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In ricordo di Aurelio Cernigliaro (1949-2024)

2024, HISTORIA ET IUS

HISTORIA ET IUS - ISSN 2279-7416 - DOI 10.32064/26.2024.24 - 1 December 2024 ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ rivista di storia giuridica dell’età medievale e moderna www.historiaetius.eu - 26/2024 - paper 24 In ricordo di Aurelio Cernigliaro (1949-2024) di Gianfranco Stanco Accademia Pontaniana, Napoli, 10 ottobre 2024 Sono troppo pochi i giorni che mi dividono dalla scomparsa per poter articolare un discorso completo sul pensiero e sull’eredità culturale del caro Maestro. Riservandomi la possibilità di un lavoro di ricostruzione più ampio, che coinvolga attivamente tutti i suoi allievi, in queste righe proverò a delineare alcune caratteristiche del suo impegno intellettuale ed accademico. Aurelio Cernigliaro ha dato un contributo notevole alla storiografia giuridica europea occupandosi dei nodi cruciali del concetto di sovranità nel nascente Stato moderno. I suoi studi sul regno di Napoli, all’indomani dell’annessione alla Corona spagnola, hanno contribuito a disvelare i tratti originali di una monarchia pervenuta alla modernità non attraverso l’alleanza con la borghesia in opposizione alla feudalità, bensì tramite l’affermazione di una struttura di governo ministeriale costruita intorno a un milieu culturale dominato dai giuristi. Il suo contributo, per tale via, è stato determinante per affinare il metodo storiografico della scuola napoletana, capeggiata da Raffaele Ajello, con il quale 1 GIANFRANCO STANCO ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ HISTORIA ET IUS - 1 DECEMBER 2024 - DOI 10.32064/26.2024.24 www.historiaetius.eu - 26/2024 - paper 24 condivideva l’intuizione di un approccio speculativo verso la materia giuridica in grado di far emergere le tensioni e i punti di equilibrio sottostanti agli specifici contesti socio-politici e culturali, secondo un’impostazione apprezzata sin dagli albori della cosiddetta generazione modernista da parte di Bruno Paradisi1. L’opera Sovranità e feudo nel regno di Napoli, presentata da Ajello come un’indagine «capace di cogliere in linee molto ampie l’intera politica del diritto realizzata dall’insieme dei soggetti attivi nella vita pubblica»2, si inseriva come punta di diamante all’interno di una comunità di intenti, operativa in comunità di azione, dove moltissimi ed autorevoli allievi aielliani, raccolti intorno alla Collana Storia e diritto, hanno saputo costruire una delle più innovative voci italiane della riflessione storico-giuridica nella seconda metà del Novecento3. Cernigliaro ha sempre ricordato e rivendicato con grande partecipazione emotiva quella stagione, anche nei momenti più complicati di tensione e incomprensione con il proprio Maestro, entrati nel cono d’ombra dei problemi irrisolti. Considerava la citata Collana come parte integrante di una triade, insieme ai Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno di Paolo Grossi e ai Materiali per una storia della cultura giuridica di Giovanni Tarello, capace di rinnovare dalle fondamenta la disciplina degli studi storico-giuridici allargando il campo di indagine al diritto moderno e frantumando, non senza qualche resistenza e scetticismo, le barriere storicistiche, dogmatiche, filologiche e nazionalistiche per scoprire a pieno l’orizzonte europeo4. Ulteriore frutto di quella importante stagione, di cui erano stati punti cardini anche Ennio Cortese e Vincenzo Piano Mortari, fu Patriae leges privatae rationes, che raccoglieva una serie di fondamentali ricerche pubblicate in sedi prestigiose, accumunate da una particolare sensibilità nello scandagliare le diramazioni della costituzione materiale del Regno di Napoli, come ebbe lui stesso ad evidenziare nella premessa al volume: «il divario tra patriae leges, intese formalisticamente come esclusiva fonte legittimante ogni pretesa, e privatae rationes, quant’a dire le motivazioni logiche dirette a conciliare l’auctoritas con i diritti storici particolari, 1 B. Paradisi, Apologia della storia giuridica, Bologna 1973, p. 256. R. Ajello, Presentazione, in A. Cernigliaro, Sovranità e feudo nel regno di Napoli, 1505-1557, vol. I, Napoli 1983, p. XXXII. 