politiche che Caffi riceve in questo periodo. Tuttavia, visto il futuro sviluppo del suo pensiero, è probabile che subisca]' influenza della tradizione populista e libertaria russa, di cuii principali esponenti nell'Ottocento sono Aleksandr Hertzen e Michail Bakunin. Schematicamente si può dire che la dottrina dei populisti russi si fonda sulla difesa della comunità contadina, contro l'invadenza oppressiva dello Stato; sulla convinzione che in Russia sia possibile uno sviluppo autonomo del socialismo; sull'opinione che soltanto attraverso una lenta e profonda azione educativa sia possibile innescare un vero processo rivoluzionario; e infine, sulla sfiducia in ogni forma di democrazia parlamentare", Durante la rivoluzione del 1905 Caffi lavora attivamente nel sindacato dei tipografi di Pietroburgo, e nel 1906 viene arrestato per la sua attività politica. Dell'arresto dà notizia l' «Avanti!» del 21 giugno 1906. L'articolo è importante perché ci fornisce significativi dati biografici: "Più di un mese fa a Pietroburgo i socialisti democratici tennero una riunione alla quale intervenne anche Franco, Reggio Emilia, 1967, pp. 118-124. C. Vallauri, Caffi Andrea, in Dizionario biografico diretto da A.M. Ghisalberti, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma, 1973, voI. XVI, pp. 264-266. G. Prezzolini, Prezzolini alla finestra, Pan, Milano, 1977, pp. 75-80. G. introBianco, Un socialista "irregolare": Andrea Cajfi intellettuale e politico d'avanguardia, duzione di A. Moravia, Lerici, Cosenza, 1977. A. Castelli, Il socialismo liberale di Andrea Caffi, "Storia in Lombardia», (Milano), XVI, n. 2, maggio-agosto 1996, pp. 129·167. P. Adamo, C~l{fi del pensiero p o litic o , diretta da R. Esposito e C. Galli, Laterza, Bari, Andrea, \Il Enciclopedia 2000, pp. 97-98. Per una bibliografia degli scritti di e su Caffi si può vedere A. Castelli, B ib lio g ra fia c a ffia n a , in Andrea CC(1fi u n socialista libertario, a cura di G. Landi, Bfs, Pisa, 1996, pp. t 69-18 I. degli italiani, 2. Caffi stesso ci offre una testimonianza su questa scuola nel saggio Società e gerarchia (1941-1945), ora in «Tempo presente» (Roma), X, n. 7, luglio 1965, pp. 11-17, e in Critica della violenza, sit., p. 61. 3. Per una descrizione dell'ambiente di Pietroburgo Lo Gatto, Il mito di Pietroburgo, Feltrinelli, Mitano, nei primi anni del Novecento 1960 (ultima ediz. Feltriuel si veda: E. li, Milano W O O ). I. N. Chiaromonte, lntrodurione a . C affi, Critica della violenza, Bornpiani, Milano, 1966, pp. 5-7. Notizie sulla vita di Calli si possono trovare anche in A. Bnnfi , Tre maestri, «Illustrazione italiana» (Milano), n. 4,3 novembre 1946, pp. 285-286; D. Banfi, Umanità, 206 4. Si veda N. Chiaromonte, ' Introduzione, cit., p. 8. 5. Sul populismo russo si veda: F. Venturi, 1/ populisnio conda edizione ampliata e corretta, 1972, pp. 34-63). 207 russo, Einaudi, Torino, t 952 (se- Giuseppe Caffi6, cittadino ita iano domiciliato a Pietroburgo e ascritto al Partito socialista democratico usso. La polizia vi fece irruzione, perquisì e prese le generalità degli interve uti ed arrestò solo Giuseppe Caffi che da quel giorno trovasi ancora in carcere Caffi è figlio di un ricco sarto, egli compì gli ~tudi zinnasiali e liceali a Pietr burgo, poi andò all' estero e continu? gli studi in una delle università europe . In seguito tornò a Pietroburgo'". E liberato grazie a un'interpellanza di Fil ppo Turati, Leonida. Bissolati ~ Andrea Costa alla Camera dei Deputati, che c iedono al governo di fare pressione sulle autorità russe affinché sia fatta chia ezza sulla situazione di Caffi e sui motivi del suo arresto". Uscito dal carcere Caffi trascorre un breve periodo in Germania e, tornato in Russia, viene di nu vo arrestato per le sue attività politiche". Nel 1907, di nuovo libero, l cia la Russia e si stabilisce a Berlino, dove segue le lezioni di Georg Simmel ' . Nella capitale tedesca Caffi conosce anch~. il ziovane Antonio Banfi, di cui iventa amico e sodale Il. Lo stesso Banfi offre ~n ricordo suazestivo del suo i contro con Caffi: "Guardavamo il quadro delle lezioni io e 6)~fllCio Cottil2 [.. ]. E ci si fece vicino con la sua chioma fulva e l' occhio ardente eli sole, Andre Caffi, cavaliere errante delle guerre e delle rivoluzioni. Veniva dalle prigio i russe donde lo aveva tratto un discorso di Filippo Turati alla Camera e ne rideva come rideva più tardi al cannoneggiamento delle Argonne, alla fucileria del Sabotino, ch'egli aveva affrontato col fucile a tracolla, disposto a morire non ad uccidere. Ma quelli berlinesi furono giorni di raccoglimento e di studio. Segnando un nome ci disse: 'Questo è l'uomo che fa per noi'. Ci disse e così fummo i tre scolari fedeli di Giorzio Simrnel"!'. L'amicizia tra Caffi, Banfi e Cotti si traduce presto in una vera e propria coll~borazione intellettuale; tanto che nel 1910 pubblicano su «La Voce», periodico diretto da Prezzolini, un articolo intitolato Per il congresso del libero cristianesi14 1110 . In questo scritto i tre autori auspicano l'avvento eli un nuovo libero cristianesimo> frutto di "un mondo sconvolto, di un atto geniale, irriducibile in termini puramente intellettuali dell'umanità"; auspicano cioè una religione rinnovata, in grado di fornire guida e significato alla vita e alle azioni degli uomini in una società che ha subito mutamenti repentini e profondi. Una tale religione, precisano i tre autori, "non è speculazione, non è Weltal1schauul1g, è vita o per meglio dire è l'unità perfetta in cui si rivela l'inscindibilità del pratico e del teoretico nello spirito" t5 In questa ansia dei tre giovani intellettuali di ritrovare una re li zion« profondamente sentita e capace di ridare un senso all'esistenza degli uomini si avvertono certamente sia la preoccupazione per l'individuo che riscl1ia di perd~rsi neli.' ~nomia della nascente società di massa; sia la diffidenza per le troppo 6. Non è chiaro il motivo per cui, ino al 1910, appare il nome di Giuseppe Caffi L'ipotesilkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA più plausibile è che l'autore avesse du nomi. . . . semplici Ideologie, che tendono a sostituire la riflessione seria sull 'uomo, sulla L'arresta in Ru sia di un italiano, «Avanti!» (Roma), X, n. 3434, 21 gru7. G. Beruumasco.srqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA socie~à ~ sulla ~tOl:iacon una serie di parole d'ordine vuote; sia il timore per gli gno 1906, p.I. Si noti per inciso che s condo questa fonte, il giovane Caff è già stato all'estero effet~I di q~lel I11ch11ISmoe di quello sguardo disincantato sul mondo, che vengoa studiare prima del 19l1S. . no dISCUSSInelenodo più penetrante nelle opere di grandi intellettual i tedeschi 8. Si vedano gli Atli parlamentari della Camera dei Deputati, Tipografia della Camera del come Nietzsche, Weber e, naturalmente, Sirnmel!", Deputati, Roma, 21 giugno 1906, VoI. III, p. 91 16. . 9. Si veda Ne/le carceri Russe, «A anti !>, (Roma), X, n. 3681, 24 dicembre 1906, p. I. SI veQuesto articolo può essere pubblicato su «La Voce» perché Cani, che nel .... dano anche gli Al/i parlamentari della Camera dei Deputati, cit., p. 9118. 1909 era stato a Firenze, aveva stretto amicizia con Prezzolini, Alberto Spaini, b I (). A proposito del l 'influenza elle lezioni di Simmel sul giovane Caffi , Giuseppe Prezzolini annota che "nel modo di se ivere di Caffi è evidente liuflueuza eh Georg Simrnel che a quel tempo insegnava e pubblicava I bri a Berlino. 11Sirnmel non amava il pensiero sistemati13. Si veda D. Banfi, op. cit., 1967, pp. 120-12 I. Daria Banfi fa risalire al 1946 questo passo scritto dal marito. co e praticava la ricerca della verità, p così dire a spizzico, riuscendo, g~'azle al suo metodo Splritoso, un insegnante e lino scrittore affascinante, ma poco costruttivo. E chiara l' unpronta che 14. A. Banfi, C. Cotti, G. Calli, Per il congresso del libero crisrianesimo . «La Voce» lasciò sul Caffi" (O. Prezzolini, Prez: lini alla finestra, cit., 1977, p. 79). Negli anru \Il CUI Caffi (Firenze), Il, n. 39, 8 settembre 1910, p. 390. A proposito di Caffi e di questo articolo Prezzolini frequenta le lezioni di Simmel (period compreso tra il 1907 e il 1910) questi si occupa, tra l'alscrive: "Se il Caffi,avesse avuto un altro carattere, avrebbe potuto assai degnamente figurare in tro, della revisione dell'opera dal tit lo Die Probleme mlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA d e l' Geschichtsphilosophie, Dunker>qualsiasi uruversua d'Europa poiché parlava correntemente il russo, l'italiano, il tedesco e il Hurnblot, Leipzig, 1892 (seconda edi ione 1905, terza edizione 1907, trad. il. f problemi della francese. Secondo alcuni l'articolo era principalmente del Caffi, che per modestia aveva voluto filosofia della storia, a cura di V. D' nna, Marietti, Casale Monferrato, 1982). In quest'opera dividerne la responsabilità e il pregio con due compagni stretti di quel periodo della sua vita" (G . Prezzolini, Prezzo lini allafinestra, cit., p. 75). SilTllllel cerca di fondare filosoficame te la distinzione tra scienze dello spmto e scienze della natura. Sul pensiero di Sirnmel si ved : A. Dal Lago, Il conflitto della modernità. Il pensiero di 15. A. Banfi, C. Cotti, G. Caffi, op. cit., p. 390. Georg Simmel . il Mulino, Bologna, I 94. . . . 16. Non è possibile specificare in che misura le idee di Caffi, Banf e Cotti siano influenzate I I. Bunf diventerà in seguito una figura eli primo piano della filosofia italiana. Nel periodo dagli insegnamenti di Simmel, perchè nel loro breve articolo non ci sono osservazioni sufficienprcbellico stava terminando gli studi. Per una biografia di Antonio Banf si veda D. Banfi, op. temente aJ:ticolate per consentire un'analisi comparata. Tuttavia, nelle parole dei tre giovani itacii. Per una esposizione del suo pensi ro si veda: F. Papi, Il pensiero di Antonio 8allf' Parenti, balli SI puo torse avvertire l'eco delle riflessioni di Simmel sulle radici, non meramcnte intelletFirenze, 196 I e più recentemente: F. api, Vita efilosojia. la scuola di Milano, B O I1 /I, Cantoni. tuali, ma storiche, sociali. e psicologiche eli qualsiasi forma etica. Si veda G. Simrnel, Einleitung Paci. Preti. Guerini e associati, Milan, 1990. 1 I1 die M o ra lw is s e n s c h n ft. Eine Kritik d e l' ethischen Grundbegriffe (J 892-1893), ultima ediz. a 12. Confucio Colli. compagno di tudi di Santi e Calli, muore giovane a causa eli un malore cura di K.C. Kohnke, Suhrkamp, Frankfurt a.M, 1989. Questo aspetto del pensiero di Simrnel è dISCUSSoda A. Dal Lago, op. c it., pp. 72-86. durante una ascensione in montagna. 