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La norma linguistica e la definizione del concetto di "errore"
2017
Lo humour esprime un personale stile di vita, ma a volte è la vita stessa a imporre il suo stile umoristico agli eventi come agli individui. Il presente contributo suggerisce i nessi che esistono fra umorismo, comico e sacro, nella constatazione della fragilità dell'essere umano. A partire da testi e varie opere d'arte (di George Steiner, Altan, Moni Ovadia, Rabelais, Roland Topor) ci si può interrogare sui limiti dell'humour e sulla funzione dell'umorista. Parole chiave umorismo, comico, sacro, Bibbia, Rabelais. Ah ah ah… Scusate, ma l'umorismo è una cosa così seria che solo a parlarne mi scappa da ridere… No, questa battuta l'ho già usata da qualche altra parte. Ricominciamo. Sentite un po' questa storiella: Dio è davvero stufo di noi e fra dieci giorni scatenerà il diluvio universale. Ma stavolta niente Noé e niente arca. Il papa esorta i cattolici a perdonarsi a vicenda e ad
This paper exposes the reader to the problem of the necessary character of error in thinking. Error is analysed in its cognitive, logical, aesthetic aspects, showing how ontological issues start from a theory of errors.
Altre Modernità, 2017
Unlike the hard sciences, historiography lacks a specific nomenclature. The lexicon employed by historians is drawn from the plain language of everyday life. Therefore, the words of history are to be defined within the spatio-temporal framework, and to be construed through processes of contextualization and comparison. My work here stems from these considerations, and attempts to chart the occurrence of errors in historiography. In particular, I take into account the way in which historiographic mistakes arise from the intermingling of words, space, and historical time. Another significant aspect concerns the relationship between history, fiction, and arbitrariness. The latter concept is linked to historical interpretation, which constitutes the last stage of historiographical work, after the analysis and the reconstruction of events. The last part of this paper offers a typology of frequent errors in historiography.
Una storia tutta sbagliata. Errori e fallimenti nell'arte, 2023
di Joselita Ciaravino _ postmedia books 2023 _ isbn 9788874903610 _ Questo libro nasce da una domanda maturata nell'ambito dell'insegnamento della storia dell'arte: cosa possono insegnarci gli errori dell'arte e degli artisti? Cosa possiamo imparare noi adulti e cosa le ragazze e i ragazzi nelle aule delle scuole, dalle incertezze di Van Gogh, dai fallimenti di Leonardo e di Giacometti, dagli errori creativi di Bruno Munari o dagli sbagli del falsario Eric Hebborn? Nella consapevolezza di quanto vasto e scivoloso sia il registro dell'errore, a partire dalla lettura di differenti momenti e personalità dell'arte questo studio propone di ripensare l'importanza dell'errare, centrale all'interno di ciascuna esperienza e in qualunque processo di conoscenza, cosi come fenomeno insito per statuto nella dimensione artistica. Se è vero come diceva Francis Picabia che "l'arte è il culto dell'errore", l'arte è allora sempre sbagliata. Eppure è proprio dalla storia sbagliata dell'arte che emerge la possibilità, ambiziosa ma necessaria, di rinnovare la riflessione sulla centralità di tali studi e sul loro insegnamento.
L'antico non si può sbagliare Riflessioni di lettura di Proverbi e modi di dire siciliani di Santi Correnti Alphonse Doria L'anticu 'un si po' sbagliari è un proverbio siciliano che convalida e dà una garanzia di certezza su tutti gli altri proverbi siciliani. Ed io affermo ch'è vero, perché nella lingua siciliana e cultura popolare dei siciliani ad ogni proverbio vi è il contrario, quindi come si dice: si 'un chiovi fa bonu (se non piove fa bel tempo) diceva così un certo Minchiadiferla in maniera lapalissiana, che non era un bravo meteorologo, ma un personaggio caratteristico del mio paese, vissuto nei primi del XX secolo e quindi diceva la sua previsione meteorologica, nei luoghi dove si riunivano i braccianti agricoli in attesa di essere impegnati per la giornata lavorativa dell'indomani, quindi alla Grazia e poi diceva il contrario al Chiano. Il giorno dopo in base dove aveva indovinato andava e chiedeva affermazione della sua bravura. Il professore Santi Correnti nel suo libro dedica un capitolo completo "Proverbi contraddittori", pagina 201: "sono il frutto e l'espressione della esperienza di vita di questo popolo, che è contrastante e contraddittoria, così come è contrastante e contraddittoria la vita quotidiana." A pagina 352 il professore Correnti scrive nella Conclusione: "(…) è stato raccolto nel Seicento dal monaco benedettino