Books by Pietro Faraguna
Jovene, 2020
a cura di G. Repetto e F. Saitto. Con contributi di G. Repetto, F. Saitto, S. Filippi, M. D. Poli... more a cura di G. Repetto e F. Saitto. Con contributi di G. Repetto, F. Saitto, S. Filippi, M. D. Poli, M. D'Amico e N. Fiano, G. Delledonne, P. Faraguna, D. Paris, U. Haider-Quercia.
FrancoAngeli, 2015
I principi supremi dell’ordinamento sono una categoria enigmatica del diritto costituzionale, che... more I principi supremi dell’ordinamento sono una categoria enigmatica del diritto costituzionale, che ricomprende gli esiti di elaborazioni teoriche eterogenee. Tracce di questa nozione emergono nella giurisprudenza e nella letteratura giuridica sui limiti alla revisione costituzionale, nonché in materia di rapporti tra fonti interne e diritto concordatario, internazionale e dell’Unione Europea. A partire dai fragili frammenti testuali offerti dal diritto positivo, giurisprudenza e dottrina hanno seguito percorsi ricostruttivi non sempre lineari, recentemente culminati in una importante pronuncia (Corte cost. 238/2014). Attorno al concetto rimane tuttavia un alone di incertezza, che già si apprezza a livello terminologico (si parla indistintamente di “principi supremi”, “fondamentali”, “essenziali”, “controlimiti”). L’indagine proposta si è ispirata a un approccio metodologico inedito, privilegiando l’osservazione dinamica dei principi supremi in azione, e basandosi non solo sul materiale offerto dalla giurisprudenza costituzionale, ma anche dalla prassi presidenziale. L’analisi ha quindi recuperato una dimensione teorica della nozione di “principio supremo”, valutandone la tenuta nelle dinamiche del bilanciamento tra principi e collocandola infine nel cuore delle dottrine del costituzionalismo, classicamente inteso come limite giuridico al potere.
Articles by Pietro Faraguna
Diritto e società, 2023
Il contributo ripercorre le linee principali su cui si è sviluppata la giurisprudenza costituzion... more Il contributo ripercorre le linee principali su cui si è sviluppata la giurisprudenza costituzionale in materia di rapporti interordinamentali, a partire dalla svolta inaugurata dalla sentenza n. 269 del 2017. L’analisi si sofferma sugli aspetti più critici di un mutamento giurisprudenziale che è stato accolto generalmente con favore, individuando in particolare quali potrebbero essere accorgimenti operativi da adottare in futuro per fornire ai giudici comuni modelli operativi più facilmente maneggiabili, tenuto conto che ancor oggi la missione fondamentale del costituzionalismo è apprestare strumenti efficaci per garantire la limitazione giuridica del potere politico
Quaderni costituzionali, 2022
Forum dei Quaderni costituzionali, 2020
Il contributo è un commento, a prima lettura, della sentenza del 5 maggio 2020, con la quale il B... more Il contributo è un commento, a prima lettura, della sentenza del 5 maggio 2020, con la quale il BVerfG ha per la prima volta dichiarato ultra vires atti delle Istituzioni dell'UE, dichiarando non compatibili con la Legge Fondamentale tedesca gli acquisti per mano del Sistema Europeo delle Banche Centrali operati nell'ambito del programma Public Sector Purchase Programme della BCE
Quaderni costituzionali, 2019
European Journal of Law Reform, 2019
The article explores the historical roots of the explicit unamendable clause(s) in the Italian Co... more The article explores the historical roots of the explicit unamendable clause(s) in the Italian Constitution. Following, it explores the scholarly debate over the interpretation of unamendable provisions. The article investigates theories of implicit unamendability of the Italian Constitution, and, in particular, it analyses the crucial role played by the Constitutional Court of Italy (ICC) and the principles that characterize Italian constitutional identity. Furthermore, the article explores the other side of constitutional identity, namely the theory of 'counterlimits.' The ICC specified that constitutional identity not only sets a limit to constitutional amendment powers but also sets 'counterlimits' to the entry of external norms (i.e., supranational and international law) in the domestic legal system. Finally, the article draws some conclusions and argues that the two sides of constitutional identity, although legally and logically independent, mutually reinforce each other and, ultimately, reinforce the counter-majoritarian nature of unamendability.
Journal of Law, Religion and State, 2019
This article focuses on State-Church relations and on the peculiar implementation of the “idea of... more This article focuses on State-Church relations and on the peculiar implementation of the “idea of secularism” in Italy. The article firstly compares the formal constitutional provisions of the 1848 Constitution. Then, it investigates constitutional provisions entered into force in 1948. Finally, the paper investigates how actors of the living constitution tried to balance and develop the potentially conflicting principles included in the 1948 Constitution in the field of religious freedom, equality, and State-Church relations. The article explores three particularly controversial examples: the teaching of religion in state schools; the display of the crucifix in classrooms; and state funding mechanisms of religious denominations. The article main claim is that, with regard to the regulation of religion in Italy, the proper paradigm shifts did not occur within the formal constitution, but in the “living constitution”.
