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Prolepsis Research Network is happy to invite you to the next appointment of our online series of seminars “L’editore di testi greci e latini al lavoro”. Starting from some case studies, this series of seminars aims to broadly reflect on methodologies, approaches, and tools that classical philologists put into practical use in their daily work. For the third meeting of this series we will host Prof. Stefano Martinelli Tempesta, Prof. Massimo Pinto, and Prof. Daniela Colomo, who will introduce us to their collaborative work on Isocrates. Their lecture "Il corpus isocrateo fra storia del testo ed edizione critica" will take place on Thursday 8th February 2024, 4 pm CEST. All are welcome! Please note that the working language of this event will be primarily, but not exclusively Italian. To receive the link of this event, please send an email to [email protected].
The book is about the manuscript tradition of Isocrates' Antidosis. It also deals with the large self-quotations included in the speech and with the problem of "republication" in 4th century BC Athens.
Aen. IV 23 E partiamo dal frontespizio del volumone di Carla Molinari, oggi oggetto di presentazione al pubblico eletto del Seminario di Filologia «Giuliano Tanturli»: GIOVAN BATTISTA GIRALDI CINTHIO, Canti dell'Hercole (Classe I 406 della BCAFe), edizione critica a cura di CARLA MOLINARI 1 .
Textual Philology Facing Liquid Modernity: Identifying Objects, Evaluating Methods, Exploiting Media, 2019
The traditional output of philological work aiming at the constitutio textus is the print critical edition with apparatus footnotes showing select variant readings. The digital scholarly edition, instead, is not constrained by the space limits of the printed page, so it can encode and visualize synoptically many versions of a text, as found in different textual witnesses. This opportunity has often been exploited by New Philology editions, in which textual versions are juxtaposed without any attempt to reconstruct an "original" text. However, the digital critical edition can constitute a "third way" between constitutio textus and New Philology: the digital editor can provide different versions of a text from individual witnesses and add a further version, the editor's own textus constitutus, thus putting Giorgio Pasquali's "critica del testo" in the framework of the "storia della tradizione".
Hel. 34.1 aj ei; dediov ta G 5sl DE Q L PN Salm (dedoiov ta Salm)] dediov ta (om. aj ei; ) G ac Plat. 14.2 a] n qa' tton h] GDE Q] a] n e[ latton L ac : e[ latton a] n N ac : e[ latton a] n h] PN 1sl : ouj k a] n e[ latton h] L 2 in mg. et s.l. Plat. 16.3 aj polwlev kasin D 1pc E Q L PN, sign. G 3 ] aj podwdev kasin GD ac
Tra gli inestimabili tesori appartenuti alla biblioteca di Federico da Montefeltro e oggi conservati nel fondo Urbinate della Biblioteca Apostolica Vaticana, un posto di eccezionale rilievo spetta naturalmente al più antico codice medievale di Isocrate, l'Urb. gr. 111 (G G), della fine del IX secolo 1 . A questo prezioso testimone, capostipite dell'intera prima famiglia della tradizione manoscritta isocratea 2 , è dedicato nel presente volume il contributo di Stefano Martinelli Tempesta 3 . L'Urb. gr. 111, tuttavia, non fu il solo Isocrate posseduto da Federico. Alla sua collezione, infatti, apparteneva anche il quattrocentesco Urb. gr. 112 (Urb.112) 4 , attribuito già alla fine dell'Ottocento alla mano di Giovanni Scutariota 5 .
… M. Ornaghi (a c. di), …, 2007
Alcune vicende del testo isocrateo nel Cinquecento: Michele Sofianòs e Piero Vettori / Stefano, Martinelli Tempesta. - (Quaderni di Acme ; 89). - In: Vestigia antiquitatis : atti dei seminari del Dipartimento di scienze dell'antichità dell'Università degli studi di Milano, 2003-2005) ...