208 209 scia come eredità devastazioni materiali e m . li d' ., pace di risollevarsi. Con la zuerra la s . t~ 01 a l, a CUII Europa non sarà caScipio Siataper e altri collaborato della rivista. Può destare stupore che un so. . b c c oCle a vIene progressIva t b . cialista come Caffi collabori con La Voce», periodico considerato vicino alle . . o'. men e urocranzzata, militarizzata e tutte le attività bellico. La guerra, cioè, assume \I~ s~~'~~~e~~~O,,~;lte e~~genze Imposte dallo sforzo posi/.ioni dei nazionalisti. Per sci gliere questo dubbio, tuttavia, basta notare umana o meccanica del paese vie 1 I aIe, n~1 ~enso che ogni nsorsa che attorno a «La Voce» graviran intellettuali di idee assai diverse, e che 1'0queste trasformazioni, prende form~\eU~os~~~e suo servrzio. ~n c?nseguenza di rienturnento politico complessivo el periodico non è affatto riassumibile nelle e tendenzialmente autoritario No I P'l . POlItICOsempre pLUcentralizzato idee na7.ionalistelkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA l7 Vale la pena d notare che molti anni più tardi Prezzolini rio elude la guerra viene stipula'to sencsodO.I ~Iat~ato di Versailles, con cui si concorderà il giovane Calli con ques parole: "Caffi aveva avuto una natura com. .' c n o cnten che pongo l b' . . plic.ua e sensibilissima (direi fet minile) accompagnata da un grande idealiconflitti. Il trattato " infatti e' l'espresso Ione d es l"I interess . d Il no Fe asi. per nuovi smo e da un distacco totale dal enaro con una suscettibilità estrema di coad affermare la propria ezernonia in E b I e a rancra, che mira consolidare l'Impero Questa poli ti C diPra: edella Gran Bretagna, che tende a scienza e una mancanza assoluta i preoccupazione per il proprio avvenire. La . c a I I anCLae Gran B' t '. denternente ali interessi della Gerrnani d Il' c le.agna penal.lzza eVIsua vita quindi fu povera, randag a, incerta?". d ' '" ma e e cl nascente Un o S . . Nel 1910 Caffi è di nuovo a erlino ma non vi rimane a lungo; si reca per o COSIorigine a un assetto europeo instabile e Ol'a'vido (j' I 1111,ovletlca, e danD I . . '" c I con' ttti qualche mese a Parigi e a Rapall , dove visita il celebre intellettuale libertario urante a guerra Caffi mantiene un ra '.' . amicizia anche con Umberto Zanotti Bian ~port~ epistolare e stnng~ una salda russo Petr Kropolkin che ammìra profondamente. Lo scoppio della Prima ziniane'". Una volta terminato il contlitt~O, sCI~tt~re e filantropo di Id~e mazGuerra Mondiale coglie Caffi a Parigi: si arruola come volontario, convinto Roma, dove partecipa alle attività de L G" Caffi l~gglLlnge Zanotti BIanco a che il futuro della democrazia e el socialismo dipenda in notevole misura dal to dallo stesso Zanotti Bianco da G a lovSanleEuropa: un movimento fondacrollo degli imperi centrali. Vie ferito e, rimessosi in salute nella primavera c " ae t ano a vermrn e da G' . del 1915, combatte nelle fila de l'esercito italiano. Grazie al!' interessamento Borgese, con lo scopo di contribuire alla ... ' . ' LUs~p'peAntonio le equo e capace di allentare le tensio . t ~OSJ~~z~onedi un ~ssetto internazionadi Daria Sant'i, moglie di Anton o, nel dicembre del 1915 viene assegnato al Europa, «La Voce dei popoli» Caff III ~~ll tan ..Nella nvista de La Giovane comando della quarta armata di elluno con il ruolo di interprete". Già in questo periodo, Caffi si rende cont che le speranze da lui riposte nella guerra un saggio fortemente critico n~i ~on~f.~nti te; nvolu~lOne e, l'E{lrO/~a: ne considerato da Piero Go etti co '1'" o .scevlc I e che, tra 1 altro, viecome vettore di progresso dem cratico erano illusorie. Il conflitto gli appare In questo saggio C ff d .. me I pm importante scntto sull'argomento" come una catastrofe politica e orale, oltre che materiale: "da undici mesi . a I enuncia Il carattere a t .it .: di' ~ . nizzazione bolscevica. La struttura del arti c uton a.llo e partito e cle Il' orgascrive a Daria Banfi - la crosta di barbarie va formandosi e solidificandosi e to cll. Lenin, nota Caffi, assomiglia a quella delle società sezrete fiorite i E P minaccia di soffocanni. Ma è re orica questa, il vero è che noi tutti, noi i pochi . . ' cm uropa tra LI 1820 e '11848" '-: fratelli fedeli ad altri sogni soff iamo molto e non si vede ancora la fine [... ]. zione chiusa dunque, fortemente centrai' " I. un organizzachieste provenienti dal popolo rett d li asem del tutto ~mperl11eabdc alle riHo visto l'ultimo numero della Voce Politica-'" e ne sono rimasto addolorato g tima analisi, negatrice di quals'iasi td aa Ilabge~t~.del Comitato centrale e, in ul[ ... 1 propone di usare i gas asfi s. e di massacrare i non belligeranti. Anche ec el I errano e socialista .. ., . ' quelli là dunque hanno seguit la china. Tanto più dobbiamo stringere le M a Il frutto plll Importante della collab l"" • .' . il volume del 1919 T _ d' o azione tr a Catf e Zanotti Bianco è ti le'? I . • La pace T versailles 1I1cui' d .', l timori eli Caffi per la "cros a di barbarie" che la guerra produce sono evimentano in modo dettagliato che il trat;ato d' I, ue autol,l sostengonoe argoPnma Guerra Mondiale . d' . I pace che ha posto terrnme alla dentemente fondati. Il conflitto i rivela estremamente crudele e distruttivo e lac , Invece I armOlllzzare al" . ter .d . l In eressi elle nazioni, ha creato nuovi motivi di odio e d' . . t rancore tra IIJOpol1 tt d l b . nuovo contlitto europeo "La . d' V . " :.ge an o e aSI per un 17. Su «La Voce" è stato recente: ente pubblicato il volumesrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA La Voce e t'Europa: il movi- mlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA . pace I ersailles - affermano Caffi e Zanotti r: ~~f Il . . b m l'l/to [iorentuio de La Voce: dall'ld itità culturale italiana atl'ìdentitù culturale europea, a cura di D . Ruesch e B. Somalyico, Pre .ìdeuza del Consiglio dei Ministri, Roma, s.d. (ma 1995); ma si veda anche E. Gentile, Fortuna lella Voce, in G. Prezzolini, La Voce, 19013-1913: cronaC II. a l/to lo g ia efòrtw/(/ Ig. G . Prezzolini. 19. A. Calli, di W)(J rivista, Prezroiini Lettera al/a. ad Antonio uscoui, Milano, 1974, pp. 925-996. nestra, cit., p. 76. anfi , 31 dicembre 1915, disponibile 22. Sulle vicende che portano Cafti e Zanotti Bian ,. . . 12 marzo 1916 lettera 412 A' l' .' ZCOd conoscersi SI veda A. Cani, Lettera a . U Z .. "IC1IVIO anotu Bianco R '(d' . . ora 111 . anotn Bianco, Carteggio /906-19/13 ..' .'. orna ora In poi Azbr), 1987, p. 479. '. ' a CUIa di V. Carine: e A. Jannazzo, Laterza, Bari, Zanotti Bianco, presso l'Archivio Santi a Reggio Emilia (d'ora in poi A r). 20. Nel 1915 Prezzolini, già dirett re del periodico «La Voce», pubblica un mensile dal titoIII «La Voce, edizione politica». Il rimo numero di questa rivista esce il 7 maggio 1915 a 23. A. Caffi, La rivoluzione russa e I 'Eurona (,L '0,' . 1918, ora in: Scritti politici, a cura di G Bia I 'L ~ oce delpol:oli» (Roma), I, 1111.5-6-7, a veda P. Gobetti, Rassegna di questioni P~/iti(~lCeo, E uov<a Italia, Firenze, 1970, pp. 1-61. Si 1919, pp. 132-139. . ,« nergie Nuove» (Tonno), II, n. 6, 2S luglio Firenl.e. pubhlicata dalla Libreria dell Voce. 21. A. Cani. Leuera a Daria Ban , 1915, Abr. 210 211 Bianco - è la pace dei siderur ici che aspettano nuove guerre, è la pace ?e~ 2 . L 'a n tifa s c is m o Governi in cerca di primati, a l nga o presta scadenza; è.la pace degli a~fanstl in cerca di monopoli di materie prime; è la pace che considera le Nazioni ~on~e U,scito da.l carcere, ~;ffi lascia. Mosca e fa ritorno in Italia, giungendo a cenci che si possono sforbiciar e ricucire a proprio talento. ~on rende. giusu~omd Il I 3 ~lUgno 1923 .: Nel luglio Caffi, costretto dal bisogno, trova un imzia ai vinti ed agli stessi vincit ri; non abolisce gli ~rma.mentl, n?n annienta le piego provvlsono presso Il Ministern degli Esteri: il lavoro consiste nello serirazioni di odio tra i • popoli, n n distrugge i vecchi ordinamenti, non getta le t::;.. .•.CBA ,,? 4 ~~re. ~n fr~ncese due ~rticoli alla settimana, in cui l'Italia deve apparire come basi della nuova socleta - . Il ylU felice del paesi sotto I'egida dei Fasci"28. Nicola Chiaromonte racconVerso la fine del 1919, C ffi si reca a Costantinopoli come inviato del dal tera come Caffi lascia questo impiego: "lontano com'era stato dall'Italia finmlkjihgfedcbaZYXWVU «Corriere della Sera»: spedisc al giornale alcuni articoli che però non vengo1920, non sapeva quasi nulla del fascismo. Non tardò a farsene un'idea e un no pubblicati. Dalla Russia gl giungono le drammat!che n~tizie della .guerra giorno uscì dall'ufficio per n.on più tornarvi. Ma non senza aver prima ri~etuto civi le, della carestia, del!' inter ento delle potenze occidentali, Sente lI.blsogno una monellenadei gen.ere ?I quella perpetrata a Mosca: a guisa di commiato di partecipare a eventi così tra ici in prima person~ e no~ cOI?e semphc.e spetda.lle su~ ma~1S101l1 ufflcl~lt, aveva scritto e regolarmente spedito aIJe ambatatore.": lascia perciò il suo in arico come giornalista e SI unisce alla nussione SCIate ne~ Vili·.l paesi un ultimo bollettino, contenente un resoconto burlesco del internazionale eli soccorso gui ata da Fridtjof Nansen. Giunge a Mos_ca nella famoso ncevllnent? off~rt~ a Palazzo yenezia in onore dei neo-nobili del regiprimavera del 1920, dove può onstatare direttamente - trovando .conterI?a di me, dove. M~ssolI.11l ~ra msrgruto del titolo di duca del Manganeìlo'<" A Roma quanto egli aveva scritto insrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA La rivoh~zione russa e l'Europa:- che m RUSSIa c?nos~~ 11?1O~aI1lSS11nO Alberto Moravia e, soprattutto, frequenta i circoli soprendendo forma non l'ideale oClal.lsta, ma.un ve~o e.p:~pno Stato autontano cialisti .1talJal1l. Collabora a «Quarto Stato», diretto da Pietro Nenni e Carlo a cui egli decide immediatarn nte di OppOl"Sl.D~ll attlV1t~ svolta ~~ ~af~ c?n~ Ro~sellI, curando una ~ubrica. di politica estera, in cui torna a battersi per una tro la dittatura bolscevica ci rnisce testimonianza egli stesso: AI prImI di r~vlslOn~ del tr~ttato di Versailles che garantisca una effettiva autodeterminasettembre del 1920, a Mosca [ ..] un piccolo gruppo di cinque persone che nuzl?ne del ~opol~. Propone, inoltre, di avviare un piano di integrazione econotrivano assai poco amore sia er 1'ortodossia comunista che per il reg~me so1~lca tra ~II St~tl europeI. che, da un lato, faciliti lo sviluppo economico; e dalvietico riuscirono ad insta larsi in un servizio stampa del Cornintern. l altr?, vincoli ogni nazione alle altre, scongiurando il pericolo di un nuovo L'ingenuità del responsabile xelrod [...] permise di organizzare, per 9u~lche confhtt03o . tempo, uno scherzo che non teva durare: dei ritagli d.i gi~rnali ~tra11l~n,.ac~on. il consolidarsi del regime fascista, tra il 1924 e i11926, Caffi corre il ricuratamente scelti al fine di s scitare il massimo possibile di dubbi nell amrno S~hlO dI esser~ ~rr~stato per ragioni politiche; parte quindi per la Francia e fidi un ancora onesto militante ella Terza Internazionale, poterono esser tradot~ I1lSC~per S.t~bI!IrSI a Parigi. La capitale francese, in questi anni, è la meta di ti in russo, stampati e diffusi ella cerchia abbasta~za ristretta. di ~e:sone C~I m.oltI politici e ll1tell.ettuali antifascisti che, in seguito alle violenze e agli arreera destinato il bollettino. No poteva durare, e fu miracolo s~ SI arn~o al deci-lkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA StI.pe~petra~l.dal ~egll~e ~~sclst.a~Sono costretti a emigrare. In Francia, i memLa punizione p r questo "scherzo" fu un so~glOrno di un mese 1110 numero". bn del partin antlfa~clstl 111esilio si organizzano e danno vita, nel 1927, alla nel carcere della Lubianka," ve gli appelli dei condannati a morte erano fatConcentrazIOne AntIfascista. I dirigenti della Concentrazione e dei partiti che ti ouni notte in maniera alqua to disordinata'F". t» ne fanno parte adottan~ una politica attendi sta verso il fascismo, perché Sono COnV1l1tlche esso non Sta altro che un fenomeno transitorio, una parentesi del- = 24. U. Zanotti Bianco e A. Caffi 25. In una lettera a Zanotti Bian sività mia finora nella rivoluzione r mi è tanuibile la somma grandiosa nace lott';; elella repubblica moscovit mente la Russia. [.. 1 Sto per anelare' dovrebbe essersi ele.cisa da un pezz dintormazione. L'intesa ha fatto ta donato. Una pace sollecita - politic dameruo eli masnade e tutte le orge li i più loschi bagarinaggi". (A. Ca ora in: U. Zanoni Bianco, Carteggi 2A. A. Caffi, Stato. nazione e cu La pace di versailles, «La Voce», Roma, 1919, p. ~3. ,Caffi scrive: "la vera tortura della mia coscienza e la passsa e le propaggini sue. Lo sapevo anche pnrna ma q U I ora . eroismo e di abnegazione diffusa nel cataclisma, nella tenell'opera che si intrapre,ndeora di rigenerare eCO?OmICaMosca, lì vedrò le cose piu chiaramente. Del ~esto 1 ~ulOpa ,è un bizantinismo quello di scusarsi cO,n I insufficienza to male alla Russia che creelo non le potra mal essere perse così piace - ma che elefinitivamente liquidi ogni assol. inviati straordinari che altro non fanno che associarsi a tutl, Lettera a Zanotri Bianco, I marzo 1920, lettera 78 Azbr, /9/9-/928, cit., p. 118). tura, (1950), in Critica della violenza, cit., pp. 167-168. 212 27: Si veda A. Caffi,. Lettera a Zanotti Bianco, Zanotu Bianco, Carteggio 19/9-1928, cit., p. 397. . 28. A. Caffi, Lettera a Zanotti Bianco, BIanco, Carteggio /9/9-1928, cit., p. 417. 