3 Per una ricostruzione del pensiero del maestro napoletano e della sua scuola cfr. F. Di Donato (cur.), Il diritto utile. Teorie e storiografie del dissenso in una vita per la critica. In onore di Raffaele Ajello, Napoli 2020; O. Abbamonte, Le domande di uno storico: in ricordo di Raffaele Ajello, in «Historia et ius», 21 (2022), paper 7; I. Birocchi, Raffaele Ajello nella storiografia giuridica del secondo Novecento, in «Rivista di storia del diritto italiano», XCV (2022), n. 1, pp. 235-243. 4 Il pensiero di Cernigliaro sul punto è speculare a quello espresso da P. Costa, Storia del diritto e identità disciplinari: dai primi anni settanta a oggi, in I. Birocchi - M. Brutti (curr.), Storia del diritto e identità disciplinari: tradizioni e prospettive, Torino 2016, p. 169 ss. 2 2 GIANFRANCO STANCO ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ HISTORIA ET IUS - 1 DECEMBER 2024 - DOI 10.32064/26.2024.24 www.historiaetius.eu - 26/2024 - paper 24 esprime per Napoli l’essenza stessa del processo di trasformazione dello Stato. Di qui lo stretto rapporto tra dimensione politica e giuridica»5. Uno dei nuclei principali del libro riguardava un articolo su L’obbligazione reale di garanzia, pubblicato per la prima volta negli Atti del Convegno organizzato nel 1985 dalla Società Italiana di Storia del Diritto su La proprietà e le proprietà6. Sfogliando l’indice del volume, curato da Ennio Cortese, affiorano tanti colleghi cari a Cernigliaro, soprattutto Paolo Grossi, con il quale strinse un rapporto di collaborazione, intessuto da grande amicizia e stima reciproca, che operava, originariamente, nel solco di una sintonia tra scuole circa l’esigenza di rinnovamento del metodo e dell’oggetto della disciplina, sin dai tempi della pubblicazione, con alcune integrazioni, della prolusione al corso catanese del 1968-69 di Raffaele Ajello nel primo numero dei Quaderni fiorentini7. Nel lungo itinerario didattico-scientifico di Cernigliaro, Paolo Grossi ha finito per diventare un interlocutore sempre più privilegiato, con il quale condividere la «’passione’ per la ‘carnalità del diritto’, in cui si realizza costantemente “il suo essere specchio fedele di uomini sorpresi nel complicato intreccio della loro azione sociale”». Così si esprimeva Cernigliaro nella presentazione al denso 5 A. Cernigliaro, Patriae leges privatae rationes. Profili giuridico-istituzionali del Cinquecento napoletano, Napoli 1988, p. XXIII. 6 Cfr. A. Cernigliaro, L’obbligazione reale di garanzia: aperture e resistenze alla patrimonializzazione del feudo nel regno di Napoli, in E. Cortese (cur.), La proprietà e le proprietà (Pontignano, 30 settembre ‒ 3 ottobre 1985), Milano 1988, pp. 353-456. Più tardi scrisse importanti contributi sulla proprietà nel Medioevo e sulla nuova scienza agraria nel Settecento. Cfr. A. Cernigliaro, Caratteristiche giuridiche della proprietà terriera feudale, in S. Cavaciocchi (cur.), Il mercato della terra. Secc. XIII-XVIII, XXXV Settimana di Studi dell’Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini” (Prato, 5 ‒ 9 maggio 2003), Firenze 2004, pp. 49-56; Id., Agricoltura e pubblica felicità. Dalla ragion economica alla ragion civile, in «Frontiera d’Europa», VI (2000), n. 2, pp. 115165. 7 R. Ajello, Formalismo e storia del diritto moderno, in «Quaderni fiorentini», I (1972), pp. 177-205. A tale sintonia si opponeva, tuttavia, una netta divaricazione dello svolgimento della produzione scientifica dei due maestri, descritta in modo mirabile da Pietro Costa: «Il programma di Ajello era per vari aspetti diverso dalla proposta di Grossi. Insofferente, come Tarello, nei confronti dello sterile tecnicismo dei giuspositivisti, Ajello invitava a studiare la cultura giuridica mettendola in rapporto con il gioco degli interessi socio-politici e con le spinte auto-conservative dei ceti e a cogliere, per questa via, il punto di origine della lunga, ma ormai declinante, stagione del formalismo giuridico (un punto di origine a suo avviso collocabile nella fase compresa fra il tardo ius commune e il riformismo settecentesco). Le prospettive di Grossi e di Ajello non sono sovrapponibili e diversa è la loro visione del rapporto fra la dinamica storico-politica e la cultura giuridica» (Storia del diritto e identità disciplinari, cit., p. 151). 