La scrittura ha giocato un ruolo importantissimo nel momento dell'alfabetizzazione delle culture, cioè del passaggio da una cultura orale ad una cultura fondata sulla parola scritta e sulle capacità di leggere e scrivere. Anzitutto occorre ricordare che presso i Germani fu in uso una tecnica di scrittura di origine discussa chiamata runica dal nome dei segni utilizzati, le rune. La scrittura runica condivide con le scritture tradizionali la tecnica di applicare un simbolo a forma di lettera ad ogni suono, ma si differenza da esse per il diverso ordine dei simboli e perchè ogni simbolo grafico identifica al tempo stesso un suono specifico e uno specifico referente esterno. Ad esempio il simbolo runico per la fricativa labiodentale è denominato feoh, cioè 'ricchezza'. Dalle sue prime manifestazioni la scrittura runica presenta forme diversificate a seconda che sia stata utilizzata in area continentale, settentrionale o insulare. Proprio in quest'ultima area si nota la tendenza ad adattare la scrittura ai suoni della lingua e soprattutto ad ampliare l'alfabeto runico con l'aggiunta di nuove rune alle 24 iniziali. Invece in Scandinavia si verifica la tendenza opposta, cioè a semplificare la scrittura runica con l'utilizzo di solo 16 simboli runici. Questa scrittura fu adoperata per iscrizioni, di norma brevissime, su pietra o altri materiali: armi, ornamenti, amuleti, ecc. Sebbene le rune abbiano resistito per lungo tempo alla forza espansionistica dell'alfabeto latino, è certo che esse non ebbero mai alcuna funzione nella trasmissione della tradizione letteraria. La realtà è che questa scrittura non fu mai adatta ad essere diffusa a causa delle sue difficoltà tecniche, che la resero legata ad un ceto sociale ristretto e specializzato. Le fonti storiche che attestano l'esistenza delle rune le collegano esclusivamente ad attività magiche e oracolari, per la cui decifrazione occorreva l'intervento di un mediatore. Lo stesso termine 'runa', che in tutte le lingue germaniche conserva il concetto di 'segreto/mistero', potrebbe alludere non tanto alla natura magica, quanto piuttosto al loro carattere di 'mezzo di comunicazione silenziosa' riservato, a differenza della parola, ad un piccolo gruppo di letterati. Comunque, il suo impiego fondamentale doveva essere quello di fare da supporto alla memoria in un mondo dove la comunicazione orale era l'unico mezzo di apprendimento, quindi la memoria era l'unico mezzo di conservazione delle tradizioni culturali.
Si fornisce di seguito una breve spiegazione dei termini tecnici, o usati in accezione specifica, che sono contrassegnati da un asterisco (*) nel corso della trattazione principale ; funzionali ai temi sviluppati nei vari capitoli, le voci seguenti includono anche un minimo orientamento bibliografico, come al solito limitato alle pubblicazioni più recenti.
Leggere la Sardegna tra filologia e critica, a c. di G. Piroddi, Filologia della letteratura degli italiani/Edes, Sassari, 2017
Sa Vitta et sa Morte, et Passione de sanctu Gavinu, Prothu et Januariu è il più antico testo letterario in lingua sarda fino a oggi conosciuto. Prima di quest’opera ci resta una produzione prevalentemente modellatasi attraverso una codificazione riferita vuoi al registro cancelleresco vuoi a tipologie testuali di taglio legislativo e cronistico. La presenza di nuclei di narratività, diacronicità, drammatizzazione scenica e dialogica, all’interno di tessuti linguistici costruiti con finalità eteronome rispetto a quelle estetiche, non consente, dunque, di parlare di testi letterari autosufficienti prima di Sa Vitta. Il poemetto, di argomento agiografico, è stato trasmesso attraverso un’edizione a stampa del 1557 conservata in esemplare unico, adespoto, nella sezione sarda della Biblioteca dell’Università di Cagliari. Nel 1912 Max Leopold Wagner pubblicò un’edizione diplomatica del poemetto. Pur con alcune letture dubbie, in parte corrette da Alziator (che, nel 1976, ne curò un’edizione diplomatico-interpretativa), quella del glottologo tedesco rimane senza dubbio un’opera significativa per il suo carattere pionieristico. Alziator, invece, intese procurare un’edizione che potesse circolare presso un pubblico più ampio, non solo di studiosi. Tenendo conto dei progressi avvenuti negli studi, egli compì una rassegna delle principali questioni che riguardano il testo: l’attribuzione, il luogo di edizione e le caratteristiche della stampa, le fonti del poema e soprattutto i caratteri mitizzanti della leggenda relativi ai martiri, la struttura antropologica