monrealese Paolo Catania, morto nel 1670, (…) e i siciliani credono fermamente nei loro proverbi, e sono convinti-e Giovanni Verga lo ribadisce nei Malavoglia-che il motto degli antichi mai fallì". Proverbi e modi di dire siciliani di ieri e di oggi-L'amore, l'amicizia, le donne, la famiglia, il lavoro, la vita di ogni giorno nei proverbi arguti e sapienti del popolo siciliano di Santi Correnti-Incisioni di Giuseppe Maria Mitelli-Newton Compton editori-Seconda edizione luglio 2016, Ariccia (Roma)-costo 9€, copertina cartonata. Quando trovo un libro del professore Santi Correnti lo acquisto senza pensarci due volte perché è un sicuro arricchimento alla cultura che tengo di più, quella siciliana. Correnti è stato l'unico docente di Storia del Popolo siciliano. Con lui finalmente spuntano nel Teatro Sicilia i Siciliani che interpretano la loro parte di protagonisti e non solo i soliti Fenici, Greci, Romani, Arabi, Normanni, Spagnoli, Francesi, Piemontesi, Italiani, Americani e via discorrendo. E il bello che gli altri servi della gleba storici e pseudo storici non riescono a smentirlo. Lo avevo contattato per intervenire nel convegno del 10 marzo 2007 alla Torre dell'Orologio dell'Associazione Pro Loco Siculiana, patrocinato del Comune di Siculiana: SICULIANA prima indagine sul patrimonio archeologico; ma già era irremovibile a causa i suoi problemi di salute, però abbiamo discusso tanto e l'indagine se l'ha fatta leggere dalla moglie e si complimentò allora per la mia passione. Sarebbe stato bello per Siculiana e i siculianesi avere avuto ospite una grande personalità intellettuale come Santi Correnti. Poi, come sappiamo tutti, il 27 agosto del 2009 ci ha lasciati. Personalmente non finisco mai di ringraziarlo per la boccata di ossigeno e la luce che mi ha dato leggendo le sue opere. Il libro è stato un autentico divertimento, anche per le belle illustrazioni (incisioni) di Giuseppe Maria Mitelli. La bellezza di demolire luoghi comuni sul Popolo siciliano con la cultura e la sapienza del professore Correnti, è la caratteristica delle sue opere. A pagina 71, nel Capitolo 6. "Diffidenza" si scopre che il luogo comune che i siciliani sono sospettosi viene dal carattere arabo invece leggiamo che proprio "Cicerone, nel I secolo avanti Cristo, quando definì il popolo siciliano genus nimis acutum et suspiciosum, cioè popolo veramente intelligente, ma sospettoso. (…) Il siciliano è fatto così." Nell'Introduzione a pagina 7, 8: "La Sicilia nostra fu stanza a molte sapientissime nazioni, che per colonie, e per commerciali istituti qui albergarono… e pertanto data la varietà di questa cultura, e i suoi numerosi primati fin dall'età classica, per cui in Sicilia si nota la nascita della commedia con Epicarmo già nel VI-V secolo avanti Cristo; della filosofia con Gorgia e con Empedocle nel V; della scienza con Archimede nel III; della poesia lirica con Teocrito nel III (e Virgilio lo chiamò suo maestro nelle Bucoliche)." Pagina 308, Carnalivari mi vinni 'nvisioni Ca è cchiù tintu di chiddu d'orallannu, 'un po' 'nsirtari la me pinioni Ora iu, vaiu certu e nun mi sbagliu. Vinni Carnalivari Mi misuravu la forza Ddocu potti arrivari Accattarimi un kilu d'ossa. Lu jornu m'assittavu a tavulinu Mangiavu pasta cu lu stufatu Aggrampa un ossu me figliu Paulinu Ca tutti li denti s'ha rascatu. Vinni Carnalivari Mi misuravu la forza Ddocu potti arrivari Accattarimi un kilu d'ossa. Ju passu di sta strata tisu tisu U vucceri cchiù 'un vogliu taliari Pirchì taliu ddu porcu c'havi appisu Ca na mità mi nni vurria mangiari. Ma chi ci haiu fattu a Diu? Pi nautri nuddu ci penza? Ni dettiru lu castju! Lu poviru chiangi la pinitenza. Di po' mi vidi passari lu panneri Mi dici: "li piseddi comu sunnu 'nmajanati?" Ci lu dissi sinu ad aieri, lu sapi ca di li grannuli su mangiati, Si nun pagamu aguannu, succedi na timpesta pinzamu pi natrannu ca la carta a tia ti resta. Vi salutu a vautri signuri Di chista puisia putilla fari, fu dota chi m'ha datu lu Signuri di chista puisia putilla fari. 8
Altre Modernità, 2017
This essay sets out to outline different and frequent types of violation of the traditional and scholastic norm of the Italian language, and to examine doubts and oscillations in its control, in order to explain the origins and reasons – either internal or external to the system – of these “errors” and to highlight the extent of their acceptability in the general use. Obviously, the differences between language modes and levels will be taken into account, especially that between the oral and the written mode. As a result, the distinction between the actual linguistic “error” and its social perception – which has always been crucial in the evolution of languages – will also be restated.