29. N. Chiaromonte, 15 luglio 15 giugno 1923, lettera 254 Azbr. ora in: U. 1923, lettera 268, Azbr, ora in: U. Zanotti Introduziol1e, cit., p. 14. su «Quarto Stato» conviene ricordare: Pro e contro il trattato russo-redesco, Cronache di politica estera, Guardando quel che succede nel mondo, 30. Tra gli articoli di Caffi pubblicati «Quarto Stato» (MIlano), I, nspettlvamente n. 8,15 maggio 1926, p. 2; n. 13, 19 giugno 1926, p. 4: n. 25, 25 settembre 1926, p. 2. Su Il «Quarto Stato» SI veda P. Bagnoli, Carlo Rossetti, prefazione eli G. Spa~Olll1J, con uno scntto di A. Galante Garrone, Passigli, Firenze, 1985, pp. 62-10 I; A. COlo~lbo, L avvenfura di «Quarto Stato», l1l Carlo Rosselli e il socialismo liberale, a cura di M. Degl Innocenti, Lacaira, Manduria-Bari-Roma, 1999, pp. 57-64. 213 ci, esemplari, in grado di dare visibilità al movimento, di risvegliare entusiasmi . . .•.. . . 1 licemente aspettare la fine. Si dedicano, di CUI convL~ e sen P .'1" di Mussolini ma conItalwnalkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA sopiti e di spingere altri gruppi alla loro imitazione". Il .mlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA a' da I Francra conti o I I egllne , Caffi si dimostra subito interessato a G.L. sia perché ne condivide le idee socn\;lll1ente. a il plopaedn ~ ,.' " (d'altra parte a loro aiudizio, prossima e siderano opportuno aspettar ne a CliSI.. .c " '31 cialiste e libertarie; sia perché è legato a Rosselli da una stima e da un'amicizia inevitahile) per avviare una az one polttlcall1ltalta.. ancia si arricchisce di che risalgono all'esperienza del «Quarto Stato». A partire dal 1932, quindi, colN I 19')9 lo schieramento ntifascista Italtano 111FrasrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA c'. • . d . labora in modo regolare alle attività editoriali di G.L., pubblicando articoli e (' -. , .. '. . I articolarmente acuta e II1tIaplen ente. U\l8 personaltta politica e m te ~ttua e p f d L' .: dove era al confino movi mento «Quaderni di saggi di notevole rilievo teorico sul periodico del . (Y , p.' dopo la usa a ipan , , Giustizia e Libertà». Secondo Aldo Garosci, Caffi è addirittura "l'anima" dei Carlo Rossetti. Jlunto a an I . to antifascista Giustizia e Libertà . ·r· d . bit '1 cele re movlmen . ~ primi «Quaderni di Giustizia e Libertà»; è l'unico che, grazie alla sua esperienli ltr: intellettuali come Alberto Ciarica, Rossell1on. a su 101. . (Ci.L): Cl CUI adenscon?, tr ~ I; .r~ .. LiberoBattistelli,AldoGaroscie za europea, si distacchi "dalle tradizioni o del dernocratisrno giacobino dei collaboratori parigini o del rivoluzionarismo liberale strettamente provinciale dei Lione\lo e~l:anco ve~~t~~'I,tlb ~Odo~lr~n~~:~: il movimento di Rosselli si ispira piemontesi'v". A questo periodo risale anche la conoscenza di Caff con Nicola ~~~~~~iC~I~I~il{~::~:l~:p~bl~li~(~a i e lib~rt~ri, coni~lgando gli ob~etltivl d~~~~~~i Chiaromonte: era stato Alberto Moravia a consigliare al giovane Chiaromonte .' d . di dlseauagltanze economie le, a e gran . bt'scano una tendenziale autonomia cietà pnva di sfrutlamento di fare visita a Caffi a Parigi '". Tra i due, come si è accennato, si stringe una for'. .ti le rmn anze e zaran I governo c Ile nspet 1110 ~ ~ . l't' G L si dichiara conte amicizia: li lega, oltre alla comune militanza in G.L., il disgusto, non solo per ~Ielle sinaole comunità. Sul p ano strettamente po l IC~o'pon'e'l:na strategia bail fascismo e per il comunismo sovietico ma, più in generale, per un mondo vio. . . d' 't' d \la ConcentrazIone e pl lento, volgare, privo di forma; li unisce anche la convinzione che le idee, per esrrario alla polttlca arten IS .~1 ..' \la rivoluzione per abbattere il fascismo, sata sllll'InsurreZIOne liberatt e,e su c d I aese I diriaenti di G.L. insere vere e feconde, dèbbano essere vissute in modo coerente. 'I re ltà permanente e pc . b ' ' . Il Ma piuttosto che sull'amicizia tra Caffi e Chiaromonte, conviene conceninteso da Rosse I cOI~e un, c '. tro il reeime fascista gesti audab somma, considen:l\lo Importa e compIeI e con trarsi sui rapporti di Caffi con i dirigenti di Giustizia e Libertà perché ciò COI1sente di fare luce sulla personalità dell'autore e sulla sua concezione di lotta . .' L --, Bari 1953 pp 26-54. Sulla antifascista. Caffi non è sempre d'accordo con i giellisti, anzi, proprio il loro .,' ', ... S .' le i [uoriusciu, atei Zel, " ".. . :ll. :-;I veda A C'I:\lS?SCI.F td o ~ lle ~ to T :ill d e lla C o n c e l1 tra z io n e A rIlifa s c i.l'w , prelazroue di N. antifascismo insurrezionalista e fatto di sfide aperte al regime, non incontra il ConcentraZione SI veca Sanu C IO favore di Caffi. Egli preferirebbe una strategia di lotta più lenta, priva di gesti TranLlgìia, F:cllrinclli. Milan?, 1')76 '.', A Garosci S to ria d e ifu o riu s c iri, cit.; straordinari e vistosi, ma capace di produrre cambiamenti effettivi e duraturi, .\2. Su Cìiu:,riZia e Llberta SI ved no ,I. seguenti sagol~, ., .ta e n e ìla storia d 'lra lia : a ttu a lità . ., . .: G .'-' 'L il e rra n e lla lo tta a llfl,a S l.l. Per comprendere questa posizione di Caffi bisogna ricordare che, a suo giudit'Il volum e a p lU \()(I iusu ..W (. .... f " atti d e l C o n v e g n o tniemationaìe O Ig a d e i fi'{l(c lli R O S I'e ll; quaranto (1 1 1 1 1d1a l lO T O sacri T ((O , .r.: d lla R e \.iç te n c a La Nuova Italia, zio, il fascismo - come il comunismo - è insieme la causa e l'effetto di una cril 77 d a ll Tstitnto s tO T lC O e ,· ,." . . .. ) l" ,,', nizznt» {/ "'re l1 ~ e Il J( "l/./g n o .. L' / t' 'Il (IT ' "C l·'II·tT ·-I·'/ e iihenà». Econonua si di civiltà, diffusasi nel profondo della società europea durante i tormentati .. .. F 'nlCI a le n w 11·· ,. ~" . t-irenve. 1979. PIlI recentemente, . 11\CI , .... ,.. di A Colombo FrancoAngeh, . ti Car! Rasselli plesent,llIone. , . primi venti anni del Novecento. Una delle spiegazioni più chiare di ciò che, se''l'0 !iT ic o l1 e i p ro g l'T It d e l K n tP I'° (T , o \ I/" F'" cnA nzeli Milano, 1992; M. Gervasol1\, condo Caffi, rappresenta il "fenomeno fascista" si trova in uno scritto ancora !vlilano,ILJS7: Santi Fedele, E verra Il attra ta IC T 'I'lla l~ I M"'&B' Milano 1999, pp. 11-43. Sul . C' .' ,L '/ -rtù it socìaìismo T I('W e, ," .' La dottrina fascista, databile attorno al 1932, in cui si legge: inedito dal titolo z /"T r(Ì"I/~ .in n e , JrI 1 I1 .l'fI w e :l XT . G'. . V 't li C a rlo Rossetti. valleccbi, Firenze, . la stona b p '. 1 •. . • • (I L n» ( ti, . l" l']" elli SI ved no' A a ( C' .' pllltICO, I x osseru : . .: CmOSCI. l R ., Il' d a l/'in te rv e n tis m .o n « T l/s tIZ IC T e 1<)-+5lseconda ediz. 1973); N. Tra faglia, a ro ,(}.\:e Il C ttaueo a Rosselli, Le Monnier. . , ... , B'" 196~' G G ' lasso. La demo: rano (a (/. .., 'l' /"JI >e l'W ", Latei za, .Il l, ,. . l' d Il t' p ro ta 0 v n is ti e te s tim o n i di un li ti a . ì'i- 275' A Colo bo Poi n e a l'a n c c r io.o« . li C '1 FllTJ17.e. 19R2, pp. -:)- .. , . ~49-ì73' N Tranfaglia, S u l socialismo liberule ai aTO itclu), FraJlt:oAn~ell, Milano, 19R6, p. - 'd'· M B - . V MlII'a F Sbarberi La Nuova , . -. '. l' .: iis a cura I . oveLO,. ',. '., H o s s e /li, in I d J le l1 1 1 1 1 1r/e llT h e /O ~ ()U . l.\IJ W ,., . "1' L 'e re d ità d e m o c ra tic o ·n s o rg lR6 9")' G ncei!ni L a ltro .\O C U l ls n w . ., . 9 Italia. Roma, 19 4, pp. - -: . " 'l' M'l 1999 pp. LOI-173; F. Sbarben, L utopia . .' R . ·,111 FI"l coAIIC1e I I ano. , . I . mentali' da 0.1.1 e '.' '. '". . e '. lIi' N. Urbinati, Carlo R o s s e lli e i [o n c amentt T p t'IIS Il'I'O = = : () dci!« tibcn etici d e l/a ., à l' f)e ll'e n l/e m -' A L . (Il C m lC Ii R lm s R e '. Il' osse.l." a l' o ,. '. Il' I . lt '0 '1 yt Carlo osse l e a c u i 1II . M Gervas .. w.. d ('/I/O c l'll (1 /1 I,,;e S !""l/te "; I I/g u II/1 ' anou , ru ':. lti Giustizia .. e L ib e rtà " e «L'ésprit e 'lm ilu l di "te rz a v ia » ; S. Mastel , 'F . C '[o e N e /lo R o H e llie l'u H fI,a s C ls l1 J o l des one, Il . . C '1 R SI lli: saggi racco ti m ano e ... . ".w c ia lis l1 /O lih e ru le > (l. ai o . o . .' :o l' M'l' 2001 rispettivamente pp. 37-56, 57-74, . . d' A 13' h 'llonl Fr ncoAnge l, I ano, " R ' 11' ,,/lro /J {'o . a Cl1Ia I . ec c . . .. o iù dettaaliata della recente letteratura su osse I II1 rossettioni, "Il pensiero politico» 100·120, .127-140: l:~'. l ~2. Pe~ lA Cla~see~a P ~ e c e /J tts flld i c Cìiusl171a e Llhnla limando ,1 . o om o, il:irt'n/cl. XXX1V. Il. 1.2001 ,pp. l 5-11R. . li 214 33. Prove di questo attivismo si possono rintracciare, per esempio, nell'approvazione espressa dai giellisiti al gesto di Fernando De Rosa, che attenta alla vita di Umberto di Savoia nell'ortobre 1929 a Bruxelles; o nell'entusiasmo espresso in occasione del volo di Giovanni Bassanesi su Milano. Si vedano gli articoli Il g e s to d i B ru x e lle s , "Giustizia e Libertà. Movimento rivoluzionario antifascista", (Roma), n. 6, novembre 1929, p. 3; li v o lo s u l/a c ittà di Milano «Giustizia e Libertà. Movimento rivoluzionario antifascista» (Roma), n. 9, luglio 1930, p. 3: De R o s a . "Giustizia e Libertà. Movimento rivoluzionario antifascista», (Roma), n. 11, ottobre 1930, p. 3. Su questo aspetto dell'antifascismo giellista si può vedere Santi Fedele, C a rlo R o s s e tti e g li anarchici ita lia n i, in Carlo e Nello Rosselli e l'aruifascismo europeo, cit., pp. 186-1 R7. 34. A. Garosci, V ita d i C a rlo R o s s e /li, cit., pp. 238-239. 35. Si veda A. Moravia, lntrodurione ..., cit., p. XII. La sintesi migliore del pensiero e dell'opera di Chiaromonte è probabilmente quella di Stefano Fedele, In tro d u z io n e in N. Chiaromonte, L e v e rità inutili, a cura di S. Fedele, L'ancora del mediterraneo, Napoli, 2001, pp. 5-24. 2/5 l' do~o il 1914, e una altrettanto coraggiosa opera di ricostruzione ideologica e "Che non siano improvvisazi ni, si può dire del movimento fascista e della ditdi ehte 3H • tatura di Mussolini, in quant sono stati ingenerati e spinti su determinate vie L'id~a che il comunismo sovietico e il fascismo costituiscano la radice e il da avvenimenti i quali sconv lsero le istituzioni, le abitudini, le 'fondamenta frutto di una crisi di civiltà che coinvolge tutti i popoli europei' e che per ,._ morali' della vita sociale no solo in Italia ma in tutta Europa. Ne è risultato l l' . ' ,I Il so v~re ta e CriSI, occorra un'azione profonda, lenta e comprensiva, torna nel non già l'affermazione di 'n ve idee' (queste anzi sembrano essere mancate sagg.lo In margl.ne a,dL~:lett~re da~l'ltalia, pubblicato nel 1934 sui «Quaderni totalmente) ma la diffusione 'un modo inconsueto, veramente 'anormale', di ~IGlUstlzla e Libertà»: . Caffi sostiene la necessità di opporre al fascismo una comportarsi come 'animale p lirico'. di sentire i legami fra individuo e colletélite intellettuale e rivoluzionaria che porti avanti un lavoro di educazione e di tività, di apprezzare i beneficj, gli oneri, le finalità della società umana'v". fonnazlOl1.e de.lle coscienze, in grado, sul lungo periodo, di vincere la violenza Da questa concezione caf ana, secondo cui il fascismo sarebbe connesso a d~lla dominazione fascista. Secondo Caffi, nOI1mancano esempi dell' efficacia una crisi morale del l'Europa segue che quanti vogliano davvero combatterlo d~ questa s.trategla nella storia: "il deserto degli asceti inermi ha vinto l'impero non possono soltanto propor' di abbattere il regime di Mussolini; ma devono di DlOcle,zJaI1~[:..] la 'Russia sotterranea', cioè un pugno di proscritti e di 'nulsoprattutto lottare per risolve quella crisi di civiltà. Tale lotta deve coinvolgelatenenti ha fJ~ltocol divorare lo zarisrno, malgrado le baionette, il secolare re tutti gli aspetti della vita" viare una profonda opera di educazione del poCaffi constata ?restlglO e tutti gli appoggi della plutocrazia occidentale=". poli europei. risollevandone l sorti dopo le esperienze devastanti della guena, l?oltre che ness~na rivo.luzione violenta ha mai raggiunto lo scopo di una vera della crisi economica e dei re irni autoritari. Una delle formulazioni più nitide h~e:~zlOne degl~ .uomll1l e che, in ultima analisi, la reazione autoritaria ha se mdi queste idee di Caffi si trov in una lettera a Rosselli dell'aprile 1929, in cui ~le ,~troncato ~ Imp.eto delle. masse popolari, anelanti ad una emancipazione Calli mette in Quardia \' ami c dall' intraprendere azioni che possono accendeleale . A suo. ~lUdIZlO, quindi, SI rende necessario un drastico aut-aut: abbanre gli entusiasmi e sembrare fficaci ma che, in ultima analisi, non sono adatte donar~" ?eflnltI\;',amente "ogni ~so d~lIa ,~iolenza organizzata nei rapporti fra a costruire una società veram nte rinnovata. C?,nSOIZI umani , oppure rassegnarsi ali Impossibilità di costruire una società "Tu - scrive Caffi a Ross Ili - rappresenti l'eroismo fattivo, immediato e piu giusta e hbera41. capisco benissi mo lo scopo concreto che dirigerà la tua azione: butta giù . Nel. 1935 il dissenso tra Caffi, da una parte, e Rosselli e i giellisti. dall'altra quella banda e poi si vedrà. a vedi: un po' d'azione tra il 1905 e ~11920 s:è 1I1.mento a.l modo d~ cond~lTe la lotta al fascismo diviene più radicale. La lent~ fatta in questo continente. E er non avere Visto dove conduceva I Impeto 111 str~tegla di ~uella nv?