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27/08/07

LO or not LO

L'articolo che segue l'ho copiato e incollato qui dal mio spartanissimo e sperimentale blog personale su wordpress (CMS che adoro e che sto cercando di conoscere come si deve! Ma ci vuole tempo eh, per fare le cose per bene.....e io sono autodidatta in questo campo!).

Ho deciso di fare questa operazione perchè ritengo il contenuto adeguato ai temi di questo blog e perchè nell'altro rimaneva scarsamente visibile.

L'articolo è mio "own" of course!

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Puntualizzo, per quanti non lo sapessero, che LO sta per Learning Object, letteralmente oggetti per l’apprendimento o per apprendere. Ma cosa sono di preciso questi oscuri oggetti del desiderio? In realtà, questi oggetti non sono poi così oscuri perché il tema dei LO è già da tempo al centro di un ampio dibattito in ambito e-learning.

In ambito scolastico, però, non sono noti ai più. Proprio pochi giorni addietro un mio collega mi ha posto due domande:

1. “ Ma cosa sono questi LO?”
2. “Servono veramente?”

La seconda domanda era conseguente al mio tentativo di spiegargli in cosa consiste un LO. Spiegare solo a parole non è però semplice, per cui gli ho fatto vedere un esempio concreto, il cui storyboard è stato redatto dalla sottoscritta per GARAMOND. Gli ho indicato anche alcuni link per documentarsi in proposito, tra cui uno relativo a due miei articoli sul Progetto apprendere Digitale, pubblicati su Scuola e Didattica, Editrice La Scuola- Brescia, rivista con cui collaboro.

Ebbene, il collega si è documentato, ha studiato, ma mi ha riproposto la stessa domanda:

“Servono veramente questi LO?”

La domanda, molto diretta, supera gli aspetti tecnici legati a LOM, SCORM e affini e a questioni come struttura dei LO, reperibilità, granularità e riusabilità, ma è centrata sulla questione della loro validità in ambito didattico.

Per quanto mi riguarda, ho prodotto l’anno scorso per Garamond all’incirca 50 storyboard per altrettanti LO, implementati da uno staff di tecnici (lo storyboard costituisce il progetto sotteso alla realizzazione tecnica di un LO, completo di indicazioni relative a contenuti teorici e multimediali); ho realizzato con l’editor di Garamond, Assist, un LO completo, nell’ambito del percorso “Progettisti e-learning”, all’interno del Master UniTuscia – Garamond, che è terminato a giugno 2007, ma alla fine mi rendo conto di non essere riuscita a dare al mio collega una risposta del tutto convincente.

Forse perché, in realtà, questa risposta non ce l’ho. Sia chiaro non voglio con queste affermazioni demolire un lavoro di tanti, ma credo non sia realistico dare una decisa risposta circa l’efficacia di tali oggetti nel campo dell’apprendimento, senza prima aver condotto una seria sperimentazione in proposito.

Non è facile dire se i LO siano realmente in grado di facilitare il percorso formativo di chi apprende. Indubbiamente i sistemi di Learning Object presentano caratteristiche interessanti per gli aspetti relativi al potenziamento delle esperienze di auto-apprendimento e per lo sviluppo del concetto di metacognizione. Nel contesto americano, c’è la convinzione che i LO abbiano indiscutibili vantaggi per l’apprendente e i più recenti documenti internazionali indicano nella learning organisation il futuro della scuola.

Nella realtà scolastica italiana, gli scenari sono tutti da esplorare. Confidiamo nella sperimentazione condotta dal Progetto apprendere Digitale per la scuola media e dal Progetto DigiScuola per la scuola superiore.
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20/07/07

Learning Design: alcuni termini da conoscere

In chiusura del primo post dedicato al Learning Design, avevo promesso di introdurre il significato di alcuni termini che occorre conoscere, volendosi avvicinare a tale ambito.