3 GIANFRANCO STANCO ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ HISTORIA ET IUS - 1 DECEMBER 2024 - DOI 10.32064/26.2024.24 www.historiaetius.eu - 26/2024 - paper 24 volumetto di Paolo Grossi, Crisi delle fonti e nuovi orizzonti del diritto8, che inaugurava la Collana Altorilievi codiretta da Orazio Abbamonte e Paolo Cappellini, allo scopo di pubblicare i testi delle lezioni tenute nei Seminari di Studi Storicogiuridici organizzati dalla cattedra di Storia del diritto medievale e moderno, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, a partire dall’anno accademico 2007-2008. Seguirono negli anni successivi altre lezioni seminariali nelle quali furono coinvolti, tra gli altri, Luigi Lacchè, Marco Nicola Miletti, Italo Birocchi, Giovanni Chiodi, Paolo Grossi, Laura Moscati, Floriana Colao9. Tali attività danno riscontro non soltanto della poliedricità di interessi in ambito scientifico, ma anche del suo convincimento nel ricercare intese sinergiche all’esterno e all’interno dell’ateneo federiciano, con i colleghi Giorgina Alessi, Armando de Martino, Aldo Mazzacane e Cristina Vano. Tali iniziative, altresì, evidenziano i primi segnali del nuovo corso intrapreso da Cernigliaro. Egli riteneva che una nuova frontiera era alle porte e che il campo della storia della giustizia potesse aprire inediti spazi di ricerca scientifica e di collaborazione con il mondo delle professioni. Per questo era orgoglioso di aver optato nel 2009 per la titolarità della cattedra di Storia della giustizia, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Napoli Federico II. Il nuovo insegnamento giungeva al culmine di un impegno di ricerca corale, coordinato dal medesimo e condiviso tra studiosi di diversi atenei meridionali aderenti ad una serie di Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale. Il frutto di quel lavoro è confluito nel volume collettaneo Themis10, con proposte originali che operavano nell’ambito di un vivace dibattito a livello nazionale11. Nel contesto culturale di grande fermento del primo decennio del Duemila, Cernigliaro raccolse i frutti più maturi della sua nuova indagine negli articoli, Sviluppi semantici del concetto di ordine pubblico nell’Ottocento italiano e «Difendere il cittadino dall’insulto, più che vendicarlo dall’offesa», che, per tragica sorte, si 8 A. Cernigliaro, Presentazione, in P. Grossi, Crisi delle fonti e nuovi orizzonti del diritto, Napoli 2009, p. 10. 9 Sono state pubblicate le seguenti lezioni: L. Lacchè, «Non giudicate». Antropologia della giustizia e figure dell’opinione pubblica tra Otto e Novecento, Napoli 2009; P. Grossi, Ordine/compattezza/complessità. La funzione inventiva del giurista, ieri ed oggi, Napoli 2012; L. Moscati, Tra ‘copyright’ e ‘droit d’ateur’. Origine e sviluppo della proprietà intellettuale in Europa, Napoli 2012. 10 A. Cernigliaro (cur.), Themis: tra le pieghe della giustizia, Torino 2009. 11 Per qualche spunto di riflessione si rinvia a L. Lacchè - M. Meccarelli (curr.), Storia della giustizia e storia del diritto: prospettive europee di ricerca, Macerata 2012; P. Costa, Storia del diritto e identità disciplinari, cit., p. 169 ss. 4 GIANFRANCO STANCO ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ HISTORIA ET IUS - 1 DECEMBER 2024 - DOI 10.32064/26.2024.24 www.historiaetius.eu - 26/2024 - paper 24 trasformarono in omaggio al collega e amico carissimo scomparso, Mario Sbriccoli12. A questi si affiancarono altri importanti saggi, uno riguardante il diritto di associazione13, e due dedicati alla libertà di stampa14, il primo dei quali, Libertà di stampa e “teoria psicologica della diffamazione”, si presenta come una raffinata e ricchissima analisi del pensiero di Eugenio Florian, considerato da Sbriccoli «forse il più prestigioso tra i giuristi “progressisti” che operarono a cavallo tra otto e novecento»15. La ricerca, muovendosi con maestria tra le influenze della scuola positiva, il rinnovamento scientifico del diritto penale e i limiti della teorica del fine, fu pubblicata negli Studi in ricordo di Adriano Cavanna. Quest’ultimo era molto caro a Cernigliaro. Lo menzionava spesso nei colloqui informali con i propri allievi come esempio di trait d’union, scientifico ed umano, per quegli studiosi interessati alla ricostruzione dell’esperienza storica in un orizzonte compiutamente europeo, «nell’intreccio tra esercizio del potere, ruolo dei ceti, elaborazioni giurisprudenziali»16. In questo caso, ho preso in prestito le parole di un altro studioso da lui molto stimato, Italo Birocchi, ma aggiungerei anche qualche altro elemento tratto direttamente dalla penna del Maestro: «All’ineluttabile esigenza di chiarire “quale sia nel mondo contemporaneo la posizione del giurista ‒ con la sua tradizionale figura di mediatore interindividuale ‒ di fronte alle ricorrenti crisi di una avanzata società