~uzlOne del~e coscienze che Caffi propone, infatti, non parecchi guai ci siamo impa tanati":". Insomma, quei progetti di insurreziopuo ch~ lasc~are delusl.1 d~ngentl di G.L., che vorrebbero un cambiamento rapine. quelle azioni propagandi tiche e dimostrative che Rosselli auspica e ordo e, di cons.eguenza, msistono per un rovesciamento del fascismo attraverso ganiZ7,a non sembrano a Ca fi la via giusta per abbattel:e il.fascismo: .serve una azione violenta. Così, Rosselli e i suoi collaboratori non mancano di critiinvece un' azione molto più rofonda e lenta, capace di ncucire quelle frattucat'.e Caftì per l'~st~attismo e l'inte~l,ett~a!ismo che renderebbe sterile la sua pore morali, sociali, economie e, politiche e culturali che hanno reso possibile SIZlOne.Per Caf~1diventa sempre piu difficile continuare la collaborazione con i la vittoria dei rcaimi autori t l'i. Più precisamente, Caffi ritiene che per una giellisti e, QU1l1dl, S I distacca daì movimentov A Caffi si uniscono Chiaromonte efficace lotta cOI;tro il fasci no sono necessari: anzitutto, una ideologia organica in grado di entusiasm re gli intellettuali, e di coinvolgere larghi .strati popolari; inoltre, unasrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA élite c operi in tutti i campi c~n il pre~lsooblettlvo di 38. A. Caffi, Lettera a Carlo Rosselli, 29 aprile 1929, cit. i e condivisi concetti di realizzare una società libera e giusta, secondo chiatlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 39. «Quaderni di Giustizia e Libertà», (Paris), llI, n. Il, giugno 1934, pp. 66-80 ora in: S c n T II politici. cu., pp. 165-180. ' . libertà e giustizia; infine, u programma di azione, svolto da questa élite e 40. A. Caffi, /11 margine ... , cit., p. 167. portato avanti LI livello europ o. Occorre insomma, secondo Caffi, un "corag. 41.: A. Caffi, In margine.:., cit., p. 171. Riguardo le ritlessioni di Caffi sulla violenza rivolugioso sgombero di macerie" di tutte quelle costruzioni miseramente crollate zionana: y,. mlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA L lI rfO l1 rillll.fils c is lll. O itias iS /IIO nella s to ria s u p e rio re del p e n s ie ro (1932). disponibile presso I~ tondazione G .G . Fcltrin 1,7. A. Calli. l.cucra a Carlo R bile neuli Archivi del movimento 1'lstilul~O Storico della Resistenza i mie di Andrea C a ffi, "Storia in L lli di Milano, fondo A. Tasca, n. 25. p. 69. .' sselli.29 aprile 1929, sez: I, fase. I, sottofasc. 22, disponi<Giustizia e Libertà» (d'ora in poi Agi), custoditi presso Toscana di Firenze. Ora in A. Castelli, Il socialismo libembardia» (Milano), XVI, n. 2, maggio-agosto 1996, pp. L. Borghi, Società e non violenra nel pensiero di Andrea Caffi, «Linea d'Ombra', (MIlano), XII, n. 93, maggl? 1994, pp. 39-44; ora in Andrea Ca.ffi: un socialista libenario ..., cit., 1:'6, pp. 17-30; G. Landi, Il socialismo libertario di Andrea Cafli, «A rivista anarchica,; ( ilano), XXIV, Il. S, giugno ~ luglio 1994, pp. 37-42; ora in Andrea C a ffi ... , cit., 1996, pp. 95,l,IO, m,I,permetto anche di rmviare a A. Castelli, Andrea Caffi e la c ritic a della viol euea 1996, pp. 137-157; e a 'Id, Violenza e socievolezza nel Giano. (Roma), Il. 23, maggio-agosto pensiero d i Andrea C a ffi, in A. Caffi, Contro la guerra, a cura di A. Castelli, Nonluoghi libere edizioni, Civezzano (Tn), 2002, pp. 4-29. 42. Per una discussione esauriente delle ragioni del dissenso 151-ID. 216 217 tra Caffi e i giellisti mi permet- e altri due giovani chelkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA avevan aderito a G.L., Mario Levi e Renzo Giua. Ecco come commenta quanto èsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA c venuto un documento della polizia fascista: "Rosselli Carlo è arnareggiat per l'uscita dal gruppo di "G. e L." di Giua, Levi, Chiaromonte. Giua si sarebb lasciato imbottire il cranio da quel russo Caffi Andrea il quale gli ha comuni ato la sua malattia filosofica e astrattistica't'". Tra Calli, Chiaromonte, Levi e Gi a si forma un forte sodalizio umano e intellettuale. Anni dopo, Natalia Ginzb rg, sorella di Mario Levi, ne traccerà un ritratto suggestivo: "Tutt'e due ques i amici di Mario [Chiaromonte e Giua] erano in 44 rotta con Giustizia e Libertà, e tutt'e due erano amici di Caii , e passavano le uiornare ad ascolrarlo quando leggeva quei suoi fogli, scritti a matita, e che non ~arebhero mai diventati dei l bri, perché lui i libri stampati li disprezzava [...] Vivevano così. in stretta ami izia dividendosi il poco che avevano, e senza appoggiarsi a nessun gruppo, s nza fare progetti per il futuro, perché non c'era nessun futuro po:;sibile"45. Allo scoppio della guerra civile spagnola, Chiaromonte si arruola volontario nelle fila dei repubblicani e Caffi si trasferisce a La Seyne sur Mer, nel sud della Francia. Da qui manti ne rapporti con i socialisti Giuseppe Faravelli, Giuseppe Emanuele Modigli ni e Giuseppe Saragat ma, soprattutto, intrattiene un lungo rapporto epistolare on Angelo Tasca, che aveva probabilmente conosciuto a Parigi 16. Nelle letter a Tasca, Caffi discute del fascismo e della situa/ione europea ma, soprattutt , propone all'amico di lavorare per dare vita a un tipo di antifascisrno che non sia mera opposizione politica al regime; che non sia, cioè, semplice propagan a o azione violenta di segno opposto alla propaganda o alla Violenza del reg me. L'antifascismo, per lui, dovrebbe proporsi di costruire una società radical ente rinnovata, che soddisfi i concreti bisogni (materiali e morali) degli u mini. In particolare, in una lettera a Tasca del 19:n, Caffi sostiene la neces ità di abbandonare ogni "assenza di schiettezza", cioè "ogni sostituzione di id li o schemi alla immediata visione di realtà umane, qualsiasi sussiego a forrn di un 'istituto', di una 'bandiera' o di una gerarchia, qualsiasi forma di 'patr ottismo', qualsiasi pretesa di' sacrificare il singolo ad una generica 'collettivi à', di calpestare o mutilare l'espressione personale per raggiungere 'effetti di assa'". d l~econdo Caffi bisogna ~bbandonare un simile bagaglio perché il risultato e az!~~e politica pnva d! «schiertezza» è sempre lo stesso: la «dezradazione e f~ISI.ftc~~IOne de~ migliori. intenti e anche dei migliori uomini»; ~, peggio ancora, la trasfoi mazrone degli individui in una '''massa' stupida C· d l b j. ·1 ·'·1 . . <, ct , IU e e,aC l men,~e sei VI e, pasciuta di slogan idioti, affascinata da discipl ine con penna.cch.1 . Ins?mma, la scelt~ di Caffi è drastica eppure coerente: occorre rifiutare di lottare contro Il fascismo con quelle armi - la violenza la propaganda dema~ogI~~, la creazione di I~iti di massa - con cui il fascis~o st~sso (I~ po:uto tll~nta.te ..~a. sua OppOSIzIOne, quindi, non è semplicemente al governo e ~l~,d~ttatllla fascista, ma.a una concezione della politica intesa come direttiva a .: a to, come tecnìca dI comando delle masse. A questa concezione, er lui pellc?lo~a e fuorviante, Caffl. contrappone l'obiettivo di una politica c~e pri~I,I~g.1Il IapP~1 to diretto tra gli Intellettuali e il popolo, come volevano i po ulisti ~~ISSI,e che tencle a ed~care lo .splrito critico degli individui, anziché ~p_ prattrrne le co~clenze con unperativi vessatori e parol.e d'ordine o s s cs srvamente npet\.\te41 . Nel 1938 Caffi ritorna a Parigi e, nel 1940, all'arrivo dell'esercito tedesco in città, si rifugia a Tolosa, dove vivono molti socialisti italiani fuoriusciti e dove si trova la sede del direttivo della federazione socialista. Li collabora attivamente con il gruppo dirigente del Partito Socialista Italiano, in quel periodo guidato d.a Tasca, Saragat e Faravelli. Il programma di questo gruppo dirigente incontra Il favore di Caffi perché, Cla un lato, prevede la rottura dell' alleanza con il Partito Comunista d'Italia, considerato un partito autoritario; dall'altro respinge l'idea che la transizione al socialismo possa essere guidata da uno Stato centrale forte e autorìtario'". Quando l'Unione Sovietica entra in guerra, tra i fuoriusciti socialisti, si apre una discussione sulla politica da seguire nella lotta contro il fascismo. Si delineano tre posizioni, denominate in seguito "tesi di Tolosa": la prima, di Nenni e Saragat, programma un'incondizionata adesione alla politica antifascista dell'Unione Sovietica, degli Stati Uniti e dei loro alleati; la ~econda, sostenuta da Modigliani, rivendica la completa autonomia del SOCialismo dal~e potenze antifasciste; la terza, di Caffi e appoggiata da Faravelli e da Emtl.1O Zannerini, esprime un' adesione condizionata alla politica antifascista degli alleati. Il movimento socialista, secondo Caffi, Faravelli e Zannerini, deve appoggiare la lotta degli alleati contro i regimi autoritari ma io di ri mandare a A Castelli, /I so .ialismo liberale di Andrea mlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA C a ffi, cit.; Id, ln tro d u rlo n e a A. nel ~ontempo deve. mantenere anche una propria autonomia e una propria liCalli. U. Calosso. N. Chiaromonte, . Gobetti, G. Gramsci, C. Rosselli, G. Salvernini, F. Venturi, berta di azione 111 VIsta della situazione che si verrà a creare nel dopoguerra. La L 'lIl1 i/lì In /a lia ,lim <' contro il Ris rgimento ; a cura di A. Castelli, e/o, Roma, 1997, pp. 5-22. Si veda anche S. Tomhacciui, Storia :n8·242. 43. Comunicazione del diretto politico centrale, 30 gennaio 1936. 44. Non può osservi dubbio eh 45. N. Ginzburg. Lessicojamil 46. Il carteggio tra Cani e Tasc scicolo 64 del fondo Angelo Tasca. I socialisti. 1 1 1gucrr«. 1 1 /1 I/l0 1 '({ eifuoriusciti italiani in Francia, Mursia, Roma, 1988, pp. e capo divisione di polizia politica Di Stefano al casellario orna. A C S, 92R, fase. «Andrea Caffi». il «Cari» di Natalia Ginzburg sia Andrea Caffi. tre, Einaudi, Torino, 1963, p. 111. è conservato presso la Fondazione Feltrinelli di Milano: faSui rapporti tra Caffi e i dirigenti socialisti si veda S. Merli, Eu pa, fondazione A. Kulisciott, Milano, 1993. 218 47. Le~tera ad Angelo Tasca, 2 maggio 1937, Fondazione Feltrinelli, Milano, fondo A. Tasca, n. 64. Caffi aggiunge che "non è vero affatto che ciò sia lo stato d'animo 'naturale della 'folla' sono i faciloni dell' 'arte di governare' che promuovono e poi con ogni mezzo rafforzano questo gregario irnbestialimento; quando hanno corrotto, disorientato, snervato gli ingenui - è facile dire, 'ecco l'umana natura n,. 48. Si veda L. Rapone, Da Turati a N e n n i, FrancoAngeli, Milano, 1992, pp. 162-196. 219 veda la violenza rivoluzionaria. Per rispondere a questa domanda, prende in considerazione le esperienze della rivoluzione russa e della rivoluzione francese. A suo giudizio, nel caso francese come in quello russo, un movimento politico, che si era proposto di fondare una nuova società sui valori della libertà e della giustizia, ha finito per dare vita a un sistema politico estremamente auto3, La nuova società e il tragu l'do del socialismo ritario e oppressivo. Insomma, dopo le rivoluzioni violente, il popolo non viene liberato; acquista soltanto nuovi padroni ed oppressori. L'esito di ogni rivoA Tolosa, solo, in ristrettez e economiche e ammalato, Caffi trascorre uno luzione, non importa se vittoriosa o sconfitta, è "il trionfo di una violenza ditdei periodi più tormentati della sua vita. La situazione si aggrava a partire dal tatoriale che 'consacra le conquiste del popolo' o 'restaura' l'antico regime, ma 1942. quando i tedeschi occup no la città. Nel 1944 Caffi viene arrestato: rieche, nell'un caso come nell'altro, rafforza gli organi di coercizione a spese delsce a salvarsi grazie alla testim nianza favorevole di un giovane collaboraziola società e della civiltà"?'