Mentre leggo lo Zibaldone con la mente immagino che la pagina di tanto in tanto lasci intravedere la punta della penna che graffia il foglio, a volte con velocità, altre volte in maniera lenta e riflessiva, arrivo ad immaginare la mano che la impugna e poi ancora i lineamenti del giovane Poeta con i muscoli contratti in un atteggiamento di disperazione, mentre altre volte le guance si ci colorano in quel suo pallore da figlio della Luna. Sento il graffiare della penna, qualche porta che si chiude in lontananza ed una voce fuori casa che continua a dire delle cose che non riesco a capire. È un parlare volgare e incollerito, chissà cosa gli sia capitato. L'odore di polvere rintanata tra le tante carte e libri, mischiato con quello di tabacco irrancidito, il ticchettio continuo di un orologio al suo posto a misurare la vita degli umani e delle bestie. Poi ad un tratto mi concentro sul contenuto di quelle frasi lunghe e piene d'incidentali, per un certo senso femminili, e devo rileggere tutto da capo. Rifletto che sono parole di due secoli fa, ma quanta modernità vi è tante volte. Zibaldone di pensieri Giacomo Leopardi-Scelta a cura di Anna Maria Moroni-Saggi introduttivi di Sergio Solmi e Giuseppe De Robertis-con la postfazione di Giuseppe Ungaretti-Oscar Mondadori-Volume Primo e Secondo-Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Milano, 2009. Nel mio ultimo viaggio a Bologna sono stato ospite a casa di Federica, fidanzata di mio figlio Peppe, e curiosando nella sua biblioteca ho visto questo cofanetto con i due volumi, divenni entusiasta per l'incontro e lei si è sentita obbligata a regalarmi questa straordinaria Opera. Mi scuso con lei, ma non sono riuscito a frenarmi. I due volumi hanno delle sottolineature in matita, sicuramente frutto della lettura di Federica per una probabile tesi universitaria. Quindi oltre la mia lettura mi chiedo il perché di quel periodo evidenziato, motivo di un ulteriore approfondimento riflessivo. Il primo volume, oltre le prefazioni arriva a pagina 522, mentre il secondo, oltre l'indice a pagina 1211. In realtà è stato tra i primi posti dei miei trenta libri da leggere in assoluto, e oltre a qualche lettura veloce nella biblioteca di Agrigento, in fondo al Viale, e qualche tratto qua e là nelle antologie, è stata la prima volta che mi sono trovato l'Opera in mano. È come quando s'incontra una star di persona. Anche se a me non ha fatto mai un grande effetto incontrare questi personaggi, a volte non salutandoli nemmeno. Ma andarli ad ascoltare è un'altra cosa, quindi posso dedurre che vengo attratto dalla loro opera, dalla loro arte ma non dall'artista in quanto persona, oltre l'interesse culturale rimane poco e niente. Questo libro mi sembra più un diario segreto, un magazzino di idee, pensieri e confessioni che io sto leggendo dopo averlo trafugato al Poeta, mi sento quasi in colpa per questo atto di violazione, quindi tralascerò alcuni pensieri e considerazioni di Leopardi che ho trovato poco attinenti alla sua altezza e che si riferivano a considerazioni classiste, a volte razziste, ma non come "qualche stolto c'è che vorrebbe mettersi a guardare Leopardi cogli occhi di un qualsiasi discepolo di Lombroso" (come scrisse nella Postfazione Giuseppe Ungaretti a pagina 1189), più altro intimistiche, magari scaturite da eventi accaduti nella sua vita ed hanno trovato sfogo in quelle parole. La natura se fu generosa a donargli la poesia è stata crudele tormentando il suo fisico con il "Morbo di Pott", la tubercolosi ossea che gli causo una gobba alla spalla sinistra e un'altra gobba sul petto, l'impotenza e, come un vampiro, l'ipersensibilità alla luce. Fragile di condizioni e sotto la tirannia di una madre cattolica in modo triste, Adelaide Antici, che gli limitava le uscite quasi a farne del palazzo di famiglia un carcere. Lo studio, la lettura, i libri sono stati i suoi unici amici. Il suo
Arabian Archaeology and Epigraphy
Jurnal Dinamika Ekonomi Pembangunan, 2021
Natures Sciences Sociétés
Nasze Pomorze, 2022
Mozaikok Online, 2022
Journal of co-operative studies, 2023
Romans on the Waterfront. Evaluation of archaelogical interventions (1997-2020) along the Dutch part of the Lower Rhine and Coastal Limes, 2021
Annals of International medical and Dental Research, 2016
Jurnal Ilmu Dan Teknologi Hasil Ternak, 2012
Journal of Crohn's and Colitis
Collectanea Theologica, 2016
Innovation in Aging, 2021
Oral & Implantology, 2017
Journal of Evaluation in Clinical Practice, 2014
Journal of Infectious Diseases and Epidemiology, 2021