Quaderni costituzionali, 2018
Note sulla nuova stagione di riforme costituzionali, a partire dall'audizione presso le Commissio... more Note sulla nuova stagione di riforme costituzionali, a partire dall'audizione presso le Commissioni Affari costituzionali riunite di Camera e Senato del Ministro "per i rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta", on. Riccardo Fraccaro, sulle linee programmatiche (luglio 2018).
Quaderni costituzionali, 2018
in Quaderni costituzionali, 2018/3, pp. 711-714 Pietro Faraguna [p. 711] La Corte di giustizia co... more in Quaderni costituzionali, 2018/3, pp. 711-714 Pietro Faraguna [p. 711] La Corte di giustizia con sentenza 5 giugno 2018 (causa C-673/18, Coman) si è pronunciata su un rinvio pregiudiziale promosso dalla Corte costituzio[p. 712]nale rumena con una decisione che presenta molteplici profili di interesse. La questione riguarda la libertà di circolazione e soggiorno di una coppia di persone dello stesso sesso, e merita attenzione sia per ciò che concerne l'estensione dei diritti delle coppie composte da persone dello stesso sesso, sia per la considerazione che viene data dalla Corte all'identità nazionale e alla relativa clausola di cui all'articolo 4(2) TUE, clausola che fa capolino raramente nella giurisprudenza della Corte di giustizia, ma che emerge sempre in cause di notevole importanza. Questo breve commento si soffermerà soprattutto su questo secondo profilo di interesse.
Quaderni costituzionali, 2017
in Quaderni costituzionali, 2017, fascicolo 4, 930-933 [930] Con un'ordinanza adottata il 18 lugl... more in Quaderni costituzionali, 2017, fascicolo 4, 930-933 [930] Con un'ordinanza adottata il 18 luglio 2017 (2 BvR 859/15), il Tribunale costituzionale federale tedesco (BVerfG) ha per la seconda volta nella storia della sua giurisprudenza promosso un rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE). Dopo che il BVerfG aveva per la prima volta intrapreso la strada del rinvio pregiudiziale nel gennaio 2014, i giudici di Karlsruhe tornano a bussare alle porte dei giudici europei con un caso che è inevitabile ricordi molto l'unico precedente in materia. Entrami i rinvii mettono infatti in discussione la legittimità delle misure non convenzionali poste in essere dalla Banca Centrale Europea (BCE) per fronteggiare la crisi finanziaria ed economica nell'area euro.
German Law Journal, 2017
This Article consists of five sections. In the first section, it describes why identity questions... more This Article consists of five sections. In the first section, it describes why identity questions matter, particularly in Europe. In the second section, the Article tackles the issue of multiple structural ambiguities affecting the concept of constitutional identity in the European constitutional vocabulary. In the third section, the Article explores trends concerning the use of constitutional identity in the European legal discourse and practice, including the development of alternative interpretations and applications of the notion of constitutional identities in the Member States. The fourth section of the Article combines the analytical accounts outlined in the second section with the trends identified in the third section, contending that different conceptions and applications of constitutional identity have varying effects on the European composite constitutional adjudication system and that the institutional and procedural framework should be calibrated accordingly. The final section
of this Article draws some conclusions.
There is no peace for electoral legislation in Italy. With its decision no. 35 of 2017, the Itali... more There is no peace for electoral legislation in Italy. With its decision no. 35 of 2017, the Italian Constitutional Court (hereafter: ‘the Court’ or ‘the Constitutional Court’) struck down significant parts of the electoral law for the Chamber of Deputies, as approved by Parliament in 2015. The transition of the Italian electoral system from a proportional to a majoritarian system of representation has once again been called into question, only a few weeks after a broad proposal for constitutional reform, initiated by the Government and approved by the Parliament, was finally rejected by the electorate with a referendum held on 4 December 2016. In fact, the decision of the Court has a direct precedent in a judgment it issued in 2014 that opened the Court up to adjudicating, striking down and substantially re-rewriting the core of electoral law for the first time in its jurisprudence.
This case note consists of three sections. First, it provides a short overview of tumultuous recent developments in the matter of electoral legislation in Italy. Second, it describes the electoral system for the Chamber of Deputies that was introduced by parliamentary majority within the context of a broader project of institutional reform in 2015 and illustrates the Constitutional Court’s decision on it. Finally, the case note explores the meaning of this decision from two broader perspectives: first, it reflects on the decision from a comparative angle. Second, and finally, the case note contextualises the decision within the framework of the incomplete process of transition that seemed to lead the Italian political landscape from a proportional representation system to a majoritarian one.