. nista. Dopo la liberazione, Ch arornonte scrive a Caffi da New York, dove si In polemica con gran parte del pensiero marxista, che considera la rivoluera rifugiato durante la guerra. o invita a collaborare a «Politics», rivista delzione armata una tappa necessaria per la liberazione degli uomini dall'oppresla sinistra radicale, pubblicat tra il 1944 e il 1949 a New York, diretta da sione, Caffiè convinto che una rivoluzione violenta, anche se vittoriosa, non Dwight Macdonald e su cui a paiono, tra gli altri, saggi di Simon Weil, Karl possa portare a un reale miglioramento della vita degli uornini'". Infatti, se lo Jaspers, George Orwell, Ge rge Woodcoock, Lionel Abel, oltre che di scopo di un movimento rivoluzionario è quello di "assicurare agli uomini il Chiaromonte. pane, la libertà e la pace", di promuovere la spontaneità dei rapporti umani e la Su «Politics» Caffi pubblic anche il saggiosrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA The French Condition, rimasto socievolezza, "e quindi abolire il salariato, la subordinazione della società asli il ora inedito in italiano e i proposto in appendice", Ma il contributo più tinolkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA apparati coercitivi dello stato", tale movimento deve considerareinutili, e anzi rilevante di Caffi al periodico mericano è il saggio violence and Sociability, dannosi, i mezzi che comportano l'uso di qualsiasi tipo di violenza. La violenche appare nel gennaio del 19 , e che costituisce il frutto più maturo della riza è "per definizione, antisociale": distrugge anziché costruire, genera odio, diflessione caffiana sul tema d' cui aveva discusso per tutti gli anni '30 con stacco e i~comprensione anziché c!fare socievolezza, civiltà e comunione tra Rosselli, Chiaromonte e Tasca: il rapporto tra azione politica e liberazione dalgh uorruru. Durante e dopo le insurrezioni e le rivoluzioni, la violenza "prol'oppressione. In questo saggi del 1947, in particolare, Caffi si sofferma sulla rompe fino alla dismisura" e finisce per sopprimere ogni traccia di civiltà e di questione se sia possibile libe are quanto attiene alla sfera delle relazioni sobuoni costumi. Non è, dunque, possibile che dalla violenza possa nascere una ciali dalla violenza oppressiva ei governanti, attraverso una strategia che presocietà più libera e giusta>'. Di conseguenza, se la violenza rivoluzionaria non costituisce un mezzo ef49. La lesi di Calli, Faravelli e Za nerini è stata pubblicata: A. Cani, l socialisti, la guerra e ficace allo scopo di dare vita a una società migliore, si pone il problema di renla pace. (1941). ora in "Quaderni del Gobetti» (Genova), I, n. I, 1958, p. 3-72, e in Scriui polidere operante un'alternativa; di mettere in campo una diversa stratezia d'aziotici, cit .. pp. 239-307. Sulla tesi di To osa si vedano G_ Arfé, Introduzioni! a /I Partito Socialista ne che sia in grado di mutare radicalmente la società senza provocare quelle ltnliuno nei suoi congressi, Edizioni vanti I, Milano, 1963, voI. IV, pp. 5-17. Più recentemente emorragie e quelle fratture insanabili, che scaturiscono dalla pratica della viosi veda S. Merli. l socialisti .... cit.: ld Andrea Caffi e la tradizione proudhoniaua nel socialismo lenza. Non si può dire che Caffi indichi con precisione una tale alternativa. italiano. «Rivista storica dell'anarchi mo» (Pisa), l, n. I, gennaio - giugno 1994, pp. 97-114. 50. I contributi di Caffi a «Pnlitic » sono i seguenti: A. Caffi, Critica della violenza, (1946), Tuttavia, egli ha fiducia in un tipo di azione, che si potrebbe definire educativa in: «Pol i t ic s » (Ncw York ), IV, n_ ,gennaio 1947, pp. 16-19, con il titolo violence an d o di contagio culturale, da parte di élites intellettuali fortemente motivate e ben S"ci(liJilirr; "Tempo Presente" (Rom ), Ill, n. I, gennaio 1958, pp. 6-16, con il titolo Violenza e preparate. Caffi, cioè, considera molto importante che gli intellettuali e i leasocievotei.:«; nella raccolta Critic della violenza, cit., 1966, pp. 77-104; nella raccolta, ders politici abbandonino la tradizionale logica del ricorso alla violenza e alla violen:u () non l'iolcn:a , Linea D 'om ra edizioni, Milano, 1991, pp. 87-113; «Linea d'Ombra» tesi di Caffi non sarà accettata Nenni e Saragar'". (Milano), IX. aprile 1991, n. 59, pp. _. luglio 1994, pp. -15·53; in Critica cultura. (1946), ora in: Critica dell saggi n sono apparsi. in forma di no «Poliiics» (New York). I, n. I, febbr CI/DI/re. «Politics» saggi n è apparso SII al partito socialista; prevarrà invece quella di 2-40; "A rivista anarchica» (Milano), XXIV, n. 5, giugno ella violenza, e/o, Roma, 1995. A. Caffi, Popolo massa e 5.1. A. Caffi, Critica della violenza, cit., p. 77. violenza, cit., 1966, pp. 105-132. Alcune parti di questo 52. Sul rnarxismo, la guerra e la rivoluzione si vedano M. Reberioux, Il dibattito sulla guere marginali a M.J. Laski, The Breadline ami the Movies, ra, 111 Stona del marxismo, Einaudi, Torino, 1979, vol. n, pp. 897-935; G.M. Bravo, "Guerra" e io 1944, pp. 9-10, e a O. Macdonald, A Theory mlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA of popular "Pace" nel pensiero di Marx e nelle discussioni della prima internazionale in Pace e guerra nel(New York), I, n I, febbraio 1944, pp. 20-23. In forma abbreviata questo la storia del socialismo internarjonale, a cura di C. Malandrino, Editrice Tirrenia, Torino, 1984. «Politics», firrn to con lo pseudonimo di European (A. Caffi), con il titolo Mass Colture, «Politics- ( ew York), 1lI, n. IO, novembre 1946, p. 353-355. European (A. Cn m ). The French Condition, "p litics- (New York), n. 4, July - August 1947, pp. 130-134. Notes O li 220 pp. 35-56. 53. A. Caffi, Critica della violenza, cit., pp. 63, 67 e 74. 221 ti mento di crani ,n, Non esiste, cioè, alcuna " , ~ , ' do di esprimere una volontà r l possibilità che una massa sia In arapropaganda demagogica, P 'sostenere quelle idee e quei valori profondi e c raziona mente moti t D' b gue Caffi "i limiti della dernocrazi iva a, I conseguenza, prosein grado di con ribuire, come volevano fare molti populisti russi, condivisibili, , " crazla sono quelli d Il' ' 54 libera scelta' è una atroce beff d ,e umana com prensione: la a "trasformarelkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA i modi di pen are e i costumi piuttosto che lesrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA cosen , Solo col" , a quan o non SI possono co ' ' , noscere ne I ven mouvt ne le necessarie consesuenze d' "l tivando gli ideali di giustizia di libertà, di socievolezza e di spontaneità, pos, ' b I CIO c le SI scezlie N ' senso, uomo della ,strada' 'francai sono nascere una spinta e UI impulso comuni in grado di operare seriamente ,,( Iançals mo e ' 'r ' essun uomo di buon te 'scelto' la guerra nel 1914-15, nell~l~-' ga Jan,o idern, ha deliberatarnenper un reale mutamento dell condizioni di vita di tutti gli esseri umani, mal scelto le conquiste coloniali 'l ,4: e probabilmente non avrebbe A gUèlT<1finita, negli anni '46 e '47 Caffi mantiene un intenso rapporto epiI ne a gara azli an ," È eh c b narnenu, ne una quantità di regolamenti polizieschi, fiscali ecc srolare anche con Faravelli c e, tornato in Italia, sta guidando la scissione dal crazia moderna consiste in un'l certa 'fid e nel SUOI atti pOSItIVI tutta la demoPSI del gruppo che fonder il Partito Socialista dei Lavoratori ltaliani'". , c c l ucia ad occhi chi ", 'l ' un uomo SJa ad un 'partito" I IUSI accordata Sta ad P(lravelli invita Caffi a colla rare con «L'Umanità», organo del nuovo partito, , c, nsomma per Caffi ' varnente libera dove non S'Iposso ' . ,I non esiste una scelta effettiin qualità di corrispondente da Parigi, C affi declina la proposta non solo per " , . , no conoscere I motivi I decisioni da prendere ,1Le politicl e naziona 'l' motivi di salule, ma perché s sente stanco e sfiduciato riguardo alla probabilità ' l sono trop I eo el' conseguenze t' 'I " delle " ui, perché questi siano in grado d' l 'l' . P CIS anti c agli II1dIVIdi lilla ripresa del socialismo in Europa, A suo avviso le due guerre mondiali, "i d democrazia consiste perciò nel f'lttlovahutal e llinmodo avveduto, Il limite della e quindi non due salassi", c i regimi fasci ti hanno causato danni irreparabili, , c c e que a che dovr bbe es ' sione della sovranità popolare finisce pe .r, I ," e e essere l espresritiene pos~ibile ottenere su cessi concreti a breve scadenza, La Russia, a suo e cioè in una cieca fiducia accord t' r lISO veISI 111 qualcosa eli ben diverso: giudizio, si trova in una sitr azione ancora peggiore del resto dell'Europa: la Cf' . c a a a un uomo o a un partito guerra civile, gli orrori del otalitarismo staliniano, e gli eccidi del secondo , ' , ' a fi non SI ferma a questa den l' essere il compito di un socI'a'II'SITlOal ntcJa: ma SI sforza dI chiarire quale debba contlitto mondiale "lasciano il campo libero ad un pugno di arrivisti assoluta, c , c u entico ll1 rappo 't 11' ' e sociale della società eli massa' '" .iali ,r o a a situazione politica mente 'emancipilti' da ogni crupolo umano e ad una massa sopravvissuta per , I socla isti - scnve pos beni versare la 'democrazia' ~ c che l'm manca bilI mente SI,- 'pol " ,"sono eniSSIl110 avecceziLlnale resistenza fisica scapito d'ogni inquiewdine, finezza, perspicacia ., vane turbolenze di masse mante t 11" ' al izza 111conforrnismi o , c nu e ne Ignoranz' D' f '" critica delle 'coscienze'''51J sertori del socialismo ( .. .) hanno s m re d c <:' I atto I ~IU ardenti asTuttavia Faravel1 i non de iste e invita l'amico a scrivergli e a collaborare alaccentramento politico nazionale ~ enunciato I macchinosi apparecchi di meno saltuariamente con «L Umanità»)7, Ecco perché Caffi pubblicherà tre ar'inumane' condizioni s;ciali ed (11 e econ,ollllco come causa precipua delle ticoli su questo giornale a pr posito dell'esperienza totalitaria e in merito al sil' , , , ' anno auspicato un liber '"' d m unita, conformi alla misura effettiva d Il ,IO le era ISI110' di cognificato del la democrazia I ella società di massa". Tra questi interventi, con, d'r , e a comprensIOne e del " I azione d'un uorno .sempli lCe "J, n queste ultime ' norm gio viene ,ilmcno prendere in es: me l'ultimo in ordine cronologico, apparso nel di, parol ' f are raznconoscere l'eco delle rifless 'd' '". (e SI puo acilmente presupposti della democraz.ia, Caffi sostiene che ccmlw:: del l ~14g e intitolato 10111 el populisti russi d' 11 ' , bertana europea che risale almeno a Proudhon , , I e 1 que a tradizione liè impossibile che un popolo sappia e riesca a esprimere una volontà cosciente apprezzato _ e che' t" -che Caffi aveva letto e profondamente all'interno di lino Stato c e comprende un grande numero diindividui, s iu nze i no al f l f ' Gurvitch, russo di orizine ma ctle d'I~II' a ,~ 1 ?SO o e .sociologo Georges "Assolutamente assurdo - s rive - è supporre una "decisione" presa da l O o da c ~ c nru 30 v've 'l P'lI' 11 b C1e con Carlo Rosselli di cui Caffi T " ''. c igr, co a orando an5 milioni e anche da un me zo milione di 'votanti' che non sia frutto del più l sociali", ' I egge con gr ande interesse L'idee du droit 'irnbotgreg~lrio 'con ['ml11ismo' .cio degli effetti meccanici di un demagogico Nel dopoguerra Caffi intrattiene UI ' ,,' d ' anche con Aldo Capitini, che a sua volta lo i ,1<1 C~JlIspon enza epistolare riali di quel movimento "R' t: mvita Cl dare un contributo alle attività edito54, r; C ~ lfri, Critu:a mlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA d e lla v io l Ilz a , cit., p, 90, , m novarnenro religioso" d' , ' I ~ )5, Il carterg tra Faravelli e Caffi è conservato presso la Fondazione di Studi storici in al1lm~tore, Caffi si mostra lusin ato della r' , I CUI ,.a.,stesso \apitini è Filippo Turati eli Firenze; ora pu blicuto in /I s o c iillis l/IO al bivio, a cura di p,c. Masini e S, a Capitini una lettera che" ,g p oposta ma rifiuta, scrivendo Merli. Fondazione IOellrinelli, Mil no, 1990, passirn. Iappresenta una prezIOsa test imonianza del carattere e ,c,, b ' c b ò , c b Stl. A, Caffi. Leuera 2-16 57. Si vedano Far<1velli, Lettera a Gius~p e Faravelli, 15 marzo 1947, in /I s o c ia li,l'll/O al bivio, cit., p, Il'. seguenti leu 'e: A, Carfi, Leueru a Giuseppe Faravelli, 15 marzo 1947; G, ad Andrea Caff], 8 aprile 1947, ora in /I s o c ia lis l/lo a l b iv io , cit., rispettiva- menle p, 246, e pp. 248-249, 58, G iil('o /J illis /I1 o e nnutùari tno, /I/1 /ilO fo w liw rio C O /llU llis lO , l p re s u p p o s li d e lla demon,270, 14 novembre 1948, p, 3: n, 272, 17 < T u :itl, ,<L'Um<lniIJ» (Milano), Il rispettivamente: n()\'cmbre 1948, p, ,~; n, 290, s di ernbre 59, ., In le nlless ' , , o 'd' C H " ' Paris, Recueil Sirey ' 193?