Mantengo dunque la promessa.
  • Learning Design, acronimo LD: è, come già detto nel primo post, un formalismo o standard per descrivere scenari di apprendimento/insegnamento per la pianificazione e la progettazione di un evento didattico descrivibile in un formato leggibile da un computer.
  • Educational Modelling Language, acronimo EML: si intendono i linguaggi descrittivi formali, sviluppati dalla Open University.
  • Institute of Electrical and Electronic Engineers, acronimo IEEE: nacque il 1° gennaio 1963 dalla fusione di due istituzioni precedenti: l'IRE, Institute of Radio Engineers, e l'AIEE, American Institute of Electric Engineers nati nel 1884. La sua sede è nello stato di New York, negli Stati Uniti. Ad oggi l'IEEE annovera più di 320.000 membri in 150 nazioni; comprende tecnici, ingegneri e ricercatori di tutto il mondo nel settore elettrotecnico ed elettronico. Gli studi e le scoperte dei suoi membri hanno contribuito a edificare il mondo attuale come noi lo conosciamo. Le pubblicazioni dello IEEE sono il 30% della letteratura ingegneristica e coprono quasi tutti gli aspetti dell'Elettronica e dell'Informatica moderna. Inoltre IEEE ha definito oltre 900 standard industriali.
  • Learning Object Metadata, acronimo LOM, è uno standard che specifica i Metadati dei Learning Object. Lo standard LOM IEEE 1484.12.1-2002 specifica uno schema dati concettuale che definisce la struttura di un’istanza di metadati per un Learning Object. Per questo Standard, un learning object è definito come ogni entità - digitale o non digitale - che possa essere utilizzata per l’apprendimento.
  • Sharable Content Object Reference Model, acronimo SCORM: è tecnicamente un "reference model", cioè una raccolta di specifiche tecniche che consente, tra le altre cose, lo scambio di contenuti relativi all'e-learning in maniera indipendente dalla piattaforma. Vengono definite, attraverso queste specifiche, le modalità di funzionamento della piattaforma di formazione o LMS e dei materiali didattici utilizzati. Scorm non si occupa di qualità didattica, ma unicamente della modalità tecnica di funzionamento. Questo è possibile in quanto SCORM definisce al suo interno le caratteristiche che dovrebbero essere supportate dall'LMS (Learning Management System) e utilizzate dal pacchetto SCORM. Tutto il reference model si basa sui Learning Object, 'mattoni elementari' con i quali vengono strutturati i corsi. Un materiale didattico SCORM è un file con estensione .zip, oppure .pif che contiene all'interno diverse sezioni relative alla struttura, alla descrizione con metadati, al funzionamento all'interno di un LMS. Lo standard SCORM specifica gli standard per il Riutilizzo, Tracciamento e Catalogazione degli oggetti didattici, dunque possiamo dire che SCORM non riguarda direttamente le piattaforme ma gli oggetti di e-learning generalmente definiti Learning Object. La piattaforma di E-Learning ha solo il compito di dialogare con l'oggetto interpretando i messaggi che gli vengono passati, la compatibilità della piattaforma si limita a "capire la lingua" dell'oggetto e, se necessario, a sapergli rispondere.
  • IMS Learning Design: è lo standard di riferimento per il Learning Design.
  • Resource Description Framework, acronimo RDF, è un framework per la descrizione della conoscenza nel web. Esso è stato specificatamente creato, secondo una recommendation del W3C, per la descrizione dei metadati relativi alle risorse. Questo framework è alla base del cosiddetto web semantico, e permette la condivisione di conoscenza sul web.
  • eXtensible Markup Language, ovvero «Linguaggio di marcatura estensibile», acronimo XML. E’ un metalinguaggio creato e gestito dal World Wide Web Consortium (W3C). È una semplificazione e adattamento dell'SGML, da cui è nato nel 1998, e permette di definire la grammatica di diversi linguaggi specifici derivati. E’ un linguaggio utile allo scambio dei dati, quindi di back-office e non di front-office, o di esposizione che dir si voglia. Per scambio dei dati si intende la conservazione in una struttura XML di dati presi, presumibilmente, da un database o da altre fonti, oppure memorizzati direttamente all'interno di una struttura XML.
  • RDF Site Summary ed anche Really Simple Syndication, acronimo RSS. E’ uno dei più popolari formati per la distribuzione di contenuti Web; è basato su XML, da cui ha ereditato la semplicità, l'estensibilità e la flessibilità. RSS definisce una struttura adatta a contenere un insieme di notizie, ciascuna delle quali sarà composta da vari campi (nome autore, titolo, testo, riassunto, ...). Quando si pubblicano delle notizie in formato RSS, la struttura viene aggiornata con i nuovi dati; visto che il formato è predefinito, un qualunque lettore RSS potrà presentare in una maniera omogenea notizie provenienti dalle fonti più diverse.
  • Semantic Web: con il termine, si intende la trasformazione del World Wide Web in un ambiente dove è possibile pubblicare non più solo documenti (pagine HTML, file, immagini, e così via) ma anche informazioni e dati relativi ai documenti stessi (metadati) in un formato adatto all'interrogazione, interpretazione e, più in generale, all'elaborazione automatica. Così facendo sarà possibile un'interpretazione più significativa del contenuto dei documenti stessi, l'effettuazione di ricerche altamente precise, ed altre operazioni specialistiche.
  • Computer Supported Collaborative Learning, acronimo CSCL: si intende l'apprendimento Collaborativo Supportato dal Computer.
  • Dall'inglese Active e eXtension, Estensione Attiva. ActiveX è il nome di una tecnologia sviluppata dalla Microsoft destinata agli sviluppatori e creata per poter estendere le potenzialità e le funzioni di un'applicazione. L'ActiveX non è un linguaggio di programmazione, ma appunto una estensione che, integrata in un'applicazione predisposta all'utilizzo di questa tecnologia, permette di aggiungere nuove possibilità, comandi ed, eventualmente, semplificare alcuni processi, soprattutto nell'ambito dello sviluppo di software.

Questo è tutto. Non è un tema molto semplice da affrontare, lo so bene, ma posso assicurarvi che è avvincente una volta che ci si addentra.

In uno dei prossimi post, introdurrò alcuni tool dedicati al LD.

Vi lascio il link che porta a due miei articoli riguardanti i Learning Object, pubblicati sulla rivista Scuola e Didattica, nel caso qualcuno fosse interessato ad approfondirne la conoscenza.

Alla prossima;-)


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