International Journal of Constitutional Law, 2017
This report firstly provides a brief introduction to the Italian constitutional system, with part... more This report firstly provides a brief introduction to the Italian constitutional system, with particular emphasis on the system of constitutional justice. Secondly, the report contains a narrative exposition of two particularly important controversies that occurred in 2016.
In these decisions, the Italian Constitutional Court (ICC) actively engaged as the supranational dimension of constitutional law, showing at the same time a high level of compliance to the principle of openness towards supranational and international law, and a firm stance in upholding the complex substantive and institutional balance of the Italian Constitution. The report then provides an overview of landmark judgments adopted by the ICC in 2016. The last section draws some conclusions.
Giurisprudenza Costituzionale, 2017
decisione (non) definitiva del BVerfG. -9. La tempesta perfetta? -10. A chi spetta l'ultima parol... more decisione (non) definitiva del BVerfG. -9. La tempesta perfetta? -10. A chi spetta l'ultima parola? Trionfo o tramonto del pluralismo costituzionale?
: L’ordinanza n. 24 del 2017 della Corte costituzionale italiana promuove per la terza volta nell... more : L’ordinanza n. 24 del 2017 della Corte costituzionale italiana promuove per la terza volta nella storia della giurisprudenza costituzionale italiana un rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia. Il rinvio riguarda una complessa vicenda che aveva già impegnato la Corte di giustizia, ove vi è una tensione tra garanzie processual-penalistiche dell’ordinamento italiano (e in particolare del regime della prescrizione) e interessi finanziari dell’UE. L’articolo analizza l’articolata vicenda, nonché individua alcune criticità dell’ordinanza di rimessione.
costituzionalismo.it
L’articolo esplora il tema dell’identità costituzionale degli Stati membri dell’Unione europea pr... more L’articolo esplora il tema dell’identità costituzionale degli Stati membri dell’Unione europea proponendo una chiave metodologica nuova, che si spinge oltre all’analisi del circuito delle Corti, e cerca via alternative attraverso le quali gli Stati membri proteggono interessi nazionali espressione delle loro identità costituzionali. Dapprima l’articolo ripercorre la narrazione classica dei controlimiti, esclusivamente focalizzata sulla giurisprudenza delle Corti costituzionali nazionali, e in particolare di alcune di esse. Si argomenta successivamente il motivo per cui questo approccio tradizionale può essere inadeguato ad apprestare una salvaguardia sufficientemente efficace di elementi peculiari dell’identità costituzionale che sono propri soltanto di alcuni Stati membri e non fanno parte di un condiviso patrimonio costituzionale europeo. A partire dal riconoscimento di questa inadeguatezza, si indagheranno quali alternative esistano per tutelare tali peculiarità. Tra queste l’articolo considera la sottrazione di alcune materie dalle competenze dell’Unione europea o comunque dall’applicazione del metodo comunitario, nonché l’applicazione della regola dell’unanimità in procedimenti decisionali riguardanti materie potenzialmente sensibili per l’identità costituzionale nazionale. Quindi l’articolo considera alcune esperienze significative di integrazione differenziata, con l’intento di verificare se gli interessi tutelati da quelle esperienze abbiano una qualche corrispondenza con quelli tutelati dalle Corti, riscontrando ampie zone di sovrapposizione.
Infine, si indagheranno alcuni recenti passaggi che sembrano suggerire l’avvio di una nuova fase della storia dell’identità costituzionale nazionale, tanto nel circuito giurisdizionale del c.d. dialogo tra Corti (casi Gauweiler, Signor R. e Taricco), quanto nella gestione politica dei conflitti attorno a interessi nazionali fondamentali (con la vicenda Brexit).
IT
L’ordinanza con la quale la Corte d’appello di Milano ha richiesto l’intervento dei giudici di... more IT
L’ordinanza con la quale la Corte d’appello di Milano ha richiesto l’intervento dei giudici di Palazzo della Consulta affinché impediscano l’ingresso del dictum stabilito dalla Corte di giustizia nella pronuncia Taricco offre uno spunto per una riflessione sulla delicata materia dei principi supremi dell’ordinamento. Nel lavoro si muove dal presupposto, tratto dalla giurisprudenza costituzionale, per cui non tutti gli istituti nei quali i principi supremi si estrinsecano vanno assunti a rango di “controlimite”. È invece il loro solo nucleo essenziale a non cedere di fronte al primato del diritto dell’UE. Proseguendo lungo tale direttrice, si analizza l’istituto della prescrizione, per capire se la sua disciplina rientri a pieno titolo nel nucleo centrale di tutela offerto dal principio del nullum crimen, nulla poena sine lege di cui all’art. 25, secondo comma, Cost., ovvero se ne rappresenti un aspetto meramente accidentale.