-, S u Iledaff unta democrazia si veda S M 'l' A l'''' I 111 1 a I e quelle di Proudhon G'l'urvitch sulla " ' , e li, ndrea Caffi e la trc l'-' C /Q A 1 ,1 '1 1 1 0 I I/~ ita lia n o , ' rea Caffi, ., cit. mi permett «li Politico» (Pavia) o , di ri 1 LXII .. 1 ,,1 0 1 1 1 ' 223 e proudhoniana uel so- nnviare anche a A C ' 1\' L ' 1997 _ ' aste l. a scelsajederalista , ,n,~pp, )83-616, 1948, p, 3, 222 I /C ' di attraverso il potere politico. Non solo: per lui il socialismo non è neppure idendel modo di pensare di Caffi "Due cose - scrive - devono essere dette: 1) io È piuttosto l'ideale di tificabile con un particolare assetto politico-economico. sono vecchio, abbastanza in alido fisicamente, isolato e spesso senza ~stro una società in cui gli esseri umani non devono più subire le pesanti coercizioni Sicché mio primo dovere è d riconoscere nettamente che un mio c~ntnb,uto a che, invece, sono loro imposte nella società capitalista, come in quella sovietiqualsiasi impresa sarebbe as olutamel~te illusorio; 2), mia COnV1l1ZI0n~e che ca. Il socialismo, insomma, per Caffi come per molti populisti russi, si identifinello stato presente d'una u anità (ed 111particolare d una Europa) CO~lsconca nell'ideale del risveglio di una spontanea socievolezza umana, in opposizioquassatasrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA ogni iniziativa seria in qualunque fede o (come amo dire) mitologia ne agli opprimenti apparati dello Stato e delle logiche economiche. Ma se è si appoggi - per ridare agli u mini un senso di a) coerenza personale e b) di so~ vero che una simile socievolezza tra gli uomini rappresenta lo scopo dell'aziocievolezza immediata, affett osa, fiduciosa - deve essere sostenuta (da tuttilkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA I ne politica socialista, è altrettanto vero che essa costituisce anche il mezzo con non completamente ciechi dalla più incondizionata efattiva sill:patiacui un tale scopo deve essere perseguito. Bisogna, secondo Caffi, saper metteAspetto un immenso valore ?] - nelle sue "Proposte" - che parla di allenare in pratica la socievolezza qui e ora, svilupparla e coltivarla in ogni momenmento alla non cooperazione non violenta con l' invasore ... per resistere senza to, fare sì che cresca su se stessa, fino a costituire una vera e propria tradizione. uccidere - (Sarei curioso di s pere se Aldous Huxley - che profondamente amSolo così si potranno innescare meccanismi di mutamento effettivo della somiro - ha avuto qualche conn sso con il vostro mo~imento). Soltanto temo [..) cietà. In questa prospettiva, ovviamente, la pratica della violenza. della coercidi urtare i migliori senti me l ti di uomini così seriamente dediti ad un movizione e della propaganda (intesa come "imbottirnento di crani") appare a Caffi mentomlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA re l ig io s o con tutta a mia indole di scettico o pagano. Non so se come la più recisa negazione del!' obiettivo di crescita e di libertà a cui ogni esLall1berrohO'abbia potuto dirl a che punto le mie vecchie fibre sono thoroughly sere umano vuole tendere. Infatti, proprio questo nefasto trinomio di violenza, intossicate dal mio amore pe l'equivoco sorriso ellenico che 111Platone supera coercizione e propaganda di massa non fa altro che distruggere ogni tessuto soogni involata di entusiasmo ( iù fantasioso che mistico) - Ed a che punto tU?O ciale e interrompere il crescere spontaneo della socievolezza tra gli uomini, l'idealismo italiano sia la I 'a bestia nera. Questo per elementare probltaaprendo la via all'instaurazione di quei regimi autoritari, che hanno segnato Dopo di che leggerò con la assima .attenzio~e ogni cosa ~he l1~iverrà. da Lei tanta parte del drammatico cammino del XX secolo. e non cesserò di augurare (e nella microscopica misura del miei mezzi sostenere) il successo della sua no Nel 1949 Caffi abita di n surrealisti. conosce Alber Gallimard. Nel] 952 legge I lunua lettera di commento al ll1e~:'iconosce la grande utili nella capitale francese amm Come ozni zrande intell gente a qualsia;i facile class ~ede nulla all'idea secondo evolissima opera»?'. ..... ovo a Parigi, frequenta giovani scntton e pitton Carnus, il quale gli procura un impiego da populismo ru s s o di Franco Ventur~ e scrive una 'autore, il quale, nella seconda edizione del voluà dei consigli di Caffi'", Trascorre gli ultimi anni ato e in solitudin~63., . , . a ttuale, Caffi lascia un eredita complessa e sfugficazione. Il suo progetto di.so.cialismo non conui la società dev'essere orgamzzata e modellata 60. Si tratta del pedagogista La berto Borghi. . .' ~d un 61. A. Caffi, Lettera ad Aldo C pitini, senza data ma che nsa.l~ approsslmatlv~menle periodo compreso tra il 1946 e il t 49 (ricordiamo che Caffi la~clo Tolosa nel 1949 e ~he e Improbabile che sia stata spedita du ante la guerra). La lettera e disponibile presso I archivio Capitini a Perugia. 62. F. Venturi, 1/ populismo , . ,., rus o, cit., 1972, p. XVII. La lettera di Caffi a Venturi e conser- vata nell'archivio Venturi, presso il 63. Caff scrive a Tasca nel 19 quasi dimenticato. Esco pochissin pone un piccolo problema ma fors zione dello spazio" (A. Caffi, Lette Milano, figlio Antonello Venturi. . . . . 5: "quasi tutti gli amici hanno lasciato Parigi ... .0 mi hanno o - perché traversare una stradaper lo stato del rm ei OCchI soprattutto perché nonaspetto pIU nulla da nessuna esploraa ad Angelo Tasca, 25 febbraio 1955, Fondazione Feltt inelli, fondo A. Tasca, n. 64). 224 , CBA A ndrea C a ffi: «La c o n d iz io n e francese-v' Per comprendere la Francia di oggi, dobbiamo guardare indietro al 1914. La situazione non può essere spiegata soltanto in termini di sconfitta, occupazione, ed esaurimento seguito a una battaglia condotta in circostanze particolarmente difficili: devastazione del paese sia da parte dei "liberatori" sia da parte del nemico, natura equivoca della Resistenza, spreco di vite umane in funzione delle nozioni di "grandezza nazionale" e di "azione di massa", i.e., i valori rispettivamente di De Gaulle e dei comunisti. Piuttosto, oggi stanno venendo alla luce tutte le perdite di vitalità, tutta la corruzione, la bancarotta e la decadenza socio - politica che già esisteva nel periodo tra il1918 e il 1939 e a cui non fu posto rimedio quando c'era forse ancora tempo. Il milita risma francese Per molte generazioni, la maggioranza dei francesi fu disposta a pagare il costo di quell' idea di grandezza nazionale ("grandeur") che la Rivoluzione e Napoleone avevano assimilato all'idea di patriottismo. I progetti degli uomini 64. European [Andrea August 1947, pp. 130-134, Caffi], The French Condition, «Politics» traduzione dall'inglese di A. Castelli. 225 (New York), n. 4, July - \ I . La Francia come una grande potenza ilippo - e dopo il 1870 erano decisamente imporismo di Saint-Simon, Proudhon e dei sindacaliL'economia francese è rimasta a lungo stagnante. E tuttavia, anche se coiccolo circolo di intellettuali; nella stessasrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA avant. minciò a rallentare già a partire dalla revoca dell'editto di Nantes (che facilitò ero se professioni di pacifismo e di internazional'egemonia economica britannica che fu formalizzata a Utrecht nel 1713). ndenza verso lo Stato Forte ("Republique une et L'industria e il commercio francesi riuscirono a mantenere una posizione tra i ara popolare" quando "la madre patria è in periprimi fino alla fine del Secondo Impero. E non bisogna dimenticare che, a dipio. Di quando in quando, naturalmente, le scuspetto di tutte le interruzioni nel suo "progresso economico", la Francia fu dovevano essere ripulite per paura che infettassempre un paese prospero, soprattutto nel senso che una certa facilità di accoer, il caso Dreyfus). Il corpo degli alti ufficiali modamento della vita - oserei dire, una certa "douceur de vivre'"! - fu sempre nella Prima Guerra Mondiale anche se non era più reale e diffusa che nella Germania di Krupp e forse perfino che negli USA, opolo fornì milioni di docili soldati rassegnati ai per non menzionare il Giappone - a dispetto della più solida struttura dell' ecopiù incredibili sacrifici. nomia di quelle nazioni. Perfino nel periodo funesto 1938-39 della liquidazioli solo risultato razionale i quella guelTa sarebbe stato una nuova organizne del Fronte Popolare da parte di Deladier e dei membri de La Cagoule, non zazione dellkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA I'Europa che avr bbe consentito un disarmo generale. Come sapsi poteva dire, con le parole del banchiere svizzero, Clavieu, che scrisse ai suoi piamo, avvenne esattamente 'opposto, e ogni nazione cadde n.ell'a~surdo tenclienti di Amsterdam nel periodo della grande bancarotta del 1789: "Le finantativo di trovare una sicurezz basata sulla forza senza la possibilità cl! nurure ze di questo paese presentano un insieme eli debiti e pagamenti, un' abbondanmai una forza veramente efti ace. Così fu impossibile dopo il1918 di liberarsi za di contanti, un'attività generale, una bontà del suolo, e una situazione geodel corpo degli alti ufficiali rancesi circondati da unaura di vittoria, che era grafica, che tutte insieme si combinano - e formano una forza e una resistenza anche indispensabile per l'o cupazione del Reno, della Sl1'~a, ecc .. Ma tral~\ incalcolabili". Oggi, comunque, se ci si può fidare dei recenti articoli econo"ente comune si sparse un va o sentimento, senza la sua coscienza di fraternità mici in Combat, questa fortunata combinazione di forze di resistenza è esauri~\(ernazionale sempre in fase di cristallizzarsi, che "ricominciare di nuovo" sata: forze inadeguate a riparare i disastri della guerra; disordine finanziario e rebbe stato semplicemente u suicidio; mentre tra le classi dirigenti la convin~ amministrativo; stipendi effettivi in calo; le classi sociali parassi te; lavoro scarzione che "la guerra non pag - cioè, non favorisce la posizione dominante del so nell'industria e nell'agricoltura a cui solo una massiccia immigrazione di laricch i - era misch iata con i s gni della Guardia Pretoriana di mantenere l'ordìvoratori stranieri può porre rimedio. ne interno. La guerra colonia e arrivò ad un punto morto: episodi come la camLe radici dell'attuale debolezza della Francia, possono essere fatte risalire può essere comparata con le con,quiste. del Nor~ pagna contro Abd El K rirn n al 1918 quando le fu offerto una fortunata possibilità, a causa del crollo dezli Africa, dell'Indocina e del adagascar tra" 1880 e Il 1910. L esercito nposo . . . b irnpen degli Asburgo, degli Hohenzollerns, e dei Rornanov, di riconquistare il sugli allori e si limitò apre ararsi a combattere una guerra come quella del suo ruolo di potenza continentale dominante. È appena necessario ricordare [9-14, correggendo gli errori atti allora. . qui la triste storia di come i successivi governi francesi - sia della "Destra" sia In breve, l'apparato milita e che Deladier mise in motonel 1939 era del tutdella "Sinistra" =- spinti dall'opinione pubblica, gettarono via questa miracololO decadente, con lmeffabi e Gamelin alla sua testa. Dopo il disastro, De sa opportunità. E strano ricordare oggi come i cechi, i polacchi, i rumeni e gli Gaulle, l'ostinato visionario, volle riportarlo in vita, motorizzato. Ma