L'ecologia è un affare per il vino: parola di J.C. Boisset
L'articolo che riportiamo testimonia del grande interesse per ila lato "verde" del vino che c'è ormai in tutto il mondo.Si parla in particolare della riduzione dell'impronta del carbonio. Alcune delle soluzioni proposte, come il Pet, mi lasciano perplesso, soprattutto se usate per il vino. Mi chiedo se per esempio un progetto come quello delle bottiglie di vetro "vuoto a rendere" non finirebbe per avere un impatto complessivo molto minore.Resta il fatto che grandi aziende internazionali, come Boisset, guardano con grande attenzioneIl sito di Boisset ha un'intera sezione dedicata alla sostenibilità, con riferimenti alla coltivazione, al packaging, appunto, e con una pagina di "ecotips" (consigli verdi) di carattere generale. C'è perfino il calendario lunare biodinamico.
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Durante la sua infanzia a Vougeot una delle nonne, insegnante di scienze, “mi insegnò tante cose sulla natura e sull'importanza di ogni parte della natura: le piante, gli insetti... Da mia nonna ho appreso in concreto l'agricoltura biologica e biodinamica”.
L'altra nonna gli insegnò invece il riciclaggio degli oggetti.
Aggiunge Boisset: “Circa il 70% del costo di una bottiglia di vino è costituito dall'imballaggio, dal trasporto, dall'etichettatura ecc. Questo significa che il vino solo il 30% del costo della bottiglia. Non sarebbe meglio se potessimo ridurre questo 70% ed investire il denaro risparmiato nella qualità del vino?”.
Concentrandosi sulla riduzione dell'impronta di carbonio dell'impresa, ha messo vini varietali, come Pinot Nero, Cabernet Sauvignon, Merlot e Chardonnay del Languedoc-Rosellon, in contenitori di cartone laminato da un litro, lo stesso tipo di imballaggio usato per i succhi di frutta dei bambini. Boisset ha anche imbottigliato un Merlot della California, il Fog Mountain, in bottiglie di Pet da un litro, lo stesso tipo di bottiglie di plastica riciclabile usate per le bevande gassate.
Per i consumatori questo significa disporre di vino in recipienti che non si rompono, leggeri, facili da portare anche in un picnic all'aperto. Per Boisset vuol dire una riduzione drastica dei costi di trasporto e, quindi, la riduzione dell'impronta di carbonio. Per la sua azione per la riduzione e l'innovazione negli imballaggi, la rivista “Wine Enthusiast” gli ha assegnato nel 2009 il premio come Innovatore dell'anno.
Il suo Beaujolais Nouveau Mommessin 2010, infine, uscirà a fine novembre in bottiglie di vetro più leggere di quelle usate di solito.
“La cosa importante, in tutti questi tipi di contenitori, è che il vino sia di buona qualità. La qualità è quello che ci differenzia. E l'imballaggio è un modo, così come la viticoltura biologica o biodinamica, per rispettare la natura” dice Boisset.
[fonte El Mundo Vino/AgraPress]