EN
The referral orders submitted to the Italian Constitutional Court, aiming at avoiding the application of the Taricco ruling by the Court of Justice of the European Union, trigger challenging questions related to the fundamental principles of the Italian Constitutional order. This contribution is based on the assumption that not all those legal tools that are somehow connected with the fundamental principles of the constitutional order are to be considered as limits to the principle of primacy of EU law. On the contrary, it is only the essential core of these principles that may resist against the principle of primacy of EU law. Moving from this consideration, the contribution analyzes the statute of limitation, exploring the possibility – on the one hand – to include this legal institution under the umbrella of the constitutional principle of nullum crmien sine poena sine lege, enshrined by Article 25 of the Italian Constitution, or – on the other hand – of considering the statute of limitation as a mere accidental manifestation of this principle and thus located out of its essential core.
The Hague Journal on the Rule of Law, 2016
This article analyses the impact of the economic crisis on the Constitutional Court's role in the... more This article analyses the impact of the economic crisis on the Constitutional Court's role in the Italian legal order, particularly focussing on the paradox of a Court that is at the same time subject to the Rule of Law and guardian of the Rule of Law. This article argues that this paradox emerges in a clear manner when the Court is called to rule on austerity measures. To do this, the article analyses the main, unprecedented developments that affected the 'unwritten constitution' during the times of euro crisis. The article illustrates a first season of the Constitutional Court's case law on the crisis legislation (2011-2014), characterized by a cautious and partly ambiguous approach. Subsequently, the article illustrates the latest developments in the Court's case law. The article goes into the details of three recent and notable judgements, revealing a new approach of the Court to the crisis legislation. This article argues that unlike a wide perception, the economic crisis affected the Constitutional Court' role in a very significant manner. More specifically, this paper argues that the Court's recent decisions to overrule its settled case law with regard to the temporal effects of its judgements raise serious concern with regard to the adherence to the Rule of Law.
In Quad. Cost. 2016/3, p. 593-596 di Pietro Faraguna [p. 593] Con una decisione molto attesa e at... more In Quad. Cost. 2016/3, p. 593-596 di Pietro Faraguna [p. 593] Con una decisione molto attesa e attesa da molto, il Tribunale costituzionale federale tedesco (BVerfG) ha deciso che il programma straordinario di acquisti di titoli di Stato che era stato annunciato nel 2012 dalla Banca Centrale Europea (BCE), denominato "Outright Monetary Transactions" (OMT), non crea conseguenze incompatibili con la Legge Fondamentale tedesca (GG). La decisione ha tutte le carte in regola per entrare in quel filone giurisprudenziale che, a cominciare dalle sentenze Solange e passando attraverso le sentenze Maastricht e Lissabon, hanno reso la giurisprudenza europea del BVerfG non solo celeberrima, ma anche cruciale per indirizzare lo sviluppo del processo di integrazione europea con gli strumenti del diritto. Si tratta di una vicenda giurisprudenziale assai articolata, la cui importanza è stata in parte oscurata dall'assai più destabilizzante esito del referendum sulla Brexit sul quale si è votato soltanto due giorni dopo la pubblicazione della sentenza in commento.
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Articles by Pietro Faraguna
of this Article draws some conclusions.
This case note consists of three sections. First, it provides a short overview of tumultuous recent developments in the matter of electoral legislation in Italy. Second, it describes the electoral system for the Chamber of Deputies that was introduced by parliamentary majority within the context of a broader project of institutional reform in 2015 and illustrates the Constitutional Court’s decision on it. Finally, the case note explores the meaning of this decision from two broader perspectives: first, it reflects on the decision from a comparative angle. Second, and finally, the case note contextualises the decision within the framework of the incomplete process of transition that seemed to lead the Italian political landscape from a proportional representation system to a majoritarian one.
In these decisions, the Italian Constitutional Court (ICC) actively engaged as the supranational dimension of constitutional law, showing at the same time a high level of compliance to the principle of openness towards supranational and international law, and a firm stance in upholding the complex substantive and institutional balance of the Italian Constitution. The report then provides an overview of landmark judgments adopted by the ICC in 2016. The last section draws some conclusions.
Infine, si indagheranno alcuni recenti passaggi che sembrano suggerire l’avvio di una nuova fase della storia dell’identità costituzionale nazionale, tanto nel circuito giurisdizionale del c.d. dialogo tra Corti (casi Gauweiler, Signor R. e Taricco), quanto nella gestione politica dei conflitti attorno a interessi nazionali fondamentali (con la vicenda Brexit).