la gente iugoslavi erano desiderosi, perfino smaniosi, di porsi sotto la guida francese, non rispose: la milizia della esistenza - la Ffi. - cessò presto di imitare "les come era facile giungere a un accordo con l'ltalia prefascista. come la stessa soldats de lan 11"';l'esercito egolare era così legato ai volontari che la "pacifiGermania sarebbe stata felice di vedere la sua debole democrazia supportata e cazione' del Viet Nam e del arocco dovette essere portata a termine princiconsigliata da una generosa vicina repubblicana, quanto più prontamente palmente dalla Legione Stra iera, reclutata dai prigionieri di guerra tedesc~i, l'Unione Sovietica - al tempo di Chicherin e Rakovsky - avrebbe raggiunto un dai disertori russi, polacchi italiani. l comunisti sanno molto bene quanto 111 accordo con Parigi piuttosto che con Londra. Questo fu del tutto distrutto da Francia il miliiarismo sia div ntato impopolare e in disuso. E così, sebbene essi dieci anni eli confusione, di meschinità, di indifferenza del "pubblico" francese siano di principio difensori d una "armata popolare" forte, di una grande forza per le questioni europee, eli squallide avventure (il progetto di restaurare gli aerea e dell'annessione della iva sinistra del Reno, non insistono molto su queAsburgo, l'aiuto dato al fascismo) e di calcoli da usurai (le riparazioni). Dal sti obiettivi. (O forse chissà,' pettano di occupare il Ministero della Guerra, per 1936 - dopo aver respinto l'ultima opportunità offertale dalla guerra di Etiopia mettere allo scoperto le loro arterie"). In ogni caso sembra improbabile che in e dalla guerra civile spagnola -la Francia fu ridotta a un corpo gonfio, privo di Francia si possa far risorgere '1 militarismo come istituzione popolare. eli Stato borghesi sotto Luigi polari. Così anche l'antimilit sti era ristretto a un piuttosto varde rivoluzionaria le più ge lismo erano mischiate a una t indivisible") e verso una "ar colo"; Jaurès è un buon ese derie di AUCTiadel militarism ~er() la Rep~lbblica (Boulan francesi sal vò il suo "onore' preparato tecnicamente, e il 226 227 1) Senza dubbio il numero di persone che parlano francese oggi nel mondo è maggiore di quanto sia mai stato. Ma in rapporto ad altre lingue, l'area del mondo dominata dal francese si è contratta. Al tempo di Diderot, la cultura suoi satelliti. francese era praticamente coincidente con la cultura occidentale, e i suoi Ciò che è veramente scora giante è che nel 1917 i capi eletti con il voto poamanti in tutta Europa erano la quasi totalità delle "persone colte". Oggi lingue polare che governano la Fran ia e il coro giornalistico che canta i fatti loro a parlate più del francese sono diventate gli strumenti di una educazione popofavore dell 'uomo della strada embrano non avere imparato nulla e dimenticalare che è considerata dello stesso alto livello e più moderna che quella rito nulla sulle ambizioni e i m todi di Poincaré, Tardieu e Georges Bonnet. Il cavata dagli scritti francesi. Nessun libro francese può raggiungere le grandi tigenerale De Gaulle è amb zioso a giocare il ruolo sia di Foch sia di rature comuni in Russia e in America, le due nazioni che hanno maggiormente Clemenceau, un ruolo che era fuori moda già ai loro tempi. Il dottore di ricersviluppato quel tipo di cultura di massa o popolare che si spande per tutto il ca in storia, M. Bidault, che a a messa ed è di buona famiglia, manca della i film di mondo ogni giorno. La stessa Francia è già mezza inondata: volgarità del dottore di ricerca M. Deladier, ma il suo "stile" politico è lo stesHollywood sono ampiamente diffusi, e sembra che le traduzioni dei romanzi so: esitazione, dubbio, tirchi ia da negoziante. E se il pasticcere, Dulcos, o americani e britannici siano più letti delle opere degli autori francesi. Non è "l'uomo della gente", Thorez, dovessero conquistare il potere, non si potrebbe probabile che gli intellettuali e gli artisti francesi possano armonizzare i loro sperare in qualche cosa di meg io, non perché - come ripetono gli sciovinisti disrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA lavori con questo tipo di "cultura popolare" - o piuttosto sostituto di culturaLe Populaire - siano "agenti" i una potenza straniera, ma perché le politiche né è probabile che i prodotti della cultura francese, pieni come sono di indiviimperialiste di Stai in sono dis strose per ogni popolo, inclusi i russi. dualismo e umanesimo, possano competere con successo contro di essa. Da ora in avanti, Varsavia, raga, e Belgrado sono chiuse perfino ai "viaggi Fino ad ora, ho parlato solo Cti letteratura. Ma la letteratura. non esaurisce della buona volontà" del pros ico Ivon Delbos. La mano tesa di amicizia del affatto quei valori culturali la cui diffusione ha illuminato il nome della povero Nenni sembra destinat a restare a mezz'aria, mentre in Italia la francoFrancia. Le tendenze intellettuali sono strettamente connesse con gli orientafilia di un breve periodo si è ià inasprita in risentimento. Né gli angloamerimenti in tutti gli altri campi, dal sublime al frivlo. La diffusione del pensiero cani né i russi, fiduciosi nella l ro potenza, usano alcuna cerimonia quando vofrancese è accompagnato dalla diffusione di ogni sorta di oggetto utile o di lusgliono trattare con la Francia ( con una parte della Francia abbastanza forte da so, dallo stile nelle acconciature e dei gioielli, dai titoli militari, dalle regole di neutra] izzare l'altra). E tuttavi la stessa idea di un problema europeo, di solicomportamento, dalle ricette e dalla maniera di stare a tavola. Nell'epoca dei darietà internazionale basato qualche cosa di più solido della retorica semtanks, cocktails, pullover sweaters, bars, week-ends. ecc., le direttive nei cobra essere del tutto assente dal 'orizzonte mentale degli uomini che governano stumi sociali e l'intero décor di vita sono venuti sempre più da fuori dalla la Francia. Pochi giornalisti a esso e allora parlano in questi termini, sapendo Francia. Forse verrà il turno delle mode russe, e Humanité ci dirà presto che il molto bene di essere voci el deserto. E Sua Maestà, il Proletariato? samovar è la geniale invenzione del nonno di Stalin, che fu punito dal crudele Maestosamente, dice di andar all'inferno. governo zarista per aver osato, come un moderno Prometeo, portare l'acqua calda alla gente per il consumo collettivo. 2) Le qualità peculiari dell'alta cultura francese, sia quelle dei lavori artistiII sole della cuitura jrancese ci sia quelle delle produzioni intellettuali, sono strettamente collegate a due caratteristiche dell'organizzazione sociale francese: il sistema educativo e una Dal punto di vista cultural , la Francia ha mantenuto una posizione di leatradizione di socievolezza. dership più o meno di continu da Descartes Cl Proust, Gide e Halévy, e ora la La Francia ha avuto per molto tempo un sistema notevole di scuole e istituscuola di pittura di Parigi e crittori come Malraux. Pur non conoscendo ti superiori: la Sorbona, l'Accademia, gli istituti gesuitici, scuole superiori seLondra e New York come ce ri di cultura, vorrei sostenere che Parigi non è vere e efficienti, e le grandi fondazioni napoleoniche: Ecole Polytechnique, stata detronizzata, che intellett ali come Camus e Sartre possono misurarsi con Ecole Normale, e le varie Ecoles des Beaux Arts che, reazionarie come sono qualsiasi rivale sulla scena in ernazionale, e che la Fra~cia ha an~ora ~na inspesso state, hanno sempre insegnato il più alto livello di abilità tecnica. Per comparabile élite di scrittori d talento e una fiorente "vita letteraria" eh gusto, più di un secolo questo sistema, che si è concentrato soprattutto sullo studio sevitalità, e di vasta umanità. rio e sullo sviluppo delle abilità di esprimere le proprie idee con facilità e chiaQuesta posizione culturale' basata l) su certe generali caratteristiche della rezza, è stato il vivaio di una élite intellettuale che ha allo stesso tempo messo civiltà mondiale, e 2) su cert istituzioni culturali e sociali francesi. Che enalla prova ed esaminato in modo estremamente precisomlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONM (le je u n e [rancais-bète trambi sopravvivano non può iù essere considerato scontato.lkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA spina dorsale, spaventato, in alia di Chamberlain e Halifax, disprezzato - e poi detestato - dai paesi che q indici anni prima sarebbero stati felici di essere 228 229 Per quanto riguarda la socievolezza, non posso dare alcun ziudizio definitivo, poiché viviamo ancora nei "quartieri temporanei", dopo il ~erremoto che ha sradicato così tante vite e condizionato così tanta gente a guardare con amaro sospetto i propri vicini e a perdere ogni scrupolo nell'approfittarsi di loro. Si possono immaginare i piaceri e i gusti dell'unica classe che oggi prospera: quellt arricchitisi con la speculazione, la collaborazione e il mercato nero, che persiste a dispetto dei fulmini delle vignette di M. Ives Frage, La civiltà muore, come scrive Paul Valéry; ma si dovrebbe aaziunzere che . , d CI vorra el tempo. Dopo tutto, gli studenti scrivevano un greco attico irnpeccabtle sotto gli ultimi imperatori bizantini; e se è duro ricordare che il buffone anglo-danese che ora governa la Grecia è il legittimo successore di Teseo (un Teseo che ha portato con sé il Minotauro e lo ha dato in pasto alla sua gente), quando sentiamo dibattere Venizelos o Politis, avvertiamo l'eredità di Odisseo, l'uomo dai I~olti cons.igli. ~ quindi sarebbe prematuro - concludere che Parigi e la cultura francese stano m declino inarrestabile. Anche se debbo dire che la profezia di Malraux, nel suo patetico discorso all'Unesco, sembra troppo soggetriva. mlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA C O IIC O /lr.I'). zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA La terza repubbl ca ha aggiunto un sistema di scuola elementare obbligatorio a cui. fuori dai p ogrammi burocratici ufficiali e spesso in diretta opposizione ad essi, l'entusia: mo repubblicano di un'intera classe di umili intellettuali imbevuti dell' idea . essere l'avanguardia della gente che avanza fu in grado di fornire uno spirito di ampio umanitarismo e eli anticlericalismo liberturio che contrastò decisa: ente con il lavoro del famoso "maestro prussiano. architetto di Sadowa, SecJ n ... " e Hitler. L'altra grande radice della cultura francese è la socievolerza che probabilmente è senza pari dai simpo i, dalle àgora. e dai portici delle città-stato greche. Questo ha fatto della con ersazione una necessità della vita di tutti i giorni - una conversazione che os erva un codice di gentilezza il cui primo articolo è la completa uguaglianza egli interlocutori, e si prefigge solo uno scopo: chiarezza eli espressione e COI prensione, Un romanzo di Louis Bertrand riporta che in una piccola città del a Francia dell'est nel 1870 potevano ancora osservarsi tutti quei costumi soc ali delle migliaia di locali che erano sorti ad irnirazione della corte di Versaill s. La proliferazione non si è mai interrotta a partirc dal locale della Marchesa di Rambouillet tino a quei "cafes litteraries" su cui André Billy ha scritto di r cente con nostalgia. Quanto è rimasto oggi del a struttura dell'Unive/"sité napoleonica e di questi reali organi di socievolezz francese? I giornali sono pieni di proteste per la crisi dcll'educazione: i profes ori e gli insegnanti sono portati dalla fame a cercare un' esistenza meno miser bile nel giornalismo, nei ruoli amministrativi, o perfino negli affari.lkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 11 regime eli Vichy ha sconvolto il normale sistema scolastico. in cui gli insegnanti ve gono preparati, e il risultato può essere che l'intero spirito dell'istruzione el meritare è stato alterato. Inoltre. l'influenza del Partito Comunista ha sostituir il conformismo dogmatico e il culto dello Stato in quei circoli di insegnanti l cui inclinazione era libertaria; mentre i reazionari clericali che furono favo iti da Vichy hanno usato il potere del MRP per conservare le posizioni che a evano ottenuto a quel tempo. Se si può discutere del livello intellettuale dei cai didati