industriale e tecnologica, alla nuova ed accresciuta conflittualità di tipo collettivo, al mutato rapporto fra Stato e potere economico e alle silenziose metamorfosi degli stessi poteri costituzionali”, lo Studioso [Cavanna] dava, rispetto ai molteplici riscontri propri di una disponibilità all’ascolto delle altrui opinioni, un punto fermo, cui mi sento, parlando di ‘armonizzazione’ 12 A. Cernigliaro, Sviluppi semantici del concetto di ordine pubblico nell’Ottocento italiano, in L. Lacchè - C. Latini - P. Marchetti - M. Meccarelli (curr.), Penale, giustizia, potere: metodi, ricerche, storiografie. Per ricordare Mario Sbriccoli, Macerata 2007, pp. 309-328; Id., «Difendere il cittadino dall’insulto, più che vendicarlo dall’offesa». Nuovi orizzonti nel penale per nuovi scenari costituzionali, in «Quaderni fiorentini», XXXVI (2007), Principio di legalità e diritto penale (per Mario Sbriccoli), t. I, pp. 275319. 13 A. Cernigliaro, Il diritto d’associazione. Il contrastato riconoscimento nella prima Italia unita, in Scritti in onore di Michele Scudiero, t. I, Napoli 2008, pp. 465-479. 14 A. Cernigliaro, Libertà di stampa e “teoria psicologica della diffamazione”, in A. Padoa Schioppa G. di Renzo Villata - G.P. Massetto (curr.), Amicitiae Pignus. Studi in ricordo di Adriano Cavanna, t. I, Milano 2003, pp. 243-338; Id., Stampa e istruzione nella prima Italia unita, in Fides humanitas ius. Studii in onore di Luigi Labruna, vol. II, Napoli 2007, pp. 973-990. 15 M. Sbriccoli, Dissenso politico e diritto penale in Italia tra Otto e Novecento. Il problema dei reati politici dal ‘Programma’ di Carrara al ‘Trattato’ di Manzini [1973], in Id., Storia del diritto penale e della giustizia. Scritti editi e inediti (1972-2007), t. II, Milano 2009, p. 783 nota 112. 16 I. Birocchi, I manuali di storia del diritto in Italia dal dopoguerra ad oggi, in «Historia et ius», 26 (2024), paper 20. 5 GIANFRANCO STANCO ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ HISTORIA ET IUS - 1 DECEMBER 2024 - DOI 10.32064/26.2024.24 www.historiaetius.eu - 26/2024 - paper 24 pienamente di aderire: “anche la società del presente ‒ se vuole essere pienamente democratica ed evitare ogni assolutismo in versione moderna ‒ deve riservare al giurista compiti e responsabilità essenziali, conservandone la figura di garante della liberà individuale”»17. Cernigliaro era ritornato sul tema del ruolo della stampa a distanza di qualche decennio, allorquando aveva prestato la sua consulenza storico-scientifica in occasione della mostra Tra legislatori ed interpreti nella Napoli d’antico regime, organizzata dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di concerto con la Commissione Centrale di Coordinamento delle Biblioteche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. A corredo della mostra era stato pubblicato un catalogo che raccoglieva le schede delle opere giuridiche più significative custodite nelle istituzioni bibliotecarie di Napoli. L’introduzione del Cernigliaro tratteggiava con rara acribia le fasi evolutive della cultura giuridica meridionale dal XVI al XIX secolo e i vari interessi sottostanti alla pubblicazione di opere giuridiche, facendo notare «che proprio dal formale ‘discredito’ della Scienza accademica per l’ius Regni scaturisce l’interesse dei “legali” ad appropriarsi di quelle patriae leges e ad arricchirle, suffragarle, sommergerle quasi di un’intensa, dinamica esperienza. Così, quel patrimonio, che l’antica cetualità partenopea intendeva serbare serrato in uno scrigno a strenua difesa di uno status ormai svanito, poté avere un nuovo alito vivificatore espresso, e solo parzialmente, da una serie di magnifiche edizioni di quei testi normativi (constitutiones, capitula, ritus, pragmaticae aragonesi). Vi si aggiunse, via via, una non trascurabile messe di sillogi prammaticali che alla prolissa iterazione, indotta dall’incoercibilità normativa della difficile e complessa realtà meridionale, vedevano ancora una volta supposta una vivace trama interpretativa»18. Oltre all’Università di Napoli Federico II, dove nei primissimi anni del Duemila subentrò nella cattedra del Maestro Ajello e, al suo pensionamento, gli fu conferito il titolo di professore emerito, Cernigliaro ha legato la sua carriera accademica alle Università di Bari e di Foggia e, soprattutto, alla Seconda Università di Napoli (ora Università della Campania Luigi Vanvitelli). Non è questa la sede per ripercorrere nel dettaglio tali vicende, basti sottolineare l’impegno decisivo per le fasi costitutive degli ultimi due atenei citati e l’importante contributo nell’affermazione di linee di ricerca che hanno influenzato diverse 17 A. Cernigliaro, La storia funzionale alle esigenze della certezza come valore etico-politico, in O. Troiano - G. Rizzelli - M.N. Miletti (curr.), Harmonisation involves history? Il diritto privato europeo al vaglio della comparazione e della storia (Foggia, 20-21 giugno 2003), Milano 2004, p. 73. 