L’ordinanza con la quale la Corte d’appello di Milano ha richiesto l’intervento dei giudici di Palazzo della Consulta affinché impediscano l’ingresso del dictum stabilito dalla Corte di giustizia nella pronuncia Taricco offre uno spunto per una riflessione sulla delicata materia dei principi supremi dell’ordinamento. Nel lavoro si muove dal presupposto, tratto dalla giurisprudenza costituzionale, per cui non tutti gli istituti nei quali i principi supremi si estrinsecano vanno assunti a rango di “controlimite”. È invece il loro solo nucleo essenziale a non cedere di fronte al primato del diritto dell’UE. Proseguendo lungo tale direttrice, si analizza l’istituto della prescrizione, per capire se la sua disciplina rientri a pieno titolo nel nucleo centrale di tutela offerto dal principio del nullum crimen, nulla poena sine lege di cui all’art. 25, secondo comma, Cost., ovvero se ne rappresenti un aspetto meramente accidentale.
EN
The referral orders submitted to the Italian Constitutional Court, aiming at avoiding the application of the Taricco ruling by the Court of Justice of the European Union, trigger challenging questions related to the fundamental principles of the Italian Constitutional order. This contribution is based on the assumption that not all those legal tools that are somehow connected with the fundamental principles of the constitutional order are to be considered as limits to the principle of primacy of EU law. On the contrary, it is only the essential core of these principles that may resist against the principle of primacy of EU law. Moving from this consideration, the contribution analyzes the statute of limitation, exploring the possibility – on the one hand – to include this legal institution under the umbrella of the constitutional principle of nullum crmien sine poena sine lege, enshrined by Article 25 of the Italian Constitution, or – on the other hand – of considering the statute of limitation as a mere accidental manifestation of this principle and thus located out of its essential core.
of this Article draws some conclusions.
This case note consists of three sections. First, it provides a short overview of tumultuous recent developments in the matter of electoral legislation in Italy. Second, it describes the electoral system for the Chamber of Deputies that was introduced by parliamentary majority within the context of a broader project of institutional reform in 2015 and illustrates the Constitutional Court’s decision on it. Finally, the case note explores the meaning of this decision from two broader perspectives: first, it reflects on the decision from a comparative angle. Second, and finally, the case note contextualises the decision within the framework of the incomplete process of transition that seemed to lead the Italian political landscape from a proportional representation system to a majoritarian one.
In these decisions, the Italian Constitutional Court (ICC) actively engaged as the supranational dimension of constitutional law, showing at the same time a high level of compliance to the principle of openness towards supranational and international law, and a firm stance in upholding the complex substantive and institutional balance of the Italian Constitution. The report then provides an overview of landmark judgments adopted by the ICC in 2016. The last section draws some conclusions.
Infine, si indagheranno alcuni recenti passaggi che sembrano suggerire l’avvio di una nuova fase della storia dell’identità costituzionale nazionale, tanto nel circuito giurisdizionale del c.d. dialogo tra Corti (casi Gauweiler, Signor R. e Taricco), quanto nella gestione politica dei conflitti attorno a interessi nazionali fondamentali (con la vicenda Brexit).
L’ordinanza con la quale la Corte d’appello di Milano ha richiesto l’intervento dei giudici di Palazzo della Consulta affinché impediscano l’ingresso del dictum stabilito dalla Corte di giustizia nella pronuncia Taricco offre uno spunto per una riflessione sulla delicata materia dei principi supremi dell’ordinamento. Nel lavoro si muove dal presupposto, tratto dalla giurisprudenza costituzionale, per cui non tutti gli istituti nei quali i principi supremi si estrinsecano vanno assunti a rango di “controlimite”. È invece il loro solo nucleo essenziale a non cedere di fronte al primato del diritto dell’UE. Proseguendo lungo tale direttrice, si analizza l’istituto della prescrizione, per capire se la sua disciplina rientri a pieno titolo nel nucleo centrale di tutela offerto dal principio del nullum crimen, nulla poena sine lege di cui all’art. 25, secondo comma, Cost., ovvero se ne rappresenti un aspetto meramente accidentale.
EN
The referral orders submitted to the Italian Constitutional Court, aiming at avoiding the application of the Taricco ruling by the Court of Justice of the European Union, trigger challenging questions related to the fundamental principles of the Italian Constitutional order. This contribution is based on the assumption that not all those legal tools that are somehow connected with the fundamental principles of the constitutional order are to be considered as limits to the principle of primacy of EU law. On the contrary, it is only the essential core of these principles that may resist against the principle of primacy of EU law. Moving from this consideration, the contribution analyzes the statute of limitation, exploring the possibility – on the one hand – to include this legal institution under the umbrella of the constitutional principle of nullum crmien sine poena sine lege, enshrined by Article 25 of the Italian Constitution, or – on the other hand – of considering the statute of limitation as a mere accidental manifestation of this principle and thus located out of its essential core.
