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2015, Corriere delle Migrazioni, settimanale online, 12 Aprile 2015 (direttore resp. Stefania Ragusa)
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Il Parlamento italiano, finalmente, discute una legge che introduce il reato di tortura. Ma intanto, in nome del «contrasto all’immigrazione clandestina», si fanno accordi con paesi che utilizzano sistematicamente torture e trattamenti inumani e degradanti. Come la mettiamo?
Diritto Pubblico Comparato Ed Europeo, 2015
Revista da Faculdade de Direito da UFMG
This paper comes as a result of a study and research activity aimed to analyse the new crime of torture, introduced in Italy by the Law 14 July 2017 n. 110, which filled a legislative void prolonged for almost thirty years. As this new crime is controversial, this paper tries to examine each element of the crime of torture and instigation to commit torture, for verifying its practical adequacy and, therefore, reaching a solid interpretation of the rules without preconceptions.
Società e trasformazioni sociali, 2019
This work addresses torture with the ambition to strengthen a properly sociological approach to it by bringing to the fore the social history of the tortured, also through the fundamental contribution of the political economy. This category is not utilised in an abstract way, it is brought into the picture through the social history of the bodies of those tortured. These bodies are not considered mere biological bodies subjugated by ‘power’, but rather bodies with a voice, bodies capable of revealing their social standing. Placing the bodies’ class at the centre of the analysis allows us to fully grasp the sociological substance of torture, to understand the underlying reasons for its historical persistence and constant diffusion. The book explores torture in a threefold way: firstly by analysing the image of torture as an effective hermeneutic tool of late modernity; secondly by adopting a historical perspective to identify structural elements and metamorphoses; thirdly by examinin...
Link è una collana di studi politologici che si propone di ospitare contributi sui temi di maggior interesse della Scienza politica e delle Relazioni internazionali. Ha ispirato questa iniziativa editoriale la consapevolezza che, in un mondo in cui lo spazio politico va riconfigurandosi abbattendo il confine tra interno ed esterno, appare sempre più necessario studiare i fenomeni politici ponendo particolare attenzione al nesso tra la dimensione interna e quella internazionale della politica. Articolandosi in tre sezioni ("Saggi monografici", "Ricerche empiriche" e "Strumenti per la didattica"), la collana intende rispondere, con il massimo del rigore scientifico, alle esigenze di studenti, ricercatori e "addetti ai lavori", ma anche di quanti, non specialisti, siano interessati a conoscere e comprendere meglio le complesse dinamiche, domestiche e internazionali, della politica contemporanea.
Cadernos de pós-graduação em direito - PPGDir./UFRGS, 2018
La maggior parte dei paesi si trova, oggi, legata ai trattati internazionali che impongono dei limiti o impediscono l’uso della pena di morte. Tuttavia, esistono paesi che applicano spesso la pena di morte e, in alcuni casi, attraverso pene obbligatorie. In questo lavoro investighiamo le ragioni che portano i paesi a conservare, come obbligatoria, la pena di morte nella legge. Abbiamo individuato, dapprima, 18 paesi che hanno la pena di morte obbligatoria per, almeno, un reato. I risultati del quasi-sperimento qui svolto (considerando 178 paesi) indicano che il fattore “fragilità dei diritti umani” risponde per il 13,0% (quale variabile indipendente) delle ragioni che portano il paese ad adottare la pena di morte obbligatoria nella legge. Se consideriamo un ritaglio più grande, includendo l’istaurazione della pena di morte in 58 paesi e anche la copertura dei reati, la fragilità dello Stato può spiegare quale variabile indipendente 1/3 di questa situazione distribuzione.
Draft of a paper for the SPECTO2018 conference ( https://specto2018.uvt.ro/ ) in Italian language with this English abstract, at the moment, following soon the English one: Italy has not suffered terrorist attacks like those that occurred in many other European realities, but it is also one of the few countries still lacking a national strategy to prevent and counter violent radicalization (P/CVE): those policies and programmes structured with the support of local authorities and civil society that goes beyond a strictly security perspective in facing with terrorism and extremism challenges. Is this a paradox? The article initially and briefly describes the characteristics of the counter-terrorism policy and the Italian context of radicalization phenomena to argue how Italy is in an anomalous situation but also privileged in the European scenario thanks to its past experiences of terrorism over the XX century. Faced with the limited risks that have arisen to date, the Authors propose a reflection on the medium and long-term prospects that would lead the country to the optimal situation of activating policies and programs for the prevention of radicalization without the status of emergency with which they were conducted in others European states. The Authors, analyzing the activities of the European FAIR project and the piloting activities carried out until now by awareness, training and prevention in Italian prison system, identify the main critical issues. Finally they suggest some reccomandations of intervention, starting from the multi-agency approach that creates a bridge of fruitful collaboration among national and local level, law enforcement and civil society.
