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Il cinerario chiusino Paolozzi Il cd. Cinerario Paolozzi prende il nome dal collezionista Giovanni Paolozzi che lo ritrovò nell'aprile 1873 in una tomba a ziro, nel corso di scavi effettuati nella propria proprietà a Dolciano. Del corredo della tomba facevano parte anche vasellame d'impasto e bronzi. Nel 1907 alla morte del Paolozzi (che aveva precedentemente rifiutato di vendere l'ossuario) il monumento, unitamente ad altro materiale archeologico della sua collezione, passò al Museo Archeologico di Chiusi per legato testamentario. Si tratta di un'urna di impasto etrusca realizzata nel territorio di Chiusi nel periodo orientalizzante (intorno al 620 a.C.). Il vaso (alt. cm 89), rastremato verso il basso e con spalla larga e carenata,è stato realizzato al tornio, mentre le parti plastiche sono stare eseguite a mano libera e poi applicate sul vaso stesso. Il cinerario è decorato con figura della defunta eroizzata (o di una divinità) circondata da otto figurine di piccole dimensioni anch'esse femminili di piangenti (quattro sulla spalla e quattro sul coperchio) e quattro grifoni con il becco spalancato sulla spalla e sul collo. La grande statuina collocata al centro dell'ossuario indossa veste quadrettata, porta la mano sinistra al seno, con il pollice alzato, mentre la destra, lacunosa, era protesa. Sul corpo del vaso è dipinta una decorazione floreale. L'urna è stata restaurata nel 2000 ed in tale occasione dal vaso sono state eliminate alcune falsificazioni poste in essere nel tempo e delle parti non pertinenti (piedi e parti delle vesti), aggiunte al cinerario, che appartenevano ad altre urne dello stesso tipo (probabili restauri ottocenteschi). L'ossuario fa parte della tipologia di cinerari chiusini (di cui conosciamo pochi altri esemplari) sormontati da una statuetta stante di terracotta e con figurine applicate riguardanti scenari di rituali funerari. Nella tipologia in argomento rientra anche il cd Cinerario Gualandi che fu rinvenuto in località Romitorio. Anche questo aveva grande figura stante femminile in posizione centrale con veste quadrettata ma con la mano sinistra appoggiata sul mento nonché figure più piccole di piangenti alternate a grifoni con il becco spalancato. L'ossuario nella notte del 28 aprile 1971 fu trafugato dal Museo di Chiusi unitamente ad altri importanti reperti etruschi. La refurtiva negli anni successivi fu in parte recuperata ma del cinerario, di cui vi sono solo poche immagini, non se ne è più avuta notizia.
Medioevo E Rinascimento Annuario Del Dipartimento Di Studi Sul Medioevo E Il Rinascimento Dell Universita Di Firenze, 2006
In occasione del lungo lavoro di restauro della Porta del Paradiso 1 , compiuto presso il laboratorio dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sono stati scoperti numerosi punzoni impressi sulla parte posteriore dell'anta di destra 2. Sono state contate complessivamente quaranta figure tra le più varie, la maggior parte delle quali sono distribuite sul telaio, particolarmente nella parte centrale ed alta; sei punzoni sono stati rilevati sulle zone retrostanti le formelle (cfr. schemi 1 e 2). Non si tratta di punzoni di garanzia, benché questi fossero imposti dalle Arti anche su metalli non nobili, come vediamo talvolta su oggetti di ottone o di acciaio, documentati, questi ultimi, in un prezioso reper-* Gli schemi 1-2 e le foto nr. 1-5, 10-13, 16-18, 20, 21, 23, 24 mi sono stati concessi per la pubblicazione dall'Archivio dell'Opificio delle Pietre Dure (= O.P.D.) di Firenze. 1 Per le notizie e i documenti della Porta del Paradiso si fa riferimento a K. KRAUTHEI-MER, Lorenzo Ghiberti, Princeton 1956. 2 Desidero ringraziare, innanzi tutto, Elisabetta Nardinocchi, che mi ha segnalato i marchi e mi ha "ceduto" il loro studio con la consueta generosità. Desidero poi ringraziare caldamente Annamaria Giusti, direttrice del Museo dell'Opificio delle Pietre Dure e dei restauri della Porta, che non solo mi ha permesso di studiare i punzoni, ma mi ha anche fornito il materiale fotografico e i rilievi grafici realizzati da Annalena Brini e dagli architetti Lorenzo Sanna e Ettore Ursini; un grazie sentito anche alle restauratrici Stefania Agnoletti e Lodovica Niccolai, che mi hanno accompagnato nella ricognizione sulla porta. Le prime conclusioni relativamente all'identificazione dei punzoni sono state riferite in occasione del workshop, reso possibile dal fondamentale contributo della Andrew Mellon Foundation e organizzato dall'Opificio delle Pietre Dure, dal High Museum of Art e dal Metropolitan Museum of Art, che si è svolto a Firenze il 2 e il 3 Febbraio 2006.