Preliminarmente all’analisi delle disposizioni concernenti il sistema elettorale del Senato, sembra opportuno sottolineare un profilo che si ritiene assolutamente centrale, sia in senso generale sulla composizione del “nuovo” Senato, sia nello specifico in relazione al suo sistema di elezione: com’è noto, la composizione del “nuovo” Senato prevede la necessarietà del cumulo tra il mandato senatoriale e quello regionale o locale, in quanto sono eleggibili a senatori unicamente – al di là dei cinque senatori di nomina presidenziale e degli ex Presidenti della Repubblica, componenti di diritto – i consiglieri regionali e, nella misura di uno per ciascuna Regione o Provincia autonoma, i sindaci dei comuni dei rispettivi territori. Tale soluzione ha consentito di ricondurre a coerenza due dei punti fermi sulla base dei quali è stata modellata la composizione del nuovo Senato, quali la sua trasformazione in un’Assemblea a elezione indiretta e l’eliminazione delle indennità per i suoi membri. La congiunzione tra questi due aspetti ha costituito il punto di partenza per giungere alla definizione della composizione del Senato riformato: un’Assemblea basata non solo sulla elezione indiretta, ma anzi sul necessario cumulo di mandati rappresentativi o di governo presso le autonomie regionali o comunali (ossia gli unici livelli territoriali nei quali permangono organi eletti direttamente dai cittadini). Il necessario cumulo di mandati ha infatti consentito di giungere contestualmente a due obiettivi annunciati sin dal titolo del disegno di legge governativo, ossia la “riduzione del numero dei parlamentari” (consistente in realtà in una riduzione dei “soli” senatori, posto che i deputati restano 630) e la “riduzione dei costi della politica”, consistente almeno nella eliminazione della indennità per i senatori, come pure dei “rimborsi o analoghi trasferimenti monetari recanti oneri a carico della finanza pubblica in favore dei gruppi politici presenti nei Consigli regionali”, nonché della fissazione del limite agli emolumenti per i consiglieri regionali pari all’importo di quelli attribuiti ai sindaci dei Comuni capoluogo di Regione.
Questo punto di osservazione sulle disposizioni che delineano la composizione e il sistema di elezione del Senato non può essere ignorato. La trasformazione della seconda Camera e la specifica opzione relativa alla sua composizione devono essere lette anche alla luce dell’intenzione del legislatore di revisione costituzionale di “portare al centro” soggetti già investiti da un mandato rappresentativo (e, eventualmente, di governo) negli organi degli enti territoriali, e regionali in particolar modo. In questa maniera si è creato, mediante una sorta di “unione personale” dei mandati senatoriale e territoriale, un collegamento diretto e necessario tra rappresentanza “nei” territori e rappresentanza “dei” territori, avendo come obiettivo parallelo la costituzione di premesse per una reciproca convergenza dei fini e dei mezzi, nell’auspicio di ridurre la conflittualità tra livelli di governo.
Tuttavia, alla luce di quanto descritto, va valutata sin dal principio la possibilità che da questa scelta di fondo, che informa l’intero impianto della revisione costituzionale, derivi una compressione dell’autonomia politica regionale, e in particolare dell’autonomia legislativa delle Regioni, almeno nel senso di una riduzione della possibilità di autonoma decisione circa i destini del mandato rappresentativo regionale, quantomeno per quei consiglieri che saranno chiamati a ricoprire anche l’incarico senatoriale, nonché del suo intreccio con il regime delle ineleggibilità e incompatibilità.
Alessia Cozzi’s essay deals with a hypothesis of silent coordination of the fora of constitutional adjudication. Cozzi investigates decisions of national supreme and constitutional courts that implicitly follow a previous European Court on Human Rights (ECtHR) judgment without explicitly referring to it. Her article aims at understanding in which cases this implicit coordination is performed and why national courts are reluctant to make this approach explicit, hiding a successful coordination and turning a battleground into a meeting ground without emphasizing this transformation. Finally, the third essay of the first section deals with the interesting case study of the Belgian Constitutional Court, placed in a comparative perspective. It raises a problem of general and systematic interest for the identification of a system of constitutional adjudication in the EU and the exploration of its procedures and challenges. This case study is extremely promising, as little research has examined whether constitutional courts employ the same strategies applied domestically, when violations of European and international law occur through legislative omissions. Omissions may be an insidious battleground for national and supranational courts, and Verstraelen’s article demonstrates a versatile approach of Member States’ constitutional courts in order to accommodate the potential fragmentation of national judges’ responses with the need to ensure unity and uniformity of EU law.