18 A. Cernigliaro, Introduzione, in S. Bagnulo - A. Cernigliaro - M.R. Fortezza - M.G. Zinno, Tra legislatori ed interpreti nella Napoli d’antico regime, Mostra bibliografica (Napoli, 27 aprile-31 maggio 1991), Napoli 1991, pp. XXV-XXVI. 6 GIANFRANCO STANCO ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ HISTORIA ET IUS - 1 DECEMBER 2024 - DOI 10.32064/26.2024.24 www.historiaetius.eu - 26/2024 - paper 24 generazioni di studiosi19. Mi preme, tuttavia, evidenziare il rilievo di una serie di articoli che attestano la sua compartecipazione ad una stagione straordinaria di ricerche e convegni organizzati presso l’ateneo foggiano da giovani studiosi, ma già affermatissimi nel panorama nazionale, ai quali non lesinava fraterni consigli20. I vari temi trattati in Capitanata permettono di analizzare, come in filigrana, gli inizi di un’ulteriore esplorazione culminata nell’organizzazione di due fortunatissimi convegni napoletani. Il primo giungeva al termine del percorso delle attività legate a un Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale da lui coordinato, con la feconda collaborazione dei responsabili locali della Seconda Università di Napoli, Orazio Abbamonte e Gian Maria Piccinelli, e di Salerno, Ileana del Bagno. Il fenomeno appropriativo era collegato in una felice intuizione con le vicende di esclusione e marginalizzazione, povertà e solidarietà, in un confronto serrato di linguaggi tra storici del diritto, comparatisti, medievisti e modernisti21. Gli Atti del secondo Convegno furono pubblicati in un’altra sua creatura editoriale, la Collana Iuris Intuitus – Studi e Materiali di Storia del Diritto e delle Istituzioni. Questa volta la prospettiva giurisprudenziale si poneva, nella contaminazione tra esperienze di common law e di civil law, come metodo per vagliare l’assunto formulato negli anni Settanta del Novecento da Grant Gilmore nel saggio The Death of Contract circa la crisi della teoria generale del diritto contrattuale, rispetto ai duttili paradigmi imposti dagli uomini di affari all’interno delle 19 Cfr., a mero titolo esemplificativo, A. Cernigliaro, Un’ ‘area metropolitana’ nel Settecento? La decomposizione del ‘telaio feudale’ e la rigenerazione civile dell’ager campanus, in G. Franciosi (cur.), Ager Campanus. La storia dell’Ager Campanus. I problemi della limitatio e la sua lettura attuale, Napoli 2002, pp. 223-246. 20 A. Cernigliaro, L’usura virtuosa, in F. Macario - A. Manna (curr.), Mercato del credito e usura, Milano 2002, pp. 3-18; Id., La storia funzionale alle esigenze della certezza come valore etico-politico, cit., pp. 67-73; Id., Storia dei movimenti copyright, anticopyright, copyleft, in M. Bertani (cur.), Open source, Atti del Convegno organizzato a Foggia il 2 ‒ 3 luglio 2004 dalle Università di Foggia e Pavia, Milano 2005, pp. 107-125; Id., Dall’età dei diritti, all’età dei doveri: la dissoluzione della soggettività nelle ragioni complessive dell’umanità, in S. Lorusso (cur.), Costituzione e ordinamento giuridico, Convegno per il decennale della Facoltà di Giurisprudenza (Foggia, 24-25 novembre 2006), Milano 2009, pp. 13-51. 21 A. Cernigliaro (cur.), Il privilegio dei proprietari di nulla. Identificazione e risposte alla povertà nella società medievale e moderna, Convegno di studi (Napoli, 22-23 ottobre 2009), Napoli 2010. Sul tema della marginalità in rapporto alle minoranze, cfr. Id., L’ ’altro’ come specchio, il ‘diverso’ come minaccia, in A.A. Cassi (cur.), Ai margini della civitas. Figure giuridiche dell'altro fra medioevo e futuro, Soveria Mannelli 2013, pp. 13-44. 