posta alla base dei martirologi e il collegamento con situazioni analoghe in martirologi sardi e non sardi. Inoltre, pubblicò in appendice, la Passio tramandata dall’incunabolo veneziano. Nel 2002 è uscita un’edizione, corredata di note filologico-linguistiche e di commento, per il Centro di Studi filologici sardi. Trattandosi di un testimone unico l’edizione è conservativa e si rifà più strettamente alla cinquecentina, salvo l'aggiunta dei segni diacritici e dell'interpunzione, lo scioglimento dei nessi e qualche indispensabile emendazione. Una questione riguardante la fissazione del testo (successivamente risolta in sede di emendatio ope ingenii), si è posta in relazione a uno scorretto svolgimento narrativo. Alla luce dei nuovi studi e nella prospettiva di una nuova edizione, dunque, riproponiamo in questa sede una ricognizione critica sulle principali questioni che riguardano il poemetto: l'attribuzione, il luogo di edizione e le caratteristiche della stampa, la ricezione del testo, la contestualizzazione, le fonti del poema e i caratteri mitizzanti della leggenda relativi ai martiri, la proposta di riordino a partire dall'emendatio congetturale di Raffa Garzia, e, soprattutto, grazie alla presenza di un glossario, il tessuto linguistico e il contingente lessicale dell'opera.
«Philomusica on-line», IX/2 – Sezione II –, 2010
At the age of twenty Felix Mendelssohn directed the first complete Matthäuspassion’s performance after the composer death, and he followed the contemporary use of reorchestrating and adapting the score to the audience listening habit, without too much scruples. He changed the instrumentation, and he added phrasing prescriptions, dynamics – including the use of crescendo and diminuendo –, and tempo marking. Gaspare Spontini – the Berlin court General Musikdirektor – made the same just one year ago when he directed a partial performance of B Minor Mass Credo. This one was the normal performance practice of the Berlin Singakademie under the direction of Friedrich Zelter, the Mendelssohn’s composition teacher; and was the normal performance practice all Germany around. Mendelssohn arranged for the Singakademie performances even Händel’s works, with the same criteria, that was not too far from the Mozart arranging criteria to Händel Messiah, for example. Nevertheless Mendelssohn changed attitude in few years and tried to reconstruct the musical works of the past as they was in origin, to edit them scientifically and, maybe, to repropose them with the original performance practice. The purpose of this paper is to reconstruct the evolution of Mendelssohn’s approach to musical edition, together with his orientation into old music performance as conductor. First I’ll try to analyze his reworking of Händel Acis und Galathea HWV (49) in 1829, a task committed by the Singakademie before the Matthäuspassion’s revival. Then I’ll consider the oratorio Israel in Egypt HWV 54 performance by the fifteenth Lower Rhine Music Festival in 1833, and, principally, its edition for the London Handel Society, printed in 1845-46 by Cramer & Beale. In this edition Mendelssohn followed a more modern philological method, that he clearly explained in the Preface. He wrote: «I think it [is] my first duty, to lay before the Society the Score as Handel wrote it, without introducing the least alteration, and without mixing up any remarks or notes with those of Handel»; he continues with some argumentations about the Händel’s extemporaneous additions during performance, and about the resulting tradition, and writing: «it becomes my second duty to offer an opinion in all such cases; but I think it [is] of paramount importance that all my remarks should be kept strictly separate from the Original Score, and that the latter should be given in its entire purity». This is, more or less, the modern Urtext method.
Academia Biology, 2023
Ideology and Politics Journal / Topos, 2018
“The Discipline of Emotions between Introspection and Performance: Practices and Narratives of Control in Toraja (Indonesia)”, 2005
CLIO – Arqueológica, 1998
Diplomatics in the Eastern Mediterranean 1000-1500, 2008
… Digest (MTT), 2011 …, 2011
Current Journal of Applied Science and Technology
Fundamentos teóricos para la formación de profesionistas en educación, 2022
Gestion Sociedad, 2012
Plant Physiology, 1991
Gaceta Universidad de Quintana Roo, 2000
Acta agraria Debreceniensis, 2012
Scandinavian Journal of Psychology, 2000
Separation and Purification Technology
Translational Behavioral Medicine, 2019