The second section of the special issue is devoted to test the model of the composite European constitutional adjudication under pressure. The Euro-crisis offered an ideal stress test. Whereas legal analysis on the constitutional dimensions of Euro-crisis abounded, some specific aspects of this picture were overlooked also in those jurisdictions where the Euro-crisis had a remarkable impact. A first underestimated aspect concerns the role played by lower courts, often contradicting supreme and European courts. Pavlidou’s article addresses this vastly overlooked aspect, by examining how domestic lowest courts in Greece safeguarded social rights by resorting to alternative constitutional sources and by indirectly enforcing constitutional provisions in order to constitutionalize social rights. Her essay juxtaposes this practice to the opposite interpretation of austerity measures by the European and Supreme Greek courts. In light of this, she analyzes the implications of this contradictory judicial review both in terms of the scope of social rights and conceptions of unity and diversity within the multiple levels of adjudication. Another vastly overlooked aspect in the Euro-crisis scholarship is the absence of preliminary references to the ECJ for the ‘harmonization’ of social rights adjudication stemming from the same supranational instruments. Constitutional courts were eager to solve cases by invoking solely their own constitutional interpretation and standards. Pierdominici’s article tries to fill this gap in the scholarship, questioning constitutional courts’ reluctant approaches toward preliminary references aimed at guaranteeing (European) standards of protection of social rights. Fasone’s essay is devoted to look at the impact of constitutional adjudication on Euro-crisis measures on the role of legislatures, in this critical conjunction, to ascertain whether common challenges to representative democracy have led to unitary or plural (and divergent) judicial responses to the issues of Parliaments’ displacement in Euro-crisis procedures. In particular, the article investigates in this framework how constitutional courts have resorted to the argument of the national constitutional identity showing that, due to several circumstances, the protection of parliamentary powers and, ultimately, of the principle of representative democracy has been of little concern for most constitutional courts in such a critical juncture.
After having tested current trends of constitutional adjudication on the battleground of Euro-crisis measures, the third section of the special issue explores possible procedures and remedies to settle emerging conflicts. In this section, Andrea Edenharter claims that in the long run, a legal reconciliation within the EU can only be achieved if national courts enjoy at least some discretion in cases in which EU law allows for the application of national fundamental rights, because otherwise, national constitutional courts might challenge the ECJ’s role as Supreme Court of the EU and thus damage the project of reconciliation as such. Edenharter’s essay deals with the core problem of the possible existence of a system of constitutional adjudication in the area of fundamental rights review. In this respect, her article analyses two possible legal tools that may facilitate the function of such a system of constitutional adjudication. On the one hand, the margin of appreciation doctrine developed by the ECHR should be adopted by the ECJ. On the other hand, the principle of discretion can also be applied in favor of the ECJ, with national constitutional courts reducing the intensity of scrutiny towards the ECJ in accordance with the German Federal Constitutional Court’s position in Honeywell.
Zaccaroni’s paper deals with the need of reconciliation of Member States’ constitutional identities and EU law from a different perspective. His article holds this reconciliation as a necessary assumption to make a system of constitutional adjudication workable in the EU. The essay emphasizes the contribution of some recent decisions of the EU for the identification of the concept of EU constitutional identity. Zaccaroni’s aim is to assess how to reconcile the theoretical position of the ECJ with the one of the national constitutional courts, and in particular, the possibility to reconcile the pluralism of national constitutional identities with the (desired) unity of the EU constitutional identity. His essay investigates two possible solutions: a) a clear theorization of an evolutionary interpretation of the principle of conferred powers; b) a real judicial cooperation between EU and national constitutional judges. In the latter perspective, Zaccaroni claims that constitutional courts should openly recognize the existence of an EU constitutional identity. Additionally, his essay claims that a system of constitutional adjudication would benefit from a mechanism of “reverse” preliminary ruling (from the ECJ to national constitutional courts), when identity-related conflicts are at stake. Finally, the last article of the section investigates the legal and practical obstacles to the full affirmation of the ECJ as a constitutional adjudication forum. Starting with the fact that the ECJ is increasingly emerging and self-identifying as a constitutional Court, Carlo Tovo argues that the revision of the ECJ’s rules of procedure, along with the reform of the General Court, may play a major role in strengthening the constitutional adjudication of the Court’s activity. Tovo explores the new centrality of the preliminary ruling proceedings in the revised rules of procedure of the Court of Justice, in connection with the actual and future delimitation of jurisdiction between the ECJ and the General Court. Then, his article focuses on the procedural arrangements introduced by the revised ECJ Rules of procedures and other sources, aimed at balancing the need to ensure the coherence and uniformity of EU law and to strengthen the ‘constitutional authority’ of the Court.
Before the special section on “The View from the Bench”, Gábor Halmai presents some conclusive remarks, providing a critical account of the use of the notion of constitutional identity by Member States’ Supreme and Constitutional courts. This is a key element to grasp the tension between unity and pluralism in the composite system of constitutional adjudication. Halmai argues that while a genuine reference to national identity claims is legitimate insofar as a fundamental national constitutional commitment is at stake, the abuse or misuse of constitutional identity by Constitutional courts “is nothing but constitutional parochialism” that can undermine the whole European constitutional construction and subvert the basic principle of sincere cooperation.