7 GIANFRANCO STANCO ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ HISTORIA ET IUS - 1 DECEMBER 2024 - DOI 10.32064/26.2024.24 www.historiaetius.eu - 26/2024 - paper 24 strutture del mercato, dell’innovazione tecnologica, telematica e cibernetica, e al dilemma del potere economico come “produttore” di diritto22. La sua intelligenza vivacissima lo accostò anche alla ricostruzione delle vicende dell’avvocatura meridionale dell’Ottocento, nel più ampio tema definito dal Consiglio Nazionale Forense sul contributo fornito dagli avvocati al processo di unificazione nazionale. Mise in piedi un agguerrito gruppo di lavoro che contribuì in misura rilevante al complessivo progetto editoriale. Tra le numerose biografie di avvocati illustri che si affastellavano, emergeva un quadro più sfaccettato e realistico rispetto alla fin troppo nota descrizione del Savigny di Napoli come «città degli avvocati»: «La disciplina eversiva, invero, e la ripartizione dei demani da un lato, il nuovo assetto amministrativo e giudiziario dall’altro, soprattutto il dispiegarsi di una definitiva cesura col diritto comune e l’ingresso in una temperie “radicalmente” nuova, l’età della codificazione, configurano una stagione totalmente diversa dal passato. […] Ma è proprio quello stesso quadro che consente agli avvocati, naturalmente ai più acuti e non indolenti, d’incamminarsi per un itinerario “inconsueto” in cui, accanto alla mai abbandonata componente formativa giurisdizionalista, nella diffusa lettura giannoniana, accanto all’ampia recezione di motivi peculiari dell’illuminismo come “realizzato” nel decennio murattiano, si fanno lentamente largo diritti e principi di lì a poco oggetto d’istanze statutarie. Momenti di prova furono di certo il biennio 1820-21 e il successivo 1848-49, congiunture in cui quanto covato sotto la cenere venne allo scoperto ed in ambedue i frangenti le richieste di carte di garanzia, istanze tipiche di quella specifica temperie, videro la presenza di avvocati non in posizione di rincalzo o di mero supporto tecnico, ma in prima fila e con diretto coinvolgimento politico. Soprattutto all’indomani degli eventi indicati, allorché la reazione borbonica si scatenava con estrema durezza, coinvolti personalmente ovvero difensori dei coinvolti e per ciò stesso compromessi, gli avvocati di matrice liberale avevano l’opportunità di arrecare un contributo fondamentale per la diffusione di quei principi di cui si veniva ad alimentare il processo d’unificazione nazionale»23. Il tema dell’unificazione, connesso all’esercizio della libertà, era stato affrontato qualche anno prima in un volume da cui scaturiva la sua ammirazione per Massimo D’Azeglio nell’ottica di «‘una’ Nazione italiana fondata su ‘radici’ 22 A. Cernigliaro (cur.), Death of contract? La giurisprudenza come storia, Atti del Convegno internazionale di studi (Napoli, 29-30 ottobre 2013), Napoli 2017. 23 A. Cernigliaro, Avvocati napoletani e del Mezzogiorno continentale, Presentazione, in S. Borsacchi G.S. Pene Vidari (curr.), Avvocati che fecero l’Italia, Bologna 2011, pp. 596-597. 8 GIANFRANCO STANCO ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ HISTORIA ET IUS - 1 DECEMBER 2024 - DOI 10.32064/26.2024.24 www.historiaetius.eu - 26/2024 - paper 24 storiche»24. I rapporti tra Stato e Chiesa, peraltro, erano stati oggetto di approfondite analisi in diversi lavori, dall’età sveva fino al Settecento, dove aveva preso forma l’esame degli impedimenti che avevano «contribuito a ritardare il rafforzarsi della forma mentis unitaria e socialmente cooperativa, che invece, nel secolo XIII, era già radicata nei grandi Stati d’Europa»25. Cernigliaro fu colpito molto favorevolmente dalla recensione di Gian Savino Pene Vidari26, con il quale condivideva un lungo sodalizio umano e scientifico, che, per brevità dello scritto, ritengo di poter compendiare nella successiva collaborazione al volume curato dallo storico del diritto piemontese, avente per oggetto la stagione dei plebisciti del 1860 e il cammino, non irto di difficoltà, per il riconoscimento di un nuovo soggetto del diritto internazionale, il Regno d’Italia27. Nel risuonar gli echi dell’autonomia differenziata e dei suoi rischi, chiamato dallo scrivente a discutere sull’autodeterminazione del popolo italiano, Cernigliaro, in ultimo, era ritornato sui temi del Risorgimento: «La ‘demitizzazione’ del Risorgimento non è riuscita, a ben vedere, a scalfire affatto la grande positività della costruzione storica, cui proprio il Risorgimento nel nostro Paese ha messo capo, la costituzione dello Stato unitario moderno»28. Negli ultimi tempi egli appariva provato nel fisico, faceva i conti con perdite dolorose di diversi compagni di viaggio, ma dimostrava di poter contare ancora su uno spirito sereno e vivace, come quando, nel ricordare il suo amico Paolo Grossi, si