Sapere l’Europa, sapere d’Europa
As an extreme form of social relationship of submission, torture is still an ongoing and widespread practice; this is also due to several processes typical of the neo-liberal era, starting from the policies aimed at the security armoring of society. This volume investigates torture against immigrants, focusing on the situation in different countries and on aspects related to health, highlighting the link with the worsening conditions of migration and the war on migrants.
I fenomeni d'immigrazione tendono ad essere letti come stati d'eccezione, di cui vanno narrati i momenti più eclatanti e i cui unici protagonisti sono esclusivamente i migranti stessi; lungi dal voler negare l'importanza di una simile attenzione su chi si mette in movimento, ritengo però necessario mettere in luce le reazioni da parte degli abitanti dei territori dove i migranti arrivano. Lasciare questa riflessione nelle mani di agende politiche che cercano di cristallizzare il discorso sui temi della difesa identitaria sembra infatti rischioso. Per queste ragioni ritengo sia invece fondamentale riappropriarsi di queste narrazioni, decostruirle e proporne di nuove. Presenterò quindi i risultati di una ricerca etnografica compiuta all'interno del III municipio di Roma, dove ho lavorato sull'utilizzo dei social network, cercando di vedere in che modalità si sviluppassero all'interno di questi habitat discorsi riguardanti il territorio e la sua gestione. Buona parte di questi discorsi convergono infatti in maniera conflittuale sulla figura dello straniero, la cui rappresentazione avviene attraverso una pedissequa narrazione degli effetti provocati dal suo arrivo. Attorno a questi resoconti si formano discussioni che pongono nuovi confini su come sia l'Altro, costruendo due principali stereotipi: l'Altro come colpevole del degrado urbano o l'altro come disposto a integrarsi sacrificandosi per il "nostro" territorio. Osservare questa dinamica risulta fondamentale per instaurare con gli abitanti una decostruzione condivisa di questi stereotipi e una costruzione di nuovi modelli di convivenza.
2013
l'utilizzo dei fondi FARB anno 2009 per la ricerca scientifica dipartimentale dal titolo "La gestione dei flussi migratori tra esigenze di ordine pubblico, sicurezza interna ed integrazione europea". Segretaria di redazione: Dott. Daniela Fanciullo Proprietà letteraria riservata Tutti i diritti (traduzione, adattamento) sono riservati per tutti i Paesi. La riproduzione, anche parziale, e con qualsiasi mezzo (compresi microfilm e fotostatiche) è vietata. SOMMARIO: 1. Introduzione. -2. Taluni aspetti della legislazione italiana in materia di emigrazione e "migranti clandestini". -3. Migrazioni e terrorismo nella Comunità internazionale. -3.1. Libertà, sicurezza e sovranità. -3.2. Di taluni obblighi degli stati in rapporto al fenomeno delle migrazioni. -4. Di talune asimmetrie normative. -4.1. "Bilanciamento" e solidarietà umana: i "valori in gioco". -4.2. "Bilanciamento" e diritto internazionale: diritto a lasciare il proprio stato e obbligo di accoglienza. -4.3. Un possibile "bilanciamento" per la Costituzione italiana. -5. Migrazione e terrorismo, l'inesistenza della relazione: i combattenti. -6. Sulla natura del fenomeno terroristico dal punto di vista del diritto interno e del diritto internazionale. -6.1. Un'ipotesi di definizione della fattispecie "terrorismo". -7. Stranieri, migranti, terroristi. -7.1. Il diritto penale del nemico e le migrazioni. -8. Conclusione.
Vesper. Journal of Architecture, Arts & Theory, 2021
"NAM - Nuova Antologia Militare. Rivista Interdisciplinare della Società Italiana di Storia Militare", 2024
International Conference «Mens et membra». Models of Psychophysiology between Aristotelianism and Abrahamitic Religions | Università di Milano | 8-9 February 2024, 2024
FEATURES OF THE COLONIAL POLITICAL ECONOMY IN EAST AFRICA, 2022
Revista Pensamento & Realidade, 2019
Caesaraugusta, 1989
IV Congreso de Arqueología y Patrimonio de Aragón, 2021
IEEE Transactions on Appiled Superconductivity, 2003
The American Journal of Tropical Medicine and Hygiene, 2003
Medical Hypotheses, 2018
International Journal of Thermophysics, 1997
Biomedical Science and Engineering, 2021
Proceedings of the Water Environment Federation, 2010