Incontri. La Sicilia e l'altrove, 2018
Studi pasoliniani, 2018
Questo studio intende analizzare le modalità e i contenuti della riflessione critico-teorica di Andrea Zanzotto su Pier Paolo Pasolini. Prendendo in considerazione il caso di uno dei maggiori poeti del Novecento che rilegge, attraverso una prosa critica di ascendenza e densità poetica, un altro grande poeta della sua generazione, questo scritto si propone di ridefinire uno dei più trascurati rapporti ermeneutici (e umani) nell’ambito degli studi pasoliniani. Superando la schematizzazione che vede Zanzotto impegnato nella scrittura su Pasolini solo in morte, si è in questa sede cercato di mostrare come il poeta trevigiano si confronti in realtà già precocemente con la riflessione e l’attività pasoliniana. La tempestiva ricettività alle proposte del poeta bolognese è infatti il primo stadio – in cui tuttavia sono già visibili in nuce i successivi esiti – di un processo che porterà Zanzotto, subito dopo la morte di Pasolini, alla istantanea mitizzazione e al « piccolo culto » dell’amico, nonché alla stesura dei grandi saggi a lui dedicati.
DOAJ (DOAJ: Directory of Open Access Journals), 2013
<div> <p>This short essai is about the creation of «Nerina», one of the most celebrated statues by the neoclassic sculptor Cincinnato Baruzzi, a pupil of Antonio Canova. The maquette of this sculpture is depicted by the famous Russian portraitist Karl Brjullov in the background of his «Portrait of Cincinnato Baruzzi», as a sort of memory of one of his latest and more promising artworks. The statue, made for count Carlo Bertalazzone D'Arache of Turin, is at present dispersed and only documented by descriptions and drawings. As many of Baruzzi's works, it was inspired by a poem, this time by his contemporary Francesco Gianni.</p> </div>
2016
Segnalazione di ritrovamenti di materiali attribuibili all'età del Ferro effettuati durante sopralluoghi ispettivi presso la collina denominata "Castellaro di Verezzi" (comune di Borgio Verezzi - SV). Pubblicato in NOTIZIARIO DI PREISTORIA E PROTOSTORIA - 3.I Italia settentrionale e peninsulare. ISTITUTO ITALIANO DI PREISTORIA E PROTOSTORIA 2016, ISSN 2384-8758, pp. 5-6.
Tre mesi durò il «Supplemento del giovedì» di «Lo svegliarino -giornale democratico», lo spazio di un autunno (ottobre-dicembre 1896) 1 , la stagione pressoché costantemente invocata nei versi che qui comparvero. Fu l'unica esperienza direttoriale di Ceccardo 2 . Le sue quattro pagine hanno un'articolazione abbastanza consueta nelle coeve riviste, distinta in rubriche di notizie (Politica; Varietà), testi (Letteratura), recensioni, avvisi locali carraresi e pubblicità. Le poesie in genere sono riquadrate e centrate sulla pagina, qui ulteriormente personalizzate dal diversificato impiego -per i versi -di stili tipografici. L'impostazione -come d'uso -non è militante o ideologica, ma antologica. L'editoriale Uscendo (n. 1) è molto chiaro e subito ammonisce «Non programmi». Precisa subito dopo:
Cristiano LORENZI, Un volgarizzamento inedito della "Consolatio ad Polybium" (ms. Laurenziano Plut. 76.61), in BOVI 17 (2012), pp. 219-41
Bollettino dell 'Opera del Vocabolario Italiano, XVII, 2012 Cristiano Lorenzi Un volgarizzamento inedito della Consolatio ad Polybium (ms. Laurenziano Plut. 76.61) * mente e poco perspicuamente, «tu, per certo, eri degnissimo, il quale niente ti dolesse del fratello indegnio»; mentre a 4.1 il latino Proinde parcamus lacrimis nihil proficientibus; facilius enim nos illis dolor iste adiciet quam illos nobis reducet è reso con «Perdoniamo addunque alle lagrime niente pro faccenti, imperò che più facilmente questo dolore non a quelle adgiugnerà che esso non riducerà coloro a noi», in cui si notano due incomprensioni lessicali che rendono pressoché privo di senso il passo: il verbo parco + dativo viene inteso non con il corretto valore di 'astenersi da', ma con quello di 'risparmiare, aver riguardo per' (dunque 'perdonare'); inoltre non è colto il significato particolare di adicio ('gettare'), contrapposto a reduco (e di conseguenza illis non è riferito ai cari estinti, ma alle lacrime) 4 .