approcciava al tema del ‘moderno’ nella prospettiva dello storico del diritto. Sembrava la chiusura del cerchio di un lungo viaggio, in una singolare temperie culturale, che lo riportava nel suo riferimento al titolo del saggio ai suoi primissimi studi giovanili su Baldo degli Ubaldi, sotto la guida di Guiscardo Moschetti. In realtà, l’argomento prescelto gli consentiva di mettere 24 A. Cernigliaro, Prefazione, in Id., Le radici. Rileggendo La politica e il diritto cristiano di Massimo D’Azeglio, in appendice la riproduzione anastatica dell’opera, Soveria Mannelli 2009, p. V. 25 Cfr. A. Cernigliaro, La costituzione ‘Praedecessorum nostrorum’: una chiave di lettura dei rapporti fra Stato e Chiesa, in «Frontiera d’Europa», X (2004), n. 1, pp. 17-58, «Frontiera d’Europa», XI (2005), n. 1, pp. 5-89; Id., La “polizia del Regno” per moderare la manomorta ecclesiastica, in «Archivio Storico per le Province Napoletane», CXXIV (2006), pp. 167-250. 26 G.S. Pene Vidari, A proposito di Le radici. Rileggendo “La politica e il diritto cristiano” di Massimo D’Azeglio di Aurelio Cernigliaro, in «Rivista di Storia del diritto italiano», LXXXII (2009), pp. 431-437. 27 A. Cernigliaro, La brochure parigina di Massimo d’Azeglio; Id. Il plebiscito del 1860 a Napoli e nelle province dell’Italia meridionale: “prova di senso civile e di affetto alla causa nazionale”, in G.S. Pene Vidari (cur.), I Plebisciti del 1860 e il governo sabaudo, Torino 2016, pp. 71-87; 271-331. 28 A. Cernigliaro, Le ragioni antinegazioniste della memoria risorgimentale, in G. Stanco (cur.), Le vie del costituzionalismo tra autodeterminazione e diritti dei popoli. Libertà, giustizia e amministrazione, Milano 2024, p. 22. 9 GIANFRANCO STANCO ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ HISTORIA ET IUS - 1 DECEMBER 2024 - DOI 10.32064/26.2024.24 www.historiaetius.eu - 26/2024 - paper 24 ulteriormente a punto una riflessione che era iniziata anni prima sulle chiavi interpretative relative alla storiografia giuridica italiana tra Otto e Novecento, con ricerche dedicate a Federico Ciccaglione e a Francesco Calasso29. Con quest’ultimo era stata recuperata «la chiave romaniana che si presentava di gran lunga la prospettiva più confacente alle nuove e più vive direttrici storiografiche». Grossi non solo aveva colto l’importanza di tale impostazione ordinamentale, «che avrebbe in misura decisamente significativa costituito in lui un Leitmotiv della ricerca, della riflessione e del messaggio storico»30, ma aveva schiuso le porte alle nuove generazioni di studiosi per una “nuova” proposta di lettura del diritto nella sua dimensione storica: «Le ‘colonne d’Ercole’ agli occhi di uno storico che riesce a cogliere i ‘segni dei tempi’ sono superate non nell’alveo di un continuismo giustificante una metodologia puramente esegetica, ma da uno scatto di qualità, da un’accelerazione creativa, da una ‘fantasia’ intensamente storica»31. Cernigliaro, insomma, dimostrava ancora di credere ai cerchi concentrici che si propagavano in ogni direzione, perché il suo intelletto si comportava come un corpo elastico. C’erano alcuni giuristi del cuore, come Marino Freccia, e molti altri giuristi e temi frequentati a più riprese in diverse sedi editoriali e opere di consultazione (enciclopedie e dizionari)32. C’erano, soprattutto, gli impegni 29 F. Ciccaglione, Tra scuola storica e storicismo, con una nota di lettura di A. Cernigliaro, Napoli 2009; A. Cernigliaro, Calasso, Francesco, in Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, Ottava appendice, G. Galasso - A. Prosperi (curr.), Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Storia e Politica, Roma 2013, pp. 685-690. 30 A. Cernigliaro, Sul ‘legno lieve’ di Baldo tra le rapide della modernità, in «Quaderni fiorentini», LII (2023), Il diritto come forma dell’esperienza. Per Paolo Grossi, t. I, p. 441. 31 Ivi, p. 456. Qualche anno prima, in riflessioni sempre in costante aggiornamento, egli così scriveva sulla cifra grossiana del “colloquio tra” giuristi di “diritto”: «Qui si parla, al contrario, di un “diritto” che vive sempre incandescente nella “fucina del fabbro”, che schizza scintille in tutte le direzioni e che tocca proprio a mani abili e competenti plasmare continuamente nella forma più congrua all’istanza sociale nella sua storicità». Cfr. A. Cernigliaro, La sfida di un perdurante dialogo tra giuristi alla ricerca d’identità, in «Quaderni fiorentini», CIV (2013), B. Sordi, (cur.), Storia e diritto. Esperienze a confronto, Atti dell’Incontro internazionale di studi in occasione dei 40 anni dei Quaderni fiorentini (Firenze, 18-19 ottobre 2012), p. 296. 