The purpose of the Global Review is the same this year as it was before: to offer readers systemic knowledge that, previously, has been limited mainly to local networks rather than a broader readership.
Quanto è forte la suggestione dei valori e dei principi che hanno guidato i protagonisti storici dell’esperienza costituente? Per i settant’anni della Costituzione italiana, un gruppo di studiosi si è posto queste domande, interrogandosi sui metodi e sugli indirizzi inaugurati con la nascita della Repubblica, al fine di isolarne i momenti concettualmente più significativi e i perduranti insegnamenti. L’analisi intreccia il ricordo dei lavori dell’Assemblea Costituente ad un ragionamento plurale sulle ricadute odierne delle riflessioni svolte in quella sede (dal discorso sulle riforme alla tutela dei diritti inviolabili, dal rapporto tra ordinamento interno e diritto sovranazionale al governo dell’economia, dalla forma di governo alla garanzia dell’autonomia territoriale, dall’assetto della giurisdizione alla funzione del controllo di costituzionalità).
Contributi di: Roberto Bin; Camilla Buzzacchi; Corrado Caruso; Fulvio
Cortese; Giacomo D’Amico; Pietro Faraguna; Alessandro Morelli; Barbara
Pezzini; Stefano Rossi; Massimo Rubechi; Francesco Saitto; Chiara Tripodina; Giuseppe Tropea, Nicolò Zanon.
resistenza aperte e tutt’ora difese dal BVerfG, la presentazione si concentra su alcune contraddizioni insite nel ruolo interpretato dal giudice costituzionale di Karlsruhe, istanza anti-maggioritaria per eccellenza, la cui legittimazione è strutturalmente antitetica rispetto a quella di un Parlamento che è sembrato assai meno preoccupato di tutelare le proprie prerogative di quanto non lo fossero i giudici costituzionali.
This report is offered a first-aid resource for public lawyers are interested in an overview of the Italian Constitutional Court’s case law. Hopefully, this research tool will help facilitate the ongoing development, beyond the so-called judicial dialogue, of a dialogue within the “community of constitutional interpreters” in the Häberlian sense.
Application deadline both for Students SCHOLARSHIPS and VISITING PROFESSORS opportunities is 13 March 2017.
The final deadline for the submission of abstracts (500 words) is on January 16, 2017.
Conveners:
Raffaele Bifulco (LUISS University – Department of Law)
Nicola Lupo (LUISS University – Department of Political Science)
Susanna Mancini (University of Bologna – School of Law)
Submitted papers will be anonymously evaluated by an ad hoc scientific committee and selected for publication on the Journal also on the basis of their touch of originality .
Manuscripts shall not exceed 80.000 characters (spaces included) and could be submitted in Italian, English, Spanish or French (an abstract in English is required). Author guidelines are available here.
The deadline for electronic submission to [email protected] is 15 September 2016.
See the attached file for further info.
Troppo spesso, infatti, le ricerche che hanno ripercorso la nascita della nostra Costituzione si sono concentrate sul contributo che singole figure hanno offerto alla redazione della Carta fondamentale, perdendo di vista il contesto storico e il dibattito politico entro cui le singole proposte si collocavano. Senonché, le costituzioni - men che meno le costituzioni novecentesche - non nascono come Minerva dalla testa di Giove, ma sono prodotti umani figli di compromessi politici in circostanze storicamente date. L'obiettivo che il Convegno intende raggiungere è quello di sviluppare ragionamenti non solo dall'angolo visuale dei giuristi, immersi nel mondo delle pure forme, ma anche degli storici delle istituzioni e delle dottrine politiche, per provare a sottoporre a revisione critica il mito (spesso abusato a fini di politica contingente) del patto fondativo.
Si vuole quindi adottare una prospettiva laica e storicamente situata che potrebbe consentire di analizzare, oggi, il punto di arrivo in chiave evolutiva di istituzioni, principi e strumenti iscritti nella ns. Carta fondamentale (dai diritti della persona sino alla Corte costituzionale), provando, in conclusione, a tratteggiarne una ricostruzione in termini di (alta) politica costituzionale.
Presentazione del libro "Italian Populism and Constitutional Law
Strategies, Conflicts and Dilemmas"
Editors: Delledonne, G., Martinico, G., Monti, M., Pacini, F. (Eds.)
Webinar organizzato e curato da Pasquale Annicchino (29/05/2020)
G. Delledonne, G. Martinico, M. Monti, F. Pacini (eds), Italian Populism and Constitutional Law Strategies, Conflicts and Dilemmas, 2020, https://www.palgrave.com/gp/book/9783030374006