per un B.A., o delle condizioni di vita dei membri dei collegi. o della r organizzazione superficiale e raffazzonata della Eco/e des Sciences Politique. (la tradizionale fortezza reazionaria), e dell'abbandono clello studio del grec Ceanche del latino, sembra presto probabile), o dei medici di ospedale e deg i assistenti eli laboratorio che ora si confrontano con la fame attuale a meno c e non abbiano delle entrate indipendenti di denaro - ovunque si guardi, lo stat triste dell'educazione francese è evidente. È diventato quasi impossibile pe la giovane generazione impadronirsi del tipo di educazione intellettuale che i loro genitori hanno ricevuto all'inizio delle loro carriere. Un altro fattore è la orruzione che pesa nell'atmosfera odierna e che attrae la !!iovel1tù verso il me cato nero o altre forme di parassitisrno dai soldi facili. Soprarturto. c'è una di fusa tendenza a preferire una educazione tecnica rispetto al nonseuso delle dis ipline umanistiche. Questa riduzione della conoscenva è un nuovo esempio d l trionfo della cultura eli massa. Durante il periodo in cui è stato premier, Leon Blurn ha fatto molti discorsi. Il lettore dello spesso volume che li raccoglie non troverà nemmeno una frase, nemmeno un'allusione ai SO o 60 milioni di assoggettati nelle colonie della Terza Repubblica. niente della sanguinose repressioni nel nord Africa nel 1937 -8, niente delle atrocità indocinesi e della scandalosa carestia del 1931-2 nie.nte ~ella disgrazie e della schiavitù che André Gide trovò nell' Africa equa~ toriale francese. Perché fu Blum a dire una volta: "lo sono un francese prima di tutto, poi un socialista". E fu il governo del Fronte Nazionale che mandò il ':duro" general~ "Nogues" in Marocco, che rifiutò l'amnistia ai prigionieri politici indocinesi confinati nel!' inferno di Poulo Conelor, e che approvarono le esecuzioni eli massa in Marocco e in Tunisia. Tutto questo fa capire l'abisso tra la democratica Francia e quell'impero oltremare che dovrebbe ora sentirsi unito alla "madre patria" da un passato comune e da glorie condivise. In realtà, per la gran parte della Terza Repubblica, l'espanslon.e coloniale ebbe tre obiettivi: l) tenere lontano da Parigi quei militansti che furono, a causa delle loro idee politiche o delle loro ambizioni, più pericolosi per la sopravvivenza della repubblica (come il monarchico Lyautey); 2) per creare profitti per la plutocrazia che aveva iniziato sotto Gambettae che continuò con quel tipo di traffici disonesti che le compagnie africane di ~ardle~1 e laBanca dell'lndocina praticarono a larga scala.; 3) per calm.are quel sentimenti nazionalistici della classe media e della piccola borghesia che erano stati infiammati dalla sconfitta del 1870. L'intera nazione co- 230 231 à bb Dall' impero fra n c e s e alla" U n io n b Française" mincio a trarre profitto dalle co do diverse centinaia di migliai tale come sacrificio al dio trib contributo coloniale alla pros della gomma indocinese, i gra stria Llel cacao nel]' Africa occi to alle casse francesi e perfino, rese possibile un modesto mi tenuto né dai rifiuti dei politici né dalle brutalità di quell'ammiraglio carrnelitano mandato recentemente in Indocina a difendere il monopolio dell' oppio e dell' alcol. Possono massacrare gli annamiti, possono scherzare sul dolore o sulla corruzione dei notabili della Cocincina, ma non possono cancellare il fatto che hanno trattato alla pari con il governo del Vietnam (che sembra essere guidato da un uomo veramente notevole). Pare che. in molti distretti, il governo algerino abbia falsificato con successo le elezioni, ma la voce dei separatisti arabi e berberi è già stata sentita e sarà sentita nel Palais Bourbon. Può sembrare grottesca la concessione di un solo deputato per un distretto di un milione di miglia quadrate, e per quanto "in ritardo" possano essere i nativi arci che, accanto alla Francia che ha sviluppato dell' Africa occidentale e equatori aie, comprendono che c'è qualche cosa di Iti livelli di egotismo, avidità, rancore, malafenuovo nell' aria, che il lavoro forzato è ufficialmente abolito e che si può perfiiste un'altra Francia - di assoluta intelligenza, no, con circospezione, opporsi ai Bianchi che solo ieri erano ancora onniporessatasrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA gentilesse e di audacia romantica, desitenti. Tutto ciò si trasformerà senza dubbio in confusione e in enormi sofferenspirito da "superuomo" ma piuttosto in quello ze, ma non sembra che nessuna reale emancipazione sociale e politica sia anille quando dissero durante la battaglia n~l decora in vista. In ogni caso, l'impero coloniale francese è sopravvissuto al suo di interessante da raccontare alle nostrelkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA signosordido operato. pportare che una sola persona subisca ingiustionie solo con la Prima Gue~Ta Mondiale, quandi africani finirono sgozzati sul fronte occidenle della Legge e della Civiltà. Dopo il 1919, il erità francese divenne considerevole: il boom di profitti dalle piantagioni in Marocco, l' induentale - tutto questo diede il proprio contribucome in Inghilterra nel diciannovesimo secolo, iorarnento delle condizioni di vita della classe lavoratrice. Ma non dobbiamo dimenti lo spirito borghese ai suoi più antisociale, e de. e meschinità di socievolezza piena di disint derosa di avventure non in un mostrato dai compagni di Join serto "che avremo qualche cos re"; la Francia che non può s zia. sia il protestante Calas o l ebreo Dreyfus, la Francia che - nel passato, comunque - andò alle barricate a grido di "Viva la Polonia!" (Questo dualismo a volle osservabile nello stess individuo - è la vera tragedia della "mitologia sociale" francese). Furono sol i francesi che fraternizzarono con i pellerossaCBA .• d e l n o r d America, e f u i n Fran ia c h e s i l e v ò i l grido. a p r o p o s i t o d e l l ' a b o l i z i o ne della schiavitù: "Périssent l s colonies qu'un principe!", Così nel modo più semplice, senza né la dottrin quacchera o testi filantropici, gli intell.ettual~ francesi (e senza dubbio molti altri di cui non sappiamo) guardarono al nauvi come a esseri umani, non ebbe o bisogno di raison d'Etat per protestare contro la loro oppressione e per inco ggiarli a difendersi. .. _ . È vero che, oggi, gli intell ttuali e i sinceri democratici francesi non hanno ottenuto risultati, o mollo poc i, nello spingere il governo a trattare le popolazioni delle colonie con giusti ia e generosità". E tuttavia le "idées claires" di cui la lingua francese è così r cca - specialmente nel lessico politico - hanno spesso messo in moto forze i attese. La stessa formula, "UniOJ: Française", scritta nei testi ufficiali ha già provocato un fermento che non puo essere con> o:' Questa incapacità della "Frane nione pubblica. di insinuare le sue i vale 1;1 pena di riflettere. Ciò si man del 1789·0 l, le cui buone intenzioni per esempio. il sistema teorico di a Un altro esempio tu la "liberazione' rono !!iun!!ere al comando - e tutta anCllJ:lun; volta avanzando pesante: Nuovo Ordine. E sono proprio gli desiderosi del cambiamento, che og a pensante", a dispetto della sua grande intluenza sull'opi: e all'interno degli attuali apparati statali è un punto. su CUI festò in modo esemplare durante l' Assem~lea Costituente furono così facilmente ridotte a nulla nell azione - come, ogoverno locale che i giacobini soppressero nella pratica. del 1944: uomun nuovi ammau da Idee generose sembra'a l'apparato statale più pesante e capnccroso che mal,. sta ente e scostando come paglia le più solenni promesse di un mini della Resistenza, gli stessi che allora apparvero così i guidano, tirano, o spingono avanti il sinistro meccanismo. 232 1789 e 1917 Non posso dimenticare le sofferte parole di quel colonnello repubblicano spagnolo che disse ai suoi compagni chiusi da Deladier nel campo di prigionia di Gurs: "La Francia che amavamo e rispettavamo è morta dal 1870". Proviamo a distinguere tra i fraintendimenti e le corrette intuizioni comprese in quell' esperienza di disillusione che si trova così spesso - e non solo nei nostri tempi - quando qualche amico degli enciclopedisti francesi e della Rivoluzione si leva contro una Francia piuttosto differente, quella dei più meschini "ésprit bourgeois", della insopportabile vanità sciovinista, del cretinismo burocratico e della inumanità di un ottuso "senso comune". Quale connessione, infatti, si può stabilire tra questi tratti nazionali e i generosi principi del 1789-92? Per cominciare, è interessante notare che quei principi, sebbene formulati in un sistema rigorosamente più logico di quello del liberalismo britannico o della democrazia americana, ha avuto, nella sua diffusione nel mondo, una eco emotiva molto più forte. Quando le élite originarie delle nazioni "in ritardo" ammirano la costituzione britannica, quando qualche governo sudamericano o delle Filippine propone di imitare il sistema americano, si tratta di dichiarazioni dottrinarie o di imitazioni di regole esteriori di comportamento politico. Ma per quelli che nel diciannovesimo secolo consideravano la Francia la loro "seconda madrepatria" - e per gli attuali rivoluzionari in Madagascar e in Vietnam - l'adesione ai principi di Libertà, Eguaglianza, Fratellanza come erano intesi nel 1789, 1830, 1848, e 1870 si trasforma in un entusiasmo che comprende una 233 intera Weltauschauung, una riv luzione che coinvolge ogni individuo nella sua parte più intima e nel suo desti o personale. Credo di non sbagliare dice do che la maggioranza degli americani ami pii} completamente e con tutto il c ore i principi della rivoluzione del 1776-1785 lo ro principi rivoluzionari del 1789. Perché di quanto facciano i francesi c imlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA accettare e. in effetti, insistere ui principi della Rivoluzione Americana significa raggiungere le altezze di 111 rispettabile conforrnisrno, che in estremo gi unge a l la stra tosferica ri s ettabi li tà delle Daughters of the A rner ican Revolution'". Mentre molto re enternente in Francia e ancora di più nei paesi dominati dalla Francia, qualsia i richiamo ai principi del 1789 assume inevitabilmente il colore ribelle di u appello a combattere contro lo status qua per "completare il lavoro iniziato alla Rivoluzione". Cioè, quando l'appello era serio. Quando era sfruttato ne discorsi ufficiali, il sospetto popolare era che fosse tutta un inganno dernag gico. [ principi del 1776 si sono realizzati in modo soddisfacenl"c (almeno r novantanovc americani su cento) nelle salde istituzioni che possono essere riticate o emendate solo su dettagli minori. Ma i principi incorporati nella cost tuzione francese del 1791, sebbene molto simili nel contenuto a quelli della ìcniarazione di Indipendenza Americana, sono sempre stati interpretati da chi redeva appassionatamente in loro come la stessa prolllcssa di Utopia; e le ìst tuzioni che dovevano dare loro una forma concreta sono state effimere non s lo perché le forze reazionarie sono state forti e persistenti in Francia, ma anc ra di più perché agli occhi dei loro partigiani quei principi sono stati solo a bozzi preliminari la cui vera realizzazione resta i pr'ncipi della Rivoluzione Americana si sono erida venire. Per concludere:lkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA xtull izzati in una società sern lice nella struttura e omogenea nel suo codice morale c sociale; invece i Diri i dell'Uomo hanno sovvertito un ordine sociale feudale, cattolico, gerarchico repressivo mentre nello stesso tempo posero in essere un tipo di "socievolezz " popolare ed egualitaria a cui· non trovo nulla da comparare nel mondo mod rno. Non è, perciò, sorprenpente chela "tradin affare complicato e contraddittorio. zione del l n 9 " debba essere 65. Thc National Society Daug tubre It\9U. Il proposito de\l'associ uomini e delle donne che hanno re, un genuin() patrioltislllo e il rispetto ers of the Arnerican Revolution è stata fondata l'undici otzione è sia di mantenere vivi la memoria c lo spirito degli izzato l'indipendenza americana; sia di radicare nel paese per le istituzioni liberali americane [NdR]. 234