32 Cfr., a titolo esemplificativo, A. Cernigliaro, Tra indiscrezione del governo e regola dell'arbitrio. Teoria e pratica del controllo nel Regno di Napoli, in L. Mannori (cur.), Comunità e poteri centrali negli antichi Stati italiani. Alle origini dei controlli amministrativi, Atti del Convegno (Napoli, 28-29 giugno 1996), Napoli 1997, pp. 277-313; Id., Freccia, Marino, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 50, Roma 1998, pp. 346-349; Id., Assise di Capua, in Enciclopedia fridericiana, vol. I, Roma 2005, pp. 116-121; Id., Madonne, ancelle, popolane del rinascimento meridionale in veste giuridica, in M. Santoro (cur.), La donna nel Rinascimento meridionale, Atti del Convegno internazionale (Roma, 11-13 novembre 2009), Pisa-Roma 2010, pp. 343-354; Id., Significar lo Stato, in L. Barletta G. Galasso (curr.), Lo Stato moderno e le sue rappresentazioni, Atti del Convegno di studi (San 10 GIANFRANCO STANCO ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶ ̶ ̶̶̶̶ HISTORIA ET IUS - 1 DECEMBER 2024 - DOI 10.32064/26.2024.24 www.historiaetius.eu - 26/2024 - paper 24 con la Fondazione Cini, di cui coordinava le Tavole rotonde su Il Meridione33, la Società Napoletana di Storia Patria, di cui era stato componente del Consiglio direttivo dal 2001 al 2015, il Centro Europeo di Studi Normanni, di cui era socio fondatore, nonché Presidente dal 2001 al 2009, la Scuola delle Scienze Umane e Sociali dell’Università di Napoli Federico II, di cui era stato nominato Presidente nel 2016, l’Associazione degli Storici del Diritto Medievale e Moderno e la Società Italiana di Storia del Diritto, di cui era stato Vicepresidente del Consiglio direttivo nel 2012-2013. Erano tanti i sodalizi scientifici in Italia e all’estero, condivisi generosamente con diverse generazioni di studiosi, fra questi quelli con Gaetano Cozzi e Gino Benzoni, con Giuseppe Galasso, Aurelio Musi, Giovanni Vitolo e Renata De Lorenzo, con Ortensio Zecchino ed Errico Cuozzo, con Lucio De Giovanni, Andrea Mazzucchi, Diego Quaglioni e Gerhard Dilcher. Si era fatto anche promotore con il Comune di Barano, nella sua Ischia, di un seguitissimo ciclo di conferenze strutturato su tematiche suggerite da libri o saggi, con appuntamenti mensili aperti alla cittadinanza come momento di approfondimento e stimolo alla lettura, dal titolo Librarsi tra Mare e Monte. A conferma dei suoi molteplici interessi e della grande luce dell’intelletto, sempre viva fino agli ultimi giorni, resta l’eco intera nell’animo della sua partecipazione agli ultimi due convegni: Una voce avant temps sulla libertà di pensiero. Nel V centenario della nascita di François Hotman, il “giurista storicista” (Ciclo di conferenze sul tema “Cultura e libertà. Il ruolo delle Accademie nella storia”, Accademia Pontaniana, Accademia di Scienze Morali e Politiche, Napoli, 10 ottobre 2024); “Defendere et antestare”. Una clausola negoziale di rito nel quadro della novità normanna (Journée d’étude, Les premières générations de la conquête ‒ 2: s’établir, Centro Europeo di Studi Normanni, Ariano Irpino, 18-19 ottobre 2024). Marino, 17-18 ottobre 2008), Città di San Marino 2011, pp. 17-48; Id., Tanucci, Bernardo, in Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, Ottava appendice, P. Cappellini - P. Costa - M. Fioravanti - B. Sordi (curr.), Il Contributo italiano alla storia del Pensiero. Diritto, Roma 2012, pp. 232-236; Id. Freccia (Frezza) Marino, in Dizionario Biografico dei Giuristi Italiani, vol. I, diretto da I. Birocchi - E. Cortese - A. Mattone - M.N. Miletti, Bologna 2013, pp. 905-908; Id., Prima feudistica e gerarchie sociali nel Regnum Siciliae, in G. Cirillo - M.A. Noto, Ragioni e stagioni della storia. Le «vie» della ricerca di Aurelio Musi, Soveria Mannelli 2020, pp. 189-196; Id., Conradin for ever? Il mito al vaglio della storia, in «Mediterranea - ricerche storiche», XX (2023), n. 58, pp. 397406; Id., Perché “domani” non sia “un giorno uguale a ieri”. Una riflessione storica sull’insanità mentale, in F. Mastroberti - F. De Rosa (curr.), Giustizia e potere tra antico e nuovo regime. Studi in memoria di Armando De Martino, Napoli 2024, pp. 85-104. 33 Cfr., a titolo esemplificativo, A. Cernigliaro (cur.), Il Meridione Per Gaetano Cozzi, in «Studi Veneziani», LII (2006), pp. 15-216. 11