welfare pubblico e solidarietà familiare, 2013
Qµal è il rapporto tra i doveri di solidarietà familiare (non solo tra i membri del nucleo familiare ma anche tra i soggetti appartenenti alla più vasta cerchia parentale) cd il sistema del welfare pubblico? Nel rispondere a questo interrogativo-reso particolarmente pungente in un tempo di crisi e dunque di scarse risorse-gli autori di questo volume vanno ben al di là dell'astratto ossequio al principio di sussidiarietà, sezionando e ricomponendo il fascio complesso dei rapporti giuridici inevitabilmente suscitati dalla condizione di bisogno della persona nelle diverse prospettive del civilista e del giuspubblicista. Ne consegue l' esegesi attenta delle norme, l'attenzione alla maggiore o minore efficacia dell'azione amministrativa, l'invito alle necessarie riforme legislative, valutate anche alla luce della comparazione con esperienze straniere; cd infine la ricognizione della giurisprudenza, la quale certamente nei mesi-forse negli anni-a venire saprà trarre dalle recenti indicazioni della Corte costituzionale (si veda, in particolare, la sentenza n. 296 del 19 dicembre 2012) un orientamento reso particolarmente necessario dalla contraddittorietà delle norme. Il volume si offre come strumento di informazione e di orientamento per gli operatori del we!fnre locale, per i giuristi e per gli awocati chiamati a tutelare gli interessi dei cittadini e delle amministrazioni. Gli autori sottopongono all'attenzione del lettore un itinerario di ricerca scientifica tutt'altro che concluso, nella convinzione che per verificare ipotesi e fare proposte occorre raccogliere e co mporre tra loro dati cd esperienze molteplici. P.1010 :\lorozzo dd~ Rocc.i e ordmano d1 Dintto pmato ncll'lfru,·crsiru dq;li 'in•d1 d, l rluno Leonardo Lcnu è animano di Dmno pm ,Ilo ndl'l 111\ ,~11:1 Jrgli 'i111d1 J1 I anno G1u~pc l\1:i.nfrcdi e ,tuordmano di IJmrto .1nunin1strarn o ncll't: "" cn11>1 C 11t ,Lea del ~ <:rn Cuore,, ,cde d, Puccnza LnCJ:lllo OL,-cro e nc-ercalorc d, Omtto pm ,uo ncU'l OI\ crnril dcgL 't1Ud1 d, I onno Frolllctsca 5ruJmi tdoccnrc d, O umo tnhut.lno e " cgius1;1d1 nccrw ncU l 111\CrT•fll dci;h ~tudt J, Url>mo
pubblicazione è un mio studio sulla contea di Conversano e sulle famiglie che l'hanno posseduta dalla metà dell'anno Mille, fino al 1806 e successivamente, solo nominalmente. 2 C. Massa, 1903. Bari nel secolo XVII. Stab.Tip. Avellino, Bari.
Tạp chí Nghiên cứu dân tộc, 2020
Mélanges de la Casa de Velázquez. Nouvelle série, 2005
Keterampilan Berbahasa membaca, 2019
Humanistica: Revista de estudios criticos y literarios, 2024
Contemporary European History, 2004
Belleten, 2021
En: José Ramón Sarmiento Guede y Fernando Vilches Vivancos (eds.), Filología, comunicación y otros estudios. Liber amicorum en homenaje a Ramón Sarmiento González, Madrid, Dykinson, 2017, pp. 111-122, 2017
Il diritto delle Societa, 2022
Estudios de Historia Novohispana, 2024
Pesquisa Agropecuária Tropical, 2018
Bulletin of the American …, 2011
Academic Journal of Interdisciplinary Studies, 2013
Foot & Ankle International, 2018
Folklore Latinoamericano - Tradiciones del Folklore del Noroeste Andino I, 2024
Treatise Online, 2012